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::M. K. GANDHI

Aforismi
e pensieri


A cura di Massimo Baldini


Sulla copertina raffigurata l'immagine di Gandhi



Il sentiero della non violenza richiede molto pi coraggio di quello della violenza.

TASCABILI ECONOMICI NEWTON


Tascabili Economici Newton
(100 pagine 1000 lire)
219
Prima edizione: aprile 1995
Tascabili Economici Newton
Divisione della Newton Compton editori s.r.l.
(C racchiusa in un cerchio) 1995 Newton Compton editori s.r.l.
Roma, Casella postale 6214

ISBN 88-7983-841-5

Stampato su carta Libra Classic della Cartiera di Kajaani
distribuita dalla Fennocarta s.r.l., Milano
Copertina stampata su cartoncino Fine Art Board della Cartiera di Aanekoski


M.K. Gandhi

Aforismi e pensieri

A cura di Massimo Baldini
Traduzione di Lucio Angelini







TEN
Tascabili Economici Newton


(Tascabili Economici Newton, sezione dei Paperbacks
Pubblicazione settimanale, 29 aprile 1995
Direttore responsabile: G.A. Cibotto
Registrazione del tribunale di Roma n. 16024 del 27 agosto 1975
Fotocomposizione: Sinnos Coop. Sociale a r.l., Roma
Stampato per conto della Newton Compton editori s.r.l., Roma
presso la Rotolito Lombarda S.p.A., Pioltello (MI)
Distribuzione nazionale per le edicole: A.Pieroni s.r.l.
Viale Vittorio Veneto "( - 20124 Milano - telefono 02-29000221
telex 332379 PIERON I - telefax 02-6597865
Consulenza diffusionale: Eagle Press s.r.l., Roma
Introduzione

Un grande maestro appare una volta ogni tanto. Possono passare parecchi secoli senza che se ne presenti uno. Lo si riconosce dalla sua vita. Prima vive e poi dice agli altri come possono vivere nella stessa maniera. Gandhi fu un tale maestro.

S. Radhakrishnan

(Mentre l'Europa era dominata da Hitler e da Stalin, mentre "il regime della violenza regnava cos assoluto che appariva assurda ogni alternativa all'uso della forza, il mondo - afferma Fabrizio Fabbrini, uno dei primi obiettori di coscienza italiani - assist ad un miracolo: il popolo indiano si ridestava dopo lunga schiavit sottraendosi al giogo britannico... senza colpo ferire. Nella pi grande sollevazione di massa che la storia ricordi, mezzo milione di persone erano guidate da un uomo fragile, vestito di un semplice perizoma (il "fachiro nudo" come con disprezzo lo chiamava W. Churchill) ma venerato dalle moltitudini per l'evidente santit della vita: il Mahatma Gandhi (Mahatma significa "grande anima"). Quell'uomo, che vinceva gli eserciti con il pacifico mezzo della convinzione, non voleva la semplice liberazione dell'India dagli inglesi, ma la liberazione di indiani e inglesi dal timore reciproco; una indipendenza morale prima che politica: attraverso il sistema della disobbedienza alle leggi ingiuste, rifiutando ogni collaborazione all'oppressore, ma offrendo con spirito d'amore la propria vita a testimonianza di lealt (..) Da allora nella storia del mondo si compiuta una svolta decisiva: l'umanit ha fatto un salto qualitativo. Gli oppressi hanno scoperto hanno scoperto un mezzo efficace per sottrarsi alla schiavit: un mezzo che non abbisognava di soldi e di cannoni. Un mezzo alla portata di tutti, anche dei bambini e dei paralitici: perci veramente povero, di autentica liberazione. Abbisogna solo di una convinzione ferma e tenace; quella che ciascun popolo ha da sempre: la capacit di soffrire e di sperare"1. Un mezzo che, con un termine tradotto dal sanscrito (ahimsa), si chiama (nonviolenza).
In verit, Gandhi dichiara a pi riprese che egli non ha inventato e insegnato al mondo nulla di nuovo, poich "la verit e la nonviolenza sono antiche come le montagne". A questo proposito infatti egli ha mostrato in vari scritti come i princpi della nonviolenza siano presenti negli insegnamenti di tutte le grandi religioni. Certo che egli, per primo, ha fatto della nonviolenza uno strumento politico di)

1 Fabrizio Fabbrini, "Violenza e nonviolenza", in Dario Antiseri, (Leggere la realt), Brescia, La Scuola,
1987, p. 524.




8 MASSIMO BALDINI

(grande importanza, mostrando di saperlo utilizzare con eccezionale originalit e sistematicit.
La nonviolenza , per Gandhi, uno strumento accessibile a tutti anche se richiede una grande umilt e molto coraggio. ("La nonviolenza - egli scrive - dei forti, non dei deboli.") Inoltre, la nonviolenza arma di democrazia e apre la via alla pace e alla verit. Per Gandhi non si pu adottare la violenza neppure come un mezzo per ottenere un fine buono (come ad esempio la giustizia o la libert). "Non credo - scrive il Mahatma - nelle scorciatoie per il successo ... Per quanto possa comprendere e ammirare i degni propositi, sono un intransigente oppositore dei metodi violenti anche per perseguire le cause pi nobili." 2
Mezzi e fini, dunque, sono strettamente uniti, tra loro intercorre lo stesso nesso che c' tra il seme e l'albero. "Un mezzo impuro - egli scrive - si traduce in un fine impuro... Non si pu raggiungere la verit attraverso la menzogna."3 I mezzi sono tutto nella vita di ogni giorno, come in politica. Machiavelli stato solo un pessimo maestro. Politica e religione o politica e morale non sono tra loro separate da compartimenti stagni, infatti "non c' politica senza religione"4 e, del resto, "la politica senza moralit una cosa da evitare"5. Un'azione immorale sar anche un'azione impolitica e, quindi, un politico disonesto sar, presto o tardi, condannato inevitabilmente al fallimento.
Chi intende praticare la nonviolenza deve, in primo luogo, raggiungere il pieno autocontrollo, la "pi grande sopportazione e la fede pi luminosa"6. Le armi a tua disposizione saranno la (resistenza passiva)( questa "una spada eccezionale; la si pu usare in qualunque modo; benedice colui che la usa e colui contro cui diretta"7), la (disobbedienza civile) (che dovr sempre essere "sincera, rispettosa, mai provocatoria"8), la (noncollaborazione) e, infine, il (digiuno) (che "non pu essere intrapreso da chiunque... La mera capacit fisica di affrontarlo non un requisito sufficiente. Non serve a nulla, senza una viva fede in Dio. Non deve mai essere uno sforzo meccanico o di mera imitazione. Deve provenire dal profondo della propria anima. E', quindi, sempre raro"9).

" Gandhi, (Il mio credo, il mio pensiero), trad. it. di Lucio Angelini, Roma, Newton Compton, 1992, pp. 259-260.
3 Gandhi, (La voce della verit), trad. it. di Lucio Angelini, Roma, Newton Compton, 1993 ", pp: 99-100.
4 (Ibidem), p: 267.
5 (Ivi).
6 Gandhi, (Il mio credo, il mio pensiero), cit., p. 183.
7 (Ibidem), p. 180.
8 (Ibidem), p. 181.
9 (Ibidem), p. 198.



INTRODUZIONE 9

(Gandhi stato definito "un Diogene nell'azione, un San Francesco nell'umilt, un Socrate nella saggezza" 10, alcuni hanno sostenuto che pratic la "religione dell'umanit" 11m altri hanno affermato che "ascoltarlo, quasi sempre vita religiosa" 12. Indubbiamente, l'unica categoria che pu illuminare tutti gli aspetti della sua avventura umana e intellettuale quella religiosa. Del resto, presentando la sua (Autobiografia), Gandhi parla della sua vita come di un insieme di "esprimenti in campo spirituale" 13 e afferma: "Ci che voglio raggiungere - e che faticando e soffrendo ricerco da trent'anni - l'autopercezione, trovarmi faccia a faccia con Dio, arrivare al (Moksha) 14. Io vivo e agisco e sono a questo scopo, tutto ci che dico e che scrivo, tutti i miei sforzi in campo politico, hanno questo fine ultimo" 15.
Gandhi fu un grande mistico, un grande cercatore di verit e cio di Dio, poich, come egli amava ripetere, "la Verit Dio". Egli ebbe a dichiarare a pi riprese di non sentirsi un (Mahatma), ma di essere, a sua volta, in cerca di un (guru). Non riteneva neppure di aver compiuto cose eccezionali, aveva cercato solo di raggiungere la verit e i sistemi per raggiungerla erano alla portata di tutti. Mi sono convinto, egli scriveva, che "ci che posso fare io lo pu fare anche un bambino: i sistemi per raggiungere la verit sono semplici e ardui nel contempo, possono sembrare difficilissimi ad una persona arrogante e facilissimi invece ad un innocente. Colui che ricerca la verit dovrebbe essere meno che polvere, la gente calpesta la polvere, ma l'umilt di colui che ricerca la verit dovrebbe essere tale d indurlo a lasciarsi schiacciare anche dalla polvere " 16.

MASSIMO BALDINI


10 (Ibidem), p. 11.
11 (Ibidem), p. 13.
12 Primo Mazzolari, "una grande anima", in Gandhi, (Pensieri), a cura di Rienzo Colla, Vicenza, La Locusta, 1983, p. 12.
13 Gandhi, (La mia vita per la libert), trad. it. di Bianca Vittoria Franco, Roma, Newton Compton, 1994 6, p. 8.
14 (Moksha): liberazione dalla nascita e dalla morte, cio la salvezza.
15 Gandhi, (La mia vita per la libert), cit., p.8.
16 (Ibidem), p. 10.




Nota biobibliografica


LA VITA

Il 2 ottobre del 1869 nasce a Porbunder (Kathiawar) Mohandas Karamchand Gandhi. E' il pi giovane dei tre figli di Kaba Gandhi, primo ministro successivamente negli Stati di Porbunder, Rajkot e Vankaner, e della sua quarta moglie Putlibai. La sua casta quella dei (banja) (mercanti), la terza nella gerarchia delle grandi caste indiane. La sua famiglia relativamente agiata e, tra le molte religioni presenti in India, pratica il Visnuismo. La madre di Gandhi religiosissima in quanto stata educata da una setta ascetica.
Frequenta le scuole elementari e le superiori a Rajkot, nel 1883 sposa, giovanissimo secondo l'usanza indiana, Kasturbai, figlia di un mercante. Nel 1887 entra all'universit di Salmadas a Bhavnagar, ma abbandona gli studi alla fine del primo semestre. Il 4 settembre del 1888 parte per l'Inghilterra. Inizialmente, a Londra Gandhi si sforza di assomigliare ad un gentiluomo inglese, prende lezioni di danza e di musica, veste in modo ricercato, ma a partire dal 1889 fa una scelta di vita improntata alla massima semplicit. Legge la (Gita) per la prima volta e ne resta profondamente impressionato, coltiva anche contatti col movimento vegetariano.
Il 10 giugno del 1891 nominato avvocato della Corona. Ritorna in India. Nell'aprile del 1893 parte per il Sudafrica, ingaggiato da una ditta musulmana per la consulenza legale e dopo aver sperimentato i tribunali di colore decide di restare per combattere i pregiudizi razziali. il 22 agosto 1894 fonda il Congresso Indiano del Natal. Adotta il metodo nonviolento per opporsi dapprima alle restrizioni ai diritti di commercio degli indiani e, successivamente, all'obbligo di registrazione. Durante la Guerra Boera organizza il Corpo d'ambulanza indiana.
Il 12 maggio 1906 sostiene l"autogoverno" per l'India "nel nome della giustizia e per il bene dell'umanit". Nel gennaio del 1915 ritorna in India e inizia il suo impegno politico a fianco delle masse indiane verso la liberazione dai pregiudizi di casa e dal dominio inglese. Nel 1918 abbraccia la causa dei lavoratori tessili di Ahmedabad. Nel 1920 il Congresso nazionale indiano accetta il suo programma di noncollaborazione e l'anno successivo guid la campagna per il boicottaggio totale del tessuto straniero. Viene arrestato pi volte ed condannato a vari anni di prigione. Nel 1930 designato all'All-Indian Congress Committee (Comitato del Congresso Panaindiano) capo del Congresso per lanciare il movimento della disobbedienza civile. Il 2 marzo invia una lettera al vicer per avvisarlo della sua intenzione di infrangere la legge sul sale se le richieste del Congresso non verranno esaudite. Il 12 marzo inizia la marcia verso la spiaggia di Dandi, dove il 6 aprile raccoglier ritualmente il sale. Il 5 maggio arrestato e imprigionato senza processo. Altri centomila indiani vengono imprigionati nel corso di quell'anno.
Il 26 gennaio 1931 rilasciato senza condizioni. In febbraio-marzo ha una serie di colloqui con il vicer, che sfociano nel patto Irwin-Gandhi. Negli anni precedenti si era schierato anche in difesa degli intoccabili e aveva cambiato nome ai membri di questa casta chiamandoli "harijans" (figli di Dio). L'11 febbraio 1933 fonda anche il settimanale (Harijan), pubblicato in inglese e in hindi. il 17 settembre 1934 annuncia la decisione di ritirarsi dalla politica e di impegnarsi per lo sviluppo delle Attivit di Villaggio, il servizio degli Harijans e l'educazione attraverso i mestieri di base.
Durante la seconda guerra mondiale viene arrestato ed internato nel palazzo dell'Aga Khan di Poona. Il 22 febbraio del 1944 gli muore la moglie. Nel 1947 ottenuta finalmente l'indipendenza dell'India, si prodiga per sopire la guerra civile tra ind e mu-


NOTA BIOBIBLIOGRAFICA 11

sulmani obbligando le due parti a reciproche concessioni. Il 30 gennaio del 1948 a Delhi sulla via della preghiera serale viene assassinato da un estremista ind. Mentre era ancora vivente fu venerato come un essere superiore e chiamato "Mahatma" (grande anima).
"Solo di tanto in tanto - ha scritto il filosofo indiano S. Radhakrishnan - accade che si levi al di sopra del livello comune un qualche spirito raro che, avendo meditato su Dio con maggiore profondit, rifletta pi chiaramente il fine divino e metta in pratica con maggiore coraggio i divini insegnamenti. La luce di tali esseri risplende come un faro intenso sulle tenebre e il disordine del mondo. Gandhi appartiene alla razza dei profeti dotati del coraggio del cuore, e della cortesia dello spirito e del riso di chi non teme. Attraverso la sua vita e il suo insegnamento, egli ha recato testimonianza dei valori abbracciati da questo paese per secoli: la fede nello spirito, il rispetto per i suoi misteri, la bellezza della santit, l'accettazione dei doveri della vita, la saldezza del carattere ... valori che non sono n nazionali n internazionali, ma universali."

BIBLIOGRAFIA

La letteratura esistente sulla vita e sull'opera di Gandhi ricchissima ed , impossibile darne un quadro sia pur sommario. Le indicazioni bibliografiche che seguono, dunque, hanno solo una funzione orientativa di massima.

1. Opere complete di Gandhi

(The collected works of Mahatma Gandhi), Nuova Delhi, 1958, e ss. (La pubblicazione delle opere di Gandhi a cura della Sezione Pubblicazioni del Ministero delle informazioni e della radio del Governo dell'India.)

2. Opere principali di Gandhi

(A guide to health), Madras, 1921.
(Bapu's Letters to Mira) (1924-1948), Ahmedabad, 1949.
(Basic education), Ahmedabad, 1951.
(Christian mission), Ahmedabad, 1941.
(Communal unity), Ahmedabad, 1949.
(Delhi diary), Ahmedabad, 1948.
(Ethical Religion), Madras, 1922.
(For pacifists), Ahmedabad 1949.
(Jail experiences), Madras, 1922.
(My early life), Bombay, 1932.
(My soul's agony), Ahmedabad, 1932.
(Non-violence in peace and war), Ahmedabad 1945 e 1949.
(Rebuilding our village), Ahmedabad, 1952.
(Satyagrapha in South Africa), Madras, 1928.
(Speeches and writings), Madras, 1933
(The story of my experiments with truth), Ahmedabad, 1940.
(To a Gandhian capitalist), Bombay, 1951.
(To the students), Ahmedabad, 1949.
(Towards a new education), Ahmedabad, 1953
(Towards non-violent socialism), Ahmedabad, 1951.
(Unto this last), Ahmedabad, 1951.
(Women and social injustice), Ahmedabad, 1942.

3. Opere di Gandhi in traduzione italiana

(Guida alla salute e altri saggi morali e sociali), Spoleto, 1925.
(Il tormento dell'India), Napoli, 1930.
(Autobiografia), Milano, 1931.
(Guida alla salute e alla sessualit), Torino 1950.
(Pensieri), a cura di Rienzo Colla, Vicenza 1960.


12 NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

(Antiche come le montagne: la vita e il pensiero di Gandhi attraverso i suoi scritti), Milano, 1969.
"Lettera a Julien Huxley", in AA.VV., (I diritti dell'uomo), a cura dell'Unesco, Milano, 1969.
(La forza della non violenza), Bologna, 1972.
(Teoria e pratica della non-violenza), Torino, 1973
(Ogni giorno un pensiero), a cura di T. Hingorani, Bologna 1975.
(Villaggio e autonomia), a cura di G. Pucci, Firenze, 1981.
(Gandhi ai giovani), Bologna, 1983.
(Mohan (Mala)), Firenze, 1983.
(La cura della natura), Firenze 1984.
(L'arte di vivere), Bologna, 1985.
(Parole di Gandhi scelte da R. Attenborough), Milano, 1985.
(Gandhi commenta la Bhagavad Gita), Roma, 1988.
(Tempo di verit), Palermo, 1988.
(Gandhi parla di Ges), Bologna 1989.
(Vivere per servire), Bologna 1989.
(Forza della verit. Scritti etico-politici), Torino, 1991, 3 voll.
(Gandhi parla di se stesso), Bologna 1991.
(Il contagio della verit), Genova 1992.


Di Gandhi la Newton Compton ha pubblicato, nella collana "Tascabili Economici Newton": (Il mio credo, il mio pensiero), 1992; (La voce della verit), 1993 2; (La mia vita per la libert), 1994 6 e, nella collana "100 pagine 1000 lire": (Buddismo, Cristianesimo, Islamismo).


4. Opere su Gandhi in lingua italiana

ROLLAND ROMAIN, (Mahatma Gandhi), Milano, s.d.e.
(FULOP)-MILLER RENE', (Gandhi. Storia di un uomo e di una
lotta), Milano, 1930.
FORMICHI CARLO, (Sette saggi indiani), Bologna 1938.
BORSA GIORGIO, (Gandhi e il Risorgimento indiano), Milano
1942.
PRIVAT E. TH., (In India con Gandhi), Milano 1944.
LANZA DEL VASTO LORENZO, (Ritorno alle sorgenti), Milano
1949 (ripubblicato nel 1953 con un nuovo titolo:
(Pellegrinaggio alle sorgenti).
CAPITINI ALDO, (Introduzione alla pedagogia di Gandhi),
Pisa, 1955.
NANDHA B.R., (Gandhi il Mahatma), Milano, 1961, II ed.
1987.
BORSA GIORGIO, (Gandhi), Milano, 1965.
CAPITINI ALDO, (Le tecniche della non-violenza), Milano,
1967.
DEVRET CAMILLE, (Gandhi interpella i cristiani), Assisi,
1968.
FUSERO-CLEMENTE, (Gandhi), Milano, 1968.
BOSCO TERESIO, (Gandhi, il profeta dell'India libera),
Torino, 1969.
SALIERNO VITO, (Il Mahatma Gandhi attraverso i suoi
scritti), Milano, 1969.
MACALUSO GIUSEPPE, (Profeti e martiri), Roma, 1970.
TORRIANI CARLO, (Gandhi: non-violenza e sviluppo),
Bologna, 1970.
ZINKIN TAYA, (Gandhi: l'eroe della non-violenza), Milano,
1970.
FISCHER LOUIS, (La vita di Gandhi), Firenze, 1971.
KUMAR SATISH, (Non-violenza o non-esistenza), Roma, 1971.
ERIKSON E.H., (La verit di Gandhi), Milano, 1972.
RONZA R., (Gandhi: pro e contro), Milano, 1972.
VECCHIOTTI I., (Che cosa ha veramente detto Gandhi),
Roma, 1972.
KRIPALANI KRISHNA, (Gandhi), Assisi, 1973.
PONTARA G., (Introduzione a Gandhi), Torino, 1973.
AA.VV., (Gandhi e la persona umana), a cura di Nicola
Manca, Bologna, 1981.
BORSA GIORGIO, (Gandhi: un uomo di pace che divenne la
fiera anima di un popolo), Milano, 1983.
TOSCHI T., (Gandhi ai giovani), Bologna, 1983.
LORENZONI C., (Mahatma Gandhi), Padova, 1983.
SHIRIRER W., (Mahatma Gandhi), Milano, 1983.
PIATTI M., (Gandhi: il seme della non violenza, Brescia,
1984.
MUSICHINI PIERERCOLE, (Gandhi: il seme della non
violenza), Brescia, 1984.




