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ENRICO CORNELIO AGRIPPA.

LA FILOSOFIA OCCULTA O LA MAGIA.
Prima traduzione italiana di ALBERTO FIDI.

LIBRO SECONDO.
LA MAGIA CELESTE.

CAPITOLO I.
Della importanza delle scienze matematiche e di parecchie operazioni
meravigliose che si compiono col loro ausilio.

Le scienze matematiche sono cosnecessarie alla Magia e hanno con essa tanti
legami, che coloro che si occupano dell'una, trascurando le altre, perdono il
loro tempo e non ne ricavano risultati apprezzabili, anzi non riescono a
raggiungere mai gli scopi perseguiti. Perchtutte le cose di quaggisono
prodotte e governate con numero, peso, misura, armonia, movimento e luce e
tutto quello che vediamo nel mondo inferiore ha radice e fondamento nelle
scienze matematiche; e percimercle sole scienze matematiche dato
produrre, senza intromissione di alcun potere naturale, operazioni Simili a
quelle naturali, poich come dice Platone, sono cose che non partecipano ne
della veritndella divinit ma sono rassomiglianze concatenate l'una
all'altra, come corpi che camminano e parlano senza esser dotati di potere
animale, a similitudine degli idoli di Dedalo, chiamati automa, automata, di
cui fa cenno Aristotile nel parlare dei tripodi con tre piedi di Vulcano e di
Dedalo, che si muovevano da soli, che Omero dice si battessero fra loro e che
leggiamo servissero i convitati al banchetto dato da Hyarbas, il gimnosofista,
sotto forma, di statue d'oro. Si legge altresnella storia di statue parlanti
di Mercurio, del piccione volante di Archita fatto di legno, delle meraviglie
ali Boezio narrate da Cassiodoro, Diomede che suonava la tromba in aria, il
serpente di rame che fischiava e gli uccelli capaci di modulare melodiose
canzoni. Miracoli di questo genere sono quelli dei simulacri forniti dalla
geometria e dall'ottica e noi ne abbiamo fatto menzione nel parlare degli
elementi e precisamente dell'aria.

Cossi preparano diverse specie di specchi, concavi gli uni, convessi gli
altri, che proiettano le immagini nell'aria e le fanno apparire simili ad
ombre, come insegnano Apollonio e Vitellio nei loro libri della Prospettiva e
degli Specchi. Si legge che il gran Pompeo riportdall'Oriente a Roma, fra
l'altro bottino di guerra, un certo specchio nel quale si vedevano truppe
armate e si preparano certi specchi trasparenti, che vengono cosparsi di dati
succhi d'erbe e che brillano di luce artificiale, i quali popolano l'aria
tutt'intorno di fantasmi. Io stesso so preparare due specchi reciproci, in
cui, quando il sole spunta, possibile vedere distintamente quanto esso
rischiara entro la circonferenza di parecchie leghe.

Cosquando un mago versato nella filosofia naturale e nella matematica e
conosce le scienze che ne derivano, l'aritmetica, la musica, la geometria,
l'ottica, l'astronomia e quelle che si esercitano a mezzo di pesi, di misure,
di proporzioni, di giunzioni, nonchla meccanica, che la risultante di
tutte queste discipline, pucompiere cose meravigliose che stupiscono gli
uomini picolti.

Ancora oggi sono visibili le vestigia di antiche mirabili opere, quali le
colonne d'Ercole e d'Alessandro, le porte Caspie, fatte di rame e ferro in
modo che nessuna arte umana poteva abbatterle, la piramide di Giulio Cesare
che sorge a Roma nelle vicinanze del Vaticano, montagne artificiali elevate
nel bel mezzo del mare, fortilizi e moli granitiche quali io stesso ne ho
potuto vedere in Brettagna e quali si stenta a credere che sieno state
innalzate per opera umana. Istoriografi degni di fede ci apprendono che con
tali arti si sono un tempo forate rocce, colmate valli, appianate montagne,
scavate le viscere della terra, aperte trincee, deviati fiumi, congiunti e
frenati mari, scrutati gli abissi oceanici, prosciugati laghi e stagni, create
isole e altre congiunte alla terra ferma. E benchtali cose sembrino esser
tutte contrarie agli ordinamenti stabiliti dalla natura, pure sono state
compiute e ancora oggi dato scorgerne le
vestigia. Il volgo opina che opere simili sieno state condotte a termine per
intervento dei demoni, essendosi perduto sin il ricordo degli artefici di
tante meraviglie e pochi essendo al caso di comprenderle e di scrutarle. Per
lo stesso motivo d'incomprensione, qualunque spettacolo meraviglioso dai
ciechi di spirito considerato come effetto di cause demoniache, mentre non
sono altro che l'opera delle scienze naturali e matematiche. Cos giudicherebbe chi ignorando la virtmagnetica vedesse la calamita che attrae
il ferro e
lo tiene sospeso in aria, come un tempo era dell'idolo di Mercurio a Treviri,
fatto di ferro e tenuto sospeso mercun gioco di calamite nel bel mezzo della
volta, del tempio, il che attestato dal verso seguente:

Ferreus in mediis volitat caducifer auris.

Alcunchdi simile leggiamo riguardo all'idolo solare del tempio di Serapide
in Egitto. Non direbbe chiunque che sono opera dei demoni? Ma conoscendo il
potere del magnete sul ferro, cesserebbe ogni suo stupore e svanirebbe ogni
scrupolo. Ora, come i poteri naturali si acquistano mercle cose naturali,
coscon le cose astratte matematiche e celesti noi conseguiamo i poteri
celesti, ossia il moto, la vita, il senso, il discorso, i presagi e la
divinazione stessa, cose tutte che non derivano dalla natura ma dall'arte.

Si dice, per esempio, che sia, possibile costruire immagini che parlino e
predicano l'avvenire, a somiglianza di quella testa di rame menzionata da
Guglielmo di Parigi, fusa sotto gli auspici di Saturno che parlava ed aveva
voce schiettamente umana. Certo dalla scelta d'una materia acconcia e d'un
agente poderoso dipendono effetti sicuri e meravigliosi perchassioma
pitagorico che quanto pile cose matematiche sono piformali delle fisiche,
tanto pinon attuali e quanto meno sono dipendenti nella loro essenza, tanto
meno dipendono nel loro operare. Fra tutte le cose matematiche, i numeri sono
i piformali e percisono anche i piattuali e ad essi, non solo i filosofi
pagani ma benanco i teologi ebraici e cristiani, hanno attribuito virted
efficacia cosnel bene che nel male.



CAPITOLO II.

Dei numeri del loro potere e delle loro propriet

Severino Boezio dice che tutto quanto la natura ha procreato, sembra essere
stato formato sotto il regime dei numeri e da essi sono provenuti la quantit degli elementi, le rivoluzioni dei tempi, il moto degli astri, la mutabilit del cielo. I numeri hanno dunque proprietgrandissime ed elevatissime e
poichle cose naturali racchiudono poteri occulti tanto grandi e in cos tanta copia, non bisogna stupire se nei numeri si compendiano poteri ancora
pigrandi, pinascosti, pimeravigliosi e piefficaci, dato che essi sono
piformali e piperfetti, insiti nei corpi celesti, mescolati alle sostanze
separate e percidotati di una grandissima e semplicissima mescolanza con le
idee nella mente divina, da cui ritraggono le piefficaci loro propriet e
percivalgono e possono molto per conseguire i doni demoniaci e divini, nel
modo stesso con cui le qualitelementali nelle cose naturali valgono e
possono molto per trasmutare. Ma ancor pi tutto ciche esiste e che si fa,
sussiste pel potere di certi numeri.

Perchil tempo il moto e l'azione e quanto soggetto al tempo e al
movimento, tutto composto di numeri; le armonie e le voci sono anch'esse
composte di numeri e di proporzioni e non sono valorizzate che da essi e le
proporzioni provenienti dai numeri costituiscono, con le linee e i punti, i
caratteri e le immagini proprie alle operazioni della magia per la giusta
proporzione che intercorre fra essi, che declina alle estremit come nell'uso
delle lettere. Percitutte le specie delle cose naturali e sovranaturali
vengono astrette in numeri determinati e, intuendo questo, Pitagora dice che
tutto composto dal numero e ch'esso distribuisce le virta tutte le cose.
Proclo sentenzia: il numero sussiste sempre e Si ritrova in tutto: nel nome,
nelle proporzioni, nell'anima, nella ragione e nelle cose divine. Temistio e
Boezio e Averroe di Babilonia, con Platone, lodano tanto i numeri da giudicare
che senza la loro conoscenza non possa esservi vera filosofia, intendendo
parlare del numero razionale e formale e non di quello materiale e sensibile o
vocale, del numero dei mercatanti, di cui ni Pitagorici ne gli Accademici ne
lo stesso Agostino fanno menzione.

Essi parlano invece della proporzione che risulta dal numero, che chiamano
numero naturale formale e razionale, e da cui provengono i pigrandi misteri
sia nelle cose naturali che nelle divine e celesti. Con tale specie di numero
si arrivano a scoprire e a conoscere tutte le cose conoscibili; per suo mezzo
ci si avvicina di pialla profezia naturale e l'abate Gioacchino stesso ha
potuto profetizzare merci numeri formali.


CAPITOLO III

Quanto sieno grandi i poteri posseduti dai numeri, cosnelle cose naturali
che in quelle soprannaturali.

Non solo i pifamosi filosofi, ma anche i dottori cattolici, tra cui
Girolamo, Agostino? Origene, Ambrogio, Gregorio Nazianzeno, Atanasio, Basilio,
Ilario, Rabanus, Beda e altri, assicurano che nei numeri si nasconde un potere
efficace ed ammirabile. PerciIlario, nei Suoi Commentari sui Salmi, dice che
i Salmi sono stati redatti dai settanta secondo l'efficacia dei numeri.

Rabanus, scrittore assai illustre, ha composto un libro dei poteri dei numeri.
I poteri dei numeri si riscontrano del resto nell'erba detta pentafillo, che
per la proprietdel quinario resiste ai veleni, fuga i demoni, contribuisce
all'espiazione delle colpe e una delle sue foglie, presa nel vino due volte al
giorno, guarisce dalla febbre effimera, mentre tre foglie combattono la febbre
terzana e quattro la febbre quartana e lo stesso effetto ottenibile coi semi
d'eliotropo o girasole, presi a dosi di tre o di quattro grani. Cospure la
verbena somministrata nel vino guarisce le terzane, se stata tagliata alla
sua terza articolazione e le quartane se stata tagliata alla quarta
articolazione. Il serpente percosso una volta con una canna muore, ma percosso
una seconda volta s'invigorisce. La causa di tutto cirisiede nella
proporzione che i diversi numeri hanno con le diverse cose. Una meraviglia
sperimentata del settenario si riscontra nel maschio nato settimo di figli
tutti maschi, che guarisce le scrofole col tocco o con la parola. E una
ragazza nata settima facilita i parti. Naturalmente non si tratta qui del
Numero naturale, ma della ragione formale che nel numero e bisogna sempre
tener presente che non nei numeri parlati e del conteggio, ma in quelli
razionali formali e naturali sono distinti e contenuti questi sacramenti di
Dio e della natura.

Chi arriva ad amalgamare i numeri pronunciati e naturali coi numeri divini e
ad armonizzati in una medesima consonanza, potrdar vita ad opere
meravigliose e giungere a conoscere cose mirabili. I pitagorici pretendevano
pronosticare merci numeri dei nomi e se in essi non si cullasse alcun
mistero, Giovanni non avrebbe detto nell'Apocalisse: che colui che ha
intelletto conti il numero del nome della bestia, che il numero dell'uomo.

Tale maniera di contare in grande onore presso gli ebrei e i cabalisti, come
vedremo meglio in seguito. Diremo subito perche le unitsignificano le cose
divine, le decine le cose celesti, le centinaia le cose terrestri e le
migliaia quelle dei secoli da venire. Oltre a ci tenendo presente che le
parti dello spirito sono congiunte insieme, secondo la loro media aritmetica,
in ragione della loro identito dell'eguaglianza della loro grandezza o della
loro eccedenza; che il corpo, di cui le parti sono differenti, composto
secondo la media geometrica; che l'animale stesso, che forma un tutto con
l'anima e col corpo, composto secondo la media armonica; tenendo presente
tutto ci si pustabilire che i numeri operano principalmente sull'anima, le
figure geometriche sul corpo e i concenti armonici sull'animale stesso.



CAPITOLO IV

Dell'unite della sua scala.

Non essendo il numero che una ripetizione dell'unit cominceremo dal
considerare questa, perchl'unitpenetra tutti i numeri ed essendone la
misura comune la sorgente e la origine, li contiene tutti in se, restando
incapace di moltiplicarsi immutabile e non soggetta a cambiamenti, il che fa
si che, moltiplicata per sstessa, non produca altro che sstessa. L'unit anche indivisibile non avendo parti e se talora la si divide non resta perci frazionata, ma moltiplicata in altrettante unitdi cui ciascuna non pi grande ne pipiccola dell'intera unit alla maniera della parte che pi piccola del tutto.

L'unitnon si moltiplica in parti ma in sstessa. Percigli uni la chiamano
concordia, altri piet altri ancora amicizia, essendo coslegata da non
potersi scindere e Marziano, seguendo Aristotile, la chiama Cupido perch unica e vuole che la si ricerchi costantemente e non ha altro che sstessa e
rifrange su sstessa i propri ardori, senza alcuna espansione e copula.

Uno dunque il principio e la fine d'ogni Cosa e non avendo esso stesso ne
principio ne fine, non ha nulla a se davanti, nulla dopo. Uno il principio
di tutte le cose e tutte procedono verso l'uno e dopo di esso non v'ha nulla e
tutto quel che desidera questo uno perchtutto venuto dall'uno; e per la
immedesimazione delle cose necessaria la partecipazione con l'unit e come
tutte le cose sono procedute andando dall'uno ai molti, costutte le cose che
si sforzano di tornare a quell'uno da cui sono procedute, bisogna che lascino
la moltitudine. L'uno si riferisce dunque al Dio supremo, che essendo uno e
innumerevole, crea tuttavia
le innumerevoli cose e le contiene in s Cosche v'ha un Dio, un mondo che un Dio, un sole per un mondo, una fenice nel mondo, un re fra le api, un capo
conducente nel gregge, un comandante in un'armata, le gru ne seguono una e
parecchi animali venerano l'unit Tra le membra del corpo vi un unico
principio che tutte le regge, sia questo il capo, sia, come altri vogliono, il
cuore.

V'ha un elemento che sorpassa e penetra tutto ed il fuoco. V'ha una cosa
creata da Dio che il soggetto d'ogni ammirazione, che si trova nella terra e
nei cieli, che animale vegetale e minerale a un tempo, che si trova ovunque,
che non conosciuta, che nessuno chiama col suo Nome ma che nascosta sotto
numeri figure ed enigmi, senza la quale ne la Alchimia nla Magia naturale
possono avere i loro successi. Un Adamo ha prodotto tutti gli uomini e tutti
li ha fatti morire. Un GesCristo li ha rigenerati o, come dice Paolo, un
signore, una fede, un battesimo. E v'ha un Dio Padre di tutti, mediatore
divino e umano, creatore altissimo che sta su tutto in tutto e in noi tutti. E
v'ha un Dio GesCristo per cui tutte le cose sono e noi per esso e un solo
Dio spirito santo, nel quale tutte le cose sono e noi in esso.



SCALA DELL'UNIT
Nel mondo Archetipo
IOD
Un'essenza divina, fonte d'ogni virte potenza. Il suo nome s'esprime con una
sola e con la pisemplice lettera.


Nel mondo intellettuale
L'ANIMA DEL MONDO
Una intelligenza suprema, prima creatura, sorgente della vita.

Nel mondo celeste
IL SOLE
Un sovrano degli astri, sorgente di luce.

Nel mondo elementare
La pietra filosofale
Uno strumento di tutte le virtnaturali e soprannaturali.

Nel mondo minore
Il cuore
Un primo vivente e ultimo morente.

Nel mondo infernale
Lucifero
Un sovrano degli angeli della ribellione e delle tenebre.

FINE DELLA SCALA DELL'UNIT

CAPITOLO v
Del binario e della sua scala

Il duale, o binario, il primo numero, perchla prima quantito
moltitudine e non puessere misurato da altro numero che dall'unit che la
misura comune di tutti i numeri. Non composto di numeri, ma della Sola
unit nsi chiama composto, ma pipropriamente non composto. Il primo
numero incomposto il ternario, il binario il primo seme dell'unite la
prima sua creazione o produzione, per il che lo si chiama Genesi, Giunone, la
prova del primo Movimento, la prima forma della parit il numero della prima
uguaglianza, ciodell'estremite dell'intervallo peculiare della giustizia e
suo primo atto, perchsi compiace d'equilibrare due cose. Lo si chiama
altresil numero della scienza della memoria e della luce, i1 numero
dell'uomo che in altro modo anche detto il piccolo mondo, il numero della
salita e dell'amore scambievole, del connubio e della comunanza, come ha detto
il Signore: Essi saranno due in una stessa carne. E l'Ecclesiaste: Val meglio
essere due che uno, per godere i vantaggi della compagnia, perchse l'uno
inciampa possa sorreggersi all'altro. Sventura a colui che solo, perchse
cade non avralcuno per rialzarlo e se due son coricati insieme si
riscalderanno a vicenda, ma uno solo in che modo si scalder e se qualcuno
puprevalere contro uno solo, due gli resisteranno.

Il binario anche detto il numero dell'accoppiamento e del sesso, perch v'hanno due sessi, il maschile e il femminile e i piccioni fanno due uova, dal
primo del quale schiude un maschio e dal secondo una femmina. Lo si chiama
anche mediatore di possibilit partecipando del bene e del male, principio di
divisione di moltitudine e di distinzione e significa la materia. Talora vien
pure chiamato il numero della discordia e della confusione, del male e
dell'impurit Perciil Signore ordinche tutti gli animali immondi
entrassero nell'arca a due a due, perch come ho detto, il numero binario cattivo e impuro, sopratutto quando le cose da cui
si ricava alcun auspicio sono saturniane o marziane. Si dice anche che il
binario provochi incontri di spiriti, terrori di larve malefici di folletti a
coloro che viaggiano di notte. Pitagora, come riferisce Eusebio, diceva che
l'unito la divinite l'intelligenza buona e la dualitdemoniaca e
malvagia e formata da una moltitudine materiale. Percii pitagorici dicono
che il binario non un numero, ma una confusione d'unit E Plutarco dice che
i pitagorici chiamavano l'unitApollo, la dualitla lite e l'audacia, la
triade la giustizia, che la perfetta consumazione, quantunque in essa sieno
ancora racchiusi molti misteri. V'hanno due tavole della legge sul Sinai, due
cherubini che vegliano sul propiziatore in Mos due olivi che secernono
l'olio in Zaccaria, due nature nel Cristo, la divina e l'umana, dalle quali
proviene la duplice apparizione di Dio contemplata da Mos volto e dorso.
Cospure due Testamenti, due precetti di carit due principali dignit due
primi popoli, due sorta di spiriti, i buoni e i cattivi, due creature
intellettuali, l'angelo e l'anima, due grandi luminari, due solstizi, due
equinozi, due poli, due elementi produttori dell'anima vivente, la terra e
l'acqua.



SCALA DEL BINARIO

Nell'Archetipo
Iah, El
I nomi di Dio di due lettere.

Nel mondo intellettuale
L'angelo, l'anima
Le due sostanze intelligibili.

Nel mondo celeste
Il sole, la Luna
I due grandi luminari.

Nel mondo elementare
La Terra, l'Acqua
I due elementi produttori dell'anima vivente.

Nel mondo minore
Il Cuore, il Cervello
Le due principali sedi dell'anima.

Nel mondo infernale
Beemoth, Leviatan
I due capi dei demoni.
Il pianto, lo stridor dei denti
Le due pene di cui Cristo minaccia i dannati.

Fine scala del binario.





CAPITOLO VI

Del ternario e della sua scala

Il ternario il primo numero incomposto, il numero sacro, il numero di
perfezione, il numero pipossente, perchv'hanno tre persone in Dio, tre
virtteologali nella religione. Perciil ternario ricorre nelle cerimonie
divine e religiose, col ripetersi tre volte le preci e l'offerta. Cifa dire
Virgilio:

Numero Deus impare gaudet.

E i pitagorici se ne servivano nelle loro santificazioni e nelle loro
purificazioni, come ricorda Virgilio:

Idem ter socios para circumluit nuda.

E' anche il piefficace negli incantesimi, come dice
Ancora Virgilio:

Terna tibi haec primum triplici diversa colore
Licia circundo, terque haec altaria circum efficiem duco
犖犖犖犖犖犖犖.

Necte tribus nodis, ternos Amarylli colores,
necte Amarylli modo et Veneris, dic, vincula necte.

E leggiamo di Medea:

Verbaque ter dixit placidos facientia somnos,

quae mare turbatum, quae flumina concita sistunt.

In Plinio leggiamo che, per combattere ogni sorta di mali, gli antichi avevano
costume di sputare tre volte formulando qualche scongiuro.

Essendo il ternario, pel suo triplice accrescimento, perfetto in lunghezza
larghezza e profondit oltre le quali non vi sono altre dimensioni, viene
chiamato il primo numero cubico, non potendosi aggiungere nulla a un corpo a
tre dimensioni o a un numero cubico.
Perci nei suoi Discorsi sul Cielo, Aristotile lo definisce una legge,
secondo la quale sono disposte tutte le cose. Infatti, tanto le cose
spirituali che le corporali, sono composte di tre cose: principio mezzo e
fine.

Il mondo, dice Trismegisto, reso completo da tre cose: l'Elnarmene la
necessite l'ordine, vale a dire dalla congiunzione delle cause tra loro, che
molti chiamano destino, dalla realizzazione del feto e dalla sua giusta
distribuzione. Tutta l'estensione o la misura del tempo racchiusa nel
ternario, ossia nel passato nel presente e nell'avvenire. Ogni grandezza contenuta in tre dimensioni, linea superficie e corpo. Ogni corpo composto
di tre intervalli, lunghezza larghezza e spessore. L'armonia racchiude tre
cose fondamentali, diapason, emiolion, diatessaron. V'hanno tre sorta d'anime,
la vegetativa la sensitiva e l'intellettuale, ciascuna divisa in ragione
collera e cupidit Secondo il profeta Dio governa l'universo col numero col
peso e con la misura, e il ternario attribuito alle idee formali, come il
binario lo alla materia creante e l'unital Dio creatore. I magi
riconoscono tre principi universali: Oromasim, Mitrim, Araminim, vale a, dire:
Dio, il pensiero, lo spirito. Col ternario cubico o solido vengono divise le
tre enneadi delle cose prodotte, ossia le cose supercelesti in nove ordini
d'intelligenza, le celesti in nove orbi, le inferiori in nove specie che si
generano e si corrompono. Infine in questo cubo ternario stanno raccolte tutte
le ventisette proporzioni della musica, come a lungo ne dissertano Platone e
Proclo e il ternario nell'Armonia, con la diapente o quinto intervallo. Tra
le intelligenze v'hanno tre gerarchie di spiriti angelici, tre sono le potenze
delle creature intellettuali: memoria, intelletto e volont Vi sono tre
ordini di beati, i martiri i confessori e gli innocenti; tre quaternazioni dei
segni celesti, fisse mobili e comuni e tre specie di case, cardinali
succedenti e cadenti. Ciascun segno ha anche tre aspetti tre decani e tre
signori di ciascuna triplicit V'hanno infine tre fortune nei pianeti; tre
grazie fra le dee; tre Parche agl'Inferi, tre giudici, tre Furie, un triplice
Cerbero, una trigemina Ecate; tre volti di Diana; tre persone nella divinit supersustanziale; tre tempi, quello della natura, quello della legge, quello
della grazia; tre virtteologali, speranza, fede e carit E Giona rimasto
tre giorni nel ventre della balena e il Cristo altrettanti nel sepolcro.


SCALA DEL TERNARIO

Nel mondo archetipo
Padre
Sadai, Figlio
Spirito santo
Nome di Dio di tre lettere. Tre persone nella divinit


Nel mondo intellettuale
Suprema, Innocenti
Media, Martiri
Infima, Confessori
Tre gerarchie di Angeli. Tre gradi di beati.


Nel mondo celeste
Mobili, Cardinali, Diurno
Fissi, Succedenti, Notturno
Comuni, Cadenti, Partecipante
Tre quaterne dei segni. Tre quaterne delle case. Tre signori delle triplicit


Nel mondo elementare
Semplici
Composti
Decomposti
Tre gradi di elementi.


Nel mondo minore
La testa in cui risiede l'intelligenza, corrispondente al mondo intellettuale.
Il petto in cui il cuore, sede della vita, corrispondente al mondo celeste.
Il ventre, in cui la virtgenerativa e gli organi genitali, corrispondente
al mondo elementare.
Tre parti corrispondenti al triplice mondo.


Nel mondo infernale
Alecto, Minosse, Malfattori
Megera, Eaco, Apostati
Tesifone, Radamanto, Infedeli
Tre furie infernali. Tre giudici infernali. Tre gradi di dannati.


Fine della scala del ternario.


CAPITOLO VII

Del quaternario e della sua scala.

I Pitagorici chiamano tetractis il quaternario e ne proclamano l'eccellenza su
tutti gli altri numeri, perchesso il fondamento e la radice di tutti gli
altri numeri; quindi le basi, sia nelle cose artificiali che nelle naturali e
nelle divine, sono quadrate, come meglio noi faremo vedere nel seguito, e
perchesso significa la solidit che viene rappresentata dalla figura
quadrata. Il quaternario il primo quadrato piano, che composto di due
proporzioni, di cui la prima di uno a due e la seconda di due a quattro e
proviene da una duplice processione e proporzione, ossia d'uno a uno e da due
a due cominciando dall'unite terminando con la quaternit Tali proporzioni
sono differenti perchineguali in aritmetica ed eguali in geometria. Perci il quadrato attribuito a Dio Padre e comprende anche il mistero di tutta la
Trinit perchla semplice proporzione di uno a uno significa l'unitdella
sostanza del Padre, dal quale procede nel Figlio che gli eguale e la
proporzione di due a due indica lo Spirito Santo, Cosche il Figlio diventa
eguale al Padre mercla prima proporzione e lo Spirito Santo eguale al Padre
e al Figlio mercla seconda proporzione. Da ciil nome divino della Divina
TrinitTetragramnaton, ossia Iod, He, Vau, He, in cui l'aspirazione He
indica che lo Spirito procede dall'uno e dall'altro, perchla Sola He
raddoppiata termina ognuna delle due sillabe e tutto il nome, che si
pronuncia, come vogliono alcuni, Iova, donde derivato il Giove dei pagani,
che gli antichi dipingevano con quattro orecchie.

Il numero quattro dunque l'origine e il capo di tutta la divinit I
pitagorici lo chiamano fonte perenne della natura, perchla scala della
natura ha quattro gradini , essere, vivere, sentire, comprendere. In natura vi
sono quattro movimenti, l'ascendente, il discendente, il rettilineo, il
rotatorio; in cielo vi sono quattro cardini, ossia oriente, Occidente, il
mezzo del cielo e il profondo del Cielo; quattro
elementi sotto il cielo, fuoco, aria, acqua e terra; quattro terne in cielo e
quattro prime qualital disotto del cielo, il freddo, il caldo, il secco, e
l'umido, da cui derivano i quattro umori il sangue, la flegma, la collera e la
melanconia. L'anno si divide in quattro stagioni, primavera, estate, autunno e
inverno; l'aria in quattro venti, Euro, Zefiro, Austro e Borea; vi sono
quattro fiumi paradisiaci e quattro infernali. Inoltre il quaternario
s'incontra in tutte le scienze e anzitutto contraddistingue il progredire dei
numeri per quattro termini formando la diecina e stabilisce tutta la loro
differenza, contenendo in sil primo numero pari e il primo numero dispari.
La musica ha il diatessaron, il tetracordo e il diagramma di Pitagora, col
quale questo gran filosofo ha stabilito per primo le consonanze della musica e
che di questa scienza racchiude tutta l'armonia, perchla Seconda, la terza,
la quarta, la sesquialtera, il diapason, il disdiapason, il diapente, il
diatessaron e ogni consonanza sono raccolti entro i confini del numero
quaternario. Esso comprende anche in quattro termini tutta la matematica, cio punto, linea, piano e profondit raffigura tutta la natura in quattro
termini, sostanza, qualit quantite movimento; riempie tutta la fisica Con
la virtseminale, la pullulazione naturale, il crescere dell'adolescenza e la
composizione; compendia la metafisica in quattro termini, l'essere, l'essenza,
il potere e l'azione e la morale in quattro virt prudenza, giustizia, forza
e temperanza. Stabilisce altresla forza della giustizia, perchv'hanno
quattro sorta di leggi; quella della provvidenza che proviene da Dio; quella
del destino che proviene dall'anima del mondo; quella della natura, che
proviene dal cielo; quella della prudenza, che proviene dall'uomo. Inoltre
v'hanno quattro potenze giudicanti delle cose che esistono l'intendimento, la
disciplina, l'opinione e il senso. I pitagorici si servivano del quaternario
nei loro giuramenti, stimando che la religione e la buona fede potevano
riposare su di esso per eccellenza: Io lo giuro con animo sincero pel santo
quaternario, che la sorgente della natura eterna e il generatore dello
spirito.

V'hanno quattro evangeli, che la chiesa ha ricevuto dai quattro Evangelisti.
Gli ebrei ricevettero il nome di Dio scritto con quattro lettere e con quattro
lettere lo scrivono
gli Egiziani, gli Arabi, i Persiani, i Magi, i Maomettani, i Greci, gli
Etruschi, i Latini: Teut, Alla, Sire, Orfi, Agdi, Oeos, Esar, Deus . Percii
Ladecemoni raffiguravano il supremo Giove con quattro orecchie e nella
mitologia orfica Nettuno ha un carro tratto da quattro cavalli. V'hanno anche
quattro specie di furore divino, procedenti da quattro divinit ossia dalle
Muse, da Dionisio, da Apollo e da Venere. Ezechiello ha visto quattro animali
presso il fiume Chobar e quattro Cherubini in quattro ruote. In Daniele si
vedono quattro grandi animali venir fuori dal mare e quattro venti
combattersi. Nell'Apocalisse infine detto di quattro animali pieni d'occhi
che circondano il trono di Dio e di quattro angeli che hanno ricevuto il
potere di nuocere alla terra e al mare, i quali si tengono ai quattro confini
della terra, ritenendo quattro venti dal soffiare sulla terra e sul mare.



SCALA DEL QUATERNARIO

Nel mondo archetipo, da cui procede la legge della provvidenza.
Iehovah
Nome di Dio di 4 lettere.


Nel mondo intellettuale, da cui procede la legge della fatalit
Serafini, Cherubini, Troni
Dominazioni, potenze, virt Principati, arcangeli, angeli
Innocenti, martiri, confessori
Quattro terne, o gerarchie intelligibili.

Michel, Rafael, Gabriel, Uriel
Quattro angeli che presiedono ai cardini della terra.

Seraph, Cherub, Tharsis, Ariel
Quattro capi degli elementi.

Leone, aquila, uomo, vitello
Quattro animali di santit

Dan, Asser, Nephthalim
Giuda, Isachar, Zabulon
Manass Beniamino, Efraim
Ruben, Simeone, Gad
Quattro terne delle tribd'Israele.

Matteo, Pietro, Giacomo il maggiore
Simone, Bartolomeo, Matteo
Giovanni, Filippo, Giacomo il minore
Taddeo, Andrea, Tommaso
Quattro terne apostoliche.

Marco, Giovanni, Matteo, Luca
Quattro evangelisti.



Nel mondo celeste, da cui proviene la legge della natura.
Ariete, leone, sagittario
Gemelli, bilancia, acquario
Cancro, scorpione, pesci
Toro, vergine, capricorno
Quattro terne di segni.

Marte e il sole
Giove e venere
Saturno e mercurio
Stelle fisse e luna
Stelle e pianeti riferiti ai quattro elementi.

Luce, diafanit agilit solidit Quattro qualitdegli elementi celesti.


Nel mondo elementare, da cui procede la legge della generazione e corruzione.

Fuoco, aria, acqua, terra
Quattro elementi.

Caldo, umido, freddo, secco
Quattro qualit

Estate, primavera, inverno, autunno
Quattro stagioni.

Oriente, occidente, settentrione, mezzod Quattro cardini del mondo.

Animali, piante, metalli, pietre
Quattro generi di misti perfetti.

Camminanti, volanti, nuotanti, striscianti
Quattro gruppi di animali.

Semi, fiori, foglie, radici
Parti delle piante corrispondenti agli elementi.

Oro e ferro, rame e stagno, piombo e mercurio, argento
Metalli corrispondenti agli elementi.

Luccichio e balenio, leggerezza e trasparenza, chiarore e coesione, pesantezza
e opacit Parti delle pietre corrispondenti agli elementi.


Nel mondo minore, l'uomo, da cui procede la legge della prudenza.
Mente, spirito, anima, corpo
Quattro elementi umani.

Intelletto, ragione, fantasia, senso
Quattro potenze dell'anima.

Fede, scienza, opinione, esperienza
Quattro potenze per giudicare.

Giustizia, temperanza, prudenza, fortezza
Quattro virtmorali.

Vista, udito, gusto e odorato, tatto
Sensi corrispondenti agli elementi.

Spirito, carne, umori, ossa
Quattro elementi del corpo umano.

Animale, vitale, generativo, naturale
Quadruplice spirito.

Collera, sangue, pituita, melanconia
Quattro umori.

Impetuosit gaiezza, pigrizia, lentezza
Quattro specie di complessioni.


Nel mondo infernale, da cui procede la legge dell'ira e della punizione.
Samael, Azazel, Azael, Mahazael
Quattro principi dei demoni nocivi negli elementi.

Flegetonte, Cocito, Stige, Acheronte
Quattro fiumi infernali.

Oriens, Paymon, Egyn, Amayman
Quattro signori dei demoni ai quattro angoli del mondo.



Fine della scala del quaternario.






