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William Butler Yeats.
FIABE IRLANDESI.




DOVE VANNO I MIEI LIBRI.

Tutte le parole che raccolgo,
Tutte le parole che scrivo,
Devono aprire instancabili le ali
E non fermarsi mai nel loro volo,
Fino a giungere ldove il tuo triste, triste cuore,
E cantare per te nella notte,
Oltre il luogo ove muovono le acque,
Oscure di tempesta o lucenti di stelle.

W. B. YEATS.
Londra, gennaio 1892.

Al mio mistico amico G. R.

PRIMA INTRODUZIONE (1888).

Il dottor Corbett, Vescovo di Oxford e Norwich, lamentava, molto tempo
fa, la scomparsa delle fate inglesi. 唧l tempo della Regina Maria scrisse:

Quando Tom dal lavoro a casa tornava,
O per mungere Cis si levava,
Allegro, allegro, il tamburello suonava,
E allegre le fate muovevan le punte.

Ma ora, ai tempi di Re Giacomo, se ne erano andate tutte, perch 家ppartenevano alla vecchia religione e 峽e loro canzoni erano Ave
Marie In Irlanda esistono ancora e sono prodighe di doni con le
persone gentili mentre tormentano quelle sgarbate. 唧vete mai visto un
folletto o qualcosa di simile?chiesi a un vecchio nella contea di
Sligo. 娑er carit mi seccano continuamente fu la risposta. 埋
pescatori di queste parti sanno qualcosa delle sirene?chiesi a una
donna di un villaggio nella contea di Dublino. 唧 dire il vero non
sono affatto contenti di vederle, - rispose, - perchportano sempre
cattivo tempo 圃cco un uomo che crede negli spiriti disse un
capitano di marina forestiero indicando un timoniere di mia
conoscenza. 埋n ogni casa laggi - disse il timoniere puntando il
dito verso il suo nativo villaggio di Rosses, - ce n'pid'uno
Lo Spirito del Tempo, dogmatista ormai vecchio e assai considerato,
sicuramente non ha mai fatto sentire la sua voce laggi Fra non
molto, poichdi recente andato assumendo un aspetto consunto, sar convenientemente sistemato nella tomba, e un altro cresceral suo
posto, vecchio e assai considerato, e lagginon se ne sentir mai
parlare, e dopo di lui un altro e un altro e un altro ancora. In
veritc'da chiedersi se mai si sentir parlare di qualcuno di
questi personaggi al di fuori delle sedi dei giornali, delle sale da
conferenza, dei salotti e dei ristoranti delle citt o se lo Spirito
del Tempo sia mai piche una futilit Ad ogni modo, intere truppe di
esseri simili non cambieranno gran che i Celti. Giraldus Cambrensis
trovla gente delle isole occidentali un tantino pagana. 娘uanti dei
ci sono? chiese un prete un po' di tempo fa a un uomo dell'Isola di
Innistor. 哽e n' uno a Innistor; ma sembra che sia un posto
abbastanza grande disse l'uomo, e il prete alzle mani con orrore,
proprio come aveva fatto Giraldus sette secoli prima. Badate bene, non
sono qui a rimproverare quell'uomo; molto meglio credere in pi di
un dio che in nessuno, o ritenere che ce ne sia uno solo, ma lo trovo
soltanto un po' sentimentale e irrealistico, poco adatto al secolo
diciannovesimo. Il Celta, le sue 宮romlechse i suoi monoliti non
cambieranno di molto - in veritci si deve chiedere se mai qualcuno
cambi in qualche misura. Nonostante le schiere di negatori e
assertori, di sapienti e professori, la maggioranza delle persone ancora riluttante a sedere a tavola in tredici, o a permettere che le
si versi il sale, o a camminare sotto una scala, e si spaventa se vede
una gazza sola che agita la sua coda striata. Ci sono, naturalmente,
uomini illuminati che hanno negato tutte queste cose; tuttavia perfino
un giornalista credernei fantasmi se lo attirate dentro un cimitero
a mezzanotte, perchsiamo tutti visionari se andiamo a scavare nel
profondo. Ma il Celta un visionario senza bisogno di scavare.
Va tuttavia tenuto presente che se siete straniero non sentirete tanto
facilmente raccontare leggende di spiriti e di folletti, perfino in un
villaggio dell'ovest. Dovete mettervi al lavoro con abilite fare
amicizia coi bambini e coi vecchi, con coloro che non hanno
sperimentato le preoccupazioni della normale vita quotidiana e coloro
nei quali si fanno meno urgenti e ai quali verranno tolte del tutto
uno di questi giorni. Le vecchie sono quelle che ne sanno di pi ma
non sartanto facile indurle a parlare, perchi folletti sono molto
riservati e si irritano terribilmente se si parla di loro; non ci sono
forse parecchie storie di vecchie che sono state tormentate fin quasi
alla tomba o paralizzate da soffi fatati?
In mare, quando le reti sono gettate e le pipe sono accese, qualche
vecchio, geloso custode di racconti, si farloquace, e narrerle sue
storie al cigolare delle barche. Anche le sante notti di vigilia sono
un momento propizio, e, in passato, si potevano udire molti racconti
durante le veglie funebri. Ma i preti si sono opposti alle veglie.
Nella "Parochial Survey of Ireland" riportato come i narratori di
leggende usassero riunirsi di sera e, se la versione di qualcuno
risultava diversa dalle altre, tutti quanti recitavano la loro, veniva
presa una decisione, e l'uomo che aveva apportato cambiamenti doveva
conformarsi al verdetto generale. In questo modo le storie sono state
trasmesse con tale accuratezza che il lungo racconto di Dierdre veniva
riferito, nei primi decenni di questo secolo, quasi uguale parola per
parola come appare negli antichissimi manoscritti della Royal Dublin
Society. Variava solo in un punto, e qui il manoscritto era
chiaramente sbagliato: il copista ne aveva dimenticato un pezzo. Una
tale accuratezza tuttavia la si ritrova soprattutto nelle leggende
popolari e dei bardi, piuttosto che nei racconti di folletti; questi
infatti subiscono notevoli variazioni di solito a seconda del
villaggio vicino o della celebritlocale capace di vedere i folletti
ai quali li si vogliono adattare. Generalmente in ogni contea esiste
qualche famiglia o qualche personaggio che, si narra, ha goduto favori
o subito persecuzioni, soprattutto da parte di fantasmi, come gli
Hackets del Castello di Hacket, nella contea di Galway, che ebbero
come antenato un essere fatato, o John-o'-Daly di Lisadell, contea di
Sligo, che scrisse "O'Donahue of Kerry" e "Eilleen Aroon", la canzone
rubata dagli Scozzesi e da loro chiamata "Robin Adair" e di cui Handel
andrebbe piorgoglioso che non di tutti i suoi oratori (1). Le storie
tendevano a raggrupparsi attorno a questi uomini, a volte
abbandonando, in tale intento, piantichi eroi. Soprattutto si sono
raccolte intorno ai poeti, perchin Irlanda la poesia sempre stata
misteriosamente collegata alla magia.
Questi racconti popolari sono molto semplici e ricchi di intermezzi
musicali, perchsono la letteratura di una classe per la quale ogni
evento si presentato immutato per secoli seguendo l'antico ripetersi
di nascita, amore, sofferenza e morte: che ha conservato tutto nel
cuore: una classe per la quale ogni cosa un simbolo. Possiede la
vanga, sulla quale l'uomo si curvato fin dal principio. La gente
delle cittha le macchine, che significano prosaicit e arrivismo.
Gli abitanti delle campagne hanno pochi avvenimenti. Possono meditare
sui casi di una lunga vita mentre siedono accanto al fuoco. Per noi
niente ha il tempo di acquistare significato; troppe cose succedono
perchun cuore, anche se grande, le possa contenere. Si dice che la
gente pieloquente del mondo siano gli arabi, che posseggono solo la
nuda terra del deserto e un cielo spazzato a nudo dal sole. 夏a
saggezza s'posata su tre cose, - dice un loro proverbio, - la mano
del Cinese, la mente del Francese, e la lingua dell'Arabo Questo, io
penso, il significato di quella semplicittanto ricercata al giorno
d'oggi da tutti i poeti, e che a nessun prezzo possibile ottenere.
Il narratore di fiabe pitipico e degno di nota che io conosca un
certo Paddy Flynn, un vecchietto dagli occhi vivaci che vive in
un'umida casetta di una stanza nel villaggio di B., 展l posto pi "nobile" - cio magico - dell'intera contea di Sligo dice lui,
benchaltri reclamino tale onore per Drumahair o per Drumcliff. E'
anche un vecchio molto pio! Se vi capita di trovarlo in vena di
devozione, potrete forse avere agio di esaminare la sua strana figura
e i suoi ispidi capelli, prima che passi alle vicende dei "signori".
Una strana devozione la sua! Vecchi racconti su Columkill e su ciche
diceva a sua madre. 哽ome stai oggi, mamma?娑eggio!娛i auguro di
star peggio domani e il giorno seguente, 哽ome stai oggi, mamma? 娑eggio!娛i auguro di star peggio domani e il seguente, 哽ome stai
oggi, mamma?套eglio, ringraziando Iddio 娛i auguro di star meglio
domani E vi dir che in tale maniera irrispettosa Columkill
insegnava a essere allegri. Poi molto probabilmente si lancernel suo
tema preferito - come il Giudice Supremo sorrida nello stesso modo sia
che ricompensi i buoni o condanni i dannati alle fiamme eterne. A
Paddy Flynn questo malinconico e apocalittico buon umore del Sommo
Giudice appare assai consolante. Del resto neanche la sua allegria
sembra molto terrena - sebbene sia di un genere ben evidente. La prima
volta che lo vidi si stava cuocendo dei funghi; la volta successiva
era addormentato sotto una siepe, e sorrideva nel sonno. Sicuramente
una qualche gioia non proprio di questo mondo tangibile brilla in
quegli occhi - rapidi come gli occhi di un coniglio - in mezzo a una
gran quantitdi rughe, perchPaddy Flynn molto vecchio. C'una
specie di malinconia frammista alla loro allegria, una malinconia che
quasi parte della loro gioia, la malinconia visionaria delle nature
puramente istintive e di tutti gli animali. Nella triplice solitudine
dell'et dell'eccentricit e della parziale sordit si aggira,
importunato assai dai bambini.
In quanto alla realtdei suoi poteri magici e della sua capacit di
vedere gli spiriti, non tutti concordano. Un giorno parlavamo della
Banshee. 夏'ho vista, - disse, - laggi vicino all'acqua, che
"batteva" il fiume con le mani E' lui l'uomo che mi ha detto
d'essere importunato dai folletti.
Non che lo Scettico sia del tutto estraneo perfino in questi villaggi
occidentali. L'ho trovato una mattina che legava il grano in un
campicello non pigrande di un fazzoletto da naso. Molto diverso da
Paddy Flynn - scetticismo in ogni piega del volto, e passato da gran
viaggiatore! - un indiano Mohawk alto un piede tatuato su un braccio
per mettere in mostra la cosa. 娘uelli che viaggiano, - dice un prete
dei dintorni, scuotendo la testa al pensiero di quest'uomo e citando
Thomas A'Kempis, raramente diventano santi Avevo parlato di spettri
a questo Scettico. 娟pettri, - disse, - cose del genere, non esistono
affatto, no, ma per il "buon popolo" c'una spiegazione; perch
quando caduto dal cielo, il diavolo si portato con squelli dalla
volontpidebole che sono stati messi in posti desolati. Ecco cosa
sono i "signori". Ma adesso sempre pidifficile trovarne, perchil
loro tempo finito, capite, e stanno tornando indietro. Ma gli
spettri, no! E vi dirun'altra cosa in cui non credo: il fuoco
dell'inferno poi, a voce bassa: stato inventato solo per dare
qualcosa da fare ai preti e ai parroci E con questo quell'uomo cos ricco di saggezza torna legare il suo grano.
I vari studiosi di folklore irlandese hanno, dal nostro punto di
vista, un gran merito e, dal punto di vista di altri, un gran difetto.
Hanno fatto del loro lavoro letteratura piuttosto che scienza e ci
hanno parlato dei contadini irlandesi piuttosto che della religione
primitiva dell'umanito di qualunque altra cosa siano alla ricerca
gli esperti di folklore. Per essere considerati scienziati avrebbero
dovuto schedare tutti i loro racconti come fossero note del droghiere
- una voce per il re dei folletti, una per la regina. Invece hanno
colto il vivo accento del popolo, la vibrazione stessa della vita,
ciascuno esprimendo quello che pi aveva risalto al tempo in cui
scriveva. Croker e Lover, infarciti delle idee della irresponsabile
classe gentilizia irlandese, vedevano ogni cosa in modo umoristico.
L'impulso alla letteratura irlandese del loro tempo, veniva da una
classe che - soprattutto per ragioni politiche - non prendeva in
considerazione il popolino, e immaginava il paese come l'Arcadia di un
umorista; delle sue passioni, tristezze, tragedie, quegli scrittori
non sapevano nulla. Ci che essi produssero non del tutto falso,
tuttavia si limitarono a mettere in evidenza un tipo di incosciente,
trovato pispesso fra barcaioli, carrettieri e servi di gentiluomini,
facendolo diventare il simbolo di un'intera nazione e creando lo
stereotipo dell'Irlandese. Gli scrittori del '48, e la carestia con
essi, avrebbero fatto scoppiare questa bolla di sapone. Il loro lavoro
aveva la foga e allo stesso tempo la superficialitdi una classe
dominante e sfaccendata, e in Croker ovunque soffuso di bellezza -
una dolce bellezza arcadica. Carleton, nato contadino, in molte delle
sue storie - ho potuto solo riportarne alcune delle meno significative
- e particolarmente nelle sue storie di spettri, riflette un approccio
molto piserio, nonostante il suo umorismo. Kennedy, un vecchio
libraio di Dublino che sembra aver avuto un pizzico di genuina
convinzione nell'esistenza degli esseri fatati, li segue in ordine di
tempo. Possiede una facoltletteraria decisamente inferiore, ma meravigliosamente accurato, riportando spesso le esatte parole con cui
le storie venivano narrate. Il libro migliore dall'epoca di Croker comunque "Ancient Legends" di Lady Wilde. L'umorismo ha interamente
ceduto il posto al "patos" e alla tenerezza. Qui troviamo il pi segreto spirito del Celta nei momenti che anni di persecuzione gli
hanno insegnato ad amare, quando, cullandosi nei sogni e ascoltando al
crepuscolo canzoni fatate, riflette sull'anima e sulla morte. Questo il vero Celta, il Celta quando sogna.
Oltre a questi ci sono due scrittori importanti che, fino ad ora, non
hanno pubblicato nulla sotto forma di libro - Miss Letitia Maclintock
e Mister Douglas Hyde. Miss Maclintock scrive in modo accurato e
armonioso nel dialetto mezzo scozzese dell'Ulster; Mister Douglas Hyde
sta ora preparando un volume di racconti popolari in gaelico, dopo
averli per la maggior parte annotati parola per parola stando fra gli
abitanti di lingua gaelica di Roscommon e Galway. E' forse la fonte
piattendibile. Conosce a fondo il popolo. Altri vedono soltanto un
aspetto della vita irlandese; egli ne comprende tutti gli elementi. La
sua produzione non numoristica, ntriste; semplicemente vita.
Mi auguro che possa mettere in ballate parte del materiale raccolto,
perch l'ultimo dei nostri scrittori di ballate della scuola di
Walsh e Callanan - uomini il cui lavoro sembra fragrante del fumo di
torba. E questo richiama alla mente i vecchi libri di leggende e
ballate. Si trovano sugli scaffali delle case, scuri per il fumo di
torba, e sono, o erano, venduti direttamente dai venditori ambulanti,
ma non possibile rinvenirli in nessuna biblioteca di questa citt dei Sassenach (2). "The Royal Fairy Tales", "The Hibernian Tales", e
"The Legends of the Fairies" sono la letteratura fantastica del
popolo.
Nella presente raccolta sono riportati parecchi esempi della nostra
poesia fantastica. Assomiglia di pi alla poesia fantastica della
Scozia che non a quella dell'Inghilterra. I personaggi della
letteratura fantastica inglese sono, nella maggioranza dei casi,
semplicemente dei mortali leggiadramente travestiti. Nessuno mai ha
creduto in questi esseri fatati. Sono chimere romantiche venute dalla
Provenza. Nessuno ha mai messo del latte fresco sulla soglia per loro.
In quanto alla mia parte in questo libro, ho cercato di far sche
esso illustrasse, per quanto consentito da cos poche pagine, ogni
genere di credenza popolare irlandese. Il lettore forse si
meraviglierche in tutte le mie note io non abbia cercato una
spiegazione razionale per un solo folletto. Mi rimetto alle parole di
Socrate:

FEDRO: Di' un po', Socrate; non di qui, da uno di questi posti
dell'Ilisso, che Borea, dicono, rapOritia?
SOCRATE: Gi dicono.
FEDRO: Qui? Certo qui il fiume bello; l'acqua limpida che ci si
vede il fondo, e fatta proprio perch le fanciulle ci vengano a
giocare sulle rive.
SOCRATE: No, pi gi due o tre stadi circa, dove si guada per il
tempio d'Agra. E ci dev'essere anche un altare, consacrato a Borea.
FEDRO: Non ho mai badato; ma, per Giove, dimmi, o Socrate: tu ci credi
a questo mito?
SOCRATE: Ma, se non ci credessi, come fanno i sapienti, non sarebbe
strano. E poi, volendo fare della sapienza, potrei dire che, mentre
ella giocava con Farmacea, una ventata di Borea la butt gi dalle
rupi, lvicino; e poi che fu morta, si disse che Borea l'aveva rapita
- o dal colle di Ares - perchc'anche quest'altra tradizione, che
di 1 non di qui fu rapita. Io, o Fedro, codeste spiegazioni non nego
certo che per ogni riguardo siano graziose, ma penso che ci voglia un
uomo fin troppo bravo e solerte e non davvero avventurato, non fosse
altro, perch dopo, costretto a rifare la figura degli
Ippocentauri, e poi della Chimera, e poi gli si riversa addosso una
folla di altri esseri, come Gorgoni e Pegasi, e una strana moltitudine
di mille altre prodigiose e inesplicabili nature. Ch se non ci ha
fede e vuole renderle tutte verosimili, sobbarcandosi a una sapienza
che vuol fatica da contadini, dovrspenderci sopra molto tempo. Io
tempo per queste cose non ne ho affatto, e la ragione questa, mio
caro, che ancora non riesco, come vuole la sentenza delfica, a
conoscere me stesso; e perci mi sembra ridicolo che uno che non
conosca ancora questo, si metta a indagare cose che non lo riguardano.
Cos queste storie le lascio stare, tenendomi a quello che
generalmente se ne crede, e, come dicevo or ora, vado esaminando non
quelle, ma me stesso, se per caso io non sia un mostro picomplicato
e pi fumoso di Tifone, o una bestia pimansueta e pisemplice,
partecipe per natura d'una qualche sorte divina e senza fumo.

SECONDA INTRODUZIONE (1892).
Una narratrice di fiabe irlandese.

Spesso le mie parole vengono messe in dubbio quando affermo che la
gente delle campagne irlandesi crede ancora nei folletti. Si pensa che
io stia semplicemente cercando di far rivivere qualcosa del bel
vecchio mondo scomparso della fantasia in questo secolo di grandi
motori e filatoi meccanici. Certamente il ronzio delle ruote e il
fracasso delle macchine da stampa, per non parlare dei conferenzieri
con le loro giacche scure e i loro bicchieri d'acqua, hanno
allontanato il regno dei folletti e fatto tacere i piedi dei piccoli
danzatori.
La vecchia Biddy Hart comunque non la pensa cos Delle nostre idee
pimoderne non si mai sentito parlare sotto il suo tetto di paglia
scura costellato di gialla erba pignola. Non molto tempo passato da
quando, seduto accanto al fuoco di torba, mangiavo una frittella nella
casetta sul pendio di Benbulben e le chiedevo dei suoi amici, i
folletti, che abitano la verde collina coperta di rovi, lass dietro
la sua casa. Con quale convinzione credeva alla loro esistenza! Quanto
temeva di offenderli! Per molto tempo non ricevetti da lei altra
risposta che: 埋o mi faccio sempre i fatti miei e loro si fanno i
loro Ma due chiacchiere su mio bisnonno che aveva passato tutta la
vita nella valle sottostante e qualche parola per ricordarle come io
stesso fossi pivolte capitato sotto il suo tetto quando non avevo
pidi sette o otto anni le sciolse la lingua. Sarebbe stato comunque
meno pericoloso parlare con me dei folletti che non farlo con qualche
家ttaccabrighe come con disprezzo chiamava i turisti inglesi, poich io ero vissuto all'ombra dei loro stessi pendii. Non trascurtuttavia
di ricordarmi di dire, dopo aver finito, 唏io li benedica, Gioved
(eravamo di gioved per scongiurare la loro ira nel caso si fossero
seccati del nostro interessamento, perchi folletti amano vivere e
danzare senza che gli uomini si occupino di loro.
Una volta iniziato, continua parlare abbastanza liberamente, con la
faccia che avvampava alla luce del fuoco mentre si piegava sulla
piatta teglia da forno, o smuoveva la torba, e mi raccontcome una
tale fosse stata rapita da una localitnei pressi del villaggio di
Coloney e costretta a vivere sette anni fra i 峴ignori- cos chiama
per rispetto i folletti - e come fosse tornata a casa senza pile
punte delle scarpe, perchle aveva consumate a furia di ballare; e
come, qualche mese prima che io arrivassi, un'altra donna fosse stata
prelevata dal vicino villaggio di Grange e obbligata ad allevare il
bambino della regina dei folletti. Le sue informazioni sugli esseri
fatati sono sempre dirette e dettagliate, proprio come se riferisse un
qualunque evento di tutti i giorni: il recente mercato, o il ballo a
Rosses lo scorso anno, quando fu data una bottiglia di whiskey al
miglior ballerino e un dolce legato con nastri alla miglior ballerina.
I folletti sono, per Biddy, persone non molto diverse da lei, soltanto
piimportanti e belle sotto ogni aspetto. Hanno magnifiche sale e
salotti, vi direbbe, come mi stato raccontato una volta da un
vecchio. Attorno a loro ha immaginato tutto lo sfarzo che conosce,
anche se non gran cosa poichla sua fantasia si accontenta di poco.
Quello che a noi non sembra poi tanto meraviglioso meraviglioso per
lei, ldove tutto cosmodesto, sotto le travi di legno e il
soffitto di paglia rivestito di canovaccio imbiancato a calce. Noi
abbiamo libri e illustrazioni che ci aiutano a immaginare uno
splendido mondo magico d'oro e d'argento, di corone e tessuti
meravigliosi: lei ha soltanto quella piccola immagine di San Patrizio
sopra il focolare, terrecotte a vivaci colori sulla credenza e il
foglio delle ballate infilato dalla figlioletta dietro il cane di
pietra sulla mensola del caminetto. E' dunque strano se i suoi
folletti non hanno le ricchezze fantastiche dei folletti che voi e io
siamo abituati a vedere nei libri illustrati e di cui si legge nei
racconti? Vi dirdi contadini che hanno incontrato la 宮avalcata
magica e l'hanno scambiata per quella di un gruppo di contadini come
loro, npinmeno, finchnon sparita nell'ombra e nelle tenebre,
e di grandi palazzi fatati che erano stati presi per le residenze di
campagna di ricchi signori finchnon si sono dissolti.
Perfino la sua visione del paradiso altrettanto semplice, e, quando
ne avesse l'occasione, descriverebbe i suoi personaggi con la stessa
ingenuit della devota lavandaia di Clondalkin, che rifera un mio
amico di aver avuto la visione di San Giuseppe e che il santo aveva
席n bel cappello lucente in testa e un davanti di camicia che non era
di certo stato inamidato in questo mondo Vi avrebbe comunque
mescolato qualche strana forma di poesia, perch c' un'enorme
differenza fra Benbulben e Clondalkin che risente dell'influsso di
Dublino.
Il Paradiso e il Mondo dei folletti: a questi Biddy Hart ha attribuito
tutto il fasto che riesce a sognare e a essi la sua anima si rivolge,
all'uno con amore e speranza, all'altro con amore e paura, giorno dopo
giorno e anno dopo anno. Santi e angeli, folletti e streghe,
biancospini abitati da spiriti e fonti benedette sono per lei ciche
libri, spettacoli e illustrazioni sono per voi e per me. Sono anzi
molto di pi perch troppi fra noi diventano prosaici e banali,
mentre lei conserva un cuore pieno di musica. 娟to qui sulla soglia, -
mi disse una volta in una bella giornata, - guardo la montagna e penso
alla bontdi Dio e quando parla dei folletti ho notato nella sua
voce una punta di tenerezza. Li ama perchsono sempre giovani, sempre
in festa, sempre molto lontani dalla vecchiaia che si avvicina per lei
e riempie di dolori le sue ossa, e perch anche, sono cossimili ai
bambini.
Pensate che il contadino irlandese sarebbe tanto ricco di poesia se
gli mancassero i folletti? Pensate che le giovani contadine del
Donegal, quando vanno a servizio nell'interno, si inginocchierebbero,
come fanno, a sfiorare il mare con le labbra se belle leggende e
strane tristi storie non avessero reso mare e terra oggetto d'amore?
Pensate che i vecchi prenderebbero la vita cos serenamente
borbottando il loro proverbio: 埋l cigno non pesa sul lago, la briglia
non pesa al cavallo, nl'anima pesa sul cuore dell'uomo se un gran
numero di spiriti non fossero accanto a loro? (W. B. Yeats).

NOTA 1: Handel visse per un certo tempo a Dublino ed ebbe cos occasione di sentirla.
NOTA 2: [Aggettivo dispregiativo usato pi generalmente dagli
scozzesi, meno dagli irlandesi, per indicare gli inglesi].



I FOLLETTI SOCIEVOLI.

La parola irlandese per fata "sheehogue" ("sidhe▆"), diminutivo di
峴heein "banshee". Le fate sono "deenee shee" ("daoine sidhe"), che
vuol dire popolo fatato.
Chi sono? 唧ngeli caduti in peccato, non buoni abbastanza per essere
salvati, ncattivi al punto da essere dannati dice la tradizione
popolare. 埂li dei della terra dice il libro di Armagh. 埂li dei
dell'Irlanda pagana dicono gli studiosi delle antiche tradizioni
irlandesi, 展 "Tuatha De Dan躪", che, non pivenerati e alimentati
con offerte, sono andati rimpicciolendosi nell'immaginazione popolare
e sono ora alti solo poche spanne
E, a sostegno di ci vi diranno che i nomi dei capi del popolo fatato
sono i nomi degli antichi eroi "Dan躪, e che i luoghi dove
abitualmente si radunano sono i luoghi di sepoltura "Dan躪"; e che il
"Tuath De Dan躪" veniva anche chiamato "slooa-shee" ("sheagh-sidhe"),
schiera fatata, o "Marcra shee", cavalcata magica.
D'altra parte esistono molti aspetti che inducono a ritenerli angeli
caduti. Ne sono dimostrazione la natura di questi esseri, la loro
estrosit il loro modo di essere buoni con i buoni e cattivi con i
cattivi, i loro mille tratti incantevoli uniti alla mancanza di senso
di responsabilit - all'instabilit di carattere. Creature cos suscettibili che bisogna assolutamente evitare di parlarne spesso, e
che non possono essere nominate altro che come i 峴ignori o "daoine
maithe", che significa 宴uon popolo e tuttavia cosfacili da
compiacere, che faranno ogni cosa per tenere lontano da voi la
sfortuna se solo lasciate per loro un po' di latte sul davanzale della
finestra durante la notte. Tutto sommato, la credenza popolare dice
quanto di essi possibile sapere quando racconta come caddero in
peccato e tuttavia non furono dannati, poichil male compiuto era del
tutto privo di malizia.
Sono 射li dei della terra (x) Forse! Molti poeti e tutti gli
scrittori d'argomenti mistici o di scienze occulte, in tutte le epoche
e in tutti i paesi, hanno dichiarato che dietro il mondo visibile ci
sono schiere e schiere di esseri coscienti, che non sono del cielo ma
della terra, che non hanno una forma propria ma cambiano a seconda del
loro capriccio o della mente che li vede. Non si pualzare una mano
senza influenzare innumerevoli esseri o esserne influenzati. Il mondo
visibile semplicemente la loro pelle. Nei sogni andiamo in mezzo a
loro, e giochiamo con loro, e combattiamo con loro. Forse queste
creature del capriccio sono anime umane alla prova.
Non pensate che i folletti siano sempre piccoli. Ogni cosa mutevole
in loro, anche la grandezza. Sembra che assumano ogni dimensione o
forma desiderata. Le loro principali occupazioni sono far festa,
lottare fare all'amore e suonare la musica pibella. C'solamente
una persona industriosa in mezzo a loro, il "leprecano", il calzolaio
fatato. Forse i folletti consumano le scarpe a forza di ballare.
Vicino al villaggio di Ballisodare c'una donnetta che vissuta con
loro per sette anni. Quando ritorna casa le sue scarpe non avevano
pile punte: le aveva consumate ballando.
Hanno tre grandi feste all'anno: la Vigilia di Maggio, la Festa di
Mezza Estate, e la Vigilia di Novembre. Alla Vigilia di Maggio, ogni
sette anni, vanno in giro a combattere un po' dappertutto, ma
specialmente sui 娑lain-a-Bawn(1) (dovunque essi si trovino), per il
raccolto, poichle pibelle spighe di grano appartengono a loro. Un
vecchio mi raccontdi averli visti una volta azzuffarsi; nel mezzo
della rissa strapparono via il tetto di paglia di una casa. Se
qualcuno si fosse trovato nei pressi avrebbe solo visto un gran vento
che, passando, faceva turbinare ogni cosa nell'aria. Quando il vento
passando fa turbinare i fuscelli e le foglie, sono i folletti, e i
contadini si tolgono il cappello e dicono: 唏io li benedica
Alla Vigilia di Mezza Estate, quando su ogni collina sono accesi i
falin onore di San Giovanni, il popolo fatato nel momento di
maggior allegrezza, e a volte rapisce belle fanciulle mortali per
farne sue spose.
Alla Vigilia di Novembre i folletti sono particolarmente tristi,
perchsecondo il vecchio calendario gaelico, questa la prima notte
d'inverno. In questa notte danzano con gli spettri, e il "pooka" si
aggira, e le streghe lanciano i loro incantesimi, e le fanciulle
imbandiscono una tavola nel nome del diavolo, affinch l'ombra del
loro futuro innamorato possa entrare attraverso la finestra ad
assaggiare il cibo. Dopo la Vigilia di Novembre le more selvatiche non
sono pibuone, perchil "pooka" le ha rovinate.
Quando sono arrabbiati, i folletti paralizzano uomini e bestie con le
loro frecce magiche.
Quando sono allegri, cantano. Molte sventurate fanciulle li hanno
sentiti e, per amore di quel canto, si sono consumate di dolore e sono
morte. Molte delle vecchie melodie irlandesi sono semplicemente le
loro musiche, afferrate da orecchie indiscrete. Nessun contadino di
buon senso canticchierebbe 夏a Bella Fanciulla che munge la Vacca accanto a una fortezza magica (x), poichi folletti sono gelosi, e
non amano sentire le loro canzoni sulle rozze labbra dei mortali.
Carolan, l'ultimo dei bardi irlandesi, dormsu una fortezza e per
sempre, da allora, le melodie incantate si ripeterono nella sua mente
e fecero di lui quel grande uomo che fu.
Muoiono forse? Blake vide il funerale di un folletto; ma in Irlanda
diciamo che sono immortali.

NOTA x: [vedi nota dell'autore in appendice].
NOTA 1: [Spiazzi circolari racchiusi da un muro di pietre a secco, per
radunarvi e proteggere il bestiame].

FRANK MARTIN E I FOLLETTI.

Quando lo vidi, Martin era un uomo magro e pallido, con un aspetto
malato e una costituzione debole per natura. I suoi capelli erano di
un chiaro castano ramato, la barba incolta, e le mani di una
delicatezza e un candore singolari, dovuti, penso, sia al suo lavoro,
di un genere facile e affatto pesante, sia alla salute cagionevole. In
ogni cosa era giudizioso, assennato e ragionevole come chiunque altro,
ma quando si trattava dei folletti, si mostrava di una ostinazione
stranamente caparbia e irremovibile. A dire il vero, ricordo che
l'espressione dei suoi occhi era singolarmente esaltata e vuota, e le
sue lunghe tempie strette, teree ed emaciate.
Ora, quest'uomo non conduceva una vita infelice, nsembrava che la
malattia di cui soffriva gli causasse pena o angoscia, anche se si
potrebbe essere portati a pensare diversamente. Al contrario, fra
Martin e i folletti esisteva la pi cordiale intimit e i loro
dialoghi - che temo fossero miserevolmente unilaterali - dovevano
essere per lui fonte di grande piacere, poich si svolgevano fra
grandi risate e allegria, almeno da parte sua.
- Allora, Frank, quand'che hai visto i folletti?
- Ssth! Ce ne sono due dozzine proprio adesso nella bottega (la sua
tessitoria). C'quel piccolo vecchio briccone che sta seduto in cima
al battente, e tutto per farsi dondolare mentre sto qui a tessere.
Accidenti a loro, sono i pigrandi piccoli intriganti che esistano,
ecco quello che sono. Guarda, ce n' un altro sul boccale
dell'appretto (1). Vai via di l tu, brigante; o - che mi venga un
accidente - te la farben pagare se non ti decidi. Ah! piantala tu,
ladro!
- Frank, non avete paura di loro?
- Io? O bella, perchmai dovrei aver paura di loro? Tanto non hanno
nessun potere su di me.
- E perchnon ce l'hanno, Frank?
- Perchsono stato battezzato contro di loro.
- Cosa intendete dire?
- Beh, mio padre aveva detto al prete che mi ha battezzato di metterci
dentro la preghiera giusta contro i folletti - e un prete quando
glielo chiedono non pudire di no - e allora l'ha fatto. Perdio, mi andata bene che l'ha fatto - (lascia stare il sego, tu, piccolo
ghiottone - visto? C'un ladruncolo che mi sta mangiando il sego) -
perch vedete, loro avevano in mente di farmi re dei folletti.
- Possibile?
- E' la pura verit Potete anche chiederglielo, e ve lo diranno.
- Quanto sono grandi, Frank?
- Oh, sono piccoli piccoli, con mantelli verdi, e le pi belle
scarpette mai viste. Ce ne sono due - tutti e due vecchie conoscenze -
che corrono lungo il subbio d'ordito. Quel tipo con la parrucca a
ricciolini si chiama Jim Jam, e quell'altro col cappello a tre punte
si chiama Nickey Nick. Nick sa suonare la cornamusa. Nickey, suonaci
qualcosa, o te la farvedere io su, d, "Le Rive del Lago Erne".
Ssth, adesso - ascoltate!
Il poveretto, pur continuando a tessere piin fretta che poteva,
prestava ogni possibile segno di attenzione alla musica, e sembrava
gustarla proprio come fosse stata reale.
Ma chi pudire se quella che consideriamo una menomazione non possa,
dopo tutto, essere fonte di una felicitpigrande, maggiore, forse,
di quella che mai riusciamo a provare noi? Non ricordo chi sia il
poeta che dice:

Misteriose sono le tue leggi
Pibella la visione della vista
Mai la Natura il suo volto dipinse
dolce quanto la Fantasia vagheggia.

Pid'una volta, quand'ero un bambinetto di circa sei o sette anni,
non di pi mi ero spinto fino alla tessitoria di Frank per ascoltare,
col cuore diviso fra curiosite timore, la sua conversazione con i
folletti. Dalla mattina alla sera la sua lingua si muoveva
incessantemente quasi quanto la sua spola; ed era risaputo che di
notte, ogni volta che si destava dal sonno, la prima cosa che faceva
era di tirar fuori una mano e cacciare via, si fa per dire, i folletti
dal letto.
- Fuori di qui, ladruncoli, fuori di qui subito, e lasciatemi in pace.
Nickey, ti pare il momento di suonare la cornamusa, proprio quando ho
voglia di dormire? Andatevene via ora vedrete cosa avrete da me domani
se ve ne andate. Far di sicuro dell'appretto nuovo e, se vi
comportate come si deve, pu anche darsi che vi lasci grattare la
padella. Su, da bravi. Ah, poveri diavoli, sono buone creature. Sono
sicuro che sono andati via tutti, tranne il vecchio Berretto-Rosso,
che non vuole lasciarmi. E poi l'innocuo monomaniaco ricadeva in
quello che aveva tutta l'aria d'essere un sonno innocente.
All'incirca in quest'epoca si diceva fosse successo un fatto molto
sorprendente, che fece acquistare un bel po' di importanza a Frank
Martin fra i vicini. Un uomo di nome Frank Thomas, lo stesso nella cui
casa ebbi per la prima volta occasione di vedere Mickey M'Rorey
esibirsi in una danza, come ho narrato in un racconto precedente,
quest'uomo dunque aveva un bambino malato, ma di che cosa soffrisse
non riesco a ricordarlo, ndel resto ha alcuna importanza. Una falda
del tetto della casa di Thomas era costruita contro, o piuttosto
dentro una fortezza chiamata Towny, o piesattamente, Tonagh Forth.
Si diceva fosse abitata dai folletti e ciche ai miei occhi le
conferiva un carattere stranamente fosco era che sul lato volto a sud
c'erano due o tre piccoli tumuli verdi che si raccontava fossero le
tombe di bambini non battezzati, ed era considerato pericoloso e di
cattivo augurio passarvi sopra. Ad ogni modo si era a met dell'estate; e una sera, all'imbrunire, durante la malattia del
bambino, si udsulla fortezza il rumore di una sega a mano. Il fatto
apparve piuttosto strano e, dopo un po', alcuni di quelli che erano
riuniti nella casa di Frank Thomas andarono a vedere chi mai potesse
segare in un posto simile, o cosa potesse star segando a un'ora cos tarda, poich era risaputo che nessuno, in tutto il circondario,
avrebbe osato tagliare i pochi biancospini che crescevano sulla
fortezza. Pensate voi la loro sorpresa quando, andati a verificare e
dopo aver circondato e ispezionato l'intera zona, non riuscirono a
scoprire traccia n della sega, n del segatore. Eccetto loro,
infatti, non si vedeva nessun altro essere, n naturale, n soprannaturale. Ritornarono quindi alla casa e si erano appena seduti
che il rumore riprese, a meno di dieci iarde di distanza. Fu compiuta
un'altra perlustrazione, ma l'esito fu lo stesso. Questa volta, per
mentre stavano sulla fortezza, udirono la sega in un piccolo
avvallamento circa centocinquanta iarde pi sotto e completamente
aperto al loro sguardo, ma anche cos non riuscirono a scorgere
nessuno. Un gruppetto scese immediatamente per cercare di scoprire che
cosa potessero significare questo rumore singolare e questo lavoro
invisibile; ma, giunti sul posto, sentirono che il rumore della sega,
al quale ora si aggiungeva il picchiare di un martello e il
conficcarsi di chiodi, veniva dalla fortezza sopra di loro, mentre
quelli che stavano sulla fortezza continuavano a udirlo nella cavit
Dopo uno scambio di opinioni, decisero di mandare qualcuno da Billy
Nelson, a solo ottanta o novanta iarde di distanza, a chiamare Frank
Martin. Presto Frank si trovsul posto indicato e, senza un attimo d
esitazione, risolse l'enigma.
- Sono i folletti, - disse. - Li vedo, e vedo anche che sono ben
indaffarati.
- Ma cosa segano, Frank?
- Stanno facendo una bara per un bambino, - rispose; - hanno gi finito la cassa e adesso stanno inchiodando il coperchio.
Quella notte il bambino mor e si racconta che, la seconda sera dopo
il triste evento, il falegname chiamato per fare la bara prese una
tavola in casa di Thomas e la portnella fortezza, come banco di
lavoro improvvisato; e - si dice - il segare e martellare necessari
per portare a termine il lavoro erano esattamente uguali a quelli che
erano stati sentiti due sere prima - npinmeno.
Io stesso mi ricordo della morte del bambino e della costruzione della
bara, ma credo che la storia del falegname soprannaturale non sia
stata udita al villaggio che alcuni mesi dopo la sepoltura.
Frank aveva tutto l'aspetto di un ipocondriaco. Al tempo in cui lo
vidi doveva avere all'incirca trentaquattro anni, ma non credo sia
vissuto ancora a lungo, per via della sua costituzione gracile e della
salute malferma. Era oggetto di grande interesse e curiosite spesso
mi sono trovato presente quando veniva indicato ai forestieri come
峽'uomo che vedeva il "buon popolo"

NOTA 1: La gelatina collosa che viene fatta passare sul filato per
mantenerlo scorrevole e uniforme e per impedire che si sfilacci
nell'attrito col pettine.





LA CENA DEL PRETE.

Persone che dovrebbero intendersene di queste cose affermano che il
宴uon popolo o i folletti, sono angeli cacciati dal paradiso e
approdati su questa terra, mentre gli altri angeli loro compagni, che
una colpa pigrave trascinava verso il basso, sono precipitati pi gi verso un luogo peggiore. Vero o falso che sia, c'era una allegra
combriccola di folletti che danzava e si abbandonava agli scherzi pi pazzi in una chiara sera di luna, verso la fine di settembre. Il luogo
di questi svaghi non era molto distante da Inchegeela, nella parte
occidentale della contea di Cork - un villaggio povero, anche se vi si
trovava una caserma per i soldati; ma alte montagne e rocce aride,
come quelle che lo circondano bastano a portare la miseria dovunque:
ad ogni modo, siccome i folletti possono avere tutto quello che
vogliono, solo che ne esprimano il desiderio, la miseria non li
spaventa molto, e la loro unica preoccupazione sta nello scovare
angoli poco frequentati e posti dove difficile che qualcuno possa
arrivare a guastare il loro divertimento.
Questi piccoli esserini stavano su un bel tappeto d'erba verde presso
la riva del fiume e danzavano in cerchio pivispi che mai: a ogni
balzo i loro berretti rossi si agitavano al chiarore della luna e i
loro salti erano cosleggeri che le gocce di rugiada, pur tremando
sotto i loro piedi, non erano disturbate da tutte quelle capriole.
Erano dunque intenti ai loro giochi e giravano su se stessi, facevano
piroette e inchini, si dileguavano e provavano ad assumere ogni forma
possibile, finchuno di essi cinguett

Basta, basta tamburellare
Non possiamo pigiocare
Dall'odore
Posso dire
Un prete sta per arrivare!

E tutti i folletti sgattaiolarono via piin fretta che poterono,
nascondendosi sotto le verdi foglie della digitale, dove, se per caso
i piccoli cappucci rossi fossero spuntati, sarebbero solo sembrate le
campanelle cremisi della pianta; e altri si nascosero dietro il lato
ombroso delle pietre e dei rovi e altri sotto la sponda del fiume, e
in nicchie e fessure d'ogni genere.
Il folletto che aveva dato l'allarme non si era sbagliato; infatti,
lungo la via che si scorgeva dal fiume, veniva, sul suo pony, Padre
Horrigan, e fra spensava che, essendo costardi, avrebbe posto fine
al suo viaggio alla prima capanna cui fosse arrivato. Seguendo questo
proposito, si ferm all'abitazione di Dermod Leary, sollev il
chiavistello, ed entrcon un: - La mia benedizione a tutti.
Non il caso di dire che Padre Horrigan era dovunque un ospite
gradito, poichnessun uomo era pipio e piamato in tutto il paese.
Dermod era percimolto dispiaciuto di non avere nulla di saporito da
offrire per cena al reverendo assieme alle patate, che la 師ecchia (cos Dermod chiamava la moglie, anche se questa non aveva di molto
superato i vent'anni) aveva messo in una pentola a bollire sul fuoco.
Gli venne in mente la rete che aveva teso nel fiume, ma l'aveva
gettata solo da poco e non c'erano molte probabilitche un pesce vi
si fosse impigliato. 奘on fa niente, - pensDermod, - fare un salto
gia vedere non pucerto far male; e, dato che desidero il pesce per
la cena del prete, forse quello sarlancor prima di me
Dermod andgialla riva del fiume e nella rete trov il pi bel
salmone che mai avesse guizzato nelle luccicanti acque del 宸rondoso
Lee ma, mentre stava per tirarlo fuori, la rete gli fu strappata di
mano, non seppe dire come o da chi, e il salmone se ne scappvia,
nuotando felice nella corrente come se niente fosse accaduto.
Dermod rimase a fissare pieno di tristezza la scia che il pesce aveva
lasciato sull'acqua, splendente come un filo d'argento al chiaro di
luna, quindi, con un moto rabbioso della mano destra, pestando un
piede, diede sfogo ai suoi sentimenti borbottando: Che la cattiva
sorte ti possa seguire notte e giorno, dovunque tu vada, maledetto
furfante di un salmone! Dovresti vergognarti di te, se sei capace di
provar vergogna, scivolarmi via in questo modo! E sono ben convinto
che farai una brutta fine, perchstata qualche forza cattiva ad
aiutarti - non ho forse sentito tirare la rete dall'altra parte con
tanta violenza che pareva il diavolo in persona?
- E' falso quello che dici, - disse uno dei piccoli folletti che erano
fuggiti all'avvicinarsi del prete, dirigendosi verso Dermod Leary con
un'intera schiera di compagni alle calcagna; eravamo soltanto noi, una
dozzina e mezzo, a tirare dall'altra parte.
Dermod fiss con sorpresa il minuscolo interlocutore, il quale
prosegu - Non darti alcun pensiero per la cena del prete; se
tornerai da lui a chiedergli una cosa da parte nostra, in men che non
si dica si troverapparecchiata davanti la pibella cena mai messa
in tavola.
- Non voglio aver niente a che fare con voi, - rispose Dermod con tono
deciso; e dopo una pausa aggiunse: - Vi sono molto obbligato per la
vostra offerta, signore, ma mi guardo bene dal vendermi a voi, o ad
altri della vostra specie, per una cena; e inoltre, so che Padre
Horrigan tiene tanto in considerazione la mia anima da non volere che
io la impegni per sempre, qualunque cosa possiate mettergli davanti; e
con questo la faccenda chiusa.
Il piccolo folletto, con una ostinazione che i modi di Dermod non
riuscivano a vincere, continu - Vuoi fare una cortese domanda al
prete per noi?
Dermod stette un po' a pensare, e aveva ben ragione a farlo, ma decise
che a nessuno poteva venire del male per aver posto una cortese
domanda. - Non ho niente in contrario a eseguire quanto mi chiedete,
signori, - disse Dermod, - ma non voglio avere nulla a che fare con la
vostra cena finchvivr- badate bene.
- Allora, - disse il piccolo folletto che parlava, mentre gli altri si
affollavano dietro di lui da tutte le parti, - vai e chiedi a Padre
Horrigan di dirci se le nostre anime saranno salvate il giorno del
giudizio, come le anime dei buoni cristiani; e, se ci sei amico, torna
a riferirci quanto ti dir senza indugiare.
Dermod se ne andalla capanna dove trovche le patate erano state
versate sul tavolo e la sua buona moglie porgeva a Padre Horrigan la
pigrossa, un bel pomo rosso ridente, fumante come un cavallo sotto
sforzo in una notte di gelo.
- Scusate, Reverendo, - disse Dermod, dopo qualche esitazione, posso
avere l'ardire di farvi una domanda?
- Cosa mai puessere? - chiese Padre Horrigan.
- Ecco, allora, scusandomi con voi, Reverendo padre, per la libert che mi prendo, la domanda le anime del 宴uon popolosaranno
salvate il giorno del giudizio?
- Chi ti ha detto di farmi questa domanda, Leary? - disse il prete
fissandolo molto severamente. Dermod, che non sapeva resistere al suo
sguardo, rispose: - Non dirbugie su questa storia e nient'altro che
la verit in vita mia. Sono stati i folletti che mi hanno mandato a
farvi questa domanda, e ce ne sono a migliaia gialla riva del fiume,
ad aspettare che ritorni con la risposta.
- Ritorna senz'altro, - disse il prete, - e dche vengano loro stessi
qui da me, se lo vogliono sapere, e io risponder a questa e a
qualsiasi altra domanda desiderino rivolgermi col pigrande piacere
al mondo.
Dermod ritorndunque dai folletti che si radunarono a frotte attorno
a lui per sentire la risposta che il prete aveva dato; e Dermod, da
quell'uomo coraggioso che era, parlchiaro davanti a loro: ma quando
sentirono che avrebbero dovuto andare dal prete fuggirono via, chi di
qua, chi di l chi da una parte, chi dall'altra, guizzando accanto al
povero Dermod cosvelocemente e in tal numero, che egli ne fu del
tutto disorientato.
Quando si riprese, e ce ne volle un bel po', fece ritorno alla capanna
e mangile sue patate asciutte assieme a Padre Horrigan, il quale non
dava alcuna importanza alla cosa; ma Dermod non poteva fare a meno di
pensare che era una faccenda assai strana che il Reverendo padre, le
cui parole avevano il potere di scacciare i folletti tanto in fretta,
non avesse niente di saporito per cena, e che il bel salmone che aveva
nelle rete gli fosse stato strappato via in quel modo.

TEIG O'KANE (Tadhg o Ch) E IL CADAVERE.

Mi stato difficile collocare questa bellissima storia di Douglas
Hyde. Fra gli spettri o fra i folletti? Si trova fra i folletti in
base alla considerazione che tutti questi spettri e corpi non sono
affatto spettri e corpi, ma "pishogues" incantesimi dei folletti. Si
sente spesso di simili visioni in Irlanda. Ho incontrato un uomo che
aveva condotto una vita sregolata come il protagonista della storia,
sino a quando - una notte scura - non ebbe, nella contea di ..., una
visione non certo terribile quanto quella qui riportata, ma
sufficiente a fargli cambiare completamente carattere: non vuole pi uscire di notte; se gli si parla all'improvviso trema. E' diventato
timoroso e strano. E' andato dal vescovo a farsi benedire con l'acqua
santa. 娑uessere stato un avvertimento, - ha commentato il vescovo;
tuttavia i grandi teologi sono dell'opinione che nessun uomo abbia mai
assistito a una apparizione, perchnessuno vi sopravviverebbe

C'era una volta, nella contea di Leitrim, un giovanotto forte e
allegro, figlio di un ricco fattore. Suo padre aveva molto denaro e
non ne faceva certo mancare al figlio. Una volta cresciuto, il ragazzo
si era perciabituato a preferire il divertimento al lavoro e il
padre, che non aveva altri figlioli, gli era talmente affezionato che
gli permetteva di fare sempre il comodo suo. Il giovane non badava
affatto al denaro, e spendeva e spandeva le monete d'oro come un altro
avrebbe fatto con quelle di metallo. In casa lo si trovava raramente,
ma se nell'arco di dieci miglia c'era un mercato, o una gara, o un
raduno, potevate star certi che lui era l Del resto era anche
difficile passasse una notte in casa del padre; se ne stava sempre
fuori a vagabondare e, come per Shawn Bwee molto tempo fa, c'era
峽'amore di ogni ragazza nella sua camicia
Tanti sono i baci che diede e ricevette, perchera molto bello e non
c'era ragazza in tutto il paese che non se ne sarebbe innamorata se
solo avesse fissato su di lei il suo sguardo, ed per ci che
qualcuno compose per lui questi versi:

Guarda lquel briccone, per baci che va scorrazzando,
Non fa gran meraviglia, tanto fatto cos
Come un riccio di siepe, di notte andrin giro arraffando
Va da un luogo a un altro, ma poi dorme nel d

Giunse infine a condurre una vita del tutto sregolata e senza freni.
In casa del padre non lo si vedeva mai, ndi giorno, ndi notte; era
sempre a zonzo o se ne andava per i suoi giri notturni di luogo in
luogo e di casa in casa, tanto che i vecchi scuotevano il capo e
dicevano fra loro: - Non ci vuol molto a indovinare che ne sar della
terra una volta morto il vecchio; suo figlio la farfuori in un anno;
saranzi la terra a non reggerlo tanto a lungo.
Era sempre a giocare d'azzardo o a carte e a bere, ma il padre non
faceva mai caso alle sue brutte abitudini e non lo puniva mai. Un
giorno peril vecchio venne a sapere che il figlio aveva rovinato la
reputazione di una ragazza dei dintorni. Si arrabbimolto, chiama
sil figlio e gli disse con tono calmo e ragionevole: - Figlio mio, -
dice, - tu sai che fino ad ora ti ho voluto molto bene, e che non ti
ho mai impedito di fare di testa tua, di qualunque cosa si trattasse.
Ti ho dato denaro in abbondanza e ho sempre sperato di poter lasciare
a te la casa e la terra e tutto quello che mi appartiene, dopo che me
ne sarandato; ma oggi ho sentito sul tuo conto una storia che mi ha
fatto indignare. Non immagini neppure che dolore ho provato nel venire
a sapere di te una cosa simile, e ora ti dico chiaro e tondo che se
non sposi quella ragazza lascerla casa, la terra e ogni altro avere
al figlio di mio fratello. Non potrei mai lasciarli a uno che ne
facesse un uso cattivo come ne fai tu, che inganni le donne e insidi
le ragazze. Decidi dunque se vuoi sposare la ragazza e avere insieme a
lei la mia terra in eredit o se preferisci rifiutarti di sposarla e
rinunciare a tutto quello che ti era destinato; e fammi sapere domani
mattina quale delle due soluzioni hai scelto.
- Ach! Dannazione! Padre, non puoi dirmi una cosa del genere! A me che
sono un cosbuon figliolo. Chi ti ha raccontato che non voglio
sposare la ragazza? - fa lui.
Ma il padre se ne era giandato e il giovanotto sapeva fin troppo
bene che avrebbe mantenuto la parola; era, in cuor suo, molto
preoccupato perch per quanto suo padre fosse una persona tranquilla
e gentile, non si era mai rimangiato la parola una volta data, e non
c'era uomo in tutto il paese che fosse piduro di lui da piegare.
Il ragazzo non sapeva che decisione prendere. Era sinceramente
innamorato della ragazza e desiderava sposarla, prima o poi, ma
avrebbe preferito rimanere cosancora per un po', e continuare con le
sue vecchie abitudini - a bere, a spassarsela e a giocare a carte;
inoltre era seccato che suo padre gli avesse ordinato di sposarsi e
che l'avesse minacciato nel caso non lo avesse fatto.
奘on uno stupido, mio padre? - diceva fra s - io ero ben disposto
a sposare Mary, anzi, ero fin troppo impaziente; e adesso che mi
minaccia, accidenti, ho una gran voglia di lasciar perdere ancora per
un po'
La sua mente era in un tale tumulto che non sapeva decidersi su cosa
gli convenisse fare. Alla fine uscnella notte per calmare il sangue
che gli ribolliva e andfino alla strada. Si accese la pipa e siccome
la notte era bella, continua camminare finchl'andatura veloce non
comincia fargli dimenticare il suo cruccio. La notte era luminosa e
si era al primo quarto di luna. Non tirava un alito di vento e l'aria
era calma e mite. And avanti per quasi tre ore, quando,
improvvisamente, s'accorse che era notte tarda e doveva rincasare. -
Accidenti! Devo aver perso la nozione del tempo, - dice; - sargi quasi mezzanotte.
Aveva appena pronunciato queste parole, quando udil parlottare di
molte voci, e un calpestio di piedi sulla strada davanti a s 哽hi
mai puandare in giro a quest'ora di notte e per una strada cos solitaria!disse fra s
Si fermin ascolto e sentle voci di molte persone che parlavano fra
loro, ma non riusc a capire cosa stessero dicendo.- Oh, Beata
Vergine! - dice. - Chi sar Non parlano nirlandese, ninglese; che
siano Francesi! - Avanzper un paio di iarde e vide chiaramente alla
luce della luna della gente piccola piccola che in gruppo si dirigeva
verso di lui portando qualcosa di grosso e pesante. 奚h, accidenti! -
dice fra s non saranno mica i folletti, quelli l Gli si
rizzarono fin le radici dei capelli e un brivido gli passper le ossa
vedendo che stavano dirigendosi verso di lui a passo svelto.
Guarddi nuovo, e si accorse che il gruppo era formato da una ventina
di ometti: non ce n'era neanche uno che fosse pialto di tre piedi,
tre piedi e mezzo, e alcuni avevano i capelli grigi e sembravano assai
vecchi. Guardancora, ma non riusca scoprire che fosse quella cosa
pesante che portavano, finchnon giunsero vicino a lui e gli si
misero tutti intorno. Gettarono il pesante fardello sulla strada e
immediatamente egli vide che si trattava di un corpo senza vita.
Diventfreddo come la Morte, e non un filo di sangue gli scorreva pi nelle vene quando un piccolo ometto, vecchio e grigio, si avvicina
lui e: - Non una fortuna, - gli disse, che ti abbiamo incontrato,
Teig O'Kane?
Il povero Teig non riusciva a spiccicare una sola parola na muovere
le labbra, se pure avesse trovato qualcosa da dire, e cosnon
rispose.
- Teig O'Kane, - ripetl'ometto grigio, - non ti abbiamo trovato al
momento giusto?
Teig non fu in grado di rispondergli.
- Teig O'Kane, - fa ancora quello,- per la terza volta, non una
fortuna che ti abbiamo trovato al momento giusto?
Ma Teig rimaneva in silenzio, perchaveva paura a rispondere ed era
come se la lingua gli si fosse attaccata al palato.
L'ometto grigio si volse ai compagni e i suoi occhietti brillanti
sprizzavano gioia. - E, - dice, - ora che Teig O'Kane senza parole,
possiamo fare di lui quel che vogliamo. Teig, Teig, tu conduci una
brutta vita, e noi possiamo farti schiavo. Non puoi resisterci, inutile cercare di contendere con noi. Solleva quel cadavere.
Teig era cos spaventato che riusc soltanto a balbettare le due
parole: - Non voglio; - per quanto spaventato, era infatti ostinato e
caparbio come al solito.
- Teig O'Kane non vuole sollevare il cadavere, - disse il piccolo
ometto con un risolino maligno, in tutto e per tutto simile allo
spezzarsi di una fascina o di ramoscelli secchi, e con una vocina
aspra come il tocco di una campana fessa. - Teig O'Kane non vuole
sollevare il cadavere - fateglielo sollevare; e prima che l'ordine gli
uscisse di bocca si erano tutti radunati attorno al povero Teig,
chiacchierando e ridendo fra loro.
Teig cercdi scappare, ma lo seguirono e, mentre correva, un omino
gli fece lo sgambetto, cosicchTeig cadde come un sacco sulla strada.
Poi, prima che potesse alzarsi, i folletti lo afferrarono, chi per le
mani, chi per i piedi, e lo tennero stretto, con la faccia rivolta a
terra, cosda impedirgli di muoversi. In sei o sette quindi alzarono
il corpo inanimato, glielo tirarono sopra, e glielo sistemarono sulla
schiena. Il petto del cadavere fu premuto contro la schiena e le
spalle di Teig, e le braccia del morto gli vennero gettate attorno al
collo. Poi gli ometti si allontanarono da lui un paio di iarde, e gli
permisero di alzarsi. Teig si tirsu imprecando e con la schiuma alla
bocca e si scosse con l'intenzione di scrollarsi il cadavere dalla
schiena. Ma quali non furono in lui la paura e lo stupore quando
s'accorse che le due braccia mantenevano stretta la presa attorno al
collo e le gambe rimanevano avvinghiate saldamente ai suoi fianchi e
che, per quanta forza ci mettesse, non riusciva a liberarsene pidi
quanto un cavallo non possa sbarazzarsi della sella. Allora una paura
terribile lo colse e credette d'essere perduto. 唧ccidenti, finita!
- si disse. E' stata la vita sregolata che faccio a dare al "buon
popolo" questo potere su di me. Prometto a Dio e Maria, Pietro e
Paolo, Patrick e Bridget che se uscirsano e salvo da questa brutta
avventura mi comporterbene per il resto dei miei giorni, e sposer la ragazza
L'ometto grigio gli si avvicindi nuovo e gli disse: - Ora, piccolo
Teig, - gli dice, - non hai sollevato il cadavere quando ti ho detto
di sollevarlo, e vedi bene che ci sei stato costretto; forse anche
quando ti dirdi seppellirlo non lo farai finch non ti avremo
costretto!
- Qualsiasi cosa posso fare per vostra signoria, - disse Teig, la
far - poichstava diventando ragionevole, ma se non fosse stato per
la gran paura che aveva non si sarebbe mai lasciate sfuggire di bocca
quelle parole gentili.
Di nuovo l'ometto fece udire quella specie di risolino. - Ti stai
calmando ora, Teig, - gli dice. - E scommetto che prima che abbia
chiuso con te ti sarai calmato ben bene. Ascoltami adesso, Teig
O'Kane, e se non mi obbedirai in tutto quello che ti dir te ne
pentirai. Devi trasportare il cadavere che hai sulle spalle fino a
Teampoll-Dus, fin dentro la chiesa, e preparargli una tomba proprio
nel mezzo della chiesa. Devi alzare le lastre di pietra e rimetterle a
posto nella stessa identica maniera, e poi portare la terra fuori
dalla chiesa e lasciare il posto com'era quando sei arrivato, di modo
che nessuno possa accorgersi che c'stato qualche cambiamento. Ma non
tutto. Pu darsi che il cadavere non possa venir sepolto nella
chiesa; forse vi riposa qualcun altro e, se cos probabile che
non sia disposto a dividere il suo letto con un estraneo. Se non ti
sarconsentito seppellirlo a Teampoll-Dus, devi portarlo a Carrick-
fhad-vic-Orus, e seppellirlo l nel cimitero; e se non riesci a
sistemarlo in quel posto, portalo con te a Teampoll-Ronan; e se quel
cimitero ti precluso, portalo a Imlogue-Fada; e se non puoi
seppellirlo l non ti rimane altro da fare che portarlo a Kill-
Breedya, e llo potrai seppellire senza alcun ostacolo. Non so dirti
in quale di queste chiese ti verrconcesso di mettere sotto terra il
cadavere, ma so che in una o nell'altra ti sarpermesso di farlo. Se
eseguirai bene questo lavoro te ne saremo riconoscenti e non avrai
motivo di lamentarti; ma se ti mostrerai lento o svogliato, sta' certo
che otterremo soddisfazione.
Quando l'ometto grigio ebbe finito di parlare, i suoi compagni risero
e batterono le mani. - Hich! Hich! Hiuu! Hiuu! gridarono in coro; -
affrettati, affrettati, hai davanti a te otto ore prima che nasca il
giorno, e se non avrai seppellito quest'uomo prima che si levi il
sole, sarai perduto -. Con pugni e calci da dietro, lo spinsero lungo
la via. Teig fu costretto a camminare, e a camminare in fretta, perch non gli davano tregua.
Pensava fra s che non c'era in tutta la contea sentiero bagnato,
viottolo fangoso, o strada accidentata e tortuosa che non avesse
percorso in quella notte. E la notte era in certi momenti molto scura
e ogni volta che una nube si trovava a passare sulla luna, Teig non
riusciva a vedere nulla e spesso gli capitava di cadere. A volte si
faceva male, a volte era pifortunato, ma era sempre obbligato ad
alzarsi subito e a sbrigarsi. A tratti la luna appariva ben chiara ed
egli allora si girava e vedeva gli ometti che lo seguivano. E li
sentiva parlare fra loro: chiacchierare, strillare e gridare come uno
stormo di gabbiani; ma, si fosse anche trattato di salvare l'anima
sua, non sarebbe riuscito a comprendere una sola parola di quello che
dicevano.
Non sapeva quanta strada avesse percorso quando, finalmente, uno degli
ometti gli grid - Fermati qui! - Si ferm ed essi si radunarono
tutt'intorno a lui.
- Vedi quegli alberi secchi laggi - gli dice ancora il vecchio
ometto. - Teampoll-Dus fra quegli alberi, e tu devi entrarci da
solo, perchnon possiamo seguirti nvenire con te. Dobbiamo restare
qui. Coraggio, vai.
Teig guard in quella direzione e vide un alto muro a tratti
diroccato, e dentro il muro una vecchia chiesa grigia e attorno a
essa, sparsi qua e l circa una dozzina di vecchi alberi secchi. Non
si vedeva una foglia, nun ramoscello, solo i nudi rami contorti si
allungavano come le braccia minacciose di un uomo adirato. Non c'era
scampo, era costretto a proseguire. Si trovava a un duecento iarde
dalla chiesa, ma andavanti e non si guardmai indietro finch non
giunse al cancello del cimitero. Il vecchio cancello era divelto, e
Teig non ebbe difficolta entrare. Si volt allora a guardare se
qualcuno degli ometti lo stesse seguendo, ma una nube passin quel
mentre sopra la luna, e la notte divenne cosscura che non riusc a
vedere nulla. Entrnel cimitero e s'incamminper il vecchio viottolo
erboso che portava alla chiesa. Arrivato alla porta, la trovchiusa a
chiave. La porta era grande e robusta ed egli non sapeva cosa fare.
Infine, con difficolt tirfuori il coltello e lo piantnel legno
per vedere se era marcio, ma non lo era.
唧desso, - disse fra s - non posso fare nient'altro; la porta chiusa e non riesco ad aprirla
Prima che le parole gli si facessero chiare nella mente, una voce gli
sussurr all'orecchio: - Cerca la chiave in cima alla porta, o sul
muro.
Sobbalz - Chi mi parla? - gridvoltandosi; ma non vide nessuno. Di
nuovo la voce gli bisbigliall'orecchio: - Cerca la chiave in cima
alla porta, o sul muro.
- Chi - disse, col sudore che gli colava sulla fronte; - chi mi ha
parlato ?
- Sono io, il cadavere, sono io che ti ho parlato! - rispose la voce.
- Puoi parlare? - disse Teig.
- Ogni tanto, - rispose il cadavere.
Teig cercla chiave e la trovsopra il muro. Era troppo spaventato
per aggiungere altro, e cosspalancla porta piin fretta che pot ed entr col cadavere sulla schiena. Dentro era scuro come la pece, e
il povero Teig comincia vacillare e a tremare.
- Accendi la candela, - disse il cadavere.
Come meglio pot Teig infil la mano in tasca e tirfuori un
acciarino. Ne fece uscire una scintilla e vi avvicin un cencio
bruciacchiato che aveva in tasca. Vi soffisopra finchnon si accese
e si guardintorno. La chiesa era molto antica e parte del muro era
crollato. Le finestre erano sfondate o rotte e il legno delle panche
era marcio. Erano rimasti ancora sei o sette vecchi candelieri di
ferro e in uno di essi Teig trov il mozzicone di una candela
consumata e l'accese. Stava ancora osservando quello strano e pauroso
posto in cui si trovava quando il freddo cadavere gli sussurr all'orecchio: Seppelliscimi qui, seppelliscimi qui; c'una vanga,
scava il terreno -. Teig si guardintorno e vide per terra una vanga,
vicino all'altare. La raccolse, infilla pala sotto una lastra di
pietra che stava in mezzo alla navata e, facendo leva con tutto il suo
peso sul manico della vanga, la sollev Una volta tolta la prima
lastra non fu difficile alzare le altre vicine, ed egli ne sposttre
o quattro. Sotto, la terra era molle e facile da scavare, ma non aveva
smosso che tre o quattro palate quando sentche il ferro toccava
qualcosa di soffice come la carne. Port via altre tre o quattro
palate di terra di l intorno e allora vide che si trattava di un
altro corpo sotterrato in quel medesimo punto.
埔o paura che non potrseppellire i due cadaveri nella stessa fossa
- disse Teig fra s - Tu, cadavere, lsulla mia schiena, - fa Teig,
- ti andrebbe bene se ti seppellissi qui sotto? Ma il cadavere non gli
diede risposta.
圃' un buon segno si disse Teig. 圄orse si sta calmando e conficc di nuovo la vanga nel terreno. Probabilmente urtla carne dell'altro
corpo, perchil morto che era sepolto in quel punto si rialz nella
tomba e lanciun urlo terribile. - Buuh! Buuh!! Buuh!!! Via! Via!!
Via!!! o sei morto, morto, morto! - E poi ricadde nella tomba. Teig
rifer in seguito che di tutte le cose portentose viste in quella
notte, quella fu per lui la piterribile. I capelli gli si rizzarono
in capo come le setole di un maiale, un sudore freddo gli bagnla
faccia e un tremito gli passper tutte le ossa finch credette di
essere llper cadere.
Dopo un po', per vedendo che il secondo cadavere rimaneva disteso
tranquillo al suo posto riprese coraggio e gli rigettsopra la terra,
gliela spianben bene in superficie e adagi con cura le lastre
esattamente come le aveva trovate. 奘on pucerto alzarsi pi, si
disse.
Prosegui un po' lungo la navata avvicinandosi alla porta e ricominci a sollevare le lastre, alla ricerca di un altro giaciglio per il
cadavere che portava sulla schiena. Tirsu tre o quattro lastre, le
appoggidi lato, e poi rimosse la terra con la vanga. Non lavorava da
molto quando mise allo scoperto una vecchia che indosso non aveva
altro che la camicia. Era pivivace del primo cadavere, infatti Teig
le aveva a malapena tolta di torno un po' di terra, che si alza
sedere e comincia gridare: - Oh, tu pagliaccio! Ah, tu pagliaccio!
Com'che non ha un letto?
Il povero Teig si tirindietro e quando la donna si accorse che non
riceveva risposta, chiuse dolcemente gli occhi, perse la sua energia e
ricadde calma e tranquilla sotto la terra. Teig fece con lei come
aveva fatto con l'uomo - la ricoperse con la terra e vi adagisopra
le lastre di pietra.
Riprese a scavare vicino alla porta, ma tirate su non pidi un paio
di palate, not che la mano di un uomo sbucava fuori, vicino alla
vanga. 娑er l'anima mia, se le cose stanno cos non continuer -
disse fra s - a che mi serve? E di nuovo gettsopra la terra e
sistemle lastre come erano prima. Quindi, seppure a malincuore,
lasci la chiesa, badando di chiudere la porta, girare la chiave e
lasciarla dove l'aveva trovata. Sedette su una lapide che stava vicino
alla porta e comincia pensare. Era molto in dubbio sul da farsi. Si
prese la faccia fra le mani e pianse di stanchezza e d'angoscia,
poicha questo punto era assolutamente certo che non sarebbe arrivato
a casa vivo. Fece un altro tentativo di allentare le mani del cadavere
che gli stavano avvinghiate attorno al collo, ma erano strette come
una morsa; e pi cercava di liberarsene, pi strettamente si
avvinghiavano. Stava per tornare a sedersi, quando le fredde, orride
labbra del morto gli dissero: - Carrick-fhad-vic-Orus, e ricord l'ordine dei folletti di portare con sil cadavere in quel luogo se
non fosse riuscito a seppellirlo dove giaveva provato.
Si alze si guardattorno. - Non conosco la strada, - disse.
Appena pronunziate quelle parole il cadavere allungimprovvisamente
la mano sinistra che gli era stata serrata attorno al collo, e la
tenne distesa a mostrargli la via che avrebbe dovuto seguire. Teig
prese la direzione verso cui le dita erano tese e usc dal cimitero.
Si ritrov su una strada piena di solchi e di sassi, e di nuovo si
ferm non sapendo dove andare. Il cadavere allunguna seconda volta
la mano ossuta e gli indicuna strada diversa da quella per la quale
era venuto alla vecchia chiesa. Teig seguquella strada, e ogni volta
che arrivava a un incrocio con un sentiero o con un'altra strada il
cadavere sempre allungava la mano e indicava con le dita, mostrandogli
la direzione da prendere.
Svolt a molti crocicchi e percorse molti sentieri tortuosi, quando
finalmente, a lato della strada, vide un vecchio camposanto; ma dentro
non c'era chiesa, ncappella, naltra costruzione. Il cadavere lo
strinse forte ed egli si ferm Seppelliscimi, seppelliscimi nel
camposanto, - disse la voce.
Teig proseguverso il vecchio camposanto, e non ne era distante pi di venti iarde quando, nell'alzare gli occhi, vide centinaia e
centinaia di spettri - uomini, donne e bambini - seduti in cima al
muro di cinta, o in piedi dentro il cimitero, o che correvano avanti e
indietro, che lo segnavano a dito, e intanto poteva scorgere le loro
bocche aprirsi e chiudersi come se stessero parlando, bench non si
udisse parola o suono alcuno.
Ebbe paura a continuare, cosrimase dov'era e nell'istante in cui si
fermtutti gli spettri si calmarono e smisero di agitarsi. Allora
Teig comprese che stavano cercando di impedirgli di entrare. And avanti per un paio di iarde e immediatamente tutta quella folla si
precipit nel punto verso cui si stava muovendo, e vi rimase cos strettamente ammassata che lui pens non sarebbe mai riuscito ad
aprirsi un varco, se pure avesse avuto intenzione di tentare: ma non
aveva nessuna intenzione di farlo. Ritornsui suoi passi abbattuto e
sconsolato, e una volta giunto a un paio di iarde dal camposanto si
fermdi nuovo perch non sapeva quale direzione prendere. Sent all'orecchio la voce del cadavere che diceva: Teampoll-Ronan, - e la
mano scheletrita si allungdi nuovo ad indicargli la via.
Stanco com'era, non poteva smettere di camminare, e la strada non era
nbreve, nregolare. La notte era piscura che mai ed era difficile
andare avanti. Molte volte gli capitdi urtare contro qualcosa e pi di un livido gli si segn sul corpo. Infine scorse in distanza,
davanti a s Teampoll-Ronan, in mezzo al cimitero. Proseguverso la
chiesa e, vedendo che sul muro non c'erano spettri o altro, credette
di essere sano e salvo e pensche questa volta non avrebbe trovato
ostacoli nello sbarazzarsi finalmente del suo carico. Si diresse verso
il cancello, ma mentre lo stava attraversando, incespicnella soglia.
Prima di potersi riprendere, qualcosa che non riusc a vedere lo
afferrper il collo, per le mani e per i piedi e lo colp lo scosse,
lo soffoc finchnon lo ridusse quasi in fin di vita; e per ultimo
fu sollevato e trasportato a pidi cento iarde da le poi gettato in
un vecchio fosso, col cadavere sempre aggrappato alla schiena.
Si alz contuso e dolente, ma aveva paura ad avvicinarsi di nuovo a
quel luogo, perch non aveva scorto nulla prima di essere buttato a
terra e trascinato via.
- Ehi tu, cadavere, lsulla mia schiena, - disse, - devo ritornare al
cimitero? - ma il cadavere non diede risposta. - E' segno che non vuoi
che ci riprovi, - disse Teig.
Era molto in dubbio sul da farsi, quando il cadavere gli parl all'orecchio e gli disse: - Imlogue-Fada.
- Oh, maledizione! - disse Teig, - devo portarti l Se mi fai
camminare cosancora per molto ti avviso che cadrsotto il tuo peso.
Prosegucomunque nella direzione indicatagli dal cadavere. Egli
stesso non avrebbe saputo dire per quanto avesse camminato, quando il
morto che aveva dietro lo strinse improvvisamente con forza e disse: -
L
Teig guarddavanti a se vide un muretto basso, che in certi tratti
era tanto diroccato da non essere piun muro. Si trovava in un grande
campo aperto, un po' fuori dalla strada, e tranne che per tre o
quattro grosse pietre agli angoli, che erano pirocce che pietre, non
c'era nulla ad indicare che lvi fosse un cimitero o un luogo di
sepoltura.
- E' questo Imlogue-Fada? Devo seppellirti qui? - chiese Teig.
- S - disse la voce.
- Ma non vedo tombe, nlapidi, solo questo mucchio di pietre, disse
Teig.
Il cadavere non rispose, ma allungla sua lunga mano scarna per
mostrare a Teig la direzione da prendere. Teig andavanti come gli
veniva indicato, ma aveva una gran paura, perch non si era
dimenticato quello che gli era successo nel posto precedente.
Procedette 宮ol cuore in gola come egli stesso riferin seguito; ma
arrivato a meno di quindici o venti iarde dal basso muretto quadrato,
scoppi un lampo giallo vivo e rosso, con dentro striature turchine,
che prese a girare attorno al muro sfrecciando veloce come una rondine
nelle nuvole; e piTeig rimaneva a fissarlo, pi andava veloce,
finch divenne uno splendente anello di fiamma attorno al vecchio
cimitero, e nessuno avrebbe potuto attraversarlo senza venirne
bruciato. Da quando era nato Teig non aveva mai visto, nmai vide in
seguito, una apparizione tanto portentosa e splendida. La fiamma
girava, e mentre girava sprizzavano fuori scintille bianche, gialle e
turchine, e sebbene da principio non fosse stata che una linea sottile
e stretta, lentamente andaumentando fino a divenire una grande
fascia estesa che cresceva sempre pilarga e alta e lanciava faville
sempre pilucenti al punto che non ci fu colore sulla superficie
della terra che non fosse possibile scorgere in quel fuoco; e mai si
vide un lampo brillare o una fiamma ardere con tanta luce e splendore.
Teig era sbalordito; era mezzo morto dalla fatica e non aveva pi il
coraggio di avvicinarsi al muro. Una nebbia gli calsugli occhi e una
vertigine lo colse, e fu costretto a sedersi su una grossa pietra per
riprendersi. Non riusciva a vedere altro che la luce e non sentiva
altro che il suo sibilo mentre quella roteava attorno al piccolo prato
piveloce di un lampo.
Stava seduto cos sulla pietra, quando la voce sussurrancora una
volta al suo orecchio: - Kill-Breedya -; e il morto lo strinse tanto
forte da farlo gridare. Si alzdi nuovo, malconcio, stanco e tremante
e prosegu per il cammino come gli veniva indicato. Tirava un vento
freddo e la strada era brutta, il carico che portava sulla schiena era
pesante e la notte scura: era quasi allo stremo delle forze e se
avesse dovuto proseguire ancora per molto sarebbe caduto sotto il suo
fardello.
Finalmente il cadavere allungla mano e gli disse: Seppelliscimi l
娘uesto cimitero l'ultimo, - pensTeig fra s - e l'ometto grigio
ha detto che avrei potuto seppellirlo da qualche parte, dunque sar qui. Devono accoglierlo per forza.
La prima tenue striscia dell'"anello del giorno" stava apparendo a
oriente e le nubi cominciavano a infuocarsi, ma era pibuio che mai,
perchla luna era tramontata e non c'erano pistelle.
- Fa' in fretta, fa' in fretta! - disse il cadavere; e Teig corse come
meglio potverso il cimitero, che era piccolo, su una collina
spoglia, con dentro solo poche tombe. Varc coraggiosamente il
cancello aperto e niente lo tocc nudo vide alcunch Giunse nel
mezzo del camposanto e qui si ferme si guardintorno per vedere se
trovava una vanga o una pala con cui scavare una fossa. Mentre si
girava a cercare notall'improvviso qualcosa che lo colpmoltissimo
- una fossa scavata di recente proprio davanti a lui. Si avvicin e
guard dentro, e l sul fondo, vide una bara nera. Si calnella
buca, sollevil coperchio, e, proprio come aveva immaginato, trov che la bara era vuota. Era appena risalito e stava ritto sul bordo
della fossa, quando il cadavere, che gli era rimasto aggrappato per
pidi otto ore, allentdi colpo la presa attorno al collo, sciolse
le gambe dai suoi fianchi e scivol gi con un tonfo nella bara
aperta.
Teig cadde in ginocchio sull'orlo della tomba e ringraziIddio.
Quindi non perse tempo, premette ben bene il coperchio sulla bara e
con le mani vi gettsopra la terra: quando la buca fu riempita vi
peste saltsu con i piedi finchil suolo non fu compatto e duro e
se ne andvia da quel luogo.
Quando fin il lavoro il sole stava sorgendo velocemente, e Teig
ritornsubito sulla strada per cercare una casa in cui riposare.
Trovfinalmente un'osteria e lsi distese su un letto e dormfino a
sera. Poi si alz mangiun poco, e cadde di nuovo addormentato fino
al mattino. Appena sveglio, il giorno seguente, noleggiun cavallo e
corse verso casa. Era a pidi ventisei miglia di distanza e aveva
percorso tutta quella strada in una sola notte con il corpo del morto
sulla schiena.
A casa tutti pensavano che avesse lasciato il paese, e al vederlo
tornare si rallegrarono molto. Cominciarono a fargli domande su dove
era stato, ma Teig non lo volle dire ad altri che a suo padre.
Da quel giorno fu un altro uomo. Non esagermai nel bere; non perse
mai denaro a carte; e soprattutto non corse piil rischio di rimanere
fuori da solo, sul tardi, in una notte scura.
Non erano trascorsi quindici giorni dal suo ritorno a casa che spos Mary, la ragazza di cui era innamorato, e non so dirvi quanto ci si
divertalle nozze: da allora in poi Teig fu l'uomo pi felice della
terra e tutto quello che posso augurare a me e a voi di poter essere
altrettanto felici.

LA MOGLIE DI PADDY CORCORAN.

Per diversi anni la moglie di Paddy Corcoran soffrdi un genere di
disturbo che nessuno riusciva del tutto a comprendere. Era ammalata e
non era ammalata; stava bene e non stava bene; desiderava quello che
desiderano le dame che amano il loro signore e non desiderava ci che
queste dame desiderano. Insomma nessuno sapeva dire cosa avesse. C'era
qualcosa che le rodeva il cuore e che rendeva la vita difficile a suo
marito; perch Dio ci salvi, fosse stata fame quella cosa che la
rodeva, non si sarebbe mai riusciti a saziarla neppure in un giorno
d'estate. La povera donna era delicata oltre ogni dire, e non aveva
assolutamente appetito, non ne aveva affatto, salvo essere un po'
attirata da una cotoletta di montone, o da una bistecca, o comunque da
un boccone di carne. Certo che - Dio l'aiuti! soprattutto con la poca
salute che aveva, la patata asciutta accompagnata da un goccio di
siero cagliato non l'attirava affatto; e bisogna ben dire che per
essere una donna in quelle condizioni - era tanto malata infatti che
per il povero Paddy era sempre in 島uellecondizioni -, non vi faceva
caso, ma sia fatta la volontdi Dio! Una patata con un grano di sale
le era gradita - sia lodato il Suo nome! - quanto il miglior pezzo
d'arrosto o di bollito mai cucinati; e perch no? Una cosa la
consolava: non sarebbe stata a lungo con lui, a tormentarlo ancora;
importava poco cosa aveva; tanto lo sapeva bene lei che con quella
cosa che le rodeva il cuore non si sarebbe mai rimessa senza un
boccone di carne ogni tanto; e, certo, se il suo stesso marito glielo
lesinava, da chi avrebbe avuto pigiusto motivo di aspettarselo?
Dunque, come dicevamo, fu costretta a letto come un'invalida per un
bel po' di tempo, provando dottori e ciarlatani di ogni genere, sesso,
e misura; e tutto senza il pipiccolo giovamento, tanto che, alla
lunga, il povero Paddy non ce la faceva proprio pia forza di cercare
di non farle mancare quel 宴occone di carne Stava quasi per
terminare il settimo anno, quando, un giorno di raccolto, mentre
giaceva nel letto in cucina, a lato del focolare, e si lamentava del
suo triste stato, entra una donnina minuscola con un lungo mantello
rosso, che si siede vicino al fuoco e dice:
- Beh, Kitty Corcoran, ne hai avuto per un bel po', ldistesa sulla
schiena da sette anni; e in quanto a guarire, sei sempre allo stesso
punto.
- Eh, s buona donna, - disse l'altra, - a dire il vero era quello
che stavo pensando proprio in questo momento ed un pensiero ben
triste per me.
- E' colpa tua, piccola, - dice la donnina, - e in realt se vuoi
saperlo, se ti sei ritrovata a letto solo per colpa tua.
- E come puessere? - chiese Kitty. - Non starei certo qui se potessi
farci qualcosa. Credete che sia comodo o che mi faccia piacere essere
malata e imprigionata nel letto?
- No, - disse l'altra, - non lo credo davvero; ma ti dirla verit
negli ultimi sette anni hai continuato a darci fastidio. Sono del
popolo dei folletti e, siccome ho una simpatia per te, sono venuta
perchtu sappia come mai sei malata da tanto tempo. Per tutta la
durata della malattia, se ti prendi il disturbo di ricordartelo, i
tuoi bambini hanno buttato fuori la tua acqua sporca dopo il tramonto
e prima del levar del sole, proprio nell'ora in cui passiamo davanti
alla tua porta - ci passiamo davanti due volte al giorno. Se farai
attenzione a non farlo, se la getterai in un posto diverso e a un'ora
diversa, il male che hai sparir e spariranche quello che ti rode
il cuore; e tornerai sana come non lo sei mai stata. Se non seguirai
questo consiglio, beh, allora resta come sei, e tutta la scienza umana
non ti potrcurare -. Poi la salute scomparve.
Kitty, che era contenta di venir curata in una maniera cossemplice,
eseguimmediatamente gli ordini della donnina fatata; e il risultato
fu che il giorno successivo si ritrovin buona salute come non lo era
mai stata in tutta la sua vita.

LA TROTA BIANCA; UNA LEGGENDA DI CONG.

C'era una volta, molto tempo fa, una bellissima dama che viveva in un
castello sul lago laggi e si racconta che fosse promessa al figlio
del re e che stessero per sposarsi quando, all'improvviso, il
poveretto venne ucciso (che Dio ci aiuti), e gettato nel lago qui
sopra, e cos naturalmente, non gli fu pipossibile mantenere la
parola data alla dolce dama - gran brutta disgrazia!
La dama, si dice, uscdi senno per aver perduto il figlio del re -
perchera d'animo sensibile, che Dio l'aiuti e protegga anche noi! -
e si struggeva di dolore per la sua scomparsa, finchun giorno
nessuno la vide pi nviva nmorta; e allora si disse che era stata
rapita dai folletti.
Ebbene, signore, passato un po' di tempo, nel torrente laggisi vide
(che Dio la benedica) la Trota Bianca, e la gente non sapeva cosa
pensare della bestiola, perchnon si era mai sentito di trote bianche
nprima ndopo d'allora; passarono gli anni, e la trota era sempre
lproprio dove l'avete vista in questo istante benedetto, ed lda
pidi quanto io posso ricordare - in verittanto lontano non arriva
neppure la memoria del pivecchio del villaggio.
La gente alla fine comincia pensare che doveva essere una fata; del
resto cos'altro poteva essere? - e nessuno osmai toccare nfare del
male alla Trota Bianca finchnon arrivarono da queste parti alcuni
soldati, peccatori incalliti, e risero della gente del posto, e la
canzonarono e la presero in giro perchcredeva in cose del genere; e
uno di loro in particolare (che la sfortuna lo perseguiti e Dio mi
perdoni per quel che dico!) giurche avrebbe catturato la trota e
l'avrebbe mangiata per cena, il mascalzone!
Bene, volete sapere fin dove arrivla furfanteria del soldato? Senza
pensarci due volte acchiappa la trota, se la porta a casa, mette su
una padella per friggere, e ci ficca dentro la povera bestiolina. La
trota lanciun grido che pareva proprio quello di un cristiano e,
caro mio, l'avreste mai immaginato? il soldato si piegava in due dalle
risate - tanto duro di cuore era il mascalzone - e quando credette che
un lato fosse cotto, rigir la trota per friggere l'altro; ma,
indovinate un po', non si vedeva neanche l'ombra di bruciato, niente
da nessuna parte; e il soldato deve certo aver pensato che era una
trota ben "strana" quella, che non si riusciva ad arrostirla. - Ma,
dice, la rigirer ogni tanto, - e certo non immaginava quello che
l'aspettava, il miscredente.
Quando credette che quel lato fosse cotto, la gira di nuovo e, state
bene a sentire, questa parte non era neanche un briciolo picotta
dell'altra. - Che dannata sfortuna, - dice il soldato, proprio il
colmo! Ma non l'ho ancora finita con te, mia cara, dice, - anche se ti
credi tanto furba; - e con questo la rivolta: ma il fuoco non aveva
lasciato il minimo segno sulla bella trota.- Bene, - fa
quell'incorreggibile furfante (perch certo, signore, se solo non
fosse stato davvero un incorreggibile furfante avrebbe potuto capire
che stava facendo una cosa sbagliata vedendo che tutti i suoi sforzi
non servivano a niente). - Bene, mia bella trotina, forse sei fritta
abbastanza, anche se non hai proprio un bel colore; magari sei meglio
di quel che sembri, come un gatto scorticato, e dopo tutto sei un buon
bocconcino; - e cosdicendo tira fuori coltello e forchetta per
assaggiare un pezzo di trota; ma, caspita, appena ficca il coltello
nel pesce ne esce un grido costerrificante che morireste di paura
solo a sentirlo, e la trota salta fuori dalla padella e cade in mezzo
al pavimento; e nel punto dov'era caduta ecco che si alza una
leggiadra signora, la pibella creatura mai vista, vestita di bianco,
con un nastro d'oro fra i capelli, e un rivoletto di sangue che le
cola dal braccio.
- Guarda dove mi hai ferita, scellerato, - dice la dama, e gli mostra
il braccio, e, caro mio, quello credette di aver perso il bene della
vista.
- Non potevi lasciarmi fresca e tranquilla nel fiume dove mi hai
acciuffata, invece di disturbarmi mentre ero intenta a compiere la mia
missione? - disse.
Il soldato si mise a tremare come un cane in un sacco bagnato, e alla
fine balbettqualcosa, e pregche gli venisse risparmiata la vita, e
chiese perdono a sua Signoria, e disse che non sapeva che stesse
svolgendo una missione, e che era un soldato troppo bravo per non aver
di meglio da fare che immischiarsi nelle sue faccende.
- Io "stavo" compiendo una missione, - dice la dama. - stavo
aspettando il mio amato che mi raggiungernelle acque, e se passer mentre io non ci sono, e lo perder ti trasformerin un piccolo
salmone, e ti perseguiterdovunque e per sempre finch crescer l'erba e l'acqua scorrer
Il soldato si sent morire all'idea di essere trasformato in un
salmoncino, e chiese piet allora cosdice la dama:
- Abbandona le tue cattive abitudini, peccatore, o sartroppo tardi
per pentirti; comportati bene per l'avvenire e compi il tuo dovere
(1); e ora, - dice, - riportami indietro e mettimi di nuovo nel fiume
dove mi hai trovata.
- Oh, mia signora, - dice il soldato, - come potrei trovare il
coraggio di annegare una dama tanto bella?
Ma prima che potesse aggiungere parola la dama era svanita, e l sul
pavimento, il soldato vide la piccola trota. Bene, allora la mette in
un piatto pulito e corre via con quanto fiato ha in corpo, per paura
che il suo amato potesse giungere mentre lei non c'era ancora; e corse
e corse fino a che arrivdi nuovo alla caverna e gettla trota nel
fiume. Nel preciso istante in cui lo fece, per un attimo l'acqua
divent rossa come il sangue, a causa della ferita, immagino, fin
quando la corrente non lavvia la chiazza; e ancora oggi c' una
piccola macchia rossa sul fianco della trota, ldove era stata ferita
(2).
Signore, da quel giorno il soldato divenne un altro uomo; cambivita,
andregolarmente a confessarsi, e praticl'astinenza tre volte alla
settimana - sebbene non mangiasse mai pesce nei giorni di astinenza,
perch dopo lo spavento che s'era preso, il pesce non gli sarebbe pi rimasto nello stomaco - con licenza parlando.
In ogni caso era diventato un altro uomo, come ho detto, e, passato un
po' di tempo, lascil'esercito e da ultimo si fece eremita; e si dice
che "pregasse sempre per l'anima della Trota Bianca".

Queste storie di trote sono comuni in tutta l'Irlanda. Molti pozzi
sacri sono dimora di simili trote benedette. In un pozzo sulla riva di
Lough Gill, Sligo, c'una trota che un qualche miscredente mise una
volta sulla graticola. Ne porta i segni ancor oggi. Molto tempo fa il
santo che consacril pozzo mise lla trota. Oggi possono vederla
solo le anime devote che hanno fatto la dovuta penitenza.

NOTA 1: I contadini irlandesi chiamano la frequenza al confessionale
家ndare a fare il proprio dovere
NOTA 2: Il pesce ha realmente una macchia rossa sul fianco.

LA LEGGENDA DI KNOCKGRAFTON.

C'era una volta un pover'uomo che viveva nella fertile valle di
Aherlow, ai piedi dei tenebrosi monti Galtee, e aveva una grossa gobba
sulla schiena: a guardarlo, pareva che gli avessero arrotolato il
corpo e glielo avessero sistemato sulle spalle; e la testa era cos schiacciata dal peso che, quando stava seduto, il mento trovava
sostegno sulle ginocchia. Gli abitanti delle campagne preferivano
evitare di incontrarlo in luoghi solitari, perch anche se il
poveretto era pacifico e inoffensivo come un bambino appena nato, la
sua deformit era tale che a stento lo si sarebbe detto un essere
umano, e delle malelingue avevano messo in giro strane storie sul suo
conto. Si raccontava che fosse un esperto conoscitore di erbe e di
incantesimi; ma la cosa certa era che aveva una grande abilit nell'intrecciare paglie e giunchi facendone cappelli e ceste, e in
questo modo si guadagnava da vivere.
Lusmore, era questo il soprannome che gli era stato affibbiato perch sul suo cappellino di paglia non mancava mai un rametto del 宮appuccio
delle fateo digitale, riceveva sempre qualche soldo pidegli altri
per i suoi lavori d'intreccio, ed era forse per tale motivo che
qualcuno, spinto dall'invidia, aveva fatto circolare quelle strane
storie su di lui.
Sia come sia, accadde che una sera facesse ritorno a Cappagh dalla
graziosa cittadina di Cahir, e poicha causa della grossa gobba sulla
schiena il piccolo Lusmore camminava assai lentamente, era buio fitto
quando giunse all'antico tumulo di Knockgrafton che si trovava sul
lato destro della strada. Era stanco e affaticato e in cuor suo per
niente tranquillo al pensiero della strada che ancora gli restava da
percorrere e alla prospettiva di dover camminare tutta la notte;
sedette allora sotto il tumulo per riposarsi, e cominci a fissare
tristemente la luna che

Levandosi in una maestdi nubi, infine
Palesata Regina, svelava l'ineffabile sua luce,
E il suo manto d'argento gettava sulla notte.

Di la poco arrivalle orecchie del piccolo Lusmore il confuso canto
di una melodia celeste; si pose in ascolto, e pensche mai prima
d'allora gli era capitato di sentire una musica tanto incantevole. Era
come il suono di molte voci in cui ognuna si fondeva e si armonizzava
con l'altra in modo cosparticolare da produrre l'effetto di una voce
sola: eppure tutte intonavano arie differenti. Le parole della canzone
erano:

Lunes, Martes, Lunes, Martes, Lunes, Martes; (x)

seguiva un attimo di pausa, quindi lo svolgersi della melodia
riprendeva daccapo.
Lusmore ascoltava attentamente, e quasi non respirava per paura di
perdere anche la pidebole nota. Percepiva ora con chiarezza che il
canto veniva dall'interno del tumulo, ma, anche se dapprincipio ne era
stato cosaffascinato, cominciava a essere stufo di sentire lo stesso
suono ripetuto tanto spesso senza alcun cambiamento; e allora,
approfittando della pausa, dopo che "Lunes, Martes" era stato cantato
tre volte, riprese la melodia e la intoncon le parole "e Mercole
ancora", e poi continua cantare "Lunes, Martes" assieme alle voci
provenienti dal tumulo, terminando il canto, al ripetersi della pausa,
con "e Mercole ancora".
Nell'udire questa aggiunta alla musica, i folletti di Knockgrafton, la
canzone era infatti un'aria magica, ne rimasero talmente conquistati
che in quattro e quattr'otto risolsero di portare con sil mortale
che dimostrava di possedere un talento, nella musica, tanto superiore
al loro, e il piccolo Lusmore fu trasportato tra i folletti
all'incredibile velocitdi un turbine.
Lo spettacolo che improvvisamente gli comparve innanzi mentre scendeva
attraverso il tumulo girando su se stesso con la leggerezza di un
fuscello e la musica pidolce seguiva il ritmo del suo movimento, fu
stupendo. Gli venne poi tributato il pigrande degli onori, perchfu
posto al di sopra di tutti i musicisti, ed ebbe servi che si
occupavano di lui e gli fu dato tutto quello che poteva desiderare: in
breve, fu trattato come fosse stato l'uomo piimportante del paese.
Dopo poco, Lusmore not che fra i folletti aveva luogo un gran
confabulare e se ne spaventnon poco, nonostante tutte le gentilezze
ricevute, finch uno non si stacc dagli altri e gli si avvicin dicendo:

Lusmore! Lusmore!
Non avere alcun timore,
Quella gobba, quel gonfiore
Non dara te pidolore;
Guarda in basso, con rumore
E' caduta, Lusmore!

Non appena queste parole furono pronunciate, il piccolo Lusmore si
sentcosleggero e felice che credette di poter saltare con un balzo
solo sulla luna, come la mucca nella storia del gatto e del violino; e
con gioia indicibile vide la sua gobba ruzzolargli gidalle spalle,
sul pavimento. Allora prova sollevare la testa, e lo fece con la
dovuta cautela per paura di sbattere contro il soffitto del salone in
cui si trovava. Si guard ancora ripetutamente in giro,
meravigliandosi e deliziandosi di ogni cosa che gli appariva sempre
pibella; sopraffatto dalla vista di una scena tanto rilucente, fu
preso da capogiro, e lo sguardo gli si oscur Cadde infine in un
sonno profondo, e quando si svegliscoprche era giorno fatto, il
sole splendeva alto, e gli uccelli cantavano dolcemente; ed egli si
trovdisteso proprio ai piedi del tumulo di Knockgrafton, con le
mucche e le pecore che pascolavano placidamente attorno a lui. La
prima cosa che Lusmore fece, dopo aver detto le sue preghiere, fu di
mettersi una mano dietro per sentire la gobba, ma sulla sua schiena
non ne era rimasta neppure una traccia, ed egli si esamincon grande
orgoglio, perch ora era diventato un agile ometto ben sagomato e,
oltre a ci si ritrovava con un nuovo abito intero che, concluse, i
folletti avevano fatto per lui.
Se ne and verso Cappagh, e camminava con tanta leggerezza,
saltellando a ogni passo, che pareva avesse fatto il maestro di ballo
per tutta la vita. Non uno di quelli che gli passarono accanto lo
riconobbe senza la gobba, e Lusmore ebbe un gran da fare a persuadere
ognuno che era lo stesso uomo - in veritnon lo era, per quel che
riguardava l'aspetto esteriore.
Naturalmente non ci volle molto prima che la storia della gobba di
Lusmore si diffondesse, e se ne parlcome di un gran prodigio. Nel
paese, per miglia attorno, era l'argomento sulla bocca di tutti,
ricchi e poveri.
Una mattina, mentre Lusmore se ne stava seduto assai soddisfatto sulla
porta della sua capanna, gli si avvicinuna donna e gli chiese se
poteva mostrarle la via per Cappagh.
- Non c'bisogno che vi dia nessuna indicazione, buona donna, disse
Lusmore, - perchCappagh questo; chi mai cercate qui?
- Sono venuta, - disse la donna, - dal paese di Decie, nella contea di
Waterford, per trovare un certo Lusmore al quale ho sentito dire che i
folletti hanno tolto la gobba; perchil figlio di una mia vicina ha
sulla schiena una gobba che sar la sua morte; e, forse, se gli
facessero lo stesso incantesimo fatto a Lusmore, la gobba potrebbe
andargli via. Ora vi ho detto perchmi sono spinta tanto lontano: per sapere di questo incantesimo, se mi possibile.
Lusmore, che era l'ometto di buon cuore di sempre, raccontalla donna
tutti i particolari: come a Knockgrafton avesse intonato la canzone
per i folletti, come la gobba gli fosse stata levata dalle spalle, e
come per di piavesse ricevuto un nuovo abito intero.
La donna lo ringrazimoltissimo, e se ne andvia tutta contenta e
con l'animo sollevato. Tornata alla casa della vicina, nella contea di
Waterford, le ripetper filo e per segno quello che Lusmore le aveva
detto: misero allora il gobbetto, che era una creatura furba e
stizzosa fin dalla nascita, su una carretta e lo condussero attraverso
tutto il paese. Fu un viaggio lungo, ma non vi badarono, purchgli
venisse tolta la gobba di dosso; e, proprio al calar della notte, lo
portarono sotto il vecchio tumulo di Knockgrafton e ve lo lasciarono.
Jack Madden, era questo il nome del gobbetto, non stava lda molto
quando udrisuonare la melodia dentro il tumulo: era assai pidolce
della volta precedente, perchi folletti la cantavano nel modo in cui
Lusmore l'aveva modificata per loro, e la canzone ripeteva: "Lunes,
Martes, Lunes, Martes, Lunes, Martes e Mercole ancora", senza
interrompersi mai. Jack Madden, che aveva una gran fretta di
sbarazzarsi della sua gobba, non pensneanche un istante di aspettare
che i folletti avessero finito, nche sarebbe stato meglio rimanere
in attesa di una occasione propizia per riprendere il motivo in modo
ancor pi squisito di quanto avesse fatto Lusmore; cos dopo aver
ascoltato i versi per intero sette volte senza che i folletti si
fermassero mai, non badando al tempo o al carattere del pezzo, n cercando di introdurre le sue parole in modo appropriato, sbotta con:
"e Mercole ancora, e anche Giobia", pensando che se un giorno andava
bene due erano ancora meglio; e che se Lusmore aveva ricevuto un abito
nuovo, lui ne avrebbe avuti due.
Le parole gli erano appena uscite dalle labbra che fu sollevato e
trasportato in un baleno dentro il tumulo con una forza prodigiosa; e
i folletti vennero con grande irritazione a radunarsi attorno a lui,
strillando, urlando e strepitando: Chi ha sciupato la nostra canzone?
Chi ha sciupato la nostra canzone?- e uno si staccdagli altri e gli
si avvicindicendo:

Jack Matto! Jack Matto!
E' un gran guaio quel che hai fatto
Alla musica nostro diletto;
Nel castello sei stato costretto,
Perchla tua vita si copra di lutto;
Ecco qui, son due gobbe per Jack Gobbo Matto!

Venti dei folletti pirobusti portarono quindi la gobba di Lusmore e
la appoggiarono sopra quella che gistava sulla schiena del povero
Jack, e lrimase attaccata tanto fissa come vi fosse stata inchiodata
con chiodi da dodici penny dal migliore falegname che mai abbia
piantato un chiodo. Poi lo scacciarono a calci dal castello; e al
mattino, quando la madre e la vicina vennero a cercare il loro
omarino, lo trovarono ai piedi del tumulo mezzo morto, con l'altra
gobba sulla schiena. Potete immaginare come si guardarono l'un
l'altra! Ma avevano paura ad aprire bocca per timore di ritrovarsi
anche loro con una gobba sulle spalle. Si riportarono lo sfortunato
Jack Madden a casa, abbattute nell'animo e nell'aspetto come mai si
videro due vicine; e vuoi per il peso della seconda gobba, vuoi per il
lungo viaggio, il gobbetto morpoco dopo, lasciando, si dice, la sua
pesante maledizione su tutti coloro che ancora volessero andare ad
ascoltare le melodie fatate.

NOTA x: [vedi nota dell'autore in appendice].

UN FOLLETTO DEL DONEGAL.

Eh, s una brutta cosa scontentare i 峴ignori proprio vero -
possono diventare poco amichevoli se li si fa andare in collera, e
possono essere il meglio del meglio dei vicini se sono trattati con
gentilezza.
Un giorno la sorella di mia madre stava tutta sola in casa con un
pentolone d'acqua che bolliva sul fuoco, e uno della piccola gente caduto gidal camino, ed scivolato nell'acqua calda con le sue
gambette.
Ha cacciato uno strillo terribile e in un minuto la casa era piena di
creaturine piccolissime che lo tiravano fuori dal pentolone e lo
trascinavano per il pavimento.
- Ti ha scottato lei? - mia zia ha sentito che gli chiedevano.
- No, no, sono stato io che mi sono scottato da me, - fa il piccolino.
- Ah, bene, bene, - dicono loro. - Se sei stato tu che ti sei scottato
da te non diremo niente, ma se ti avesse scottato lei, gliela avremmo
fatta pagare.













INCARNAZIONI FATATE.

A volte i folletti si invaghiscono di esseri mortali e li portano con
s nel loro paese, lasciando in cambio un qualche malaticcio bimbo-
folletto, o un ceppo di legno che per incantesimo appare come un
mortale, e a poco a poco si consuma e muore e viene sepolto. Rubano
per lo pibambini. Se si 射uarda troppo un bambino se ciolo si
osserva con invidia, i folletti lo hanno in loro potere. Si possono
fare molte cose per scoprire se un bambino un'incarnazione dei
folletti, ma c'un sistema infallibile: metterlo sul fuoco con questa
formula riportata da Lady Wilde: 唇rucia, brucia, brucia, se sei del
diavolo, brucia; ma se sei di Dio e dei Santi, sii salvo da ogni
male Allora, se un'incarnazione dei folletti, scappersu per il
camino con un grido, perch secondo Giraldus Cambrensis, 展l fuoco il nemico pigrande di ogni genere di spettro, tanto che quelli che
hanno avuto apparizioni cadono in deliquio non appena percepiscono la
brillantezza del fuoco
A volte ci si libera della creatura in un modo molto meno brutale.
Risulta che un giorno, mentre una madre stava curva su una
incarnazione avvizzita il chiavistello fu sollevato ed entrun
folletto riportando a casa il bimbo sano rapito. 娟ono stati gli
altri, - disse, - a rapirlo In quanto a lei, rivoleva indietro il
suo bambino.
Secondo alcuni, coloro che sono portati via sono felici, poichvivono
in un'abbondanza di agi, musica e allegria. Altri peraffermano che
essi si struggono continuamente per la mancanza dei loro amici
terreni. Lady Wilde riporta una fosca tradizione secondo la quale ci
sono due tipi di folletti: i primi allegri e gentili; gli altri
cattivi, che ogni anno sacrificano una vita a Satana ed a tale scopo
che rubano i mortali. Nessun altro scrittore irlandese riferisce di
questa tradizione: se esistono tali tipi di folletti devono essere fra
gli spiriti solitari, i Pooka, i Fir Darrig e simili.

LA DISTILLAZIONE DEI GUSCI D'UOVO.