NOTA BIOBIBLIOGRAFICA 13


BORI PIER CESARE - SOFRI GIANNI, (Gandhi e Tolstoj), Bologna, 1985.
ELENJIMITAM ANTHONY, (Olocausto nucleare: la sfida del
mahatma Gandhi e Francesco d'Assisi), Lamezia Terme,
1986.
JESUDASAN IGNATIUS, (La teologia della liberazione in
Gandhi), Assisi, 1986.
GALTUNG JOHAN, (Gandhi oggi: per un'alternativa politica
non violenta), Torino, 1987.
VECCHIOTTI ICILIO, (M.K. Gandhi), Milano, 1987.
SOFRI G., (Gandhi in Italia), Milano, 1988.
BALDUCCI ERNESTO, (Gandhi), Fiesole, 1988.
FASANA ENRICO, (Gandhi: mahatma e uomo politico),
Trieste, 1988.
WOODCOCK GEORGE, (Gandhi), Milano, 1988.
COLLOTTI PISCHEL ENRICA, (Gandhi e la non violenza),
Roma, 1989.
VINOBA, (La via del maestro), Milano 1991.
DE CARLINI LUIGI, (Lo sviluppo diverso. Gandhi e
l'educazione al consumo, all'ambiente, alla
mondialit), Bologna, 1992.
BLASKI LAGAZZI INES, (Gandhi. La forza della non
violenza), Milano, 1993.



AFORISMI E PENSIERI

Non pretendo di avere ideato alcuna nuova teoria o dottrina, ho semplicemente cercato di applicare a modo mio le eterne verit alla nostra vita e a nostri problemi quotidiani... Ebbene, tutta la mia filosofia, se la si pu chiamare con tale pretenzioso nome, sta in ci che non ho detto. Non chiamatela "Gandhismo"; non vale la pena di scomodare alcun (ismo). N occorrono complicate esegesi o propaganda.

M.K. Gandhi







NOTA AL TESTO

I passi antologizzati nel presente volume sono tratti dalle seguenti opere di Gandhi: (La voce della verit) (trad. it. di Lucio Angelini, Roma, Newton Compton, 1993 "); (Il mio credo, il mio pensiero) (trad. it. di Lucio Angelini, Roma, Newton Compton, 1992).
Al termine di ogni passo indicato il volume o la rivista da cui tratto.

Dio, la verit e l'amore



Se potessimo cancellare l'"Io" e il "Mio" dalla religione, dalla politica, dall'economia ecc. saremmo presto liberi e porteremmo il cielo in terra.
(Young India),(3 settembre 1926, p. 336)


Chi cerca la verit non pu permettersi di essere un egoista. Chi disposto a sacrificare la propria vita per gli altri difficilmente ha tempo di riservarsi un posto al sole.
(Young India),(16 ottobre 1930, p. 2)

Le capacit di un individuo sono limitate e il momento in cui si illude di potere intraprendere qualsiasi compito, Dio pronto ad umiliare il suo orgoglio.
(Young India),(12 marzo 1931, p. 32)

Il desiderio sincero e puro del cuore sempre soddisfatto:
(An Autobiography or The Story of My Experiments with Truth),(p. 110)

La fiducia genera fiducia. Il sospetto fetido, puzza soltanto. Colui che ha fiducia non ha ancora mai perso, a questo mondo.
(Young India),(4 giugno 1925, p. 193)

La vera sofferenza non conosce se stessa e non fa mai calcoli. Essa apporta la propria gioia, che supera ogni altra gioia.
(Young India),(19 marzo 1931, p. 41)

E' solo attraverso l'amore, non quello terreno, ma divino, che possiamo trovare Dio:
(Harijan),(23 novembre 1947, p. 425)

Non riusciremo a vincere il male che in noi finch non ci ri-

18 AFORISMI E PENSIERI

durremo a nullit. Dio non chiede niente di meno che la completa rinuncia a se stessi, come prezzo per la sola libert di cui valga la pena di disporre.
(Young India),(20 settembre 1928, p. 420)

La verit e la nonviolenza si diffondono, pi che per mezzo di testi scritti, attraverso il vivere la loro concreta applicazione. La vita veramente vissuta vale pi dei libri.
(Harijan),(13 maggio 1939, p. 122)

La Verit la prima cosa da ricercare, dopo di che la Bellezza e la Bont si aggiungeranno da sole.
(Young India),(20 novembre 1924, p. 386)

L'assenza di paura il primo requisito della spiritualit. I codardi non possono mai essere morali.
(Young India),(13 ottobre 1921, p. 323)

Dove c' paura non c' religione.
(Young India),(2 settembre 1926, p. 308)

L'assenza di paura connota la libert da ogni paura esterna: paura di malattie, di offese corporali o della morte, di espropriazione, di perdere le persone pi vicine e pi care, di perdere la reputazione o di arrecare offesa e cos via.
(Young India),(11 settembre 1930, p. 2)

Il coraggio non una qualit del corpo, ma dell'anima.
(Young India),(20 ottobre 1921, p. 335)

L'uomo l'artefice del proprio destino, nel senso che libero di scegliersi il modo in cui usare tale libert. Ma l'uomo non ha il controllo dei risultati. Non appena si illude di averlo, fallisce.
(Harijan),(23 marzo 1940, p. 55)

Non si pu realizzare Dio con l'intelletto. L'intelletto pu condurre fino a un certo limite e non oltre. E' una questione di fede e di esperienza derivata dalla fede. Si potrebbe far leva sull'esperienza di chi migliore di noi o altrimenti accontentarsi sempli-

DIO, LA VERITA' E L'AMORE 19

cemente dell'esperienza personale. La fede piena non sente la mancanza dell'esperienza.
(Harijan),(4 agosto 1946, p. 249)

Soltanto quando Dio regner nei cuori degli uomini essi saranno in grado di abbandonare la loro aggressivit.
(Harijan),(20 aprile 1947, p. 118)

Una mente che non si fissi su Dio destinata a vagare e a mancare della qualit di tempio di adorazione.
(Harijan),(9 novembre 1947, p. 406)

Non dobbiamo n pensare male degli altri, n sospettare gli altri di pensare male di noi. L'inclinazione a prestare orecchio alle cattive dicerie un segno di mancanza di fede.
(Harijan),(28 aprile 1946, p. 111)

L'uomo non pu trasformarsi da cattivo a buono nel giro di una notte. Dio non pratica magie. E' anche Lui dentro la Sua stessa legge. La Sua legge, tuttavia, diversa dalla legge dello Stato. In quest'ultima pu esserci errore, mentre Dio non pu errare. Se dovessimo travalicare i limiti della Sua legge, il mondo sarebbe perduto.
(Harijan),(19 maggio 1946, p. 136)

La lingua umana non pu descrivere che imperfettamente le vie di Dio. Io sono consapevole del fatto che esse siano indescrivibili e imperscrutabili. Ma se un mortale oser descriverle, non avr un mezzo migliore del proprio idioma inarticolato.
(An Autobiography or The Story of My Experiments with Truth),(p. 120)

La spiritualit non consiste nel conoscere le Scritture e nell'impegnarsi in discussioni filosofiche. Consiste nel coltivare il cuore, sviluppando una forza incommensurabile. L'assenza di paura il primo requisito della spiritualit. I codardi non possono mai essere morali.
(Young India),(13 ottobre 1921, p. 323)

Dio non chiede niente di meno che la rinuncia a se stessi come prezzo per la sola vera libert che valga la pena possedere. E quan-

20 AFORISMI E PENSIERI

do un uomo abbia cos perduto se stesso, immediatamente si ritrova al servizio della creazione di Dio.
(Young India),(20 dicembre 1928, p. 420)

Ritengo che una vita di perfetta continenza nel pensiero, nella parola e nell'azione sia necessaria per raggiungere la perfezione spirituale. E una nazione che non possegga uomini capaci di continenza pi povera a causa di tale mancanza.
(Young India),(13 ottobre 1920, p. 3)

La purezza non pu venire imposta dall'esterno. Deve procedere da un'evoluzione interiore e, perci, da uno sforzo individuale.
(Young India),(25 novembre 1926, p. 415)

E' mia ferma convinzione che la forza dell'anima cresca di pari passo con la sottomissione della carne.
(Young India),(23 ottobre 1924, p. 354)

La mortificazione della carne una necessit, quando la carne si ribella contro di noi; un peccato quando la carne sia stata sottomessa e possa essere usata come strumento. In altre parole, non c' alcun merito implicito nella mortificazione della carne.
(Harijan),(2 novembre 1935, p. 299)

Negare la soddisfazione della carne non senza frutto. Non possibile vedere Dio in faccia se prima non si crocifigge la carne. Un conto fare quello che appartiene alla carne intesa come tempio di Dio, un conto negare quello che le appartiene come carne e basta.
(Harijan),(10 dicembre 1938, p. 373)

Un conto l'uomo, un conto sono i suoi atti. Una buona azione suscita consenso e un'azione malvagia disapprovazione, ma che si tratti di una buona o cattiva azione, chi ne sia autore merita sempre rispetto o piet, a seconda dei casi. "Odia il peccato, non il peccatore" un precetto che, anche se abbastanza facile da capire, viene praticato raramente, ecco perch il veleno dell'odio dilaga nel mondo.
(An Autobiography)(1966), p. 206)


DIO, LA VERITA' E L'AMORE 21

Ci sono princpi che non ammettono compromessi e per la cui pratica occorre essere pronti a sacrificare anche la vita.
(Harijan),(5 settembre 1936, p. 238)

Verit e Amore - (ahimsa) - sono le sole cose che contino. Dove (ahimsa) presente, tutto, alla fine, si aggiusta. Questa una legge che non contempla eccezioni.
(Young India),(18 agosto 1927, p. 265)

Tutte le nostre attivit dovrebbero incentrarsi sulla Verit. La Verit dovrebbe essere il respiro stesso della nostra vita. Una volta raggiunto questo stadio nel nostro cammino di pellegrini, ogni altra regola di corretto vivere seguir senza sforzo, e l'obbedienza sar istintiva. Ma senza la Verit impossibile osservare alcun principio o regola nella vita.
(From Yeravda Mandir: Ashram Observances),(p. 2)

Il cercatore della Verit dovrebbe essere pi umile della polvere. Il mondo schiaccia la polvere sotto i suoi piedi, ma il cercatore della Verit dovrebbe essere cos umile nella propria persona che anche la polvere potrebbe schiacciarlo. Solo allora, e non prima, avremo uno sprazzo della Verit.
(An autobiography or My Story of The Experiments with Truth),(p. XV)

La Verit come un grande albero, che d sempre pi frutti man mano che lo si nutre. Pi si approfondisce la ricerca nella miniera della verit, pi ricca sar la scoperta delle gemme ivi racchiuse, nella forma di prospettive sempre pi varie per servire il prossimo.
(An autobiography or My Story of The Experiments with Truth),(p. 159)

Penso che sia sbagliato aspettarsi certezze a questo mondo, dove tutto ci che non sia Dio, che non sia Verit, incertezza. Tutto quello che appare e accade intorno a noi incerto, effimero. Ma c' un Essere supremo che si nasconde l sotto come Certezza e sarebbe una benedizione poter cogliere uno sprazzo di tale certezza e spingere il proprio carro verso di essa. La ricerca di quella Verit il (summum bonum) della vita.
(An Autobiography or The Story of my Experiments with Truth),(p. 184)

All'uomo non dato conoscere tutta la Verit. Il suo dovere

22 AFORISMI E PENSIERI

sta nel vivere secondo la verit come riesce a vederla, e, cos facendo, nel ricorrere ai mezzi pi puri, cio alla nonviolenza.
(Harijan),(24 novembre 1933, p. 6)

Dio solo conosce la Verit Assoluta. Perci ho spesso detto che la Verit Dio. Ne consegue che un uomo, un essere finito, non pu conoscere la Verit Assoluta.
(Harijan),(7 aprile 1946, p. 70)

Nessuno a questo mondo, possiede la Verit Assoluta. Questo un attributo esclusivo di Dio. Tutto quello che conosciamo solo la verit di relativa. Possiamo, dunque, seguire la verit semplicemente per come la vediamo. Tale perseguimento della verit non pu condurre nessuno fuori strada.
(Harijan),(2 giugno 1946, p. 167)

La Verit il principio sovrano, che implica numerosi altri princpi. Non si tratta soltanto della verit di parola, ma anche della verit di pensiero, e non soltanto della verit relativa che ci dato concepire, ma anche della Verit Assoluta, dell'Eterno Principio, che Dio.
(An Autobiography)(1966), p. 11)

La parola (Satya) (Verit) deriva da (Sat), che significa "creatura". Nulla , o esiste, nella realt, tranne la Verit. Ecco perch (Sat) o Verit forse il pi importante nome di Dio. Di fatto pi corretto dire che la Verit Dio, che dire che Dio La Verit. Ma poich non possiamo fare a meno di un capo o di un generale, nomi di Dio quali " Re dei Re " o "l'Onnipotente sono e resteranno generalmente di uso corrente. A rifletterci pi profondamente, tuttavia, si capir che (Sat) o (Satya) il solo nome corretto e pienamente significante di Dio.
E dove c' Verit, c' anche vera conoscenza. Dove non c' Verit, non pu esservi nemmeno vera conoscenza. Ecco perch al nome di Dio viene associata la parola (Chit) o conoscenza. E dove c' vera conoscenza, c' sempre beatitudine (Ananda). Ivi il dolore non ha spazio. E proprio come la Verit eterna, eterna anche la beatitudine che da essa deriva. Di qui conosciamo Dio come (Sat-chit-ananda), l'Uno che combina in S Verit, Conoscenza e Beatitudine.
(From Yeravda Mandir),(1957), pp. 1-2)


DIO, LA VERITA' E L'AMORE 23

E' la Verit, che sola , a costituire la materia di cui sono fatte tutte le cose, a esistere in virt della propria forza, a non essere sorretta da nessun'altra cosa, ma a sorreggere ogni altra cosa esistente. La Verit sola eterna, ogni altra cosa passeggera. Non ha bisogno di assumere figura o forma. E' pura intelligenza, come anche pura beatitudine. La chiamiamo (Ishvara) perch ogni cosa regolata dal Suo volere: Essa e la Sua legge sono una sola cosa. Perci non una legge cieca. La Verit governa l'intero universo.
(Ashram Observances in Action),(1959), p. 37)

Quando vorrete trovare la Verit come Dio, il solo inevitabile mezzo sar l'Amore, cio la nonviolenza, e dal momento che credo che, in ultima analisi, mezzo e fine siano termini convertibili, non esiterei a dire che Dio Amore.
(Young India),(31 dicembre 1931, p. 428)

I profeti hanno definito Dio in negativo, come ("Neti", "Neti") ("Non questo", "Non questo.i.b1:;"). La Verit vi sfuggir. La somma di tutto ci che vero [...] Vi sono cose che non si possono comprendere. Il Dio che il pi povero intelletto potrebbe analizzare non mi soddisferebbe. Perci non cerco di analizzarlo. Vado oltre il relativo, all'assoluto, e la mia mente si placa.
(An Atheist with Gandhi),(1958), p. 30)

Dio non una persona [...] La Verit che Dio l'energia. Egli l'essenza della vita. Egli pura e immacolata coscienza. Egli eterno. E tuttavia, abbastanza stranamente, non tutti sono capaci di trovare beneficio o rifugio nella vivente presenza che tutto pervade.
(Harijan),(22 giugno 1947, p. 200)

Dio non una qualche persona fuori di noi o lontana dall'Universo. Egli pervade ogni cosa, ed onnisciente, come anche onnipotente. Non ha bisogno di lodi o suppliche. Essendo immanente a tutte le cose, ode tutto e legge i nostri pi reconditi pensieri. Dimora nei nostri cuori e ci pi vicino di quanto le unghie non lo siano alle dita.
(Ashram Observances in Action),(1959) p. 36)

Dio il pi grande democratico che il mondo conosca, perch
24 AFORISMI E PENSIERI

ci lascia "liberi" di optare per il male o per il bene. Ma anche il pi grande tiranno mai conosciuto, perch spesso ci strappa la coppa dalle labbra e con la scusa del libero arbitrio ci lascia un margine talmente inadeguato da procurare solo divertimento a se stesso, a nostre spese. E' per questo che l'induismo chiama ogni cosa un suo divertimento, (Lila), o pura illusione, (Maya). Noi (non) siamo, Egli solo (E'). E se vogliamo essere, dobbiamo eternamente cantare le sue lodi e rispettare la sua volont. Danziamo, allora, al ritmo del suo (Bansi), il liuto, e tutto andr per il meglio.
(Young India),(5 marzo 1925, p. 81)

Dio buono non nello stesso modo in cui pu esserlo il signor X. X relativamente buono. E' pi buono che cattivo, mentre Dio interamente buono. Non c' cattiveria in lui. Dio ha fatto l'uomo a propria somiglianza. Sfortunatamente per noi, anche l'uomo ha foggiato Dio a propria immagine. Questa ingiusta pretesa ha precipitato l'uomo in un mare di guai. Dio l'Alchimista Supremo. In sua presenza tutto il ferro e le scorie si trasmutano in oro puro. Similmente tutto il male si cambia in bene.
Inoltre, Dio vive, ma non come noi. Le sue creature vivono, ma per morire. Ma Dio vita. Perci, la Bont e tutto ci che essa implica non un attributo. La Bont Dio. La Bont concepita come separata da lui una cosa inerte ed esiste solo finch resta una pratica appagante. Cos per tutta la morale. Se deve vivere in noi, dobbiamo considerarla e coltivarla in relazione a Dio. Noi cerchiamo di diventare buoni perch vogliamo raggiungere e conoscere Dio. Tutta la sterile etica del mondo si volge in polvere, perch, staccata da Dio, resta senza vita. Venendo da Dio, essa nasce recando in s la vita. Diventa parte di noi e ci nobilita.
Al contrario, Dio, concepito senza la Bont, privo di vita. Noi gli diamo vita invano nella nostra immaginazione.
(Harijan),(24 agosto 1947, p. 289)

Dio quell'indefinibile cosa che tutti sentiamo, ma che nessuno conosce [...] Per me, Dio Verit e Amore; Dio etica e moralit; Dio assenza di timore. Dio la fonte della Luce e della Vita e, tuttavia, Egli al di sopra e al di l di entrambe. Dio coscienza. Egli anche l'ateismo degli atei. Perch, nel suo amore senza limiti, Dio permette all'ateo di vivere. Egli lo scrutatore dei cuori. Trascende la parola e la ragione. Ci conosce e conosce i nostri cuori meglio di noi stessi. Egli non ci prende in parola, perch sa che, spesso, non abbiamo intenzione di mantenerla, al-

DIO, LA VERITA' E L'AMORE 25

cuno consciamente, altri inconsciamente. Per coloro che hanno bisogno della sua personale presenza, un Dio personale. Si personifica per coloro che hanno bisogno del Suo tocco. E' la pi pura essenza. Egli semplicemente per quelli che hanno fede. E' ogni cosa per ogni uomo. E' in noi e tuttavia al di sopra e al di l di noi. Si pu bandire la parola "Dio", ma non c' modo di bandire la Cosa in S.
(Young India),(5 marzo 1925, pp. 80-81)

La Verit non danneggia mai una causa giusta.
(Harijan),(10 novembre 1946, p. 389)

Se importante, occorre proclamare la Verit, anche se potr risultare sgradevole. Ci che non importante sempre menzogna e non dovrebbe mai essere pronunciato.
(Harijan),(21 dicembre 1957, p. 473)

Porsi al servizio di tutto ci che esiste - della Verit - servire Dio.
(Harijan),(25 maggio 1935, p. 115)

Temiamo Dio e cesseremo di temere l'uomo.
(Speeches and Writings of Mahatma Gandhi)(p. 130)

L'assenza di paura non significa arroganza o aggressivit. Quest'ultima in se stessa un segno di paura. L'assenza di paura presuppone la calma e la pace dell'anima. Per essa necessario avere una viva fede in Dio.
(Harijan),(3 novembre 1946, p. 388)


La fede e l'autopurificazione



I razionalisti sono esseri ammirevoli, ma il razionalismo un momento orribile quando si professa onnipotente. L'attribuire onnipotenza alla ragione un esempio di idolatria cattivo come l'adorazione del legno o della pietra credendo che siano Dio.
(Young India),(14 ottobre 1926, p. 359)

Un uomo di fede rester fedele alla verit anche se il mondo intero dovesse apparirgli avvolto nella menzogna.
(Harijan),(22 settembre 1946, p. 322)

Non propugno la soppressione della ragione, ma il dovuto riconoscimento di ci che in noi santifica la ragione stessa.
(Young India),(14 ottobre 1926, p. 359)

Ci sono materie nelle quali la ragione non pu portarci lontano e in cui dobbiamo accettare le cose per fede. La fede, in quel caso, non contraddice la Ragione, ma la trascende. La fede una sorta di sesto senso che opera nei casi in cui la ragione non pu competere.
(Harijan),(6 marzo 1937, p. 26)