CAPITOLO VIII

Del quinario e della Sua scala

Il numero cinque non ha scarsa efficacia, essendo composto dal primo numero
pari e dal primo dispari, come dal maschio e dalla femmina, questa
rappresentata dal numero pari, quello dal numero dispari, chiamati
rispettivamente dai matematici padre e madre. Pertanto il quinario, generato
dalla loro mescolanza, non di piccola perfezione e virt e inoltre l'esatta metdel numero universale, vale a dire del dieci. Perch operando dalle due parti del quinario e dividendo la diecina, sia prendendo da
una parte nove e dall'altra uno, o otto e due, o sette e tre, o sei e quattro,
ciascuna coppia forma la diecina e il quinario rappresenta pur sempre la sua
giusta met Percichiamato dai pitagorici il numero del connubio e della
giustizia, dividendo perfettamente in due la diecina.

Nell'uomo vi sono cinque sensi: vista, udito, gusto, odorato e tatto; cinque
potenze nell'anima, la Vegetativa, la sensitiva, la concupiscibile,
l'irascibile e la razionale; cinque dita nella mano; cinque pianeti erranti
fra i corpi celesti, secondo i quali v'hanno cinque termini in ciascun segno;
cinque specie di cose miste fra gli elementi, le pietre, i metalli, le piante,
i zoofiti e gli animali; cinque specie di animali, ciogli uomini, i
quadrupedi, i rettili, i pesci e gli uccelli. Dio compone tutto con cinque
cose: l'essenza, la somiglianza, la diversit il senso, il movimento. La
rondine genera sempre cinque piccoli, che nutrisce con molta equita
cominciare dal primo nato e cosvia per gli altri in ordine progressivo di
nascita. Il quinario ha anche molta efficacia nelle cerimonie, perchnei
sacrifizi scaccia gli spiriti maligni e nelle cose naturali guarisce e
preserva dai veleni. Lo si chiama il numero della felicite della grazia ed il Sigillo dello Spirito Santo, il legame che tutto unisce e il numero della
croce, essendo contraddistinto dalle cinque piaghe principali del Cristo. I
filosofi pagani l'hanno consacrato e dedicato a Mercurio, essendo tanto
superiore al quaternario, quanto un corpo animato lo a uno inanimato. Per
questo numero Nos'ebbe il favore divino e fu preservato dal diluvio; per la
sua virtAbramo, gicentenario, potavere da Sara, anch'essa novantenne e
sterile, un figliuolo da cui doveva discendere un gran popolo. Percinel
tempo della grazia il nome della divinitonnipotente viene invocato con
Cinque lettere. Perchnel tempo della natura s'invocava il nome di Dio col
trigramma Sadai.


Nel tempo della legge il nome ineffabile di Dio era scomposto in quattro
lettere.

Che gli ebrei esprimevano con la voce Adonai.

Nel tempo della grazia il nome di Dio il pentagramma ineffabile Ihsve.

che, per un mistero non meno grande, s'invoca anche con tre lettere.



SCALA DEL QUINARIO:
Nel mondo archetipo
Elion, Elohim
Nomi di dio di 5 lettere
Ihesuh
Nome di cristo di 5 lettere


Nel mondo intellettuale
Spiriti della 1a gerarchia chiamati dei o figli di dei, Spiriti della 2a
gerarghia detti intelligenze, Spiriti della 3a gerarchia detti angeli che sono
inviati, Anime dei corpi celesti, Eroi o anime beate
Cinque sostanze intelligibili.


Nel mondo celeste
Saturno, giove, marte, venere, mercurio
Cinque stelle erratiche dominatrici dei confini.


Nel mondo elementare
Acqua, aria, fuoco, terra, miscuglio
Cinque specie di cose corruttibili.

Animale, pianta, metallo, pietra, zoofito
Cinque specie di cose miste.


Nel mondo minore
Gusto, udito, vista, tatto, odorato
Cinque sensi.


Nel mondo infernale
Amarezza mortificazione, gemiti spaventosi, tenebre orribili, ardore che non
mai s'estingue, fetore penetrante
Cinque tormenti corporali.


Fine della scala del quinario




CAPITOLO IX

Del senario e della sua scala.

Il numero sei numero di perfezione, perchperfettissimo nella sua natura e
nel collegamento dei numeri dall'unitalla diecina. Esso il solo perfetto
in s' poichrisulta dalla riunione delle sue parti e non ha bisogno d'alcun
aiuto e non ha niente di superfluo, perchscindendolo nelle sue parti, cio la mete il terzo e il sesto, rispettivamente tre due e uno, esse riempiono
perfettamente tutto il senario, perfezione che non possiedono gli altri
numeri.

Percisecondo i pitagorici era atto per la nascita e pel matrimonio e lo si
chiama il suggello del mondo, che stato fatto col numero sei, senza aver
nulla di superfluo e possedendo tutto il necessario. Il mondo stato compito
e reso perfetto nel sesto giorno e in tal giorno Dio riguardl'opera sua e la
trovcompletamente finita. Lo si chiama anche il numero dell'uomo, perch l'uomo fu creato nel sesto giorno, nonchil numero della redenzione, avendo
Cristo offerto assai per noi nel sesto giorno e perciil senario ha grandi
affinitcon la croce. E lo si chiama il numero del lavoro e della dipendenza
e la legge ebraica ordinava di lavorare durante sei giorni, di raccogliere la
manna per sei giorni, di seminare la terra e di servire il padrone durante sei
anni. La gloria del Signore rimase oscurata da una nube sul Sinai durante sei
giorni. I cherubini hanno sei ali; nel firmamento v'hanno sei cerchi,
l'artico, l'antartico, i due tropici, l'equinozio e l'eclittica; vi sono sei
pianeti erranti, Saturno, Giove, Marte, Venere, Mercurio e la luna, che
percorrono la fascia zodiacale di qua e di ldell'eclittica. Negli elementi
si riscontrano sei qualitsostantifiche, l'acuit la rarite il movimento,
e i loro contrari, l'ottusit la densite il riposo. Vi sono sei differenti
positure, cioin alto, in basso, davanti, di dietro, a destra, a sinistra. La
natura ha sei cose, senza le quali nulla potrebbe esistere, ossia la
grandezza, il colore, l'aspetto, l'intervallo, lo stato, il movimento. La
figura solida del quadrato ha anche sei facce. L'armonia ha sei toni, ossia
cinque toni e due semitoni che formano un tono che il sesto.




SCALA DEL SENARIO:

NELL'ARCHETIPO
Nome di dio di sei lettere

Nel mondo intelligibile
Serafini, cherubini, troni, dominazione, potenze, virt Gli ordini di angeli che non sono inviati nelle cose inferiori.

Nel mondo celeste
Saturno, giove, marte, venere, mercurio, la luna
Sei pianeti rifuggenti dall'eclittica per la latitudine zodiacale.

Nel mondo elementare
Riposo, scarsezza, acuit ottusit densit movimento
Sei qualitsostanziali degli elementi.

Nel mondo minore
Intelletto, memoria,senso, movimento, vita, essenza
Sei gradi dell'uomo.

Nel mondo infernale
Acteus, Megalesius, Ormenus, Lycus, Nicon, Mimon
Sei demoni artefici di ogni calamit


Fine della scala del senario.





CAPITOLO X

Del settenario e della sua scala


Il settenario numero di potenza varia e molteplice, essendo composto d'uno e
di sei, o di due e cinque, o di tre e quattro e avendo l'unitche l'allaccia
a un doppio ternario; onde, se consideriamo le singole sue membra e la loro
compagine, possiamo dire senza dubbio alcuno che esso pieno di ogni maest,
tanto per la colleganza con le sue parti quanto per la sua pienezza.
I pitagorici lo chiamano il veicolo della vita umana, perch essendo composto
di tre e di quattro, congiunge l'anima al corpo. Infatti il corpo, che Composto dei quattro elementi, ha quattro qualite il ternario incatena
l'anima con la sua triplice forza, la razionale l'irascibile e la
concupiscibile. La virtdi questo numero interviene altresnella generazione
dell'uomo e serve a comporlo, a farlo concepire, a formarlo a partorirlo, a
nutrirlo e a farlo vivere. Perchdapprima, quando la semenza genitale ricevuta dalla matrice, se vi permane senza effusione per Sette ore, la
concezione sicura; e durante i primi sette giorni si coagula e diventa atta
ad assumere aspetto umano; e infine produce bimbi formati che si chiamano
settimini, vale a dire nati a sette mesi. Dopo la nascita, le settima ora
decide dell'esistenza del fanciullo: dopo sette giorni esso perde il residuo
del suo cordone ombelicale; dopo due volte sette giorni, l'occhio suo comincia
ad essere impressionato dalla luce; nel terzo settenario volge liberamente lo
sguardo e il viso; i denti gl'incominciano a spuntare a sette mesi; nel
secondo settenario di mesi cammina senza temere di cadere; dopo il terzo
settenario comincia a parlare; dopo il quarto si tien fermo in piedi; dopo il
quinto rifiuta il latte di chi lo nutrisce. A sette anni gli cadono i primi
denti e gliene spuntano altri nuovi, piadatti per una nutrizione pisolida
e comincia a parlare speditamente. Dopo il secondo settenario di anni, il
fanciullo entra nella pubert e diventa capace di generare a sua volta. Nel
terzo
settenario di anni l'uomo diventa grande, barbuto e peloso; esco cresce e
s'arrobustisce sino al quarto settenario. Nel quinto settenario finisce di
crescere e d'arrobustire e sino al sesto conserva intatte le sue forze. Nel
settimo settenario diventa prudente e assennato e quando perviene al decimo
settenario, giunge al termine normale della vita, come dice il Profeta: I
giorni della nostra esistenza sono contenuti in settanta anni.

La pialta statura dell'uomo di sette piedi. Il corpo formato di sette
cose, dall'interno alla superficie, ciodi midollo, osso, nervo, vena,
arteria, carne e pelle. V'hanno sette membra che i Greci chiamano nere, la
lingua, il cuore, il fegato, il polmone, la milza e i due reni. Il corpo ha
sette parti principali, la testa, il petto, le mani, i piedi e le parti
pudende. Circa la respirazione e il nutrimento certo che quando si rimasti
sette ore senza respirare, non si pupiessere viventi e che si muore
restando sette giorni senza mangiare. Le vene e le arterie, come dicono i
medici, pulsano pel numero settenario. Molte malattie si delineano nel settimo
giorno, chiamato dai medici giorno critico.

Ugualmente Dio ha creato l'anima di sette parti, come ne dtestimonianza il
divino Platone nel suo Timeo e l'anima riceve il suo corpo pel settenario. La
differenza dei suoni procede, sino al settimo grado, dopo il quale si rinnova
una medesima progressione. La voce ha sette modulazioni, il ditono, il
semiditono, il diatessaron, il diapente d'un tono, il diapente di semitono e
il diapason. In cielo vi sono quattro poli diametralmente opposti e il pi possente ed efficace quello composto dal settenario, perchfatto dal
settimo segno, e traccia una croce, che l'immagine pipossente, di cui
meglio parleremo in seguito. Il giorno pilungo differente dal piCorto
per lo stesso numero e lo stesso dicasi dell'equinozio d'inverno e di quello
estivo, perchtutto ciprodotto dai sette segni. Inoltre lungo l'asse
terrestre son tracciati sette cerchi; i carri celesti della grande e della
piccola Orsa intorno al Polo Artico hanno sette stelle; vi sono sette Pleiadi
e sette pianeti, che formano i sette giorni della settimana. Anche la Luna,
che il settimo dei pianeti e il pivicino a noi segue sopra ogni altro tal
numero, che governa il suo movimento e la sua luce, perchin ventotto giorni
compie
l'intero giro dello zodiaco ossia in quattro settenali di giorni. E questo
stesso numero si ottiene dai termini del settenario, aggiungendo agli
antecedenti quanto espresso dai singoli numeri da uno sino a sette; sono i
quattro settenari di giorni durante i quali la luna percorre tutta la
longitudine e la latitudine dello Zodiaco. Durante tale periodo avvengono
altresle sue variazioni di luce, perchnel primo settenario cresce sino
alla metdella sua grandezza, nel secondo settenario riempie tutto l'orbe di
luce, nel terzo decresce e si riduce di nuovo all'orbe diviso e dopo il quarto
settenario si rinnova con l'ultima diminuzione della sua luce. Sempre in virt del settenario, causa poi le alte e le basse maree, perchdurante il primo
settenario della luna, o primo quarto, la marea diminuisce poco a poco; nel
secondo settenario cresce invece progressivamente; il terzo settenario simile al primo e il quarto produce gli stessi effetti del secondo. Il
Settenario conviene anche a Saturno, che il settimo pianeta contando
dall'ultimo, che significa il riposo, a cui si attribuisce il settimo giorno,
il quale significa il settimo millenario, in cui, secondo Giovanni, dopo
l'incatenamento del drago o del diavolo suscitatore del male, i mortali
riposeranno finalmente e condurranno vita tranquilla.

I pitagorici chiamano il settenario il numero della verginit essendo il
primo che non generato e che non genera. Infatti non puessere diviso in
due parti eguali, cosche non generato da alcun numero ripetuto e non
genera nemmeno, perch se lo si raddoppia, non puprodurre un numero che
Resti entro i limiti della diecina, che il primo termine accertato dei
numeri. Perciil settenario stato consacrato a Pallade. In religione anche assai venerato, perchchiamato il numero del giuramento e gli Ebrei
dicono che giurare settenare, ossia prestare giuramento per sette. Perci Abramo, nel contrarre alleanza Con Abimelech, prese a testimone sette pecore.
E vien chiamato il numero della beatitudine e del riposo, donde deriva:

O terque quaterque Beati,

vale a dire felici nell'anima e nel corpo.



Il creatore concepl'opera sua nel settimo giorno e si ripos perciMos chiama Sabbath tale giorno, ovvero il giorno del riposo e perciCristo ripos nel SUO Sepolcro al settimo giorno. Come abbiamo gidetto, il numero sette ha
gran rapporto con la croce e col Cristo, perchogni nostra beatitudine, tutta
la nostra pace, tutta la nostra letizia sono in Cristo. Inoltre adattissimo
a purificare il che fa dire ad Apuleio: per purificarmi, io discendo di buon
mattino verso il mare e immergo sette volte il capo nei flutti. E nella legge
si spruzzava sette volte il lebbroso del sangue d'un passero e il profeta
Eliseo, come Scritto nel quarto libro dei Re, disse a un lebbroso: Va,
lavati sette volte nel Giordano e la tua carne sarmonda. E piavanti: Egli
si lavsette volte nel Giordano e fu sanato.

E' anche il numero di penitenza e di remissione. Perciera stabilita la
penitenza di sette anni per ogni peccato e nel Levitico si vede che ogni sette
anni si dava l'assoluzione, che diveniva generale dopo quattro settenari.
Cristo ha riassunto in sette domande l'orazione della nostra espiazione. E lo
si chiama il numero della libert perchgli schiavi ebrei venivano
affrancati dopo il settimo anno di cattivit E' anche adattissimo a lodare
Iddio e perciil Profeta ha detto: Io ho lodato la tua giustizia sette volte
al giorno. Lo si chiana altresil numero della vendetta, come dice la
Scrittura: Il delitto di Caino sarvendicato sette volte. E il Salmista dice:
Rendete il settuplo ai nostri vicini. Da esso Salomone ha preso le sette
malizie e l'Evangelo i sette spiriti maligni. Significa anche il tempo del
circolo presente, che si percorre in sette giorni. E' consacrato allo Spirito
Santo, che il profeta; Isaia descrive settemplice pei suoi doni, ciolo
spirito della saggezza e dell'intendimento, lo spirito del consiglio e della
fortezza, lo Spirito della scienza e della piet lo spirito del timore di
Dio, che Zaccaria chiama i sette occhi di Dio. Vi sono sette angeli o Spiriti
che permangono al cospetto di Dio, come si legge in Tobia. E nell'Apocalisse
vi sono sette lampade accese avanti al trono di Dio e sette candelabri d'oro,
in mezzo ai quali un'immagine simile al figlio dell'uomo, che tiene nella
destra sette stelle. E davanti al trono di Dio erano sette spiriti e sette
angeli muniti di sette trombe e v'ha un agnello con sette corna e
sette occhi e vide un libro sigillato con sette sigilli e quando il settimo di
essi fu tolto un gran silenzio regnnel cielo. Il settenario ha inoltre molta
simiglianza col duodenario, perchcome tre e quattro fanno sette, tre volte
quattro fanno dodici; che sono i numeri dei pianeti celesti e dei segni che
provengono dalla medesima radice e che pel ternario partecipano della divinit e pel quaternario della natura delle core inferiori.

Il settenario soprattutto tenuto in considerazione dalle Sante Scritture pei
suoi grandi e differenti misteri, dai quali appare chiaramente che esso
significa la piccolezza dei misteri divini. Nella Genesi noi vediamo un
settimo giorno nel quale Dio si ripos un settimo uomo santo e pio dopo
Adamo, Enoch, e un altro settimo Uomo malvagio dopo Adamo, Lamech, che fu
bigamo; e vediamo che la colpa di Caino viene riscattata nella settima
generazione, essendo scritto: Caino sarpunito sette volte e la sua morte
sarsette volte vendicata. Donde si puargomentare che Caino abbia peccato
sette volte. Gli animali puri entrarono a sette a Sette nell'arca di No insieme ai Volatili; sette giorni dopo il Signore aprle cateratte del cielo
e le acque coprirono la terra. Abramo donsette agnelli ad Abimelech e
Giacobbe servsette anni per Lia e sette anni per Rachele. Il popolo
d'Israele pianse sette giorni la morte di Giacobbe. Nell'esodo il settimo
giorno proclamato il Sabbath e consolato al Signore come giorno di riposo.
Mossmise di pregare al settimo giorno. Il settimo giorno sarla Solennit del Signore; lo schiavo sarliberato nel settimo anno; per sette giorni il
bove e la pecora Stiano con la madre loro e nel settimo anno si lascer riposare per sei anni la terra lavorata; il Sabbath e il riposo costituiranno
il settimo giorno, che sarchiamato santo. Nel Levitico il settimo giorno
saril picelebrato e il pisacro e il primo giorno del settimo mese sar un Sabbath memoria; per sette giorni si offriranno olocausti al Signore, per
sette giorni si celebreranno le ferie del Signore; nel settimo mese si
celebreranno grandi feste e si alberghersotto attendamenti per sette giorni;
colui che avrtuffato le dita nel sangue
si laversette volte davanti al Signore; un Uomo guarito dalla lebbra
immergersette volte il dito nel sangue d'un
passerotto; colui che soffrirdi qualche flusso sanguigno, si laversette
volte nel sangue d'un vitello e sette volte in acqua corrente; pel vostro
peccato sarete percossi sette volte. Nel Deuteronomio sette popoli possedevano
la terra promessa; v'ha un settimo anno per la remissione dei peccati; v'hanno
sette candelabri accesi verso mezzod Nei Numeri si legge che i figli
d'Israele hanno offerto sette pecore inviolate, hanno mangiato il pane azzimo
durante sette giorni e hanno espiato i loro peccati con sette agnelli e un
becco; ed il settimo giorno era celeberrimo e il giorno del settimo mese
venerabile e santo e il settimo mese della scenopegia; si offrivano sette
vitelli nel settimo giorno; Balaam aveva, rizzato sette altari; Maria la
lebbrosa, sorella d'Aaron, abbandona il campo per sette giorni; colui che avr toccato un cadavere, resterimmondo durante sette giorni.

In Giosusette sacerdoti portavano l'arca della alleanza innanzi a Gerico e
durante sette giorni compivano il giro della citte sette sacerdoti eran
muniti di trombe e nel settimo giorno vi dettero fiato. Nel libro dei Giudici
Abessa regnsette anni in Israel; Sansone celebrle nozze sue durante Sette
giorni e nel settimo sottopone Un enigma alla moglie; egli fu legato con sette
corde e con sette trecce dei suoi capelli; il re Madias oppresse per sette
anni i figli di Israel. Nel libro dei Re, Elia annunzisette volte la
comparsa d'una nube, che apparve alla settima volta; per sette giorni i figli
d'Israel affilarono le armi e nel settimo fu ingaggiata la battaglia; David
minacciuna carestia di sette anni pel peccato di mormorazione del popolo; il
fanciullo resuscitato da Eliseo sbadiglisette volte; sette uomini furono
crocifissi assieme durante i giorni della prima mietitura; Eliseo guarNaaman
lavandolo sette volte; Golia fu ucciso nel settimo mese. Nei Paralipomeni si
legge che le fondamenta furono condotte a termine nel settimo mese. In Ester
troviamo che il re di Persia aveva sette eunuchi; in Tobia sette uomini furono
sposati a Sara, figlia di Raguele; in Daniele la fornace di Nabuccodonosor fu
accesa sette volte e nella fossa v'erano sette leoni e Nabuccodonosor giunse
nel settimo giorno. Nel libro di Giobbe apprendiamo che egli aveva sette
figli, che gli amici suoi sedettero a terra presso di lui per sette giorni e
sette notti
ed detto nello stesso libro: nulla di male potraccadervi nel Settimo
giorno. Nell'Esdra sono indicate le sette settimane d'anni e i sette
consiglieri d'Artaserse ed detto che si suonava la tromba ogni sette mesi;
il settimo mese era dedicato alla scenopegia, quando i figli d'Israele erano
nelle citt Esdra, lesse la legge al popolo nel primo giorno del settimo
mese. Nei Salmi David loda il Signore sette volte al giorno; il danaro provato in sette modi; Dio rende il settuplo agli amici e ai nemici. Salomone
dice che ha appreso la Saggezza da sette colonne e che vi erano sette saggi
che profferivano sentenze, sette cose aborrite da Dio, sette malizie nel cuore
d'un nemico, sette ispettori, sette occhi cattivi. Isaia numera sette doni
dello Spirito Sunto e sette donne che non avevano che un uomo. In Geremia si
trovano sette concupiscenze della mente della donna e una madre che dopo aver
partorito sette figli perdla vista. In Ezechiello il profeta si lamentato
per sette giorni; in Zaccaria si legge di sette lampade e di sette infusori
sopra la testa di un candelabro, di sette occhi che frugano tutta la terra, di
sette occhi su una pietra, e il digiuno del settimo giorno si termina in
allegrezza. In Michea sette pastori sono comparsi fra gli
Assiri.

Negli Evangeli si trovano sette beatitudini, sette virta cui sono opposti
sette vizi, sette domande nell'orazione domenicale, sette parole del Cristo
sulla croce, sette parole della santa vergine Maria, sette pani distribuiti
dal Signore, sette panieri pieni d'avanzi, sette fratelli con un'unica moglie,
sette pescatori discepoli del Cristo, sette vasi a Cana in Galilea, sette
collere di cui il Signore minaccia gli ipocriti, sette demoni usciti dal corpo
d'una peccatrice. Il Cristo ha dimorato sette anni fuggiasco in Egitto e la
febbre ha lasciato il figlio del regulo nella settima ora. Giacomo nelle sue
Epistole Canoniche descrive sette gradi di saggezza e Pietro sette gradi di
virt Negli Atti si annoverano sette diaconi e sette discepoli eletti dagli
apostoli. Nell'Apocalisse si trovano molti misteri simili; sette candelabri,
sette stelle, sette corone, sette chiese, sette angeli avanti al trono, sette
fiumi in Egitto, sette sigilli, sette segnacoli, sette corna. Sette occhi,
sette spiriti di Dio, sette angeli con sette trombe, sette corna di drago,
sette teste di drago coronate
da sette diademi, sette piaghe, sette fiale tenute da uno dei sette angeli,
sette teste della bestia rossa sette montagne con sopra sette re, sette
folgori che scrosciavano.

Il numero sette ha molta efficacia non solo nelle cerimonie e nelle cose
sacre, ma anche nelle cose naturali. Citiamo i sette giorni, i sette pianeti,
le sette Pleiadi, le sette etdel mondo, i sette cangiamenti dell'uomo, le
sette arti liberali, le sette arti meccaniche e le sette arti proibite, i
sette colori, i sette metalli, i setti fori nella testa umana, le sette paia
di nervi, i sette colli di Roma, i suoi sette re, le sette guerre civili, i
sette saggi contemporanei del profeta Geremia e i sette saggi della Grecia.
Cospure Roma brucidurante sette giorni al tempo di Nerone, diecimila
martiri furono fatti morire sotto sette re, vi sono stati sette dormenti, Roma
ha sette chiese principali, Gregorio ha fondato altrettanti conventi, santa
Felicita ha avuto sette figli, l'Impero ha sette Elettori e sette sono gli
atti solenni nella incoronazione dell'Imperatore, occorrono sette testimoni
per convalidare un testamento, v'hanno sette pene civili e sette pene e sette
ore canoniche, il sacerdote si genuflette sette volte durante la messa, vi
sono sette sacramenti e sette ordini di chierici, a sette anni si possono
ricevere gli ordini Minori e ottenere un benefizio sine cura, v'hanno sette
salmi penitenziali e sette comandamenti della seconda tavola, Adamo ed Eva
sono rimasti sette ore nel Paradiso, gli angeli hanno predetto la nascita di
sette uomini: Ismaele, Isacco, Sansone, Geremia, Giovanni Battista, Giacomo
fratello del Cristo e Cristo.

Per concludere, questo numero ha grandissima efficacia cosnel bene che nel
male e l'antichissimo poeta Lino cosl'ha cantato:

Soptima cum venit lux, cuntra absolvere coepit

omnipotens pater, atque bonis est septima et ipsa.

Est etiam rerum cunctarum septima origo,

septima prima eadem, perfecta et septima septem;

unde etiam coelum stellis errantibus altum

volvitur et circlis totidem circum undique fertur.



SCALA DEL SETTENARIO


Nell'Archetipo
Ararita, Asser Eheie
Nomi di dio di sette lettere

Nel mondo intelligibile
Zaphkiel, Zadkiel, Camael, Raphael, Haniel, Michael, Gabriel.
Sette angeli che stanno al cospetto del Signore.

Nel mondo celeste
Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio, La Luna
Sette pianeti


Nel mondo elementare
Upupa, Aquila, Avvoltoio, oca, colomba, cicogna, gufo
Sette uccelli planetari
Seppia, Delfino, luccio, foca, thimalo, muggine, aclurus
Sette pesci planetari
Talpa, cervo, lupo, leone, becco, scimmia, gatto
Sette animali planetari
Piombo stagno ferro oro rame mercurio argento
Sette metalli planetari
Onice zaffiro diamante carbonchio smeraldo agata quarzo
Sette pietre planetarie


Nel mondo minore
Il piede destro, La testa, la mano destra, il cuore, i genitali, la mano
sinistra, il piede sinistro
Sette membri distribuiti ai pianeti
L'orecchio destro, L'orecchio sinistro, La narice destra, l'occhio destro, la
narice sinistra, la bocca, l'occhio sinistro
Sette fori del capo distribuiti ai pianeti

Nel mondo infernale
Gehenna, porte della morte, ombra di morte, pozzo dell'abisso, escremento,
perdizione, fossa
Sette abitazioni infernali descritte dal rabbino Giuseppe di Castiglia nel
giardino di noce.


Fine della scale del settenario



CAPITOLO XI.

Dell'ottonario e della sua scala.

I pitagorici chiamano il numero otto numero di giustizia e di pienezza,
anzitutto perchil primo che sia divisibile in due numeri egualmente pari,
ossia in quattro; questa stessa divisione formata da una stessa razione
doppiamente duplice, ossia con due volte una doppia duplicite per questa
eguaglianza nella divisione, aumentper esso il nome di giustizia; l'altro
nome, cioquello della plenitudine, lo ricevette pel contesto della solidit
perchil primo che componga un corpo solido. PerciOrfeo istituil
giuramento per otto divinit come volesse supplicare la divina giustizia,
ciopel fuoco, per l'acqua, per la terra, pel cielo, per la luna, pel sole,
pel giorno e per la notte. Nel cielo non vi sono che otto sfere visibili e ci ci dimostra la propriet della natura corporale che Orfeo ha compreso nell'ottonario degli inni marini.
E' stato anche chiamato il numero dell'alleanza e della circoncisione, che gli
Ebrei avevano disposto fosse compita nell'ottavo giorno. Nell'antica legge
erano stabiliti otto paramenti sacerdotali, i seminali, la tunica, la cintura,
la tiara, la stola talare, il superomerale, il razionale, l'omerale, la lamina
d'oro. L'ottonario conviene anche all'eternite alla fine del mondo, perch segue il settenario che il simbolo del tempo e percilo si chiama anche il
numero della beatitudine, perchil Cristo, in Matteo, c'insegna che v'hanno
altrettanti gradi di beatitudine. Lo si chiama anche il numero della salvezza
e della conservazione, perchaltrettanti uomini furono scampati dal diluvio
nell'arca di No Anche Iesse ebbe otto figli, di cui David fu l'ottavo.
Zaccaria, Padre di Giovanni, parlava l'ottavo giorno. Questo numero fu
consacrato a Dionisio, che nacque a otto mesi e l'isola di Naxos, che gli dedicata, ha ottenuto la prerogativa che le sue abitatrici possano sgravarsi
felicemente nell'ottavo mese e generare fanciulli vitali, mentre per solito,
ovunque, i bimbi nati di otto mesi muoiono e mettono in pericolo l'esistenza
materna.




SCALA DELL'OTTONARIO


Nell'archetipo
Eloha Vedaath, Tetragrammaton Vedaath
Nomi di dio di otto lettere.

Nel mondo intelligibile
Retaggio, incorruzione, potenza, vittoria, visione di dio, grazia, regno,
gaudio
Otto ricompense dei beati.

Nel mondo celeste
Il cielo delle stelle, il cielo di saturno, il cielo di marte, il cielo del
sole, il cielo di venere, il cielo di mercurio, il cielo della luna
Otto cieli visibili.

Nel mondo elementare
Secchezza della terra, freddezza dell'acqua, umiditdell'aria, calore del
fuoco, calore dell'aria, umiditdell'acqua, secchezza del fuoco, freddezza
della terra
Otto qualitspeciali.


Nel mondo minore
Pacifici, affamati e assetati, miti, perseguitati, puri di cuore,
misericordiosi, poveri in spirito, gementi
Otto generi di beati.

Nel mondo infernale
Prigione, morte, giudizio, ira divina, tenebre, indignazione, tribolazione,
angoscia
Otto retribuzioni dei dannati.


Fine della scala dell'ottonario.









CAPITOLO XII.

Del nonio e della sua scala.

Il numero nove consacrato alle Muse per regolare l'ordine delle sfere
celesti e degli spiriti divini. Vi sono percinove sfere mobili e
conseguentemente nove Muse, Calliope, Urania,, Polimnia, Tersicore, Clio,
Melpomene, Erate, Euterpe e Talia. La prima di esse rappresenta la sfera pi elevata, che vien chiamata il primo mobile e cosvia, scendendo per gradi
nell'ordine indicato, sino all'ultima, che rappresenta la sfera della luna,
Urania ha relazione col cielo stellato, Polimnia con Saturno, Tersicore con
Giove, Clio con Marte, Melpomene col Sole, Erato con Venere, Euterpe con
Mercurio e Talia con la Luna.

V'hanno anche nove ordini di angeli felici, cioi Serafini, i Cherubini, i
Troni, le Dominazioni, le Virt le Potenze, i Principati, gli Arcangeli e gli
Angeli, che Ezechiello raffigura con nove pietre, che sono lo zaffiro, lo
smeraldo, il carbonchio, il berillo, l'onice, il crisolito, il diaspro, il
topazio e la sardonica.

Nel nove racchiuso anche il gran mistero della croce, perchnostro Signore
Gescristo esallo spirito a nove ore. Gli antichi compievano i funerali in
nove giorni. Si dice, che Minosse abbia ricevuto le sue leggi da Giove in una
caverna in nove anni e perciOmero ha osservato tal numero nel parlare di
leggi da stabilire, di risposte da rendere, o di future rovine. Gli astrologhi
osservano con Cura nelle ete nella vita dell'uomo gli anni che ricorrono di
nove in nove, detti enneatici, nello stesso modo dei settenari, che chiamano
climaterici, solendo essi apportare importanti cangiamenti.

Tuttavia, il novenario ha talora alcunchdi imperfetto e d'incompleto, non
avendo la perfezione della diecina per mancanza d'una sola unit come esplica
Agostino circa i dieci lebbrosi della Santa Scrittura. Nl'altezza di nove
cubiti di Basan, re d'Og, che l'emblema del diavolo, senza mistero.

SCALA DEL NOVENARIO

Nell'archetipo
Tetragrammaton Sabaoth, tetragrammaton Zidkenu, Elohim Gibor
Nomi di dio di nove lettere

Nel mondo intelligibile
Serafini, cherubini, troni, dominazioni, potenze, virt principati,
arcangeli, angeli
Nove cori d'angeli.
Metattrom, Ophaniel, Zaphkiel, Zadkiel, camael, Rafael, Haniel, Michael,
Gabriel
Nove angeli che presiedono i cieli.

Nel mondo celeste
Primo mobile, cielo stellato, sfera di saturno, sfera di giove, sfera di
marte, sfera del sole, sfera di venere, sfera di mercurio, sfera della luna
Nove sfere mobili.

Nel mondo elementare
Zaffiro, smeraldo, carbonchio, berillo, onice, crisolito, diaspro, topazio,
sardonica
Nove pietre rappresentanti i 9 cori angelici.

Nel mondo minore
Memoria, pensiero, immaginativa, senso comune, udito, vista, odorato, gusto,
tatto
Nove sensi, cosinterni che esterni.

Nel mondo infernale
Falsi numi, spiriti di menzogna, vasi di iniquit vendicatori dei delitti,
stregoni, potenze dell'aria, furie seminatrici di mali, accusatori esecutori,
tentatori o spioni
Nove ordini di spiriti maligni.




Fine della scala del novenario.











CAPITOLO XIII.

Della decade e della sua scala.