La signora Sullivan aveva il sospetto che il suo ultimo nato le fosse
stato scambiato da 峽adri folletti e certamente le apparenze
giustificavano tale conclusione; in una sola notte, infatti, il suo
sano bimbetto dagli occhi azzurri si era raggrinzito fino a diventare
quasi un niente e non la smetteva di strepitare e piangere. La povera
signora Sullivan era naturalmente molto triste, e tutti i vicini, per
confortarla, le dicevano che sicuramente il suo bambino era con il
宴uon popoloe che al suo posto era stato messo un folletto.
Certamente la signora Sullivan non poteva non credere a ciche tutti
quanti le dicevano, ma non voleva far del male alla creaturina,
perch sebbene la sua faccia fosse cosavvizzita e il corpo ridotto
al solo scheletro, conservava tuttavia una forte somiglianza col suo
vero bambino. Non riusciva percia trovare il coraggio di arrostirlo
vivo sulla graticola o di bruciargli via il naso con le molle
incandescenti o di gettarlo sul lato della strada in mezzo alla neve,
malgrado questi e altri simili procedimenti le venissero caldamente
raccomandati come sistemi per recuperare il suo bambino.
Un giorno successe che la signora Sullivan incontrper caso proprio
una donna che la sapeva lunga di queste cose, ben conosciuta nel paese
col nome di Ellen Leah (o la Grigia Ellen). Aveva il dono, comunque
l'avesse acquistato, di dire dove erano i morti e che cosa poteva
essere utile al riposo delle loro anime; e con arti magiche aveva il
potere di togliere porri e gozzi e di compiere tutta una serie di
meraviglie di tal genere.
- Vi vedo afflitta questa mattina, signora Sullivan, - furono le prime
parole che Ellen Leah le rivolse.
- Lo potete ben dire, Ellen, - disse la signora Sullivan, - e ho ben
ragione di essere afflitta, dal momento che il mio bel bambino, che
era nella culla, mi stato strappato via senza neanche un 宮on
permessoo uno 峴cusate tanto e al suo posto c'era un brutto
sgorbio di folletto grinzoso; non c'da sorprendersi, dunque, che mi
vediate afflitta, Ellen.
- Non vi si purimproverare, signora Sullivan, - disse Ellen Leah, -
ma siete sicura che sia un folletto?
- Sicura! - fece eco la signora Sullivan. - Ne sono ben sicura, per
mia disgrazia; posso forse dubitare dei miei stessi occhi? Ogni cuore
di madre deve certo commiserarmi!
- Volete seguire il consiglio di una vecchia? - chiese Ellen Leah
fissando il suo sguardo inquietante e misterioso sulla infelice madre;
e, dopo una pausa, aggiunse: - Ma poi non direte che un consiglio
sciocco?
- Potete farmi riavere il mio bambino, il mio caro bambino, Ellen? -
disse la signora Sullivan tutta infervorata.
- Se farete come vi ordino, - rispose Ellen Leah, - lo saprete.
La signora Sullivan rimase in attesa, in silenzio, ed Ellen continu
- Mettete sul fuoco il pentolone grosso, pieno d'acqua, e fatela
bollire a pinon posso; poi prendete una dozzina di uova appena
deposte, rompetele e tenete i gusci, ma gettate via il resto; fatto
questo, mettete i gusci nella pentola d'acqua bollente e saprete
presto se quello il vostro bambino o un folletto. Se scoprite che
quello nella culla un folletto, prendete l'attizzatoio incandescente
e ficcateglielo giper la sua orribile gola, e, fatto questo, non
avrete pifastidi, ve lo assicuro.
La signora Sullivan se ne anda casa e fece come Ellen Leah le aveva
comandato. Mise la pentola sul fuoco e sotto una gran quantit di
torba e fece bollire l'acqua a un ritmo tale che se mai ci fu un'acqua
incandescente quella sicuramente lo era.
Il bambino giaceva, strano a dirsi, tutto calmo e tranquillo nella
culla, lanciando ogni tanto un'occhiata, che brillava pungente come
una stella in una notte gelida, verso il gran fuoco e il pentolone che
vi stava sopra; e seguiva con estrema attenzione la signora Sullivan
che rompeva le uova e metteva a bollire i gusci. Alla fine chiese, con
la voce di un uomo molto vecchio: - Cosa stai facendo mammina?
Quando la signora Sullivan sentil bambino parlare, il cuore come lei
stessa rifer- le balzin gola al punto da soffocarla. Ma riusc a
mettere l'attizzatoio nel fuoco e a rispondere a quelle parole senza
mostrare alcuna sorpresa: - Sto distillando, figlio mio.
- E cosa distilli, mammina? - disse il diavoletto, la cui
soprannaturale capacit di parola provava senza alcun dubbio che era
un sostituto fatato.
- Ah, se l'attizzatoio fosse girosso, - pensava la signora Sullivan;
ma era grosso e impiegava molto tempo a scaldarsi, perci decise di
distrarre il bambino con le chiacchiere finchnon fosse arrivato al
punto giusto per ficcarglielo in gola e cosripetla domanda: - Vuoi
sapere cosa sto distillando, figlio mio?- disse.
- S mammina; cosa distilli? - rispose il folletto.
- Gusci d'uova, figlio mio, - disse la signora Sullivan.
- Oh! - strillil diavoletto saltando su nella culla e battendo le
mani, - sono al mondo da millecinquecento anni e non ho mai visto una
distillazione di gusci d'uova prima d'ora!
A questo punto l'attizzatoio era rovente e la signora Sullivan,
afferrandolo, corse con furia verso la culla; ma in qualche modo le
scivolun piede, cadde distesa sul pavimento e l'attizzatoio le vol via di mano fino all'altro lato della stanza. Si alztuttavia senza
perdere troppo tempo e andalla culla, con l'intenzione di ficcare la
creatura maligna che vi giaceva nella pentola d'acqua bollente, quando
vide il suo vero bambino immerso in un dolce sonno: uno dei morbidi e
rotondi braccini era appoggiato sul cuscino, i suoi lineamenti erano
sereni come se la loro quiete non fosse mai stata disturbata e solo la
rosea boccuccia si muoveva con un respiro lieve e regolare.







JAMIE FREEL E LA FANCIULLA RAPITA.
Un racconto del Donegal.

Laggia Fannet, in tempi ormai lontani, vivevano Jamie Freel e sua
madre. Jamie era per la vedova l'unico sostegno: le sue forti braccia
lavoravano per lei instancabilmente e quando arrivava il sabato sera
le versava in grembo tutta la sua paga, ringraziandola rispettosamente
per la moneta da mezzo penny che lei gli rendeva per comprarsi il
tabacco.
I vicini ne parlavano come del miglior figlio mai visto e conosciuto.
Eppure Jamie aveva vicini della cui opinione era completamente
all'oscuro, personaggi che vivevano a pochissima distanza da lui ma
che egli non aveva mai visto e che, infatti, sono visti molto
raramente dai mortali se non alla vigilia del Primo Maggio e di
Ognissanti.
Si diceva che un vecchio castello in rovina a un quarto di miglio
circa dalla capanna di Jamie fosse la dimora della 峰iccola gente
Ogni vigilia di Ognissanti le antiche finestre si illuminavano e i
passanti potevano vedere minuscole figure svolazzare avanti e indietro
nell'edificio mentre si udiva la musica delle zampogne e dei flauti.
Era risaputo che le fate vi tenevano i loro festini magici, ma nessuno
aveva mai avuto il coraggio di mettervi piede.
Jamie aveva pivolte osservato da lontano le figurette e ascoltato
quella musica cos attraente chiedendosi come fosse l'interno del
castello; ma una sera, alla vigilia di Ognissanti, si alze, preso il
cappello, disse a sua madre: - Me ne vado al castello a cercar
fortuna.
- Cosa! - gridla donna; - avresti il coraggio di andare l Tu che
sei l'unico figlio di una povera vedova! Non essere cos sciocco e
temerario, Jamie! Ti uccideranno, e che ne sarallora di me?
- Non aver paura, madre, che non mi capiterniente di male. Ma devo
proprio andare.
E se ne part Attraversato il campo di patate, giunse in vista del
castello: le finestre erano tutte splendenti di luci sda trasformare
in oro le foglie rossicce ancora attaccate ai rami del melo selvatico.
Fermatosi nel boschetto presso un lato del rudere, Jamie stette ad
ascoltare la baldoria degli elfi, e quelle risate e quei canti lo
resero ancora pirisoluto a entrare.
Un gran numero di piccoli esseri, i pialti grandi come un bambino di
cinque anni, stavano danzando alla musica dei flauti e dei violini,
mentre altri bevevano e si divertivano.
- Benvenuto Jamie Freel! Benvenuto, benvenuto Jamie! - esclam la
compagnia scorgendo il visitatore. La parola 宴envenutofu raccolta e
ripetuta da ogni voce nel castello.
Il tempo volava; Jamie si stava divertendo moltissimo, quando i suoi
ospiti dissero: - Questa notte andremo a cavallo fino a Dublino per
rapire una fanciulla. Vuoi venire anche tu, Jamie Freel?
- Certo che voglio, - disse l'intrepido giovanotto che aveva sete di
avventure.
Dei cavalli aspettavano alla porta. Jamie ne mont uno e il suo
destriero si levin aria con lui. Di la poco sorvolava la casa di
sua madre, circondato dalla schiera degli elfi: continuarono ad andare
e andare volando sopra aspre montagne e basse colline, sopra il
profondo Lough Swilley e sopra i villaggi e i casolari dove la gente
tostava nocciole e mangiava mele per festeggiare in allegria la notte
di Ognissanti. A Jamie sembr che avessero volato su tutta quanta
l'Irlanda prima di arrivare a Dublino.
- Questa Derry, - dissero le fate passando sopra le guglie della
cattedrale; e quello che una voce aveva detto fu ripetuto da tutte le
altre, finchsi udirono cinquanta vocette gridare: Derry! Derry!
Derry!
In questo modo Jamie venne tenuto al corrente di ogni cittche,
trovandosi sulla loro rotta, sorvolavano, e alla fine ud le voci
argentine gridare: - Dublino! Dublino!
Non era certo una misera dimora quella che stava per essere onorata
dalla visita dei folletti, ma una delle pibelle case di Stephen's
Green.
La compagnia smontda cavallo vicino a una finestra e Jamie vide in
un letto meraviglioso uno splendido volto appoggiato sul cuscino. Vide
che la damigella veniva sollevata e portata via mentre il bastone che
era stato messo nel letto al suo posto ne riprendeva esattamente la
forma.
La fanciulla fu posta davanti a un cavaliere e portata per un breve
tratto e poi passata a un altro; intanto i nomi delle cittvenivano
annunciati come nel viaggio d'andata.
Si stavano avvicinando a casa; Jamie udi nomi 娜athmullan, Milford,
Tamneye allora seppe che erano ormai vicini alla sua capanna.
- Tutti voi a turno avete portato la fanciulla, - disse; perchnon
dovrei portarla un pezzetto anch'io?
- Certo che puoi averla anche tu per un po', Jamie, - gli dissero
gentilmente.
Tenendo stretto stretto il suo tesoro, Jamie smontvicino alla porta
della casa di sua madre.
- Jamie Freel, Jamie Freel! E' questo il modo di trattarci? gli
gridarono, e scesero anche loro da cavallo vicino alla porta.
Jamie strinse forte le braccia anche se non sapeva neppure pilui che
cosa stesse stringendo, perch la 峰iccola gente trasformava
continuamente la fanciulla in ogni genere di strane forme. Un momento
era un cane nero che abbaiava e tentava di mordere, un altro era una
sbarra di ferro incandescente che pernon aveva calore, poi ancora
era un sacco di lana.
Ma nonostante ciJamie la teneva stretta; e gii folletti di cui si
era preso gioco se ne stavano andando, quando una fatina minuscola, la
pipiccola del gruppo, esclam - Jamie Freel ce l'ha presa ma non
gliene verralcun bene, perchla fardiventare sorda e muta, - e
gettqualcosa sulla ragazza.
Mentre si allontanavano a cavallo tutti delusi, Jamie sollev il
chiavistello ed entrin casa.
- Jamie, ragazzo! - esclam la madre, - sei stato fuori tutta la
notte. Che cosa ti hanno fatto?
- Niente di brutto, mamma; ho avuto la miglior fortuna che mi potesse
capitare. Ecco qui una bellissima fanciulla che ti ho portato per
farti compagnia.
- Che Dio ci benedica e ci protegga, - esclamla madre, e per qualche
minuto restcossorpresa che non le riuscdi pensare a nient'altro
da dire.
Jamie le raccontla storia dell'avventura notturna e findicendo: -
Certamente non avresti permesso che io la lasciassi andare con loro e
che fosse perduta per sempre!
- Ma una "signora", Jamie! Come puuna signora mangiare il nostro
povero cibo e vivere alla nostra misera maniera? Vorrei proprio
saperlo, sciocco d'un ragazzo.
- Beh, mamma, meglio per lei essere qui che non l - e punt l'indice in direzione del castello.
Intanto la ragazza, sorda e muta, rabbrividendo nei suoi abiti
leggeri, si avvicinall'umile fuoco di torba.
- Povera creatura, strana e bella. Non mi meraviglia che abbiano
messo gli occhi su di lei, - disse la vecchia donna guardando con
ammirazione e pietla sua ospite. - Prima di tutto dobbiamo pensare a
vestirla; ma io, disgraziata, cosa posso avere da far indossare a una
come lei?
Andverso l'armadio a muro della stanza comune e prese la sua gonna
della festa di rozzo panno scuro; poi aprun cassetto e tirfuori un
paio di calze bianche, una lunga veste di buon lino, bianca come la
neve, e una cuffia: i suoi vestiti 宵a morta come li chiamava di
solito.
Questi capi del suo guardaroba erano pronti da tempo per una certa
triste cerimonia della quale un giorno lei sarebbe stata la
protagonista, e venivano esposti solo di tanto in tanto quando li si
appendeva a prendere aria, ma si era decisa a dare anche queste cose
alla bella e tremante visitatrice che si volgeva da lei a Jamie e da
Jamie di nuovo a lei con una espressione di muto dolore e di sorpresa.
La povera ragazza si lascivestire, poi si sedette su di una bassa
panchetta nell'angolo del camino e affondil viso tra le mani.
- Cosa faremo per non sfigurare di fronte a una signora come voi? -
esclamla vecchia donna.
- Lavorerper tutte e due, mamma, - rispose il figlio.
- E come potruna signora adattarsi al nostro misero cibo? ripetla
donna.
- Lavorerper lei, - disse Jamie per tutta risposta.
E mantenne la sua parola.
Per lungo tempo la fanciulla fu molto triste e pidi una sera le
lacrime le scesero sulle guance mentre la vecchia madre filava vicino
al fuoco e Jamie faceva reti per i salmoni, abilitche aveva
acquistato dl recente nella speranza di offrire qualche agio in pi alla sua ospite.
Questa era sempre gentile e si sforzava di sorridere quando vedeva che
la stavano guardando; poco per volta si adattalle loro abitudini e
al loro genere di vita. Non passmolto tempo che comincia dare da
mangiare ai maiali, a preparare pastoni di grano e patate per i polli
e a fare calzini di forte lana blu.
Cospassun anno e venne di nuovo la vigilia di Ognissanti.
- Mamma, - disse Jamie levandosi rispettosamente il cappello, me ne
vado al vecchio castello a cercar fortuna.
- Sei matto Jamie? - gridla madre terrorizzata. - Questa volta ti
uccideranno di sicuro per quello che gli hai combinato l'anno scorso.
Jamie diede poca importanza a quei timori e andper la sua strada.
Quando raggiunse il boschetto di meli selvatici vide, come la volta
precedente, brillare le luci alle finestre del castello e udun
parlare ad alta voce. Strisciando sotto le finestre senti folletti
che dicevano: - E' stato un tiro mancino quello che ci ha giocato
Jamie Freel l'anno scorso quando ci portvia la graziosa fanciulla.
- Certo, - disse la fatina minuscola, - e io l'ho punito per questo;
infatti una muta immagine quella che siede ora al suo focolare; ma
lui non sa che tre gocce del liquido del bicchiere che tengo in mano
le ridarebbero l'udito e la favella.
Il cuore di Jamie batteva forte mentre entrava nel salone. Fu di nuovo
accolto dalla compagnia con un coro di 宴envenuto - Ecco che arriva
Jamie Freel. Benvenuto, benvenuto Jamie!
Appena il rumore si calmla fatina disse: - Devi bere alla nostra
salute Jamie da questo bicchiere che ho in mano.
Jamie le strappil bicchiere e sfrecciverso la porta. Non seppe mai
come fosse riuscito a raggiungere la sua capanna, ma ci arrivsenza
fiato e si lascicadere accanto al focolare.
- Questa volta sei proprio finito male, mio povero ragazzo! disse sua
madre.
- No davvero, questa volta sono stato pifortunato che mai -. E diede
alla fanciulla le tre gocce del liquido che ancora restavano al fondo
del bicchiere malgrado la sua corsa sfrenata attraverso il campo di
patate.
La fanciulla cominci a parlare e le sue prime parole furono di
ringraziamento per Jamie.
I tre abitanti della capanna avevano talmente tante cose da dirsi, che
quando l'alba era passata da un pezzo e la musica fatata era del tutto
finita, stavano ancora parlando intorno al fuoco.
- Jamie, - disse la fanciulla, - sii cosgentile da procurarmi carta,
penna e inchiostro in modo che io possa scrivere a mio padre e dirgli
cosa mi successo.
Scrisse, ma le settimane passavano e non riceveva risposta. Riscrisse
pivolte, e ancora nessuna risposta. Infine disse: Devi venire con me
a Dublino, Jamie, per cercare mio padre.
- Non ho denaro per affittare un carro, - rispose Jamie, - e come fai
ad andare a piedi fino a Dublino?
Ma la fanciulla lo pregtalmente che Jamie acconsenta mettersi in
viaggio e a farsi tutta la strada da Fannet a Dublino. Non fu certo
cos facile come durante il viaggio fatato ma infine suonarono alla
porta della casa in Stephen's Green.
- Dite a mio padre che sua figlia qui, - disse al servitore che era
venuto ad aprire.
- Il signore che abita in questa casa non ha figlie, ragazza mia. Ne
aveva una ma morta pidi un anno fa.
- Non mi riconoscete Sullivan ?
- No, povera ragazza, non vi conosco.
- Fatemi vedere il padrone di casa. Chiedo solo di vederlo.
- Beh! Non chiedete gran cosa. Vediamo cosa si pufare.
Dopo pochi minuti il padre della fanciulla giunse alla porta.
- Caro padre, - disse la ragazza, - non mi riconoscete?
- Come osi chiamarmi padre? - gridl'anziano signore incollerito. -
Sei una simulatrice. Io non ho nessuna figlia.
- Guardatemi in viso, padre, e certo mi riconoscerete.
- Mia figlia morta e sepolta. E' mancata molto tempo fa -. La voce
dell'anziano signore era passata dall'ira al dolore. - Puoi andartene,
- concluse.
- Caro padre, aspettate finchavrete visto I'anello che porto al
dito. Guardate, ci sono incisi il vostro nome e il mio.
- Questo certamente l'anello di mia figlia, ma non so come ne sei
venuta in possesso; temo non in modo onesto.
- Chiamate mia madre, lei mi riconoscerdi sicuro, - disse l'infelice
ragazza che ormai stava piangendo amaramente.
- La mia povera moglie sta cominciando a dimenticare la sua pena.
Ormai parla raramente di sua figlia. Perchdovrei rinnovare il suo
dolore ricordandole quella perdita?
Ma la fanciulla continua insistere tanto che alla fine fu mandata a
chiamare la madre.
- Mamma, - disse la ragazza quando l'anziana signora venne alla porta,
- neanche tu riconosci tua figlia?
- Io non ho figlie; mia figlia more fu sotterrata tanto, tanto tempo
fa.
- Dammi anche solo un'occhiata in viso e certo mi riconoscerai.
L'anziana signora scosse il capo.
- Voi tutti mi avete dimenticata. Ma guarda questo neo che ho sul
collo. Ora mamma mi riconoscerai di sicuro.
- S s - disse la madre, - la mia Gracie aveva sul collo un neo
simile a questo; eppure io l'ho vista nella bara e ho visto il
coperchio chiudersi sopra di lei.
Fu allora Jamie a parlare, e raccontla storia del viaggio fatato,
del rapimento della fanciulla, della sagoma che aveva visto adagiata
al suo posto, della sua vita a Fannet insieme alla madre, dell'ultima
vigilia di Ognissanti e delle tre gocce che l'avevano liberata
dall'incantesimo.
Quando si interruppe la ragazza continu la storia raccontando di
quanto madre e figlio erano stati gentili con lei.
I genitori non sapevano come ringraziare Jamie. Lo trattarono con ogni
riguardo e, quando espresse il desiderio di ritornare a Fannet,
dissero che non sapevano cosa fare per dimostrargli la loro
gratitudine.
Ma sorse allora una curiosa complicazione: la figlia non voleva che
Jamie se ne andasse senza di lei. - Se Jamie se ne va, andr via
anch'io, - disse. - Mi ha salvato dai folletti e da allora ha sempre
lavorato per me. Se non fosse stato per lui, cara mamma e caro padre,
non mi avreste mai pirivisto. Se lui se ne va, andrvia anch'io.
L'anziano signore, vedendola cos decisa, disse che Jamie sarebbe
dovuto diventare suo genero. La madre fu fatta venire da Fannet con un
tiro a quattro e ci fu uno splendido matrimonio.
Vissero tutti insieme nella stupenda casa di Dublino e alla morte del
suocero Jamie divenne erede di incalcolabili ricchezze.








LA SIRENA.

La Sirena o, come si dice in irlandese, la "Moruadh" o "Murrhach"
(da "muir", mare e "oigh", ragazza) una presenza non infrequente
sulle coste pi selvagge. Ai pescatori non piace vederla perch preannuncia sempre burrasca imminente. Le Sirene maschio (se si pu usare una tale espressione - non ho mai sentito il maschile di Sirena)
hanno denti verdi, capelli verdi, occhietti porcini e naso rosso, ma
le loro donne sono bellissime, con coda di pesce e piccoli piedi
palmati simili a quelli delle anatre. A volte - e non si pu biasimarle - esse preferiscono ai loro amanti marini degli aitanti
pescatori. Si dice che il secolo scorso, vicino a Bantry, fosse
vissuta una donna tutta coperta di squame come un pesce e che fosse il
frutto di una unione di tal tipo. Certe volte escono dal mare e vagano
per la spiaggia sotto forma di piccole mucche senza corna. Quando
assumono il loro vero aspetto, portano un cappello rosso chiamato
"cohullen druith", di solito coperto di piume; se viene loro rubato,
non possono tornare a immergersi tra le onde.
Il rosso in ogni paese, il colore della magia, ed sempre stato
cosda tempo immemorabile. I cappelli delle fate e dei maghi sono
sempre rossi.

LE GABBIE D'ANIME.

Jack Dogherty viveva sulla costa della contea di Clare. Faceva il
pescatore, come prima di lui avevano fatto suo padre e suo nonno, e
come loro egli pure viveva solo (a parte la moglie) e nel medesimo
luogo. La gente si domandava perchmai la famiglia Dogherty amasse
tanto quel posto selvaggio, cosdistante dal genere umano, circondato
da altissime rocce e fenditure, con solo l'oceano davanti agli occhi.
Ma i Dogherty avevano le loro buone ragioni.
In realtquello era l'unico punto su quel tratto di costa dove
sarebbe stato possibile vivere. C'era una piccola e graziosa
insenatura dove una barca poteva stare al sicuro come un pulcinella di
mare nel suo nido, e al largo di questa piccola baia si stendeva sotto
la superficie del mare un bassofondo roccioso. Ebbene, quando
l'Atlantico, come suo costume, si scatenava in una violenta tempesta
e un forte vento dell'ovest soffiava impetuoso sulla costa, molte navi
sovraccariche di merci andavano a infrangersi contro queste rocce;
allora quante ricche balle di cotone e di tabacco, o di altro
materiale, e botti di vino, e barili di cognac, e barilotti di gin
giungevano a riva! La baia di Dunbeg valeva proprio quanto una piccola
proprietper i Dogherty.
Non che essi non fossero gentili e umani verso un marinaio in
difficolt se mai qualcuno aveva la fortuna di toccare terra; e
spesse volte infatti Jack si era messo in mare nella sua piccola barca
(che, sebbene non reggesse il confronto con la vela del battello di
salvataggio del buon Andrew Hennessy, affrontava il mare come un
cormorano) per aiutare i marinai che avevano fatto naufragio a
mettersi in salvo. Ma quando la nave era finita in pezzi e
l'equipaggio era interamente disperso, chi avrebbe potuto biasimare
Jack per il fatto di raccattare tutto quanto riusciva a trovare?
- E c'forse qualcuno che ci rimette? - diceva Jack. - Perch in
quanto al re (Dio lo benedica), tutti sanno che giricco abbastanza
anche senza prendere quello che galleggia sul mare.
Sebbene Jack vivesse da eremita, era una persona allegra e cordiale.
Nessun altro, di sicuro, sarebbe mai riuscito a persuadere Biddy
Mahony a lasciare la calda e confortevole casa di suo padre, nel
centro della cittdi Ennis, per andarsene miglia e miglia lontano a
vivere tra le rocce, con foche e gabbiani come vicini di casa. Ma
Biddy sapeva che Jack era il marito adatto per una donna che volesse
vivere tranquilla e soddisfatta; e questo per non parlare poi del
pesce: Jack infatti riforniva metdelle case dei signori del paese
con quella manna del cielo che arrivava nella baia. E quella di Biddy
fu una giusta scelta, perchnessuna donna mangiava, beveva e dormiva
meglio di lei, e la domenica in chiesa nessuna aveva un aspetto pi fiero della signora Dogherty.
Molte erano le cose strane che a Jack capitava di vedere, come si pu ben immaginare, e molti erano gli strani suoni che egli udiva, ma
niente lo spaventava. Era cos lungi dall'essere intimorito dalle
sirene o da creature di quel tipo, che anzi quello che pidesiderava
era di incontrarne una per davvero. Jack aveva sentito dire che erano
in tutto e per tutto come i cristiani, e che chi le aveva conosciute
ne aveva sempre ricavato fortuna. Perciogni volta che riusciva a
scorgere confusamente le sirene muoversi sulla superficie dell'acqua
nelle loro vesti di nebbia, le cercava con ostinazione, e Biddy, nel
suo modo pacato, aveva rivolto molti rimproveri a Jack per aver
passato l'intera giornata sul mare senza aver portato a casa nessun
pesce. La povera Biddy non sapeva di quale pesce fosse in cerca suo
marito!
A Jack seccava molto il fatto che, sebbene vivesse in un posto dove le
sirene erano fitte come aragoste, non aveva mai potuto guardarne una
in faccia. Ciche lo irritava maggiormente era che tanto suo padre
che suo nonno le avevano viste molto spesso; si ricordava perfino di
aver udito da bambino di come suo nonno, il primo della famiglia a
stabilirsi nella baia, fosse stato cosintimo di una sirena che, non
fosse per la paura di irritare il prete, l'avrebbe considerata come
uno dei suoi figli. Jack pernon sapeva a quanta parte credere di
questa storia.
La Fortuna cominciinfine a pensare che era piche giusto che Jack
conoscesse quanto suo padre e suo nonno avevano conosciuto, cosun
giorno in cui lui si era spinto un po' piavanti del solito lungo la
costa, verso nord, proprio mentre stava aggirando un capo vide sul
mare, appollaiata sopra uno scoglio non lontano, una creatura che non
aveva niente in comune con qualsiasi altra avesse mai visto prima.
Aveva il corpo, per quel che poteva scorgere da quella distanza, di
colore verde, e Jack avrebbe giurato - se solo la cosa non fosse stata
impossibile che tenesse in mano un cappello a tre punte. Jack stette
una buona mezz'ora ad aguzzare gli occhi e a domandarsi che cosa fosse
mai, e per tutto quel tempo la cosa non mosse nmano npiede. Infine
Jack perse la pazienza e lanciun bel fischio e un grido e allora la
Sirena (perchsi trattava proprio di una Sirena maschio) trasal si
mise il cappello a tre punte e si tuffdallo scoglio a capofitto.
La curiositdi Jack era ormai stata stuzzicata: dirigeva sempre i
suoi passi verso quel punto, e tuttavia non riusciva mai a vedere,
neppure di sfuggita, il gentiluomo marino dal cappello a tre punte.
Pensando e ripensando alla cosa, comincia immaginare di esserselo
solo sognato. Un giorno perin cui il tempo era molto brutto e il
mare sollevava onde alte come montagne, Jack Dogherty decise di dare
un'occhiata allo scoglio della Sirena (prima infatti aveva sempre
scelto giorni di bel tempo) e allora potvedere la strana creatura
fare capriole sulla roccia e poi tuffarsi e rimontare per tuffarsi di
nuovo.
Jack doveva dunque solo scegliere il momento adatto (e cioun giorno
di forte vento) e avrebbe potuto vedere l'uomo del mare tutte le volte
che lo desiderava. Ma questo non gli bastava chi piha, pivuole -
ora voleva fare la conoscenza della Sirena, e riuscpure in questo.
In un terribile giorno di bufera, prima di arrivare al punto da dove
poteva vedere lo scoglio della Sirena, scoppiun tale furioso uragano
che Jack fu obbligato a cercare riparo in una di quelle grotte cos frequenti lungo la costa; e l con suo grande stupore, vide seduta di
fronte a suna 宮osacon capelli verdi, lunghi denti verdi, naso
rosso e occhietti porcini. Aveva la coda da pesce, le gambe ricoperte
di squame e le braccia corte come pinne. Non portava vestiti ma teneva
sotto il braccio il cappello a tre punte e sembrava fosse intento a
meditare molto seriamente su qualcosa.
Jack, malgrado tutto il suo coraggio, era un po' spaventato, ma pens
奚 adesso o mai pi e quindi si rivolse audacemente al meditabondo
uomo-pesce e togliendosi il cappello gli fece il suo pibell'inchino.
- Al vostro servizio, signore, - disse Jack.
- Al tuo servizio, di grazia, Jack Dogherty, - rispose la Sirena.
- A quanto sembra conoscete bene il mio nome, - disse Jack.
- Proprio io non dovrei sapere il tuo nome, Jack Dogherty? Conoscevo
tuo nonno molto prima che fosse maritato a Judy Regan, tua nonna. Ah,
Jack, Jack! Tuo nonno mi era molto caro. Era un uomo di gran valore ai
suoi tempi: non ho mai incontrato uno che gli stesse alla pari, n sopra nsotto, nprima ndopo, per scolarsi una buona conchiglia di
cognac. Spero, ragazzo mio, disse il vecchio con un allegro ammiccare
degli occhi, - spero che tu sia in tutto suo nipote.
- In quanto a questo non dubitate, - disse Jack. - Se mia madre mi
avesse allattato a brandy, alla mia etsarei ancora la fare il
poppante.
- Bravo. Mi piace sentirti parlare cosda uomo. Tu ed io dobbiamo
conoscerci meglio, se non altro per amore di tuo nonno. Invece, Jack,
quel bel tipo di tuo padre non andava proprio, non aveva la testa per
queste cose
- Sono sicuro, - disse Jack, - che vivendo sott'acqua vostra signoria
avrbisogno di bere un bel po' per tenersi caldo in un posto cos ingrato, umido e gelido. Ho sentito molte volte dire di cristiani che
宴evono come pesci e, se posso aver l'ardire, dove prendete i
liquori?
- Dove li prendi i tuoi, Jack? - ribattla Sirena stringendosi il
naso rosso tra il pollice e l'indice.
- Ahah - esclamJack. - Adesso capisco! Penso comunque che vostra
signoria abbia una bella cantina asciutta per conservarli lsotto.
- In quanto alla cantina ci penso ben io! - disse la Sirena con una
strizzatina dell'occhio sinistro.
- Sono certo, - continuJack, - che deve essere uno spettacolo che
vale proprio la pena di vedere.
- Puoi ben dirlo, Jack, - disse la Sirena, - e se mi aspetterai qui
lunedprossimo a questa stessa ora, potremo scambiarci ancora un po'
di chiacchiere sull'argomento.
Quando Jack e la Sirena si lasciarono erano i migliori amici del
mondo. Il lunedsi rincontrarono e Jack fu non poco sorpreso di
vedere che la Sirena aveva due cappelli a tre punte, uno sotto ciascun
braccio.
- Signore, - disse Jack, - posso prendermi la libertdi chiedervi
perchoggi vostra signoria si portata due cappelli ? Non avrete
forse intenzione di darne uno a me per tenerlo come rarit
- No, no, Jack. Io non mi procuro i cappelli tanto facilmente da darli
via in questo modo; ma voglio che tu venga gia pranzare con me e ti
ho portato questo cappello con cui puoi tuffarti.
- Che Dio ci benedica e ci protegga! - esclamJack stupito, vorreste
forse che io venissi nel fondo delle salate acque dell'oceano? Non
potrei certo respirare e sarei soffocato dall'acqua, per non dire che
finirei annegato. E cosa farebbe, e cosa direbbe la povera Biddy?
- Che importanza ha cosa dice lei, pesciolino. Perchprendersela se
Biddy strilla! Tuo nonno non avrebbe parlato in questo modo. Lui molte
volte si ficcato in testa questo stesso cappello e con coraggio si tuffato dietro di me. Ci siamo fatti insieme molti piacevoli pranzetti
sott'acqua e delle belle bevute di brandy a conchigliate.
- E' vero signore? Non scherzate? - disse Jack. - Ma che mi venga
allora un accidente, oggi e tutti i giorni a venire, se sarda meno
di mio nonno, anche solo di poco. Andiamo pure, ma non fatemi brutti
scherzi. Qui o la va o la spacca! - esclamJack.
- Sei tutto tuo nonno, - disse il vecchio. - Seguimi dunque, e fa
quello che faccio io.
Lasciarono entrambi la caverna, si incamminarono nel mare, e poi
nuotarono un po' sino a raggiungere lo scoglio. La Sirena si arrampic fino in cima e Jack la segu Dalla parte opposta la roccia era ripida
come i muri di una casa e il mare sottostante aveva l'aria di essere
cosprofondo che Jack quasi quasi si spavent
- Ora guarda, Jack, - disse la Sirena, - devi solo metterti questo
cappello in testa e fare attenzione a tenere gli occhi ben aperti.
Afferrati stretto alla mia coda e seguimi, e vedrai quello che vedrai.
Si tuffnel mare e Jack si butt coraggiosamente dietro di lui.
Andarono e andarono e Jack pensava che non avrebbero mai smesso di
avanzare. Pivolte desiderdi essere a casa, seduto con Biddy
accanto al fuoco. Ma a cosa serviva desiderarlo adesso che era - cos credeva - miglia e miglia al di sotto delle onde dell'Atlantico?
Intanto si teneva forte alla coda della Sirena, anche se era
scivolosa; finalmente, con sua grande sorpresa, uscirono dall'acqua e
si trovarono nel fondo del mare sulla terra asciutta. Approdarono
proprio di fronte a una bella casa, graziosamente ricoperta di gusci
d'ostrica, e la Sirena voltandosi verso Jack gli diede il benvenuto
laggi
Jack non riusciva quasi a parlare, in parte per la meraviglia e in
parte perch era rimasto senza fiato dopo aver viaggiato tanto
rapidamente nell'acqua. Si guardintorno e non vide nessun essere
vivente se si eccettuano i granchi e le aragoste che in gran numero
passeggiavano tranquillamente sulla sabbia. Al di sopra c'era il mare,
che sembrava un cielo, e i pesci, simili a uccelli, vi nuotavano
avanti e indietro.
- Perch non parli, Jack? - disse la Sirena. - Scommetto che non
immaginavi che io avessi qui una piccola proprietcos confortevole!
Sei forse senza fiato, o soffocato, o annegato, o sei in ansia per
Biddy, eh?
- Io? No di certo! - disse Jack mostrando i denti in un largo sorriso.
- Ma chi mai al mondo avrebbe pensato di vedere una cosa simile?
- Bene, seguimi e andiamo a vedere cosa ci hanno preparato da
mangiare.
Jack aveva proprio fame e gli fece non poco piacere vedere un bel
pennacchio di fumo che si levava dal camino ad annunciare ci che si
stava svolgendo all'interno. Segula Sirena fin dentro casa e lvide
una bella cucina, ben fornita di ogni cosa. C'era una imponente
credenza, molte pentole e padelle e due giovani sirene che cucinavano.
Il suo ospite lo condusse poi nella stanza centrale che era arredata
in modo alquanto rudimentale: non c'era nun tavolo nuna sedia;
null'altro che assi di legno e ceppi per sedersi e mangiarci sopra. Un
bel fuoco perscoppiettava nel camino - visione rassicurante per
Jack.
- Adesso vieni che ti faccio vedere dove tengo ... sai bene cosa, -
disse la Sirena con uno sguardo d'intesa, e aprendo una porticciola
port Jack in una magnifica cantina piena di botti oblunghe e
barilotti e fusti e botticelle.
- Cosa dici di tutto questo, Jack Dogherty? Eh! Non si vive bene anche
sott'acqua?
- In quanto a questo non c' alcun dubbio, - disse Jack facendo
schioccare in modo persuasivo il labbro superiore per dimostrare che
pensava veramente quello che stava dicendo.
Ritornati nella stanza trovarono che il pranzo era stato servito. A
essere sinceri mancava la tovaglia, ma cosa importava? Non sempre Jack
ce l'aveva in casa sua. Il pranzo non avrebbe fatto sfigurare la
migliore dimora del paese in un giorno di magro. C'era - e non fa
meraviglia - la pi grande variet di pesci: rombi e storioni e
sogliole e aragoste e ostriche e altre venti diverse specie si
trovavano tutte insieme sulla tavola, con una grande quantitdi
liquori stranieri della miglior qualit I vini, diceva il vecchio,
erano troppo freddi per il suo stomaco.
Jack mangi e bevve fino a non poterne pi poi sollevando una
conchiglia di brandy disse: - Questa alla salute di vostra signoria,
anche se, vi chiedo scusa, proprio strano che conoscendoci da tanto
tempo io non sappia ancora il vostro nome.
- E' vero, Jack, - rispose il vecchio. - Non ci ho proprio pensato
prima; ma meglio tardi che mai. Il mio nome Coomara.
- Ed un gran bel nome! - disse Jack prendendo un'altra conchiglia
colma. - Questa alla vostra salute, Coomara, e che possiate vivere
cinquant'anni ancora!
- Cinquant'anni? - ripetCoomara. - Tante grazie! Se avessi detto
cinquecento il tuo augurio avrebbe avuto un po' di senso.
- Perdinci, signore, - disse Jack, - voi raggiungete un'et ragguardevole qui sott'acqua. Avete conosciuto mio nonno e lui morto
e sepolto da pidi sessant'anni ormai. Credo proprio che questo sia
un posto che fa bene alla salute.
- Di questo non c'dubbio; ma su, Jack, non lasciar riposare il
liquore.
Vuotarono una conchiglia dopo l'altra, e con grandissima meraviglia
Jack si accorse che il bere non gli dava alla testa, probabilmente -
io penso - perch il mare era sopra di loro, e questo gli teneva
fresco il cervello.
Il vecchio Coomara si sentiva sempre pi contento e cant molte
canzoni. Ma Jack, anche se ne fosse andato della sua vita, non
riusciva a ricordarsi null'altro che:

Ram Fam Buddel Buu,
Rippel Nippel Nitti Dob;
Damdu Duddel Cuu,
Rappel Taffel Citti Buu.

Era il ritornello di una canzone e per dir la verit nessuno che io
sappia mai stato in grado di tirarci fuori un qualche senso
particolare: ma certo succede con molte canzoni d'oggi.
- Ora, ragazzo mio, - disse infine a Jack, - se mi segui ti far vedere la mia collezione di rarit
Apruna porticina e condusse Jack in un'ampia stanza dove questi vide
le molte cianfrusaglie che Coomara aveva racimolato un giorno dopo
l'altro. Ciche attirdi pila sua attenzione furono per degli
oggetti che sembravano recipienti per aragoste, allineati per terra
lungo il muro.
- Ebbene, Jack! Ti piacciono le mie rarit - disse il vecchio Coo.
- Sull'anima mia, signore, - disse Jack, - vale proprio la pena di
vederle; ma posso avere l'ardire di domandarvi cosa sono queste cose
che sembrano recipienti per aragoste?
- Ah, le gabbie d'anime, vuoi dire.
- Le ... che cosa, signore?
- Questi oggetti qui, in cui tengo le anime.
- Caspita! Quali anime, signore? - domandJack stupito. Di certo i
pesci non hanno un'anima in corpo!
- Oh, no che non ce l'hanno, - rispose Coo con aria piuttosto
freddina, - ma queste sono le anime dei pescatori annegati.
- Che Dio ci guardi da ogni sventura, - balbettJack. - Come diavolo
siete riuscito ad averle?
- Molto facilmente: quando vedo arrivare una bella tempesta ho solo da
piazzare due dozzine di questi recipienti e allora, appena i marinai
annegano, le anime escono dai loro corpi sott'acqua spaventandosi a
morte, poverette, perchnon sono abituate al freddo; vengono cosnei
miei recipienti per trovare riparo e io allora le tengo qui al caldo e
le porto a casa. Non forse un bene per loro, povere anime, avere un
posticino cosbello?
Jack era tanto stupefatto che non sapeva cosa dire; quindi non disse
nulla. I due ritornarono nella stanza da pranzo e bevvero ancora un
po' di brandy, che era eccellente, e poi Jack, resosi conto che si
stava facendo tardi e che Biddy poteva essere in pena, si alzdicendo
che era venuta per lui l'ora di mettersi in strada.
- Come vuoi, Jack, - disse Coo, - ma prendi il bicchiere della staffa
prima di partire. Hai un viaggio al freddo che ti aspetta.
Jack era abbastanza educato da non rifiutare un bicchiere d'addio.
- Mi chiedo, - disse, - se sarmai in grado di trovare la via di
casa.
- Perch dovresti preoccuparti, - disse Coo, - se ci sario a
indicarti la strada?
Uscirono di fronte alla casa e Coomara, preso uno dei cappelli a tre
punte, lo mise girato dalla parte sbagliata sulla testa di Jack, poi
lo sollevsulla spalla in modo da poterlo lanciare nell'acqua.
- Adesso, - gli dice dandogli una spinta, - tornerai su proprio nello
stesso posto da cui sei venuto. E, ricordati di gettarmi poi indietro
il cappello.
Diede una spinta a Jack che fu proiettato via dalla spalla e part veloce verso l'alto come una bollicina: virr, virr, vizz ... sale
salattraverso l'acqua fincharrivallo stesso scoglio da cui si
era tuffato; qui trovun punto d'approdo e poi ributtin acqua il
cappello che affondcome una pietra.
Proprio in quel momento il sole stava tramontando nel meraviglioso
cielo di una calma sera d'estate. Si vedeva Feascor (1), stella
solitaria, che brillava tremula nella volta senza nuvole, e le onde
dell'Atlantico scintillavano in un flusso dorato di luce. Accortosi
che era tardi, Jack si avviallora verso casa, ma quando vi giunse
non disse a Biddy una sola parola su dove aveva passato la giornata.
La situazione delle povere anime rinchiuse nei recipienti per aragoste
procurava a Jack molta inquietudine, e gli dava un bel po' di pensieri
il problema di come liberarle. All'inizio ebbe l'idea di parlarne al
prete. Ma cosa poteva fare il prete, e che cosa importava a Coo del
prete? Oltretutto Coo era un buon vecchio e non pensava di fare alcun
male. Jack aveva anche per lui un certo riguardo e del resto avrebbe
potuto non tornare a suo onore se si fosse risaputo che aveva
l'abitudine di banchettare con le Sirene. Tutto considerato pensche
la soluzione migliore fosse di invitare Coo a pranzo, farlo ubriacare
- se era possibile - e poi prendere il cappello, andare gie aprire i
recipienti. Prima di tutto perera necessario far sche Biddy non
fosse nei dintorni; infatti Jack era abbastanza prudente da voler
tenere nascosta la cosa a lei che era una donna.
Jack si fece quindi d'un tratto molto pio e disse a Biddy che pensava
che sarebbe stato bene per l'anima di entrambi se lei fosse andata in
pellegrinaggio a fare il giro intorno al pozzo di San Giovanni, vicino
a Ennis. Anche Biddy fu d'accordo e, presa la decisione, un bel
mattino all'alba si mise quindi in cammino, dando a Jack il compito
perentorio di sorvegliare la casa. Poich il tratto di costa era
calmo, Jack si diresse allo scoglio per dare il segnale convenuto a
Coomara, che consisteva nel gettare in acqua una grossa pietra. La
lancie infatti Coo balzsu.
- Buon giorno Jack, - gli disse, - cosa vuoi da me?
- Niente di molto importante, signore, - disse Jack di rimando,solo
che veniate a fare un pranzetto con me, se posso aver l'ardire di
chiedervelo. Ed appunto ciche ho fatto.
- Mi fa veramente piacere Jack, te lo assicuro. A che ora ti va bene?
- In qualsiasi momento vi faccia comodo, signore. Diciamo all'una, in
modo che possiate, se volete, tornare a casa prima che faccia scuro.
- Verr - disse Coo, - non temere.
Jack anda casa a preparare uno squisito pranzo a base di pesce e
tir fuori una gran quantit del suo migliore liquore straniero,
sufficiente per l'appunto a ubriacare venti uomini. Proprio in quel
momento arrivCoo, con il suo cappello a tre punte sotto il braccio.
Il pranzo era pronto e i due, sedutisi a tavola, mangiarono e bevvero
gagliardamente. Jack, pensando alle povere anime nei recipienti l sotto, offriva brandy in continuazione al vecchio Coo e lo incitava a
cantare, sperando di riuscire a mandarlo sotto la tavola; ma il povero
Jack si dimentic che non aveva il mare sopra il cervello a
mantenerglielo fresco. Il brandy gli andalla testa ed egli fu bell'e
sistemato; Coo se ne barcollverso casa, lasciando il suo ospite muto
come un merluzzo il VenerdSanto.
Jack non si sveglifino al mattino seguente e allora si sent assai
triste. 圃' inutile che io pensi di far ubriacare quel vecchio
furbacchione, - si disse Jack, - e come riuscirdunque mai ad aiutare
quelle povere anime a uscire dai recipienti per le aragoste? Dopo
aver rimuginato questi pensieri tutto il giorno gli venne di colpo
un'idea. - Ho trovato! - disse battendosi una mano sul ginocchio. -
Che io sia dannato se Coo ha mai visto una goccia di "poteen" (2)
nonostante tutti i suoi anni. Ecco quello che lo sistemer Oh, va
proprio bene che Biddy non sia a casa ancora per due giorni. Posso
dargli un'altra strizzatina.
Jack invitdi nuovo Coo, e questi lo prese in giro perch la sua
testa non sopportava un po' meglio l'alcool, dicendogli che non
sarebbe mai stato all'altezza di suo nonno.
- E sia! - rispose Jack, - ma mettimi di nuovo alla prova e ci
scommetto che berrfino a vederti ubriaco, poi sobrio, e poi ubriaco
di nuovo.
- Fartutto quello che posso per farti piacere, - disse Coo.
Durante questo pranzo Jack fece in modo di dare a Coo il brandy pi forte che possedeva e di servire a se stesso un liquore ben
annacquato. Verso la fine disse: - Chiedo scusa, signore, avete mai
bevuto del "poteen" ? La vera 崁ugiada di montagna
- No, - disse Coo. - Che cos' E da dove viene?
- Oh, questo un segreto, ma proprio roba buona. Non credete mai
pialla mia parola se non cinquanta volte pibuono del brandy o
persino del rum. Il fratello di Biddy me ne ha mandato un po' in
regalo, in cambio di una certa quantitdi brandy, e poichvoi siete
un vecchio amico di famiglia l'ho tenuto perchlo provaste.
- Beh, vediamo che razza di roba - disse Coomara.
Il "poteen" era proprio quello che ci voleva. Di prima qualite con
quel buon sapore particolare. Coo ne fu deliziato: bevve e cant"Ram
Fam Buddel Buu", poi bevve e cantancora e rise e ballfinchcadde
sul pavimento profondamente addormentato. Allora Jack, che aveva fatto
molta attenzione a rimanere sobrio, afferril cappello a tre punte,
corse allo scoglio, salte in un baleno arrivall'abitazione di Coo.
Tutto appariva immobile come un cimitero a mezzanotte; non c'era
neppure una sirena, giovane o vecchia che fosse. Jack entrin casa e
rivolti recipienti ma non vide un bel niente; udsolo una specie di
sibilo sottile, quasi un frinire mentre li sollevava a uno a uno. Se
ne meravigli ma poi gli venne in mente quello che i preti avevano
detto molte volte e cioche nessun essere vivente poteva vedere le
anime, non pidi quanto fosse in grado di vedere il vento o l'aria.
Dopo che ebbe fatto tutto quanto era in suo potere per quelle anime,
rimise a posto i recipienti come li aveva trovati e accompagnle
anime con una preghiera per affrettare il loro viaggio, dovunque
stessero andando. A questo punto Jack comincia pensare di tornare
indietro: si mise il cappello - come era giusto fare - dalla parte
sbagliata, ma quando uscdi casa trovche sopra la sua testa l'acqua
era tanto alta da togliergli ogni speranza di raggiungerla per
tuffarcisi dentro, ora che non c'era il vecchio Coomara a dargli una
spinta. Si mise a girare cercando una scala ma non ne trov e neppure
riusca vedere una roccia. Finalmente scorse un posto su cui il mare
pendeva molto pibasso che altrove e decise di tentare in quel punto.
Proprio appena ci fu arrivato avvenne che un grosso merluzzo buttasse
gi la coda. Jack fece un balzo e l'afferr e il merluzzo, tutto
stupito, diede un guizzo tirando su Jack. Nel momento stesso in cui il
cappello toccl'acqua Jack fu risucchiato via in un baleno e part verso l'alto come un tappo trascinandosi dietro per la coda il povero
merluzzo, che si era dimenticato di lasciare andare. In men che non si
dica raggiunse lo scoglio e senza indugiare un momento si precipit a
casa, tutto contento della buona azione che aveva compiuto.
Ma intanto a casa sua succedeva un bel guaio: il nostro amico infatti
si era appena lasciata la porta alle spalle per la sua impresa di
liberazione delle anime, che Biddy faceva ritorno dal suo
pellegrinaggio per la salvezza dell'anima al pozzo di San Giovanni.
Quando essa entre si vide davanti sul tavolo tutte quelle cose alla
rinfusa disse: - Ecco un bell'affare. Quel furfante di mio marito (che
mala ventura ho avuto a sposarlo!) ha raccattato un qualche vagabondo
mentre io stavo pregando per il bene della sua anima, e insieme si
sono bevuti tutto il "poteen" che mio fratello gli aveva dato e
certamente anche tutti i liquori che doveva vendere per tener fede
alla sua parola -. Poi udendo una specie di grugnito inconsueto guard in basso e vide Coomara steso sotto la tavola. - Che la Vergine Maria
mi aiuti, gridBiddy, - si ridotto proprio come una bestia. Guarda
un po'! Ho sentito tante volte raccontare di uomini che si sono
ridotti come bestie a forza di bere. Per carit per carit Jack,
caro, che cosa ne fardi te? O piuttosto che cosa farsenza di te?
Come pupensare una donna per bene di vivere con una bestia?
Lamentandosi in tal modo Biddy si precipitfuori di casa, e mentre
andava, non sapeva neppure lei dove, udla nota voce di Jack che
cantava una allegra canzone. Biddy fu veramente felice di vederlo sano
e salvo e di non trovarlo trasformato in qualcosa che non era npesce
n cristiano. Jack dovette raccontarle tutto, e Biddy, per quanto
avesse una mezza idea di mostrarsi arrabbiata con lui per non averle
detto prima la cosa, dovette ammettere che aveva fatto proprio un bel
servizio alle povere anime. Se ne ritornarono dunque entrambi a casa
manifestandosi il pi grande affetto e qui Jack svegliCoomara;
vedendo che il vecchio era piuttosto intontito lo incit a non
deprimersi, perchquesto era successo anche a molti uomini in gamba;
poi gli disse che tutto era capitato perchlui non era abituato al
"poteen" e gli raccomand - come cura - di 峻andar giun pelo del
cane che l'aveva morso, cio di berne ancora un goccetto Coo
veramente aveva l'aria di pensare di averne mandato gia sufficienza.
Si alzin piedi con un aspetto per niente in forma e, senza neppure
la buona creanza di dire due parole di cortesia, se ne and alla
chetichella a rinfrescarsi con un giretto nell'acqua salata.
Coomara non si accorse mai della sparizione delle anime. Lui e Jack
rimasero i migliori amici del mondo e si pudire che nessuno fu mai
all'altezza di Jack nel liberare le anime dal purgatorio; escogit infatti mille scuse per introdursi nella casa sotto il mare senza che
il vecchio lo sapesse e poi andare a rivoltare i recipienti per
lasciare uscire le anime. Lo irritava - a dire il vero - il fatto che
non riuscisse mai a vederle, ma poich sapeva che la cosa era
impossibile fu obbligato a ritenersi soddisfatto.
La loro amicizia andavanti parecchi anni. Ma un mattino, al sasso
che Jack come al solito aveva gettato, non segurisposta. Ne gettun
altro, e poi uno ancora, sempre senza risposta. Se ne ande ritorn il mattino seguente, ma fu tutto inutile. Dato che non aveva il
cappello non poteva andare a vedere cosa fosse successo al vecchio
Coo: rimase perdell'idea che il vecchio uomo (o vecchio pesce o di
qualunque cosa si trattasse) fosse morto oppure si fosse allontanato
da quella parte del paese.

NOTA 1: [In gaelico il pianeta Venere o Espero].
NOTA 2: [Bevanda fortemente alcoolica che veniva distillata
illegalmente].











IL FUNERALE DI FLORY CANTILLON.

L'antico luogo di sepoltura della famiglia Cantillon si trovava su
un'isola nella baia di Ballyheigh. Quest'isola non era molto lontana
dalla costa e nei tempi antichi era stata sommersa durante una delle
invasioni che l'Atlantico aveva compiuto in quella zona costiera del
Kerry. I pescatori sostengono di aver visto spesso nell'acqua sotto di
loro, mentre stavano navigando sul limpido mare verde in un pomeriggio
di sole, le mura in rovina di una vecchia cappella. Sia come sia, era
risaputo, che i Cantillon, come la maggior parte delle altre famiglie
irlandesi, tenevano molto al loro antico luogo di sepoltura; e questo
attaccamento aveva portato all'uso, quando moriva un membro della
famiglia, di trasportarne il corpo sulla riva del mare, dove la bara
era lasciata sulla spiaggia, in balia della marea. Il mattino era
scomparsa, portata - come per tradizione si credeva - dagli antenati
del defunto nella loro tomba di famiglia.
Connor Crowe, un uomo della contea di Clare, era imparentato per
matrimonio con i Cantillon. 哽onnor Mac in Cruagh, delle sette
province di Breintragh come di solito era chiamato, ed era davvero
fiero di quel nome. Bisogna sapere che Connor prima di colazione,
beveva un quartino di acqua salata per le sue virt medicinali e,
suppongo per la stessa ragione, una quantitdoppia di whiskey puro
tra la colazione e la sera, cosa questa che egli faceva recando a se
stesso meno danni di ogni altro abitante della baronia di Moyferta; e
non penso sbaglierei se vi aggiungessi quelle di Clanderalaw e
Ibrickan.
Quando Florence Cantillon mor Connor Crowe era deciso a soddisfare
la sua curiositsu quella storia della vecchia chiesa sotto il mare:
quindi appena udla notizia della morte del vecchio, se ne andfino
ad Ardfert, dove Flory venne composto con gran pompa, ed era proprio
una bella salma.
Da giovane Flory era stato il ragazzo pigaio e allegro che fosse mai
venuto su, e la veglia fu degna di lui sotto tutti i punti di vista.
Ci fu ogni tipo di divertimenti e ogni sorta di svaghi e non meno di
tre ragazze trovarono da maritarsi - che la fortuna le assista! Ogni
cosa fu come avrebbe dovuto essere: tutta la gente di quella zona, da
Dingle a Tarbert, era al funerale. Il lamento funebre fu cantato a
lungo e con mestizia, e la bara, secondo il costume di famiglia, fu
portata sulla spiaggia di Ballyheigh, dove fu sistemata sulla riva,
accompagnata da una preghiera per il riposo del defunto.
Le persone che avevano seguito il funerale si allontanarono, un gruppo
dopo l'altro, finchConnor Crowe rimase solo. Allora tirfuori la
sua bottiglia di whiskey, il suo goccetto di conforto - come lo
chiamava - cosa di cui, essendo in lutto, aveva assoluto bisogno; poi
si sistemsu una grossa pietra riparata da una roccia sporgente e in
parte nascosta alla vista, per aspettare con pazienza che gli
spettrali impresari funebri si facessero vivi.
E venne la sera, mite e bellissima. Connor fischiettuna vecchia aria
che aveva udito da bambino sperando cosdi tener lontani dalla mente
i timori inutili: ma le note inquietanti di quella melodia portarono
con s mille ricordi che fecero solo apparire pi triste il
crepuscolo.
娟e mi trovassi vicino alla cupa torre di Dunmore, nel mio dolce
paese, - si disse Connor Crowe con un sospiro, - si potrebbe credere
che a portare via la bara dovessero essere le mani dei prigionieri
giustiziati molto tempo fa, lnelle cantine sotto il castello, per
invidia, poichnessuno di loro stato seppellito decentemente, n mai hanno avuto una bara, neppure comune. Molte volte infatti ho udito
dei lamenti e grandi gemiti salire dalle cantine del castello di
Dunmore, ma - continu dopo aver premuto con bramosia le labbra sulla
bocca della sua compagna e silenziosa consolatrice, la bottiglia di
whiskey non ho forse sempre ritenuto che fosse il lugubre risuonare
delle onde che si muovono tra le scogliere e le cavit delle rocce
increspandosi in spuma? Oh, castello di Dunmore, tu sei allora la
torre che in un giorno cupo, con le cupe colline dietro di te ha un
cupo aspetto; se qualcuno ha cupi pensieri nel cuore e ti vede sorgere
come un fantasma dal fumo delle alghe bruciate sulla spiaggia, allora,
Dio ce ne scampi, hai un aspetto terrificante, come il lago dell'Uomo
Blu a mezzanotte. In ogni caso, - si disse Connor dopo una pausa, -
non questa una splendida notte anche se la luna ha senza dubbio una
faccia assai pallida? Che San Senan ci protegga da ogni male!
Era davvero una bellissima notte di luna; non si vedeva niente attorno
alle rocce scure e alla spiaggia di ciotoli bianchi su cui il mare si
infrangeva con un mormorio rauco e melanconico. Connor, nonostante le
frequenti bevute, si sentiva piuttosto strano, e quasi quasi
cominciava a pentirsi della sua curiosit Era certamente una visione
solenne contemplare la nera cassa da morto posata sulla spiaggia
bianca. La sua immaginazione gradualmente trasformil profondo gemito
del vecchio oceano nel triste lamento per il morto e trasfigurgli
ombrosi recessi degli scogli in forme singolari e irreali.
Pi la notte avanzava e pi Connor era stanco di stare in
osservazione. Si sorprese pidi una volta nell'atto di sonnecchiare e
subito, dando una scossa alla testa, guardava in direzione della nera
cassa da morto. Ma quella angusta dimora di morte rimaneva immota di
fronte a lui.
Fu assai dopo la mezzanotte, quando la luna stava tramontando nel
mare, che egli udil suono di molte voci: il rumore diventava
gradualmente pi forte sopra il lento e monotono brontolio del mare.
Si mise in ascolto e presto fu in grado di distinguere un canto
funebre di intensa dolcezza: le sue note si levavano e si abbassavano
con l'ondeggiare dei flutti il cui mormorio profondo si fondeva alla
musica e le faceva da accompagnamento.
Il canto funebre diventava sempre piforte e sembrava avvicinarsi
alla spiaggia; poi si smorzin un gemito basso e dolente. Appena fu
terminato egli vide nella luce fioca numerose figure strane e
misteriose emergere dal mare e circondare la bara, preparandosi a
metterla in acqua.
- Questo succede a sposarsi con creature della terra, - disse una
delle figure con una voce dal tono forte ma cavernoso.
- Vero! - rispose un'altra con voce ancora piterrificante. Il nostro
re non avrebbe mai comandato alle sue corrosive onde dai bianchi denti
di divorare le radici rocciose del cimitero sull'isola se sua figlia
Durfulla non fosse stata seppellita in quel luogo dal suo marito
mortale.
- Ma verrtempo in cui, - disse un terzo chinandosi sopra la bara:

Occhio mortale / il nostro lavoro spier
e orecchio mortale / il nostro lamento udr

- Quel giorno, - disse un quarto, - il nostro lavoro di seppellire i
Cantillon sarfinito per sempre.
Mentre veniva pronunciata questa frase, un'onda, ritirandosi, port via la bara dalla spiaggia, e il gruppo di esseri marini si appresta
seguirla; ma proprio in quel momento uno di loro per caso vide Connor
Crowe mentre stava fisso dalla meraviglia, immobilizzato dalla paura
come la pietra su cui era seduto.
- Il tempo giunto, - esclaml'essere soprannaturale. - Il tempo giunto; un occhio umano si posato sulle forme dell'oceano, un
orecchio umano ha udito le loro voci. Addio ai Cantillon; i figli del
mare non sono picondannati a seppellire la polvere della terra.
Uno dopo l'altro si voltarono lentamente e guardarono Connor Crowe, il
quale continuava a rimanere fermo, come ammaliato da un incantesimo.
Di nuovo si levil loro canto funebre e all'onda successiva seguirono
la bara. Il suono dei lamenti si affievole infine non si ud altro
che il rumore delle onde. La bara e la processione degli esseri marini
si inabissarono sopra il vecchio cimitero e mai pi dopo il funerale
di Flory Cantillon, un altro membro della famiglia stato portato
alla spiaggia di Ballyheigh per essere inviato alla sua legittima
tomba, sotto le onde dell'Atlantico.



I FOLLETTI SOLITARI.

LEPRECANI, CLURICANI E FAR DARRIG.

- Il nome "Leprecano" - mi scrive Douglas Hyde - viene dall'irlandese
"leith brog" cioil Calzolaio Singolo, perchlo si vede di solito
lavorare a un'unica scarpa. In irlandese si usa la grafia "leitb
bhrogan" o "leith phrogan", e in alcuni posti viene pronunciato
"Luchryman", come riportato da O'Kearney nel suo preziosissimo libro
"Feis Tigh Chonain".
Il "Leprecano", il "Cluricano" e il "Far Darrig": sono forse un solo
spirito sotto sembianze e atteggiamenti diversi? Difficilmente due
scrittori irlandesi concordano su tale questione. In molte cose questi
tre esseri magici, se di tre si tratta, si rassomigliano fra loro.
Sono grinzosi, vecchi e solitari, diversi sotto tutti i punti di vista
dai socievoli spiriti delle prime sezioni di questo libro. Vestono
nella maniera pidimessa e sciatta (x) e sono proprio degli esseri
estremamente sudici, trasandati, beffardi e dispettosi. Sono i pi grandi burloni di tutto il 宴uon popolo
Il "Leprecano" fa scarpe in continuazione e ha accumulato una grande
ricchezza. Molte pentole piene di soldi, seppellite tanto tempo fa in
tempo di guerra, appartengono ora a lui solo. Nei primi anni di questo
secolo, secondo Croker, nell'ufficio di un giornale a Tipperary
tenevano in mostra una piccola scarpa dimenticata lda un leprecano.
Il "Cluricano" ("Clobhair-Ceann", nell'O'Kearney), si va a ubriacare
nelle cantine dei signori. Alcuni pensano che sia soltanto un
leprecano che fa baldoria. E' quasi del tutto sconosciuto nel
Connaught e nel Nord.
Il "Far Darrig" ("fear dearg"), che significa Uomo Rosso perch indossa un cappello e un pastrano rossi, sempre impegnato a fare
burle, in special modo burle macabre. Non fa nient'altro all'infuori
di questo.
Il "Fear-Gorta", l'Uomo dalla grande Fame, uno spettro emaciato che
va in giro per il paese in tempo di carestia chiedendo l'elemosina e
portando fortuna a chi gliela fa.
Ci sono altre fate solitarie come lo Spirito della Casa e quello
dell'Acqua fratello di sangue dell'inglese Jack-o'-Lantern; il "Pooka"
e la "Banshee" - di questi parleremo tra breve - il "Dallahan" o
fantasma senza testa, uno spirito che di solito se ne stava, fino a
tempi recenti, in una strada di Sligo nelle notti scure; il "Cane
Nero", forse una forma assunta dal "Pooka". Le navi attraccate ai moli
di Sligo sono a volte perseguitate da questo spirito che annuncia la
sua presenza con un rumore simile al lancio di milioni di ciotole di
latta buttate giper la stiva. Il Cane Nero segue le navi anche in
mare.
La "Leanhaun Shee", l'amante fatata, cerca l'amore dei mortali. Se
questi la rifiutano, deve essere loro schiava; se acconsentono, sono
loro a diventare suoi schiavi e possono sfuggirle solo trovando un
altro che prenda il loro posto. Questa fata vive della loro vita, ed
essi si consumano. La morte non serve a sfuggirla. E' la musa gaelica
perchdispirazione a coloro che perseguita. I poeti gaelici muoiono
giovani perch essa inquieta e non sopporta che restino a lungo su
questa terra, spettro malefico.
Ci sono inoltre parecchi mostri: l'"Augh-iska", Cavallo d'Acqua, il
"Payshtha", Dragone del Lago, e altri di questo tipo, ma se siano
animali, esseri fatati o spiriti non lo so proprio.

NOTA x: [vedi nota dell'autore in appendice].








PADRONE E SERVITORE.

Non c'era un tempo giovanotto che tenesse testa a Billy Mac Daniel
nell'agitare le gambe alla festa del santo patrono, nel vuotare due
pinte di birra o nel maneggiare il bastone; non aveva paura di nulla
se non che gli mancasse da bere, di nulla gli importava se non di chi
avrebbe pagato, e non pensava a nulla se non a come cavarne uno
spasso: ubriaco o sobrio, motti e botte erano sempre i modi di Billy
Mac Daniel, modi assai semplici di cominciare e concludere una
discussione! Fu un vero peccato che con quel suo modo di pensare, di
non aver paura e di non interessarsi di nulla il nostro Billy Mac
Daniel finisse per trovarsi in cattiva compagnia; perchil 宴uon
popolocertamente la peggiore compagnia in cui a una persona possa
capitare di imbattersi.
Accadde infatti che in una sera chiara e gelida, non molto dopo
Natale, Billy se ne stesse andando a casa; la luna era tonda e
luminosa, ma bench fosse la notte pi bella che si potesse
desiderare, Billy si sentpungere dal freddo. - Parola mia, disse
battendo i denti, - ci vorrebbe una goccia di buon liquore per
impedire che a un pover'uomo gli si geli dentro l'anima; vorrei
proprio averne un bicchiere del migliore.
- Non hai bisogno di desiderarlo due volte, Billy, - disse un omettino
con un cappello a tre punte tutto ornato di galloni dorati e con sulle
scarpe fibbie d'argento cos grosse che c'era da chiedersi come
potesse portarle, e gli porse un bicchiere grande quanto lui stesso,
pieno di un liquore cosbuono che mai occhi ne videro o labbra ne
assaggiarono di uguale.
- Salute, mio piccolo compare, - disse Billy Mac Daniel niente affatto
spaventato sebbene sapesse con certezza che l'ometto apparteneva al
宴uon popolo - Alla vostra, con tutti i miei ringraziamenti; non
importa chi offre da bere -. Prese il bicchiere e lo asciug proprio
fino in fondo senza neppure tirare il fiato una seconda volta.
- Salute, e buon pro ti faccia Billy, - disse l'ometto, - ma non
pensare di prendermi per il naso come hai fatto con gli altri; tira
fuori il borsellino e pagami da gentiluomo.
- Io, pagarti? - disse Billy. - Non potrei invece prenderti su e
metterti tranquillamente in tasca come una mora?
- Billy Mac Daniel, - rispose l'ometto arrabbiandosi moltissimo,-
sarai mio servo per sette anni e un giorno, e questo il modo in cui
verrpagato. Preparati quindi a seguirmi.
All'udire questo, Billy comincia pentirsi moltissimo di aver usato
parole cossfrontate verso l'ometto. Si sent- ma non avrebbe saputo
dire in che modo - costretto a seguirlo per tutta la notte attraverso
il paese, su e gi oltre siepi e fossati, attraverso boschi e paludi,
senza mai riposo.
Quando cominciad albeggiare, l'ometto si voltverso di lui e disse:
- Ora puoi andare a casa, Billy, ma, a tuo rischio e pericolo, non
dimenticarti di venire all'interno della fortezza questa sera; se te
ne dimenticherai, alla fine sarpeggio per te. Se vedrche sei un
buon servitore, troverai in me un padrone indulgente.
Billy and a casa e sebbene fosse molto stanco e affaticato, non
riusca chiudere occhio un istante a forza di pensare all'ometto, ma
ebbe paura a non eseguire il suo ordine e cos giunta la sera, si
alze andall'interno della fortezza. Non era l da molto quando
l'ometto gli si fece incontro e gli disse: - Billy, voglio fare un
lungo viaggio stanotte; metti quindi la sella a uno dei miei cavalli e
sellane pure un altro per te, perchdovrai seguirmi, e pudarsi che
tu sia stanco dopo la camminata della notte scorsa.
Billy pens che questo era molto gentile da parte del suo padrone e
percilo ringrazi - Ma, - disse, - se posso aver l'ardire di
chiedervelo, signore, dove sta la vostra stalla? Qui infatti non vedo
niente se non la fortezza, il vecchio biancospino nell'angolo del
campo, il ruscello che scorre ai piedi della collina, e l di fronte
a noi, il tratto di palude.
- Non fare domande, Billy, - disse l'ometto. - Vai piuttosto laggi verso la palude e portami due dei giunchi pirobusti che riesci a
trovare.
Billy fece come gli era stato detto, chiedendosi cosa avesse in mente
di fare l'omino; spezz due dei pirobusti giunchi che riusca
trovare, ciascuno con in cima un ciuffetto marrone, e li portal suo
Padrone.
- Salta su, Billy, - disse l'ometto togliendogli di mano uno dei
giunchi e montandovi sopra.
- Di grazia, vostro onore, su che cosa dovrei salire? - domandBilly.
- Che? Sul cavallo come me, evidentemente, - rispose l'ometto.
- Avete forse intenzione di prendervi gioco di me, - disse Billy, -
comandandomi di montare a cavallo su quel pezzo di giunco? Volete
farmi credere che il giunco che ho strappato poco fa dalla palude
laggiun cavallo?
- Su, su! Basta con le parole, - rispose l'ometto con l'aria molto
stizzita. - Il miglior cavallo che tu abbia mai montato non era che un
brocco a paragone di questo -. Billy quindi, pensando che tutto ci fosse solo uno scherzo e temendo di offendere il suo padrone, si mise
a cavalcioni del giunco. Borram! Borram! Borram! - (che significa
宵iventare grandi grid l'ometto tre volte, e dopo di lui Billy
ripetle stesse parole. Subito i giunchi si ingrossarono fino a
diventare dei bei cavalli, e via, se ne partirono a gran velocit Ma
Billy che aveva messo il giunco fra le gambe senza molto badare a come
lo faceva, si trova cavalcioni dalla parte sbagliata, con la faccia
girata verso la coda del cavallo - il che era piuttosto scomodo - e il
suo destriero, con lui sopra, era partito cosin fretta che non
riusca rigirarsi e non ci fu percinulla da fare se non tenersi
aggrappato alla coda.
Arrivarono infine al termine del loro viaggio e si fermarono davanti
al cancello di una bella casa. - Adesso Billy, - disse l'ometto, - fai
quello che mi vedi fare e seguimi da vicino, ma, visto che non sei
riuscito a distinguere la testa del tuo cavallo dalla coda, fai
attenzione a che la tua testa non giri al punto da non sapere se stai
sulla testa o sui talloni, perchricorda che il liquore invecchiato,
anche se capace di far parlare un gatto, pufar diventare muto un
uomo.
Poi l'ometto disse alcune strane parole da cui Billy non cavalcun
senso; ma nondimeno cercdi ripeterle dopo di lui, e tutti e due
entrarono attraverso il buco della serratura e passando da un buco
all'altro arrivarono alla cantina, ben fornita di ogni qualit di
vino.
L'ometto si mise a bere a pinon posso e Billy, a cui l'esempio non
spiaceva affatto, fece lo stesso. - Siete davvero il migliore dei
padroni, - gli disse, - comunque sia quello successivo, e sarben
felice di stare al vostro servizio se continuerete a darmi tanto da
bere.
- Non ho fatto patti con te, - disse l'ometto, - e seguitera non
farne. Ma alzati e seguimi -. Se ne tornarono indietro attraverso i
buchi delle serrature e, dopo che ognuno fu montato sopra il giunco
che aveva lasciato alla porta d'entrata, appena le parole 唇orram,
Borram, Borramuscirono dalle loro labbra, se ne scapparono via dando
calci alle nuvole di fronte a loro come a palle di neve.
Quando ritornarono alla fortezza, l'ometto licenziBilly ordinandogli
di trovarsi in quel luogo la sera seguente alla stessa ora. Cos continuarono, sera dopo sera, dirigendosi una notte qui, una l a
volte a nord, altre a est, altre ancora a sud finchnon ci fu cantina
di gentiluomo in tutta l'Irlanda che essi non avessero visitato, e
sapevano anche dire, meglio dello stesso maggiordomo, qual era il
gusto di ogni suo vino.
Una sera, quando Billy Mac Daniel si trovcome al solito con l'ometto
alla fortezza e stava andando alla palude a prendere i cavalli per il
viaggio, il suo padrone gli disse: - Billy, avrbisogno di un altro
cavallo questa notte perchpudarsi che torniamo in pidi quanti
siamo partiti -. Allora Billy, che adesso si guardava bene dal
mettersi a discutere un ordine del suo padrone, portun terzo giunco
chiedendosi meravigliato chi poteva essere la persona che sarebbe
ritornata in loro compagnia, e se stava per avere un altro servitore
come compagno. 娟e l'avr - pensava Billy, - dovr andare lui a
prendere i cavalli dalla palude ogni sera, perchnon vedo come io non
sia dalla testa ai piedi, un vero signore al pari del mio padrone
Andarono dunque, con Billy che conduceva il terzo cavallo, senza
fermarsi finchnon arrivarono a una bella fattoria nella contea di
Limerick, proprio sotto il vecchio castello di Carrigogunniel,
costruito - si dice - dal grande Brian Boru. Nella casa si stava
facendo gran baldoria e l'ometto si fermfuori un poco ad ascoltare;
poi tutto d'un tratto voltandosi disse: - Billy, domani avr mille
anni!
- Che Dio ci benedica, signore, - rispose Billy. - Davvero?
- Non dire mai piqueste parole, Billy, - disse il vecchietto, o mi
rovini per sempre. Ebbene, Billy, poichdomani sarstato sulla terra
mille anni, penso sia giunto per me il momento di prender moglie.
- Anch'io penso che sia ora, senz'alcun dubbio, - disse Billy, se mai
avete intenzione di sposarvi.
- E a questo scopo, - disse l'ometto, - sono venuto fino a
Carrigogunniel perchproprio questa sera, in questa casa, il giovane
Darby Riley sposer Bridget Rooney; e siccome una ragazza alta e
graziosa che viene da gente per bene, penso di farla mia sposa e di
portarla via con me.
- E cosa ne dirDarby Riley? - domandBilly.
- Silenzio! - rispose l'ometto, facendo un viso molto severo. Non ti
ho portato qui per farmi delle domande -. E senza ulteriori
discussioni cominci a pronunciare le strane parole che avevano il
potere di farlo passare attraverso il buco della serratura libero come
l'aria e che Billy sapeva bene di essere perfettamente in grado di
dire dopo di lui.
Entrarono tutti e due e, per vedere meglio la gente, l'ometto si
appollaiagile come un fringuello su una delle grosse travi che
andavano da una parte all'altra della casa sulle loro teste, e Billy
lo imitsu un'altra di fronte; ma, non molto abituato a starsene
accovacciato in un posto come quello, le gambe gli penzolavano giin
modo quanto mai scomposto, e si capiva benissimo che non aveva preso a
modello la maniera in cui l'ometto si era raggomitolato su se stesso.
Se l'omino avesse fatto il sarto tutta la vita, non avrebbe potuto
starsene accovacciato sui calcagni con aria pisoddisfatta.
Ed eccoli l il servitore e il suo padrone, che dall'alto osservavano
lo svolgersi della festa; sotto di loro c'erano il prete, il suonatore
di cornamusa e il padre di Darby Riley insieme ai due fratelli di
Darby e al figlio dello zio; e c'erano sia il padre che la madre di
Bridget Rooney: l'anziana coppia quella sera era molto orgogliosa
della propria figliola, e ne aveva ben ragione; c'erano le quattro
sorelle della sposa con nastri nuovi nei cappelli; e i suoi tre
fratelli con un aspetto lindo e vivace come nessun altro terzetto di
ragazzi nel Munster; e zii e zie e comari e cugini in quantit sufficiente a riempire una casa: sulla tavola c'era abbondanza di cose
da mangiare e da bere per tutti, anche se fossero stati il doppio.
Ora accadde che, proprio appena la signora Rooney ebbe servito al
reverendo la prima porzione della testina di maiale sistemata di
fronte a lei e contornata ad arte con bianca verza, la sposa proruppe
in uno starnuto che fece sobbalzare tutti i commensali, ma non ci fu
anima viva che dicesse: 唏io ci benedica! Tutti infatti pensavano
che l'avrebbe detto il prete (e avrebbe dovuto dirlo se avesse fatto
il suo dovere) e nessuno voleva togliergli le parole dalla bocca, che
sfortunatamente era tenuta occupata dalla testina e dalle verdure.
Dopo un attimo di pausa il divertimento e l'allegria della festa
nuziale ripresero senza la pia benedizione.
Billy e il suo padrone dalla loro posizione elevata furono attenti
spettatori di questo fatto. - Ah! Ah! - esclaml'ometto tirando fuori
una gamba e agitandola con gioia, e il suo occhio ammicccon una
strana luce mentre le sopracciglia gli si incurvavano come archi
gotici. - Ah! - ripetguardando maliziosamente in giverso la sposa
e poi in su verso Billy. Adesso la posseggo a met sicuramente. Fa'
che starnutisca ancora due volte e sarmia a dispetto del prete, del
libro da messa e di Darby Riley.
La bella Bridget starnutdi nuovo, ma fu uno starnuto cos leggero,
ed ella arrosstalmente che pochi, ad eccezione dell'omino, diedero
mostra di accorgersene o di fatto se ne accorsero: nessuno comunque
pensdi dire: 哽he Dio ci benedica!
In tutto questo tempo Billy aveva guardato la ragazza con la pi afflitta espressione del volto perch non poteva fare a meno di
pensare a che cosa terribile sarebbe stato per una giovane di
diciannove anni, dai grandi occhi azzurri, la pelle trasparente e le
fossette sulle guance soffuse di salute e di gioia, dover sposare un
brutto omiciattolo che aveva mille anni meno un giorno.
In questo momento cruciale la sposa starnut per la terza volta e
Billy urlcon quanta energia aveva in corpo: - Dio ci salvi!Se questa
esclamazione risultasse dai suoi pensieri silenziosi o dalla semplice
forza dell'abitudine, non fu mai in grado di dirlo con precisione, ma
aveva appena pronunciate queste parole che l'ometto con la faccia che
avvampava di rabbia e di disappunto balzdalla trave sulla quale era
accovacciato e urlando con una voce stridula come di cornamusa rotta:
- Ti licenzio dal mio servizio Billy Mac Daniel e prendi questo per
paga, - diede al povero Billy il pifurioso calcio nel didietro
mandando lo sfortunato servitore lungo disteso a faccia in giproprio
nel mezzo del tavolo da pranzo.
Se Billy fu stupito, tanto pilo fu ogni componente del gruppo entro
cui fu gettato con cosscarso cerimoniale. Quando poi udirono la sua
storia, padre Cooney appoggi coltello e forchetta e spos immediatamente e in tutta fretta la giovane coppia. Billy Mac Daniel
danzla "Rinka" al loro matrimonio e bevve pure in abbondanza; e
questo gli interessava certo pidel ballo.

FAR DARRIG NELLA CONTEA DI DONEGAL.

Pat Diver, il calderaio, era uomo avvezzo a menar vita da girovago e a
trovare riparo in strani luoghi: aveva diviso la coperta con i
mendicanti in capanne fumose; si era accovacciato accanto al
distillatore nei molti anfratti e angoli nascosti dove veniva
fabbricato il "poteen", lsulle aspre montagne di Innishowen; aveva
perfino dormito sulla nuda erica o dentro un fosso, avendo soltanto la
volta del cielo per tetto sopra di lui. Ma tutte le sue notti
d'avventura potevano considerarsi normali e tranquille se paragonate a
una certa notte.
Durante il giorno che la precedette, Pat aveva aggiustato tutti i
bricchi e le padelle di Moville e Greencastle e si stava dirigendo a
Culdaff quando su una solitaria strada di montagna lo colse il buio.
Bussa una porta dopo l'altra chiedendo asilo per la notte, mentre
faceva risuonare in tasca le monete da mezzo penny; ma ovunque venne
respinto. Dov'era mai la tanto vantata ospitalitdi Innishowen, che
prima d'allora non gli risultava fosse mai venuta meno? Non serviva a
nulla poter pagare se la gente era cos villana. Rimuginando questi
pensieri si diresse verso una piccola luce che brillava un po' piin
le bussalla porta di un'altra capanna.
Un vecchio e una donna sedevano ai lati del focolare.
- Sareste cosgentile, signore, da darmi alloggio per la notte?-
chiese Pat rispettosamente.
- Sai raccontare una storia? - gli disse l'uomo di rimando.
- No, signore, non posso proprio dire di essere bravo a contare
storie, - rispose sorpreso il calderaio.
- Puoi anche andartene allora, perchin questa casa entra solo chi sa
raccontare una storia.
Questa risposta gli fu data con un tono cosdeciso che Pat non tent di insistere nella richiesta ma, sebbene di malavoglia si voltper
riprendere il suo faticoso cammino.
- Ma guarda un po', una storia! - mormor - Frottole da vecchi per
far piacere ai bambini!
Mentre riprendeva il suo fagotto con gli arnesi da calderaio scorse
sul retro dell'abitazione un fienile che stava a una certa distanza e,
aiutato dalla luce della luna che stava sorgendo, si avviin quella
direzione. Era un fienile pulito e spazioso, con una gran quantitdi
paglia ammucchiata in un angolo. Proprio un rifugio da non
disprezzarsi: cosPat scivolsotto la paglia e presto si addorment
Non doveva aver dormito molto a lungo quando fu svegliato da un
pesante rumore di passi e spiando con cautela da uno spiraglio della
sua copertura di paglia vide quattro uomini altissimi che entravano
nel granaio: trascinavano un cadavere che gettarono rudemente sul
pavimento.
Accesero poi un fuoco in mezzo al granaio e con una grossa corda
appesero il corpo per i piedi a una trave del tetto. Uno di loro
comincia rigirarlo lentamente davanti al fuoco: - Su, vieni, disse
poi rivolgendosi al pialto dei quattro, un essere gigantesco. - Sono
stanco. Tocca a te fare il tuo turno. - Ma neanche per sogno, io non
lo giro! - rispose l'omone. - C'Pat Diver lsotto la paglia, perch non lo fa lui il suo turno?
Schiamazzando in modo terribile i quattro uomini chiamarono il
malcapitato il quale, vedendo che non c'era scampo, pens che la
soluzione migliore fosse quella di uscire fuori come gli era stato
ordinato.
- Adesso Pat, - gli dissero, - girerai il cadavere, ma se lo lasci
bruciare sarai legato lasse arrostito al posto suo.
A Pat si rizzarono in testa tutti i capelli e un sudore freddo gli
coldalla fronte, ma non poteva far altro che assolvere al suo
macabro compito.
Vedendolo ben intento al suo lavoro, gli omoni se ne andarono. Presto
perle fiamme divennero cosalte che la corda si bruciacchi e il
cadavere cadde con un gran tonfo sul fuoco, facendo schizzare fuori
ceneri e tizzoni e cavando un grido d'angoscia dalla gola dello
sventurato cuoco che si precipitalla porta per mettersi in salvo.
Corse e corse finchfu sul punto di crollare dalla fatica; allora,
adocchiato un fosso coperto da alte e fitte erbe, pensdi trascinarsi
ldentro e di restare nascosto fino al mattino.
Era nel fosso solo da pochi minuti quando di nuovo ud il pesante
suono di passi: i quattro uomini venivano avanti con il loro fardello
e lo appoggiarono proprio sull'orlo del fosso.
- Sono stanco, - disse uno di loro al gigante, - adesso venuto il
tuo turno di portarlo un po'.
- Ma neanche per sogno: io non lo porto, - rispose quello. C'Pat
Diver nel fosso, perchnon viene fuori lui a fare il suo turno?
- Esci fuori Pat, esci fuori, - urlarono tutti, e Pat, mezzo morto di
paura, venne fuori carponi.
And avanti barcollando sotto il peso del cadavere finchraggiunse
Kiltown Abbey, una rovina ricoperta d'edera, dove il gufo bruno
lanciava tutta la notte il suo grido e i morti ormai dimenticati
dormivano attorno alle mura sotto un fitto, inestricabile groviglio di
rovi e di erbe di montagna.
Non viene pisepolto nessuno ora in quel luogo ma i giganteschi
compagni di Pat andarono proprio in quel cimitero selvaggio e
cominciarono a scavare una fossa.
Pat vedendoli cosoccupati pensche avrebbe potuto tentare ancora
una volta la fuga e si arrampicnel folto di un biancospino di cinta,
sperando di venire nascosto dai rami.
- Sono stanco, - disse l'uomo che stava scavando la fossa. E
rivolgendosi all'omone: - Ecco, prendi la vanga. E' il tuo turno ora.
- Ma neanche per sogno: non il mio turno! - rispose quello come le
volte precedenti. - C'Pat Diver lsull'albero; perchnon dovrebbe
venire gia fare il suo turno?
Pat scese per prendere la vanga ma proprio in quel momento i galli
delle piccole fattorie e delle capanne nei dintorni dell'abbazia
cominciarono a cantare e gli uomini si guardarono l'un l'altro.
- Dobbiamo andare, - dissero. - E buon per te, Pat Diver, che i galli
abbiano cantato, perch se non l'avessero fatto tu saresti stato
buttato ginella tomba assieme al cadavere.
Erano passati due mesi e Pat aveva girovagato in lungo e in largo per
tutta la contea di Donegal, quando un giorno gli capitdi arrivare a
Raphoe durante una fiera.
Tra la folla che riempiva la cittadella egli si trov improvvisamente
di fronte all'omone.
- Come stai Pat Diver? - chiese quello chinandosi per guardare in
faccia il calderaio.
- Voi ne sapete pidi me, signore, perchio non ho il piacere di
conoscervi, - disse Pat con voce tremante.
- Davvero non mi conosci Pat? - e sottovoce: - Quando ritornerai a
Innishowen avrai finalmente una storia da raccontare.















IL POOKA.

Il Pooka, o picorrettamente Pa, sembra essere essenzialmente uno
spirito animale. Qualcuno fa derivare il suo nome da "Poc", caprone, e
alcuni intellettuali lo considerano l'antenato del "Puc"
shakespeariano. Sulle montagne solitarie e tra le vecchie rovine la
sua dimora, e tanta solitudine l'ha reso mostruoso: appartiene al
genere degli incubi. 奘ella storia manoscritta intitolata "Mac-na-
Michomhairle" di incerta attribuzione, - mi scrive Douglas Hyde, -
leggiamo che su una certa collina del Leinster era solito apparire
fino a metun robusto, lucente, terribile destriero che attorno al
Primo di Novembre parlava a chiunque con voce umana, e soleva dare
risposte intelligenti e appropriate a quanti lo consultavano su ci che sarebbe capitato loro fino al Novembre dell'anno successivo. La
gente era solita lasciare doni e regali vicino alla collina, finch non arrivarono Patrizio e la santa congregazione. Questa tradizione
sembra essere collegata a quella del Pa Certo! A meno che si
tratti solo di un "aughishka" o Cavallo d'Acqua. Perchquesti esseri,
- ci stato detto, - un tempo erano frequenti e solevano uscire
dall'acqua per andare a galoppare sulla spiaggia e nei prati: la gente
spesso si metteva tra loro e la battigia per imbrigliarli; sarebbero
stati degli ottimi cavalli se solo li si fosse tenuti lontani dalla
vista del mare; ma se una volta, anche di sfuggita, vedevano l'acqua,
vi si buttavano dentro con il loro cavaliere e lo facevano a brani sul
fondo. Gioca a favore dell'ipotesi che quel destriero fosse proprio un
Pooka il fatto che costui sia uno spirito novembrino; infatti il Primo
Novembre giorno sacro al Pooka. E' difficile immaginare quell'essere
selvaggio e sfrenato diventato docile e lucente.
Il Pooka assume molte forme: certe volte un cavallo, altre un asino
o un toro o una capra o ancora un'aquila. Come tutti gli spiriti solo per metnel mondo delle forme.

IL SUONATORE DI CORNAMUSA E IL POOKA.

Nei tempi antichi viveva a Dunmore, nella contea di Galway, un povero
idiota il quale, pur essendo straordinariamente appassionato di
musica, non era stato capace di imparare pidi una melodia, quella
ciodi "An rogaire dubh", il "Furfante Nero". Di solito riceveva dai
signori gran quantit di denaro perch usavano chiamarlo per
divertirsi a sue spese. Una notte il suonatore di cornamusa se ne
stava ritornando a casa da un luogo in cui s'era data una festa da
ballo ed era mezzo ubriaco. Quando arriva un ponticello vicino alla
casa di sua madre, si mise a schiacciare il mantice della cornamusa e
cominci a suonare il "Furfante Nero". Il Pooka gli si avvicinda
dietro e se lo gettsulla schiena; aveva lunghe corna e il nostro
suonatore vi si afferrben forte dicendo:
- Maledizione a te, brutta bestiaccia; lasciami andare a casa. Ho in
tasca una moneta da dieci penny per mia madre e lei rimasta senza
tabacco da fiuto.
- Non preoccuparti per tua madre, - disse il Pooka, - ma bada a
tenerti forte: se cadi ti rompi il collo e anche la cornamusa -. Poi
il Pooka aggiunse: - Suonami "Shan Van Vocht", la melodia della
"Povera Donna".
- Non la so, - rispose il suonatore.
- Non preoccuparti se sei capace o no, - rispose il Pooka. Suona, e io
farin modo che tu la sappia.
Il musicante mise aria nella sacca della cornamusa e suonuna melodia
tale che se ne meraviglilui stesso.
- Parola mia, sei un bravo maestro di musica, - disse allora il
suonatore, - ma dimmi dove hai intenzione di portarmi.
- C'una gran festa questa notte nella casa delle Banshee sulla cima
del monte Croagh Patric, - rispose il Pooka, - e ho intenzione di
portarti la suonare e, credimi sulla parola, sarai ricompensato per
il tuo disturbo.
- Caspita, allora mi risparmi un viaggio! - disse il suonatore.Padre
William infatti mi ha dato come penitenza un pellegrinaggio sul Croagh
Patric perchgli ho rubato l'oca bianca il giorno di San Martino.
Il Pooka gli fece attraversare di volata colline, paludi e terreni
accidentati e infine lo condusse sulla cima del monte Croagh Patric.
Poi batt con il piede tre colpi: una grande porta si apred essi
entrarono insieme in una bellissima sala.
Il suonatore vide che c'era una tavola d'oro nel centro della stanza e
che centinaia di vecchie vi sedevano attorno. Una di quelle si alze
disse: - Mille volte benvenuto, Pooka di Novembre. Chi quel tipo che
ti sei portato appresso?
- Il miglior suonatore di cornamusa d'Irlanda, - rispose il Pooka.
Una delle vecchie battun colpo in terra e sulla parete, di lato, si
apruna porta: ed ecco che il suonatore vide venirsene fuori proprio
l'oca bianca che aveva rubato a Padre William!
- Per l'anima mia, questa poi! - esclam - Io e mia madre ci siamo
mangiati quell'oca fino all'ultimo boccone; ho solo dato un'ala a Moy
Rua (Maria la Rossa), ed stata lei a dire al prete che gli avevo
rubato la sua oca.
L'oca sgomberla tavola e la portvia; il Pooka allora disse:Mettiti
a suonare per queste signore.
Il musicante suone le vecchie cominciarono a ballare, e ballarono
fino a che furono stanche. Allora il Pooka disse loro di pagare il
suonatore, e ogni vecchia tirfuori un pezzo d'oro e glielo diede.
- Per il dente di Patrizio! - esclamlui, - sono ricco come il figlio
di un Lord!
- Vieni con me, - disse il Pooka, - che ti riporto a casa.
Uscirono, e proprio mentre il suonatore stava per montare in groppa al
Pooka l'oca gli si avvicine gli diede una cornamusa nuova. Il Pooka
non impieg molto a riportarlo fino a Dunmore; lo scaric al
ponticello dicendogli di tornare a casa e aggiunse: - Ora hai due cose
che prima non avevi: senno e suono.
Il suonatore anda casa e buss alla porta della madre dicendo:-
Fammi entrare, sono ricco come un Lord e sono il migliore suonatore di
cornamusa d'Irlanda.
- Sei ubriaco, - rispose la madre.
- No davvero! - disse il ragazzo. - Non ho bevuto un sol goccio.
La madre lo fece entrare ed egli le diede i pezzi d'oro e, Aspetta, -
le disse, - e senti che musica ti suono.
Imbraccila cornamusa ma invece della melodia venne fuori un rumore
come se tutte le oche d'Irlanda, maschi e femmine, stessero gridando
insieme. Sveglicosi vicini, e tutti lo presero in giro finch
ripresa la vecchia cornamusa, suonper loro una musica melodiosa; e
come ebbe fito racconttutto ciche gli era capitato quella notte.
Il mattino dopo, quando la madre anda guardare i pezzi d'oro, non
vide altro che foglie d'albero.
Il suonatore and dal prete per raccontargli la sua storia, ma il
prete non voleva credere a una sola parola di quel che diceva, finch il ragazzo non prese la cornamusa nuova e allora cominciil rumore
stridulo delle oche maschi e femmine.
- Non farti mai pivedere, ladro! - disse il prete.
Ma il suonatore non si volle dar per vinto e infine imbracci la
vecchia cornamusa per far vedere al prete che la sua storia era vera.
Prese la vecchia cornamusa e suonarie melodiose, e da quel giorno
fino a quando mornon ci fu nella contea di Galway un suonatore di
cornamusa bravo quanto lui.

DANIEL O'ROURKE.

Pudarsi che la gente abbia sentito parlare delle famose avventure di
Daniel O'Rourke, ma ben pochi sanno che la causa di tutti i suoi guai,
quass e laggi stata npinmeno che l'aver dormito sotto le
mura della torre del Pooka. Io lo conoscevo bene. Viveva ai piedi di
Hungry Hill, proprio sulla destra della strada che va verso Bantry. Al
tempo in cui mi raccontla storia era un vecchio con i capelli grigi
e il naso rosso; l'ho udita narrare il 25 giugno 1813 dalle sue stesse
labbra, mentre sedeva fumando la pipa sotto un vecchio pioppo in una
delle pi belle serate che mai abbiano brillato in cielo. Io stavo
andando a visitare le grotte dell'Isola di Dursey, dopo aver trascorso
la mattinata a Glengariff.
- Mi chiedono spesso di raccontarla, signore, - disse Daniel, e quindi
non la prima volta. Il figlio del padrone, vedete, era arrivato da
fuori, da luoghi stranieri, Francia e Spagna, dove andavano di solito
i giovani signori prima che si fosse sentito parlare di Bonaparte o di
personaggi simili; e per l'appunto fu offerto un pranzo a tutta la
gente del posto, ai nobili e alla gente umile, a quelli in alto e a
quelli in basso, ai ricchi come ai poveri. I vecchi padroni erano dopo
tutto veri signori, con tutto il rispetto per vostro onore. A dire la
verit mandavano qualche accidente a uno e di tanto in tanto davano a
un altro un colpetto di frusta, ma con tutto cinon ci andava poi
tanto male; erano coscortesi e alla mano, le loro case erano
allegre, sempre piene di un'infinitdi ospiti, non c'era da sgobbare
per pagare la pigione ed era difficile trovare nella tenuta un
affittuario che non avesse sperimentato molte e molte volte in un anno
la generosit del padrone; ma ora tutta un'altra cosa. Comunque
lasciamo perdere, signore; farei meglio a raccontarvi la mia storia.
- Ebbene, ci servimmo di ogni cosa, della migliore qualit e in
abbondanza, mangiammo e bevemmo e ballammo, e anche il padroncino
danzcon Peggy Barry, dei Bohereen; erano proprio una coppia giovane
e allegra, sebbene adesso tutti e due non se la passino molto bene.
Per farla breve, divenni, come si suol dire, quasi brillo, e infatti
non mi ricordo per niente, non c'verso, come fu che lasciai quel
posto; so solo che lo lasciai, questo certo. Bene, stando cosle
cose, pensai tra me e me che avrei fatto un salto da Molly Cronohan,
la maga, per scambiare due parole su quel gruppo di giovani mucche che
erano state stregate; cos mentre stavo attraversando il guado di
Ballyashenogh passando di pietra in pietra, e stavo guardando le
stelle e facendomi il segno della croce - perch caspita, era il
giorno di Maria Vergine! - mi manc un piede e caddi sbronzo
nell'acqua. 娑er tutti i morti di questa terra, - pensai, - qui
annegher Cominciai pera nuotare e nuotai per salvarmi la pelle,
fino a che da ultimo, ma non sapr mai dire come, in un modo o
nell'altro approdai su una terra desolata.
- Girovagai avanti e indietro da quelle parti senza sapere dove stavo
andando fincharrivai in una grande palude. La luna mandava un
chiarore come fosse giorno fatto o come i begli occhi di vostra
moglie, signore (mi perdoni se l'ho menzionata), e io guardai a est e
a ovest, a nord e a sud e in ogni direzione ma non vedevo altro che
palude, palude e palude. Non riuscivo assolutamente a capire come
fossi finito ldentro, e il mio cuore si raggelper la paura perch ero piche sicuro che quella sarebbe stata la mia tomba. Cos mi
sedetti su una pietra che, fortuna volle, era vicina a me; e avevo
cominciato a grattarmi la testa e a intonare degli 家him, quando di
colpo la luna si oscur e guardando in alto vidi qualcosa che mi
sembrava proprio venire giin tutto e per tutto tra me e la luna; non
riuscivo a capire cosa fosse. Piombgicon un balzo e mi guard dritto in faccia: e che cos'era mai se non un'aquila? Era la pibella
aquila che mai fosse giunta in volo dal regno del Kerry. Mi guard quindi in faccia dicendomi: 唏aniel O'Rourke, come va? 埋o molto
bene, grazie, signore dico, 容 spero che anche voi stiate bene E
intanto continuavo a chiedermi sbalordito com'era possibile che
un'aquila parlasse come un cristiano. 哽he cosa ti conduce qui, Dan? dice quella: 唧ssolutamente niente, signore dico io; 師orrei solo
essere di nuovo a casa sano e salvo 姬orresti andartene fuori
dall'isola, Dan?dice quella. 娑roprio cos, dico io. E quindi le
racconto subito come avevo bevuto un goccio di troppo ed ero caduto
nell'acqua; come avevo nuotato fin sull'isola e come ero giunto nella
palude senza conoscere la strada per uscirne. 唏an dice quella dopo
aver pensato un attimo, 家nche se molto sconveniente che tu ti
ubriachi il giorno di Maria Vergine, tuttavia poichsei un uomo bravo
e assennato che ascolta coscienziosamente la messa, che non tira mai
pietre na me nai miei, e neanche ci grida dietro nei campi, ti
offriril mio aiuto; su, salimi sul dorso e aggrappati bene per non
correre il rischio di cadere, e io ti porter in volo fuori dalla
palude 娛emo dico io, 宮he vostra signoria si stia prendendo gioco
di me, perch chi ha mai udito prima d'ora che si possa salire a
cavalcioni di un'aquila?娟ul mio onore di gentiluomo dice quella
mettendosi la zampa destra sul petto, 宵ico proprio sul serio, e
quindi accetta adesso la mia offerta o morirai di fame nella palude:
oltretutto vedo che il tuo peso sta facendo affondare la pietra
- Era proprio come l'aquila aveva detto perchmi ero accorto che di
minuto in minuto la pietra stava andandosene gi sotto di me. Non
avevo scelta, cos penso tra me: 娓n cuore pavido non ha mai
conquistato una bella dama e questo un saggio principio.
娜ingrazio vostra signoria per avermi concesso le sue premure;
accetterla gentile offerta Montai allora sul dorso dell'aquila e
l'afferrai ben stretta attorno al collo e quella volsu nel cielo
come un'allodola. Non sospettavo quale scherzo stesse per combinarmi.
Su, su, su... Dio solo sa quanto volin alto. 唇ene signore le
dissi molto educatamente (pensando che non conoscesse la strada giusta
per tornare a casa mia, perchche volete - ero completamente in suo
potere), 峴ignore dico io, 峰iacendo a vostro onore e con umile
sottomissione al vostro giudizio, che certo migliore, se voleste
abbassarvi un po', siete proprio sopra la mia capanna, e potrei essere
lasciato l con molti ringraziamenti a vostra eccellenza.
- 圃hi, Dan dice quella, 峻i credi una sciocca? Guarda ginel campo
vicino: non vedi due uomini e un fucile? Parola mia non sarebbe
divertente essere uccisa cos per fare un favore a un furfante
ubriacone che ho raccolto da una fredda pietra in una palude
唧ccidenti a te dissi tra me, ma non parlai, percha cosa sarebbe
servito? Ebbene, signore, quella continuava a volare, a volare, mentre
io le chiedevo ad ogni momento di scendere, senza alcun risultato.
唏ove state andando, di grazia, signore? le chiedo. 娟tai zitto,
Dan dice quella, 峰ensa agli affari tuoi e non ficcare il naso nelle
faccende degli altri 哽aspita! Credo proprio che queste siano
faccende che mi riguardano! dico io. 娟tattene tranquillo, Dan
dice. E io non parlai pi
- Alla fine dove andiamo a capitare se non proprio sulla luna? Ebbene,
voi non potete vederla da qui, ma c'o c'era a quel tempo una falce
che sporgeva da un lato della luna a questo modo (e Daniel con un capo
del suo bastone disegnsul terreno questa figura [...]).
- 唏an disse l'aquila, 峴ono stanca di questo lungo viaggio. Non
avevo idea che fosse coslontano 圃, scusate signor mio, chi mai vi
ha chiesto di volare cosdistante? Sono forse stato io? Non vi ho
forse chiesto e pregato e scongiurato una mezz'ora fa di fermarvi? dissi. 奘on serve a niente chiacchierare Dan dice quella, 峴ono
stanca morta e quindi tu devi scendere e sederti sulla luna finch io
non mi sar riposata 圃 cos proprio sulla luna che mi devo
sedere?dissi. 娟u quella piccola cosa rotonda? Beh! Di sicuro fra un
minuto cadrgie morirtutto sfracellato e spappolato; sei una vile
truffatrice, ecco quel che sei 奘iente affatto, Dan dice l'aquila,
峰uoi tenerti stretto alla falce che sporge dal lato della luna e
quella ti regger. 奘o, non voglio farlo dissi. 圄orse no rispose
lei con fare tranquillo, 峻a se non lo farai, ragazzo mio, mi baster darti uno scossone e un colpo d'ala che ti far precipitare verso
terra, dove ogni osso che hai in corpo sarridotto in frantumi
piccoli come una goccia di rugiada su un cavolo di primo mattino 套i
sono messo proprio in un bel pasticcio dico tra me e me, 家
essermene venuto via con un tipo come te E cos lanciandogli di
tutto cuore una imprecazione irlandese per paura che capisse cosa
dicevo, smontai dalla sua schiena con il cuore pesante, afferrai la
falce e mi sedetti sulla luna; ed era un sedile ben freddo, vi
assicuro.
- Quando mi ebbe felicemente fatto atterrare in quel luogo, mi si
rivolse dicendomi: 唇uon giorno a te, Daniel O'Rourke; penso di averti
incastrato ben bene adesso. Tu avevi rubato la mia nidiata l'anno
scorso (questo era verissimo, ma come l'avesse scoperto difficile
dire), e in cambio ora ti viene generosamente offerta la possibilit di rinfrescarti i tacchi penzolando sulla luna come un pollo
- 圃' tutto qui? Mi lasci cos bestiaccia?dico io. 唇rutto animale
snaturato, questo in definitiva il servizio che mi fai? Che sia
maledetta tu, col tuo naso adunco, e tutta la tua razza, furfante Ma
fu assolutamente tutto inutile; distese le sue grandi ali, scoppiin
una risata e volvia come un lampo. Le urlai dietro di fermarsi, ma
avrei anche potuto chiamare e urlare all'infinito senza che lei mi
badasse. Se ne andvia e da quel giorno in poi non l'ho mai pivista
- che i malanni le vadano appresso! Potete stare certo che ero in una
posizione disperata e continuavo a gridare di dolore quando, tutto a
un tratto una porta si aprproprio nel mezzo della luna cigolando sui
cardini (credo che non abbiano mai pensato a ingrassarli), come se da
un mese non fosse mai stata aperta, e ne viene fuori, pensate chi,
l'uomo della luna in persona. Lo riconobbi dalla barba.
- 唇uongiorno a te, Daniel O'Rourke disse, 宮ome va?唇ene, grazie,
vostro onore risposi. 娟pero che vostra signoria stia bene 哽he
cosa ti ha portato qui, Dan?disse. Allora gli raccontai di come ero
stato un po' sopraffatto dall'alcool alla festa del padrone, di come
ero stato gettato su un'isola desolata, come mi ero perso nella palude
e come quel ladro di un'aquila mi aveva promesso di farmi volare fuori
di l mentre invece mi aveva portato sulla luna.
- 唏an disse l'uomo sulla luna dopo che ebbi finito, prendendosi un
pizzico di tabacco da pipa, 差u non devi stare qui . 哽ertamente,
signore risposi, 峴e sono qui del tutto contro la mia volont Ma
come posso tornarmene indietro?娘uesti sono affari tuoi, Dan disse
lui; 家ffar mio di dirti che non devi stare qui; quindi sloggia
all'istante 奘on sto facendo male a nessuno dico, 峴to solo
tenendomi forte alla falce per non cadere 圃 questo ci che
appunto non devi fare, Dandice lui. 姬i chiedo scusa, signore: posso
domandarvi quanti siete in famiglia che non potete ospitare un povero
viandante? Sono sicuro che non capita spesso che siate disturbati
dalle visite di forestieri, perchuna bella distanza!埋o sto da
solo, Dan dice quello, 峻a faresti meglio a lasciar andare quella
presa, e a smetterla di chiacchierare 奘on ho nessuna intenzione di
lasciare la presa, e pime lo dici meno la moller Ecco cosa
faccio 圄aresti meglio, Dan ripete quello. 圃 allora, vecchio
mio dico io, soppesandolo con gli occhi da capo a piedi, 宮i sono
due punti di vista in questo affare: io non mi muovo, ma se tu vuoi,
puoi farlo 姬edremo come andra finire!dice quello, e se ne and via sbattendo talmente la porta dietro di s(perchera chiaro che
era arrabbiato) che io credetti che la luna e tutto il resto sarebbero
crollati.
- Ebbene, mi stavo preparando alla prova di forza con lui, quando
eccolo di ritorno con in mano il coltellaccio da cucina, e senza dire
una parola ddue colpi all'impugnatura della falce che mi stava
sostenendo e, zac!, quella si ruppe in due. 唇uongiorno a te, Dan
dice il piccolo malevolo vecchio furfante quando mi vide cadere gi dritto dritto con in mano un pezzo dell'impugnatura. 埂razie della
visita, e che venti propizi ti accompagnino, Daniel! Non ebbi il
tempo di dargli una risposta perchstavo precipitando sempre pigi
continuando a ruzzolare alla velocitdi una caccia alla volpe. 哽he
Dio mi aiuti!dico. 娘uesto proprio un bel pasticcio, che una
persona per bene sia vista cosa quest'ora di notte. Ora sono ben
conciato!
- Le parole non mi erano ancora uscite di bocca che, wish!, cosa va a
volarmi vicino all'orecchio se non uno stormo di oche selvatiche che
si erano fatte tutta quella strada dalla mia palude di Ballyasheenogh
(altrimenti come avrebbero potuto riconoscermi?). L'oca maschio
anziana, che era il loro generale, voltando il capo mi grid 娟ei tu
Dan? 埋n persona risposi per niente spaventato dalle sue parole,
percha quel punto ero ormai abituato a ogni tipo di diavoleria, e
inoltre io quello lo conoscevo da tempo. 唇uongiorno a te, Daniel
O'Rourke dice lui, 宮ome va la salute questa mattina?套olto bene,
signore, vi ringrazio di cuore rispondo io tirando il fiato perch ne avevo estremamente bisogno; 峴pero che anche vostra signoria stia
bene 娑enso che tu stia precipitando, Daniel 娑otete ben dirlo,
signore 圃 dove te ne stai andando cosin fretta? chiese l'oca
maschio. Cos gli raccontai di come avevo bevuto quel goccio ed ero
arrivato sull'isola, di come mi ero perso nella palude, come quella
malandrina di un'aquila mi aveva portato in volo sulla luna, e di come
l'uomo nella luna mi aveva scacciato. 唏an disse quello, 差i salver io: allunga una mano, afferrami per una zampa e ti portera casa
夏a tua mano pidolce di un vaso di miele, tesoro mio dissi,
sebbene continuassi a pensare tra me che non c'era da avere molta
fiducia; ma non avevo scelta, cosafferrai l'oca maschio per una
zampa e via!, io e le altre oche gli volammo dietro veloci come
schegge.
- Volammo, volammo e volammo, finchgiungemmo proprio sopra il grande
oceano. Lo riconobbi perchvidi Cape Clear sulla mia destra emergere
dall'acqua. 唧h, signor mio dissi all'oca (perchin ogni caso
pensavo fosse meglio mantenere un linguaggio educato). 姬olate verso
terra, se non vi dispiace 娟arimpossibile ancora per un po', Dan
rispose quello, 峰erch vedi, stiamo andando in Arabia 埋n Arabia? dissi. 娟ar certo un posto molto lontano in terra straniera. Oh,
signor oca, sono davvero un uomo da compatire qui tra voi 娟st, sst,
sst! Stupido disse quello, 峴ta' zitto. Ti assicuro che l'Arabia un posto molto civile. Assomiglia a West Carbery quanto un uovo simile a un altro; soltanto che lc'un po' pidi sabbia
- Proprio mentre stavamo parlando, all'orizzonte apparve una nave che
filava col vento in poppa che era un piacere. 唧h! Ecco signore,
potreste per favore lasciarmi cadere sulla nave? 奘on ci siamo
esattamente sopra rispose; 峴e ti lasciassi cadere adesso, andresti
a sguazzare in mare 奘o che non ci andrei dissi; 峽o so ben io,
perch la nave proprio qui sotto di noi; quindi lasciami subito
cadere
- 娟e proprio insisti...rispose. 圃cco, va per la tua strada Apr la zampa e ... accidenti, aveva ragione lui: me ne andai gidi peso
fino in fondo al mare salato! Gifino in fondo me ne andai, e gimi
davo definitivamente per spacciato, quand'ecco mi venne incontro una
balena grattandosi tutta dopo la dormita notturna; mi guarddritto in
faccia e non disse nemmeno una parola, ma alzando la coda mi schizz di nuovo tutto di acqua fredda, finchnon ci fu un solo millimetro
asciutto in tutta la mia carcassa! E sentii qualcuno che diceva (era
una voce che conoscevo, per giunta): 唧lzati su di l ubriacone
vagabondo e con cimi svegliai, e c'era Judy con una tinozza piena
d acqua e me la stava gettando tutta addosso perch pace all'anima
sua, sebbene fosse una buona moglie, non aveva mai sopportato di
vedermi ubriaco e aveva la mano piuttosto pesante.
- 唧lzati! disse di nuovo, 宮on tutti i posti che ci sono nella
parrocchia dovevi proprio andare a sdraiarti sotto le vecchie mura di
Carrigapooka? Ti hanno certo fatto avere un sonno ben agitato! E lo
avevo avuto davvero: perchsono stato perseguitato fino ad ammattire
da aquile e uomini della luna e oche volanti e balene che mi portavano
attraverso paludi e poi su sulla luna e ginel fondo del verde
oceano. Dovessi anche ubriacarmi altre dieci volte, ne passer del
tempo - potrei giurarci - prima che torni a sdraiarmi in questo stesso
posto.