La moralit assoluta, valida per ogni tempo, non esiste. Ma c' una moralit relativa che abbastanza assoluta per quegli imperfetti mortali che sia.
(Harijan),(23 dicembre 1939, p. 387)

Io non credo in chi parla agli altri della propria fede, specialmente se a scopo di conversione. La fede non ammette parole. Bisogna viverla e solo allora potr accadere che si propaghi da s.
(Young India),(20 ottobre 1927, p. 352)

Una rosa non ha bisogno di predicare. Si limita a diffondere il

LA FEDE E L'AUTOPURIFICAZIONE 27

proprio profumo. Il suo sermone la sua stessa fragranza. Se avesse un intelletto umano e potesse ingaggiare un certo numero di predicatori, i predicatori non sarebbero in grado di vendere pi rose di quanto la fragranza stessa non potrebbe consentire. La fragranza della vita religiosa e spirituale molto pi raffinata e sottile di quella della rosa.
(Harijan),(29 marzo 1935, p. 50)

Dite addio all'umilt nel momento in cui affermate che la vita non sufficiente e che dovete aggiungervi la parola. Le specie umane non hanno bisogno di andare dagli animali e gridare loro: "Noi siamo gli umani". Gli animali li riconoscono come tali. Il linguaggio dell'anima non si presta mai all'espressione, S'innalza al di sopra del corpo. Il linguaggio una limitazione della verit, che pu essere solo testimoniata dalla vita.
(Harijan),(12 dicembre 1936, p. 351)

Non c' desiderio di parlare, quando si vive la verit. La verit pi economica delle parole. Non c', dunque, evangelismo pi vero o diverso della vita.
(Harijan),(12 dicembre 1936, p. 353)

Lo scopo della nostra vita quello di servire la Forza che ci ha creati, e dalla cui misericordia o approvazione dipende il nostro stesso respiro, servendo con lealt le Sue creature. Questo significa amore, che dovrebbe sostituire l'odio che si vede ovunque.
(Harijan),(6 aprile 1947, pp. 98-99)

Il cammino naturale dell'anima verso l'altruismo e la purezza.
(The Gita According to Gandhi) (1956), p. 202)

Il fine supremo dell'uomo la conoscenza di Dio, e la meta finale della divisione di Dio dovrebbe guidare tutte le sue attivit sociali, politiche e religiose. Porsi al servizio immediato di tutti gli esseri viventi diventa, cos, una parte necessaria dello sforzo, semplicemente perch la sola via per trovare Dio riconoscerlo nella sua creazione e diventare una sola cosa con essa. Questo lo si attua soltanto ponendosi al servizio di tutti.
(Harijan),(29 agosto 1936, p. 226)


28 AFORISMI E PENSIERI

L'uomo non in pace con se stesso finch non diventa simile a Dio.
(The Gita According to Gandhi) (1956), pp. 128-29)

Lo scopo della vita indubbiamente quello di conoscere se stessi. Ma non possiamo farlo, se non impariamo a identificarci con tutto ci che vive. La somma di tutte le esistenze individuali Dio. Di qui la necessit di conoscere Dio, che abita dentro ciascuno di noi [...]
Lo strumento di questa conoscenza il servizio umanitario senza limiti e disinteressato.
(The diary of Mahadev Desai-I) (1953), p. 184)

Di tutti gli animali creati da Dio, l'uomo la sola creatura che sia stata finalizzata alla conoscenza del proprio Fattore. Il fine dell'uomo, nella vita, non perci quello di accrescere giorno per giorno le proprie possibilit e propriet materiali; il suo compito principale avvicinarsi ogni giorno di pi al proprio Fattore.
(Young India),(20 ottobre 1927, p. 355)

Adamo non Dio, ma una scintilla del Divino. Di conseguenza, chi pi si comporta in modo religioso, pi possiede dentro di s della divina scintilla.
(The Gita According to Gandhi) (1956), p. 128)

E' la Fede che ci guida per i mari tempestosi, la fede che smuove le montagne e la fede che ci fa attraversare gli oceani. Tale fede non altro che una viva e vigile consapevolezza di Dio dentro di noi. Chi ha raggiunto questa fede non ha bisogno di nulla. Anche se malato nel corpo, il suo spirito in salute, se povero, materialmente, nuota nelle ricchezze spirituali.
(Young India), 24 settembre 1925, p. 331)

Senza la fede, questo mondo finirebbe in nulla in un momento. La vera fede ci spinge a fare nostra l'esperienza meditata di quelle persone che, secondo noi, riuscirono a purificare la propria vita con la preghiera e la penitenza. Credere, perci, nei profeti vissuti in et remote o nelle reincarnazioni non un'oziosa superstizione, ma la soddisfazione di un intimo bisogno spirituale.
(Young India),(14 aprile 1927, p. 120)

La fede non un fiore delicato, destinato ad appassire al mini-


LA FEDE E L'AUTOPURIFICAZIONE 29

mo accenno di brutto tempo. La fede come le montagne dell'Himalaya, che non possono modificarsi in alcun modo. Non c' tempesta che possa smuovere le montagne dell'Himalaya dalle proprie fondamenta.
(Harijan),(26 gennaio 1934, p. 8)

Un uomo senza fede come una goccia separata dall'oceano e destinata a perire. Ogni goccia, finch nell'oceano, partecipa della sua maest e ha l'onore di darci l'ozono della vita.
(Harijan),(25 aprile 1936, p. 84)

La fede che riesce a fiorire solo nel bel tempo di scarso valore. Perch la fede abbia un qualche valore, deve saper sopravvivere alle prove pi dure. La vostra fede un sepolcro imbiancato, se non capace di resistere alla calunnia del mondo intero.
(Young India),(25 aprile 1929, p. 134)

Chi abbia un cuore malvagio non pu mai essere consapevole della presenza onnipurificante di Dio.
(Harijan),(29 giugno 1947, p. 209)

Chi non sia puro di cuore, non potr mai conoscere Dio. Autopurificazione, perci, deve significare purificazione in ogni condizione di vita. Ed essendo la purificazione altamente contagiosa, la purificazione di se stessi condurr necessariamente alla purificazione di ci che si avr intorno.
(An Autobiography) (1966), p. 382)

Un uomo che voglia controllare le proprie passioni animali, lo fara tanto pi facilmente se controller il proprio palato.
(Ashram Observances in Action) (1959), p. 134)

Se voglio che la mia vita sia regolata, dico che non dovrei permettermi di possedere nulla di cui non abbia bisogno.
(Ashram Observances in Action) (1959), p. 136)

Chi non abbia un notevole senso di umilt non pu trovare la verit. Se vorrete nuotare nell'oceano della verit, dovrete ridurvi a nullit.
(Young India),(31 dicembre 1931, p. 428)


30 AFORISMI E PENSIERI

Una persona umile non consapevole della propria stessa umilt.
(From Yeravda Mandir) (1957), p. 46)

Lavorare senza la fede come tentare di raggiungere il fondo di un pozzo senza fondo.
(Harijan),(3 ottobre 1936, pp. 268-9)


LA RELIGIONE, LE RELIGIONI



Non c' religione pi alta della Verit e della Giustizia.
(Selections From Gandhi) (1957), p. 254)

Sono profondamente convinto che nessuna religione possa essere sostenuta dalla forza bruta. Al contrario, quelli che prendono la spada periscono sempre di spada.
(Harijan),(9 marzo 1934, p. 29)

Le religioni, come le nazioni, sono pesate sulla bilancia. La religione e la nazione che fondino la propria fede sull'ingiustizia, sulla menzogna o sulla violenza saranno cancellate dalla faccia della terra.
(Harijan),(12 settembre 1936, p. 247)

In realt ci sono tante religioni quanti gli individui.
(Hind Swaraj or Indian Home Rule),(p. 49)

Le religioni sono strade diverse che convergono verso uno stesso punto. Che cosa conta se imbocchiamo strade diverse, se arriviamo alla stessa meta?
(Hind Swaraj or Indian Home Rule),(p. 50)

L'etimo di religione significa "ci che lega". Il significato base del suo equivalente in sanscrito, (Dharma), "ci che sostiene". Infatti il sostegno che d la religione non ha confronti. Alla base di tutto c' una fondamentale moralit. Quando la moralit si incarna in un vivente, si fa religione, perch lo lega, lo sostiene, lo conforta nell'ora della prova.
(Harijan),(26 gennaio 1934, p. 7)

La religione lega l'uomo a Dio e l'uomo all'uomo.
(Harijan),(4 maggio 1940, p. 117)


32 AFORISMI E PENSIERI

La religione che non tiene in alcun conto i problemi pratici e non aiuta a risolverli, non religione.
(Young India),(7 maggio 1925, p. 164)

La vera religione e la vera moralit sono inscindibilmente connesse l'una all'altra. La religione per la moralit ci che l'acqua per il seme seminato in un terreno.
(Selection From Gandhi) (1957), p. 255)

Ogni preghiera, in qualunque lingua o a qualunque religione appartenga, preghiera indirizzata al solo e medesimo Dio e insegna all'uomo che apparteniamo tutti a un'unica famiglia e che dobbiamo portare amore gli uni agli altri.
Tutte le religioni ingiungono l'adorazione del solo Dio presente in ogni cosa. Egli presente anche in una gocciolina d'acqua o in un minuscolo granello di polvere.
Le varie religioni sono come le foglie di un albero. Non ce ne sono due uguali, ma non c' alcun antagonismo tra esse o tra i rami su cui crescono. Proprio nello stesso modo, c' una sottesa unit nella variet che vediamo nella creazione di Dio.
(Harijan),(26 maggio 1946, p. 154)

Proprio come un albero ha un milione di foglie, similmente, anche se Dio uno solo, sono sorte tante religioni quanti gli uomini e le donne, anche se tutte radicate nello stesso unico Dio.
(Harijan),(16 marzo 1947, p. 63)

L'anima delle religioni una sola, anche se racchiusa dentro una moltitudine di forme. Tale anima persister fino alla fine dei tempi. I saggi ignoreranno la crosta esterna e vedranno quella stessa anima vivere sotto la variet degli involucri.
(Young India),(25 settembre 1924, p. 318)

Le religioni non esistono per separare gli uomini gli uni dagli altri, ma per vincolarli reciprocamente.
(Harijan),(8 giugno 1940, p. 157)


La preghiera e il silenzio


Dio ha migliaia di nomi, o piuttosto, Egli il Senzanome. Possiamo adorarLo o pergarLo con qualsiasi nome ci piaccia. Alcuni Lo chiamano (Rama), altri (Krishna), altri ancora Lo chiamano (Rahim), e infine c' chi Lo chiama (Dio). Tutti adorano lo stesso spirito, ma come non tutti i cibi incontrano ogni gusto, nemmeno tutti i nomi esercitano lo stesso richiamo su tutti. Ognuno sceglie il nome secondo le proprie associazioni; Dio, essendo Colui che abita dentro di noi, l'Onnipotente e l'Onnisciente, conoscer i nostri pi riposti sentimenti e risponder ad ognuno secondo i propri meriti.
L'adorazione preghiera, perci, non va eseguita con le labbra, ma con il cuore. Ecco perch possono levarla tanto il muto che il balbuziente, tanto l'ignorante che lo stupido. E le preghiere di coloro le cui lingue sono dolci come nettare, ma che hanno il cuore pieno di veleno, non vengono mai ascoltate. Colui che, perci, voglia pregare Dio, deve mondare il proprio cuore.
(Young India),(24 settembre 1925, p. 331)

La supplica, l'adorazione, la preghiera non sono superstizioni, sono atti pi reali del mangiare, del bere, del sedere o del camminare. Non un'esagerazione dire che essi soli siano reali e che tutto il resto sia irreale.
Tale adorazione o preghiera non una folata di eloquenza; non un puro omaggio a parole. Si sprigiona dal cuore. Se, perci, raggiungiamo la purezza del cuore di quando "svuotato di tutto tranne che d'amore", se accordiamo ogni corda nel modo appropriato, esse "vibreranno di una musica inaspettata".
La preghiera non ha bisogno di discorsi. Essa per sua natura indipendente da ogni sforzo dei sensi. Non ho il minimo dubbio che la preghiera sia un infallibile mezzo di pulizia del cuore dalle passioni. Ma va associata alla massima umilt.
(An Autobiography or The Story of My Experiments with Truth),(pp. 51-52)


34 AFORISMI E PENSIERI

E' meglio, quando si prega, avere un cuore senza parole piuttosto che delle parole senza un cuore.
(Young India),(23 gennaio 1930, p. 25)

Io credo che la preghiera sia l'anima e l'essenza stessa della religione, e perci la preghiera deve essere il nocciolo della vita di un uomo, dato che nessun uomo pu vivere senza religione. Vi sono alcuni che nell'egocentrismo della propria ragione affermano di non aver nulla a che spartire con la religione. E' come se un uomo dicesse che respira, ma che non ha naso. Vuoi per ragione, vuoi per istinto o per superstizione, l'uomo deve per forza ammettere una qualche sorta di relazione con il divino. Nemmeno il pi incallito agnostico o ateo potr negare il bisogno di un qualche principio morale, rispetto a cui distinguere fra bene e male, a seconda dell'osservanza o dell'inosservanza dello stesso.
(Young India),(23 gennaio 1930, p. 25)

La preghiera o postulativa o, nel suo senso pi ampio, una comunione interiore. In entrambi i casi il risultato lo stesso. Anche quando si prega per chiedere qualcosa, la richiesta dovrebbe riguardare la pulizia e la purificazione dell'anima, al fine di liberarla dagli strati di ignoranza e tenebra in cui avvolta. Dunque, chi brama di risvegliare il divino in s deve ricorrere alla preghiera. Ma la preghiera non un mero esercizio della bocca o delle orecchie, n una mera ripetizione di formule vuote. Non serve a niente ripetere (Ramanama) finch si vuole, se l'anima non partecipe. Nella preghiera meglio avere un cuore senza parole che delle parole senza il cuore. La preghiera deve rispondere distintamente al richiamo dello spirito che la brama. Un'anima affamata guster una preghiera sentita proprio come un uomo affamato gode di un pasto sostanzioso.
(Young India),(23 gennaio 1930, p. 25)

La preghiera non ha bisogno di parole. E' di per se stessa indipendente da qualsiasi sforzo sensoriale. Non ho il minimo dubbio che la preghiera sia un mezzo infallibile per ripulire il cuore dalle passioni. Ma deve combinarsi con la massima umilt.
(An Autobiography) (1966), p. 54)

L'uomo che prega sar in pace con se stesso e con il mondo intero, l'uomo che si occupa degli affari del mondo senza un cuore

LA PREGHIERA E IL SILENZIO 35

disposto alla preghiera sar miserabile e render miserabile anche il mondo.
(Young India), 23 gennaio 1930, p. 26)

La preghiera serve a ricordare Dio e a purificare il cuore; pu essere offerta anche quando si resta in silenzio.
(Harijan),(20 aprile 1947, p. 118)

Una preghiera sentita indubbiamente lo strumento pi potente di cui l'uomo disponga per sconfiggere la vilt e tutte le altre inveterate cattive abitudini.
(Young India),(20 dicembre 1928, p. 420)

Come il corpo ha bisogno del cibo, l'anima ha bisogno della preghiera. Un uomo pu essere in grado di fare a meno del cibo per un certo numero di giorni [...] ma, se crede in Dio, non pu, non dovrebbe vivere un momento senza preghiera.
(Young India),(15 dicembre 1927, p. 424)

Non andiamo al tempio ad adorare l'immagine di pietra o di metallo, ma Dio che vi risiede. L'immagine diventa ci che l'uomo la fa diventare. Essa non ha un potere indipendente dalla santit di cui l'investe l'adoratore. Perci ognuno, compresi i bambini, dovrebbe osservare perfetto silenzio durante la preghiera.
(Harijan),(28 aprile 1946, p. 112)

La preghiera impossibile senza una viva fede nella presenza di Dio dentro di noi.
(Young India),(20 dicembre 1928, p. 420)

La preghiera la prima e l'ultima lezione nell'apprendere la nobile e coraggiosa arte di sacrificarsi nelle varie circostanze della vita, culminanti nella difesa della libert e dell'onore della propria nazione.
(Harijan),(14 aprile 1946, p. 80)

L'uomo ripete spesso il nome di Dio a pappagallo e si aspetta dei frutti dall'agire cos. Il vero cercatore deve avere quella fede

36 AFORISMI E PENSIERI

viva che scacci la menzogna della ripetizione meccanica non soltanto dal proprio cuore, ma anche da quello degli altri.
(Harijan),(5 maggio 1956, p. 113)

La preghiera " la chiave del mattino e il catenaccio della sera".
(Young India),(23 gennaio 1930, p. 25)

Chi ha provato la magia della preghiera pu fare a meno del cibo per giorni e giorni, ma non pu resistere un solo momento senza preghiera. Perch, senza preghiera, non c' pace interiore.
(Young India),(23 gennaio 1930, p. 25)

Dovrebbe essere regola generale quella di non rimandare le preghiere per amore di nessuno al mondo. Il tempo di Dio non si ferma mai. Fin dall'inizio la ruota del Suo tempo continua a girare senza soste. Anzi, non c' inizio per Lui o per il Suo tempo [...] Come ci si pu permettere di non cogliere l'occasione di offrire preghiere a Colui il cui orologio non si ferma mai?
(Harijan),(5 maggio 1946, p. 113)

Non faccio nulla senza la preghiera. L'uomo un essere fallace. Non pu mai essere sicuro dei propri passi. Ci che pu sembrargli una risposta alla preghiera potrebbe essere soltanto un'eco del proprio orgoglio. L'uomo deve darsi come guida infallibile un cuore perfettamente innocente, incapace di fare del male.
(Young India),(25 settembre 1924, p. 113)

Il vero pentimento un requisito essenziale della preghiera.
(Harijan),(21 aprile 1946 p. 94)

La vera meditazione consiste nel chiudere gli occhi e le orecchie della mente a tutto ci che non sia l'oggetto stesso della propria devozione. Per cui la chiusura degli occhi durante le preghiere un aiuto a tale concentrazione. La concezione umana di Dio ', naturalmente, limitata. Ognuno deve, perci, pensarLo come meglio gli aggrada, sempre che la concezione si pura ed edificante.
(Harijan),(18 agosto 1946, p. 265)

Pu pregare com sincerit solo colui che convinto di avere Dio dentro di s. Chi non possegga tale convinzione
pu fare a


LA PREGHIERA E IL SILENZIO 37

meno di pregare. Dio non si offender, ma posso dire per esperienza che chi non prega certamente un perdente.
(Harijan),(18 agosto 1946, p. 265)

Un cercatore della verit deve stare in silenzio.
(Young India),(6 agosto 1925 p. 274)

L'esperienza mi ha insegnato che il silenzio fa parte della disciplina spirituale di un seguace della verit. L'inclinazione a esagerare, a reprimere o distorcere la verit, volenti o nolenti, una debolezza naturale dell'uomo, e il silenzio necessario per superarla. Un uomo di poche parole raramente sar irriflessivo nei suoi discorsi; misurer ogni parola.
(An Autobiography or The Story of My Experiments with Truth),(p. 45)

Il silenzio delle labbra cucine non silenzio. Si pu raggiungere lo stesso risultato tagliandosi la lingua, ma nemmeno quello sarebbe silenzio. E' silenzioso colui che, potendo parlare, non proferisce alcuna parola inutile.
(Harijan),(29 aprile 1933, p. 5)

La preghiera serve a ricordare Dio e a purificare il cuore, e la si pu offrire anche osservando il silenzio.
(Harijan),(20 aprile 1947, p. 118)

Siccome credo che la preghiera silenziosa sia spesso una [forza] pi potente di ogni atto esplicito, nella mia impotenza prego continuamente, fiducioso che la preghiera di un cuore puro non resti mai inascoltata.
(Young India),(22 settembre 1927, p. 321)

Non c' verit in un uomo che non sappia controllare la propria lingua.
(Young India),(17 settembre 1925, p. 318)

La preghiera il solo mezzo per portare ordine, pace e quiete nei nostri atti quotidiani [...] Prendetevi cura della cosa vitale e tutto il resto si aggiuster da solo. Rettificate un angolo di un quadrato e tutti gli altri andranno automaticamente a posto.
(Young India),(23 gennaio 1930, p. 26)


38 AFORISMI E PENSIERI

La preghiera non un ozioso passatempo per vecchie signore. Propriamente compresa e applicata, lo strumento d'azione pi potente.
(Harijan),(14 aprile 1946, p. 80)

Dio risponde alla preghiera a modo Suo, non a modo nostro. I Suoi modi sono differenti da quelli dei mortali. Quindi, sono imperscrutabili. La Preghiera presuppone la fede. Nessuna preghiera si leva invano. La preghiera come ogni altra azione. Porta frutto, che ce ne accorgiamo o no, e il frutto della preghiera sincera assai pi potente della cosiddetta azione.
(Harijan),(29 giugno 1946, p. 215)

La religione e la politica



La nostra vita di ogni giorno non pu mai separarsi dalla componente spirituale. Entrambe agiscono e reagiscono l'una con l'altra.
(Harijan),(30 marzo 1947, p. 85)