La decade chiamata il numero universale e il numero completo, che denota il
completo curricolo della vita, perchdopo di esso non si conta piche per
ripetizione ed implica in se tutti i numeri o li esplica per moltiplica.
Percitenuto come dotato di molteplice potenzia e religione ed adatto
alla purificazione delle anime e nei riti espiatori o sacrificatori gli
antichi usavano astenersi per dieci giorni da date cose e gli Egiziani avevano
stabilito un digiuno d'una decade per gli ordinandi sacerdoti d'Iside, come testimoniato da Apuleio parlando di se stesso: M'stato ordinato di astenermi
dai piaceri della mensa per dieci giorni, di non mangiar carne e di non bere
vino.

L'uomo di sangue consta di dieci parti, il mestruo, lo sperma, lo spirito
plasmativo, la massa, gli umori, il corpo organico, la parte vegetativa, la
sensitiva, la ragione e la mente. Dieci cose semplici e Integrali formano
l'uomo esteriore: l'osso, la cartilagine, il nervo, il muscolo, il ligamento,
l'arteria, la vena, la membrana, la carne e la pelle. Dieci arti compongono
l'uomo intrinseco, lo spirito, il cervello, il polmone, il cuore, il fegato,
il fiele, la milza, i reni, i genitali, la matrice. Nel Tempio v'erano dieci
cortine; dieci corde al salterio; dieci strumenti per accompagnare i Salmi e
cioil neza per le odi, il nablo simile all'organo, il mizmor pei salmi, il
sir pei cantici, il tefilo per le orazioni, il berascio per le benedizioni,
l'halel per le laudi, l'hodaia per le azioni di grazia, l'asro per
contrassegnare la gioia della felicit l'halleluiah per le Sole laudi divine
e per le contemplazioni. V'hanno anche dieci uomini cantori di salmi, Adamo,
Abramo, Melchisedech, Mos Asaph, David, Salomone e tre figli di Choras. La
legge ha dieci comandamenti o precetti. Lo Spirito Santo disceso in terra
dieci giorni dopo l'ascensione del Cristo. E' anche il numero della lotta di
Giacobbe con l'angelo e dopo la vittoria egli fu benedetto al sorgere del sole
e fu chiamato
Israel. Pel numero dieci Giosusgomintrentuno re, David vinse Golia e i
Filistei, Daniele fu salvo dai leoni.

Questo numero circolare come l'unit perchcompletato che sia ritorna
all'unitda cui si genera ed la fine e il complemento di tutti i numeri e
il principio delle decadi. Come il dieci rifluisce verso l'unitda cui ha
tratto l'origine, con ogni cosa fluente ritorna a ciche gli ha improntato il
principio del suo fluire; e cosl'acqua volge al mare da cui esce, il corpo
alla terra da cui tratto, il tempo all'eternitdonde procede, la mente a
Dio che l'ha fatta; ed ogni creatura fluisce nel nulla da cui creata, a meno
che non venga sostentata dalla parola divina, da cui tutte le cose sono
fondate; e tutte le cose col denario e pel denario compiono il loro giro, come
dice Proclo, attingendo da Dio il suo principio e la sua fine. Dio stesso, che
la prima Monade, avanti di comunicarsi alle cose inferiori, si risponde
anzitutto nel primo numero, che il ternario, poi nella decade, come in dieci
idee e dieci misure di tutti i numeri e di tutte le cose da fare, che gli
Ebrei chiamano i dieci attributi e i dieci nomi divini. Percidopo di essa
non esistono altri numeri.

Cosdunque ogni decade ha alcunchdi divino e Dio stabilisce il dieci nella
legge come il numero suo stesso, cosicchogni decima deve essere resa a colui
che il principio e la fine di tutte le cose.



SCALA DELLA DECADE

Nell'archetipo
Nome di a lettere riunito in 10 lettere
Nome di 4 lettere disteso in 10 lettere
Nome d'Elohim Sabaoth
Nomi di dio di 10 lettere.

Eheie
Iod tetragrammaton
Tetragrammaton Elohim
El
Elohim gibor
Eloha
Tetragrammaton Sabaoth
Eloim, Sabaoth
Sadai
Adonai melech
10 nomi di Dio.

Kether
Hochma
Binah
Haesed
Geburah
Tiphereth
Nezah
Hod
Iesod
Malchuth
10 defiroti.


Nel mondo intelligibile
Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, potenze, virt principati,
arcangeli, angeli, anime beate
Dieci ordini di beati secondo Dionigi.

Haioth hakadoschh, Ofanim, Aralim, Hasmalim, Seraphim, Malachim, Elohim, Bna
Elohim, Cherubini, Issim
Dieci ordini di beati secondo la tradizione ebraica.

Metattron, Raziel, Zaphkiel-Jophiel, Zadkiel, Camael, Rafael, Haniel, Michael,
Gabriel, L'anima del messia
Dieci angeli che presiedono.


Nel mondo celeste
Reschith hagalgalim, Masloch, Sabbathai, Zedeck, Madim, Schemes, Noga, Cochab,
Levanah, Holomiesodoth
Primo mobile, sfera dello zodiaco, sfera di sturno, sfera di giove, sfera di
marte, sfera del sole, sfera di venere, sfera di mercurio, sfera della luna,
sfera degli elementi
Dieci sfere del mondo.


Nel mondo elementare
Colomba, leopardo, dragone, aquila, cavallo, leone, uomo, serpente, bue,
agnello
Dieci animali di santitriferiti al cielo.


Nel mondo minore
Spirito, cervello, milza, fegato, fiele, cuore, reni, polmone, genitali,
matrice
Dieci organi interiori dell'uomo.


Nel mondo infernale
Falsi dei, spiriti di menzogna, vasi di iniquit vendicatori di delitti,
stregoni, potenze dell'aria, furie seminatrici di mali, accusatori o
esecutori, tentatori o spioni, anime malvage e dannate
Dieci ordini di dannati.


Fine della scala della decade.





CAPITOLO XIV.

Dell'undicesimo e del dodicesimo numero, con una doppia
scala del duodenario, la cabalistica e l'orfica.

Il numero undici, oltrepassando il decimo che quello della legge e dei
precetti e restando manchevole rispetto al dodicesimo, che quello della
grazia e della perfezione, vien chiamato il numero dei peccati e delle
penitenze. Perciera
stabilito che il tabernacolo contenesse undici cilici, che erano le vesti dei
penitenti e di coloro che piangevano i loro peccati. Cosquesto numero non ha
alcun rapporto Con le cose divine e con le celesti, ne attrazione, nscala
che lo guidi verso le cose superiori. Punon avendo alcun merito, esso
ottiene pertalora alcuna grazia gratuita dal cielo, come di colui che fu
chiamato a undici ore alla vigna del signore e che s'ebbe la ricompensa di
coloro che avevano sofferto tutto il dla fatica e la caldura.

Invece il dodicesimo numero divino, perchserve a misurale i cieli e aiuta
a governare i suoni celesti e gli spiriti dato che lo zodiaco ha dodici segni
a cui presiedono dodici angeli principali, sorretti dal gran nome Di Dio.
Giove compie il suo ciclo in dodici anni e la Luna percorre dodici gradi in un
giorno. Il corpo umano ha dodici giunture principali, ossia nelle mani, nei
gomiti, nelle spalle, nelle cosce, nelle ginocchia, nei piedi. Il potere del
numero dodici anche grandissimo nei misteri divini. Dio ha eletto in Israel
dodici famiglie e ha preposto loro dodici principi ed ha disposto altresche
vi fossero tante pietre nel fondo del Giordano quante ve ne erano sul petto
del sacerdote (1). V'erano dodici pani di proposizione e l'altare era
costruito con altrettante pietre e dodici leoni sostenevano il mare di bronzo
fabbricato da Salomone.

Hellim aveva dodici fontane; dodici esploratori furono inviati nella terra
promessa, Cristo aveva dodici apostoli preposti alle dodici trib dodici mila
uomini furono contrassegnati ed eletti tra il popolo; la regina del cielo coronata da dodici stelle; gli Evangeli parlano di dodici sporte colme
d'avanzi di pane; dodici angeli presiedono alle dodici porte della citt la
Gerusalemme celeste ha dodici pietre. Tra le cose inferiori, la lepre e il
coniglio, che sono fecondissimi, generano dodici volte all'anno, la femmina
del cammello resta incinta dodici mesi e il pavone fa dodici uova.

Nota:
(1) Secondo le prescrizioni di Mos il Razionale, ornamento del gran
sacerdote ebraico, era arricchito da dodici pietre preziose principali, che,
secondo l'istoriografo Giuseppe, rappresentavano i dodici segni dello zodiaco.
Queste pietre erano disposte su quattro linee orientali, nell'ordine seguente,
secondo la Cabala: 1a linea: una sardonica, un topazio e uno smeraldo; 2a
linea: un carbonchio, uno zaffiro e un diaspro; 3a linea: un lyncurium
(ambra), un'agata e un'ametista; 4a linea: un crisolito, un onice e un
berillo. La Bibbia (Esodo, XXVIII, 15 a 21) prescrive di incidere su ciascuna
di esse un nome particolare e la Cabala precisa trattarsi dei dodici nomi
maggiori di Dio, da incidersi sulle pietre, disposte nell'ordine gi riportato, nell'ordine seguente: Melek (re), Gomel (che retribuisce), Adar
(magnifico), Eloah (Dio forte), Hain (fontana, occhio), Elchai (Dio vivente),
Elohim (gli Dei forti), El (forte), Iaho (Dio), Ischgob, (Padre altissimo),
Adonai (Signore), Ihovah (io sono quello che sono). (Nota del Traduttore).



SCALA DEL DUODENARIO

Nell'archetipo
Egli stesso, benedetto, santo, Padre Figlio e Spirito Santo
Nomi di Dio di 12 lettere.
Gran nome ravvolto in 12 strisce.


Nel mondo intelligibile
Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, potenze, virt principati,
arcangeli, angeli, innocenti, martiri, confessori
12 ordini di spiriti beati.

Malchidiel, Asmodel, Ambriel, Muriel, Verchiel, Hamaliel, Zuriel, Barbiel,
Adnachiel, Hanael, Gabriel, Barchiel
12 angeli che presiedono ai segni.

Dan Ruben, Giuda, Manasse, Asser, Simeone, Isachar, Beniamino, Nephtalim, Gad,
Zabulon, Efraim
12 trib

Malachia, Aggeo, Zaccaria, Amos, Oseo, Michea, Giona, Abdias, Sofonio, Naum,
Abacucco, Gioele
12 profeti.

Mattia, Taddeo, Simone, Giovanni, Pietro, Andrea, Bartolomeo, Filippo, Giacomo
maggiore, Tommaso, Matteo, Giacomo minore
12 apostoli.


Nel mondo celeste
Ariete, toro, gemelli, cancro, leone, vergine, bilancia, scorpione,
sagittario, capricorno, acquario, pesci
12 segni dello zodiaco.


Nel mondo elementare
Marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto,settembre, ottobre, novembre,
dicembre, gennaio, febbraio
12 mesi.

Salvia, verbena maschio, verbena femina, orecchio d'asino, ciclamino,
nepitella, scorpiura, artemisia, anagallide, lapazio, serpentaria, saracena
12 piante.

Sardony, sardonica, topazio, calcedonia, diaspro, smeraldo, berillio,
ametista, giacinto, crisolito, quarzo, zaffiro
12 pietre.


Nel mondo minore
Testa, collo, braccia, petto, cuore, ventre, reni, genitali, anche, ginocchia,
gambe, piedi
12 arti principali.


Nel mondo infernale
Falsi dei, spiriti di menzogna, vasi di iniquit vendicatori di delitti,
stregoni, potenze dell'aria, furie seminatrici di mali, accusatori o
esecutori, tentatori o spioni, malvagi, apostati, infedeli
12 gradi di dannati e di demoni.

Fine della scala del duodenario


SCALA ORFICA DEL DUODENARIO

Nel mondo intelligibile
Pallade, Venere, Febo, Mercurio, Giove, Cerere, Vulcano, Marte, Diana, Vesta,
Giunone, Nettuno
12 divinit


Nel mondo celeste
Ariete, toro, gemelli, cancro, leone, vergine, bilancia, scorpione,
sagittario, capricorno, acquario, pesci
12 segni dello zodiaco.


Nel mondo elementare
Marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre,
dicembre, gennaio, febbraio
12 mesi.

Gufo, colomba, gallo, ibis, aquila, passero, oca, picchio, cornacchia, airone,
pavone, cigno
12 uccelli sacri.

Capra, becco, toro, cane, cervo, porco, asino, lupo, biscia, leone, montone,
cavallo
12 animali sacri.

Olivo, mirto, lauro, nocciuolo, quercia, melo, bosso, corniolo, palma
dattoliera, pino, prugno, olmo
12 alberi sacri.


Nel mondo minore
Testa, collo, braccia, petto, cuore, ventre, reni, genitali, anche, ginocchia,
gambe, piedi
12 arti dell'uomo distribuiti ai segni.


Fine della scala orfica del duodenario.










CAPITOLO XV.

Del potere e delle virtdei numeri superiori al dodicesimo.

Anche altri numeri superiori al dodici possiedono poteri, che vanno tratti
dalla loro origine e dalle loro parti, essendo composti dalla diversa riunione
dei numeri semplici o dal prodotto della loro moltiplicazione. Talvolta anche
il loro significato risulta dalla diminuzione o dall'accrescimento d'un numero
vicino piperfetto ovvero racchiudono in se stessi il sacramento di qualche
mistero. Cosil tredicesimo terzo dopo il dieci contrassegna il mistero
dell'apparizione di Cristo alle nazioni, perchil tredicesimo giorno dopo la
sua nascita apparve in cielo la stella miracolosa che doveva guidare i magi.

Il quattordici rappresenta l'immagine di Cristo, immolato per noi nella
quattordicesima luna del primo mese e in tal giorno i figli d'Israel ebbero
ordine di celebrare la phase in gloria del Signore, vale a dire la gratitudine
pel passaggio del Mar Rosso. Matteo ha tenuto tanto conto di questo numero
nell'elencare le generazioni del Cristo, da metterlo ovunque piuttosto che
tralasciare alcune generazioni.

Il numero quindici il simbolo delle elevazioni spirituali. Percigli si
riferiscono il cantico dei gradi in quindici salmi, i quindici anni di
prolungazione del regno d'Ezechia e il quindicesimo giorno del settimo mese
era venerato e santificato.

Il numero sedici, composto d'un quadrato equilatero e con il generatore della
decade, chiamato dai pitagorici il numero della felicit Racchiude il
numero dei profeti del vecchio Testamento e degli apostoli e degli evangelisti
del nuovo.

I teologi chiamano infausti i numeri diciotto e venti, perchil popolo
d'Israel fu tenuto in servitdiciotto anni sotto Eglon, re di Moab, Giacobbe
fu schiavo a venti anni e Giuseppe fu venduto alla stessa et Infine fra
tutti gli animali a molteplici piedi non se ne trova alcuno che ne abbia pi di venti.

Il ventidue contrassegna la pienezza della saggezza, avendo l'alfabeto ebraico
ventidue lettere e il Vecchio Testamento altrettanti libri.

Il numero ventotto ci contrassegna il favore della luna, la quale compie il
suo corso in altrettanti giorni dopo i quali ritorna nel medesimo punto dello
zodiaco da cui si mossa. Da tal punto noi contiamo le ventotto case lunari,
che hanno influenze e propriettanto singolari.

Il numero trenta degno di rimarco per pimisteri. GesCristo stato
venduto per trenta danari; a trent'anni fu battezzato comincia compiere
miracoli e a predicare il regno di Dio. Lo stesso Giovanni Battista aveva
trent'anni quando comincia predicare nel deserto, preparando le vie del
Signore e Ezechiello pure non profetizzprima della stessa et Giuseppe fu
tratto dal carcere a trent'anni e Faraone gli commise il governo dell'Egitto.

I dottori ebraici attribuiscono il numero trentadue alla saggezza, perch Abramo ha elencato altrettante vie di saggezza. I pitagorici lo chiamano per il numero della giustizia perchsi pudividere in parti eguali sino
all'unit

Gli antichi avevano in gran considerazione il numero quaranta, di cui
celebravano la festa chiamata tesseracoston. Questo numero agisce nella
concezione, perchoccorrono quaranta giorni al seme per disporsi e
trasformarsi nella matrice e per costituire un corpo organico perfetto, atto a
ricevere la anima razionale con le dovute proporzioni delle parti necessarie e
concorrenti alle funzioni della vita. Le donne restano sofferenti quaranta
giorni dopo il parto, occorrendo tale tempo per rimettere nello stato primiero
le parti naturali che hanno sofferto per lo sgravo. Durante i primi quadrante
giorni il nascituro ignora il riso e resta esposto alle malattie. Nella
religione il numero quaranta sinonimo d'espiazione di penitenza e di
misteri, perchIddio, ai tempi del diluvio ha fatto piovere sulla terra per
quaranta giorni e quaranta notti. Di pii figliuoli d'Israel hanno abitato il
deserto per quarant'anni; la distruzione di Ninive stata differita per
quaranta giorni; MosElia e il Cristo hanno digiunato quaranta, giorni;
Cristo rimasto quaranta settimane nel grembo della Vergine, ha dimorato a
Betlemme per quaranta giorni dopo la nascita prima d'esser presentato al
tempio, ha
predicato pubblicamente durante quaranta mesi, rimasto nel sepolcro quaranta
ore, asceso al cielo quaranta giorni dopo la resurrezione. I teologi
assicurano che cinon si prodotto senza che alcun mistero non sia racchiuso
in questo numero.

Il numero cinquanta significa la remissione dei peccati la servite la
libert perchsecondo la legge, i debiti venivano rimessi un tempo dopo
cinquant'anni e Si rientrava in possesso dei propri beni. Questo numero ci
largheggia una promessa solenne di perdono e di penitenza mercl'anno del
Giubileo e i Salmi penitenziali. Perfino la legge istessa e lo Spirito Santo
sono dichiarati in questo numero. Perchla legge fu data a Mossul Sinai
cinquanta giorni dopo l'uscita del popolo d'Israel dall'Egitto e lo Spirito
Santo discese sugli apostoli sul monte di Sion cinquanta giorni dopo la
resurrezione, donde procede che questo numero chiamato il numero della
grazia ed attribuito allo Spirito Santo.

Il numero sessanta era sacro presso gli Egiziani, perchproprio del
coccodrillo, che fa sessanta uova ogni sessanta, giorni e le cova in
altrettanti giorni. Di piquest'animale vive altrettanti anni, ha un simile
numero di denti e ogni anno riposa per altrettanti giorni nel suo covo senza
mangiare.

Anche il numero settanta ha i suoi misteri, perchdurante la cattivitdi
Babilonia il fuoco del sacrificio fu conservato per altrettanti anni nascosto
sotto l'acqua; Geremia aveva predetto la distruzione del tempio nello stesso
numero di anni; la cattivitdi Babilonia duraltrettanti anni; la
desolazione di Gerusalemme si protrasse durante un numero eguale di anni. Vi
erano anche settanta palme nel luogo in cui accamparono i figli d'Israel; i
padri discesero in Egitto con settanta persone; settanta re con le mani e i
piedi mozzi si cibavano degli avanzi sotto la mensa d'Adonibesech; Joas ha
generato settanta figli; Jeroboal ebbe settanta maschi; Abimelech s'ebbe
settanta pesi d'argento e con una pietra uccise settanta uomini; Abdon aveva
settanta tra figli e nipoti che cavalcavano settanta asinelli; Salomone aveva
settanta mila uomini preposti al trasporto dei bagagli, i settanta figli di
Acab, re di Samaria, furono decapitati; secondo il Salmista, il corso
ordinario della vita umana di settanta anni;
Lamech fu giudicato settanta volte sette e i peccati sono rimessi al peccatore
settanta volte sette.

Il numero settantadue degno di rimarco per altrettante lingue che esistono,
per altrettanti anziani nella Sinagoga, per altrettanti interpreti del Vecchio
Testamento e per altrettanti insigni discepoli del Cristo. Questo numero
presenta molta analogia col dodici; cosciascun segno celeste essendo diviso
in sei parti, ne risultano settantadue numeri quinari, ai quali presiedono
settantadue angeli e altrettanti nomi divini; ciascun numero quinario presiede
un linguaggio particolare con tanta efficacia (1), che gli astrologhi e i
fisionomi possono divinare l'idioma da cui uno oriundo; vi corririspondono
altrettante articolazioni nel corpo umano, perchaggiungendo alle dodici
principali articolazioni gimenzionate prima tre articolazioni per ogni dito
del piede e della mano, si ottiene appunto il numero settantadue.

Il numero cento, in sui il Signore ha collocato la pecora trovata, che Pass anche dalla sinistra. alla destra, sacro, perchsi ottiene moltiplicando il
denario per sstesso e designa la completa perfezione.

Il numero mille il complemento di tutti i numeri ed il cubo della diecina,
il che significa la perfezione assoluta e consumata.

V'hanno infine ancora due numeri resi celebri da Platone nella sua Repubblica
e non disapprovati da Aristotile nelle sue Politiche, numeri che
contrassegnano i cangianti delle citt Essi sono il quadrato e il cubo del
dodici cioil centoquarantaquattro e il millesettecentoventotto, che un numero fatale raggiunto il quale una citto una nazione, avendo compito il
suo cubo, dovrdeclinare. Nel quadrato per pur essendo soggetta a
cangiamenti, essi si produrranno in meglio se la citto la nazione sar governata saggiamente e solo per imprudenza, e non per destino, essa
declinerebbe.

Nota:
Vedi: Lenain, La Scienza Cabalistica, volume che fa parte di questa collezione
(N. dell'E.)



CAPITOLO XVI.

Delle figurazioni numeriche mercspeciali gesti.

Ho letto spessissimo nei Libri magici certe cose mirabili che mi sembrarono
gesticolazioni ridicole e le ritenni patti occulti coi demoni e percile
respinsi e le disapprovai. Ma quando ebbi esaminato piprofondamente la cosa,
compresi per la prima tolta che in quei gesti magici gli antichi nascondevano
non patti coi diavoli, ma la razione dei numeri, con la quale rappresentano i
numeri con le inflessioni e le reinflessioni varie delle mani e delle dita; e
con tali gesti i magi lasciavano intendere nei loro riti, senza dir motto,
nomi dalle virtinesprimibili che non lecito pronunciare ad alta voce e che
da essi venivano espressi in numeri, muovendo le dita l'uno dopo l'altro e
rendendo omaggio con riverente silenzio alle divinitche presiedono alle cose
di questo mondo. Marziano si sovviene di questo rito, dicendo nella sua
Aritmetica: le dita della vergine ricominciavano i loro movimenti e si
aggrovigliavano insieme con atteggiamenti incomprensibili e dopo essere
entrata traccicon le dita il numero settecentodiciassette e salutGiove; e
la Filosofia Chiedendo qual nuora cerimonia avesse stabilito l'aritmetica con
tal numero, Pallade rispose che aveva salutato Giove col suo nome.

Perchl'argomento sia chiarito, aggiungo qui quanto si puattingere alla
tradizione di Beda, il quale ammaestra:

"Per dire uno ripiegate il mignolo della mano sinistra e collocatelo nel mezzo
della palma: per dire due collocate allo stesso modo l'anulare; per dire tre
piegate ugualmente il medio; per dire quattro, sollevate il mignolo: per dire
cinque, sollevate l'anulare; per dire sei, sollevate il medio: per dire sette,
posate solo il mignolo sulla radice della palma, tenendo distese tutte le
altre dita: per dire otto, aggiungete il medio; per dire nove, collocate il
medio di fronte al mignolo. Per il dieci, applicate l'unghia dell'indice nel
mezzo della giuntura dee pollice; per il venti, appoggiate con forza la
punta del medio tra le giunture del pollice e dell'indice; per il trenta,
unite insieme le unghie dell'indice e del pollice; pel quaranta, appoggiate
l'interno del pollice su un lato o sul dorso dell'indice, tenendo ambo le dita
erette; pel cinquanta, curvate il pollice verso la palma, arrotondandolo in
forma della lettera greca gamma; pel sessanta, circondate il pollice ricurvato
come sopra con l'indice flesso; pel settanta introducete nell'indice curvo
come sopra il pollice steso, in modo che l'unghia fuoriesca dal mezzo
dell'articolazione dell'indice; per l'ottanta, introducete il pollice steso
nell'indice ripiegato, tenendo la punta dell'unghia imprigionata nel mezzo
dell'articolazione dell'indice; pel novanta, appoggiate la unghia dell'indice
piegato alla radice del pollice steso. Tutti questi gesti vanno fatti con la
mano sinistra. I seguenti invece si compiono con la mano destra. Il numero
cento s'indica con lo stesso gesto descritto pel numero dieci; il duecento con
quello del venti; il duemila con quello del due e cosvia sino al novemila.
Il diecimila s'indica appoggiando la sinistra arrovesciata sul petto con le
dita rivolte al cielo; il ventimila con la sinistra distesa in largo sul
petto; il trentamila col pollice appuntato sul petto, tenendo la mano sinistra
distesa ma ritta verso l'alto; il quarantamila con la stessa mano arrovesciata
sull'ombelico e volta in alto; il cinquantamila col pollice alto della stessa
mano curvo sull'ombelico; il sessantamila con l'afferrare di sopra la coscia
sinistra con la mano sinistra; il settantamila con la stessa mano distesa
sulla coscia; l'ottantamila, con la stessa mano curata sulla stesura coscia;
il novantamila col circondare le reni con la sinistra, volgendo in basso il
pollice; il centomila, il duecentomila, e cosvia sino al novecentomila,
s'indicano con gli stessi gesti compiuti con la mano destra. Per indicare un
milione, incrocerete insieme le dita con le due mani giunte".

Tali indicazioni sono tratte da Beda. Per maggiori particolari converr consultare la grande aritmetica di frate Luca del Santo Sepolcro.




CAPITOLO XVII.

Dei differenti caratteri dei numeri usati dai Romani.


Ogni popolo ha un modo diverso d'indicare graficamente i numeri ed ecco i
caratteri di cui si servivano i Romani descritti da Valerio Probo e ancora in
uso oggid

1 I
5 V
10 X
50 L
100 C
200 CC
500 D
1000 M S
5000 ICC
10000 IMI (e altri simboli)
50000 (simboli)
100000 (simboli) CM
200000 (simboli)
500000 (simboli) DM
1000000 (simboli)


V'hanno inoltre altri caratteri usati oggi dai matematici e dai calcolatori,
rappresentati secondo l'ordine dei numeri, dalle figure: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
8. 9., aggiungendo ai quali il segno della privazione o si formano le diecine,
le centinaie, le migliaia e cosvia.

Altri infine segnano il dieci con una virgola che attraversa una linea, il
cinque con una virgola che tocca una linea. senza dividerla, l'unitcon una
virgola isolata, il cento con un cerchietto, il quale aggiunto a un altro
numero lo moltiplica per cento, come si puvedere nell'esempio seguente:

(simboli)





CAPITOLO XVIII.

Dei caratteri usati dai Greci per indicare i numeri.

I Greci adoperano le lettere dell'alfabeto per indicare i numeri e ciin tre
modi. Nel primo modo ogni lettera, Secondo il suo ordine alfabetico;
rappresenta un numero progressivo nel modo seguente:
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22.
23. 24.
(per ogni numero c'una lettera greca)


Nel secondo modo, dividono tutte le lettere in tre classi, di cui la prima,
che comincia dall'alfa, indica le unit la seconda, che comincia dall'iota,
indica le diecine; e la terza, che comincia dal rho, indica le centinaia. Tale
divisione stata istituita ad imitazione del raggruppamento ebraico. Ma
siccome l'alfabeto greco manca di tre lettere per osservare completamente tale
disposizione sono state aggiunte tre figure, per indicare rispettivamente i
numeri sei novanta e novecento, come dal grafico seguente:

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.
10. 20. 30. 40. 50. 60. 70. 80. 90.
100. 200. 300. 400. 500. 600. 700. 800. 900.
(per ogni numero c'una lettera greca)



Le migliaia si formano aggiungendo una virgoletta (,) sotto ciascuna lettera o
segno, come si puvedere nel seguente esempio:

1000
10000
100000


Nel terzo modo, si adoperano soltanto sei lettere:
(seguono sei lettere greche)


le quali, accoppiate o raddoppiate tra loro, formano tutti i numeri. Per
esempio I indica l'uno; II indica il cinque essendo la prima lettera della
parola PENTE; Delta indica il dieci, dalla parola greca DECA; H indica il
numero cento, dalla parola ECATON; CHI indica il numero mille, dalla parola
CHILIA; M indica il numero diecimila, dalla parola greca MURIA. Con queste sei
lettere, riunite acconciamente sino a quattro e aggiungendovi altre lettere, i
Greci formano tutti gli altri numeri, eccetto il solo II che non si moltiplica
e non si raddoppia mai, ma significa sempre il quinario degli altri numeri,
come si puvedere negli esempi seguenti:

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21.
50. 60. 100. 200. 500. 1000. 5000. 10000. 50000.

(ad ogni numero corrisponde un simbolo)


CAPITOLO XIX.

Dei caratteri degli ebrei e dei caldei
e di alcuni altri caratteri magici.

Anche le lettere ebraiche indicano i numeri e con maggiore efficacia di quelle
di qualsiasi altra lingua, giacchgrandissimi misteri sono racchiusi nei
numeri ebraici, di cui si parla in quella parte della Cabala che detta
Notaricon. Le principali lettere dell'alfabeto ebraico sono ventidue, di cui
cinque, assumendo in fine della parola figurazioni differenti, sono dette
finali. Aggiungendo queste cinque lettere alle altre ventidue, otteniamo
ventisette lettere, che vengono divise in tre gruppi, il primo dei quali
indica le unitil secondo le diecine e il terzo le centinaia:

9. 8. 7. 6. 5. 4. 3. 2. 1.
90. 80. 70. 60. 50. 40. 30. 20. 10.
900. 800. 700. 600. 500. 400. 300. 200. 100.
(ad ogni numero corrisponde una lettera ebraica)


Per avere le migliaia si possono adoperare le lettere tracciate in carattere
pigrande, ma altri scrivono invece come appresso:

1000. 900. 800. 700. 600. 500.
(ad ogni numero corrisponde una lettera ebraica)

Tutti gli altri numeri vengono formati con le varie combinazioni di tali
lettere. E' da osservare che il numero 15 non mai ottenuto accoppiando il 10
col 5, ma bensil 9 col 6 e ciola (simbolo). Per rispetto al nome divino
che fa quindici, e perchnon si abusi di tale santo nome per implicare cose
profane.


Gli Egiziani, gli Etiopi, i Caldei, gli Arabi hanno anche essi i loro
caratteri particolari per indicare i numeri, che spesso si trovano
frammischiati a quelli impiegati dai magi; ma ci estenderemmo troppo a parlare
partitamente di tutti e rimandiamo colui che voglia acquistarne perfetta
conoscenza agli speciali trattati. Circa i Caldei, essi indicano i numeri con
le lettere alfabetiche nell'identico modo degli Ebrei e noi ne abbiamo
indicato l'alfabeto nella tavola finale del primo libro della nostra opera.

Inoltre, in due opere antichissime di magia e d'astrologia, ho trovato certi
grafici assai ingegnosi di numeri, che giudico opportuno riprodurre. Le unita
vengono indicate da segni rivolti verso destra; le diecine dagli stessi segni
rivolti verso sinistra; le centinaia dagli stessi segni capovolti e volti a
destra; le migliaia sempre dagli stessi segni capovolti e volti a sinistra.
Infine dal raddoppio e dall'unione di tali segni possibile ottenere
qualunque altro numero misto.

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.
10. 20. 30. 40. 50. 60. 70. 80. 90.
100. 200. 300. 400. 500. 600. 700. 800. 900.
1000. 2000. 3000. 4000. 5000. 6000. 7000. 8000. 9000.
1510. 1511. 1471. 1486. 3421
(ad ogni numero corrisponde un simbolo)




CAPITOLO XX

Dei numeri attribuiti alle lettere e della maniera di divinare con essi.

I pitagorici, con Aristotile e Tolomeo, dicono che gli elementi stessi delle
lettere racchiudono certi numeri divini che permettono, se estratti dai nomi
propri delle cose e sommati, di giudicare delle cose nascoste e future. Tale
specie di divinazione percichiamata Aritmanzia e Terenziano ne fa cos menzione: Si dice che i nomi sieno composti di lettere che racchiudono numeri
pio meno grandi. I nomi dalle cifre elevate indicano la vittoria e perci Patroclo fu ucciso da Ettore e poco dopo quest'ultimo cadde per mano di
Achille.

Plinio dice che si attribuisce a Pitagora l'aver trovato che il numero dispari
delle vocali nei nomi presagisce che gli zoppicamenti, i mali d'occhi e
simiglianti accidenti, minacciano la parte destra del corpo e che il numero
pari di vocali invece si riferisce alla parte sinistra del corpo. Il filosofo
Alchandrino ha insegnato il modo di stabilire l'oroscopo e la stella
ascendente di una persona merci numeri delle lettere e di scoprire se morir prima il marito o la moglie, nonchil successo o l'insuccesso d'ogni
intrapresa, e ho creduto opportuno far Seguire qui la tradizione, che Tolomeo
l'astrologo non ha disapprovato.

Nel parlare dei caratteri Greci e Ebraici, abbiamo mostrato prima come si
appropri un numero a ciascuna lettera, dividendo l'alfabeto in tre gruppi, di
cui il primo serve per le unit il secondo per le diecine e il terzo per le
centinaia. Ma poichnell'alfabeto romano mancano quattro lettere per formare
il numero voluto di ventisette, si aggiungono per complemento j e v, semplici
consonanti, come nei due nomi Johannes e Valentinianus e hi e hu, consonanti
aspirate, come nei nomi Hieronymus e Huilhelmus. Rimarcando che i Tedeschi al
posto della hu aspirata adoperano la doppia v (w) e gl'italiani e i Franeesi
impiegano invece
la g unita all'u scrivendo Wilhelmus e Guilhelmus rispettivamente.