IL POOKA DI KILDARE.

Il signor H. R. quando era in vita soleva passare lunghi periodi a
Dublino, e una volta stette via dal paese un bel po' a causa del fatti
del novantotto (1). Ma i servi continuavano ugualmente a mandare
avanti la casa di Rath proprio come se la famiglia ci vivesse. Ebbene,
di solito, dopo essersene andati a letto, essi venivano spaventati a
morte dallo sbattere della porta di cucina e da un tintinnare di
alari, pentole, piatti e stoviglie. Una sera rimasero seduti pia
lungo del solito tenendosi di buon animo con storie di fantasmi e di
apparizioni, tanto che pensate un po' - il piccolo mozzo di stalla che
di solito dormiva sopra ai cavalli e che non era riuscito a trovar
posto accanto al fuoco, scivolfin dentro il camino caldo e quando si
fu stancato di ascoltare storie - mal gliene incolse - si addorment profondamente.
Sia come sia, dopo che tutti se ne furono andati e in cucina venne
coperto il fuoco, il ragazzo fu svegliato dal rumore della porta che
si apriva e dal risuonare di pesanti passi d'asino sul pavimento della
cucina. Sbircifuori e vide niente meno che un grosso asino - proprio
cos - che stava seduto sulla sua coda e sbadigliava di fronte al
fuoco. Dopo un po' la bestia si guardattorno, comincia grattarsi
le orecchie come se fosse molto stanco e disse: - Tanto vale
cominciare prima che dopo -. Al povero ragazzo presero a battergli i
denti perch - Adesso mi manger - diceva. Ma quell'essere con la
coda e dalle lunghe orecchie aveva qualcos'altro da fare. Attizz il
fuoco e poi prese alla fontana un secchio d'acqua, lo portin casa e
ne riempuna grossa pentola che aveva messo sul fuoco prima di
uscire. Poi mise la mano - cioil piede - nel focolare e ne tir fuori il ragazzino. Questo lanciun urlo di paura, ma il Pooka gli
diede solo un'occhiata, spinse in fuori il labbro inferiore per far
vedere quanto poco gliene importava, e poi lo ricaccial suo posto.
Ebbene, si sdraipoi di fronte al fuoco finch ud che l'acqua
bolliva, e allora non ci fu forse piatto, scodella o cucchiaio sulla
madia che egli non prendesse e mettesse nella pentola e lavasse e
asciugasse con una cosgran cura come nessun'altra sguattera da l fino a Dublino. Rimise poi tutto al suo posto sugli scaffali e vi
assicuro che diede proprio una bella spazzata alla cucina. Poi si
viene a sedere di fronte al ragazzo, abbassa un orecchio, rizza
l'altro e sogghigna. Il poveretto tentdi urlare ma neppure un suono
gli uscdalla gola. L'ultima cosa che fece il Pooka fu di coprire il
fuoco, poi usc facendo sbattere con tale violenza la porta che il
ragazzo pensche la casa non potesse fare a meno di crollare.
Beh! Vi assicuro che ci fu un bel trambusto il mattino dopo, quando il
poveretto raccontla sua storia! Non si parld'altro per tutto il
giorno. Uno diceva una cosa, un altro ne diceva un'altra, ma una
grossa sguattera indolente disse la cosa pi furba: - Caspita, -
disse, - se il Pooka fa diventare tutto pulito in quel modo mentre noi
dormiamo, perch dovremmo sgobbare come schiavi per fare il suo
lavoro? - S certo! disse un'altra, - sono le parole pisagge che tu
abbia mai detto, Kauth, e non sarcerto io a darti torto.
Detto fatto: quella sera non un piatto o una scodella videro una
goccia d'acqua, non una ramazza toccil pavimento e tutti andarono a
letto poco dopo il tramonto. La mattina dopo ogni cosa in cucina era
pipulita che mai e il sindaco avrebbe potuto pranzare per terra. Era
una bella comoditper quei pigri domestici, potete star certi, e ogni
cosa andavanti bene finchun ragazzetto temerario disse che sarebbe
rimasto alzato una notte per far due chiacchiere con il Pooka.
Il ragazzo prov un po' di paura quando la porta fu spalancata e
l'asino venne avanti fino al fuoco.
- Scusate, signore, - disse infine, facendosi coraggio; - se non prendersi troppa libert potrei chiedervi chi siete e perchavete la
gentilezza di fare ogni notte per le ragazze metdel lavoro di una
giornata?
- Non affatto prendersi delle libert - dice il Pooka. Certo che
risponder Facevo il servitore al tempo del padre del cavaliere R. ed
ero il pipigro briccone che mai fosse cresciuto e vestito, e non me
ne davo pensiero. Quando giunse per me l'ora d'andare all'altro mondo,
la punizione che mi venne accollata fu questa: venire qui ogni notte,
fare tutto questo lavoro e poi uscire al freddo. Non cosbrutto
quando il tempo buono, ma se solo tu sapessi cos'stare in piedi
con la testa fra le gambe, la pioggia che ti cade addosso, da
mezzanotte all'alba, in una gelida notte d'inverno! - Ma potremmo fare
qualcosa per darvi sollievo, poveretto? - chiese il ragazzo.
- Beh! Non so. Ma penso che un buon pastrano trapuntato mi aiuterebbe
a restare in vita in quelle lunghe notti. - Saremmo davvero le persone
piingrate del mondo se non provassimo compassione per voi.
Per farla breve, un paio di notti dopo il ragazzo era di nuovo l e
potete ben immaginare il grande piacere che fece al povero Pooka
porgendogli un caldo pastrano. Tra il Pooka e il ragazzo riuscirono a
infilare le gambe nelle quattro maniche del cappotto e ad abbottonarlo
lungo il petto e lo stomaco, e il Pooka era cos contento che and allo specchio per vedere che aspetto aveva.
- Bene, - dice, - tutto arriva a chi sa aspettare! Faccio molti
ringraziamenti a te e ai tuoi compagni. Mi avete reso finalmente
felice. Buona notte.
Detto questo si preparava a uscire quando l'altro gli grid Te ne vai
certo troppo presto. E come la mettiamo con il lavare e spazzare? -
Ah! Puoi dire alle ragazze che adesso tocca a loro. La mia punizione
doveva durare fino al momento in cui sarei stato considerato
meritevole di una ricompensa per come avevo fatto il mio dovere. Non
mi vedrete pi-. E mai pilo videro, ed erano ben tristi di aver
avuto tanta fretta nel ricompensare l'ingrato Pooka.

NOTA 1: [Nel 1798 i repubblicani irlandesi si ribellarono agli
inglesi; ma vennero presto sconfitti].









LA BANSHEE.

La "Banshee" (da "ban" ["bean"], donna, e "shee" ["sidhe"], fata) una fata che accompagna e segue le vecchie famiglie e soltanto quelle,
e fa udire il suo lamento prima di una morte. Molti l'hanno vista
quando va gemendo e battendo le mani. Il "caoine", lamento funebre dei
contadini, si dice sia una imitazione del suo pianto (x). Quando si
riuniscono pibanshee e lamentano e cantano in coro, per la morte
di un santo o di qualche persona importante.
Un presagio che accompagna a volte la Banshee il "coach-a-bower"
("cste-bodhar"), un immenso carro nero guidato da un "dullahan",
sormontato da una bara e trainato da cavalli neri senza testa.
Rumorosamente esso verralla vostra porta e secondo Croker - se la
aprirete, vi sar gettato in faccia un catino di sangue. Questi
fantasmi decapitati si ritrovano anche al di fuori dell'Irlanda. Nel
1807 due sentinelle di guardia davanti a Saint James's Park morirono
di paura: una donna senza testa, la parte superiore del corpo
completamente nuda, era solita passare a mezzanotte e scavalcare la
cancellata. Dopo un po' nessuna sentinella fu pimessa di guardia in
quel luogo visitato da fantasmi. In Norvegia si decapitavano i
cadaveri per rendere i fantasmi pi deboli. In questo modo ebbero
forse origine i "dullahan"; a meno che discendano da quel gigante
irlandese che attraversa nuoto il canale d'Irlanda tenendo la testa
fra i denti (x).

NOTA x: [vedi nota dell'autore in appendice].

COME THOMAS CONNOLLY INCONTRO' LA BANSHEE.

- Ah, la Banshee, signore? Beh, signore, come stavo cercando di dirvi,
una volta, nel buio della sera, dopo il lavoro stavo tornando a casa
dall'abitazione del signor Cassidy di cui vi ho parlato. Dovevo farmi
pi di un miglio - anzi quasi due - per arrivare al luogo dove
alloggiavo presso una buona vedova che conoscevo, di nome Biddy
Maguire, per essere pivicino al lavoro.
- Era la prima settimana di novembre e dovevo passare per una strada
solitaria e molto buia, coperta da alberi. A circa metstrada dovevo
attraversare un piccolo ponte su uno di quei torrenti che si gettano
nel Doddher.
- Camminavo in mezzo alla strada percha quel tempo, signor Harry,
non c'era marciapiede su cui passare - e non c'stato per un bel po'
di tempo ancora. Ma, come dicevo, stavo camminando, quando arrivai
proprio vicino al ponte dove la strada si allargava un po': lvidi la
curva a schiena d'asino del vecchio ponte che era in quel luogo fin
quando poi stato abbattuto; e tutto intorno c'era una nebbiolina
bianca che saliva come fumo dall'acqua. Vi dico io, signor Harry, che
nonostante ci fossi passato tante volte prima vicino a quel ponte,
quella sera mi sembrstrano, come un luogo che si potrebbe vedere in
sogno; e mentre mi avvicinavo cominciai a sentire un vento freddo che
mi soffiava fin dentro al cuore. 埂uarda un po', Thomas mi dico,
峴ei sempre tu?dico. 奚ppure, se cos che cosa ti sta succedendo
alla fin fine?dico. Cos metto su una faccia baldanzosa e faccio
sforzi per mandare avanti una gamba dopo l'altra, fincharrivai alla
parte pialta del ponte. E l - che Dio abbia pietdi noi! - in una
nicchia del muro, vedo una vecchia (cosmi era parso) che siede
accovacciata, tutta rannicchiata su se stessa, con la testa china in
avanti come fosse presa dalla pigrande tristezza.
- Bene, signore, quella vecchia mi fece pena e pensai che non dovevo
valere un soldo bucato se avevo una paura cos tremenda, perci mi
faccio avanti e le dico: 圃' un posto ben freddo per voi, signora Ma
lei non mi diede neppure un centesimo di attenzione nbada me come
se nemmeno avessi aperto bocca, continuando a dondolare avanti e
indietro come se le si stesse spezzando il cuore. Allora io le dico di
nuovo: 圃hi, signora, c'forse qualcosa che non va? E faccio per
toccarla sulla spalla, ma qualche cosa mi ferma perchguardandola da
vicino vedo che non era una vecchia pidi quanto non fosse un vecchio
gatto. La prima cosa che notai, signor Harry, furono i suoi capelli;
le scendevano lungo le spalle e per un buon metro per terra, da
entrambe le parti. Oh, vi do la mia parola che erano proprio cos Non
ho mai visto niente di simile al mondo in una donna giovane o vecchia
che fosse, nprima ndopo. Le crescevano forti come neanche in una
giovinetta si potrebbero vedere. Ma il colore era un mistero a
descriversi! Alla prima occhiata pensai fossero grigio argento come
quelli di una vecchia strega, ma quando le andai vicino vidi, o cielo,
che era una specie di colore traditore, e ne veniva fuori una luce
come se fosse bava di seta. Le scendevano sulle spalle e sulle belle
braccia su cui la testa stava appoggiata, proprio come Maria Maddalena
in un quadro. Poi notai che il mantello grigio e la gonna verde che
portava sotto erano fatti di nessun tessuto di questo mondo su cui io
avessi mai posato gli occhi. Ora, non ho bisogno di dirvi, signore,
che ho visto tutto cinel tempo di uno schioccar di dita, anche se
impiego tanto a raccontarlo. Cosindietreggio di un passo e grido
forte: 哽he il Signore ci guardi da ogni male! E con questo mi
faccio il segno della croce. Ebbene, signor Harry, non avevo ancora
chiuso la bocca che quella gira la testa verso di me. Ah, signor
Harry! La sua faccia quando mi guardfu l'apparizione pitremenda
che abbia mai visto. Che Dio mi perdoni per quel che dico ma
assomigliava di pi alla faccia dell'Ecce Homo lnella chiesa di
Marlboro Street che qualsiasi altra faccia io possa indicarvi: pallida
come un cadavere, con una quantitdi lentiggini come le macchie su un
uovo di tacchino e con due occhi che sembravano cuciti con il filo
tanto era il piangere che dovevano aver fatto; e che occhi, signor
Harry! Blu come due nontiscordardim freddi come la luna nel fondo di
una palude in una notte gelida, e con uno sguardo da moribonda che mi
mandava un brivido gelato fin nel midollo delle ossa. Per tutti i
diavoli! In quel momento avreste potuto raccoglierne una tazza piena
del sudore freddo che stillava dai miei capelli. Credevo proprio che
la vita stesse per lasciarmi del tutto quando lei si rizz dalla
posizione accovacciata fino a sembrare - per tutti i dannati - alta
come la colonna di Nelson, e con gli occhi voltati verso di me e le
braccia tese in avanti, tirando fuori un lamento che mi fece rizzare i
capelli in testa come le setole di un porco su una scopetta da camino
nuova, quella scivola via, dietro l'angolo del ponte e poi gi nel
torrente che scorreva di sotto. E fu allora che cominciai a sospettare
chi fosse. 圄orza, Thomasdico tra me e me, e feci un grande sforzo
per mettere al trotto le mie gambe malgrado tutta la paura che quelle
stavano provando; e come io sia arrivato a casa quella notte, Dio solo
lo sa, perchio certo non saprei dirlo; ma devo aver sbattuto contro
la porta ed essermi scaraventato dentro a testa avanti in mezzo al
pavimento, dove sono rimasto tramortito per quasi un'ora. La prima
cosa di cui mi resi conto fu della signora Maguire che stava sopra di
me con una brocca di punch e me lo stava versando in gola per
riportarmi in vita, e che la mia testa era in una pozza d'acqua fredda
che lei nel primo momento di spavento mi aveva versata addosso. 娟u,
su signor Connolly dice, 宮he cosa vi succede? Spaventare a questo
modo una donna sola dice. 娟ono in questo mondo o nell'altro? domando. 圃 dove mai vorreste essere, se non qui nella mia cucina?mi
risponde. 奚h, sia gloria a Dio! dico io, 娑ensavo di essere finito
come minimo in Purgatorio, per non parlare di un posto pi brutto.
Solo che mi sento troppo infreddolito e non molto caldo di certo
dico. 圄orse, se non era per me, avreste gifatto pidi met di
quella strada dice lei. 套a cosa vi successo insomma? Avete visto
il vostro fantasma, signor Connolly?奚h, non importa dico io, 峪on
preoccupatevi per quel che ho visto! Poi a poco a poco cominciai a
sentirmi meglio. Ecco come ho incontrato la Banshee, signor Harry.
- Ma come hai fatto a sapere che dopo tutto si trattava davvero di una
Banshee, Thomas?
- Dio mio, signore, conoscevo bene il suo aspetto, ma ne ho avuto
conferma da un fatto che successe in quello stesso periodo. Dovete
sapere che un certo signor O'Nales era venuto in visita in un posto
qui nei dintorni, uno dei vecchi O'Nales della contea di Tyrone - una
vecchia buona famiglia irlandese e proprio quella notte pid'uno di
quelli che erano all'interno aveva sentito la Banshee lamentarsi
attorno alla casa; il mattino seguente lui fu trovato morto nel suo
letto, signor Harry, proprio cos Ebbene, se non era la Banshee che
ho visto quella sera, mi piacerebbe proprio sapere cos'altro poteva
essere.

LA BANSHEE DEI MAC CARTHY.

Charles Mac Carthy era, nell'anno 1749, l'unico figlio rimasto di una
famiglia molto numerosa. Suo padre era morto quando egli aveva poco
pidi vent'anni lasciandogli la tenuta dei Mac Carthy non molto
gravata da ipoteche, se si considera che era in Irlanda. Charles era
allegro e di bell'aspetto, non frenato dalla povertnda un padre n da tutori, e perciall'etdi ventun'anni non era certo un modello di
equilibrio e di virt In parole povere era proprio un ragazzo
dissoluto. Temo anzi di poter dire che era un giovane depravato. I
suoi compagni erano come si puimmaginare - giovani appartenenti alle
classi piricche e aristocratiche dei dintorni e in genere persone la
cui fortuna era picospicua della sua. La loro tendenza a godersi la
vita era perci sottoposta a restrizioni ancora minori, e nel loro
esempio Charles trovava allo stesso tempo un incoraggiamento e una
scusa alle sue sregolatezze. Inoltre l'Irlanda, la cui gioventancor
oggi non gode fama d'essere seria e compassata, era allora uno dei
paesi dove si ottenevano pia buon mercato quasi tutte quelle cose
che il denaro procura per soddisfare le passioni.
A quel tempo, l'odioso agente delle imposte - con il suo libro
minaccioso in una mano, l'inesorabile penna nell'altra o infilata nel
nastro del cappello, la bottiglietta d'inchiostro (nero emblema del
delatore) penzolante dal bottone del panciotto- non andava di locanda
in locanda denunciando tutti quei patriottici trafficanti di liquori
che preferivano vendere whiskey (il quale non aveva niente a che fare
con le leggi inglesi, se non per eluderle) piuttosto di smerciare
quella bevanda velenosa che prendeva il nome proprio da quel
娑arlamento inglese che ne imponeva la vendita fra un popolo
riluttante (1).
Se poi il controllore - angelo misuratore della legge - scriveva il
peccatuccio di un gestore di locanda, faceva percadere una lacrima
sulla parola e la cancellava per sempre. Perch grazie alle mense dei
loro ospitali vicini, i guardiani delle imposte dove mai ne esistevano
- esitavano a ridurre quei lussi cui loro stessi partecipavano
liberamente; e cosla concorrenza sul mercato tra il contrabbandiere,
che rischiava poco, e quel personaggio che veniva chiamato
宮ommerciante per bene che godeva di poca protezione, aveva fatto
dell'Irlanda un paese in cui scorreva non solo latte e miele ma anche
whiskey e vino.
Charles Mac Carthy indulgeva a tal punto nei godimenti procurati da
questi ultimi e nei molti generi di piaceri ai quali la fragile
giovent anche troppo propensa, che, proprio al termine del suo
ventiquattresimo anno d'et dopo una settimana di gravi eccessi, fu
assalito da una febbre violenta che per la sua natura maligna e per la
debole costituzione del ragazzo non lasciava quasi speranza di
guarigione.
La madre, che dapprima aveva fatto molti sforzi per frenare i suoi
vizi ed era stata poi obbligata ad assistere in muta disperazione a
lui che rapidamente si avvicinava alla rovina, vegliava al capezzale
giorno e notte. L'angoscia del sentimento materno era congiunta a quel
tormento ancora piprofondo che conosce solo chi ha molto lottato per
educare nella virte nella pietun figlio amato e prediletto; l'ha
visto crescere fino a farsi uomo secondo le proprie intime
aspirazioni; e poi, quando il suo orgoglio era al massimo, e le sue
speranze quasi esaudite nel soddisfacimento delle aspettative pi ardenti, ha visto questo idolo dei suoi affetti buttarsi a capofitto
in un vicolo di sconsiderata sfrenatezza e, dopo che il vizio aveva
rapidamente conquistato terreno, trovarsi sospeso sulla soglia
dell'eternitsenza piil tempo o la possibilit di pentirsi. Essa
pregava con fervore che, se non poteva essergli risparmiata la vita,
almeno scomparisse, prima della morte, il delirio che continuava con
crescente intensit dalle prime ore della sua malattia, in modo da
lasciargli cossufficiente lucidite calma per fare la pace con il
paradiso oltraggiato.
Dopo parecchi giorni, per la fibra del ragazzo sembrava ormai
sfinita ed egli sprofondin uno stato troppo simile alla morte per
essere confuso con il riposo del sonno. La faccia aveva quell'aspetto
pallido, liscio e marmoreo che di solito segno sicuro che la vita ha
abbandonato il proprio involucro d'argilla. Gli occhi erano chiusi e
infossati, e le palpebre mostravano quell'aria irrigidita e incavata
che sembrava indicare come una mano caritatevole avesse ormai compiuto
l'estremo dovere. Le labbra semichiuse e completamente cineree
scoprivano quel tanto di denti da dare ai tratti della morte il loro
aspetto pispettrale e solenne insieme. Giaceva sul dorso con le mani
distese lungo i fianchi, perfettamente immobile, e la madre sconvolta
non riusc anche dopo ripetuti tentativi, a scorgere in lui il minimo
segno di vita. Il medico che lo stava assistendo, dopo aver tentato i
soliti metodi per accertare la presenza di vita, manifestinfine il
convincimento che questa l'avesse abbandonato, e si prepara lasciare
quella casa di lutto. Fu fatto condurre il suo cavallo al portone
d'entrata. Molte persone, che si erano radunate davanti alle finestre
o in gruppi sparsi sul prato di fronte alla casa, si affollarono
attorno alla porta appena si apr Erano affittuari, nutrici e parenti
poveri della famiglia, uniti ad altri attirati ldall'affetto o da
quell'interesse che assomiglia alla curiositma qualcosa di pi e
che raccoglie gli umili intorno alla casa in cui un essere umano sta
lasciando questo mondo. Videro il dottore uscire dalla porta e
avvicinarsi al cavallo, e mentre si apprestava a salire in sella
lentamente e con aria melanconica, gli si strinsero attorno con
sguardi ansiosi e interrogativi. Non venne pronunciata una sola
parola, ma non si poteva fraintendere il significato di tali sguardi,
e il medico, montato in sella, mentre il servo aveva ancora in mano la
briglia quasi a trattenerlo e lo guardava con aria ansiosa come
aspettandosi che sollevasse tutti dall'incertezza, scosse il capo e
disse a bassa voce: - E' tutto finito, James -. Poi se ne and via
lentamente.
Appena ebbe pronunciate quelle parole, le donne, presenti in gran
numero, lanciarono un grido acuto che, dopo essersi prolungato per
forse mezzo minuto, si ruppe d'improvviso in un pianto forte, pieno,
continuo e stridente eppure mesto, dal quale si distinguevano a tratti
i toni bassi di una voce maschile ora scossa da profondi singhiozzi
ora che dava in pinette esclamazioni di dolore. Era il fratello di
latte di Charles che si aggirava fra la gente ora battendosi le mani,
ora torcendole, sconvolto dal dolore. Il poveretto era stato, da
bambino, compagno di giochi e amico di Charles e in seguito suo
servitore; era sempre stato trattato con speciale affetto e amava il
suo giovane padrone almeno quanto la propria vita.
Quando la signora Mac Carthy si convinse che il colpo era davvero
stato inferto e che il suo diletto figlio era stato chiamato al
rendiconto finale nel pieno dei suoi peccati, rimase per un po' a
fissare attonita i suoi lineamenti freddi, poi, come se qualche cosa
avesse di colpo toccato le corde dei suoi pi teneri affetti, le
lacrime le scesero una dopo l'altra dalle guance rese pallide
dall'ansia e dal lungo vegliare. Continuava tuttavia a guardare il
figlio, senza apparentemente rendersi conto che stava piangendo, e
senza portarsi agli occhi neppure una volta il fazzoletto; quando
infine il gruppo delle donne appartenenti alle migliori famiglie di
agricoltori della zona le ricordi mesti doveri che il costume del
paese le imponeva, mand allora alte grida di dolore che fecero
risuonare la casa. Poi si ritirper dare istruzioni sulla veglia
funebre e per provvedere ai cibi e alle bevande che di solito vengono
offerti in queste tristi circostanze ai numerosi visitatori di ogni
livello sociale. Anche se quasi non si sentiva la sua voce e nessun
altro la vedeva oltre ai servi e a uno o due vecchi amici di famiglia
che l'assistevano nei preparativi necessari, tutto venne portato
avanti con la massima regolarit e sebbene lei non facesse alcuno
sforzo per trattenere il suo dolore, tuttavia questo non impedche
prestasse tutta l'attenzione necessaria ora piche mai a conservare
ordine nelle faccende di casa che, in questo momento di dolore, non
fosse stato per lei, sarebbero precipitate nella pigran confusione.
La notte era ormai fonda; gli alti lamenti che avevano regnato dentro
e fuori dalla casa durante parte della giornata avevano lasciato il
posto a un silenzio doloroso e solenne. La signora Mac Carthy, che
aveva il cuore troppo angustiato per dormire malgrado le lunghe
fatiche e la veglia, era inginocchiata in fervente preghiera in una
camera vicina a quella del figlio. Di colpo fu interrotta nelle sue
devozioni da un rumore insolito proveniente dalle persone che
vegliavano attorno al corpo. Prima ci fu un brusio, poi tutto tacque
come se i movimenti di quelli che erano nella camera fossero bloccati
da un terrore improvviso e infine si alzda tutti coloro che erano
all'interno un grido di terrore. La porta della camera fu spalancata e
quelli che non vennero travolti nella calca si precipitarono con furia
nel corridoio che conduceva alle scale e su cui si apriva la camera
della signora Mac Carthy. Questa si fece strada tra la folla verso la
stanza del figlio e lo trovseduto sul letto che si guardava attorno
con sguardo assente, come uno che esca dalla tomba. La fissitche
improntava il suo volto scavato e il suo corpo macilento gli davano un
aspetto orribile e disumano. La signora Mac Carthy era una donna
dotata di una certa fermezza di carattere, ma era una donna, e non del
tutto libera dalle superstizioni del suo paese. Cadde in ginocchio e
congiungendo le mani comincia pregare ad alta voce. La figura di
fronte a lei mosse appena le labbra e pronuncia malapena: - Madre...
-. Ma se anche le labbra pallide si muovevano come fossero
intenzionate a terminare la frase, la lingua rifiutdi assolvere il
suo compito. La signora Mac Carthy si slanciin avanti e afferrando
il figlio per le braccia esclam - Parla, in nome di Dio e dei suoi
santi, parla! Sei vivo?
Il ragazzo si volt lentamente verso di lei parlando ancora con
evidente difficolt - S madre mia, vivo e ...ma siediti e
tranquillizzati. Ho da dirti cose che ti meraviglieranno ancor pidi
quello che hai visto -. Poi si appoggial cuscino, mentre la madre
restava in ginocchio accanto al letto tenendogli una mano stretta fra
le sue e fissandolo con lo sguardo di una persona che non crede ai
propri sensi, e prosegu - Non mi interrompere finchnon avr finito. Voglio parlare mentre provo l'eccitazione della vita che rifluita in me, perch so che avrpresto bisogno di molto riposo.
Dell'inizio della mia malattia ho solo un ricordo confuso, ma nelle
ultime dodici ore sono stato di fronte al Trono del Giudice Supremo.
Non fissarmi con aria incredula: vero, come sono stati veri i miei
peccati e come - credo - lo saril mio pentimento. Ho visto il
terribile Giudice in tutti gli aspetti spaventosi di cui si riveste
quando la pietlascia il posto alla giustizia. Ho visto il tremendo
fasto dell'onnipotenza offesa. Ricordo tutto. E' fissato qui, impresso
nella mia mente a caratteri indelebili, ma il linguaggio umano non
riesce a esprimerlo. Ci che in mio potere lo dir posso
raccontarlo in breve. Mi basta dire che fui pesato sulla bilancia e
che fui trovato mancante. L'irrevocabile sentenza era sul punto di
venir pronunciata; l'occhio del Giudice Onnipotente che si era gi posato su di me aveva espresso il giudizio a met Allora notai il
santo protettore al quale tante volte hai indirizzato le mie preghiere
quando ero bambino: mi stava guardando con una espressione di
compassione e benevolenza. Protesi le mani verso di lui e lo supplicai
di intercedere per me. Lo implorai che mi potesse essere concesso un
anno, un mese da trascorrere sulla terra per far penitenza ed espiare
le mie colpe. Questi si gettai piedi del mio Giudice e lo implordi
avere piet Oh, mai - neppure se dovessi passare attraverso diecimila
emozioni - mai, per tutta l'eternit dimenticherl'orrore di quel
momento, quando il mio fato rimaneva lsospeso, quando un istante
doveva decidere se nei secoli dei secoli avrei dovuto avere in sorte i
tormenti piindescrivibili. Ma la Giustizia sospese la sua sentenza e
la Piet parl con accenti fermi ma dolci: 娜itorna su quella terra
dove non hai vissuto che per oltraggiare le leggi di Colui che ha
creato il mondo e te stesso. Ti vengono concessi tre anni perchtu
possa pentirti; quando giungeranno al termine, ti ritroverai qui per
essere salvato o dannato per sempre Non udii nvidi pinulla
finchmi risvegliai alla vita un attimo prima che tu entrassi.
Le forze di Charles durarono appena il tempo di dire queste ultime
parole e, nel momento in cui findi pronunciarle, richiuse gli occhi
e giacque sfinito. Sua madre, benchpiuttosto propensa, come gi stato detto, a dar credito alle visioni soprannaturali, tuttavia fu
incerta se credere che egli fosse o no ancora sotto l'influsso delle
allucinazioni, sebbene si fosse svegliato da un deliquio che avrebbe
potuto rappresentare la crisi decisiva della sua malattia. Comunque il
riposo era necessario e la donna ebbe subito cura che il figlio ne
potesse godere indisturbato. Dopo alcune ore di sonno si svegli ristorato, e da quel momento in poi ebbe un continuo, graduale
miglioramento.
Tuttavia egli continuava a raccontare la sua visione nello stesso modo
in cui l'aveva in un primo tempo riferita, e il fatto che la
considerasse reale ebbe una chiara e decisiva influenza sui suoi
costumi e la sua condotta. Non abbandondel tutto la compagnia degli
antichi amici, perchil suo carattere non si era irrigidito con il
rinsavimento; ma non si unmai ai loro eccessi e spesso si sforzdi
redimerli. Se i suoi pii sforzi furono coronati dal successo, non mi stato dato di sapere, ma di lui si dice che fu religioso senza
ostentazione e moderato senza essere austero. Era l'esempio vivente di
come il vizio puessere mutato in virtsenza perdere la stima, la
simpatia della gente e l'allegria.
Il tempo passe ben prima dello scadere dei tre anni, la storia della
visione fu dimenticata o, se capitava di parlarne, la si nominava di
solito come un esempio della follia di credere in tali cose. La salute
di Charles divenne pi salda che mai grazie alle sue abitudini
moderate e regolari. I suoi amici in veritebbero spesso occasione di
canzonarlo per un certo modo di fare serio e assorto che and assumendo man mano si avvicinava al compimento del ventisettesimo anno
d'et ma in generale i suoi modi mostravano la stessa vivacite
allegria che gli era sempre stata caratteristica. Quando era in
compagnia sfuggiva a ogni tentativo di estorcergli una opinione
precisa intorno alla supposta predizione, ma tra i suoi famigliari si
sapeva con certezza che egli continuava a crederci fermamente.
Tuttavia, quando era quasi giunto il giorno in cui la profezia stava -
se vera - per realizzarsi, il suo aspetto, nel complesso, prometteva
una vita coslunga e sana che si lasciconvincere dai suoi amici a
invitare a Spring House un bel numero di persone per festeggiare il
suo compleanno. Le circostanze di questo avvenimento e i particolari
che gli si accompagnarono verranno perappresi con maggior chiarezza
dall'attento esame delle lettere che faccio seguire, lettere che sono
state diligentemente conservate da qualche congiunto della famiglia.
La prima della signora Mac Carthy a una signora, sua parente
prossima e amica stimata, che viveva nella contea di Cork a circa
cinquanta miglia da Spring House.

ALLA SIGNORA BARRY, CASTLE BARRY
Spring House, martedmattina, 15 ottobre 1752.
Mia cara Mary,
temo che dovr mettere a dura prova l'affetto che provi per la tua
vecchia amica e parente. Solo un'amicizia come la tua infatti potrebbe
indurre una donna di buon senso ad affrontare un viaggio di due giorni
in questa stagione, su strade accidentate, in un paese in subbuglio.
La veritche io ho, o penso di avere, un buon motivo per volerti
vicina. Conosci la storia di mio figlio. Non so dirti perch ma
avvicinandosi domenica, giorno in cui si proverse vera o falsa la
predizione del suo sogno - o della sua visione - io sento nell'anima
un malessere che non sono capace di vincere, ma che la tua presenza,
mia cara Mary, sarin grado di alleviare come avvenuto per tanti
miei dolori. Mio nipote James Ryan sta per sposare Jane Osborne (la
quale, come sai, la figlioccia di mio figlio) e il ricevimento di
nozze avrluogo qui, domenica prossima, sebbene Charles abbia molto
insistito per farlo rimandare di un giorno o due. Volesse il cielo...
ma non dico altro fino a quando non ci incontreremo. Persuaditi, ti
prego, a lasciare per una settimana il tuo buon marito, se i suoi
impegni di lavoro non gli permetteranno di partire con te, e vieni
prima di domenica con la maggior sollecitudine possibile accompagnata
dalle bambine. La tua sempre affezionata cugina e amica
Ann Mac Carthy.

Sebbene questa lettera raggiungesse Castle Barry mercoledmattina
presto, perchil messo aveva viaggiato a piedi attraverso brughiere e
paludi percorrendo sentieri impraticabili per un cavallo e una
carrozza, la signora Barry, pur avendo subito deciso di andare, ebbe
da fare tali e tanti preparativi per sistemare le faccende domestiche
(che in Irlanda fra la classe media dei proprietari terrieri
precipitano nel caos non appena la padrona di casa assente) che le
fu impossibile partire con le sue bambine fino a venerd nella tarda
mattinata. La figlia maggiore rimase a tener compagnia al padre e a
sovraintendere agli affari di casa. Poichle viaggiatrici dovevano
percorrere il tragitto su una carrozza scoperta, a un cavallo,
chiamata calessino (ancora in uso in Irlanda) e siccome le strade, gi di solito brutte, erano rese ancora peggiori dalle piogge abbondanti,
era loro intenzione fare due comode tappe e ciofermarsi a circa met strada la prima sera e raggiungere Spring House nel tardo pomeriggio
del sabato. Ma questo progetto dovette essere cambiato perchsi
resero conto che, essendo partiti tanto tardi, durante il primo giorno
avrebbero potuto percorrere al massimo venti miglia e non di pi Si
proposero percidi pernottare nella casa del signor Bourke, un loro
amico che viveva a un po' meno di quella distanza da Castle Barry.
Raggiunsero la casa del signor Bourke in buone condizioni, dopo un
viaggio piuttosto scomodo. Ciche capit loro il giorno seguente
durante il tragitto verso Spring House e dopo il loro arrivo riportato in maniera particolareggiata in una lettera scritta dalla
secondogenita dei Barry alla sorella maggiore.

Spring House, domenica sera, 20 ottobre 1752.
Cara Ellen,
poich la lettera di nostra madre, che unita a questa mia, ti
annuncia in breve la triste notizia che qui ti esporr in modo pi dettagliato, penso sia opportuno riferirti per ordine tutti gli
straordinari avvenimenti degli ultimi due giorni.
Venerdsera i Bourke ci tennero alzati fino ad un'ora costarda che
ieri, prima che potessimo iniziare il viaggio, era gi giorno
avanzato, e al calar della sera eravamo a circa quindici miglia di
distanza da qui.
Nelle strade c'erano solchi molto profondi per le forti piogge della
settimana passata, e noi procedevamo coslentamente che alla fine
nostra madre decise di trascorrere la notte a casa del fratello del
signor Bourke (che abita a circa un quarto di miglio dalla strada
principale) e di arrivare qui la mattina per l'ora di colazione.
Durante la giornata c'erano stati vento e acquazzoni e il cielo era
capriccioso, scuro e instabile. La luna era piena e a tratti brillava
chiara e splendente; in altri momenti era completamente nascosta dalle
dense masse di nuvole nere e arruffate che si muovevano veloci
diventando ogni minuto pigrandi e si addensavano come per radunare
forza per una burrasca imminente. Il vento che soffiava contro di noi
sibilava in modo sinistro lungo le basse siepi della stradicciola su
cui procedevamo a stento tra profonde pozzanghere; il luogo non ci
offriva il minimo riparo perch non c'erano alberi nel raggio di
qualche miglio. Mia madre chiese perci a Leary, che guidava il
calessino, a che distanza ci trovassimo dalla casa del signor Bourke.
- Saranno circa dieci pertiche di qui all'incrocio, signora, e poi
abbiamo solo da girare a sinistra nel viale. Molto bene Leary, allora
all'incrocio gira verso l'abitazione del signor Bourke.
Appena nostra madre ebbe pronunciato queste parole un urlo, che ci
fece sussultare come se ci avesse trapassato il cuore, si lev dalla
siepe alla nostra destra. Se si potesse paragonarlo a qualcosa di
questo mondo, sembrava il grido di una donna raggiunta da un colpo
improvviso e fatale, che stesse abbandonando questa vita con un lungo
lancinante dolore di mortale agonia. - Che il cielo ci protegga ! -
esclammia madre. - Leary va al di ldella siepe a soccorrere quella
donna, se ginon morta, mentre noi torniamo di corsa alla capanna
che abbiamo appena oltrepassato per avvertire il villaggio vicino. -
Donna? - disse Leary con voce tremante incitando furiosamente il
cavallo. - Non una donna! Pipresto andiamo avanti, signora, meglio
-. E rinnovi suoi sforzi per affrettare la corsa del cavallo. Noi
non vedevamo nulla. La luna era coperta. Faceva molto buio e gida
tempo ci aspettavamo un pesante rovescio di pioggia. Ma Leary aveva
appena finito di parlare ed era appena riuscito a fare andare avanti
il cavallo ad andatura sostenuta, che udimmo in maniera chiarissima un
forte battere di mani seguito da una serie di grida che parevano
esprimere l'estremo grado di disperazione e di angoscia e sembravano
provenire da una persona che corresse all'interno della siepe per
procedere di pari passo con la nostra andatura. Tuttavia non vedevamo
ancora nulla, finch giunti a circa dieci iarde dal punto in cui un
viale si diramava verso sinistra in direzione della casa del signor
Bourke e la strada girava a destra verso Spring House, la luna spunt inaspettata da dietro una nuvola e ci permise di vedere con la
chiarezza con cui ora vedo il foglio che mi sta innanzi, la figura di
una donna. Era alta e sottile, a capo scoperto, con i lunghi capelli
che le si muovevano attorno alle spalle e con addosso qualcosa che
poteva sembrare un ampio mantello bianco o un lenzuolo in cui s'era
frettolosamente avvolta. Stava ritta all'angolo della siepe dove la
strada su cui eravamo incontrava quella che conduce a Spring House; la
faccia era rivolta verso di noi, la mano sinistra indicava proprio
quel luogo e il braccio destro faceva rapidi e bruschi segni come per
spingerci in tale direzione. Il cavallo si era fermato, apparentemente
spaventato dall'improvviso comparire di quella figura che stava l
nel modo che ti ho descritto, continuando per forse mezzo minuto a
levare le stesse grida acute. Con un salto si portpoi sulla strada,
sparper un attimo alla nostra vista e l'istante dopo la vedemmo in
piedi su di un alto muro un po' piavanti, lungo il viale che
intendevamo percorrere; continuava a indicare la direzione di Spring
House con un atteggiamento autoritario e di sfida come se fosse decisa
ad ostacolare il nostro passaggio per quella strada. La figura stava
ora in silenzio e le sue vesti, che prima si muovevano sciolte nel
vento, erano adesso strettamente avvolte intorno al corpo.
- Va', Leary. Va' in fretta a Spring House, in nome di Dio! disse
nostra madre. - Qualunque sia il mondo cui essa appartiene noi non la
sfideremo oltre. - E' la Banshee, signora, - disse Leary, - e io, per
quel che vale la mia vita, in questa notte benedetta non andrei da
nessun'altra parte se non a Spring House. Ma ho paura che stia
succedendo qualcosa di brutto altrimenti lei non ci manderebbe l -.
Dicendo queste parole condusse innanzi il cavallo e appena prendemmo
per la strada a destra, di colpo la luna nascose la sua luce e noi non
vedemmo pil'apparizione; udimmo percon chiarezza un prolungato
batter di mani che andava gradualmente affievolendosi, come se
provenisse da una persona che si allontanava in fretta. Avanzammo con
tutta la rapiditche ci era consentita dal pessimo stato delle strade
e dalla stanchezza del povero animale che ci stava portando, e
arrivammo in questa casa verso le undici di ieri sera. La scena che ci
aspettava ti nota dalla lettera della mamma.
Per fartela comprendere appieno devo raccontarti alcuni fatti che
accaddero qui la settimana passata.
Sai bene che oggi Jane Osborne avrebbe dovuto sposare James Ryan, e
che essi e i loro amici sono stati in questa casa durante la passata
settimana. Marted scorso, lo stesso giorno in cui al mattino la
cugina Mac Carthy aveva inviato la lettera con la quale ci invitava
qui, l'intera compagnia un po' prima di cena stava passeggiando nel
parco. Sembra che nei giorni precedenti, una infelice creatura, che
era stata sedotta da James Ryan, fosse stata vista aggirarsi nei
dintorni, in uno stato d'animo cupo e melanconico. James Ryan si era
separato da lei gida parecchi mesi e, dicono, aveva provveduto alla
ragazza con generosit ma questa era stata allettata dalla promessa
che lui le aveva fatto di farla sua sposa, e la vergogna della sua
triste condizione unita allo sconforto e alla gelosia le aveva
sconvolto la mente. Durante l'intera mattinata di quel martedaveva
camminato fra i campi vicino a Spring House con il mantello stretto
attorno al corpo e il cappuccio che quasi le copriva il viso, e aveva
evitato di parlare o persino di incontrare qualsiasi persona della
famiglia.
Charles Mac Carthy, nel momento che ho precisato, stava camminando,
tra James Ryan e un'altra persona, un po' discosto dal gruppo, su un
sentiero ghiaioso che costeggiava una macchia di arbusti. L'intera
compagnia fu gettata nella pigrande costernazione sentendo un colpo
di pistola sparato da una zona della macchia fitta di arbusti che
Charles e i suoi compagni avevano appena oltrepassato. Charles cadde
all'istante e si vide che era stato ferito a una gamba. Uno del gruppo
era medico. Prest immediata assistenza e, esaminata la ferita,
giudicche era molto superficiale, che nessun osso era leso e che era
solo una lacerazione della carne, di sicuro guaribile in pochi giorni.
- Ne sapremo di piprima di domenica, - disse Charles mentre lo si
portava in camera sua. La ferita fu immediatamente fasciata e il
disturbo causato era cos leggero che permise a molti amici di
trascorrere una parte della serata nel suo appartamento.
Fatte le indagini si scoprche lo sfortunato colpo di pistola era
stato sparato dalla povera ragazza di cui ti accennavo prima. Era
inoltre chiaro che essa aveva mirato non a Charles ma a colui che gli
stava camminando a fianco, il distruttore della sua felicite della
sua innocenza. Dopo una infruttuosa ricerca per i campi, essa rientr in casa spontaneamente: rideva, danzava e cantava come una folle,
esclamando a ogni momento che aveva finalmente ucciso il signor Ryan.
Quando venne a sapere che Charles e non Ryan era stato ferito, ebbe
una violenta reazione da cui, dopo essersi agitata in convulsioni per
un certo tempo, si scosse raggiungendo la porta con uno scatto e
sfuggendo alla folla che la inseguiva; npotessere catturata fino a
ieri sera, quando, un po' prima del nostro arrivo, la si riportqui
assolutamente fuori di s
La ferita di Charles fu considerata di cosscarsa importanza che si
continu come era previsto, a fare preparativi per il ricevimento
nuziale di domenica. Ma venerdnotte diventinquieto e la febbre
sal e sabato mattina (ieri) stava cos male che si ritenne
necessario chiedere un ulteriore parere medico. Due dottori e un
chirurgo tennero un consulto e verso mezzogiorno di sabato venne data
la terribile notizia che se prima della notte non fosse sopravvenuto
un cambiamento (in cui c'era poco da sperare) la morte sarebbe
sopraggiunta entro ventiquattr'ore. La ferita, sembra, era stata
medicata con una fasciatura troppo stretta e inoltre curata in modo
inadeguato. I medici avevano fatto una giusta previsione. Non apparve
alcun sintomo promettente e un bel po' prima che arrivassimo a Spring
House era scomparso ogni raggio di speranza. La scena cui assistemmo
al nostro arrivo avrebbe addolorato il cuore di un demonio. Al
cancello fummo in breve informati che il signor Charles era sul letto
di morte. Quando raggiungemmo la casa l'informazione ci fu confermata
dal servo che venne ad aprire la porta. Ma appena entrati rimanemmo
terrorizzati da grida terribili che venivano dalla scala. Nostra madre
credette di udire la voce della povera signora Mac Carthy e si
precipitavanti. La seguimmo e, saliti i primi gradini della scala,
ci imbattemmo in una giovane in preda a un accesso di follia, che
lottava disperatamente con due servi; le loro forze unite erano a mala
pena sufficienti a trattenerla dal lanciarsi su per le scale
scavalcando il corpo della signora Mac Carthy, che giaceva sui gradini
completamente fuori di s Costei, lo scopersi dopo, era la sfortunata
ragazza di cui ho parlato prima, che stava tentando di guadagnare
l'entrata della camera di Charles per 峨ttenere il suo perdono- come
poi disse - 峰rima che andasse ad accusarla di averlo ucciso
Questa folle idea era unita a un'altra che sembrava contrastare con la
prima ossessione della sua mente. In una frase si appellava a Charles
perch la perdonasse, in quella seguente denunciava James Ryan in
quanto assassino di Charles e suo. Infine fu fatta allontanare e le
ultime parole che le udii urlare furono: - James Ryan, sei stato tu a
ucciderlo e non io. Sei stato tu a ucciderlo e non io!
La signora Mac Carthy, quando si riebbe, cadde nelle braccia di nostra
madre, la cui presenza sembressere per lei di gran sollievo. Pianse;
erano le prime lacrime - mi dissero - che aveva versato dal momento
del fatale incidente. Ci condusse nella camera di Charles il quale, ci
rifer aveva espresso il desiderio di vederci appena fossimo giunti,
perchsentiva che la sua fine si avvicinava e voleva dedicare senza
interruzione le ultime ore della sua esistenza alla preghiera e alla
meditazione. Lo trovammo perfettamente calmo, rassegnato e persino
lieto. Parlava fiducioso e con coraggio del terribile fato imminente e
lo giudic come un destino al quale egli si stava preparando dal
momento della sua prima strana malattia e che mai neanche una volta
aveva messo in dubbio gli fosse stato predetto veramente. Ci salut con l'aria di uno che stesse per intraprendere un breve e semplice
viaggio, e noi lo lasciammo con delle impressioni che, malgrado tutta
la loro angoscia, sono certa non potremo mai dimenticare del tutto.
Povera signora Mac Carthy... Ma adesso mi stanno chiamando. Sembra che
ci sia un certo trambusto in casa; forse...
Questa lettera non venne mai terminata. Il foglio allegato al quale si
alluso pidi una volta riferiva in breve il seguito, ed tutto ci che ho ancora saputo sulla famiglia dei Mac Carthy. Prima che il sole
fosse tramontato sul ventisettesimo compleanno di Charles, la sua
anima era andata all'ultimo rendiconto col suo Creatore.
NOTA 1: ["Parliament" era la marca dell'unico whiskey di cui fosse
legalizzata la vendita dalle autoritinglesi].

















FOLLETTI DI TERRA E DI MARE.

IL CAMPO DA GIOCO DEI FOLLETTI.

Lanty M'Clusky aveva preso moglie e, naturalmente, aveva bisogno di
una casa in cui accoglierla. Ora, Lanty aveva acquistato un piccolo
podere di circa sei acri, ma, poichmancava la casa, decise di
costruirne una e, perchfosse piconfortevole possibile, scelse di
fabbricarla in una di quelle belle chiazze verdi che hanno fama
d'essere il campo da gioco dei folletti. Lanty fu sconsigliato dal
farlo, ma poichera un uomo caparbio e non molto incline alla paura,
disse che non avrebbe rinunciato a una posizione cosgradevole per la
sua casa neanche per far piacere a tutti i folletti d'Europa.
Procedette dunque nella costruzione come aveva stabilito e rifinil
tutto con molta cura. In queste occasioni abitudine invitare vicini
e amici per brindare alla nuova casa, perci in ossequio a questa
piacevole e simpatica usanza antica, Lanty, che aveva portato a casa
la moglie quel giorno stesso, si procurun violinista e un bel po' di
whiskey e la sera diede un ballo per quelli che erano venuti a
trovarlo. Tutto procedeva molto bene e il divertimento e l'allegria
continuavano animatamente, quando, calata la notte, si sentun
rumore, come uno spaccare e tirare di travi e travetti sul tetto della
casa. Tutta la gente che era lriunita si mise in ascolto e, non
c'era da sbagliarsi, non si sentiva altro che spaccare, sollevare,
spingere, borbottare e ansimare, come se un migliaio di ometti si
stesse dando da fare per sfasciare il tetto.
- Su, - disse una voce in tono di comando, - lavorate sodo: lo sapete
che dobbiamo aver buttato gila casa di Lanty prima di mezzanotte.
Questa fu per Lanty una notizia poco gradita, ma, rendendosi conto che
i suoi nemici erano di un genere cui non poteva tener testa, usce si
rivolse loro nel modo seguente:
- Signori, vi chiedo umilmente perdono per aver costruito su un
terreno che vi appartiene; ma se volete avere la cortesia di lasciarmi
stare per questa notte, comincera buttar gila casa domani mattina
e le cambierdi posto.
L'annuncio fu seguito da un rumore come di un applauso prodotto da un
migliaio di piccole manine e da un'esclamazione: - Bravo, Lanty!
Costruisci a metstrada fra i due biancospini sopra il sentiero -. E
dopo un altro caloroso gridolino di esultanza, ci fu un rapido rumore
di fuga, e nessuno li udpi
La storia, tuttavia, non termina qui; infatti, mentre stava scavando
le fondamenta della sua nuova casa, Lanty trovuna pentola piena
d'oro: cos lasciando ai folletti il loro campo da gioco, diventpi ricco di quanto mai sarebbe diventato se non gli fosse capitata la
ventura d'avere a che fare con loro.

LE FILATRICI RIVALI.

Nel Nord dell'Irlanda si tengono spesso, nelle case dei contadini,
gare di filatura fra le ragazze da marito chiamate "kemp". Ogni
giovane che abbia fama d'essere una filatrice veloce ed esperta si
trova sul luogo designato per il kemp, di solito prima dell'alba, e in
queste occasioni accompagnata dal suo innamorato o da qualche
parente di sesso maschile che le porta l'arcolaio e la conduce sana e
salva attraverso i campi o lungo la via, a seconda dei casi. Un kemp senza dubbio uno spettacolo animato e festoso, inteso per di pi a
incoraggiare l'operosite un giusto amor proprio. Poche cose possono
giungere piliete e gradite delle voci allegre di molte fanciulle che
risuonano in lontananza, rompendo il silenzio del mattino con
espressioni di gioia e canti, e del ronzio degli arcolai al lavoro -
guastati un poco, pur vero, dallo stridulo rumore degli aspi che si
arrestano mentre le voci delle matassatrici gridano forte l'arresto
assieme al nome della ragazza e alla quantitda lei filata fino a
quel momento; perchla competizione ha inizio generalmente due o tre
ore prima dell'alba. Questa atmosfera di allegria anche alimentata
dalla prospettiva di un ballo con il quale - va detto - ogni kemp ha
termine. E quando viene proclamata la graziosa vincitrice, la si deve
considerare come la regina della festa e trattare con il rispetto
dovuto.
Ma veniamo al racconto. Tutti sapevano che Shaun Buie M'Gaveran era il
ragazzo pionesto, educato e per giunta pi operoso di tutta la
parrocchia di Faugh-a-ballagh. Era difficile trovare un giovanotto che
riuscisse a maneggiare un correggiato, una vanga o una falce meglio di
lui, o che potesse portare a termine la sua giornata di lavoro in modo
piapprezzabile e competente. A questo si deve aggiungere che era il
giovanotto pibello, robusto e attraente che si potesse incontrare a
una fiera; c'era percida aspettarsi che le graziose fanciulle non
avrebbero fatto tanti complimenti pur di conquistarlo. Shaun,
comunque, era tanto giudizioso quanto bello; voleva strovar moglie,
ma, caspita, preferiva prendersi una ragazza svelta e capace che, come
lui, avesse fama d'essere seria e lavoratrice. E il suo imbarazzo
stava proprio qui; perchinvece di una sola fanciulla siffatta, nei
dintorni ce n'erano non meno di una dozzina tutte ugualmente
meritevoli e desiderose di diventare sua moglie, e tutte ugualmente
belle. Ce n'erano perdue che egli riteneva leggermente superiori
alle altre; ma Biddy Corrigan e Sally Gorman erano cospari per
bellezza e bravura che non riusciva assolutamente a fare una scelta.
Entrambe avevano vinto il loro kemp, e fra gli intenditori si diceva
comunemente che nessuna delle due avrebbe potuto battere l'altra. Non
c'erano nella parrocchia due ragazze pirispettate, o che meritassero
d'esserlo pi di loro; e la conseguenza era che tutti ne parlavano
favorevolmente e auguravano loro ogni bene. Ora, Shaun aveva gettato
l'occhio su entrambe e poichnon sapeva come fare a decidere, pens di lasciare che fossero loro a farlo, se ci fossero riuscite. Fece
dunque sapere ai vicini che avrebbe tenuto un kemp di la una
settimana, e in particolare fece sapere a Biddy e a Sally che aveva
stabilito di sposare chiunque vincesse il kemp, perchsapeva bene,
come lo sapeva tutta la parrocchia, che sicuramente l'avrebbe vinto
una di loro. Le ragazze accettarono assai di buon grado, e Biddy disse
a Sally che avrebbe certamente vinto lei (Sally); e Sally, per non
essere da meno in cortesia, le ripetlo stesso complimento.
Bene, la settimana era quasi passata e mancavano solo due giorni a
quello fissato per il kemp, quando, verso le tre, entra nella
abitazione del vecchio Paddy Corrigan una donnina che portava scarpe
dai tacchi alti e un corto mantello rosso. A quell'ora non c'era in
casa nessun altro all'infuori di Biddy, che si alz mise una sedia
vicino al fuoco, e invit la donnina rossa a mettersi un momento
seduta a riposare. La donnina accette di la poco ebbe inizio una
animata conversazione.
- Cos - disse la strana donna, - ci sarun grande kemp in casa di
Shaun Buie M'Gaveran?
- E' vero, ci sarun kemp, buona donna, - rispose Biddy, sorridendo e
facendosi rossa al pensiero, perchsapeva che ne sarebbe dipeso il
suo destino.
- E, - continula donnina, - chi vince il kemp vince un marito?
- Sembra di s
- Beh, chiunque sia, la donna che si prenderShaun saruna donna
felice, perchdavvero un gran bravo ragazzo.
- E' proprio vero, - rispose Biddy con un sospiro, - e potete giurare
che era per la paura di poter esser lei a perderlo; ma, a dire la
verit una fanciulla potrebbe sospirare per motivi ben pifutili.
- Buona donna, - disse Biddy cambiando argomento, - sembrate
affaticata. Penso che vi farebbe bene mangiare un boccone e bere un
bicchiere di latte cremoso per sostenervi nel viaggio.
- Molte grazie, ragazza mia, - disse la donna; - ne prenderun po' se
non ti spiace, con l'augurio che di qui a un anno tu possa averne
ancora in abbondanza.
- Non c'dubbio, - disse la ragazza, - sapete che quello che si d col cuore lascia sempre una benedizione dietro di s
- S cara, quando dato col cuore.
Si servpercidel cibo che Biddy le aveva messo davanti e, dopo aver
mangiato, acquistun'aria molto pirinvigorita.
- Bene, - disse alzandosi, - sei una gran brava ragazza e se riuscirai
a scoprire il mio nome prima di martedmattina, il giorno del kemp,
ti prometto che lo vincerai e il marito sartuo.
- Ma, - disse Biddy, - non vi ho mai vista prima. Non so chi siete, n dove abitate: come posso allora scoprire il vostro nome?
- Non mi hai mai vista prima, certamente, - disse la vecchia, e sappi
che mi rivedrai una volta soltanto; tuttavia se non scoprirai il mio
nome prima che il kemp abbia termine perderai tutto, e rimarrai col
cuore gonfio di tristezza, perchso bene che ami Shaun Buie.
Cosdicendo se ne and lasciando la povera Biddy assai rattristata
dalle sue parole, perch a dire la verit la ragazza era molto
innamorata di Shaun e non aveva alcuna speranza di riuscire a scoprire
il nome della donnina, dal quale sembrava dipendere qualcosa di tanto
importante per lei.
Circa alla stessa ora dello stesso giorno, Sally Gorman sedeva sola in
casa di suo padre pensando al kemp, quand'ecco entrare a farle visita
la nostra amica, la donnina rossa.
- Dio vi benedica, buona donna, - disse Sally, - una gran bella
giornata oggi, sia lodato il Signore!
- S - disse la donna, - il giorno pibello che si possa
desiderare: proprio vero.
- Portate qualche novitdai vostri viaggi? - chiese Sally.
- L'unica novitdei dintorni, - rispose l'altra, - questo grande
kemp che si terr da Shaun Buie M'Gaveran. Si dice che in
quell'occasione lo conquisterete o lo perderete, - aggiunse fissando
attentamente Sally nel parlare.
- La cosa non mi spaventa gran che, - disse Sally, con fare sicuro; -
ma anche se dovessi perderlo pudarsi che ne trovi uno altrettanto in
gamba.
- Non facile trovarne uno altrettanto in gamba, - replic la
vecchia, - e dovresti essere ben felice di conquistarlo, se ci
riuscirai.
- Quanto a questo, lasciate fare a me, - disse Sally. - Biddy una
brava ragazza, lo ammetto; ma in quanto a filare, deve ancora spuntare
il giorno in cui riuscira superarmi. Non volete sedervi un poco a
riposare? - aggiunse. - Forse siete stanca.
圃ra ora che ti venisse in mente pensla donna, ma non disse nulla.
哽omunque, - aggiunse fra sriflettendo, - meglio tardi che mai; mi
sieder un momento per osservare con piattenzione di che pasta fatta
Cossi sedette e chiacchierper una mezz'oretta di diverse cose,
quelle di cui amano discorrere le fanciulle; infine si alze,
prendendo in mano il suo bastoncino, salutSally e se ne andper la
sua strada. Quando si fu un po' allontanata dalla casa si volse e non
potfare a meno di commentare fra s
E' bella e cara,
Ma di cuore avara;
E' pulita e ordinata,
Ma di carne non ne ho assaggiata.
La povera Biddy faceva ora tutte le ricerche possibili sulla vecchia,
ma senza alcun risultato. Non una delle persone con cui parldi
quella donna l'aveva mai vista o ne aveva sentito parlare.
Era assai scoraggiata e cominciava a perdersi d'animo, perchnon c' dubbio - avrebbe pagato con molti giorni tristi la perdita di Shaun.
Sapeva che non ne avrebbe mai trovato un altro come lui, o per lo meno
nessuno che lei amasse tanto. Giunse infine il giorno del kemp e con
questo giunsero all'abitazione di Shaun Buie tutte le graziose
fanciulle dei dintorni. Fra le altre, le due che avrebbero dovuto
contendersi il diritto di avere Shaun erano senza dubbio le pibelle
e tutti le ammiravano. Era davvero un luogo allegro e festoso e quel
giorno molte risa spensierate e dolci canzoni risuonarono su graziose
labbra. Biddy e Sally, come tutti si aspettavano, superavano le altre
di molto, ma filavano a una velocit talmente uguale che le
matassatrici non riuscivano, per quanti sforzi facessero, a dichiarare
quale fosse la migliore. Era una gara testa a testa e spalla a spalla
fra le due graziose creature e in tutti quelli che stavano al kemp
l'interesse e la curiositdi sapere quale avrebbe vinto erano al
massimo.
Met della giornata era gi trascorsa e fra le due non c'era
differenza alcuna quando, fra la sorpresa e il disappunto di tutti i
presenti, il guidafili di Biddy Corrigan si ruppe a mete, per quel
che si poteva vedere, la contesa terminava dunque a favore della
rivale; per giunta, ad accrescere la mortificazione di Biddy, il nome
della donnina rossa le era sempre sconosciuto. Cosa le rimaneva da
fare? Era stato fatto tutto il possibile. Per caso, al momento
dell'incidente, era presente il fratello di Biddy, un ragazzo di circa
quattordici anni, che era stato mandato dai genitori affinch li
tenesse informati sull'andamento della gara fra le fanciulle da marito
rivali. Johnny Corrigan venne cosspedito a tutta velocitda Donnel
M'Cusker, il carradore, per aggiustare il guidafili, poichquesta era
per Biddy l'ultima, seppur disperata, possibilit A Johnny stava
naturalmente molto a cuore che fosse la sorella a vincere e, per
perder meno tempo possibile, tagliper i campi passando per il forte
di Kilrudden, o meglio a breve distanza da questo posto noto per
essere un ritrovo dei folletti. Potete immaginare quale non fu la sua
sorpresa quando, nel passare accanto a un biancospino, sentuna voce
di donna accompagnare il suono di un arcolaio cantando le parole
seguenti:
C'una ragazza in questa cittche non conosce il mio nome;
Ma il mio nome Even Trot - Even Trot (1).
- C' una ragazza in questa citt - disse il ragazzo, - che in
grande angoscia, perchha rotto il suo guidafili e perso un marito.
Sto andando proprio ora da Donnel M'Cusker a farlo aggiustare.
- Come si chiama? - chiese la donnina rossa.
- Biddy Corrigan.
Immediatamente la donnina tolse il guidafili dal suo arcolaio e,
porgendolo al ragazzo, gli ordindi portarlo a sua sorella e di non
pensare pia Donnel M'Cusker.
- Hai poco tempo da perdere, - aggiunse, - torna da lei e dalle
questo; ma non dirle come l'hai avuto, n soprattutto, che stata
Even Trot a dartelo.
Il ragazzo ritorn e dopo aver dato il guidafili alla sorella le
disse, com'era prevedibile, che glielo mandava una donnina rossa
chiamata Even Trot; quest'ultimo particolare fece salire lacrime di
gioia agli occhi di Biddy, perch ora sapeva che il nome della
vecchina era Even Trot e sentiva che quel nome le avrebbe portato
fortuna. Riprese allora a filare, e mai dita mortali fecero scendere
il filato tanto rapidamente. L'intero kemp era stupito alla quantit che di volta in volta riempiva la sua cannetta. Il morale dei suoi
amici cominci a salire e quello dei sostenitori di Sally a scendere
mentre, un'ora dopo l'altra, Biddy si avvicinava in fretta alla rivale
che ora filava, se possibile, a velocitdoppia al vedere che stava
per essere raggiunta. Infine furono di nuovo pari, e proprio in quel
momento ecco entrare la sua amica, la donnina rossa, la quale chiese a
voce alta: - C'qualcuno in questo kemp che conosce il mio nome? -
Ripet la stessa domanda tre volte prima che Biddy potesse trovare il
coraggio di risponderle. Infine disse:
- C'una ragazza in questa cittche conosce il vostro nome
Vi chiamate Even Trot - Even Trot.
- S - disse la vecchia, - cos e questo nome sia di guida a te e
a tuo marito per la vita. Procedi con costanza, ma il tuo passo sia
regolare; fermati poco; continua sempre ad avanzare e non avrai mai
motivo di rimpiangere il giorno in cui hai incontrato per la prima
volta Even Trot.
Non c'bisogno di aggiungere che Biddy vinse il kemp e il marito, e
che Biddy e Shaun vissero assieme a lungo felici; e non mi resta che
formulare l'augurio, gentile lettore, che tu e io possiamo vivere
ancora pia lungo e ancora pifelici.

NOTA 1: "Even Trot": trotto regolare.


IL PICCOLO SUONATORE DI CORNAMUSA.

Non molto tempo fa viveva ai confini della contea di Tipperary una
coppia onesta e per bene; il marito si chiamava Mick Flannigan e la
moglie Judy Muldoon. L'unione di questa povera gente era stata
benedetta, come usa dire, dalla nascita di quattro figlioli, tutti
maschi: tre di loro erano i bambini pibelli, forti, sani e graziosi
su cui mai avesse brillato il sole; e al vedere questi piccoli, fermi
sulla porta della capanna del loro padre verso l'una di un bel giorno
d'estate, con gli splendidi capelli biondi che scendevano a riccioli
attorno al capo, le guance come due mele rosate e una grossa patata
sbocconcellata e fumante in mano, ogni Irlandese si sarebbe sentito
orgoglioso della stirpe dei suoi connazionali. Mick era orgoglioso di
questi bei bambini, e orgogliosa era anche Judy, e ne avevano ben
motivo. Ma le cose erano assai diverse con l'altro, che era il
terzogenito: era il marmocchio pimeschino, brutto e disgraziato a
cui Dio avesse mai dato vita; era venuto su cosmale che non riusciva
neppure a reggersi in piedi da solo o a lasciare la culla; aveva
lunghi capelli, ispidi, arruffati e ricciuti, neri come la fuliggine;
la faccia era di un colore giallo verdastro, gli occhi, simili a due
tizzoni ardenti, si muovevano in continuazione nella testa come
posseduti dal moto perpetuo. Prima ancora d'aver compiuto i dodici
mesi aveva la bocca piena di grandi denti; le mani erano come gli
artigli del nibbio, e le gambe non erano pigrosse dell'impugnatura
di una frusta, dritte all'incirca come una falce: a peggiorare le
cose, aveva l'appetito di un cormorano, e piagnucolii, guaiti, strilli
e miagolii uscivano incessantemente dalla sua bocca.
Tutti i vicini sospettavano che non fosse una creatura normale;
avevano infatti osservato che, quando la gente, riunita attorno al
fuoco come si usa in campagna, cominciava a parlare di religione e di
cose pie, il marmocchio, disteso nella culla che sua madre
generalmente metteva vicino al focolare perchstesse al caldo, nel
bel mezzo dei loro discorsi si alzava a sedere e cominciava a
strepitare come se avesse in corpo un diavolo infuriato. Questo, come
ho detto, porti vicini a pensare che qualcosa non andava nel
piccolo, e un giorno fu tenuto un gran consulto per decidere quel che
sarebbe convenuto farne. Alcuni suggerirono di gettarlo fuori con la
pala, ma l'amor proprio di Judy vi si opponeva. Bella cosa davvero che
un suo bambino venisse messo su una pala e scagliato sul letamaio
proprio come un gattino morto o un topo avvelenato; no, no, non ne
voleva assolutamente sentir parlare. Una vecchia, che era ritenuta
molto abile ed esperta in faccende magiche, le consiglicaldamente di
mettere le molle dentro al fuoco, farle diventare incandescenti e con
quelle afferrargli il naso: questo, senza la minima possibilitdi
dubbio, gli avrebbe fatto dire cos'era e da dove veniva (tutti infatti
sospettavano che fosse stato scambiato dai folletti); ma Judy aveva il
cuore troppo tenero, ed era troppo affezionata al diavoletto, cosnon
volle cedere a questa proposta, anche se tutti le dicevano che aveva
torto, e forse l'aveva, ma come si purimproverare una madre? C'era
dunque chi consigliava una cosa e c'era chi ne consigliava un'altra;
infine uno propose di mandare a chiamare il prete, un sant'uomo molto
istruito, perchvenisse a vederlo. Naturalmente a questo Judy non
ebbe nulla da obiettare; per una ragione o per l'altra tuttavia non le
riusc mai di farlo e la conclusione della faccenda fu che il prete
non vide mai il piccolo.
Le cose andarono avanti nel solito modo per qualche tempo ancora. Il
marmocchio continuava a guaire e miagolare, a mangiare pidei suoi
tre fratelli messi assieme e a giocare ogni sorta di scherzi
malaugurati, perch aveva una natura assai dispettosa; finch un
giorno, accadde che Tim Carrol, il suonatore di cornamusa cieco, nel
fare il suo solito giro di visite, entre si sedette vicino al fuoco
a scambiare due chiacchiere con la padrona di casa. Dopo un po' Tim,
che non era avaro della sua musica, imbraccila cornamusa e cominci a soffiare con grande maestria. Nell'istante stesso in cui quello
attacc il piccolo, che era rimasto disteso nella culla immobile come
un topo, si alza sedere, comincia sorridere e a torcere la sua
brutta faccia, ad agitare le lunghe braccia brune, a scalciare con le
sue gambette storte, mostrando segni di grande entusiasmo per la
musica. Infine niente l'avrebbe calmato se non l'avere la cornamusa
fra le mani, e per accontentarlo la madre chiese a Tim di prestarla al
bambino per un minuto. Tim, che era buono con i bambini, acconsentdi
buon grado; e siccome lui non ci vedeva, Judy stessa la portalla
culla e fece per mettergliela a tracolla; non ne ebbe per l'opportunit perch il piccolo sembrava perfettamente all'altezza
della situazione. Si allaccila cornamusa, sistemle ance sotto un
braccio e l'otre sotto l'altro, manovrentrambe con destrezza come se
non avesse fatto altro da vent'anni e inton"Sheela na Guira" come
meglio non si potrebbe immaginare.
Erano tutti stupiti: la povera donna si fece il segno della croce.
Tim, che, come ho detto prima, era cieco e non sapeva bene chi stesse
suonando, era deliziato e, al sentire che il suonatore era un
marmocchietto di neanche cinque anni che non aveva mai visto una
cornamusa in vita sua, disse alla madre che avrebbe dovuto essere
felice d'avere un figlio simile, si offerse di prendersi cura del
piccolo se avesse accettato di separarsene, giurche era un suonatore
"nato", un "talento" naturale, e dichiarche con un po' di tempo
ancora, e l'aiuto di qualche buona lezione da parte sua, non se ne
sarebbe trovato l'uguale nell'intero paese. Sentendo tutto questo la
povera donna fu molto felice, soprattutto perchquello che Tim aveva
detto sul talento naturale aveva calmato alcuni brutti presentimenti
che si stavano facendo strada nella sua mente: temeva infatti che quel
che i vicini dicevano, cioche il bambino non era normale, potesse
essere fin troppo vero; e inoltre la rincuorava il pensiero che il suo
caro bambino (poichamava davvero il marmocchio) non sarebbe stato
costretto a mettersi a mendicare, ma avrebbe potuto guadagnarsi
onestamente il pane. Cos quando Mick torna casa dal lavoro la
sera, gli raccontimmediatamente quanto era successo, e tutto quello
che Tim Carrol aveva detto; e Mick, com'era naturale, ne fu molto
contento, perch la misera condizione della povera creatura era per
lui una grave preoccupazione. Il giorno seguente port quindi il
maiale al mercato, e con il ricavato si reca Clonmel, dove ordin una cornamusa nuova di zecca, della grandezza giusta per il bambino.
Nel giro di una quindicina di giorni la cornamusa arriv a casa, e,
non appena vi posgli occhi sopra, il piccolo, che stava nella culla,
strill di piacere, lanciper aria le sue gambette, si mise a far
balzi e continucon mille buffonate finch per acquietarlo, gli
diedero la cornamusa; allora si mise immediatamente all'opera e
attacc"La giga tacco e punta" fra l'ammirazione di tutti quelli che
lo stavano ad ascoltare.
La fama della sua abilit alla cornamusa si sparse presto in ogni
luogo vicino e lontano; non c'era infatti suonatore dl cornamusa nelle
sei contee vicine che potesse stargli alla pari ne "La piccola volpe
rossa" o ne "La lepre nel grano" o "La giga del cacciatore di volpi" o
"Gli scavezzacolli di Cashel" o "La danza del suonatore di cornamusa"
o in una qualunque delle belle gighe irlandesi che fanno danzare la
gente anche se non ne ha voglia. Ed era sorprendente come sciorinava
via "Il cacciatore di lepri": sembrava proprio di sentire i segugi
abbaiare e dietro di loro guaire i terrier, mentre i cacciatori e i
bracchieri incitavano o rimbrottavano i cani: in breve, era quasi come
vedere la caccia stessa.
Il bello era che della sua musica non era assolutamente avaro e i
ragazzi e le ragazze dei dintorni spesso si riunivano per allegre
danze nella capanna di suo padre; egli suonava per loro la sua musica
che - dicevano - metteva loro l'argento vivo ai piedi; e tutti
affermavano che mai avevano avuto occasione di danzare al suono di una
cornamusa che li facesse muovere con tale leggerezza e facilit
Ma, oltre a tutte queste belle arie irlandesi, conosceva un suo strano
motivo, il pistrano mai sentito, e appena cominciava a suonarlo ogni
cosa nella casa sembrava presa dalla voglia di ballare: i piatti e le
scodelle tintinnavano sulla credenza, le pentole e i ganci a cui erano
appese sbatacchiavano nel camino, e la gente aveva l'impressione di
sentire gli sgabelli muoversi sotto di s comunque stessero le cose
con gli sgabelli, certo che nessuno riusciva a starvi seduto a
lungo, perchsia vecchi che giovani cominciavano ogni volta a saltare
con tutta l'energia che avevano in corpo. Le ragazze dicevano
scontente che, quando attaccava quell'aria, non riuscivano pia
seguire la danza e non potevano muovere i piedi correttamente, perch sentivano sotto di sil pavimento liscio come il ghiaccio e temevamo
ogni momento d'essere sul punto di finir distese per terra a gambe
all'aria o a faccia in gi I giovanotti, che volevano mettere in
mostra la loro abilitdi ballerini, le loro scarpe da ballo nuove e
le giarrettiere rosso acceso o verdi e gialle, giuravano che li
confondeva talmente che non riuscivano a eseguire in modo corretto il
差acco-punta o il 峰asso incrociato o uno qualunque dei loro passi
migliori; si sentivano invece sempre storditi e disorientati, e allora
vecchi e giovani finivano per scontrarsi e sbattere l'un contro
l'altro in modo pauroso. E quando il disgraziato marmocchio li aveva
ridotti in questo stato, a girare come trottole per il pavimento,
sogghignava e ridacchiava e batteva i denti, proprio come Jacko la
scimmia dopo aver giocato qualche tiro birbone.
Pisi faceva grande e peggio diventava, e quando raggiunse i sei anni
non c'era pi pace in casa per causa sua: i suoi fratelli finivano
sempre col bruciarsi o scottarsi o col rompersi gli stinchi
inciampando in padelle e sgabelli. Una volta, al tempo del raccolto,
fu lasciato a casa da solo: quando sua madre rientr trovla gatta a
cavalcioni del cane, con il muso rivolto alla coda e le zampe
allacciate attorno al corpo della bestia, mentre il monello suonava
loro la sua strana musica; cosicchil cane correva di qua e di l saltando e abbaiando, e la gattina miagolava a pinon posso sbattendo
avanti e indietro la coda e quando questa andava a colpire il muso del
cane quello allora azzannava e mordeva, insomma era proprio un
finimondo. Un'altra volta capita far loro visita il fattore presso
cui lavorava Mick, un uomo molto rispettabile e per bene, e Judy, data
una passata allo sgabello col grembiule, lo invita sedere e a
riposarsi un po' dopo la camminata. Stava seduto con la schiena
rivolta alla culla e dietro di lui c'era una casseruola piena di
sangue, perchJudy stava facendo i sanguinacci. Il bambino se ne
stava tutto tranquillo nel suo lettino aspettando il momento buono
finch fissato un gancio all'estremitdi un pezzo di spago, riusca
lanciarlo con tale destrezza che lo manda impigliarsi in una ciocca
della bella parrucca nuova dell'uomo, e la tuffnella bacinella di
sangue. Un'altra volta ancora sua madre rientrava col secchio sulla
testa dall'aver munto la vacca: appena lui la vide attaccla sua
melodia infernale e la povera donna, lasciando andare il secchio, mise
le mani sui fianchi e comincia danzare una giga rovesciando tutto il
latte addosso a suo marito che stava portando dentro della torba per
cuocere la cena. Insomma, non si finirebbe mai di raccontare tutte le
monellerie e tutti gli scherzi maligni giocati dal marmocchio.
Poco tempo dopo cominciarono ad accadere disgrazie alle bestie del
fattore. Un cavallo si ammaldi capostorno, un bel vitello mordi
antrace e alcune pecore di malaria; le mucche cominciarono a diventare
ombrose e a rovesciare a calci i secchi del latte, una parte del tetto
del fienile croll Il fattore si convinse che la causa di tutti i
guai era lo sventurato bambino di Mick Flannigan. Cosun giorno
chiamMick in disparte e gli disse: - Mick, vedete anche voi che le
cose non vanno come dovrebbero, e, a esser franco, Mick, credo che la
causa sia quel vostro bambino. Sono logorato dalle preoccupazioni, e
la notte quasi non riesco a prender sonno nel mio letto al pensiero di
quel che pucapitare prima del mattino. Sarei percicontento se vi
cercaste un lavoro da qualche altra parte; non ce n'un altro bravo
come voi nel paese e troverete senz'altro lavoro a volont-. A ci Mick rispose che era spiacente per i guai che gli erano capitati e
ancora pi spiacente che lui o i suoi potessero esserne ritenuti la
causa; che, per quel che lo riguardava, anche lui era piuttosto
preoccupato per quel bambino, eppure lo aveva e dunque doveva
tenerselo, e promise di mettersi immediatamente alla ricerca di un
altro posto.
Perci la domenica seguente, alla funzione religiosa, Mick fece
sapere che stava per lasciare il lavoro da John Riordan, e subito un
fattore che abitava a un paio di miglia di distanza e che cercava un
contadino (l'ultimo lo aveva appena lasciato), si avvicina Mick e
gli offruna casa con giardino e lavoro per tutto l'anno. Mick, che
ne aveva sentito parlare come di un buon padrone, si accord subito
con lui; venne cosdeciso che il fattore avrebbe mandato un carro a
prendere i suoi pochi mobili e che il giovedseguente avrebbe fatto
trasloco.
Gioved come era stato promesso, giunse il carro: Mick lo caric
mise in cima la culla col bambino e la cornamusa, e Judy vi si sedette
vicino per tener d'occhio il piccolo e impedire che cadendo fuori
rimanesse ucciso. Misero davanti la mucca, il cane li seguiva, ma la
gatta fu naturalmente lasciata dov'era. Gli altri tre bambini
camminavano per la via raccogliendo bacche di biancospino e more
selvatiche, poichera una bella giornata verso la fine del raccolto.
Dovevano attraversare un fiume, ma poichscorreva in una gola fra due
alte sponde, non lo si vedeva finchnon gli si era quasi sopra. Il
bambino era disteso abbastanza tranquillo dentro la sua culla, ma
quando giunsero all'inizio del ponte, sentendo il rumoreggiare delle
acque (il fiume infatti era in piena perchnegli ultimi due o tre
giorni era piovuto molto), si leva sedere nella culla e si guard attorno; appena scorse l'acqua e scopr che stavano per portarlo
sull'altra sponda, oh, come urle come strill Nessun topo preso in
una trappola ha mai gridato tanto. - Ssth! bimbo mio, - disse Judy, -
non c'da aver paura; stiamo solo per passare sul ponte di pietra.
- Maledizione a te, vecchia ciabatta! - gridquello. - Che razza di
bello scherzo mi hai giocato portandomi qui? - e continuancora a
strepitare, e piavanzavano sul ponte pistrepitava, tanto che a un
certo punto Mick non ce la fece pia trattenersi e, assestandogli un
gran colpo con la frusta che aveva in mano: - Ti ha soffocato il
diavolo, marmocchio? disse.Non la smetterai mai di schiamazzare? Un
pover'uomo non pusentire le proprie orecchie per causa tua -.
Nell'istante in cui sentla correggia della frusta, il marmocchio
fece un salto nella culla, si caccila cornamusa sotto il braccio,
fece a Mick una smorfia incredibilmente maligna, e scavalcd'un balzo
il parapetto del ponte finendo nell'acqua. - Oh il mio bambino, il mio
bambino! - gridJudy, - mi ha lasciata per sempre -. Assieme agli
altri piccoli Mick attraversdi corsa il ponte e, guardando in basso,
lo videro venir fuori dall'arcata seduto a gambe incrociate sulla
cresta bianca di un'onda, intento a suonare la sua cornamusa, allegro
come nulla fosse accaduto. Il fiume scorreva impetuoso, ed egli fu
trascinato via rapidamente, ma suonava in fretta, piin fretta di
quanto corresse il fiume; essi si misero a seguirlo lungo la riva pi svelti che poterono, ma circa cento iarde a valle del ponte il fiume
faceva una brusca curva attorno alla collina e quando vi giunsero era
ormai scomparso alla loro vista, e nessuno posmai pigli occhi su
di lui. L'opinione generale comunque fu che se ne fosse tornato a casa
con la cornamusa dai suoi veri parenti, i folletti, a suonare per
loro.

UN INCANTESIMO DEI FOLLETTI.

Ai tempi in cui usava viaggiare per canale, me ne venivo dalla citt di Dublino. Arrivati a Mullingar, il canale finiva e mi misi a
camminare, ma ero indolenzito e stanco per la lentezza del viaggio.
Avevo alcuni amici con me, e ogni tanto si andava a piedi, ogni tanto
si saliva su un carro. E avanti cosi finchvedemmo delle ragazze che
mungevano una mucca e ci fermammo a scherzare con loro. Dopo un po'
chiedemmo un bicchiere di latte.- Non abbiamo niente in cui metterlo,
- dissero, - ma venite a casa con noi -. Andammo a casa con loro e ci
sedemmo a chiacchierare attorno al fuoco. Passato un po' di tempo, gli
altri se ne andarono e io, riluttante a muovermi, fui lasciato accanto
all'accogliente focolare. Chiesi qualcosa da mangiare alle ragazze.
C'era una pentola sul fuoco ed esse tirarono fuori della carne, la
misero su un piatto e mi dissero di mangiare solo quella della testa.
Finito che ebbi di mangiare, le ragazze uscirono e non le rividi pi
Faceva sempre piscuro e stavo ancora lseduto, piche mai restio a
lasciare il bel fuoco, quando dopo un po' entrarono due uomini che
trasportavano un cadavere. Appena li vidi mi nascosi dietro la porta.
Chiede uno all'altro: - Chi girerlo spiedo? L'altro dice: - Michael
Hart, vieni fuori di le gira la carne!- Uscii fuori tutto tremante e
cominciai a girare lo spiedo. Michael Hart, - dice quello che aveva
parlato per primo,- se lo lasci bruciare dovremo mettere te sullo
spiedo al suo posto, - e con questo se ne andarono. Rimasi seduto l
tutto tremante, a girare il cadavere fino a mezzanotte. Gli uomini
ritornarono, e uno disse che era bruciato, l'altro che era cotto al
punto giusto: poichnon riuscivano a mettersi d'accordo, entrambi
dissero che per quella volta non mi avrebbero fatto alcun male.
Sedendosi vicino al fuoco, uno di essi grid Michael Hart, sai
raccontare una storia? - Neanche una, - dissi io.
Al che mi afferrper le spalle e mi sbattfuori in men che non si
dica.
Era una tenebrosa notte di vento, mai in tutta la mia vita avevo visto
una notte simile - la notte piscura mai scesa dai cieli. Non avevo
la pipallida idea di dove mi trovassi. Cos quando uno degli uomini
arriv da dietro e mi toccsulla spalla con un- Michael Hart, sei
capace di raccontare una storia adesso? Sono capace, - dico io. Mi
porta in casa e sistemandomi vicino al fuoco dice: - Comincia. -
Conosco solo una storia, - dico, che ero seduto qui e che voi due
avete portato dentro un cadavere e l'avete messo sullo spiedo e mi
avete ordinato di girarlo. - Va bene cos - dice quello; - puoi
andare ldentro e stenderti sul letto -. Entrai allora, ben contento,
e la mattina dove mi ritrovo se non nel bel mezzo di un verde prato?

TEIGUE DEL LEE.

奘on posso restare in questa casa. Non ci resterper tutto l'oro che
sepolto nel vecchio castello di Carrigrohan. S'mai vista al mondo
una cosa simile! Essere insultato sotto il naso notte e giorno senza
che di fronte ci sia nessuno! E per di pi se sono arrabbiato, che si
rida di me fragorosamente: hu, hu, hu! Non starin questa casa dopo
questa notte, nemmeno se in tutto il paese non ci fosse un altro posto
sotto cui ripararmi la testa Questo irritato soliloquio veniva
pronunciato da John Sheehan nella sala della vecchia dimora di
campagna di Carrigrohan. John era un nuovo servitore; era in quella
casa, che aveva fama d'essere infestata dagli spiriti soltanto da tre
giorni, e in quel breve spazio di tempo era stato insultato e deriso
da una voce che sembrava quella di un uomo che parlasse con la testa
in un barile; e non era riuscito a scoprire a chi appartenesse la voce
nda dove venisse. - Qui non rester disse John, - e con questo la
faccenda chiusa.
- Hu, hu, hu! Sta' calmo, John Sheehan, o ti capiterdi peggio.
John corse senza esitare alla finestra della sala, poich quelle
parole erano state evidentemente pronunciate da qualcuno che si
trovava proprio lfuori, ma non scorse anima viva. Aveva appena
accostato la faccia al vetro quando udun altro forte - Hu, hu, hu! -
che sembrava venire da dietro, nella sala; voltla testa, veloce come
un lampo, ma non si vedeva traccia di essere umano.
- Hu, hu, hu, John! - urlla voce che sembrava arrivare dal prato
davanti alla casa: - Ti illudi di riuscire a vedere Teigue? Oh, mai!
finch avrai vita! Finiscila percidi occuparti di lui, e bada ai
fatti tuoi; oggi dovrvenire molta gente a cena, gente di Cork, e
sarebbe ora che tu stendessi la tovaglia.
- Dio ci benedica! Ancora lui! Non starqui un sol giorno di pi -
ripetJohn.
- Smettila di brontolare e rimani buono dove sei; piuttosto non
giocare scherzi al signor Pratt, come hai fatto al signor Jervois con
i cucchiai.
John Sheehan rimase sconcertato alle parole del suo invisibile
persecutore, tuttavia trov il coraggio sufficiente per dire: Chi
siete? Venite qui e fatevi vedere, se siete un uomo - ma come risposta
ricevette solo una sinistra risata di scherno cui fece seguito un -
Addio! Ti terrd'occhio al pranzo John!
- Dio ci protegga da ogni male! Questa poi! Ti terrd'occhio al
pranzo! Voglio vedere se lo farai! E' pieno giorno, quindi non uno
spettro; comunque sia, questo un posto terribile ed l'ultimo
giorno che ci sto. Come fa a sapere dei cucchiai? Se lo spiffera in
giro sono rovinato! L'unico essere umano che avrebbe potuto dirglielo
Tim Barret, ma adesso ben lontano, lagginelle terre selvagge di
Botany Bay: come ha fatto dunque a saperlo? Non riesco proprio a
capire! Ma cosa vedo l vicino al muro, nell'angolo? E' forse un
uomo? Come sono sciocco! E' solo un vecchio tronco d'albero! Ah, un
posto che fa paura questo: non mi ci fermerassolutamente, lascerla
casa domani; solo a guardarla si spaventerebbe chiunque.
La vecchia dimora aveva indubbiamente un aspetto desolato; sorgeva in
un prato la cui superficie regolare era interrotta solo da qualche
ciuffo di narcisi e da un paio di vecchi alberi della stessa et dell'edificio. Si trovava a breve distanza dalla strada, era vecchia
pidi un secolo e il Tempo vi stava compiendo il suo lavoro; sole e
intemperie avevano dipinto i muri nelle tinte pivarie, il tetto
mostrava diverse chiazze bianche, non vi era nulla di accogliente nel
suo aspetto; all'esterno tutto era tetro e squallido e all'interno
regnava un'atmosfera di tristezza, di splendori estinti o in via di
estinzione, che ben si accordava con l'aspetto esteriore. Bisognava
fare appello a tutta l'esuberanza della giovent e della
spensieratezza per allontanare quell'impressione che rasentava la
paura con cui si attraversava la vasta sala quadrata, o si percorreva
la galleria che circondava la sala, o si esploravano i lunghi e
tortuosi corridoi al piano seminterrato. La sala da ballo, come era
chiamato l'ampio salotto, e parecchie altre stanze erano in stato di
abbandono; le pareti erano macchiate d'umidit e ricordo
distintamente la sensazione di sgomento da cui mi sentivo pervadere
scendendo nelle cantine, benchallora fossi un ragazzo, pieno di
giovanile vivacite di spirito ardente e avventuroso; tutto, dentro e
fuori di me, si raggelava sotto l'effetto dell'umidit e delle
tenebre; la stessa vastit degli antri mi terrorizzava; neppure
l'allegria dei miei due compagni di scuola - il loro padre, un
rispettabile pastore protestante, aveva affittato l'abitazione per un
certo periodo - riusciva a dissipare le sensazioni di una fantasia
romantica, finchnon risalivo ai piani superiori.
Con l'avvicinarsi dell'ora di cena John si era ripreso abbastanza
bene; arrivarono parecchi ospiti. Erano tutti seduti a tavola e
avevano cominciato a gustare l'eccellente pranzo, quando si sentuna
voce dal prato.
- Hu, hu, hu! Signor Pratt, non volete dare qualche cosa da mangiare
al povero Teigue? Hu, hu! avete una bella compagnia e roba buona in
abbondanza; non vorrete dimenticarvi del povero Teigue!
John lascicadere il bicchiere che aveva in mano.
- Chi - domand il fratello del signor Pratt, un ufficiale di
artiglieria.
- E' Teigue, - disse ridendo il signor Pratt, - devi avermi sentito
parlare spesso di lui.
- E scusate, signor Pratt, - chiese un altro gentiluomo, - chi Teigue?
- Questo, - rispose il signor Pratt, - pidi quel che posso dirvi.
Nessuno mai riuscito a vederlo, neppure di sfuggita. Ho vegliato per
un'intera serata con i miei tre figlioli, eppure, anche se a volte la
sua voce mi risonava quasi nell'orecchio, non sono riuscito a vederlo.
A dire il vero, ho avuto l'impressione di scorgere un uomo con una
giacca di lana bianca felpata che passava per la porta del giardino
verso il prato, ma non poteva essere stata che la mia immaginazione,
perchho trovato la porta chiusa a chiave, mentre il tipo, chiunque
sia, rideva della nostra agitazione. Di tanto in tanto viene a
trovarci e a volte fra una visita e l'altra passa un intervallo molto
lungo, come capitato ora; sono trascorsi ormai quasi due anni
dall'ultima volta che abbiamo sentito quella voce cupa fuori dalla
finestra. Che si sappia, non ha mai fatto nessun danno, e quando gli
capitdi rompere un piatto ne riportuno esattamente uguale.
- E' molto strano, - esclamarono parecchi fra gli ospiti.
- Vostro padre, - osservun gentiluomo rivolto al giovane Pratt, - ha
detto che ruppe un piatto: ma come aveva fatto a prenderlo senza che
voi lo vedeste?
- Quando chiede del cibo lo mettiamo fuori dalla finestra e andiamo
via; finch stiamo a guardare non lo prende, ma ci siamo appena
allontanati che il piatto scompare.
- Come fa a sapere se state a spiare?
- E' pidi quanto posso dirvi, ma o lo sa o lo sospetta. Un giorno
stavo con i miei fratelli Robert e James nel nostro salotto che ha una
finestra sul giardino, quando venne lfuori e disse: 埔u, hu, hu!
Signori James e Robert e Henry, date un bicchiere di whiskey al povero
Teigue James uscdalla stanza, riempun bicchiere di whiskey,
aceto e sale e glielo port 圃cco qui Teigue disse, 家desso vieni a
prenderlo 唇ene, allora appoggiatelo sul gradino fuori dalla
finestra Facemmo cose rimanemmo a guardare. 娟u, andatevene via
grid Ci tirammo indietro, ma stavamo sempre a guardare. 埔u, hu!
State a spiare Teigue; uscite dalla stanza o non lo prender. Uscimmo
dalla porta e ritornammo: il bicchiere era sparito e un momento dopo
sentimmo gridare e imprecare paurosamente. Teigue si portvia il
bicchiere, ma il giorno successivo lo rimise sul gradino di pietra
sotto la finestra e dentro c'erano briciole di pane, come se fosse
stato messo in tasca; da allora non lo si pisentito fino ad oggi.
- Oh, - disse il colonnello, - io riuscira vederlo, voi non siete
esperti in queste cose; un vecchio soldato ha maggiori probabilitdi
farcela e la prossima volta che parler- poich con quest'ala avr finito la cena - mi troverpronto. Signor Bell, volete brindare con
me?
- Hu, hu! Signor Bell, - gridTeigue. - Hu, hu! Signor Bell, eravate
un quacchero molto tempo fa. Hu, hu! Signor Bell, siete un bel tipo,
eravate un bel quacchero e ora non siete pi n quacchero n nient'altro: hu, hu, signor Bell. E c' anche il signor Parkes:
caspita come elegante oggi il signor Parkes, con la testa
incipriata, le sue eleganti calze di seta e il suo audace panciotto
rosso nuovo di zecca. E il signor Cole: s'mai visto un tipo simile?
Una bella compagnia avete messo insieme signor Pratt: quaccheri
rinsecchiti, damerini di Mallow Lane in cerca di complimenti, e un
agente del dazio ubriacone della Banchina del Carbone, per incontrare
il grande e terribile generale d'artiglieria venuto dalle Indie, che il pigrosso pallone gonfiato di tutti loro.
- Canaglia! - esclamil colonnello, - ti costringera mostrarti; - e
agguantata la sua spada che era in un angolo della stanza, saltfuori
dalla finestra, sul prato. Un attimo dopo uno scroscio di risa, cos sordo, cos differente da qualsiasi suono umano, fece fermare il
colonnello e con lui il signor Bell che, con un grosso bastone di
quercia, gli stava attaccato alle calcagna; altri della compagnia li
seguirono sul prato e quelli rimasti si alzarono per avvicinarsi alle
finestre. - Suvvia, colonnello, disse il signor Bell, agguantiamo
questo sfrontato cialtrone.
- Hu, hu! Signor Bell, eccomi qui, ecco qui Teigue: perchnon lo
prendete? Hu, hu! Colonnello Pratt, che bel soldato siete a sguainare
la spada contro il povero Teigue, che non ha mai fatto male a nessuno.
- Lasciaci vedere che faccia hai, canaglia, - gridil colonnello.
- Hu, hu, hu! Guardatemi, guardatemi: vedete il vento, colonnello
Pratt? Cosvedrete anche Teigue; tanto vale che rientriate a finire
il vostro pranzo!
- Ti troverfurfante, se sei sulla terra! - esclamil colonnello,
mentre lo stesso misterioso grido di scherno sembrava venire da dietro
un angolo dell'edificio. - E' dietro quell'angolo,- disse il signor
Bell, - correte, correte.
Seguirono il verso, che si ripeteva a intervalli lungo il muro del
giardino, ma non riuscirono a scorgere anima viva; infine si fermarono
entrambi a tirare il fiato e in un attimo, quasi nelle loro orecchie,
risuonil grido:
- Hu, hu, hu! Colonnello Pratt, lo vedete Teigue ora? Lo sentite? Hu,
hu, hu! Come siete bravo colonnello a seguire il vento.
- Non di l signor Bell, non di l venite qui! - disse il
colonnello.
- Hu, hu, hu! Come siete sciocchi; pensate che Teigue voglia mostrarsi
a voi l nel campo? Seguitemi piuttosto, se siete capace, colonnello,
voi che siete un soldato! Hu, hu, hu! - Il colonnello era furioso:
segula voce oltrepassando la siepe e il fossato, schernito e deriso
a tratti dall'invisibile oggetto del suo inseguimento (il signor Bell,
che era pesante, fu presto messo fuori combattimento) finch dopo
esser stato trascinato in una caccia estenuante, si ritrovin cima a
un dirupo, sopra quel tratto del fiume Lee che per la gran profondit e il colore scuro delle acque ha preso il nome di Forra dell'Inferno.
Qui, sull'orlo del dirupo, stava il colonnello, senza fiato, e si
asciugava la fronte con il fazzoletto quando la voce, che sembrava
vicina ai suoi piedi, esclam - Su, colonnello Pratt, su, se siete un
vero soldato; ecco un salto che fa per voi! Adesso guardate Teigue -
perchnon lo guardate? Hu, hu, hu! Avanti! Sono sicuro che siete
accaldato colonnello Pratt, venite dentro allora, a rinfrescarvi;
Teigue si faruna nuotata! - La voce sembrava scendere tra l'edera
rampicante e i bassi arbusti che ricoprono il pittoresco dirupo quasi
da cima a fondo, ma sarebbe stato impossibile per qualunque essere
umano trovarvi un appiglio. - Su, colonnello, avete il coraggio di
fare il salto? Hu, hu, hu! Che bel soldato siete. Arrivederci; ci
rivedremo fra dieci minuti, l sopra, a casa - tenete d'occhio
l'orologio, colonnello: ecco un tuffo per voi, - e si udun pesante
tonfo nell'acqua. Il colonnello rimase immobile; ma non segu altro
suono, ed egli tornlentamente verso casa, a neppure mezzo miglio dal
dirupo.
- Allora, l'hai visto Teigue? - gli domandil fratello mentre i suoi
nipoti stavano a guardare, a stento capaci di trattenere le risate.
- Datemi del vino, - disse il colonnello. - Nessuno mi ha mai dato
tanto filo da torcere in vita mia; quel tipo mi ha fatto girare in
tondo finchmi ha condotto sull'orlo del dirupo e poi se ne andato
gi nella Forra dell'Inferno, dicendomi che sarebbe stato qui entro
dieci minuti; ne sono passati anche di pi ma non arrivato.
- Hu, hu, hu! Colonnello, non forse qui? Teigue non ha mai detto una
bugia in vita sua, ma, signor Pratt, datemi un bicchiere e la mia
cena, e poi buonanotte a tutti, perchsono stanco; e la colpa del
colonnello -. Fu ordinato un piatto di cibo e John, tremante e pieno
di paura, lo mise sul prato sotto la finestra. Tutti rimasero a
osservare e per un bel po' di tempo il piatto non fu toccato.
- Ah! Signor Pratt, volete far morire di fame il povero Teigue?
Mandate via tutti dalle finestre e fate venir giil signor Harry
dall'albero e il signor Richard dal muro del giardino.
Gli occhi dei presenti si volsero all'albero e al muro del giardino:
l'attenzione dei due ragazzi era concentrata sulla discesa e gli
ospiti seguivano i loro movimenti, quando richiamla loro attenzione
un: - Hu, hu, hu! Buona fortuna a voi, signor Pratt! E' un buon
pranzo, ecco il piatto, signore e signori. Arrivederci a voi
colonnello! Arrivederci signor Bell! Arrivederci a tutti! - Allora
videro il piatto vuoto appoggiato sull'erba e per quella sera la voce
di Teigue non si sent pi In seguito Teigue fece ancora molte
visite, ma nessuno mai lo vide, nmai si scoprqualcosa sulla sua
persona nsul suo carattere.

IL LEVRIERO MAGICO.

Paddy M'Dermid era uno dei ragazzi pifestaioli di tutta la contea di
Kildare. Non si teneva un mercato o una festa del Santo Patrono senza
che lui ci si trovasse in mezzo. Era dappertutto, come la sfortuna, e
intanto il suo povero poderetto non veniva quasi mai seminato
all'epoca giusta; e dove s'aspettava l'orzo non crescevano che
erbacce. Il denaro si fece scarso nelle tasche del povero Paddy, e
dopo il maiale se ne andanche la mucca finch spar quasi tutto
quello che possedeva. Una notte che era steso ubriaco nel Forte di
Monogue perchnon ce la faceva a tornare a casa, ebbe per la
fortuna, se solo fosse stato tanto assennato da non sciuparla, di fare
un sogno bellissimo. Sogn che l sotto, proprio dove lui stava
sdraiato, era sepolta, da un tempo molto pi antico della memoria
degli uomini, una pentola piena di monete. Paddy tenne il sogno per s fino alla notte successiva; allora, presa la vanga, il piccone e una
bottiglia d'acqua santa, andal Forte e, tracciato un cerchio attorno
al posto del tesoro, comincia scavare senza un attimo d'esitazione
pensando che, quant'era vero Iddio, ormai la sua fortuna era fatta.
Aveva raggiunta la profonditdi circa due volte l'altezza delle sue
ginocchia, quando, dong!, il piccone anda urtare contro una lastra
di pietra: in quel preciso istante Paddy sent qualcosa respirare
vicinissimo a s Alzgli occhi e, proprio davanti, si trovun bel
levriero seduto sulle zampe posteriori.
- Dio ti benedica, - disse Paddy, e ogni capello gli si rizzin testa
come un ramoscello di salice.
- Ti benedica, - rispose il levriero, tralasciando la parola Dio, la
bestia, perchera il diavolo. Cristo ci scampi per sempre da simili
incontri.
- Paddy M'Dermid, - disse, - cosa mai cerchi in quella specie di fossa
che stai scavando l
- Parola mia niente, proprio niente, - rispose Paddy, perch capite,
l'estraneo non gli piaceva.
- Suvvia, sta' tranquillo Paddy M'Dermid, - disse il levriero, non so
forse molto bene quello che stai cercando?
- Beh, allora, se lo sapete, tanto vale dirvelo subito, tanto piche
avete l'aria d'essere un signore gentile, che si abbassa a parlare a
un ragazzetto come me -. (Paddy voleva adularlo un poco).
- Coraggio, dunque, - disse il levriero, - vieni qui fuori e siediti
su questa altura, - e Paddy, come uno stupido, fece quello che gli era
stato chiesto, ma aveva appena appoggiato la sua grossa scarpa fuori
dal circolo tracciato con l'acqua santa che quella bestiaccia di un
levriero gli si scagli contro e lo caccifuori dal Forte: perch Paddy si era spaventato, e ne aveva ben donde, al vedere le lingue di
fuoco che uscivano da quella bocca. Ma la notte successiva ritorn
ben sicuro che i soldi fossero l Fece un cerchio come la volta
precedente, ma, quando urt la pietra, il nostro gentiluomo, il
levriero, riapparve al solito posto.
- Oh, oh, - disse Paddy, - siete ldunque! Ma ne avrete da aspettare,
ve lo assicuro, prima di imbrogliarmi di nuovo; - e colp un'altra
volta la pietra.
- Bene, Paddy M'Dermid, - disse il levriero, - poichcerchi il
denaro, l'avrai; ma dimmi, quanto ne vorresti?
Paddy si grattla zucca e dopo un po' disse:
- Quanto disposto a darmi vostro onore? - perch pens che gli
convenisse essere cortese.
- Tutto quello che tu ritieni ragionevole, Paddy M'Dermid.
娑erbacco fece Paddy fra s 差anto vale chiederne un bel po'.
- Diciamo cinquantamila sterline, - rispose. (Avrebbe anche potuto
dire centomila, perchscommetto che la bestia aveva denaro a palate).
- Le avrai, - disse il levriero; fece una corsetta e ritorntenendo
fra le zampe una pentola piena di ghinee.
- Vieni qui a contarle, - disse; ma Paddy gli tenne testa e si rifiut di muoversi, cosla pentola venne spinta vicino al cerchio benedetto
e Paddy la tirdentro, tutto contento di averla fra le grinfie, e non
si ferm finch non raggiunse la casa: l le sue ghinee si
trasformarono in ossicini, e la vecchia madre rise di lui. Paddy
allora giurdi vendicarsi di quella bestia truffaldina di un levriero
e la notte successiva tornal Forte, dove, come le volte precedenti,
incontril Signor Levriero.
- Ebbene, di nuovo qui, Paddy? - disse.
- S razza di furfante, - rispose Paddy, - e non lascerquesto posto
finchnon avrtirato fuori la pentola di soldi che sepolta qui.
- Oh, cos - disse. - Bene, Paddy M'Dermid, poichvedo che sei un
tipo tanto coraggioso e temerario, ti compenser se scenderai qui
sotto con me, invece di startene quassal freddo: ed effettivamente
nevicava a pinon posso.
- Che possa non vedere mai Athyl se lo faccio, - rispose Paddy,tu vuoi
solo caricarmi di vecchie ossa, o forse anche spezzare le mie, che
sarebbe altrettanto brutto.
- Sul mio onore, - disse il levriero, - io ti sono amico; suvvia! Non
dare un calcio alla buona sorte; vieni con me e la tua fortuna fatta. Resta dove sei e morirai pezzente.
Cos perdinci, fra una chiacchiera e l'altra, Paddy acconsent e nel
mezzo del Forte si apr una bella scala lungo la quale
s'incamminarono: dopo giri e svolte giunsero a una casa molto pi bella di quella del Duca di Leinster, e tutti i tavoli e le sedie
erano d'oro massiccio. Paddy era incantato; e quando si fu seduto, una
bella signora gli porse un bicchiere con una bevanda: ma ne aveva
appena inghiottito una sorsata che tutt'attorno si levun orrendo
stridore, e coloro che prima erano sembrati belli ora apparivano
com'erano veramente folletti infuriati. Prima che Paddy potesse farsi
il segno della croce, lo afferrarono per le gambe e le braccia, lo
portarono fuori su una grande e alta collina che si levava a
strapiombo sopra il fiume, e lo scagliarono gi - Aiuto! - grid Paddy, ma inutilmente; cadde sopra un pietrone e rimase lcome morto
fino al mattino seguente, quando alcune persone lo trovarono nel
fossato che circonda il tumulo di Coulhall, dove i folletti l'avevano
trascinato. Da quel momento fino al giorno della sua morte egli
divenne la pigran curiosital mondo: camminava piegato in due, e
aveva la bocca (Dio ci benedica!) dove avrebbe dovuto trovarsi un
orecchio.

LA SIGNORA DI GOLLERUS.