Chi sostiene che la religione non abbia nulla a che vedere con la politica non sa che cosa significhi religione.
(An Autobiograghy or The Story of My Experiments with Truth),(p. 371)

Non si possono dividere l'operato sociale, economico, politico e puramente religioso in compartimenti stagni. Non conosco alcuna religione che si stacchi dall'attivit umana. La religione fornisce a tutte le altre attivit una base morale che altrimenti non avrebbero se la vita si riducesse a un vortice di "rumori e furia senza alcun significato".
(Harijan),(24 dicembre 1938, p. 393)

In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica.
(Harijan),(6 ottobre 1946, p. 341)

Per me, la politica privata della religione una cosa assolutamente sporca, addirittura da fuggire. La politica riguarda le nazioni e ci che concerne il benessere delle nazioni deve costituire una delle preoccupazioni dell'uomo che voglia vivere in modo religioso, in altre parole, del cercatore di Dio e della Verit. Per me, Dio e Verit sono termini intercambiabili e se qualcuno mi dicesse che Dio un dio della menzogna o un dio della tortura, mi rifiuterei di adorarLo. Perci dobbiamo realizzare il Regno dei Cieli anche in politica.
(Young India),(18 giugno 1925, p. 214)

Ogni attivit dell'uomo religioso deve derivare dalla sua reli-

40 AFORISMI E PENSIERI

gione, perch essere religiosi significa essere legati a Dio, che come dire che Dio governa ogni nostro respiro.
(Harijan),(2 marzo 1934, p. 23)

La vita di una nazione, al pari di quella degli individui, un tutto indivisibile.
(Harijan),(20 febbraio 1937, p. 13)

Per me non c' politica senza religione: non la religione del superstizioso e del cieco, la religione che odia e combatte, ma l'universale Religione della tolleranza. La politica senza moralit una cosa da evitare.
(Young India),(27 novembre 1924, p. 391)


La non violenza



Consciamente o inconsciamente, nella vita quotidiana agiamo tutti in modo nonviolento, gli uni verso gli altri. Tutte le societ ben strutturate sono basate sulla Legge della Nonviolenza. Ho scoperto che la vita persiste in mezzo alla distruzione, quindi deve per forza esserci una legge pi alta di quella della distruzione.
(Young India),(1 ottobre 1931, p. 286)

In ogni parte del mondo, gi adesso l'umanit vive, e gli uomini conservano le loro propriet, sulla base della tolleranza reciproca, anche se la struttura sociale non basata su una consapevole accettazione della nonviolenza. Se cos non fosse, sarebbero sopravvissute soltanto le minoranze pi feroci. Ma cos non . Le famiglie sono legate da vincoli d'amore, e lo stesso pu dirsi di quei gruppi che nella cosiddetta societ civilizzata vengono chiamati nazioni. Soltanto che esse non riconoscono la supremazia della Legge della Nonviolenza. Ne consegue, perci, che non ne abbiamo investigato le vaste possibilit.
(Harijan),(22 febbraio 1942, p. 48)

La nonviolenza la pi grande forza a disposizione dell'umanit. E' pi potente della pi potente arma di distruzione che l'ingegno dell'uomo abbia mai escogitato. Quella della distruzione non la legge degli umani. L'uomo vive liberamente soltanto quando pronto a morire, se necessario, per mano di suo fratello, mai ad ucciderlo. Ogni delitto o altra offesa commessa o inflitta ad altri, non importa per quale causa, un crimine contro l'umanit.
(Harijan),(20 luglio 1936, p. 180)

La nonviolenza non una virt claustrale, riservata solo al (Rishi) e all'eremita. E' suscettibile di essere praticata dalle masse di milioni, non perch queste siano pienamente consapevoli delle sue conseguenze, ma perch la Legge della nostra specie. La nonviolenza distingue l'uomo dalla bestia. L'Uomo non si anco-

42 AFORISMI E PENSIERI

ra liberato dalla bestia che ha in s, ma dovr sforzarsi di farlo. Questo sforzo riguarda la pratica della nonviolenza, non il credere in essa. Non posso sforzarmi di credere in un principio: o ci credo o non ci credo. E se ci credo, devo sforzarmi coraggiosamente di metterlo in pratica: (Ahimsa) un attributo del coraggioso. La codardia e l'(Ahimsa) sono incompatibili come l'acqua e il fuoco.
(Harijan),(4 novembre 1939, p. 331)

Nonviolenza e vilt sono termini in contraddizione. La nonviolenza la pi grande virt, la vilt il pi grande vizio. La nonviolenza scaturisce dall'amore, la vilt dall'odio. La nonviolenza subisce sempre, la vilt infligge sempre la sofferenza.
(Young India),(31 ottobre 1929, p. 356)

La nonviolenza e la vilt non stanno bene insieme. Posso immaginare che un uomo completamente armato si senta in cuor suo un codardo. Il possesso delle armi implica un elemento di paura, se non di vilt. Ma la vera nonviolenza impossibile, se prima non si vince ogni paura.
(Harijan),(15 luglio 1939, p. 201)

La forza non deriva dalla capacit fisica. Deriva da una volont indomita.
(Young India),(11 agosto 1920, p. 3)

La nonviolenza non pu essere predicata. Deve essere praticata.
(Harijan),(20 marzo 1937, p. 42)

Il distintivo del violento la sua arma: lancia o spada o fucile. Lo scudo del nonviolento Dio.
(Harijan),(1 settembre 1940, p. 268)

L'alfabeto dell'(Ahimsa) lo si impara meglio nella scuola della famiglia e posso dire per esperienza che, se avremo successo dentro casa, potremo stare sicuri di averlo ovunque. Per il nonviolento, il mondo intero una sola famiglia. Per questo non avr paura di nessuno, come nessuno temer lui.
(Harijan),(21 luglio 1940, p. 214)


Credo che, se si dovesse scegliere solo tra vilt e violenza, op-

LA NON VIOLENZA 43

terei per la violenza [...]. Ma credo che la nonviolenza sia infinitamente superiore alla violenza, il perdono pi virile del castigo. Il perdono nobilita un soldato. Ma il sospendere una punizione perdono solo quando proviene da qualcuno che, volendolo, sarebbe capace di punire, mentre non ha valore quando questo qualcuno non ne avrebbe la forza.
(Young India),(11 agosto 1920, p. 3)

La nonviolenza un credo immutabile. Deve essere perseguita in mezzo alla violenza che le infuria attorno. La nonviolenza verso un nonviolento non un merito. Anzi, diventa difficile dire se si tratti affatto di nonviolenza.
(Harijan),(2 aprile 1938, p. 65)

l'(Ahimsa) ingrandisce i propri difetti e minimizza quelli dei nemici. Considera la pagliuzza nel proprio occhio come una trave, e la trave nell'occhio del rivale una pagliuzza.
(Harijan),(13 maggio 1939, p. 121)

Questo mondo tenuto insieme da vincoli d'amore. La storia non registra i quotidiani episodi d'amore e di dedizione. Registra solo quelli di conflitto e guerra. In realt, comunque, gli atti d'amore e di generosit, a questo mondo, sono molto pi frequenti dei conflitti e delle dispute.
(Bapu's Letters to Ashram Sisters)(1960),(p. 113)

Essendo la nonviolenza la pi potente forza del mondo e anche la pi sfuggente nel suo meccanismo, richieder il massimo esercizio di fede. Proprio come crediamo in Dio per fede, cos dovremmo credere per fede anche nella nonviolenza.
(Harijan),(7 gennaio 1939, p. 417)

L'(Ahimsa) un'arma di ineguagliabile potenza. E' il (summum bonum) della vita. E' l'attributo dei coraggiosi; di fatto, il loro dogma rigido o senza vita, ma una forza viva e datrice di vita. E' lo speciale attributo dell'anima. Ecco perch stata definita il pi alto (Dharma).
(Young India),(6 settembre 1928, p. 301)

La mia (Ahimsa) non n mutilata, n debole. E' onnipossente.

44 AFORISMI E PENSIERI

Dove vi (Ahimsa) vi la Verit; e la Verit Dio. Come Egli si manifesti, non so dire. Tutto quello che so che pervade ogni cosa e dove Egli , tutto va bene. Vi , perci, una sola legge per tutto. Dovunque, nel mondo, Verit e Nonviolenza regnino sovrane, vi sono pace e beatitudine. Il fatto che pace e beatitudine non si trovino da nessuna parte dimostra solo che l'uomo, al momento, non ha trovato n Verita n Nonviolenza. Ma queste non potranno restare celate per sempre. E' tale fede che deve sostenere il devoto.
(Harijan),(29 settembre 1946, p. 332)

La vostra (Ahimsa), per essere efficace, deve brillare attraverso la vostra parola, la vostra azione, il vostro comportamento generale. Un seguace dell'(Ahimsa) deve coltivare l'abitudine di lavorare senza soste; vigilare senza riposo, autocontrollandosi incessantemente.
(Harijan),(6 maggio 1939, p. 113)

La vera (Ahimsa) sa sorridere anche in punto di morte, di fronte all'agguato di un assalitore. E' solo con quell'(ahimsa) che noi potremo aiutare i nostri nemici e conquistarne l'amore.
(Harijan),(2 marzo 1940, p. 19)

La nonviolenza l'arma dei forti. Nei deboli potrebbe facilmente ridursi a ipocrisia. Paura e amore sono termini contraddittori. L'amore sa donare senza riguardi, incurante di quel che riceva in cambio. L'amore lotta tanto contro il mondo che contro se stesso, e da ultimo trionfa su ogni altro sentimento.
(Young India),(1 ottobre 1931, p. 287)

La nonviolenza non pu essere "insegnata" per mezzo di parole che escano di bocca. Solo la grazia di Dio pu suscitarla nei nostri cuori, in risposta a preghiere sincere.
(Harijan), 10 dicembre 1938, p. 377)

La propagazione della verit e della nonviolenza dipender molto pi dal testimoniarne i princpi nella vita che dai libri. La vita veramente vissuta conta pi dei libri.
(Harijan),(13 maggio 1939, p. 122)

La nonviolenza una forza accessibile a tutti - bambini, giovani, donne o adulti - purch essi abbiano una viva fede nel Dio

LA NONVIOLENZA 45

dell'Amore e nutrano, perci, eguale amore verso tutto il genere umano. La nonviolenza, assunta come legge di vita, non va applicata solo ad azioni isolate, ma deve impregnare l'intero essere.
(Harijan),(5 settembre 1936, p. 236)

La strada della nonviolenza e della verit sottile come l'orlo di un rasoio. La sua pratica pi che il nostro cibo quotidiano. Assunto debitamente, il cibo sostiene il corpo; giustamente praticata, la nonviolenza sostiene l'anima. Del cibo del corpo dobbiamo nutrirci solo in quantit misurate e a intervalli stabiliti; di nonviolenza, che il cibo spirituale, dobbiamo nutrirci continuamente. Non c' saziet per essa. Devo essere conscio ogni momento dell'obiettivo da perseguire ed esaminarmi in rapporto ad esso.
(Harijan),(2 aprile 1938, p. 64)

La sola cosa lecita la nonviolenza. La violenza non pu mai essere lecita nel senso qui inteso, cio secondo la legge fatta dall'uomo, ma secondo la legge creata dalla Natura per l'uomo.
(Harijan),(27 ottobre 1946, p. 369)

La nonviolenza non opera nello stesso modo della violenza, ma nel modo opposto. Un uomo armato si affida naturalmente alle sue armi. Un uomo che abbia rinunciato intenzionalmente ad esse fa conto sull'Invisibile Forza chiamata Dio dai poeti, e Ignoto dagli scienziati. Ma ci che sconosciuto non necessariamente non-esistente. La nonviolenza senza fede in quella Forza roba da gettare nella polvere.
(Harijan),(28 giugno 1942, p. 201)

La nonviolenza il fine di tutte le religioni.
(Young India),(29 maggio 1924, p. 175)

Se il mondo vorr la pace, il solo mezzo per quel fine la nonviolenza e nient'altro.
(Harijan, 20 luglio 1947, p. 243)

L'(Ahimsa) il limite estremo dell'umilt.
(An Autobiography)(1966), p. 383)

La [...] nonviolenza non ammette di scappare dal pericolo e la-

46 AFORISMI E PENSIERI

sciare i propri cari senza protezione. Tra la violenza e la fuga vigliacca, non posso che preferire la violenza. Non posso predicare la nonviolenza a un codardo pi di quanto non possa tentare di far gustare a un cieco dei suggestivi scenari. La nonviolenza il massimo del coraggio.
(Young India),(28 maggio 1924, p. 178)

La non violenza non un paravento per la codardia, ma la suprema virt del coraggioso. L'esercizio della nonviolenza richiede un coraggio di gran lunga superiore a quello dello spadaccino. La vilt del tutto incompatibile con la nonviolenza. Il passaggio dall'abilit con la spada alla nonviolenza possibile e, a volte, addirittura facile. La nonviolenza, perci, presuppone l'abilit di colpire. E' una forma di deliberato, consapevole dominio del proprio desiderio di vendetta, Ma la vendetta sempre superiore alla sottomissione passiva, pavida e inerme. Il perdono ancora pi alto. Anche la vendetta debolezza. Il desiderio di vendetta nasce dalla paura del pericolo, immaginario o reale. Un cane abbaia e morde quando ha paura. Un uomo che non tema nessuno sulla terra considererebbe troppo fastidioso anche il solo esprimere collera, contro chi cercasse vanamente di ferirlo. Il sole non si vendica contro i bimbetti che gli lanciano la polvere. Nell'atto, essi non danneggiano che se stessi.
(Young India),(12 agosto 1926, p. 285)

Il sentiero della nonviolenza richiede molto pi coraggio di quello della violenza.
(Harijan),(4 agosto 1946, pp. 248-49)

In presenza di [...] orgoglio ed egoismo, non c' nonviolenza. La nonviolenza impossibile senza umilt.
(Harijan),(28 gennaio 1939, p. 442)

La nonviolenza la pi grande forza a disposizione dell'uomo. E' ancora pi forte della pi potente arma di distruzione ideata dall'ingegno dell'uomo. La distruzione non la legge degli uomini. L'uomo vive liberamente solo se pronto a morire, se necessario, anche per mano di suo fratello, mai ad ucciderlo. Ogni assassinio o ferita, non importa per quale causa, commessa o inflitta a un altro un crimine contro l'umanit.
(Harijan),(20 luglio 1935, pp.180-81)


LA NONVIOLENZA 47

La nonviolenza agisce come il radio. Ne basta una quantit infinitesimale, inserita in un tumore maligno, perch esso inizi ad operare con costanza, silenziosamente e incessantemente finch non abbia trasformato l'intera massa del tessuto malato in un tessuto sano. Parimenti, anche un pochino di vera nonviolenza agisce in modo silenzioso, sottile, non visto e fa lievitare l'intera societ.
(Harijan),(12 novembre 1938, p. 327)

La violenza come l'acqua: quando ha uno sbocco, corre in avanti furiosa con forza travolgente. La nonviolenza non pu agire senza controllo. Essa l'essenza della disciplina. Ma quando la si lascia andare, non c' quantit di violenza che possa fermarla. Per avere libero gioco, essa richiede purezza immacolata e una fede indomabile.
(Harijan),(21 marzo 1939, p. 433)

La violenza pu essere contrastata con efficacia solo dalla nonviolenza. Questa una vecchia, consolidata verit [...] che l'arma della violenza, anche se fosse la bomba atomica, diventa inutile quando si scontra contro la vera nonviolenza. Che siano pochissimi coloro che sappiano brandire questa potente arma cosa vera. Essa necessita di molta comprensione e forza mentale, a differenza di quanto si richiede nelle scuole e nelle accademie militari. La difficolt che si sperimenta nel contrastare (himsa) con (ahimsa) sorge dalla debolezza della mente.
(Harijan),(1 giugno 1947, p. 172)

Il Regno dei Cieli (ahimsa).
(Harijan),(14 marzo 1936, p. 39)

Proprio come, nell'esercitarsi alla violenza, si deve imparare l'arte di uccidere, cos come si deve imparare l'arte di morire nell'addestrarsi alla nonviolenza.
(Harijan),(1 settembre 1940, p. 268)

"L'inimicizia svanisce di fronte ad (ahimsa)" un grande aforisma. Significa che la pi grande inimimicizia richiede un'egual misura di (ahimsa) per il suo annientamento.
(Harijan),(14 dicembre 1947, p. 468)


48 AFORISMI E PENSIERI

La nonviolenza, come la carit, deve cominciare a casa propria.
(Harijan),(28 gennaio 1939, p. 441)

La nonviolenza, per essere un credo, deve essere onnipervasiva. Non si pu essere nonviolenti in una attivit e violenti in un'altra.
(Harijan),(12 ottobre 1935, p. 376)

E' una bestemmia dire che la nonviolenza possa essere praticata solo dagli individui e mai dalle nazioni, che sono composte di individui.
(Harijan),(12 novembre 1938, p. 328)

La scienza della guerra conduce alla dittatura pura e semplice. La scienza della nonviolenza pu condurre soltanto alla pura democrazia.
(Harijan),(15 ottobre 1938, p. 290)

Ritengo che la nonviolenza non sia una mera virt personale: E' anche una virt sociale, da coltivarsi al pari delle altre. Di sicuro i rapporti sociali si basano ampiamente sull'estensione della nonviolenza. Ci che chiedo un'estensione della nonviolenza su pi ampia scala, nazionale e internazionale.
(Harijan),(7 gennaio 1939, p. 417)

Lo spirito della nonviolenza conduce necessariamente all'umilt. Nonviolenza significa confidare in Dio, la Roccia del Tempo. Se vogliamo il Suo aiuto, dobbiamo rivolgerci a Lui con cuore umile e contrito [...] Dobbiamo agire esattamente come l'albero del mango, che si piega quando porta frutti. La sua grandezza sta nella sua maestosa modestia.
(Young India),(12 gennaio 1921, p. 13)

La nonviolenza la legge della nostra specie, come la violenza la legge delle creature brute. Lo spirito giace sopito nel bruto, che non conosce altra legge che quella della forza fisica. La dignit dell'uomo richiede obbedienza a una legge pi alta, alla forza dello spirito.
(Young India),(11 agosto 1920, p. 3)


LA NONVIOLENZA 49

(Ahimsa) significa Amore Universale.
(From Yeravda Mandir)(1975), p. 10)

(Ahimsa) significa "Amore" nel senso paolino, e tuttavia qualcosa di pi dell'"Amore" indicato da San Paolo, anche se so che la bella definizione di San Paolo si presta a sufficienza ad ogni proposito pratico. (Ahimsa) include l'intera creazione, e non solo l'umana. "Amore in lingua inglese ha anche altre connotazioni, per questo sono stato costretto a usare l'espressione al negativo. Essa non esprime, come vi ho detto, una forza negativa, ma una forza superiore a tutte le forze messe insieme. Una persona che sappia esprimere (Ahimsa) nella sua vita, esercita una forza superiore a tutte le forze della bestialit.
(Harijan),(14 marzo 1936, p. 39)

Nonviolenza la forza dell'anima o l'energia della divinit dentro di noi. Diventiamo simili a Dio nella misura in cui realizziamo la nonviolenza.
(Harijan),(12 novembre 1938, p. 326)

Limitarsi ad amare chi ci ama non nonviolenza. Solo l'amare chi ci odia nonviolenza. So quanto sia difficile seguire questa grandiosa Legge dell'Amore. Ma non sempre cos, con tutte le cose grandi e buone? Amare chi ci odia la cosa pi difficile di tutte. Ma, con la grazia di Dio, anche realizzare questa difficilissima cosa diventer facile, se lo desideriamo.
(Selections from Gandhi)(1957), p. 17)

Un governo non pu riuscire a diventare interamente nonviolento, perch rappresenta tutto il popolo. Al giorno d'oggi non vedo come possa realizzarsi una tale et dell'oro. Ma credo nella possibilit di una societ prevalentemente nonviolenta.
(Harijan),(9 marzo 1940, p. 31)

La nonviolenza realizzabile solo entro certi limiti. E' perfetto e nonviolento quello Stato in cui il popolo governato di meno. Una democrazia basata sulla nonviolenza sarebbe il pi vicino approccio alla pi pura anarchia.
(Harijan),(21 luglio 1940, p. 211)

L'esercizio di potere pi efficace quello che affligge di meno.