1 a
2 b
3 c
4 d
5 e
6 f
7 g
8 h
9 i
10 k
20 l
30 m
40 n
50 o
60 p
70 q
80 r
90 s
100 t
200 v
300 x
400 y
500 z
600 j
700 v
800 hi
900 hu


Per conoscere quale sia la stella dominante di alcuno sommate insieme tutti i
numeri corrispondenti a ciascuna lettera del suo nome, noncha quelli del
padre e della madre, e dividete il totale per nove. Se otterrete un residuo
indivisibile di uno o di quattro, la stella dominante saril Sole; se due o
sette la Luna; se tre Giove; se cinque Mercurio; se sei Venere; se otto
Saturno; se nove Marte. Per stabilire invece l'oroscopo, Sommate lo stesso
tutti i numeri corrispondenti a ciascuna lettera del nome della persona, di
quello della madre e di quello del padre e dividete il totale per dodici. Il
residuo indivisibile di uno contrassegna il Leone; di due, numero dedicato a
Giunone, l'Acquario; di tre, numero dedicato a Vesta, il Capricorno; di
quattro il Sagittario; di cinque il Cancro; di sei, numero dedicato a Venere,
il Toro; di sette numero dedicato a Pallade, l'Ariete; di otto, numero
delicato a Vulcano, la Bilancia; di nove, numero dedicato a Marte, lo
Scorpione; di dieci la Vergine; di undici i Pesci; di dodici, numero dedicato,
a Febo, i Gemelli.

Ne alcuno deve stupire che sia possibile pronosticare una quantitdi cose per
mezzo dei numeri dei nomi, perchsecondo la testimonianza dei pitagorici e
dei cabalisti degli ebrei, i numeri racchiudono misteri profondi e cogniti
solo a poche persone. L'Altissimo ha creato ogni cosa con peso numero e
misura, e da citrae origine la veritdelle lettere e dei nomi, che non sono
stati istituiti a capriccio, ma seguendo leggi che ci sfuggono. Perci Giovanni dice nell'Apocalisse: Che colui che sa, computi il numero del nome
della bestia, che quello dell'uomo.

Tuttavia non intendiamo parlare dei nomi imposti dai differenti popoli,
secondo le leggi gli usi i costumi e la religione del paese; ma bensdi quei
nomi ispirati a chiunque nasca dal cielo istesso con la compagine siderale e
tali quali i Mecubali Ebraici e i Saggi dell'Egitto ci hanno insegnato a
ricavare dalla nascita di alcuno.


CAPITOLO XXI.

Quali numeri sieno dedicati a ciascuna divinite quali attribuiti a ciascun
elemento.

I Pitagorici hanno dedicato speciali numeri agli elementi e alle divinitche
presiedono alle cose celesti, attribuendo il numero otto all'aria, il quattro
al fuoco, il sei alla terra, e il dodici all'acqua. L'unitcompete al Sole,
che l'astro maggiore e in cui Dio ha collocato il suo tabernacolo, noncha
Giove, che il padre e il capo degli dei, come l'unitil principio e la
sorgente dei numeri. Il numero due attribuito alla Luna, che il secondo
luminare e raffigura l'anima del mondo e si chiama Giunone, perchla prima
congiunzione avviene tra l'uno e il due e il loro connubio affatto simile.
Il due anche attribuito a Saturno e a Marte, che, al dire degli astrologhi,
sono astri malefici. Il numero tre attribuito a Giove al Sole e a Venere,
che sono tre pianeti benefici, noncha Vesta a Ecate e a Diana; perci abbiamo la trigemina Ecate e le tre facce della vergine Diana. La triade
quindi dedicata a questa vergine, che dicono possente in cielo e nell'Erebo.

Il numero quattro anche attribuito al Sole, che forma con questo numero i
quattro punti cardinali e stabilisce la differenza fra le quattro stagioni,
noncha Cyllenius, che l'unico nume quadrato. Il numero cinque, composto
del primo numero pari e del primo dispari quasi partecipe dei due sessi, attribuito a Mercurio e al Mondo celeste, che, oltre i quattro elementi
comuni, ne forma con se stesso un quinto. Il numero sei, composto del tre
moltiplicato per due, come dal connubio di due sessi, attribuito secondo la
dottrina di
Pitagora alla generazione e al matrimonio,
consacrato a Venere e a Giunone. Il numero sette significa riposo ed consacrato a Saturno; esso regola il moto e la luce della Luna e perciporta
il nome della vergine Tritonia, non essendo capace di generare. Lo si
attribuisce anche a Minerva che non ha padre nmadre; alla virile Pallade
perchcomposto di numeri maschili e femminili; e Plutarcp lo attribuisce
altresad Apollo. Il numero Otto, in ragione del culto della giustizia, consacrato a Giove ad anche
dedicato a Vulcano, perchcomposto dal primo movimento e del numero due che
Giunone, moltiplicato due volte per se stesso. E' consacrato anche a Cibele,
avola degli dei a Cui in generale dedicato il cubo, e Plutarco lo dedica a
Bacco, o Dioniso, che si dice esser nato di Otto mesi.
Altri infine poichi nati nell'ottavo mese del concepimento non sopravvivono,
hanno attribuito il numero otto a Saturno e alle Parche. Il numero nove
appartiene alla luna come ultimo ricettacolo di tutti i poteri e di tutte le
virtcelesti, nonchalle nove Muse e a Marte. Il numero dieci che circolare, per la ragione per cui la monade spetta al Sole, vien dato a Giano,
nonchal mondo. Anche il numero dodici attribuito al mondo, nonchal cielo
e al Sole perchil Sole, nel percorrere i dodici segni dello zodiaco, divide
l'anno in dodici mesi. Il numero undici, infine, perchsemicircolare, attribuito alla Luna e a Nettuno.

CAPITOLO XXII

Delle tavole dei pianeti e delle loro virte formule e dei nomi divini delle
intelligenze e dei demoni che le governano.

I magi ci sottopongono anche nelle loro opere certe tavole di numeri
distribuiti ai sette pianeti, chiamate tavole
sacre dei pianeti e dotate di grandi virtpoichrappresentano la ragione
divina, o forma dei numeri celesti, impressa
sulle cose celesti dalle idee della mente divina pel tramite
dell'anima del mondo e della dolcissima armonia e della
concordanza dei raggi celesti, secondo la proporzione delle
immagini delle intelligenze superiori, non altrimenti riproducibili che coi
numeri e i caratteri. I numeri materiali e le figure non hanno alcun potere
nei misteri delle cose nascoste, salvo non siano rappresentativi dei numeri e
delle immagini formali, governati e animati dalle intelligenze e dalle
numerazioni divine che riuniscono gli estremi della materia e dello spirito
alla volontd'un anima elevata per il grande affetto di chi opera con celeste
virte ricettrice della potenza divina attraverso l'anima del mondo, con
l'aggiunta della rigorosa osservazione delle costellazioni celesti, tradotta
su materia acconcia e disposta in forma conveniente secondo la scienza della
Magia.

La prima tavola, attribuita a Saturno, composta d'un quadrato a tra colonne
contenente nove numeri particolari ed in Ogni linea i tre per ogni verso ed i
tre di ciascuna diagonale costituiscono il numero quindici e la somma di tutti
i numeri da' Un totale di quarantacinque. Presiedono a questa tabella i nomi
che formano i numeri indicati, tratti dai nomi divini, insieme a
un'intelligenza pel bene e a un demone pel male e dagli stessi numeri Si
ricavano i segni o caratteri di
Saturno e dei Suoi Spiriti, che riproduciamo piavanti. Questa tavola incisa
su un disco di piombo Con l'immagine di saturno glorioso, facilita i parti,
rende l'uomo sicuro e possente e fa ottenere dai principi quanto si chieda. Ma
se dedicata
a Saturno infortuniato, contraria agli edifici e ai campi, fa decadele dagli
onori e dalle dignit fomenta le liti e i disordini, fa disperdere le armate.

La seconda tavola, dedicata a Giove, composta d'un quadrato moltiplicato per
se stesso contenente sedici numeri particolari, con quattro numeri in ciascuna
linea e sulle diagonali, che addizionati danno trentaquattro e che sommati
tutti insieme fanno centotrentasei. Anche questa tavola presieduta dai nomi
divini con una intelligenza pel bene e un demone pel male e da essa si
estraggono i caratteri di Giove e dei suoi Spiriti. Incisa su una lamina
d'argento con l'immagine di Giove possente e dominante da' le ricchezze, il
favore, l'amore, la pace e la Concordia, e assicura gli onori e le dignit
Incisa sul corallo, impedisce i malefici.

La terza tavola appartiene a Marte ed composta di un quadrato a cinque
colonne contenente venticinque numeri, che sommati verticalmente
orizzontalmente e diagonalmente danno il numero sessantacinque, e tutti
insieme formano il numero trecentoventicinque. E' governata dai nomi divini
con una intelligenza pel bene e un demone pel male e se ne estraggono i
caratteri di Marte e dei suoi spiriti. Incisa su un disco di ferro o su una
spada con l'immagine di Marte fortunato, rende l'uomo temibile in guerra,
saggio nei giudizi, felice nel chiedere, terribile agli avversari, vincitore
dei propri nemici e incisa su una corniola, arresta le emorragie e le
mestruazioni. Incisa su un disco di rame rosso, con l'immagine di Marte
infortuniato, malefica agli edifici, fa decadere dagli onori e dalle dignit e perdere le ricchezze; causa le discordie, le liti, gli odi e le antipatie
degli uomini e delle bestie; tiene lontane le api i colombi e i pesci;
impedisce ai mulini di vorticare; rende disgraziate le cacce e le battaglie e
sterili gli uomini le donne e ogni altro animale; terrorizza gli avversari e
li obbliga al rispetto.

La quarta tavola attribuita al Sole e composta d'un quadrato a sei colonne
con trentasei numeri, che danno Su ogni linea un totale di centoundici e
sommati insieme formano il numero seicentosessantasei. E' governata dai nomi
divini con una intelligenza pel bene e un demone pel male e se ne estraggono i
caratteri del Sole e dei suoi spiriti. Incisa su una placca d'oro con
l'immagine del Sole trionfante, rende chi la porti seco glorioso, amabile,
piacevole, suscettibile di ottenere quanto desideri, simile ai re e ai
principi. Ma se l'immagine rappresenta un Sole infortuniato, vale a rendere
tiranni, superbi, ambiziosi, incontentabili e a procacciare una cattiva fine.

La Quinta tavola quella di Venere ed composta d'un settenario moltiplicato
per se stesso, contenente quarantanove numeri, sette per ogni linea e per ogni
lato e sulle due diagonali, che sommati formano il numero settantacinque e che
riuniti danno un totale complessivo di milleduecentoventi. I nomi divini
presiedono a questa tavola con una intelligenza pel bene e un demone pel male
e se ne estraggono i caratteri di Venere e dei suoi spiriti. Incisa su un
disco d'argento con l'immagine di Venere rigogliosa, distrugge i dissensi, fa
ottenere l'affetto delle donne, contribuisce al concepimento, impedisce la
sterilite rende potenti nella copula, dissolve i malefici, concilia gli
amanti, rende prolifici gli animali, collocata in un colombaio moltiplica i
piccioni, combatte la melanconia, e portata addosso rende felici i viaggi. Ma
se incisa su rame con l'immagine di Venere infortuniata, produce effetti
affatto contrari.

La sesta tavola si riferisce a Mercurio ed composta d'un ottonario
moltiplicato per sstesso, contenente sessantaquattro numeri che sommati
sulle otto linee orizzontali e verticali e sulle diagonali, danno la cifra di
duecentosessanta e in complesso un totale di duemilaottanta. La tavola governata da nomi divini con una intelligenza pel bene e un demone pel male e
se ne ricavano i caratteri di Mercurio e dei suoi spiriti. Incisa su un disco
di argento o di stagno o di rame giallo, o scritta su pergamena vergine, Con
l'immagine di Mercurio fortunato, rende chi la porta amabile e felice, gli fa
ottenere quanto vuole, lo fa guadagnare, combatte la povert dla memoria
l'intelligenza e il dono della profezia, fa conoscere merci sogni le cose
nascoste. Con un Mercurio infortuniato produce invece effetti assolutamente
opposti.

La settima tavola quella della Luna ed composta di un novenario
moltiplicato per sstesso. Comprende novantuno numeri, nove per linea, per
lato e per diagonale e la somma di ogni colonna e di ogni diagonale dil
numero trecentossettanove e tutti i numeri insieme sommano a
milletrecentoventuno. I nomi divini presiedono a questa tavola con una
intelligenza pel bene e un demone pel male e se ne estraggono i caratteri
della Luna e dei suoi spiriti. Incisa sull'argento con l'immagine della Luna
fortunata, rende chi la porta grazioso, amabile, dolce, gaio, onorato e sventa
ogni malizia e ogni cattiva volont Di pidla sicurezza nei viaggi,
accresce i beni di fortuna e la salute corporale e tiene lontani i nemici e
tutto quanto puessere nocivo. Incisa invece sul piombo con l'immagine della
Luna infortuniata e sotterrata in un luogo qualsiasi, rende disgraziati coloro
che vi dimorano ed infausta egualmente alle navi, alle sorgenti, ai fiumi e
molini, nonchagli uomini contro cui sia preparata con i dovuti riti, che
sono costretti ad allontanarsi dalla loro dimora e dalla loro patria,
sotterrandola in qualche luogo della loro casa; ed impedisce i medici e gli
oratori e intralcia nel loro ufficio tutti quelli contro cui sia stata
fabbricata.
Un abile indagatore potrfacilmente trovare il modo di ricavare da queste
tavole i sigilli e i caratteri dei pianeti e dei loro spiriti.


Nomi divini che corrispondono ai numeri di Saturno.

3. Ab
9. Hod.
15. Iah.
l5. Hod.
45. Di quattro lettere
45. Agiel. Intelligenza di Saturno
45. Zazel. Demone di Saturno



Nomi divini che corrispondono ai numeri di Giove.

4. Abba
16.
16.
34. El Hab
136. Johphiel. Intelligenza di Giove
136. Hismael. Demone di Giove

Nomi divini che corrispondono ai numeri di Marte

5. He. Lettera del santo nome
25.
65. Adonai.
325. Graphiel. Intelligenza di Marte
325. Barzabel. Demone di Marte

Nomi divini che corrispondono ai numeri del Sole.

6. Vau. Lettera del santo nome
6. He. Lettera del santo nome
36. Heloh
111. Nachiel. Intelligenza del Sole
666. Sorath. Demone del Sole


Nomi divini che corrispondono ai numeri di Venere.

7.
49. Hagiel. Intelligenza di Venere.
175. Kedemel. Demone di Venere
1225. Bne Seraphim. Intelligenza di Venere


Nomi divini che corrispondono ai numeri di Mercurio.

8. Asboga
64. Din
64. Doni.
260. Tiriel. Intelligenza di Mercurio
2080. Taphthartarath. Demone di Mercurio


Nomi divini che corrispondono ai numeri della Luna.

9. Hod
81. Elim
369. Hasmodai. Demone della Luna
3321. Schedbarschemoth Scharthathan. Demone dei Demoni della Luna.
Intelligenza delle Intelligenze della Luna.
3321. Malchabetharsisim hed beruah schehakim



TAVOLE DI SATURNO
IN NUMERI (e in caratteri ebraici)
4 9 2
3 5 7
8 1 6


segni o caratteri:
di saturno
dell'intelligenza di saturno
del demone di saturno



TAVOLE DI GIOVE
IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

4 14 15 1
9 7 6 12
5 11 10 8
16 2 3 13


segni o caratteri:
di GIOVE
dell'intelligenza di GIOVE
del demone di GIOVE



TAVOLE DI MARTE
IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

11 24 7 20 3
4 12 25 8 16
17 5 13 21 9
10 18 1 14 22
23 6 19 2 15


segni o caratteri:
di MARTE
dell'intelligenza di MARTE
del demone di MARTE



TAVOLE DEL SOLE
IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

6 32 3 34 35 1
7 11 27 28 8 30
19 14 16 15 23 24
18 20 22 21 17 13
25 29 10 9 26 12
36 5 33 4 2 31


segni o caratteri:
DEL SOLE
dell'intelligenza DEL SOLE
del demone DEL SOLE



TAVOLE DI VENERE
IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

22 47 16 41 10 35 4
5 23 48 17 42 11 29
30 6 24 49 18 36 12
13 31 7 25 43 19 37
38 14 32 1 26 44 20
21 39 8 33 2 27 45
46 15 40 9 34 3 28


segni o caratteri:
dell'intelligenza di VENERE
delle intelligenze di VENERE
del demone di VENERE



TAVOLE DI MERCURIO
IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

8 58 59 5 4 62 63 1
49 15 14 52 53 11 10 56
41 23 22 44 45 19 18 48
32 34 35 29 28 38 39 25
40 26 27 37 36 30 31 33
17 47 46 20 21 43 42 24
9 55 54 12 13 51 50 16
64 2 3 61 60 6 7 57


segni o caratteri:
di MERCURIO
dell'intelligenza di MERCURIO
del demone di MERCURIO


TAVOLE DELLA LUNA
IN NUMERI (e in caratteri ebraici)

37 78 29 70 21 62 13 54 5
6 38 79 30 71 22 63 14 46
47 7 39 80 31 72 23 55 15
16 48 8 40 81 32 64 24 56
57 17 49 9 41 73 33 65 25
26 58 18 50 1 42 74 34 66
67 27 59 10 51 2 46 75 35
36 68 19 60 11 52 3 44 76
77 28 69 20 61 12 53 4 45


segni o caratteri:
DELLA LUNA
dell'intelligenza delle Intelligenze DELLA LUNA
del demone della LUNA
del demone dei demoni della LUNA






CAPITOLO XXIII.

Delle figure e dei corpi geometrici, dei loro poteri magici e della loro
concordanza con gli elementi e col cielo stesso.

Le figure geometriche, che risultano dai numeri, non hanno minore efficacia
degli stessi numeri. Anzitutto il circolo risponde all'unite al numero
dieci, perchl'unitil centro e la circonferenza d'ogni cosa e il numero
dieci ritorna all'unit come alla sua origine, essendo la fine e il
complemento di tutti i numeri. Si dice che il cerchio sia una linea senza
fine, che non ha punto alcuno che sia possibile considerare come principio o
come fine e di cui ogni punto puesserne il principio o la fine e percisi
dice anche che il movimento circolare infinito, non rispetto al tempo ma al
luogo. Cosla figura rotonda stimata la piperfetta di tutte e la piatta
alle incantazioni e agli esorcismi e ne deriva che per scongiurare i cattivi
demoni ci si collochi d'ordinario nel mezzo d'un cerchio.

Ugualmente il pentagono assai efficace contro i cattivi demoni sia per la
virtdel numero cinque che pel tracciato
delle sue linee, che formano all'interno cinque angoli ottusi e all'esterno
cinque angoli acuti. Il pentagono interiore racchiude grandi misteri e lo
stesso deve dirsi del triangolo, del quadrangolo, dell'esagono, dell'eptagono,
dell'ottagono e delle altre figure geometriche, composte di molteplici e
differenti intersecazioni, che hanno significati e virtdifferenti secondo i
vari tracciati e le varie proporzioni delle linee e del numeri.

Gli Egiziani e gli Arabi assicuravano che la figura della croce ha gran potere
e che efficace ricettacolo di tutte le forze celesti e delle intelligenze,
essendo la prima descrizione della superficie in longitudine e in latitudine.
Il suo potere deriva dalla rettitudine dei suoi angoli e raggi; cosle stelle
hanno la massima potenza quando nella figura del cielo occupano i quattro
cardini e con la mutua proiezione dei loro raggi costituiscono la croce.
Inoltre la croce ha riferimenti coi numeri cinque sette e nove, che sono
dotati di efficaci virte percii sacerdoti egizi la collocarono nel numero
delle loro lettere sacre, significando allegoricamente per essi la vita della
futura salvezza. Cossul petto di Serapide era tracciata una croce e i Greci
nutrirono per questa figura una gran venerazione. Per quanto riguarda la
religione, ci riserviamo parlarne piavanti.

Tutte le figure operano meraviglie, quando vengono tracciate sulla carta e sui
metalli con appropriate immagini. I loro effetti sono da attribuire a figure
pieccelse, mediante una certa simpatia prodotta dall'attitudine e dalla
rassomiglianza naturale, la quale opera alla stessa guisa d'una eco che si
riflette contro un muro opposto o dei raggi del sole raccolti in uno specchio
concavo e riverberati poi sopra un materiale combustibile, o anche d'una lira
che entra in vibrazione al risuonare d'un'altra simigliante, o infine come due
corde tese allo stesso intervallo e perfettamente accordate che risuonano
contemporaneamente pizzicandone una sola. Similmente costutte le figure e
tutti i caratteri concepiscono in sle virtdelle cose celesti se tracciati
o impressi nel dovuto tempo e nei modi dovuti e con le cerimonie atte a
intonarli alle figure dominanti.

Tutto ciche diciamo delle figure ugualmente riferibile ai corpi
geometrici, che sono: la sfera, il tetraedro, l'esaedro, l'ottaedro,
l'icosaedro, il dodecaedro e simili. Nbisogna dimenticare quali figure
Pitagora e i suoi seguaci, Timeo di Locri e Platone, abbiano attribuito agli
elementi e al cielo. Essi hanno dato alla terra il primo cubo di otto angoli
solidi di ventiquattro piani e di sei basi, quadrato in forma di dado. Al
fuoco la piramide a quattro basi triangolari altrettanti angoli solidi e
dodici piani. All'aria l'ottaedro, a otto basi triangolari sei angoli solidi e
ventiquattro piani. All'acqua assegnarono l'icosaedro di venti basi
(triangolari) e dodici angoli solidi. Al cielo il dodecaedro a dodici basi
pentagonali venti angoli solidi e sessanta piani.

Chiunque conosceri poteri di tali figure e di tali corpi, le loro relazioni,
le loro propriet potroperare molte meraviglie nella Magia naturale e nella
prospettiva e specialmente nelle applicazioni degli specchi ed io ho saputo
ottenere con essi meraviglie e vi sono specchi in cui chiunque puvedere
quello che vuole a grandissima distanza.





CAPITOLO XXIV.

Dell'armonia musicale, delle sue forze e del suo potere.

L'armonia musicale non orbata dei doni siderali, poich una potentissima imitatrice di tutte le cose. Seguendo opportunamente i
corpi celesti, provoca mirificamente il celeste influsso, agendo sulle
passioni, gli atteggiamenti, i gesti, i movimenti, le azioni e i costumi e
disponendo l'anima secondo le sue propriet gioia o tristezza, audacia o
tranquillite simili. Perfino le bestie sono attratte dalle sue modulazioni
ed possibile coscatturare cervi e uccelli, immobilizzare i pesci in uno
stagno, ispirare confidenza ai delfini, render mansueti i cigni iperborei e
gli elefanti delle Indie. Il suono d'un flauto basta a far gonfiare e
traboccare le acque della fonte Halesia, d'ordinario assai tranquille.
Esistono in Lidia alcune isole lacustri, dette isole delle Ninfe, che al suono
d'un flauto vorticano e si avvicinano a riva, come ne fa fede Varrone. Sulle
rive dell'Attica, cosa ancora pisorprendente, il mare suona come un'arpa e a
Megaride v'ha una roccia che, percossa, emette suoni dolcissimi. La musica
molce l'anima, eleva il pensiero, eccita il soldato alla pugna, allevia le
pene e la fatica, conforta i disperati, ripristina le forze del viaggiatore.
Gli Arabi asseriscono che i camelli sovraccarichi resistono meglio alla fatica
merci canti dei loro conducenti, nel modo istesso che i portatori di pesanti
fardelli rendono pisaldi i loro muscoli cantando. Perchil canto rallieta,
placa le ire, scaccia le tristezze e le inquietudini, dissipa i malumori,
modera la rabbia dei frenetici, fuga i vani pensieri.

Democrito e Teofrasto assicurano che con l'impiego della musica possibile
guarire o procurare certe malattie del corpo e dello spirito e in tal modo
Terpandro e Arione Metimneo hanno curato i Lesbiani e gli Ionici e Ismenio il
Tebano s'servito della musica per combattere non pochi morbi crudeli. Di pi Orfeo, Anfione, David, Pitagora
Empedocle, Asclepiade, Timoteo realizzavano prodigi con l'impiego dei Suoni e
degli accordi, ora risvegliando i sensi addormentati, ora, con tonalitpi gravi raffrenando le passioni violente degli impudichi, il furore dei dementi,
i trasporti degli iracondi. David chetl'ira di Saul col suono dell'arpa,
Pitagora guarun voluttuoso da una passione sregolata, Timoteo mise in furore
Alessandro e poi lo plac Sassone il Grammatico fa menzione nell'istoria dei
Danesi d'un certo musicista che si vantava di potere colla modulazione dei
suoni indurre con tanta forza al furore della pazzia, che nessuno degli
ascoltatori poteva restare padrone della sua mente; e spinto dall'ordine del
re alla prova comincia piegare le consuetudini dell'animo con la varietdei
suoni e per prima cosa, con un concerto d'inusitata severit riempgli
ascoltatori di mestizia e stupore; poi con suoni pivivaci, cambiata la
severitin plauso, pieggli animi a piallegro stato ed il corpo a
movimenti e gesti pipetulanti; ed infine con suoni piaspri concitlo
Spirito a tal punto di pazzia, che il furore divampin rabbia e tenacit

Si trova anche scritto che coloro che siano stati morsicati dalla tarantola in
Puglia, cadano in sopore, da cui vengono tratti mercdeterminati suoni che li
sospingono a ballare in cadenza. Sulla fede di Gellio, si creduto che il
suono d'un flauto valga a calmare i piviolenti accessi di gotta e di
sciatica e lo stesso autore dice avere appreso da Teofrasto che sia possibile
combattere gli effetti delle morsicature delle vipere col suono del flauto. E
Democrito conferma che tale istrumento abbia servito di rimedio a non poche
malattie.




CAPITOLO XXV.

Del suono e dell'accordo e delle cause della loro meravigliosa efficacia.

Se conveniamo con Pitagora e con Platone che il cielo composto armonicamente
e ch'esso governa e crea tutte le cose con moti armonici bisogna ammettere
anche che il suono abbia la virtdi ricevere i doni delle influenze celesti.

Il canto ha maggiore efficacia del suono degli istrumenti, provenendo dalla
concezione spirituale e dal desiderio imperioso della fantasia e del cuore e
penetrando facilmente, insieme all'aria, rimossa e temperata, nello spirito
aereo dell'ascoltatore, che il legame tra l'anima e il corpo, portando Con
se l'affetto e l'animo di chi canta, muovendo con l'affetto di chi ascolta,
eccitando la fantasia con la fantasia lo spirito con lo spirito, muove il
cuore, penetra sino in fondo al pensiero, s'insinua poco a poco nei costumi e
pone in moto le membra e le arresta, coscome gli umori del corpo. Perci l'armonia pususcitare tante passioni naturali e artificiali, e quella
prodotta dalla voce rinvigorisce gli spiriti e i corpi. Ma necessario che i
suoni provengano da basi concordanti, sieno esse corde, o tubi di strumenti, o
voci. Nsarpossibile ad alcuno far concordare il ruggire dei leoni, il
muggire dei buoi, il nitrire nei cavalli, il ragliare degli asini, il grugnire
dei maiali, ovvero le corde d'uno strumento miste di budella di lupo e
d'agnello, che hanno basi dissonanti. Le voci umane invece, quantunque
differenti, s'accordano perchnon hanno che una base unica secondo la specie.
Anche parecchi uccelli s'accordano tra loro e gl'istrumenti artificiali
s'accordano con le voci naturali, perchdall'una e dall'altra parte v'ha una
simiglianza reale o espressa, ovvero alcuna analogia.

Ogni concetto composto di suoni o di voci. Il suono lo spirito e la voce il suono e lo spirito animato. Il discorso lo spirito profferito col suono e
con la voce improntata di significato ed esso si sprigiona dalla bocca col
suono e con la voce. Calcidio dice che la voce sospinta dal fondo del petto
e del cuore con uno sforzo del respiro, che si produce in quella cavitdel
petto in cui il mediastino ricco di nervi separa il cuore dai polmoni e, merc l'uno e gli altri, unitamente alle altre parti vitali e non esclusa la lingua
e la gola, produce i suoni articolati, che sono il principio della parola,
interprete dello spirito, di cui manifesta i movimenti interiori. Lattanzio
dice invece che le spiegazioni che possono darsi intorno alla formazione della
Voce sono tanto occulte, che non possibile comprendere come effettivamente
si produca e cosa sia.
Tutta la musica puessere compresa nella voce nel suono e nell'udito. Senza
l'aria non possibile percepire il suono e l'aria, pucosnecessaria
all'udito, non puessere udita di per sstessa, ntoccata, npercepita da
alcuno dei sensi senza intermediari. Perchl'occhio non potrebbe vederla
senza il colore, ne l'udito udirla senza il suono, ne l'odorato sentirla senza
il profumo, ne il gusto gustarla senza il sapore, ne il tatto percepirla senza
il caldo o il freddo, o simili altre qualit Perci quantunque il suono non
possa prodursi senza aria, tuttavia non ha la natura dell'aria, nl'aria
quella del suono; ma l'aria il corpo della vita del nostro spirito
sensitivo, nha la natura d'alcun oggetto sensibile, ma quella d'una virt pispirituale e pielevata. Nondimeno occorre che l'anima sensitiva
vivifichi l'aria che le congiunta e che senta le specie degli oggetti che
agiscono su di essa in un'aria vivificata e congiunta allo spirito e ci nell'aria vivente. Ma con la differenza che le specie visibili si scorgono
nell'aria trasparente e sottile, quelle dell'udito nell'aria comune e quelle
degli altri sensi nell'aria pigrossolana.



CAPITOLO XXVI.

Della concordanza dei suoni e degli accordi con i corpi celesti e quali suoni
corrispondano a ogni astro.

Ora indispensabile conoscere quali suoni sieno peculiari d'ogni astro...
Saturno ha suoni tristi, rauchi, gravi, lenti e come raggruppati e
concentrati; Marte ha suoni rudi, acuti, minacciosi, risoluti e come
improntati d'ira; la Luna ha suoni misti tra gl'indicati. Questi tre pianeti
hanno comune la caratteristica di possedere voci o suoni, piuttosto che
accordi. Gli accordi contraddistinguono invece Giove, il Sole, Venere e
Mercurio. Giove ha accordi gravi, costanti, intensi, scavi, gai e piacevoli;
il Sole accordi venerabili, forti, puri, dolci e graziosi; Venere accordi
lascivi, lussuriosi, molli, voluttuosi, dissoluti e dilatati concentricamente;
Mercurio accogli multipli, allegri, piacevoli per una certa vivacit Tali
accordi sono percomposti di toni particolari, concordanti con le nove Muse.
Giove ha l'ottava e la quinta, ossia il diapason e il diapente; il Sole ha
l'ottava e la quindicesima, ossia il diapason e il disdiapason; Venere ha la
quinta, ossia il diapente; Mercurio il diatessaron, ovvero la quarta.

Di pigli antichi si contentarono del tetracordo, ossia del numero dei
quattro elementi, non ebbero che quattro corde per i vari Strumenti, come, al
dire di Nicomachus, fu stabilito per primo da Mercurio e con queste quattro
corde si voluto significare la terra con l'hypat l'acqua, col parhypato
il mese, il fuoco col neto il diezeugmenon, o l'hyperboleos, l'aria col
pareneto il synemmenon. In seguito Terpandro di Lesbo inventuna settima
corda e le sette corde vennero riferite ai sette pianeti.

Coloro che presero a base dell'accordo i quattro elementi, dicevano che i
quattro generi di musica s'accordavano, oltre che coi quattro elementi, anche
con i quattro umori giudicando perciche il modo dorico s'accordasse con
l'acqua e con la flegma, il frigio col fuoco e con la collera, il lidio con
l'aria e col sangue, il mixolidio con la terra e con la bile nera. Altri,
basandosi sul numero e sulla virtdei cieli, hanno attribuito il dorico al
sole, il frigio a marte, il lidio a Giove, il mixolidio a saturno,
l'hypofrigio a mercurio, l'hypolidio a Venere, l'hypodorico alla Luna e
l'hypomixolidio al cielo delle stelle. Di pigli antichi ammettevano una
quantitdi muse e di corde eguale al numero di cieli riconosciuto, pur senza
osservare l'ordine da loro stabilito tra i numeri e le anime celesti
riferentesi alle nove Muse, gida noi indicato. Perchdicevano che la musa
Talia era priva di suoni, simbolizzando il silenzio e la terra: che a Clio e
alla luna era da attribuirsi il modo hypodorico e la corda proslambanomenos; a
Calliope e a mercurio il modo hypofrigio e la corda hypatehypaton; a Tersicore
e a Venere l'hypolidio e la corda parhypatehypaton; a Melpomene e al sole il
modo dorico e la corda lychanoshypaton; a Erato e a Marte il modo frigio e la
corda, hypatemeson; a Euterpe e a Giove il modo lidio e la corda
parhypatemeson; a Polimnia e a Saturno il modo mixolidio e la corda
lichanosmeson; a
Urania e al cielo il modo hypermixolidio e la corda meseschorda. Il che
troviamo descritto nei seguenti versi:

La sorda Talia, giacente in grembo alla terra, fa germinare il silenzio dal
suo Primo canto.

Persefone e Clio soffiano. E ne nasce l'hypodorico, donde trae origine
Prosmeledes.

L'hypochorda seguente forma il frigio che genera Calliope istessa, nonch Mercurio, l'araldo degli dei.

La terza corda fa intendere il preludiare dell'hypolidio. Tersicore avanza e
la dea di Pafo dla concordanza e l'ordine.

Melpomene e il Sole caratterizzano in modo indubbio il modo detto dorico, che
viene quarto.

Erato dal frigio la quinta corda e Marte insieme, che si compiace sempre
nella lotta e mai nella pace.

Il lidio ha la modulazione d'Euterpe e di Giove e con la sua dolcezza forma la
sesta corda.

Saturno e Polimnia fanno vibrare la settima corda, da cui comincia il
mixolidio.

L'hypermixolidio, nell'animare l'ottava corda amica d'Urania, fa rotare i poli
con arte.