Una bella mattina d'estate, proprio allo spuntar del giorno, Dick
Fitzgerald stava sulla spiaggia del porto di Smerwick a fumare la sua
pipa. Il sole sorgeva lentamente da dietro l'alto Brandon, il mare
scuro si faceva verde alla luce, e le nebbie che si levavano nelle
vallate andavano srotolandosi e arricciandosi come il fumo che usciva
dall'angolo della bocca di Dick.
- E' proprio una bella mattina, - disse Dick, togliendosi la pipa
dalle labbra e guardando verso il lontano oceano che si stendeva
immobile e tranquillo come un sepolcro di lucido marmo. Certo, -
continudopo una pausa, - ben triste star qui a parlare a se stessi
per farsi compagnia e non aver un'anima vicino che risponda,
nient'altro che il figlio della propria voce, l'eco! Lo so che se
avessi la fortuna, o forse la sfortuna, - disse Dick con un sorriso
malinconico, - di avere una donna, le cose sarebbero diverse per me! E
cos'nel vasto mondo un uomo senza una moglie? Sicuramente niente di
pi di una bottiglia senza una sola goccia da bere dentro, o di un
ballo senza musica, o la lama sinistra di una forbice, o una lenza
senza l'amo, o qualsiasi altra cosa che in qualche modo non sia
completa. Non cos - disse Dick Fitzgerald gettando lo sguardo
verso una roccia sulla spiaggia che, pur non potendo parlare, si
ergeva risoluta e ardita all'aspetto come mai lo fu un testimone del
Kerry.
Ma quale non fu il suo stupore nello scorgere, proprio ai piedi dello
scoglio, una creatura giovane e bella che si pettinava i capelli d'un
colore verde mare; e l'acqua salata che vi luccicava sopra appariva
ora, nella luce del mattino, come il burro fuso sopra i cavoli.
Dick indovinsubito che si trattava di una Sirena, anche se non ne
aveva mai vista una prima d'allora, perchaveva scorto, appoggiato
sulla spiaggia accanto a lei, il piccolo berretto magico che il popolo
delle acque usa per tuffarsi nell'oceano; aveva anche sentito dire che
se gli fosse riuscito di impossessarsi del berretto, la Sirena avrebbe
perso il potere di ritornarsene nell'acqua: cosin tutta fretta lo
afferr e la Sirena, udendo quel rumore, volse il capo con la
naturalezza di un cristiano.
Quando vide che il suo piccolo berretto per tuffarsi era sparito,
lacrime salate - nel suo caso di certo doppiamente salate - le scesero
a goccioloni sulle guance e comincia lamentarsi piano e tristemente
con una voce tenera come quella di un bambino appena nato. Dick, pur
sapendo assai bene perchessa stava piangendo, decise di tenersi il
berrettino, piangesse pure quanto voleva, per vedere cosa ne sarebbe
venuto fuori. Non poteva perfare a meno di provar compassione per
lei; e quando la muta creatura lo guardin viso con le guance bagnate
di lacrime ci sarebbe stato di che commuovere chiunque: figuriamoci
poi Dick, che aveva sempre avuto di suo, come la maggior parte dei
suoi compatrioti, un cuore molto tenero.
- Non piangere mia cara, - disse Dick Fitzgerald; ma la Sirena, come
qualsiasi bambino viziato, per questo pianse ancora di pi
Dick si sedette accanto a lei e le prese la mano per confortarla. Non
c'era nulla di sgradevole in quella mano, soltanto, fra le dita, aveva
una piccola membrana, come quella che si vede nei piedi delle anitre,
ma era sottile e bianca come la pelle fra l'uovo e il guscio.
- Come ti chiami, mia cara? - dice Dick, che voleva fare amicizia con
lei, ma non ebbe risposta; a questo punto era piche sicuro che essa
o non poteva parlare, o non lo capiva: percile strinse la mano nella
sua, come unico mezzo per parlarle. E' il linguaggio universale e non
c'femmina al mondo, sia essa pesce o donna, che non lo capisca.
La Sirena non sembrmolto dispiaciuta di questo modo di comunicare e
smettendo improvvisamente di piagnucolare: Uomo, dice alzando gli
occhi al volto di Dick Fitzgerald, - uomo, mi mangerai?
- Per tutte le rosse sottane e i grembiuli a scacchi fra Dingle e
Tralee, - esclam Dick balzando in piedi dalla sorpresa, piuttosto
mangerei me, piccola mia! Io mangiarti, anatroccolo? E' stato qualche
brutto ladruncolo malintenzionato di un pesce che ha messo un'idea
simile nella tua graziosa testolina, con quei bei capelli verdi che le
scendono tutt'intorno, pettinati coslisci questa mattina!
- Uomo, - disse la Sirena, - cosa te ne farai di me se non mi mangerai
?
I pensieri di Dick correvano a una moglie: fin dalla prima occhiata
aveva visto che era bella; ma poichparlava, e per di piparlava
come una vera donna, si innamorperdutamente di lei. Fu il modo
semplice con cui lo aveva chiamato uomo a sistemare del tutto la
faccenda.
- Pesce, - dice Dick, cercando di parlare nel suo stesso modo conciso,
- pesce, - dice, - in questa mattina benedetta ti dla mia parola,
onesta e sincera, che ti farsignora Fitzgerald davanti a tutto il
mondo; ecco cosa far
- Non dirlo due volte, - dice lei, - sono pronta a essere tua e ne
sono ben felice, signor Fitzgerald; ma aspetta, ti prego, perchpossa
raccogliermi i capelli sul capo -. Ci volle un po' di tempo prima che
li arrangiasse in modo da esserne del tutto soddisfatta: indovinava,
suppongo, che stava per andare fra estranei, dove sarebbe stata
osservata. Fatto questo, la Sirena si mise il pettine in tasca, poi
chinil capo e sussurrqualche parola all'acqua che quasi lambiva la
base della roccia.
Dick vide il mormorio delle parole sulla superficie del mare
allontanarsi verso l'oceano sconfinato, proprio come un soffio di
vento che faccia increspare le onde; allora, meravigliatissimo, le
dice: - Mia cara, all'acqua salata che parli?
- Proprio a quella, - risponde la Sirena con noncuranza; sto solo
mandando a dire a mio padre che non mi aspetti per la colazione: solo
perchnon stia in ansia.
- E chi tuo padre, anatroccolo? - chiese Dick.
- Come! - disse la Sirena, - non hai mai sentito parlare di mio padre?
E' il re delle onde, perbacco!
- Allora tu sei una vera figlia di re, - disse Dick spalancando tutti
e due gli occhi per esaminare ben bene la sua futura sposa. - Oh, sono
proprio un uomo arrivato con te, che hai un re per padre; avr senz'altro tutti i soldi che sono giin fondo al mare!
- Soldi? - ripetla Sirena, - cosa sono i soldi?
- Non sono una brutta cosa da avere quando uno ne ha bisogno, rispose
Dick; - e i pesci hanno forse l'ordine di portarti su tutto quello che
gli chiedi ?
- Oh, s - disse la Sirena, - mi portano quello che voglio.
- A esser franco allora, - disse Dick, - a casa ho solo un letto di
paglia che ti aspetta e sto pensando che non andrassolutamente bene
per una figlia di re; perci se non ti dispiacesse accennare solo a
un bel letto di piume con un paio di coperte nuove... ma cosa sto
dicendo? Forse non avete cose come i letti gisott'acqua.
- Ma certo, - disse lei, - signor Fitzgerald, un mucchio di letti a
tua disposizione. Ho quattordici lettiere per ostriche tutte per me,
per non parlare di una appena posata per l'allevamento delle giovani
ostriche.
--Davvero?- dice Dick grattandosi la testa con aria piuttosto
perplessa. - Io parlavo di un letto di piume; ma, certo che il vostro
un sistema proprio ben architettato, avere il letto e la cena cos vicini tra loro che quando si ha l'uno non c'bisogno di scomodarsi
per domandare l'altra.
Ad ogni modo, letto o non letto, soldi o non soldi, Dick Fitzgerald
aveva deciso di sposare la Sirena, e la Sirena aveva acconsentito.
Percise ne andarono via, lungo la spiaggia, da Gollerus verso
Ballinrunnig, dove quella mattina si trovava Padre Fitzgibbon.
- Non sei solo tu ad aver parola in questo affare, Dick Fitzgerald, -
disse il Reverendo con aria molto severa. Vorresti sposare una donna-
pesce? Dio ci protegga! Rimanda quella creatura a squame a casa, dalla
sua gente; il consiglio che ti do, da qualunque parte sia venuta.
Dick aveva in mano il berretto magico e stava per ridarlo alla Sirena
che lo guardava con desiderio, ma ci penssu un momento e poi disse:
- Scusate Reverendo, figlia di un re.
- Anche se fosse la figlia di cinquanta re, - rispose Padre
Fitzgibbon, - ti ripeto, non puoi sposarla perchun pesce.
- Scusate Reverendo, - disse ancora Dick a bassa voce, - dolce e
bella come la luna.
- Anche se fosse dolce e bella come il sole, la luna e le stelle messi
assieme, ti ripeto, Dick Fitzgerald, - rispose il Prete battendo il
piede destro, - non puoi sposarla, perchun pesce.
- Ma ha tutto l'oro che c'in fondo al mare, basta che lo domandi, e
se la sposo sono un uomo arrivato; e, - aggiunse Dick lanciando
un'occhiata furba, - posso fare in modo che questo lavoretto vi frutti
bene.
- Oh! Questo cambia completamente le cose, - rispose il Prete; adesso
sche c'un po' di senno in quel che dici: perchnon me l'hai detto
prima? Sposala senz'altro, anche se fosse un pesce dieci volte. I
soldi, sai bene, non sono cosa da rifiutare di questi brutti tempi, e
tanto vale che sia io a trarne beneficio piuttosto che un altro, che
magari non si prenderebbe neanche il fastidio di darti un consiglio
come ho fatto io.
Cos Padre Fitzgibbon sposDick Fitzgerald alla Sirena, e come una
qualunque coppia innamorata essi se ne tornarono a Gollerus ben
contenti l'uno dell'altra. Tutto andava a gonfie vele per Dick - stava
dalla parte del mondo baciata dal sole; la Sirena era la migliore
delle mogli, e vivevano assieme pisoddisfatti che mai.
Considerato dove era stata allevata, era sorprendente vedere come la
Sirena si affaccendava per la casa, e come allevava bene i bambini:
perch passati tre anni, c'erano altrettanti piccoli Fitzgerald - due
maschietti e una femminuccia.
Insomma, Dick era un uomo felice e avrebbe potuto continuare a esserlo
fino alla fine dei suoi giorni se solo avesse avuto abbastanza
giudizio per badare a ciche possedeva; molti altri uomini comunque,
oltre a Dick, non hanno avuto il buonsenso sufficiente per farlo.
Un giorno in cui dovette recarsi a Tralee, Dick lasci la moglie a
casa a occuparsi dei bambini, pensando che avesse abbastanza da fare
senza andare a toccare la sua attrezzatura da pesca.
Dick era appena partito che la signora Fitzgerald si accinse a pulire
la casa e, nel tirare giper caso una rete da pesca, non ti va a
trovare ldietro, in un buco nel muro, il suo berretto per tuffarsi?
Lo prese, lo guarde le vennero allora in mente suo padre il re, sua
madre la regina e i suoi fratelli e sorelle, e sentun gran desiderio
di tornare da loro.
Si sedette su uno sgabellino e ripensai giorni felici passati sotto
il mare; poi guard i bambini e pensall'amore e all'affetto del
povero Dick, e a come gli si sarebbe spezzato il cuore se l'avesse
perduta. - Ma, - dice, - non mi perderdel tutto, perchtorner ancora da lui; del resto chi mi purimproverare se vado a trovare mio
padre e mia madre dopo essere stata lontana da loro per tanto tempo?
Si alze andverso la porta, poi torndi nuovo per dare ancora uno
sguardo al bambino che stava dormendo nella culla. Lo baci delicatamente e mentre lo baciava una lacrima le tremnegli occhi un
istante e cadde sulla guancia rosea del piccolo. Asciugla lacrima e
volgendosi alla figlioletta pigrande le disse di prendersi buona
cura dei fratelli e di fare la brava anche lei finchnon fosse
tornata. Poi scese alla spiaggia. Il mare si stendeva calmo e liscio,
sollevandosi e abbassandosi appena sotto i riflessi lucenti del sole,
e la Sirena credette di sentire un sottile, dolce canto che la
invitava a scendere nelle acque. Tutte le impressioni e le sensazioni
del passato le tornarono alla mente come un fiume in piena; Dick e i
bambini furono dimenticati all'istante: si mise in testa il berretto
magico e si tufffra le onde.
Tornato a casa la sera, Dick notl'assenza di sua moglie, e chiese a
Kathleen, la bambina, cos'era successo alla mamma, ma lei non seppe
dirglielo. Chiese allora ai vicini e venne a sapere che era stata
vista dirigersi verso la spiaggia con in mano un oggetto dall'aspetto
strano, come un cappello a tre punte. Dick torn alla capanna per
cercare il berretto magico. Era sparito, e la veritgli balzagli
occhi.
Anno dopo anno Dick Fitzgerald attese, sperando che la moglie
tornasse, ma non la rivide mai pi Dick non si rispos sempre
confidando che prima o poi la Sirena sarebbe ritornata da lui, e
niente riusc mai a persuaderlo che non fosse il re suo padre a
trattenerla con la forza sotto i flutti - perch - diceva Dick,- lei
non avrebbe mai abbandonato suo marito e i suoi bambini.
Finch era rimasta con lui era stata in tutto una moglie cosbrava
che ancor oggi la tradizione del paese la cita ad esempio con il nome
di LA SIGNORA DI GOLLERUS.












GLI SPETTRI.

Gli spettri, o "Thevshi" o "Tash" ("taidhbhse", "tais"), come sono
chiamati in irlandese, vivono in uno stato intermedio tra questa e
l'altra vita. Sono tenuti in tale condizione da qualche desiderio o
affetto terreno, o da qualche dovere ancora da compiere o da astio
contro i vivi. 娛i perseguiter - una comune minaccia, e si sentono
frasi come: 埂li apparirse sente un po' di bene per lui Se una
persona sta soffrendo molto per la morte di un amico, un vicino gli
dir - Calmati ora, lo stai trattenendo dal suo riposo -. Oppure,
secondo la signora Wilde, nelle isole occidentali vi diranno: - State
svegliando il cane che in agguato per divorare le anime dei morti -.
Si crede che pifrequentemente diventino fantasmi persecutori coloro
che muoiono all'improvviso. Se ne vanno in giro a spostare mobili,
cercando di attirare in ogni modo l'attenzione.
Quando l'anima ha lasciato il corpo, a volte portata via dai
folletti. Conosco la storia di un contadino che un giorno vide, seduti
in una fortezza fatata, tutti coloro che da anni erano morti nel suo
paese. Tali anime vengono considerate perdute. Se un'anima sfugge ai
folletti puessere acchiappata dagli spiriti del male. Soprattutto le
anime deboli dei bambini sono in pericolo. Quando muore un bambino
molto piccolo i contadini dell'ovest spruzzano la soglia con il sangue
di un pollo, in modo che gli spiriti siano tenuti lontani dal sangue.
Un fantasma obbligato a obbedire agli ordini dei vivi. - Il garzone
di stalla ldalla signora G. - disse un vecchio contadino, - incontr il padrone, morto ormai da due giorni, che se ne andava in giro per il
cortile e gli disse di andare con lui al faro e di abitarlo; e lui ancora lin mezzo al mare, signore. La signora G. si arrabbi moltissimo per questo e licenziil ragazzo -. Un faro ben desolato,
povero diavolo d'un fantasma. La signora Wilde pensa che vengano
puniti in questo modo soltanto gli spiriti troppo cattivi per il
paradiso e troppo buoni per l'inferno. Sono obbligati a obbedire a
qualcuno a cui abbiano fatto torto.
Le anime dei morti prendono a volte la forma di animali. C'un
giardino a Sligo dove il giardiniere vede un vecchio proprietario
sotto le sembianze di un coniglio. A volte prendono la forma di
insetti, specialmente farfalle. Se ne vedete svolazzare una vicino a
un cadavere, quella l'anima, ed un segno che andato a godere
della feliciteterna. L'autore dello studio "Parochial Survey of
Ireland, 1814" uduna donna dire a un bambino che stava cacciando una
farfalla: - Come fai a sapere che non si tratta dell'anima di tuo
nonno? - Alla vigilia di Ognissanti i morti sono in giro e danzano con
le fate.
In Irlanda, come anche in Scozia, si crede comunemente alle
apparizioni. Se vedete il sosia, o l'apparizione di un amico al
mattino, non ne seguiralcun male; se lo vedete alla sera, egli sta
per morire.

GRACE CONNOR.

Thady e Grace Connor vivevano nella parrocchia di Clondevaddock al
margine di una grande torbiera da dove potevano udire le grandi onde
dell'Atlantico schiantarsi fragorosamente sulla riva, e vedere le
selvagge tempeste invernali spazzare il monte Muckish e le aspre
alture vicine. Persino in estate la capanna vicino alla torbiera era
alquanto cupa e desolata.
Thady Connor lavorava nei campi e Grace si guadagnava da vivere come
ambulante, portando in giro per il paese un cesto di scampoli di
stoffa, cotonina, rozzo panno e tessuto felpato. La gente, che di rado
si recava in qualche grande centro, trovava comodo comperare da Grace,
ed essa era ben accolta in molte case isolate dove la tavola veniva
liberata in fretta perch lei potesse mostrare la sua merce. Era
considerata una donna molto onesta e percile si affidavano spesso
commissioni per i negozi di Letterkenny e Ramelton. Quando si
rimetteva sulla strada di casa di solito il cesto era carico di
piccoli regali per i suoi bambini.
- Grace, cara, - diceva una di quelle brave donne, - eccoti un
triangolino di focaccia d'avena con sopra un assaggio di burro.
Prendilo per i piccoli -. Oppure: - Ecco una mezza dozzina di uova.
Hai una famiglia numerosa da mantenere!
I piccoli Connor di tutte le etfacevano ressa intorno alla madre
affaticata per saccheggiare il cesto di questi regali. Ma la sua dura
vita di stenti finimprovvisamente: dopo una malattia durata poche
ore, mor La veglia e la sepoltura furono quanto di meglio Thady
poteva permettersi.
La sera dopo il funerale Thady era a letto e il fuoco era ancora vivo
quando vide la moglie morta dall'altra parte della stanza china sopra
la culla. Terrorizzato recitalcune preghiere affrettate e si copr il volto con la coperta; quando alzdi nuovo gli occhi l'apparizione
era svanita.
La notte seguente prese il neonato dalla culla e lo mise nel letto
dietro di s sperando in questo modo di eludere la visita del
fantasma. Ma Grace fu ben presto nella camera e si protese su di lui
per coprire bene il figlio. Rabbrividendo e tremando il pover'uomo
esclam - Grace, moglie mia, che cosa t'ha fatto ritornare? Che cosa
vuoi da me?
- Non voglio niente da te, Thady, se non che tu rimetta questo bimbo
nella sua culla, - rispose il fantasma con tono sprezzante. - Ti
faccio troppa paura, ma mia sorella Rose non avrtimore. Dille di
venire a incontrarmi domani sera fra le vecchie rovine.
Rose viveva con la madre a un miglio circa di distanza da quel luogo
ma obbed alla richiesta della sorella senza il minimo timore e,
all'ora convenuta, non mancallo strano appuntamento.
- Rose cara, - disse Grace quando apparve davanti alla sorella fra le
vecchie rovine, - la mia mente non in pace per quei due scialli
rossi che ci sono nel cesto. Matty Hunter e Jane Taggart mi hanno dato
i soldi per comprarli e io li ho acquistati con il loro denaro, faceva
otto giorni venerd Consegna loro gli scialli domani. E il vecchio
Mosey M'Corkell mi ha dato la somma per comprargli un mantello buono;
si trova nel cesto, sotto le altre cose. Ora addio. Posso andare a
riposare in pace.
- Grace, Grace, resta ancora un minutino! - gridla fedele sorella
quando la voce amata si affievol e il caro volto cominci a
scomparire. - Grace, mia cara, e Thady? E i bambini? Ancora una
parola! - Ma ngrida nlacrime poterono trattenere oltre lo spirito
che anelava al suo riposo.




L'AGNELLO NERO.

Quando di notte si getta via l'acqua, usanza popolare esclamare ad
alta voce: 唧ttenzione all'acqua! o, traducendo letteralmente
dall'irlandese: 娟ta' lontano dall'acqua perch dicono che gli
spiriti dei morti sepolti di recente se ne vadano in giro in quelle
ore, e sarebbe pericoloso se l'acqua cadesse loro addosso.
In una notte cupa una donna gettimprovvisamente fuori una secchiata
di acqua bollente senza pensare alle parole di avvertimento.
Immediatamente si udun grido come di persona che provasse dolore, ma
non si vide nessuno. Tuttavia la notte seguente entrin casa un
agnello nero con la schiena coperta di recenti ustioni; si sdrai vicino al focolare gemendo e poi mor Allora tutti seppero che quello
era lo spirito bruciato dalla donna, e con molto riguardo
trasportarono fuori l'agnello morto e lo seppellirono ben in fondo
nella terra. Ogni notte per alla stessa ora, quell'agnello rientrava
in casa, si sdraiava, gemeva e moriva. Dopo che tutto cisi fu
ripetuto molte volte, fu mandato a chiamare il prete e, con la forza
del suo esorcismo, lo spirito del morto fu infine sepolto e l'agnello
nero non apparve pi Neppure il corpo senza vita dell'agnello venne
pitrovato nella tomba quando lo cercarono, benchl'avessero deposto
con le loro stesse mani ben in fondo nella terra e lo avessero coperto
d'argilla.

IL RAGAZZO SPLENDENTE.

Il capitano Stewart, in seguito Lord Castlereagh, ebbe da giovane la
ventura di alloggiare con la truppa in Irlanda. Era un appassionato
sportivo e un giorno inseguendo la selvaggina si spinse coslontano
che si smarr Per di piil tempo si era fatto molto brutto e il
capitano, trovandosi in difficolt si present alla porta di un
signorotto, e facendosi precedere dal suo biglietto da visita, chiese
asilo per la notte. L'ospitalit dei possidenti irlandesi proverbiale: il padrone di casa lo ricevette con calore; gli disse che
temeva di non potergli offrire una sistemazione comoda quanto avrebbe
desiderato poich la casa era gipiena di ospiti, e inoltre alcuni
forestieri spinti dall'inclemenza del tempo avevano cercato riparo
nella sua casa prima di lui. Lo invitava perdi tutto cuore ad
accettare la sistemazione che era in grado di offrirgli. Ci detto
chiamil maggiordomo e affidando l'ospite alle sue cure gli ordindi
trovargli posto da qualche parte e di fare per lui tutto ciche
poteva. Non c'era una padrona di casa dato che il signore era vedovo.
Il capitano Stewart trovla casa zeppa di gente e insieme formavano
proprio un'allegra compagnia. Il suo ospite lo invita restare e gli
promise una buona caccia se avesse prolungato di qualche giorno la sua
visita: in breve egli si considerben fortunato per essere capitato
in un posto cosgradevole.
Dopo una piacevole serata andarono infine tutti a letto e il
maggiordomo condusse il capitano in una grande stanza: era quasi priva
di mobili, perun bel fuoco di torba splendeva sulla griglia del
camino, e sul pavimento era sistemato un giaciglio improvvisato fatto
di mantelli e delle cose pidisparate.
Ma tutto ciappariva molto invitante per le membra del capitano
Stewart stanche dopo una dura giornata di caccia; prima di sdraiarsi
penstuttavia che fosse opportuno smorzare un po' il fuoco che
lanciava fiamme su per la cappa del camino in un modo che gli pareva
allarmante. Fatto questo, si distese sul suo giaciglio e presto si
addorment
Pensava di aver dormito circa due ore quando si svegli improvvisamente e fu sorpreso da una luce cosvivida che credette che
la stanza andasse a fuoco; voltandosi pera guardare la grata, vide
che il fuoco era spento, sebbene la luce provenisse proprio dal
camino. Si rizzsul letto cercando di capire cosa fosse, e scorse
allora la figura di un meraviglioso ragazzo nudo circondato da un
fulgore abbagliante. Il ragazzo lo guard con viso serio; poi
l'apparizione scomparve e tutto ritornbuio. Il capitano Stewart, non
supponendo neppure lontanamente che ci che aveva visto fosse di
natura sovrumana, non ebbe dubbi sul fatto che l'ospite o i visitatori
avessero tentato di spaventarlo. Si sentperciindignato di fronte a
una tale liberte la mattina seguente, quando scese per la colazione,
fece in modo di manifestare il suo scontento mantenendo un
atteggiamento freddo e riservato e annunci la sua intenzione di
partire immediatamente. Il padrone di casa protest ricordandogli la
promessa fatta di restare per andare a caccia. Il capitano Stewart si
scusin modo freddo e, infine l'ospite, vedendo che c'era qualche
cosa che non andava lo prese da parte e insistette per avere una
spiegazione; a ciil capitano Stewart rispose, senza entrare nei
particolari, che era stato vittima di una specie di burla,
comportamento che riteneva assolutamente ingiustificabile con un
estraneo.
Il signore pens che la cosa non fosse impossibile tra un gruppo di
giovani spensierati e si rivolse loro affinch gli presentassero le
loro scuse ma tutti in coro negarono sul proprio onore l'accusa. Di
colpo sembrche un pensiero colpisse il padrone di casa: si batt la
mano sulla fronte, lanciuna esclamazione e suonil campanello.
- Hamilton, - disse al maggiordomo, - dove ha dormito il capitano
Stewart ieri sera?
- Ebbene, signore, sapete che ogni posto era occupato. Gli ospiti
erano sistemati sul pavimento, tre o quattro per camera, e cosgli ho
dato la 宮amera del ragazzo ma ho acceso un bel fuoco splendente per
impedire che se ne venisse fuori.
- Hai fatto molto male, - disse il padrone di casa. - Sai che ti ho
assolutamente proibito di metterci chiunque e che ho tolto tutti i
mobili dalla stanza per essere sicuro che non sarebbe mai stata
occupata.
Poi, ritiratosi col capitano Stewart, lo informcon tono assai grave
della natura del fenomeno cui aveva assistito e infine, sollecitato a
dare altre notizie, confessche in veritin famiglia esisteva una
tradizione secondo la quale la persona cui fosse apparso il ragazzo
risplendente sarebbe ascesa alle vette del potere e, raggiunto il
culmine, sarebbe morta di morte violenta. E debbo dire, - aggiunse, -
che le testimonianze conservate sulle sue apparizioni confermano
questa credenza.







LA SORTE DI FRANK M'KENNA.

Un uomo chiamato M'Kenna viveva un tempo sul fianco di una delle aspre
colline che dividono la contea di Tyrone da quella di Monaghan.
M'Kenna aveva due figli, uno dei quali aveva l'abitudine di seguire le
tracce delle lepri la domenica, quando era nevicato. Si dice che il
padre l'avesse spesso rimproverato per ci che considerava una
profanazione del giorno del Signore e anche per la continua
inosservanza dell'obbligo della messa. Il giovane, benchsolitamente
docile e rispettoso, era perin questa faccenda del tutto insensibile
ai richiami paterni, e continuava a seguire le tracce delle lepri
tutte le volte che lo svolgimento delle sue mansioni glielo
consentiva.
Avvenne cosche un mattino di Natale - credo fosse l'anno 1814si
fosse verificata una abbondante nevicata; il giovane M'Kenna, invece
di andare a messa, staccdalla parete il suo bastone da lancio (un
bastone pi grosso e pesante a una estremitche all'altra) e si
accinse al suo passatempo preferito. Vedendo questo, suo padre lo
rimprover duramente e insistette perchpartecipasse alle funzioni.
Tuttavia la sua passione per quel divertimento era piforte del suo
amore per la religione e il ragazzo si rifiutdi seguire la volont del padre. Durante la discussione il vecchio si infiamm e vedendo
che il figlio si ostinava a tenere in poco conto la sua autorit si
inginocchie pregche non tornasse vivo dalle montagne se si fosse
ostinato a fare di testa sua.
La maledizione, che era sicuramente tanto crudele quanto empia e
assurda, avrebbe potuto distogliere pidi una mente da un proposito
che era, a dir poco, in contrasto con la religione e col rispetto
dovuto a un padre: non ebbe comunque alcun effetto sul giovane che
pare abbia risposto di essere deciso in ogni caso ad andare, avesse o
no fatto ritorno. E infatti part Non andperda solo; risulta che
lo accompagnassero tre o quattro ragazzi dei dintorni. Se la caccia
abbia dato buoni risultati o meno non ha molta importanza, nsarei in
grado di dirlo, ma si racconta che verso la fine della giornata
scovarono la lepre pigrande e piscura che mai avessero vista e che
questa continuasse a sfuggir loro di tratto in tratto inducendoli a
credere che ogni successivo lancio del bastone l'avrebbe abbattuta. In
seguito si osservanche che la lepre li aveva condotti nelle zone pi remote della montagna e che, sebbene essi avessero tentato di far
deviare il suo percorso in direzione del villaggio, non ci erano
riusciti. Con il calare della sera i compagni di M'Kenna cominciarono
a rendersi conto della follia di spingere oltre quell'inseguimento e a
intravedere il pericolo di perdersi tra le montagne se la notte o la
tormenta li avesse sorpresi. Proposero percidi abbandonare la caccia
e rientrare a casa; ma M'Kenna non ne volle sapere. - Se volete andare
a casa potete farlo, disse; quanto a me non lascer queste colline
finch non l'avr presa. Essi lo supplicarono e scongiurarono di
desistere e di ritornare con loro, ma senza risultato alcuno. Sembrava
un "fey" - come dicono gli scozzesi - ciosi comportava come se fosse
spinto da un desiderio di morte al cui dominio nessuno pu sottrarsi.
Infine, vedendolo cos irriducibilmente ostinato, lo abbandonarono
mentre inseguiva la lepre nel cuore della montagna e ritornarono alle
loro rispettive case.
Si lev allora una delle piterribili tempeste di neve a memoria
d'uomo e in seguito a questa il cocciuto ragazzo, che aveva calpestato
i principi sacri sia della religione che dell'autorit paterna, fu
dato per disperso. Non appena la tormenta si fu quietata tutti gli
abitanti delle case vicine si riunirono e diedero inizio alle
ricerche, ma la neve era caduta cosabbondante che non fu possibile
scorgere nessuna traccia di impronte. Dovunque si posava lo sguardo
non si vedeva altro che una vasta distesa di bianche colline ondulate;
di M'Kenna non era visibile n reperibile alcun segno. Il padre
allora, ricordando quanto mostruosa era stata la sua maledizione si
disper perch anche se il corpo non era ancora stato rinvenuto,
chiunque aveva assistito alla furia improvvisa della tempesta e
conosceva la montagna sapeva in cuor suo che non poteva esservi scampo
nsalvezza.
Per quasi una settimana ogni giorno le squadre di ricerca
perlustrarono le alture, ma invano. Venne infine il disgelo, e il suo
corpo fu trovato su un cumulo di neve; giaceva supino entro un cerchio
che lui stesso aveva tracciato attorno a scol bastone. Il messale
era appoggiato aperto sulla bocca e il cappello era calato in modo da
coprire il libro e il volto. E' inutile dire che la storia della sua
morte e delle circostanze in cui si era allontanato da casa avevano
suscitato grande scalpore tra la gente del luogo. E lo scalpore era
tanto pimarcato per l'incertezza causata dal fatto che per lungo
tempo non era stato ritrovato, nvivo nmorto. Alcuni affermavano
che aveva attraversato le montagne e che era stato visto a Monaghan,
altri che era stato visto a Clones, a Emyvale, a Five-mile-town; ma
nonostante queste consolanti notizie la triste veritvenne alla luce
quando il corpo fu ritrovato nelle circostanze narrate.
Ora avvenne che nella casa pivicina al luogo in cui giaceva il suo
corpo abitasse un uomo chiamato, penso, Daly (ma del nome non sono
proprio sicuro), mandriano o custode del dottor Porter, allora vescovo
di Clogher. Questa casa era in una posizione quanto mai solitaria e
desolata; distava almeno due miglia da qualsiasi altra abitazione
essendo circondata da una vasta e cupa distesa di tetra brughiera.
Coloro che avevano trovato il corpo passarono davanti a questa casa, e
penso che ne avessero adoperato la porta per trasportare il cadavere
al villaggio. Comunque siano andate le cose, la famiglia assistette al
triste corteo che lentamente si snodava tra le montagne e, dati i
luoghi e le circostanze, si pu ben comprendere come in persone
ignoranti e superstiziose, che gi in condizioni normali erano
profondamente turbate da tali avvenimenti, questa visione fosse
destinata a lasciare una profonda, per non dire terribile,
impressione. Presto il tempo lo dimostr
Si racconta di un incidente avvenuto nel corso del funerale che ben si
accorda col carattere strano di tutta questa triste vicenda: quando la
processione giunse a un luogo chiamato Mullaghtinny, si dice che una
grossa lepre di colore scuro, immediatamente riconosciuta da coloro
che avevano accompagnato il giovane M'Kenna nelle colline come la
stessa che l'aveva condotto al suo destino, abbia tagliato loro il
cammino venti iarde circa innanzi alla bara. Si racconta che un uomo
la colpal fianco con una pietra e che il colpo, capace di uccidere
una lepre normale, non solo non l'avesse ferita, ma avesse fatto
uscire dal suo corpo un rumore simile al suono sordo emesso da un
barile vuoto quando viene percosso.
Intanto ebbe luogo la sepoltura, e quell'impressione, come qualsiasi
altra, and affievolendosi col naturale trascorrere del tempo;
quand'ecco che si diffuse in un lampo la notizia per usare le parole
della gente - che Frank M'Kenna 宮ompariva
Era trascorsa una quindicina di giorni dal funerale quando la figlia
di Daly il mandriano, una ragazza di circa quattordici anni, vide, una
sera mentre era a letto - cosle parve - le sembianze di quel M'Kenna
che si era smarrito. Si mise a urlare e, coprendosi la testa con il
lenzuolo, disse al padre e alla madre che Frank M'Kenna era nella
casa. Questa allarmante notizia provoc come ovvio, un grande
terrore; ma Daly, che pur credendo a queste cose possedeva una buona
dose di coraggio morale, ebbe abbastanza sangue freddo per alzarsi a
esplorare la casa (che consisteva in un unico locale). Questo diede
alla ragazza un po' di animo; vedendo che suo padre non aveva trovato
nulla si arrischia guardar fuori: e questa volta neanche lei scorse
traccia di M'Kenna. Ben presto si addorment e suo padre attribula
sua visione alla paura o a qualche strano gioco di ombre proiettate
dai mobili, perchera una limpida notte di luna. L'indomani la luce
del giorno dissipgran parte dei loro timori, e, tutto sommato, si
pensabbastanza poco all'accaduto, finchnon torna farsi sera, e
con essa si ridest il terrore della figlia. Questo si rivel profetico: all'imbrunire la ragazza disse di sentire che egli sarebbe
riapparso, e difatti, alla stessa ora, riapparve. Il fatto si ripet per parecchie notti di seguito, finchla ragazza con l'ardimento che
il terrore stesso le conferiva cominciad abituarsi a tal punto allo
spettro da arrischiarsi a rivolgergli la parola.
- In nome di Dio, - ella chiese, - cosa ti tormenta, e perchappari a
me invece che a qualcuno della tua famiglia o dei tuoi parenti?
Soltanto la risposta dello spettro poteva risolvere il problema
dell'autenticit della sua apparizione, poichsi trattava veramente
del racconto di una delle missioni pi strampalate che uno spirito
fosse mai stato inviato a compiere.
- Non mi permesso di parlare con nessuno dei miei amici, disse, -
perchli ho lasciati in un momento di rabbia, ma sono venuto a dirti
che ora stanno litigando sulle mie brache, un paio nuovo che mi ero
fatto per il giorno di Natale, e siccome venivo su a caccia in
montagna, avevo pensato che quelle vecchie erano piadatte, e allora
non mi ero messo le nuove. Ti appaio per questo motivo: che tu dica ai
miei amici che nessuno di loro le pumettere: devono essere date in
beneficenza.
Questa seria e solenne comunicazione venne debitamente resa nota alla
famiglia, e si scoprche i fatti stavano proprio come lui li aveva
presentati. Naturalmente ci fu considerato prova sufficiente della
veridicitdella sua missione. Da allora in poi le loro conversazioni
divennero non solo frequenti, ma confidenziali e amichevoli. La
ragazza divenne la favorita dello spettro, e lo spettro da parte sua
perse ben presto agli occhi di lei tutto il suo aspetto terribile. Le
disse che mentre gli amici stavano portando a casa il suo corpo, i
ferri e i pali su cui lo trasportavano gli avevano ferito la schiena
"causandogli un gran dolore". Anche la ferita alla schiena
corrispondeva a verit e cirafforzla credibilite autenticit dei loro dialoghi. Tutto il vicinato era scosso per la storia
dell'apparizione, e alcune persone spinte dalla curiositcominciarono
a far visita alla ragazza per avere conferma di ciche avevano udito.
Ogni cosa veniva confermata, e la ragazzina senza alcun segno di
ansieto paura riferiva semplicemente le sue conversazioni con lo
spettro.
Fino a questo momento i loro colloqui erano avvenuti solo di notte, ma
ora che il fantasma aveva trovato buona accoglienza, si fece pi ardito e si arrischiad apparire alla luce del giorno. La ragazza
inoltre cadde in stati di trance e, mentre era in preda a questi
attacchi, tra i due si svolgevano lunghe conversazioni su Dio, la
Santa Vergine e il Paradiso. Lo spirito era certamente un moralista
notevole e dava ottimi consigli: venivano deplorati la bestemmia,
l'ubriachezza, il furto e ogni cattiva inclinazione della natura
umana, con un livello di eloquenza spettrale del tutto sorprendente.
L'opinione pubblica aveva ora un argomento che le stava a cuore, e mai
uno spettro fu tenuto in maggior considerazione dai suoi amici di
quanto fu il nostro da parte di quella. L'intero paese era in tumulto,
e ricordo la quantitdi gente che arrivava a frotte fino alla piccola
capanna isolata in mezzo alle montagne, ora diventata teatro di
avvenimenti cosinteressanti e importanti. Non passava un sol giorno,
penso, senza che fossero presenti a questi singolari colloqui dieci,
venti, trenta o cinquanta persone. Di niente altro si parlava, si
ragionava e, posso ben assicurarvi, null'altro si sognava. Io stesso
sarei andato su da Daly non fosse stato per il maledetto timore che
per un ghiribizzo il fantasma avrebbe potuto apparire a me coscome
aveva iniziato a coltivare l'amicizia con la ragazza; e del resto
quando mi capita di vedere la faccia di uno a cui stanno per
inchiodare il coperchio della bara - raggelante e macabra operazione -
non provo nessun desiderio di guardarla un'altra volta.
Il posto dove fu trovato il corpo di M'Kenna ora indicato da un
piccolo cumulo di pietre ammonticchiate dopo il triste evento della
sua morte. Ogni persona che passa di lgetta una pietra sul mucchio
ma ignoro perch questa vecchia usanza sia praticata o cosa
significhi; forse solo un modo per segnare il posto affinch una
testimonianza visibile preservi la memoria dell'accaduto.
La casa di Daly, scena della presunta apparizione, ora una informe
rovina che sarebbe difficile scorgere non fosse per una macchia verde
che una volta era un giardino e che ora splende in distanza come uno
smeraldo, al quale pernon si associa nulla di bello o di piacevole.
E' un posto che un ragazzino non andrebbe mai a visitare da solo, n certo vi passerebbe senza un compagno chi davvero crede alle frottole
popolari sui fantasmi. E' comunque un luogo buio e spoglio, ma se lo
si guarda con in mente ciche abbiamo appena raccontato, appare anche
sinistro, desolato e terrificante.

















STREGHE E GUARITORI.

Streghe e guaritori ricevono il loro potere da dinastie opposte: le
streghe dagli spiriti del male e dalla loro stessa volontperversa; i
guaritori dai folletti e da qualcosa - una predisposizione - che in
lui o in lei, innata. Le prime sono sempre temute e odiate (x). Ai
secondi si ricorre per consigli e sono, alla peggio, degli
imbroglioni. A volte i pi famosi guaritori sono persone che i
folletti hanno amato, rapito e tenuto con sper sette anni; ma non
sempre i prediletti dei folletti vengono rapiti - possono
semplicemente diventare silenziosi e strani, e darsi a solitari
vagabondaggi nei luoghi 峪obili Essi diventeranno in seguito grandi
poeti o musicisti, oppure guaritori; non vanno confusi con coloro che
hanno una "Lianhaun shee" ("leann-sidhe"), perchla "Lianhaun shee"
si alimenta degli organi vitali dei suoi eletti, che cossi consumano
e muoiono. La "Lianhaun shee" fa parte dei terribili spiriti solitari.
Da lei sono stati posseduti i pigrandi poeti irlandesi da Oisin in
poi, fino al secolo passato.
Le persone cui ci stiamo riferendo ora hanno come loro amici i
folletti socievoli, il popolo allegro e cordiale delle fortezze e
delle caverne. La loro conoscenza di erbe e incantesimi grande. A
questi dottori si ricorre quando il latte non diventa burro o la mucca
non dlatte, per scoprire se la causa rientra nel normale corso della
natura o se c'stata qualche stregoneria. Forse una vecchia megera
sotto forma di lepre ha munto le mucche. Forse qualche strega, usando
il sistema della 峻ano morta si portata il burro alla sua zangola.
Di qualunque cosa si tratti, c'sempre una controfattura. Danno anche
consigli in casi di sospette sostituzioni fatate, e suggeriscono
prescrizioni contro il 峴offio fatato(quando il folletto colpisce
qualcuno si forma un tumore o la persona rimane paralizzata. Si parla
in questi casi di 峴offio fatatoo di 宮olpo fatato. Naturalmente
essi riescono a vedere i folletti, e pid'una volta hanno ordinato al
proprietario di demolire una casa appena costruita perchsi trovava
sul cammino dei folletti.
Lady Wilde cosdescrive un guaritore che viveva sull'Isola di Sark:
奘on ha mai toccato birra, liquori o carne in tutta la sua vita: si nutrito esclusivamente di pane, frutta e verdura. Ecco come lo
descrive un uomo che l'ha conosciuto: "Estate e inverno il suo abito
non cambia - una semplice camicia di flanella e la giacca. Paga sempre
la sua quota quando si organizza una festa, ma non mangia nbeve il
cibo e le bevande che gli vengono messe davanti. Non parla inglese, n mai si riuscirebbe a convincerlo a impararlo, benchegli dica che
potrebbe essere usato con grande efficacia nel maledire i propri
nemici. Considera il cimitero un luogo sacro, e non porterebbe via da
una tomba neppure una foglia d'edera. Sostiene che la gente fa bene a
mantenere le antiche usanze, come quella di non scavare mai una fossa
di luned e di far fare alla bara tre giri attorno alla fossa
seguendo il corso del sole, perchin questo modo i morti riposano in
pace. Inoltre, condividendo la credenza popolare, ritiene che i
suicidi siano maledetti; infatti convinzione comune che, se un
suicida messo a giacere in mezzo ai suoi cari defunti, questi si
rivoltino a faccia in gi
"Anche se di condizione agiata, mai, neppure da giovane, ha pensato di
prender moglie, nmai s'saputo che avesse amato una donna. Non si
lascia coinvolgere dalla vita, e in tal modo mantiene il suo potere
sull'occulto. Nessuna somma di denaro potrtentarlo a trasmettere ad
altri il suo sapere, perchcosegli crede - se lo facesse cadrebbe
morto sul colpo. Non toccherebbe mai un bastone di nocciuolo, porta
invece una bacchetta di frassino, che stringe in mano quando prega,
appoggiata sulle ginocchia. L'intera sua vita dedicata a opere di
bene e di carit e, benchora sia vecchio, non stato malato
neppure un sol giorno. Nessuno l'ha mai visto in collera, nha
sentito uscire dalle sue labbra una parola di stizza se non una volta,
quando cio essendo molto arrabbiato, recitla Preghiera del Signore
all'incontrario come maledizione rivolta al suo nemico. Prima di
morire riveleril mistero del suo potere, non prima perdi sentire
su di scon certezza la mano della morte" Quando lo riveler senza
dubbio lo fara una persona soltanto: al suo successore. Nella contea
di Sligo esistono parecchi dottori del genere, profondi conoscitori, a
quanto si dice, di erbe medicinali, e i miei amici ne incontrano anche
nelle loro contee. Tutto cicontinua allegramente. Lo Spirito del
Tempo ride invano, ed egli stesso ormai a un soffio dal suo
tramonto, o sta gitramontando.
Gli incantesimi delle streghe sono del tutto differenti; hanno odore
di tomba. Uno dei pipotenti quello della mano morta. Con una mano
tagliata a un cadavere, borbottando parole magiche, rimescolano
l'acqua di un pozzo e tolgono via dalla sua superficie il burro di un
vicino.
Una candela tenuta fra le dita della mano morta non pu mai venire
spenta. E' un artificio utile ai ladri, sebbene anche gli innamorati
ricorrano alle streghe, perchesse sanno fare filtri d'amore seccando
il fegato di un gatto nero e triturandolo fino a ridurlo in polvere.
Mescolato al te versato da una teiera nera, infallibile. Ci sono
molte storie sull'efficacia di questo filtro in anni assai recenti,
ma, sfortunatamente, la fattura va continuamente rinnovata, o tutto
l'amore putrasformarsi in odio. Ovunque per si ritiene che la
caratteristica principale della stregoneria stia nel potere di
assumere delle apparenze contraffatte, in Irlanda di solito quella di
una lepre o di un gatto. Molto tempo fa veniva preferito il lupo.
Prima che Giraldus Cambrensis arrivasse in Irlanda, un monaco che
vagava di notte in un bosco si imbattin due lupi, uno dei quali
stava morendo. L'altro preg il monaco di impartire l'ultimo
sacramento al lupo morente. Il monaco disse la messa, e si arrest quando giunse al viatico. Vedendo questo, il lupo strappla pelle dal
petto del compagno morente, mettendo a nudo la forma di una vecchia.
Allora il monaco impart il sacramento. Anni dopo confess la
faccenda, e, quando Giraldus visitil paese, il sinodo dei vescovi lo
stava processando. Impartire un sacramento a un animale era un grande
peccato. Si trattava di un essere umano o di un animale? Su consiglio
di Giraldus mandarono il monaco dal Papa, con gli incartamenti
relativi al caso, affinchfosse lui a decidere. Il risultato non specificato.
In quanto a Giraldus, era dell'idea che la forma di lupo fosse
un'illusione, perch secondo le sue argomentazioni, solo Dio pu cambiare la forma. Il suo parere concorda con la tradizione, irlandese
e non.
E' opinione di molti fra coloro che hanno scritto su questi argomenti
che la magia consista solo nella creazione di tali illusioni. Patrick
Kennedy racconta la storia di una ragazza che osservava a una fiera un
prestigiatore reggendo in mano una zolla d'erba in cui c'era, a sua
insaputa, un quadrifoglio. Ora, il quadrifoglio protegge chi lo
possiede da tutti gli incantesimi, perci mentre gli altri stavano a
fissare un gallo che camminava sul tetto di una baracca portando nel
becco una grossa trave, essa domandloro cosa trovavano di strano in
un gallo con un filo di paglia. Il prestigiatore le chiese allora la
zolla d'erba, per darla - disse - al suo cavallo. Immediatamente la
ragazza, in preda al terrore, grid che la trave sarebbe caduta
uccidendo qualcuno.
Questo, dunque, va tenuto presente: la forma di una cosa stregata un'illusione e un prodotto della fantasia.

NOTA x: [vedi nota dell'autore in appendice].










IL BURRO STREGATO (DONEGAL).

Non lontano da Rathmullen viveva, la scorsa primavera, una certa
famiglia Hanlon e, in una fattoria qualche campo pi in l della
gente di nome Dogherty. Tutte e due le famiglie avevano buone mucche,
ma gli Hanlon avevano la fortuna di possedere una mucca del Kerry che
dava pilatte delle altre e burro pigiallo.
Grace Dogherty, una ragazzina che nel vicinato era piapprezzata che
amata, mostrava molto interesse per la mucca del Kerry e, una sera, si
presentalla porta della signora Hanlon chiedendo umilmente:
- Mi lasciate mungere la vostra mucca, la Moiley (1)?
- E perchmai vorresti mungerla, piccola Grace? - si inform la
signora Hanlon.
- Oh, solo perchvoi siete cosoccupata in questo periodo.
- Ti ringrazio davvero, Grace, ma non sono tanto occupata da non poter
fare il mio lavoro. Non voglio che ti prenda il disturbo di mungere.
La ragazza si allontancon un'aria scontenta; ma la sera seguente e
quella dopo ancora comparve alla porta della stalla con la stessa
richiesta.
Infine, non sapendo bene come continuare nel suo rifiuto, la signora
Hanlon si arrese e permise a Grace di mungere la vacca del Kerry.
Ebbe presto motivo di rimpiangere la propria mancanza di fermezza: la
mucca non diede pilatte alla padrona.
Passati tre giorni, vedendo che questo triste stato di cose
continuava, gli Hanlon si rivolsero a un certo Mark Mac Carrion, che
viveva vicino a Binion.
- Quella mucca stata munta da qualcuno che le ha fatto il malocchio,
- disse questi. - Pensate che vi darun goccio di latte? Basterebbe
riempirne un recipiente da una pinta.
- Oh, certo, caro Mark; riuscira farmi dare questo latte, in
qualsiasi modo.
- Bene, signora Hanlon, sbarrate la porta, prendete nove spilli nuovi,
che non siano mai stati usati sui vestiti, e buttateli in una
casseruola con la pinta di latte. Metteteli sul fuoco e fateli
bollire.
Ben presto i nove spilli cominciarono a bollire nel latte della mucca.
Si udirono rapidi passi avvicinarsi alla porta, seguun bussare
agitato e la voce acuta di Grace Dogherty si lev in una supplica
appassionata.
- Fatemi entrare, signora Hanlon! - grid - Togliete quella pentola
atroce! Togliete quegli spilli, che mi si conficcano nel cuore, e non
vi chiedermai pidi toccare il vostro latte.
Non c'quasi villaggio in Irlanda dove non si creda che il latte sia
stato rubato in tal modo un infinito numero di volte. Ci sono molte
controfatture. In certi casi si arroventa il vomere di un aratro, e la
strega si precipita dentro gridando che sta bruciando. Un ferro di
cavallo nuovo, o di somaro, reso incandescente e messo sotto la
zangola, se possibile assieme a tre fili di paglia rubati a
mezzanotte da sopra la porta delle streghe, praticamente
infallibile.

NOTA 1: Mucca senza corna, nel Connaught chiamata "mweeal". La parola
irlandese 峻aolletteralmente significa spuntato. Quando due o tre
anni fa si cominciarono a usare i nuovi fucili senza martelletto,
Mister Douglas Hyde sentun signore del Connaught che ne parlava come
dei fucili 峻weeal perchnon avevano il cane.










UNA STREGA DELLA CONTEA DI QUEENS.

Circa ottant'anni fa, nel mese di maggio, vicino a Rathdowney, nella
contea di Queens, un prete cattolico venne svegliato a mezzanotte per
assistere un moribondo in una localit remota della parrocchia. Il
prete obbed senza fiatare e, compiuto il suo dovere verso il
peccatore morente, non lascila capanna finchl'uomo non abbandon questo mondo. Poichera ancora buio, colui che era passato a chiamare
il prete si offrdi accompagnarlo a casa, ma questi rifiute si mise
in viaggio da solo. L'alba grigia cominciava ad apparire sulle
colline. Il buon prete era incantato dalla bellezza del paesaggio e
procedeva sul suo cavallo ora osservando con attenzione gli oggetti
che gli stavano attorno, ora colpendo con la frusta i pipistrelli e le
grosse e bellissime falene che di tanto in tanto attraversavano il suo
cammino solitario svolazzando di siepe in siepe. Immerso in queste
occupazioni, proseguiva il suo viaggio lentamente, finch essendo il
sole sempre piprossimo a levarsi, ogni cosa cominci a farsi del
tutto chiara alla vista. Allora smontda cavallo, liberil braccio
dalle redini e, tirato fuori di tasca il breviario, inizia leggere
il 峻attutinocamminando senza fretta.
Non aveva fatto molta strada, quando notche il suo cavallo, una
bestia assai vivace, dava segni di volersi fermare in mezzo alla via e
fissava intensamente un campo a lato della strada dove pascolavano tre
o quattro mucche. Non vi fece comunque gran caso e proseguancora un
po', quando all'improvviso il cavallo si slanciviolentemente in
avanti cercando a forza di scappare. Il prete riusc a stento a
trattenerlo e, guardandolo con maggior attenzione, osservche tremava
dalla testa ai piedi e sudava abbondantemente. Ora stava immobile,
rifiutandosi di andare avanti, e nminacce npreghiere riuscivano a
farlo spostare di l Il prete era assai stupito, ma ricordandosi di
avere spesso sentito di cavalli in preda al panico che venivano
persuasi a muoversi dopo essere stati bendati, tir fuori il
fazzoletto e glielo legsugli occhi. Poi montsulla bestia, la colp con delicatezza, e questa si mosse senza riluttanza, ma sempre sudando
e tremando violentemente. Non avevano fatto molta strada quando
arrivarono di fronte a uno stretto sentiero, o piuttosto una
mulattiera, fiancheggiata ai due lati da una siepe alta e spessa, che
conduceva dalla strada maestra al campo dove pascolavano le mucche.
Per caso al prete scappl'occhio sulla stradicciola e vide cos uno
spettacolo che gli fece raggelare il sangue nelle vene: le gambe di un
uomo, dalla cintola in gi senza testa ncorpo, venivano dal
viottolo a passo svelto. Il buon padre si prese una gran paura, ma
poichera un uomo dai nervi saldi decise, succedesse quel che doveva
succedere, di fermarsi e conoscere pi a fondo questo singolare
fantasma. Si fermdunque, e lo stesso fece l'apparizione senza testa,
quasi avesse avuto paura di avvicinarsi a lui. Notando ci il prete
retrocedette leggermente dall'imboccatura del sentiero e di nuovo lo
spettro riprese il suo cammino. In breve tempo arrivalla strada e il
prete ebbe ora abbastanza agio di osservarlo minutamente. Indossava
calzoni gialli di pelle di daino, legati stretti alle ginocchia con un
nastro verde; non portava scarpe ncalze e le gambe erano coperte di
lunghi peli rossi; erano bagnate, sanguinanti e sporche di terra,
probabilmente per via delle siepi spinose attraverso le quali era
passato. Sebbene fosse molto spaventato, il prete aveva una gran
voglia d'esaminare lo spettro e, a questo scopo, fece appello a tutta
la sua calma per riuscire a parlargli. Lo spettro ora lo precedeva di
un po' e continuava la sua marcia alla solita andatura sostenuta; il
prete spronil suo cavallo, finchnon lo raggiunse e gli si rivolse
in tal modo:
- Salve amico! Chi sei e dove stai andando cosdi buon mattino?
La ripugnante apparizione non diede risposta, ma emise un feroce e
disumano grugnito, un 娓rf
- Bella mattinata per gli spettri che amano andare a spasso, disse
ancora il prete.
Un altro 娓rffu la risposta.
- Perchnon parli?
- Urf.
- Non sembri di umore molto loquace questa mattina.
- Urf, - di nuovo.
Il buon uomo cominciava a essere irritato di fronte al silenzio
ostinato di questo visitatore misterioso e disse, con un certo calore:
- Nel nome di tutto ciche sacro, ti ordino di rispondermi. Chi
sei, e dove sei diretto?
Un altro 娓rf piforte e pi arrabbiato di prima fu la sola
risposta.
- Forse, - disse il prete, - un assaggio della frusta potrebbe
renderti un po pi comunicativo; - e cos dicendo assest all'apparizione un potente colpo di frusta sui calzoni.
Lo spettro emise un grido spaventoso e terribile e cadde in avanti
sulla strada; potete immaginare la sorpresa del prete nel vedere del
latte che scorreva dappertutto. Era ammutolito dallo stupore; il
fantasma a terra continuava ancora a far uscire una gran quantit di
latte da ogni parte; al prete prese a girare la testa, la vista gli si
confuse e fu colto da uno stordimento che duralcuni minuti; quando
si riebbe, lo spaventoso fantasma era sparito e al suo posto il prete
vide, distesa sulla strada, mezzo affogata nel latte, la figura di
Sarah Kennedy, una vecchia dei dintorni che era da tempo nota nella
zona per le sue stregonerie e pratiche superstiziose; e ora risultava
chiaro che aveva assunto quell'aspetto mostruoso con l'aiuto del
diavolo e che quella mattina si era dedicata a succhiare le mucche del
villaggio. Se gli si fosse aperto un vulcano sotto i piedi non avrebbe
potuto essere pi sbalordito; stette a guardare ancora un po' in
silenzioso stupore, mentre la vecchia gemeva e si contorceva
convulsamente.
- Sarah, - disse infine, - da molto che ti esorto a pentirti della
tua condotta peccaminosa, ma sei stata sorda alle mie preghiere; e
ora, disgraziata donna, sei stata sorpresa nel bel mezzo dei tuoi
misfatti.
- Oh, padre, padre, - gridla sventurata, - non potete fare nulla per
salvarmi? Sono perduta; l'inferno mi aspetta, e legioni di diavoli mi
circondano in questo momento, in attesa di portare la mia anima alla
perdizione.
Il prete non aveva la forza di rispondere; le pene della sventurata
vecchia aumentarono; il suo corpo si gonfifino a diventare enorme;
gli occhi brillavano come fossero in fiamme, la faccia era nera come
la notte e tutta la sua persona si torceva in mille diverse
convulsioni; le sue grida erano spaventose: il viso assunse il pallore
della morte, chiuse gli occhi, e in pochi minuti spirfra i tormenti
piatroci.
Il prete riprese la via di casa e si fermalla capanna pivicina per
riferire gli strani avvenimenti. I resti di Sarah Kennedy furono
trasportati alla sua capanna, situata ai margini di un boschetto poco
distante. Risiedeva da molto tempo nella zona, tuttavia non era nata
l e nessuno sapeva da dove fosse venuta. Non aveva altri parenti nei
dintorni all'infuori di una figlia, ora avanti negli anni, che abitava
con lei. Possedeva una mucca, ma vendeva piburro, si diceva, di
qualsiasi altro contadino della parrocchia, e tutti sospettavano che
se lo procurasse con l'aiuto del diavolo, dato che non aveva mai fatto
segreto d'essere a conoscenza di stregonerie e incantesimi. Professava
la religione cattolica, ma non osservava mai le pratiche prescritte da
questa chiesa e i suoi resti, a cui fu negata una sepoltura cristiana,
vennero seppelliti in una fossa vicino alla sua capanna.
La sera della sepoltura gli abitanti del villaggio si riunirono e
bruciarono la capanna fino alle fondamenta. Sua figlia riusca
fuggire e non tornmai pi







LA STREGA-LEPRE.

Stavo seguendo tracce di lepre, tutto solo, quando vedo un
bell'esemplare che salta e rimbalza al chiaro di luna, sbattendo le
orecchie in su e in gie strizzando gli occhioni. - O la va o la
spacca, - dico io, e la bestia era cosvicina che si voltata, mi ha
guardato, e poi ha fatto un balzo all'indietro come per dire: - Fai
pure! - Mi era rimasto soltanto un granellino di polvere, proprio un
niente, allora lo metto nel fucile e sparo! Cari miei, quella manda
uno strillo che avrebbe spaventato un reggimento, poi fra me e lei si
alza una specie di nebbia e non l'ho pivista; ma quando la nebbia passata ho intravisto del sangue ldove prima c'era la lepre: ho
seguito questa traccia e alla fine mi sono trovato, pensate un po',
proprio davanti alla porta di Katey Mac Shane; mentre stavo sulla
soglia ho sentito venire da dentro dei lamenti, alti lamenti e gemiti,
allora ho aperto la porta ed eccola l seduta tutta soddisfatta nelle
sembianze di una donna; e il gatto nero che le stava seduto vicino ha
drizzato la schiena e mi ha sputato addosso; non ci ho badato e ho
chiesto alla vecchia come stava e cosa la affliggeva.
- Niente, - fa lei.
- Cosa c'lsul pavimento ? - domando.
- Oh, - dice, - stavo tagliando un ceppo col falcetto, - dice, e mi
sono ferita a una gamba, - dice, - e quelle sono gocce del mio
prezioso sangue.

IL BURRO STREGATO (CONTEA DI QUEENS).

Verso il principio del secolo scorso viveva nei pressi del villaggio
di Aghavoe (1), un tempo famoso, un ricco fattore di nome Bryan
Costigan. Quest'uomo possedeva un'estesa fattoria con una gran
quantitdi mucche da latte e ogni anno ricavava un bel po' di denaro
dalla vendita del latte e del burro. La fertilitdelle terre da
pascolo di questa zona sempre stata proverbiale; grazie a essa le
mucche di Bryan erano le pibelle e le pigenerose del paese, il suo
latte e il suo burro i piricchi e gustosi e su tutti i mercati in
cui erano messi in vendita venivano acquistati al prezzo pialto.
Le cose seguitavano a prosperare per Bryan Costigan, quando, un brutto
giorno, si accorse improvvisamente che le bestie perdevano il loro
aspetto florido e la fattoria non dava quasi piprofitti. Dapprima
Bryan attribuquesto cambiamento al tempo o a una qualche causa
simile, ma indizi sospettati o reali lo portarono presto a ritenere
responsabile una fonte assai diversa. Senza soffrire in apparenza di
alcun disturbo, le mucche deperivano di giorno in giorno ed erano
capaci a malapena di trascinarsi per il pascolo: molte, al posto del
latte, non davano altro che sangue, e la scarsa quantitdi latte che
qualcuna continuava a produrre era cos amara che non la bevevano
neppure i maiali, mentre il burro che se ne ricavava era di una
qualittanto cattiva e puzzava in modo cosdisgustoso, che perfino i
cani si rifiutavano di mangiarlo. Bryan si rivolse a tutti i
ciarlatani e a tutte le fattucchiere del paese in cerca di un rimedio,
ma invano. Molti di questi impostori dichiararono che la loro scienza
era inefficace di fronte alla misteriosa malattia di cui soffrivano le
sue bestie; mentre altri, pur non avendo nessuna difficoltnel farla
risalire a una fonte soprannaturale, affermavano di non avere alcuna
autoritin materia, poich la malia che con la sua influenza
distruggeva la propriet di Bryan era tanto potente che solamente
l'intervento speciale della Divina Provvidenza avrebbe potuto
dissolverla, e niente di meno. Il povero fattore era quasi fuori di
s vedeva la rovina fissarlo in volto; eppure cosa doveva fare?
Vendere le sue bestie e comprarne delle altre? No, questo era fuori
discussione, perchavevano un aspetto cosmiserevole e scarno che
nessuno le avrebbe prese nemmeno in regalo e d'altra parte non era
neanche possibile venderle a un macellaio, dato che la carne di una
che egli aveva ammazzato per la sua famiglia era nera come un tizzone
e puzzava come una carogna putrefatta.
Il poveretto era percidel tutto disorientato. Non sapeva cosa fare;
divenne cupo e come inebetito; di notte non riusciva pia prender
sonno e passava l'intera giornata a vagabondare per i campi come un
pazzo, fra le sue bestie 峴tregate
Le cose stavano sempre allo stesso punto quando, un pomeriggio molto
afoso, verso la fine di luglio, la moglie di Bryan Costigan era seduta
alla porta intenta a filare, in uno stato d'animo assai depresso e
turbato. Per caso, lo sguardo le andlungo lo stretto sentiero erboso
che conduceva dalla strada maestra alla casa: scorse cosuna vecchina
scalza, avvolta in un vecchio mantello scarlatto, che veniva avanti
lentamente, aiutandosi con una gruccia che reggeva in una mano e con
una canna, o un bastone da passeggio, che teneva nell'altra. La moglie
del fattore si rallegr nel notare la forestiera dall'aspetto cos insolito; sorrise, senza sapere il perch al vedere che si avvicinava
alla casa. Un vago e indefinito senso di benessere le pervase la mente
e quando la vecchia raggiunse la soglia, le rivolse un 宴envenutocon
un calore che faceva chiaramente intendere come le labbra esprimessero
nient'altro che i sentimenti genuini del suo cuore.
- Dio benedica questa casa e tutto quello che le appartiene, disse la
sconosciuta entrando.
- Dio vi salvi, e siate la benvenuta chiunque voi siate, rispose la
signora Costigan.
- Ehm, lo immaginavo, - disse la vecchia con una smorfia
significativa. - Lo immaginavo, o non sarei qui a disturbarvi.
La moglie del fattore corse a sistemare una sedia presso il fuoco per
la sconosciuta, ma questa rifiute si accoccolper terra vicino al
posto dove era stata seduta a filare la signora Costigan. Quest'ultima
poteva ora esaminare con tutta tranquillite in ogni particolare la
figura della vecchia megera. Appariva carica d'anni; l'espressione del
volto era estremamente sgradevole e ripugnante; la pelle era ruvida e
molto scura, come per effetto di una lunga esposizione al sole dei
tropici; la fronte era bassa, stretta e solcata da mille rughe; i
lunghi capelli grigi ricadevano in ciocche arruffate da sotto una
papalina di lino bianco; gli occhi erano velati, iniettati di sangue e
messi per storto nelle orbite e la voce era roca, tremula e a volte
quasi impercettibile. Accovacciatasi sul pavimento essa esaminla
casa con sguardo attento e indagatore; scrutavidamente ogni angolo
con tale intensit quasi avesse avuto il dono, come l'Argonauta dei
tempi antichi, di vedere attraverso le profonditdella terra, mentre
la signora Costigan continuava a seguire i suoi movimenti con un misto
di curiosit rispetto e piacere.
- Signora, - disse la vecchia rompendo infine il silenzio, - ho la
gola secca per il gran caldo; potete darmi qualcosa da bere?
- Ohim - rispose la moglie del fattore, - non ho da offrirvi
nient'altro che acqua, altrimenti non avreste certo avuto bisogno di
chiedermi da bere.
- Non siete la padrona delle bestie che vedo laggi - disse la
vecchia con un gesto e un tono di voce che indicavano chiaramente come
gila cosa le fosse nota.
La signora Costigan rispose di s e in breve le raccontogni
particolare sulla faccenda, mentre la vecchia rimaneva sempre
silenziosa, scuotendo perripetutamente la testa grigia; intanto non
smetteva di esplorare con lo sguardo la casa con aria di importanza e
sufficienza.
Quando la signora Costigan ebbe finito, la vecchia megera rimase un
momento come assorta in profonde riflessioni, poi disse:
- Avete in casa un po' di latte?
- S ne ho, - rispose l'altra.
- Mostratemene un poco.
La signora Costigan ne verspiena una brocca da un recipiente e la
porse alla vecchia sibilla; questa lo annus ne mise un po' in bocca,
e sputsul pavimento quello che aveva assaggiato.
- Dov'vostro marito? - chiese.
- Fuori, nei campi, - fu la risposta.
- Devo vederlo.
Un ragazzo fu mandato a chiamare Bryan e poco dopo egli comparve.
- Amico, - disse la sconosciuta, - vostra moglie mi dice che le vostre
bestie vi danno preoccupazioni in questo periodo.
- Vi ha detto la verit - disse Bryan.
- E perchnon avete cercato un rimedio?
- Un rimedio! - le fece eco l'uomo, - ma, donna, ho cercato un rimedio
fino a ridurmi il cuore a pezzi, e tutto inutilmente; quelle
peggiorano di giorno in giorno.
- Cosa mi darete se ve le guarisco?
- Tutto quello che in nostro potere, - risposero Bryan e la moglie,
entrambi con voce sollevata e d'un sol fiato.
- Vi chiedo soltanto una moneta d'argento da sei penny, disse, e che
siate disposti a fare tutto quello che io vi dir
Il fattore e la moglie sembravano stupiti di una richiesta tanto
moderata. Le offrirono una grossa somma di denaro.
- No, - disse, - non voglio il vostro denaro; non sono un'imbrogliona,
e non prenderei neanche sei penny se non fosse che senza avere in mano
un po' del vostro argento non posso fare nulla.
Le fu subito data la moneta da sei penny e sia Bryan che la moglie,
che ormai cominciavano a vedere nella vecchia strega il loro angelo
custode, promisero la picieca obbedienza a tutti i suoi ordini.
La megera si sfilda sotto la papalina un nastro, una fascia per i
capelli di seta nera che le circondava il capo, e la diede a Bryan
dicendo:
- Ora vai, e porta nel cortile la prima vacca che toccherai con questo
nastro, ma fai attenzione a non toccare la seconda e a non dire una
parola finchnon sarai di ritorno; bada anche a non far sfiorare il
nastro per terra altrimenti tutto va a monte.
Bryan prese il nastro magico e presto fu di ritorno conducendo davanti
a s una mucca rossa. La vecchia megera usce, avvicinatasi alla
vacca, comincia strapparle i peli dalla coda: intanto cantava dei
versi in irlandese, intonando una melodia bassa, selvaggia e
sconnessa. La mucca appariva infastidita e irrequieta, ma la vecchia
strega continu ugualmente il suo canto misterioso fino a quando non
ebbe estratto il nono pelo. Poi ordinche la mucca fosse riportata al
pascolo e rientrin casa.
- Vai ora, - disse alla donna, - e portami un po' di latte di tutte le
mucche che possiedi.
La donna ande fu presto di ritorno con un grosso secchio pieno di
una orribile mistura di latte, sangue e sostanza in decomposizione. La
vecchia mise tutto nella zangola e sistem ogni cosa per la
preparazione del burro.
- Ora, - disse, - dovete sbattere il latte tutti e due: chiudete bene
la porta e le finestre e lasciate soltanto la luce del fuoco; non
aprite la bocca finch non ve lo dico io. Se seguirete le mie
istruzioni non dubito che prima che il sole sia tramontato scopriremo
la creatura diabolica che rapina il vostro pascolo.
Bryan sprangporte e finestre e cominci a sbattere il latte. La
vecchia fattucchiera sedette vicino al fuoco scoppiettante che era
stato acceso apposta per l'occasione e comincia cantare la stessa
strana canzone che aveva cantato strappando i peli della mucca; dopo
un po' gettuno dei nove peli nel fuoco, sempre intonando i suoi
versi misteriosi e allo stesso tempo seguendo con la massima
attenzione il procedere della stregoneria.
A questo punto si sentun alto grido, come di una donna in preda
all'angoscia, farsi sempre pivicino alla casa; la vecchia strega
interruppe i suoi incantesimi e ascolt attentamente. La voce
disperata si avvicinava alla porta.
- Aprite la porta, presto, - gridla maga.
Bryan tolse la sbarra, e tutti e tre si precipitarono nel cortile: l udirono lo stesso grido in fondo al sentiero, ma non riuscirono a
vedere nulla.
- E' finita, - disse forte la vecchia strega; - qualcosa non ha
funzionato e per ora il nostro incantesimo senza effetto.
Se ne stavano tornando con la coda fra le gambe quando, sul punto di
entrare in casa, la sibilla abbassgli occhi e scorse, inchiodato
sulla soglia, un pezzo di ferro di cavallo (2), allora strill
- Ecco qui, ho trovato, non c'da stupirsi che il nostro incantesimo
sia fallito. Chi gridava lfuori la sciagurata che ha stregato le
vostre bestie; io l'ho attratta verso la casa, ma non riuscita a
venire fino alla porta per via di questo ferro di cavallo. Toglietelo
immediatamente e tenteremo di nuovo la sorte.
Bryan rimosse il ferro di cavallo dalla soglia e, secondo le
istruzioni della megera, lo mise per terra sotto la zangola, dopo
averlo reso incandescente nel fuoco.
Ripresero un'altra volta i loro traffici. Bryan e sua moglie
ricominciarono a sbattere il latte e la strega a cantare i suoi versi
strani, gettando i peli di vacca nel fuoco finchnon li ebbe finiti
quasi tutti. I suoi tratti cominciavano ora a mostrare segni evidenti
di irritazione e disappunto. Si fece assai pallida, serrava i denti,
le mani le tremavano, e quando gettil nono e ultimo pelo nel fuoco,
la sua persona aveva pil'aspetto di un demone femminile che quello
di un essere umano.
Ancora una volta si udquel grido, e si vide una vecchia dai capelli
rossi (3) che si avvicinava con passo rapido alla casa.
- Oh, oh! - urlla fattucchiera, - sapevo che sarebbe andata cos il
mio sortilegio riuscito; le mie aspettative si sono realizzate;
eccola che viene, la sciagurata che vi ha rovinati.
- E adesso cosa dobbiamo fare? - chiese Bryan.
- Non ditele niente, - rispose la megera, - datele tutto quello che
vuole e lasciate a me il resto.
La donna avanzava lanciando acute grida e Bryan usc ad accoglierla.
Era una vicina, e disse che una delle sue mucche pibelle stava
annegando in uno stagno, che a casa non c'era nessuno all'infuori di
lei e implorBryan di andare a salvare la sua mucca da morte certa.
Bryan la accompagnsenza un attimo d'esitazione e, dopo aver tratta
in salvo la mucca in pericolo, in un quarto d'ora fu nuovamente a
casa.
Era il tramonto e la signora Costigan si accinse a preparare la cena.
Durante il pasto ritornarono agli strani avvenimenti della giornata.
La vecchia strega emise pid'una risata diabolica per il successo dei
suoi incantesimi e domandchi fosse la donna che avevano scoperto in
un modo tanto singolare.
Bryan le forn tutti i particolari. Era la moglie di un fattore
vicino; si chiamava Rachel Higgins e da tempo la si sospettava
d'essere in stretti rapporti con lo spirito delle tenebre. Aveva
cinque o sei mucche; ma i suoi ben informati vicini avevano notato che
ogni anno vendeva piburro lei di quanto ne vendevano le mogli degli
altri fattori, che ne avevano venti. Fin da quando il suo bestiame
aveva cominciato a deperire, Bryan aveva sospettato che la malfattrice
fosse lei, ma, siccome non aveva nessuna prova, era stato zitto.
- Bene, - disse la vecchia strega con un sorriso truce, - non basta
aver scoperto la colpevole; tutto inutile se non prendiamo
provvedimenti che la puniscano per il passato e che impediscano le sue
razzie in futuro.
- E come ci riusciremo? - chiese Bryan.
- Ve lo dir questa sera, appena arriva la mezzanotte, andate al
pascolo portando con voi un paio di cani veloci; nascondetevi in
qualche posto da cui possiate controllare il bestiame e tenetelo ben
d'occhio; se vedete che qualcosa, uomo o bestia, si avvicina alle
mucche, aizzate i cani, e se possibile fate che cavino il sangue
dell'intruso; a questo punto TUTTO sar compiuto. Se nessuno si
avvicina prima dell'alba, potete ritornare e allora tenteremo qualcosa
d'altro.
Non distante viveva il bovaro di un signorotto della zona. Era un
giovanotto forte e coraggioso e teneva sempre un paio di feroci bull-
dog. Bryan gli si rivolse per avere aiuto e questi acconsentdi buon
grado ad accompagnarlo, propose inoltre di prendere un paio dei
migliori levrieri del padrone, poich i suoi cani, pur essendo
aggressivi e assetati di sangue, non erano tra i piveloci. Promise a
Bryan di trovarsi con lui prima di mezzanotte e si lasciarono.
Quella sera Bryan non tent neppure di dormire: rimase seduto
ansiosamente ad aspettare la mezzanotte. L'ora arrivinfine e il suo
amico, il bovaro, fedele alla promessa fatta, comparve al momento
stabilito. La strega diede loro qualche altro consiglio e partirono.
Giunti al pascolo si consultarono sul posto migliore da scegliere come
nascondiglio. Si decisero per una piccola macchia di felci, situata
all'estremitdel campo, vicino al fossato di confine, che era
fittamente disseminata di grandi, vecchi cespugli di biancospino. Qui
si accovacciarono e fecero stendere i cani, quattro di numero, accanto
a loro, aspettando con impazienza che comparisse la finora sconosciuta
e misteriosa visitatrice.
Bryan e l'amico rimasero cosper un bel po', nervosi ed eccitati, ma
ancora niente si avvicinava, e chiari segni indicavano che il mattino
si faceva prossimo; cominciavano a spazientirsi, e progettavano di far
ritorno a casa, quando, improvvisamente, sentirono dietro di loro un
rumore affrettato, come prodotto da qualcosa che cercasse di aprirsi
un varco a forza attraverso la fitta siepe alle loro spalle.
Guardarono in quella direzione, e immaginate il loro stupore nello
scorgere una grossa lepre nell'attimo in cui balzava fuori dal fossato
e saltava sul terreno asciutto proprio vicino a loro. Adesso avevano
la certezza che era questa la cosa che avevano atteso con tanta
impazienza, ed erano decisi a osservare attentamente i suoi movimenti.
Arrivata sul campo, la lepre rimase immobile per alcuni istanti,
guardandosi attorno con sguardo acuto. Poi cominci a balzare e
saltare come per gioco, ora avanzando a passo veloce verso le mucche,
ora ritirandosi precipitosamente, facendosi tuttavia sempre pivicina
a ogni finta. Infine raggiunse la prima mucca e la succhiper un
momento, passpoi alla seguente, e quindi, una dopo l'altra, succhi ogni mucca del campo - e per tutto il tempo le mucche muggivano forte
e apparivano terribilmente spaventate e agitate. Dal momento in cui la
lepre aveva cominciato a succhiare la prima mucca Bryan a stento era
stato trattenuto dall'attaccarla; ma il suo pisagace compagno gli
suggerche sarebbe stato meglio aspettare fino a quando non avesse
terminato, poich allora sarebbe stata appesantita e tentare la fuga
le sarebbe risultato pidifficile. L'esito della vicenda prov che
aveva ragione; infatti, finito che ebbe di succhiare tutte le mucche,
la lepre si ritrovcon la pancia enormemente gonfia e si apprest ad
allontanarsi lentamente e con evidente difficolt Avanzverso la
siepe dalla quale era entrata e quando arrivalla macchia di felci
dove stavano rannicchiati i suoi nemici questi balzarono in piedi con
un grido selvaggio e le aizzarono contro i cani.
La lepre scappvia veloce, facendo schizzar fuori dalla bocca e dalle
narici il latte che aveva succhiato, mentre i cani la inseguivano
rapidi. Nella grigia e fioca luce del mattino apparve a breve distanza
la capanna di Rachel Higgins, ed era chiaro che la bestia era
intenzionata a raggiungerla anche se aveva preso un gran giro per i
campi dietro la casa. Bryan e il suo compagno, comunque, avevano un
loro piano: andarono verso la capanna per la via pibreve e vi erano
appena arrivati che la lepre spunt ansante e quasi sfinita, con i
cani alle calcagna. Corse attorno alla casa, evidentemente confusa e
contrariata dalla presenza degli uomini, ma infine si diresse alla
porta. C'era, in basso, una piccola apertura semicircolare simile a
quelle praticate nelle porte dei pollai per permettere l'entrata e
l'uscita di polli e galline. Per raggiungere questo foro la lepre ora
fece un ultimo sforzo disperato ed era riuscita a farvi passare la
testa e le spalle, quando il primo cane fece un balzo e le azzann violentemente una coscia. La bestia lanciun grido acuto e penetrante
e lottdisperatamente per liberarsi dalla presa. Ci riuscinfine, ma
non senza aver lasciato tra i denti del cane un pezzo di natica. A
questo punto gli uomini spalancarono la porta: un vivido fuoco di
torba ardeva nel camino e il pavimento era inondato di sangue. Non si
vedeva pernessuna lepre, e gli uomini si convinsero piche mai che
doveva trattarsi della vecchia Rachel che aveva, con l'aiuto di
qualche demone, assunto la forma della lepre: erano adesso ben decisi
a scovarla, se era ancora su questa terra. Entrarono nella camera da
letto e udirono un lamento soffocato che sembrava venire da qualcuno
in punto di morte. Andarono verso l'angolo della stanza dal quale
arrivavano i gemiti e l in mezzo a una fascina di giunchi tagliati
di fresco, videro il corpo di Rachel Higgins che si contorceva in
preda agli spasimi piatroci, quasi annegato in una pozza di sangue.
Gli uomini erano sbigottiti: si rivolsero alla disgraziata vecchia, ma
questa non poto non volle rispondere. La ferita sanguinava sempre
abbondantemente: le sue sofferenze sembravano aumentare ed era chiaro
che stava morendo. I famigliari, svegliatisi, si radunarono attorno a
lei con grida e lamenti; la vecchia sembrava non notarli neppure,
continuava a peggiorare e le sue urla acute echeggiavano paurosamente
nelle orecchie dei presenti. Infine spir e il suo cadavere si
present in un aspetto terribile ancor prima che lo spirito l'avesse
lasciato del tutto.
Bryan e l'amico tornarono a casa. La vecchia megera era givenuta a
conoscenza della sorte di Rachel Higgins, ma non si capiva in quale
modo soprannaturale avesse avuto la notizia. Era esultante per l'esito
delle sue pratiche misteriose. Bryan insistette molto perch accettasse qualche ricompensa per i suoi servizi, ma essa rifiut energicamente ogni proposta. Rimase ancora alcuni giorni in casa sua,
poi prese congedo e part nessuno seppe per dove.
Le spoglie della vecchia Rachel furono sotterrate quella notte nel
vicino cimitero. La sua sorte divenne presto nota a tutti e la sua
famiglia, vergognandosi di rimanere nel villaggio nativo, vendette la
propriete abbandonper sempre il paese. La storia comunque ancora
viva nella memoria degli abitanti della zona e- si racconta - nella
grigia foschia della luce estiva, si pusovente scorgere il fantasma
di Rachel Higgins che, sotto forma di una lepre, salta qua e l sui
suoi territori di caccia prediletti e rimpianti.

NOTA 1: Aghavoe - il campo delle mucche - bel villaggio romantico
vicino a Borris-in-Ossory, nella contea di Queens. Fu un tempo una
localit di notevole importanza e per secoli sede vescovile della
diocesi di Ossory, ma ormai da tempo ha subito una decadenza, e ora importante soltanto per le splendide rovine di un convento domenicano
eretto in epoca remota da San Canice, il santo patrono di Ossory.
NOTA 2: Era una volta pratica comune in Irlanda inchiodare un pezzo di
ferro di cavallo sulla soglia, come protezione contro l'influenza dei
folletti, che, si pensa, non osano entrare in nessuna casa cos custodita. Quest'uso, comunque, molto in declino, tuttavia ancora
diffuso in alcune delle zone piisolate del paese.
NOTA 3: Si ritiene che la gente dai capelli rossi possegga poteri
magici.





LE DONNE CORNUTE.

Una ricca signora vegliava a tarda notte occupata a cardare e a
preparare la lana mentre il resto della famiglia e i servi dormivano.
Improvvisamente si udun colpo alla porta e una voce chiam -
Aprite! Aprite!
- Chi l - disse la padrona di casa.
- Sono la Strega a un Corno, - fu la risposta.
La signora, immaginando che si trattasse di una vicina venuta a
chiederle aiuto, aprla porta: venne dentro una donna con in mano un
paio di pettini per cardare la lana e un corno sulla fronte che pareva
nascere da questa. Si sedette in silenzio vicino al fuoco e comincia
cardare la lana in gran furia. Improvvisamente si ferme disse a voce
alta: - Dove sono le donne? Tardano troppo.
Allora si ud un secondo colpo alla porta, e una voce chiamcome
prima: - Aprite! Aprite!
La padrona di casa sentuna forza che la costringeva ad alzarsi e ad
aprire alla chiamata, e immediatamente entruna seconda strega che
aveva sulla fronte due corna e in mano un arcolaio per filare la lana.
- Fammi posto, - disse, - sono la Strega dalle due Corna, - e cominci a filare veloce come un fulmine.
I colpi alla porta tornarono a ripetersi, si ud il richiamo, le
streghe entrarono, finchda ultimo dodici donne sedevano attorno al
fuoco - la prima con un corno, l'ultima con dodici corna.
E cardavano il filato, facevano girare i loro arcolai, avvolgevano e
tessevano.
Cantavano tutte assieme antichi versi, ma non rivolsero una sola
parola alla padrona di casa. Erano queste dodici donne strane a udirsi
e spaventose a vedersi, con le loro corna e i loro arcolai; e la
padrona si sentiva llper morire. Si sforzdi alzarsi per cercare
di chiamare aiuto, ma non riusciva a muoversi, nera in grado di
pronunciare una parola o lanciare un grido, poichera prigioniera
dell'incantesimo delle streghe.
Allora una di esse le si rivolse in irlandese e le disse:
- Alzati, donna, e preparaci una focaccia -. La signora cercquindi
un recipiente con cui portare l'acqua dal pozzo per poter impastare la
farina e preparare la focaccia, ma non riusca trovarne neppure uno.
E le streghe le dissero: - Prendi un setaccio e porta l'acqua con
quello.
La donna prese il setaccio e andal pozzo, ma l'acqua usciva e non ne
rimaneva neanche un po' per il dolce; si sedette perci vicino al
pozzo e pianse.
Le giunse allora una voce che diceva: - Prendi muschio e bionda
argilla e impastali assieme, poi fodera il setaccio in modo che tenga.
La donna lo fece e il setaccio tenne l'acqua per il dolce; e la voce
disse ancora:
- Adesso torna, e quando arrivi al lato nord della casa grida forte
tre volte queste parole: 夏a montagna delle donne di Fenian e il cielo
sopra di essa sono in fiamme
E coslei fece.
Quando le streghe udirono il grido, un urlo alto e terribile usc dalle loro labbra ed esse si precipitarono fuori fra strepiti e
lamenti selvaggi fuggendo via verso Slievenamon (1), dove era la loro
abituale dimora. Ma lo Spirito del Pozzo disse alla padrona di casa di
entrare e fare tutti i preparativi necessari per difendersi dagli
incantesimi delle streghe, nel caso queste tornassero.
Come prima cosa, per spezzare l'incantesimo, sparse fuori dalla porta,
sulla soglia, l'acqua nella quale aveva lavato i piedi del suo bambino
(l'acqua dei piedi); poi prese la focaccia che le streghe avevano
fatto in sua assenza mescolando la farina col sangue tolto alla
famiglia addormentata, la sminuzze ne mise un pezzo in bocca a
ciascun dormiente ed essi tornarono a star bene; prese la stoffa che
avevano tessuto e la mise in una cassapanca col lucchetto, mezza
dentro e mezza fuori; infine sbarrla porta con una grossa trave
trasversale fissata agli stipiti, di modo che le megere non potessero
entrare; fatte queste cose, aspett
Le streghe non tardarono molto a tornare: erano furenti e cercavano
vendetta.
- Apri, apri! - urlarono. - Apri, acqua dei piedi!
- Non posso, - disse l'acqua dei piedi, - sono sparsa per terra e il
mio cammino va verso il Lago.
- Aprite, aprite, legno e alberi e trave! - gridarono alla porta.
- Non posso, - disse la porta, - perchla trave fissata agli
stipiti e non ho la forza di muovermi.
- Apri, apri, focaccia che abbiamo fatto e impastato col sangue!-
gridarono ancora.
- Non posso, - disse la focaccia, - perchsono rotta e ammaccata e il
mio sangue nelle labbra dei bambini addormentati.
Allora le streghe si slanciarono in aria con grandi strida e tornarono
in volo a Slievenamon, lanciando oscure maledizioni allo Spirito del
Pozzo che aveva voluto la loro rovina; ma la donna e la casa furono
lasciate in pace e un mantello caduto a una delle streghe in volo fu
conservato dalla padrona appeso, a testimonianza dell'orribile lotta
avvenuta quella notte: da allora la stessa famiglia continua
custodire il mantello di generazione in generazione per altri
cinquecento anni.

NOTA 1: Slih-na-mban: montagna delle donne.
LA SCORRIBANDA DELLE STREGHE.

Una notte Shemus Rua (Red James) (1) fu svegliato da rumori che
provenivano dalla cucina. Anddi soppiatto alla porta e vide una
mezza dozzina di megere sedute attorno al fuoco che scherzavano e
ridevano, mentre la sua vecchia governante, Madge, tutta vispa e
allegra, serviva incoraggianti bicchieri di ponce alle streghe sue
sorelle. Ebbe un moto d'ammirazione per l'impudenza e l'imprudenza
dimostrate da Madge nell'organizzare quella baldoria, ma
immediatamente si ricord dell'insistenza con cui lei gli aveva
raccomandato di prendere la buona tisana che aveva lasciato accanto al
suo letto proprio prima che si addormentasse. L'avesse bevuta, ora
sarebbe stato sordo all'allegria delle streghe. Le sent e le vide
bere alla sua salute facendosi tali beffe di lui che era quasi tentato
di affrontarle, scopa alla mano; ma si trattenne.
Vuotata la caraffa, una di esse domandad alta voce: - E' ora di
andare? - e nello stesso istante, mettendosi in testa un berretto
rosso, aggiunse:
Per la ruta e il millefoglie,
E la rossa mia berretta
In Inghilterra vola in fretta.
Usando come destriero un ramoscello che teneva in mano, si lev leggiadramente in volo su per il camino e fu subito seguita dalle
altre. Ma quando fu la volta della governante, Shemus intervenne: -
Con il vostro permesso, signora, - disse strappandole ramoscello e
berretto e soggiunse: - Ah, vecchiaccia ipocrita! Se ti trovo qui al
mio ritorno faremo i conti:
Per la ruta e il millefoglie,
E la rossa mia berretta,
In Inghilterra vola in fretta.
Non aveva ancora finito di pronunciare quelle parole che gi volava
sopra il colmo del tetto e fendeva veloce l'aria. Essendo un po' a
conoscenza degli usi e costumi delle streghe bad bene a non dire
neppure una parola, perchsapeva che la conseguenza sarebbe stata un
capitombolo e il rientro immediato dalla spedizione.
In men che non si dica avevano oltrepassato le colline di Wicklow, il
Mar d'Irlanda e le montagne del Galles e, veloci come un fulmine,
stavano puntando dritti verso il portone principale di un castello.
Non fosse stato per la compagnia in mezzo alla quale si trovava,
Shemus avrebbe invocato il perdono, perchsi vedeva gi spiaccicato
come un mummia contro la dura porta di quercia; ma, pistupito che
mai, si trova passare attraverso il buco della serratura, lungo un
corridoio, gi per una rampa di scale e attraverso il buco della
serratura della porta di una cantina prima di potersi formare una
chiara idea di cosa gli stesse capitando.
Ripresa piena coscienza della sua situazione, scoperse d'essere seduto
su uno stallone mentre mille lumi brillavano tutt'intorno: con boccali
di vino spumeggiante in mano lui e le sue compagne facevano festa,
brindando allegri e spensierati come se si fossero procurati le
bevande in modo onesto e fossero seduti nella cucina di Shemus
medesimo. Il berretto rosso aveva momentaneamente reso simile la
natura di Shemus a quella delle sue sacrileghe compagne. Ma presto i
fumi dell'alcool diedero loro alla testa e l'ebbrezza fu seguita da
una fase di incoscienza, dal mal di capo, dall'impressione che anche
le botti girassero e dalla 師ista annebbiataper il povero Shemus. Si
risveglisentendosi afferrare bruscamente, scuotere e trascinare su
per le scale, per ritrovarsi sottoposto a uno sgradevole
interrogatorio da parte del signore del castello nel suo salone di
rappresentanza. Sentendo le spiegazioni di Shemus tutti i presenti, di
nobile o umile origine, lo canzonarono non poco e, poichla cosa
avveniva nei tempi bui del Medioevo, lo sfortunato uomo del Leinster
fu condannato a essere impiccato non appena si fosse riusciti a
preparare la forca per l'occasione.
Il povero irlandese era nel carro diretto al suo ultimo viaggio con un
cartello sulla schiena e uno sul petto che lo presentavano come
l'impenitente furfante che nell'ultimo mese si era scolato ogni notte
le botti della cantina del castellano, quando con stupore si sent chiamare per nome, e nella sua lingua materna, da una vecchia tra la
folla. - Ah, Shemus, figlio mio! Stai andando a morire in un paese
straniero senza il tuo berretto rosso? - Queste parole infusero
speranza e coraggio nel cuore della povera vittima. Si volse al
castellano e gli chiese umilmente il permesso di morire con il suo
berretto rosso che, immaginava, doveva aver perso in cantina. Un servo
fu mandato a cercare il copricapo, e nel metterselo in testa Shemus si
sentscaldare il cuore da una viva speranza. Sul patibolo gli venne
benignamente concesso di rivolgersi agli astanti, ed egli inizia
farlo secondo la formula di rito composta a beneficio degli sventurati
in procinto di lasciare questo mondo:- O voi che mi state dinnanzi,
traete da me ammonimento -; ma quando ebbe finito di recitare: - I
miei genitori mi crebbero con amore, inaspettatamente aggiunse: - Per
la ruta e il millefoglie, - e cos via, e con disappunto gli
spettatori lo videro partire di traverso per l'aria come un razzo che
avesse mancato il bersaglio. Il signore del castello, si dice, rimase
molto impressionato dalla faccenda, e mai, in seguito, impiccun uomo
prima che fossero passate ventiquattr'ore dal misfatto.
NOTA 1: Smus Ruadh in irlandese. Gli organi vocali dei Celti non
riescono a pronunciare la lettera j. Percitrasformano John in Shon o
Shawn, o James in Shamus, eccetera.
LE CONFESSIONI DI TOM BOURKE.