50 AFORISMI E PENSIERI

Il potere esercitato giustamente deve essere leggero come un fiore; nessuno deve sentirne il peso.
(Towards New Horizons),(p. 92)

La centralizzazione come sistema incompatibile con la struttura nonviolenta della societ.
(Harijan),(18 gennaio 1942, p. 5)

Non si pu mai propagare la verit ricorrendo alla violenza. Quelli che credono nella giustizia della propria causa devono possedere una pazienza infinita. Solo chi sia al disopra della disobbedienza criminale o della violenza idoneo alla disobbedienza civile.
(Young India),(28 aprile 1920, p. 8)

Mi oppongo alla violenza perch, quando sembra produrre il bene, un bene temporaneo; mentre il male che fa permanente.
(Young India),(21 maggio 1925, p. 178)

L'abnegazione di un innocente un milione di volte pi potente del sacrificio di un milione di uomini che muoiano nell'atto di ucciderne degli altri. Il sacrificio volontario degli innocenti la pi potente risposta all'insolenza della tirannia che Dio o l'uomo abbiano mai potuto concepire.
(Young India),(12 febbraio 1925, p. 60)

Un violento pu sempre sperare di diventare, un giorno, nonviolento, un vile no.
(Young India),(16 gennaio 1927, p. 196)

Scappare dal pericolo, invece di affrontarlo, negare la propria fede nell'uomo e in Dio, e perfino in se stessi. E' preferibile morire annegati piuttosto che vivere per dichiarare una tale bancarotta di fede.
(Harijan),(24 novembre 1946, p. 410)

La forza di uccidere non essenziale per l'autodifesa; quella che occorre la forza di morire. Quando un uomo totalmente pronto a morire, non desiderer nemmeno rispondere con la violenza. Anzi, posso considerare evidente che il desiderio di ucci-

LA NONVIOLENZA 51

dere sia in proporzione inversa al desidero di morire. E la storia colma di esempi di uomini che, morendo con parole di coraggio e di piet sulle labbra, hanno convertito i cuori dei loro rivali violenti.
(Young India),(21 gennaio 1930, p. 27)

L'autodifesa [...] la sola scelta onorevole dove non si sia pronti ad autoimmolarsi.
(Harijan),(20 luglio 1935, p. 181)

(Ahimsa) l'ideale pi alto. E' fatto per il coraggioso, mai per il codardo. Trarre profitto dall'uccisione altrui e illudersi di essere molto religiosi e nonviolenti puro autoinganno.
(Harijan),(9 giugno, 1946, p. 172)

Nessun potere terreno pu sottometterci se ci si arma della spada dell'(ahimsa). Essa nobilita tanto il vincitore che il vinto.
(Harijan),(9 giugno 1946, p. 174)

La via della pace la via della verit. La scelta della verit pi importante anche della scelta della pace. Invero, la menzogna la madre della violenza. Un uomo sincero non pu restare a lungo violento. Egli capir, nel corso della sua ricerca, di non avere bisogno di essere violento, e scoprir inoltre che, fin tanto che rester la bench minima traccia di violenza in lui, non potr trovare la verit che sta cercando.
(Young India),(7 febbraio 1929, p. 154)

La nonviolenza non facile da capire, ancora meno da praticare, deboli come siamo. Dobbiamo tutti agire mostrandoci umili e pronti alla preghiera, e chiedendo continuamente a Dio di aprire gli occhi della nostra comprensione, disposti ad agire secondo la luce che via via riceveremo.
(Young India),(7 febbraio 1929), p. 46)

La resistenza passiva una spada eccezionale; la si pu usare in qualunque modo; benedice colui che la usa e colui contro cui diretta. Senza spargere una sola goccia di sangue produce risultati molto ampi. Non arrugginisce mai e non pu essere rubata.
(Hind Swaraj or Indian Home Rule),(p. 82)


52 AFORISMI E PENSIERI

Basta anche un solo perfetto resistente per vincere la battaglia della Ragione contro il Torto.
(Young India),(10 novembre 1921, p. 362)

Apprendere che nella battaglia della vita si pu facilmente vincere l'odio con l'amore, la menzogna con la verit, la violenza con l'abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nell'educazione di un bambino.
(Young India),(3 novembre 1927, p. 369)



Il (Satyagrahi), la noncollaborazione e la
disobbedienza civile



(Satyagraha) un'implacabile ricerca della verit, la determinazione a raggiungere la verit.
(Young India),(19 marzo 1925, p. 95)

La nonviolenza, nella sua condizione dinamica, significa sofferenza consapevole. Non consiste in una docile sottomissione alla volont del malvagio, ma nel contrapporre la propria anima alla volont del tiranno. Operando sotto questa legge del nostro essere, il singolo individuo pu sfidare la potenza di un impero ingiusto per difendere il proprio onore, la propria religione, la propria anima e porre i presupposti per la caduta di quell'impero o per la sua rigenerazione.
(Young India),(11 agosto 1920, p. 3)

L'amore non brucia gli altri, brucia se stesso. Perci (Satyagrahi), cio un resistente civile, soffrir con gioia anche a costo di morire.
(Young India),(27 febbraio 1930, p. 69)

Un (Satyagrahi) non ha nulla a che vedere con la vittoria. Egli ne sicuro, ma deve anche sapere che proviene da Dio. Un (Satyagrahi) deve solo saper soffrire.
(Young India),(13 ottobre 1927, p. 345)

Il sacrificio di s di un innocente un milione di volte pi potente del sacrificio di un milione di uomini che muoiano nell'intento di ucciderne altri. Il sacrificio volontario dell'innocente la pi potente rivalsa che sia stata sinora concepita da Dio o dall'uomo contro l'insolenza della tirannia.
(Young India),(12 febbraio 1925) p. 60)

Un (Satyagrahi) [...] morto nel corpo gi prima che il nemico

54 AFORISMI E PENSIERI

tenti di ucciderlo, cio si liberato dall'attaccamento al proprio corpo e vive solo per la vittoria dell'anima. Essendo gi morto, perch dunque dovrebbe desiderare di uccidere qualcuno? Morire mentre si cerca di uccidere , in essenza, morire da sconfitti. Perch, se il nemico incapace di ottenere da voi quello che vuole finch siete vivi, non gli rester che ottenerlo uccidendovi. Se, d'altro canto, realizza che non vi date il minimo pensiero di alzare la mano contro di lui, nemmeno per amore della vostra vita, non avr pi alcuna voglia di uccidervi. Non c' cacciatore che non abbia avuto un'esperienza del genere. Non si mai sentito che qualcuno uccida delle vacche.
(Harijan),(18 agosto 1940, pp. 253-54)

La sofferenza ha limiti ben definiti. Soffrire pu essere tanto saggio che sconsiderato e quando si raggiunga il limite, prolungarlo sarebbe non solo sconsiderato, ma il massimo della follia.
(Young India),(12 marzo 1931, p. 30)

La vera sofferenza non conosce se stessa e non fa mai calcoli. Dona la propria gioia, che sorpassa ogni altra gioia.
(Young India),(19 marzo 1931, p. 41)

Ho continuato a convincermi sempre pi del fatto che non sia soltanto la ragione ad assicurare le cose di importanza fondamentale, ma che ci tocchi acquisirle attraverso la sofferenza. La sofferenza la legge degli esseri umani; la guerra la legge della giungla. Ma la sofferenza infinitamente pi potente della legge della giungla per convertire l'oppositore e aprirgli le orecchie, che resterebbero altrimenti sorde alla voce della ragione.
(Young India),(5 novembre 1931, p. 341)

Un (Satyagrahi) dice addio alla paura. Non deve mai esitare, quindi, ad avere fiducia nel rivale. Anche se il suo oppositore si comporta in modo sleale per venti volte di seguito, il (Satyagrahi) deve mostrarsi pronto a fidarsi di lui la ventunesima volta, perch un'implicita fiducia nella natura umana l'essenza stessa del suo credo.
(Satyagraha in South Africa),(p.159)

Un (Satyagrahi) non vale nulla se non osserva d'istinto la legge: la natura rispettosa della legge ad esigere da lui un'assoluta ob-

IL (SATYAGRAHI), LA NONCOLLABORAZIONE 55
E LA DISOBBEDIENZA CIVILE

bedienza alla legge pi alta, cio alla voce della coscienza, che scavalca ogni altra legge.
(Speeches and Writings of Mahatma Gandhi),(p.465)

Il (Satyagrahi), cos come sempre pronto a combattere, ugualmente deve essere bramoso di pace. Deve dare il benvenuto a qualsiasi opportunit onorevole per la pace.
(Young India),(19 marzo 1931, p. 40)

Nel codice del (Satyagrahi) non esiste resa alla forza bruta. Altrimenti la resa alla sofferenza, non a chi brandisce la baionetta.
(Young India),(30 aprile 1931, p. 93)

La disobbedienza, per essere civile, deve essere sincera, rispettosa, mai provocatoria, deve basarsi su qualche principio assimilato con chiarezza, non deve essere capricciosa e, soprattutto, non deve precedere da alcuna malevolenza od odio.
(Young India),(24 marzo 1920, p. 4)

Il requisito indispensabile, prima di procedere ad ogni forma di resistenza civile, quello di assicurarsi che non si vada incontro ad alcuna esplosione di violenza, vuoi dalla parte di coloro che si identificheranno nella resistenza civile che da quella del pubblico. Non sarebbe una risposta accettabile, nel caso che essa desse luogo ad uno scoppio di violenza istigato dallo Stato o da altre forze ostili ai resistenti civili.
Dovrebbe essere ovvio che la resistenza civile non pu fiorire in un'atmosfera di violenza. Questo non significa che le risorse di un (Satyagrahi) siano esaurite. Occorre solo cercare vie alternative a quella della disobbedienza civile.
(Harijan),(18 marzo 1939, p. 53)

(Satyagraha) e i suoi germogli, la noncollaborazione e la resistenza civile, non sono altro che nomi nuovi per la legge del sacrificio.
(Young India),(11 agosto 1920, p. 3)

(Satyagraha) il completo annullamento di s, la pi grande umiliazione, la pi grande sopportazione e la fede pi luminosa. E' premio a se stessa.
(Young India),(26 febbraio 1925, p. 73)

56 AFORISMI E PENSIERI

(Satyagraha) un'incessante ricerca della verit e una determinazione a raggiungere la verit.
(Young India),(19 marzo 1925, p. 95)

La lotta di (Satyagraha) per chi sia saldo nello spirito, non per i dubbiosi o i timidi. (Satyagraha) ci insegna l'arte di vivere come anche di morire. Nascita e morte sono inevitabili, per i mortali. Quello che distingue l'uomo dalla bestia la sua consapevole lotta per realizzare lo spirito che ha dentro.
(Harijan),(7 aprile 1946, p. 74)

Si dimentica spesso che un (satyagrahi) non intende mai confondere il malfattore. Il richiamo non mai alla sua paura; esso si rivolge, deve rivolgersi, sempre al suo cuore. Lo scopo del (Satyagrahi) convertire, non forzare il malfattore. Il (Satyagrahi) deve evitare ogni artificiosit nelle sue azioni. Egli agisce con naturalezza e per convinzione interiore.
(Harijan),(25 marzo 1939, p. 64)

(Satyagraha) essenzialmente l'arma di chi sincero. Un (Satyagrahi) votato alla nonviolenza e, se non la osserva in pensiero, parola e atto, la sua non (Satyagraha).
(An Autobiography or The Story of My Experiments with Truth),(p. 345)

Un (Satyagrahi) non pu nemmeno salire al cielo sulle ali di Satana.
(Harijan),(15 aprile 1939, p. 86)

La noncollaborazione un tentativo di risvegliare le masse a un senso della loro dignit e potere. Questo pu avvenire soltanto mettendole in condizione di comprendere che non avrebbero bisogno di temere la forza bruta se solo conoscessero l'anima di dentro.
(Young India),(1 dicembre 1920, p. 3)

La noncollaborazione non uno stato passivo, ma una condizione intensamente attiva, pi attiva della resistenza fisica o della violenza. Quello di resistenza passiva un termine sbagliato. La noncollaborazione, nel senso in cui la intendo io, deve essere nonviolenta e perci n punitiva n basta su malevolenza, avversione od odio.
(Young India),(25 agosto 1920, p. 322)


IL (SATYAGRAHI), LA NONCOLLABORAZIONE E 57
LA DISOBBEDIENZA CIVILE

Bench la noncollaborazione sia una delle armi principali dell'arsenale di (Satyagraha), non si dovrebbe dimenticare che, dopo tutto, soltanto un mezzo per assicurarsi la cooperazione del nemico in armonia con la verit e la giustizia. L'essenza della tecnica nonviolenta il suo cercare di liquidare solo gli antagonismi, non gli antagonisti in s e per s. Nella lotta nonviolenta occorre conformarsi, in certa misura, alla tradizione e alle convenzioni del sistema contro cui ci si oppone. L'evitare ogni relazione con la forza rivale, perci, non pu mai essere un obiettivo del (Satyagrahi), ma la trasformazione o la purificazione di quella relazione.
(Harijan),(29 aprile 1939, p. 101)

La noncollaborazione e la disobbedienza civile non sono che rami diversi dello stesso albero chiamato (Satyagraha).
(Young India),(26 dicembre 1924, p. 429)

La disobbedienza, per esser civile, deve essere scoperta e nonviolenta.
La vera disobbedienza civile uno stato di ribellione pacifica il rifiuto di ogni singola legge creata dallo Stato. E' certamente pi dannosa di una ribellione armata. Perch non pu mai essere repressa, se i resistenti civili sono pronti ad affrontare le massime difficolt. Si fonda su un'implicita fede nell'assoluta efficacia della sofferenza innocente. Andando in prigione senza un lamento, un resistente civile assicura una calma atmosfera. In assenza di resistenza, il malvagio si stanca di agire male. Quando la vittima non oppone alcuna resistenza, ogni piacere svanisce.
(Young India),(4 agosto 1921, p. 244)

La disobbedienza civile un diritto innato dei cittadini. Non possiamo rinunciarvi senza cessare di essere uomini. La disobbedienza civile non mai seguita dall'anarchia, come nel caso della disobbedienza criminale. Non c' Stato che non reprima la disobbedienza criminale con la forza. Se non lo fa, muore. Ma reprimere la disobbedienza civile tentare di imprigionare la coscienza. La disobbedienza civile pu donare solo forza e purezza,. Un resistente civile non usa mai le armi e quindi innocuo per uno Stato che sia pienamente disposto ad ascoltare la voce della pubblica opinione. Ma pericoloso per uno Stato autocratico, perch nel produce la caduta, impegnando l'opinione pubblica sulla questione per la quale si oppone allo Stato. La disobbedienza civile, perci, diventa un sacro dovere quando lo Stato si sia

58 AFORISMI E PENSIERI

fatto illegale, o, che la stessa cosa, corrotto. Un cittadino che tratti con uno Stato simile ne condivide la corruzione o l'illegalit.
(Young India),(5 gennaio 1922, p. 5)

La vittoria impossibile, finch non si sia in grado di mantenere la calma anche di fronte alla pi grave provocazione. La calma sotto tiro una qualit indispensabile per un soldato. Un noncollaboratore non nessuno, se non riesce a restare calmo e imperturbato sotto il fuoco intenso della provocazione.
(Young India),(25 agosto 1921, p. 268)

La disobbedienza civile non chiede e non ha bisogno di chiedere nemmeno uno spicciolo per sostenersi. Ha bisogno e richiede cuori gagliardi, animati da una fede che non rifugga davanti ad alcun pericolo e risplenda al massimo nelle prove pi dure. La disobbedienza civile un terribile sinonimo di sofferenza. Ma spesso meglio accettare la parte maligna di una cosa, se se ne apprezza sinceramente la parte vantaggiosa. Disobbedienza un diritto che appartiene ad ogni essere umano e diventa un sacro dovere quando discende dalla civilt, o, che la stessa cosa, dall'amore.
(Young India),(1 aprile 1926, p. 122)

Ci che tutti vorremmo una disobbedienza civile di massa. Ma questa non pu essere forzata. Deve essere spontanea, per meritarsi tale nome e avere successo.
(Young India),(27 marzo 1930, p. 109)

Il digiuno




Ogni volta che si cade preda di un'angoscia che non se ne va, si deve digiunare e pregare.
(Young India),(25 settembre 1924, p. 319)

Quello che gli occhi sono per il mondo esterno, i digiuni sono per quello interiore.
(Young India),(3 dicembre 1925, p. 422)

Un digiuno genuino purifica il corpo, la mente e l'anima. Crocifigge la carne e pertanto libera l'anima. Una preghiera sincera pu operare meraviglie. Rappresenta un intenso desiderio dell'anima per una sua ancora maggiore purezza. La purezza cos ottenuta, quando utilizzata per un nobile proposito, diventa una preghiera.
(Young India),(24 marzo 1920, p. 1)

Credo che non ci sia preghiera senza digiuno, come non c' vero digiuno senza preghiera.
(Harijan),(16 febbraio 1933, p. 2)

Un digiuno completo una completa e letterale negazione di s. E' la pi autentica preghiera. "Prendi la mia vita e lascia che sia, sempre, soltanto, tutta per Te" non , non dovrebbe essere una mera espressione delle labbra o dell'immaginazione. Deve essere un'offerta temeraria e gioiosa, priva della bench minima riserva. L'astinenza dal cibo e anche dall'acqua non che il mero inizio, la pi piccola parte dell'abbandono.
(Harijan),(15 aprile 1933, p. 4)

Il digiuno, quando non sia il risultato della grazia di Dio, un inutile languire, se non molto peggio.
(Harijan),(11 aprile 1939, p. 46)


60 AFORISMI E PENSIERI

Il digiuno un'arma potente nell'arsenale del (Satyagraha). Non pu essere utilizzato da chiunque [...]. La mera capacit fisica di intraprenderlo non un requisito sufficiente. Non serve a nulla, senza una viva fede in Dio. Non deve mai essere uno sforzo meccanico o di mera imitazione. Deve provenire dal profondo della propria anima. E', quindi, sempre raro.
(Harijan),(18 marzo 1939, p. 56)

Il digiuno l'ultima arma dell'arsenale del seguace dell'(Ahimsa). Quando le altre risorse dell'ingegno umano falliscono, il seguace digiuna. Tale digiuno favorisce lo spirito della preghiera, che come dire che il digiuno un atto spirituale e perci rivolto a Dio. L'effetto di tale azione sulla gente che, quando la persona che digiuna molto conosciuta, la coscienza addormentata della gente si risveglia.
(Harijan),(21 dicembre 1947, p. 476)

Come tutte le istituzioni umane, il digiuno pu essere adoperato tanto in maniera legittima quanto illecita.
(Harijan),(9 settembre 1933, p. 4)

Sottrarsi a un digiuno dove c' una chiara indicazione morale ad intraprenderlo trascurare un dovere. Tale digiuno deve basarsi su una genuina verit e (ahimsa).
(Harijan),(28 luglio 1946, p. 235)

Digiunare fino alla morte l'arma estrema e pi potente dell'arsenale di (Satyagraha). E' qualcosa di sacro, ma che va accettato in tutte le sue implicazioni. Non tanto il digiuno in se stesso, ma ci che comporta, che conta.
(Harijan),(18 agosto 1946, p. 262)

Non bisogna intraprendere un digiuno in modo meccanico. E' un'arma potente, ma pericolosa, se maneggiata in modo dilettantesco. Richiede completa autopurificazione, molta pi di quanta non ne occorra per affrontare la morte sperando sempre nella vendetta. Anche un solo esempio di tale perfetto sacrificio pu bastare al mondo intero. Tale considerato l'esempio di Ges.
(Harijan), 27 ottobre 1946, p. 272)


IL DIGIUNO 61

Digiuni ridicoli si diffondono come una pestilenza e sono dannosi. Ma, quando digiunare diventa un dovere, non vi si pu rinunciare.
(Harijan),(21 aprile 1946, p. 93)

Il nonpossesso, il lavoro e l'interdipendenza sociale


La nostra civilt, la nostra cultura, il nostro (Swaraj) non dipendono dalla moltiplicazione dei nostri bisogni, dall'indulgere ad essi, ma dal ridurli: dalla negazione di s.
(Young India),(23 febbraio 1921, p. 59)

Il nonpossesso un principio che si applica sia ai pensieri che alle cose. Un uomo che si riempia il cervello di conoscenze inutili viola tale inestimabile principio. I pensieri che ci distolgono da Dio, o che non ci fanno volgere verso di Lui, non sono che degli impedimenti nella nostra via.
(From Yeravda Mandir: Ashram Observances),(p. 24)

L'amore e il possesso esclusivo non possono mai andare insieme. In teoria, dove c' perfetto amore, dovrebbe esserci perfetto nonpossesso. Il corpo il nostro ultimo possesso. Cos, un uomo pu solo esercitare il perfetto amore ed essere completamente privo di possessi se pronto ad abbracciare la morte e a rinunciare al proprio corpo per amore del servizio umano.
Ma questo vero soltanto in teoria. Nella vita effettiva possiamo difficilmente esercitare il perfetto amore perch il corpo, in quanto possesso, rimarr sempre imperfetto e sar sempre suo compito cercare di essere perfetto. Cos la perfezione nell'amore o nel nonpossesso, finch saremo vivi, rester un ideale irraggiungibile ma verso il quale dovremo tendere incessantemente.
(The Modern Review),(ottobre 1935, p. 412)

Chiunque si approprii di pi dello stretto necessario a s colpevole di latrocinio.
(Ashram Observances in Action),(p. 58)

Potrete avere occasione di possedere o usare cose materiali, ma il segreto della vita sta nel non rimpiangerle mai.
(Harijan),(10 dicembre 1938, p. 371)