Alcuni autori si provano anche a trarre le armonie celesti dalle distanze
reciproche che intercorrono fra gli astri. Cosla distanza, fra la Terra e la
Luna, che di centoventiseimila stadi italici, forma l'intervallo d'un tono;
quella fra la Luna e Mercurio, che della met forma il semitono; una
distanza simile fra Mercurio e venere forma un altro mezzo tono; tra, Venere e
il Sole v'ha un diapente, che forma tre toni e mezzo; dalla Luna al Sole v'ha
il diatessaron, ossia due toni e mezzo; dal Sole a Marte v'ha tanta distanza
quanta fra la Terra e la Luna, ciche forma un tono; da Marte a Giove la met di tale distanza,, che forma un semitono; da Giove a Saturno un'eguale
distanza, che forma un altro semitono; da Saturno al cielo delle stelle ancora
la distanza d'un semitono. Dunque dal Sole al cielo delle stelle v'ha il
diastema diatessaron di due toni e mezzo e dalla Terra un perfetto diapason di
sei toni interi. Cistabilito dalla proporzione dei movimenti dei pianeti
l'uno rispetto
all'altro e dall'accordo con l'ottavo cielo, si genera l'armonia piperfetta.
La proporzione di tali movimenti da Saturno a Giove un doppio sesquialtero;
da Giove a Marte il sestuplo; da Marte al Sole a Venere e a Mercurio, che
stanno a eguale distanza, il doppio; da questi alla Luna il duodecuplo; da
Saturno al cielo delle stelle il milleduecentuplo, se pur giusto quanto
afferma Tolomeo che il cielo delle stelle compia il suo giro intorno al Primo
Mobile in cento anni per ogni grado. Percila velocitdelle Luna maggiore
rispetto al movimento proprio e produce un suono piacuto di quello dell'orbe
stellare, che il pilento di tutti e dil suono pigrave. Ma il Primo
Mobile, pel suo moto violento, il pirapido e il piacuto e la Luna la
pilenta e la pigrave e tale proporzione e reciprocitscambievole di
movimenti produce la piSoave armonia. Cosnessun canto, nessun suono,
nessun istrumento musicale possiedono maggiore efficacia per suscitare le
passioni umane e per esaltarle, di quelli che sono composti e derivati dai
numeri, dalle misure e dalle proporzioni alla maniera di quelle celesti.

Gli accordi degli elementi vengono poi tratti dalle loro basi e dai loro
angoli, di cui abbiamo giparlato. Tra il fuoco e l'aria vi doppia
proporzione nelle basi e sesquialtera negli angoli solidi, doppia nei piani; e
percine risulta l'armonia del doppio diapason e del diapente. Tra l'aria e
l'acqua una proporzione basilare di un doppio sesquialtero, da cui risultano
il diapason e il diapente, e una doppia proporzione angolare, da cui risulta
ancora il diapason. Tra l'acqua e la terra una triplice proporzione
sesquiterza nelle basi, da cui risultano il diapason il diapente e il
diatessaron, e angolarmente una sesquialtera, che forma ancora il diapente.
Tra la terra e il fuoco ugualmente una sesquialtera fra le basi, che forma. il
disponete e fra gli angoli una doppia proporzione che forma il diapason. Ma
tra il fuoco e l'acqua, tra l'aria e la terra, non v'ha concordanza per la
decisa contrarietdelle qualitrispettive e puesservi solo accordo merc un elemento intermedio fra i due contrari.





CAPITOLO XXVII.

Della proporzione della misura e dell'armonia del corpo
umano.

Poichl'uomo la pibella ed assoluta opera ed immagine di Dio ed il
mondo minore. Cosanche egli con composizione piperfetta, con pisoave
armonia, con pisublime dignit contiene in se sostiene tutti i numeri,
pesi, misure, movimenti, elementi e tutte le altre cose componenti; e tutte le
cose conseguono in esso, come per supremo artifizio, una certa consonanza
suprema piforte di quella comune che si riscontra negli altri corpi. Perci gli antichi contavano altravolta e indicavano con le loro dita i numeri e
sembra con ciche abbiano voluto dimostrare che tutti i numeri, le misure, le
proporzioni e le armonie siano stati inventati a Somiglianza delle varie
articolazioni del corpo umano. Donde deriva che, conformandosi alle misure e
alle proporzioni del corpo umano, essi abbiano costruito templi, edifici,
case, teatri, navigli, macchine e le singole parti relative agli edifici, come
colonne, capitelli, basamenti, frontoni, piedistalli e simili. Dio stesso
insegna Noa costruire l'arca Sulle misure fornite dal corpo umano, come
egli stesso ha tratto dal nulla tutto il macchinario dell'universo basato
sulla simmetria del corpo umano, cosche quello vien chiamato il gran mondo e
questo il piccolo mondo.

Alcuni misurano il corpo umano con sei piedi, il piede con dieci gradi e il
grado con cinque minuti, per cui si contano sessanta gradi che formano
trecento minuti, equivalenti ed altrettanti cubiti geometrici quanti Mosne
attribuisce all'arca di No Perchcome il corpo umano misura trecento minuti
in lunghezza, cinquanta in larghezza e trenta in altezza, cosl'arca era
lunga trecento cubiti, larga cinquanta, alta trenta, affinchla proporzione
della lunghezza alla larghezza fuse sestupla, della lunghezza all'altezza
decupla e della larghezza all'altezza di due terzi. Nello stesso modo le
correlazioni fra tutte le membra sono proporzionate e concordanti e convengono
tanto con le membra del mondo e con le misure dell'archetipo, da non esservi
alcun membro nel corpo umano che non risponda a qualche segno, a qualche
astro, a qualche intelligenza, a qualche nome divino nell'archetipo stesso che
Dio.

Tutto la misura del corpo pudistendersi in cerchio e, provenendo da questo,
si riconosce che sempre vi tende.

Il corpo proporzionatissimo anche per la misura quadrata, giacchcollocaudo
un uomo eretto sui due piedi ravvicinati e con le braccia distese dai due
lati, esso formerun quadrato perfetto, di cui il centro si trova alla base
del pube.

Se poi intorno allo stesso centro si traccia un cerchio che racchiuda
esattamente il corpo, atteggiato in modo che le braccia distese ne tocchino
con la punta delle dita la circonferenza e che i piedi, divaricati tanto
quanto le mani lo sono al sommo del capo, riposino sulla stessa circonferenza,
l'intera circonferenza viene divisa in cinque parti eguali che formano un
pentagono perfetto e le estremitdei talloni, in rapporto all'ombelico,
tracciano un triangolo equilatero.

Ma se si atteggia l'uomo con le gambe allargate dalle due parti e con le mani
sollevate all'altezza della linea che passa sulla testa, allora le estremit dei piedi e delle mani formeranno un quadrato perfetto, di cui l'ombelico
costituiril centro.

Se, tenendo sollevate le mani come sopra, i piedi e le gambe
sono distesi in modo che l'uomo risulti pibasso del suo normale d'una
quattordicesima parte, l'estremitdei piedi in rapporto al pube formerun
tritolo equilatero e,
facendo centro sull'ombelico, il cerchio che si tracciasse
toccherebbe le estremitdelle mani e dei piedi.

Se le mani sono affatto sollevate verticalmente Cosche i gomiti Si trovino
all'altezza del sommo del capo e se l'uomo si tiene ritto coi piedi giunti
entro un quadrato perfette, il
centro di tale quadrato gli cadrsull'ombelico, che equidistante tra il
vertice del capo e le ginocchia.
Passiamo adesso alle misure specifiche. La circonferenza d'un uomo presa sotto
le anche la metdella sua altezza e la metdi questa trovasi alla base del
pube; dal pube insino al mezzo del petto tra le due mammelle e dal mezzo del
petto in cima della testa si riscontra la quarta parte dell'altezza totale e'
cosdicasi dal pube alle ginocchia e dalle ginocchia sino ai talloni. La
distanza da un'estremitdell'una spalla all'estremitdell'altra eguale a
quella che dal gomito va sino alla punta del dito medio misura questa che si
chiama cubito; cosche quattro cubiti formano la lunghezza totale dell'uomo.
La larghezza della cintola di un piede; sei palmi formano un cubito, ma non
ne corrono che quattro per formare un piede; tutta la lunghezza dell'uomo di
ventiquattro palmi, o di sei piedi, o di novantasei dita. Dal pube al sommo
del petto v'ha una sesta parte dell'intera lunghezza e una settima parte dal
sommo del petto sino alla radice dei capelli. In un corpo robusto la sesta
parte della lunghezza d'un piede; in un corpo pisnello il piede la
settima parte e Varrone e Gellio asseriscono che il corpo umano non possa
eccedere i sette piedi di altezza. Sono eguali tra loro e pari alla settima
parte dell'intera altezza dell'uomo le seguenti misure: il diametro della
cintola; lo spazio che corre tra la piega interna del braccio e il principio
della mano; quello che dal petto, tra le due mammelle, va sino al labbro
superiore, o in basso sino all'ombelico; quello che va dalla pianta del piede
sino alla metdella gamba e dalla metdella gamba sino alla rotula del
ginocchio. La testa dell'uomo, dalla punta del mento sino all'alto della
fronte, ha una misura eguale alla ottava parte dell'altezza del corpo; la
stessa distanza si riscontra dal gomito alla fine delle spalle e, in un uomo
alto, il diametro della sua cintola anche della stessa lunghezza. La
circonferenza del capo presa sull'alto della fronte e sotto all'occipite forma
la quinta parte della sua altezza, e cosdicasi della larghezza del petto.
Nove lunghezze del viso formano un uomo solido e ben fatto e ne occorrono
invece dieci per formare un uomo alto. Dividendo in nove parti la intera
altezza dell'uomo, e ragguagliando ognuna di queste alla lunghezza del viso
avremo le seguenti distanze: la prima dal sommo della fronte all'estremitdel
mento, la seconda dall'attacco della gola col petto all'origine dello stomaco,
la terza da questa all'ombelico, la quarta dall'ombelico al femore, la quinta
e la sesta dal femore al garetto, la settima e l'ottava dal garetto alla
caviglia e la nona si ha sommando insieme gli spazi che corrono dal sommo
della fronte al sommo della testa, dal mento alla base della gola e dalla
caviglia sino alla pianta del piede.
Il petto largo due lunghezze di faccia e le due braccia formano sette
lunghezze di faccia. Il corpo che ha dieci lunghezze di faccia il pi proporzionato, misurandosi nel seguente modo. La prima lunghezza va dal sommo
del capo sino alle narici, la seconda dalle narici all'origine del petto, la
terza dal petto all'origine dello stomaco, la quarta dallo stomaco
all'ombelico, la quinta dall'ombelico al pube e da questo sino alla pianta del
piede si contano altre cinque lunghezze. La mano dell'uomo, dal polso alla
punta del medio, forma anche una lunghezza di faccia; la distanza fra i due
capezzoli delle mammelle misura anche una faccia e tirando due rette fra i
capezzoli e la base della gola si ottiene un triangolo equilatero. La
larghezza della fronte inferiore, presa da un orecchio all'altro, forma una
faccia; la larghezza di tutto il petto, presa in alto sino alla giuntura delle
spalle, forma da ogni lato una faccia e due faccie riunite insieme. La
circonferenza della testa misurata trasversalmente a partire dall'intervallo
fra le due sopracciglia, passando pel sommo della fronte e per l'occipite sino
alla nuca, ldove termina la capigliatura, anche contata per due parti.
Dagli omeri, esteriormente, sino alle articolazioni delle mani e interiormente
dalle ascelle sino al limite delle palme e all'inizio delle dita si contano
tre parti. La circonferenza della cintola conta quattro parti in un uomo
robusto e tre parti e mezzo in un uomo pidelicato, ovvero la stessa
lunghezza che v'ha tra il sommo del petto, e la base del pube. La
circonferenza del petto presa sotto le ascelle contiene cinque parti, o la
metdell'intera altezza del corpo. Dal Sommo del capo sino al pomo d'Adamo
v'hanno due tredicesime parti dell'intera statura. Sollevando le braccia, i
gomiti giungono all'altezza del capo.

La distanza tra il mento e il petto eguale alla larghezza del collo e dal
sommo del petto sino all'ombelico v'ha una distanza eguale al giro del collo;
la distanza tra il mento e il sommo del capo eguale alla larghezza della
cintola; l'intervallo tra le sopracciglia e le narici simile a quello tra la
gola e il mento e quello tra le narici e il mento uguale a quello tra la
gola e la base del collo. Similmente sono simili tra loro la concavitdegli
occhi dalle sopracciglia agli angoli interiori, la prominenza delle narici e
lo spazio che intercorre fra la base delle narici e la punta del labbro
superiore. Sono
anche simili tra loro le distanze tra l'estremitdell'unghia dell'indice e la
base della sua giuntura, da tale base sino al luogo ove la mano s'articola,
col braccio all'esterno e all'interno dalla punta dell'unghia, del medio sino
alla base della sua giuntura e da questa al polso. La giuntura pigrande
dell'indice eguale all'altezza della fronte; le altre due giunture, sino
all'estremitdell'unghia, equivalgono alla lunghezza del naso dalle
sopracciglia all'origine delle narici. La giuntura pigrande del dito medio eguale allo spazio tra la base delle narici e l'estremitdel mento; la
seconda giuntura ha tanta estensione quanta se ne riscontra tra il mento e la
punta del labbro inferiore; la terza eguale alla distanza che corre tra la
bocca e la base delle narici. Tutta la mano grande come il viso. La
giuntura, maggiore del pollice tanto lunga quanto l'apertura della bocca, o
quanto la distanza che separa il mento e la punta del labbro inferiore; la
giuntura pipiccola invece eguaglia lo spazio tra la sommitdel labbro
inferiore e l'inizio delle narici. Le unghie sono esattamente la metdella
lunghezza delle ultime giunture delle dita.

Dalle sopracciglia sino all'estremitdegli angoli degli occhi v'ha tanta
distanza quanta ve n'ha da questi ai fori auricolari. L'altezza della fronte,
la lunghezza del naso, la larghezza della bocca presa pel labbro superiore
sono eguali tra loro e anche eguali tra loro sono la larghezza della palma
della mano e della pianta del piede. La distanza tra il basso del tallone e
l'alto del piede uguaglia la distanza tra l'alto del piede e l'estremit dell'unghia e sono anche eguali tra loro gli spazi che corrono tra l'alto
della fronte e l'interstizio degli occhi, tra questi e la base delle narici,
tra la base delle narici e il mento. Le circonferenze degli occhi, delle
orecchie e della bocca aperta sono eguali tra loro. La larghezza del naso grande come la lunghezza dell'occhio. L'ombelico occupa l'esatta metdella
distanza che separa il sommo del capo dalle ginocchia; il pomo d'Adamo a
mezza via tra il sommo del petto e la base delle narici; gli occhi sono nel
mezzo tra la sommitdel capo e la punta del mento; tra i due occhi e la punta
del mento la base delle narici si trova a metdistanza; tra la base delle
narici e il mento l'estremitdel labbro inferiore occupa il giusto mezzo,
mentre il labbro superiore forma la terza parte di tale distanza.

Fra tutte queste misure v'ha inoltre una concordanza armonica di proporzioni.
Cosil pollice in rapporto col braccio all'estremitdel muscolo e presso il
polso e coll'articolazione della mano intorno al pugno si trova nella
proporzione di due volte e mezza, mentre in rapporto con l'alto del braccio
nel muscolo vicino alle Spalle si trova in proporzione triplice. La grandezza
della gamba comparata a quella del braccio in proporzione d'uno e mezzo,
ossia di tre a due, e la medesima proporzione v'ha tra il collo e la gamba. La
proporzione tra la coscia e il braccio triplice; tra tutto il corpo e il
tronco d'un ottavo e mezzo, mentre in confronto con la misura da dopo il
tronco o torace sino alle piante dei piedi d'un terzo e mezzo e in confronto
con la misura del petto, dal collo all'ombelico, doppia. La proporzione
della testa in rapporto al collo triplice e cosdicasi in rapporto alle
ginocchia, alla coscia anteriore ed a quella posteriore. La lunghezza della
fronte presa fra l'una e l'altra tempia quadrupla in confronto della sua
altezza.
In tal modo le varie parti del corpo umano, secondo la
loro lunghezza, larghezza, altezza e circonferenza, concordano insieme e
concordano altrescon le dimensioni degli stessi corpi celesti. E tutte
queste misure sono ripartite in pisorta di proporzioni, da cui scaturiscono
pispecie di armonie, giacchla proporzione doppia forma tre volte il
diapason, e la quadrupla due volte il diapason e il diapente.

Nello stesso modo gli elementi, le qualit le complessioni e gli umori
possiedono nell'uomo in modo naturale le loro proporzioni. Un uomo sano e ben
composto ha otto parti di sangue, quattro di flegma, due di collera e una di
melanconia cosche a considerarle via via nel loro ordine ciascun elemento ha
proporzione doppia del successivo, ma dal primo al terzo e dal esecrando al
quarto la proporzione quadrupla e dal primo all'ultimo ottupla. Dioscoride
ha insegnato che il calore dell'uomo, durante il primo anno della sua vita,
pesa due dracme, durante il secondo anno quattro e cosvia in proporzione
sino ai cinquanta anni, in cui raggiunge il peso di cento dracme. Dopo tale
et facendo ancora il giusto calcolo del suo decrescere, si troverche
compito il ciclo, l'organo ritorna al suo punto stesso di partenza, cosche
poi non v'ha piposto per la vita essendo il cuore consumato. Perci Dioscoride ha limitato a cent'anni la vita umana e Plinio riferisce che tale
era pure l'opinione degli Egiziani. Ed anche i movimenti stessi delle membra
umane corrispondono ai movimenti celesti. E ciascun Uomo ha in se il movimento
del suo cuore che risponde al movimento del sole e, comunicato mercle
arterie a tutto il corpo, ci segna gli anni, i giorni, le ore e i momenti.

Gli anatomisti hanno poi scoperto un certo nervo che risiede nella nuca, il
quale, se su di esso si eserciti pressione, imprime a tutte le membra umane i
moti che son loro particolari. Il che fa credere ad Aristotile che la
divinit con una trazione simigliante, imprima il moto alle membra
dell'universo. E v'hanno due vene nel collo che compresse fortemente
dall'esteriore nel punto in cui si dividono in due rami per penetrare nel
capo, fanno sche l'uomo resti privo dell'uso dei sensi sino a che non si
cessi dal comprimerle.

Insomma l'eterno artefice che ha fatto il mondo e che ha disposto che lo
spirito entri nel corpo come in una casa, ha voluto preparargli una dimora
degna, largendo a questo nobilissimo spirito un corpo ben fatto. Percigli
Etiopi, guidati dalla saggezza dei loro sacerdoti detti gimnosofisti, al dire
di Aristotile, non sceglievano punto i loro re tra gli uomini pivigorosi e
pidoviziosi, ma tra i piavvenenti e tra i meglio conformati, mettendo in
rapporto la bellezza dello spirito con quella del corpo. Su una medesima
considerazione buon numero di filosofi antichi e moderni, che hanno osato
scandagliare la maestdella natura per trarne i misteri delle cause occulte,
hanno osato asserire che ogni difetto e ogni sproporzione del corpo provengono
dal difetto e dall'intemperanza dello spirito, essendo certo che l'uno cresca
e funzioni pel ministerio dell'altro.




CAPITOLO XXVIII.

Della composizione e dell'armonia dell'anima umana.

Nel modo istesso che l'armonia del corpo riposa sulla misura e sulla giusta
proporzione delle membra, cosl'armonia dello spirito si basa sull'equilibrio
del temperamento e sulla concupiscenza l'irascibilite la ragione,
proporzionate in modo che ha ragione in rapporto alla concupiscenza ha la
proporzione del diapason e in rapporto all'irascibilitha la proporzione del
diatessaron, mentre l'irascibilitin rapporto alla facoltconcupiscibile ha
la proporzione del diapente. Quando dunque un'anima proporzionatissima, congiunta a un corpo egualmente assai proporzionato, un tal uomo costantemente felicissimo nella distribuzione delle perfezioni del corpo e
dell'anima, perchl'anima e il corpo si convengono nella disposizione delle
cose naturali e per quanto tale convenienza sia molto ascosa, nondimeno i
saggi hanno in qualche modo saputo scoprirla.

Per intrattenerci brevemente dell'armonia dell'anima, occorre che noi la
cerchiamo nelle scaturigini da cui ci proviene, vale a dire nei corpi e nelle
sfere celesti e conoscendo quali forze spirituali corrispondono a ciascun
pianeta, ci saragevole scoprirne le rispettive armonie, mercquanto abbiamo
giesposto prima. Perchla Luna governa le forze del crescere e del
decrescere, Mercurio la forza fantastica e l'ingegno, Venere la facolt concupiscibile, il Sole quella vitale, Marte la impulsiva chiamata anche
irascibile, Giove quella naturale e Saturno ogni virtpassiva e recettiva.

E la volont come un Primo Mobile, comanda a sua guisa tutte queste prestanze
e congiunta all'intelletto superiore, che la rischiara lungo il Suo cammino
come la luce rischiara l'occhio, s'indirizza, al bene. Nondimeno l'intelletto
non la fa agire e la volontresta signora, delle sue azioni, dal che proviene
ciche fu detto libero arbitrio e quantunque essa tenda sempre al bene che le
conviene, talora, tuttavia, accecasa dall'errore e sospinta dall'impulso
animale, sceglie il male reputandolo un bene. Per conseguenza il libero
arbitrio definito una facoltdell'intendimento e della volont mediante la
quale si sceglie il Bene, se si assistiti dalla grazia, e il male, se si privati della grazia. Pertanto la grazia, che i teologi chiazzano anche carit e amore influsso, nella volontcome un primo mobile e senza di essa
l'armonia dell'anima diventa discordante.

L'anima ha anche corrispondenza con la terra merci sensi,
con l'acqua mercl'immaginazione, con l'aria mercla ragione, col cielo
mercl'intendimento e l'anima si armonizza con ciascun elemento a seconda
della loro temperanza nella spoglia mortale. Gli antichi sapienti, conoscendo
che le disposizioni diverse delle anime e dei corpi erano fondate sulla
diversitdelle complessioni umane, si sono efficacemente serviti della musica
e del canto cosper conservare e ristabilire la salute corporale, che per
guidare gli spiriti verso il bene, sino a far concordare l'uomo con l'armonia
celeste. Nv'ha nulla di pipossente dell'armonia musicale per allontanare
tutti i cattivi spiriti, che non possono soffrire alcun vero accordo,
contrario alla loro natura, e ne rifuggono. CosDavid potcon la sua arpa
chetare i furori di Saul, posseduto da uno spirito maligno. Sopra questo
fondamento gli antichi sapienti e preti, che conoscevano questi sacramenti
dell'armonia, ne trassero i canti ed i suoni musicali per i sacri uffici.




CAPITOLO XXIX.

Dell'osservazione delle cose celesti, necessarissima in ogni
operazione magica.

Ogni potere naturale opera invero cose ancor pimirabili, se, oltre la giusta
proporzione fisica, sia animato e accompagnato dall'osservazione delle cose
celesti, perchsempre le cose inferiori debbono essere sottomesse alle
superiori, come la femmina al maschio, per divenire feconde.

In ogni operazione magica bisogna dunque osservare le posizioni i moti e gli
aspetti delle stelle e dei pianeti nei rispettivi segni e gradi e in quali
disposizioni si trovino tutte queste cose rispetto alla latitudine e alla
longitudine del luogo perchtutto cimodifica gli angoli prodotti dai raggi
dei corpi celesti sull'immagine delle cose, angoli secondo i quali si
trasfondono i poteri celesti.

Cos nell'operare cosa che sia in relazione con alcun pianeta, abbisogner collocare questo nelle sue dignitfortuna e potenza e badare a che sia
dominante nel giorno nell'ora e nell'aspetto del cielo. E non si avrsolo
riguardo al significatore dell'opera, ma si osserverche la Luna sia
indirizzata verso questo significatore, giacchnulla potrriuscire senza
aver favorevole la Luna. Se l'opera richiede il patrocinio di piastri, si
scelgano i piforti e s'abbia cura a che rispettivamente si trovino in
aspetto favorevole, o, in mancanza, si scelgano gli aspetti angolari. Si
osservi pure il momento in cui la Luna ne contempli due, o sia in congiunzione
con uno e ne contempli un altro, o passi dalla congiunzione o aspetto dell'uno
alla congiunzione o aspetto dell'altro. Ritengo altresche nella pratica
della Magia non debba omettersi di badare a Mercurio che il messaggero
divino cosin cielo come in terra e congiunto ai pianeti buoni ne aumenta la
bonte insieme ai malvagi fa che cresca la loro malizia.

Un segno o un pianeta sono nefasti per l'aspetto di Saturno o di Marte, specie
se in opposizione o in quadratura, che sono aspetti d'inimicizia; ma la
congiunzione il trino e
il sestile sono aspetti benigni. Tra questi il piefficace la congiunzione
e se, scrutando mercil trino, si arrivasse a scoprire il pianeta, lo si
considererebbe come se fosse giin congiunzione. Tutti i pianeti per paventano la congiunzione del Sole e si rallietano dei suoi aspetti trino e
sestile.





CAPITOLO XXX.

Dei momenti in cui le influenze dei pianeti sono piefficaci.

I pianeti sono possenti quando si trovano nei loro domicili o esaltazioni, o
triplicit o termini, o aspetti, in direzione fuori della combustione, in
aumento, in figura del cielo con dominazione; vale a dire, quando sono negli
angoli, specie dell'oriente o della decima casa, nelle plaghe immediatamente
successive, o nelle loro esaltazioni. Bisogna badare a che non si trovino
vicini a Saturno o a Marte, o sotto il loro dominio, e che non sieno in gradi
tenebrosi. Gli angoli dell'ascendente e della decima e settima casa, il
dominatore dell'ascendente, il luogo del Sole, il luogo della Luna, il luogo
della parte della fortuna, il suo dominante e il signore della congiunzione o
della prevenzione precedente, dovranno esser benigni, mentre i pianeti
malefici dovranno essere infortunati, salvo che, per azzardo, essi non siano i
significatori dell'opera intrapresa, o che non possano esser utili in qualche
modo, o che dominino la rivoluzione o la nascita dell'operatore, nel qual caso
non bisogna abbassarli. La Luna sarpotente se si trovernel suo domicilio,
o esaltazione, o triplicit o aspetto e grado conveniente all'operazione
intrapresa, o se si troverin una delle ventotto case che le convenga o
convenga all'operazione; ne deve essere in una via bruciata, arretrata nel SUO
corso, o nell'eclittica, o bruciata dal Sole, salvo che per azzardo non sia in
congiunzione con esso; e non bisogna che discenda in latitudine meridionale
all'uscire dalla combustione, ne che sia in diminuzione di luce, o impedita da
Marte o Saturno.

Ma non voglio pidilungarmi sull'argomento, che le opere astrologiche
svolgono ampiamente insieme ad altri indispensabili del pari.




CAPITOLO XXXI.

Dell'osservazione delle stelle fisse e della loro natura.

Le stesse precauzioni, oltre che pei pianeti, vanno osservate per le stelle
fisse, che hanno il significato e la natura dei sette pianeti, alcune essendo
perdella natura d'un solo pianeta e altre della natura di due pianeti.
Percile quante volte alcun pianeta si trova congiunto ad alcuna delle stelle
fisse della sua natura, il significato di questa si accentua e la natura del
pianeta si esalta; ma se la stella di due nature, il pianeta piforte
congiunto con la stella sorpasserin significato la sua stessa natura. Cos
per esempio, se la stella della natura di Marte e di Venere e Marte congiunto con essa, la natura di Marte diverrpipoderosamente significativa
e se essa congiunta con Venere, sarsuperiore la natura di Venere.

La natura delle stelle fisse contraddistinta dai loro colori, comuni a certi
pianeti e loro attribuiti. Ecco i colori dei pianeti.

Saturno livido, o plumbeo, con tendenza al bianco; Giove giallo limone un
po' sbiadito; Marte rosso e del colore della fiamma; il Sole ha il colore
dello zafferano, ardente quando si leva e in seguito raggiante; Venere bianca, d'un bianco fulgido al suo levarsi e splendente al suo tramontare;
Mercurio radiante e la Luna bionda.

E' anche da osservare che pigrandi e luminose appaiono le stelle fisse, pi forte il loro significato, come delle stelle che gli astrologhi
classificano nella prima e nella seconda grandezza. Citerqualcuna delle pi considerevoli per questa loro facolt quali l'ombelico d'Andromeda nel
ventiduesimo grado dell'Ariete, della natura di Venere e di Mercurio, che
alcuni chiamano gioviale, altri saturniana; la testa d'Algol nel diciottesimo
grado del Toro, della natura di Saturno e di Giove; le Pleiadi nel
ventiduesimo grado dello stesso segno, della natura della Luna e della
complessione di Marte; Aldebaran nel Terzo grado dei Gemelli, della natura di
Marte e della complessione di Venere e che Ermete colloca invece nel
venticinquesimo grado dell'Ariete; il Caprone nel decimoterzo grado dei
Gemelli, della natura di Giove e di Saturno; il Cane maggiore nel settimo
grado del Cancro, della natura di Venere; il Cane minore nel diciassettesimo
grado dello stesso segno, della natura di Mercurio e della complessione di
Marte; la Stella Reale, o Cuore del Leone, nel ventunesimo grado del Leone,
della natura di Giove e di Marte; la coda dell'Orsa Maggiore nel
diciannovesimo grado della vergine, della natura di Venere e della luna; l'ala
destra del Corvo, nel settimo grado della Bilancia, e l'ala sinistra, nel
tredicesimo grado dello stesso segno, ambedue della natura di Saturno e di
Marte; la Spiga nel sedicesimo grado della Bilancia, nella natura di Venere e
di Mercurio; Alchameth nel diciassettesimo grado della Bilancia, della natura
di Marte e di Giove, ma in buon aspetto col primo e in cattivo aspetto col
secondo; Elpheia nel quarto grado dello Scorpione, della natura di Venere e di
Marte; il cuore dello Scorpione nel terzo grado nel Sagittario, della natura
di Marte e di Giove; l'Avvoltoio cadente nel Settimo grado del Capricorno,
della natura mista di Mercurio e di venere; la coda del Capricorno nel
sedicesimo grado dell'Acquario, della natura di Saturno e di Mercurio; la
spalla del Cavallo nel terzo grado dei Pesci, della natura di Giove e di
Marte.

Si tenga presente che quando la stella dominante v'hanno da sperare favori
speciali, impossibili da ottenere quando essa infortuniata. Perchsecondo
che i corpi celesti siano bene o mal disposti, influiscono bene o male su noi
e sulle cose di cui ci serviamo.

Infine, quantunque le stelle fisse producano effetti considerevoli, tuttavia
tali effetti sono attribuiti ai pianeti, sia perchpivicini a noi pi visibili e piconosciuti, sia perchvalorizzano tutte le influenze delle
stelle superiori.


CAPITOLO XXXII.

Del Sole e della Luna e dai loro significati magici.

Il Sole e la Luna hanno il governo dei cieli e di tutti i corpi che sono
sottomessi al cielo. Il Sole governa le forze elementari e la Luna, per virt riflessa del Sole, governa la generazione il crescere e il decrescere. Perci Albumasar dice che ogni cosa vive mercil Sole e la Luna, che sono chiamati
da Orfeo gli occhi vivificanti del cielo.

Il Sole risponde su tutte le cose la sua luce, che distribuisce non solo nel
cielo e nell'aria, ma anche sulla terra e nel piprofondo dell'abisso. Quanto
noi abbiamo di buono, dice Giamblico, lo dobbiamo al Sole, sia direttamente,
che indirettamente pel tramite degli altri corpi celesti.

Eraclito lo chiama la sorgente della luce celeste e molti platonici hanno
detto che l'anima del mondo risiede principalmente nel Sole, da dove
distribuisce la vita il sentire e il moto all'universo intiero. Percigli
antichi naturalisti hanno chiamato il Sole il cuore istesso del cielo, i
Caldei l'hanno collocato nel bel mezzo dei pianeti e gli Egiziani nel mezzo
del mondo, come tra i due quinari del mondo, collocando cinque pianeti sopra
il Sole e sotto di esso la Luna e i quattro elementi. Tra gli altri astri esso
l'immagine del supremo principio, la vera luce dell'un mondo e dell'altro il
terrestre e il celeste, e il simulacro perfetto della stessa divinit
contrassegnando il Padre con l'essenza, il Figlio con lo splendore e lo
Spirito Santo col calore, cosche gli Accademici non hanno nulla di meglio di
cui servirsi per dimostrare l'essenza divina. Il Sole corrisponde a Dio con
tanta armonia, che Platone lo chiama figlio visibile di Dio, Giamblico
immagine della divina intelligenza e Dionigi la statua trasparente di Dio.
Come un re esso si sta fra gli altri pianeti e li sorpassa tutti in fulgore in
grandezza e in bellezza e li rischiara tutti e distribuisce loro il vigore e
ne regola il corso, cosche i loro moti si compiono di giorno e di notte,
meridionali o aquilonari, orientali o occidentali, per moto diretto o per moto
retrogrado. E nella stessa maniera
con cui dissipa le tenebre della notte, cosfuga tutte le potenze tenebrose,
come ci dato leggere in Giobbe: non appena l'aurora apparir le ombre della
morte saranno dissipate. Il Salmista, parlando dei leoncelli che chiedono a
Dio il permesso di divorare, conclude: il Sole sorto, essi si sono riuniti
in branco e andranno a chiudersi nei loro covi e allora l'uomo verrfuori per
accudire ai suoi lavori.

Il Sole dunque occupa la regione mediana dell'universo ed essendone il cuore
anima tutte le cose animate, governando e regolando il tempo, producendo i
giorni e gli anni, il freddo e il caldo, o disponendo, per esempio, con Marte
il calore, con Saturno il freddo e governando fin lo spirito stesso e il
coraggio nell'uomo. PerciOmero dice, e Aristotile lo conferma, che i moti
spirituali nell'uomo sono tali quali vengono ispirati quotidianamente dal
Sole, sovrano e moderatore dei pianeti.

