La pesca alla trota in lago
      Le trote che vengono immesse nei laghi di pesca sportiva, provengono da 
      allevamenti dove sono abituate a nutrirsi con mangimi. Diversamente da 
      quelle che popolano i nostri fiumi, non sono sospettose anzi a volte 
      vengono attirate dalla presenza dell'uomo e dal rumore delle auto, specie 
      diesel, che ricorda loro il rumore del trattore che lancia il mangime 
      nell'allevamento. All'interno del lago si distribuiscono diversamente a 
      seconda delle stagioni, (temperature), del vento e del periodo relativo 
      alla deposizione delle uova. Durante la primavera e l'autunno sono solite 
      aggirarsi in branchi nei pressi della superficie lontano dalla riva; 
      durante l'inverno sono distribuite nel raggio di una quindicina di metri 
      dalla sponda e in profondità. Il comportamento alimentare delle trote 
      varia al variare della temperatura dell'acqua: dai 18 ai 12 gradi sono 
      voraci, dagli 11 agli 8 gradi sono meno aggressive, dai 7 ai 4 gradi sono 
      lente, sotto ai quattro gradi non si alimentano quasi per nulla. Quando le 
      trote si muovono in superficie, si spostano nel lato del lago, dove il 
      vento, increspando l'acqua, produce una maggiore ossigenazione. Durante il 
      periodo della deposizione delle uova, le femmine costruiscono una specie 
      di nido nei pressi della riva più ossigenata del lago, pulendo con la coda 
      un tratto circolare di fondo; ogni femmina è seguita da diversi maschi che 
      cercano di fecondare le uova. In questo periodo le trote sono meno 
      aggressive. Le tecniche adatte ad effettuare catture sono due: quelle 
      statiche e lo striscio.Questa dispensa tratta solo lo striscio che si 
      divide in quattro metodi di pesca: la penna, il saltarello, la tremarella 
      e la bombarda. In tutte queste tecniche è previsto il movimento o meno 
      continuativo dell'esca che serve a stimolare l'istinto predatorio delle 
      trote.La trota per cacciare utilizza la vista e l'udito che nei pesci 
      funziona mediante un organo, la linea laterale, capace di leggere come un 
      sonar le vibrazioni che si propagano sott'acqua. Lo striscio sfrutta 
      questa caratteristica con un'esca che ruotando produce vibrazioni. 
      L'innesco và effettuato con la massima cura per assicurare una perfetta 
      rotazione. Viene eseguito facendo assumere all'esca la forma di una con 
      una parte sul gambo dell'amo e un'altra parte, inclinata di circa 120°, 
      sulla curva. La prima parte copre tutto il gambo dell'amo, la legatura e 
      l'ultima parte del finale. Allo scopo esistono ami con una piega 
      accentuata montati con lo scarto della legatura rivolto in alto i quali 
      consentono all'innesco di non scivolare sulla curva. Gli ami adatti 
      variano dal 10 al 4 montati con finali dal 12 al 20; il filo più sottile 
      necessita di un rinforzo nell'ultimo tratto. Le esche che si possono 
      usare sono tantissime: naturali ed artificiali. Quelle maggiormente usate 
      sono: le camole del miele, i caimani, i lombrichi, i tebo, le alborelle, 
      la pastina da trote, le siliconiche, il polistirolo, gli zuccherini. La 
      pastina galleggiante, il polistirolo e gli zuccherini servono a rendere 
      galleggianti gli inneschi.
      Il saltarello: 
      saltarello si effettua con una lenza composta unicamente da un piombo, 
      infilato sulla madrelenza, una girella tripla e un amo. Il finale varia 
      dai 30 ai 60 cm. Si pesca a diretto contatto con il fondo nel sottoriva. 
      Per evitare incagli si consigliano piombi muniti di astina. L'esca deve 
      essere galleggiante e ruotare anche a basse velocità: allo scopo si usano 
      ami leggeri. 
      
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