IL NONPOSSESSO, IL LAVORO E 63
L'INTERDIPENDENZA SOCIALE

Il segreto della vita felice sta nella rinuncia. La rinuncia la vita. L'autoindulgenza significa morte. Perci, ognuno ha diritto e dovrebbe desiderare di vivere 125 anni mentre si impegna a servire, senza badare al risultato. Tale vita deve essere interamente e solamente dedicata al servizio. La rinuncia decisa per amore di tale servizio una gioia ineffabile, di cui nessuno pu privare nessuno, perch quel nettare sgorga dal di dentro e sostiene la vita. In essa non pu esserci spazio per la preoccupazione o l'impazienza. Senza questa gioia, la longevit impossibile e non sarebbe degna nemmeno se la si potesse comunque avere.
(Harijan),(24 febbraio 1946, p. 19)

Tutti dovrebbero avere eguali opportunit. Assicurato questo, ogni essere umano avrebbe le stesse possibilit di crescita spirituale.
(Harijan),(17 novembre 1946, p. 404)

Non posso figurarmi un tempo in cui non ci sar nessun uomo pi ricco di un altro. Ma mi figuro senz'altro un tempo in cui i ricchi disdegneranno di arricchire a spese dei poveri e in cui i poveri cesseranno di invidiare i ricchi. Anche nel mondo pi perfetto non riusciremmo a evitare le diseguaglianze, ma possiamo e dobbiamo evitare i conflitti e l'acredine. Esistono ancora numerosi esempi di ricchi e poveri che vivono in perfetta amicizia. Dobbiamo solo moltiplicare tali esempi.
(Young India),(7 ottobre 1926, p. 348)

Non credo nell'uniformit assoluta. Che tutti gli uomini nascano uguali e liberi non una legge di natura in senso letterale. Per esempio, non tutti gli uomini nascono con uguale intelletto, ma la dottrina dell'uguaglianza si dimostrer valida se coloro che hanno un intelletto superiore non lo useranno per farli largo a spese degli altri, ma per servire i meno favoriti.
(Harijan),(6 ottobre 1946, p. 338)

Chi insoddisfatto, per quanto possieda, diventa schiavo dei propri desideri. E non c' schiavit che possa eguagliare quella dei desideri. Tutti i saggi hanno proclamato dai tetti delle case che l'uomo pu diventare il proprio peggiore nemico, oltre che il proprio migliore amico. Essere libero o schiavo sta nelle sue mani. E ci che vero per l'individuo, vale anche per la societ.
(Harijan),(1 febbraio 1942, p. 27)


64 AFORISMI E PENSIERI

Anche se sulla terra si potesse realizzare il paradiso delle soddisfazioni materiali, non ne deriverebbero n soddisfazioni n pace all'uomo che ne avesse fatto il proprio traguardo finale.
(Mahatma Gandhi: The Last Phase),(vol. II (1958), p. 139)

Il corpo umano deve tendere solamente al servizio del prossimo, mai al piacere. Il segreto della vita felice sta nella rinuncia. Rinuncia vita. Cedimento significa morte.
(Harijan),(24 febbraio 1946, p. 19)

Il sostentamento del corpo andrebbe procacciato con il lavoro fisico, mentre il lavoro intellettuale dovrebbe servire a coltivare la mente. La divisione del lavoro sar inevitabile, ma dovr riguardare le varie specie di lavoro fisico; non dovr trattarsi di una divisione che riservi il lavoro intellettuale a una classe e quello fisico a un'altra.
(Mahatma),(vol. III (1952), p. 349)

Dovete insegnare alla gente a lavorare con le proprie mani e a comprendere la dignit del lavoro.
(Mahatma),(vol. V (1952), p. 185)

Se ognuno vivesse col sudore della fronte, la terra diventerebbe un paradiso.
(Mahatma),(vol. VII (1953), p. 389)

Il trionfo dell'uomo consister nel sostituire alla lotta per l'esistenza la gara per l'aiuto reciproco. La legge della bestia sar destituita dalla legge dell'uomo.
(Harijan),(29 giugno 1935, p. 156)

Non dimentichiamo che la cooperazione dovrebbe basarsi rigorosamente sulla nonviolenza. Non possibile che una cooperazione violenta abbia successo.
(Harijan),(9 marzo 1947, p. 58)

L'interdipendenza , e dovrebbe essere, un ideale dell'uomo quanto l'autosufficienza. L'uomo un essere sociale. Senza interrelazione con la societ non pu percepirsi come un tutt'uno con l'universo o sopprimere il proprio egoismo. La sua interdipen-


IL NONPOSSESSO, IL LAVORO E 65
L'INTERDIPENDENZA SOCIALE

denza sociale gli permette di verificare la sua fede e di misurarsi sulla pietra di paragone della realt. Se l'uomo fosse posto o potesse porsi in condizione di non dover dipendere in alcun modo dai suoi simili, si farebbe cos orgoglioso e arrogante da risultare un vero e proprio peso e fastidio per il mondo. La dipendenza dalla societ gli insegna la lezione dell'umilt. Che un uomo debba essere capace di soddisfare parecchi dei suoi bisogni essenziali da solo ovvio; ma non meno ovvio a me sembra il fatto che, quando l'autosufficienza venga spinta fino all'isolamento dalla societ, essa sconfini quasi nel peccato. Un uomo non pu diventare autosufficiente nemmeno rispetto a tutte le varie operazioni connesse alla coltivazione del cotone e alla preparazione del filato. A un certo punto, prima o poi, dovr pur accettare l'aiuto dei membri della sua famiglia. E se uno pu accettare di farsi aiutare dalla propria famiglia, perch non dovrebbe farlo anche dai propri vicini? O, altrimenti, quale sarebbe il significato del grande detto "La mia famiglia il mondo"?
(Young India),(13 maggio 1926, p. 179)

Un cercatore della Verit, un seguace della Legge dell'Amore, non pu mettere da parte nulla per il domani. Dio non provvede mai al domani. Egli non crea pi di ci che sia strettamente necessario giorno per giorno. Se, perci, abbiamo fede nella Sua Provvidenza, dobbiamo restare sicuri che Egli ci dar ogni giorno il nostro pane quotidiano, fornendoci a sufficienza ci di cui abbiamo bisogno.
(Young India),(4 settembre 1930, p. 1)

Il fine estremo dell'uomo la realizzazione di Dio e tutte le sue attivit, sociali, politiche e religiose, devono lasciarsi guidare dal fine ultimo della visione di Dio. Il servizio immediato di tutti gli esseri diventa una parte necessaria di tale sforzo semplicemente perch la sola via di trovare Dio vederLo nella Sua creazione e sentirsi una cosa sola con essa. Questo possibile solo servendo tutti. Sono una parte integrante del tutto e non posso trovare Dio separato dal resto dell'umanit.
(Harijan),(29 agosto 1936, p. 226)

Io non credo che [...] un individuo possa innalzarsi spiritualmente e quelli che gli stanno intorno soffrire. Credo in (advaita), credo nell'essenziale unit dell'uomo e, per questo, di tutte le creature viventi. Credo, perci, che se un solo uomo progredisce spi-

66 AFORISMI E PENSIERI

ritualmente, il mondo intero migliora con lui e che, se un solo uomo sbaglia, il mondo intero sbaglia nella stessa misura.
(Young India),(4 dicembre 1924, p. 398)

Non credo che la legge spirituale operi in un campo tutto suo. Al contrario, essa si esprime soltanto attraverso le attivit normali della vita. Per cui investe la sfera economica, la sociale e la politica.
(Young India),(3 settembre 1925, p. 304)

Il male non sta nel capitale in quanto tale; sta nel suo uso errato. Il capitale, in una forma o nell'altra, sar sempre necessario.
(Harijan),(28 luglio 1940, p. 219)

Dio cre l'uomo perch si procurasse il cibo con il lavoro e disse che chi mangiava senza lavorare era una ladro.
(Young India),(13 ottobre 1921, p. 325)

(Daridranarayan) uno dei milioni di nomi con cui l'umanit conosce Dio, che innominabile e impenetrabile dall'intelletto umano, e significa Dio dei poveri, Dio che appare nei cuori dei poveri.
(Young India),(4 aprile 1929, p. 110)

La forza fisica transitoria, proprio come effimero il corpo. Ma il potere dello spirito permanente, proprio come eterno lo spirito.
(Harijan),(1 febbraio 1942, p. 20)


Mezzi e fini, diritti e doveri



I pi giusti mezzi cessano di essere tali quando il fine cercato sia ingiusto.
(Harijan),(17 marzo 1946, p. 43)

Un mezzo impuro si traduce in un fine impuro [...] Non si pu raggiungere la Verit attraverso la menzogna.
(Harijan),(13 luglio 1947, p. 232)

"Si ha diritto al lavoro, ma mai al frutto del lavoro" uno dei precetti d'oro della (Gita).
(Harijan),(18 agosto 1940, p. 254)

Non siamo che meri strumenti della Volont Onnipotente e ignoriamo che cosa ci aiuti ad avanzare e che cosa ci sia d'impedimento. Dobbiamo, perci, accontentarci di conoscere i soli mezzi: se questi saranno puri, potremo tranquillamente ignorare il fine.
(Satyagraha in South Africa)(1950), p. 318)

Mezzo e fine sono termini intercambiabili, nella mia filosofia di vita.
(Young India),(24 dicembre 1924, p. 424)

Il mezzo pu essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi esattamente lo stesso inviolabile nesso che c' tra seme e albero.
(Hind Swaraj),(1962), p. 71)

Si dice "i mezzi, dopotutto, sono i mezzi". Io vorrei dire "i mezzi, in definitiva, sono tutto". Dato il mezzo, tale il fine [...] Non c' muro di separazione tra il mezzo e il fine. In realt il Creatore ci ha dato il controllo (e anche quello assai limitato) dei mezzi,
68 AFORISMI E PENSIERI

ma non del fine. La conoscenza del fine in perfetta corrispondenza con quella dei mezzi. Questa affermazione non ammette eccezioni.
(Young India),(17 luglio 1924, pp. 236-37)

La vera fonte dei diritti il dovere. Se avremo assolto i nostri doveri, non dovremo andare lontano a cercare i nostri diritti. Se correremo dietro ai diritti senza avere assolto i doveri, ci sfuggiranno come fuochi fatui. Pi li inseguiremo, pi voleranno lontano. Lo stesso insegnamento stato espresso da (Khrishna) nelle immortali parole: "Solo l'azione tua. Lascia stare il frutto". L'azione il dovere, il frutto il diritto.
(Young India),(8 gennaio 1925, pp. 15-16)

I diritti maturano automaticamente per chi abbia eseguito scrupolosamente i propri doveri. Di fatto, il diritto di eseguire i propri doveri il solo diritto che renda degne la vita e la morte. Assorbe in s ogni diritto legittimo. Tutto il resto usurpazione, in un modo o nell'altro, e contiene in s i semi di (himsa).
Il capitalista e lo (zamindar) parlano dei loro diritti; i lavoratori, a loro volta, dei propri; il principe del suo diritto divino di governare; il fittavolo del suo diritto di contrapporsi a ci. Se ognuno si limita semplicemente a insistere sui diritti e mai sui doveri, ci saranno completa confusione e caos.
(Harijan),(27 maggio 1939, p. 143)

Se, invece di insistere sui diritti, ognuno facesse il proprio dovere, l'ordine regnerebbe immediatamente tra l'umanit [...] Mi permetto di ricordare che non spettano diritti se non derivati direttamente dalla puntuale esecuzione dei doveri. Sarebbero usurpazioni, da eliminare il prima possibile. Uno sventurato genitore che pretenda obbedienza dai figli senza aver prima adempiuto al proprio dovere non suscita in essi che disprezzo.
(Harijan),(6 luglio 1947, p. 217)


L'economia e la religione



Mi permetto di ritenere che le Scritture del mondo siano dei trattati sulle leggi dell'economia di gran lunga pi sicuri e sani di molti testi moderni.
(Mahatma),(vol.I (1951), p. 238)

Ricorderete come Adam Smith, nel suo (Wealth of Nations), dopo aver formulato certi princpi regolanti i fenomeni economici, procedette con definire certi altri elementi costituenti il "fattore di disturbo", che impedivano alle leggi dell'economia di avere libero gioco. Primo fra questi era "l'elemento umano". Ora proprio su questo "elemento umano" che si fonda l'intera economia del (Khadi); mentre l'egoismo umano, il "puro motivo economico" di Adam Smith, a costituire il "fattore di disturbo" da eliminare.
(Harijan),(21 settembre 1934, p. 253)

Devo confessare che non traccio una distinzione netta o di qualsiasi tipo tra economia ed etica. L'economia che leda il benessere morale di un individuo o di una nazione immorale e, perci, peccaminosa. Cos l'economia che permetta a un paese di depredarne un altro immorale. E' peccaminoso comprare e usare articoli fatti da lavoratori sfruttati.
(Young India),(13 ottobre 1921), p. 325)

L'economia che non tiene conto della morale e delle considerazioni sentimentali come quelle opere in cera che, pur essendo simili ai modelli mancano tuttavia della vita della carne vera. Ad ogni momento cruciale queste leggi economiche di nuova foggia si sono infrante nella pratica. E le nazioni o gli individui che le accettano come massime-guida devono perire.
(Young India),(27 ottobre 1921, p. 344)

Quell'economia che ignori o non consideri i valori morali

70 AFORISMI E PENSIERI

menzognera. L'estensione della legge della nonviolenza all'ambito dell'economia non significa niente di meno che l'introduzione dei valori morali come fattori da considerare nella regolazione del commercio internazionale.
(Young India),(26 ottobre 1924, p. 421)

La vera economia non milita mai contro i pi alti valori etici, proprio come la vera etica, per essere degna di tal nome, deve essere nello stesso tempo anche buona economia. Un'economia che inculchi l'adorazione di Mammona, e permetta al forte di ammassare ricchezze a spese del debole, una scienza falsa e triste. Sa di morte. La vera economia, al contrario, si batte per la giustizia sociale, promuove equamente il bene di tutti, compresi i pi deboli, ed indispensabile a una vita decente.
(Harijan),(9 ottobre 1937, p. 292)

Che cosa significa comunismo, in ultima analisi? Significa una societ senza classi, un ideale per il quale vale la pena lottare. Soltanto che, quando per raggiungerlo si invoca la forza, non lo seguo pi. Nasciamo tutti uguali, ma resistiamo da secoli alla volont di Dio. L'idea dell'ineguaglianza, di "alti e bassi" un male, ma io credo che si possa sradicare il male dal petto dell'uomo con la punta della baionetta. Il petto dell'uomo non si presta a quel mezzo.
(Harijan),(13 marzo, 1937, p. 40)


Il rapporto tra l'uomo e la donna




Non c' occasione in cui le donne debbano considerarsi subordinate o inferiori agli uomini. Le lingue proclamano che la donna la met dell'uomo e, a parit di ragionamento, l'uomo la met della donna. Essi non sono due entit separate, ma met di una sola cosa. La lingua inglese va oltre e chiama le donne la meta migliore dell'uomo.
(Harijan),(23 marzo 1947, p. 80)

L'uomo dovrebbe imparare a fare spazio alle donne. Un paese o una comunit in cui le donne non siano onorate non pu essere considerato civile.
(Harijan),(11 gennaio 1948, p. 508)

Una gran parte delle miserie di oggi si pu evitare guardando alle relazioni tra i sessi in una luce sana e pura, e considerandoci meri amministratori fiduciari per il benessere morale delle future generazioni.
(Young India),(27 settembre 1928, p. 324)

La donna per natura pi capace di sacrificio. La nonviolenza, perci, le risulta pi facile.
(Harijan),(5 novembre 1946, p. 118)

Per coraggio di abnegazione la donna sempre superiore all'uomo, cos come credo che l'uomo lo sia rispetto alla donna per coraggio nelle azioni brutali.
(Harijan),(5 novembre 1938, p. 317)

La mia opinione che, proprio come l'uomo e la donna sono fondamentalmente una cosa sola, il loro problema debba essere uno solo nell'essenza. L'anima la stessa in entrambi. Tutti e due vivono la stessa vita, fanno gli stessi in entrambi. Tutti e due vivono la stessa vita, hanno gli stessi sentimenti. Ognuno il com-

72 AFORISMI E PENSIERI

plemento dell'altra. L'uno non pu vivere senza l'aiuto attivo dell'altra.
(Harijan),(24 febbraio 1940, p. 13)

Il momento in cui saremo riusciti a ripristinare una vera ed effettiva uguaglianza tra uomo e uomo, saremo in grado di istituire l'uguaglianza tra l'uomo e tutto il creato. Quando quel giorno verr, avremo pace sulla terra e amicizia tra gli uomini.
(Harijan),(28 marzo 1936, p. 51)

Non faccio distinzione tra uomo e donna. La donna dovrebbe sentirsi indipendente quanto l'uomo. Il coraggio non monopolio dell'uomo.
(Harijan),(5 gennaio 1947, p. 478)

Le donne non possono cercare protezione dagli uomini. Devono far conto sulla propria stessa forza e purezza di carattere e su Dio.
(Harijan),(15 settembre 1946, p. 312)

La castit non una pianta da serra. Non pu essere internata. Non pu venire protetta dal muro di cinta del (purdah). Deve crescere dal di dentro e per avere un qualche valore deve saper resistere ad ogni tentazione indesiderata.
(Young India),(3 febbraio 1927, p. 37)

Le donne sono le speciali custodi di tutto ci che vi di puro e religioso nella vita. Conservatrici per natura, se sono lente a liberarsi dalle abitudini superstiziose, sono anche lente a rinunciare a tutto ci che puro e nobile nella vita.
(Harijan),(25 marzo 1933, p. 2)

Il matrimonio una cosa naturale, nella vita, e considerarlo mortificante in qualunque senso del tutto sbagliato [...] L'ideale guardare al matrimonio come a un sacramento, e, quindi, condurre una vita di autolimitazione nello stato di sposati.
(Harijan),(22 marzo 1942, p. 88)

Credo che la giusta educazione, in questo paese, sia insegnare alla donna l'arte di dire "no" anche al proprio marito, insegnarle

IL RAPPORTO TRA L'UOMO E LA DONNA 73

che non fa parte dei suoi doveri ridursi a mero strumento o bambola nelle mani di suo marito. La moglie ha dei diritti non meno che dei doveri.
(Harijan),(2 maggio 1936, p. 93)

Manu ha definito il primo figlio come (dharmaja), nato dal senso di dovere, e i figli nati dopo il primo come (kamaja), nati carnalmente. Questo fa capire, in sintesi, la legge dei rapporti sessuali.
(Harijan),(24 aprile 1937, p. 83)

Innumerevoli persone mangiano solo per soddisfare il palato, ma tale indulgenza non diventa, per ci stesso, un dovere. Molto pochi mangiano per vivere, ma non sono proprio costoro quelli che realmente conoscono la legge del mangiare. Parimenti, si sposano realmente soltanto quelli che lo fanno per sperimentare la purezza e la santit del legame matrimoniale, afferrandone, in ci, la divinit implicita.
(Harijan),(7 luglio 1946, p. 214)

La vita da sposati mira a promuovere il bene reciproco, tanto qui che per l'aldil. Deve tendere, inoltre, a servire l'umanit.
(Young India),(21 ottobre 1926, p. 365)

I matrimoni che vengono intrapresi per servire insieme portano le loro benedizioni. Quelli eseguiti per soddisfazione personale ne sono del tutto indegni.
(Harijan),(7 luglio 1946, p. 214)

Il matrimonio per la soddisfazione dell'appetito sessuale non un matrimonio. E' (vyabhichara): concupiscenza.
(Harijan),(24 aprile 1937, p. 82)

L'amore incontaminato tra marito e moglie porta pi vicini a Dio di ogni altro amore. Quando il sesso si mescola all'amore puro, porta lontani dal proprio Fattore. Per cui, il controllo della consapevolezza sessuale e del contatto sessuale esisteranno solo dove vi sar occasione di matrimonio.
(Harijan),(19 ottobre 1947, p. 374)

L'ideale a cui mira il matrimonio quello dell'unione spiritua-

74 AFORISMI E PENSIERI

le attraverso quella fisica. L'amore umano che si concretizza nel matrimonio deve costituire la pietra di un guado vero l'amore universale.
(Young India),(21 maggio 1931, p. 115)

La (Gita) ci dice, e l'esperienza corrobora l'affermazione, che l'uomo stolto, che sembri controllare il proprio corpo, ma nutra pensieri malvagi nella mente, fa uno sforzo vano.
(From Yeravda Mandir: Ashram Observances, p. 12)

C' un detto in indostano:"Chi ha il cuore puro, ha tutte le acque purificatrici del Gange a casa sua". Per chi abbia il pensiero sotto controllo, il resto solo un gioco da ragazzi.
(Harijan),(8 giugno 1947, p. 180)