Tom Bourke abita in una fattoria bassa e lunga che dall'esterno sembra
un grosso granaio, situata ai piedi della collina proprio dove dalla
vecchia strada parte la nuova che porta dalla citt di Kilworth a
quella di Lismore. Appartiene a quella categoria di persone che in
Irlanda sono una specie di mosca bianca: un ricco fattore. Nei bei
tempi antichi, quando un centinaio di sterline erano un tesoro non
indifferente sia da spendere che da prestare, il padre di Tom aveva
procurato quella somma al suo padrone contro interesse; e come
ricompensa per la cortesia aveva ottenuto un lungo contratto d'affitto
che valeva circa sei volte il prestito che ne era all'origine. Il
vecchio morlasciando una fortuna di parecchie centinaia di sterline,
la maggior parte delle quali, compresa la fattoria, passa suo figlio
Tom. Ma, oltre a ci Tom ricevette dal padre, sul letto di morte, un
altro dono assai piprezioso delle ricchezze terrene, che pure Tom
apprezzava moltissimo e, com' risaputo, continua tutt'oggi ad
apprezzare. Gli venne conferito il privilegio, goduto da pochi fra i
figli degli uomini, di comunicare con quegli esseri misteriosi
chiamati il 宴uon popolo
Tom Bourke un uomo piccolo, robusto, sano e attivo, di circa
cinquantacinque anni. I suoi capelli sono completamente bianchi, corti
e cespugliosi dietro, mentre sulla fronte si alzano diritti e folti
come una spazzola nuova. I suoi occhi sono di quel genere che ho
spesso osservato in persone di intelletto pronto ma limitato: sono
piccoli, grigi e vivaci. Le grosse sopracciglia sporgenti sotto le
quali, o meglio entro le quali brillano, conferiscono loro
un'espressione di scaltrezza, prontezza, se non addirittura di
astuzia. E il suo carattere non si discosta di molto. Se volete
concludere un affare con Tom Bourke dovete comportarvi come un
generale che ponga l'assedio a una citte mettere in atto la vostra
offensiva molto tempo prima di poter sperare di prenderne possesso; se
marciate con decisione verso di lui e gli svelate subito il vostro
obiettivo, quasi sicuramente vi vedrete chiudere il cancello sui
denti: o Tom non vuole separarsi da ciche volete ottenere da lui, o
un'altra persona gliene ha parlato per tutta la settimana passata. Pu anche accadere che la vostra proposta sembri incontrare l'accoglienza
pifavorevole. 套olto bene, signore 圃' vero, signore 娟ono molto
grato a vostro onore queste e altre espressioni di gentilezza e
affabilit vi accolgono in risposta a ogni frase; e ve ne andate
chiedendovi come possa essersi procurata la fama di cui universalmente
gode, di essere cioun uomo dal quale non si riesce a cavar nulla
negli affari. Ma quando lo incontrate la volta successiva, la
lusinghiera impressione svanita: scoprite che siete molto pi distanti dal vostro obiettivo di quanto lo eravate allorchpensavate
di avercela quasi fatta: il suo sguardo e la sua bocca esprimono una
totale dimenticanza di ciche, dentro, la mente non ha mai perso di
vista un istante; e dovete ricominciare da capo le operazioni con lo
svantaggio di aver messo bene in guardia il vostro avversario.
BenchTom Bourke sia, vuoi per rivelazioni soprannaturali, vuoi (come
molti ritengono piprobabile) per esperienza diretta, cosdiffidente
nei confronti dell'umanite cosattento nel trattare con essa, non tuttavia un misantropo. Nessuno pidi lui apprezza i piaceri della
buona tavola. In effetti l'amore per il denaro, che in lui (chi pu biasimarlo) una inclinazione assai sentita, e le gratificazioni che
questo sentimento ha ottenuto dall'abitudine all'operosit mantenuta
nel corso di una vita abbastanza lunga e prospera, gli hanno insegnato
l'importanza della sobriet almeno in quei momenti in cui gli affari
richiedono che un uomo rimanga in possesso delle sue facolt mentali.
Si attiene percia una regola generale: non ubriacarsi mai se non la
domenica. Ma, affinchpossa essere una regola generale a tutti gli
effetti, egli segue un principio che, secondo pensatori piprofondi
di lui, conferma sempre la regola: ammette molte eccezioni. Fra queste
vi sono naturalmente tutte le sere dei giorni di fiera e di mercato
che hanno luogo nel circondario; e cospure tutti i giorni in cui si
celebrano funerali, matrimoni e battesimi in famiglie amiche entro il
raggio di molte miglia. Riguardo a quest'ultima categoria di
eccezioni, pua prima vista apparire assai singolare che la sua
presenza ai funerali sia molto pipuntuale che non ai battesimi o ai
matrimoni degli amici. Ci pu essere interpretato come una
dimostrazione di affetto disinteressato verso la persona del defunto,
molto poco frequente in questo mondo egoista. Ma temo che i motivi che
inducono Tom Bourke a corteggiare pi i morti che i vivi siano
precisamente quelli che nella maggioranza degli uomini generano la
condotta opposta - la speranza di un vantaggio futuro e la paura di un
danno a venire. Infatti i folletti, che sono esseri tanto potenti
quanto capricciosi, hanno i loro beniamini fra gli abitanti di questo
mondo e di frequente mostrano la loro predilezione sollevando coloro
che ne sono oggetto dal carico gravoso di questa vita; non di rado
quindi ricompensano o puniscono i viventi in base al rispetto mostrato
alle esequie e alla memoria del defunto prescelto.
Alcuni potrebbero attribuire allo stesso motivo le azioni
manifestamente umane e caritatevoli che, noto, sia Tom che gli altri
membri della sua famiglia compiono spesso. Raramente un mendicante ha
lasciato l'aia della loro fattoria con la bisaccia vuota, o senza
ricevere alloggio per la notte, se l'aveva chiesto, assieme a una
razione di patate e latte sufficiente a saziare perfino l'appetito di
un mendicante irlandese, per calmare il quale di solito bisogna tener
conto delle fauci supplementari di un cane affamato e di due o tre
bambini ancora pi affamati che si riempiono ben bene di dentro per
rifarsi della miseria che hanno dipinta di fuori. Se qualche
miserabile della zona viene colto da febbre, capita spesso che Tom
metta a disposizione del povero ammalato una qualche capanna
disabitata che si trova su uno dei suoi due estesi poderi (ne ha
aggiunto infatti un altro al suo patrimonio), o che mandi i braccianti
a costruirgli una baracca a lato di una siepe e gli faccia avere la
paglia per potersi coricare finchil malessere perdura. Sua moglie,
nota nei dintorni per l'ampia cascina e per la bontdi tutto quello
che vi sta dentro, gli fornirlatte grasso; e non raro che i loro
buoni servigi vengano estesi ai familiari del malato, che probabile
siano ridotti in estrema poverta causa dell'interruzione sia pure
temporanea del lavoro del padre o del marito.
Se anche gran parte di tutto cidipende dalle aspettative e dalle
paure cui ho accennato in precedenza, credo perche molto sia frutto
di un sentimento misto di compassione e di dovere che capita talvolta
di veder scaturire dal cuore di un contadino irlandese, anche quando abitualmente ricoperto da una scorza di avarizia e falsit e che ho
sentito una volta espresso in termini inequivocabili: 娘uando si ha
fortuna, il minimo che si pufare distribuirne un poco anche agli
altri
Non facile indurre Tom a parlare di quel 宴uon popolocon il quale
si dice abbia frequenti e intimi contatti. Ma raramente rifiuta di
esercitare il suo alto privilegio quando nei dintorni qualche
sfortunato colpito, se il suo intervento richiesto in modo
corretto da un credente, qualcuno cioche non dubiti del potere dei
峴ignori n dell'occasionale delega che ne viene fatta a Tom. E
tuttavia non si otterril suo aiuto senza ripetute richieste: sul
principio difficile da convincere e deve essere persuaso con una
leggera e garbata violenza. In queste occasioni insolitamente
solenne e misterioso, e se per caso si accenna a una ricompensa
abbandona immediatamente l'infelice paziente, poich tale proposta
suona come un diretto insulto ai suoi superiori soprannaturali. E'
vero che, siccome chi lavora va ricompensato, la maggior parte delle
persone dotate come lui non si fa scrupolo di accettare un segno di
gratitudine dai pazienti o dai loro amici dopo la guarigione. Si narra
di una generosa ricompensa elargita una volta a una praticante di
scienze occulte che val la pena di menzionare non solo perchera
vicina e rivale di Tom, ma anche perchstranamente prendeva il nome
da quello del figlio: il nome di suo figlio era Owen ed essa veniva
sempre chiamata 峽a madre di Owen Nella circostanza alla quale ho
accennato, questa persona fu convinta a prestare la sua assistenza a
una giovanetta che aveva perso l'uso della gamba destra; la 峻adre di
Owen constat che era una guarigione difficile. Per ottenerla
bisognava fare un viaggio di circa diciotto miglia, probabilmente per
andare a trovare un folletto che risiedeva a quella distanza; e la
峻adre di Owenpoteva compiere questo viaggio solo sul dorso di una
gallina bianca. A ogni modo la visita fu effettuata e, a un'ora
stabilita, secondo quanto predetto da questa donna straordinaria,
quando la gallina e il suo cavaliere stavano per giungere alla fine
del loro viaggio, la paziente fu presa da un desiderio irrefrenabile
di danzare e, senza trovare il minimo ostacolo nella gamba malata, lo
soddisfece con grande gioia della famiglia in ansia. L'offerta fu, in
questo caso, particolarmente generosa, ed giusto che lo fosse, se si
tien conto della difficolt di procurarsi una gallina disposta ad
affrontare un viaggio coslungo con un tale cavaliere.
Per rendere giustizia a Tom Bourke bisogna dire che in queste
occasioni, come mi stato riferito da molte fonti autorevoli, egli assolutamente disinteressato. Non molti mesi or sono guaruna giovane
donna (sorella di un mercante che abita vicino a lui) che aveva perso
improvvisamente l'uso della parola dopo essersi recata a un funerale,
ed era rimasta in questo stato per parecchi giorni. Egli rifiut fermamente qualsiasi compenso dicendo che, anche se non avesse avuto
neppure di che pagarsi la cena, non avrebbe potuto accettare niente
nel caso in questione poich la ragazza si era comportata in modo
irrispettoso al funerale di uno del 宴uon popoloche apparteneva alla
sua famiglia, e anche se era disposto a farle una cortesia, non poteva
comunque accettare niente da lei.
All'incirca all'epoca in cui questo straordinario avvenimento ebbe
luogo, il mio amico, il signor Martin, un vicino di Tom, aveva in
corso con lui un certo affare che risultava assai difficile da portare
a termine. Il signor Martin, dopo aver tentato ogni mezzo pacifico,
ricorse infine a un procedimento legale che ricondusse Tom alla
ragione e la faccenda fu sistemata con vicendevole soddisfazione e con
perfetta intesa fra le parti. L'accordo sulla questione avvenne dopo
pranzo, in casa del signor Martin, il quale invitTom ad entrare in
salotto a bere un bicchiere di ponce - fatto con dell'ottimo whiskey -
che era sulla tavola: da tempo desiderava portare il suo vicino tanto
dotato sull'argomento dei suoi poteri soprannaturali e, poichla
signora Martin, per la quale Tom aveva un certo debole, si trovava
nella stanza, poteva essere l'occasione buona.
- Allora Tom, - disse il signor Martin, - stata una faccenda curiosa
quella di Molly Dwyer, che ha riacquistato la parola cosdi colpo
l'altro giorno.
- Potete ben dirlo, signore, - rispose Tom Bourke, - ma mi costata
un lungo viaggio; comunque ora non importa. Alla vostra salute,
signora, - disse, volgendosi alla signora Martin.
- Grazie, Tom. Ma mi hanno detto che una volta avete avuto guai simili
nella vostra stessa famiglia, - disse la signora Martin.
- E' proprio vero, signora! Guai brutti: ma a quell'epoca eravate solo
una bambina.
- Suvvia, Tom, - disse l'ospitale signor Martin interrompendolo,-
prendete un altro bicchiere; - e poi aggiunse:- vorrei che ci
raccontaste qualcosa sulle circostanze in cui tanti vostri figlioli vi
vennero a mancare. Mi dicono che se ne sono andati, uno dopo l'altro,
per la stessa malattia e che il vostro maggiore stato salvato nella
maniera pi incredibile, dopo che i medici l'avevano dato per
spacciato.
- E' la verit signore, - rispose Tom, - vostro padre, il dottore
(che Dio lo abbia in gloria, non voglio mancargli di rispetto ora che
morto) mi disse, quando il mio quarto figliolo era ammalato da una
settimana, che lui e il dottor Barry avevano fatto tutto quanto era
umanamente possibile, ma non potevano impedirgli di seguire i
fratelli. Non potevano fare nient'altro, se quelli che avevano portato
via gli altri volevano prendersi anche questo. Ma me lo hanno
lasciato; e mi si stringe il cuore al pensiero dl non aver saputo
prima perchmi strappavano i miei figli; se l'avessi saputo, ora non
me ne sarebbero rimasti solo due su cui contare.
- E come l'avete scoperto, Tom? - chiese il signor Martin.
- Ve lo racconterdunque, signore, - disse Bourke. - Quando vostro
padre mi disse quello che vi ho riferito, non sapevo bene cosa fare.
Mi sono messo a camminare per quel piccolo sentiero, sapete, signore,
quello che porta alla riva del fiume, vicino al terreno di Dick Heafy,
perchera un posto solitario, e volevo riflettere in pace. Avevo il
cuore pesante, signore, e mi sentivo mancare al pensiero che stavo per
perdere il mio bambino; mi chiedevo come fare a dare la notizia a sua
madre, che stravedeva per lui. Per di pi non si era ancora ripresa
dopo tutte le lacrime versate al funerale dell'altro figliolo, la
settimana prima. Mentre scendevo per il sentiero, incontrai un vecchio
vagabondo che aveva l'abitudine di venire da queste parti una o due
volte all'anno e dormiva sempre nel nostro fienile finchrimaneva nei
dintorni. Mi chiese allora come stavo - Proprio male, Shamous, - dico
io. - Mi spiace per voi, che avete questa pena, - dice lui, - ma siete
uno sciocco, signor Bourke. Vostro figlio sarebbe in perfetta salute
se solo faceste per lui quel che dovreste fare. - Cosa posso fare di
pi Shamous? - dico io, - i dottori lo danno per spacciato. - I
dottori non sanno che male ha, come non sanno che male ha una vacca
quando non dpilatte, - dice Shamous, - andate piuttosto da questo
tale,- e mi dice il nome, - e provate a fare quello che vi dir
- E chi era questo tale, Tom? - chiese il signor Martin
- Non posso dirvelo, signore, - disse Bourke con un'aria di mistero, -
comunque l'avete visto spesso e non abita lontano di qui. Ma avevo gi avuto modo di provarlo prima e se fossi andato subito da lui forse ora
avrei qualcuno di quelli che se ne sono andati, Shamous me l'ha
ripetuto spesso. Bene, signore, andai da quest'uomo ed egli venne a
casa con me. Naturalmente feci tutto come mi disse. Seguendo il suo
ordine, portai fuori immediatamente il ragazzino dall'abitazione,
malato com'era, e preparai un letto per lui e per me nella stalla.
Bene, signore, mi stesi al suo fianco nel letto, fra due mucche, e lui
si addorment Comincia sudare, con rispetto parlando, come se fosse
trascinato in mezzo a un fiume, e respirava forte, con una grande
oppressione sul petto, e stette molto male, ma molto male davvero,
tutta la notte. Verso mezzanotte pensai che stesse infine per
lasciarmi ed ero sul punto di alzarmi per andare a chiamare l'uomo di
cui vi ho parlato, ma non ce ne fu bisogno: i miei amici stavano
avendo la meglio su quelli che volevano portarmelo via. Non c'era
nessuno nella stalla, solo il bambino e io. La luce veniva da un'unica
candela da mezzo penny, appesa al muro, proprio in fondo alla stalla.
Nel posto dove stavamo coricati l'illuminazione era appena sufficiente
per vedere una persona che camminasse o stesse ritta vicino a noi, e
non c'era pirumore che in un cimitero, a parte le mucche che
masticavano il foraggio alle loro greppie.
- Proprio mentre pensavo di alzarmi, come vi ho detto, vidi mio padre
- non gli mancherei di rispetto, signore, stato un buon padre con me
- in piedi a fianco del letto: teneva la mano destra tesa verso di me,
e l'altra appoggiata al bastone che aveva l'abitudine di portare da
vivo. Mi guardava sorridente e benevolo, proprio come se mi stesse
dicendo di non aver paura, perchnon avrei perso il bambino. 娟ei tu,
padre?chiedo. Non rispose nulla. 娟e sei tu dico ancora, 峰er
l'amore di quelli che se ne sono andati, lascia che ti prenda la
mano E lui me lo permise, signore; e la sua mano era morbida come
quella di un bambino. Rimase lpio meno il tempo che impieghereste
per andare da qui al cancello laggi in fondo al viale, e poi se ne
and In meno di una settimana il bambino stava bene come se non
avesse mai avuto niente: e in questo momento non c' giovanotto di
diciannove anni pisano di lui da questa casa benedetta alla cittdi
Ballyporeen, oltre le montagne di Kilworth.
- Ma, a pensarci bene, Tom, - disse il signor Martin, - sembra che voi
siate pi in debito con vostro padre che con l'uomo che vi stato
consigliato da Shamous; o pensate che sia stato lui a intercedere
presso i vostri nemici fra il 宴uon popoloe che allora vostro
padre...
- Scusate, signore, - disse Bourke interrompendolo, - ma non
chiamateli miei nemici. Non sarebbe una buona cosa per me starmene
seduto qui se li chiamate in questo modo. Senza offesa per voi,
signore. Vi auguro buona salute e lunga vita.
- Vi assicuro, - rispose il signor Martin, - che non intendevo
offendere nessuno, Tom; ma non andata cos
- Non posso dirvelo, signore, - disse Bourke; - l'ho promesso,
signore. Comunque, potete star certo che l'uomo del quale vi ho
parlato, e mio padre, e quegli altri di loro conoscenza, hanno
sistemato la faccenda fra di loro.
Ci fu una pausa, della quale approfittla signora Martin per chiedere
a Tom se non fosse successo qualcosa di straordinario a proposito di
una capra e di un paio di piccioni al tempo della malattia di suo
figlio - circostanza cui Tom aveva fatto spesso misteriosi accenni.
- Guardate un po', - disse Bourke voltandosi verso il signor Martin, -
come se lo ricorda bene! Avete ragione, signora. La capra che diedi
alla signora vostra madre, quando i medici le ordinarono siero di
capra?
La signora Martin fece cenno di se Tom Bourke continu Bene, allora
vi dircome andarono le cose. Per un mese, dopo che era stata mandata
a Killaan, alla casa di vostro padre, la capra continua star bene
come ogni capra al mondo. Il mattino successivo alla notte di cui vi
ho appena parlato, prima che il bambino si svegliasse, sua madre stava
presso l'uscita che dall'aia dsulla strada, quando vide due piccioni
venire in volo dalla cittdi Kilworth, passare vicino alla chiesa, e
scendere giverso di lei. Bene, non si fermarono, vedete, finchnon
giunsero alla casa sulla collina dall'altra parte del fiume,
dirimpetto alla nostra fattoria. Si posarono sul camino di quella casa
e, dopo essersi guardati attorno per un minuto o due, volarono diritti
sopra il fiume e si fermarono sulla sommit del tetto della stalla
dove stavamo coricati io e il bambino. Pensate che siano venuti lper
niente, signore?
- Certamente no, Tom, - rispose il signor Martin.
- Bene, la donna venne dentro a cercarmi, spaventata, e me lo disse.
Comincia piangere. 哽osa c' sciocca?dico io. 姬a tutto per il
meglio Avevo ragione. Pensate un po', signora; la capra che avevo
dato a vostra madre e che quel mattino al levar del sole Jack Cromm
aveva visto brucare sana come un pesce, gli cadde morta stecchita
davanti agli occhi, senza che nessuno potesse capire il perch e in
quel preciso istante Jack vide due piccioni volare via dal tetto della
casa e dirigersi fuori dalla citt verso la strada per Lismore. Fu
proprio allora che la mia donna li vide, come vi ho appena raccontato.
- Davvero un fatto molto strano, Tom, - disse il signor Martin.Vorrei
che poteste darci qualche spiegazione al riguardo.
- Sarei lieto di poterlo fare, signore, - fu la risposta di Tom
Bourke, - ma ho promesso. Non posso dirvi altro che quello che mi concesso di dire, come una sentinella che non pudeviare dal suo giro
d'ispezione.
- Mi sembra che abbiate detto qualcosa a proposito dell'uomo che vi ha
assistito nel curare vostro figlio, che lo avevate giconosciuto in
precedenza, - disse il signor Martin.
- E' cos signore, - rispose Bourke, - avevo gi "provato"
quell'uomo. Ma questo non c'entra. Non posso dirvi niente al riguardo,
signore. Vi piacerebbe piuttosto sapere come ha ottenuto i suoi
poteri?
- Oh, molto volentieri, - disse il signor Martin.
- Potete perdirci il suo nome di battesimo, per permetterci di
seguire meglio la storia, - aggiunse la signora Martin.
Tom Bourke considerper un attimo la richiesta.
- Beh, questo penso di potervelo dire; si chiama Patrick. E' sempre
stato un ragazzo intelligente e acuto e potrebbe diventare un grande
sapiente se ci si mettesse con impegno. La prima volta che ne feci la
conoscenza, signore, fu alla veglia funebre di mia madre. Ero molto
preoccupato, perch non sapevo dove seppellirla. La sua gente e la
gente di mio padre - intendo dire i loro amici fra il 宴uon popolo
signore - ebbero a Dunmanwaycross lo scontro piduro di cui si ebbe
notizia per anni, per decidere in quale cimitero dovesse essere
portata. Si azzuffarono per tre notti di seguito, senza riuscire ad
accordarsi. I vicini si chiedevano quanto dovesse passare prima che io
seppellissi mia madre; ma avevo le mie ragioni, anche se allora non
potevo dirle. Bene, signore, per farla breve, Patrick venne la quarta
mattina e mi disse che aveva sistemato la faccenda, e quel giorno la
seppellimmo nel cimitero di Kilcrumper, con la gente di mio padre.
- Un amico prezioso per voi, Tom, - disse la signora Martin
trattenendo a stento un sorriso. - Ma stavate per dirci come diventato cosbravo.
- Lo far volentieri, - continu Bourke. - Alla vostra salute,
signora. Ne sto bevendo troppo di questo ponce, signor Martin; ma, a
dire la verit non ne ho mai assaggiato uno uguale; va giper la
gola come un olio dolce. Ma cosa dicevo? S dunque: Patrick, molti
anni fa, stava rincasando da un funerale una sera tardi e camminava
lungo la riva del fiume, di fronte al punto dove la sponda si allarga,
vicino al guado di Ballyhefaan. A dire il vero aveva bevuto un
goccetto; ma era solo un po' allegro, come si dice, e sapeva
perfettamente quel che faceva. La luna splendeva, perchsi era in
agosto, e il fiume era liscio e lucente come uno specchio. Per un bel
po' non sentaltro che il cadere dell'acqua alla chiusa del mulino,
circa un miglio a valle, e di quando in quando il belare di agnelli
sull'altra riva del fiume. Improvvisamente si udirono un gran numero
di persone che ridevano tanto da squarciarsi il petto e un suonatore
di cornamusa che, in mezzo a loro, dava fiato al suo strumento. Il
rumore veniva dallo spiazzo erboso sul lato opposto del guado e
Patrick scorse, attraverso la nebbia che stava sospesa sul fiume, una
gran folla che danzava sulla riva. Patrick era tanto attirato da una
danza quanto lo era da un bicchiere - ed tutto detto - cos si
liber in fretta di scarpe e calze e via, attraversil guado. Dopo
essersi rimesso calze e scarpe sull'altra sponda, and verso la
comitiva e per un po' vi si mescolsenza venir notato. Pensava,
signore, che avrebbe fatto veder loro come si balla: era fiero dei
suoi piedi, signore, e ne aveva ben motivo, perch non c'era
giovanotto nella sua parrocchia che potesse stargli alla pari in un
passo doppio o triplo. Ma, puah! in confronto al loro, il suo modo di
ballare non valeva pidel mio se lo si paragonasse a quello della
signora qui presente. Sembrava che non avessero un solo osso in corpo
e continuavano come se nulla potesse stancarli. Patrick dentro di s si vergognava, perch aveva sempre pensato che in tutto il paese
nessuno potesse stargli alla pari; era in procinto di andarsene quando
un vecchio ometto, che era rimasto a osservare la compagnia con
disappunto, come se non gradisse quello che gli si svolgeva davanti,
gli si avvicin 娑atrick dice. Patrick sobbalz perch non
immaginava che qualcuno lin mezzo lo conoscesse. 娑atrick dice,
峴ei scoraggiato e non c'da meravigliarsi. Ma hai vicino un amico.
Io sono tuo amico e amico di tuo padre, e tengo piin considerazione
il tuo dito mignolo di tutti quelli che stanno qui, anche se sono
convinti che nessuno sia bravo come loro. Vai nel cerchio e chiedi un
buon ritmo. Non aver paura. Ti assicuro che il pibravo in mezzo a
loro non l'ha ballato bene come lo ballerai tu, se farai come ti
dico Patrick sentqualcosa dentro di s come se non dovesse
contraddire il vecchio. And nel cerchio e gridal pifferaio di
suonare il miglior passo doppio che conosceva. E infatti tutto quello
che gli altri riuscivano a fare era niente per lui! Saltava come
un'anguilla, ora qui e ora l leggero come una piuma, anche se si
potevano distinguere i suoi passi che, assieme al piede sinistro del
pifferaio, rispondevano alla musica scandendone il tempo con
precisione. Prima ball sull'erba una vivace danza di marinai. Poi
venne portata una tavola ed egli vi danzsopra un passo triplo che
strapp grida entusiastiche all'intera compagnia. Infine chiese un
grosso tagliere; e quando lo videro, che pareva proprio girarci sopra
come una trottola, non seppero picosa pensare di lui. Alcuni lo
esaltarono come il miglior ballerino che mai fosse entrato in un giro
di danza; altri lo ebbero in odio perchera pibravo di loro; anche
se a buon diritto potevano ritenersi migliori di lui o di qualsiasi
altro che mai avesse intrapreso il lungo viaggio.
- E qual era la ragione del suo grande successo? - chiese il signor
Martin.
- Non dipendeva da lui, signore, - rispose Tom Bourke. - Glielo
avevano fatto fare coloro che avrebbero potuto fargli fare ben di pi
Comunque, quando ebbe finito vollero che ballasse ancora, ma era
stanco e non riuscirono a convincerlo. Alla fine si arrabbi e con
una grossa imprecazione (con rispetto parlando) giurche non avrebbe
pidanzato un sol passo: le parole gli erano a malapena uscite di
bocca che si trovtutto solo, con nient'altro attorno all'infuori di
una vacca bianca che pascolava al suo fianco.
- Ha mai scoperto perchgli vennero dati questi straordinari poteri
nella danza, Tom? - disse il signor Martin.
- Vi diranche questo, signore, - rispose Bourke, - quando arriver al dunque. Appena a casa, signore, fu preso dai brividi e and a
letto; il giorno seguente trovarono che aveva la febbre o qualcosa di
simile, perchdelirava come fosse impazzito. Ma nessuno riusciva a
capire che cosa stesse dicendo, anche se parlava in continuazione. I
medici lo diedero per spacciato. Ma sapevano ben poco del male che
l'aveva colpito. Era ammalato forse da dieci giorni e tutti pensavano
che se ne stesse andando, quando uno dei vicini venne da lui assieme a
un uomo, un suo amico di Ballinlacken, col quale era stato in buoni
rapporti tempo addietro. Non posso dirvi neanche il suo nome, solo
Darby posso dirvi. Appena Darby vide Patrick, cav di tasca una
bottiglietta con dentro un estratto d'erbe e ne diede un sorso a
Patrick. Fece la stessa cosa ogni giorno per tre settimane, poi
Patrick fu in grado di camminare, sano e forte come mai lo era stato
in vita sua. Ci volle permolto tempo prima che rinsavisse: aveva
l'abitudine di camminare l'intera giornata, a volte presso le sponde
del fossato, parlando da solo, come ci fosse qualcuno al suo fianco. E
certamente qualcuno c'era, o oggi non sarebbe l'uomo che
- Suppongo sia stato da un tale compagno che ha appreso la sua
scienza, - disse il signor Martin.
- Ora sapete tutto, signore, - rispose Bourke. - Darby gli disse che i
suoi amici erano soddisfatti di quel che aveva fatto la notte della
danza; e anche se non avevano potuto impedire la febbre, l'avrebbero
fatto guarire e gli avrebbero insegnato pidi quanto molti al suo
confronto sapevano. E cosfecero. Perch vedete, tutte le persone
che aveva incontrato nel campo sul fiume quella notte erano amici di
una diversa fazione; solo l'uomo che gli aveva parlato era amico della
famiglia di Patrick e non gli andava assolutamente, vedete, che gli
altri fossero cos leggeri e vivaci, e dentro di sera seccato di
sentire come si vantavano d'essere capaci di danzare con qualsiasi
compagnia per tutto il paese. Cosquella notte diede a Patrick la
destrezza e in seguito gli diede la scienza che ne fa la meraviglia di
tutti quelli che lo conoscono. Senza dubbio Patrick stava solo
imparando all'epoca in cui vagava con la mente dopo la febbre.
- Ho sentito molte storie strane su quello spiazzo vicino al guado di
Ballyhefaan, - disse il signor Martin. - E' un posto che piace molto
ai folletti, non vero, Tom?
- Potete ben dirlo, signore, - rispose Bourke. - Avrei un bel po' di
storie da raccontarvi al riguardo. Varie volte sono rimasto a sedere
per un buon paio d'ore al chiaro di luna, dall'altra parte del fiume,
a guardarli giocare al calcio come disperati; senza giacca e
panciotto, una squadra con fazzoletti bianchi in testa e l'altra
rossi, proprio come si vede la domenica nel grosso campo del signor
Simming. Una notte li ho visti giocare fino al calar della luna, senza
che un gruppo riuscisse a prendere la palla all'altro. Sono sicuro che
si sarebbero accapigliati, se soltanto non fosse stata vicina l'alba.
Mi stato detto che anche vostro nonno, signora, li vedeva l -
disse Bourke volgendosi alla signora Martin.
- L'ho sentito anch'io, Tom, - rispose la signora Martin. - Ma non si
dice che il cimitero di Kilcrumper un posto prediletto dal 宴uon
popoloquanto lo spiazzo di Ballyhefaan?
- Ma allora, signora, forse non avete mai sentito cosa successo a
Davy Roche proprio in quel cimitero, - disse Bourke; e volgendosi al
signor Martin aggiunse: - Fu molto tempo prima che entrasse al vostro
servizio, signore. Stava tornando a casa una sera dalla fiera di
Kilcrumper, un po' allegro, a dire il vero, per la giornata trascorsa,
e si imbattin un funerale. Coslo segu e pensava che era assai
curioso che in mezzo a tutta quella gente non conoscesse anima viva,
tranne un uomo, ed era certo che quell'uomo era morto molti anni
prima. A ogni modo continua seguire il funerale finchgiunsero al
cimitero di Kilcrumper; e, perdio, entr e rimase con gli altri ad
assistere alla sepoltura del cadavere. Appena la tomba fu ricoperta,
cosa mai non fanno? Si raggruppano attorno a un suonatore di cornamusa
che era venuto con loro e si danno alle danze come fossero a un
matrimonio. Davy moriva dalla voglia di unirsi a loro (perch allora
non era male come ballerino, comunque se la cavi ora); ma era restio a
cominciare, perch gli sembrava di non conoscere nessuno, a parte
l'uomo cui ho accennato e che lui pensava fosse morto. Bene, alla fine
quest'uomo si accorse del desiderio di Davy e gli si avvicin 唏avy
dice, 峴cegliti una dama e mostraci quello che sai fare, ma fai
attenzione a non tentare di baciarla 奘on lo far, dice Davy,
峪eanche se le sue labbra fossero di miele Con questo si inchin davanti alla ragazza pigraziosa del cerchio e assieme cominciarono a
ballare. Danzarono una giga, e lo fecero fra l'ammirazione, vedete, di
tutti quelli che erano l Andtutto molto bene fino alla fine della
giga, ma proprio quando ebbero finito, Davy, che aveva in corpo un
goccio ed era accaldato per la danza, perse la testa e bacila dama
secondo l'usanza. Il bacio si era appena staccato dalle sue labbra che
si ritrovsolo nel cimitero, senza un'anima vicino, e tutto quello
che gli riuscdi vedere furono le alte lapidi delle tombe. Davy disse
che sembrava danzassero anche loro, ma immagino che fosse solo per lo
stupore provato, e per il goccetto che aveva in corpo. Comunque si
accorse che era parecchio pitardi di quanto pensasse; era quasi
mattina quando arriva casa, ma non riuscirono a tirargli fuori una
parola fino al giorno seguente, quando, verso mezzogiorno, si svegli da un sonno di piombo.
Appena Tom ebbe finito il suo resoconto su Davy Roche e sul funerale,
apparve ben chiaro che spiriti di qualche genere agivano con troppo
vigore in lui perchpotesse ancora narrare parecchie altre storie sul
宴uon popolo Tom sembrava rendersene conto. Borbott per qualche
minuto frasi spezzate a proposito di cimiteri, rive di fiumi,
leprecani e folletti, frasi che forse erano del tutto incomprensibili
a lui stesso e che certamente lo erano per il signor Martin e la sua
signora. Infine fece un leggero movimento del capo verso l'alto, come
per dire: 奘on posso continuare a parlare allungil braccio sul
tavolo, vi appoggi lentamente il boccale vuoto con un'aria
estremamente accorta e cauta e, alzatosi dalla sedia, cammin o
piuttosto barcoll verso la porta del salotto. Qui si gir per
guardare in viso i suoi ospiti; ma dopo vari tentativi di augurare
loro la buonanotte, inutili poichun violento singulto soffocava le
sue parole non appena gli venivano alla bocca, mentre la porta che
teneva per la maniglia oscillava avanti e indietro trasportando con s il suo corpo irrigidito, fu costretto a prendere congedo in silenzio.
Il vaccaro che la moglie di Tom aveva mandato ben sapendo che genere
di allettamento lo trattenesse fuori oltre una certa ora, era l pronto per ricondurre a casa il suo padrone. Sono certo che rientr senza subire alcun infortunio, poichso che fino al mese scorso era,
per usare le sue stesse parole, 席n uomo sano e robusto come nessun
altro della sua etnella contea di Cork

IL PASTICCIO STREGATO.

Moll Roe Rafferty era il figlio - figlia voglio dire - del vecchio
Jack Rafferty, che si faceva notare per la sua abitudine di portare
sempre la testa sotto il cappello; ma a dire il vero quella era una
strana famiglia, e lo sapevano bene tutti quelli che li conoscevano.
Di loro si diceva - ma fosse vero o falso non mi prendo la
responsabilit di affermarlo, perchnon vorrei dire una bugia - che
tutte le volte che non portavano scarpe o stivali andavano sempre a
piedi scalzi; in seguito per ho sentito che la questione era
controversa, cos piuttosto di dire qualcosa che offenda la loro
reputazione, lascerperdere. Ora, il vecchio Jack Rafferty aveva due
figli, Paddy e Molly acc...! di che ridete? voglio dire un figlio e
una figlia, e fra i vicini generalmente si pensava che fossero
fratello e sorella, il che, si sa, puessere vero e puanche non
esserlo: ma questa una faccenda sulla quale, con l'aiuto di Dio, non
possiamo dire niente. A essere sinceri, sul loro conto circolavano
molte storie brutte, ma non voglio ripeterle; per esempio che nJack,
nsuo figlio Paddy avevano mai camminato per la lunghezza di una
pertica senza mettere un piede davanti all'altro come un salmone; e so
che in giro si mormorava che quando Moll Roe dormiva, aveva la
stravagante abitudine di tenere gli occhi chiusi. Quanto a questo
comunque, se lo faceva era lei a perderci; perchcertamente lo
sappiamo tutti che quando uno si mette a chiudere gli occhi non riesce
a vedere davanti a slontano come un altro.
Moll Roe era una bella ragazza, giovane e piena di salute, grande e
generosa, con una simpatica testa di capelli rosso scarlatto, e questa
era una delle ragioni per cui la chiamavano Roe, che vuol dire Rossa;
le braccia e le guance erano suppergidel colore dei capelli, e il
suo naso a sella era, nel suo genere, la cosa pigraziosa mai vista
su una faccia. I pugni perch grazie a Dio, era ben fornita anche in
questo - avevano una forte somiglianza con due grosse rape arrossate
dal sole: e, per completare il tutto, aveva un temperamento focoso
come la sua testa perchin realtera risaputo che tutti i Rafferty
erano cuori caldi. Ad ogni modo sembra che Dio non conceda niente
invano e, se vero tutto quel che si racconta su di loro, certamente
quei pugni, grossi e rossi com'erano, non le erano stati dati tanto
come ornamento quanto per usarli. Infine, se li mettiamo in relazione
col suo carattere vivace, sappiamo da fonte autorevole che non c'era
pericolo prendessero la muffa per mancanza d'esercizio. Aveva anche
uno strabismo da un occhio che a suo modo le donava molto e a causa
del quale suo marito quando ne trovuno - arriva convincersi che
poteva vedere dietro l'angolo. Non c'dubbio che Moll lo colse in
flagrante in molte circostanze particolari, ma fosse stato per questa
ragione o no, non mi arrischierei ad affermarlo "che non vorrei dire
una bugia".
Bene, perdinci, a ogni modo questa Moll Roe era un amore. Accadde che
nella zona ci fosse un tal farfallone notturno, anche lui oberato di
bellezza come Moll, che si chiamava Gusty Gillespie. Gusty, che Dio ci
protegga, era quello che si dice un eretico presbiteriano, e non
osservava il giorno di Natale, il mascalzone, se non secondo quella
che chiamano 峽a antica usanza Gusty era piuttosto bello, visto al
buio, proprio come Moll; e, infatti, era risaputo - a sentire quel che
si mormorava in giro - che era stato durante incontri notturni che
avevano avuto occasione di disaffezionarsi l'uno all'altra. La
conseguenza fu che a tempo debito entrambe le famiglie cominciarono a
chiedersi molto seriamente cosa si dovesse fare. Il fratello di Moll,
Pawdien O'Rafferty, concesse a Gusty la scelta fra due alternative.
Quali fossero non val la pena di parlarne; ma ad ogni modo "una" era
piuttosto imbarazzante, e poichGusty conosceva il suo uomo, mise in
fretta la testa a partito. Venne percidisorganizzata ogni cosa per
il matrimonio, e si stabilche fossero sposati dal Reverendo Samuel
M'Shuttle, il pastore presbiteriano, la domenica seguente.
Ora, questo era il primo matrimonio fra un eretico e un cattolico che
avvenisse nei dintorni dopo tanto tempo, e naturalmente entrambe le
parti ebbero molto da ridire, e, perdinci, non fosse stato che per una
cosa, non sarebbe mai e poi mai stato celebrato.
Accidenti, c'era comunque uno zio della sposa, il vecchio Harry
Connolly, uno stregone, che riusciva a curare ogni disturbo con un suo
segreto che aveva, e siccome non voleva vedere sua nipote sposata con
un tipo del genere, si opponeva in tutti i modi alle nozze. Tranne lui
per tutti gli amici di Moll erano schierati a favore del matrimonio,
e di conseguenza, come ho detto, fu fissata la domenica in cui
avrebbero dovuto venir incastrati insieme.
Bene, il giorno arriv e Moll, come si conveniva, anda messa e
Gusty alla funzione protestante, dopo di che si sarebbero riuniti in
casa di Jack Rafferty dove il prete, Padre M'Sorley, doveva fare un
salto dopo la messa per pranzare assieme a loro e per tener compagnia
al signor M'Shuttle che li avrebbe sposati. In casa non restnessuno
all'infuori del vecchio Jack Rafferty e di sua moglie, che si ferm per preparare il pranzo, perch a dire la verit doveva essere un
vero e proprio sfoggio d'abbondanza. E forse anche, a dirla tutta,
Padre M'Sorley avrebbe aggiunto un tocco del suo ufficio oltre a
quello del ministro presbiteriano, considerando che gli amici di Moll
non erano per niente soddisfatti del genere di matrimonio che
M'Shuttle gli poteva offrire. Ma lasciando perdere queste
preoccupazioni - sposa qui, sposa l- tutto quello che posso dire che quando la signora Rafferty stava per legare un grosso pasticcio
ben gonfio, viene dentro Harry Connolly, lo stregone, tutto infuriato,
e grida: - Sangue e sanguinacci, cosa state facendo qui?
- Mio Dio, Harry! Cosa c'figliolo?
- Il sole nei pasticci e la luna negli alti Orizzonti; si sta
avvicinando un'ecliste e voi siete l tutti e due tranquilli come se
stesse per piovere la solita roba. Uscite e segnatevi tre volte nel
nome delle quattro Mandromarvins, perch come dice la profezia:
娜iempi il boccale Eddy, fino in cima, una stella di fiamma una
vista sopraffina Uscite tutti e due a guardare il sole, vi dico, e
vedrete in che stato si trova. Fuori!
Perdinci, senza por tempo in mezzo Jack fece un balzo verso la porta,
e sua moglie saltcome se avesse due anni, finchnon furono entrambi
sulla scaletta che passava sopra la siepe vicino a casa per vedere
cosa c'era che non andava nel cielo.
- Beata Vergine, cos'Jack, - disse la moglie; - vedi niente?
- No, - dice lui, - che perda il bene della vista se riesco a
distinguere qualcosa, a parte il sole, che poi non si vede per via
delle nuvole. Dio ci protegga! Credo proprio che non stia per accadere
niente.
- Se non ci fosse niente, Jack, cosa avrebbe ridotto Harry, che sa
tante cose, in uno stato simile?
- Ho il sospetto che sia il matrimonio, - disse Jack; - detto fra noi,
non del tutto religioso che Molly sposi un eretico, e solo per...;
ma adesso non ci si pufare niente, anche se non si vede un briciolo
di sole che sia disposto a tirar fuori la faccia per l'occasione.
- Quanto a questo, - dice la moglie, strizzando tutti e due gli occhi,
- se a Gusty va bene Moll, basta cos In ogni modo so chi terrin
mano le redini; ma intanto chiediamo a Harry ldentro cos'che non
va col sole.
Bene, allora se ne vanno dentro e gli chiedono: - Harry, cosa c'che
non va figliolo? Cosa sta succedendo? Perchse c'qualcuno al mondo
che lo sa, quello sei tu.
- Ah! - disse Harry torcendo la bocca in una specie di ironico
sorriso, - il sole ha un brutto attacco di colica; ma non importa, vi
assicuro che avrete un matrimonio piallegro di quel che immaginate,
tutto -; e, detto questo, si mise in testa il cappello e se ne and
Ora, la risposta di Harry li sollev molto, e cos dopo avergli
gridato dietro di tornare per il pranzo, Jack si sedette per farsi una
fumata di pipa e la moglie si affretta legare il pasticcio per
metterlo nella pentola a bollire.
In questo modo le cose andarono avanti abbastanza bene per un po',
Jack che continuava a fumare e la moglie che cucinava e preparava
piatti veloce come una lepre. Alla fine, mentre, come ho detto, stava
seduto tutto soddisfatto vicino al fuoco, Jack ebbe l'impressione di
notare nella pentola uno strano movimento, come di danza, che lo rese
alquanto perplesso.
- Katty, - disse, - cosa diavolo c'nella pentola sul fuoco?
- Soltanto il grosso pasticcio. Perchme lo chiedi? - risponde Katty.
- Perbacco, - disse lui, - non s'mai vista una pentola che si sia
messa in testa di ballare una giga, ma questa qui l'ha fatto. Fulmini
e saette, guardala!
Caspita, era proprio vero; la pentola si muoveva su e gie da una
parte all'altra, agitandosi felice come una cavalletta; e si poteva
facilmente vedere che non era proprio la pentola, ma quel che ci stava
dentro a dare origine alla frenetica danza.
- Per il buco della mia giacca, - gridJack, - ldentro c'qualcosa
di vivo o non farebbe mai simili piroette!
- Beata Vergine se c' Jack! Ci finito dentro qualcosa di ben
strano. Per tutte le anime del purgatorio, che cosa si pufare?
Appena Katty ebbe finito di parlare, la pentola parve darsi alle danze
con grande abilit e dopo un salto che avrebbe umiliato un maestro di
ballo, il coperchio volvia, e il pasticcio balzfuori, danzando per
il pavimento agile come un pisello sulla pelle di un tamburo. Jack si
segn e Katty giunse le mani. Jack urle Katty grid - In nome di
Dio, stai lontano; nessuno qui ti ha fatto del male!
Cinonostante il pasticcio puntsu Jack che, per sfuggirgli, balz prima su una sedia e poi sul tavolo della cucina. Allora il pasticcio
andballando verso Katty, che ora ripeteva le sue preghiere gridando
a squarciagola, mentre quell'astuto furfante di un pasticcio le
saltava e ballava intorno come se ci provasse gusto a vederla
sconvolta dalla paura.
- Se potessi prendere il forcone, - disse Jack, - gli farei vedere io,
per Dio se lo metterei alla prova!
- No, no, - gridKatty, che pensava ci fosse dentro un folletto, -
parliamogli con gentilezza. Chi sa quale guaio potrebbe combinare?
Calmo, ora, - disse al pasticcio, - calmo, da bravo; non far del male
a gente per bene che non ha mai avuto intenzione di offenderti. Non
siamo stati noi - no, parola mia, stato il vecchio Harry Connolly
che ti ha stregato; insegui lui se lo desideri, ma risparmia una donna
come me; perch detto fra noi, mio caro, non sono in condizione da
essere spaventata - non lo sono davvero.
Il pasticcio, perbacco, sembrdarle retta, e si allontanballando
verso Jack il quale, convinto come la moglie che dentro ci fosse un
folletto, e che parlargli con gentilezza fosse il partito migliore,
pensdi rivolgergli anche lui una parola cortese.
- Vogliate scusarmi, vostro onore, - disse Jack, - quello che dice mia
moglie tutto vero; e, sulla mia voracit se vostro onore vuole
calmarsi ve ne saremmo tutti e due molto obbligati. Caspita, ben
chiaro che se non foste in tutto e per tutto un pasticcio galantuomo
vi comportereste diversamente. Il vecchio Harry, quel briccone, il
vostro uomo; appena andato giper questa strada, e se vi sbrigate
lo raggiungerete. Per la miseria, il vostro maestro di ballo sapeva il
fatto suo, ad ogni modo. Grazie, vostro onore! Che Dio vi guidi e che
possiate non incontrarvi mai con un parroco o con un consigliere
comunale nei vostri viaggi.
Appena Jack ebbe parlato, sembrche il pasticcio capisse al volo il
suggerimento, perchballonzolfuori tranquillo e, poichla casa si
trovava proprio a lato della via, si diresse giverso il ponte per la
stessa strada presa da Harry. Senza dubbio fu molto naturale che Jack
e Katty uscissero a vedere come quello intendeva viaggiare; e, poich era domenica, fu anche altrettanto naturale che sulla via si
trovassero a passare molte pi persone del solito. Questo era un
fatto; e quando si videro Jack e la moglie che seguivano il pasticcio,
ben presto tutto il vicinato si mosse per andargli dietro.
- Cos' Jack Rafferty? Katty, cara, vuoi dirci cosa significa?
- Come! - rispose Katty, - il mio grosso pasticcio che stregato, e
ha i piedi che gli scottano a forza di inseguire...e qui si ferm non
volendo pronunciare il nome di suo fratellochi chi non "qualcuno"
che sicuramente gli ha fatto l'incantesimo
Questo bast vedendo che ora aveva aiuto, Jack si senttornare il
coraggio; cos rivolto a Katty, - Vai a casa, - le dice, e non
perdere tempo; fai un altro pasticcio buono come questo, e qui c'la
moglie di Paddy Scanlan, Bridget, che dice che te lo lascercuocere
sul suo focolare, perchil nostro ti servirper preparare il resto
del pranzo; Paddy poi mi presterun forcone per seguire quel diavolo
di un pasticcio che dovrscappare fino a che gli toglieril fiato,
adesso che ho i vicini a darmi man forte e a sostenermi, - dice Jack.
Presi questi accordi, Katty se ne ritorn a preparare un nuovo
pasticcio, mentre Jack e metdel paese inseguivano quell'altro con
vanghe e cesoie, forconi e falci, correggiati e ogni genere di
attrezzo immaginabile. Ad ogni modo, il pasticcio proseguiva per la
sua strada alla velocitdi sei miglia irlandesi all'ora, e non si era
mai vista una caccia simile. Cattolici, protestanti e presbiteriani
gli stavano tutti dietro, armati come ho detto, e la 宮osaavrebbe
fatto una brutta fine se non fosse riuscita a salvarla la sua stessa
attivit Ora faceva un salto, e subito veniva pungolata; ma
continuava a scappar via, e qualcuno, preso dall'entusiasmo di
tagliarne una fetta dall'altra parte, si prendeva il forcone anzich il pasticcio. Il grosso Frank Farrell, il corridore di Ballyboulteen,
ricevette una forconata nel didietro che gli tirfuori un tal baccano
che l'avreste potuto sentire dal lato opposto della parrocchia. Uno si
prese un'affettatura di falce, un altro una bastonata di correggiato,
un terzo un colpo di vanga che lo fece guardare da nove parti
contemporaneamente.
- Dove sta andando? - chiese uno. - Ci scommetto la testa che diretto alla funzione protestante. Tre evviva per lui se gira verso
Carntaul. - Cavategli l'anima a forza di pungolo se un protestante,
- gridarono gli altri; - se prende a sinistra, affettatelo come un
salame. Non vogliamo avere pasticci protestanti qui.
Perdinci, a questo punto la gente stava per iniziare una vera e
propria rissa quando, per buona fortuna, il pasticcio infil una
piccola curva giper una stradina laterale che conduceva alla chiesa
metodista e in un attimo le diverse fazioni si scagliarono in tumulto
contro di lui, perchera un pasticcio metodista. - E' un Wesleyano, -
gridarono parecchie voci; - e in un modo o nell'altro oggi non metter piede in una chiesa metodista o ci perdiamo una battaglia. Lasciatelo
senza fiato. Forza ragazzi, dove sono i vostri forconi?
Ma, accidenti al diavolo, non uno degli inseguitori riusc mai a
toccare il pasticcio, e proprio quando pensavano di averlo bloccato
contro la facciata della chiesa metodista, perbacco, gli sfugge, balza
verso sinistra, dritto nel fiume, e naviga via sotto i loro occhi
leggero come un guscio d'uovo.
Ora, siccome poco sotto il muro di cinta della propriet del
colonnello Bragshaw era costruito proprio sul ciglio del fiume e
chiudeva entrambe le sponde, gli inseguitori si trovarono bloccati.
Tornarono cosa casa tutti, uomini, donne e bambini, perplessi al
pensiero di cosa mai fosse il pasticcio, cosa significasse, o dove
stesse andando! Se Jack Rafferty e la moglie fossero stati disposti a
rivelare quel che avevano in mente, cioche era stato Harry Connolly
a stregarlo, non c'dubbio che il povero Harry avrebbe potuto venir
strapazzato dalla folla, perchgli animi si erano riscaldati. Ebbero
comunque tanto buon senso da tenerselo per s perchHarry, vecchio
scapolo, era per i Rafferty un caro amico. Cos naturalmente, si
facevano ogni sorta di congetture al riguardo: alcuni sospettavano
questo, altri sospettavano quello - un gruppo che diceva che il
pasticcio era dei loro, un altro gruppo che lo negava insistendo che
era dei loro, e cosvia.
Nel frattempo, Katty Rafferty, per paura che il pranzo potesse essere
insufficiente, anda casa, fece un altro pasticcio pressappoco della
stessa grandezza di quello che era scappato, e lo portdal vicino di
casa, Paddy Scanlan, dove fu messo in una pentola e posto sul fuoco a
bollire, con la speranza che arrivasse in tempo a cottura: per di pi avrebbero avuto tra loro il pastore protestante che amava una fetta
calda di buon pasticcio come nessun altro gentiluomo in Europa.
Ad ogni modo, il giorno pass Moll e Gusty furono dichiarati marito e
moglie, e nessuna altra coppia poteva essere piinnamorata. Gli amici
che erano stati invitati al matrimonio andavano bighellonando in
allegri gruppetti in attesa dell'ora di pranzo, chiacchierando e
ridendo, ma, soprattutto, cercando di spiegarsi le imprese del
pasticcio, perch a dire la verit le sue avventure ormai
circolavano per l'intera parrocchia.
Bene, ad ogni modo, l'ora di cena si stava avvicinando, e Paddy
Scanlan era seduto comodamente con sua moglie vicino al fuoco, mentre
il pasticcio bolliva sotto i loro occhi, quando entra Harry Connolly,
tutto eccitato, urlando: - Sangue e sanguinacci, cosa state a fare
qui?
- Ma cosa c' Harry, cosa c'figliolo? - chiese la signora Scanlan.
- Come, - disse Harry, - il sole nei pasticci e la luna negli alti
Orizzonti; si sta avvicinando un'ecliste e voi siete l seduti
tranquilli come se stesse per piovere la solita roba. Uscite tutti e
due a guardare il sole, vi dico, e vedrete in che stato si trova.
Fuori!
- Ma, Harry, cos'hai li, arrotolato nella falda del tuo pastrano?
- Fuori, voi due, - disse Harry, - e pregate che non venga l'ecliste:
il cielo sta cadendo!
Perbacco, sarebbe difficile dire se uscper primo Paddy o sua moglie,
tanto furono spaventati dalla faccia magra e eccitata di Harry e dai
suoi occhi penetranti; cosandarono fuori a vedere cosa c'era di
tanto straordinario nel cielo; continuavano a guardare e guardare in
ogni direzione, ma non si vedeva altro che il sole splendere dall'alto
tutto soddisfatto, e in cielo non c'era neanche una nuvola.
Paddy e sua moglie rientrarono allora ridendo, per dirne quattro a
Harry che, senza dubbio, quando voleva, riusciva a essere a modo suo
un gran burlone. - Accidenti a te, Harry, - ma non ebbero tempo di
dire altro, perchmentre entravano per la porta lo incontrarono che
ne usciva con una scia di fumo che veniva fuori dalla falda del
pastrano che pareva un forno da calce.
- Harry, - gridBridget, - benedetta l'anima mia, ma la falda del tuo
pastrano in fiamme - finirai arrostito. Non vedi che fumo esce fuori
di l
- Segnatevi tre volte, - disse Harry senza fermarsi nguardarsi
dietro, - perch come dice la profezia: 娜iempi il boccale Eddy...-
Non riuscirono a sentire altro, perchHarry aveva tutta l'aria di uno
che portasse qualcosa di un bel po' pi caldo di quel che avrebbe
voluto, come chiunque avrebbe potuto capire dalla vivacitdei suoi
movimenti e dalle strane facce che era obbligato a fare mentre se ne
andava.
- Cosa diamine sta nascondendo nelle falde del suo pastrano? chiese
Paddy.
- Benedetta l'anima mia, vuoi vedere che ha rubato il pasticcio?-
disse Bridget. - Si sa che fa tante cose strane.
Esaminarono immediatamente la pentola, ma trovarono che il pasticcio
era l intatto come una moneta da due penny, e questo li stup pi che mai perchnon capivano cosa potesse essere l'affare che Harry si
portava in giro in un modo simile. Ma erano ben lontani
dall'immaginare quello che aveva combinato mentre loro stavano
ispezionando il cielo!
Bene, ad ogni modo il giorno passe il pranzo era pronto, e senza
dubbio c'era un bel po' di gente che vi prendeva parte. Il ministro
presbiteriano - un appetito senza fondo aveva, parola mia - aveva
incontrato il pastore metodista mentre erano diretti alla casa di Jack
Rafferty e, sapendo che poteva prendersi questa libert bene, aveva
insistito che quello pranzasse con lui; perch dopo tutto, perdinci,
a quei tempi i pastori di ogni specie vivevano nella picordiale
amicizia, non tutti divisi come ora - ma lasciamo perdere. Dunque,
avevano quasi finito la cena, quando Jack Rafferty stesso chiese a
Katty il pasticcio; ma aveva appena parlato che eccotelo venir dentro,
grosso come la pentola di una mensa.
- Signori, - disse, - spero che nessuno di voi si rifiuter di
assaggiare un boccone del pasticcio di Katty; non mi riferisco a
quello che ballava, che oggi partito per i suoi viaggi, ma a un suo
compagno ben fermo che Katty ha fatto dopo.
- Non rifiuteremo certamente, - rispose il prete; - forza Jack,
mettine un poco su quei tre piatti alla tua destra e mandali qui dal
clero e chiss - disse ridendo, perch era un uomo scherzoso e
allegro, - chiss Jack, forse non daremo un gran bell'esempio.
- Con tutto il cuore, reverendo e lor signori; parola mia nessuno di
voi ci ha mai dato un cattivo esempio in occasioni simili, e non ce lo
darete mai, sono pronto a giurarci. Vi assicuro che mi rincresce solo
di non potervi offrire un trattamento migliore; ma siamo gente
semplice, signori, e non potete aspettarvi di trovare qui quello che
trovereste in luoghi pialtolocati.
- Meglio un piatto d'erba, - disse il predicatore metodista, dove
regna l'armonia... - Ma non ebbe il tempo di continuare, perch con
suo grande stupore, il ministro presbiteriano si alzdalla tavola di
scatto, proprio mentre lui stava per inghiottire la prima cucchiaiata
di pasticcio, e prima di darvi il tempo di dire Jack Robinson, si
scatenin una danza vivace.
A questo punto entrdi corsa il figlio di un vicino a dire che stava
arrivando il parroco per vedere la nuova coppia di sposi e augurargli
ogni bene; e aveva appena parlato che il parroco apparve. Il reverendo
non seppe proprio cosa pensare al vedere il ministro presbiteriano
sgambettare come un matto. Comunque ebbe poco tempo per pensare;
perch prima di potersi sedere, salta su il predicatore metodista e,
puntando i pugni sui fianchi, si unisce all'altro con grande maestria.
- Jack Rafferty, - dice, - e, a proposito, Jack era il suo affittuario
- cosa caspita vuol dire tutto questo? - Sono sbigottito!
- Non ne ho la pipallida idea, - dice Jack; - ma non volete, Padre
Reverendo, assaggiare appena un boccone di pasticcio, solo perchgli
sposi possano avere l'onore di dire che avete mangiato al loro pranzo
di nozze? Se non volete farlo "voi", "chi" vorrfarlo mai?
- Bene, - dice il parroco, - lo farper far loro un piacere; proprio
un boccone soltanto. Ma, Jack, questo batte Bannagher (1), - dice
ancora, mettendosi in bocca una cucchiaiata di pasticcio, - si bevuto qui?
- Oh, neanche un "goccio", - dice Jack, - perchanche se in casa c' da bere in abbondanza, accidenti, sembra che i signori qui non ne
sentano il bisogno. A meno che non abbiano bevuto da qualche altra
parte, non riesco a capirci niente.
Aveva appena parlato, che il parroco, che era un uomo attivo, fece un
salto di una iarda, e, caspita, i tre ecclesiastici ci davano dentro a
ballare neanche avessero dovuto vincere una scommessa. Perdinci, come
potrei descrivervi in che stato erano tutti gli invitati vedendo una
cosa simile? Alcuni erano rauchi a forza di ridere; alcuni alzavano
gli occhi al cielo per lo stupore; molti li presero per matti e altri
ancora pensarono che dovevano aver alzato il gomito un tantino di
troppo.
- Per Dio, proprio una vergogna, - disse uno, - vedere tre eretici
pastori in un tale stato, e gia quest'ora! - Fulmini e saette, cosa
mai gli preso? - dicono altri, - caspita, si direbbe che siano
stregati. Santo Mos guarda che giravolte fa il metodista! E in
quanto al pastore, chi avrebbe mai immaginato che riuscisse a muovere
i piedi a questa velocit Per tutti i santi, balla e fa il passo
triplo come Paddy Horaghan, il maestro di danza in persona! E
guardate! Accidenti alla birba del parroco, non si trova a mal partito
con il 娑asso sul tagliere e di domenica per di pi Urr signori,
dopo tutto un bel divertimento - avanti! forza!
Era un gran bello spasso per loro, e non c'da meravigliarsene; ma
immaginate quel che provarono quando, tutto a un tratto, videro il
vecchio Jack Rafferty in persona balzare in mezzo agli altri e
mettersi a ballare meglio di tutti. Perdio, nessun divertimento poteva
arrivare a tanto, e non si sentivano altro che risate, grida
d'incoraggiamento e mani che battevano all'impazzata. Ora, non appena
Jack Rafferty lascila sedia dove era stato seduto a tagliare il
pasticcio, arriva Harry Connolly e si ficca al suo posto, per far
girare il pasticcio, naturalmente; e si era appena seduto ed ecco
arrivare Barney Hartigan, il suonatore di cornamusa. A proposito,
Barney era stato mandato a chiamare presto quel giorno, ma si trovava
fuori casa quando gli fu inviato il messaggio e non gli era stato
possibile venire prima.
- Perdinci, - disse Barney, - vi siete messi presto al lavoro,
signori! Cosa mai vuol dire tutto questo? Ma, che il diavolo mi porti,
ad ogni modo non vi mancherla musica finchci sarun soffio d'aria
nella cornamusa! - E cosdicendo attaccper loro la "Giga tacco e
punta" e poi "Bacia mia signora", dando il meglio di s
Nel frattempo l'allegria continuava piintensa e sfrenata che mai,
perch non bisogna dimenticare che Harry, quel vecchio furfante, si
prendeva cura del pasticcio e forse riusciva persino a distribuirlo a
velocitdoppia. Servper prima la sposa e, senza lasciarvi neppure
il tempo di dire bah, lei era l vispa e arzilla di fronte al
predicatore metodista, e quello fece un balzo di gioia davanti a lei
che portgli spettatori alle convulsioni. Ad Harry la cosa piacque, e
decise di trovare in fretta compagne anche per gli altri, percifece
circolare il pasticcio alla velocitdi un lampo; per farla breve, a
parte il suonatore di cornamusa, non c'era un paio di tacchi in tutta
la casa che non fosse occupato nella danza, come se ne andasse della
vita.
- Barney, - dice Harry, - assaggia un boccone di questo pasticcio;
scommetto che non hai mai mangiato un pasticcio gagliardo come questo;
prendi, alla tua salute! Provane un boccone, ottimo.
- Certo che voglio provarlo, - dice Barney. - Non sono tipo da
rifiutare una cosa buona; ma, Harry, fa' in fretta, perchsai che ho
le mani occupate e sarebbe mille volte un peccato non tenerle
impegnate nella musica, giche sono cosben disposte. Grazie Harry,
perdinci, un pasticcio straordinario; ma, sangue di rapa, cosa mi
prende?
Aveva appena parlato che saltsu, cornamusa e tutto, e si precipit in mezzo alla compagnia. - Urr alla salute, facciamo gran festa
stanotte. Evviva i ragazzi di Ballyboulteen! Avanti, reverendo - fate
girare la vostra dama - tacco e punta, pastore. Bene! Ben fatto, di
nuovo - avanti! Urr Per Ballyboulteen e per il cielo che ci sta
sopra!
Mi venga un accidente se s'mai vista una compagnia del genere al
mondo, o se si vedrancora! Il peggio, comunque, non era ancora
arrivato, perch proprio mentre le danze erano al massimo
dell'eccitazione e dell'entusiasmo, ecco che entra saltando in mezzo a
loro un altro pasticcio, agile e allegro come il primo! Questo era
troppo: avevano tutti sentito, anche i sacerdoti, dell'altro
pasticcio, e la maggior parte l'aveva anche visto, e sapevano che ci
doveva essere dentro un folletto, su questo non c'erano dubbi. Bene,
come ho detto, quello entra in mezzo alla ressa; ma la sua comparsa,
proprio l fu troppo. I tre ecclesiastici uscirono ballando, e dietro
a essi uscirono ballando tutti gli altri invitati, e tutti facevano
del loro meglio per dirigersi verso casa; nessuno per riusciva a
rompere il passo, avesse dovuto venir impiccato per questo. Parola
mia, vi avrebbe strappato anche l'ultima risata il vedere il parroco
che danzava lungo la strada, diretto a casa, e il pastore protestante
e quello metodista che ballavano proseguendo nella direzione opposta.
Per farla breve, alla fine danzarono tutti verso casa, senza pifiato
in corpo; la sposa e lo sposo danzarono verso il letto; e ora, amici,
venite a ballare il "Lago Horo" di fuori, nel fienile. Ma, vedete,
amici, prima di lasciarci, e per poter rendere chiara ogni cosa, farei
bene a dirvi che Harry, nell'attraversare il ponte di Ballyboulteen,
un paio di miglia a sud del muro di cinta della propriet del
colonnello Bragshaw, aveva visto il pasticcio che galleggiava sul
fiume (la veritche lo stava aspettando); sia come sia, lo aveva
tirato fuori: l'acqua l'aveva fatto diventare pulito come uno spillo
nuovo e Harry, nascondendolo nella falda del suo pastrano, era
riuscito, come tutti indovinate, suppongo, a sostituirlo mentre Paddy
Scanlan e la moglie stavano esaminando il cielo; in quanto all'altro,
era riuscito a stregarlo nella stessa maniera, facendoci entrare un
folletto: perch in verit era cosa risaputa che questo Harry era
宮ulo e camicia col 宴uon popolo Altri vi diranno che ci aveva
messo dentro mezza libbra di mercurio; ma non sembra probabile.
Ad ogni modo, amici, vi ho raccontato le avventure del Pasticcio Matto
di Ballyboulteen, ma non voglio raccontarvi molte altre cose che
successero al riguardo "che non vorrei dire una bugia".
NOTA 1: [Esiste il detto: 娘uesto batte Bannagher e Bannagher batte il
diavolo珠.
NOTA 2: Alcuni sostengono che uno stregone o una fattucchiera hanno il
potere di stregare un pasticcio mettendoci dentro un folletto; altri
invece affermano che un'adeguata dose di mercurio lo fardanzare per
mezza parrocchia.



TIR-NA-N-OG.

C' un paese chiamato T-na-n-Og (x) che significa il Paese dei
Giovani perchvecchiaia e morte non l'hanno scoperto - nvi si sono
avvicinate lacrime o forti risate. I boschi piombrosi lo ricoprono
in perpetuo. Un uomo vi si rece ne ritornato. Il bardo Oisin, che
andava vagando su un bianco cavallo, muovendosi sulla superficie della
spuma con la sua fatata Niamh, ci visse trecento anni e poi tornper
cercare i suoi compagni. Nell'attimo in cui toccterra con il piede,
i suoi trecento anni gli caddero addosso e si piega mete la sua
barba spazzil terreno. Prima di morire descrisse a Patrizio (1) il
suo soggiorno nella Terra della Giovinezza. Da allora molti l'hanno
vista, in diversi luoghi: alcuni nelle profonditdei laghi da dove
hanno udito levarsi un vago suono di campane; i pil'hanno vista
lontano all'orizzonte, mentre scrutavano dalle scogliere occidentali.
Neppure tre anni fa un pescatore ebbe l'impressione di averla scorta.
Non appare mai se non per annunciare qualche sconvolgimento nel paese.
Vi sono collegate molte credenze. Un pilota olandese residente a
Dublino disse al signor De La Boullage Le Cong, il quale nel 1614 era
in viaggio in Irlanda, che intorno ai poli c'erano molte isole, alcune
di difficile approdo a causa delle streghe che le abitano e che
distruggono con tempeste coloro che cercano di attraccare. Una volta,
al largo della costa della Groenlandia, a 61 gradi di latitudine, egli
aveva scorto e avvicinato una tale isola solo per vederla scomparire.
Navigando in una direzione opposta incontrarono la stessa isola, e
avvicinandosi in navigazione furono quasi distrutti da una furiosa
tempesta.
Secondo molte storie T-na-n-Og la residenza preferita dei
folletti. Alcuni dicono che triplice: l'isola dei viventi, l'isola
delle vittorie e una terra sommersa.

NOTA x: [vedi nota dell'autore in appendice].
NOTA 1: [San Patrizio primo evangelizzatore dell'Irlanda].











LA LEGGENDA DI O'DONOGHUE.

In un tempo coslontano che non se ne conosce l'epoca precisa, un
capo di nome O'Donoghue reggeva le terre che circondano il romantico
Lough Lean, ora chiamato il lago di Killarney. Saggezza, generosite
giustizia distinguevano il suo regno, e la prosperite la felicit dei suoi sudditi ne erano il naturale risultato. Si dice che fosse
rinomato per le sue imprese guerresche quanto per le sue virt in
tempo di pace; e a riprova del fatto che la sua amministrazione
interna pur essendo benevola non era meno rigorosa, si soliti
additare allo straniero un'isola rocciosa chiamata 峽a prigione di
O'Donoghue luogo in cui questo principe una volta aveva confinato il
suo stesso figlio per alcuni atti di turbolenza e insubordinazione.
La sua fine - perchnon puessere propriamente detta la sua morte -
fu misteriosa e singolare. Durante una di quelle splendide feste per
cui la sua corte era famosa, egli, circondato dai pieccellenti tra i
suoi sudditi, era impegnato in un racconto profetico degli avvenimenti
che si sarebbero succeduti nelle epoche a venire. I suoi ascoltatori
seguivano ora avvinti dalla meraviglia, ora infiammati d'indignazione,
bruciando dalla vergogna o abbandonandosi al dolore, mentre egli con
fedelte precisione narrava gli eroismi, le offese, i crimini e le
miserie dei loro discendenti. Nel mezzo delle sue predizioni egli si
levlentamente dal sedile, avanz con passo solenne, misurato e
maestoso verso le rive del lago e tranquillamente avanzsulla sua
rigida superficie. Quando ebbe quasi raggiunto il centro si ferm un
momento, poi, girandosi lentamente, guardin direzione dei suoi amici
e, muovendo le braccia in segno di saluto, scomparve dalla loro vista
con l'aspetto sereno di uno che prenda un breve commiato.
Il ricordo del buon O'Donoghue stato custodito dalle successive
generazioni con affettuosa venerazione, e si crede che all'alba di
ogni Calendimaggio, anniversario della sua sparizione, egli visiti di
nuovo i suoi antichi possedimenti; in genere solo a pochi privilegiati
permesso vederlo e questo onore costituisce sempre un auspicio di
buona fortuna per gli spettatori prescelti. Quando ci concesso a
molti, segno sicuro di raccolto abbondante - una benedizione la cui
mancanza non venne mai sentita dal popolo durante il regno di questo
principe.
Erano trascorsi alcuni anni dall'ultima apparizione di O'Donoghue.
L'aprile di quell'anno era stato piuttosto burrascoso e selvaggio. Ma
il mattino del primo di maggio la furia degli elementi si era del
tutto placata. L'aria era tranquilla e immobile; il cielo, riflesso
nel lago sereno, somigliava a un viso meraviglioso ma menzognero, i
cui sorrisi, dopo le emozioni pitempestose, inducono l'estraneo a
credere che appartenga a un'anima mai turbata da alcuna passione.
I primi raggi del sole nascente indoravano la parte alta della sommit di Glenaa, quand'ecco che le acque vicino alla costa orientale del
lago all'improvviso si fecero violentemente agitate, sebbene tutto il
resto della sua superficie fosse liscio e immobile come una tomba di
marmo levigato. Sopraggiunto il mattino, un'onda spumeggiante si
scagli in avanti e, come un orgoglioso cavallo da guerra dall'alta
criniera che esulti della sua forza, si precipitattraverso il lago
verso il monte Toomies. Dietro a quest'onda apparve un maestoso
guerriero completamente armato, in sella a un destriero bianco come il
latte; il suo pennacchio color della neve ondeggiava con grazia su un
elmo d'acciaio lucente e dietro di lui fluttuava una sciarpa azzurra.
Il cavallo, che sembrava esultare sotto il suo nobile peso, balz dietro all'onda sull'acqua che lo sosteneva come fosse terraferma,
mentre a ogni salto una miriade di spruzzi che scintillavano brillando
al sole del mattino veniva lanciata in alto.
Il guerriero era O'Donoghue; era seguito da innumerevoli giovani e
fanciulle che si muovevano leggeri e senza sforzo sulla superficie
dell'acqua come le fate lunari scivolano attraverso i campi dell'aria;
erano uniti da ghirlande di deliziosi fiori primaverili e ritmavano i
loro movimenti secondo le note di una melodia incantevole. Quando
O'Donoghue ebbe quasi raggiunto la sponda occidentale del lago, gir di colpo il suo destriero e diresse il suo corso verso la costa orlata
di boschi di Glenaa; era preceduto dall'onda enorme che si arriccie
spumeggifino all'altezza del collo del cavallo, le cui froge ardenti
fremevano al di sopra di quella. Il lungo corteo delle persone che lo
accompagnavano seguiva con giocose deviazioni la scia del suo capo e
avanzava con incomparabile agilital suono della musica celestiale,
finch quando entrarono nello stretto canale tra Glenaa e Dinis,
furono a poco a poco avvolti dalle nebbie che fluttuavano ancora a
tratti sul lago e svanirono alla vista degli stupiti osservatori. Il
suono della loro musica pergiungeva ancora all'orecchio, e l'eco,
raccogliendo le armoniose note, le ripeteva teneramente e le
prolungava in toni sempre pi sommessi, finch l'ultima debole
risonanza svane coloro che avevano ascoltato si svegliarono come da
un sogno di letizia.









LA SCADENZA DELLA PIGIONE.

- Oh, ahim Ahim Questo un mondo ben grande, ma noi cosa faremo e
dove andremo? - mormorBill Doody mentre sedeva su di una roccia
vicino al lago di Killarney. - Cosa faremo? Domani il giorno di paga
della pigione e Tim il Guardiano giura che se non paghiamo l'affitto
si intascherogni minima cosa che possediamo. E allora, di sicuro,
Judy e io e i poveri bambini saremo buttati fuori a morire di fame
sulla strada principale, perchio non ho neppure un mezzo penny per
pagare la pigione. Oh! Che sciagura che io dovessi campare per vedere
un tal giorno!
In questo modo Bill Doody lamentava il proprio duro destino,
riversando i suoi dolori sulle incuranti onde del pimeraviglioso dei
laghi, ed esse sembravano farsi gioco della sua tristezza mentre
gioivano sotto il cielo senza nubi di un mattino di maggio. Quel lago
scintillante nella luce del sole, cosparso di isole incantate,
rocciose e verdeggianti, circondato da maestose colline dalle tinte
cangianti, avrebbe potuto con la sua magica bellezza sollevare da ogni
melanconia, ma non dalla disperazione poich purtroppo,
Quanto poco s'accordano
la scena che offre il riposo
e il cuore che non puriposare!
Tuttavia Bill non era cos abbandonato come supponeva; c'era una
persona che lo stava ascoltando, uno a cui non avrebbe mai pensato, e
l'aiuto era a portata di mano, dove non se lo sarebbe potuto
aspettare.
- Cosa ti succede, pover'uomo? - disse un gentiluomo dall'aspetto alto
e imponente uscendo da una macchia di ginestroni. Ora, Bill stava
seduto su una roccia che dominava il panorama di un vasto campo; nulla
di ciche vi era, poteva rimanergli nascosto, tranne questa macchia
di ginestroni che cresceva in un avvallamento vicino alla riva del
lago. Fu perci non poco sorpreso dalla improvvisa apparizione del
gentiluomo e comincia chiedersi se il personaggio che gli stava di
fronte appartenesse o no a questo mondo. Presto, tuttavia, radunil
coraggio sufficiente per raccontargli di come era stato scarso il suo
raccolto, e che alcuni esseri cattivi gli avevano portato via con
l'incantesimo il burro, e che Tim il Guardiano lo aveva minacciato di
gettarlo fuori dalla fattoria se non avesse pagato ogni soldo della
pigione entro il mezzogiorno successivo.
- Una triste storia davvero, - disse lo straniero, - ma certo se tu
sottoporrai il caso all'amministratore del tuo padrone, non avril
cuore di gettarti fuori.
- Cuore, vostro onore? E dove lo prende un cuore un amministratore? -
esclamBill. - Vedo bene che vostro onore non lo conosce. E poi da un
bel po' di tempo tiene d'occhio la fattoria per un suo padrino; cos non mi aspetto affatto piet ma solo di essere cacciato.
- Prendi questo, pover'uomo, prendi questo, - disse lo straniero
versando tutta una borsa piena d'oro nel vecchio cappello che Bill,
nel suo dolore, aveva gettato per terra. - Tu paga l'affitto a
quell'individuo, ma io badera che non gli giovi affatto. Ricordo i
tempi in cui le cose andavano diversamente in questo paese, quando io
l'avrei impiccato in un batter d'occhio un essere cos
Queste parole andarono perdute per Bill, il quale era insensibile a
ogni cosa che non fosse la vista dell'oro, e prima che potesse
distoglierne lo sguardo e sollevare il capo per esprimere le sue
centomila benedizioni, lo straniero era sparito. Il contadino attonito
si guardintorno alla ricerca del suo benefattore e infine credette
di vederlo cavalcare sul lago a gran distanza su un bianco cavallo.
- O'Donoghue, O'Donoghue! - gridBill, - il buono, il benedetto
O'Donoghue -. E corse facendo capriole come un matto per mostrare
l'oro a Judy e per rallegrarle il cuore con la prospettiva di
benessere e di felicit
Il giorno seguente Bill non anddall'amministratore con aria servile,
il cappello in mano, gli occhi fissi in terra e le ginocchia che gli
si piegavano sotto, ma ritto e fiero, come un uomo conscio della sua
indipendenza.
- Ehi tu! Perchnon ti togli il cappello? Non sai che stai parlando a
un uomo di legge? - disse l'amministratore.
- Io so che non sto parlando al re, signore, - disse Bill, - e non mi
tolgo mai il cappello se non davanti a coloro che posso rispettare e
amare. L'Occhio che tutto vede sa che io non ho il dovere di
rispettare ndi amare un amministratore.
- Canaglia! - disse di rimando il funzionario mordendosi le labbra con
rabbia per una tale insolita e inaspettata opposizione. - Ti insegner io a essere cosinsolente un'altra volta. Ne ho il potere, ricorda!
- So che lo avete, a spese del paese! - disse Bill che rimaneva ancora
con la testa decisamente coperta come se fosse Lord Kingsdale in
persona.
- Ma avanti, - disse l'uomo di legge, - hai il denaro da darmi? Questo
il giorno di scadenza del fitto e se manca anche un solo penny o se
non c'la rata in corso dovuta per l'affitto del terreno, preparati a
sloggiare prima di sera perch non ne resterai un altra ora in
possesso.
- Ecco la vostra pigione, - disse Bill con una espressione impassibile
della voce e del viso, - fareste meglio a contarla e a darmi una
ricevuta per la rata in corso e il resto.
L'amministratore diede all'oro uno sguardo di meraviglia perchera
oro, vere ghinee e non banconote di piccolo taglio sporche e
stracciate che non sono buone neppure per accendere la pipa. Per
quanto l'amministratore avesse desiderato rovinare, come pensava di
fare, lo sfortunato affittuario, si prese l'oro e porse la ricevuta a
Bill che se ne andimpettito e fiero come lo un gatto dei suoi
baffi.
Tornando dopo un poco alla propria scrivania l'amministratore fu
stupito di vedere un mucchio di pagnotte allo zenzero invece del
denaro che vi aveva appoggiato. Diventfuribondo e imprec ma senza
alcun risultato; l'oro era diventato pane allo zenzero, ma con il
medesimo marchio delle ghinee: la testa del re; e Bill aveva in tasca
la ricevuta, per cui non era il caso che quello raccontasse alcunch sull'affare, perch si sarebbe solo fatto ridere dietro per le sue
disavventure.
Da quel momento Bill Doody divenne ricco; tutto quello che faceva
andava bene, ed egli spesso benedice il giorno in cui aveva incontrato
O'Donoghue, il grande principe che vive laggi sotto il lago di
Killarney.





LOUGHLEAGH (LAGO DI HEALING).

- Vedete quel laghetto? - disse il mio compagno volgendo lo sguardo
verso il pendio che sovrastava Loughleagh. - Ebbene, anche se lo
considerate cosa da poco e anche se ha un aspetto orribile con le sue
alghe e quei suoi lastroni di pietra, il pifamoso in tutta
l'Irlanda. Giovani e vecchi, ricchi e poveri, da luoghi vicini e
lontani, sono venuti su questo lago per essere curati dallo scorbuto e
da ogni piaga. Che il Signore ci mantenga le membra sane e salve,
perchben triste non poterle piusare. Solo la settimana scorsa
abbiamo avuto qui un nobilissimo Francese e benchsia arrivato sulle
stampelle, vi assicuro che se ne tornato a casa sano come un pesce,
pagando bene Billy Reily per averlo curato.
- E, di grazia, come lo ha curato Billy Reily?
- Oh, proprio bene. Ha preso la sua lunga pertica, l'ha immersa fino
in fondo al lago e in cima a quella ha riportato su tanta melma quanta
ne sarebbe bastata per un migliaio di piaghe!
- Che genere di melma?
- Che genere di melma? Melma nera, diamine! Non sapete che il fondo
del lago ricoperto da una specie di fango nero che cura tutto il
mondo?
- Allora deve essere proprio un lago straordinario.
- Straordinario davvero, - rispose il mio compagno; - eppure non per
i suoi rimedi che stanno laggiin fondo che famoso: non lo sanno
forse tutti, caspita, che sul fondo c'una bella cittdove quelli
del 宴uon popolovivono proprio come cristiani? Vi assicuro, vi sto
dicendo la verit Shemus-a-sneidh ha visto tutto questo quando ha
seguito la sua mucca scura che gli era stata rubata.
- Chi gliel'aveva rubata?
- Ora ve lo racconto. Shemus era un povero ragazzo che viveva con la
vecchia madre in una casupola sul ciglio della collina. Vivevano bene
o male, cercando di arrangiarsi meglio che potevano. Avevano un
pezzetto di terra che dava loro le patate, una piccola mucca scura che
forniva quel po' di latte e, considerati i tempi, non se la passavano
poi male, perchShemus era anche un ragazzo in gamba, e mentre badava
alla mucca tagliava l'erica e faceva scope che sua madre vendeva il
giorno di mercato riportandone a casa quel po' di tabacco, quei grani
di sale e quelle altre piccole cose senza cui un poveraccio non pu stare. Un giorno perShemus si spinse pilontano del solito su per
la montagna cercando dell'erica lunga, perchalla gente di cittnon
piace chinarsi, e preferiscono scope con il manico lungo. La piccola
mucca scura era furba quasi quanto un peccatore cristiano, e seguiva
Shemus come un cagnolino in qualsiasi posto egli andasse; aveva quindi
poco o punto bisogno di essere pascolata. Quel giorno aveva trovato
dei bei germogli in uno spiazzo rotondo, verde come un porro, e il
povero Shemus, stanco come lo puessere una persona nel mezzo di una
bella giornata d'estate, si sdraisull'erba per riposarsi, proprio
come noi adesso ci stiamo riposando qui, su questo mucchio di pietre.
Buon Dio! Non era sdraiato da molto quando, cosa vede? Niente meno che
un gran numero di "ganconer" (x) danzare lintorno. Alcuni giocavano
a "hurlg", altri davano calci a un pallone, altri ancora giocavano a
saltarello. Erano cos abili e vivaci che Shemus si divertiva
moltissimo a quell'esibizione; un piccolino con la pelle abbronzata lo
divertiva pid'ogni altro perchfaceva ruzzolare i compagni come
funghi. A un certo punto quello aveva tenuto il pallone per una buona
mezz'ora quando Shemus grid Ben fatto, giocatore! - Le parole non
gli erano ancora uscite del tutto di bocca che di colpo il pallone gli
arriv sugli occhi e gli fece vedere le stelle. Il povero Shemus
credette di essere diventato cieco e url - Mille volte maledizione!
- Ma l'unica cosa che udfu una forte risata. 夏a croce di Cristo sia
su di noi, - disse tra se s - Perchtutto questo? e dopo
essersi stropicciato gli occhi, questi cominciarono a funzionare di
nuovo: potriconoscere il sole e il cielo e poco dopo riusca vedere
tutto, tranne la sua mucca e i folletti dispettosi. Questi se n'erano
tornati al loro forte o al loro fossato, ma dov'era finita la piccola
mucca scura? Lui guardava e guardava, ma avrebbe anche potuto guardare
da quel giorno fino ad oggi e non sarebbe stato possibile scovarla; e
per una buona ragione: i "ganconer" l'avevano portata via con loro.
Shemus-a-sneidh pernon era persuaso, e corse a casa da sua madre.
- Dov'la mucca, Shemus? - domandla vecchia.
- Oh, perdinci, le venisse un accidente, - disse Shemus. Non so dove
sia!
- Furfante che non sei altro, questa una risposta da dare alla tua
povera vecchia madre? - disse quella.
- Oh, buon Dio! - disse Shemus, - non prendertela cosper niente. La
vecchia mucca sana e salva da qualche parte, ci scommetto, e potrei
anche trovarla se aguzzassi bene gli occhi; e, a proposito di occhi,
accidenti, ho avuto proprio la fortuna dalla mia parte, altrimenti non
ne avrei pinemmeno uno per badare alla mucca.
- Come? Cos' successo ai tuoi occhi, ragazzo mio? - domando la
vecchia.
- Oh! I folletti - che Dio ci protegga da ogni disgrazia e da ogni
male - non sono forse venuti a tirare la loro palla da hurling proprio
nei miei occhi? - Certo che sono rimasto cieco come una talpa per
un'ora.
- E, - disse la madre, - sono stati forse quelli del 宴uon popoloa
prendere la nostra mucca?
- No, non stato proprio nessuno di loro, - disse Shemus, perch per
tutti gli spiriti, quella mucca ne sa quanto un avvocato, e non
sarebbe stata tanto sciocca da andare dietro ai folletti quando poteva
avere un'erba come quella che le ho trovato oggi.
- Cos - continuil mio informatore, - parlarono della mucca per
tutta la notte, e la mattina seguente tutti e due si misero a
cercarla. Dopo aver frugato in ogni posto, da una parte e dall'altra,
cosa vide mai Shemus sporgere da una fossa della torbiera se non
qualcosa di molto simile alle corna della sua bestiola!
- Oh madre, madre, - esclam - l'ho trovata!
- Dove, figlio mio ? - domandla vecchia.
- Nella fossa della torbiera, madre, - rispose Shemus.
A sentire questo la povera vecchia mise su un tal putiferio da
chiamare a raccolta tutte le sette parrocchie; e presto i vicini
tirarono la mucca fuori dalla torbiera. Avreste giurato che era la
stessa, pernon lo era, come sentirete tra poco.
Shemus e sua madre si portarono a casa la bestia morta e, dopo averla
scuoiata, ne appesero la carne nel camino. La perdita di quel poco di
latte fu una cosa ben triste: ora avevano sun bel po' di carne, ma
non avrebbe potuto durare per sempre; inoltre l'intero circondario
trovava disgustoso che mangiassero la carne di una bestia che era
morta senza sanguinare. Ma il bello fu che in definitiva quella carne
non poterono mangiarsela, perchuna volta bollita era coriacea come
quella di una carogna e nera come un pezzo di torba. Ad addentare un
pezzo di quella carne c'era da credere di avere tra i denti un asse di
quercia, e avresti voluto sederti un bel po' lontano dal muro per
paura di batterci contro la testa quando mettevi quella roba sotto i
denti. Alla fin fine, tutto considerato, furono obbligati a gettarla
ai cani, ma i cani non volevano nemmeno annusarla, e cosfu buttata
nel fosso dove marc Questa disavventura causmolte amare lacrime al
povero Shemus perchora doveva lavorare due volte pisodo di prima,
e star fuori sulla montagna a tagliare erica dal mattino presto alla
sera tardi. Un giorno stava passando vicino a questo cumulo di pietre
con un carico di scope sulla schiena e sapete cosa gli capit di
vedere? La piccola mucca scura e due tipi con i capelli rossi che la
pascolavano.
- Quella la mucca di mia madre, - disse Shemus-a-sneidh.
- No che non lo - disse uno dei due.
- Vi dico di s - esclam Shemus gettando a terra le scope e
afferrando la mucca per le corna. Allora quelli dai capelli rossi la
condussero il pirapidamente possibile in questo posto scosceso, e
con un balzo quella si precipita gicon Shemus aggrappato forte alle
sue corna. Fecero un solo tonfo nel lago, le acque si chiusero su di
loro ed essi andarono gifino in fondo. Proprio quando Shemus-a-
sneidh pensava che fosse davvero la sua fine, si trovdavanti a un
sontuoso palazzo costruito con gioielli e ogni genere di pietre
preziose. Sebbene i suoi occhi fossero abbagliati dallo splendore del
luogo, caspita, egli ebbe abbastanza buon senso da non allentare la
presa; e nonostante tutto ciche i due facevano, lui non mollava le
corna della piccola mucca. Fu invitato dentro il palazzo ma non volle
entrarci. Alla fine il baccano diventcosgrande che la porta si
spalance cento dame e gentiluomini vennero fuori, belli come nessun
altro nel paese.
- Cosa vuole questo ragazzo? - disse uno di loro che sembrava essere
il padrone.
- Voglio la mucca di mia madre, - disse Shemus.
- Questa non la mucca di tua madre, - disse il signore.
- Sar forse cos - esclamShemus-a-sneidh. - Credi che non la
conosca bene come la mia mano destra?
- Dove l'hai persa? - chiese il signore. E cos Shemus si mise a
raccontargli tutto, di come era stato sulla montagna, di come aveva
visto quelli del 宴uon popolo che giocavano a hurling, come il
pallone gli era arrivato negli occhi e la sua mucca era andata
perduta.
- Credo che tu abbia ragione, - disse il signore tirando fuori la
borsa del denaro, - e qui c'per te il valore di venti mucche.
- No, no, - disse Shemus, - gli uccelli vecchi non li catturi con la
paglia. Prenderla mia mucca e nient'altro.
- Sei uno strano tipo. Fermati qui a vivere in un palazzo.
- Io preferisco vivere con mia madre.
- Sciocco ragazzo, - disse il signore. - Fermati qui a vivere in un
palazzo.
- Preferisco vivere nella capanna di mia madre.
- Qui potrai camminare in mezzo a giardini carichi di frutta e fiori.
- Preferisco tagliare erica sulla montagna, - disse Shemus.
- Qui puoi mangiare e bere quanto c'di meglio.
- Se ho la mia mucca posso di nuovo avere il latte con le patate.
- Oh! - dissero le dame radunandoglisi attorno. - Non vorrai davvero
portarci via la mucca che ci dil latte per il nostro t
- Beh, - disse Shemus, - mia madre vuole il latte tanto quanto ogni
altra persona, ed giusto che lo abbia; quindi non il caso che voi
discutiate. Devo riavere la mia mucca.
Allora si radunarono tutti intorno a lui e gli offrirono una gran
quantit d'oro, ma lui non voleva nient'altro che la sua mucca.
Vedendolo ostinato come un mulo, cominciarono a malmenarlo e
picchiarlo; ma lui si teneva ancora forte alle corna, finchun gran
colpo di vento lo fece volar via da quel luogo, e in un momento egli
si trov insieme alla sua mucca sulla riva del lago, le cui acque
sembrava non fossero state smosse dai tempi in cui Adamo era un
bambino - ed un bel po' di tempo fa.
Ebbene, Shemus-a-sneidh condusse a casa la mucca, e sua madre fu
proprio contenta di vederla; ma nel momento in cui disse: - Dio
benedica la bestiola! - quella si sgretolcome un blocco di torba che
si rompa. Questa fu la fine della mucca scura di Shemus-a-sneidh.
- E adesso, - aggiunse il mio compagno alzandosi, - ora che io mi
occupi della mia mucca bruna, e Dio guardi che i folletti non
l'abbiano rapita. L'assicurai che non doveva aver timore di questo e
ci lasciammo.

NOTA x: [vedi nota dell'autore in appendice].
NOTA 1: [Tradizionale gioco irlandese, simile all'hockey su prato].










L'ISOLA FANTASMA.

Fra tutte le isole, ce n'una di recente formazione che chiamano
峽'isola fantasma e che ebbe origine in questo modo. In una calma
giornata, emerse alla superficie del mare una gran massa di terra in
un punto in cui non ne era mai stata vista prima, con grande
meraviglia degli isolani che osservavano la cosa. Alcuni dissero che
era una balena o un altro enorme mostro marino; altri, notando che
rimaneva immobile, dissero: - No, terra -. Perch i loro dubbi
diventassero certezza alcuni giovani scelti dell'isola decisero quindi
di avvicinarsi di pial luogo con una barca. Quando perarrivarono
cos vicino da pensare che sarebbero ormai approdati, l'isola
sprofondnell'acqua e scomparve del tutto alla loro vista. Il giorno
seguente riapparve e di nuovo si prese gioco di quei giovani con lo
stesso inganno. Il terzo giorno, infine, mentre remavano alla sua
volta, seguendo il consiglio di un uomo pianziano, lanciarono contro
l'isola una freccia con uncini d'acciaio rovente e quando approdarono
la trovarono immobile e abitabile.
Questo episodio aggiunge una nuova prova alle molte che il fuoco il
pigrande nemico di ogni tipo di fantasma: al punto che quelli che
hanno visto delle apparizioni cadono in deliquio appena i loro sensi
vengono colpiti dallo splendore del fuoco. Perchil fuoco, per la sua
posizione e per la sua natura, il pinobile degli elementi, giacch testimone dei segreti del cielo.
Il cielo di fuoco, i pianeti sono di fuoco, il cespuglio arse di
fuoco ma non ne fu consumato; lo Spirito Santo si impose agli apostoli
sotto forma di lingue di fuoco.

















SANTI E PRETI.

In Irlanda ci sono dappertutto sorgenti sacre. La gente quando prega
laccanto, forma piccole pile di sassi, i quali saranno contati
nell'ultimo giorno di vita, e quelle preghiere avranno il loro peso. A
volte queste persone narrano delle storie. Di costoro sono i racconti
che seguono; trattano dei tempi antichi, di cui Re Alfred di
Northumberland scrisse:

Ho trovato nella bella Innisfail,
esiliato in Irlanda, valore di donne,
gravitdi uomini e gaiezza,
gran numero di chierici e di laici.

Oro e argento ho trovato, e denaro,
abbondanza di grano e di miele;
ricco di fede quel popolo di Dio,
tante le feste e molte le citt

Non ci sono martiri nelle storie. L'antico cronista Giraldus critic l'arcivescovo di Cashel perchin Irlanda nessuno aveva ricevuto la
croce del martirio. - Il nostro popolo puessere barbaro, - rispose
il prelato, - ma non ha mai levato le mani contro i santi di Dio;
tuttavia ora che venuto tra noi un popolo che sa come crearne (si
era proprio dopo l'invasione inglese), avremo martiri in abbondanza.
I corpi dei santi sono entitsdegnose. In un luogo chiamato Fourmile-
Water nella contea di Wexford c'un vecchio cimitero pieno di santi.
Un tempo era dalla parte opposta del fiume, ma vi seppellirono un
furfante, e di notte l'intero cimitero pass sull'altra sponda
lasciando il cadavere del furfante da solo. Sarebbe stato pisemplice
rimuovere solamente il furfante, ma quelli erano santi, e dovevano
fare le cose con stile.

L'ANIMA DEL PRETE.

Nei tempi antichi c'erano in Irlanda scuole famose dove si insegnava
alla gente ogni genere di sapere, e persino i pipoveri avevano a
quel tempo maggior cultura di molti nobili al giorno d'oggi. Quanto
poi ai preti, il loro sapere era superiore a quello di chiunque altro,
cosicch la fama dell'Irlanda si diffuse nel mondo intero e molti re
di terre straniere mandavano i loro figli fino in Irlanda per essere
educati alle scuole irlandesi.
Ebbene, c'era allora un ragazzino, studente in una di queste scuole,
che suscitava la meraviglia di tutti per la sua intelligenza. I suoi
genitori erano solo dei contadini, e quindi povera gente, eppure,
benchfosse cosgiovane e cospovero, non c'era figlio di re o di
signore che potesse eguagliare il suo sapere. Metteva in imbarazzo
persino i maestri perchquando cercavano di insegnargli, diceva cose
che essi non avevano mai udito, mostrando loro come erano ignoranti.
Una delle cose in cui eccelleva erano le dispute, e giungeva fino a
dimostrarvi che il nero era bianco e poi, quando vi eravate arresi -
perchnessuno poteva batterlo nella discussione - faceva marcia
indietro dimostrando che il bianco era nero o forse che al mondo non
c'era alcun colore. Quando crebbe, i suoi poveri genitori ne erano
cos orgogliosi che decisero di fare di lui un prete, cosa in cui
infine riuscirono malgrado si fossero ridotti quasi alla fame per
trovare il denaro. Ebbene, non c'era in Irlanda altro uomo colto come
lui, ed egli primeggiava nelle dispute come non mai, tanto che nessuno
poteva stargli alla pari. Persino i vescovi cercarono di discutere con
lui, ma dimostrava loro immediatamente che non sapevano nulla.
Ora, a quei tempi non c'erano insegnanti ma erano i preti che
istruivano le persone, e poichquest'uomo era il piintelligente
d'Irlanda, tutti i re stranieri gli mandavano i loro figli finch aveva posto in casa per accoglierli. Divenne per questo molto
orgoglioso, comincia dimenticare le sue misere origini e, cosa
peggiore d'ogni altra, comincipersino a dimenticare Dio, che l'aveva
fatto ciche era. Fu preso dall'orgoglio di dissertare, cosicchda
una cosa all'altra arriva provare che non c'era Purgatorio, e poi
che non c'era l'Inferno, poi il Paradiso, e poi che non c'era Dio; e
in ultimo che gli uomini non avevano l'anima, che non erano niente di
pi dei cani o delle mucche e che quando morivano era per loro la
fine. - Chi ha mai visto un'anima? - era solito dire. - Se siete in
grado di mostrarmene una, ci creder-. Nessuno sapeva darvi una
risposta e infine tutti loro giunsero a credere che, non essendoci un
altro mondo, ognuno poteva fare in questo quello che pigli piaceva;
il prete dava l'esempio e infatti si prese per moglie una bellissima
giovane. Ma poichnessun prete o vescovo in tutto il paese si lasci indurre a sposarli, fu costretto a leggersi da solo la funzione. Fu un
grande scandalo, ma nessuno osdire una sola parola perch tutti i
figli dei re erano dalla sua parte e avrebbero massacrato chiunque
avesse ostacolato il suo comportamento immorale. Poveri ragazzi; tutti
gli credevano, e pensavano che ogni parola che diceva fosse la verit
In questo modo le sue idee cominciarono a diffondersi e il paese
intero stava corrompendosi; ma una notte un angelo scese dal cielo e
disse al prete che aveva solo ventiquattr'ore da vivere. Questi
cominci a tremare e chiese un po' di tempo in pi Ma l'angelo fu
irremovibile e gli disse che non era possibile.
- A che scopo vuoi del tempo, peccatore? - chiese.
- Oh, signore, abbiate pietdella mia povera anima! insistette il
prete.
- Ma no! Hai un'anima allora! - disse l'angelo. - E quando l'hai
scoperto, di grazia?
- Si mossa in me dal momento in cui sei apparso, - rispose il prete.
- Che sciocco sono stato a non averci pensato prima!
- Uno sciocco davvero, - disse l'angelo. - A cosa serviva tutto il tuo
sapere se non era in grado di dirti che avevi un'anima?
- Ah, signor mio, - disse il prete, - se devo morire dimmi quando
potressere in Paradiso.
- Mai! - rispose l'angelo. - Hai negato che ci fosse il Paradiso.
- Allora mio signore, posso andare in Purgatorio ?
- Hai negato anche il Purgatorio: devi andare dritto all'Inferno, -
disse l'angelo.
- Ma signore, ho negato anche l'Inferno, - rispose il prete, quindi
non potete mandarmi neppure l
L'angelo rimase un po' sconcertato.
- Bene, - disse. - Ti dircosa posso fare per te. Tu adesso puoi o
vivere cent'anni sulla terra godendo di ogni piacere e poi essere
gettato nell'Inferno per sempre, oppure puoi morire fra
ventiquattr'ore fra i piterribili tormenti e passare dal Purgatorio
per rimanerci fino al Giorno del Giudizio, se solo riuscirai a trovare
una persona che creda: allora grazie alla sua fede ti verrconcesso
il perdono e la tua anima sarsalva.
Il prete non ci mise cinque minuti a prendere la sua decisione.
- Accoglierla morte fra ventiquattr'ore, - disse, - cos la mia
anima sarinfine salvata.
A queste parole l'angelo gli diede istruzioni su ciche doveva fare e
lo lasci
Allora il prete entrimmediatamente nella grande stanza dove erano
seduti tutti gli studiosi e i figli dei re e li apostrof
- Ora ditemi la verit e che nessuno abbia timore di contraddirmi;
ditemi cosa credete: gli uomini hanno un'anima?
- Maestro, - risposero, - un tempo credevamo che gli uomini avessero
l'anima, ma grazie al vostro insegnamento non lo crediamo pi Non c' Inferno, nParadiso e non c'Dio. Questo ciche crediamo, perch cosche ci avete insegnato.
Allora il prete impalliddi paura e grid
- Ascoltate, vi ho insegnato il falso. C'un Dio, e l'uomo ha
un'anima immortale. Ora credo tutto ciche prima ho negato.
Ma gli scoppi di risa che si levarono soffocarono la voce del prete,
poich essi pensavano che stesse solo mettendoli alla prova per
discutere.
- Provalo, maestro, - gridarono. - Provalo. Chi ha mai visto Dio? Chi
ha mai visto l'anima?
E la stanza fu scossa dalle loro risate.
Il prete si alzper risponder loro ma non potprofferire una sola
parola. Tutta la sua eloquenza, tutti i suoi poteri di argomentare lo
avevano abbandonato ed egli non poteva far altro che torcersi le mani
e urlare: - C'un Dio! C'un Dio! Che il Signore abbia pietdella
mia anima!
Cominciarono a prenderlo tutti in giro, e a ripetergli le sue stesse
parole, quelle che lui aveva insegnato loro:
- Mostracelo; mostraci il tuo Dio! - Allora il prete si allontanda
loro gemendo d'angoscia, perchaveva visto che nessuno credeva; come
poteva quindi essere salvata la sua anima?
Poi pensa sua moglie. 夏ei creder - disse tra s - Le donne non
abbandonano mai Dio
Si recda lei; ma la moglie gli disse che credeva solo in ciche lui
le aveva insegnato, e che una buona moglie dovrebbe credere a suo
marito prima e al di sopra di ogni altra cosa in cielo e in terra. Fu
preso allora dalla disperazione, si precipit fuori di casa, e
comincia chiedere a tutti quelli che incontrava se credevano. Ma da
ognuno di loro veniva la stessa unanime risposta: - Crediamo solo ci che ci avete insegnato, - poichla sua dottrina si era diffusa per il
paese in lungo e in largo.
Diventallora quasi pazzo di paura perchle ore stavano passando; si
getta terra in un luogo solitario e pianse e gemette dal terrore
perchil momento in cui doveva morire si approssimava veloce.
Proprio in quel momento un ragazzino si avvicin - Che Dio ti
protegga, - gli disse il fanciullo.
Il prete si scosse.
- Credi tu in Dio? - gli chiese.
- Sono venuto da un paese lontano per essere istruito su di lui,-
disse. - Potrebbe vostro onore indicarmi la scuola migliore che si
abbia da queste parti?
- La scuola migliore e il miglior maestro sono qui vicino, disse il
prete, e fece il proprio nome.
- Oh, non da quell'uomo, - rispose il fanciullo, - perchmi dicono
che nega Dio, il Paradiso e l'Inferno, e persino che l'uomo abbia
un'anima, con l'argomento che non la si puvedere; ma io lo metterei
subito a tacere -. Il prete lo guardtutto intento. - E come? -
domand
- Ebbene, - disse il fanciullo, - gli chiederei se crede di avere la
vita, e di farmela vedere.
- Ma non potrebbe farlo, ragazzo mio, - disse il prete. - La vita non
si puvedere. Noi l'abbiamo, ma invisibile.
- Allora se abbiamo la vita benchnon sia possibile vederla, possiamo
anche avere un'anima sebbene sia invisibile, - rispose il fanciullo.
Quando il prete lo udpronunciare queste parole cadde in ginocchio
davanti a lui piangendo di gioia, perchadesso sapeva che la sua
anima era salva; finalmente aveva incontrato una persona che credeva.
E raccontal ragazzino tutta la sua storia: ogni sua nefandezza, e
l'orgoglio, e le affermazioni blasfeme contro il sommo Dio; e come
l'angelo era venuto da lui e gli aveva detto quale fosse l'unico modo
in cui poteva essere salvato, attraverso la fede e le preghiere di
qualcuno che credeva.
- Adesso quindi, - disse al fanciullo, - prendi questo stilo e
colpiscimi il petto e continua a trafiggere la carne finchmi vedrai
in volto il pallore della morte. Poi guarda attentamente, perchuna
cosa vivente si librerdal mio corpo mentre muoio: allora saprai che
la mia anima ascesa alla presenza di Dio. E quando vedrai questo,
corri in fretta alla mia scuola e chiama tutti i miei studenti perch vengano a vedere che l'anima del loro maestro ha abbandonato il corpo
e che tutto ciche lui ha insegnato loro era una menzogna, perch esiste un Dio che punisce il peccato, e un Paradiso e un Inferno, e
l'uomo ha un'anima immortale destinata all'eterna felicit o al
tormento.
- Pregher - disse il fanciullo, - di avere il coraggio di fare
questa azione.
E si inginocchie preg Poi si alz prese lo stilo e lo affondnel
cuore del prete e colpancora finchtutta la carne fu lacerata; il
prete continuava tuttavia a vivere bench l'agonia fosse orribile,
perch non poteva morire finch non fossero trascorse le
ventiquattr'ore.
Finalmente la sua agonia sembrcessare e l'immobilitdella morte si
fiss sul suo viso. Allora il fanciullo, che guardava attentamente,
vide una meravigliosa creatura vivente con quattro ali bianche come la
neve che dal corpo del morto si innalzava nell'aria e volteggiava
intorno al suo capo.
Corse quindi a chiamare gli studenti, e quando essi videro ci
seppero tutti che si trattava dell'anima del loro maestro e stettero a
guardare con stupore e timore, finchessa scomparve alla loro vista,
nelle nuvole.
Questa fu la prima farfalla mai veduta in Irlanda, e ora tutti sanno
che le farfalle sono le anime dei morti che aspettano il momento in
cui potranno entrare in Purgatorio e passare cosalla purificazione e
alla pace attraverso i patimenti.
Ma le scuole d'Irlanda dopo di allora furono completamente
abbandonate, perchla gente diceva: - A che scopo andare coslontano
per imparare, quando l'uomo pisaggio di tutta l'Irlanda non sapeva
d'avere un'anima finch fu quasi sul punto di perderla, e solo
all'ultimo momento fu salvato dalla semplice fede di un fanciullo?

LA STORIA DELL'UCCELLINO (1).

Tanti anni fa c'era un uomo molto pio e santo, monaco in un convento;
un giorno se ne stava inginocchiato a pregare nel giardino del
monastero, quando udun uccellino cantare fra i cespugli di rose, e
mai al mondo aveva sentito un altro suono dolce come il canto di
quell'uccellino.
Il sant'uomo allora, per ascoltare quella canzone, si alzdal luogo
in cui era inginocchiato a pregare, perchpensava di non aver mai
udito nulla in vita sua di coscelestiale.
Dopo aver cantato ancora un po' sul cespuglio di rose l'uccellino vol via verso un boschetto a una certa distanza dal monastero e il
sant'uomo lo seguper ascoltare il suo canto, perchsentiva che non
si sarebbe mai stancato di udire la dolce canzone che usciva dalla sua
gola.
Poi l'uccellino andverso un altro albero lontano e lcant per un
po' di tempo, e quindi verso un altro albero e cosavanti allo stesso
modo ma sempre piinnanzi, lontano dal monastero, mentre il sant'uomo
continuava a seguirlo avanti e avanti e avanti ancora, ascoltando
sempre deliziato la sua canzone incantatrice.
Ma fu infine obbligato a smettere perchsi stava facendo tardi, e
ritornverso il convento; mentre vi si avvicinava sul far della sera,
il sole stava tramontando a occidente con i colori piparadisiaci che
mai si fossero visti al mondo, e quando entrnel convento era calato
il crepuscolo.
Fu molto sorpreso di tutto ciche vedeva perch attorno a lui nel
monastero c'erano solo facce estranee che non aveva mai visto prima e
il posto stesso e ogni cosa intorno sembravano stranamente cambiati:
nell'insieme appariva completamente diverso da ciche era quando egli
lo aveva lasciato al mattino, e il giardino non era simile a quello
dove era stato inginocchiato a pregare quando aveva udito per la prima
volta il canto dell'uccellino.
Mentre si stava meravigliando di tutto ciche vedeva, uno dei monaci
del convento si avvicine il sant'uomo gli si rivolse: Fratello, qual
la causa di tutti questi strani cambiamenti che sono avvenuti qui
dalla mattina?
Il monaco a cui si era rivolto sembr meravigliarsi moltissimo di
questa domanda e gli chiese che cosa intendesse con questi
cambiamenti dalla mattina perchdi certo non c'era stato alcun
cambiamento e tutto era esattamente come prima. Poi disse:- Fratello,
perchfai queste strane domande, e qual il tuo nome? Tu infatti
indossi gli abiti del nostro ordine anche se non ti abbiamo mai visto
prima.
Allora, a queste parole, il sant'uomo disse il proprio nome e raccont che al mattino era stato a messa in cappella prima di andarsene a
vagare lontano dal giardino, ascoltando la melodia di un uccellino che
cantava tra i cespugli di rose, vicino al posto dove era inginocchiato
a pregare.
Il fratello, mentre egli stava parlando, lo guardtutto intento e poi
gli disse che nel convento si tramandava di un monaco che portava il
suo nome, il quale aveva lasciato il monastero circa duecento anni
prima ma non si era mai saputo cosa ne fosse stato di lui.
Mentre ancora quello stava parlando, il sant'uomo disse: - L'ora della
mia morte giunta. Benedetto sia il nome del Signore per tutte le
grazie che riversa su di me attraverso i meriti del suo Figlio
unigenito.
Subito si inginocchie disse: - Fratello, accogli la mia confessione
perchl'anima mia sta trapassando.
Fece la sua confessione e ricevette l'assoluzione, poi gli venne data
l'estrema unzione e prima di mezzanotte mor
L'uccellino, vedete, era un angelo, uno dei cherubini o dei serafini;
e quello fu il modo in cui l'Onnipotente si compiacque di prendere a
Sl'anima del sant'uomo.

NOTA 1: T. C. Croker la scrisse, come lui stesso racconta, riportando
fedelmente, parola per parola, il racconto che gliene fece una vecchia
vicino a una fonte sacra.


LA CONVERSIONE DELLE FIGLIE DEL RE LAOGHAIR.

Una volta, mentre Patrizio e i suoi sacerdoti erano seduti accanto a
una fonte nel Forte di Croghan con dei libri aperti sulle ginocchia,
videro venire verso di loro le due giovani figlie del re del
Connaught. Era mattino presto ed esse andavano alla fonte per
bagnarsi.
Le giovani dissero a Patrizio: - Di dove siete, e da dove venite? -
Patrizio rispose: - Meglio per voi sarebbe confessarvi al vero Dio,
piuttosto che far domande sulla nostra provenienza.
- Chi Dio ? - chiesero le ragazze. - E dove Dio ? E di che natura
Dio? E dov'la sua dimora? Il vostro Dio ha figli e figlie, oro e
argento? E' eterno? E' bello? E Maria ha allevato lei suo figlio? Le
sue figlie sono belle e desiderate dagli uomini della terra? E' in
cielo o in terra, nel mare, nei fiumi, fra le montagne o nelle valli?
Patrizio rispose e fece loro sapere chi era Dio ed esse credettero e
furono battezzate e un drappo bianco fu messo loro sul capo; e
Patrizio chiese loro se volevano continuare a vivere o preferivano
morire e contemplare il viso di Cristo. Scelsero la morte e subito
spirarono e furono seppellite vicino alla fonte di Clebach.

IL RE O'TOOLE E LA SUA OCA.

Perdinci! Credevo che in tutto il mondo per lungo e per largo si fosse
inteso parlare di Re O'Toole. Beh, ma non si pumai dire fin dove
arriva l'ignoranza umana! Ebbene, signore, dovete sapere, giacchnon
l'avete sentito dire prima, che c'era un re chiamato O'Toole, il quale
era un buon vecchio sovrano nei giorni andati, tanto tempo fa, ed era
lui che possedeva le chiese in epoca lontana. Il re, vedete, era
proprio quello che ci voleva, una brava persona, e amava lo sport come
la sua stessa vita, in particolar modo la caccia; e fin dal levar del
sole, eccolo in piedi a inseguire il cervo oltre quelle montagne
laggi ed erano tempi meravigliosi.
Ebbene, tutto andper il meglio finchil re fu in salute, ma con
l'andar del tempo, vedete, il re invecchiperchaveva le membra
irrigidite, e quando fu colpito dagli anni il cuore gli fece cilecca e
lui fu completamente a terra per mancanza di distrazioni perch non
poteva pi andare a caccia; e, accipicchia, il povero re dovette
infine procurarsi un'oca che lo distraesse. Oh, potete ridere se
volete, ma la veritquella che vi sto dicendo; e il modo in cui
l'oca lo distraeva era questo: vedete, l'oca se ne andava a nuotare
nel lago, si immergeva a caccia di trote, il venerdpescava pesce per
il sovrano, e tutti gli altri giorni volava intorno al lago, svagando
il povero re. Tutto andava avanti nel modo migliore finch accidenti,
l'oca fu colpita dagli anni come il suo padrone e non poteva pi distrarlo, e fu cosche il povero re rimase del tutto sconsolato. Una
mattina, stava camminando in riva al lago lamentando il suo crudele
destino e pensando di annegarsi perchnella vita non poteva piavere
distrazioni, quando tutto d'un tratto, girando l'angolo laggi chi
vide se non un giovane dall'aria molto per bene che gli veniva
incontro?
- Dio vi protegga, - dice il re al giovane.
- Dio protegga voi, Re O'Toole, - dice il giovane.
- Ben detto, - dice il re; - io sono Re O'Toole, principe e
plenipotenziario di queste parti. Ma com'che l'avete saputo? dice.
- Oh, non ha importanza! - dice San Kevin.
Vedete, quello era San Kevin, proprio cos il santo in carne e ossa
travestito, e nessun altro. - Oh, non ha importanza, dice,- io ne so
anche di pi Posso permettermi di chiedervi come sta la vostra oca,
Re O'Toole ? - Per tutti i diavoli, ma come fate a sapere della mia
oca? - dice il re. - Oh, non badateci. Ma lo so per certo, - dice San
Kevin. Dopo aver parlato ancora un po' il re domanda: - Cosa siete
voi? - Sono un onest'uomo, dice San Kevin. - Bene, onest'uomo, - dice
il re,- e come fate a guadagnarvi il denaro cosfacilmente? - Facendo
diventare le cose vecchie buone come le nuove, - dice San Kevin.-
Siete forse un calderaio? - dice il re. - No, - dice il santo;- di
mestiere non sono un calderaio, Re O'Toole. Ho un mestiere migliore di
quello del calderaio, - dice. - Cosa ne direste se facessi diventare
la vostra vecchia oca buona come fosse nuova?
Caro mio, quando quello parldi far diventare l'oca buona come fosse
nuova si sarebbe detto che gli occhi del povero re stessero per
schizzargli dalle orbite. A questo punto il re fece un fischio e la
povera oca arrivdi filato come un cane da caccia, barcollando verso
il povero infermo, il suo padrone, ed erano uguali come due monete.
Appena messi gli occhi sull'oca il santo dice: - Vi far questo
lavoretto, Re O'Toole. - Per tutti i santi, - dice Re O'Toole, - se lo
fate dirche siete l'individuo piin gamba delle sette parrocchie. -
Oh, diamine,dice San Kevin, - dovete dire ben di pi Non ho il
cervello cosrammollito, - dice, - da ripararvi la vostra vecchia oca
per niente. Cosa mi date se ve lo faccio? Questa la questione,- dice
San Kevin. - Vi darqualsiasi cosa chiediate,dice il re. - Non va
bene? - Non potrebbe andare meglio, accidenti! dice il santo.- Questo
il modo di concludere gli affari. Ora,- dice, - ecco il patto che
far con voi, Re O'Toole. Mi darete tutta la terra su cui l'oca
voler questa la mia offerta, dopo che l'avrfatta diventare buona
come fosse nuova? - Ve la dar - dice il re. - Non vi rimangerete la
parola? - dice San Kevin. - Parola d'onore! dice Re O'Toole tendendo
la mano. Parola d'onore, - ripetSan Kevin.- L'affare fatto. Vieni,
- dice alla povera vecchia oca,- vieni qui vecchia disgraziata
paralitica, e io ti trasformerin un uccello arzillo -. E con queste
parole, caro mio, prende l'oca per le due ali e dice: Il mio segno
della croce sia su di te, impartendole nello stesso tempo la grazia
con il segno benedetto; e dopo averla gettata in aria: - Vai, dice
dandole solo una soffiata per aiutarla; e con ci perbacco, lei prese
il via volando proprio come un'aquila e facendo tante giravolte quante
ne fa una rondine prima di un acquazzone.
Ebbene, caro mio, era proprio un bello spettacolo vedere il re che se
ne stava in piedi con la bocca aperta a guardare la sua povera vecchia
oca che volava leggera come un'allodola e stava meglio che mai; e
quando quella atterr ai suoi piedi, le diede un colpetto sul capo
dicendo: - Figliola mia, tu sei la cosa pipreziosa che ci sia al
mondo. - E cosa dite a me, - dice San Kevin, - per averla trasformata
cos - Dico che niente supera l'arte degli uomini, se si eccettuano
le api. - E non dite niente di pi - dice San Kevin. - Dico che vi
sono grato, - fa il re. - Ma mi darete tutta la terra su cui l'oca ha
volato? dice San Kevin. - Lo far - dice Re O'Toole, - e di tutto
cuore, anche se dovrdare via l'ultimo acro. - Ma vero ci che
promettete?- Com' vero il sole, - dice il re. - Buon per voi Re
O'Toole che avete detto queste parole, - dice il santo, perchse non
l'aveste fatto ve lo sareste sognato di veder volare ancora la vostra
oca!
Quando il re mantenne ciche aveva promesso, San Kevin si compiacque
della sua condotta e quindi si fece riconoscere da lui. - Re O'Toole,
- dice, - siete un brav'uomo e io sono venuto qui solo per mettervi
alla prova. Non mi conoscete, - dice, perchsono travestito. -
Caspita, - dice il re, - chi siete? Sono San Kevin, - dice il santo
segnandosi. - Oh, Regina del Cielo! - dice il re facendosi il segno
della croce fra gli occhi e cadendo in ginocchio di fronte al santo, -
proprio con il grande San Kevin che sono stato a discorrere tutto
questo tempo senza saperlo, come se fosse un ragazzotto qualunque? E
cosvoi siete un santo? - dice il re. - Lo sono, - dice San Kevin.
Buon Dio, pensavo di parlare solo con un ragazzo dabbene, - dice il
re. - Beh, ora sapete la differenza, - dice il santo. - Sono San
Kevin, il pigrande di tutti i santi.
E cosil re finchvisse ebbe la sua oca, buona come fosse nuova, per
distrarlo. E il santo, venuto, come vi ho detto, in possesso della sua
propriet lo mantenne fino al giorno della morte dell'oca; cosa che
avvenne poco dopo, perchun venerdla poveretta credeva di stare per
prendere una trota ma, caro mio, si era sbagliata: invece di una trota
era un accidente di anguilla. Perdinci, anzich essere l'oca che
uccideva una trota per il pranzo del re, accipicchia, fu l'anguilla a
uccidere l'oca del re, e non la si potrebbe biasimare poi molto;
eppure l'anguilla non la mangi perchnon ostoccare cisu cui San
Kevin aveva posto le sue mani benedette.















SPIRITI DIABOLICI.

IL MULINO DEL DIAVOLO.

