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Il cuore rivelatore - The Tell-Tale Heart (1842-1843)

E proprio vero! - nervoso - molto, spaventosamente nervoso, ero e sono ancora; ma perchdire che sono pazzo? La malattia aveva acuito i miei sensi - non distrutto - non smorzato. Soprattutto era acuto il senso dell'udito. Udivo tutto in cielo e in terra. Udivo molte cose dell'inferno. E allora, come posso essere pazzo? Ascoltate! e osservate quanto lucidamente quanto tranquillamente possa raccontarvi l'intera storia.
E impossibile dire come l'idea mi sia penetrata per la prima volta nella mente; ma una volta concepita, mi perseguitgiorno e notte. Scopo non c'era. Non c'era passione. Amavo il vecchio. Non mi aveva mai fatto torto. Non mi aveva mai oltraggiato. Non desideravo affatto il suo oro. Penso che sia stato il suo occhio! s fu cos Aveva l'occhio di un avvoltoio - un occhio azzurro chiaro, con un velo sopra. Ogni qualvolta cadeva su di me, mi si gelava il sangue nelle vene; e cosper gradi - molto gradualmente - mi ficcai in testa di togliere la vita al vecchio, e liberarmi cosdell'occhio, per sempre.
Ora questo il punto.
Voi mi credete pazzo. I pazzi non sanno nulla. Ma avreste dovuto vedere me. Avreste dovuto vedere quanto saggiamente mi comportai - con quanta attenzione - con che prudenza - con che dissimulazione mi misi all'opera! Non fui mai pigentile verso il vecchio quanto durante l'intera settimana prima che lo uccidessi. E ogni notte, intorno a mezzanotte, giravo il chiavistello della sua porta e la aprivo - cosdelicatamente! E allora, quando avevo fatto un'apertura sufficiente a farvi passare la testa, introducevo una lanterna cieca, tutta chiusa, chiusa, cosicchnessuna luce filtrasse, e quindi spingevo dentro la testa. Oh, avreste riso vedendo quanto abilmente lo facevo! Muovevo la testa lentamente - molto lentamente, per non disturbare il sonno del vecchio. Mi occorreva un'ora per mettere l'intera testa dentro l'apertura tanto da poterlo vedere giacere sul letto. Ah! - Sarebbe stato un pazzo cossaggio? E allora, quando la mia testa era ben dentro la camera, scoprivo la lanterna cautamente - oh, coscautamente - cautamente perchi cardini cigolavano - la scoprivo proprio quel tanto che bastava a far sche un solo sottile raggio cadesse sull'occhio da avvoltoio.
E feci questo per sette lunghe notti - ogni notte proprio a mezzanotte - ma trovavo l'occhio sempre chiuso; e cosera impossibile fare il lavoro; perchnon era il vecchio che mi opprimeva, ma il suo Occhio Malvagio. E ogni mattina, quando il giorno spuntava, andavo sfacciatamente nella sua camera, e gli parlavo coraggiosamente, chiamandolo per nome in un tono cordiale, e domandando come avesse passato la notte. Cosvedete, avrebbe dovuto essere un vecchio molto acuto davvero, per sospettare che ogni notte, esattamente a mezzanotte, entravo a guardarlo mentre dormiva.
L'ottava notte fui pidel solito cauto nell'aprire la porta. La lancetta dei minuti di un orologio si muove pivelocemente di quanto fece la mia mano. Mai prima di quella notte, avevo sentito l'estensione dei miei poteri - della mia sagacia. Potevo a fatica frenare il mio senso di trionfo. Pensare che ero l che aprivo la porta, a poco a poco, ed egli nemmeno immaginava i miei segreti atti o pensieri. Ridacchiai a quell'idea; e forse mi udperchsi mosse sul letto improvvisamente come se sobbalzasse. Ora potreste pensare che indietreggiassi - ma non fu cos La sua stanza era nera come pece nell'oscuritfitta (le imposte erano chiuse, per paura dei ladri), e cossapevo che non poteva vedere schiudersi la porta, e continuai a spingerla con continuit sempre di pi
Avevo la testa dentro, ed ero sul punto di aprire la lanterna, quando il mio pollice scivolsul chiavistello di latta, e il vecchio si levsul letto, gridando: 青hi l
Rimasi perfettamente immobile e non dissi nulla. Per un'ora intera non mossi un muscolo, e nel frattempo non lo udii ricoricarsi. Era ancora seduto sul letto in ascolto; - proprio come ho fatto io, notte dopo notte, ascoltando gli orologi della morte nella parete.