E' impossibile osservare la legge della continenza senza una viva fede in Dio, che Verit vivente, Oggi va di moda rinunciare del tutto a Dio e insistere sulla possibilit di raggiungere il massimo nella vita senza la necessit di una viva fede in un Dio vivente. Devo confessare la mia incapacit di far capire la verit della legge a quelli che non hanno fede e che non provano nessun bisogno di una Potenza infinitamente pi alta di loro stessi. La mia personale esperienza mi ha condotto alla conclusione che la vita pi piena impossibile senza pi fede inamovibile nella Legge vivente secondo la quale si muove l'intero universo.
(Harijan),(25 aprile 1936, p. 84)


La democrazia, l'autogoverno e lo sciopero




Come ogni nazione in grado di mangiare, di bene e respirare, nello stesso modo ogni nazione in grado di occuparsi dei propri problemi, non importa quanto faticosamente.
(Young India),(15 ottobre 1931, p. 305)

La libert esterna che riusciremo a conquistare sar proporzionale alla libert interiore che saremmo riusciti a sviluppare in un dato momento. E se questa la visione corretta della libert, dobbiamo concentrare le nostre principali energie sul perseguimento della riforma interiore.
(Young India),(1 novembre 1928, p. 363)

Autogoverno significa continuo sforzo per essere indipendente dal controllo statale, sia che si tratti di governo straniero che nazionale. Il governo (Swaraj) sar
una triste faccenda se la gente pretender che ne regoli la vita di ogni giorno.
(Young India),(6 agosto 1925, p. 276)

La parola (Swaraj) una parola sacra, una parola vedica, che significa governo di s e autodisciplina, e non libert da ogni limite, come spesso si intende per "indipendenza".
(Young India),(19 marzo 1931, p. 38)

Gli uomini che aspirano ad essere liberi difficilmente possono pensare di rendere schiavi gli altri. Se cercano di farlo, non fanno che rendere pi strette anche le proprie catene di schiavit.
(Harijan),(13 aprile 1947, p. 106)

L'uomo deve ringraziare se stesso per la propria dipendenza. Non appena lo vorr, potr ridiventare indipendente.
(Harijan),(11 gennaio 1936, p. 380)


76 AFORISMI E PENSIERI

La libert non costa mai troppo cara. Essa il respiro della vita. Che cosa non si pagherebbe per vivere?
(Harijan),(10 dicembre 1938, p. 368)

E' mia salda convinzione che nessun uomo perda la sua libert se non attraverso la sua stessa debolezza.
(India's Case for Swaraj), p. 209)

Non esiste una libert lenta. La libert come una nascita. Finch non siamo pienamente liberi, siamo schiavi. Si nasce tutto in un momento.
(Young India),(9 marzo 1922, p. 148)

I ceppi d'oro non sono meno gravosi che se fossero di ferro, per chi abbia il senso della dignit. Il male sta nei ceppi, non nel metallo.
(Young India),(6 giugno 1929, p. 188)

Io non credo nella dottrina del maggio bene per il maggior numero. Essa significa, nella sua nudit, che allo scopo di raggiungere il supposto bene nel cinquantuno per cento, si potrebbe, o meglio si dovrebbe sacrificare l'interesse del quarantanove per cento. E' una dottrina crudele, che ha nociuto all'umanit. La sola dottrina vera, degna, umana quella del maggior bene per tutti, che soltanto la massima abnegazione pu consentire.
(The diary of Mahadev Desai-I)(1953), p. 149)

La democrazia disciplinata e illuminata la pi bella cosa del mondo. Una democrazia piena di pregiudizi, ignorante e superstiziosa piomber nel caos e potr autodistruggersi.
(Young India),(30 luglio 1931, p. 199)

Se vogliamo coltivare un vero spirito di democrazia, non possiamo permetterci di essere intolleranti. L'intolleranza tradisce la mancanza di fede nella propria causa.
(Young India),(2 febbraio 1921, p. 33)

La democrazia si infranger se sar sorretta da lacci. Essa pu esistere solo se basata sulla fiducia.
(Harijan),(16 novembre 1947, p. 409)


LA DEMOCRAZIA, L'AUTOGOVERNO E LO SCIOPERO 77

Nella vera democrazia ad ogni uomo e ad ogni donna si insegner a pensare per se stesso o per se stessa. Non so come si possa attuare questa autentica rivoluzione, so solo che ogni riforma, come la carit, dovr iniziare a casa propria.
(Harijan),(14 luglio 1946, p. 220)

Per sua stessa natura, la nonviolenza non pu "impadronirsi" del potere, n pu essere questo il suo obiettivo. Ma (la nonviolenza pu fare di pi; pu effettivamente controllare e guidare il potere) senza impossessarsi della macchina di governo. Questa la sua bellezza.
(Towards New Horizons)(1959), pp. 91-92)

La democrazia deve, in essenza [...] significare l'arte e la scienza di mobilitare interamente le risorse fisiche, economiche e spirituali di tutte le varie categorie sociali al servizio del bene comune.
(Harijan),(27 maggio 1939, p. 143)

La democrazia e la violenza mal si accompagnano. Gli Stati oggi nominalmente democratici non potranno che diventare o esplicitamente totalitari o, se vorranno farsi veramente democratici, coraggiosamente nonviolenti. E' una bestemmia dire che la nonviolenza possa essere praticata soltanto dagli individui e mai dalle nazioni, che sono composte di individui.
(Harijan),(12 novembre 1938, p. 328)

La mia nozione di democrazia che sotto di essa il pi debole debba avere le spesse opportunit del pi forte. Questo non pu mai realizzarsi se non attraverso la nonviolenza.
(Harijan),(18 maggio 1940, p. 129)

Credo che la vera democrazia possa essere frutto soltanto della nonviolenza.
(Gandhiji's Correspondence with the Government),(1942-44, p. 143)

Il vero democratico colui che difende la propria libert e, perci, quella del suo paese e in definitiva quella dell'intera umanit con mezzi puramente nonviolenti.
(Harijan),(15 aprile 1939, p. 90)

78 AFORISMI E PENSIERI

Credo che democrazia e spirito militare siano una contraddizione di termini. Un democratico non fa affidamento sulla forza delle armi che il suo Stato pu ostentare davanti al mondo, ma sulla forza morale che il suo Stato pu mettere a disposizione del mondo.
(Harijan),(13 luglio 1947, p. 233)

Il potere di due specie. Un tipo si fonda sulla paura della punizione e l'altro sulle arti dell'amore. Il potere basato sull'amore mille volte pi efficace e permanente di quello derivato dalla paura della punizione.
(Young India),(( gennaio 1925, p. 15)

A volte essere in minoranza un privilegio.
(Young India),( 13 agosto 1925, p.279)

La mia fede assoluta nella nonviolenza significa arrendermi alle minoranze quanto siano realmente deboli. Il miglior modo di indebolire le comunit di cedere ad esse. La resistenza sollever soltanto il loro sospetto e rafforzer la loro opposizione.
(Young India),(2 luglio 1931, p. 162)

Soltanto la pubblica opinione pu mantenere pura e sana una societ.
(Young India),(1 dicembre 1920, p. 4)

La critica salutare, ben informata ed equilibrata l'ozono della vita pubblica.
(Harijan),(13 novembre 1937, p. 332)

Nelle questioni di coscienza la legge della minoranza non ha valore.
(Young India),(4 agosto 1920, p. 4)

Nessuno sciopero ingiusto dovrebbe riuscire. A scioperi simili dovrebbe essere tolta ogni forma di pubblico appoggio.
(Harijan),(11 agosto 1946, p. 256)

Gli scioperi per il miglioramento economico non dovrebbero mai avere un fine politico, come motivazione aggiuntiva. Una tale

LA DEMOCRAZIA, L'AUTOGOVERNO E LO SCIOPERO 79

mescolanza non favorisce mai il fine politico e generalmente crea problemi agli scioperanti, anche quando non intralcino la vita pubblica come, per esempio, nel caso di uno sciopero postale, fra i servizi di pubblica utilit.
(Harijan),(11 agosto 1946, p. 256)

Gli scioperi politici hanno un posto preciso nell'azione nonviolenta. Non vengono mai intrapresi a caso. Devono avvenire alla luce del sole ed evitare ogni forma di teppismo. Non devono mai degenerare in violenza.
(Harijan),(11 agosto 1946, p. 256)

In una societ democratica ben ordinata non c' posto, non c' motivo di illegalit o scioperi. In tale societ vi sono ampi mezzi legali per reclamare giustizia. La violenza, velata o scoperta, deve essere un tab.
(Harijan),(1 febbraio 1948, p. 15)

So che gli scioperi sono un diritto innato dei lavoratori per ottenere giustizia, ma dovranno essere considerati un reato non appena i capitalisti accetteranno il principio dell'arbitrato.
(Young India),(5 maggio 1920, p. 6)

Una nazione pu fare a meno dei propri milionari e dei propri capitalisti, ma mai del lavoro.
(Speeches & Writings of Mahatma Gandhi)(IV ed.), p. 1045)

Non penso che debba per forza esservi uno scontro tra capitale e lavoro. Ognuno dipende dall'altro.
(Young India),(4 agosto 1927, p. 248)


La societ, la vita e la morte, gli uomini e gli animali


Ci sono volute la perseveranza e il genio di tante generazioni di scienziati per scoprire le leggi dell'elettricit, ma oggi tutti quanti, anche i bambini, fanno uso dell'energia elettrica nella loro vita quotidiana. Similmente, non occorrer sempre n essere perfetto per amministrare uno Stato ideale, una volta che sar stato posto in essere. Ci che occorre un profondo risveglio sociale per cominciare. Il resto seguir.
(Towards New Horizons)(1959), p. 93)


L'individualismo senza limiti la legge degli animali della giungla. Noi abbiamo imparato a conciliare la libert individuale con i limiti sociali. La spontanea sottomissione alle restrizioni sociali per amore del bene dell'intera societ, arricchisce tanto l'individuo che la societ della quale si membri.
(Harijan),(27 maggio 1939, p. 144)

Dio ha ordinato questo mondo in modo che nessuno potesse tenersi esclusivamente per s la propria bont o cattiveria. L'intero mondo come il corpo umano con le sue varie membra. Il dolore in un solo membro si ripercuote su tutto il corpo. Il marcio in una sola parte avvelena inevitabilmente l'intero sistema.
(Harijan),(26 maggio 1946, p. 154)

Ci che impossibile per l'uomo un gioco da ragazzi per Dio.
(Young India),(19 novembre 1931, p. 361)

Il debole non pu mai perdonare. Il perdono un attributo del forte.
(Young India),(2 aprile 1931, p. 59)

Dove c' amore, c' anche Dio.
(Satyagraha in South Africa),(p. 360)


LA SOCIETA', LA VITA E LA MORTE, GLI UOMINI 81
E GLI ANIMALI

L'amore non chiede mai, d sempre. L'amore sopporta sempre, non si risente, non si vendica mai.
(Young India),(9 luglio 1925, p. 24)

La forza dell'amore la stessa forza dell'anima o della verit.
(Hind Swaraj or Indian Home Rule),(p. 77)

La tolleranza reciproca una necessit per ogni tempo e per ogni razza.
(Young India),(25 febbraio 1920, p. 3)

Non c' limite all'estendere la nostra dedizione al prossimo anche a quello al di l delle frontiere di Stato. Non sono certo frontiere volute da Dio.
(Young India),(31 dicembre 1931, p. 427)

I veri governanti sono i milioni che faticano.
(Harijan),(15 giugno 1947, p. 193)

La disciplina di massa una condizione essenziale per un popolo che aspiri a essere una grande nazione.
(Harijan),(11 gennaio 1948, p. 507)

La pi alta forma di libert porta con s la pi grande misura di disciplina e umilt. La libert che viene dalla disciplina e dall'umilt non pu essere negata, la licenza sfrenata un segno di volgarit sia verso se stessi che verso il prossimo.
(Young India),(3 giugno 1926, p. 203)

Il cibo animale inadatto a chi miri al controllo delle proprie passioni.
(Young India),(7 ottobre 1926, p. 347)

Sento che il progresso spirituale ci richiede di smettere, a un certo punto, di uccidere le creature nostre compagne per la soddisfazione dei nostri bisogni corporali.
(India's Case for Swaraj),(pp. 402-03)


82 AFORISMI E PENSIERI

C' molta verit nel detto che l'uomo diventa ci che mangia. Pi grossolano il cibo, pi grossolano sar il corpo.
(Harijan),(5 agosto 1933, p. 4)

La vera felicit dell'uomo sta nell'accontentarsi. Chi sia insoddisfatto, per quanto possieda, diventa schiavo dei suoi desideri. E, in realt, non c' schiavit peggiore di quella dei propri desideri. Tutti i saggi hanno dichiarato dai tetti delle case che l'uomo pu diventare per se stesso il peggior nemico, come anche il miglior amico. Dipende da lui essere libero o diventare schiavo. E ci che vero per l'individuo vero anche per la societ.
(Harijan),(1 febbraio 1942, p. 27)

L'esistenza stessa del mondo, in senso lato, dipende dalla religione. Tutti i tentativi di sradicarla sono destinati al fallimento.
(Non-Violent Way to World Peace),(p. 51)

La conclusione logica del sacrificio di s che l'individuo si sacrifica per la comunit, la comunit si sacrifica per il distretto, il distretto per la provincia, la provincia per la nazione, e la nazione per il mondo. Una goccia strappata dall'oceano perisce inutilmente. Se rimane parte dell'oceano, ne condivide la gloria di sorreggere una flotta di poderose navi.
(Harijan),(23 marzo 1947, p. 78)

Un individuo non pu agire rettamente in un settore della vita e comportarsi in modo scorretto in un altro settore. La vita un tutto indivisibile.
(Young India),(27 gennaio 1927, p. 31)

Un leader inutile quando agisce contro le ingiunzioni della propria stessa coscienza, circondato com' da gente che nutre ogni sorta di opinioni. Egli andr alla deriva come una nave senz'ancora se non si lascer guidare e mantenere saldo dalla voce interiore.
(Young India),(23 febbraio 1922, p. 112)

La giustizia nei confronti dell'individuo, fosse anche il pi umile, tutto. Il resto viene dopo.
(Young India),(17 settembre 1919, p. 150)


LA SOCIETA', LA VITA E LA MORTE, GLI UOMINI 83
E GLI ANIMALI

L'utile e l'inutile non possono, come in linea di massima il bene e il male, che procedere insieme, e l'uomo deve fare la sua scelta.
(An Autobiography or The Story of My Experiments with Truth),(p. 211)

La vita non che una serie incessante di esperimenti.
(Young India),(25 settembre 1924, p. 313)

Una passione bruciante abbinata a un assoluto distacco la chiave di ogni successo.
(Harijan),(29 settembre 1946, p. 336)

Il mio dissenso nei confronti della professione medica in generale nasce dal fatto che essa ignora completamente l'anima e non tende ad alcuna fine nel limitarsi a cercare di riparare uno strumento fragile come il corpo. Cos', ignorando l'anima, la professione mette gli uomini alla propria merc e contribuisce all'impoverimento della dignit umana e dell'autocontrollo.
(Young India),(11 giugno 1925, p. 205)

Il mero titolo di dottore non basta; il vero dottore colui che anche un vero servitore.
(Harijan),(10 febbraio 1946, p. 8)

Vogliamo medici dell'anima piuttosto che del fisico. La molteplicit degli ospedali e dei medici non un segno di vera civilt. Meno noi e gli altri vizieremo i nostri corpi e meglio sar per noi e per il mondo.
(Young India),(29 settembre 1927, p. 327)

Ognuno dovrebbe farsi dottore di se stesso e scoprire i propri limiti. L'uomo che lo far, vivr sicuramente fino a 125 anni.
(Harijan),(19 maggio 1946, p. 148)

Difficilmente un paziente potr decidere di nascondere la propria malattia. Se lo far, diventer il proprio stesso nemico.
(Young India),(2 febbraio 1928, p. 37)

L'uomo superiore alla bestia in quanto capace di autolimitazione e sacrificio, cosa di cui la bestia incapace.
(Young India),(3 giugno 1926, p. 204)


84 AFORISMI E PENSIERI

L'uomo una speciale creazione di Dio proprio in quanto si distingue dal resto della sua creazione.
(Young India),(13 febbraio 1930, p. 56)

Nel mangiare, dormire e nell'espletare altre funzioni fisiche, l'uomo non diverso dalla bestia. Ci che lo distingue da essa il suo sforzo incessante di sollevarsene al di sopra sul piano morale.
(Harijan),(7 aprile 1946, p. 74)

L'uomo non una bestia. Si innalzato a una condizione superiore dopo innumerevoli nascita in forma animale. Egli nato per stare eretto, non per camminare a quattro zampe o per strisciare. La distanza che ormai separa la bestialit dalla condizione umana la stessa che separa la materia dallo spirito.
(Young India),(29 aprile 1926, p. 157)

La bestia, per sua natura, non sa frenarsi. L'uomo uomo perch capace di autocontrollo, e solo fin che lo pratica.
(An Autobiography)(1966), p. 238)

L'uomo non n mero intelletto, n un grossolano corpo animale, n cuore o anima soltanto. Per comporre l'uomo nella sua interezza necessaria una giusta e armoniosa combinazione di tutte e tre le cose.
(Harijan),(8 maggio 1937, p. 104)

L'uomo non tenuto a sviluppare alla perfezione tutte le proprie funzioni; il suo compito sviluppare alla perfezione solo le facolt rivolte a Dio e sopprimere completamente quelle di tendenza contraria.
(Young India),(24 giugno 1926, p. 229)

Il mondo il cortile da gioco di Dio e un riflesso della sua gloria.
(An Autobiography)(1966), p. 153)

Chi conosce l'(Atman) che abita il corpo e Lo percepisce come parte del supremo (Atman), gli dedicher ogni cosa.
(The Gita According to Gandhi)(1956), p. 186)


LA SOCIETA', LA VITA E LA MORTE, GLI UOMINI 85 E GLI ANIMALI

L'arte di morire con coraggio e con onore non ha bisogno di alcuno speciale addestramento, salvo una viva fede in Dio.
(Harijan),(5 ottobre 1940, p. 354)

Chi abbia rotto con il proprio passato si sente un uomo diverso. Non considerer una vergogna il confessare gli errori passati, per la semplice ragione che questi errori non lo toccheranno affatto.
(Young India),(6 ottobre 1927, p. 340)

Un peccatore uguale al santo, agli occhi di Dio. Entrambi avranno eguale giustizia ed entrambi eguale opportunit sia di andare avanti che di regredire. Sono entrambi Suoi figli. Sue creature. Un santo che si consideri superiore a un peccatore perde la propria santit e diventa peggiore del peccatore che, a differenza del santo orgoglioso, non sa che cosa stia facendo.
(Harijan),(14 ottobre 1933, p. 5)

La morte una compagna e un'amica. E' in buoni rapporti con quelli che sono morti con coraggio.
(Harijan),(20 aprile 1947, p. 117)

Nessuno dovrebbe temere la morte. La morte inevitabile per ogni essere umano. Ma e sapremo morire sorridendo, entreremo in una vita nuova.
(Harijan),(20 aprile 1947, p. 120)

L'uomo non vive che per sfuggire la morte. Ma se lo fa, consigliavile che cambi atteggiamento.
(Harijan),(30 novembre 1947, p. 437)

La vera moralit non consiste nel seguire un sentiero gi tracciato, ma nel trovare il vero sentiero da soli e nel seguirlo senza paura.
(Ethical Religion),(p. 36)

Nessuna azione che non sia volontaria pu essere definita morale. Finch agiremo come macchine, non si potr far questione di moralit. Se vogliamo chiamare un'azione morale, occorre che sia stata fatta consciamente e sentita come dovere.
(The Epic Fast),(p. 43)


86 AFORISMI E PENSIERI

Non si riesce mai a conseguire l'autorit morale cercando semplicemente di afferrarla. Essa arriva senza cercarla e la si mantiene senza sforzo.
(Young India),(29 gennaio 1925, p. 40)

Un leader soltanto il primo fra eguali. Qualcuno deve pur essere messo al primo posto, ma il capo non - e non dovrebbe essere - pi forte dell'anello pi debole della catena. Una volta fatta la nostra scelta, dobbiamo seguirlo o la catena si spezzer e tutto sar perduto.
(Young India),(8 dicembre 1921, p. 402)

Sono i seguaci a fare un capo. Egli riflette in maniera pi chiara le aspirazioni latenti tra le masse.
(Harijan),(2 febbraio 1947, p. 3)

La confessione dell'errore come la scopa che spazza via lo sporco e lascia la superficie pi pulita di prima.
(Young India),(16 febbraio 1922, p. 102)

Nessun peccato pu venire cancellato se condannato solo a parole.
(Harijan),(23 giugno 1946, p. 200)
Confessare un errore o un peccato appena se ne ha coscienza purificarsene.
(Harijan),(20 ottobre 1946, p. 367)

Il perdono la qualit del coraggioso, non del codardo.
(Harijan),(30 marzo 1947, p. 86)

L'uomo diventa spesso ci che crede di essere. Se si continua a dire che non si riesce a fare una certa cosa, possibile che alla fine si diventi realmente incapaci di farla. Al contrario, se ho fiducia di poterla fare, acquister sicuramente la capacit di farla, anche se, all'inizio, magari non ne sono in grado.
(Harijan),(1 settembre 1940, p. 268)