Vedete, signore, c'era una volta, molto tempo fa, un colonnello che
possedeva una proprietterriera qui attorno; ma, che Dio ci protegga,
si diceva che non ci fosse arrivato onestamente, anzi che avesse fatto
azioni disoneste ogni volta che gli era venuto opportuno.
Ebbene, si racconta che alla fine il diavolo - Dio ci benedica era
andato da lui e gli aveva promesso un mucchio di soldi e tutto ciche
il suo cuore poteva desiderare e anche di pi se in cambio avesse
venduto la sua anima.
Il colonnello era troppo furbo per farlo; pur essendo malvagio e lo
era abbastanza, Dio ne testimone - aveva un po' di riguardo per la
sua povera anima peccatrice, e non avrebbe ceduto se stesso al diavolo
costutto d'un colpo; tuttavia quella canaglia pens che avrebbe
potuto fare un patto con il vecchio compare per ottenere tutto quello
che voleva ma tenersi ancora al sicuro, perchera molto astuto e, vi
assicuro, era sempre all'altezza del vecchio Nick.
Bene, il patto concluso fu in questi termini: il diavolo doveva dargli
tutto l'oro che lui avrebbe chiesto e doveva lasciarlo in pace quanto
pipoteva - il tentatore gli promise un lungo periodo di tempo
dicendogli che sarebbe passato un bel po' prima che avesse
definitivamente bisogno di lui - e quando fosse giunto il momento
doveva tenergli gile mani di dosso fin tanto che lui fosse riuscito
a dare al diavolo qualche lavoro che quello non sapesse eseguire.
Cos concluso il patto, il colonnello disse al diavolo: Adesso dammi
tutto il denaro che voglio.
- Tanto quanto desideri! - dice il vecchio Nick. - Quanto ne vuoi?
- Devi riempirmi quella camera, - dice indicandone una maledettamente
grossa che aveva sgomberato apposta. - Devi riempirmi di ghinee d'oro
quella stanza fino al soffitto.
- E con piacere, - disse il diavolo.
Con ci signore, quello comincia gettare palate di ghinee nella
camera come un matto; il colonnello gli disse che appena aveva finito
andasse da lui nel suo salotto di sotto, e che poi sarebbe salito a
vedere se era stato di parola e aveva riempito la stanza di ghinee
d'oro. Quindi il colonnello scese e il vecchio lavoralacremente come
un campione, buttando dentro le ghinee a centinaia di migliaia.
Bene: lavorper un'ora e pi poi comincia stancarsi, e pensche
era ben strano che la stanza non si riempisse pi in fretta. Dopo
essersi riposato un poco, ricominci e si mise di buona lena al
lavoro: eppure la stanza non era piena di pi proprio per niente.
- Che mi venga un accidente, - dice il diavolo, - se ho mai visto una
cosa simile vicino o lontano, quasso laggi Non sono mai incappato
prima in una dannata camera come questa. Fino ad ora non sono riuscito
a ingozzarla, mentre un cuoco avrebbe ingozzato un tacchino. Ed eccomi
qui - dice - a perdere tutta la giornata: io che sono in grado con le
mie mani di lavorare ancora tanto, mentre questa camera non pi piena di cinque minuti fa.
Ma perdinci, mentre stava parlando vide il mucchio di ghinee in mezzo
al pavimento diventare ogni minuto pipiccolo, e alla fine stava
scomparendo npinmeno che il grano nella tramoggia di un mulino.
- Oh! Oh! - dice il vecchio Nick. - E' cosche ti comporti? - e corse
quindi sul mucchio d'oro che - lo pensereste mai! - se ne stava
scorrendo giattraverso un grosso buco che il colonnello aveva fatto
nel pavimento dal soffitto della camera di sotto: questo era il lavoro
cui si era dedicato dopo aver lasciato il diavolo, sebbene pretendesse
di star solo ad aspettare in salotto; e proprio l il diavolo, quando
guardgidal buco nel pavimento, vide il colonnello che, non
contento delle due stanze piene di ghinee, con una grossa pala stava
gettandole in un ripostiglio accanto, alla stessa velocit con cui
venivano gi Cos messa la testa attraverso il buco, chiamil
colonnello:
- Ehi, amico! - dice.
Il colonnello guardsu e diventbianco come un lenzuolo quando vide
che era stato scoperto e che due occhi rossi lo fissavano dal buco.
- Accidenti, alla malora la tua impudenza! - dice il vecchio Nick. -
Stai cercando di truffare me, scellerato che non sei altro?
- Oh, perdonami per questa volta, - dice il colonnello, - e sull'onore
di un gentiluomo, - dice, - mai pi..
- Sss, Sss! Briccone d'un ladro, - dice il diavolo. - Non sono affatto
arrabbiato con te, anzi mi piaci anche di pi perchsei cosfurbo.
Smettila di sgobbare laggi - dice. - Per adesso hai oro abbastanza,
e ogni volta che ne vorrai ancora, hai solo da dire una parola e sar sempre a tua disposizione.
Con questo, lui e il diavolo per quella volta si separarono, nio so
se dopo di allora si incontrarono spesso oppure no: al colonnello in
ogni caso non mancmai pidenaro, continuanzi a prosperare nella
vita e, come il detto, se avesse raccolto spazzatura per strada, in
mano sua si sarebbe trasformata in denaro; cosdopo un certo tempo
comprgrandi propriete divenne un uomo di grande importanza: non ce
n'era uno piimportante in Irlanda, vi assicuro.
Infine, dopo molti anni di prosperit il vecchio colonnello, oppresso
dagli anni, comincia provare nella sua coscienza apprensione per le
sue azioni scellerate, e aveva il cuore pesante man mano che lo
sopraffaceva la paura della morte; ma ecco che mentre aveva pensieri
costristi, giunse da lui il diavolo e gli disse che doveva seguirlo.
Beh! A dire la verit il vecchio ne fu scosso, ma si appellal
proprio coraggio e alla propria furbizia e disse al diavolo in tono
scanzonato, come per scherzo, che proprio allora aveva un affare
speciale, stava andando a una festa, e sperava che un vecchio amico
non l'avrebbe intralciato in quell'occasione.
Il diavolo disse che sarebbe ripassato l'indomani e che lui avrebbe
dovuto tenersi pronto; e senza fallo quella sera egli arriv Appena
il colonnello lo vide gli ricordil patto secondo cui fino a quando
fosse riuscito a dargli un qualche lavoro che non sapesse eseguire,
non sarebbe stato obbligato a seguirlo.
- E' vero, - dice il diavolo.
- Sono contento che tu tenga fede alla tua parola, comunque, dice il
colonnello.
- Finora non ho mai rotto una promessa! - dice il vecchio compare
drizzando fieramente le corna. - Sul mio onore!
- Ebbene, allora, - dice il colonnello, - costruiscimi un mulino
laggi vicino al fiume, e fa' che sia terminato per domani mattina.
- Il tuo volere il mio piacere, - dice il vecchio compare, e si
allontan e il colonnello, pensando di aver finalmente messo nel
sacco il vecchio Nick, se ne anda letto con la mente serena.
Ma, santi numi, la prima cosa che udil mattino seguente fu che
l'intero circondario stava correndo per vedere un bellissimo mulino
nuovo di zecca sulla riva del fiume, ldove la sera prima non c'era
assolutamente nulla se non giunchi, e tutti naturalmente si chiedevano
cosa mai l'avesse portato l qualcuno diceva che non era di buon
auspicio, molti altri avevano l'animo preoccupato, ma tutti
unanimemente dicevano che non era bene - e quello era proprio il
mulino che avete di fronte a voi.
Quando il colonnello sentquesto fu certamente pi preoccupato di
chiunque altro e comincia pensare cosa ancora potesse escogitare per
tenersi fuori dagli artigli del vecchio. Ebbene, aveva spesso sentito
dire che c'era una cosa che il diavolo non avrebbe mai saputo fare, -
e suppongo che l'abbiate sentito anche voi, signore, - e cioche non
sapeva costruire una corda con la sabbia del mare; cos quando
l'indomani il vecchio giunse da lui e gli disse che il lavoro era
terminato e che ora, fabbricato il mulino, doveva dirgli cos'altro
voleva veder fatto o venirsene via con lui, il colonnello rispose di
rendersi ben conto che per lui era finita. - Ma, - dice, - non mi
piacerebbe venire con te da vivo, e certamente a te, vivo o morto fa
proprio lo stesso.
- Oh, questo non va, - dice il suo amico, - non posso piaspettare.
- Non voglio che tu aspetti, mio caro amico, - dice il colonnello, -
tutto ci che voglio che tu ti compiaccia di uccidermi prima di
portarmi via.
- Con piacere! - dice il vecchio Nick.
- Ma mi prometti di lasciarmi la scelta di morire in un modo
particolare? - dice il colonnello.
- In una mezza dozzina di modi, se vuoi!
- Sei veramente molto gentile, - dice il colonnello. - Dunque, dice, -
mi piacerebbe morire impiccato da una corda fatta con la sabbia del
mare! - dice guardando il vecchio con uno sguardo d'intesa.
- Ne ho sempre una con me, - dice il diavolo, - per fare una
gentilezza ai miei amici -. E con citira fuori una corda fatta di
sabbia, proprio cos
- Stai solo giocando, vero? - dice il colonnello diventato bianco come
un lenzuolo.
- Il gioco mio, certamente, - dice il vecchio sogghignando con una
terribile risata.
- Non affatto una corda di sabbia, - dice il colonnello.
- Davvero? - dice il diavolo colpendolo in faccia con il capo della
corda: e la sabbia (perchera davvero fatta di sabbia) gli andin un
occhio e lo fece piangere per il dolore.
- Questo supera tutto quello che ho mai visto o sentito, - dice il
colonnello cercando di riprendersi e di fare un'altra proposta. - C' qualcosa che tu non sappia fare?
- Niente di ciche puoi dirmi, - dice il diavolo, - perci faresti
meglio a lasciar perdere le chiacchiere e venire subito via.
- Vorresti offrirmi ancora una possibilit
- Non te la meriti, - disse il diavolo, - ma non me ne importa! Perch vedete, signore, quello stava solo giocando con il vecchio peccatore e
lo stuzzicava.
- Va bene, - dice il colonnello. E a questo punto gli chiede se era
capace di fermare la lingua di una donna.
- Mettimi alla prova, - dice il vecchio Nick.
- Bene, - dice il colonnello, - allora fa' stare quieta per il
prossimo mese la lingua di mia moglie e te ne sargrato.
- Non ti darpifastidio, - dice il vecchio Nick. A queste parole il
colonnello sentpiangere e gridare, e la porta della sua camera venne
spalancata: sua figlia corse dentro e gli cadde ai piedi dicendogli
che la mamma era appena morta.
Nel momento in cui la porta si apr il diavolo corse a nascondersi
dietro a una grossa poltrona; il colonnello aveva quasi perso i sette
sensi per l'improvvisa morte della povera moglie, per non parlare del
pericolo che minacciava lui stesso, constatando come il diavolo lo
aveva abbindolato in ogni modo; dopo aver suonato il campanello per
chiamare i servi, e fatto riavere sua figlia dallo svenimento, stava
uscendo con lei dalla stanza quando il diavolo lo afferrper il fondo
della giacca; il colonnello fu obbligato a lasciar portare sua figlia
fuori dai servi, poi chiuse la porta dietro di loro.
- Bene, - dice il diavolo sogghignando e muovendo la coda proprio come
un cane quando contento, - che dici adesso?
- Oh, - dice il colonnello, - lasciami soltanto finchavrseppellito
la mia povera moglie, poi verrcon te, scellerato.
- Non insultarmi, - dice il diavolo, - faresti meglio a mantenere un
linguaggio a modo. Non da gentiluomini dimenticare le buone maniere.
Ebbene, signore, per farla breve il diavolo finse di lasciarlo stare
per pura gentilezza ancora per tre giorni, finchfosse sepolta sua
moglie; ma la ragione era questa: quando la signorina sua figlia era
svenuta, il padre le aveva allentato le vesti intorno alla gola, e
tirandole via in parte ciche indossava, aveva tolto una catena d'oro
che portava al collo e se l'era messa in tasca; la catena aveva una
croce (che Dio sia lodato) di diamanti, e il diavolo non osava toccare
il colonnello finchaveva addosso il segno della croce.
Dunque, il povero colonnello (che Dio lo perdoni) era afflitto per la
perdita della moglie; ella ebbe un funerale solenne, e dicono che
mentre venivano lette le preghiere sulla salma, il vecchio colonnello
ne ebbe il cuore colpito come non mai, e la parola di Dio infine
ritorna quella povera anima peccatrice.
Ebbene, signore, per farla breve, la conclusione di questo fu che
durante i tre giorni di grazia che gli erano stati concessi quel
povero incallito peccatore che si era illuso non fece altro che
leggere la Bibbia dal mattino fino a notte, e n un boccone n un
sorso passarono fra le sue labbra in tutto quel tempo; stette cos intento nella lettura del Libro Santo che non fece altro se non
rimanere seduto in una vecchia stanza nella parte piremota della
casa. Ordinche nessuno lo disturbasse, a nessun costo, e cercdi
infondere coraggio al suo cuore con le parole di vita; certo qualcosa
infine lo rese forte, quantunque non si sentisse tranquillo mentre si
avvicinava il momento in cui il nemico doveva arrivare, e non c'da
meravigliarsene. Ahim i tre giorni erano passati in un lampo, e si
dice che nell'ora pifonda della notte, quando il povero peccatore
stava leggendo piin fretta che poteva, il cuore, caro mio, gli balz in gola sentendo un colpetto sulla spalla.
- Oh, dannazione! - dice. - Chi l - perchaveva paura a guardare
in su.
- Sono io, - dice il vecchio, e se ne rimase dritto davanti a lui, con
gli occhi come carboni di fuoco che lo guardavano attentamente; poi
con una voce che quasi gli spezzil vecchio cuore dice: - Vieni!
- Un altro giorno! - gridil povero colonnello.
- Neppure un'altra ora, - dice Satana.
- Mezz'ora!
- Neanche un quarto ! - dice il diavolo sogghignando con una risata
sinistra. - Smettila di leggere, ti dico, e vieni via con me.
- Dammi solo qualche minuto.
- Finisci di cianciare, vecchio peccatore infido, - dice Satana.- Sai
benissimo che sei in mio potere di fatto e di diritto: con te ho fatto
un bell'affare, bestiaccia, - dice. Vieni con me immediatamente! - e
mise fuori le sue grinfie per acchiapparlo; ma il colonnello afferr ben stretta la Bibbia e lo pregcon insistenza di lasciarlo da solo e
non fargli del male fino a quando il pezzetto di candela, che stava
gi brillando di luce incerta nel portacandela di fronte a lui, si
fosse consumato.
- Va bene, te lo concedo, sporco vigliacco, - dice il vecchio Nick, e
a queste parole gli sputaddosso.
Ma il povero vecchio colonnello non perse un attimo (era davvero
astuto fino alla fine); strappdal candeliere quel po' di candela che
gli era di fronte, la mise nel Libro Santo che aveva davanti e chiuse
la copertina soffocando la fiamma. A questo punto il diavolo emise un
muggito come un toro e scomparve in un lampo di fuoco, e il povero
colonnello cadde svenuto nella sua sedia; i servi perudirono il
rumore (perchil diavolo aveva sconquassato il tetto della casa
nell'abbandonarla) e corsero nella stanza facendo rinvenire il loro
padrone. Da quel momento egli fu un uomo diverso, e aveva ogni giorno
l'abitudine di farsi leggere la Bibbia perchnon poteva pileggerla
lui stesso: infatti aveva perso la vista quando il diavolo l'aveva
colpito in faccia con la corda di sabbia e quando poi gli aveva
sputato addosso; in un occhio gli era andata la sabbia, e il secondo
lo perse in quell'altro bel modo, con rispetto parlando.

FERGUS O'MARA E I DEMONI DELL'ARIA.

Fra tutti i diversi tipi di folletti maligni che nei tempi antichi
hanno infestato i luoghi solitari d'Irlanda, i pitemuti dalla gente
erano i demoni dell'aria. Vivevano tra le nubi, le nebbie e le rupi e
odiavano la razza umana con la pi grande malvagit A quei tempi
viveva nel nord del Desmond (l'odierna contea di Cork) un uomo di nome
Fergus O'Mara. La sua fattoria era situata sul pendio meridionale
delle montagne di Ballyhoura, lungo le quali correva la strada aperta
che conduceva alla sua casa. Questa strada non era racchiusa tra
muretti o siepi, ma su entrambi i lati c'erano alberi sparsi e
cespugli che la riparavano in inverno e che la rendevano cupa e
malinconica quando di notte ci si avvicinava alla casa. Accanto alla
strada, un poco distante dalla casa, c'era un luogo che aveva una
brutta nomea in tutto il paese, una collina bassa, coperta fittamente
di sottobosco ceduo, con in cima una grande rupe scoscesa da cui,
nelle notti di tempesta, si erano spesso sentiti rumori strani e
spaventosi: voci acute e grida insieme a forti risate demoniache; la
gente credeva che fosse il ritrovo dei demoni dell'aria. In qualche
modo si era venuto a sapere che questi demoni avevano messo gli occhi
su Fergus e sorvegliavano ogni opportunitper averlo in loro potere.
Lui stesso molti anni prima era stato messo in guardia su questo da un
vecchio monaco del vicino convento di Buttevant, il quale gli aveva
inoltre detto che fino a quando avesse condotto una vita retta e
irreprensibile non avrebbe dovuto aver paura dei demoni; ma se mai
avesse ceduto alla tentazione o fosse caduto in qualche grosso
peccato, allora l'opportunitche quelli stavano aspettando giorno e
notte sarebbe arrivata. Fergus non aveva mai dimenticato questo
avvertimento e fece molta attenzione a rigar dritto, sia perchera
per natura un brav'uomo sia per paura dei demoni dell'aria.
Un po' di tempo prima dell'avvenimento che stiamo per riportare, uno
dei figli di Fergus, una dolce ragazzina sui sette anni, si ammale
mor La piccola si era consumata lentamente ma senza provare dolore e
man mano che si era andata aggravando la sua debolezza, si era fatta
pi affettuosa e gentile che mai e parlava in un modo meraviglioso,
del tutto al di sopra della sua et della lucente terra verso cui
stava andando. Di una cosa era particolarmente preoccupata, che nel
momento della morte le lasciassero tenere in mano una candela
benedetta. Giudicavano che fosse molto strano che coscontinuamente
pensasse e parlasse di questo; ma pi e pi volte s'era fatta
promettere da sua madre e suo padre che sarebbe stato fatto cos E
con la candela benedetta in mano spir cosserenamente e dolcemente
che quelli intorno al letto non seppero dirne il momento preciso.
Circa un anno dopo, nella luminosa mattina di una domenica d'ottobre,
Fergus si incamminper andare a messa. Il luogo era a circa tre
miglia di distanza, e non era una chiesa, ma un vecchio forte isolato
ancora oggi chiamato Lissanaffrin, il Forte della Messa. Un
rudimentale altare di pietra grezza era situato su un lato, vicino al
tumulo del forte, sotto un piccolo riparo che proteggeva anche il
prete, e la comunit partecipava alla funzione all'aria aperta sul
verde spiazzo centrale. A quei tempi infatti c'erano molte zone che
non avevano chiese e la gente si radunava per queste messe all'aperto
con tutta la fede con cui lo facciamo ora, nelle nostre maestose e
comode chiese. La famiglia era andata prima, gli uomini a piedi, le
donne e i bambini a cavallo, e Fergus si avvia piedi da solo.
Proprio mentre si avvicinava alla Rupe dei Demoni fu molto sorpreso
nell'udire l'impaziente abbaiare di cani, e dopo un attimo un grosso
cervo balzdal sottobosco vicino alla rupe con tre segugi che lo
seguivano in piena caccia. Nessuno, nell'intero circondario, amava una
buona battuta di caccia pidi Fergus o aveva gambe piveloci per
rincorrere, e senza un momento di esitazione comincil'inseguimento.
Dopo pochi minuti persi fermdi colpo perchsi era ricordato della
messa e sapeva che c'era poco tempo da perdere. Mentre era l titubante il cervo sembr rallentare il passo e i cani gli si
avvicinarono: in un attimo Fergus si lanci a tutta velocit dimenticando la messa e tutto il resto nella sua passione per quello
sport. Ma la caccia risult essere lunga e faticosa. A volte
rallentavano ed egli era quasi alla coda dei segugi, ma un momento
dopo sia il cervo che i cani si slanciavano avanti lasciandolo molto
indietro. Certe volte erano bene in vista, ma poi scomparivano in
boschetti e gole profonde, cosicch poteva farsi guidare solo dai
latrati dei cani. In questo modo fu attirato oltre valli e colline, ma
invece di guadagnare terreno egli si trova rimanere indietro.
La messa era finita e la gente si era dispersa in direzione delle
proprie case, e tutti si meravigliavano di non aver visto Fergus,
perchnessuno ricordava che mai prima fosse mancato. Sua moglie
ritornaspettandosi di trovarlo a casa, ma quando arrivil cuore le
si riempd'ansia perchnon c'erano notizie di lui e nessuno l'aveva
visto da quando al mattino si era avviato per andare a messa.
Nel frattempo Fergus continu nell'inseguimento finchfu stanco e
alla fine, proprio al limite di una selvaggia brughiera, sia il cervo
che i segugi scomparvero dietro uno sperone di roccia e lui li perse
del tutto. Nello stesso momento il latrato dei cani si mut in
spaventose urla e risa, come quelle che aveva udito pidi una volta
giungere dalla Rupe dei Demoni. E ora, seduto su di un'altura per
riposarsi, ebbe tutto il tempo di riflettere su ciche aveva fatto, e
fu sopraffatto dal rimorso e dalla vergogna. Per di piil cuore gli
mancin petto pensando agli ultimi suoni che aveva udito, perch capiva di essere stato distolto dalla messa dagli astuti stratagemmi
dei demoni ed ebbe paura fosse giunto il pericoloso momento che il
monaco gli aveva predetto. Si alze si avvinella direzione di casa
sperando di raggiungerla prima di sera, ma non era ancora arrivato a
met strada che cal il buio e si avvicinun temporale con forte
vento e pioggia, scoppi di tuoni e lampi. Fergus perera forte ed
energico e conosceva ogni curva della montagna; si fece strada
attraverso il temporale finchgiunse alla Rupe dei Demoni.
Di colpo nelle sue orecchie scoppiarono gli stessi rumori che aveva
udito quando aveva perso di vista la preda: urli e grida e risate. Una
grossa e frastagliata nuvola nera girando vorticosamente con furiose
raffiche di vento apparve dalla rupe e venne verso di lui spazzando e
lacerando. Facendosi il segno della croce per il terrore e mormorando
una breve preghiera si affrettverso casa. Ma il turbine pass pi vicino, ed egli infine in una specie di luce oscura e indistinta vide
la nuvola nera piena di facce spaventose che lo guardavano fisso con
odio e che si facevano sempre pipresso. In quel momento una luce
splendente scese dal cielo e si fermdi fronte alla nuvola, e quando
Fergus guardin alto vide la sua bambina volare nell'aria fra lui e i
demoni, tenendo in mano una candela accesa. E sebbene il temporale
stesse infuriando e ruggendo tutto intorno, lei era molto serena: non
un alito di vento agitava i suoi lunghi capelli biondi, e la candela
bruciava lentamente. Persino nel mezzo del proprio terrore Fergus pot osservare la sua faccia pallida e dolce e i suoi occhi azzurri proprio
come quando era viva: ora non mostravano traccia di malattia o di
tristezza, erano anzi illuminati di gioia. I demoni sembrarono
arretrare di fronte alla luce e con gran frastuono si lanciarono verso
l'altro fianco di Fergus con la nuvola nera che continuava a muoversi
insieme a loro e ad avvolgerli nelle sue pieghe frastagliate; ma
l'angioletto volattorno leggero continuando a tenersi tra loro e suo
padre.
Fergus camminava veloce verso casa e la nube di demoni gli turbinava
sempre furiosamente intorno, portando con sun vortice di vento che
ululava fra gli alberi e i cespugli e li strappava dalle loro radici;
ma ancora la bambina, sempre tenendo la candela verso di loro,
continua fluttuare tranquilla lintorno e a proteggerlo.
Egli giunse infine a casa sua; la porta era semiaperta perch la
famiglia era dentro che aspettava il suo ritorno e ascoltava intanto
con stupore e paura i rumori che si avvicinavano; lui si precipit attraverso la soglia e cadde bocconi. In quel momento la porta, bench nessuno fosse lvicino, venne chiusa violentemente e i chiavistelli
sbarrati. Gli corsero attorno in ansia per sollevarlo, ma lo trovarono
in uno stato di svenimento simile alla morte. Intanto il frastuono di
fuori si faceva piforte che mai e infuriava tutt'attorno alla casa:
un vortice di vento impetuoso con urla e grida di rabbia e un gran
calpestio, come se ci fosse una intera compagnia di uomini a cavallo.
Alla fine peri rumori sembrarono allontanarsi sempre pidalla casa
e gradatamente si persero in lontananza. A quel punto il temporale
cesse la notte divenne calma e bellissima.
Quando Fergus si riebbe dal suo svenimento la luce del sole brillava
dalle finestre e allora raccont la sua storia spaventosa; ma
passarono diversi giorni prima che si fosse completamente ripreso
dagli orrori di quella notte. Quando quel mattino la famiglia usc
c'era intorno e accanto alla casa una terribile desolazione: alberi e
cespugli sradicati e il terreno tutto calpestato e sconvolto. Dopo
questo fatto non fu mai piudita dalla rupe la gazzarra dei demoni, e
si pensche essi l'avessero abbandonata per trasferirsi in qualche
altro luogo di ritrovo.



L'UOMO CHE NON AVEVA MAI CONOSCIUTO LA PAURA.

C'era un tempo una signora che aveva due figli i cui nomi erano Louras
(Lawrence) e Carrol. Fin dal giorno della sua nascita Lawrence non
aveva mai avuto paura di nulla; Carrol invece non usciva mai di casa
dal momento in cui calava il buio della notte.
A quel tempo era uso, quando una persona moriva, che la gente
vegliasse a turno la tomba del morto, perchera frequente che dei
profanatori andassero in giro a rubare i cadaveri.
Quando la madre di Carrol e Lawrence mor Carrol disse a Lawrence:
- Dici che nulla ti ha mai fatto paura, ma scommetto con te che questa
notte non avrai il coraggio di vegliare la tomba di tua madre.
- Scommetto che l'avr - disse Lawrence.
Quando giunse la sera, Lawrence indossla spada e andal cimitero.
Si sedette su una pietra tombale vicino alla fossa di sua madre finch fu notte fonda e cominciad avere sonno. Scorse allora una grossa
cosa nera che gli veniva incontro, e quando quella gli fu vicino vide
che era una testa senza il corpo. Sguainla spada per colpirla se si
fosse avvicinata, ma quella non lo fece. Lawrence rimase a guardarla
fincharrivla luce del giorno; allora la testa-senza-corpo se ne
ande Lawrence torna casa.
Carrol gli chiese se avesse visto qualcosa nel cimitero.
- S - disse Lawrence, - e il corpo di mia madre sarebbe scomparso se
non gli avessi fatto la guardia.
- La persona che hai visto era morta o viva? - disse Carrol.
- Non so se era morta o viva, - disse Lawrence. - Non era altro che
una testa senza corpo.
- Non hai avuto paura? - dice Carrol.
- No di certo, - dice Lawrence. - Non lo sai che niente al mondo mi ha
mai fatto paura?
- Scommetto ancora con te che questa notte non avrai il coraggio di
vegliarla di nuovo, - dice Carrol.
- Accetterei la scommessa, - disse Lawrence, - se non mi mancasse una
notte di sonno. Va' tu, questa notte.
- Non andrei al cimitero questa notte per tutto l'oro del mondo,- dice
Carrol.
- Se tu non vai, al mattino il corpo di tua madre sar scomparso, -
dice Lawrence.
- Se solo veglierai questa notte e domani notte non ti chiedermai
pidi fare un turno di lavoro finchvivrai, - disse Carrol; - ma
penso che tu abbia paura.
- Per farti vedere che non ho paura, - disse Lawrence, veglier
And a dormire e quando sopraggiunse la sera, si alz si mise la
spada e andal cimitero. Si sedette su una pietra tombale vicino alla
fossa di sua madre. Verso la metdella notte udavvicinarsi un forte
rumore. Una grossa cosa nera venne fino alla fossa e cominci a
scalzare la terra. Lawrence sollevla spada, con un colpo fece a met la grossa cosa nera, con un secondo colpo fece metdi ogni mete non
la vide pi
Al mattino Lawrence anda casa e Carrol gli chiese se avesse visto
qualcosa.
- S - disse Lawrence, - e se solo non fossi stato l il corpo di
mia madre sarebbe sparito.
- E' venuta di nuovo la testa senza corpo? - chiese Carrol.
- No, ma era una grossa cosa nera, e stava scavando la fossa di mia
madre finchio l'ho tagliata a met
Lawrence quel giorno dorme quando venne la sera si alz si mise la
spada e and al cimitero. Si sedette su una pietra tombale finch arrivla mezzanotte. Vide allora una cosa bianca come la neve e
odiosa come il peccato; aveva la testa da uomo e i denti lunghi come
la macchina per cardare il lino. Lawrence sollevla spada e stava per
assestarle un colpo quando quella disse:
- Trattieni la mano; hai salvato il corpo di tua madre e non c' in
Irlanda un uomo coraggioso come te. Ti aspettano grandi ricchezze se
andrai a cercarle.
Lawrence torna casa e Carrol gli chiese se avesse visto nulla.
- S - disse Lawrence, - e se non fossi stato lil corpo di mia
madre sarebbe sparito, ma adesso non c'pipericolo.
Il mattino del giorno seguente Lawrence disse a Carrol:
- Dammi la mia parte di denaro; me ne andrin viaggio per conoscere
un po' il paese.
Carrol gli diede il denaro e lui si incammin And avanti finch giunse a una grande citt Entrallora nella casa di un fornaio per
procurarsi del pane. Questi comincia discorrere con lui e gli chiese
se stesse andando lontano.
- Sto andando a cercare qualcosa che mi metta addosso paura, disse
Lawrence.
- Hai molto denaro? - disse il fornaio.
- Ho la metdi cento sterline.
- Ne scommetto con te altre cinquanta che proverai paura se andrai nel
posto che ti indico, - dice il fornaio.
- Accetto la tua scommessa, - disse Lawrence, - se solo il luogo non troppo lontano.
- Non neppure a un miglio da dove sei ora, - disse il fornaio.-
Aspetta qui finchviene la sera e poi va' al cimitero e come segno
che ci sei stato portami il calice che c'sull'altare della vecchia
chiesa del cimitero.
Quando il fornaio aveva fatto la scommessa era certo che avrebbe vinto
perch nel cimitero c'era un fantasma e prima di allora, per
quarant'anni, nessuno era entrato, senza che quello lo avesse ucciso.
Quando scese il buio della notte, Lawrence indossla spada e andal
camposanto. Arrivalla porta del cimitero e la colpcon la spada. La
porta si apre venne fuori un grosso ariete nero con due corna lunghe
come un correggiato. Lawrence lo colpe quello spardalla sua vista,
lasciandolo nel sangue fino alle caviglie. Poi Lawrence entr nella
vecchia chiesa, prese il calice, ritornalla casa del fornaio, gli
diede il calice e vinse la scommessa. Il fornaio allora gli chiese se
avesse visto qualcosa nel cimitero.
- Ho visto un grosso ariete nero con lunghe corna, - disse Lawrence, -
e gli ho dato un colpo che gli ha cavato fuori tanto sangue quanto ne
servirebbe a far navigare una barca; certamente a questa ora deve
essere morto.
La mattina del giorno dopo il fornaio e molta gente andarono al
cimitero e videro il sangue dell'ariete nero sulla porta. Si recarono
dal prete e gli dissero che l'ariete nero era stato scacciato dal
camposanto. Il prete non credette loro, perchil cimitero era chiuso
da quarant'anni a causa dello spettro che vi era dentro e npreti n frati avevano potuto scacciarlo. Insieme agli altri il prete andalla
porta del cimitero e quando vide il sangue riprese coraggio e mand a
chiamare Lawrence e udla storia dalla sua stessa bocca. Poi manda
prendere i suoi strumenti per benedire e invitla gente a entrare che
avrebbe letto loro la messa. Il prete entre Lawrence e la gente lo
seguirono; poi lesse la messa senza che arrivasse, come al solito, il
grosso ariete nero. Se ne rallegrmolto il prete, e diede a Lawrence
altre cinquanta sterline.
Il mattino del giorno seguente Lawrence se ne andper la sua strada.
Viaggitutto il giorno senza vedere una casa. Verso la mezzanotte
giunse in una valle molto solitaria e vide una grande adunata di gente
che guardava due uomini giocare a hurling. Lawrence stette a
osservarli perchla luna mandava una luce splendente. Era il 宴uon
popolo che stava giocando, e non passmolto tempo che uno di loro
diede un colpo alla palla e la mandin petto a Lawrence. Questi segu la palla con la mano per rilanciarla e cos'era se non la testa di un
uomo? Quando Lawrence l'ebbe afferrata la testa comincia strillare e
poi gli chiese:
- Non hai paura?
- No di certo, - disse Lawrence, e appena ebbe detto queste parole sia
la testa che la gente scomparvero e lui fu lasciato tutto solo nella
valletta.
Prosegufino ad arrivare a un'altra citt e dopo aver mangiato e
bevuto a sufficienza si rimise in cammino e continuad andare finch giunse a una grande casa a lato della strada. Poichla notte stava
avvicinandosi entrper vedere se poteva avere un posto per dormire.
Sulla porta c'era un ragazzo che gli disse:
- Dove stai andando o di che cosa sei in cerca?
- Non so dove io stia andando, ma sto cercando qualcosa che mi metta
addosso la paura, - disse Lawrence.
- Allora non devi andare lontano, - disse il giovane. - Se ti fermi in
quella grossa casa dall'altra parte della strada, prima del mattino ti
verrmessa addosso la paura e io ti darventi sterline, per giunta.
- Mi ci fermer - disse Lawrence.
Il giovanotto andcon lui, aprla porta e lo condusse in una grande
stanza al fondo della casa dicendogli: - Preparati un fuoco e io ti
manderda mangiare e da bere in abbondanza -. Lawrence si preparun
fuoco e l lo raggiunse una ragazza che gli porttutto quel che
voleva.
Andavanti benissimo finchgiunse mezzanotte e allora ud un forte
rumore sopra la testa e non pass molto tempo che entrarono uno
stallone e un toro i quali cominciarono a combattere. Lawrence non si
mise mai contro di loro nse ne allontane quelli, quando furono
stanchi di combattere, uscirono. Egli si addormente non si svegli fino a quando, il mattino, entril giovanotto, che fu sorpreso di
vederlo vivo. Gli domandse avesse visto qualcosa.
- Ho visto uno stallone e un toro combattere con furia per circa due
ore, - disse Lawrence.
- E non hai avuto paura ? - disse il giovane.
- No, - rispose Lawrence.
- Se tu aspetti ancora questa notte ti daraltre venti sterline, -
dice il giovanotto.
- Aspetter con piacere, - dice Lawrence.
La seconda notte, press'a poco alle dieci, Lawrence stava per
addormentarsi quando entrarono due arieti neri e cominciarono a
combattere con violenza. Lawrence non si mise mai contro di loro nse
ne allontane quando suonla mezzanotte se ne uscirono. Al mattino
arriv il giovanotto e gli chiese se la notte precedente avesse visto
qualcosa.
- Ho visto due arieti neri che combattevano, - disse Lawrence.
- Non hai avuto affatto paura? - disse il giovanotto.
- No, - disse Lawrence.
- Aspetta questa notte e ti dar altre venti sterline, - dice il
giovanotto.
- Va bene, - dice Lawrence.
La terza notte stava addormentandosi quando entrun vecchio uomo
grigio che gli disse:
- Tu sei il migliore eroe d'Irlanda. Io sono morto vent'anni fa e in
tutto questo tempo sono stato alla ricerca di un uomo come te. Vieni
con me ora, e ti mostrerle tue ricchezze; quando stavi sorvegliando
la tomba di tua madre ti ho detto che c'erano grandi ricchezze in
serbo per te.
PortLawrence in una camera sotto terra e gli mostr una grande
pentola piena d'oro, poi gli disse:
- Avrai tutto questo se darai venti sterline a Mary Kerrigan, la
vedova, e otterrai per me il suo perdono per un torto che le ho fatto.
Poi compra questa casa, sposa mia figlia e sarai ricco e felice finch vivrai.
Il mattino dopo il giovanotto arriv da Lawrence e gli chiese se
avesse visto qualcosa la notte precedente.
- S - disse Lawrence, - ed certo che ldentro ci sarsempre uno
spettro, ma nulla al mondo potrebbe spaventarmi. Se volete comprerla
casa con il terreno circostante.
- Non chiedo soldi per la casa ma non mi disferdel terreno per meno
di mille sterline, e sono sicuro che non possedete una tale somma.
- Io posseggo pi di quanto servirebbe a comprare tutta la terra e
tutte le mandrie che avete, - disse Lawrence.
Quando il giovanotto sentche Lawrence era cosricco, lo invit ad
andare a cena con lui. Lawrence lo segue quando la figlia del
defunto lo vide, se ne innamor
Lawrence andalla casa di Mary Kerrigan e le diede venti sterline,
ottenendo il suo perdono per il morto. Poi sposla sorella del
giovanotto ed ebbe una vita felice. Morcome aveva vissuto, senza
aver mai provato cos'la paura.



















IL DIAVOLO.

IL GATTO DEMONIACO [vedi nota dell'autore in appendice].

C'era in Connemara una donna, moglie di un pescatore, e poichl'uomo
era molto fortunato, essa aveva sempre da parte un bel po' di pesce
pronto per essere portato al mercato. Ma con suo grande disappunto
aveva trovato che un grosso gatto di notte entrava e divorava tutto il
pesce pibello e di miglior qualit Tenne quindi accanto a s un
bastone e decise di stare in guardia.
Un giorno mentre stava filando insieme a una donna, la casa divenne
tutto a un tratto buia e la porta venne spalancata come da una raffica
di bufera, mentre un enorme gatto nero entre anddritto verso il
fuoco; poi si gire ringhicontro di loro.
- Caspita, questo certamente il diavolo, - disse una ragazzina che
era lvicino e stava scegliendo il pesce.
- Ti insegnerio a insultarmi! - disse il gatto, e saltandole addosso
le graffiun braccio fino a farlo sanguinare. Eccoti, disse quello, -
un'altra volta sarai pieducata quando un signore verra trovarti -.
E con questo andalla porta e la serrper impedire che qualcuno di
loro potesse uscire, perchla ragazzina, piangendo forte di paura e
di dolore, aveva fatto una corsa disperata per fuggire.
Proprio in quel momento un uomo stava passando laccanto, e udendo le
grida, spalancla porta e cercdi entrare; ma il gatto rimaneva
sulla soglia e non lasciava passare nessuno. L'uomo allora lo attacc con il suo bastone e gli assestun bel colpaccio; il gatto per era
un osso duro da battere, infatti gli si scaglicontro e tanto gli
grattla faccia e le mani che l'uomo infine girsui tacchi e corse
via piin fretta che pot
- Adesso ora di cena, - disse il gatto drizzandosi per esaminare il
pesce che era disteso sulle tavole. - Spero che oggi il pesce sia
buono. Bene, non disturbatemi e non fate storie. Posso servirmi da
solo -. E con cisaltsu e cominci a divorare tutto il pesce
migliore mentre ringhiava alla donna.
- Via, va via di l bestiaccia! - gridquella dandogli un colpo con
le molle del fuoco che, se solo non fosse stato un demonio, gli
avrebbe spezzato la schiena. - Via di l niente pesce per te, oggi.
Ma il gatto le fece solo un sogghigno e continua lacerare, rovinare
e divorare il pesce, senza evidentemente risentire neppure un po' del
colpo. A questo punto le due donne lo aggredirono con dei bastoni e
gli diedero dei colpi tanto forti che sarebbero bastati a ucciderlo.
Il gatto allora le fulmincon lo sguardo e sputfuoco; poi, con un
salto, graffiloro la testa e le braccia fino a farne scorrere il
sangue, e le donne terrorizzate scapparono di casa urlando.
Ben presto per la padrona di casa ritorn portando con suna
bottiglia di acqua benedetta, e guardando dentro vide il gatto che
stava ancora divorando il pesce senza badarle. Cosgli arrivsopra
in silenzio e senza una parola gli butt addosso l'acqua benedetta.
Aveva appena finito di farlo che un denso fumo nero riempla stanza,
e attraverso la foschia non si poteva vedere nient'altro se non i due
occhi rossi del gatto che ardevano come carboni infuocati. Poi il fumo
a poco a poco si dirade la donna vide il corpo di quell'essere che
bruciava lentamente, finchdivenne secco e nero come un tizzone, e
finalmente scomparve. Da quel giorno il pesce non fu pitoccato n rovinato, perchil potere del maligno era stato spezzato, e il gatto
demoniaco non fu mai pivisto.










IL LUNGO CUCCHIAIO.

Una mattina d'estate il diavolo e l'uomo che passava a riscuotere le
imposte di casa in casa nella zona di Bantry si accinsero a decidere
su una scommessa che avevano fatto la sera precedente sopra una
caraffa di punch. Volevano vedere chi al tramonto avrebbe avuto il
bottino migliore ma nessuno dei due doveva prendere qualcosa che non
fosse stato offerto con il consenso del donatore. Passando vicino a
una casa udirono una povera donna gridare alla figlia indolente: - Ma
guarda che roba! Che il diavolo ti porti, pigraccia d'una ragazza! Hai
intenzione di alzarti oggi? - Oh, oh! - disse l'agente delle imposte,
- qui c'lavoro per te, Nick. - Caro mio, - disse l'altro, - queste
parole non le sono venute dal cuore; dobbiamo proseguire -. Passando
di fronte alla capanna successiva, una donna sul muretto del recinto
stava gridando al marito che dentro casa si aggiustava una scarpa: -
Oh! Va all'inferno! Non hai rinchiuso i maiali, ed eccoli che stanno
scavando con il grugno nei solchi delle patate. Che il diavolo se li
porti a quel paese! - Un'altra fortuna inaspettata per te, - disse
l'uomo del calamaio, ma il vecchio ladrone scosse le corna e agitla
coda. Cosproseguirono, e al nero compare vennero offerti molti altri
premi senza che lui ne prendesse nemmeno uno. C'era un ragazzo che
giocava a biglie mentre avrebbe dovuto usare le mani nei campi per
tagliare il grano; e poi c'era un fannullone d'un servo che dormiva
con la faccia nell'erba quando avrebbe dovuto sarchiarla. Nessuno
aveva pensato a offrire nemmeno un bicchiere di latticello all'uomo
delle imposte, e infine il sole si trov a meno di mezzo piede
dall'orlo del monte Cooliagh. Proprio in quel momento stavano
oltrepassando Monamolin quando una povera donna, che fuori dalla porta
della capanna scolava la sua cena nel colabrodo, vedendo i due che
stavano in piedi presso il recinto, url - Oh! Ecco l'uomo delle
tasse. Che il diavolo se lo porti via di corsa! Finalmente ho preso
qualcosa! - dice Nick.
- Oh no, no! Non le veniva dal cuore, - dice l'esattore. Certo! Veniva
dal punto piprofondo del cuore. Non hai piscampo. Vieni dentro il
sacco, - dice aprendo la bocca del grande sacco nero.
E, sia stato o no visto dopo di allora il diavolo fare la stessa
strada, certo nessuno potpiscorgere il suo compagno.







LA CONTESSA KATHLEEN O'SHEA.

Molto, molto tempo fa comparvero improvvisamente nell'antica Irlanda
due mercanti sconosciuti di cui nessuno aveva mai udito parlare, che
per conoscevano perfettamente la lingua del paese. Avevano capelli
neri trattenuti da cerchi d'oro e i loro abiti erano di una rara
magnificenza.
Sembravano entrambi della stessa et avevano l'apparenza di uomini di
cinquant'anni perch la loro fronte era piena di rughe e la barba
sfumata di grigio.
Nella locanda dove erano scesi i pomposi commercianti, si era cercato
di penetrare nelle loro intenzioni, ma invano; conducevano una vita
quieta e riservata e mentre erano fermi in quel luogo non avevano
fatto che contare e ricontare, tirandoli fuori dalle loro borse, pezzi
d'oro il cui giallo splendore poteva essere visto dalle finestre del
loro alloggio.
- Signori, - disse un giorno la padrona della locanda, - com' che
essendo cos ricchi, e quindi in grado di soccorrere la miseria del
popolo, non fate alcuna opera buona?
- Gentile locandiera, - rispose uno di loro, - non abbiamo osato fare
l'elemosina all'onesto poveretto per timore di essere ingannati da
coloro che si fingono poveri. Lasciate che il bisogno bussi alla
nostra porta e apriremo.
Il giorno seguente quando si sparse la voce che erano arrivati due
ricchi stranieri pronti a donare il loro oro, una folla assedi il
loro appartamento, ma le facce di coloro che ne uscivano erano molto
varie: alcuni avevano sul volto un'espressione di orgoglio, altri di
vergogna.
I due compari commerciavano in anime per il demonio. Le anime dei
vecchi valevano venti pezzi d'oro, non un soldo di pi perchSatana
aveva avuto il tempo di fare la sua valutazione. L'anima di una
signora veniva valutata cinquanta quando era bella e cento se era
brutta. L'anima di una giovinetta raggiungeva una somma strepitosa: i
fiori pifreschi e puri sono i picari.
A quel tempo viveva in citt un angelo di bellezza, la contessa
Kathleen O'Shea. Era l'idolo del popolo e la provvidenza per gli
indigenti. Appena venne a sapere che questi miscredenti approfittavano
della miseria del popolo per rubare cuori a Dio, chiam il suo
maggiordomo.
- Patrick, - gli disse, - quanti pezzi d'oro ci sono nei miei
forzieri?
- Centomila.
- Quanti gioielli?
- Lo stesso valore dell'oro.
- Quante proprietin castelli, boschi e terre?
- Il doppio del resto.
- Molto bene, Patrick; vendi tutto ciche non oro e portami il
ricavato. Voglio solo tenere questa dimora e i terreni che la
circondano.
Due giorni dopo furono eseguiti gli ordini della pia Kathleen, e il
tesoro fu distribuito ai poveri in proporzione ai loro bisogni.
Questo, dice la tradizione, non s'accordava coi propositi del maligno,
che non trovava pianime da acquistare. Con l'aiuto di un servo
infame, penetrarono nel rifugio della nobile dama e le trafugarono il
resto del suo tesoro. Invano lottKathleen con tutta la sua forza per
salvare il contenuto dei forzieri: i ladri diabolici furono piforti.
Se Kathleen avesse potuto farsi il segno della croce - aggiunge la
leggendali avrebbe messi in fuga, ma le sue mani erano impedite. Il
furto fu compiuto.
I poveri chiesero ancora aiuto alla derubata Kathleen ma, ahim senza
alcun risultato: non poteva pisoccorrere la loro miseria. Dovette
abbandonarli alla tentazione.
Intanto, dovevano trascorrere solo otto giorni prima che grano e
provvigioni arrivassero in abbondanza dalle terre d'occidente. Otto
giorni come quelli erano un'eternit Otto giorni richiedevano una
somma enorme per alleviare le esigenze della carestia e i poveri
dovevano o soccombere nell'agonia della fame o, negando le sante
massime del vangelo, vendere a scopo di lucro le loro anime, il dono
pi prezioso della prodiga mano dell'Onnipotente. E Kathleen non
possedeva nulla perchaveva dato anche la sua casa agli infelici.
Pass dodici ore in lacrime e lamenti, strappandosi i capelli del
colore del sole e battendosi il petto bianco come un giglio; poi si
alzrisoluta, animata da un intenso sentimento di disperazione.
Si recdai mercanti d'anime.
- Cosa volete? - chiesero.
- Comprate anime?
- S ancora qualcuna a vostro dispetto. Non forse cos santa dagli
occhi di zaffiro?
- Oggi vengo a offrirvi un affare, - ella replic
- Cosa?
- Ho un'anima da vendere, ma costa cara.
- Che importa, se preziosa ? L'anima come il diamante valutata
dalla sua trasparenza.
- E' la mia.
I due emissari di Satana fecero un balzo. I loro artigli erano serrati
sotto i guanti di pelle, gli occhi grigi mandavano faville. L'anima
pura, senza macchia, virginea di Kathleen... era un acquisto
inestimabile.
- Bella signora, quanto chiedete?
- Centocinquantamila pezzi d'oro.
- Al vostro servizio, - risposero i commercianti, e porsero a Kathleen
una pergamena con un sigillo nero che ella con un brivido firm
Le venne versata la somma.
Appena giunse a casa disse al maggiordomo: - Ecco, distribuisci
questo; con il denaro che ti do i poveri possono resistere durante gli
otto giorni che ancora restano, e neppure una delle loro anime verr consegnata al demonio.
Dopodichsi chiuse nella sua camera e diede ordine che nessuno la
disturbasse.
Passarono tre giorni: Kathleen non chiam nessuno nuscdalla
stanza.
Quando la porta venne aperta la trovarono fredda e rigida: era morta
di dolore.
Ma la vendita della sua anima, cosadorabile nella sua carit fu
annullata dal Signore, perch Kathleen aveva salvato i suoi
concittadini da morte eterna.
Passati otto giorni, molti vascelli portarono nell'Irlanda in preda
alla carestia ingenti provviste di grano. Non era pipossibile avere
fame. Per quanto riguarda i commercianti, scomparvero dalla locanda
senza che nessuno sapesse pi che cosa ne fosse avvenuto. Ma i
pescatori dell'Acqua Nera sostengono che, per ordine di Lucifero,
giacciono incatenati in una prigione sotterranea finch non
riusciranno a restituire l'anima di Kathleen che era loro sfuggita.

I TRE DESIDERI.

In tempi lontani viveva un uomo di nome Billy Dawson, conosciuto per
essere un gran furfante. Dicono che fosse disceso dalla famiglia dei
Dawson e questa - suppongo - era la ragione per cui portava il loro
nome.
Billy, nei giorni della sua giovinezza, era il miglior campione
d'Europa nel non fare nulla, e non c'era l'ombra d'essere umano che
potesse uguagliarlo o stargli vicino in quanto a pigrizia; e in
conseguenza della sua gran pratica a vivere in tal modo, potete star
sicuri che se mai uomo potesse con quella farsi una fortuna, Billy
l'avrebbe fatta.
Billy era l'unico figlio di suo padre, a parte due figlie; ma quelle
non hanno niente a che fare con la storia che vi sto raccontando. In
realtfu grazie al padre e al nonno se Billy era cosdi casa sia con
la furfanteria che con la pigrizia; era infatti risaputo che nessun
membro della sua stirpe aveva mai fatto un'azione onesta se non con
intenzioni disoneste. In breve, era tutto sommato una gran bella
parentela ed era una garanzia di buona reputazione. In quanto a Billy,
tutta la scelleratezza della famiglia, sia quella semplice che quella
con i fronzoli, gli era derivata a mo' di eredit era infatti
successo che il padre, malgrado tutta la sua astuzia, non avesse nulla
da lasciargli se non la propria furfanteria.
Billy, per fargli giustizia, migliorla fortuna che aveva ricevuto:
ogni giornata lo vedeva addentrarsi di pinella disoneste nella
povert finchalla lunga fu conosciuto da tutti per essere il pi completo imbroglione e il pimisero vagabondo dell'intera parrocchia.
Il padre di Billy, quando era giovane, era stato spesso costretto a
constatare l'inconveniente di non avere un mestiere a causa di qualche
bel punto della legge chiamata 夏egge sugli Ambulanti che a volte
gli dava dei fastidi. A causa di questi inconvenienti prese la
decisione di dare un'occupazione a Bill e lo mise quindi a bottega da
un fabbro; ma era un enigma per il padre se Bill doveva viverci o
morirci con i suoi maneggi, sebbene i vicini dicessero che entrambe le
cose erano molto probabili. In ogni caso fu messo a imparare il
mestiere da un fabbro ferraio per sette anni e il suo padrone ebbe del
filo da torcere a trattare con lui. Per poichBill era un tale
fannullone e un tale furfante che tenerlo a posto avrebbe fatto
scappare la pazienza a un santo, egli adottil metodo giusto.
- Bill, - gli disse il suo padrone un giorno in cui lui era andato a
prendere il sole vicino ai fossi invece di badare ai suoi lavori, -
Bill, ragazzo mio, mi fa male al cuore vederti in un tale cattivo
stato di salute. Tu sei molto malato di quel disturbo che si chiama
"ubiquitudine"; - dice, - penso perdi poterti curare. Niente ti far star meglio che tre o quattro forti dosi al giorno di una medicina
chiamata olio di nocciolo. Adesso prendine la prima dose, - dice. E
immediatamente lo colpcon un randello di nocciolo fino a far sche
a Bill le ossa facessero male per una settimana.
- Se tu fossi mio figlio, - disse il padrone, - ti assicuro che,
finch mi rimanesse un briciolo di buon senso in zucca, ti farei
cambiare strada io. Se lavorare fosse un peccato, Bill, non ci sarebbe
mai stato un mangiapane piinnocente di te. Di brava gente ce n' poca, tu pensi; comunque sia te lo do come un avvertimento: devi
prendere la tua medicina finchsarai guarito, in qualsiasi momento ti
capiti di avere un simile attacco di male.
Da allora in poi fece sgobbare Bill e appena ritornava quel disturbo
non mancmai di dargliene una bella dose perchmigliorasse.
Col passar del tempo perBill divenne uomo e fu padrone di se stesso,
ma avrebbe messo in imbarazzo un santo sapere se la cosa che il mondo
apprezzava di pinel giovane fosse l'uomo o il padrone.
Prese subito moglie, e non c'ombra di dubbio che se lui la teneva a
whiskey e zucchero, lei lo teneva ad acqua bollente. Bill beveva e lei
beveva; Bill bisticciava e lei bisticciava; Bill era pigro e lei era
pigra; Bill la bastonava e lei bastonava Bill. Bill le faceva venire
un occhio nero e lei faceva altrettanto, solo per tenersi in pari. Mai
venne benedetta una coppia cosben assortita: ed era proprio un bello
spettacolo vederli tutti e due, all'ora di colazione, ammiccare l'un
l'altro attraverso il cesto delle patate, Bill con il suo occhio
destro nero e lei con il sinistro.
In breve, erano sulla bocca di tutto il paese; e vedere Bill al
mattino che barcollava ubriaco verso casa, con le maniche della
camicia arrotolate sulle braccia sporche di fuliggine, il petto nudo e
un vecchio grembiule di pelle sbrindellato con un angolo rimboccato
sotto la cintura, che un momento cantava, e quello dopo bisticciava
con sua moglie; e lei che gli barcollava vicino, con un occhio di
colore diverso dall'altro, come si detto, un cappello sporco e
stracciato messo di traverso sulla testa, un paio di vecchie ciabatte
di Bill ai piedi, un bambino strillante in braccio, che ora batteva e
trascinava Bill, ora lo baciava e abbracciava... S Era proprio uno
spettacolo piacevole da vedersi questa amabile coppia in tale stato.
Tutto cipoteva andare bene per un po', ma non poteva durare. Erano
pigri, ubriachi e si comportavano male; non era pensabile che
ottenessero nemmeno una candela da un soldo sulla loro parola. Erano
naturalmente ridotti in condizioni pietose e, caspita, si resero
presto conto che i loro bisticci e il loro bere e la loro pigrizia li
rendevano lo zimbello dei vicini, ma nprocuravano cibo ai loro figli
o mettevano un cappotto sulle loro spalle, nsoddisfacevano il
padrone di casa quando veniva a riscuotere quanto gli spettava.
Tuttavia quell'impareggiabile Bill era un tipo divertente per i
forestieri sebbene fosse, come si detto, il pigrande furfante che
non sia finito sulla forca.
Un giorno se ne stava in piedi appoggiato alla sua incudine
completamente assorto nei suoi pensieri, scervellandosi su come
avrebbe potuto mettere insieme un pasto per la famiglia. La moglie
stava gridando e bestemmiando in casa, mentre quelle creature nude dei
suoi figli le strillavano intorno le ginocchia per avere da mangiare.
Bill era proprio in un bel pasticcio e non sapeva come o dove andare a
sbattere, quand'ecco che un povero vecchio mendicante rinsecchito
entrnella fucina traballando sul suo bastone. Una lunga barba bianca
gli scendeva dal mento e aveva l'aria cosmagra e affamata che si
sarebbe potuto pensare di riuscire a mandarlo al di ldella casa con
un soffio. Bill in quel momento era stato ridotto alla ragione dalle
sofferenze e il suo cuore fu toccato da pietverso il vecchio perch
guardandolo una seconda volta, vide chiaramente sul suo volto la fame
e il patimento.
- Dio vi protegga, brav'uomo! - disse Bill.
Il vecchio fece un sospiro e sollevandosi con gran fatica sul suo
bastone guardBill in modo implorante.
- Che Dio protegga anche te! - disse quello. - Forse sei in grado di
dare a un povero vecchio, affamato e disperato, un boccone di qualcosa
da mangiare! Lo vedi da te che non posso lavorare. Se potessi, non
accetterei aiuti da nessuno.
- Accidenti, brav'uomo, - disse Bill; - se sapeste con chi state
parlando chiedereste prima una zangola a una scimmia piuttosto che
cibo o denaro a me. Nei tre regni non c'furfante che sia sviato come
me sia dall'uno che dall'altro. Mia moglie ldentro mi sta mandando
maledizioni a palate e i bambini cantano la melodia dei gatti per
confortarla. Credetemi sulla parola, pover'uomo, se io avessi cibo o
denaro vi aiuterei, perchmentre vi sto parlando so particolarmente
bene cosa vuol dire averne bisogno. Sacco vuoto non sta in piedi,
amico!
Fin qui Bill gli aveva detto la verit Quella buona intenzione gli
albergava nel cuore perch si era trovato sullo stesso piano del
mendicante e nulla abbassa l'orgoglio e ammorbidisce il cuore come il
provare cos'aver bisogno.
- Beh! Sei in uno stato peggiore del mio, - disse il vecchio. Tu hai
una famiglia a cui provvedere e io devo mantenere solo me stesso.
- Potete giurarci sulla Bibbia, mio buon vecchio, - rispose Bill. - Ma
venite, farper voi quello che posso; sistematevi qui vicino al fuoco
e io daruna o due soffiate con il mantice che vi scalderanno il
vecchio sangue che avete in corpo. E' una giornata di neve fredda e
orribile e un bel caldo vi farbene.
- Grazie di cuore, - disse il vecchio. - Ho freddo davvero e scaldarmi
al tuo fuoco mi farbene, ti assicuro. Oh, una giornata proprio
gelida, che Dio la benedica.
Poi si sedette e Bill diede un colpo per attizzare il fuoco che presto
fece arretrare dal calore il forestiero. In poco tempo si sent ristorato e quando le sue giunture non furono pi intirizzite, si
abbottone si prepara partire.
- Tu, - disse a Bill, - non avevi cibo da darmi, ma ciche potevi
fare lo hai fatto. Esprimi tre desideri a tua scelta e qualunque essi
siano ti do la mia parola che saranno esauditi.
Ora, la verit che a Bill, sebbene si credesse un grand'uomo in
quanto ad astuzia, mancava un buon quarto per essere quadrato, perch c' sempre una gran differenza tra un uomo assennato e una canaglia.
Bill era un tal furfante che non poteva, neppure ne fosse andato della
sua vita, esprimere un desiderio onesto, quindi se ne stette a
grattarsi la testa imbarazzato.
- Tre desideri! - disse. - Bene, fatemi pensare... Avete detto tre?
- S - rispose lo straniero. - Tre desideri. Questo ciche ho
detto.
- Bene, - disse Bill, - cominciamo. Ah! Lasciate che ci pensi su, mio
buon vecchio. Caspita, imbroglierla parrocchia intera se vero ci che dici. Li truffera dozzine, ricchi e poveri, giovani e vecchi.
Lasciate che ci pensi su. Ah, ce l'ho! - E si battla fronte al colmo
della gioia. - Accidenti, siete proprio il tipo giusto da incontrare
in una mattina gelida quando un uomo vuole far colazione; e mi
dispiace di non avere ndenaro ncredito per prendere una bottiglia
di whiskey in modo da farci assieme la nostra bevuta mattutina.
- Bene, ma sentiamo i desideri, - disse il vecchio. - Ho poco tempo e
non posso stare ancora molto.
- Vedete questo maglio? - disse Bill. - In primo luogo vorrei che
chiunque lo prendesse in mano non potesse pilasciarlo finchio gli
avrdato il permesso, e che chiunque comincia a usarlo per martellare
non possa pismettere finchmi andrdi liberarlo.
- Secondo: ho una poltrona e vorrei che chiunque vi si sedesse non
potesse mai alzarsene se non con il mio permesso.
- E terzo: che qualunque somma di denaro io metterin borsa, nessuno
possa mai toglierla di lse non io stesso.
- Diavolo d'un mascalzone! - dice il vecchio in uno scoppio d'ira
agitando il bastone davanti al naso di Bill, - perchnon hai chiesto
qualcosa che ti servisse sia ora che dopo? Certamente chiaro come il
sole che nei domini di Sua Maestnon c'furfante che abbia pi bisogno di entrambe le cose.
- Oh! Per gli undici apostoli, - disse Bill, - l'avevo completamente
dimenticato. Forse sareste coscortese da lasciarmene cambiare uno?
Se mi date un'altra possibilitfaril pibel desiderio che sia mai
stato fatto.
- Sparisci, dannato, - disse il vecchio ancora furibondo. - Il tuo
giorno di grazia finito. Per tutto questo tempo non ti ha nemmeno
sfiorato il pensiero di chi fosse chi ti stava parlando. Sono San
Morocheo, mascalzone, e ti avevo dato una opportunitdi fare qualcosa
per te e la tua famiglia; ma tu l'hai sprecata e ora il tuo destino segnato, sporco spauracchio dissoluto. Certo tutti sanno cosa sei! Non
siete forse sulla bocca di tutti il sinonimo della depravazione, tu e
quella bisbetica di tua moglie? Se mai ti capitasse di incrociarmi di
nuovo, per tutti i Santi, ti manderldove non gelerai, briccone.
Poi assest un colpo di randello in testa a Bill e lo lascilungo
disteso accanto al mantice, diede un calcio a un secchio rotto del
carbone togliendoselo dai piedi, e lascifuribondo la fornace.
Quando Bill si riebbe dagli effetti del colpo e comincia pensare a
quello che era successo, avrebbe potuto squartarsi dalla rabbia per
non aver chiesto come uno dei desideri almeno grandi ricchezze, ma
adesso il dado era tratto, e lui poteva solo ricavare il massimo dai
tre desideri che aveva scelto a casaccio.
Medit su come avrebbe potuto trarne miglior profitto e qui gli venne
in aiuto la sua furbizia. Comincia mandare a chiamare i suoi vicini
pi ricchi con il pretesto di affari e quando li ebbe sotto il suo
tetto offrloro la poltrona per accomodarsi. Adesso li aveva al
sicuro, ntutta l'abilitumana avrebbe potuto liberarli, se il degno
Bill non fosse stato d'accordo. Il piano di Bill era di concludere
l'affare migliore prima di liberare i suoi prigionieri; e figurarsi
poi se lui non sapeva come spremere le loro borse! Non ci fu un ricco
in tutto il paese che egli non 峰el. Il pastore della parrocchia fu
spremuto abbondantemente, come pure l'avvocato, e un ricco procuratore
che si era ritirato dall'attivit giur che la stessa Corte di
Giustizia era un paradiso a paragone della sedia di Bill. Questo
metodo andmolto bene per un po'. Perla fama della sua sedia presto
si diffuse e anche quella del maglio. Dopo poco tempo alla sua porta
non si vedeva pinemmeno l'ombra di un uomo, una donna o un bambino;
tutti evitavano lui e i suoi arnesi come avrebbero fatto con un fucile
a molla o una trappola. Bill fintanto che era riuscito a pelare i suoi
vicini, non aveva alzato mai un dito e cosquando gli finirono i
soldi si ritrovpipovero che mai. Per di pila sua reputazione era
cinquanta volte peggiore di prima perchera opinione di tutti che
avesse traffici con il 師ecchio compare Adesso niente poteva
superare la sua miseria, le sue difficolt il suo cattivo carattere.
Lui, la moglie, i bambini bisticciavano l'uno con l'altro. Tutti li
odiavano, mandavano loro maledizioni e li evitavano. La gente pensava
che fossero a conoscenza di pi cose di quante dei cristiani
dovrebbero conoscere. Questo, certo, arrivalle orecchie di Bill e lo
irritmoltissimo.
Un giorno stava camminando per i campi pensando a come avrebbe potuto
far soffiare di nuovo un vento propizio; la giornata era scura, e
prima di fermarsi si troval fondo di una valletta solitaria coperta
di grandi cespugli che crescevano su entrambi i lati. 唇ene, - pens
quando ogni altro mezzo per racimolar denaro era stato scartato, - si
dice che io abbia fatto lega con il "vecchio compare" e poich sciocco avere la fama di questa relazione senza averne i vantaggi,
sono pronto in ogni momento a fare un patto con lui - Quindi, -
disse alzando la voce, Nick, dannato, se ti comodo e se ne hai
voglia, perchstartene fuori? Fa' vedere la tua gamba buona. Qui c' l'uomo per te.
Le parole gli erano appena uscite di bocca che un vecchio signore
dall'aria seria e triste, simile a un avvocato, si diresse verso di
lui. Bill gli guardil piede e vide lo zoccolo: - 'Giorno, Nick, -
dice Bill.
- 'Giorno Bill, - dice Nick. - Ebbene, Bill, che notizie ci sono?
- Non ne ho sentite gran che, ultimamente, - dice Bill. - Ce n' qualcuna di "fresca" lsotto?
- Non so dirtelo di preciso, Bill. Attualmente passo poco tempo sotto;
i Conservatori sono in carica e di conseguenza ho le mani in pasta in
troppi affari quassper prestare molta attenzione a qualsiasi altra
cosa.
- Bel posto questo, signore, - dice Bill, - per farsi una
passeggiatina igienica. Quando voglio farmi venire appetito, anch'io
vengo spesso da queste parti... Ehm! Un pasto sostanzioso molto
dannoso se non si fa esercizio.
- Pasto sostanzioso? Su, su, Bill. Sai bene che non hai assaggiato un
boccone nelle ultime ventiquattr'ore.
- E' una grossa bugia, Nick. Questa mattina mi sono mangiato una
colazione che ti avrebbe fatto ingrassare di dieci chili se solo
l'avessi annusata.
- Lasciamo perdere. Questo non il punto. Cos'che stavi borbottando
fra te e te poco fa? Se vuoi arrivare al nocciolo, sono qui a tua
disposizione.
- Nick, sei una lagna, - disse Bill. - Non ti manca altro che un paio
di brache alla Brian O'Lynn.
Effettivamente Bill era deciso a far parlare per primo il suo compagno
sull'affare perchaveva sentito spesso dire che in quel caso, facendo
la debita attenzione da parte sua, avrebbe potuto alla lunga avere la
meglio. L'altro pergli teneva testa.
- Di che specie era l'abito di Brian? - chiese Nick. - Beh! Tu conosci
la canzone... - disse Bill.

Per Brian O'Lynn non aver brache era un guaio,
ma prende una pecora e se ne fa un paio.
- Con dentro la lana e fuori la pelle
- fa Brian O'Lynn, - saran "fresche" e belle.

- Te ne servirebbe un paio "fresco", Nick.
- Siete molto faceto oggi, signor Dawson.
- E ne ho ben motivo, - disse Bill. - Sono un uomo tranquillo e con
una buona posizione nel mondo. Ho un mucchio di soldi, molte cose
buone da mangiare e da bere, e cosa dovrebbe desiderare di piun
uomo?
- Vero, - disse l'altro, - eppure piuttosto curioso che un uomo cos rispettabile non abbia nel suo vestiario sei pollici di tessuto che
non siano bucati. Tu sei il pezzente pinudo su cui abbia mai posato
gli occhi. Perfettamente vestito per una festa di spaventapasseri,
William.
- E' un mio ghiribizzo, Nick. Non mi metto al lavoro come un signore.
Questo il mio vestito da fucina.
- Ebbene, allora per quale ragione mi hai chiamato qui? disse l'altro.
- Puoi pure parlare chiaro, ti assicuro; perch amico mio, se non lo
fai "tu", "io" non posso proprio. Annusa questo.
- Annuso anche di pi - disse Bill, - e fra parentesi ti ringrazio di
starmi dalla parte del vento. Maledizione allo zolfo! Ecco, questo ciche si dice un miglioramento nella mia condizione. Ma visto che
sei cos formale, - dice Bill, - detta per intero la cosa che...
ehm... vedi, io sono... senza dubbio lo sai che io ho un mio mestiere
ben avviato, e che se voglio non mi trovo nei pasticci, ma intanto
sono in un certo... un certo... non afferri?
E Bill ammicccon aria d'intesa sperando di indurlo con l'inganno a
fare la prima proposta.
- Devi parlare apertamente, amico mio, - dice l'altro. - Io sono un
uomo di poche parole, spiccio e onesto. Se hai qualcosa da dire sii
chiaro. Non pensare che possa perder tempo con una miserabile canaglia
come te.
- Bene, - dice Bill. - Voglio denaro, allora, e sono pronto a venire a
patti. Cosa hai da dirmi al riguardo, Nick?
- Fammi pensare... lascia che ti dia un'occhiata, - dice il suo
compare facendolo girare tutt'attorno. Dunque, Bill, non sei forse il
piperfetto spaventapasseri che sia mai stato sulle sue due gambe?
- Ti faccio di nuovo da secondo violino, allora, - dice Bill.
- Te ne stai lcon lo stemma dei furfanti stampato sotto gli occhi
e...
- Non disprezzare i furfanti, - disse Bill, - e non parlare in maniera
denigratoria della tua stessa insegna nobiliare.
-E cosa potresti ottenere, sfacciato d'una canaglia, se fossi messo
all'asta?
- Caspita, avrei pipersone che farebbero offerte di te, disse Bill.
- Se tu dovessi andare all'asta domani, ti dico che farebbero
un'offerta in giper arrivare a quanto vali, Nicholas. Non abbiamo
monete abbastanza piccole per comprarti.
- Beh, lasciamo perdere! - disse Nick. - Se sei disposto a essere mio
allo scadere di sette anni, ti darpidenaro di quanto mai sia valsa
la tua razza di furfanti.
- Affare fatto! - disse Bill. - Ma che non si screditi la mia
famiglia, comunque; quindi gii soldi e non fare il negriero.
Il denaro pattuito fu versato, ma siccome nessuno era presente eccetto
chi dava e chi riceveva, non si seppe mai l'ammontare di ciche Bill
ricevette.
- Non vuoi lasciarmi un soldino portafortuna? - disse il vecchio
signore.
- Puah! - disse Bill. - Un vecchio ricco come te non pu averne
bisogno; comunque ti auguro cattiva fortuna, con tutto il cuore, e
dirlo a te come lustrare col grasso un pingue maiale. Vattene adesso
o commettersuicidio su di te. La tua assenza un tonico per la
maggior parte della gente, vecchio dissoluto infernale. Hai offeso il
mio senso morale persino nel breve tempo in cui sei restato con me, e
infatti non mi trovo virtuoso come lo ero prima.
- E' questa la tua gratitudine, Billy?
- Stai parlando di gratitudine tu? Mi chiedo come a nominarla non
diventi rosso. Comunque, quando ritorni, se ti porterai un terzo
occhio sulla testa vedrai cosa voglio dire, mio caro Nicholas.
Appena Bill ebbe parlato, il vecchio signore salt il fosso,
dirigendosi verso "Downing" Street, dove si ritiene che ultimamente
possegga molta influenza.
E Bill cominci gradualmente a mettersi in mostra ma fece ancora un
po' il suo mestiere per gettare fumo negli occhi dei vicini. In
pochissimo tempo, tuttavia, divenne un uomo importante. Certo, finch era stato un furfante povero nessuna persona perbene gli avrebbe
parlato; persino i superbi servitori della Locanda Grande torcevano il
naso di fronte a lui. E Bill meritava bene che gli altri lo
considerassero poco, perchera abbastanza miserabile da considerarsi
poco lui stesso. Ma quando si vide e si seppe che aveva un mare di
denaro, fu stupefacente vedere come, sebbene adesso fosse un furfante
peggiore che mai, coloro che prima lo disprezzavano cominciassero a
stargli attorno e a cercare la sua compagnia. Bill d'altra parte non
aveva n il buon senso nl'intelligenza di tenere a distanza quegli
amici della 宴uona stagione non lui; al contrario, era fiero di
essere visto in compagnia di gente per bene e finchduril denaro fu
tutto un 容hil compare, che piacere incontrarti!tra lui e ogni
gironzolone di bell'aspetto che avesse un cavallo sotto di s un bel
mantello sulla schiena e buon appetito per mangiare i suoi pranzi. Con
le ricchezze e tutto il resto, Bill era sempre lo stesso, ma in un
modo o nell'altro c'una bella differenza tra un dissoluto ricco e
uno povero, e Bill lo constatper esperienza propria in entrambi i
casi.
Prima che fosse trascorsa la metdei sette anni, Bill aveva la sua
carrozza e il suo equipaggio; era culo e camicia con Lord Tizio e Lord
Caio, teneva cani da caccia e cacciatori, era l'uomo pisportivo
della zona di Curragh, proteggeva ogni canaglia buona a fare a pugni
che potesse trovare, e scommetteva giorno e notte su carte, dadi e
cavalli. In breve, se Bill fosse anche stato di sangue nobile, ma non
avesse fatto tutte queste cose, non avrebbe potuto presumere di
mescolarsi con le persone di sangue blu in voga al suo tempo.
Tuttavia un vecchio proverbio dice che 宮iche si ottenuto sopra la
schiena del diavolo sicuro che vada a finirci sotto e nel caso di
Bill questo proverbio si dimostrvero. In breve, il 師ecchio compare stesso non pot fornirgli il denaro con la stessa velocitcon la
quale Billy lo faceva volare via: per Bill, era tutto un 容ntrare e
usciresenza problemi e cos come era prevedibile, prima ancora che
mancassero due anni al tempo stabilito, egli trovche la sua borsa
era vuota.
E ora si venne a conoscere il valore dei suoi amici della bella
stagione. Quando si scopr che di soldi non ce n'erano pi in
abbondanza, che la scuderia di cavalli e le carrozze e i cani da
caccia stavano andando alla malora, frrr! scomparvero amici, parenti,
compagni di bevute, commensali, lacche tutti gli altri, come uno
stormo di corvi che avesse annusato la polvere da sparo. Bill presto
rotol in basso, settimana dopo settimana e giorno dopo giorno, al
punto che fu infine obbligato a indossare il grembiule di pelle e a
darsi di nuovo al martello; e non solo questo, poichnessuna
esperienza poteva renderlo saggio, cominciancora una volta le sue
zuffe da bettola, i suoi bisticci con Judy, e riprese i suoi pasti
sostanziosi a base di patate asciutte e sale. Adesso inoltre gli
vennero addosso, taglienti come rasoi, le lingue di tutti coloro che
lo conoscevano. Quelli che Bill aveva disprezzato percherano poveri
e lui ricco, ora lo ripagavano del suo disprezzo con in pi l'interesse; e quelli con cui si era misurato percherano ricchi e
che lo avevano approvato solo a causa del suo denaro gli rivolgevano
le parole pidure che avessero sulla lingua. Che il diavolo gliene
renda merito! Bill meritava tutto questo e piancora, se pine
avesse ricevuto.
Bill per che era un peccatore incallito, non perse un'oncia sola di
ciccia per quello che veniva detto a lui o di lui. Non Bill. Imprec
litig spergiure intrigcome al solito, imbrogliando tutti quelli
che poteva, e di sicuro nessuno era in grado di stargli alla pari in
quanto a scelleratezze di ogni tipo e misura.
Infine i sette anni giunsero a compimento e Bill una mattina era
seduto nella sua fucina sobrio e affamato, con la moglie che lo
insultava e i bambini che strillavano, come prima. Stava pensando a
come potesse rubacchiare una colazione a qualche onesto vicino per
tappare le loro bocche e anche la propria, quand'ecco che gli viene
incontro il vecchio Nick a richiedere il suo pegno.
- 'Giorno, Bill, - dice con un sogghigno.
- Al diavolo il benvenuto! - dice Bill, - hai proprio una buona
memoria.
- Tra due uomini "onesti", un patto un patto in qualsiasi momento, -
dice Satana. - E quando parlo di uomini onesti intendo "te stesso" e
"me", Bill. E gli strizz l'occhio per prendersi gioco dello
sventurato briccone per cui era venuto.
- Nick, mio degno compare, - disse Bill, - abbi cuore, non vorrai
giocarmi un tale tiro meschino, non vorrai screditare la tua stessa
reputazione mettendo pipeso ancora su un uomo che sta precipitando.
Tu sai cosa vuol dire essere cacciato gi mio caro, quindi gambe in
spalla e trasferisciti da qualche altra parte. Una passeggiata al
"fresco" ti servirdi pidella mia compagnia, Nicholas.
- E' inutile sottrarsi, Bill, - disse il suo amico, - i tuoi giochetti
truffaldini possono permetterti di imbrogliare altri, ma non
imbroglierai me, direi. Non ti manca niente per diventare perfetto nel
tuo genere, tranne fare un viaggio, e sotto la mia guida viaggerai,
Billy. No, no, io non sono il tipo da lasciarsi imbrogliare, mio buon
amico; ho una... una... opinione troppo buona di me per pensare che tu
possa mettere nel sacco l'egregio signor Nicholas Clutie... ehm!
- Puoi anche sogghignare, dannato, - rispose Bill, - ma ti dico che ho
messo nel sacco uomini che potevano bagnarti il naso. Dispera,
scellerato, se ti dico che nessun procuratore ha potuto tenermi testa.
Nell'udire questo l'espressione di Satana si fece incerta; si scompose
e si agitirrequieto e aveva l'aria di non essere completamente a suo
agio.
- In questo caso allora, - dice, - pipresto t'imbroglio e meglio
Mettiti in marcia per i "Paesi Bassi".
- Si arrivati davvero a questo? - disse Bill. - Stai per fare il
mascalzone, alla fin fine?
- Parola d'onore, Bill.
- Abbi pazienza allora, dannato, che termini questo ferro di cavallo.
E' l'ultimo di una serie che sto finendo per i cavalli di uno dei tuoi
amici, il procuratore. E, Nick, io odio la pigrizia; sai che la
madre delle cattive azioni; prendi questo maglio e dai una dozzina di
colpi o gidi l finchme ne libero: e poi eccomi a te, se cos deve essere.
Poi diede un colpo al mantice che mandmezzo chilo di fuliggine in
faccia a Pidi capra, afferrrapidamente il ferro incandescente e
mise Satana a martellare come un dannato.
- Caspita, - gli dice Bill quando il ferro fu terminato, sarebbe mille
volte peccato che il maglio dovesse uscirti di mano; il grande Parra
Gow era un bambino in confronto a te; sei un bestione cosin gamba!
Beh, fai esercizio finch saluto moglie e figli, e poi sono a
disposizione.
Bill usc certo senza la minima idea di tornare indietro, non pidi
quella che Nick aveva di non poter smettere di martellare, ma in
effetti non ci riusc e fu obbligato a continuare a lavorare come se
lo stesse facendo per scommessa. Era proprio ciche Bill voleva. Era
obbligato ora a martellare finch a Bill non fosse piaciuto di
liberarlo: e coslo lasciamo, impegnato molto alacremente, mentre ci
occupiamo del degno individuo che lo ha messo nei pasticci.
Bill nel frattempo lasciil suo rifugio e si mise a girare qua e l per la regione; fece qualche lavoro a giornata dove trovava, e in
questo modo andda un posto all'altro finch nel giro di un mese
ritorncon aria imperturbabile nella sua fucina, per vedere com'erano
andate le cose in sua assenza. LtrovSatana furibondo, con il
sudore che gli usciva a torrenti, che martellava con tutte le sue
forze sull'incudine vuota. Bill appoggicon tutta calma la schiena al
muro, mise il cappello di traverso, ficcle mani nelle tasche delle
brache e comincia fischiettare la danza di "Shaun Gow". Infine disse
in tono tranquillo e bonario:
- 'Giorno Nick!
- Oh! - disse Nick continuando a martellare. - Oh, furfante
stradistillato (tump!), possa la piraffinata, decorata (tump!),
ricorretta, super-extra e originale (tump!) collezione di insulti che
mai fu radunata (tump! ) in un solo mazzolino di fiori profumati di
scarogna (tump! ) brillare nell'occhiello della tua coscienza (tump!)
fintanto che il tuo nome sarBill Dawson! Ti denuncio (tump!) in
quanto furfante ultra-raffinato, perfetta canaglia forgiata a caldo
(tump! ) in confronto a cui tutte le altre canaglie che ho mai
conosciuto (tump! ), inclusi i procuratori, sono onest'uomini. Ti
marchio (tump!) come la perla degli impostori, un farabutto dalla
testa ai piedi (tump!) Ti denuncio, - lo ripeto, - per lo scellerato
trattamento (tump!) che ho ricevuto per mano tua durante questo
infausto (tump!) e sventurato affare tra di noi; perch (tump! ) sotto ogni punto di vista sventurato colui che ha qualcosa a che fare
con (tump!) un tale eccellente e perfetto truffatore.
- Sei surriscaldato, Nicky, - disse Bill; - che cosa ti fa adirare
cos vecchio dannato ? Certo se per tua volonte tuo piacere che
fai esercizio alla mia incudine non devo essere io ingiuriato per
questo. Sulla mia parola, Nicky, dovresti arrossire a usare un tale
linguaggio da mascalzone, che si addice cospoco al tuo carattere
serio. Non puoi dire che sono stato io a metterti a martellare a una
incudine vuota, manigoldo. Ma giacch sei cos industrioso, dico
semplicemente che sarebbe mille volte peccato toglierti di l Nick,
amo profondamente l'operosite sempre la incoraggio; quindi continua
a lavorare. Non ti capita spesso di passare il tuo tempo in un modo
cos degno di stima; temo che se non ti occupassi di questo
combineresti qualcosa di peggio.
- Bill, abbi cuore, - disse quell'essere attivo, - non vorrai mettere
un altro peso su un uomo che sta precipitando, vero? Non vorrai
disonorare la tua reputazione con una tale iniquit quale il tenere
un signore inoffensivo, avanti negli anni, a un lavoro ignobile e
sconveniente come questo. La generositla tua maggior virt Bill;
non che tu non ne abbia molte altre eccellenti oltre a questa, tra le
quali, come tu stesso dici, includo l'operosit tuttavia nella
generositche tu brilli. Su, Bill, fatti onore e liberami.
- Di' le condizioni, mascalzone.
- Sei al di sopra di ogni condizione, William; un essere generoso come
te non pensa a condizioni.
- Arrivederci, vecchio gentiluomo, - disse Bill con aria flemmatica, -
passera vederti una volta al mese.
- No, no Bill, individuo infern... eccellente, onorevole e delizioso,
non cosin fretta, non cosin fretta. Su, di' le tue condizioni,
maled... mio caro Bill; di' le tue condizioni.
- Ancora sette anni.
- Sono d'accordo ma...
- E la stessa provvista di denaro di prima, qui, sull'unghia.
- Molto bene, molto bene. Sei piuttosto semplice, piuttosto
conciliante, devo ammettere. Bene, non importa. I giochi devono ancora
camb... ehm. Sei un individuo estremamente semplice Bill; tuttavia
verrun giorno, mio caro Bill ... verr..
- Cosa brontoli, vagabondo? Un'altra parola e raddoppio le condizioni.
- Silenzio William, silenzio, "tace" (latino, per dire 峻osca! .
- Ancora sette anni di grazia e la stessa quantit di occorrente
ottenuta prima. So no?
- Di grazia, Bill! S s s Ecco il denaro in contanti. Accetto i
termini. Cribbio, la canaglia... di grazia, Bill!
- Bene, ora lascia cadere il martello e scompari, - dice Bill, ma cosa
ne pensi di prendere questo maglio mentre sei qui e di darmi una...
eh! perch tutta questa fretta? - aggiunse vedendo che Satana si
ritirava a ultravelocit
- Ehi, Nicholas! - url - Torna indietro; dimentichi qualcosa!E
quando il vecchio signore si volt Bill gli agitdietro il martello,
al che quello spardel tutto.
Billy riprese il suo vecchio andazzo e, cosa che fa ben vedere di che
genere di persone fatto il mondo, riattaccancora con le vecchie
compagnie. Quando videro che aveva di nuovo il denaro e che lo
seminava intorno a sin tutte le direzioni, cominciarono subito a
trovare giustificazioni per la sua precedente eccessiva prodigalit
- Di' pure quel che ti pare, - diceva uno, - ma Bill Dawson un tipo
di spirito, e spande il denaro come un principe.
- Non mai esistito uomo cosospitale, sia in casa che fuori,diceva
un altro.
- Il suo unico difetto semmai, - osservava un terzo, - che troppo
generoso e non conosce il valore del denaro; il suo difetto dalla
parte giusta per
- Ha del fegato! - diceva un quarto; - mantiene una tavola coi
fiocchi, vini di prim'ordine e un benvenuto permanente per i suoi
amici.
- Beh, - diceva un quinto, - se non si gode il denaro mentre vivo,
non lo farcerto da morto. Quindi: lunga vita a lui e che la sua
borsa abbia una gola sempre piampia!
In veritle stesse persone che si stavano rimpinzando a sue spese lo
disprezzavano di cuore. Sapevano molto bene percome prenderlo dal
lato debole. Lodate la sua generosit e farebbe qualsiasi cosa;
chiamatelo uomo di spirito e potreste spellarlo sotto i suoi occhi. A
volte gettava una borsa di ghinee a questa canaglia, altre volte a
quell'adulatore, una terza a un bravaccio e una quarta a uno
squattrinato libertino, e tutto per convincerli che lui era un amico
sincero, un uomo dall'animo coraggioso e liberale. Ma mai si seppe che
avesse aiutato una famiglia virtuosa e in difficolt assistito la
vedova o gli orfani, o fatto qualsiasi altra azione veramente utile.
Si deve supporre che la ragione di tutto questo fosse che, spendendo
il denaro, come fa la maggior parte della gente sulla terra, al
servizio del diavolo con l'aiuto del quale l'aveva ottenuto, non gli
era concesso di volgerlo a buon fine. Detto fra noi, caro lettore, ci
sono pipersone su questa terra che si comportano alla maniera di
Bill di quante tu possa immaginare.
Quando nuovamente il denaro fin i suoi amici gli giocarono ancora
una volta lo stesso tiro da furfanti. Appena la sua povert divenne
palese, i bricconi cominciarono a essere tormentati da piccoli accessi
di modestia, come una certa remora a venire a casa sua quando lnon
c'era piniente da ottenere. Una sorta di pudore virginale impediva
loro di parlargli quando lo vedevano uscire con i vestiti rivoltati.
Molti gli giravano le spalle nel modo pigrazioso e delicato quando
pensavano volesse prender da loro denaro in prestito - tutto per paura
di farlo arrossire nel chiederlo. Altri ancora, quando lo vedevano
arrivare in direzione delle loro case verso l'ora di pranzo, si
confondevano talmente, solo per gratitudine, da credersi in un altro
posto; e i loro servi, presi com'erano dallo stesso sentimento,
dicevano a Bill che i padroni 峪on erano in casa
Infine, dopo aver percorso la stessa scellerata parabola della volta
precedente, Bill fu costretto a dedicarsi, come ultimo rimedio, alla
fucina; in altre parole trovche dopo tutto in questo mondo non c' nulla su cui un uomo possa fare affidamento in modo cos saldo e
sicuro come il proprio mestiere. A Bill permancava l'organo del buon
senso; infatti la sua esperienza,- che pure era stata abbastanza dura
da lasciargli una bella impronta, - gli scivolvia come l'acqua da
un'anatra.
Si mise al lavoro penosamente, controvoglia, ma non aveva scelta.
Doveva lavorare o morire di fame, e la fame come un dottore famoso:
nessuno lo prova fino a che non fallito ogni altro rimedio. Bill era
stato ricco due volte, due volte un signore tra furfanti, ma sempre un
furfante tra signori, perchnessuna ricchezza o intimitcon la buona
societpoteva grattar via la ruggine della sua volgaritinnata. Era
adesso un comune dannato beone nella sua fucina, un ubriaco prepotente
nella bettola, che insultava e impauriva chiunque, anche la propria
moglie, vantandosi di quanto denaro aveva speso ai suoi tempi, facendo
lo spaccone sulle grosse imprese che aveva compiuto, raccontando
storie su di se Lord Tizio nel Curragh, i pranzi che aveva dato,
quanto gli erano costati, cercando cosdi estorcere credito in forza
della sua ricchezza precedente. Era pertroppo ignorante per capire
che stava rendendo pubblica la sua disgrazia e che era una cosa
meschina esser fieri di ciche avrebbe dovuto farlo arrossire anche
attraverso una tavola d'abete spessa nove pollici.
Una mattina era occupato alacremente in un bisticcio con sua moglie la
quale, con in mano uno sgabello a tre gambe, sembrava scambiare la sua
testa per l'incudine; lui, nel frattempo, la stava contraccambiando
con il suo grembiule di cuoio, quando chi mai va a entrare per
rinfrescargli la memoria sul piccolo patto che esisteva tra loro, se
non il vecchio Nick? Sembrava che la moglie, malgrado tutti i suoi
sforzi contrari, stesse avendo la peggio, e messer Nicholas, volendo
apparire un gentiluomo dotato di grande spirito di cavalleria, pens che non poteva fare a meno di prendere le parti della signora,
specialmente perch Bill l'aveva stesa nella posizione della
dormiente. Ebbene, Satana pensche questo era troppo sconveniente, e
poichsentiva di avere notevoli obblighi verso le esponenti di quel
sesso, decise di difenderne una in quell'occasione; cosquando Judy
si alz Satana si volt verso il marito e lo atterr con un
manrovescio ben assestato.
- Villanzone scostumato, - disse, - questo il modo di trattare tua
moglie? Sul mio onore Bill, ti punirsenza por tempo in mezzo. Non
posso stare qui a guardare, spettatore di un comportamento cosrozzo,
senza abbandonare ogni diritto alla galanter... - Bam! La parola gli
fu troncata in bocca a metda un colpo di zangola da parte di Judy,
la quale non appena vide Bill colpito, inchiodSatana che cadde
ancora una volta.
- Tieni, villano! Questo per aver colpito mio marito alle spalle
come un assassino, - disse Judy facendo seguire l'azione alle parole,
- e per avere messo il naso tra marito e moglie. Volevi uccidere il
pover'uomo di fronte a me? Se lui mi picchia, cagnaccio che non sei
altro, chi ne ha miglior diritto? So bene che non ti riguarda per
niente. Devi sempre avere le mani in pasta dappertutto?
Questi non erano che discorsi oziosi, percha ogni parola Judy gli
lasciava un bruciante e ponderoso ricordo. Nicholas indietreggi
salt e balz lei venne avanti continuando a bastonarlo con grande
perseveranza finch in ultimo, Nick cadde nella temibile poltrona che
era piazzata proprio dietro di lui. Bill, che a ogni colpo di Judy ne
piazzava due, vedendo che il suo nemico era sistemato, si mise tra il
diavolo e sua moglie situazione che pochi sarebbero disposti a
invidiargli.
- Gentilezza, Judy, - disse il marito; - odio la crudelt Va' a
mettere le molle nel fuoco e falle diventare incandescenti. Nicholas,
hai un bel naso, - disse.
Satana fece per sollevarsi ma fu piuttosto sorpreso nel constatare che
non poteva muoversi.
- Nicholas, - disse Bill, - come va il polso? Non hai un bell'aspetto,
voglio dire, hai l'aria peggiore del solito.
L'altro si sforzdi sollevarsi ma scoprche era un errore.
- Ti ringrazio di essere venuto, - disse Bill; - ho una gran voglia di
fare un viaggio sotto la tua guida e ci dirigeremo verso i "Paesi
Bassi", a modo nostro, non vero? Preparati, dannato; sai bene che
tra due persone "oneste" un patto un patto, Nicholas: intendo tra
"te stesso" e me. Judy, sono calde le molle?
Valeva proprio la pena di guardare la faccia di Satana mentre girava
gli occhi dalla moglie al marito e poi li fissava sulle molle - che
ormai nel fuoco erano quasi del calore di una fornace - consapevole,
nello stesso tempo, che non poteva muoversi dalla poltrona.
- Billy, - disse, - non vorrai dimenticare che l'ultima volta che ti
ho visto ho ricompensato la tua generositin termini di affari. -
Caspita, Nicholas, non riesco a ricordare di averti dimostrato mai
qualche generosit Non essere una donnicciola. Voglio semplicemente
vedere di che roba fatto il tuo naso e se cedevole come la
coscienza di un farabutto. Se cos lo tireremo su per il camino con
le molle incandescenti e quando questo vecchio cappello vi sar fissato in punta, chissche banderuola! - Abbia un po' di sentimento
fraterno, signor Dawson; sa che noi non dovremmo bisticciare. Lasci
stare questa faccenda e le concederi prossimi sette anni.
- Sappiamo gi tutto questo, - dice Billy allargando con molta
tranquillitle molle incandescenti. - Signor Dawson, - disse Satana,
- se non riesce a ricordare la mia amicizia verso di lei, non
dimentichi quante volte sono stato amico di suo padre, amico di suo
nonno e di tutti i suoi parenti fino alla decima generazione.
Intendevo occuparmi anche dei suoi figli dopo di lei, fin tanto che
potesse durare il nome, per altro rispettabilissimo, dei Dawson. - Non
arrossire Nick, - dice Bill, - sei troppo modesto. E' sempre stato il
tuo punto debole; tieni la testa alta, non essere cosumile; ti far avere un tal naso, mio caro amico, che dovrai tenere davanti a te un
battistrada che te ne porti la punta sulla sua spalla. - Signor
Dawson, mi impegno sul mio onore a sollevare in alto nel mondo le
sorti dei suoi figli per quanto sia possibile, non importa se lo
desiderano o no. - E' molto gentile da parte tua, - dice l'altro, - e
io faraltrettanto con il tuo naso.
Mentre parlava glielo afferre immediatamente il 師ecchio compare cominci a gridare. Bill tirava e il naso gli andava dietro come un
pezzo di cera calda. Poi passle molle a Judy, afferr una scala,
riprese le molle, sal su per il camino e tircon forza il naso
finchlo fece arrivare cinque piedi sopra il tetto. Infine gli piazz il cappello in cima e discese.
- Ecco una banderuola! - disse Billy. - Sfido l'Irlanda a mostrarmi
una tal bellezza. Davvero, Nick, per una chiesa questo sarebbe il pi bel campanile di tutta Europa, e il vecchio cappello gli si adatta a
pennello.
In questo stato, con il naso attorcigliato su per il camino, Satana
stette seduto sperimentando per un certo tempo la novit di ci che
potrebbe essere definita una sensazione particolare. Infine la
rispettabile coppia comincia mollare.
- Penso, - disse Bill, - che abbiamo ricavato il massimo sia dal naso
che dallo scherzo. Judy, credo che sia lungo abbastanza. Che cosa? -
dice Judy.
- Beh, lo scherzo! - disse il marito.
- In fede mia, penso che lo sia anche il naso, - disse Judy.
- E cosa ne dici tu, Satana? - disse Bill.
- Non dico proprio niente, William, - disse l'altro, - se non che, ah
ah!... un bello scherzo... uno scherzo eccellente, ed anche un
gran bel naso coscome sta su. Sei sempre stato un vero signore,
Bill, e hai fatto le cose con una certa grazia; tuttavia se potessi
dare un parere su una tale piccolezza...
- Non affatto una piccolezza, - dice Bill, - se parli del naso.
- Benissimo, non lo - dice l'altro, - tuttavia sono decisamente
dell'opinione che se tu potessi accorciare sia il naso che lo scherzo
senza ulteriore violenza, mi faresti un grande favore e sarpronto a
riconoscerlo e a ripagare come dovrei.
- Su, - disse Bill, - sgancia ancora una volta e vattene per sette
anni. La stessa quantitche hai sborsato l'ultima volta, e sparisci.
Aveva appena detto quelle parole che il denaro era ai suoi piedi e
Satana scomparso. Nulla poteva superare l'allegria di Bill e sua
moglie per la riuscita di questa avventura. Risero fino a rotolare sul
pavimento.
E' inutile ritornare sulle stesse cose: Bill era ancora
incorreggibile. Il denaro se ne andcome sempre sparisce il denaro
del diavolo. Bill fece baldoria e sperperma non potmai devolvere
un soldo di quella somma a uno scopo lodevole. In questo modo passun
anno dopo l'altro, finchil settimo giunse al termine, e venne per
Bill la sua ora. Adesso era, e lo era gida un certo tempo, una
canaglia miserabile quanto mai. Non aveva uno scellino, nqualcosa
che valesse uno scellino a eccezione della sua fucina, la capanna e
alcuni mobili assurdi. In questo stato se ne stava nella sua fucina
come prima, sforzando il suo ingegno per riuscire a mettere insieme
una colazione, quando Satana venne a cercarlo. Il vecchio signore era
molto incerto sul modo di avvicinarlo. Continuper un po' a muoversi
di nascosto e a strisciare furtivamente intorno alla fucina, finch vide che Bill non possedeva neppure piuna croce con cui segnarsi.
Allora si trasformimmediatamente in una ghinea e si mise in un posto
aperto dove sapeva che Bill l'avrebbe visto. - Se riesco una volta, -
disse, - a entrare in suo possesso, posso farcela con lui -. L'onesto
fabbro abbocc all'amo perch questo era ben indorato. Afferrla
ghinea, la mise nel suo borsellino e lo richiuse. - Oh! Oh! - urlil
diavolo da dentro la borsa, - sei fatto, Bill. Ti ho acchiappato
finalmente, canaglia; perchnon ti disperi, briccone, a pensare a
cosa ti aspetta? - Caspita, vecchio cane sfortunato, - disse Bill, - lche sei? Metterai sempre la testa in ogni laccio che ti teso? Ti
assicuro Nick, mio caro, che non ti avevo mai messo nel sacco fino ad
ora.
Allora Satana comincia dare strattoni e a lottare per uscire dalla
borsa, ma invano.
- Signor Dawson, - disse, - noi ci comprendiamo. Le dari sette anni
in pie il denaro sull'unghia. - Sta' calmo, Nicholas. Tu conosci il
peso del martello, sufficiente. Non esattamente una frustata di
piume che stai per riceverti, in ogni caso. Sta' solo calmo. - Signor
Dawson, ammetto di non essere alla sua altezza. Mi liberi e
raddoppier il denaro; stavo solo mettendo alla prova il suo umore
quando ho preso l'aspetto di una ghinea.
- Caspita, e io ho l'idea che metteralla prova il tuo, prima di
lasciarti andare -. E cominciimmediatamente con il maglio; Satana
url con una considerevole mancanza di fermezza. - Vengo gi abbastanza pesante? - disse Bill.
- Pileggero, pileggero William, se mi vuoi bene. Non sono stato
bene ultimamente, signor Dawson, ero cagionevole di salute... Per
farla breve la mia salute in una condizione molto precaria, signor
Dawson. - A questo posso credere, - disse Bill, - e lo sardi pi prima che io abbia finito con te. Sto andando bene? - Bill, - disse
Nick, - questo un trattamento da gentiluomo nel tuo rispettabile
negozio? Credi che se tu capitassi nel mio posticino io terrei questo
comportamento scellerato con te? Non hai rimorso? - Lo so, - rispose
Bill martellando vigorosamente, - che sei noto per dare ai tuoi amici
un caldo benvenuto. In questo nessun altro ti supera, ma tu devi avere
a che fare con cattivi soggetti, non vero? Comunque, buoni o cattivi
che siano, ti aspetta una sudata, dannato. Vado bene?
- Benissimo, William; ma se possibile sii un po' pidelicato.
- Oh, come sei delicato: forse ti farebbe bene una tazza di t o un
po' di zuppa d'avena per metterti a posto lo stomaco.
- Signor Dawson, - disse il gentiluomo nella borsa, - fermi la mano e
mettiamoci d'accordo: ho una proposta da fare. - In ogni caso sta' a
sentire quel dannato, - disse la moglie. - Di' la tua somma, - disse
Satana, - ma solo lasciami andare. - Che ti venga un accidente se
muovi un passo finchnon lasci libero Bill, - disse la moglie; -
tienilo forte Bill, a meno che ti liberi dal tuo impegno. - Ecco,
mazzolino di fiori, - disse Bill, - quella la condizione. Se non
rinunci a me, eccomi di nuovo a te. E devi anche raddoppiare il denaro
che mi hai dato la volta scorsa. Quindi, se sei di questa opinione,
di' di s lascia il denaro e vattene.
Il denaro nuovamente apparve in un mucchio scintillante di fronte a
Bill, al che questi esclam - Il sha vinto, cane. Volta i tacchi e
buon viaggio, vagabondo; ma Nicholas, Nick... guarda qui -. L'altro si
volte vide Bill con un largo sogghigno sulla faccia che gli scuoteva
dietro la borsa. Nicholas, torna indietro, - disse, - mi manca una
ghinea -. Nick agitil pugno e scomparve.
Sarebbe inutile fermarsi adesso solo per informare i nostri lettori
che Bill era al di ldi ogni miglioramento. In breve, ancora una
volta si diede alle sue antiche abitudini e continu a vivere
esattamente nello stesso modo di prima. Aveva due figli: uno, un gran
furfante come lui, che fu anche chiamato con il suo nome; l'altro, un
giovane virtuoso e di buona condotta di nome James, che lasciil
padre e, fidando nella propria operosit e nella propria onesta
perseveranza nella vita, arriv in seguito a grandi ricchezze e
costrula cittchiamata ancora oggi Castle Dawson, cos denominata
dal suo fondatore.
Bill, infine, nonostante tutto il suo denaro, fu obbligato, come disse
lui stesso, a 師iaggiare in altre parole un giorno si addorment dimenticando di svegliarsi; o, in termini ancor pichiari, mor
Ebbene, quando un uomo muore, uso chiudere immediatamente la storia
della sua vita e delle sue avventure; ma questo non puessere il caso
del nostro eroe. Nel momento della dipartita Bill rivolse molto
naturalmente i passi verso la residenza di San Morocheo, in quanto, a
parer suo, era probabile che quello l'avrebbe portato verso il pibel
posticino che potesse subito trovare. Quando arrivdiede un colpo
molto umile alla porta e apparve San Morocheo.
- Che Dio protegga vostra eccellenza! - disse Bill in tono molto
sottomesso.
- Vattene, qui vietato l'ingresso a un individuo miserabile come te,
- disse San Morocheo.
Bill a questo punto aveva cosfreddo ed era cosstanco che poco gli
importava dove andasse, purch- come disse tra s_potesse riposarsi
le ossa e sentire un po' di calore del fuoco Per questo motivo, dopo
essere arrivato a un grande portone nero, busscome prima, e gli fu
detto che sarebbe stato ricevuto all'istante, appena avesse dato il
suo nome.
- Billy Dawson, - rispose.
- Andate immediatamente a far sapere a Sua Maest - disse il portiere
ai propri compari, - che il furfante di cui ha tanto timore qui alla
porta.
Non si udmai un baccano e una agitazione simile a quella che creil
semplice accenno al nome di Bill Dawson
Frattanto la sua vecchia conoscenza venne correndo verso il portone
con tanta fretta e costernazione che parecchie volte fu quasi per
impigliarsi la coda nei tacchi.
- Non fate entrare quel furfante, - url - sbarrate il portone,
fissate forte ogni catena e fermate il chiavistello, presto... non
avr scampo... se entra lui non ci stario, e non potrneanche
starci qualcun altro di noi. Mi dolgono ancora le ossa per colpa sua.
No, no, vattene, farabutto, non troverai modo di entrare qui... ti
conosco troppo bene.
Bill non potfare a meno di rivolgere a Satana un sorriso largo e
maligno e, mettendo il naso tra le sbarre, esclam - Ah! Vecchio
cane, ti ho finalmente messo paura?
Aveva appena detto queste parole quando il suo nemico, che stava
all'interno, di colpo gli pizzicil naso, e Bill sentcome se fosse
stato afferrato dalle stesse molle incandescenti con cui lui stesso
aveva un tempo afferrato il naso di Nicholas.
Poi Bill se ne and ma presto trovche, in conseguenza del materiale
infiammabile che le bevande alcoliche gli avevano iniettato nel naso,
questa parte aveva preso subito fuoco, e in effetti, per dir la
verit da allora fino a oggi ha continuato a bruciare giorno e notte,
in inverno come in estate, senza mai smettere.
Questo fu il triste destino di Bill Dawson che da quel momento cammina
di luogo in luogo senza fermarsi o sostare; e per il fuoco al naso e
la barba ispida come un ciuffo di fieno stato battezzato dalla gente
di campagna 唇ill del ciuffo Per mostrare la malvagit del suo
carattere, quel briccone vagabondo, sapendo che deve cercare gli
acquitrini pifreschi e i pantani per raffreddarsi il naso, coglie
questa occasione per far uscire di strada i distratti e ubriachi
viandanti notturni, proprio solo per poter avere la soddisfazione di
truffarne ancora il pipossibile.

NOTA 1: [Nome della via ove risiede il primo ministro inglese ma
anche, letteralmente, 峴trada che va in gi].



GIGANTI.

Mentre gli dei pagani d'Irlanda - i Tuath-De-Danan - privati del culto
e delle offerte, si fecero nell'immaginazione popolare sempre pi piccoli, fino a diventare i folletti, gli eroi pagani divennero sempre
pigrandi, fino a diventare i giganti.

I GRADINI DEL GIGANTE.