Ora udivo un gemito debole, e sapevo che era il gemito di un terrore mortale. Non era un gemito di sofferenza o di dolore - oh, no! era il suono sommesso e soffocato che si leva dal fondo dell'anima quando sovraccarica di paura. Conoscevo bene quel suono. Pidi una notte, proprio a mezzanotte quando tutto il mondo dormiva, esso scaturito dal mio petto, aumentando, con la sua eco spaventosa, i terrori che mi sconvolgevano. Dico che lo conoscevo bene. Sapevo ciche il vecchio provava, e sentivo pietper lui, sebbene ridacchiassi in cuor mio. Sapevo che era restato desto fin dal primo sommesso rumore, quando si era rivoltato nel letto. I suoi timori erano andati crescendo da allora. Aveva provato a crederli irragionevoli, ma non c'era riuscito. Si era detto: 俏on altro che il vento del camino - solo un topo che attraversa il pavimento oppure 怨 soltanto un grillo che ha fatto il suo trillo S aveva provato a confortarsi con queste supposizioni: ma aveva trovato tutto inutile. S tutto inutile; perchla Morte nell'avvicinarglisi, era avanzata a lunghi passi, con la sua ombra nera, e aveva avviluppato la vittima. E fu l'influenza funesta di quell'ombra invisibile che gli fece sentire - benchnon mi avesse visto nudito - sentire dico, la presenza della mia testa nella stanza.
Quando ebbi atteso a lungo, molto pazientemente, senza udirlo distendersi, decisi di aprire una piccola - piccolissima fessura nella lanterna. Cosla aprii, furtivamente - non potete immaginare quanto furtivamente - finch alla fine, un solo raggio fioco, sottile come il filo del ragno, guizzfuori dalla fessura e cadde in pieno sull'occhio di avvoltoio.
Era aperto - completamente spalancato - e divenni furioso quando lo fissai. Lo vedevo con perfetta chiarezza - tutto un azzurro opaco, con un orribile velo sopra che mi raggelil midollo nelle ossa; ma non potevo vedere altro del volto o della figura del vecchio: perchavevo diretto il raggio, come per istinto, precisamente su quel dannato punto.
E non vi ho forse gidetto che ciche scambiate per pazzia non altro che estrema acutezza dei sensi? - ora, dico, mi giunse alle orecchie un suono basso, sordo, rapido, quale fa un orologio quando avvolto nel cotone. Conoscevo bene anche quel suono. Era il battito del cuore del vecchio. Incrementla mia collera, come il rullo di un tamburo sprona il coraggio del soldato.
Ma ancora mi frenai e rimasi immobile. Respiravo appena. Tenevo la lanterna immobile. Provavo quanto stabilmente potessi mantenere il raggio sull'occhio. Frattanto il tamburellare infernale del cuore aumentava. Diventava ogni istante pirapido, sempre pirapido, e piforte, sempre piforte. Il terrore del vecchio doveva essere estremo! Diventava piforte, dico, piforte ogni momento! - Volete prestarmi bene attenzione? Vi ho detto che sono nervoso: cossono. E adesso nell'ora mortale della notte, nello spaventoso silenzio di quella vecchia casa, un rumore cosstrano come questo scatenin me un terrore incontrollabile. Eppure per alcuni minuti ancora mi trattenni e rimasi fermo. Ma il battito diventava piforte, forte! Pensavo che il cuore dovesse scoppiare. E una nuova inquietudine mi prese - il suono avrebbe potuto essere udito da un vicino! L'ora del vecchio era venuta! Con un urlo alto, aprii la lanterna e balzai nella stanza. Griduna volta - una volta sola. In un attimo lo trascinai a terra, e gli rovesciai sopra il pesante letto. Allora sorrisi gaiamente, l'impresa era gia buon punto. Ma, per molti minuti, il cuore battancora con un rumore soffocato. Questo, tuttavia, non mi irritava; non sarebbe stato udito di ldal muro. Infine cess Il vecchio era morto stecchito. Gli misi la mano sul cuore e ve la tenni molti minuti. Non c'erano pulsazioni. Era morto stecchito. Il suo occhio non mi avrebbe turbato mai pi
Se ancora mi ritenete matto, non lo farete piquando avrdescritto le sagge misure di precauzione che presi per l'occultamento del cadavere. La notte stava declinando, e io lavoravo in fretta, ma in silenzio. Prima di tutto smembrai il cadavere. Tagliai via la testa, le braccia e le gambe. Poi divelsi tre tavole dal pavimento della camera, e disposi tutto fra i travicelli. Quindi rimisi a posto le tavole cosintelligentemente, cosastutamente, che nessun occhio umano - nemmeno il suo - avrebbe potuto scoprire qualcosa fuori posto. Non c'era nulla da lavare - nessuna macchia di alcun tipo - nessun segno di sangue. Ero stato estremamente meticoloso in questo. Una tinozza aveva accolto il tutto - Ah! Ah!