La Luna, che la pivicina alla terra, riceve tutte le influenze celesti e,
data la velocitdel suo moto, si congiunge ogni mese al Sole agli altri
pianeti e alle stelle, quasi ancella di tutti gli astri e a un tempo tra gli
astri il pifecondo, giacchriceve in se, come una specie di feto, i raggi e
le influenze del Sole dei pianeti e delle stelle, che riversa; quasi
sgravandosene, sul mondo inferiore vicino. Tutte le stelle invero esercitano
la loro influenza sopra quest'ultima ricevitrice, che comunica quindi
l'influsso di tutte le cose superiori alle inferiori e le rifonde alla terra;
e pimanifestamente degli altri astri dispone queste cose inferiori ed il Suo
moto pisensibile per la familiarite vicinanza con noi e, come cosa
intermedia tra le cose superiori e le inferiori, comunica con tutte. Per
conseguenza, sopra tutti gli altri, conviene osservare il suo corso, essendo
quello che coordina tutte le armonie, secondo la sua complessione, il suo
movimento, la sua situazione e il suo aspetto nei confronti dei pianeti e di
tutti gli altri astri. I maggiori influssi li riceve perdal Sole, quando si
trovi in congiunzione con esso, il quale la riempie di potere vivificante e la
fa partecipare della sua complessione.

Al dire dei peripatetici, la Luna calda e umida nel suo primo quarto, calda
e secca nel secondo, fredda e secca nel terzo e fredda e umida nel quarto e
quantunque sia l'astro
pibasso, nondimeno risponde tutte le virtdegli astri pielevati, giacch l'ordine delle cose s'inizia da essa nella disposizione celeste che Platone
chiama catena d'oro, disposizione per la quale ogni cosa o Ogni causa concatenata ad un'altra e dipende da una cosa o da una causa superiore sino a
raggiungersi in tal modo la prima e sovrana causa di tutte le cose, da cui
tutto dipende. Dal che deriva che non ci possibile in alcun modo attrarre il
potere delle cose superiori, senza avere intermediaria la Luna. E Thebit dice
che per disporre dell'influsso d'alcuna stella, abbisogna impadronirsi della
pietra e dell'erba di tale stella, allorchla Luna si trovi felicemente
sottoposta alla stessa stella o ne sia contemplata favorevolmente.



CAPITOLO XXXIII.

Delle case della Luna e dei loro poteri.

Siccome la Luna compie in ventotto giorni il giro dell'intero zodiaco, i dotti
indiani e i piantichi astrologhi, di comune accordo, le hanno dato ventotto
case fissate nell'ottava sfera, le quali, dalle diverse stelle contenutevi
come dice Alpharus, traggono diverse propriete nomi e la Luna,
attraversandole, ne deriva varie e molteplici virte poteri. Secondo
l'opinione di Abraham, ognuna di queste case occupa dodici gradi, cinquantuno
minuti e quasi ventisei secondi. Eccone i nomi, col loro punto d'inizio nello
zodiaco della ottava sfera.

La prima di tali case si chiama Alnath, vale a dire le corna dell'Ariete, e
comincia dopo la testa dell'Ariete della ottava sfera. E' favorevole ai viaggi
e alla discordia.

La seconda si chiama Allothaim, o Albochan, ossia il ventre dell'Ariete, e
comincia a 12 gradi 51 minuti e 22 secondi dello stesso segno. Fa trovare i
tesori e ritenere i prigionieri.

La terza si chiama Alchaomazon, o Athoraye, vale a dire le piovose o Pleiadi,
e comincia a 25 gradi 42 minuti e 52 secondi dell'Ariete. E' favorevole ai
viaggi in mare, ai cacciatori e alle operazioni d'alchimia.

La quarta si chiama Aldebaran, o Albdelamen, vale a dire l'odio o la testa del
Toro, e comincia, a 8 gradi 34 minuti e 17 secondi del toro. Contribuisce alla
distruzione e al danneggiamento degli edifici, delle sorgenti, dei pozzi e
delle miniere d'oro, tiene lontani i rettili e provoca la discordia.

La quinta si chiama Alchataya, o Albachaya, e comincia a 21 gradi 26 minuti e
43 secondi del Toro. Favorisce il ritorno dei viaggiatori e l'apprendere agli
scolari, favorevole agli edifici, largheggia la salute e attira la
benevolenza.

La sesta si chiama Alhanna, o Alchaya, vale a dire piccolo astro sfolgorante,
e comincia a 4 gradi 17 minuti e 9 secondi dei Gemelli. Favorisce la caccia,
l'assedio delle citte la vendetta dei principi, guasta le messi e le frutta,
ostacola le cure mediche.

La settima si chiama Aldimiach, o Alarzach, vale a dire il braccio dei
Gemelli, comincia a 17 gradi 8 minuti e 34 secondi dei Gemelli e dura sino
alla fine del segno. E' favorevole al guadagno, all'amicizia, all'amore,
allontana le mosche, distrugge i magisteri.

In tal modo una quarta parte completa del cielo occupata da sette case e con
lo stesso ordine e numero di gradi di minuti e di secondi le altre case si
susseguono in numero di Sette in ciascuno degli altri quarti del cielo, cos che nel primo segno di ogni quarto s'iniziano tre case e negli altri due segni
due case.

Per conseguenza le sette case che seguono principiano dal capo del Cancro e
l'ottava ha nome Alnaza o Anatrachya, vale a dire la nuvolosa. Provoca l'amore
e l'amicizia, allontana i sorci, opprime i prigionieri seguitando a privarli
della libert

La nona casa si chiama Archaam, o Alcharph, vale a dire l'occhio del Leone, contraria alle messi e ai viaggiatori e semina la discordia fra gli uomini.

La decima si chiama Algelioche, o Algebh, vale a dire la cervice o la fronte
del Leone. Consolida gli edifici, assicura l'amore e la benevolenza, aiuta
contro i nemici.

La undicesima, si chiama Azobra, o Ardaf, vale a dire la criniera del Leone,
ed ottima per i viaggi e pei guadagni commerciali e per la liberazione dei
prigionieri.

La dodicesima si chiama Alzarpha, o Azarpha, vale a dire la coda del Leone. Fa
rigogliare le messi e le piante, ma contraria alla navigazione; protegge chi
in dipendenza o in prigionia, le comitive e le associazioni.

La tredicesima si chiama Alhayre, vale a dire le ali della Vergine; concilia
la benevolenza e i guadagni, favorisce le messi e i viaggi, assicura la
liberazione dei prigionieri.

La quattordicesima si chiama Achuret, o Arimet, Azimeth, o Alhumech, o
Alcheymech, vale a dire la Spiga della Vergine, o la spiga volante. Concilia
l'amore fra gli sposi, fa guarire dalle malattie, favorevole al navigare, ma
contraria ai viaggi terrestri.

Queste case formano un secondo quarto del cielo. Ne seguono altre sette, di
cui la prima, che la quindicesima, comincia alla testa della Bilancia e si
chiama Agrapha, o Algarpha, vale a dire coperta o coverto volante, e influisce
sulla scoperta dei tesori e sull'escavo dei pozzi, fomenta i divorzi e la
discordia, distrugge gli edifici e i nemici, ostacola i viaggiatori.

La sedicesima si chiama Azubene, o Ahubene, vale a dire le corna dello
Scorpione. Impedisce i viaggi e i matrimoni, reca danno alle messi e ai
commerci, contribuisce alla liberazione dei prigionieri.

La diciassettesima si chiama Alchil, vale a dire la corona dello Scorpione ed
atta a cangiare in buona la cattiva sorte, a render duraturo l'amore e
sicure le navi e la navigazione.

La diciottesima si chiama Alchas, o Altob, vale a dire il cuore dello
Scorpione. Origina le discordie, le sedizioni, le cospirazioni contro i
principi e i potenti; rende possibile il vendicarsi dei propri nemici, libera
i prigionieri ed favolevole agli edifici.

La diciannovesima si chiama Allatha, o Achala e secondo altri Hycula, o Axala,
vale a dire la coda dello Scorpione. Influisce sull'assedio e sulla presa
delle citt contribuisce a far decadere l'uomo dal posto occupato, alla
perdizione dei naviganti e dei prigionieri.

La ventesima si chiama Abnahaya, vale a dire la trave, ed
eccellente per addomesticare le bestie feroci e per ritenere in cattiviti
prigionieri. Distrugge altresle ricchezze collettive e forza l'uomo a
recarsi dove si voglia.

La ventunesima si chiama Abeda, o Albeldach, vale a dire il deserto, ed favorevole alle messi, al guadagno, ai viaggiatori e ai divorzi.

Questa casa compie il terzo quarto del ciclo e non restano che le ultime sette
case che occupano l'ultimo quatto.

La prima di queste, che la ventiduesima, comincia alla testa del Capricorno,
e si chiama Sadahacha, o Zodeboluch, o Zandeldena, vale a dire il pastore.
Favorisce la fuga di chi gema in servito in prigionia ed ottima per la
guarigione delle malattie.

La ventitreesima si chiama Sabadola, o Zobrach, vale a dire il ghiottone, e
fomenta i divorzi, ma atta alla liberazione dei prigionieri e alla
guarigione delle malattie.

La ventiquattresima si chiama Sadabath, o Chadezoad, vale a dire l'astro della
fortuna. Concilia l'amore coniugale e le vittorie militari ed contraria alle
funzioni delle cariche pubbliche.

La venticinquesima si chiama Sadalabra, o Sadalachia, vale a dire la farfalla
o il ventaglio. Contribuisce all'assedio delle citte alla vendetta, rovina i
nemici, causa i divorzi, conferma le carceri, gli edifici e accelera i
corrieri, propizia ai malefizi contro il coito, giova per legare qualunque
membra del corpo, in modo che non possa compiere l'ufficio
suo.

La ventiseiesima si chiama Alpharg, o Phtagal Mocaden, vale a dire il primo ad
attingere, e contribuisce all'accoppiamento e al diletto umano, libera i
prigionieri e abbatte le prigioni e le case.

La ventisettesima si chiama Alcharya, o Alhalgalmoad, vale a dire il secondo
ad attingere. Fa crescere e moltiplicare le messi, prosperare i commerci,
guadagnare, guarire le malattie; ma contraria agli edifici, prolunga la
prigionia, mette in pericolo i naviganti e contribuisce a recar danno a chi si
voglia.

La ventottesima e ultima si chiama Albotham, o Alchalch, vale a dire i pesci.
Rende prospere le messi e il commercio, preserva i viaggiatori nei passi
pericolosi, contribuisce alla gioia dei coniugati, ma impedisce lo scoprimento
dei tesori e consolida le prigioni

In queste ventotto case si raccolgono parecchi segreti della scienza degli
antichi, i quali a mezzo loro operavano meraviglie su tutte le cose che si
trovano sotto il circolo della Luna; ed essi attribuirono alle singole case i
loro simulacri, immagini, segnacoli, intelligenze presidenti e, per mezzo
delle virtdi queste cose, operavano in vari modi.




CAPITOLO XXXIV.

Del vero moto dei corpi celesti, che occorre rimarcare nella
ottava sfera, e della natura delle ore planetarie.

Nel compimento delle opere magiche secondo la convenienza del cielo, bisogna
osservare due cose, o almeno l'una delle due cose, vale a dire il moto delle
stelle, o i tempi, intendendo per moto quando sono nelle loro dignito
deiezioni, sia essenziali che accidentali, e per tempi i giorni e le ore
sottesi al loro dominio.

Gli astrologhi hanno parlato ampiamente nelle loro opere di tutto cie qui
basteraccennare principalmente a due cose. Anzitutto indispensabile
osservare il moto delle stelle, i loro ascendenti, i loro cardini, la
posizione effettiva che occupano nella ottava sfera, cose tutte che molti
trascurano nello stendere le figure dei corpi celesti, il che vale a privarli
dei risultati perseguiti. In secondo luogo occorre osservare i tempi, cercando
le ore planetarie.

Quasi tutti gli astrologhi dividono lo spazio di tempo che corre dal levarsi
al tramontare del Sole in dodici parti eguali, che chiamano ore diurne e lo
spazio di tempo che separa il tramonto dal levare del sole in altre dodici
parti eguali, dette ore notturne. Distribuiscono poi ciascuna ora a ciascun
pianeta, secondo l'ordine della loro successione e attribuiscono sempre la
prima ora diurna al signore di quel giorno, facendo seguire gli altri pianeti
nel loro ordine sino alla fine delle ventiquattro ore.

I magi accettano tale divisione astrologica. Peralcuni non sono d'accordo
nella distribuzione delle ore, obiettando che l'intervallo fra il levare e il
tramontare del Sole non va diviso in parti eguali e che queste ore non sono
state chiamate ineguali perchineguali in confronto alle ore notturne, ma
perchle ore diurne e le notturne, ciascuna in particolare, sono disuguali
tra loro. Per conseguenza l'attribuzione ai pianeti di tali ore ineguali
riposa magicamente sopra la razione della loro misura data dall'osservazione,
che questa. Come nelle ore artificiali, che sono sempre coeguali, le
ascensioni di quindici gradi nell'equinozio costituiscono un'ora artificiale.
Cosanche nelle ore planetarie le ascensioni di quindici gradi nell'eclittica
formano un'ora planetaria, o ineguale, di cui occorre cercare e trovare la
misura sulle tavole delle ascensioni oblique di ciascuna regione.


CAPITOLO XXXV.

In qual modo tutte le cose artificiali, come le immagini i sigilli e simili,
ricevano qualche potere dai corpi celesti.

La grandezza la virte la possanza dei corpi celesti sono tali, che non solo
le cose naturali, ma anche le artificiali, se ritualmente esposte al loro
influssi, ricevono le impressioni dell'agente onnipossente che loro comunica
un potere celeste spesso sorprendente. Ciconfermato anche dal santo
dottore Tommaso d'Aquino nel suo libro del Destino, in cui dice che gli abiti
stessi gli edifici e tutte le opere dell'arte ricevono dagli astri date
qualit

I magi assicurano che oltre la mescolanza e l'applicazione delle cose
naturali, possibile ricevere dall'alto poteri mirabili mercle immagini, i
suggelli, gli anelli, gli specchi e simili altre preparazioni fatte sotto
determinate costellazioni e nel momento acconcio. Perchi raggi degli astri,
animati viventi sensibili recanti con se doti mirabili e veementissime
potenze, anche in un repentino momento ed improvviso contatto imprimono sulle
immagini forze miracolose, anche nella materia non perfettamente preparata.
Nondimeno i risultati sono tanto piefficaci, quanto pila materia impiegata
abbia maggior attitudine naturale a contribuire all'operazione con la
proprietspecifica e quanto piil grafico dell'immagine sia rassomigliante
alla figura celeste. Una tale immagine, sia a causa della materia naturalmente
conveniente all'opera e all'influsso celeste, che per l'aspetto simile alla
figura celeste e perciben adatto a ricevere le azioni e i poteri dei corpi
celesti, diventa capace a un tratto di esercitare funzioni celesti, cosche
essa agisce perennemente su un altro soggetto e le altre cose inclinano
obbedienti verso di essa. PerciTolomeo dice nel suo Centiloquio che non solo
le cose inferiori obbediscono alle cose celesti, ma anche alle loro immagini e
cos per esempio, lo scorpione terrestre, oltre all'obbedire allo Scorpione
celeste, obbedisce anche alla sua immagine, se sia stata preparata nel tempo
adatto sotto il suo ascendente e la sua dominazione.


CAPITOLO XXXVI.

Delle immagini zodiacali e quali poteri ricevano incise sotto i rispettivi
astri.

V'hanno in cielo numerose immagini celesti, a rassomiglianza delle quali
vengono conformate tali sorta d'immagini, alcune visibili e corporee, altre
immaginarie, che gli Egiziani gli Indiani e i Caldei hanno osservato e
disegnato. Cosessi collocano dodici immagini universali nel cerchio dello
zodiaco, secondo il numero dei segni.

Le immagini dell'Ariete del Leone e del Sagittario, che formano la triplicit ignea e orientale, sono atte contro le febbri, la paralisi, l'idropisia, la
gotta e contro tutte le malattie originate dagli umori freddi e flemmatici e
rendono colui che le porti piacevole, eloquente, ingegnoso e onorato, perch costituiscono le case o domicili di Marte del Sole e di Giove. L'immagine del
Leone, fatta nell'ora del Sole nel primo grado ascendente dell'aspetto del
Leone, aspetto
e decanato appartenenti a Giove, anche atta a combattere i segni e le
visioni melanconiche l'idropisia, la peste, le febbri e le malattie in genere
e la stessa immagine, preparata allorchil Sole occupa il mezzo del cielo nel
cuore del Leone, contraria ai calcoli e ai mali del rene e impedisce di
nuocere alle bestie.

I Gemelli la Bilancia e l'Acquario, che formano la triplicitaerea e
occidentale e sono i domicili di Mercurio di Venere e di Saturno, sono
reputati atti a fugare le malattie melanconiche, a ristabilire l'amicizia e la
concordia, ad assicurare la salute e si dice che l'Acquario guarisca
specialmente la febbre quartana.

Il Cancro lo Scorpione e i Pesci, che formano la triplicitacquatica e
settentrionale, possiedono virtcontro le febbri calde e secche, la febbre da
etisia e tutte le malattie colleriche. Lo Scorpione, che nel corpo umano
influisce sui genitali, porta alla lussuria e a tale effetto gli antichi
formavano la sua immagine nell'ascendente del suo terzo aspetto, che riservato a Venere. La stessa immagine, fatta nell'ascendente del suo secondo
aspetto che quello del Sole e il decanato di Giove, utile contro i
serpenti, gli scorpioni, i veleni, i demoni e rende saggio chi la porti. Anche
l'immagine del Cancro reputata efficace contro i serpenti e i veleni, se
preparata quando il Sole e la Luna, in congiunzione in tale segno, sieno nel
loro ascendente nel primo o nel terzo aspetto, questo aspetto di Venere e
decanato della Luna, quello aspetto della Luna e decanato di Giove.

Si dice in proposito che i serpenti s'attorcano, quando il Sole in Cancro.

Infine il Toro la Vergine e il Capricorno, che formano la triplicitterrestre
e meridionale, guariscono le malattie calde e rendono chi ne porti le immagini
graditi, bene accolti, eloquenti, devoti e religiosi, essendo le case di
Venere di Mercurio e di Saturno. Si dice anche che il Capricorno preservi
l'uomo e i luoghi dagli accidenti, essendo l'esaltazione di Marte.




CAPITOLO XXXVII.

Delle immagini degli aspetti zodiacali e dei loro poteri e
delle immagini extrazodiacali.

Nello zodiaco v'hanno inoltre trentasei immagini di altrettanti aspetti, sulle
quali, a quanto asserisce Porfirio, Teucro di Babilonia, antichissimo
matematico, ha scritto un intero trattato, imitato in seguito dagli Arabi.

Si dice dunque che nel primo aspetto dell'Ariete ascenda il simulacro d'un
uomo nero eretto, cinto di candida veste, dal corpo grande, dagli occhi rossi,
robustissimo e collerico in atto. Questa immagine significa e fomenta
l'ardire, la bravura, l'alterigia e l'impudenza.

Nel secondo aspetto accende una immagine femminile vestita d'un abito rosso di
sopra e bianco di sotto, con un piede sospinto in avanti. Questa immagine da'
la nobilt la potenza ai regni e la grandezza del dominio.

Nel terzo aspetto s'eleva l'immagine d'un uomo bianco, pallido, dai capelli
rossi, vestito di rosso, con in mano un braccialetto d'oro e un bastone di
legno, atteggiato all'inquietudine e alla collera per non poter compiere il
bene vagheggiato. Questa immagine da' il genio, l'umanit le gioie e la
bellezza.

Nel primo aspetto del Toro ascende un uomo interamente nudo e intento a
spigolare o a lavorare la terra. Assicura, i buoni raccolti, i lavori in
genere, gli edifici, rende popolose le terre, largisce le scienze geometriche.

Nel secondo aspetto s'eleva un uomo nudo con una chiave in mano che dla
potenza, la nobilte l'autoritsui popoli.

Nel terzo aspetto ascende un uomo con un serpente e un dardo in mano ed l'immagine della necessite dell'utilite anche della miseria e della
servit

Nel primo aspetto dei Gemelli ascende un uomo munito d'una verga, atteggiato
come se ne servisse un altro. Questa immagine dla saggezza, la scienza dei
numeri e delle arti non utili.

Nel secondo aspetto ascende un uomo con un flauto in
mano e un altro uomo intento a scavare la terra. Queste due immagini
significano arrendevolezza riprovevole e disonesta, simile a quella dei
buffoni, lavori e ricerche stentate.

Nel terzo aspetto ascende un uomo che cerca le sue armi e un pazzo con un
uccello nella destra e un flauto nella sinistra, i quali significano oblio,
indignazione, audacia, scherni, truffe, parole vane.

Nel primo aspetto del Cancro ascende l'immagine d'una ragazza vestita di
ricchi abiti e con una corona in testa. Questa immagine da' la sottigliezza
dei sensi e del genio e l'amore degli uomini.

Nel secondo aspetto ascende un uomo vestito d'abiti di riposo, o un uomo e una
donna seduti a tavola e intenti a giocare. Queste immagini danno le ricchezze,
la gaiezza, la gioia e l'amore delle donne.

Nel terzo aspetto ascende un cacciatore con la picca e il corno
seguito dai suoi cani. Significa contrariet inseguimento di fuggiaschi,
conquista con la forza delle armi e con le violenze.

Nel primo aspetto del Leone ascende un uomo che cavalca un leone e significa
audacia, violenza, crudelt maleficio, concupiscenza, indurimento al lavoro.

Nel secondo aspetto ascende un'immagine con le mani levate con un uomo intento
a incoronarla e un altro uomo atteggiato ad ira e minaccioso, con la spada
nuda nella destra e uno scudo nella sinistra. Queste immagini significano
risse nascoste, battaglie guadagnate da uomini di bassa condizione, occasioni
di processi e di lotte.

Nel terzo aspetto ascendono un giovane munito d'una sferza o d'una disciplina
e un uomo assai triste e brutto e queste due immagini significano amore,
socievolezza e rinunzie per evitare le dispute e le contestazioni.

Nel primo aspetto della Vergine ascendono le immagini d'una giovinetta e d'un
uomo intento a rispander sementi, le quali significano ammassamento di
ricchezze, ordine nello splendere, nell'arare, nel seminare, nel produrre.

Nel secondo aspetto ascendono un uomo nero con abiti di cuoio e un uomo dalla
chioma prolissa, che ha seco diverse borse di danaro. Significano guadagni,
accumulo di ricchezze e avarizia.

Nel terzo aspetto ascende una donna bianca e sorda, oppure un vecchio che
s'appoggia a un bastone. Significa debolezza e infermit danno alle membra,
distruzione d'alberi, spopolamento di contrade.

Nel primo aspetto della Bilancia ascende la forma d'un uomo in collera con un
flauto in mano e con accanto un altro uomo intento a leggere in un libro.
Questa immagine opera in prdella giustizia e dei disgraziati e dei deboli
oppressi dai cattivi e dai potenti.

Nel secondo aspetto ascendono due uomini cattivi e irati e un uomo riccamente
abbigliato assiso Sopra un trono. Significano indignazione contro i malvagi,
vita tranquilla e sicura con abbondanza di beni.

Nel terzo aspetto ascendono un uomo violento armato d'arco, un uomo
completamente nudo e un terzo uomo con un pane nell'una mano e nell'altra un
bicchiere di vino. Queste immagini indicano detestabili concupiscenze,
canzoni, giuochi, ghiottoneria.

Nel primo aspetto dello Scorpione s'eleva una donna di buona apparenza e di
buon contegno, che ha vicini due uomini che s'accapigliano, con significato di
benessere e bellezza, litigi, imboscate, inganni, maldicenza, sottrazioni e
perdite.

Nel secondo aspetto ascendono un uomo e una donna a affatto nudi e un uomo
seduto a terra, che ha davanti due cani che si mordono l'un l'altro.
Significano impudenza, raggiro, delazione e provocazione di mali e risse fra
uomini.

Nel terzo aspetto ascendono un uomo curvo sulle ginocchia e una donna che lo
colpisce con un bastone, che indicano ubriachezza, fornicazione, ire, violenze
e processi.

Nel primo aspetto del Sagittario si eleva la forma d'un uomo coperto di
corazza e con la spada nuda brandita. Significa attivitmilitare, audacia,
libert

Nel secondo aspetto ascende una donna che piange, coperta di
panni, che indica tristezza e timori pel proprio corpo.

Nel terzo aspetto ascende un uomo di colore simile all'oro, o un uomo ozioso
che si trastulla con un bastone. Indica testardaggine, prontezza al male,
litigi, cose spaventevoli.

Nel primo aspetto del Capricorno ascendono le immagini di una donna e di un
uomo nero che porta alcune borse piene di danaro e significano inclinazione
allo spendere e ai piaceri, guadagni, perdite subite con debolezza e con
bassezza.

Nel secondo aspetto ascendono due donne e un uomo intenti a osservare il volo
d'un uccello. Significano domande che non lecito muovere e ricerche vietate.

Nel terzo aspetto ascendono una donna corporalmente casta e saggia nelle
azioni e un cambiavalute, che raccoglie danaro su una tavola. Indicano
prudente governo, desiderio di beni, avarizia.

Nel primo aspetto dell'Acquario si elevano la forma d'un uomo prudente e
l'immagine d'una donna che fila. Significano applicazione e lavoro per
guadagnare, povert bassezza.

Nel secondo aspetto ascende un uomo munito d'una lunga barba, che significa
intendimento, umanit modestia, liberte buoni costumi.

Nel terzo aspetto ascende un uomo nero in collera, che significa insolenza e
impudenza.

Nel primo aspetto dei Pesci ascende un uomo ben vestito col dorso gravato di
fardelli, il quale indica viaggi, cambiamenti di luogo, inquietudine di
guadagno del sostentamento.

Nel secondo aspetto s'eleva una donna bella e ben vestita, che indica
richieste e intromissione per cose grandi e elevate.

Nel terzo aspetto ascende un uomo o un giovane completamente nudo, con accanto
una bella fanciulla inghirlandata di fiori. Significa il riposo, il dolce far
niente, il piacere, la fornicazione, le carezze femminili.

Oltre queste principali, lo zodiaco, contiene ancora trecentosessanta
immagini, una per grado, che sono state descritte da Pietro d'Abano.

Fuori dello zodiaco si riscontrano altre immagini generiche, che sono state
descritte da Higinius e da Aratus. Ma troppo sarebbe lungo il menzionarle
tutte. Le principali a ogni modo sono le seguenti. Pegaso, che ha il potere di
guarire le malattie dei cavalli e di preservare in guerra i cavalieri;
Andromacha, che alimenta l'amore tra l'uomo e la donna e riconcilia perfino
gli adulteri; Cassiopea, che rafferma i corpi debilitati e fortifica le
membra; il Serpentario, che neutralizza i veleni e guarisce le punzecchiature
e i morsi delle bestie malefiche; Ercole, che rende vittoriosi in guerra; il
Dragone e le due Orse, che fanno l'uomo astuto, ingegnoso, valente, desideroso
di rendersi grato a Dio e agli uomini; l'Idra, che dla saggezza, le
ricchezze e l'immunitai veleni; il Centauro, che dla salute e lunga vita;
l'Altare, che rende casti e graditi alla divinit la Balena, che fa amare,
che largisce la prudenza e la fortuna cosin terra che in mare e che fa
ricuperare quanto si perduto; la Nave, che fa sicuri sulle acque; la Lepre,
che combatte gl'inganni e la follia; il Cane, che guarisce l'idropisia,
resiste alla pestilenza e preserva dalle bestie feroci e Orione, che assicura
la vittoria; l'Aquila, che eleva a nuove dignite conserva le antiche; il
Cigno, che guarisce dalla paralisi e dalla quartana; Perseo, che libera dagli
invidiosi e dai malefici e preserva dalle tempeste e dalla folgore; il Cervo,
che guarisce i frenetici e i maniaci.

CAPITOLO XXXVIII.

Delle immagini di Saturno.

Ora abbisogna conoscere le immagini attribuite dagli antichi ai pianeti e
quantunque i sapienti delle passate etce ne abbiano parlato distesamente in
amplissimi volumi, nondimeno ci sembra opportuno accennare ad alcuna delle
principali immagini planetarie.

In rapporto alle operazioni e agli effetti di Saturno, per esempio, essi
incidevano sulla pietra magnete, quando il pianeta era all'ascendente,
l'immagine d'un uomo dal muso di cervo e dalle zampe di camello, seduto su un
trono, o
portato da un drago, con una falce impugnata nella destra e una freccia nella
sinistra. Questa immagine reputavasi atta a prolungare la vita e Albumasar,
nell'opera intitolata Sadar, prova che Saturno contribuisce ad allungare
l'esistenza e menziona certe contrade delle Indie, poste sotto la dominazione
diretta di questo pianeta, in cui gli abitanti non muoiono che estremamente
vecchi. Preparavano un'altra immagine di Saturno atta a prolungare la vita,
incidendo su uno zaffiro, nell'ora di Saturno in ascendente o in aspetto
favorevole, la figura d'un vecchio seduto su un alto trono, con le mani levate
sul capo a impugnare un pesce o una falce e sotto i piedi un grappolo d'uva,
con la testa coperta di nero o di scuro. La stessa immagine, preparata
nell'ora di Saturno e nel suo ascendente nel terzo aspetto dell'Acquario,
costituiva un rimedio contro i calcoli e le affezioni renali. Un'altra
immagine capace di dare accrescimento alle cose, si preparava nel momento in
cui Saturno era in ascendente nel Capricorno ed era costituita dalla figura
d'un vecchio appoggiato a un bastone, con una falce ricurva in mano e vestito
di nero. Un'altra immagine di rame fuso veniva preparata quando Saturno era
nel suo ascendente al suo levarsi, vale a dire nel primo grado dell'Ariete, o
piesattamente del Capricorno, e si assicura che tale immagine sia dotata di
voce umana. In relazione alle operazioni di Saturno e di Mercurio, facevano
ancora una immagine fusa, sotto l'aspetto d'un bell'uomo, la quale prediceva
le cose future, fondendola nel giorno di Mercurio, nella terza ora, che quella di Saturno, quando i Gemelli erano nel suo ascendente, il domicilio di
Mercurio indicando i profeti, e allorchSaturno e Mercurio erano in
congiunzione in Acquario nella nona plaga del cielo, chiamata anche Iddio.
Occorreva di piche Saturno e la Luna riguardassero in trino l'ascendente e
il Sole il luogo della congiunzione, che Venere, in qualche angolo, fosse
potente e occidentale, che Marte fosse bruciato dal Sole e non contemplasse ne
Saturno ne mercurio. Allora dicevano che lo splendore delle potenze di quelle
stelle si diffondeva sopra tale immagine, che diveniva capace di parlare con
gli uomini e di rivelare cose assai utili.




CAPITOLO XXXIX.

Delle immagini di Giove.

In relazione alle operazioni di Giove e per prolungare la durata della vita,
allorchGiove ascendeva felicemente nella sua esaltazione e nella sua ora, si
incideva su pietra bianca e limpida l'immagine d'un uomo coronato e vestito di
giallo, portato da un'aquila o da un drago, colla destra armata di un dardo e
in atto di trafiggerne il capo della sua cavalcatura. Anche su pietra bianca e
limpida, cristallo a preferenza (quarzo), e negli stessi momenti, s'incideva
l'immagine d'un uomo nudo e coronato, con le mani elevate e giunte in atto di
preghiera, seduto su un trono a quattro piedi, portato da quattro amorini
alati. Tale immagine si diceva avere il potere di accrescere il benessere le
ricchezze e gli onori, di largire la benevolenza e la prosperite di liberare
dai propri nemici. Un'altra immagine di Giove infine, capace di far condurre
vita pia onorata e fortunata, era quella di un uomo dalla testa di leone o di
ariete e dalle zampe d'aquila, vestito di giallo e chiamato figliuolo di
Giove.





CAPITOLO XL.

Delle immagini di Marte.

Nell'ora di Marte e nella sua ascendenza nel secondo aspetto dell'Ariete, su
una pietra marziana, a preferenza su diamante, s'incideva un uomo armato
cavalcante un leone, con la spada nuda e dalla punta levata in alto nella
destra, e una testa umana nella sinistra. Si asseriva che questa immagine
renda l'uomo cospossente nel bene e nel male da esser temuto da tutti,
dandogli tal potenza fascinatoria da paralizzare chiunque con lo sguardo
incollerito. Un'altra immagine di Marte, capace di infondere coraggio e
ardire, era quella di un soldato armato e coronato, con lampada al fianco e
con una lunga picca nella destra. Questa immagine si preparava nell'ora di
Marte in ascendenza nel primo aspetto dello Scorpione.



CAPITOLO XLI.

Delle immagini del Sole.

Una immagine solare capace di rendere l'uomo invincibile e onorato, di
assicurargli il successo in ogni intrapresa, di bandire i suoi sogni vani, di
combattere le febbri e la peste, era quella di un re coronato e assiso su un
trono, con un corvo sul petto e un globo sotto i piedi, vestito di giallo.
L'immagine si incideva su un rubino o balascio, nell'ora del Sole, ascendente
in esaltazione felice nel primo aspetto del Leone. Un'altra immagine solare,
da incidersi sul diamante nell'ora del Sole ascendente nella sua esaltazione
era quella d'una donna coronata e atteggiata come una danzatrice, eretta su un
carro tratto da quattro cavalli, con uno specchio o uno scudo nella destra e
nella sinistra una verga appoggiata sul petto, con una fiammella di fuoco sul
capo. Questa immagine si diceva atta a rendere l'uomo felice ricco e stimato
da tutti. Incisa invece su una sardonica, nell'ora del Sole e nel momento in
cui l'astro era in ascendenza nel primo aspetto del Leone, serviva a
combattere le affezioni lunatiche, che sogliono sopravvenire nel tempo in cui
la Luna in combustione.





CAPITOLO XLII.

Delle immagini di Venere.