Sulla strada tra Passage e Cork c' un vecchio palazzo chiamato
Ronayne's Court. Si riconosce facilmente dal gruppo di comignoli e
dalla sommitdei frontoni che si possono scorgere da qualsiasi parte
si guardi. Era qui che avevano la loro dimora Maurice Ronayne e sua
moglie, Margaret Gould, come si puapprendere ancora ai giorni nostri
dalla grande mensola del camino su cui inciso il loro stemma. Era
una coppia molto rispettabile e avevano un solo figlio, che avevano
chiamato Philip dal nome, nientemeno, del re di Spagna.
Nello stesso istante in cui annusl'aria fredda di questo mondo, il
bambino starnut cosa che naturalmente fu presa per un buon auspicio,
segno che aveva una mente sveglia; la rapidit con cui in seguito
imparera davvero sorprendente: perchproprio il primo giorno in cui
gli fu messo in mano un sillabario, strappla pagina dell'A, B, C e
la distrusse come una cosa da non prendere nemmeno in considerazione.
Non fa meraviglia quindi che tanto il padre quanto la madre fossero
fieri del loro erede, che dava simili indiscutibili prove di essere un
genio o, come dicevano in quella parte del mondo, un 射enus
Una mattina peril signorino Phil, che aveva allora giusto sette
anni, non fu pi trovato, e nessuno seppe dire cosa gli fosse
accaduto; furono mandati dei servitori a cercarlo in ogni direzione, a
cavallo come a piedi, ma ritornarono senza notizie del ragazzo, la cui
scomparsa, nell'insieme, era del tutto inspiegabile. Fu offerta una
grossa ricompensa ma non fruttloro nessuna informazione, e gli anni
passarono senza che il signore e la signora Ronayne avessero raggiunta
alcuna spiegazione soddisfacente sul destino del loro figlio perduto.
A quel tempo, presso Carrigaline, viveva un certo Robert Kelly che di
mestiere faceva il fabbro. Era ciche si dice un uomo capace e le sue
doti erano tenute in grande considerazione da ragazzi e ragazze del
vicinato perch a parte ferrare cavalli, cosa che faceva con grande
perizia, e costruire lame per gli aratri, Robin interpretava i sogni
alle ragazze, cantava "Arthur O'Bradley" al loro matrimonio ed era un
tipo cos allegro a un battesimo, che era amico di met del
circondario.
Ebbene, capitche Robin facesse lui stesso un sogno, nell'ora pi fonda della notte, in cui gli apparve il giovane Philip Ronayne. Robin
credeva di aver visto il ragazzo, in groppa a un bellissimo cavallo
bianco, che gli raccontava come era stato fatto paggio del gigante
Mahon Mac Mahon, che l'aveva portato via e che aveva il suo regno nel
duro cuore della roccia. - I sette anni, il mio periodo di servizio,
sono scaduti, Robin, disse, - e se tu mi liberi questa notte, farper
sempre la tua fortuna.
- E come faccio a sapere, - disse Robin, piuttosto furbo anche nel
sonno, - che questo non tutto un sogno?
- Prendi questo in pegno,- disse il ragazzo, e a quelle parole il
cavallo bianco tir un gran colpo con una delle zampe posteriori e
diede al povero Robin un tale calcio in fronte che lui, credendo di
essere rimasto secco, urlpiforte che potper accertarsi di non
aver perso il ben dell'intelletto e si svegli lanciando mille
maledizioni. Si ritrovnel letto, ma aveva sulla fronte, rosso come
il sangue, il segno perfetto di un ferro di cavallo; e Robin Kelly,
che mai prima d'allora si era trovato in imbarazzo per i sogni di
qualsiasi altra persona, non seppe cosa pensare del proprio.
Robin conosceva bene i Gradini del Gigante: e infatti chi che non
conosce quell'insenatura? Essi sono formati da grandi massi di roccia
che, messi in pila uno sopra l'altro, si innalzano come una rampa di
gradini dalle grandi profonditdel mare contro l'ardita scogliera di
Carrigmahon. Nsi pudire che non siano adatti a servire da gradini
per chi avesse gambe lunghe abbastanza per scavalcare con un sol passo
una casa di normale grandezza o poter coprire lo spazio di un miglio
con un saltello, un passo e un balzo. Cose che il gigante Mac Mahon si
diceva avesse compiuto entrambe ai giorni della gloria di Finn; e la
tradizione popolare del paese collocava la sua abitazione all'interno
della scogliera sul cui fianco portavano i gradini.
L'impressione che il sogno fece su Robin fu tale che egli decise di
metterne alla prova la veridicit Prima di intraprendere questa sua
avventura, gli venne in mente che la lama di un aratro non doveva
essere un cattivo compagno: sapeva per esperienza che era un
eccellente argomento d'urto, poich in pi di un'occasione aveva
troncato molto tranquillamente un piccolo dissenso; quindi,
mettendosene una sulle spalle si incammin nel fresco della sera
attraverso Glaun a Thowk (La valletta del Falcone) verso Monkstown.
Qui viveva un suo vecchio compare di nome Tom Clancey il quale,
sentito il sogno di Robin, promise di fargli usare la sua barca a remi
e gli offranche di aiutarlo a remare fino ai Gradini del Gigante.
Dopo la cena, che fu delle migliori, si imbarcarono. Era una
bellissima notte quieta e la barchetta scivolava via veloce. Solo il
regolare tonfo dei remi, la canzone lontana del marinaio e a volte la
voce di un viandante ritardatario al traghetto di Carrigaloe rompevano
la quiete della terra, del mare e del cielo. La marea era loro
favorevole e dopo pochi minuti Robin e il suo compare si appoggiarono
sui remi sotto l'ombra scura dei Gradini del Gigante. Robin scrutcon
ansia per scorgere l'ingresso del palazzo del Gigante che, si diceva,
ognuno putrovare andandone alla ricerca a mezzanotte; ma non riusc a vedere una tale entrata. La sua impazienza l'aveva fatto andare l in fretta prima di quell'ora e, dopo aver aspettato un bel po' in uno
stato d'incertezza che non si pudescrivere, Robin in un puro accesso
di rabbia non potfare a meno di esclamare al suo compagno:
- Siamo un paio di imbecilli, Tom Clancey, a venire qui soltanto in
forza di un sogno.
- E di chi la colpa se non tua? - disse Tom.
Nel momento in cui lo diceva videro provenire dalla scogliera un
debole chiarore che aumentava gradualmente finch quasi al livello
dell'acqua, apparve loro un porticato abbastanza grande per un palazzo
reale. Spinsero la barca verso quell'apertura e Robin Kelly, afferrata
la sua lama d'aratro, entrcoraggiosamente, con mano forte e cuore
saldo. L'entrata era strana e selvaggia e appariva tutta formata di
facce truci e grottesche che si confondevano stranamente le une con le
altre cosicch era impossibile distinguerne una sola: il mento
dell'una formava il naso di un'altra; quello che sembrava essere un
occhio fisso e severo, a soffermarcisi si cambiava in una bocca
spalancata, e le linee dell'alta fronte diventavano una barba maestosa
e fluente. PiRobin si abbandonava a contemplare le forme intorno a
s pi queste diventavano terrificanti; l'espressione di pietra di
questa folla di volti assumeva una crudele ferocia, mentre la sua
immaginazione trasformava un tratto dopo l'altro in una forma e in un
personaggio diverso. Venendo meno la luce crepuscolare in cui queste
forme indefinite erano visibili, avanzlungo un corridoio scuro e
tortuoso, mentre risuonava un rumore cupo e rintronante come se la
roccia stesse per chiudersi sopra di lui e lo inghiottisse vivo per
sempre. Adesso il povero Robin ebbe veramente paura.
娜obin, Robin, - si disse, - se a venire qui sei stato un imbecille,
che cosa sei adesso, in nome della fortuna? Ma, come era successo prima, aveva appena parlato che vide una lucina
scintillare lontano attraverso il buio, come una stella nel cielo di
mezzanotte. Tornare indietro era fuori discussione, perch nel
corridoio c'erano costante curve e giravolte che lui riteneva di
avere poche possibilit di ritrovare la via del ritorno. Continu perciad avanzare verso il puntino di luce e arriv infine in una
sala spaziosa dal cui tetto pendeva la lampada solitaria che l'aveva
guidato. E poichemergeva da una tale profonda oscurit quella sola
lampada bast a fornire a Robin luce piche sufficiente a scorgere
diverse figure gigantesche sedute intorno a un massiccio tavolo di
pietra, come se fossero prese da gravi riflessioni; ma non una parola
disturbava il silenzio attonito che incombeva. A capotavola sedeva
Mahon Mac Mahon stesso, la cui barba maestosa aveva messo radici e nel
corso degli anni era cresciuta nel lastrone di pietra. Fu il primo a
scorgere Robin e subito alzandosi tir fuori la sua lunga barba
dall'enorme blocco di pietra con tale fretta e con uno strattone cos improvviso che quello si frantumin mille pezzi.
- Cosa cerchi? - domandcon voce tonante.
- Vengo, - rispose Robin con tutto l'ardire che riusca tirar fuori,
perch in petto il suo cuore stava quasi per venirgli meno, - vengo
per reclamare Philip Ronayne, il cui periodo di servizio scade questa
notte.
- E chi ti ha mandato qui? - disse il gigante.
- Sono venuto di testa mia, - disse Robin.
- Allora devi distinguerlo fra i miei paggi, - disse il gigante,- e se
scegli quello sbagliato ti giochi la vita. Seguimi -. Condusse Robin
in una vastissima sala piena di luci; lungo i due lati c'erano file di
bellissimi bambini tutti chiaramente sui sette anni, e nessuno che
oltrepassasse quell'et erano vestiti di verde, ognuno esattamente
come gli altri.
- Ecco, - disse Mahon, - sei libero di prendere Philip Ronayne se
vuoi, ma ricorda che ti do una sola possibilitdi scelta.
Robin era estremamente perplesso perchc'erano centinaia e centinaia
di bambini, e lui non aveva nessun chiaro ricordo del ragazzino che
stava cercando. Ma camminlungo la sala a fianco di Mahon come nulla
fosse, benchla sua grande corazza di ferro risuonasse paurosamente a
ogni passo, con un rumore piforte di quello del maglio di Robin
quando batteva sull'incudine.
Erano quasi arrivati alla fine senza parlare quando Robin, vedendo che
l'unico mezzo che aveva era di fare amicizia con il gigante, decise di
provare quale effetto potessero avere alcune parole gentili.
- I poveri bambini hanno un aspetto ben sano, - fece notare Robin, -
per essere rimasti qui cosa lungo esclusi dall'aria fresca e dalla
luce benedetta del cielo. Vostro onore deve averli allevati con
tenerezza.
- S - disse il gigante, - vero ciche dici; qua la mano, perch credo che tu sia una persona veramente onesta, per essere un fabbro.
Alla prima occhiata, Robin non gradmolto l'enorme dimensione della
mano e perciporse la lama d'aratro che il gigante afferre contorse
tutta nella sua presa come se fosse stata un gambo di patata. A questa
vista tutti i bambini ruppero in uno scroscio di risa. Nel bel mezzo
della loro allegria Robin credette di aver udito chiamare il proprio
nome, e fattosi tutt'occhi e orecchi mise la mano sul bambino che
credeva avesse parlato, dicendo nel contempo: - Debba per questo
vivere o morire, questo il giovane Phil Ronayne.
- E' proprio Philip Ronayne... Fortunato Philip Ronayne, dissero i
suoi piccoli compagni, e dopo un istante la sala divenne buia. Si
udivano rumori fragorosi e tutto era stranamente confuso; ma Robin
teneva salda la sua conquista e si trovnell'alba grigia del mattino
a giacere in cima ai Gradini del Gigante con il ragazzo stretto fra le
braccia.
A Robin non mancavano un bel po' di compari pronti a diffondere la
storia della sua meravigliosa avventura: a Passage, Monkstown,
Carrigaline, nell'intera baronia di Kerricurrihy ne giunse l'eco.
- Sei proprio sicuro Robin che sia il giovane Phil Ronayne quello che
hai riportato con te? - era la domanda di prammatica; perch sebbene
il ragazzo fosse stato via sette anni, il suo aspetto era adesso del
tutto simile a quello del giorno in cui era scomparso. All'apparenza
non era ncresciuto n invecchiato e parlava di cose che erano
capitate prima che fosse stato portato via, come una persona svegliata
dal sonno o come se quelle cose fossero successe ieri.
- Se sono sicuro? Beh! E' una domanda strana, - era la risposta di
Robin, - se si considera che il ragazzo ha gli occhi azzurri della
madre e i capelli rossicci del padre, per non parlare del grazioso neo
sul lato destro del suo nasetto.
Ma qualunque fossero le domande poste a Robin Kelly, la rispettabile
coppia di Ronayne's Court non dubitche fosse lui quello che aveva
liberato il loro bambino dal potere del gigante Mac Mahon, e la
ricompensa che gli elargirono equivalse alla loro gratitudine.
Philip Ronayne visse tanto da diventare vecchio, e fino al giorno
della sua morte mostruna eccezionale abilitnel lavorare l'ottone e
il ferro, cosa questa che si diceva avesse imparato durante i sette
anni d'apprendistato dal gigante Mac Mahon.

UNA LEGGENDA DI KNOCKMANY.

Quale Irlandese, uomo, donna o bambino, non ha udito del nostro famoso
eroe ibernico, il grande e glorioso Fin M'Coul? Nessuno, da Capo Clear
fino al Sentiero del Gigante, ndi ldi nuovo indietro fino a Capo
Clear. E - a proposito - nominare il Sentiero del Gigante mi porta
dritto dritto all'inizio della mia storia. Bene, successe che Fin e i
suoi giganteschi parenti stessero tutti lavorando al Sentiero per
costruire un ponte o, ancor meglio, una solida strada per andare a
piedi fino in Scozia, quanto Fin, che amava molto la moglie Oonagh, si
mise in testa di tornare a casa per vedere come se la cavava la povera
donna in sua assenza. In verit Fin era un Irlandese autentico e
quindi quella preoccupazione lo riportindietro, se non altro per
vedere se lei era tranquilla e comoda e, soprattutto, se di notte
riposava bene; perchFin sapeva che quando erano insieme la povera
donna era soggetta a malesseri notturni e visioni che lo facevano
stare molto in pena, poveretto, perch lui si sforzava di farle
riacquistare tanto il morale quanto la salute che lei aveva quando si
erano sposati. Per questo motivo, quindi, sradicun abete e, tolti
rami e radici, ne fece un bastone da viaggio e si incamminper andare
da Oonagh.
Oonagh, o piuttosto Fin, viveva a quel tempo proprio in cima alla
collina di Knockmany, che sta di fronte a una sua cugina di nome
Cullamore la quale s'innalza, mezza collina e mezza montagna, sul lato
opposto: ad est, sud-est, come dicono i marinai quando vogliono
mettere in imbarazzo una persona di terraferma.
Ecco, la verit- perchdeve pur venire fuori - che l'affetto
dell'onesto Fin per sua moglie, sebbene abbastanza sincero di per se
stesso, non era in alcun modo la vera causa del suo viaggio verso
casa. In quel tempo c'era un altro gigante, di nome Cucullin, che
alcuni dicevano fosse irlandese, altri scozzese, ma scozzese o
irlandese che fosse non c' ombra di dubbio che era una montagna.
Nessun altro gigante dell'epoca gli poteva stare a confronto; e la sua
forza era tale che, quando era molto arrabbiato, poteva dare un colpo
con un piede da far tremare il paese intorno a s La sua fama e il
suo nome si sparsero in ogni dove, e nessuno che avesse aspetto umano
- si diceva - aveva, lottando con lui, qualche possibilit Se la
storia sia vera o no, non lo so dire, ma si era diffusa la diceria che
egli avesse appiattito un fulmine col suo pugno e lo tenesse in tasca
sotto forma di frittella per mostrarlo a tutti i nemici quando stavano
per combattere con lui. Indubbiamente in Irlanda aveva dato una bella
dose di botte a ogni gigante, eccezion fatta per Fin M'Coul, e aveva
giurato per il solenne contenuto del sillabario di Mol Kelly, che non
avrebbe mai avuto riposo, giorno e notte, estate o inverno, finchnon
avesse servito a Fin la stessa salsa, se solo riusciva ad acciuffarlo.
Fin per che senza dubbio era un po' il gallo del pollaio, aveva una
forte riluttanza a incontrare un gigante che poteva, quando era
arrabbiato, creare un nuovo terremoto o appiattire un fulmine: di
conseguenza continuava a spostarsi rapidamente da un posto all'altro
ogniqualvolta gli capitava di avere la brutta notizia che Cucullin era
sulle sue tracce, cosa che certamente non torna molto a suo onore come
grande guerriero. Questo dunque era il succo di tutto il suo mettersi
in moto, anche se lo faceva passare per una sua ansia di vedere
Oonagh, e non sto dicendo che non ci fosse una certa veritanche in
questo. Comunque, a dirla per intero, con rispetto parlando, aveva
sentito che Cucullin stava venendo al Sentiero per avere con lui una
prova di forza, e di conseguenza lui fu naturalmente preso da un
ardente e subitaneo slancio d'affetto per sua moglie, povera donna,
che era di salute delicata, e conduceva inoltre una vita molto
solitaria e disagiata (coslui assicurava) in sua assenza. Sradic quindi l'abete - come ho detto prima - e dopo averlo scortecciato e
tolto rami e radici, ne fece un bastone da viandante e si incammin nel suo viaggio sentimentale per vedere la sua cara Oonagh che, tra
l'altro, stava in cima a Knockmany.
In verit- per dire i sospetti che il paese aveva a quel tempola
gente si meravigliava molto che Fin avesse scelto per la sua
abitazione un luogo cosesposto ai venti, e arrivarono persino al
punto di chiederglielo:
- Cosa intendete fare, signor M'Coul, piantando la tenda sulla cima di
Knockmany, dove non manca mai il vento, giorno e notte, estate o
inverno, e dove spesso siete costretto a prendere il bicchierino della
buonanotte senza andare a letto e neppure alzare un dito; s e per di
pic'una tale maledetta mancanza d'acqua?
- Beh, - aveva detto Fin, - da quando sono alto come un campanile
che si sa che mi piace avere attorno un bel panorama; e dove diavolo
potrei trovare, amici, un posto migliore, per una bella vista, della
cima di Knockmany? In quanto all'acqua sto scavando un pozzo (1) e,
piacendo al cielo, ho intenzione di finirlo appena sarcostruito il
Sentiero.
Ebbene, c'era ben di pioltre a questo punto di vista di Fin; infatti
la veritdella faccenda era che aveva scelto la cima di Knockmany per
avere la possibilitdi scorgere Cucullin quando fosse venuto verso la
sua casa e naturalmente per poter proprio allora andare a controllare
di persona affari lontani, in altre parti del paese, piuttosto di...
ma non importa, non vogliamo essere troppo duri con Fin. Tutto ciche
abbiamo da dire che se voleva un posto da cui stare in guardia - e,
detto tra noi, lo voleva terribilmente - a parte Slieve Croob o Slieve
Donard o sua cugina Cullamore, nella dolce e sagace provincia
dell'Ulster non poteva trovare una posizione pia posto di quella o a
cipiadatta.
- Che Dio vi benedica tutti qua dentro, - disse Fin di buon umore
mettendo la sua onesta faccia dentro la propria porta.
- Fin, ragazzo mio, benvenuto a casa dalla tua Oonagh, mio caro
torello.
Qui segu un bacio che si dice abbia fatto arricciare le acque del
lago ai piedi della collina, tanto era pieno di dolcezza e affetto.
- Caspita, - disse Fin. - Splendido! E come stai tu Oonagh? Come hai
passato il tempo in mia assenza, mirtillo mio?
- Mai stata piallegra, una vedova temporanea vivace come non ce ne
sono mai state nella dolce contea di 娛yrone tra i cespugli
Fin diede un corto e bonario colpo di tosse e rise di tutto cuore per
mostrarle quanto fosse contento che lei si fosse divertita in sua
assenza.
- E cosa ti ha portato a casa cospresto, Fin? - disse lei.
- Ebbene, figliola mia, - disse Fin mettendo la sua risposta nel modo
piadatto, - null'altro se non il pipuro amore e affetto che ho per
te. Sai bene che vero, Oonagh.
Con Oonagh Fin pass due o tre giorni felici e si sentiva assai
rassicurato considerando il timore che aveva di Cucullin. Questo per gli pesava al punto che sua moglie non potfare a meno di accorgersi
che c'era qualcosa nella sua testa che lui teneva tutta per s
Nessuno, intanto, batte una donna quando si mette in testa di indagare
o di strappare un segreto dal suo bravo marito. Fin ne fu la prova.
- E' questo Cucullin, - disse Fin, - che mi sta preoccupando. Quando
quel tipo si arrabbia e comincia a battere i piedi, ti farebbe tremare
un'intera citt ed risaputo che pufermare il fulmine perch ne
porta sempre uno con ssotto forma di frittella per farlo vedere a
chiunque possa dubitarne.
Mentre parlava ficcil pollice in bocca, come faceva sempre quando
voleva dire profezie o conoscere delle cose successe in sua assenza; e
la moglie, che sapeva perchlo facesse, disse, molto dolcemente:
- Fin, caro, spero che tu non ti morda il pollice per me, amore?
- No, - disse Fin, - ma mi mordo il pollice, cuor mio, - disse.
- S tesoro, ma fa attenzione a non farlo sanguinare, - disse Oonagh.
- Ah! Fin, non farlo, torello mio, non farlo.
- Sta venendo, - disse Fin, - lo vedo sotto Dungannon.
- Santo cielo, mio caro! E chi figlio mio? Che Dio sia lodato!
- Quella bestia di Cucullin, - rispose Fin, - e non so come cavarmela.
Se scappo sono disonorato; e io so che presto o tardi devo incontrarlo
perchil mio pollice me lo dice.
- Quando sarqui? - chiese Oonagh.
- Domani alle due circa, - rispose Fin con un gemito.
- Ebbene, torello mio, non essere gidi morale, - disse Oonagh,-
fidati di me e forse ti tirerfuori da questo guaio meglio di quanto
potresti mai farlo da te stesso con il sistema del pollice.
Questo rassicurmoltissimo il cuore di Fin, perchsapeva che Oonagh
era assai intima dei folletti e, a dir la verit si supponeva persino
che lei stessa fosse una di loro. Se lo era, per deve essere stata
un folletto gentile, percha detta di tutti non fece che del bene nel
vicinato. Ora, Oonagh aveva una sorella di nome Granua che viveva di
fronte a loro, proprio in cima a Cullamore, di cui ho giparlato, e
questa Granua era quasi potente come lei. La bellissima valle che si
stende fra loro non pilarga di tre o quattro miglia, cosicch nelle sere d'estate Granua e Oonagh potevano tenere molte piacevoli
conversazioni dalla cima di una collina all'altra. In questa occasione
Oonagh decise di consultare sua sorella su cosa fosse meglio fare
nella difficoltin cui si trovavano.
- Granua, - disse, - sei a casa?
- No, - disse l'altra, - sto cogliendo mirtilli nell'Althadhawan (la
valle del Diavolo).
- Bene, - disse Oonagh, - sali sulla cima di Cullamore, guardati
intorno e poi dimmi cosa vedi.
- Benissimo, - rispose Granua, e qualche minuto dopo: - Sono qui,
adesso.
- Cosa vedi? - chiese l'altra.
- Che il cielo ci protegga! - esclamGranua. - Vedo venire su da
Dungannon il pigrosso gigante mai visto.
- S - disse Oonagh, - quello il nostro guaio. Quel gigante il
grande Cucullin e ora sta venendo su per conciare Fin per le feste.
Cosa si pufare?
E Granua rispose: - Lo invitera venire a Cullamore per rinfrescarsi,
e forse questo dara te e a Fin il tempo di pensare a qualche piano
per tirarvi fuori dai pasticci. Ma continu- sono a corto di burro:
in casa ho solo una mezza dozzina di barilotti e siccome avrqualche
gigante e gigantessa che passeranno con me la serata, ti sarei grata,
Oonagh, se me ne gettassi quindici o sedici botti, oppure la tua forma
pigrande, e te ne sarmolto riconoscente.
- Lo farcon tutto il cuore e ancora una met - rispose Oonagh, - e
davvero, Granua, sei proprio molto gentile a trattenerlo finchavremo
visto che cosa si pufare e te ne sono davvero molto obbligata; cosa
mai ci succederebbe se capitasse qualcosa a Fin, poveretto?
Prese quindi la pigrande forma di burro che aveva, che doveva pesare
circa il doppio di una dozzina di macine da mulino - e da cipotete
facilmente giudicare la sua misura -, chiamla sorella e le disse: -
Granua, sei pronta? Sto per buttarti una forma di burro, preparati ad
afferrarla.
- Certo, - disse l'altra, - fa' un buon tiro adesso e attenzione che
non sia corto.
Oonagh lo gett ma poichera in ansia per Fin e Cucullin, dimentic di pronunciare l'incantesimo che ci voleva per mandarlo su, cosicch invece di raggiungere Cullamore, come si aspettava, cadde a circa met strada tra le due colline, al limitare della Gran Valle di Torba,
vicino a Augher.
- La mia maledizione sia su di te! - esclam Oonagh. - Mi hai
umiliata. Ora ti trasformo in una pietra grigia. Resta l a
testimonianza di ciche successo, e possa la sventura cogliere la
prima persona che cercherdi rimuoverti o distruggerti (x).
E ancora oggi si trova l con impresso il segno delle quattro dita e
del pollice, esattamente come era venuto fuori dalla sua mano.
- Non importa, - disse Granua, - devo solo fare del mio meglio con
Cucullin. Nel peggiore dei casi gli darun tipo di tisana d'erica per
fargli uscire aria dallo stomaco, o una zuppa di corteccia di quercia
per tenergliela dentro. Ma soprattutto pensa tu a qualche piano per
tirare fuori Fin dal guaio in cui si trova, altrimenti perduto. Sai
bene che eri furba e pronta d'ingegno, e la mia opinione, Oonagh, che o ti andrmale, o ce la farai a vincere Cucullin.
Granua fece allora un gran fumo sulla cima della collina, poi mise il
dito in bocca e fece tre fischi; con ci Cucullin seppe che era
invitato a Cullamore: perchquesto era il modo con cui gli irlandesi
molto tempo fa davano un segnale a tutti i forestieri e i viandanti
per far loro sapere che erano i benvenuti a condividere qualsiasi cosa
si stesse facendo.
Nel frattempo Fin era molto abbattuto e non sapeva cosa fare o come
comportarsi. Cucullin era senza dubbio un soggetto sgradevole da
incontrare, e per di pil'idea della maledetta 宸rittelladi cui
abbiamo parlato premeva a Fin il cuore in petto... Che possibilit poteva avere, anche se era forte e coraggioso, con un uomo che
riusciva, se era infuriato, a fare un terremoto quando calpestava il
paese e a trasformare i fulmini in frittelle con un colpo? La cosa era
impossibile e Fin non sapeva come metterla con Cucullin. A destra o a
sinistra, avanti o indietro, non aveva la minima idea di dove andare.
- Oonagh, - disse, - non puoi far nulla per me? Dov'tutta la tua
inventiva? Devo essere scuoiato di fronte a te come un coniglio e
portare un nome disonorato per sempre di fronte a tutto il mio clan,
io, che sono migliore di tutti loro? Come posso combattere questo
uomo-montagna, questo enorme incrocio tra un terremoto e un fulmine,
con in tasca una frittella che una volta era stata...
- Sta' tranquillo, Fin, - rispose Oonagh; - mi vergogno di te,
davvero. Tieni la lingua in bocca, per favore. A proposito di
frittelle, forse gliene daremo di buone quanto nessuna di quelle che
si porta appresso, fulmine o altro. Non avere pifiducia in Oonagh se
non gli offro un cibo come si deve, come non ne ha avuto da parecchi
giorni. Lascia che ci pensi io e fa esattamente quello che ti dico.
Questo discorso sollev molto Fin, perch dopo tutto aveva gran
fiducia in sua moglie, sapendo, come lui sapeva, che in precedenza lo
aveva tirato fuori da molte situazioni imbarazzanti. Quella attuale
veramente era pigrave di tutte le altre, tuttavia comincia farsi
coraggio e fu in grado di mangiare come al solito le sue razioni.
Oonagh estrasse allora i nove fili di lana di colori diversi, cosa che
faceva sempre per scoprire il modo migliore di riuscire in qualunque
impresa importante che stesse per intraprendere; poi li annodin tre
trecce con tre colori ciascuna e ne mise una sul braccio destro, una
intorno al cuore e la terza intorno alla caviglia destra, perchcos sapeva che nulla di ciche si apprestava a fare poteva fallire.
Preparata ogni cosa, manda chiedere in prestito ai vicini ventun
teglie di ferro, che prese e impastnel mezzo di ventun forme di
pane; le fece cuocere sul fuoco nel solito modo, mettendole poi da
parte nella dispensa man mano che erano pronte. Poi mise in serbo un
gran recipiente di latte fresco che trasformin giuncata e siero, e
diede a Fin istruzioni precise su come usare la giuncata quando fosse
venuto Cucullin. Fatte queste cose si sedette tutta soddisfatta,
aspettando che il giorno dopo verso le due venisse Cucullin, giacch quella era l'ora in cui era previsto il suo arrivo: Fin lo sapeva
perch si era succhiato un dito. Ora, questa caratteristica del
pollice di Fin era proprio curiosa, ma nonostante tutta la scienza e
il cervello che metteva a succhiarselo, il pollice adesso non avrebbe
potuto venirgli in aiuto, se non fosse stato per l'ingegno di sua
moglie. In questo, oltretutto, egli era molto affine al suo grande
nemico Cucullin, perchera risaputo che l'enorme forza che costui
possedeva risiedeva tutta nel dito medio della sua mano destra, e che
se per qualche accidente gli fosse capitato di perderlo, lui, malgrado
le sue dimensioni, non sarebbe stato che un uomo comune.
Finalmente, il giorno dopo, lo si vide avanzare attraverso la valle, e
Oonagh seppe che era tempo di incominciare le operazioni. Prepar immediatamente la culla e pregFin di sdraiarsi dentro e di coprirsi
con i panni.
- Devi passare per tuo figlio, - disse, - quindi stattene l tranquillo e non dire nulla, ma fatti guidare da me -. Questa in
veritera una cocente umiliazione per Fin - voglio dire: andare nella
culla in modo coscodardo - ma conosceva bene Oonagh e, visto che non
aveva alternative, con una faccia molto infelice vi si rannicchi dentro e rimase tranquillo come Oonagh gli aveva chiesto.
Circa alle due, come ci si aspettava, Cucullin entr
- Che Dio benedica tutti qua dentro! - disse. - E' qui che vive il
grande Fin M'Coul?
- Certamente, brav'uomo, - rispose Oonagh. - Che Dio vi protegga.
Volete sedervi?
- Grazie signora, - dice quello sedendosi. - Siete la signora M'Coul,
non vero?
- Si, - disse lei, - e credo di non aver alcuna ragione di vergognarmi
di mio marito.
- No, - disse l'altro, - ha la fama di essere l'uomo piforte e pi coraggioso d'Irlanda; ma malgrado tutto cic'un uomo non lontano da
voi che desidera molto dargli una bella stretta di mano. E' in casa?
- No di certo, - rispose Oonagh, - e se mai un uomo ha lasciato la sua
casa di furia stato lui. Sembra che qualcuno gli abbia riferito di
un gran omaccione, di un gigante chiamato Cucullin che era gi al
Sentiero a cercarlo e quindi c' andato per vedere se poteva
raggiungerlo. Per amore del povero gigante, spero proprio che non lo
incontri, perch se succede, Fin ne farpolpette all'istante.
- Ebbene, - disse l'altro, - Cucullin sono io, e l'ho cercato per
questi dodici mesi, ma si sempre tenuto alla larga da me, e io non
avrriposo giorno e notte finchnon gli metterle mani addosso.
A queste parole Oonagh fece una gran risata di profondo disprezzo e lo
guardcome fosse nient'altro che un omuncolo.
- Avete mai visto Fin? - disse Oonagh cambiando di colpo modo di fare.
- Come potevo? - disse Cucullin, - ha sempre fatto attenzione a
mantenere le distanze.
- Lo pensavo, - lei rispose, - supponevo fosse cos e se volete
sentire il mio consiglio, miserevole creatura, pregate notte e giorno
di non aver mai occasione di vederlo, perchvi assicuro che sar un
giorno nero per voi quando lo vedrete. Ma intanto, vi sarete accorto
che c'vento alla porta: siccome Fin via, sareste cosgentile da
voltare la casa, che quello che lui fa sempre quando qui? - Questa
fu una cosa che fece trasalire persino Cucullin, ma si alze, dopo
essersi tirato il dito medio della mano destra fino a farlo
scricchiolare tre volte, usc mise le braccia intorno alla casa e la
voltcompletamente, come Oonagh gli aveva chiesto di fare. Quando Fin
vide questo sentun certo tipo di umidore - di cui taceremo il nome -
stillare attraverso ogni poro della sua pelle; ma Oonagh fidando nel
suo ingegno di donna non si sentper nulla spaventata.
- Caspita, allora, - disse, - dato che siete cosgentile, ci fareste
un'altra cortesia, giacchFin non qui a farlo lui stesso? Vedete,
dopo questo lungo periodo di tempo asciutto che abbiamo avuto, ci
sentiamo molto a mal partito per mancanza d'acqua. Ebbene, Fin dice
che c'un bel pozzo sorgivo da qualche parte sotto le rocce dietro la
collina che qua sotto, ed era sua intenzione farle a pezzi, ma
poichha sentito di voi, ha lasciato questo posto cosdi fretta che
non ci ha pipensato. Ora, se cercate di trovarlo vi assicuro che la
riterrei una vera gentilezza. Portquindi Cucullin a vedere il posto,
che allora era tutto un solido masso, e il gigante, dopo averlo
guardato un po', fece scricchiolare nove volte il suo dito medio della
mano destra e chinatosi apr una spaccatura profonda circa
quattrocento piedi e lunga circa un quarto di miglio, che da allora stata battezzata con il nome di valletta di Lumford. Questa impresa
colse Oonagh quasi alla sprovvista, ma cosa non riesce a fare la
perspicacia e la presenza di spirito di una donna?
- Adesso venite dentro, - disse, - e mangiate un po' dell'umile cibo
che possiamo darvi. Anche se voi e Fin siete nemici, egli vorrebbe che
foste trattato gentilmente in casa sua, e certamente se io non lo
facessi, anche in sua assenza, non sarebbe contento di me.
Lo fece quindi entrare, e dopo avergli messo di fronte una mezza
dozzina delle forme di pane di cui abbiamo parlato, insieme a un
barattolo o due di burro, un grosso piatto di prosciutto bollito e un
mucchio di cavoli, lo pregdi servirsi - perch tutto questo, sia
detto per inciso, accadde molto prima della scoperta delle patate.
Cucullin, il quale, oltre a essere un eroe, era fra l'altro un
ghiottone, si mise in bocca una forma di pane per staccarne un buon
morso, e nello stesso momento sia Fin che Oonagh furono assordati da
un rumore che sembrava qualcosa a mettra un ringhio e un urlo: -
Sangue e furia! - grid - Come si spiega? Ecco due dei miei denti!
Che razza di pane mi avete dato?
- Cosa successo? - disse Oonagh tranquillamente.
- Successo? - urll'altro di nuovo. - Beh! Ecco andati due dei denti
migliori della mia bocca.
- Ebbene, - disse Oonagh, - questo il pane di Fin, l'unico pane che
lui mangia quando a casa, ma certo ho dimenticato di dirvi che
nessuno pumangiarlo se non lui stesso e questo bimbo nella culla.
Pensavo per giacchsi dice che siate un tipetto abbastanza robusto
per le vostre dimensioni, che sareste riuscito a cavarvela, e non
volevo fare un affronto a un uomo che si ritiene in grado di
combattere Fin. Ecco un'altra forma di pane; forse non dura come
quella.
Cucullin al momento non aveva soltanto appetito, ma era affamato come
un lupo e quindi sferrun nuovo attacco alla seconda forma di pane e
immediatamente si udun altro grido due volte piforte di quello di
prima. - Fulmini e budella! rugg - toglimi di qui il tuo pane o non
avrpiun dente in bocca; eccone andati un altro paio!
- Ebbene, brav'uomo, - replicOonagh, - se non siete in grado di
mangiare il pane, ditelo tranquillamente e non svegliate il bimbo qui
nella culla. Ecco, adesso mi si svegliato.
In quel momento Fin lanciun urlo stridulo che fece sobbalzare il
gigante giacchveniva da quello che era stato chiamato un bimbo. -
Mamma, - disse, - ho fame, dammi qualcosa da mangiare. Oonagh ci pens su e gli mise in mano una forma di pane che dentro non aveva la
teglia; Fin, il cui appetito nel frattempo era stato stuzzicato da ci che aveva visto succedere, la fece presto sparire. Cucullin era
stupefatto e in segreto ringraziava la sua buona stella di avere avuto
la fortuna di evitare l'incontro con Fin, perch come diceva a se
stesso, 峪on avrei alcuna possibilit con un uomo che riesce a
mangiare un pane come quello, pane che persino suo figlio nella culla
pusgranocchiarsi davanti ai miei occhi
- Mi piacerebbe dare un'occhiata al ragazzino nella culla, disse a
Oonagh, - perch vi assicuro, non uno scherzo prendersi cura, o
nutrire in un'estate di carestia, un bambino che in grado di
mangiare un tale cibo.
- Per tutte le vene del mio cuore, - rispose Oonagh; - tirati su,
anima mia, e fa vedere a questo bravo ometto qualcosa che non sar indegno di tuo padre Fin M'Coul.
Fin, che per l'occasione era vestito in modo da sembrare il pi possibile un fanciullo, si alze, portato fuori Cucullin, gli disse:
- Tu sei forte?
- Tuoni e segugi, - esclaml'altro, - che voce in un ragazzetto cos piccolo!
- Sei forte? - disse di nuovo Fin. - Sei capace di spremere l'acqua da
questa pietra bianca? - chiese mettendone una in mano a Cucullin.
Costui strizz e strizzla pietra ma senza alcun risultato. Poteva
squarciare le rocce della valletta di Lumford e appiattire un fulmine,
ma spremere acqua da una pietra bianca era al di ldella sua forza.
Fin lo squadrava con gran disprezzo, mentre quello continuava a
sforzarsi e spremere e spremere e sforzarsi, finchdivent nero in
faccia dalla fatica.
- Ah, sei un poverino! - disse Fin. - Tu un gigante!? Dammi qua la
pietra e ti mostrercosa sa fare il figlioletto di Fin e allora
potrai farti un'idea di cos'mio padre.
Fin prese allora la pietra e, sostituendola abilmente con la giuncata,
la spremette finchil siero, chiaro come acqua, sgorga rivoletti
dalla sua mano.
- Torno nella culla adesso, perchnon sopporto di perdere tempo con
uno che non capace di mangiare il pane del mio papo di spremere
acqua da una pietra. Accipicchia, faresti meglio ad andartene di qui
prima che mio padre ritorni, perch se ti acchiappa, in due minuti ti
riduce a un budino alla crema.
Cucullin, visto ci che aveva visto, era anche lui della stessa
opinione; le ginocchia gli battevano insieme dal terrore che Fin
ritornasse, e quindi si affretta dire addio a Oonagh e ad assicurare
che da quel giorno in avanti non voleva mai pisentir parlare di suo
marito o, ancor meno, vederlo. - Ammetto onestamente che non sono alla
sua altezza, - disse, - benchio sia forte. Ditegli che lo eviter come farei con la peste e che finchvivo mi si vedrdi rado in
questa parte del paese.
Fin nel frattempo era rientrato nella culla dove se ne stava fermo
fermo con il cuore in gola dalla gioia che Cucullin stesse per partire
senza scoprire gli inganni che gli erano stati giocati.
- Buon per te, - disse Oonagh, - che non gli sia capitato di essere
qui, perchavrebbe fatto di te null'altro che carne per l'avvoltoio.
- Lo so, - dice Cucullin, - mi farebbe proprio questo, npinmeno;
piuttosto, prima che me ne vada, volete farmi sentire che tipo di
denti sono quelli che possono mangiare pane alla teglia come quello? -
e lo indicmentre parlava.
- Con sommo piacere, - disse Oonagh, - solo, siccome sono molto in gi nella gola, devi mettere il dito un bel po' dentro.
Cucullin fu stupefatto di trovare una tale serie di potenti molari in
uno cosgiovane, ma lo fu molto di pinello scoprire, appena tirata
fuori la mano dalla bocca di Fin, che gli aveva lasciato dentro
proprio il dito da cui dipendeva tutta la sua forza. Mand un gran
gemito e subito cadde in terra per il terrore e la debolezza. Questo
era ciche Fin voleva, perchora sapeva che il suo pi potente e
acerrimo nemico era completamente nelle sue mani. All'istante balz fuori dalla culla e in pochi minuti il grande Cucullin, che era stato
per tanto tempo il terrore suo e dei suoi seguaci, giacque stecchito
di fronte a lui. CosFin per l'astuzia e la fantasia di Oonagh, sua
moglie, riusc a vincere il suo nemico con l'inganno, cosa che non
avrebbe mai potuto fare con la forza: e cosanche dimostrato che le
donne, se ci conducono in molti spiacevoli guai, a volte possono
riuscire a tirarci fuori da guai altrettanto brutti.

NOTA x: [vedi nota dell'autore in appendice]
NOTA 1: Sulla cima di questa collina c'un'apertura che ha forte
somiglianza con il cratere di un vulcano spento.

GATTI.

SEANCHAN IL BARDO E IL RE DEI GATTI.

Quando Seanchan, il famoso bardo, fu fatto "Ard-Fil, cio poeta
massimo d'Irlanda, Guaire, il re del Connaught, per fargli onore diede
una gran festa, per lui e per l'intera congregazione dei bardi. Tutti
i maestri e gli eruditi andarono alla residenza del re, con i grandi
"ollav" (1) di poesia, storia e musica, delle arti e delle scienze; e
le vecchie donne sapienti Grug, Grag e Grangait e tutti i massimi
poeti e poetesse d'Irlanda, un numero stupefacente. Ma Guaire, il re,
li intrattenne tutti in modo sontuoso, cosche l'antico sentiero che
conduce al suo palazzo chiamato ancora oggi 峽a strada delle
leccornie
Ogni giorno domandava: - Come va, miei onorabili ospiti? - ma tutti
erano scontenti e pretendevano cose che lui non poteva procurar loro.
Era quindi molto triste e pregava Dio di essere liberato dagli
容ruditi, uomini e donne: una classe di gente fastidiosa
Tuttavia la festa continuper tre giorni e tre notti. E bevvero e
furono allegri. E l'intera congregazione bardica intrattenne i nobili
con la musica pisquisita e con il suo talento professionale.
Ma Seanchan era di cattivo umore e non voleva nmangiare nbere
perchera geloso dei nobili del Connaught. E quando vide la quantit delle migliori carni e dei vini che questi consumavano, dichiarche
non avrebbe assaggiato alcun cibo finchquelli e i loro servi non
fossero stati mandati via dalla casa.
Quando Guaire gli chiese di nuovo: - Come va, mio onorabile ospite e
tutte queste persone grandi ed eminenti? - Seanchan rispose: - Non ho
mai avuto giorni o notti peggiori, npeggiori pranzi in vita mia, - e
non manginulla per tre intere giornate.
Il re fu quindi assai addolorato che l'intera congregazione bardica
bevesse e banchettasse mentre Seanchan, il massimo poeta di Erin,
digiunava e si indeboliva. Mandquindi il suo servitore favorito, una
persona dall'aspetto lindo e dai modi gentili, a offrire pietanze
speciali al bardo.
- Portale via! - disse Seanchan, - non ne prenderaffatto.
- E perch o Bardo Regale? - chiese il servitore.
- Perchtu sei un giovane sgradevole, - rispose Seanchan.- Tuo nonno
aveva le unghie tutte spezzate, l'ho visto io. Non prendercibo dalle
tue mani.
Allora il re chiamuna fanciulla che giudicava bellissima, la sua
figlioccia, e disse: - Damigella, porta questo pane di frumento e
questo piatto di salmone all'illustre poeta e servilo tu stessa. - E
la ragazza and
Ma quando Seanchan la vide le chiese: - Chi ti manda qui e perch mi
hai portato del cibo?
- Mi ha mandato il mio signore, il re, o Bardo Regale, - rispose
quella, - perchsono di aspetto gradevole, e mi ha ordinato di
servirti il cibo io stessa.
- Portalo via, - disse Seanchan, - sei una ragazza indecente e non
conosco nulla di pibrutto. Ho visto tua nonna: un giorno sedeva su
di un muretto e con la mano indicava la strada a dei lebbrosi
girovaghi. Come potrei toccare il tuo cibo? - Cosla ragazza se ne
andvia tutta addolorata.
Allora Guaire, il re, si arrabbi veramente ed esclam - La mia
maledizione cada sulla bocca che ha pronunciato quelle parole! Che il
bacio di un lebbroso sia sulle labbra di Seanchan prima della sua
morte.
Ebbene, c'era luna giovane serva che disse a Seanchan: - C'un uovo
di gallina appena deposto, mio signore; posso portarvelo, o Capo di
tutti i Bardi?
- Mi baster - disse Seanchan; - portalo, che io lo possa mangiare.
Ma quando la giovane anda cercarlo, guarda, l'uovo era sparito.
- L'hai mangiato tu! - disse il bardo furibondo.
- Non vero, mio signore; sono invece i topi, quell'agile razza, che
l'hanno portato via.
- Allora li satireggerin una poesia, - disse Seanchan, e subito
cant una satira cosaspra contro di loro che immediatamente dieci
topi caddero stecchiti di fronte a lui.
- Cosva bene, - disse Seanchan, - ma quella che pida biasimare la gatta, perchera suo dovere eliminare i topi. Percisatiregger la tribdei gatti e il loro capo supremo Irusan, figlio di Arusan; so
infatti dove abita, con sua moglie Sputafiamma, sua figlia Dentaguzzo
e i suoi fratelli Ronfante e Ringhiante. Ma comincercon lo stesso
Irusan, perchlui il re e il responsabile di tutti i gatti.
E disse: - Irusan, mostro dagli artigli, che assali il topo ma lo
lasci scappare; il pidebole dei gatti. La lontra ha fatto bene a
dare un morso alle orecchie del tuo progenitore cosche da allora
ogni gatto ha le orecchie frastagliate. Lascia che la coda ti penda: giusto, perchil topo si fa beffe di te.
Ora, Irusan nella sua tana udqueste parole e disse a sua figlia
Dentaguzzo: - Seanchan mi ha satireggiato, ma mi vendicher
- No, padre, - disse quella, - portalo qua vivo, in modo che possiamo
vendicarci tutti.
- Andra catturarlo, - disse Irusan, - mandami quindi i tuoi fratelli
al seguito.
Ebbene, quando venne detto a Seanchan che il Re dei gatti era in
cammino per venire a ucciderlo, ebbe paura e scongiurGuaire e tutti
i nobili di stargli accanto e proteggerlo. Non passmolto tempo che
si ud un suono vibrante, pauroso e violento, come una furiosa
tempesta di fuoco al massimo del suo splendore. E quando il gatto
apparve, sembrloro della dimensione di un vitello; e questo era il
suo aspetto: rapace, ansante, con le orecchie frastagliate, con il
naso rincagnato, i denti aguzzi, rapido, furibondo, vendicativo,
terribile, gli occhi minacciosi e gli artigli affilati. Queste erano
le sue sembianze. Avanzfra loro senza degnarli d'attenzione, finch arrivda Seanchan, e fu lui che afferrper un braccio; se lo butt sulla schiena e si allontanrapidamente per dove era venuto, prima
ancora che chiunque potesse toccarlo. Non aveva infatti altra mira se
non di impadronirsi del poeta.
Ora, Seanchan, essendo in una brutta situazione, fece ricorso
all'adulazione: - O Irusan, - esclam - sei indubbiamente splendido;
una tale corsa, certi balzi, una simile forza e agilit Ma che male
ho fatto, o Irusan, figlio di Arusan? Risparmiami, ti prego. Invoco i
santi, che si interpongano fra te e me, o grande Re dei gatti.
Ma il gatto per questo bel discorso non mollla presa neanche di un
po', andanzi dritto a Clonmacnoise dove c'era una fucina; San Kieran
si trovava per caso lin piedi sulla porta.
- Cosa? - esclamil santo; - quello il Capo dei Bardi di Erin, in
groppa a un gatto? E' scaduta a tal punto l'ospitalitdi Guaire?
E corse a prendere una sbarra di ferro incandescente che si trovava
nella fucina e con quella colpil gatto su un fianco, cos che il
ferro lo trapasse questi cadde senza vita.
- Sia maledetta la mano che ha dato questo colpo! - disse il bardo
quando si mise in piedi.
- E perch - chiese San Kieran.
- Perch - rispose Seanchan, avrei preferito che Irusan mi avesse
ucciso e mangiato fino all'ultimo boccone, cosavrei potuto recare
infamia a Guaire per il cattivo cibo che mi aveva dato; infatti dovuto tutto ai suoi miserevoli pranzi se mi sono cacciato in questo
guaio.
Quando tutti gli altri re udirono le sventure di Seanchan, mandarono a
chiedergli se voleva visitare le loro corti. Ma lui non volle ricevere
da loro nbaci naccoglienza e and per la sua strada verso la
residenza dei bardi, dove si poteva avere il meglio degli agi della
vita. Da allora i re ebbero sempre paura di offendere Seanchan.
Finchvisse ebbe nei banchetti il posto d'onore e tutti i nobili
furono fatti sedere sotto di lui, e Seanchan ne era soddisfatto. Dopo
un po' lui e Guaire si riappacificarono, e Seanchan e tutti gli
"ollav", e l'intera congregazione bardica furono festeggiati dal re
per trenta giorni con grande pompa: ebbero carni di primissima qualit e da bere i migliori vini francesi, serviti in calici d'argento. In
cambio di questa splendida ospitalit la congregazione bardica
espresse unanimemente un voto di ringraziamento al re, e lo lodarono
in poemi come 埂uaire il Generoso appellativo con il quale fu
ricordato per sempre nella storia, poichle parole dei poeti sono
immortali.

NOTA 1: ["Ollav": grado massimo nella gerarchia dei poeti di
professione].

OWNEY E OWNEY-NA-PEAK.

Quando l'Irlanda aveva i propri re, quando nel paese non c'erano cose
tipo i mantelli fatti di stoffa rossa (1), quando c'era abbondanza
nelle case della gente, e pace e tranquillit alle loro porte (e
questo succedeva molto tempo fa), vivevano, in un villaggio non
lontano dalla grande cittdi Lumneach (2), due ragazzi, cugini fra
loro: uno si chiamava Owney, ed era un giovane vivace, di buon cuore e
di bell'aspetto, con membra dalle forme delicate e una notevole
intelligenza. Anche suo cugino si chiamava Owney, e i vicini lo
avevano battezzato Owney-na-peak (Owney dal naso) per il lungo naso
che aveva: una cosa cossproporzionata che dopo aver guardato un lato
della sua faccia era una bella passeggiata mattutina aggirare il naso
e dare un'occhiata all'altro (cosalmeno era solita dire la gente).
Era un individuo forte, robusto, stupido come un cane bastonato e per
di pi un despota crudele verso il suo giovane cugino, con il quale
viveva in una specie di societ
Entrambi erano di umile condizione sociale. Erano fabbri, lavoratori
di metalli, e ricevevano un bel po' di lavoro dai signori della corte,
dai cavalieri e da tutta la gente importante di Lumneach. Un giorno
peril giovane Owney mentre era in citt vide un gran corteo di
signori e dame, generali e gente importante, fra cui c'era la figlia
del re di questa corte, e di certo neppure il bocciolo della rosa pu essere bello quanto lei. Owney si sentmancare il cuore alla sua
vista, e ritorna casa disperatamente innamorato e per nulla propenso
al lavoro.
Il denaro, gli fu detto, era il mezzo pi sicuro per fare la
conoscenza del re, e coscomincia risparmiare fino ad aver messo
insieme alcuni scellini; ma Owney-na-peak, scoperto il luogo dove li
aveva nascosti, se li prese tutti, come faceva di solito con ogni
guadagno di Owney.
Una sera la madre del giovane Owney capche stava per morire; chiam il figlio al suo capezzale e gli disse: - Sei stato un figliolo molto
obbediente ed giusto che tu ne sia ricompensato. Porta questa tazza
di porcellana al mercato: su di essa c'un incantesimo dei folletti;
usa il tuo ingegno, guardati attorno e fa che la prenda il miglior
offerente, e cos ragazzo mio dai bianchi capelli (3), Dio ti
benedica.
Il ragazzo stese la sua piccola cortina del letto sulla madre morta e
dopo qualche giorno, con il cuore pesante, prese la tazza di
porcellana e si incamminverso la fiera di Garryowen.
Il luogo era piuttosto allegro. Lo spiazzo, chiamato 展l campo della
forca era adesso coperto di tende. C'era abbondanza di vino, - il
"poteen" non era conosciuto a quei tempi, per non parlare del
"parliament" - c'erano moltissime belle ragazze, e non si pu immaginare tutta la musica e i balli che si svolgevano tra loro e i
ragazzi. Il povero Owney cammin tutto il giorno per il mercato
desiderando di tentar la fortuna ma vergognandosi di offrire la sua
tazza di porcellana fra tutte le belle cose che erano in vendita. Si
avvicinava infine la sera, e lui stava pensando di tornare a casa
quando uno sconosciuto gli diede un colpetto sulla spalla e disse: -
Mio bravo giovane, ti ho notato andartene in giro tutto il giorno per
il mercato con questa tazza in mano, senza parlare con nessuno e con
l'aria d'essere in cerca di qualcosa.
- Sono qui per venderla, - disse Owney.
- Cos'che sei qui per vendere? - disse un secondo uomo avvicinandosi
a guardare la tazza.
- Beh! - disse il primo, - a te cosa importa, curioso ficcanaso?
Perchvuoi sapere quello che vuol vendere?
- Che tu possa diventare un bifolco! - ma che ragione c'che io ti
auguri quello che sei gi - non ho forse il diritto di chiedere il
prezzo di quanto c'sul mercato?
- E allora, conoscere il prezzo tutto quello che otterrai, dice il
primo. - Ecco, ragazzo mio, un pezzo d'oro per la tua tazza.
- Quella tazza, piaccia al Cielo, non dovr mai contenere cibo o
bevanda in casa tua, - disse il secondo. - Ecco due pezzi d'oro per la
tazza, giovanotto.
- Ah s Allora guarda: anche se dovessi essere obbligato a riempirla
d'oro fino all'orlo per poterla dire mia, tu non terrai mai tra le
dita quella tazza. Qua, ragazzo; ascolta me, dammi la tazza una volta
per tutte. Eccoti dieci pezzi d'oro e non parliamone pi
- Dieci pezzi d'oro per una tazza di porcellana? - disse un grande
nobile della corte che era appena giunto a cavallo in quel momento. -
Deve essere senza dubbio un oggetto di valore. Qui, ragazzo, ecco
venti pezzi per la tazza, e dalla ai miei servi.
- Dalla ai miei, - gridun altro nobile del gruppo, - ed ecco la mia
borsa, dove ne troverai dieci in pi E se qualcuno offre un altro po'
per la tazza in modo da superare questo prezzo, lo infilzer con la
mia spada come un beccaccino.
- Io lo superer - disse una splendida giovane dama velata al suo
fianco, gettando venti pezzi in pisul terreno.
Non ci fu pialcuna voce che superasse l'offerta della dama e il
giovane Owney, inginocchiandosi, pose la tazza nelle sue mani.
哽inquanta pezzi d'oro, - disse Owney fra s mentre camminava
lentamente verso casa, - per una tazza di porcellana che non ne valeva
due! Ah, madre, sapevi che la vanitha le mani bucate!
Mentre si avvicinava a casa decise perdi nascondere il suo denaro da
qualche parte, sapendo, e bene, che suo cugino non gli avrebbe
lasciato nemmeno una croce con cui segnarsi. Scavquindi una piccola
buca e seppelltutto, eccetto due pezzi che porta casa. Suo cugino,
sapendo dell'affare per cui era andato, rise di cuore quando lo vide
entrare, e gli chiese quanta fortuna avesse avuto con la sua tazza da
ponce.
- Mica male! - dice Owney. - Due pezzi d'oro non un cattivo prezzo
per un oggetto di vecchia porcellana.
- Due pezzi d'oro, Owney carissimo! Caspita! Fammeli vedere, vuoi? -
Prese i soldi dalla mano di Owney e dopo aver spalancato gli occhi
pieno di stupore alla vista di tanto denaro se li mise in tasca.
- Bene, Owney, te li terral sicuro all'interno delle mie tasche. Ma
racconta se vuoi: come mai sei riuscito a prendere un simile mucchio
di soldi per una vecchia tazza di porcellana dipinta, che
probabilmente non valeva un pezzo da cinque soldi?
- Vado nel bel mezzo del mercato, poi, disinvolto e tranquillo, mi
guardo attorno e grido: 娑orcellana vecchia! e la prima persona che
mi viene vicino mi domanda quanto chiedo per la tazza e io gli dico
sicuro: 哽ento pezzi d'oro e lui ride di cuore; poi barattiamo
insieme finchlui tira gia due, ed ecco com'andato il tutto.
Owney-na-peak fece come se non vi avesse prestato attenzione, ma il
mattino seguente di buon'ora prese un vecchio piattino di porcellana
che aveva nella sua credenza e si incamminverso il mercato senza
dire parola a nessuno. Come potete facilmente immaginare suscit non
poca sorpresa in quel posto il sentire un tipo grande e grosso con un
piattino di porcellana in mano che gridava: - Un autentico piattino di
porcellana a cento pezzi d'oro! Vera porcellana! Chi lo vuole
comprare?
- Accidenti, cosa stai dicendo grosso cialtrone? - dice un uomo
venendogli vicino e guardando prima il piattino e poi la sua faccia. -
E tu pensi che qualcuno voglia passare per stupido dandoti una tal
somma per il tuo piattino? - Ma Owney-na-peak non aveva risposte da
dare e gridsolo: - Vera porcellana, cento pezzi d'oro!
Presto una folla gli si radunintorno e vedendo che non voleva dare
spiegazioni gli piombarono addosso e lo picchiarono che mancun filo
ci lasciasse la pelle, e dopo essersi sfogati su di lui se ne andarono
per la loro strada ridendo e schiamazzando. Verso il tramonto Owney-
na-peak si rialz e si trascina casa meglio che pot senza n piattino ndenaro. Appena Owney lo vide, lo aiuta entrare nella
fucina con l'aria molto dispiaciuta, sebbene, a dir la verit
l'avesse spinto a questo ridicolo affare per vendicarsi delle
precedenti buone azioni del cugino.
- Vieni qui, Owney, dannato! - disse suo cugino dopo aver sbarrato la
porta della fucina e scaldato due ferri nel fuoco. Figlio della
zizzania, - disse quando lo ebbe preso, - non vedrai mai pii frutti
della tua furfanteria perchti cavergli occhi -. E cos dicendo
afferrdal fuoco uno dei ferri incandescenti.
Fu del tutto inutile per il povero Owney buttarsi in ginocchio,
chiedere piete pregare, e implorare il perdono; lui era debole e
Owney-na-peak forte; questi lo tenne saldamente e gli brucigli
occhi. Poi lo prese in spalla mentre ancora era svenuto dal male e lo
trasport sulla desolata collina di Knockpatrick (4), a grande
distanza, e llo depose sotto una pietra tombale e se ne andper la
sua strada. Dopo un po' Owney rinvenne.
- Oh, dolce luce del giorno! Cosa ne sardi me adesso? pensava il
povero ragazzo mentre giaceva sulla schiena sotto la tomba. Deve
proprio essere questo il frutto di quello sfortunato dono? Sono
obbligato a essere al buio per sempre? E non potr pi vedere quel
dolce viso che persino nella mia cecitnon mi del tutto negato? -
Avrebbe detto ancora un bel po' di cose in questo tono e forse in modo
persino pipatetico, ma proprio in quel momento sent un grande
miagolare, come se tutti i gatti del mondo stessero salendo insieme la
collina in schiera. Raccolse le proprie forze, si rincantuccial di
sotto della pietra e rimase del tutto immobile aspettando gli eventi.
Dopo pochissimo tempo udtutti i gatti fare le fusa e miagolare in
giro per lo spiazzo, muovendosi agilmente sopra le pietre e facendone
di tutti i colori fra le tombe. Sent la coda di uno o due
spazzolargli il naso; e fu un bene per lui che non lo scoprissero l
come poi venne a sapere. Infine...
- Silenzio! - disse uno dei gatti, e in un istante furono tutti muti
come altrettanti topi. - Adesso tutti voi, gatti di questo grande
paese, piccoli e grandi, grigi, rossi, gialli, neri, marroni,
chiazzati e bianchi fate attenzione a cosa sto per dirvi in nome del
vostro re e padrone di tutti i gatti. Il sole calato e la luna salita, la notte silenziosa, nessun mortale ci ode e io posso dirvi
un segreto. Conoscete la figlia del re del Munster?
- Oh, s Certo, come no? Va' avanti con la tua storia, dissero
insieme tutti i gatti.
- Io ho sentito parlare di lei, - disse un piccolo gatto nero dalla
faccia sporca, parlando dopo che gli altri ebbero taciutoperchsono
il gatto che siede sulla mensola del focolare di Owney e Owney-na-
peak, i fabbri, e so che molte volte il giovane Owney ne parla quando
siede solo, vicino al fuoco, accarezzandomi e facendo progetti su come
entrare alla corte di suo padre.
- Off! Sempliciotto, - dice il gatto che stava facendo il discorso. -
Cosa vuoi che ci importi dei tuoi Owney e Owney-na-peak?
哽ribbio, cribbio! - pensfra sOwney, - si mai sentita una storia
come questa?
- Bene, signori, - dice ancora il gatto, - ciche ho da dire questo: la settimana scorsa il re stato colpito da cecit e voi
tutti ben conoscete come pu essere curata. Lo sapete: non c' disturbo che possa affliggere il corpo dell'uomo che non sia possibile
togliere facendo un giro di preghiere attorno alla fonte di Barrygowen
(5) laggi e il disturbo del re tale che non si pu avere altra
cura. Ora, fate attenzione, non lasciate che il segreto sfugga alle
vostre labbra perchc'un pronipote di Simon Mago che sta venendo
dalle nostre parti per mettere alla prova la sua abilit ed lui che
dovrebbe usare l'acqua e sposare la principessa, perchessa dovr esser data a chiunque sia cosfortunato da guarire gli occhi di suo
padre. Per quel giorno, signori, a tutti ci promesso un banchetto
dei pigrossi topi che mai abbiano camminato sulla terra.
Questo discorso fu applaudito con molto calore da tutti i gatti, e
subito dopo l'intera compagnia sgattaiolvia saltellando, miagolando
e facendo le fusa, gidalla collina.
Owney, capendo che se n'erano andati tutti, venne fuori dal suo
nascondiglio e poichconosceva bene la strada per Barrygowen, si mise
in cammino facendosi strada a tastoni, e dopo poco seppe che vi era
vicino dal rumoreggiare delle onde dello Shannon che provenivano da
Capo Foynes. Si accostalla fonte e, fatto un giro da buon cristiano,
si freg gli occhi con la sua acqua, guardin su e vide il giorno
albeggiare a oriente. Pronunciando parole di ringraziamento si rimise
subito in piedi, e si puben dire che Owney-na-peak fu molto sorpreso
quando, aprendo la porta della fucina, se lo trovl con i suoi
occhi sani, anzi migliori di prima e con la faccia allegra come una
danza.
- Ebbene, cugino, - disse Owney sorridendo, - mi hai fatto il pi grosso servigio che un uomo possa fare a un altro; mi hai messo in
grado di ottenere due pezzi d'oro, - disse mostrandogliene due che
aveva preso dal suo nascondiglio. - Se solo riesci a sopportare il
dolore di lasciare che ti cavi gli occhi e che ti sistemi nel punto
dove tu hai messo me, chissche fortuna avrai!
- No, non affatto il caso di cavarmeli; ma non potresti questa notte
sistemarmi in quel posto coscome sono e farmi tentare la buona
sorte, se davvero dici la verit E cos'altro mai ha potuto rimetterti
gli occhi in testa dopo che te li avevo bruciati con i ferri?
- Lo saprai a suo tempo, - dice Owney interrompendolo nel suo
discorso, perchproprio in quel momento, gettato l'occhio verso la
mensola del focolare, aveva visto il gatto seduto lsopra che lo
guardava molto severamente. Fece quindi segno a Owney-na-peak di stare
in silenzio o di parlare d'altro, al che il gatto distolse gli occhi e
comincimolto naturalmente a lavarsi il muso con le due zampe,
guardando di tanto in tanto di traverso in faccia a Owney, proprio
come un cristiano. Dopo poco quando il gatto se ne fu andato fuori
dalla fucina, Owney gli chiuse dietro la porta e terminciche stava
dicendo, cosa che rese Owney-na-peak ancora piansioso di prima
d'essere messo sotto la pietra tombale. Owney acconsentvolentieri e
appena ebbero finito di parlare gettun'occhiata verso la finestra
della fucina, dove vide quel diavoletto d'un gatto che con il naso e
un occhio faceva capolino attraverso il vetro rotto. Non disse per nulla e si prepar a portare il cugino verso quel luogo; l all'imbrunire lo distese, come era stato disteso lui stesso,
tranquillo sotto la pietra, e se ne andper la sua strada gi dalla
collina fermandosi per la notte a Shanagolden per vedere cosa sarebbe
successo al mattino.
Owney-na-peak non era rimasto sdraiato pidi due o tre ore o gi di
l che ud venire su dalla collina proprio gli stessi rumori che
avevano sconcertato Owney la notte precedente. Vedendo i gatti che
entravano nel cimitero comincia diventare molto inquieto e cercdi
nascondersi meglio che poteva, cosa che riusca fare anche abbastanza
bene, perchera tutto coperto dalla pietra eccetto una parte del
naso, cos lungo che in nessun modo poteva farlo stare nascosto. Si
puveramente dire che fu sorpreso, e non poco, quando vide i gatti
che si radunavano tutti come una comunitche vada a sentire la messa:
alcuni stavano seduti, altri gironzolavano chiedendosi l'un i'altro
notizie dei gattini o cose simili, i pi si allungavano sopra le
pietre tombali aspettando il discorso del loro comandante.
Alla fine fu proclamato il silenzio e quello parl - Adesso tutti voi
gatti di questo grande paese, piccoli e grandi, grigi, rossi, gialli,
neri, marroni, chiazzati e bianchi, fate attenzione...
- Aspetta, aspetta! - disse un gattino con la faccia sporca che
proprio allora era arrivato correndo nello spiazzo. - Fa' silenzio,
perchci sono orecchie mortali che ascoltano quanto dici. Ho corso a
pi non posso per dirti che la notte scorsa le tue parole sono state
udite. Io sono il gatto che siede sul focolare di Owney e Owney-na-
peak e questa mattina in casa loro ho visto una bottiglia dell'acqua
di Barrygowen appesa sul camino.
In un attimo tutti i gatti cominciarono a gridare e a miagolare e a
correre per lo spiazzo come fossero ammattiti, cercando in ogni angolo
e gettando occhiate sotto ogni tomba. Il povero Owney-na-peak tentdi
nascondersi da loro meglio che pot comincia battersi il petto e a
farsi il segno della croce, ma tutto fu inutile perchuno dei gatti
intravide il lungo naso che spuntava da sotto la pietra; in un attimo
ringhiando e urlando lo trasportarono proprio nel centro del cimitero
dove gli si gettarono addosso tutti insieme e lo ridussero a brandelli
dalla punta della testa alle piante dei piedi.
Il mattino seguente di buon'ora il giovane Owney arrival cimitero
per vedere cosa ne era stato di suo cugino. Chiame chiam il suo
nome, ma non ricevette alcuna risposta. Alla fine, entrato nella zona
delle tombe, trovle sue membra sparse sul terreno.
- Oh! E' cosche ti andata? - disse unendo le mani e guardando in
basso i frammenti insanguinati. - Beh, anche se, quando le tue ossa
stavano insieme, non eri un gran che in fatto di gentilezza nei miei
confronti, non una buona ragione per essere contento di vederti
fatto a pezzi di buon mattino -. Quindi, racimolati tutti i brandelli
che poteva trovare, li mise nel sacco che aveva con se se ne and verso la fonte di Barrygowen dove, senza indugiare, fece il giro e li
gett dentro tutti assieme. Dopo un istante egli vide Owney-na-peak
sano come non mai che si arrampicava fuori dalla fonte, e aiutandolo a
tirarsi su gli chiese come si sentiva.
- Oh! Vuoi proprio sapere come mi sento? - disse l'altro. Aspetta che
te lo dico. Prendi questo come assaggio -. E nello stesso tempo gli
diede un colpo in testa che si pu ben dire non ci mise molto a
lasciare Owney lungo disteso per terra. Poi senza dargli un minuto per
riprendersi lo ficc nel sacco da cui lui stesso era appena stato
scosso via, decidendo tra sdi annegarlo subito nello Shannon e
metter fine ai suoi giorni per sempre.
Strada facendo fu preso dalla stanchezza e si fermin una bettola
clandestina, nella giurisdizione del castello di Robertstown, per
rinfrescarsi con una bevuta mattutina prima di procedere oltre. Il
povero Owney, quando ritornin s - se quello si pu veramente
chiamare un ritornare in s- non sapeva cosa fare con quel grosso
sacco legato attorno. Il suo malvagio cugino lo aveva buttato per
terra in cucina, dietro la porta e, dicendogli che se si muoveva ci
avrebbe lasciato di sicuro la pelle, era entrato per prendere qualcosa
di buono nella saletta.
Pur andandone della sua vita, Owney non pottrattenersi dall'aprire
un buco nel sacco per dare un'occhiata attorno in cucina e vedere se
non avesse alcuna possibilitdi fuga. Riusc a scorgere solo una
persona, un uomo dall'aria semplice che sgranava il suo rosario
nell'angolo del camino e di tanto in tanto si percuoteva il petto e
guardava in alto come stesse pregando con grande fervore.
- Signore, - diceva, - dammi solo la morte, la morte e un giudizio
benevolo. Ora non ho nessuno di cui prendermi cura, nalcuno che si
prenda cura di me. Cosa sono pochi soldi di latta per sollevare un
uomo dal bisogno? Tutto ciche chiedo solo una tomba tranquilla.
- Cribbio, cribbio! - dice Owney, - lc'un uomo che vuole la morte
e non puaverla, e qui ci sono io che sto per averla e, in verit
non la voglio affatto -. Quindi dopo aver pensato per un po' a quale
fosse la cosa migliore da farsi, cominci a cantare molto
allegramente, ma tenendo bassa la voce per paura di poter essere udito
nella stanza accanto:

A colui che costmi leg sia data una lode e un sorriso
giorno e notte lo benedir perchmi spedin Paradiso.

Fra tutte le vie, vi rivelo
indietro non resta, perbacco
chi prende la strada del cielo
facendo il viaggio in un sacco!

- Del cielo, ha detto? - disse l'uomo nell'angolo del camino
spalancando occhi e bocca. - Oh, allora faresti un'azione da cristiano
se prendessi con te un vicino che stanco di questo mondo cattivo e
scellerato.
- Sei uno sciocco, sei uno sciocco! - disse Owney.
- Lo so che lo sono; almeno, i miei vicini me lo dicono sempre. Ma che
male c' Forse ho un'anima cristiana tanto quanto un altro, e sciocco
o non sciocco, in un sacco o fuori da un sacco, sarlieto e felice di
prendere la stessa strada di cui tu stai parlando.
Dopo aver fatto finta di fargli un gran favore in modo da rendere
l'affare pi allettante, Owney fu d'accordo a metterlo nel sacco al
posto suo; ma, dopo averlo ammonito di non dire una sola parola, stava
giper legarlo quando fu colto da un piccolo rimorso per essere sul
punto di causare la morte di un innocente; e vedendo in un angolo
pendere un pezzo del maiale che era stato ucciso il giorno prima, gli
balen l'idea che sarebbe andato altrettanto bene mettere quello nel
sacco al posto loro. Detto fatto, con gran sorpresa del sempliciotto,
infilil maiale nel sacco e lo leg
- Adesso, - dice, - mio buon amico, va' a casa e non dire nulla, ma
benedici il nome del cielo per averti salvato la vita; tu questa
mattina sei stato cosvicino a perderla quanto non lo fu mai altro
uomo che ne fosse ignaro.
Lasciarono insieme la casa. Subito venne fuori Owney-na-peak tutto
euforico, e poichera in quello stato non fu in grado di accorgersi
del cambiamento di contenuto del sacco, ma issatolo sulla schiena se
ne uscdalla casa. Prima d'aver fatto molta strada arrivalla rupe
di Foynes, dalla cui cima buttil suo fardello nelle acque salate.
Andverso casa e bussalla porta della fucina, che gli fu aperta da
Owney. Potete immaginarlo voi stessi mentre continuava a farsi il
segno della croce e a benedirsi quando vide, coscredeva, il fantasma
in piedi di fronte a lui. Ma Owney aveva l'aria molto allegra e gli
disse di non aver paura. - Hai fatto molte buone azioni in vita tua, -
dice, - ma mai una come questa. Cossalta su gli racconta che aveva
trovato il posto pibello del mondo in fondo alle acque e una grande
abbondanza di denaro. - Guarda questi quattro pezzi d'oro come
campione, e gliene mostra alcuni che aveva preso dal suo nascondiglio;
cosa ne pensi di questa storia?
- Beh! Dico che una strana storia, senza dubbio; accidenti, vorrei
anch'io tentar la fortuna nello stesso modo. Ma come sei arrivato qui
a casa prima di me, che ho preso la strada diretta, e non mi sono
fermato neanche per una bevuta da quando ho lasciato Knockpatrick?
- Oh, c'una scorciatoia sotto le acque, - disse Owney, - fa solo
attenzione a essere gentile mentre sei nel T-na-n-Og (6), e
scorgerai il denaro.
A Owney andava proprio bene: ficcil cugino nel sacco, glielo leg attorno e lo mise in un carro che stava ritornando dopo aver lasciato
un carico di avena in un magazzino di cereali giin citt non pass molto tempo che fu di nuovo a Foynes. Qui smont e andando verso la
rupe ebbe una mezza idea - temo - di scaricare il suo fardello nelle
acque, quando vide una piccola barca a remi venire in direzione del
capo. La chiamda lontano e venne a sapere che stavano per salire a
bordo di una grande nave che proveniva da terre straniere e veleggiava
fuori dal fiume. Andquindi a bordo con il suo sacco e, presi accordi
con il capitano della nave, lasciOwney-na-peak insieme alla ciurma,
e da quel giorno fino ad oggi non ne fu mai piimportunato.
Mentre passava vicino alla fonte di Barrygowen, riempd'acqua una
bottiglia; tornando a casa comprun bell'abito tutto completo col
resto del denaro che aveva sotterrato e al mattino si incamminverso
la cittdi Lumneach. Camminper la cittammirando tutto ci che
vedeva finch giunse di fronte al palazzo del re. Sopra i cancelli
vide un buon numero di lance e, infilzata su ciascuna, una testa
d'uomo ghignante nella luce del sole.
Per nulla intimorito bussaudacemente alla porta, che fu aperta da
una delle guardie del palazzo. - Ebbene, amico, chi siete?
- Sono un grande dottore venuto da paesi stranieri per curare la vista
del re. Conducetemi immediatamente al suo cospetto.
- Calma, calma! - disse il soldato. - Vedi tutte quelle teste infilate
lass La tua ha molte probabilitdi tener loro compagnia, se sei
cos incauto da venire dentro queste mura. Quelle sono le teste di
tutti i dottori del paese che sono venuti prima di te, ed questo il
motivo per cui ultimamente la cittcosbella e in buona salute,
Dio ne sia lodato!
- Non stare a parlare, gran chiacchierone, - dice Owney; portami solo
dal re all'istante.
Fu condotto di fronte al re. Dopo essere stato messo in guardia sul
suo destino se avesse fallito in ciche si era impegnato a fare, il
posto fu sgomberato da tutti a eccezione di alcune guardie e Owney fu
informato ancora una volta che se avesse guarito gli occhi del re
avrebbe sposato la principessa e ottenuto la corona dopo la morte di
suo padre. Questo lo mise di buon umore, e dopo aver fatto un giro
intorno alla bottiglia sulle nude ginocchia, prese un po' d'acqua e la
strofinsugli occhi del re. Un minuto dopo questi saltsu dal trono
e vide intorno a smeglio che mai. Ordinche Owney fosse vestito
come il figlio di un re e manda dire a sua figlia di riceverlo
all'istante come suo sposo.
Si puben dire che alla principessa, benchcontenta della guarigione
del padre, non piacque questo messaggio. E non da biasimare, se si
considera che non aveva mai posato gli occhi su quell'uomo. Peril
suo animo mutmeravigliosamente quand'egli le fu portato innanzi
coperto d'oro e diamanti e di ogni genere di cose preziose. Volendo
persapere se aveva uno spirito valido quanto la sua persona, gli
disse che il mattino seguente avrebbe dovuto dargli risposta a due
domande, altrimenti non l'avrebbe ritenuto degno della sua mano. Owney
si inchined ella pose le domande in questo modo:
- Qual quella cosa che la pidolce del mondo?
- Quali sono le tre cose pisplendide del creato?
Queste erano domande difficili, ma Owney, che da parte sua un po' di
cervello lo aveva, non ci mise molto a formarsi un'opinione in
materia. Non vedeva l'ora che giungesse il mattino, ma questo venne
lentamente e in modo del tutto normale, come se lui non esistesse al
mondo. Poco dopo fu convocato nella corte dove erano radunati tutti i
nobili del territorio: vi erano bandiere spiegate, trombe che
suonavano, e si svolgevano ogni sorta di splendide cerimonie. La
principessa stava seduta su un trono d'oro vicino al padre, ed un
meraviglioso tappeto era stato disteso perchOwney vi stesse in piedi
mentre rispondeva alle domande. Fatte tacere le trombe, la principessa
con voce chiara e dolce pose la prima domanda ed egli:
- E' il sale, - risponde con molta decisione.
Alla risposta ci fu un grande applauso, e la principessa, sorridendo,
riconobbe che aveva dato un giudizio esatto.
- Ma adesso, - disse lei, - la seconda! Quali sono le tre cose pi splendide del creato?
- Bene, - rispose il giovane, - eccole: una nave a vele spiegate, un
campo di spighe di grano e...
Cosa fosse la terza pisplendida cosa non lo udirono tutti; ma ci fu
un grande arrossire e ridere fra le dame, e la principessa sorrise e
assentcol capo, assai soddisfatta del suo ingegno. Molti dissero in
effetti che neppure gli stessi giudici del paese avrebbero potuto
rispondere meglio se si fossero trovati al posto di Owney, naltrove
si sarebbe potuto trovare un ragazzo pi promettente o abile nel
parlare. Prima fu portato dal re, il quale lo abbraccie lo condusse
dalla principessa. Ella non potfare a meno di ammettere che il suo
intelletto era assolutamente degno della sua attraente persona.
Vennero impartiti ordini immediati perch il matrimonio fosse
preparato, furono sposati con la massima sollecitudine, e si dice che,
prima che volgesse un anno, la bella principessa fosse davvero uno
degli oggetti pisplendidi del creato.

NOTA 1: [Colore delle uniformi dell'esercito inglese].
NOTA 2: L'odierna Limerick.
NOTA 3: Curiosa espressione irlandese per 宸iglio prediletto
NOTA 4: Collina nella parte occidentale della contea di Limerick,
sulla cui cima vi sono le rovine di una vecchia chiesa con un cimitero
ancora in uso. Il posto particolarmente strano e desolato.
NOTA 5: Alla fonte di Barrygowen, nella contea di Limerick, ancora
in uso la pratica di compiere giri in preghiera per risanare malattie;
e ci nonostante gli sforzi dei preti cattolici locali, che l'hanno
ridotta ma non eliminata.
NOTA 6: La dimora dei folletti.














RE, REGINE, PRINCIPESSE, CONTI, LADRI.

LE DODICI OCHE SELVATICHE.

C'erano una volta un Re e una Regina che vivevano insieme felici e
contenti e avevano dodici figli maschi e nemmeno una figlia.
Desideriamo sempre ci che non abbiamo e non apprezziamo abbastanza
quello che gipossediamo; la regina non era in questo diversa da noi.
Un giorno d'inverno, quando il cortile del castello era coperto di
neve, la regina guardando dalla finestra del salone vide lfuori un
vitello appena ucciso dal macellaio e un corvo posato l accanto. -
Oh, - disse, - se soltanto avessi una figlia con la pelle bianca come
quella neve, le guance rosse come quel sangue, e i capelli neri come
quel corvo! Per lei darei tutti i miei dodici figli -. Nel momento
stesso in cui pronunciquelle parole provun grande spavento e un
brivido la scosse, e un attimo dopo una vecchia dall'aspetto severo
stava davanti a lei.- Ben malvagio stato il tuo desiderio, - disse,
- e per punirti verr esaudito. Avrai una figlia proprio come la
desideri, ma il giorno stesso della sua nascita perderai gli altri
tuoi figlioli -. Non appena ebbe detto ci la vecchia scomparve.
Cos avvenne. Mentre aspettava il momento del parto, la regina fece
portare i bambini in una grande sala del palazzo, e la fece circondare
dalle guardie, ma nel preciso istante in cui la figlia venne alla luce
le guardie poste all'interno e all'esterno del palazzo udirono un gran
frullare d'ali e un sibilo, e si videro i dodici principi volare uno
dopo l'altro fuori dalla finestra aperta e dirigersi come tante frecce
verso il bosco. Il re fu profondamente addolorato per la perdita dei
figli, e si sarebbe certo molto adirato con la moglie se solo avesse
saputo quanta parte essa aveva avuto nella vicenda.
Tutti chiamavano la piccola principessa Biancaneve-e-Rosarossa per il
suo bel colorito. Era la piaffettuosa e adorabile bambina che si
fosse mai vista. Quando ebbe dodici anni, comincia essere molto
triste e malinconica e a tormentare la madre chiedendole dei fratelli
che credeva morti: fino ad allora infatti nessuno le aveva detto che
cosa in realtera loro successo. Il segreto era un peso opprimente
per la coscienza della regina, e poichla bambina insisteva con le
domande, infine glielo svel - Dunque mamma, - disse allora, - per
causa mia che i miei fratelli sono stati trasformati in oche
selvatiche e stanno ora soffrendo pene di ogni genere; prima che il
mondo sia pi vecchio di un altro giorno sarpartita alla loro
ricerca, per tentare di riportarli alle loro vere sembianze.
Il re e la regina la fecero sorvegliare attentamente, ma ogni
precauzione fu inutile. La sera seguente ella si stava giinoltrando
nei boschi che circondavano il palazzo, e per tutta la notte e fino
alla sera del giorno dopo cammine cammin.. Aveva con salcune
focacce, e strada facendo raccolse nocciole, "mugoreens" (ossia i
frutti della rosa di macchia) e succose mele selvatiche. Giunse
infine, proprio al calar del sole, a una graziosa casetta di legno.
C'era tutt'attorno un bel giardino pieno dei pisplendidi fiori e un
cancello si apriva nella siepe. Entre vide una tavola apparecchiata
con dodici piatti, dodici coltelli, dodici forchette e dodici
cucchiai, e sulla tavola c'erano torte, selvaggina fredda e frutta, e
c'era un fuoco accogliente e in un'altra ampia stanza erano allineati
dodici letti. Mentre si stava guardando intorno sent il cancello
aprirsi, un rumore di passi sul vialetto, ed ecco entrare dodici
giovani: un grande dispiacere si dipinse sui loro volti non appena
ebbero posato gli occhi su di lei. - Oh, quale crudele destino ti ha
condotta qui? - disse il pivecchio. Per causa di una ragazza fummo
obbligati a lasciare la corte di nostro padre e a prendere durante il
giorno l'aspetto di oche selvatiche. Questo avvenne dodici anni fa, e
noi prestammo allora il solenne giuramento di uccidere la prima
fanciulla che fosse capitata nelle nostre mani. E' un peccato privare
il mondo di una ragazza innocente e bella come te, ma dobbiamo tenere
fede alla nostra promessa. - Ma io sono la vostra unica sorella,-
rispose lei, - e non sapevo nulla di tutto questo fino a ieri; sono
scappata nella notte dal palazzo di nostro padre e di nostra madre per
trovarvi e liberarvi, se questo sar in mio potere -. I giovani
giunsero le mani e tennero lo sguardo fisso al suolo: ci fu un
silenzio tale che si sarebbe sentito cadere uno spillo, finch il
maggiore esclam - Maledetto il nostro giuramento! Cosa possiamo
fare? - Ve lo dirio, - disse una vecchia apparsa in quel momento tra
loro. - Sciogliete questo vostro malvagio giuramento che non torna a
onore di nessuno mantenere. Se mai la toccherete anche solo con un
dito vi muterin dodici "booliaun buis" (ossia steli della pianta
d'ambrosia); ma io voglio sia il vostro bene che il suo. A lei stato
affidato il compito di liberarvi in questo modo: dovrfilare e
lavorare a maglia per voi dodici camicie con la lanuggine di palude
che deve raccogliere con le sue stesse mani nella brughiera appena
fuori dal bosco. Ci vorranno cinque anni per farlo, e se in tutto
questo tempo parler ridero piangeranche una sola volta, sarete
condannati a rimanere durante il giorno oche selvatiche, finch non
sarete chiamati nell'altro mondo. Prendetevi cura percidi vostra
sorella: nel vostro interesse -. La fata quindi spar e i fratelli
fecero a gara per vedere chi sarebbe stato il primo a baciare e ad
abbracciare la sorella.
Cosper tre lunghi anni la povera principessina passil suo tempo a
strappare la lanuggine delle paludi, a filarla e a lavorare alle
camicie, e al termine dei tre anni ne aveva finite otto. Per tutto
quel tempo non disse mai una parola, non rise n pianse: e
quest'ultima era la cosa pidifficile da cui trattenersi. Un bel
giorno, mentre era seduta a filare in giardino, balzdentro un agile
levriero che le saltincontro e le appoggi le zampe sulle spalle
leccandole la fronte e i capelli. Poco dopo un giovane principe molto
bello arriva cavallo fino al cancelletto del giardino, si tolse il
cappello e chiese il permesso di entrare. La principessa acconsent con un leggero cenno del capo, ed egli entr Il principe le chiese
mille volte scusa per averla importunata e le fece mille domande, ma
non riusca farle uscire di bocca una sola parola. Si innamora tal
punto di lei, fin dal primo istante, che non potrisolversi a
lasciarla prima di averle detto di essere il re di un paese che si
estendeva sino ai bordi della foresta e averle chiesto di andare con
lui ed essere sua sposa. Lei pure non potfare a meno di ricambiare
il suo amore, e anche se da principio continuava a scuotere la testa,
e provava dispiacere a lasciare i fratelli, infine disse di scon il
capo e pose la sua mano in quella di lui. Era ben certa infatti che la
buona fata e i suoi fratelli sarebbero riusciti a ritrovarla. Prima di
andar via prese da casa un cesto in cui aveva messo tutta la lanuggine
e un altro con le otto camicie; i servitori li presero in consegna e
il principe la fece sedere davanti a ssul cavallo. La sola cosa che
lo turbava mentre cavalcavano verso le sue terre era il disappunto che
avrebbe provato la sua matrigna per quanto aveva fatto. Tuttavia era
padrone assoluto a palazzo, e non appena arrivato manda chiamare il
vescovo, fece vestire sontuosamente la sua fidanzata e le nozze
vennero celebrate: la sposa si limit ad assentire col capo. Egli
intuiva dal modo di comportarsi le nobili origini della moglie, e non
esistevano al mondo due persone piinnamorate.
La perfida matrigna faceva tutto il possibile per mettere discordia e
andava dicendo che era sicura si trattasse solo della figlia di un
guardaboschi, ma niente poteva turbare il sentimento che il re nutriva
per la moglie. A tempo debito la giovane regina diede alla luce un
bellissimo bambino e il re era coscontento che non sapeva picosa
fare per la gioia. Lo sfarzo della cerimonia del battesimo e la
felicit dei genitori erano un vero e proprio tormento per la cattiva
matrigna, ed ella decise di por fine alla loro serenit Fece dare una
pozione soporifera alla giovane madre e mentre pensava e ripensava a
come meglio sbarazzarsi del bambino, vide nel giardino un lupo
dall'aspetto feroce che la fissava leccandosi i baffi. Non perse
tempo; strappil bambino dalle braccia della donna addormentata e lo
lancifuori. La bestia lo afferrfra le fauci e in un attimo fu al
di ldella siepe. Poi la perfida donna si punse le dita e sparse il
sangue intorno alla bocca della madre ancora addormentata.
Il re stava entrando proprio allora nel cortile grande di ritorno
dalla caccia, e non appena fu nel palazzo la matrigna gli fece un
cenno, versun po' di lacrime di coccodrillo, si mise a urlare e a
torcersi le mani e lo condusse in fretta lungo il corridoio verso la
camera da letto.
Potete pensare quale spavento fu per il povero re vedere la bocca
insanguinata della regina e accorgersi che il bambino non c'era pi
Ci vorrebbero ore per descrivere la falsitdella vecchia regina, lo
sconvolgimento, la paura e l'affanno del giovane re e della regina, i
brutti sospetti che egli comincia nutrire verso la moglie, e la
lotta che lei dovette sostenere per reprimere il suo cocente dolore, e
per non darne sfogo parlando o piangendo. Il giovane re non permise
che venisse chiamato alcuno e ordinalla matrigna di diffondere la
notizia che il bambino era caduto dalle braccia della madre mentre
questa stava alla finestra, e che una bestia feroce era scappata
portando via il piccolo. La snaturata donna finse di ubbidirgli, ma di
nascosto raccont a tutti quelli con cui parlciche il re e lei
stessa avevano visto nella camera da letto.
La giovane regina fu per molto tempo la donna pi infelice dei tre
reami, afflitta dall'angoscia per il figlio e dalla cattiva opinione
che il marito aveva di lei; tuttavia non parlnpianse: raccoglieva
la lanuggine delle paludi e continuava a fare le camicie. Spesso si
erano viste le dodici oche selvatiche posarsi sugli alberi del parco o
sul soffice prato, e guardar dentro le sue finestre. La regina
continuava a lavorare per portare a termine il suo compito, ma si era
giunti alla fine di un altro anno e la dodicesima camicia era quasi
terminata - ne mancava solo una manica - quando fu obbligata a
mettersi a letto, e venne alla luce una meravigliosa bambina.
Questa volta il re stava ben attento e non permetteva che madre e
figlia fossero lasciate sole un minuto; ma la malvagia matrigna pag di nascosto alcuni servitori, altri li addorment diede la pozione
soporifera alla regina e fece appostare una persona pronta a rapire il
bambino e ucciderlo. Ma cosa mai non vide in giardino se non lo stesso
lupo che, come la volta prima, la guardava leccandosi i baffi? Anche
la bambina finfuori dalla finestra, e il lupo sparinsieme a lei;
la vecchia matrigna imbrattdi sangue la bocca e il viso della madre
addormentata e poi urle strill e si mise a chiamare il re e ogni
persona che incontrava, e la stanza si riempdi gente, e tutti si
convinsero che la giovane regina aveva appena divorato la sua stessa
creatura.
La povera madre credeva oramai che la vita stesse per abbandonarla.
Era in uno stato tale da non riuscire na pensare n a pregare, ma
rimaneva seduta immobile come una statua e continuava a lavorare alla
manica della dodicesima camicia.
Il re desiderava che venisse ricondotta nella casa del bosco dove
l'aveva trovata, ma la matrigna, i signori della corte e i giudici non
ne vollero sapere e la regina fu condannata a essere bruciata nel
cortile grande alle tre di quello stesso giorno. Quando l'ora fatale
fu vicina, il re si ritirnella parte piremota del palazzo, e in
quel momento nel suo regno non c'era uomo piinfelice.
Arrivati i carnefici per condurla via, la regina prese il mucchio di
camicie fra le braccia. Mancava ancora qualche punto, e mentre la
stavano legando sul rogo non smise di lavorare. All'ultimo punto
sembrsopraffatta, e una lacrima cadde sul lavoro, ma dopo un istante
si rizz e gridforte: - Sono innocente, chiamate mio marito! - I
carnefici si fermarono, tranne uno d'animo crudele che diede fuoco
alle fascine vicine a lui; e mentre tutti stavano immobili per lo
stupore, ci fu un affrettar d'ali e in un attimo le dodici oche
selvatiche furono attorno al rogo. Prima ancora che si potesse contare
fino a dodici, la regina aveva gigettato una camicia su ciascun
uccello e in un batter d'occhio ecco apparire dodici tra i pi bei
giovani che sia dato di scegliere tra mille. Mentre alcuni di loro
slegavano la sorella, il maggiore, afferrato un grosso bastone, lasci cadere sul carnefice zelante un colpo tale che questi non ne ebbe mai
pibisogno d'un altro.
I fratelli stavano confortando la giovane regina e il re stava
correndo verso quel luogo, quando apparve fra loro una bellissima
donna con la bimba in braccio e per mano il piccolo principe. Non vi
furono piche risa e pianti di gioia, e abbracci e baci, e quando si
volle ringraziare la buona fata che sotto l'aspetto del lupo aveva
portato via i bambini, non la si trovpi In nessun castello al
mondo si conobbe mai una felicitcosgrande, e se la malvagia regina
e i suoi seguaci non finirono squarciati da cavalli selvaggi,
l'avrebbero perampiamente meritato.

LA BELLA INDOLENTE E LE TRE ZIE.

C'era una volta una povera vedova la quale aveva una figlia bella come
il giorno e pigra come un maiale, con rispetto parlando. La povera
madre era la persona pi industriosa del circondario ed era una
filatrice bravissima. Il suo pigrande desiderio era che anche la
figlia fosse brava quanto lei, invece la ragazza si levava tardi,
faceva colazione prima d'aver finito le preghiere, e poi andava a
bighellonare di qua e di l e tutto quel che prendeva in mano pareva
scottarle le dita. Strascicava le parole come se facesse una gran
fatica a parlare e come se la lingua fosse pigra quanto il suo corpo.
Molte volte la povera madre s'era fatta il sangue amaro con lei,
eppure la ragazza faceva progressi come i polli morti d'agosto.
Una mattina in cui le cose non potevano andar peggio e la povera donna
sbraitava come un mulino, ecco che arriva a cavallo il figlio del re.
- Ehil buona donna! - disse, - dovete avere un figlio ben cattivo
per essere costretta a gridare in un modo tanto terribile. Non pu certo essere stata questa bella fanciulla a farvi arrabbiare! - Oh,
col permesso di vostra Maest assolutamente no! - dice la vecchia
bugiarda. - La stavo solo rimproverando perchsi affatica troppo a
lavorare. Lo credereste Vostra Maest Fila tre libbre di lino in un
giorno, il giorno dopo ne tesse una tela e quello successivo trasforma
tutto in camicie. - Caspita! - dice il principe, - una donna cos farebbe la felicitdi mia madre, poichmia madre la filatrice pi abile del regno. Vi prego, signora, volete far indossare a vostra
figlia cappello e mantello e aiutarla a salire dietro di me? Mia madre
ne sar cos entusiasta che potrebbe farla sua nuora entro una
settimana: se anche vostra figlia d'accordo, s'intende.
Un po' per la confusione, un po' per la gioia e un po' per la paura di
venire scoperte, le donne non sapevano cosa fare; e prima che
potessero prendere una decisione, la giovane Anty (Anastasia) fu fatta
salire dietro al principe che se ne andvia con i suoi servitori
lasciando alla madre una bella borsa pesante. Dopo che tutti se ne
furono andati, la donna pianse a lungo, perchaveva paura che alla
povera ragazza potesse accadere qualcosa di brutto.
Le poche risposte che il principe riusca tirar fuori a Anty non gli
permisero di giudicare dell'educazione o dell'intelligenza della
ragazza. La regina resta bocca aperta dallo stupore vedendo una
giovane di campagna seduta dietro a suo figlio; ma, osservato il suo
bel viso e sentito tutto quello che era capace di fare, ne fu
conquistata. Il principe colse l'occasione per sussurrarle che se non
aveva nulla in contrario a diventare sua moglie doveva far di tutto
per accontentare la regina. Bene, la sera trascorse e il principe e
Anty erano sempre piinnamorati l'uno dell'altra, ma a ogni istante,
al pensiero di dover filare, il cuore della fanciulla si raggelava.
Quando venne l'ora di andare a dormire, l'anziana regina la accompagn in una bellissima camera da letto e, mentre le stava augurando la
buona notte, le indic un mucchio di lino fine e le disse: - Puoi
cominciare domani mattina, quando vorrai, e dopodomani mattina sono
certa che trover queste tre libbre trasformate in un bel filato -.
Quella notte la povera ragazza dormben poco. Continua piangere e a
lamentarsi per non aver prestato maggior ascolto ai consigli di sua
madre. Quando la mattina seguente fu lasciata sola, si mise al lavoro
col cuore gonfio; e benchavesse un grazioso arcolaio di mogano e il
pi bel lino che mai si fosse visto, il filo le si spezzava a ogni
momento. Un tratto era sottile come una ragnatela e quello successivo
ruvido come il frustino di un ragazzetto. Alla fine allontanla
sedia, lascicadere le mani in grembo e scoppia piangere.
In quel preciso istante le apparve dinnanzi una vecchina minuta, dai
piedi sorprendentemente grandi, che le disse: - Cosa ti affligge,
bella fanciulla? - Povera me, devo filare tutto questo lino prima di
domani mattina e non riuscirmai a mettere assieme neppure cinque
iarde di bel filato. - Saresti disposta a invitare la povera Vecchia
dal Grande Piede al tuo matrimonio col giovane principe? Se me lo
prometti, questa notte, mentre tu dormirai, le tre libbre verranno
trasformate tutte quante nel pisottile dei filati. - Certo che vi
invitere sarete la benvenuta, e vi onorerper il resto dei vostri
giorni. - Molto bene, rimani nella tua stanza fino all'ora del te
di' alla regina che domani mattina puvenire a prendere il filato
quando vuole -. Tutto si svolse come la vecchia aveva detto; e il
filato era pibello e regolare della corda di minugia che si vede
usare nella pesca con la mosca. - Sei stata davvero ammirevole,
ragazza mia! - dice la regina. - Ti farportare il mio telaio di
mogano, ma per oggi non devi fare nient'altro. Lavoro e riposo, lavoro
e riposo il mio motto. Domani tesserai tutto questo filato e chi sa
cosa pusuccedere?
Questa volta la povera ragazza era ancor pi spaventata della
precedente e aveva una gran paura di perdere il principe. Non sapeva
neppure come mettere l'ordito negli ingranaggi del telaio, n come
usare la spola, e stava seduta, presa dal pigrande sconforto,
quando, tutto a un tratto, le apparve una donnina che aveva dei
fianchi incredibilmente abbondanti: le disse che si chiamava la
Vecchia dai Grandi Fianchi e concluse con lei lo stesso patto della
Vecchia dal Grande Piede. La regina fu felicissima quando, di buon
mattino, trovuna tela leggera e bianca come il foglio di carta pi sottile che mai si fosse visto. - Sei stata un vero tesoro! - dice. -
Oggi riposati assieme alle dame e ai cavalieri e se domani di questa
tela avrai fatto delle belle camicie, puoi regalarne una a mio figlio
e sposarti con lui senza indugio.
Oh, come non provar compassione il giorno seguente per la povera Anty!
Era cosvicina al principe ora, e forse ne sarebbe stata presto cos lontana. Tuttavia aspettil pipazientemente possibile con forbici,
ago e filato in mano fino a un minuto dopo mezzogiorno. Allora, con
sua grande gioia, vide apparire la terza donna: aveva un grosso naso
rosso e fece sapere ad Anty che per questo la chiamavano la Vecchia
dal Grande Naso. Non le fu di minor aiuto delle altre; infatti, quando
la regina le fece visita di buon'ora, una dozzina di belle camicie
erano distese sul tavolo.
Ormai non si parlava d'altro che del matrimonio, e non c'bisogno che
vi dica che esso fu sfarzoso. La povera madre era l assieme agli
invitati, e al pranzo di nozze la regina non riusciva a smettere di
parlare delle deliziose camicie e di come sarebbero state felici lei e
la sposa quando, trascorsa la luna di miele, avrebbero potuto filare e
tessere e cucire camicie e camicette senza fine. La conversazione non
piaceva allo sposo e meno ancora piaceva alla sposa - e il principe
stava per intervenire quando il valletto si avvicin a capotavola e
disse alla sposa: - La zia di vostra signoria, la Vecchia dal Grande
Piede, mi ha pregato di chiedere se le vien concesso d'entrare. La
sposa arrosse avrebbe voluto essere sette miglia sotto terra, ma il
principe si comportdegnamente: - Riferisci alla Signora dal Grande
Piede, - disse, - che un parente della mia sposa, chiunque esso sia,
sarsempre accolto a cuore aperto dovunque lei o io ci troviamo -. La
donna dal Grande Piede entred ebbe un posto a sedere accanto al
principe. L'anziana regina non grad molto la cosa e, dopo aver
scambiato qualche parola, chiese, con fare piuttosto malevolo: - Cara
signora, perchmai il vostro piede cosgrosso? - Oh, beh, vostra
maest ho passato quasi tutta la mia vita all'arcolaio, ecco il
motivo. Ti dichiaro, mia cara, - disse il principe, - che mai ti
permetterdi passare un'ora a un arcolaio -. Lo stesso valletto disse
di nuovo: - La zia di vostra signoria, la Vecchia dai Grandi Fianchi,
desidera entrare, se i nobili presenti e vostra signoria non hanno
nulla da obbiettare -. La principessa Anty era assai contrariata, ma
il principe inviil suo benvenuto alla Vecchia dai Grandi Fianchi ed
essa prese posto a tavola e brindai presenti, uno per uno. - Posso
chiedere, signora, dice l'anziana regina, - perchsiete coslarga a
metfra la testa e i piedi? - Oh, maest perchsono stata seduta
tutta la vita al telaio. - Per il mio scettro, - dice il principe, -
mia moglie non vi si siederneppure un'ora -. Il valletto torn ad
avvicinarsi: - La zia di vostra signoria, la Vecchia dal Grande Naso,
chiede il permesso di prender parte al banchetto -. Il volto della
sposa si fece ancora pirosso, ma lo sposo disse forte, con fare
cordiale: - Dite alla Signora dal Grande Naso che la sua visita per
noi un onore -. La vecchia entre a capotavola trovgran rispetto,
ma quelli che stavano verso il fondo sollevarono i boccali e i
bicchieri davanti al naso per nascondere i loro sogghigni. - Signora,
- dice l'anziana regina,- volete dirci, per favore, perchil vostro
naso cosgrosso e rosso? - A dire il vero, vostra maest la mia
testa stata piegata tutta la vita sul cucito e tutto il sangue del
corpo passato nel naso. - Mia cara, - disse il principe ad Anty, -
se mai vedrun ago nelle tue mani, scappercento miglia lontano da
te.
- E in verit ragazzi miei, anche se la storia divertente, non
credo che la morale sia buona; e se qualcuna di voi sciocchine si
prova a imitare la pigrizia di Anty troverche i frutti non saranno
gli stessi. Anty era bella oltre ogni dire, e nessuna di voi lo per
di piaveva tre potenti fate che le davano aiuto. Non ci sono fate
ora, n principe o signore che passi a cavallo e vi porti via, che
siate pigre o che siate operose; e forse, dopo tutto, il principe e la
sua bella non furono poi cos felici quando le preoccupazioni del
mondo o la vecchiaia giunsero anche per loro.
Cos terminil suo racconto la povera vecchia Shebale (Sybilla), la
governante di Padre Murphy, a Coolbawn, nella baronia di Bantry, circa
mezzo secolo fa.

LA PRINCIPESSA ORGOGLIOSA.

C'era una volta un degnissimo re la cui figlia era la fanciulla pi bella che si potesse vedere in terre vicine o lontane; ma era
orgogliosa come Lucifero e nessun re o principe le andava bene come
marito. Suo padre infine ne ebbe abbastanza e invittutti i re,
principi, duchi e conti, quelli che conosceva e quelli che non
conosceva, a venire alla sua corte per fare con lei un ultimo
tentativo. Vennero tutti, e il giorno seguente, dopo colazione, si
misero in fila sul prato e la principessa passdavanti a loro per
fare la sua scelta. A uno grasso lei disse: - Non ti voglio, Barile di
Birra! - Uno era alto e magro e a lui disse: - Non ti voglio,
Bacchetta per Fucile! - A un uomo dalla faccia bianca: - Non ti
voglio, Pallida Morte; - e a uno dalle guance rosse: - Non ti voglio,
Cresta di Gallo! - Si fermun po' davanti all'ultimo, perchera un
uomo bello di viso e di corpo. Cercdi trovargli qualche difetto, ma
non aveva niente di particolare tranne dei peli castani e ricciuti che
gli incorniciavano il mento. Rimase qualche istante ad ammirarlo e poi
se la cavdicendo:- Non ti voglio, Barbaccia!
Cos se ne andarono via tutti, e il re era talmente irritato che le
disse: - Ora, per punire la tua impudenza, ti daral primo mendicante
o cantastorie che passa -. Puntuale come un orologio, la mattina
seguente si presentun tale tutto coperto di stracci, con i capelli
che gli arrivavano alle spalle e una barba rossa cespugliosa che gli
copriva la faccia, e si mise a cantare sotto la finestra del salone.
Appena la canzone ebbe termine, venne aperta la porta principale e,
fatto entrare il cantastorie e mandato a prendere il prete, la
principessa fu data in sposa a Barbone. Strille strepit ma il
padre non le diede retta. - Ecco, - dice allo sposo, - qui ci sono
cinque ghinee per te. Porta via tua moglie, che non l'abbia pi davanti agli occhi e che non debba pirivedere nte nlei.
Egli la condusse via e la principessa era pitriste che mai. L'unica
cosa che le dava sollievo era il tono della voce di suo marito e i
suoi modi garbati. - Di chi questo bosco? - chiese mentre ne stavano
attraversando uno. - Appartiene al re che ieri hai chiamato Barbaccia
-. Ebbe la stessa risposta per prati e campi di grano e infine per una
bella citt 唧h, che sciocca sono stata! - si disse. - Era un
bell'uomo e avrei potuto averlo per marito Dopo tanto camminare si
diressero verso una povera capanna. - Perchmi porti qui? - dice la
sfortunata fanciulla.Questa era la mia casa, - rispose Barbone, - e
adesso la tua. Allora la principessa comincia piangere, ma era
stanca e affamata ed entrassieme a lui.
Che desolazione! Non c'era ntavola apparecchiata, nfuoco acceso,
ed essa fu costretta ad aiutare il marito ad accenderlo, a cucinare la
cena e quindi a rassettare ogni cosa. Il giorno successivo il marito
le fece indossare un abito di tela e un fazzoletto di cotone. Quando
ebbe rimesso a posto la capanna e non ci fu nessun'altra faccenda a
tenerla occupata, il marito porta casa dei ramoscelli di salice, li
pel e le mostr come si facevano i canestri. Ma i duri rami le
coprirono di lividi le dita delicate, ed essa si mise a piangere. Lui
le chiese allora di aggiustare gli abiti, ma l'ago le fece uscire il
sangue dalle dita ed essa pianse di nuovo. Barbone non riusciva a
sopportare la vista delle sue lacrime, coscomperuna cesta piena di
stoviglie di terracotta e la manda venderle al mercato. Questa fu,
di tutte, la prova peggiore, ma essa era tanto bella e triste e aveva
un'aria cosgraziosa, che tutti i suoi piatti, padelle, brocche e
ciotole erano spariti prima di mezzogiorno, e del suo antico orgoglio
l'unico segno che lascitrasparire fu uno schiaffo appioppato in viso
a un bellimbusto quando questi oschiederle di andare a dividere un
quartino con lui.
Bene, suo marito ne fu tanto contento che il giorno seguente la mand con un'altra cesta: ma la fortuna aveva purtroppo deciso di
abbandonarla. Un cacciatore ubriaco arriva cavallo, e la bestia si
slanci fra le sue terraglie riducendo in briciole fin l'ultimo
piattino. Torna casa in lacrime e il marito non fu affatto contento.
- Vedo bene, - disse, - che non sei fatta per il commercio. Su, vieni,
ti troverun posto da sguattera nelle cucine del palazzo. Conosco la
cuoca.
Cos la poverina fu costretta ancora una volta a soffocare il suo
orgoglio. Doveva lavorare molto, e il valletto e il maggiordomo
cercavano con grande sfrontatezza di strapparle un bacio; al primo
tentativo lei percacciuno strillo e la cuoca appioppal tipo un
tal colpo di scopa che il tentativo non fu piripetuto. La povera
principessa tornava a casa dal marito ogni sera portando nelle tasche,
avvolti nella carta, gli avanzi del cibo.
Dopo una settimana che aveva preso servizio ci fu un gran trambusto in
cucina. Il re stava per sposarsi, ma nessuno sapeva chi sarebbe stata
la sposa. Bene, la sera la cuoca riemple tasche della principessa di
carne fredda e pasticcio e le disse:- Prima di andartene diamo
un'occhiata ai grandi preparativi nel salone -. Si avvicinarono allora
alla porta per curiosare, ma ecco che viene fuori il re in persona,
pibello che mai, ed era nientemeno che il Re Barbaccia. - La vostra
bella aiutante deve pagare per la sua indiscrezione, - disse alla
cuoca, - e ballare una giga con me -. Senza chiederle il consenso, la
prese per mano e la condusse nella sala. I violinisti cominciarono a
suonare ed essi si mossero. Ma non avevano fatto due passi di danza
che la carne e il pasticcio volarono fuori dalle tasche della povera
principessa. Tutti scoppiarono a ridere fragorosamente, ed essa corse
alla porta piangendo da far piet Ma fu presto raggiunta dal re e
condotta nel salotto privato. Non mi riconosci, mia cara? - le disse.
Sono Re Barbaccia, e tuo marito il cantastorie, e il cacciatore
ubriaco. Tuo padre mi conosceva bene quando ti ha data a me, e tutto stato fatto per piegare il tuo orgoglio -. La principessa non riusciva
pi a raccapezzarsi per la paura, la vergogna e la gioia. L'amore
comunque ebbe la meglio, ed essa appoggi la testa sul petto del
marito e pianse come una bambina. Ben presto le damigelle d'onore la
portarono via e la vestirono come meglio non possono fare mani e
spilli. C'erano anche suo padre e sua madre e, mentre tutti si
chiedevano dove fossero finiti il giovane re e la bella fanciulla, Re
Barbaccia e la sua sposa, che i presenti nemmeno riconobbero in quegli
abiti eleganti, fecero il loro ingresso assieme all'altro re con la
regina, e tanta allegria e festeggiamenti tanto squisiti nessuno di
noi avrmai la fortuna di vederli.

L'INCANTESIMO DI GEAROIDH IARLA.

Nei tempi antichi viveva in Irlanda un nobile uomo della casata dei
Fitzgerald. Il suo nome era Gerald, ma gli Irlandesi, che avevano
sempre avuto molta considerazione per la sua famiglia, lo chiamavano
Gearoidh Iarla, il Conte Gerald. Aveva un grande castello, o meglio
una fortezza, a Mullaghmast; e ogni volta che il governo inglese si
provava a recare un torto alla sua patria, era sempre pronto a
prenderne le difese. Oltre a essere un valoroso condottiero in
battaglia e abilissimo nell'usare ogni genere d'arma, era esperto in
magia nera ed era capace di assumere qualunque forma volesse. Sua
moglie sapeva di questo potere e spesso gli chiedeva di farla
partecipe di qualcuno dei suoi segreti, ma mai il Conte aveva voluto
accontentarla.
Lei insisteva soprattutto per vederlo sotto qualche strana sembianza,
lui percontinuava a rimandare con un pretesto o con l'altro. Ma non
sarebbe stata donna se non avesse avuto perseveranza. Il marito infine
l'avvertche se si fosse spaventata anche solo un po' mentre lui si
trovava fuori dalla sua forma naturale, non gli sarebbe pistato
possibile riacquistarla prima che molte generazioni di uomini fossero
andate sotto terra. 奚k! Non sarebbe stata la moglie adatta per
Gearoidh Iarla se avesse potuto spaventarsi facilmente. Se solo lui
l'avesse accontentata in questo suo capriccio, avrebbe visto quant'era
coraggiosa! Cos una bella sera d'estate, mentre stavano seduti nel
grande salone, egli volse il viso dall'altra parte, mormoralcune
parole e, in un batter d'occhio, era bell'e che sparito e un grazioso
cardellino svolazzava per la stanza.
La moglie, per quanto si ritenesse coraggiosa, ne fu un po'
spaventata, ma seppe controllarsi abbastanza bene, soprattutto
allorch l'uccellino anda posarsi sulla sua spalla, sbattle ali,
appoggiil beccuccio alle sue labbra e cinguettla pibella melodia
che mai si fosse udita. La bestiola si mise a disegnare cerchi per la
stanza, gioca rimpiattino con la sua dama, volin giardino, torn indietro, si possul suo grembo come addormentato e balz via di
nuovo.
Quando il gioco era durato abbastanza da soddisfare entrambi, spicc un altro volo all'aperto; ma, parola mia, non ci mise molto a tornare.
Voldritto in seno alla sua donna e, l'attimo seguente, un falco
rapace si precipitava dietro di lui. La donna diede uno strillo acuto,
sebbene non ce ne fosse bisogno, perchil terribile uccello - entrato
come una freccia - anda sbattere contro un tavolo con tale violenza
che la vita gli schizzfuori. Dal corpo scosso dai tremiti della
bestia la dama volse lo sguardo al luogo dove, un attimo prima, aveva
visto il cardellino: ma non posmai pigli occhi n sul cardellino
nsul Conte Gerald.
Una volta ogni sette anni il Conte cavalca per la grande Pianura del
Kildare su un destriero dagli zoccoli d'argento che, al tempo in cui
spar erano spessi mezzo pollice: quando questi zoccoli saranno
diventati sottili come l'orecchio di un gatto, egli sar restituito
alla societdei viventi, combatteruna grande battaglia contro gli
Inglesi e regnersull'Irlanda per quarant'anni (1).
Assieme ai suoi guerrieri dorme ora in una lunga caverna sotto il
Forte di Mullaghmast. Nel mezzo della caverna si allunga una tavola:
il Conte sta al posto d'onore e i suoi soldati, vestiti delle loro
armature, siedono ai due lati con la testa appoggiata sul piano. I
cavalli, sellati e imbrigliati, stanno ritti ai loro posti dietro i
padroni, su entrambi i lati; e quando il giorno verr il figlio del
mugnaio che nascercon sei dita per mano suonerla sua tromba, e i
cavalli scalpiteranno e alzeranno nitriti, e i cavalieri si
sveglieranno e monteranno sui loro destrieri per andare a combattere.
In una notte che si ripete ogni sette anni, mentre il Conte cavalca
per la grande Pianura del Kildare, l'accesso puessere visto da
chiunque si trovi a passare di l Circa cento anni fa un mercante di
cavalli che, un poco ubriaco, era fuori sul tardi, vide la caverna
illuminata e vi entr Le luci, il silenzio e la vista degli uomini
con l'armatura lo intimorirono non poco ed egli ridivenne sobrio. Le
mani cominciarono a tremargli e una briglia gli cadde sul pavimento.
Il suono del morso echeggiper tutta la lunga caverna, e uno dei
guerrieri che stava vicino a lui sollevleggermente la testa e, con
una voce fonda e roca, disse: - E' giora? - L'uomo ebbe la presenza
di spirito di rispondere: - Non ancora, ma lo sar presto, - e il
pesante elmo ricadde sulla tavola. Il mercante di cavalli uscpiin
fretta che pot e io non ho mai sentito di altri cui sia capitata una
simile avventura.