Quando ebbi portato a termine queste fatiche, erano le quattro - ancora buio come a mezzanotte. Mentre la campana suonava l'ora, proprio allora fu battuto alla porta di strada un colpo. Corsi giad aprire col cuore leggero - perchdovevo ora aver paura? Entrarono tre uomini, che si presentarono, con perfetta gentilezza, come funzionari di polizia. Un grido era stato udito da un vicino durante la notte; era sorto il sospetto di qualcosa di losco; l'informazione era giunta al commissario di polizia, ed essi, i funzionari, avevano ricevuto l'incarico di perquisire l'edificio.
Sorrisi, - perchdovevo temere? Diedi loro il benvenuto. Il grido, dissi, era mio in sogno. Il vecchio, accennai, era assente, in campagna. Portai i visitatori in giro per tutta la casa. Dissi di cercare - cercare 剎ene Li condussi, infine, nella 哀uastanza. Mostrai i suoi tesori, al sicuro, indisturbati. Nell'entusiasmo della mia sicurezza, portai delle sedie nella camera, e li pregai di riposarsi ldalle loro fatiche, mentre proprio io, nell'audacia selvaggia del mio completo trionfo, misi la mia sedia sul punto preciso sotto il quale riposava il cadavere della vittima.
I funzionari erano soddisfatti. Il mio modo di comportarmi li aveva convinti. Ero particolarmente a mio agio. Si sedettero, e mentre rispondevo tranquillamente, chiacchieravano di cose familiari. Ma, di la poco, sentii che impallidivo e sperai che se ne andassero. La testa mi doleva, e mi sembrava di udire uno squillo nelle orecchie: ma erano ancora seduti e ancora chiacchieravano. Lo squillo divenne pidistinto: - continuava e si faceva sempre pidistinto: parlavo in libertper sbarazzarmi della sensazione: ma questa continuava e diventava sempre pidistinta - finch alla fine, scoprii che il rumore non era nelle mie orecchie.
Senza dubbio impallidii molto ora; ma parlai anche pifacilmente, e con voce pialta. Ma il suono aumentava - e che cosa potevo fare? Era un suono basso, sordo, rapido - molto simile a quello che fa un orologio quando avvolto nel cotone. Respiravo a fatica - e tuttavia i funzionari non lo udivano. Parlai sempre pivelocemente - piimpetuosamente; ma il rumore cresceva con regolarit Mi alzai e ragionai su inezie, in tono acuto e gesticolando violentemente; ma il rumore continuava a crescere. Perchnon se ne volevano andare? Misuravo il pavimento avanti e indietro con passi lunghi e pesanti, se le osservazioni dei tre uomini eccitassero il mio furore - ma il rumore cresceva continuamente. Oh, Dio! che potevo fare? Schiumavo - deliravo - imprecavo! Dondolai la sedia sulla quale stavo seduto, e la sfregai sulle tavole, ma il rumore sovrastava tutto e aumentava continuamente. Divenne piforte - piforte - piforte! E ancora gli uomini chiacchieravano piacevolmente, e sorridevano. Era possibile che non l'udissero? Iddio Onnipotente! - no! no! Lo udivano! - sospettavano! - sapevano! - si stavano beffando del mio orrore! - questo pensai, e questo penso. Ma qualsiasi cosa era meglio di questa agonia! Qualsiasi cosa era pitollerabile di questa irrisione! Non potevo sopportare pia lungo quei sorrisi ipocriti! Sentii che dovevo gridare o morire! e ora - di nuovo! - ascoltate! piforte! piforte! piforte! piforte!
俑ascalzoni! gridai, 哀mettetela di fingere! Ammetto di averlo fatto! - strappate le assi! qui, qui! qui il battito del suo orrendo cuore!
Edgar Allan Poe






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