Si diventa ci che si pensa. Il pensiero non mai completo se

LA SOCIETA', LA VITA E LA MORTE, GLI UOMINI 87
E GLI ANIMALI

non trova espressione e limite nell'azione. E' soltanto quando c' perfetto accordo tra le due cosa che c' piena vita naturale.
(Harijan),(7 aprile 1946, p. 72)

Tutti i peccati si commettono in segreto. Non appena realizzeremo che Dio testimone anche dei nostri pensieri, saremo liberi.
(Young India),(5 giugno 1924, p. 186)

La verit non tale solo perch antica. N deve essere guardata con sospetto perch antica. Ci sono alcuni fondamenti della vita che non si possono abbandonare alla leggera perch difficili da attuare nella propria esistenza.
(Harijan),(14 marzo 1936, p. 36)

La semplicit l'essenza dell'universalit.
(Harijan),(7 aprile 1946, p. 69)

Dobbiamo agire anche nei confronti degli ultimi proprio come vorremmo che il mondo agisse nei nostri.
(Harijan),(17 novembre 1946, p. 404)


I giornali e i giornalisti




Depreco l'abitudine di prendere a prestito le opinioni dai giornali. I giornali dovrebbero consentire l'analisi dei fatti. Non dovrebbero uccidere l'abitudine di pensare in modo indipendente.
(Harijan),(26 maggio 1946, p. 154)

Il solo scopo del giornalismo dovrebbe essere quello di servire la collettivit.
(An Autobiography)(1966), p. 215)

Uno dei compiti di un giornale quello di capire il sentimento popolare e di dargli espressione; un altro quello di risvegliare nella gente certi sentimenti auspicabili; un terzo quello di denunziare senza timore i difetti popolari.
(Hind Swaraj or Indian Home Rule)(1962), p. 19)

Sfortunatamente, per l'uomo medio i giornali sono diventati pi importanti delle Scritture. Gli consiglierei volentieri di rinunciare alla lettura dei giornali, in tal caso. Non perderebbe niente, cos facendo, mentre nelle Scritture e in altra buona letteratura potrebbe trovare vero nutrimento per la propria mente e il proprio spirito.
La stampa chiamata il Quarto Potere. Che costituisca un potere, innegabile, ma impiegarlo male un crimine. Sono anch'io un giornalista e vorrei appellarmi ai colleghi giornalisti perch sentano la responsabilit del proprio lavoro e lo svolgano senza altra mira che quella di sostenere la verit.
(Harijan),(27 aprile 1947, p. 128)



L'educazione



L'educazione dovr rinnovarsi per amore della creazione di un mondo nuovo.
(Harijan),(19 gennaio 1947, p. 494)

L'antico aforisma, "L'educazione ci che libera", altrettanto vero oggi che un tempo.
(Harijan),(10 marzo 1946, p. 38)

Non pu esservi conoscenza senza umilt e volont di apprendere.
(Harijan),(8 settembre 1946, p. 306)

Se si vorr creare un mondo nuovo, anche l'educazione dovr rinnovarsi.
(Harijan),(19 gennaio 1947, p. 494)

Il bene insito nell'anima di ognuno di noi e gli insegnamenti devono solo cercare di tirarlo fuori; ma soltanto quegli insegnamenti il cui carattere sia senza macchia e che si mostrino sempre pronti ad imparare e a perfezionarsi sempre pi potranno adempiere questa sacra funzione.
(Harijan),(7 novembre 1936, p. 309)

Il mestiere, l'arte, la salute e l'educazione dovrebbero tutti integrarsi in un unico insieme.
(Harijan),(10 novembre 1946, p. 394)

Il nostro sistema di educazione [di base] conduce allo sviluppo della mente, del corpo e dell'anima. Il sistema ordinario si preoccupa solo della mente.
(Harijan),(9 novembre 1947, p. 401)


90 AFORISMI E PENSIERI

Per educazione intendo il tirare fuori dal bambino e dall'uomo il meglio di ogni componente: corpo, mente e spirito. L'alfabetizzazione non n la meta finale n l'inizio dell'educazione. E' soltanto uno dei mezzi con cui si possono educare uomini e donne. L'alfabetizzazione, in s e per s, non educazione.
(Harijan),(31 luglio 1937, p. 197)

L'intento primario di tutta l'educazione , o dovrebbe essere, la strutturazione del carattere dei ragazzi.
(Harijan, 1 dicembre 1933, p. 3)

L'istruzione senza il coraggio come una statua di cera, bella a vedersi, ma destinata a sciogliersi al minimo contatto con una sostanza calda.
(Young India),(12 luglio 1928, p. 236)

La musica dovrebbe rientrare nel programma dell'educazione primaria. Sottoscrivo di cuore questa proposta. La modulazione della voce necessaria quanto l'addestramento della amano. L'esercizio fisico, l'attivit manuale, il disegno e la musica dovrebbero cooperare nel tirare fuori il meglio da ragazzi e ragazze e inculcare in essi un reale interesse per la loro istruzione.
(Harijan),(11 settembre 1937, p. 250)

Il carattere non lo si costruisce con la pietra e la malta. Non lo si costruisce con altre mani che con le proprie.
(With Gandhiji in Ceylon)(1928), p. 89)

Mettete tutta la vostra conoscenza, la vostra cultura e dottrina su un piatto della bilancia e la verit sull'altro: il peso di quest'ultimo sopravanzer di gran lunga quello dell'altro.
(Young India),(21 febbraio 1929, p. 58)

La vera educazione deve estrarre il meglio dai ragazzi e dalle ragazze da educare. Questo non pu mai succedere stipando nelle teste degli allievi delle informazioni malassortite e innecessarie. Sarebbero un peso morto che schiaccerebbe in loro ogni originalit e che li trasformerebbe in meri automi.
(Harijan),(1 dicembre 1933, p. 3)


L'EDUCAZIONE 91

Un genitore saggio permette al figlio di fare degli errori. E' un bene, per loro, che di tanto in tanto si brucino le dita.
(Mahatma Gandhi: The Last Phase), vol. I (1956), p. 44)

L'idea del tutto infondata che si possa sviluppare l'intelligenza soltanto attraverso la lettura dei libri dovrebbe cedere il posto alla verit che l'apprendimento scientifico di un lavoro artigiano consente un pi rapido sviluppo della mente.
Il vero sviluppo della mente incomincia non appena l'apprendimento impara, passo dopo passo, perch si richieda una particolare manipolazione della amano o un certo strumento. Il problema della disoccupazione degli studenti si pu risolvere senza difficolt, collocandoli tra i comuni lavoratori.
(Harijan),(9 gennaio 1937, p. 386)

Fino ad ora ci siamo preoccupati di rimpinzare le menti dei bambini di ogni sorta di nozioni, senza mai pensare a stimolarle e svilupparle. Poniamo un alt a tutto ci e concentriamoci sulla possibilit di educare adeguatamente il bambino attraverso il lavoro manuale, non come attivit collaterale, ma come mezzo primario dell'esercizio intellettuale [...]
Bisogna addestrare il ragazzo ad una qualche occupazione. Sar questa la base per esercitargli la mente, il corpo, la scrittura, il senso artistico e cos via. Egli si impadronir perfettamente del mestiere che impara.
(Harijan),(18 settembre 1937, p. 261)

L'educazione letteraria, di per se stessa, non aggiunge nulla alla statura morale dello studente; la formazione del carattere indipendente dall'esercizio della lettura e della scrittura.
(Young India),(1 giugno 1921, p. 172)


L'arte, la scienza, il linguaggio



La gente, generalmente, non riesce a vedere la Bellezza nella Verit, l'uomo ordinario se ne allontana rendendosi cieco alla Bellezza che vi insita. La vera Arte sorger ogni qualvolta gli uomini cominceranno a vedere la Bellezza della Verit.
(Young India),(13 novembre 1924, p. 377)

Verit e menzogna spesso coesistono; bene e male si trovano spesso insieme. Anche in un artista, non raramente, si mescolano una giusta percezione delle cose e una sbagliata. Creazioni veramente belle si ottengono quando sia in atto una giusta percezione. Se questi momenti sono rari nella vita, sono rari anche nell'arte.
(Young India),(13 novembre 1924, p. 377)

La Verit la prima cosa da ricercare, dopodich la Bellezza e la Bont si aggiungeranno di conseguenza.
(Young India),(20 novembre 1924, p. 386)

La bellezza dell'uomo sta nel suo carattere, quella di una bastia nella sua forma corporea.
(Bapu's Letters to Ashram Sisters)(1952), p. 102)

La vera bellezza, dopo tutto, sta nella purezza di cuore.
(Young India),(20 settembre 1927, p. 350)

La gente che dichiara di volere "l'arte per amore dell'arte" incapace di dimostrare l'opportunit della propria affermazione. Nella vita l'arte ha il proprio posto, al di l della questione di che cosa sia di preciso. Ma l'arte pu solo essere un mezzo per il fine a cui tutti tendiamo. Se, invece, viene considerata un fine in se stessa, rende schiava e degrada l'umanit.
(The diary of Mahadev Desai-I)(1953), p. 160)


L'ARTE, LA SCIENZA, IL LINGUAGGIO 93

La vera arte non presta mai attenzione esclusivamente alla forma, ma anche ci che le sta dietro. Vi un'arte che uccide e un'arte che d vita [...] La vera arte deve riflettere la felicit, la soddisfazione e la purezza dell'artista.
(Young India),(11 agosto 1921, p. 253)

Artistico ci che conduce l'uomo un passo pi avanti sul sentiero della moralit e che gli dona visioni elevate. Se l'arte lo degrada sul piano etico, non arte, ma solo oscenit.
(The Diary of Mahadev Desai-I)(1953), pp. 224-25)

Chi pu negare che molto di ci che oggi viene spacciato per scienza e arte distrugge l'anima anzich innalzarla, e invece di evocare il meglio insito in noi, fa da mezzana alle nostre pi basse passioni?
(Young India),(11 agosto 1927, p. 255)

C' un famoso detto classico, ormai divenuto proverbiale, secondo cui l'uomo "che non ha musica in s" o un asceta o una bestia.
(Young India),(15 aprile 1926, p. 140)

La vita sopravanza immensamente tutte le arti messe assieme.
(Among the Great)(1950), p. 65)

Una vera opera d'arte dovrebbe rivolgersi a tutti.
(Among the Great)(1950), p. 81)

Una lingua rispecchia il carattere del popolo che la usa. [...] Una lingua trae la propria forma dal carattere e dalla vita di coloro che la parlano. Possiamo affermare senza esitazione che il popolo la cui lingua non rifletta le qualit del coraggio, della veridicit e della piet difetti di quelle virt. L'importazione di parole esprimenti il contenuto di una lingua n potr rendere coraggiosi e sensibili coloro che la parlano. Il coraggio non ci viene regalato; se ne abbiamo dentro di noi, magari coperto di ruggine, torner a brillare quando lo strato che lo nasconde sparir. Nella nostra lingua madre, troviamo un gran numero di parole denotanti un eccesso di remissivit, perch siamo vissuti sottomessi per molti anni. Parimenti, nessun'altra lingua al mondo

94 AFORISMI E PENSIERI

pu esibire altrettanti termini nautici che l'inglese. Se un intraprendente scrittore gujarati si mettesse a tradurre dall'inglese al gujarati libri di tale argomento, non accrescerebbe di un briciolo l'estensione e il potere della nostra lingua, n la nostra conoscenza delle navi. Ma non appena ci mettessimo a costruire navi e ad allestire una marina, la necessaria fraseologia tecnica si costituirebbe automaticamente.
(The Collected Works of Mahatma Gandhi),(vol. XIV, pp. 11-12)

Non sono contrario al progresso della scienza in quanto tale. Al contrario, guardo con ammirazione allo spirito scientifico dell'Occidente e se questa ammirazione ha delle riserve, perch lo scienziato dell'Occidente non ha alcun riguardo per le creature pi umili di Dio. Io aborrisco la vivisezione con tutta l'anima. Detesto l'imperdonabile massacro di vite innocenti nel nome della scienza e della cosiddetta umanit, e considero tutte le scoperte scientifiche, che si macchino di sangue innocente, prive di valore. Se, rinunciando alla vivisezione, non si fosse potuta scoprire la teoria della circolazione del sangue, la specie umana avrebbe potuto benissimo farne a meno. E vedo con chiarezza che spunter un giorno in cui lo scienziato onesto dell'Occidente porr dei limiti ai metodi attuali di perseguimento della conoscenza. Verranno approntate misure che terranno conto non solamente della famiglia umana, ma di ogni creatura vivente.
(Young India),(17 dicembre 1925, p. 440)


Glossario




(Ahimsa): nonviolenza. Si contrappone a (Himsa)= violenza.
(Ananda): beatitudine, gioia.
(Atman): anima, spirito.
(Chit): conoscenza.
(Daridranarayan): Dio nella forma di povero.
(Dharma): religione, legge del proprio essere, giustizia,
codice induista di religione e morale o di dovere
religioso e morale.
(Dharmaja): nato dal senso del dovere.
(Gita): il "Canto celeste"; poema sacro dell'induismo in
sanscrito, composto alcuni secoli prima dell'era
cristiana, in cui Sri Krishna riassume l'essenza della
religione e della filosofia induista.
(Himsa): violenza.
(Ishvara): Dio.
(Kadhi): stoffa filata e tessuta a mano.
(Kamaja): nato dalla lussuria.
(Purdach): velo.
(Ramanama): nome di Rama, incarnazione di Dio nella
religione induista, recitazione del nome di Dio.
(Rishi): un profeta o un veggente.
(Sat): verit, ci che esiste.
(Satya): verit.
(Satyagraha): letteralmente l'attenersi alla verit, e
quindi sta per "ricorso alla forza di verit o forza
dell'anima" o anche "sacrificio di s".
(Satyagrahi): chi pratica la "Satyagraha".
(Swaraj): autogoverno, autonomia, indipendenza.
(Vyabhichara): concupiscenza.
(Zamindar): proprietario terriero.


Fonti



(Ashram Observances in Action) (tradotto dal Gujarati da
V.G. Desai), Ahmedabad, Navajivan Publishing House,
1956.
(Bapu's Letters to Ashram Sisters), a cura di Kala
Kalelkar, Ahmedabad, Navajivam Publishing House, 1952.
DILIP KUMAR ROY, (Among The Great) (introduzione di S.
Radhakrishnan), Bombay, Nalanda Publications, 1945;
edizione usata: ristampa della Jaico Publishing House,
Bombay, 1950.
(Gandhiji's Correspondence with the Government), 1942-44,
Ahmedabad, Navajivan Publishing House, aprile 1945.
GANDHI MAHATMA, (Ethical Religion) (tradotto dall'Hindi
da B. Rama Iyer), Madras, S. Ganesan, 1930.
GANDHI MAHATMA, (Hindi Swaraj or India Home Rule),
Ahmedabad, Navajivan Publishing House, 1938; edizione
usata: 1958.
GANDHI M.K., (An Autobiography or The Story of My
Experiments with Truth) (tradotto dal Gujarati
da Mahadev Desai), Ahmedabad, Navajivan Publishing
House, vol. I, 1927; vol. II, 1929; edizione usata:
1959.
GANDHI M.K., (An Autobiography or The Story of My
Experiments with Truth), Ahmedabad, Navajivan
Publishing House, 1966.
GANDHI M.K., (From Yeravda Mandir: Ashram Observances)
(tradotto da V.G. Desai), Ahmedabad, Navajivan
Publishing House, 1933; edizione usata: 1957.
GANDHI M.K., (Non-violent Way to World Peace) (tradotto
da R.K. Prabhu), Ahmedabad, Navajivan Publishing
House, 1959.
GANDHI M.K., (Satyagraha in South Africa) (tradotto da
V.G. Desai), Ahmedabad, Navajivan Publishing House,
1928; edizione usata 1950.
GORA, (An Atheist with Gandhi), Ahmedabad, Navajivan
Publishing House, 1958.
(Harijan) (1933-1956), settimanale inglese fondato da
Gandhi e pubblicato sotto gli auspici dell'Harijan
Sevak Sangh, Poona, e dal 1942, dal Navajivan Trust,
Ahmedabad. Il settimanale sospese le pubblicazioni
nel 1940 durante il "Satyagraha Individuale"; riprese
nel gennaio 1942, ma smise di uscire durante la lotta
"Via dall'India". Riapparve nel 1946.
(India's Case for Swaraj) (a cura di W.P. Kabadi), Bombay
Yeshanand & Co:, 1932.
MAHADEV DESAI, (The Gita According to Gandhi), Ahmedabad,
Navajivan Publishing House, 1956.
PYARELAL, (Mahatma Gandhi: The Last Phase), Ahmedabad,
Navajian Publishing House, vol. I, febbraio 1956; vol.
II, febbraio 1958.
PYARELAL, (Towards New Horizons), Ahmedabad, Navajivan
Publishing House, 1959.
(Selections From Gandhi), a cura di N.K. Bose, Ahmedabad,
Navajivan Publishing House, 1957.

FONTI 97

(Spechees and Writings of Mahatma Gandhi), Madras, G.A.
Natesan & Co:, 1933, IV edizione.
TENDULKAR D.G., (Mahatma: Life of Mohandas Karamachand
Gandhi), Bombay, Vithalbai K. Jhaveri e D.G.
Tendulkar, 1951- 54, 8 volumi.
(The Collected Works of Mahatma Gandhi), New Delhi, The
Publication Division, Govt. of India.
(The Diary of Mahadev Desai-I), (tradotto dal Gujarati e
curato da V.G. Desai), Ahmedabad, Navajivan Publishing
House, 1953.
(The Modern Review), mensile pubblicato a Calcutta.
(With Gandhiji in Ceylon), a cura di Mahadev Desai,
Madras, S. Ganesan, 1928.
(Young India) (1919-1932), settimanale inglese,
pubblicato a Bombay come bisettimanale, sotto la
supervisione di Gandhi dal / maggio 1919, e come
settimanale a Ahmedabad, con Gandhi come direttore
dall'8 ottobre 1919.

Indice



p. 7 (Introduzione di Massimo Baldini)

10 (Nota bibliografica)



AFORISMI E PENSIERI

17 Dio, la verit e l'amore
26 La fede e l'autopurificazione
31 La religione, le religioni
33 La preghiera e il silenzio
39 La religione e la politica
41 La nonviolenza
53 Il (Satyagrahi), la noncollaborazione e la
disobbedienza civile
59 Il digiuno
62 Il nonpossesso, il lavoro e l'interdipendenza
sociale
67 Mezzi e fini, diritti e doveri
69 L'economia e la religione
71 Il rapporto tra l'uomo e la donna
75 La democrazia, l'autogoverno e lo sciopero
80 La societ, la vita e la morte, gli uomini e
gli animali
88 I giornali e i giornalisti
89 L'educazione
92 L'arte, la scienza, il linguaggio

95 (Glossario)

96 (Fonti)


TASCABILI ECONOMICI NEWTON

Il fascino di autori senza tempo in cento pagine di grande letteratura: una nuova, straordinaria collana di tascabili che unisce all'eleganza della veste editoriale la particolare cura del corredo critico e delle traduzioni, per raggiungere il pubblico pi esteso con il prezzo pi economico.


SAGGISTICA, AFORISMI E PENSIERI

GANDHI
AFORISMI E PENSIERI
La libert, la pace, l'amore per la natura e per gli animali, la lotta contro l'ingiustizia e il razzismo, le grandi religioni monoteiste, la verit, la politica, l'educazione, l'arte, la scienza: di questi grandi temi della vita dell'uomo trattano i pensieri e gli aforismi estrapolati dalle opere e dagli articoli pi significativi di Gandhi e raccolti in questo volume. Con la sua vita e il suo insegnamento Gandhi ha mostrato agli occhi del mondo la forza della nonviolenza e l'importanza politica del pacifismo. Animato da uno straordinario coraggio, ha difeso i diritti dei singoli e dei popoli, nonch valori quali l'uguaglianza, la sacralit del lavoro e della famiglia. In queste pagine il suo pensiero emerge con disarmante chiarezza, icasticamente fissato in alcuni concetti fondamentali dalla forma semplice, concisa e lapidaria del pensiero breve.

(Mohandas Karamchand Gandhi), detto il Mahatma (grande anima), nacque in India nel 1869. Dal 1893 al 1914 visse in Sudafrica, dove lott per i diritti civili degli Indiani sperimentando quei metodi non violenti che lo avrebbero reso celebre in tutto il mondo. Nel 1921 lanci la grande campagna di disobbedienza civile contro le autorit inglesi, che, dopo oltre venticinque anni, port l'India all'indipendenza. Mor' nel 1948, vittima di un fanatico ind.

Massimo Baldini insegna Storia della medicina presso l'Universit di Roma La Sapienza. Ha gi curato per questa collana raccolte di aforismi di Ippocrate, Karr, Proust, Freud.




(Questa collana stampata su carta ecologica,
quale contributo alla salvaguardia dell'ambiente).
Distribuzione edicole A. Pieroni - Milano

Sul retro-copertina raffigurato un marchio verde con un cervo.














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