L'immagine di una donna dalla testa d'uccello e dalle zampe d'aquila, con un
dardo in mano, fatta nell'ora di Venere in ascendenza nei Pesci, si reputava
atta ad assicurare i favori e la benevolenza. Un'altra immagine intesa a
ottenere l'amore delle donne, si preparava nell'ora di Venere in ascendenza
nel Toro, incidendo su lapislazzuli la forma di una fanciulla ignuda e ornata
d'una collana, coi capelli sparsi, con uno specchio in mano e con accanto un
bel giovane che con la sinistra le stringe la collana e con la destra le
ravvia i capelli, guardandosi teneramente, ed accanto a loro un amorino alato,
che tiene una spada e una saetta. Quando Venere si trova all'ascendente nel
primo aspetto del Toro, o della Bilancia, o dei Pesci, si preparava
un'immagine atta a rendere l'uomo tranquillo, placido, giocondo e robusto
sotto forma di una fanciulla dai capelli sparsi, dagli abiti lunghi e bianchi,
dalla destra munita d'un ramo di alloro, o d'un pomo, o d'un mazzolino di
fiori, e con un pettine nella sinistra.






CAPITOLO XLIII.

Delle immagini di Mercurio.

In rapporto alle operazioni di Mercurio, gli antichi preparavano un'immagine
nell'ora stessa di Mercurio, quando era in ascendenza nei Gemelli,
rappresentata da un giovane ben formato, munito di barba, con un caduceo nella
sinistra, un dardo nella destra e ali ai piedi. Si dice che questa immagine
dia la scienza, l'eloquenza, l'abilitcommerciale, che favorisca. la pace e
la concordia, che guarisca dalle febbri. Un'altra immagine mercuriana,
specialmente indicata per attrarre la benevolenza altrui e infondere genialit e memoria, era costituita da un uomo seduto su una cattedra o a cavallo d'un
pavone, con zampe d'aquila, col capo sormontato da una cresta e con un gallo,
o una fiammella, nella mano sinistra. Veniva preparata allorchMercurio si
trovava nel suo ascendente nella Vergine.

CAPITOLO XLIV.

Delle immagini della Luna.

In rapporto alle operazioni lunari, in favore dei viaggiatori e come un
rimedio alle fatiche del cammino, nell'ora della Luna ascendente nella sua
esaltazione, veniva preparata l'immagine d'un uomo curvo su un bastone, con un
uccello sul capo e con un albero in fiore davanti. Per far moltiplicare i
prodotti della terra e per combattere i veleni e le malattie infantili,
nell'ora della Luna in ascendenza nel primo aspetto del Cancro, si approntava
l'immagine d'una donna cornuta, a cavalcioni di un toro o d'un drago a sette
teste o d'un granchio, con un dardo nella destra e uno specchio nella
sinistra, vestita di bianco o di verde, con due serpenti sul capo
attorcigliati intorno alle corna, con un serpente attorto intorno a ogni
braccio e similmente uno attorto intorno a ogni gamba.




CAPITOLO XLV.

Delle immagini della testa e della coda del Drago della Luna.

Gli antichi facevano anche una immagine della testa e della coda del Drago
della Luna, che consisteva nell'effige d'un serpente collocato attraverso due
cerchi, l'uno d'aria e l'altro di fuoco, munito d'una testa di sparviero e con
la coda fatta a somiglianza della lettera greca theta.

Questa immagine era preparata nel momento in cui Giove occupava col capo il
mezzo del cielo e si diceva contribuire assai alla buona riuscita delle
domande, contrassegnando altresil proprio buon genio sotto l'aspetto del
serpente. In prova era addotto come gli Egiziani e i Fenici avessero collocato
il serpente al disopra, degli altri animali, divinizzandolo, perchdotato di
spirito pisottile e di maggior fuoco in confronto di tutte le altre bestie,
cosa comprovata tanto dalla rapiditdella sua marcia, che si compie senza
ausilio alcuno
di mani o di piedi, che dai suoi mutamenti periodici di spoglia e di etche
lo ringiovaniscono.

Una immagine simile la preparavano poi quando la luna restava eclissata nella
coda, o male affetta da Saturno e da Marte, per destare l'inquietudine, per
indebolire, per arrecare disgrazia. E la chiamavano il cattivo genio. Si
racconta in proposito che un ebreo avesse chiuso una simile immagine entro un
balteo d'oro tempestato di pietre preziose, regalato da Bianca, figliuola del
duca di Borbone, a suo marito, il re Pedro di Spagna, primo di questo nome,
conscia o no. Nell'indossare il prezioso balteo, sembrava al principe sentirsi
avvolto tra le spire d'un serpente e avendo infine riconosciuto che esso
racchiudeva un potere magico, ripudila moglie.



CAPITOLO XLVI.

Delle immagini delle case della Luna.

Gli antichi preparavano anche immagini appropriate a ogni casa della Luna.

Nella prima casa, per le opere di distruzione, s'imprimeva su un anello di
ferro l'immagine d'un uomo nero, cinto d'un cilicio, in atto di scagliare un
dardo con la destra, avvalendosi dell'anello come di un sigillo da usare su
cera nera, profumando con storace liquido e formulandovi sopra acconce
imprecazioni.

Nella seconda casa formavano un sigillo con l'immagine d'un re coronato, da
usarsi su un miscuglio di cera bianca e di mastice, profumando con legno
d'aloe. Vale a stornate le collere dei principi e a riconciliarsi con essi.

Nella terza casa incidevano su un anello d'argento dal castone quadrato la
immagine d'una donna ben vestita, assisa su un trono, con la destra sollevata
sopra il capo e sigillavano e profumavano con muschio e canfora ed unghia
aromatica. Questo immagine assicura la prosperit, largendo ogni sorta di
beni.

Nella quarta casa, per la vendetta, il divorzio, l'inimicizia
e la malevolenza, formavano su cera rossa un sigillo rappresentante un soldato
a cavallo con un serpe nella destra, profumando con mirra rossa e storace.

Nella quinta casa, per guadagnare il favore dei principi e dei dignitari,
imprimevano sull'argento la testa d'un uomo e profumavano con sandalo.

Nella sesta, per cementare l'amicizia fra due persone, imprimevano su cera
bianca due figure abbracciate e profumavano con legno d'aloe e ambra.

Nella settima, per l'acquisto d'ogni sorta di beni, incidevano sull'argento
l'immagine d'un uomo ben vestito, con le mani levate supplici al cielo e
profumavano con aromi delicati.

Nelle ottava casa, per essere vittorioso in guerra, incidevano sullo stagno la
figura d'un'aquila dal volto umano e profumavano con zolfo.

Nella nona, per fare ammalare, tracciavano sul piombo l'immagine d'un uomo
nudo, mancante della verga e dei testicoli, che con le mani si copre gli occhi
e la profumavano con resina di pino.

Nella decima, per facilitare lo sgravo e guarire gli ammalati, incidevano
sull'oro la testa d'un leone, profumando con ambra.

Nell'undicesima, per incutere timore reverenza e venerazione, imprimevano su
una lamina d'oro l'immagine d'un uomo cavalcante un leone, con l'orecchia
dell'animale stretta nella sinistra e con un dardo nella destra e profumavano
con grati odori e zafferano.

Nella dodicesima, per dividere gli amanti, imprimevano su piombo nero
l'immagine di un drago in lotta con un uomo, profumando con peli di leone e
asma fetida.

Nella tredicesima, per cementare l'affetto tra gli sposi e per rimuovere i
malefici del coito, formavano due immagini, l'una d'uomo SU cera rossa,
l'altra di donna su cera bianca, le riunivano e le esponevano a fumigazioni di
aloe e di ambra.

Nella quattordicesima, per provocare il divorzio e la separazione tra sposi,
incidevano su rame rosso l'immagine d'un cane intento a mordersi la coda e
profumavano con pelo di cane e di gatto neri.

Nella quindicesima, per guadagnarsi l'amicizia e la benevolenza. tracciavano
l'immagine d'un uomo seduto e occupato a leggere alcune lettere, profumando
con incenso e noce moscata.

Nella sedicesima, per guadagnare in commercio, incidevano su lamina d'argento
l'immagine d'un uomo seduto su una cattedra con un bilancino in mano e
profumavano con droghe odorifere.

Nelle diciassettesima, contro i ladri e i masnadieri, formavano su un sigillo
di ferro la figura d'una scimmia e la incensavano con pelo di scimmia.

Nella diciottesima, per preservare dalle febbri e dalle coliche, incidevano su
rame l'immagine d'un colubro con la coda appoggiata sul capo e fumigavano con
corna di cerno asserendo che tale immagine valesse altresa tener lontani i
serpenti e le bestie velenose dal luogo ove fosse stata seppellita.

Nelle diciannovesima, per far partorire agevolmente e provocare le
mestruazioni, imprimevano su rame l'immagine d'una donna col viso celato tra
le mani e profumavano con storace liquido.

Nella ventesima, in favore della caccia, imprimevano su stagno l'immagine d'un
sagittario mezzo uomo e mezzo cavallo e profumavano con la testa d'una volpe.

Nella ventunesima, per rovinare alcuno, formavano l'immagine di un uomo con
due facce, l'una davanti e l'altra dietro, e profumavano con zolfo e carabo.
Questa immagine veniva collocata in un astuccio di rame insieme a un po' di
zolfo e carabo e ai capelli della persona a cui si voleva arrecare nocumento.

Nella ventiduesima, per la sicurezza dei fuggiaschi, tracciavano su ferro
l'immagine d'un uomo dai piedi alati e dal capo rivestito da un casco,
profumando con mercurio.

Nella ventitreesima, per rovinare e desolare, incidevano su ferro la figura
d'un gatto con la testa di cane, profumando con peli di cane e seppellendo
l'immagine nei luoghi ove si voleva apportare la desolazione.

Nella ventiquattresima, per la moltiplicazione degli armenti, formavano un
sigillo di ferro con l'immagine di una
donna intenta ad allattare il suo pargolo che facevano arroventare e col quale
marchiavano un corno di caprone o di toro o di becco del gregge da
moltiplicare e lo sospendevano al collo del capo del gregge.

Nella venticinquesima, per la conservazione delle piante e delle messi,
intagliavano su legno di fico l'immagine d'un agricoltore intento a lavorare,
la profumavano con fiori di fico e la sospendevano all'albero.

Nella ventiseiesima, per conciliare l'amore e i favori, formavano su cera
bianca e mastice l'immagine d'una donna intenta a lavarsi e a pettinarsi e
profumavano con aromi delicati.

Nella ventisettesima, per prosciugare le fontane i pozzi e le sorgenti
termali, modellavano in creta rossa l'immagine d'un uomo alato con un vaso
forato e vuoto fra le mani e dopo aver fatto indurire al fuoco l'immagine,
empivano il vaso di assa fetida e Storace liquido, lo tappavano e lasciavano
cadere il tutto nella sorgente da danneggiare.

Nella ventottesima, per radunare i pesci, incidevano su rame l'immagine d'un
pesce, la profumavano con la pelle di un pesce d'acqua salata e la gettavano
nelle acque ove si volevano fare accorrere i pesci.

Inoltre, insieme alle immagini indicate, tracciavano i nomi degli spiriti e i
loro caratteri, invocandoli e sollecitandoli con acconce preghiere a voler
concedere quanto loro Si chiedeva.



CAPITOLO XLVII

Delle immagini delle stelle fisse.

Resta ora da parlare delle operazioni relative alle stelle fisse, seguendo
l'opinione di Ermete.

Sotto la testa d'Algol, gli antichi facevano l'immagine d'una testa umana
dalla lunga barba e dal collo insanguinato, immagine capace di far conseguire
quanto si chiede, di rendere chi la porta gaio ardito e magnanimo, di
conservare integre le membra, di preservare dai malefici e di riversare
sull'avversario i malvagi tentativi e le malvagie incantazioni.

Sotto le Pleiadi, formavano l'immagine d'una giovanetta
o d'una lampada, eccellente per rendere limpida la vista, per radunare i
demoni per far soffiare i venti, per scoprire i segreti e le cose nascoste.

Sotto Aldebaran, preparavano un'immagine simile a una divinito a un uomo
volante, intesa a procacciare onori e ricchezze.

Sotto il Caprone. facevano un'immagine rassomigliante a un uomo intento a
trastullarsi fra strumenti musicali, la quale procacciava alla persona che la
portava il favore e la stima dei sovrani e dei principi, preservandola dai
mali di denti.

Sotto il Cane maggiore, approntavano l'immagine d'un cane levriere o d'una
vergine, la quale apportava onori benevolenza e favori da parte degli uomini e
degli spiriti aerei e dava il potere di metter la pace e la concordia tra i re
i principi e gli uomini tutti.

Sotto il Cane minore, tracciavano l'immagine d'un gallo o di tre bimbette, per
attirare il favore delle divinitdegli spiriti e degli uomini, per render
forti contro i malefici e per conservare la salute.

Sotto il cuore del Leone, preparavano l'immagine d'un leone, o d'un gatto, o
d'un uomo assiso in trono e riverito. Serviva a rendere moderati, a liberare
dall'ira, a far tornare in grazia.

Sotto la coda della grande Orsa facevano l'immagine d'un uomo pensoso, o d'un
toro, o d'un vitello e la ritenevano atta a proteggere dagli incantesimi e a
rendere sicuri i viaggi.

Sotto l'ala del Corvo, tracciavano l'immagine d'un corvo, o d'un colubro, o
d'un uomo nero vestito di nero, atta a rendere il portatore collerico, ardito,
coraggioso, riflessivo, maledico, a inspirare sogni cattivi, a dare il potere
di fugare e di adunare i demoni e di sventare le malizie degli uomini degli
Spiriti e dei venti.

Sotto la Spiga, facevano l'immagine d'un uccello o di un uomo carico di
mercanzie, valida per arricchire, per fare guadagnare i processi, per
allontanare il dolore e i mali.

Sotto Alchameth facevano l'immagine di un cavallo, o d'un lupo, o d'un
ballerino, ottima contro le febbri astringente e emostatica.

Sotto Elpheya facevano l'immagine d'una chioccia, o d'un uomo coronato e
altolocato, la quale assicura la benevolenza degli uomini e largisce il dono
della castit

Sotto il cuore dello Scorpione, facevano l'immagine di un uomo armato e
Corazzato, o d'uno scorpione, che dl'intelletto e la memoria e difende
contro gli spiriti maligni.

Sotto l'Avvoltoio, preparavano l'immagine d'un avvoltoio, o d'una chioccia, o
d'un Uomo in cammino, atta a rendere magnanimi e alteri e a conferire la
supremazia sugli animali e sui demoni.

Sotto la coda del capricorno, facevano infine l'immagine d'un cervo, o d'un
becco, o d'un uomo irato, la quale serve a render prosperi e ad accrescere i
beni.

Tutte queste immagini gli antichi avevano stabilito dover essere incise sulle
pietre dominate dalle rispettive stelle.



CAPITOLO XLVIII

Delle figure geomantiche, che occupano un posto intermedio tra le immagini e i
caratteri.

Vi sono poi altre figure ricavate dai numeri e dalle posizioni degli astri, le
quali vengono attribuite tanto agli elementi che ai pianeti e ai segni, e si
chiamano geomantiche, perchcoloro che divinano per geomanzia riducono a tali
figure i punti proiettati della loro sorte con l'eccedente di parito
d'imparit Anche queste figure, incise o impresse sotto la dominazione dei
rispettivi pianeti e segni, acquistano la virte la potenza delle immagini,
occupando un posto di mezzo tra le immagini e i caratteri.



Chi vorrconoscere esattamente la natura di queste figure, le loro qualit
propriet condizioni, significati e apotelesmati, dovr consultare gli
speciali trattati dei geomanti. Esse non sono pidi sedici, di cui riportiamo
i nomi e i temi nella speciale tavola che segue.


TABELLA
FIGURA
NOME
ELEMENTO
PIANNETA
SEGNO
simbolo
cammino
viaggio
Acqua
simbolo
simbolo
simbolo
parola
assemblea
acqua
simbolo
simbolo
simbolo
congiunzione
riunione
aria
simbolo
simbolo
simbolo
prigione
costretto
terra
simbolo
simbolo
simbolo
fortuna maggiore
aiuto maggiore
tutela iniziata
terra
simbolo
simbolo
simbolo
fortuna minore
aiuto minore
tutela finita
fuoco
simbolo
simbolo
simbolo
acquisizione
compreso dentro
aria
simbolo
simbolo
simbolo
acquisizione compreso fuori
fuoco
simbolo
simbolo
simbolo
gioia
ridente
sano
barbuto
aria
simbolo
simbolo
simbolo
tristezza
dannato
a traverso
terra
simbolo
simbolo
simbolo
fanciulla
di bello aspetto
fuoco
simbolo
simbolo
simbolo
giovanotto
giovane
senza barba
fuoco
simbolo
simbolo
simbolo
bianco
rilucente
acqua
simbolo
simbolo
simbolo
rosso
fulvo
fuoco
simbolo
simbolo
simbolo
testa
soglia entrante
soglia superiore
terra
simbolo
simbolo
simbolo
coda
soglia uscente
soglia inferiore
fuoco
simbolo
simbolo






CAPITOLO XLIX.

Delle immagini che non sono fatte a somiglianza delle figure celesti, ma a
imitazione di quanto desidera l'operatore.

Un'altra specie di immagini fatta, non a rassomiglianza delle figure
celesti, ma a imitazione di ciche l'operatore vuole secondo la sua
intenzione, di cui esse rappresentano le tracce visibili. Cosnoi prepariamo
immagini abbracciate per l'amore, in lotta per la discordia contorte e
mutilate per le opere di distruzione e di impedimento, tanto ai danni
dell'uomo che delle case e delle citt e fatte a rassomiglianza dell'essere o
della cosa da distruggere o ostacolare.

Nel fondere o nell'incidere tali immagini i magi prescrivono d'inscriverci il
nome dell'effetto perseguito, che va applicato sul dorso per un'opera malefica
quale la distruzione e sull'addome per un'opera di bene quale l'amore; di
tracciare sulla fronte o sul prospetto dell'immagine il nome della cosa o
dell'individuo designati dall'immagine, o pei quali o contro i quali
l'immagine preparata; di contrassegnare il petto col nome del segno o
dell'aspetto dell'ascendente e del suo dominante, nonchcoi caratteri e coi
nomi degli angeli rispettivi. Prescrivono inoltre che, nel preparare
l'immagine, non vengano omesse le imprecazioni necessarie all'effetto
perseguito e il dettaglio di tali istruzioni potrleggersi nello Specchio di
Alberto il Grande.

Le immagini vengono poi adoperate in modo diverso, secondo le diverse loro
virt e talvolta vengono sospese o attaccate al corpo, tal altra sotterrate o
adagiate nel fondo d'un corso d'acqua, qualche volta sono sospese entro un
camino ed esposte all'azione del fumo, o a un albero per poter essere animate
dal soffio del vento, qualche altra collocate con la testa in basso o in alto,
o gettate nell'acqua bollente o nel fuoco.

Le passioni che l'operatore riesce a infondere in queste immagini vengono a
eccitare similmente i soggetti pei quali
vengono preparate e leggiamo che il mago Nectanabus aveva fatto certe immagini
di cera con tale artificio che, quand'egli le immergeva nell'acqua,
contemporaneamente i vascelli dei suoi nemici affondavano.

Quella parte dell'astrologia che tratta delle elezioni insegna a conoscere le
costellazioni da scegliere per approntare queste immagini e altre simiglianti.



CAPITOLO L.

Di certe osservazioni e della pratica di certe immagini celesti.

Narreremo ora quali osservazioni dei corpi celesti pieno richieste per la
pratica di alcune di tali immagini.

Per rendere alcuno felice, prepariamo una immagine in cui mettiamo il
significato e i datori della sua vita, i suoi segni e i Suoi pianeti, cose
tutte fortunate facendo felici di piil suo ascendente e il mezzo del cielo e
i loro dominanti, il luogo del Sole e della Luna, la parte della fortuna e il
dominante della congiunzione o prevenzione fatta prima della sua nascita e
deprimendo i pianeti maligni. Ma se vogliamo comporre un'immagine per la
desolazione, procediamo in modo contrario e le cose che abbiamo menzionato
felici, le impiegheremo disgraziate, elevando invece le stelle nocive. Lo
stesso dicasi per rendere avventurato un dato luogo, o provincia; o citt o
abitazione, mentre, per rovinare o ostacolare alcuna di queste cose,
abbisognercomporre un'immagine sotto l'ascendente della cosa da distruggere
o ostacolare e rendere infortunati il dominante della casa della sua
esistenza, il signore dell'ascendente, la Luna, il signore della casa della
Luna, il dominante della Casa del signore ascendente e la decima casa e il suo
dominante.

Per l'adattazione di qualche luogo, si collocheranno le fortune nel suo
ascendente e nella prima e nella decima casa e nella seconda e nella ottava si
fortuneril signore dell'ascendente e il signore della casa della Luna. Per
obbligare dati animali a tenersi lontani da dati luoghi, l'immagine va
preparata sotto l'ascendente dell'animale e fatta a sua rassomiglianza. Cos
per esempio, volendo obbligare gli scorpioni a disertare da un determinato
luogo, si traccerl'immagine dell'animale nel tempo in cui il segno dello
Scorpione nel suo ascendente con la Luna; si renderinfortuniato
l'ascendente e il suo dominante e il dominante della casa di Marte, nonchil
dominante dell'ascendente nell'ottava casa e si farsche essi si guardino
in aspetto malefico opposto o in quadratura; si scriversull'immagine il nome
dell'ascendente del suo signore e quello della Luna, il nome del dominante del
giorno e il nome del dominante dell'ora;
si scaveruna fossa nel luogo da liberare dagli scorpioni; Si spargernel
suo fondo un po' di terriccio tolto dai suoi quattro angoli; vi si adager Sopra l'immagine capovolta; si coprirla fossa e, fra le imprecazioni pi acconce, si dir ecco la vostra sepoltura, scorpioni, e non osate pivenire
in questo luogo.

Lo stesso dicasi per altre simili esperienze.

Per il guadagno bisogna fare un'immagine sotto l'ascendente della nativit dell'interessato, o sotto l'ascensione del luogo cui si vuole apportare
vantaggio, fare felice l'ascendente e il suo dominante; congiungere il
dominante della seconda casa, che la casa della sostanza, col dominante
dell'ascendente in trino o sestile e che v'abbia fra loro correlazione; fare
felice la undicesima casa e il suo dominante e l'ottava; potendolo, collocare
la parte della fortuna nell'ascendente o nella seconda casa; e Sotterrare
l'immagine nel luogo ove dimora la persona, o fare che esso la porti indosso.

Per la concordia e l'amore, bisogna fare l'immagine di Giove sotto
l'ascendente della nascita della persona da fare amare; far felice
l'ascendente e la decima casa; stornare le stelle nefaste dall'ascendente;
scegliere il signore della decima e dell'undicesima casa, pianeti della
fortuna, unitamente al signore dell'ascendente in trino o in sestile. Si
prepara in seguito un'altra immagine per la persona che si vuole obbligare ad
amare, osservando se questa sia legata d'amicizia con l'altra che si vuole far
amare e in caso affermativo l'immagine va fatta sotto l'ascensione della
undicesima casa, a contare dall'ascendente della prima immagine. Ma se la
persona avvinta da vincoli matrimoniali, l'immagine va fatta sotto
l'ascensione della settima casa; se un parente, sotto
l'ascensione della terza casa. E bisogna porre il significatore
dell'ascendente della prima immagine, badando a che fra essi v'abbia
corrispondenza e che tutte le altre cose sieno felici come per la prima
immagine; si collocano le due immagini l'una sull'altra, in modo che il viso
dell'una poggi sul dorso dell'altra, o anche che si tocchino volto a volto; si
inviluppa entro un pannolino e si portano o si spogliano.

Per ottenere ciche si chiede e quanto viene negato,
ciche un altro ha ricevuto o possiede, bisogna fare un'immagine sotto
l'ascendente di colui che chiede, congiungere il signore della seconda casa
col signore dell'ascendente in trino o in sestile e fare che tra essi v'abbia
ricettivite, possibilmente, che il signore della seconda casa sia in segni
obbedienti e che il signore dell'ascendente sia in segni dominatori; far
felice l'ascendente e il suo dominante; badare che il signore dell'ascendente
non sia retrogrado, o bruciato o cadente, o in casa d'opposizione, vale a dire
nella settima a contare dal SUO domicilio; nche sia ostacolato da segni
malefici, ma sia forte e angolare; fare benefico l'ascendente nonchil
dominante della seconda casa e la Luna. Poi si prepara un'altra immagine per
colui che detiene la cosa chiesta, da farsi sotto l'ascendente che lo
concerne, e precisamente sotto l'ascendente della decima casa a partire
dall'ascendente della prima immagine, trattandosi d'un re o di un principe;
sotto l'ascendente della quarta, trattandosi di un padre; della quinta,
trattandosi di un figlio e cosvia. Si colloca il significatore della seconda
immagine, congiunto col signore dell'ascendente della prima immagine, in trino
o in sestile, badando a che entrambi sieno possenti e fortunati senza
impedimenti; si fanno cadenti tutti gli astri malefici; si rendono benefiche,
potendolo, la decima e la quarta casa; si unisce la seconda immagine alla
prima, avviluppandole faccia a faccia in una pezzuola assai netta; e si
seppellisce il tutto nel mezzo della casa di colui che chiede, sotto un
Significatore benefico e possente, disponendo il viso della prima immagine in
modo che sia rivolto a settentrione, o meglio nella direzione della dimora di
colui che detiene la cosa chiesta. Nel caso poi che la persona che chiede
debba indirizzarsi direttamente alla persona presso cui quanto si chiede, le
immagini vanno portate addosso.

Si prepara anche un'immagine dei sogni, che posta sotto il capo del dormiente,
ha l'efficacia di provocare sogni veri su tutti gli argomenti pensati
intensamente prima di addormentarsi, sotto aspetto d'un uomo che riposa in
grembo a un angelo, da farsi nell'ascendente del Leone, quando il Sole occupi
la nona casa nell'Ariete, scrivendo sul petto della figura umana il nome
dell'effetto desiderato e sulla testa dell'angelo il nome dell'intelligenza
solare. La stessa immagine puessere preparata allorchla Vergine in
ascendenza, Mercurio in Ariete e benefico nella nona casa, o i Gemelli sono
nell'ascendente e Mercurio benefico occupando la nona casa in Acquario con
Saturno in buon aspetto. In tal caso sull'immagine va scritto il nome dello
spirito di Mercurio. Ovvero ancora la si prepara sotto l'ascendente della
Bilancia, quando Venere in Gemelli nella nona casa e bene accetta a
Mercurio, scrivendovi sopra il nome dell'angelo di Venere. O quando l'Acquario
nel suo ascendente e Saturno, nella sua esaltazione nella Bilancia occupa
felicemente la nona casa e allora si traccia sull'immagine il nome dell'angelo
di Saturno. O anche infine sotto l'ascendente del Cancro, quando la Luna ricevuta nei Pesci da Giove e da Venere e collocata felicemente nella nona
Casa, scrivendo sull'immagine il nome dello spirito della Luna.

Si fanno anche anelli pei sogni di grande efficacia, e sono quelli del Sole e
di Saturno, da prepararsi quando il Sole o Saturno sono in esaltazione nella
nona casa in ascendenza e quando la Luna congiunta a Saturno nella nona casa
e nel segno che stato la nona casa della nativit Sugli anelli si scrivono
i nomi dello spirito del Sole o di Saturno e si incastona la pietra incisa con
la rispettiva immagine, adattandola su una radice o un'erba, da scegliersi
secondo le regole gidate.

Tutte queste immagini pernon hanno virtalcuna, se non vengono vivificate
in modo da acquistare una virtnaturale, o celeste, o eroica, o animastica, o
demoniaca, o angelica. Ma chi sarcampane d'infondere un'anima a un'immagine,
o dar vita a una pietra, ad un metallo, al legno, o alla cera e di fare
sorgere dalle pietre i figli di Abraha? Invero questo arcano non penetra nella
dura cervice di un artigiano, il quale non potrdare quello che non ha. Ma
tutto cipossibile
a colui che, dopo aver violentato gli elementi e vinto la natura, si sar elevato sopra gli angeli sino all'archetipo e ne sardivenuto il cooperatore,
come meglio dimostreremo nel seguito.



CAPITOLO LI.

Dei caratteri fatti a norma e rassomiglianza delle cose celesti e della
maniera di ripararli dalle figure della geomanzia.

Questi caratteri ritraggono anch'essi le loro virtdai raggi dei corpi
celesti amalgamati con una certa proprietparticolare secondo dati numeri. I
corpi celesti nelle diverse posizioni e nell'incrocio dei raggi pioventi
nell'uno o nell'altro modo, generano potenze ed effetti diversi e nello stesso
modo i caratteri, trascritti in differenti ruoli in rapporto ai differenti
influssi di tali raggi, acquistano capacitsvariate, spesso piefficaci
delle proprietdelle miscele materiali.

I veri caratteri celesti sono quelli della scrittura stessa degli angeli,
chiamata dagli ebrei scrittura Malachim, di cui parleremo in seguito e con la
quale tutte le cose Sono descritte e significate in cielo, in modo che
chiunque sappia puleggerle. Altri caratteri vengono ricavati dalle figure
geomantiche e attribuiti ai pianeti e ai segni a seconda la loro
configurazione originaria nel modo indicato dalla tavola.


TABELLE
Caratteri della Luna
Cammino.
Popolo.

Caratteri di Mercurio
Congiunzione.
Bianco.

Caratteri di Venere
Perdita.
Fanciulla.

Caratteri del Sole
Fortuna maggiore.
Fortuna minore.

Caratteri di Marte
Rosso.
Giovanotto.

Caratteri di giove
Acquisizione.
Gioia.

Caratteri di Saturno
Prigione.
Tristezza.

Caratteri della Testa del Dragone.

Caratteri della Coda del Dragone.



CAPITOLO LII.

Dei caratteri ricavati dalle cose stesse a mezzo di rassomiglianze.

Abbiamo detto prima esservi immagini che non procedono direttamente dalle
figure celesti, ma preparate a rassomiglianza delle intenzioni dell'operatore
e dei risultati che si prefigge. Lo stesso dovrintendersi a proposito di
certi caratteri, che non sono altro che figure imperfette, le quali nondimeno
offrono alcuna simiglianza probabile con l'immagine celeste, o con lo scopo
perseguito dall'operatore, sia in tutto che in parte. Cosnoi formiamo i
caratteri dell'Ariete e del Toro tracciando due Corna, dei Gemelli con due
figure allacciate, del Cancro con un doppio moto di avanzamento e di rinculo,
del Leone dello Scorpione e del Capricorno mercappendici o code, della
Vergine con una spiga, della Bilancia con una bilancia, del Sagittario con una
freccia, dell'Acquario con ondulazioni, dei Pesci con due figure di pesci.
Nello stesso modo formiamo con una falce il carattere di Saturno, con uno
scettro quello di Giove, con un dardo quello di Marte, con un cerchio e un
aureo irradiamento quello del Sole, con uno specchio quello di Venere, con un
caduceo quello di Mercurio, con una mezzaluna crescente o decrescente quello
della Luna. Come meglio risulterdalla tavola seguente.


TABELLA

GEROGLIFICI DEI PIANETI E DEI SEGNI.

Pianeti.

Saturno.
Giove.
Marte.
Sole.
Venere.
Mercurio.
Luna.


Segni zodiacali.
Ariete.
Toro.
Gemelli.
Cancro.
Leone.
Vergine.
Bilancia.
Scorpione.
Sagittario.
Capricorno.
Acquario.
Pesci.



Sulla guida di tali caratteri, secondo le congiunzioni e le unioni degli astri
e delle loro nature, si formano altri caratteri misti, quali quelli della
triplicitignea, della triplicitterrestre, della triplicitaerea e della
triplicitacquea. E dalle centoventi congiunzioni dei pianeti derivano
altrettanti caratteri complessi, o composti di figure diverse, come quelli di
Saturno e Giove, di Giove e Marte, ecc., come dagli esempi riportati nella
tavola seguente.


TABELLA

Caratteri misti
triplicitignea,
triplicitterrestre,
triplicitaerea,
triplicitacquatica,
misti di Saturno e Marte,
misti, di Saturno e Giove,
misti, di Giove e Marte.
misti di Saturno Giove e Marte.


E come con due e con tre, cospure debbono formarsi caratteri con le altre o
con pi e nel medesimo modo delle altre immagini celesti, i caratteri devono
essere in qualche aspetto o grado dei segni ascendenti a similitudine
dell'immagine sommariamente raffigurata, come in quelle cose che si fanno per
imitazione di quel che desidera l'animo dell'operatore; come per l'amore
figure intrecciate, che si abbracciano o si ubbidiscono a vicenda, e invece
per l'odio che si allontanano, s'impugnano o si disciolgono.

In apposita tavola riproduciamo infine i caratteri attribuiti da Ermete alle
stelle fisse.


TABELLA

Segni o caratteri delle Stelle fisse

Testa d'Algol.
Pleiadi.
Aldebaran.
L'Ariete.
il Cane maggiore.
il Cane minore.
il Cuore del
la Coda dell'Orsa.
L'Ala del Corvo
la Spiga.
Alchameth
Elpheia.
Il Cuore dello Scorpione
l'avvoltoio cadente.
la Coda del Capricorno.




CAPITOLO LIII.

Della necessitdella conoscenza dell'Astrologia per una perfetta arte
divinatoria.

Abbiamo parlato prima delle diverse forme di divinazione, ma per eccellere in
esse indispensabile esser valenti in astrologia, come una chiave indispensabile per aprire un uscio chiuso. Tutte le specie di divinazione
hanno cosle loro radici e fondamenta nell'astrologia e poco o nulla possono
dare senza di essa. Pertanto la Stessa divinazione astrologica, per mezzo
delle cause e dei segni celesti, da certissime dimostrazioni di tutto quello
che ed avviene in questo mondo inferiore e di quello che occulto e futuro,
mediante la sola situazione e moto dei corpi celesti, di cui non occorre qui
dire di pi poichdi queste scienze gli antichi ci han lasciato grossi
volumi accessibili a tutti. E sia che il fisionomista consideri un corpo, la
faccia, o la fronte, o la mano di alcuno, sia che un indovino voglia scoprire
il significato d'un sogno o d'un presagio, occorrerpur sempre prendere
l'aspetto del cielo e interrogarlo per formulare un esatto responso e che la
conoscenza delle cose esattamente significate Sia tratta per congettura delle
similitudini celesti. Manifestandosi alcun prodigio, occorrerpusempre
drizzare l'aspetto del cielo; ricercare quanto sia accaduto nel succedersi
degli anni in occasione delle grandi congiunzioni planetarie e delle eclissi;
scandagliare la nascita dei principi e le origini delle nazioni dei regni e
delle Cittove gli eventi si saranno Svolti; osservare le installazioni, le
fondazioni, le rivoluzioni, i mutamenti, i viaggi, le direzioni e sotto quali
aspetti celesti questi eventi saranno accaduti; e solo mercla valutazione di
cossvariati elementi, si potrpenetrare il significato logico e verosimile
dell'evento scrutato. Lo stesso ordine di procedimento va osservato
nell'interpretare i sogni e persino gli esaltati non predicono l'avvenire, che
nel momento in cui sieno agitati dalla forza degli astri o dei loro agenti
terreni.

Percii loro vaticini vanno sempre correlati alle cose celesti, nel modo che
leggiamo in Lucano, poeta etrusco:
Fulminis edoctus motus, venasque calentes fibrarum, et motus errantis in aere
pennae.

Dopo aver purificato i luoghi, dopo avere immolato la vittima e esaminato le
viscere, il responso va sempre dato in dipendenza alla disposizione dei corpi
celesti. Similmente affinchla geomanzia dei sortilegi, che si ricava da
punti impressi sulla terra o sulla superficie d'altri corpi, sia per azzardo
che in virtdi determinate forze, sia esattissima. Occorre per prima cosa
ridurla alle figure celesti, ossia alle sedici figure gida noi riportate, e
rendendo il giudizio a modo degli astrologhi, ciocon riferimento alle loro
propriete cause. A tale concezione occorre riferire tutte le interpretazioni
possibili dei sortilegi naturali, di la evidenza e la certezza non pu provenire che dal cielo e dallo spirito dell'operatore. E poichtutto ciche
mosso agitato e prodotto in questo mondo terreno, segue necessariamente i
moti e
le influenze dei corpi superiori, bisognerridurre ad essi, nonchalle loro
origini cause e segni, i nostri giudizi secondo le regole astrologiche. Perci i dadi tetraedri, esaedri, ottaedri, dodecaedri, icosaedri, preparati con
determinati numeri e sotto certi segni e stelle e con acconce iscrizioni fatte
sotto le influenze celesti, hanno una meravigliosa virtdi divinazione e di
pronostico, quale la possedevano quei dadi di Preneste, nei quali, leggiamo,
erano racchiusi i destini dell'impero romano.



CAPITOLO LIV.

Del caso e di dove e quando abbia virtdi divinazione.

Tutte le divinazioni fatte per caso e tutte le predizioni di umani eventi,
racchiudono certo, oltre lo stabilito dal destino, qualche causa sublime
nascosta e recondita, che non invero una causa fortuita, come Aristotile ha
definito il fato. Poichnell'ordine delle cose (dato che secondo la dottrina
di Platone una causa accidentale non pumai essere la prima ne bastare per
l'effetto) ci bisogna, guardare pialto e trovare una causa che conosca, lo
stesso effetto e che
l'abbia nell'intenzione; ci bisogna necessariamente far consistere questa
causa non in una natura corporale, ma in sostanze immateriali e incorporee,
che regolino in modo indubbio il caso e lo dispongano per l'indicazione della
verit come, per esempio, nelle anime umane, o Spiriti separati, e nei
demoni, ovvero nelle intelligenze celesti e in Dio stesso. E che nell'anima
dell'uomo possano esistere una potenza e una virtsufficienti a dirigere
queste specie di casi, manifesto dall'avere l'anima umana virte
rassomiglianza divine, cosda poter tutto comprendere e da esser capace di
tutto. E, come abbiamo detto nel primo libro, tutte le cose le ubbidiscono e
per conseguenza possiedono movimenti ed efficacia per ciche l'anima desidera
fortemente e tutte le virte gli effetti delle cose naturali e artificiali
sono da essa dominate, allorchtrasportata in un grande eccesso del suo
desiderio.

Gli eventi fortuiti, di qualunque specie essi sieno, concorrono a esaltare il
desiderio dell'anima accesa, e acquistarlo meravigliosi poteri divinatori,
tanto da parte dell'anima che dalla disposizione speciale dei corpi celesti
nell'ora medesima in cui piessa accesa dal suo desiderio ed in tutto ci il fondamento stesso dell'astrologia giacchl'anima, raffinata dall'eccesso
del desiderio, trova istintivamente l'ora e il tempo piconvenienti e pi efficaci, in base ai quali, drizzato l'oroscopo, l'astrologia pupronunciarsi
facilmente.

Ma poichgli eventi fortuiti possono talora essere guidati, non dallo spirito
umano, ma altresdal volere d'altri spiriti e poichlo spirito
dell'indagatore punon essere sempre ben disposto dall'eccesso di passione
indicato, era costume degli antichi, prima d'interrogare il destino, di
compiere qualche sacrificio per chiedere alle intelligenze divine e agli
spiriti superiori di dirigere rettamente il caso. Quello che presagito dalle
sorti di questo genere non deriva necessariamente dal caso o dalla fortuna, ma
da una causa spirituale capace di mettere in moto la fantasia o la mano di chi
getta la sorte, sia in virtdi una forza proveniente dalla sua anima e capace
di esaltarne la passione, sia per influenza o opportunitceleste, o per aiuto
di alcuna divinito spirito elevato, capace di assistere e d'imprimere il
moto iniziale all'operazione.

Tutto civa applicato qualunque sia il mezzo divinatorio, getto di dadi o di
tabelle, o versetti scelti a caso, come erano una volta li sorti omeriche e
vergiliane, con le quali leggiamo in Elio di Sparta che Adriano avesse voluto
conoscere il giudizio che faceva di lui l'imperatore Traiano e gli fossero
capitati sott'occhio i seguenti versi di Virgilio:

Chi quel gran personaggio che appare da lungi, agitando i rami scelti
dell'olivo consacrato? Io riconosco la chioma e la barba bianca del re dei
Romani, che ha stabilito su giuste leggi la pigran cittdel mondo, il quale
vien fuori da contrade ignorate e misere ed inviato dagli Dei per gettare le
fondamenta d'un grande impero.

E non senza ragione Adriano concepgrandi speranze d'essere un giorno
imperatore. In modo eguale, fra gli ebrei e anche fra noi cristiani, col
consenso di alcuni teologhi, vengono ricavate predizioni dai versetti dei
Salmi.

V'hanno anche parecchie altre specie di sorti e sono le sorti umane, che non
hanno nulla di comune con l'arte divinatoria, secondo l'opinione degli
antichi, e che sono perfino ordinati dalle leggi nelle elezioni dei magistrati
per impedire le invidie. Cicerone ne ha fatto menzione nell'orazione contro
Verre, ma non riguardano il nostro soggetto. Circa le sorti divine e sacre
concernenti gli oracoli e la religione, ne parleremo nel libro successivo.
Presentemente, concludendo, occorre che siate convinti che ogni prescienza,
divinazione o congettura, ricavabili dagli eventi, non traggono le loro
origini dal caso, ma agiscono per virtdi alcuna operazione pisublime agli
stessi eventi congiunta.


CAPITOLO LV.

Dell'anima del mondo e dei corpi celesti secondo le tradizioni dei poeti e dei
filosofi.

Il Cielo e i corpi celesti necessariamente debbono possedere un'anima, dato
che son dotati di potere e d'influenza e che operano in modo manifesto sui
corpi di questo basso mondo e che un atto non puessere causato semplicemente
da un corpo. Per conseguenza i poeti e i filosofi pifamosi hanno sempre
opinato che il mondo stesso abbia una anima, e cospure i corpi celesti, e
che questa anima sia dotata d'intendimento. PerciMarco Manilio, nel suo
poema intorno all'astronomia, dedicato ad Augusto, scrive:

Questa grande opera che forma il corpo immenso del mondo e queste membra della
natura diversamente composte, l'aria, il fuoco, la terra e il mare, sono
governate dal potere divino d'un'anima e Dio misteriosamente coopera a
reggerle e ne possiede il governo.

E Lucano:

Aere libratum vacuo qui sustinet orbem totius pars magna Jovis...

Boezio dice:

Tu triplicis mediam naturae cuncta moventem connectis animam, per consona
membra resolvis. Quae cum secta duos motus glomeratur in orbes. In semet
reditura meat, mentemque profundam circuit et simili convertit imagine coelum.

E Virgilio, sempre dottissimo, canta nel sesto libro dell'Eneide:

Lo spirito, che la base e l'inizio di tutte le cose, regge misteriosamente
dal principio del mondo e fa roteare sulle nostre teste i cieli, la luna, il
sole e tutti gli astri e questo spirito, disseminato per tutte le membra di
questo gran corpo, imprime il moto alla massa e ne penetra tutte le parti. Da
esso prendono origine tutti gli animali i volatili e quei pesci mostruosi che
popolano le acque cristalline degli oceani, animati tutti dal fuoco e dalla
forza eterea e simili al cielo, sempre che non facciano ostacolo corpi di
natura contraria a quella che li ha originati.

Questi versi affermano che non solo il mondo ha uno spirito e un'anima, ma che
ancora esso partecipa della mente divina e che l'origine la virte il vigore
di tutte le cose di questo basso mondo dipendono dall'anima istessa del mondo
universale, cosa di cui ci assicurano i Pitagorici, Orfeo, Trismegisto,
Aristotile, Teofrasto, Avicenna, Algazeles e che tutti i peripatetici
dichiarano e confermano.



CAPITOLO LVI.

Il quale conferma la stessa cosa con la ragione.

Il mondo, i cieli, le stelle, gli elementi hanno un'anima, da cui procede ogni
altra anima nei corpi inferiori e nei corpi misti di questo nostro mondo, i
quali hanno anche uno spirito presente nel corpo mercl'anima, come abbiamo
detto nel primo libro della presente opera. Ora essendo il corpo del mondo
nella sua totalitun corpo completo nel suo genere, costituito dalla riunione
dei corpi di tutte le cose animate e il tutto essendo sempre piperfetto e
pinobile delle parti, evidentemente il corpo del mondo dovressere pi nobile e piperfetto di ogni varia cosa animata in particolare che lo
costituisce. E sarebbe assurdo enunciare che i piccoli corpi imperfetti e le
singole particelle del mondo e gli animati pidisprezzabili, come le mosche e
i vermiciattoli, sieno soggetti degni della vita e della possessione di
un'anima e che il mondo nella sua totalit il corpo piperfetto e pinobile
di tutti, non abbia vita nanima. Ne sarebbe meno irragionevole sentenziare
che i cieli gli astri e gli elementi, che infondono la vita e l'anima. a ogni
cosa in particolare, sieno essi stessi privi di vita e di anima e che una
pianta, la piumile erba, si trovino in condizioni pinobili del cielo degli
astri e degli elementi, i quali nell'ordine della natura, hanno in sle loro
origini. E chi potrdire, a meno d'essere sprovvisto del senso comune, che la
terra e la acqua non vivono, esse che con la loro sostanza generano,
vivificano, nutriscono e fanno crescere e alberi e erbe e animali infiniti?
Cosa che appare manifesta in riguardo alle cose che si generano spontaneamente
e in quelle che non possiedono semenza alcuna corporale, giacchgli elementi
non potrebbero produrre e nutrire tali specie di corpi viventi, se essi stessi
non avessero vita.

Alcuni filosofi forse diranno che tali specie di corpi viventi sono prodotti
per influsso delle anime celesti e non dell'anima della terra o dell'acqua. Ma
i platonici rispondono che un accidente non puprodurre una sostanza salvo
che
come strumento subordinato alla sostanza pivicina, giacchlo strumento
lontano dall'artista non purisuonare per semplice effetto dell'arte.
Similmente le influenze celesti, essendo ben lontane dalle loro sostanze
vitali o dalla vita istessa, non potrebbero produrre sostanze vitali nei corpi
inferiori di questo basso mondo. E Mercurio, nel suo trattato De Communi, dice
che quanto nel mondo si muove per crescenza e per decrescenza. Ora tutto ci che ha moto ha anche vita e la terra, che possiede il suo movimento, e
soprattutto quello generativo e quello alterativo, similmente vivente. Se
alcuni dubitassero che i cieli vivano, dice Teofrasto, non bisognerebbe
considerarlo filosofo e chiunque nega che il cielo sia animato, e cospure
che il suo motore non sia la sua forma, distrugge i fondamenti dell'intera
filosofia.

Bisogna dunque ammettere che il cielo viva ed abbia anima e senso, dato che
infonde vita alle piante che non sono prodotte da alcuna semente, nonchagli
animali non generati per copula.


CAPITOLO LVII.

Che insegna come l'anima del mondo e le anime celesti abbiano la facoltdi
ragionare e partecipino della mente divina.

Ecco inoltre la prova che le anime di cui abbiamo parlato hanno la facoltdi
ragionare. Infatti siccome tutte le manifestazioni di tali anime sono
coordinate in un tutto armonico, mestieri che sieno governate dalla ragione
e non dal caso e per conseguenza tutte le loro operazioni sono guidate verso
finalitdeterminate. E' necessario infatti che la terra abbia le ragioni
delle cose terrene, l'acqua delle acquose e similmente per le altre con le
quali i vari corpi vengono prodotti nel dovuto tempo luogo e ordine e spesso i
corpi lesi vengono rifatti. I filosofi reputano dunque che l'anima della terra
non come quella di un qualsiasi corpo abbietto, ma razionale ed inoltre
intelligente o dea. Sarebbe inoltre assurdo dire che le anime celesti e
l'anima stessa del mondo non
sappiano le ragioni e gli scopi del loro operato, quando noi, esseri
imperfetti, non ignoriamo le ragioni delle nostre opere. E se, come dice
Platone, il mondo stato creato pel bene, pel migliore bene possibile,
necessariamente dovresser stato dotato non solo di vita di senso e di
ragione, ma anche di intelligenza e di mente. Dato che l'anima rappresenta la
perfezione del corpo e che il corpo tanto piperfetto quanto piperfetta la sua anima, indubbio che i corpi celesti, che sono i piperfetti,
possiedano le anime piperfette. Essi dunque partecipano dell'intelletto e
della mente, cosa che i platonici dimostrano concordi per il perseverare del
loro ordine e tenore, dato che il moto, che libero di sua natura, potrebbe
facilmente interrompersi o deviare quando non fosse guidato e regolato
dall'intelletto e dalla mente, che perfetta, capace di prevedere sin
dall'inizio la via migliore e la remota finalit Nindubbio che questa
mente, connessa in tal modo con anime quali quella del mondo e quelle dei
corpi celesti e degli elementi, governi con ordine regolarissimo e
perfettissimo l'opera sua, poichi corpi non s'oppongono a un'anima
potentissima, nuno spirito perfetto pudeviare dalle finalitstabilitesi.
L'anima del mondo per conseguenza una certa vita unica, che tutto riempie e
nutrisce, che raccoglie e lega insieme tutte le cose, in modo che il tutto non
costituisca che un solo organismo e meccanismo. Ed come un istrumento
monocorde, che risuona per l'intervento di tre specie di creature, ossia
l'intellettuale il celeste e il corruttibile, animate da un soffio unico e da
un'unica vita.



CAPITOLO LVIII.

Dei nomi delle anime celesti e del loro dominio su questo mondo inferiore,
ossia sull'uomo.

I nomi delle anime celesti differiscono secondo la potenza e la virt esercitata sui corpi di questo basso mondo, dai quali hanno tratto diversi
appellativi di cui gli antichi si sono serviti nei loro inni e nelle loro
invocazioni. Rimarchiamo subito che ciascuna di tali anime, secondo la
teologia orfica, possiede due virt l'una consistente nella conoscenza,
l'altra nella vivificazione e nel governo corporale e Orfeo chiama tra le
sfere celesti Bacco la prima virte Musa la seconda. Da cideriva che
nessuno possa essere inebriato da alcun Bacco, senza esser stato accoppiato
previamente alla propria Musa e si collocano nove Bacco accanto alle nove
Muse.

Secondo tale dottrina, Orfeo colloca nella nona sfera il Bacco Cribronius e la
Musa Calliope, nel cielo delle stelle Picionius e Urania, nel cielo di Saturno
Amphietus e Polimnia, nel cielo di Giove Sabasius e Tersicore, nel cielo di
Marte Bassarius e Clio, nel cielo del Sole Trietericus e Melpomene, nel cielo
di Venere Lysius e Erato, nel cielo di Mercurio Sileno e Euterpe, nel cielo
dello Luna Lyaeus e Talia.

Similmente, nelle sfere degli elementi, Orfeo colloca anime che chiama come
appresso: nel fuoco Phaneta e Aurora, nell'aria Giove fulminatore e Giunone,
nell'acque Oceano e Teti, nella terra Plutone e Proserpina.

Ma l'anima del mondo o universale, i magi la chiamano Giove Mondano e la mente
del mondo la chiamano Apollo e la natura del mondo Minerva, collocando nel
fuoco Vulcano e nell'acqua Nettuno, contraddistinti da appellativi differenti.

I pitagorici attribuivano similmente ai dodici segni dello zodiaco divinit particolari, o anime, che avevano il governo assoluto dell'astro e
precisamente una Pallade speciale nel cuore dell'Ariete, una Venere speciale
nel Toro, un Febo speciale nei Gemelli, un Mercurio nel Cancro, un Giove nel
Leone, una Cerere nella Vergine, un Vulcano nella Bilancia, un Marte nello
Scorpione, una Diana nel Sagittario, una Vesta nel Capricorno, una Giunone
nell'Acquario, un Nettuno nei Pesci. Come descrive Manilio:

Pallade veglia sull'Ariete, Venere sul Toro, il vago Febo sui Gemelli,
Cyllenio sul Cancro, Giove unitamente alla madre divina governa il Leone; la
Vergine con Cerere portatrice di spighe; la Bilancia ha Vulcano che l'ha
fabbricata; il battagliero Scorpione con Marte; il Cacciatore con Diana;
Vesta riscalda i piccoli astri del Capricorno e della parte
cavallina; l'Acquario l'astro di Giunone al cospetto di Giove e Nettuno
riconosce nel Mare i suoi Pesci.

Orfeo, scrivendo a Museo, numera le varie divinite ne assegna i nomi gli
aspetti e le funzioni, invocandoli ciascuno in particolare negli inni che ha
loro dedicato. Ne bisogna credere che tali nomi si riferiscano a demoni
malefici e ingannatori, ma ci si persuada che sono appellativi di virt naturali e divine, che l'Eterno ha stabiliti per l'utilitdi quegli uomini
che sapranno acconciamente farne uso.

L'antichitha anche dato il governo di ciascun membro del corpo umano a
ciascuna di tali divinit come per esempio l'orecchio alla memoria, che
Virgilio dedica altresa Febo, ldove dice: Cyntius m'ha tirato l'orecchio e
m'ha avvertito. CosNuma Pompilio, secondo Tito Livio, ha consacrato alla
fedeltla mano destra, che simbolo della forza e con la quale si presta
giuramento. Le dita sono sotto la protezione di Minerva e le ginocchia sono
dedicate alla misericordia, il che vale a spiegare il perchpregando ci si
genufletta. Alcuni dedicano l'ombelico a Venere, quale sede della lussuria;
altri, che riportano tutte le membra all'ombelico come a un centro, dicono che
consacrato a Giove e percinel tempio di Giove Ammone era venerata
l'immagine di un ombelico. Tutte le altre parti del corpo sono anch'esse
dedicate ciascuna a una divinit ne, quando si comprenda rettamente e si
conoscano i veri numi che presiedono alle membra, cicontrario alla vera
piet tanto piche le Sacre Scritture dicono che tutte le nostre membra sono
governate dalle virtdivine. Ma di citratteremo pidiffusamente nel libro
successivo e termineremo il capitolo facendo rilevare che, oltre le membra,
anche le occupazioni umane hanno ciascuna la loro divinit Cos per esempio,
la caccia attribuita a Diana, la guerra a Pallade, l'agricoltura a Cerere,
come leggiamo in Porfirio, laddove Apollo accenna agli oracoli:

La madre degli dei signoreggia i pifferi i tamburi e le danze, Pallade si
compiace degli orrori della guerra, Diana trae diletto dalla caccia nelle
foreste, Giunone governa la pioggia e i venti, Cerere le messi tra i campi e
la fedele coniuge ricerca il suo Osiride sulle rive del Nilo.



CAPITOLO LIX

Dei sette pianeti che governano il mondo e dei relativi nomi
impiegati nel linguaggio magico.

Gli antichi, come fa Ermete, invocavano i sette pianeti come i sette reggitori
generali del mondo e con differenti appellativi.

Saturno, per esempio, chiamato Celius, portaface, padre degli dei,
dominatore del tempo, nume sovrano, il grande, il saggio, l'intelligente,
l'ingegnoso, il divoratore di spazi, il vegliardo profondo, il generatore
delle contemplazioni secrete, l'ispiratore di grandi pensieri, il distruttore
e il conservatore di tutte le cose, il guardiano e lo scopritore delle cose
nascoste che fa perdere e trovare, il dispensatore della vita e della morte,
il sovvertitore e il costitutore della forza e della potest

Giove chiamato padre giovevole, re degli abitanti del cielo, magnanimo,
tonante, fulminatore, invitto, gran signore, il buono, il fortunato, il dolce,
il mansueto, l'arrendevole, l'onesto, il signore della gioia e dei giudizi, il
saggio, il veridico, il dimostratore della verit il giudice universale, il
migliore di tutti, il padrone delle ricchezze e della saggezza.

Marte chiamato anche Mavors, posante guerriero, cruento, sanguinario,
poderosamente armato, porta spada, magnanimo, ardito, indomabile, generoso,
fulmineo, potentissimo e impetuosissimo, vincitore su tutti, distruggitore di
forze e di potenze, detronizzatore di re, signore del calore e della possanza,
padrone del fuoco e pianeta del sangue, infiammatore dei cuori battaglieri.

Il Sole chiamato Febo, Diespiter, Apollo, Titano, Pean, Phanes, Orus,
Osiride, come detto in questo oracolo:

Il Sole che Osiride, Dionisio, Orus, Apollo e il re; che governa il giorno e
la notte; che forma i venti e le piogge; che apporta i cambiamenti delle
stagioni; il sovrano Nume delle stelle e il fuoco immortale.

Si chiama anche l'arciere, l'ardente, l'igneo, il dorato, il portatore di
fiamma, il raggiante, la chioma di fuoco, la testa
d'oro, l'occhio del mondo, lucifero, che vede tutto, che detiene tutto,
creatore della luce, re degli astri, gran signore, buono, fortunato, onesto,
bello, prudente, intelligente, Saggio, risplendente sull'universo,
vivificatore dei corpi che hanno un'anima, principe del mondo e reggitore
delle stelle, oscuratore della luce e delle virtdelle stelle. E di notte si
chiama Dionisio e di giorno Apollo, ciofugatore di mali e percigli
Ateniesi l'appellavano Alexicacon e Omero Ulion. Ma si chiama anche Febo per
la sua bellezza e pel suo fulgore e Vulcano per la violenza del suo fuoco. E
si chiama Sole, quasi contenga da solo la luce di tutte le stelle e percigli
Assiri l'hanno nominato Adad, vale a dire solo, e gli Ebrei Schemesch, che
vuol dire unico nella sua specie.

Venere chiamata signora, alma, ben fatta, astrale, bianca, bella,
tranquilla, potente, amante e sposa feconda, signora dell'amore e della
bellezza, figliuola dei secoli e prima madre degli uomini, accoppiatrice dei
sessi sin dall'inizio della vita e moltiplicatrice eterna degli uomini e degli
animali, regina dei piaceri, dominatrice della gioia, amabile guida, amica
pietosa e ospitale, benefattrice, salvatrice del genere umano, capace di
circondare tutto con la sua virt di umiliare il forte pel debole, di
eguagliare tutto. Si chiama anche Afrodite, perchsi trova in ogni sesso e in
ogni spirito; Lucifera, perchapporta la luce del Sole e ci guida verso la
luce; Espero, quando segue il Sole; Fosforo, perchconduce attraverso tutto
ciche arduo.

Mercurio si chiama il figlio di Giove, l'araldo degli dei, l'interprete dei
superi, Stilbon, porta serpenti, porta caduceo, piede aligero, l'eloquente,
colui che fa guadagnare, il saggio, il ragionevole, il robusto, il poderoso
nel bene e nel male, il notaio del Sole, il corriere di Giove, l'intermediario
tra le potenze celesti e le infernali, il maschio coi maschi e femina con le
femine, il fecondissimo per la possessione di ambo i sessi. Lucano lo chiama
l'arbitro degli dei e si chiama anche Ermete, vale a dire interprete, perch rischiara tutto ciche oscuro e mette in luce tutto ciche nascosto.

La Luna si chiama Febea, Diana, Lucina, Proserpina, Ecate, regolatrice dei
mestrui, Noctiluca, errante, silenziosa, cospiratrice, errabonda della notte,
porta corna, la sovrana
delle divinit la regina del cielo, la regina dei mani, la dominatrice a cui
obbediscono gli astri gli elementi e il tempo e per cui scroscia la folgore e
germinano le sementi, la madre primordiale dei frutti, la sorella di Febo, la
lucente, trasportatrice della luce d'uno in altro pianeta, concentratrice dei
fulgori stellari, regina di bellezza, padrona delle acque e della pioggia,
donatrice di ricchezze, nutrice degli uomini, governante dei popoli, buona e
misericordiosa, protettrice degli uomini in terra e in mare, moderatrice dei
rovesci della fortuna, dispensatrice insieme al destino, colei che nutrisce
tutto ciche nasce dalla terra che limita le forze delle larve, che foggia le
cavitsotterranee, le sommitluminose del cielo, i flutti salubri del mare,
colei che regola col suo cenno i tristi silenzi del tartaro, colei che con la
sua maestfa trepidare gli uccelli che fendono gli spazi, le bestie erranti
tra i monti, i serpenti abitatori delle viscere della terra, i mostri che
popolano le acque.

Colui che vorr saperne davvantaggio e avere maggiori conoscenze intorno a
tali nomi e altri simili delle stelle e dei pianeti, potrconsultare gli inni
di Orfeo, la conoscenza profonda dei quali varra fare acquistare una grande
comprensione della Magia naturale.



CAPITOLO LX.

In qual modo le imprecazioni umane imprimano naturalmente le loro forze nelle
cose esteriori e come lo spirito umano, attraverso i vari gradi di dipendenza,
pervenga sino al mondo intelligibile e divenga simile agli spiriti e alle
intelligenze pii sublimi.

Le anime dei corpi celesti comunicano le loro virtai propri corpi, i quali a
loro volta le trasmettono a questo mondo sensibile; ne, in effetti, le virt del globo terrestre hanno altra origine fuor che la celeste. Perciil mago
che voglia operare pel potere di tali anime, invoca gli esseri superiori con
acconce parole misteriose, disposte in formule efficaci per una certa
convenienza mutua tra esse, le quali formule costringono a intervenire in modo
naturale le forze occulte. Il che fa dire ad Aristotile nel sesto libro della
Filosofia Mistica che quando s'invoca il sole e altre stelle pregandoli a
cooperare all'operazione desiderata, l'astro non intende la preghiera ma
agisce in virtd'un certo legame naturale e mutuo che collega tutte le parti
dell'universo e le disciplina. Cosin un corpo umano un membro messo in
moto dall'impulso d'un altro membro e un istrumento a corda che vibri ne fa
risuonare un altro simile.

Imprimendo un moto al alcuna parte del mondo, le altre parti ricevono un
impulso che similmente le obbliga ad agire e per conseguenza la conoscenza
della dipendenza reciproca e coordinata dalle cose la base di ogni
operazione meravigliosa ed indispensabile per fare agire la forza capace
d'attrarre le virtcelesti. La parola urna forza naturale, perchle varie
parti del mondo si attirano naturalmente a vicenda e reagiscono
scambievolmente le une sulle altre e il mago, invocando per mezzo delle
parole, opera per mezzo delle forze atte della natura, conducendo certe cose
per l'amore dell'una all'altra, o attirandole a causa del susseguirsi di una
cosa con l'altra, o respingendole a causa dell'antipatia dell'una con l'altra,
seguendo in contrariete differenza delle cose e la moltitudine delle virt
le quali reagiscono operano e forzano le cose mercgli effluvi celesti.

Pertanto se alcuno risente gli effetti di qualche legatura o fascino, cinon
avviene secondo l'anima razionale, ma secondo la sensitiva e la sofferenza percepita secondo l'anima animale. Perchle parole non hanno il potere di
soggiogare l'anima, che trae la conoscenza dalla ragione e che ha
l'intendimento, ma che nondimeno concepisce questa impressione e questa forza
merci sensi, quando per l'influsso degli astri e cooperazione delle casse
terrene, lo Spirito animale dell'uomo sia premuto al di ldella originaria e
naturale disposizione. Proprio nello stesso modo con cui un figlio obbliga il
padre inconsciamente a lavorare per nutrirlo e conservarlo in vita, sebbene
stanco; o come la sete di dominio ci sospinge a date attivit o come il
timore della povertfa desiderare le ricchezze; o come la venustfeminile un pungolo alla concupiscenza; o come la valentia d'un abile musicista suscita
inconsciamente passioni e emozioni diverse negli ascoltatori.

Ma il volgo non ammira questa specie di fascinazioni e di legamenti, come non
le detesta, perchsono comuni, e ne
ammira invece altre pure fisiche perchl'ignora e perchnon vi accostumato. Percis'ingannano quelli che le stimano al
di sopra della natura o contro natura, mentre provengono dalla natura e sono
fatte secondo natura.

Bisogna dunque conoscere che ogni cosa superiore mette in movimento la cosa
inferiore che pile vicina in ordine e grado di dipendenza e cinon solo
nel campo corporale, ma anche in quello spirituale. Secondo tale legge,
l'anima universale del mondo mette in moto le diverse anime particolari e
l'animo razionale agisce sulla sensitiva e la sensitiva sulla vegetativa e
qualsiasi parte del mondo agisce su un'altra e qualunque atta a muoverne
un'altra. Cospure, ogni parte del mondo inferiore riceve l'impressione
celeste secondo la sua natura e attitudine e nello stesso modo che un organo
del corpo di un animale esercita una data azione su un altro organo.
Similmente infine il mondo superiore delle intelligenze agisce su tutto ci che gli sottoposto, perchcontiene tutti gli stessi enti dal primo
all'ultimo che contengono i mondi inferiori.

Per conseguenza i corpi celesti imprimono il moto ai corpi del mondo
elementare, misti corruttibili e sensibili, dalla periferia sino al centro,
mercle essenze superiori perpetue e spirituali dipendenti dal primo
intelletto, che l'intelletto agente, nonchcon la virtinfusa da Dio col
suo verbo, chiamato dai sapienti Caldei causa delle cause, perchproduce le
entitnonchl'intelletto agente, che viene in secondo luogo dopo del verbo.
Ciper l'unione di esso verbo al primo autore, che ha generato effettivamente
tutte le esistenze.

Il verbo dunque l'immagine di Dio, l'intelletto agente l'immagine del
verbo, e il nostro verbo l'immagine dell'anima, mercil quale essa agisce
naturalmente sulle cose naturali, perchla natura opera sua. Ciascuna di
tali forze compie la sua opera susseguendosi, come il padre il figlio, e
nessuna delle posteriori esiste senza la precedente; e tutte restano
rispettivamente in una certa regolata dipendenza, in modo che quando la
inferiore si altera avviene un ritorno verso la prossima precedente, finch arriva ai cieli, poi all'intelletto agente, da cui tutte le creature ricevono
l'esistenza e che ha vita esso stesso nel primo autore, o verbo creatore, a
cui ritornano tutte le cose come al loro principio.

Volendo compiere opere meravigliose nelle cose di questa terra, abbisogna
dunque che l'anima nostra si specchi nel suo principio, che solo pu fortificarla e concederle il potere d'agire su ogni grado a partire dal primo
autore. Pertanto occorre contemplare piuttosto le anime delle stelle che i
corpi, il mondo superceleste intellettuale a preferenza del mondo celeste
corporale, poichquello pinobile, quantunque anche questo sia insigne e
preliminare, e quantunque senza il suo tramite non sia possibile conseguire
l'influenza di quello. Per esempio il Sole, il re degli astri, riceve la luce
dal mondo intelligibile sopra ogni altra stella, perchl'anima sua maggiormente capace di tale splendore intelligibile e chi voglia attrarre
l'influenza solare, deve contemplare il Sole, non solo attraverso la luce
esteriore, ma anche attraverso quella interiore e nessuno pufar cisenza
risalire allo spirito stesso del Sole e senza divenirgli simigliante e senza
comprendere e percepire con l'occhio dell'intendimento la sua luce
intelligibile, come con l'occhio corporale se ne percepisce la luce sensibile.
Questo cossarriempito dallo splendore di quello e riceverin se la luce,
che l'ipotiposi comunicata dalla sfera superiore e, rivestito da esso,
divenuto simile a esso veramente, otterr a suo piacere, la stessa sovrana
chiarezza e l'ausilio di tutte le forme che partecipano dell'astro. Attinta
poi la luce del grado sovrano l'anima allora si avvicineralla perfezione e
diverrsimile agli spiriti solari e attingeralle sorgenti stesse della
virtsoprannaturale e ne adoperera suo grado la potenza, se pure il primo
autore lo vorr Perci anzitutto, occorre chiedere in questo assistenza e
consenso e cinon solo oralmente, ma religiosamente e con spirito da
supplicante, pregando senza posa, affinchla preghiera possa rischiarare la
mente e fugare dall'anima le tenebre, che tendono a prendere il sopravvento
per l'azione esercitata dal corpo.
Fine libro secondo.






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