NOTA 1: L ultima volta che Gearoidh Iarla riapparso, gli zoccoli del
cavallo erano sottili come una moneta da sei penny.









MUNACHAR E MANACHAR.

C'erano una volta, molto tempo fa, un certo Munachar e un tal
Manachar; di anni ne sono passati da allora, e se erano vivi a
quell'epoca non possono certo esserlo adesso. Andarono assieme a
raccogliere lamponi e quanti Munachar ne raccoglieva, tanti Manachar
ne mangiava. Munachar disse che doveva andare a cercare un ramo per
farne un cappio per impiccare Manachar che aveva mangiato tutti i suoi
lamponi a uno a uno. Arrivdal ramo. Dio ti salvi, - disse il ramo. -
Dio e Maria ti salvino. - Dove sei diretto? - Sto andando a cercare un
ramo per fare un cappio per impiccare Manachar che ha mangiato tutti i
miei lamponi a uno a uno.
- Non mi avrai, - disse il ramo, - finchnon troverai un'ascia per
tagliarmi -. Arrivdall'ascia. - Dio ti salvi, - disse l'ascia. - Dio
e Maria ti salvino. - Dove sei diretto? - Sto andando a cercare
un'ascia che tagli il ramo per fare un cappio per impiccare Manachar
che ha mangiato tutti i miei lamponi a uno a uno.
- Non mi avrai, - disse l'ascia, - finchnon troverai una pietra per
affilarmi -. Arrivalla pietra. - Dio ti salvi, disse la pietra. -
Dio e Maria ti salvino. - Dove sei diretto? Sto andando a cercare una
pietra che affili l'ascia che tagli il ramo per fare un cappio per
impiccare Manachar che ha mangiato tutti i miei lamponi a uno a uno.
- Non mi avrai, - disse la pietra, - finchnon troverai l'acqua per
bagnarmi -. Arrivdall'acqua. - Dio ti salvi, - dice l'acqua. - Dio e
Maria ti salvino. - Dove sei diretto? - Sto andando a cercare l'acqua
che bagni la pietra che affili l'ascia che tagli il ramo per fare un
cappio per impiccare Manachar che ha mangiato tutti i miei lamponi a
uno a uno.
- Non mi avrai, - disse l'acqua, - finchnon troverai un cervo che mi
attraversi -. Arrivdal cervo. - Dio ti salvi, - dice il cervo. - Dio
e Maria ti salvino. - Dove sei diretto? - Sto andando a cercare un
cervo che attraversi l'acqua che bagni la pietra che affili l'ascia
che tagli il ramo per fare un cappio per impiccare Manachar che ha
mangiato tutti i miei lamponi a uno a uno.
- Non mi avrai, - disse il cervo, - finchnon troverai un cane che mi
caccer-. Arrivdal cane. - Dio ti salvi, - dice il cane. - Dio e
Maria ti salvino. - Dove sei diretto? - Sto andando a cercare un cane
che cacci il cervo che attraversi l'acqua che bagni la pietra che
affili l'ascia che tagli il ramo per fare un cappio per impiccare
Manachar che ha mangiato tutti i miei lamponi a uno a uno.
- Non mi avrai, - disse il cane, - finchnon troverai un po' di burro
da mettere nelle mie zampe -. Arrivdal burro. - Dio ti salvi, - dice
il burro. - Dio e Maria ti salvino. - Dove sei diretto? - Sto andando
a cercare il burro che vada nelle zampe del cane che cacci il cervo
che attraversi l'acqua che bagni la pietra che affili l'ascia che
tagli il ramo per fare un cappio per impiccare Manachar che ha
mangiato tutti i miei lamponi a uno a uno.
- Non mi avrai, - disse il burro, - finchnon troverai un gatto che
mi raschier-. Arrivdal gatto. - Dio ti salvi, - disse il gatto. -
Dio e Maria ti salvino. - Dove sei diretto? - Sto andando a cercare un
gatto che raschi il burro che vada nelle zampe del cane che cacci il
cervo che attraversi l'acqua che bagni la pietra che affili l'ascia
che tagli il ramo per fare un cappio per impiccare Manachar che ha
mangiato tutti i miei lamponi a uno a uno.
- Non mi avrai, - disse il gatto, - finchnon troverai del latte da
portarmi -. Arrivdalla mucca. - Dio ti salvi, - disse la mucca. -
Dio e Maria ti salvino. - Dove sei diretto? - Sto andando a cercare
una mucca che mi dia latte che daral gatto che raschi il burro che
vada nelle zampe del cane che cacci il cervo che attraversi l'acqua
che bagni la pietra che affili l'ascia che tagli il ramo per fare un
cappio per impiccare Manachar che ha mangiato tutti i miei lamponi a
uno a uno.
- Non avrai latte da me, - disse la mucca, - finchnon mi porterai un
po' di paglia da quei trebbiatori laggi-. Arrivdai trebbiatori. -
Dio ti salvi, - dissero i trebbiatori. - Dio e Maria vi salvino. -
Dove sei diretto? - Sto andando a cercare un po' di paglia per darla
alla mucca che mi dia il latte che daral gatto che raschi il burro
che vada nelle zampe del cane che cacci il cervo che attraversi
l'acqua che bagni la pietra che affili l'ascia che tagli il ramo per
fare un cappio per impiccare Manachar che ha mangiato tutti i miei
lamponi a uno a uno.
- Non avrai un po' di paglia da noi, - dissero i trebbiatori, finch non andrai da quel mugnaio laggie ci porterai gli ingredienti per
fare una focaccia -. Arrivdal mugnaio. - Dio ti salvi, - disse il
mugnaio. - Dio e Maria ti salvino. - Dove sei diretto? - Sto andando a
cercare gli ingredienti per una focaccia che darai trebbiatori che
mi daranno un po' di paglia che daralla mucca che mi dia il latte
che dar al gatto che raschi il burro che vada nelle zampe del cane
che cacci il cervo che attraversi l'acqua che bagni la pietra che
affili l'ascia che tagli il ramo per fare un cappio per impiccare
Manachar che ha mangiato tutti i miei lamponi a uno a uno. - Non avrai
nessun ingrediente per la focaccia da me, - disse il mugnaio, - finch non mi porterai dal fiume laggiquel setaccio pieno d'acqua.
Prese in mano il setaccio e andal fiume, ma continuava a chinarsi
per riempirlo d'acqua e appena lo sollevava l'acqua scappava fuori di
nuovo, e sicuramente, fosse anche stato l fino a oggi, non ce
l'avrebbe mai fatta a riempirlo. Una cornacchia passin volo sopra la
sua testa. - Mota! Mota! disse la cornacchia. - Sia benedetto il
cielo, - disse Munachar,- mi hai dato proprio un buon consiglio -.
Prese la rossa mota argillosa che stava sul margine del fiume e la
strofinsul fondo del setaccio finchtutti i buchi furono tappati:
allora il setaccio tenne l'acqua, ed egli portl'acqua al mugnaio e
il mugnaio gli diede gli ingredienti per fare una focaccia; diede gli
ingredienti per la focaccia ai trebbiatori e i trebbiatori gli diedero
un po' di paglia; diede la paglia alla mucca e la mucca gli diede il
latte; diede il latte al gatto, il gatto raschiil burro, il burro
and nelle zampe del cane, il cane cacci il cervo, il cervo
attraversl'acqua, l'acqua bagnla pietra, la pietra affill'ascia,
l'ascia tagliil ramo, e il ramo fece un cappio e quando l'ebbe
pronto... son disposto a scommettere che Manachar era ben lontano da
lui.

Ci sono filastrocche di questo tipo in quasi ogni lingua. Assomiglia a
quella riportata sotto il titolo di "Moonachug and Meenachug" in
"Tales of the West Highlands" di Campbell, lavoro eccellente per
diligenza e patriottismo. 夏a Casa Inglese che Jack costru, scrive
Campbell 屑a undici passaggi, la Vecchia Scozzese dal Penny d'Argento
ne ha dodici, il Gallo e la Gallina in Cerca di Nocciole ne ha dodici,
dieci dei quali sono ripetuti. La versione tedesca di Grimm ne ha
cinque o sei, tutti diversi Questa comunque la pilunga. Varia
qualche volta nel racconto: i nomi dei protagonisti possono essere
Suracha e Muracha, e la cornacchia puessere un gabbiano che invece
di 峻ota! mota!dice "cuir crrua lesh!" (1).

NOTA 1: "cuir crrua lesh!": mettigli la terra rossa!

DONALD E I VICINI.

Hudden, Dudden e Donald O'Nery erano confinanti nella baronia di
Balinconlig e aravano la terra con tre buoi; ma i primi due compari,
invidiosi della prosperitdi cui l'altro godeva, decisero di uccidere
il suo bue: cosla fattoria non avrebbe potuto essere coltivata e
lavorata a dovere ed egli, trovandosi in cattive acque, sarebbe forse
stato spinto a vendere le sue terre, di cui essi avevano intenzione di
impossessarsi. Vedendo che il suo bue era stato ammazzato, il povero
Donald subito lo scuoie, gettatasi la pelle in spalla con la parte
sanguinante rivolta all'esterno, si diresse verso la cittpivicina
per sbarazzarsene nel modo pivantaggioso. Mentre proseguiva lungo la
via, una gazza si pos sopra la pelle e comincia becchettarla,
ciarlando in continuazione. L'uccello aveva imparato a parlare e a
imitare la voce umana e Donald, che pensava d'aver capito alcune delle
parole borbottate, allungall'indietro una mano e l'acciuff Dopo
essersene impadronito, lo mise sotto il suo pastrano e arrivcosin
citt Venduta la pelle, entrin un'osteria a bere un bicchierino e,
mentre seguiva la padrona in cantina, diede all'uccello una
strizzatina: la gazza allora si mise a gracchiare qualche parola
sconnessa e la donna se ne stupmoltissimo. - Cos'quel che sento? -
chiese a Donald. - Sembrano parole eppure non le capisco. - E' un
uccello che ho con me, - disse Donald, - e che mi dice tutto; me lo
porto sempre appresso per sapere se c'qualche pericolo. Perbacco, -
continua Donald, - dice che avete da bere della roba ben migliore di
quella che mi state dando. E' davvero strano, - disse lei andando
verso un'altra botte di qualitmigliore, e gli domandse sarebbe
stato disposto a vendere l'uccello. - Lo vender - disse Donald, se
prenderabbastanza in cambio. - Vi riempiril cappello d'argento se
me lo lasciate -. Donald fu lieto di sentire una cosa simile e, preso
l'argento, se ne ritornrallegrandosi della sua buona sorte. Non era
a casa da molto quanto incontrHudden e Dudden.Signori, - disse, -
pensavate di avermi giocato un brutto tiro, ma non avreste potuto
farmi un favore migliore; guardate qui infatti cosa ho preso in cambio
della pelle, - e mostrloro il cappello pieno d'argento; - non s' mai vista in tutta la vita una tale domanda di pelli quanta ce n'di
questi tempi.
Quella notte stessa Hudden e Dudden ammazzarono i loro buoi e la
mattina seguente partirono per andare a venderne le pelli. Arrivati in
citt si rivolsero a tutti i mercanti, ma venivano loro offerti in
cambio solo pochi soldi; infine dovettero accontentarsi di quello che
riuscirono a prendere e tornarono a casa pieni di rabbia, giurando
vendetta al povero Donald.
Questi immaginava abbastanza bene come si sarebbero messe le cose e,
poich il suo letto era sotto la finestra della cucina, temeva che
l'avrebbero derubato o forse anche ucciso nel sonno; quando si tratt di andare a dormire, lasciperciil proprio posto alla vecchia madre
e si coricnel letto di lei, che si trovava dall'altra parte della
casa. I compari, prendendo la vecchia per il rivale, la soffocarono
nel suo letto, ma Donald fece del rumore ed essi dovettero battere in
ritirata abbandonando il denaro, cosa di cui si dispiacquero
moltissimo. Comunque sia, all'alba, Donald si caricla madre sulla
schiena e la portin citt Fermatosi a un pozzo, vi sistemvicino
la madre, appoggiata al suo bastone, come fosse chinata per bere, poi
entrin un'osteria che faceva al caso suo e chiese un bicchierino. -
Per favore, - disse a una donna che stava accanto a lui, - vorreste
dire a mia madre d'entrare? E' a quel pozzo che cerca di bere
dell'acqua, ma dura d'orecchi: se non vi presta attenzione
scuotetela leggermente e ditele che venga qui. La donna la chiampi volte, ma quella sembrava non accorgersene; infine si diresse verso di
lei e la scosse prendendola per un braccio, ma quando la lasciandare
quella cadde a testa in ginel pozzo e, almeno cospensla donna,
moraffogata. Tutta stupita e spaventata per l'incidente, la donna
racconta Donald quel che era successo. - O misericordia,- diss'egli,
- cosa dite! - Corse a tirar fuori la madre dal pozzo, piangendo e
lamentandosi in continuazione, e comportandosi in maniera tale che lo
si sarebbe detto fuori di s D'altra parte la donna era in uno stato
assai peggiore, perch mentre il dolore di Donald era solo simulato,
lei credeva veramente di aver causato la morte della vecchia. Gli
abitanti della citt sentendo quanto era successo, decisero di
risarcire Donald per ci che aveva perduto offrendogli una grossa
somma di denaro, poichl'incidente era avvenuto dalle loro parti,
cos Donald si port a casa una somma ancora pigrossa di quella
ottenuta per la gazza. La madre di Donald fu sepolta, e non appena
egli vide Hudden e Dudden mostr loro l'ultima somma di denaro
ricevuta. - Credevate di uccidere me la notte scorsa, - disse, - ma
per mia fortuna toccato a mia madre, e cosho avuto in cambio
questa borsa piena per comprare polvere da sparo.
Quella notte stessa Hudden e Dudden uccisero le loro madri e la
mattina seguente partirono con le vecchie alla volta della citt
Arrivati che furono, si misero ad andare in s e in gi col loro
carico sulla schiena gridando: - Chi vuol comprare vecchie comari in
cambio di polvere da sparo? - cosicchtutti risero di loro; e alla
fine i ragazzi li cacciarono dalla citt Si accorsero allora
dell'imbroglio e giurarono vendetta a Donald; seppellirono le vecchie
e andarono a cercarlo. Giunti a casa sua lo trovarono seduto che
faceva colazione, lo afferrarono, lo misero in un sacco e si diressero
a un fiume che scorreva a una certa distanza per affogarlo.
Procedevano lungo la strada maestra quando scorsero una lepre e,
accortisi che aveva solo tre zampe, lasciarono cadere il sacco e la
rincorsero pensando che in quelle condizioni non sarebbe stato
difficile acciuffarla. Mentre erano lontani, passdi lun mercante
di bestiame e, al sentire Donald che cantava nel sacco, si chiese,
tutto meravigliato, cosa mai potesse essere. - Perchmai, disse, -
state cantando, se siete imprigionato li dentro? - Oh, sto andando in
paradiso, - disse Donald, - e mi aspetto fra breve d'essere liberato
da ogni preoccupazione. - Perbacco, disse il mercante di bestiame, -
cosa volete per lasciare che io prenda il vostro posto? - Non lo so
proprio, - rispose Donald, ci vorrebbe una bella sommetta. - Non ho
molto denaro, - disse il mercante, - ma ho qui venti capi di bestiame
di buona razza che vi darse farete cambio di posto con me. - Bene, -
dice Donald, - non mi importa se perdo il sacco: verrfuori -. In un
attimo il mercante lo liber e si infil nel sacco; cos Donald
condusse a casa le belle giovenche e le lascisul suo pascolo.
Catturata la lepre, Hudden e Dudden tornarono. Uno di loro si caric il sacco sulla schiena e portarono Donald (per lo meno coscredevano)
al fiume, ve lo gettarono dentro e quello andsubito a fondo. Poi si
rimisero in marcia verso casa, pensando d'entrare immediatamente in
possesso della proprietdi Donald, ma quale non fu la loro sorpresa
quando se lo trovarono davanti sano e salvo a casa sua, con dei capi
di bestiame tanto belli, mentre erano sicuri che prima non ne
possedeva nemmeno uno. Donald, - dissero, - cosa significa tutto
questo? Pensavamo che fossi annegato e invece sei qui davanti a noi. -
Oh!- disse, se solo avessi avuto con me un po' d'aiuto quando mi avete
gettato nel fiume, sarebbe stato il miglior affare che mai mi sia
capitato: perch lci sono tutto l'oro e le bestie che mai si siano
visti, e non hanno nessun padrone; ma non sono riuscito a fare di pi di quel che vedete e ora saprei mostrarvi il luogo dove potreste
prenderne a centinaia.
Entrambi giurarono che sarebbero diventati suoi soci leali, cosi
Donald li condusse in un punto dove il fiume era molto profondo e
sollevun sasso. - Ora, - disse, - guardate qui, e lo gett nell'acqua. - Quello li il punto esatto; andate dentro, uno di voi
per primo, e se avete bisogno di aiuto non avete da far altro che
chiamare.
Dopo essersi tuffato dentro ed essere andato a toccare il fondo,
Hudden risalin superficie e, facendo uscire un suono gorgogliante,
come fa chi sta per annegare, cercdi dire qualcosa, ma non vi
riusc - Cosa sta dicendo ora? - domandDudden. - Accidenti, - dice
Donald, - chiede aiuto; non lo senti? Resta qui, - disse retrocedendo
di corsa, - che salto dentro io: so meglio di voi come si fa -. Ma
Dudden, per avere la meglio su di lui, saltgidalla riva e mor affogato assieme a Hudden, e questa fu la fine di Hudden e Dudden.

LA CORNACCHIA.

Tom Moor era negoziante di tele in Sackville Street. Il padre,
morendo, gli aveva lasciato una considerevole ricchezza e un negozio
ben avviato.
Un giorno, mentre stava sulla porta, si diresse verso di lui un
contadino con una nidiata di cornacchie. Gli si avvicina e gli dice: -
Signore, volete comprare una nidiata di cornacchie? No, non ne voglio
neanche una. - Signore, - insistette l'uomo, le vendo tutte per poco;
vi darl'intera nidiata per nove penny. Non le voglio, - rispose Tom
Moor, - andatevene per i fatti vostri.
Mentre l'uomo si stava allontanando, una delle cornacchie tir fuori
la testa e grid - Mouk, mouk. - Dannazione, - dice Tom Moor, -
quella bestiola conosce il mio nome; ehi, contadino, quanto volete per
quell'uccello? - Diamine, lo avrete per tre penny -. Tom Moor lo
compr fece fare una gabbia, e l'appese nel negozio.
I lavoranti erano molto incuriositi dall'uccello e spesso davano dei
colpetti sul fondo della gabbia dicendo: - Chi sei? Chi sei? Tom Moor
di Sackville Street.
In breve tempo la cornacchia imparqueste parole, e se voleva cibo o
acqua batteva col becco contro la gabbia, rivoltava in su il bianco
degli occhi, drizzava il capo e gridava: - Chi sei? Chi sei? Tom Moor
di Sackville Street.
A Tom Moor piaceva molto giocare d'azzardo e spesso perdeva grosse
somme di denaro; vedendo che in sua assenza il negozio veniva
trascurato, decise di sistemare un piccolo tavolo da gioco in un
angolo della sala da pranzo, e lorganizzava delle partite con un
gruppo di amici.
La cornacchia era ormai diventata domestica; la gabbia veniva lasciata
aperta e l'uccello saltellava liberamente per la casa; a volte andava
nella sala da pranzo, dove i gentiluomini erano intenti a giocare, e
poichuno di loro vinceva sempre, gli altri dicevano: - Dannazione,
quanti ne arraffa -. L'uccello impar anche queste parole e,
aggiungendole alle prime, gridava:- Chi sei? Chi sei? Tom Moor di
Sackville Street. Dannazione quanti ne arraffa.
Per le continue perdite al gioco e la poca cura prestata ai suoi
affari, Tom Moor fece fallimento e finin prigione. Port con s l'uccello e visse in maniera decorosa nell'ala privilegiata, mantenuto
da amici. A volte gli chiedevano: - Cosa ti ha condotto qui? - allora
alzava le mani e rispondeva: - Cattive compagnie, per Dio -. L'uccello
impar anche questo e alla fine delle parole che gi sapeva,
aggiungeva: - Cosa ti ha condotto qui? Cattive compagnie, per Dio.
Alcuni degli amici di Tom Moor morirono, altri andarono all'estero, e
a poco a poco egli fu abbandonato del tutto e trasferito nell'ala
comune del carcere, dove presto lo colse il 峻al di prigione
Nell'ultimo periodo della sua vita si era ridotto a giacere su un
pagliericcio; la povera cornacchia, che da due giorni era senza cibo
nacqua, andai suoi piedi e, picchiando con il becco sul pavimento,
grid - Chi sei? Tom Moor di Sackville Street; dannazione quanti ne
arraffa. Cosa ti ha condotto qui? Cattive compagnie, per Dio, cattive
compagnie, per Dio.
Tom Moor, che aveva prestato attenzione all'uccello, fu colpito dalle
sue parole, e riflettendo sulla propria vita esclam Buon Dio, in che
stato mi sono ridotto! Mio padre, morendo, mi aveva lasciato una bella
fortuna e un commercio avviato. Io ho speso il mio denaro, ho mandato
in rovina il negozio e ora sto morendo in una odiosa prigione. E, a
completare il tutto, tengo questa povera bestia rinchiusa senza cibo.
Prima di morire cercherdi fare un atto di giustizia dandole la
libert
Fece uno sforzo per trascinarsi fuori dal pagliericcio, aprla
finestra e l'uccello volfuori. Uno stormo di cornacchie veniva dal
Temple (1) passando sopra la prigione, e l'uccello di Tom Moor si un a esse. Un giardiniere stava allora sistemando le aiuole dei giardini
del Temple: durante il giorno posava le piantine e ogni volta le
cornacchie, di notte, le strappavano. I giardinieri presero un fucile
e cercarono di colpirne qualcuna, ma gli uccelli, che erano astuti,
mettevano sempre uno dei loro di guardia nel tronco di un albero cavo:
non appena veniva puntato il fucile la sentinella gridava: - Mouk, -
ed essi volavano via.
Ai giardinieri venne consigliato di usare una rete, e la prima notte
che fu tesa ne presero quindici; fra questi era l'uccello di Tom Moor.
Uno degli uomini porta la rete nella soffitta di una casa disabitata,
sbarra porte e finestre e libera gli uccelli. - Ora, - dice, - neri
furfanti, mi vendicherdi voi -. Afferrato il primo che gli capita a
tiro, gli torce il collo e, sbattendolo per terra, esclama: - E uno! -
La cornacchia di Tom Moor, che era saltata inosservata su una trave in
un angolo della stanza, appena l'uomo acciuffa il secondo uccello
grida: Dannazione, quanti ne arraffa -. L'uomo spaventato dice forte:
Sono sicuro di aver sentito una voce, ma la casa disabitata e la
porta ben chiusa; devo per forza essermelo immaginato -. Quando
afferra il terzo e gli torce il collo, la cornacchia di Tom dice di
nuovo: - Dannazione, quanti ne arraffa -. L'uomo lasci cadere
l'uccello che aveva in mano e, volgendosi nella direzione da cui
proveniva la voce, vede quello con la bocca aperta e grida: - Chi sei?
- E l'uccello risponde: - Tom Moor di Sackville Street, Tom Moor di
Sackville Street. - Al diavolo, e cosa ti ha condotto qui? - La
cornacchia di Tom Moor, sollevando le ali rispose: - Cattive
compagnie, per Dio, cattive compagnie, per Dio -. L'uomo, fuori di s dalla paura, aprla porta, corse giper le scale e scapp fuori
dalla casa, seguito da tutti gli uccelli che in questo modo
riconquistarono la libert

NOTA 1: [palazzo degli avvocati di Londra].









LA STORIA DI CONN-EDA OVVERO LE MELE D'ORO DEL LAGO ERNE.

Molto tempo prima che le terre occidentali dell'Isola del Destino (1)
avessero un nome stabilito, quando prendevano di volta in volta quello
della persona che ne entrava in possesso e lo conservavano solo per la
durata del suo dominio, un potente re regnava su questa parte
dell'isola sacra. Era un valoroso guerriero e non esisteva individuo
capace di competere con lui per mare o per terra, o capace di mettere
in discussione il suo diritto alla conquista. Il grande re dell'ovest
esercitava il suo potere incontrastato dall'Isola di Rathlin alla foce
dello Shannon per mare, e per terra fino alle scintillanti lontananze.
L'antico re dell'ovest, che aveva nome Conn, era buono quanto grande e
il suo popolo lo amava profondamente. La sua regina era una
principessa britannica, ed era altrettanto amata e stimata, perch rappresentava sotto ogni aspetto il nobile complemento del re; se
infatti qualche qualitpositiva era assente nell'uno si poteva essere
certi che l'altro compensava tale mancanza. Il cielo dimostrava
chiaramente di approvare la condotta di vita della virtuosa coppia:
durante il loro regno infatti la terra dava raccolti abbondanti, gli
alberi, frutta in quantitnove volte superiore al normale, i fiumi, i
laghi e il mare circostante pullulavano del pesce migliore, mentre
mandrie e greggi erano eccezionalmente prolifiche, e mucche e pecore
producevano latte grasso in tale abbondanza che lo spandevano a
torrenti sui pascoli; e solchi e caviterano sempre colmi del candido
e puro prodotto della fattoria.
Tutte queste benedizioni erano riversate dal cielo sulle terre
occidentali dell'Isola del Destino - sopra le quali il benevolo e
giusto Conn impugnava lo scettro - come segno d'approvazione della
condotta di governo cui il re aveva scelto di attenersi. E' inutile
dire che il popolo che riconosceva l'autoritdi questo grande e buon
sovrano era il pifelice sulla faccia dell'ampia distesa terrestre.
Fu durante il suo regno e quello di suo figlio e successore che
l'Irlanda ottenne fra i paesi stranieri l'appellativo di 峽'isola
felice dell'ovest Conn M┴ e la buona regina Eda regnarono con
grande gloria per molti anni; furono benedetti dalla nascita d'un solo
figlio, che fu chiamato Conn-eda dai nomi dei due genitori, perch quando nacque i Druidi predissero che avrebbe ereditato le buone
qualit d'entrambi. Man mano che il giovane principe cresceva negli
anni i tratti amabili e generosi del suo animo, uniti alla grande
prestanza fisica e alla condotta virile si facevano pievidenti. Era
l'idolo dei genitori e il vanto del suo popolo. Era amato e rispettato
a tal punto che nessuno - principe, signore o plebeo - prestava pi giuramento sul sole, la luna, le stelle o gli elementi, ma sulla testa
di Conn-eda. Questo avvenire di gloria, comunque, era destinato a
incontrare un terribile, seppur temporaneo, ostacolo: la buona regina
Eda, infatti, fu colta da una improvvisa e grave malattia della quale
morin pochi giorni, precipitando cosil suo sposo, il figlio e
tutto il popolo in un abisso di dolore e tristezza dal quale fu
difficile sollevarli.
Il buon re e i suoi sudditi piansero la perdita della regina Eda per
un anno e un giorno; allo spirare di quel tempo Conn M┴ cedette con
riluttanza alle esortazioni dei suoi Druidi e dei suoi consiglieri, e
prese in moglie la figlia del Grande Druida. Per parecchi anni la
nuova regina sembrseguire le orme della buona Eda e i suoi sudditi
ne erano assai soddisfatti. Ma con il passare del tempo, avuti diversi
figlioli e rendendosi conto che Conn-eda era il figlio preferito del
re e il beniamino del popolo, cap chiaramente che questi sarebbe
divenuto il successore al trono dopo la dipartita del padre, e che suo
figlio ne sarebbe stato certamente escluso. La cosa scatena tal
punto l'odio e tanto accese di gelosia la figlia del Druida nei
confronti del figliastro, che essa decise in cuor suo di non lasciare
nulla in suo potere d'intentato per assicurarsi la sua morte o perfino
il suo esilio dal reame. Comincicol diffondere maligne dicerie sul
conto del principe, ma, poichegli era al di sopra di ogni sospetto,
il re si limita ridere della debolezza della regina; e i grandi
principi e condottieri, appoggiati da tutto il popolo, la smentirono
categoricamente. Il principe, da parte sua, sopportava ogni prova con
la massima pazienza, e sempre ripagava le azioni cattive e malevole
compiute nei suoi confronti con altre buone e generose. L'ostilit della regina verso Conn-eda non conobbe limiti quando si accorse che
le false dicerie che aveva divulgato non riuscivano a danneggiarlo.
Come ultima risorsa, per portare a compimento i suoi malvagi progetti,
si risolse a consultare la guardiana del pollaio che era una ben nota
maga.
Seguendo la decisione presa, alle prime luci del mattino and in
fretta alla capanna della guardiana del pollaio e le manifestla
causa della sua pena. - Non posso darti nessun aiuto, - disse la
vecchia, - finchnon fisserai il compenso. - Che compenso chiedi? -
domandla regina, impaziente. - Come compenso, rispose la maga, -
voglio che l'arco del mio braccio venga riempito di lana, e di grano
rosso il buco che farcon la mia conocchia. - Il tuo compenso ti accordato e ti sardato immediatamente, - disse la regina.
Allora la maga si mise sulla porta della sua capanna e, piegando il
braccio ad arco sul fianco, diede ordine ai servitori del re di
gettare la lana in casa attraverso il suo braccio, e non permise loro
di smettere finchtutto lo spazio disponibile dentro non fu riempito
di lana. Poi salsul tetto della casa del fratello e, dopo avervi
praticato un foro con la conocchia, vi fece versare il grano rosso,
finch la casa non fu piena fino al tetto e all'interno non ci fu pi spazio per un solo chicco.Ora, - disse la regina, - poich hai
ricevuto il tuo compenso, dimmi come posso realizzare il mio
proposito. - Prendi questa scacchiera e gli scacchi, e invita il
principe a giocare con te; vincerai la prima partita. Come condizione
stabilirai che chi vincer chiunque esso sia, avr la facolt di
imporre al vinto qualunque "geis" (condizione) desideri. Ottenuta la
vittoria, devi ordinare al principe, sotto pena di andare in esilio,
di procurarti, entro lo spazio di un anno e un giorno, le tre mele
d'oro che crescono nel giardino, il destriero nero e il cane dai
poteri soprannaturali chiamato Samer, che sono in possesso del re
della stirpe dei Firbolg che abita nel lago Erne (2). Queste due cose
sono cos preziose e cosben custodite che non potrmai ottenerle
con le sue forze; e se fosse tanto incauto da provarsi a cercarle,
perderebbe la vita.
La regina fu molto soddisfatta del consiglio e s'affretta invitare
Conn-eda a giocare una partita a scacchi, alle condizioni che la maga
le aveva suggerito di stabilire. La regina vinse la partita, come la
maga aveva predetto, ma cosgrande era la sua bramosia di avere il
principe in suo completo potere, che fu tentata di sfidarlo a giocare
una seconda partita; questa volta perConn-eda vinse facilmente, con
grande stupore e non minore umiliazione della regina. - Ora, - disse
il principe, - poichhai vinto la prima partita, tuo dovere imporre
per prima il tuo "geis". - Il "geis", - disse la regina,- che ti
impongo di procurarmi, entro lo spazio di un anno e un giorno, le
tre mele d'oro che crescono nel giardino, il destriero nero e il cane
dai poteri soprannaturali che sono custoditi dal re dei Firbolg, nel
lago Erne, o, qualora non vi riuscissi, di andare in esilio, e di non
tornare mai pi a meno che tu non voglia accettare di perdere la
testa e la vita. Ebbene, quanto a me, - disse il principe, - il "geis"
cui ti vincolo di sedere sul pinnacolo di quella torre laggi fino
al mio ritorno, e di non prendere ncibo nnutrimento di alcuna
specie, tranne il grano rosso che riuscirai a raccogliere con la punta
del tuo spillone; ma se allo spirare dell'anno e un giorno non sar tornato, sarai del tutto libera di scendere.
Conn-eda aveva l'animo assai turbato per l'ardua condizione che gli
era stata imposta, e ben sapendo che aveva un lungo viaggio da
compiere prima di raggiungere la sua destinazione, immediatamente si
accinse a mettersi in cammino, non prima, comunque, di essersi preso
almeno la soddisfazione di veder salire la regina al luogo dove
sarebbe stata obbligata a restare, esposta al sole ardente dell'estate
e alle violente bufere dell'inverno, per lo spazio di un anno e un
giorno. Conn-eda, non sapendo come fare per procurarsi il destriero
nero e il cane dai poteri soprannaturali, ed essendo ben conscio che
la forza umana si sarebbe dimostrata inefficace, ritenne opportuno
consultare il grande Druida Fionn Badhna, di Sleabh Badhna, suo amico,
prima di arrischiarsi a proseguire per il lago Erne. Arrivato
all'abitazione del Druida, fu accolto con affettuosa amicizia e, come
sempre, gli venne dato il benvenuto; quando si fu seduto, venne
portata dell'acqua calda con cui gli lavarono i piedi, cosicchla
fatica del viaggio venne assai alleviata. Dopo che egli ebbe gustato
quello che gli veniva offerto, il cibo pifresco e i liquori pi vecchi, il Druida gli chiese la ragione della sua visita e in
particolare il motivo della sua afflizione; il principe infatti
appariva molto abbattuto nell'animo. Conn-eda raccontall'amico tutta
la storia del patto stipulato con la matrigna, dall'inizio alla fine.
- Non puoi darmi aiuto? - chiese il principe con aria avvilita. -
Purtroppo non posso aiutarti ora, - rispose il Druida, - ma domani, al
levar del sole, mi ritirernel mio verde rifugio e in virtdel mio
drudismo sapr quel che possibile fare per aiutarti -. Come aveva
promesso, appena il sole si levla mattina seguente, il Druida si
ritir nel suo verde rifugio e consultil dio che adorava, usando i
poteri del suo drudismo. Al ritorno chiamin disparte Conn-eda sul
pianoro e cosgli parl - Mio caro figliolo, mi rendo conto che ti stato imposto un "geis" arduo, quasi impossibile, escogitato per
distruggerti; nessuna persona al mondo potrebbe aver consigliato alla
regina di importelo se non la Vecchia del lago Corrib, che la pi grande druidessa ora esistente in Irlanda, sorella di Firbolg, re del
lago Erne. Non in mio potere, nin quello della Divinitche io
adoro, intervenire in tuo favore; recati piuttosto immediatamente a
Sliabh Mis, a consultare l'uccello dalla testa umana: se qualche
possibilitdi aiutarti esiste, chi pufarlo quell'uccello, perch nel mondo occidentale non ve n'un altro che goda di tanta fama; egli
infatti conosce tutte le cose passate, tutte le cose che sono presenti
ed esistono, e tutte le cose che esisteranno in futuro. E' difficile
riuscire ad accedere al suo nascondiglio, e ancor pi difficile
ottenere da lui una risposta; ma cercher di renderti la cosa
possibile, ed tutto ciche al momento mi consentito fare per te.
Poi il Grande Druida gli diede le seguenti istruzioni: Prendi,gli
disse, - quel piccolo destriero dal lungo pelo e montagli subito in
groppa, perchfra tre giorni l'uccello si lascervedere: il piccolo
destriero dal lungo pelo ti condurralla sua dimora. Affinchegli
non si rifiuti di rispondere ai tuoi quesiti, tieni questa pietra
preziosa e fagliene dono; non avrai allora da dubitare o temere che
non ti venga data pronta risposta -. Il principe si sent rincuorato
grazie al Druida, e dopo aver sellato il piccolo destriero dal lungo
pelo ed esservi salito in groppa senza perdere troppo tempo, ricevette
dal Druida la pietra preziosa; quindi, preso congedo da lui, si mise
in viaggio. Secondo quanto gli era stato prescritto, lasciche le
briglie pendessero sciolte sul collo del cavallo, e la bestia fu
libera di scegliere la strada da seguire.
Sarebbe noioso riferire le numerose avventure incontrate dal principe
e dal piccolo destriero dal lungo pelo, il quale aveva lo
straordinario dono della parola e per il viaggio era protetto dalla
magia druidica.
Al tempo stabilito il principe giunse al nascondiglio dello strano
uccello, gli fece dono della pietra preziosa secondo le istruzioni di
Fionn Badhna, e gli pose le domande sul modo migliore di predisporsi
all'adempimento del suo "geis". L'uccello raccolse col becco il
gioiello dalla pietra nella quale era incastonato e vol verso una
roccia inaccessibile che si trovava a una certa distanza; una volta
appollaiato lass cossi rivolse al principe: - Conn-eda, figlio del
re di Cruachan, - disse con voce umana, forte e roca, - rimuovi la
pietra proprio sotto il tuo piede destro e prendi la palla di ferro e
la fionda che troverai lsotto; poi monta in groppa, lancia la palla
davanti a te, e, fatto ci il cavallo ti dirquanto ti resta ancora
da compiere -. Detto questo, l'uccello subito volvia, e spar
Conn-eda fece molta attenzione a eseguire ogni cosa secondo le
istruzioni dell'uccello. Trov la palla di ferro con la fionda nel
posto che gli era stato indicato. Le raccolse, mont a cavallo, e
lancila palla davanti a s La palla rotolava a velocitregolare, e
il piccolo cavallo dal lungo pelo seguil percorso da essa tracciato
finchraggiunsero le rive del lago Erne. Qui la palla rotol nell'acqua e non la si vide pi Scendi ora, - disse il cavallino
druidico, - e infila la mano nel mio orecchio; tira fuori la
bottiglietta di unguento curativo e il piccolo cesto di vimini che vi
troverai dentro, poi risali in fretta, perchproprio ora cominciano
per te i grandi pericoli e le difficolt -. Conn-eda, sempre
obbediente ai buoni consigli del suo pony druidico, fece quanto gli
era stato raccomandato. Dopo aver preso il cesto e la bottiglia
dell'unguento dall'orecchio dell'animale, risale prosegu nel suo
viaggio, e sopra la sua testa l'acqua del lago aveva la consistenza
dell'aria. Appena entrato nel lago la palla riapparve e rotolfinch non giunse alla riva oltre la quale c'era una strada lastricata
sorvegliata da tre spaventosi serpenti; il sibilare dei mostri si
sentiva a grande distanza mentre, pida presso, la vista delle loro
fauci spalancate e dei loro spaventosi denti aguzzi sarebbe bastata a
terrorizzare il cuore piintrepido. - Ora, - disse il cavallo, - apri
la cesta e getta un pezzo della carne che vi troverai dentro nella
bocca di ciascun serpente; fatto questo, assicurati alla sella come
meglio puoi, in maniera che ci possiamo disporre nel modo pi conveniente a superare quei serpenti druidici. Se getterai i pezzi di
carne nella bocca di ciascun serpente senza sbagliare riusciremo a
superarli senza pericolo, altrimenti siamo perduti. Conn-eda scaglii
pezzi di carne nelle fauci dei serpenti con mira infallibile. - Gloria
e benedizioni a te! - disse il destriero druidico, - sei un giovane
che conoscervittorie e onori -. Nel dire queste parole si slanciin
aria, e d'un sol balzo oltrepassil fiume e il guado custoditi dai
serpenti finendo sette lunghezze al di ldella sponda.- Sei sempre in
sella principe Conn-eda? - disse il destriero. - Mi bastata la met della mia forza per restare saldo, - rispose Conn-eda. Vedo che sei un
giovane principe che merita il successo; - disse il pony, - un
pericolo ora passato, ma ne rimangono altri due. Andarono avanti,
seguendo la palla, finchnon giunsero in vista di una grande montagna
infuocata. - Preparati a un altro rischioso salto, - disse il cavallo.
Il principe, tremante, non riusca rispondere, ma si sedette quanto
pisaldamente gli era consentito dall'enormitdel pericolo che gli
stava dinnanzi. L'istante successivo il cavallo si staccda terra e
volcome una freccia sopra la montagna in fiamme. - Sei ancora vivo,
Conn-eda, figlio di Conn M┴? - chiese il fedele destriero. Sono
appena vivo, e niente di pi perchho bruciature dovunque, rispose
il principe. - Poichsei ancora vivo, sono certo che sei un giovane
destinato a incontrare straordinari successi e benedizioni, - disse il
cavallo druidico. - I nostri pericoli pi grandi sono finiti,
aggiunse, - e possiamo sperare di superare la prossima e ultima prova
-. Andarono avanti per un po', quindi il fedele destriero si rivolse a
Conn-eda: - Ora scendi, e applica sulle tue ferite una parte
dell'unguento della bottiglietta -. Il principe seguimmediatamente
il suggerimento della sua guida e, non appena ebbe strofinato il
linimento sulle ferite, ritornsano e fresco come non era mai stato
prima. Fatto ci Conn-eda risala cavallo e, seguendo il percorso
tracciato dalla palla, giunse presto in vista di una grande citt circondata da alte mura. A difesa dell'unica porta non c'erano uomini
armati, ma due grandi torri che mandavano fiamme visibili a grande
distanza. - Scendi su questo pianoro, - disse il cavallo, - e
dall'altro mio orecchio tira fuori un coltellino: con questo coltello
mi ucciderai e scuoierai. Fatto ci avvolgiti nella mia pelle: potrai
cospassare attraverso la porta illeso e indisturbato. Una volta
dentro puoi uscire a tuo piacimento; dopo che sarai entrato, infatti,
non ci sarpipericolo, e potrai passare e ripassare tutte le volte
che lo vorrai. Desidero anche dirti che tutto quello che ho da
chiederti in cambio che tu, dopo aver varcati i cancelli, torni
immediatamente a scacciare gli uccelli da preda che probabilmente
staranno volteggiando sopra di me per nutrirsi del mio cadavere; e
ancora che versi sulle mie carni ogni goccia di quel potente unguento,
se ne rimasto nella bottiglia, per preservarle dalla corruzione.
Fatto questo in mia memoria, se non ti sardi troppo disturbo, scava
una fossa e gettaci dentro i miei resti.
- Mio nobilissimo destriero, - disse Conn-eda, - poichmi sei stato
cosfedele fino a ora, e poichavresti voluto rendermi ancora un
altro servizio, considero una simile proposta un insulto ai miei
sentimenti di uomo, del tutto inaccettabile per un animo capace di
apprezzare il significato della gratitudine, per non parlare dei miei
sentimenti di principe. Ma in quanto principe posso affermare -
avvenga quel che deve avvenire, venga la morte stessa nelle sue forme
piorrende e terribili - non sacrifichermai una amicizia profonda
all'interesse personale. Giuro sull'onore delle mie armi che sono, da
questo momento, preparato ad affrontare il peggio - persino la morte
stessa piuttosto che violare i principi di umanit onore e amicizia!
Quale sacrificio proponi! - Uff, principe! Non badare a questo; fai
quello che ti dico e abbi successo. - Mai! Mai! - esclamil principe.
- Allora, figlio del grande monarca dell'ovest, disse il cavallo con
tono triste, - se non seguirai il mio consiglio in questa circostanza,
sappi che moriremo entrambi e non ci rivedremo mai pi ma se farai
come ti ho detto, le cose assumeranno un aspetto pilieto e piacevole
di quello che puoi immaginare. Fino a ora non ti ho ingannato e, se
non l'ho fatto, perchmai metti in dubbio la parte piimportante del
mio consiglio? Fai esattamente come ti ho ordinato, altrimenti mi
condannerai a una sorte peggiore della morte. Inoltre ti posso
assicurare che, se insisti nella tua decisione, con te ho chiuso per
sempre.
Quando il principe si rese conto che il suo nobile destriero non
poteva essere distolto dal suo proposito, estrasse con riluttanza il
coltello dall'orecchio della bestia e con mano incerta e tremante fece
il tentativo di puntargli il coltello alla gola. Gli occhi di Conn-eda
erano bagnati di lacrime, ma aveva appena puntato il coltello druidico
alla gola del suo buon destriero che il pugnale, come guidato da
qualche potere druidico, si conficcnel collo: in un attimo l'opera
di morte fu compiuta e il nobile animale cadde esanime ai suoi piedi.
Appena il principe vide accasciarsi senza pivita, e per mano sua, il
nobile destriero, si gettal suolo e pianse forte fino a perdere i
sensi. Tornato in s si accorse che il cavallo era ormai morto;
giudicando che non c'era speranza di risuscitarlo, ritenne che il
partito piavveduto da seguire fosse agire secondo le istruzioni che
gli erano state date. Dopo essere rimasto a lungo esitante e avere
sparso molte lacrime, si accinse al compito di scuoiarlo, che fu
questione di pochi minuti. Quando vide che aveva staccato la pelle dal
corpo, nella confusione del momento, vi si avvolse e, procedendo verso
la meravigliosa cittin uno stato mentale prossimo alla follia, vi
entrsenza essere molestato o incontrare alcuna opposizione. Era una
cittsorprendentemente popolosa, e un luogo estremamente ricco; ma la
sua bellezza, splendore e ricchezza non avevano alcuna attrattiva per
Conn-eda, perch il pensiero di aver perso il suo caro destriero
offuscava ogni altra considerazione terrena.
Si era appena allontanato di poco pidi cinquanta passi dalla porta
che l'ultima preghiera dell'amato destriero druidico sopraffece ogni
altro suo pensiero, e lo obbliga tornare per adempiere gli ultimi
solenni ordini. Giunto l dove giacevano le spoglie del suo amato
destriero druidico, uno spettacolo orribile gli si present corvi e
altri uccelli da preda in cerca di carne stavano lacerando e divorando
i resti del suo amato destriero. Non ci volle molto per metterli in
fuga; e dopo avere stappato il vasetto di unguento, si accinse, come
opera pietosa, a imbalsamare col prezioso linimento i resti ormai
straziati. Il corpo senza vita era stato appena toccato dal potente
farmaco che, con stupore di Conn-eda, comincia subire qualche strano
cambiamento, e in pochi minuti, con indicibile gioia e meraviglia del
principe, assunse la forma di uno dei giovani pibelli e nobili che
si possano immaginare. In un batter d'occhio il principe fu serrato
nel suo abbraccio, e lo soffocava di baci e lo inondava di lacrime di
gioia. Una volta ripresisi, l'uno dalla sua estasi di felicit
l'altro dallo stupore, lo strano giovane cosi si rivolse al principe:
Nobilissimo e valoroso principe, siete la pibella visione che mai
sia apparsa ai miei occhi, e io sono l'essere pifortunato che esista
per avervi incontrato. Nella mia persona, ritornata alla sua forma
naturale, voi ora potete mirare il vostro piccolo destriero druidico
dal lungo pelo! Sono fratello del re della citt fu il maligno druida
Fionn Badhna a tenermi cosa lungo in schiavit ma quando giungeste
a consultarlo fu costretto a cedermi, perchin quel momento il mio
"geis" fu spezzato; tuttavia non avrei potuto riacquistare la mia
forma e aspetto primitivi se non aveste agito con tanta gentilezza. E'
stata mia sorella a spingere la regina, vostra matrigna, a mandarvi
alla ricerca del cavallo e del cucciolo dai poteri straordinari che
mio fratello tiene in custodia. Mia sorella, siatene certo, non aveva
alcuna intenzione di recarvi il minimo danno, al contrario, voleva
tutto il vostro bene - come vedrete in seguito; se infatti avesse
avuto intenzioni cattive nei vostri confronti, avrebbe potuto
raggiungere il suo scopo senza alcuna difficolt In breve, ha solo
voluto salvarvi da ogni pericolo o calamit futuri e, per mezzo
vostro, liberare me dai miei irriducibili nemici. Venite con me, mio
amico e liberatore: il destriero e il cucciolo dai poteri straordinari
e le mele d'oro saranno vostri, e un caloroso benvenuto vi accoglier nella dimora di mio fratello; perchmeritate tutto questo e molto di
pi
La commozione e la felicitprovate in tale circostanza erano pari in
entrambi e, senza dilungarsi in inutili complimenti, essi si diressero
verso il palazzo del re del lago Erne. Qui vennero ricevuti dal re e
dai suoi condottieri con dimostrazioni di gioia, e quando il re
conobbe lo scopo della visita di Conn-eda acconsentdi buon grado a
cedergli il destriero nero, il cucciolo dai poteri straordinari
chiamato Samer e le tre mele della salute che crescevano nel suo
giardino, alla speciale condizione, comunque, che egli acconsentisse a
rimanere suo ospite fin quando non si sarebbe messo in viaggio per
poter portare a compimento in tempo utile il suo "geis". Conn-eda,
alle calorose richieste degli amici, acconsent e rimase nella
residenza reale di Firbolg, re del lago Erne, godendo, per la durata
del soggiorno, dei piaceri pideliziosi e squisiti.
Quando giunse il tempo della sua partenza, le tre mele d'oro furono
colte dall'albero di cristallo nel mezzo del giardino delle delizie e
gli vennero poste in petto; il cucciolo, Samer, fu legato al
guinzaglio e il guinzaglio messo nella sua mano; e il destriero nero,
riccamente bardato, fu preparato perchvi salisse in groppa. Il re in
persona lo aiuta montare a cavallo e sia lui che il fratello lo
assicurarono che non avrebbe avuto da temere montagne in fiamme o
serpenti sibilanti: n l'una n gli altri infatti l'avrebbero
ostacolato, perchil suo destriero era un salvacondotto perpetuo da e
per il regno subacqueo. E sia lui che il fratello strapparono a Conn-
eda una promessa: che avrebbe fatto loro visita almeno una volta
all'anno.
Conn-eda si conged dal suo caro amico e dal re suo fratello. Il
commiato fu affettuoso, reso amaro dal dispiacere provato da entrambe
le parti. Conn-eda procedette nel suo cammino senza incontrare alcun
ostacolo; a tempo debito giunse in vista del castello di suo padre
dove, sul pinnacolo della torre in cima al quale era stata posta, la
regina nutriva la viva speranza che, essendo l'ultimo giorno della sua
prigionia lass il principe non sarebbe apparso, perdendo quindi per
sempre ogni pretesa e diritto alla corona di suo padre. Ma le sue
speranze erano destinate a essere deluse, e quando i messaggeri che
erano stati appostati per segnalare l'arrivo del principe le
annunciarono che egli si stava avvicinando, rimase incredula; ma
quando lo vide in groppa a un focoso destriero nero, riccamente
bardato, con uno strano animale tenuto per una catena d'argento, cap immediatamente che ritornava trionfante e che i piani architettati per
distruggerlo erano falliti. Tale fu la sua delusione che in un eccesso
di disperazione si gett dalla cima della torre e si sfracell all'istante. Conn-eda ebbe una calorosa accoglienza da parte del
padre, che in sua assenza l'aveva pianto ritenendolo per sempre
perduto; e quando si seppe della vile condotta della regina, il re e i
suoi capi ordinarono che per la sua perfidia e crudelti suoi resti
venissero ridotti in cenere.
Conn-eda piantle tre mele d'oro nel suo giardino, e subito spuntun
grande albero che produceva frutta della stessa specie. Grazie a
quest'albero tutta la regione diede copiosi raccolti e frutta in
abbondanza, e, a seguito degli straordinari poteri posseduti dai
frutti d'oro, divenne fertile e ricca quanto le terre dei Firbolg. Il
segugio Samer e il destriero nero gli furono di estrema utilit il
suo regno fu lungo e prospero, e rinomato fra gli antichi per la
grande abbondanza di grano, frutta, latte, pesci e uccelli che
arricchirono questo regno felice. E da Conn-eda prese il nome la
regione del Connaucht, o Conneda, o Connacht.

NOTA 1: In gaelico: Innis Fodhla, antico nome dato all'Irlanda.
NOTA 2: I Firbolg credevano che i loro Campi elisi fossero sott'acqua.
I contadini ritengono ancora oggi che molti laghi siano popolati. - Si
veda la sezione su T〉-na-n-Og.






RE E GUERRIERI.

L'INVESTITURA DI CUCULAIN (1).

Una notte, nel mese dei fuochi di Bel (2) il Druida Cathvah,
scrutatore di stelle, stava esaminando i cieli con i suoi strumenti
astrologici. Accanto a lui era Cuculain, che proprio allora stava
completando il suo sedicesimo anno. Da quando Fergus Mac Roy era stato
esiliato, Cuculain si era molto affezionato al Grande Druida, e
provava piacere nel seguire i suoi studi e le sue osservazioni.
All'improvviso il vecchio mise da parte i suoi strumenti e medit a
lungo in silenzio.
- Setanta, - disse infine, - hai gicompiuto i sedici anni?
- No, padre, - rispose il ragazzo.
- Allora sar difficile persuadere il re a farti cavaliere e ad
accoglierti fra i suoi guerrieri, - disse Cathvah. - Tuttavia va fatto
domani, perchmi stato rivelato che la fama di colui a cui domani
Concobar Mac Nessa fardono delle armi si spargerfino alle epoche
pilontane e fino agli estremi confini della terra. Domani riceverai
il dono delle armi: fatto questo, potrai tornare per una stagione fra
i tuoi compagni e non uscire assieme ai guerrieri finchla tua forza
non sarmatura.
Il giorno successivo Cathvah ottenne il consenso del re
all'investitura di Cuculain. Ebbene, la stessa mattina uno degli
stallieri and da Concobar e gli disse: - O condottiero della Rossa
Schiera, tu sai che nessun cavallo ha mai mangiato orzo, noccupato
lo scomparto appartenuto al divino destriero che, ai tempi di Kimbay
Mac Fiontann, era avezzo, assieme a un cavallo di razza mortale, a
condurre in battaglia la grande regina della guerra, Macha Monga-Rue;
da allora quel posto rimasto vuoto e nessun destriero mortale ha
profanato il luogo in cui soleva stare l'immortale Lia Macha. Eppure,
o Concobar, quando oggi sono entrato nelle grandi scuderie sul lato
est della corte, dove stanno i cavalli della tua biga e dove si trova
il posto che da allora ritenuto sacro, ho visto nello scomparto
vuoto una giumenta d'un grigio quasi bianco, e di dimensioni e
bellezza mai vedute prima: mentre entravo nella stalla si voltata a
guardarmi: aveva occhi dolcissimi che tuttavia mi hanno riempito di
spavento e cosho lasciato cadere il recipiente in cui portavo
giuncata per il destriero di Konaul Clareena; mi si avvicinata e ha
appoggiato la testa sulla mia spalla facendo uno strano verso.
Mentre cosparlava lo stalliere, Cowshra Mead Macha, un figlio pi giovane di Concobar, si presental re e gli disse: - Tu conosci, o
padre mio, il fabbricato nel quale custodito il carro da guerra di
Kimbay Mac Fiontann, quello su cui, in tempi antichi, egli, assieme
alla grande regina che protegge la nostra nazione e il cui nome io
porto, si dirigeva verso il luogo della battaglia, e sai come esso stato conservato da allora, e che mia cura tenerlo lucente e pulito.
Ebbene, oggi, al levar del sole, mi avvicinavo al fabbricato, come mia abitudine, quando, nell'accostarmi, ho sentito venire dall'interno
strane voci, assordanti e terribili, e rumori simili al clamore di una
battaglia, e strepiti come di guerrieri nel parossismo del conflitto,
quando alzano le loro voci in brevi intense grida mentre manovrano le
loro armi per evitare o infliggere la morte. Allora mi sono ritratto
spaventato, ma a questo punto mi sono imbattuto in Minrowar, figlio di
Gerkin, che era tornato solo la sera prima da Moharne, dall'est, e
andava a guardare i suoi cavalli; insieme abbiamo aperto la porta del
fabbricato in cui custodito il carro: il bronzo del carro bruciava
come una fiamma accesa, e le voci lanciavano forti acclamazioni quando
ci siamo fermati sulla soglia e la luce ha inondato la stanza oscura.
Senz'altro un grande guerriero far la sua comparsa fra la Rossa
Schiera, perch da un centinaio d'anni - si dice - che simili voci
non sono state udite. Non so spiegarmi per chi Macha mandi i suoi
prodigi se non per il figlio di Sualtam, sebbene non sia ancora in et da portare le armi.
In questo modo Concobar fu preparato all'investitura di Cuculain.
Allora, alla presenza della sua corte, dei suoi guerrieri e dei
giovani coetanei e compagni di Cuculain, Concobar consegnal giovane
eroe le armi da guerra, dopo che questi ebbe pronunciato il solenne
giuramento della Rossa Schiera e che si fu impegnato ad adempiere
certi "gaesa" (3). Ma Cuculain osservminuziosamente le armi, batt le lance l'una contro l'altra, colplo scudo con la spada, fece a
pezzi lance e spada e aprlarghe fenditure nello scudo.
- Mio Re, - disse il ragazzo, - queste non sono buone armi.
Allora il re gli consegnaltre armi, pigrandi e pirobuste, ma
anche queste il ragazzo ridusse in frantumi.
- Queste sono anche peggiori, o figlio di Nessa, - disse il ragazzo, -
e non da me, o capo della Rossa Schiera, divenire lo zimbello dei
Clanna Rury il giorno in cui devo ricevere le armi, sebbene io sia
soltanto un ragazzo.
Concobar Mac Nessa allora esultdi gioia, vedendo la sorprendente
forza e l'ostinazione del ragazzo; sotto le delicate sopracciglia gli
occhi di Cuculain brillavano come spade scintillanti mentre lanciava
attorno a s rapidi sguardi sulla folla di guerrieri che lo
circondava; pure, in mezzo a tutti loro, egli stesso sembrava una
vivida torcia di coraggio e di impeto guerriero, pipura e chiara del
lucido acciaio. Allora il re chiam con un cenno uno dei suoi
cavalieri, che si allontanin fretta e ritorn portando dal Tayta
Brac, dove erano custoditi come equipaggiamento di scorta, lo scudo,
le lance e la spada dello stesso Concobar. Cuculain le scroll le
flesse e le sbatt l'una contro l'altra, ma le armi resistettero
saldamente.
- Queste sono buone armi, o figlio di Nessa, - disse Cuculain.
Poi furono condotti avanti due nobili destrieri e un carro da
combattimento e il re li diede a Cuculain. Allora Cuculain balzsul
carro e, rimanendo a gambe divaricate, battcon i piedi da una parte
e dall'altra e scosse e scosse e fece sobbalzare il carro finch l'asse si ruppe e lo stesso carro fu ridotto in pezzi.
- Questo non un buon carro, o mio Re, - disse il ragazzo.
Allora furono portati avanti altri tre carri ed egli li ruppe tutti,
uno dopo l'altro.
- Questi non sono buoni carri, o capo della Rossa Schiera, disse
Cuculain. - Nessun prode guerriero prenderebbe parte a una battaglia o
combatterebbe da un punto d'appoggio tanto fragile.
Allora il re si rivolse a suo figlio Cowshra Mead Macha e gli ordin di far venire Laeg, e di attaccare al carro da combattimento che aveva
in custodia il prodigioso destriero grigio assieme a quello che gli
era stato donato da Kelkar, figlio di Uther, e gli comanddi dare a
Laeg un equipaggiamento da auriga perch guidasse il carro di
Cuculain. Era ormai chiaro infatti a tutti i nobili e al re che un
leone della guerra era apparso fra loro, e che per lui Macha aveva
mandato quei presagi.
Il cuore balzin petto a Cuculain quando sentil rombo del grande
carro da combattimento e il nitrire impazzito dei cavalli che
fiutavano il lontano odore della battaglia. D'un tratto vide i cavalli
e vide l'auriga con la fascia d'oro, simbolo del suo ufficio, ritto
nel carro, tutte le sue forze impegnate a domare la furia delle
bestie. Un destriero grigio, la lunga criniera, il ventre enorme come
una balena, l'ampio torace, a un giogo; un destriero nero, la criniera
minacciosa, all'altro.
Come un falco che improvvisamente cali lungo il versante di un dirupo
quando soffia forte il vento, o come il precipitarsi del vento di
marzo sulla pianura, o come la rapida fuga del cervo che, stanato dai
segugi, copre a balzi il primo campo era l'impeto di quei destrieri,
vinto il freno dell'auriga, e sembrava galoppassero su lastre
infuocate, cosicchla terra tremava e vibrava per la velocit del
loro movimento, mentre il grosso carro cigolava e strideva al girare
delle ruote di solido e lucente bronzo, poichi demoni avevano in
quel carro la loro dimora.
L'auriga arrest i cavalli davanti all'assemblea, eppure un fondo
ruggito, simile al ruggito di una tigre, venne dall'asse. Allora
l'intera assemblea a gran voce acclamCuculain ed egli, Cuculain,
figlio di Sualtam, balzsul suo carro, armato di tutto punto, con il
grido di un guerriero che salti sul carro nella battaglia, e rimase
eretto brandendo le lance; gli spiriti della guerra unirono le loro
grida rivolte ai Bocanahs, ai Bananahs e ai Genitii Glindi, il popolo
selvaggio delle forre; e i demoni dell'aria tuonarono attorno al
grande guerriero del Gaeil quando, le armi da combattimento in mano,
per la prima volta si erse in assetto di guerra sul suo carro, davanti
a tutti i guerrieri della sua trib ai re dei Clanna Rury e al popolo
di Emain Macha.

NOTA 1: Cuculain il grande eroe dell'Irlanda leggendaria.
NOTA 2: "Bel": mese di maggio.
NOTA 3: Strani voti pronunciati dai guerrieri antichi. Nulla di
preciso se ne sa al riguardo.









IL PICCOLO TESSITORE DI DULEEK GATE.

Dunque, c'era una volta un tessitore che abitava qui a Duleek, proprio
vicino alla porta della citt e, a detta di tutti, era un uomo molto
onesto e laborioso. Aveva moglie, e naturalmente avevano bambini,
niente di male in questo, ma i bambini erano tanti, perciil piccolo
tessitore era obbligato a consumarsi le dita fin quasi all'osso per
riuscire a dargli pane e zuppa; tuttavia non se ne lamentava, perch era un buon lavoratore, come ho detto prima: in piedi all'alba e a
letto tardi, questa era la sua vita, e il telaio non stava mai fermo.
Bene, una bella mattina sua moglie lo chiama mentre seduto tutto
indaffarato a far andare la spola e: - Vieni qui, - gli dice, tesoro,
e mangia la tua colazione, adesso che pronta -. Ma lui non le dava
retta e continuava a lavorare. Cos passato un minuto o due, lei lo
chiama di nuovo e gli dice: - Su, smetti di lavorare come uno schiavo,
caro, e mangiati un boccone di colazione finchcalda.
- Lasciami in pace, - dice lui, e faceva andare la spola piin fretta
di prima.
Dopo un po' la moglie gli si avvicina e con fare persuasivo: Thady
caro, - gli dice, - la zuppa d'avena diventerfredda come una pietra
se non lasci perdere quel lavoro faticoso e non vieni subito a
mangiarla.
- Sono qui alle prese con un disegno che mi fa dannare, risponde il
tessitore, - e finchnon l'avrfinito e l'avr imparato bene non
smetter
- Oh, pensa alla bella zuppa che poi non saprpidi niente!
- Al diavolo la zuppa d'avena, - dice lui.
- Dio ti perdoni, - fa lei, - per aver maledetto la tua buona
colazione.
- Al diavolo, s E vacci anche tu, - dice lui.
- Parola mia hai proprio la luna per traverso Thady, - dice la povera
moglie; - sei davvero insopportabile quando sei di umore coscattivo;
resta pure lse ti fa piacere, lascia che la zuppa diventi fredda e
io non starcerto a domandarti piniente -; e con questo se ne and
il tessitore era proprio bisbetico e pila moglie gli parlava peggio
diventava, ma del resto si sa che una cosa piche naturale. Alla
fine, lasciato il telaio, anddalla sua zuppa d'avena e, pensate un
po', la guarda e vede che nera come una cornacchia, perch vedete,
era piena estate, e le mosche ci si erano posate sopra in tal numero
che la zuppa ne era tutta coperta.
- Ah! Maledette impudenti! - disse il tessitore; - non potevate
scegliervi un altro posto? State la guastarmi la colazione, sporche
bestiacce?
E poicha questo punto non ci vedeva pidalla rabbia, alzla mano e
lascicadere un gran colpo sul piatto con la zuppa d'avena, uccidendo
nientemeno che sessanta pi dieci mosche in un sol colpo. Erano
esattamente sessanta pidieci, perchconti cadaveri uno per uno e
li sistemsu un piatto pulito per esaminarli con cura.
Ebbene, al vedere la strage che aveva fatto con un sol colpo si sent crescere dentro uno spirito fiero: mise su le arie di un tacchino e
per quel giorno non ci sarebbe stato verso di fargli muovere un dito
sul telaio. Se ne usce fece il litigioso e lo sfacciato con tutti
quelli che incontr li fissava dritti in faccia dicendo: - Guardate
questo pugno! Questo pugno ne ha uccisi sessanta pidieci in un colpo
- Ihuhu!
Di fronte a una cosa simile tutti i vicini pensarono che fosse
ammattito e, per la miseria, anche quella povera donna di sua moglie
pensla stessa cosa quando la sera quello se ne torn a casa dopo
essersi bevuto fin l'ultimo centesimo, pavoneggiandosi tutto tronfio e
guardandosi la mano ogni minuto.
- Perbacco, certo che la tua mano ben sporca, Thady, gioia mia, -
dice la povera moglie; e non si poteva darle torto, perchtornando a
casa era rotolato in un fosso. - Faresti meglio a lavartela, caro.
- Come osi chiamare sporca la pigrande mano d'Irlanda?- dice lui
facendo per picchiarla.
- Non sporca forse? - dice lei.
- Non ho fatto altro che sprecare il mio tempo tutta la vita, dice
lui, - star qui a vivere con te, incollato al telaio, nient'altro che
un povero tessitore, quando dovrei essere San Giorgio o il Drago, che
sono due dei sette campioni della Cristianit
- Beh, mettiamo pure che l'abbiano cristianizzato due volte, dice la
moglie, - a noi cosa ce ne importa?
- Non cominciare con le tue ciance, - dice lui, - contadinotta
ignorante. Sei volgare, donna, volgare, molto volgare; ma non avrpi niente a che fare con quegli sporchi mercanti imbroglioni: non mi
vedranno pitoccare il telaio.
- Oh, Thady caro, e cosa mai faranno allora i bambini?
- Che vadano a giocare alle biglie, - dice lui.
- Sarebbe un cibo ben magro per loro, Thady.
- Non gli mancherda mangiare, - dice lui, - fra poco sarun uomo
ricco, e un uomo importante per giunta.
- Perbacco, sono ben contenta di sentirlo, caro, anche se non so
proprio come una cosa simile potr capitare, ma credo che adesso
faresti meglio ad andare a letto, Thady.
- Non parlarmi di letto che non sia un letto di gloria, donna, dice
lui con l'aria d'un prode guerriero.
- Dio ci protegga! Finiremo tutti in gloria allora, - dice la moglie,
facendosi il segno della croce; - ma intanto va a dormire Thady.
- Dormircon i grandi, dunque, - dice lui.
- Certo, e un grande sonno ti farun sacco di bene, mio caro, dice
lei.
- E diventerun cavaliere glorioso!
- Con un buon riposo, caro Thady, - dice lei.
- Sono inutili le tue lusinghe, - dice lui. - Ho preso la mia
decisione: partirimmediatamente per diventare un cavaliere errante.
- Un cosa? - fa lei.
- Un cavaliere errante, - donna.
- Che Dio abbia misericordia di me, che roba - domanda lei.
- Un cavaliere errante un vero gentiluomo, - dice lui; - va in giro
per il mondo a suo piacimento, con la spada al fianco, prendendosi
tutto quel che gli pare: ecco cos'un cavaliere errante, - dice lui.
Bene, il giorno dopo passdai suoi vicini e da uno prese una vecchia
pentola, da un altro una casseruola, e le portdal sarto perchgli
cucisse un abito di latta come un vero cavaliere errante. Prese anche
in prestito il coperchio di una padella e lo scelse con particolare
cura, perch doveva essere il suo scudo, poi andda un suo amico,
decoratore e vetraio, e gli fece dipingere a grandi lettere sullo
scudo:

QUESTO E' IL FORTE
CHE IN UN SOL COLPO
A SESSANTA PIU' DIECI
DIEDE LA MORTE.

娘uando la gente lo legger - dice fra sil tessitore, voglio vedere
chi avril coraggio di venirmi vicino
Quindi ordina alla moglie di lucidargli la piccola pentola di ferro, -
perch - dice lui, - sarun elegante elmo -; quando fu pronta se la
mise in testa e la moglie gli disse: - Che Dio mi aiuti, Thady,
tesoro, vuoi metterti in testa una grossa pentola di ferro pesante,
come fosse un cappello?
- Certamente, - risponde lui; - perch un cavaliere errante deve
sempre avere un cervello ben pesante!
- Ma, Thady caro, - dice la moglie, - ha un buco, e non puripararti
dal cattivo tempo.
- Mi terrpifresco, - dice lui mettendosela in testa; - e poi, se
non mi va, posso sempre tappare il buco con un po' di paglia o
qualcosa del genere.
- Le tre gambe che spuntano fuori sono ben strane, - dice lei.
- In cima a ogni elmo c' una punta che vien fuori, - dice il
tessitore; - e se il mio ne ha tre, tanto meglio, solo pi imponente.
- Bene, - dice la moglie alla fine seccata, - tutto quel che posso
dire che non la prima testa di caprone che ci sia finita dentro.
- Servitore vostro, signora, - dice lui; e parte.
A questo punto gli mancava un cavallo, cosandverso un campo l vicino dove pascolava quello con cui il mugnaio portava in giro per il
paese il grano macinato.
- E' proprio il cavallo che fa per me, - dice il tessitore; - abituato a portare fior di farina e paglia, e io cosa sono se non il
fior della cavalleria in una cotta di maglia? Il cavallo non dovr cambiare neanche di un briciolo le sue abitudini.
Mentre, in groppa al cavallo, lo stava guidando fuori dal campo, ecco
che il mugnaio lo vede.
- Mi state forse rubando il cavallo, onest'uomo? - domanda il mugnaio.
- No, - dice il tessitore; - gli sto solo facendo fare un po' di
esercizio, - risponde, - nel fresco della sera; gli farbene alla
salute.
- Vi ringrazio davvero, - dice il mugnaio; - ma vi sarei molto grato
se lo lasciaste dov'
- Non posso proprio, - dice il tessitore, spingendo il cavallo verso
il fossato.
- Accidenti a te, brutto sfrontato! - dice il mugnaio; - hai addosso
pi latta di un calderaio ambulante, ma anche una gran faccia di
bronzo. Torna qui, lazzarone! - dice.
Ma era troppo tardi; il tessitore fuggvia al galoppo e prese la
strada per Dublino, perch pensava che la cosa pisaggia da fare
fosse di andare dal re di Dublino (Dublino a quei tempi era un posto
importante e aveva un re tutto suo), e pensava anche che, chiss il
re di Dublino gli avrebbe dato lavoro. Bene, impiegquattro giorni
per andare a Dublino, perchla bestia non era delle migliori e le
strade peggio ancora, non come sono adesso; allora pernon c'erano
pedaggi, ringraziando il Signore! Arrivato a Dublino, se ne and dritto al palazzo e una volta dentro al cortile lasciche il cavallo
se ne andasse a pascolare qua e l perchfra le pietre cresceva
l'erba: tutto, vedete, era fiorente a quei tempi a Dublino. Ebbene, il
re stava guardando fuori dalla finestra della sua sala per divagarsi,
quando entril tessitore; ma il tessitore fece finta di non vederlo,
si diresse verso una panca di pietra, sotto la finestra- c'erano,
vedete, panche di pietra dappertutto in quel posto, perchla gente
potesse accomodarsi - infatti il re era un uomo gentile e per bene;
come dicevo, dunque, il tessitore and a stendersi su una delle
panche, proprio sotto la finestra del re, e finse di addormentarsi; ma
fece attenzione a voltare lo scudo in modo da mostrare la parte con la
scritta sopra; ebbene, cari miei, a quel punto il re chiama uno dei
gentiluomini della corte, che gli stava dietro a reggergli lo
strascico, come si conviene, e gli dice: - Guardate un po', dice, -
cosa ne pensate di un vagabondo simile che viene ad addormentarsi
proprio sotto il mio naso? E' vero che sono un buon re, - dice, - e
che accolgo bene la gente facendo mettere panche perchci si possa
sedere a godersi lo svago e la contemplazione della mia persona,
mentre sto qui a guardar fuori dalla finestra del mio salone per
divagarmi; ma non un buon motivo per prendere questo posto per un
"albergo" e venirci a dormire. Chi mai? - dice il re.
- Nessuno che io conosca, riverita maest
- Deve essere un forestiero, penso, - dice il re; - perchil suo
abito bizzarro.
- E per di pinon conosce le buone maniere, - aggiunge il lord.
- Andrgia "circospezionarlo" di persona, - dice il re; seguitemi!
- dice al lord, facendo nel contempo un gesto con la mano in maniera
estremamente dignitosa.
E cosandgi seguito dal lord; arrivato ldove stava disteso il
tessitore, la prima cosa che vide fu lo scudo con la grande scritta,
si rivolse percial lord: - Perbacco, - dice, S proprio l'uomo che fa
per me.
- Per quale motivo, riverita maest - domanda il lord.
- Per uccidere quel vagabondo di un drago, caspita! - dice il re.
- Pensate davvero che costui potrebbe ucciderlo, - dice il lord,-
quando nessuno dei piforti cavalieri del regno stato all'altezza
di tale compito, e nessuno ritornato, tutti mangiati vivi dal
crudele imbroglione?
- Certo, non vedete l - dice il re indicando lo scudo, - che ne ha
uccisi sessanta pidieci in un colpo? E un uomo che ha fatto una cosa
simile, sono convinto, capace di affrontare qualunque cosa.
Andquindi dal tessitore e lo scosse per una spalla perch si
svegliasse; il tessitore si stropiccigli occhi, come se si fosse
appena svegliato, e il re dice: - Dio vi benedica.
- Dio vi benedica nella sua bont - dice il tessitore, fingendo di
non sapere assolutamente a chi stesse parlando.
- Sapete chi sono, buon uomo, - dice il re, - che vi prendete tutta
questa libert
- No di certo, - dice il tessitore, - voi siete in vantaggio su di me.
- Lo sono indubbiamente, - dice il re con grande sussiego;- non sono
forse il re di Dublino? - dice.
Il tessitore si lascicadere in ginocchio di fronte al re dicendo: -
Chiedo perdono a Dio e a voi per la libertche mi sono presa; spero
che vorrete scusarmi, riverita santit
- Nessuna offesa, - dice il re; - levatevi, buon uomo. Cosa vi ha
condotto qui? - dice il re.
- Sono in cerca di lavoro, riverita maest - dice il tessitore.
- Ebbene, supponiamo che vi dia lavoro, - dice il re.
- Sarorgoglioso di servirvi, mio signore, - dice il tessitore.
- Molto bene, - dice il re. - Ne avete uccisi sessanta pidieci in un
colpo, a quanto vedo, - dice il re.
- S - dice il tessitore, - stato l'ultimo lavoretto che ho fatto,
ma ho paura che la mia mano finircon l'essere fuori esercizio se non
trovo subito qualche impresa da compiere.
- Avrete immediatamente un'impresa da compiere, - dice il re. Non certo una cosa da sessanta pidieci, niente di tanto raffinato; si
tratta solo di un furfante di drago che disturba il paese e manda in
rovina i miei fittavoli a forza di mangiare il pollame, e io sono
disperato perchnon ho piuova, - dice il re.
- O perbacco, riverita maest - dice il tessitore, - eppure siete
cosgiallo che pare proprio vi siate ingoiati dodici tuorli in questo
preciso istante.
- Ebbene, voglio che questo dragone sia ucciso, - dice il re. Per voi
non sar che una bazzecola. Mi spiace solo che non sia qualcosa di
abbastanza degno del vostro valore, non c'infatti assolutamente da
aver paura di quella bestia, voglio solo avvisarvi che vive nella
contea di Galway, in mezzo a una palude, e questo la mette in
posizione di vantaggio.
- Oh, non me ne preoccupo affatto, - dice il tessitore, - perchanche
i sessanta pidieci che ho ucciso erano a mollo.
- Allora, quando vi accingerete all'impresa? - domanda il re.
- Voglio vedermela subito con lui, - dice il tessitore.
- Cosmi piace! - dice il re; - con voi non sprecheril mio denaro.
- A proposito di denaro, - dice il tessitore, - visto che ci siamo,
avrbisogno di un po' di spiccioli per le spese di viaggio.
- Quanti ne volete, - e cosdicendo il re lo portnel suo salotto
privato dove, in una cassapanca di quercia, c'era una vecchia calza
piena da scoppiare di ghinee d'oro.
- Prendetene pure quante ne volete, - dice il re; e, cari miei, senza
tanti complimenti il piccolo tessitore si riempi suoi panni di latta
finchriusca farcene stare.
- Ecco, son pronto a partire, - dice il tessitore.
- Molto bene, - dice il re; - ma dovrete avere un cavallo fresco, -
dice.
- Con gran piacere, - dice il tessitore, che pensava non sarebbe stato
male scambiare il vecchio ronzino del mugnaio con qualcosa di meglio.
Forse vi state chiedendo come mai il tessitore pensasse di andare a
combattere il drago dopo quello che aveva sentito su di lui mentre
faceva finta di essere addormentato: il fatto che non ne aveva la
minima intenzione, tutto quel che aveva in mente di fare era di
intascare l'oro e tornare al galoppo a Duleek col guadagno e con un
buon cavallo. Per vedete, se il tessitore era astuto, il re era pi astuto ancora; queste alte qualit vedete, sono grandi ingannatrici:
il cavallo sul quale era stato messo il tessitore era stato preparato
convenientemente, e, appena il tessitore fu in groppa, quello part ventre a terra e non ci fu verso di fargli muovere un passo che non
fosse diretto a Galway. Continuad andare per quattro giorni, finch il tessitore vide una folla correre come se avesse Satanasso alle
calcagna e gridare aiuto a pinon posso, urlando: - Il drago, il
drago! - ma il tessitore non riusciva a fermare il cavallo, na farlo
tornare indietro: quello galoppava veloce proprio in faccia alla
terribile bestia che gli stava venendo incontro, e c'era il pi pestilenziale odore di zolfo, con licenza parlando, che sarebbe
bastato a stendervi al suolo.
Perbacco, il tessitore, vedendo che non aveva tempo da perdere, si
gett gidal cavallo e corse verso un albero che cresceva lvicino,
e hop, ci si arrampiccon l'agilit di un gatto. Non c'era da
sprecare un minuto, perchil drago li raggiunse in preda a una rabbia
furente e, in men che non si dica, si divoril cavallo, carne e ossa.
Poi cominciad annusare e fiutare in cerca del tessitore, alla fine
gli fissgli occhi addosso, lassdove si era rifugiato e gli dice: -
Parola mia, potresti anche venir gidi l - dice, - tanto ti avr
come vero che due pidue fa quattro.
- Non scenderdi un passo, - dice il tessitore.
- Sta' pure l - dice il dragone, - tanto sei gicome oro sonante
nelle mie tasche; mi sdraiersotto quest'albero, dice, e prima o poi
dovrai finire nelle mie grinfie -. Come aveva annunciato, si sedette e
comincia stuzzicarsi i denti con la coda, dopo l'indigesta colazione
di quel mattino (aveva mangiato un intero villaggio, per non parlare
del cavallo). Finalmente cominciad avere sonno e si addorment ma
prima di addormentarsi si attorcigliattorno all'albero, proprio come
una donna che si avvolga un nastro attorno al dito, in modo che il
tessitore non potesse svignarsela.
Appena il tessitore si accorse che il drago dormiva come un sasso, per
via del russare che faceva - e ogni volta che russava pareva un colpo
di tuono - comincia strisciare furtivamente gidall'albero, cauto
come una volpe; era quasi arrivato al fondo che, accidenti a lui, un
ramo traditore sul quale stava appoggiato si ruppe e il cavaliere
errante anda cadere proprio sul dragone; bisogna dire perche aveva
la fortuna dalla sua perchfindritto a cavalcioni sul collo del
drago e, perdinci, afferrle orecchie della bestia guardandosi bene
dal mollare la presa, perchil dragone si era svegliato e tentava di
morderlo; ma, vedete, siccome il tessitore gli stava dietro le
orecchie, quello non riusciva a raggiungerlo. Fece allora di tutto per
scuoterselo di dosso, ma neanche di un millimetro riusca smuovere il
tessitore: e scuoteva tutte le scaglie che aveva sul corpo senza
riuscire a girarle contro il tessitore.
- Poffarbacco, questa faccenda non mi piace punto, - dice il dragone;
- bene, se non vuoi mollare la presa, per le potenze delle saette, ti
far fare una galoppata da far sbigottire i tuoi sette piccoli sensi,
ragazzo mio -; e con questo si mette a correre come un matto. Ma dove
pensate che corresse? Perbacco, correva dritto verso Dublino,
nientepopodimeno. Il tessitore sul collo gli era per di grande
impiccio e avrebbe preferito averlo come passeggero interno; ad ogni
modo corse e corse finchanda sbattere in pieno contro il palazzo
del re; infatti, accecato com'era dalla rabbia, non lo aveva neppure
visto, cossi fracassle cervella - quel poco che aveva, si intende
- e cadde al suolo senza piparole.
Per buona sorte, anche quel giorno il re di Dublino stava guardando
fuori dalla finestra della sua sala per divagarsi, e al vedere il
tessitore in groppa al focoso dragone (perchmandava fiamme come un
barile di pece), chiami suoi cortigiani che venissero a osservare lo
spettacolo. - Per le potenze della guerra, ecco che arriva il
cavaliere errante, - dice il re, - a cavallo del drago che tutto in
fiamme, e se arriva dentro il palazzo dovete star pronti con i mezzi
antincendio, - dice, per estinguerlo -. Ma quando videro il drago
cadere fuori dal palazzo corsero tutti gi per le scale fin nel
cortile per "circospezionare" la rarit Nel frattempo il tessitore
era sceso dal collo del drago e, correndo verso il re, gli dice:
Riverita santit - dice, - ho pensato di non essere degno di uccidere
questa bestia "faceta", percil'ho condotta a voi in persona affinch gli facciate l'onore di "decrepitazione" con le vostre stesse cinque
dita reali. Prima perdi concedergli la libert di osar comparire
alla vostra presenza reale l'ho domata, e mi farete un grande onore se
di mano vostra lascerete il regale marchio sul collo di questa bestia
sregolata.
Senza indugio il re allora sguaina la spada e con un colpo netto
stacca la testa al disonesto bruto. Gran festa si fece a corte per
l'uccisione del drago e il re, rivolgendosi al piccolo tessitore,
dice: - Siete giun cavaliere errante, sarebbe inutile percifarvi
di nuovo cavaliere; ma vi farSignore.
- O Signore! - dice il tessitore, come fulminato al sentire di tanta
buona sorte.
- Vi farSignore, - dice il re; - e poichsiete il primo uomo, per
quanto ne sappia io, che ha montato un dragone, sarete chiamato
Signore di Monte Dragone, - dice.
- E dove sono i miei possedimenti, riverita santit - domanda il
tessitore che non perdeva mai di vista l'essenziale.
- Oh, non me ne ero dimenticato, - dice il re; - mio regale piacere
provvedere a voi con larghezza, e per tale motivo vi faccio dono di
tutti i dragoni del mondo, e d'ora in avanti vi conferisco ogni potere
su di loro, - dice il re.
- E' tutto qui? - domanda il tessitore.
- Tutto? - dice il re. - Ma come, piccolo vagabondo ingrato, mai
stato concesso nulla di simile a un essere umano prima d'ora?
- In effetti, penso proprio di no, - dice il tessitore, - molte grazie
a vostra maest
- Ma non tutto ciche ho intenzione di fare per voi, - dice il re;
- vi daranche mia figlia in isposa, - dice.
Ora, dovete sapere che questo non aggiungeva nulla a quanto il re
aveva gi promesso al tessitore; infatti la figlia del re era, a
quanto si diceva, la pigran draghessa mai vista e aveva la lingua
del diavolo e una barba lunga una iarda, anche se lei sosteneva che
gliela aveva fatta crescere Padre Mulcahy, suo confessore, come
penitenza; in realt si sapeva bene che quella era da secoli una
prerogativa di famiglia: appunto per cinon c'da meravigliarsi che
fosse lunga cos




BALLATE.

I FOLLETTI.

Lasssulle cime ventose,
Lagginelle valli di giunchi,
Nessuno osa andare a cacciare
Per tema dei piccoli ometti.
Buona gente, piccola gente,
Che si raccoglie a frotte,
Verde la giacca, rosso il berretto,
E bianca la penna del gufo!

Lungo le spiagge rocciose
Alcuni hanno posto dimora,
Per cibo frittelle croccanti
Di gialla schiuma del mare;
Alcuni in mezzo alle canne
Dei neri laghi fra i monti,
Ranocchi per cani da guardia
Tutta la notte a vegliare.

In vetta all'alta collina
Il vecchio re sta seduto;
E' vecchio oramai ed grigio,
Lo spirito arguto ha smarrito.
Su un ponte di pallida nebbia
Columbkill attraversa,
Nei suoi nobili viaggi
Da Slieveleague a Rosses;
O sale fra magici suoni
In fredde nottate di stelle,
La regina l'attende alla mensa
Delle luci allegre del Nord.

Per sette lunghi anni han rapito
La piccola Bridget, e quando
Alla valle essa fece ritorno
Gli amici eran tutti partiti.
Leggeri, essi l'han riportata nei monti,
Fra l'oscurite il chiarore dell'alba:
Credevano stesse dormendo,
Ma per il dolore era morta.
Da allora essi l'han custodita
L nel profondo del lago,
Su un letto di foglie di iris,
In attesa che si risvegliasse.

Sulle scoscese colline
Fra spoglie distese di torba,
Il biancospino han cresciuto,
Per rallegrare lo sguardo.
E se dispettoso qualcuno
Osasse estirpare gli arbusti,
Ne avrebbe le spine pungenti
Nel proprio letto la notte.

Lasssulle cime ventose,
Lagginelle valli di giunchi,
Nessuno osa andare a cacciare
Per tema dei piccoli ometti.
Buona gente, piccola gente,
Che si raccoglie a frotte,
Verde la giacca, rosso il berretto,
E bianca la penna del gufo!

LA MAGICA FONTE DI LAGNANAY.
[vedi nota dell'autore in appendice]

Oh, triste, triste canta -
唧scoltami sorella, Ellen, mia cara, ascolta:
Non avrchi m'aiuta?
Sospiri solamente e amaro pianto?
Colui che m'ha lasciata, rubando le speranze,
Perchnon ha portato via con si ricordi?
Ascoltami sorella, Ellen, mia cara, ascolta,
(Oh, triste, triste canta) -
A Sleamish hill me ne andrdunque,
E il biancospino strapperdegli elfi,
Che gli spiriti mi abbiano per loro;
Se segue bene o male non importa,
Purchfiniscano i ricordi
Che mi spezzano il cuore a ogni istante!
(Oh, triste, triste canta) -
Sono una razza silenziosa gli elfi,
E pallidi essi sono come i fiori del giglio;
Se sbiancheril mio viso cosa importa,
Se in un mondo di sogni me ne andra vagare,
Pur che svaniscano i ricordi:
Vorrei essere, s con Anna Grace! Oh, triste triste canta!

Prestate ascolto al mio racconto amaro -
Cosparlava a Ellen Con piangente
Una, la sua sola sorella,
A voce bassa.
Erano a letto, prima del chiarir dell'alba,
E rispose Ellen piano, con tristezza,
奚h Una, Una, questo empio dolore
(Prestate ascolto al mio racconto amaro) -
Ti prego arresta, che il mio cuore
Solo a sentirlo soffoca di pena,
Ti aiuter prometto quanto posso:
- La magica fontana a Lagnanay -
Fatti vicina... ancora... tremo tanto, -
Una ho sentito dalle sagge donne che
(Prestate ascolto al mio racconto amaro) -
Se nella fredda fuga una fanciulla
Prima ancora che la rugiada s'alzi,
Tre volte bagna il petto con le mani pure,
E tre rami di felce spezza, e tre volte
Gira attorno alla fonte, le lacrime
E i sospiri scorda, tutt'a un tratto
Prestate ascolto al mio racconto amaro!

Tutto finito, ahim tutto finito! -
圃llen, sorella, mia sorella dolce,
Vieni con me all'altura, te ne prego,
Voglio provare quest'arcano detto! Con passo lieve e silenzioso alzate,
La madre non destarono dal sonno,
- La madre con la sua discreta cura -
(Tutto finito, ahim tutto finito!)
Giunsero in fretta alla magica fonte,
L'occhio del monte, chiaro, freddo e grigio,
E spalancato nella cupa roccia:
Quanto stettero ferme, cosa importa?
Infine, allo spuntar del giorno, Una Bawn
Scopre il lieve gonfiore del suo petto,
(Tutto finito, ahim tutto finito!)
Tre volte i seni intirizziti bagna
Il balenio fuggevole, veloce
Delle magiche onde in rivoli sottili: -
E l'incanto ora chiede le tre felci,
Una le coglie, di merletto verde: -
Sfida attorno alla fonte il triste fato,
Tutto finito, ahim tutto finito!

Che il Signore ci salvi dall'incanto degli Elfi!
Ellen vede il suo viso, vede il pozzo,
Due e tre volte, ed tutto finito -
La fonte, l'altura e la bella fanciulla
Si fondono assieme e diventano oscuri!
娓na! Una! triste sorella, la puoi chiamare,
Ma le membra o il viso
(Che il Signore ci salvi dall'incanto degli Elfi!)
Mai, mai pidi Una Bawn
- ldove ora s'aggira, fra sale incantate -
Potrl'occhio mortale ancora mirare.
Oh! Era forse il custode fuggito,
Il custode piforte di scudo o parete?
Chi al mondo lo sa tranne Jurlagh Daune?
(Che il Signore ci salvi dall'incanto degli Elfi!)
Guardate! Il declino verde e deserto,
Non c'fossa entro cui si possa cadere:
Oh, alla fonte potete guardare,
Lisce pietre soltanto vi stanno,
E piccole paglie avvinghiate.
Corri a casa veloce, e prega per noi,
Che il Signore ci salvi dall'incanto degli Elfi!

CUSHEEN LOO.

Dormi, piccino! Che le mormoranti fronde
Il vento estivo con l'alito confonde,
E dolci note la malia diffonde,
In cerchio attorno a noi.

Dormi! Che i piangenti fiori han versato
Le lacrime fragranti sul tuo capo,
La voce dell'amore il tuo sonno ha cullato,
E il seno della mamma il tuo cuscino.
Dormi, piccino!

Stanco trascorso quel tempo passato
Da quando in questa casa mi han portato,
Negli allegri saloni il banchetto dorato,
E fra le mura voci gaie suonano.
Dormi piccino!

Numerose fanciulle con fiorenti spose
Hanno dimora sotto volte ariose,
E bianchi vecchi siedon, con le facce rugose,
E molte dame che l'etha curvato.
Dormi piccino!

Oh! Tu che questo triste canto ascolti,
A chi mi piange reca i miei lamenti.
Che l'arma dalla bianca lama porti:
E svaniral suo guizzo la malia.
Dormi piccino!

Fa' in fretta! Che il sole di doman levando
Vedrrinnovato per me l'odiato incanto;
Nquesta casa lascerfin quando
Il mio cuore avvizzito lascerla vita.
Dormi, piccino!

Dormi, piccino! Che le mormoranti fronde
Il vento estivo con l'alito confonde,
E dolci note la malia diffonde,
In cerchio attorno a noi.

Si crede che questa canzone sia stata cantata da una giovane sposa
trattenuta con la forza in uno di quei forti, tanto comuni in Irlanda,
che costituiscono un luogo di ritrovo prediletto dai folletti. Con il
pretesto di far addormentare il suo piccolo, la donna s'era
allontanata verso il limite estremo del forte e aveva rivolto la sua
melodia a una giovane che aveva scorto a breve distanza, chiedendole
di informare il marito della sua condizione e di pregarlo di portare
il pugnale per dissolvere l'incantesimo.









IL BIANCOSPINO FATATO.
Ballata dell'Ulster.

夏ascia, Anna cara, il tedioso arcolaio,
Tuo padre sul colle, e la mamma tua dorme;
Vieni con noi fra le rocce, lasssul pendio
Intrecceremo una danza, attorno al roveto fatato

Cosdi Anna Grace alla porta chiamavano le tre fanciulle,
Giovani belle e allegre nei loro verdi corpetti;
La rocca lasciallora Anna, e il tedioso arcolaio,
Anna, io credo, pibella di tutte.

Guizzano lievi nell'incerta luce della calma sera,
Svelando all'aria il collo bianco e le nude caviglie;
Passano il pigro rivo nel suo assonnato canto,
E i profondi dirupi nella spettrale brezza:

Tenendosi per mano, cantano le fanciulle,
Per il colle hanno preso, con intrepido passo,
Fin che giungono ai sorbi, che solitari crescono
Vicino al grigio Rovo delle Fate.

Alti e sottili i sorbi accanto al Rovo
- Come le due gemelle al fianco della nonna -
E sul suo capo basso oscuro e grigio, versano in rossi baci,
Dolci a vedersi, le piene bacche.

Allegre le fanciulle formano una catena,
Cingendo a coppie liete un immobile sorbo,
Vanno in dedali ondosi, come uccelli radenti,
Nel canto pifelice.

Ma solenne il silenzio della foschia d'argento
Che assorbe i loro suoni in pace priva d'eco,
E immoto si allunga il pendio nella sera,
E pisognante ancor si fa la notte.

Come note d'allodola cadute a una a una,
Quando l'ombra del falco oscura il bosco aperto,
Tacciono quelle voci, e restano nascoste
Nell'eccitato moto della nuova paura.

Poichdall'aria intorno e dalla terra erbosa,
Di fra i sorbi del monte e il vecchio Biancospino,
Soffia nei loro cuori un Potere incantato,
E, allacciate, sull'erba, si lasciano cadere.

Silenziose si piegano, stringendosi vicine,
Le belle braccia gettano attorno al bianco collo reclinato,
Invano poi si provano a coprire le braccia,
E ancora si intravede il collo trepidante.

Cosavvinte, in ginocchio, con il capo chinato,
Soffici sopra il battito - unico suono umano - veloce dentro i petti,
Odono i lievi passi della schiera fatata.
Silenziosa si aggira, come un fiume nell'aria.

Nessuna che alzi un grido, o dica una preghiera,
Ma angoscioso il terrore delle tre ammutolite
Che sentono Anna Grace trascinata lontano,
E le potenze oscure non osano guardare.

Si impigliano alle trecce i boccoli sfuggenti,
E le ciocche ricadono, e il volto si allontana.
Sentono le sue braccia staccarsi dalle loro, che la malia imprigiona,
Ma non possono alzare lo sguardo per capire:

Sui loro sensi ottusi l'incantesimo preme
Tutta la notte d'ansia e gelido stupore,
Npaura o sorpresa apre gli occhi tremanti,
O le membra pualzare dal suolo freddo e duro,

Fin che il mondo, girando, svela la sua rugiada,
E le montagne arcane e i rivi nelle valli,
Quando il chiarore giallo dello spuntar del giorno
Scioglie le nebbie e insieme dissolve quell'incanto.

Corrono allora, pallide, veloci, a perdifiato,
Per narrare agli amici il triste fatto, invano...
Entro un anno ed un giorno muoiono le fanciulle.
E nessuno rivide l'infelice Anna Grace.






NINNANANNA DEI FOLLETTI.

Dolce piccino! T'abbraccia una culla d'oro
E soffice ti avvolge una bianca coltre.
Vegliersul tuo sonno in una ariosa dimora
Ove alberi frondosi si muovono al vento.
Shuhin sho la lo lo.

Quando le madri languono con il cuore spezzato,
Quando le giovani spose sono divise dai loro compagni,
Ah! certo non pensano, abbandonate e affrante,
Che piangono un folletto consumato dal tempo.
Shuhin sho la lo lo.

Nelle nostre magiche sale scintillanti
Piedi leggeri danzano bianchi come la neve;
Fanciulle rapite, regine dei folletti,
E re e guerrieri, una aerea schiera fatata.
Shuhin sho la lolo.

Riposa piccino! Ti amo teneramente
Quasi come t'ama la tua madre mortale,
Il destriero piveloce e pifiero il nostro
Che si muove dove il calpestio della schiera piforte.
Shuhin sho la lo lo.

Riposa piccino! perchpresto il tuo sonno
Svaniralle note della musica incantata.
Vegliersul tuo sonno in una ariosa dimora
Ove alberi frondosi si muovono al vento.
Shuhin sho la lolo.

IL FANCIULLO RAPITO.
[di W. B. Yeats].
[vedi nota dell'autore in appendice].

Laggidove i monti rocciosi
Di Sleuth Wood si tuffano nel lago,
Laggisi stende un'isola fronzuta
Dove gli aironi svegliano, sbattendo
Le ali, i sonnolenti topi d'acqua;
Laggiabbiamo nascosto i nostri tini
Fatati, ricolmi delle bacche e delle
Pirosse ciliege rubate.
Vieni, Oh fanciullo umano!
Vieni all'acque e nella landa
Con una fata, mano nella mano,
Perchnel mondo vi sono pilacrime
Di quanto tu non potrai mai comprendere.

Laggidove l'onda del chiar di luna risveglia
Riflessi luminosi nelle grigie e opache
Sabbie, lontano, lpresso la lontana
Rosses, tessendo noi danziamo
Tutta la notte le piantiche danze,
Intrecciando le mani e intrecciando gli sguardi
Finchla luna non abbia preso il volo;
E avanti e indietro balziamo
E inseguiamo le bolle spumeggianti,
Mentre il mondo ricolmo di pene
E dorme un sonno ansioso.
Vieni, Oh fanciullo umano!
Vieni all'acque e nella landa
Con una fata, mano nella mano,
Perchnel mondo vi sono pilacrime
Di quanto tu non potrai mai comprendere.

Dove l'acqua zampilla, vagabonda,
Dalle colline sopra Glen-Car
Nei laghetti fra i salici
Dove a stento una stella potrebbe
Bagnarsi, cerchiamo le trote assopite
E bisbigliando ai loro orecchi doniamo
Ad esse sogni inquieti
Lievemente sporgendoci
Dalle felci che versano
Le loro lacrime sui giovani ruscelli.
Vieni, Oh fanciullo umano!
Vieni all'acque e nella landa
Con una fata, mano nella mano,
Perchnel mondo vi sono pilacrime
Di quanto tu non potrai mai comprendere.

E' con noi che egli viene,
Il fanciullo dall'occhio solenne:
Mai pipotrudire i muggiti
Dei vitelli sui tepidi pendii
O la teiera sul focolare
Cantargli la pace nel petto,
Nvedere i sorci bruni
Che corrono attorno alla madia.
Perchegli viene, il fanciullo umano,
Viene all'acque e nella landa
Con una fata mano nella mano,
Da un mondo in cui vi sono pilacrime
Di quanto egli potrmai comprendere.

IL LEPRECANO, OVVERO IL CIABATTINO FATATO.

1.
Piccolo mandriano, cosa hai udito
Sul verde tumulo del forte appartato?
Soltanto il mesto zigolo giallo
Che sospirava nei prati assolati.
Attento, attento, attento e aspetta:
Soltanto l'ape e la cavalletta?
娛ip e tap, rip e rap
E ancora tic e tac.
Pelle scarlatta cucita insieme,
Questo faruna scarpetta:
Sinistra, destra, cucila stretta.
Sono ben caldi i giorni d'estate,
Ma nell'inverno sotto la terra nera
Io me ne rido della bufera! Alla collina poggia l'orecchio:
Non senti un debole ticchettare,
Gli svelti colpi dell'elfo che picchia,
Il canto stridulo del leprecano
Tutto contento del suo lavorare?
E' una spanna e un quarto in altezza.
Se tu lo vedi, tientelo stretto:
Diverrai uno di tutto rispetto!

2.
Guardi il tuo gregge in un giorno d'estate,
Dormi nel fieno, mangi patate;
Ma forse vorresti viaggiar su carrozze
E una giovin duchessa condurre alle nozze?
Il ciabattino acchiappa e allora potrai.
埂randi stivali da cacciatore,
Fini scarpette per belle signore,
Bianche per sposare,
Rosa per danzare.
Cuci di qui, cuci di l
Ecco, una scarpa si fa cos
Ad ogni colpo siam ricchi di pi Ticchete tacchete tu
Novanta pinove brocche dell'oro
Nasconde il folletto astuto e avaro.
Tra alte montagne, foreste e dirupi,
Tra forti in rovina, caverne e torrioni
E dove nidificano i cormorani.
Dal tempo dei tempi
Protetta da loro
All'orlo ricolma
Ciascuna di oro!

3.
Lo vidi al lavoro un giorno io stesso
Dov'la digitale, al castello, nel fosso:
E' un elfo barbuto, rugoso, aggrinzito,
Gli occhiali pinzati sul naso appuntito.
Fibbie d'argento sulle babbucce,
Grembiule di cuoio, la scarpa nel grembo.
娜ip e rap, tip e tap
E ancora tic e tac,
(Dal fossato un verde grillo
M'volato sul cappello!)
Ricchi calzari al sovrano fatato
E per suo figlio forti scarponi.
Pagami bene, in modo adeguato
Quando il lavoro tutto finito
La colpa fu mia senza alcun dubbio:
Io guardai lui e lui mi guard
- Buongiorno signore! - Risponde: - Chi secca?
E nella giubba si prende il tabacco.
Sembrpicontento dopo una presa,
Mi porse la scatola con grazia curiosa
(Strano piccolo leprecano).
Puff! Tutto il tabacco mi soffia in faccia
E mentre starnuto ne perdo ogni traccia.





UN LAMENTO.
Per la morte di sir Maurice Fitzgerald, cavaliere, della contea di
Kerry, ucciso nelle Fiandre nel 1642.

Voce d'afflizione s'levata,
Lamento d'uno strazio sovrumano,
Dall'ampio Sud verso ogni dove
Per un Principe caduto.
Dentro di me quel grido nell'ora morta della notte ha vibrato;
Sull'aria di mezzanotte ho gettato lo sguardo:
Cupa altrettanto era l'anima mia
Quando in ginocchio pregavo.

Due, tre volte quella notte sul lago di Gur
Trascorse per il prode un grido d'angoscia
A mezzo agghiacciando la cresta dell'onda
Ch'era specchio alla luna.
Sorsero allora a mille le voci d'un canto selvaggio
Levitando in coro dalla nera gola di Ogra,
E le donne spettro di Mogeely
Lamentavano il grande Fitzgerald.

Lontano sulla piana di smeraldo di Carah Mona
Sospiri e grida a lungo si fondevano
E con note interrotte rispondeva
Fermoy dalle sue mura.
Youghal, Keenalmeaky, Eemokilly in accordo
Intonavano lamenti e i loro lai straziati
A vita stupefatta risvegliavano
Le immote vallate di Inchiqueen.

Da Loughmore al giallo Dunanore
Fu il terrore: i mercanti di Tralee
Radunarono gli ori
Preparandosi a fuggire.
Sui velieri e nelle sale, da sera a che l'alba
Mostra i primi tenui raggi del sole,
Ogni straniero udil monito
Di colui che fu temuto.

Presagio di morte per noi, - dissero, - questo,
Se veloci non sfuggiamo al nostro destino.
Presuntuosi e stolti! Con parole insensate
Vaneggiavano quelli.
Non per Sassoni trafficanti di spregevole stirpe
Per coste e per mari risuonarono tali lamenti,
Non per villani con cuori di ambulante
Geme la nostra Banshee.

Il Per la nobile razza dei figli di Mil soltanto
Si scioglie perpetua la musica del suo dolore,
Per il trucidato erede di un trono antico,
Per un Principe abbattuto.
Ascolta! Di nuovo mi sembra udire il suo pianto,
Laggi E' a me vicino adesso come allora.
O forse non era che il vento della notte
A percorrere la cupa vallata?









UN SOGNO.

Sentii i cani ululare nel chiarore lunare;
Andai alla finestra per vedere la scena;
Tutti i morti che mai avevo conosciuto
Se ne andavano, uno a uno, due a due.

Andavano, avanti andavano;
Tutti concittadini, dal primo all'ultimo;
Nati nel chiarore lunare del sentiero,
Nuovamente spenti nella pesante ombra.

Compagni di scuola, a passo di marcia come quando giocavamo
Un tempo ai soldati - ma picomposti ora;
Ma la vista pistrana erano per me
Quelli che sapevo annegati nel terribile mare.

Gente dritta e bella, e gente debole e curva,
Alcuni che amai, e tremai nel parlargli;
Alcuni morti solamente da un giorno;
Alcuni di cui non sapevo la morte.

Una lunga, lunga folla - dove ciascuno sembrava solo!
Eppure fra tutti una, solo una,
Alzla testa e guardverso di me.
Indugiun momento - non poteva fermarsi.

Quanto a lungo vidi in seguito la sua pallida faccia!
Ah! Cara madre! Potessi solamente chinare
La mia testa sul tuo seno, riposare un momento
Con la tua mano posata sulla mia guancia bagnata di lacrime!

Avanti, avanti, formarono un mobile ponte
Sul flusso lunare da ombra a ombra
Giovani e vecchi, uomini e donne
Da tempo dimenticati, ma ora tornati alla mente.

E dapprima si uduna amara risata;
Un attimo dopo rumore di pianto;
E poi una musica cosalta e festosa,
Che ogni mattina, giorno dopo giorno
Mi sforzdi poterla richiamare alla mente.


UNA LEGGENDA DELLA CONTEA DI TYRONE.

Accoccolati presso lo spoglio focolare, nel rigido, gelido inverno
Soli e indifesi tre bambini si tengono stretti fra loro,
Gli scarmigliati riccioli biondi un tempo erano belli e lucenti:
Nessuno c'questa sera che accarezzi il piccino.

姬oglio la mamma, oh, voglio la mia mamma! Grandi lacrime scorrono mentre piange sommesso.
Le esili braccia di Eily circondano la testina dorata.
娑overo piccolo Willie, lo sai, morta la mamma

E il babbo per il troppo bere non piin s
Scendete angeli del cielo e portateci via! Eily e Eddie pivolte si baciano piangendo.
Fuori, venti misteriosi singhiozzano e sospirano.

A un tratto i bambini rimangono immoti,
Solo Will lancia un breve grido di gioia:
Ora la capanna non sembra pivuota e spoglia
Perchlin piedi, avvolta in morbide vesti, la mamma.

Le si raccolgono attorno, le si aggrappano alla gonna;
Fioccano i suoi dolci baci a ogni timida carezza.
Il suo amorevole tocco leggero ravvia i riccioli aggrovigliati;
Stringendolo al petto, culla il suo bimbo.

Willie dorme nel suo lettino e il fuoco acceso;
Per Eily e Eddy il paradiso in terra:
Le abili dita della mamma sono passate dappertutto.
Li ninna al riposo nella bassa seggiola di corda.

Guardano con occhi spalancati, poi dolcemente li socchiudono
Come petali che si ripiegano nel cuore di una rosa;
Ancora li riaprono in trepidazione, ma senza paura
E mormorano commossi: La mamma con noi.

Essa li adagia teneramente, li copre.
Mentre giacciono in un dolce sonno, sussulta a un suono:
Il gallo canta a voce alta; lo spirito svanisce.
Nella luce del mattino si avvicina l'ubriaco.

Ancora e ancora, tra la sera e l'alba,
Appare la madre morta per accudire a Willie Bawn:
O forse un angelo che siede al focolare?
Un angelo in cielo, una mamma sulla terra.

LA CANZONE DELLO SPETTRO.

Tutti stavan sognando
Ma non Pastheen Power,
E una luce filtr Di sotto la soglia:
Un passo pesante
Sostalla sua porta
Una mano pesante
Picchialla sua porta.

哽hi mai osa passare
A quest'ora di notte,
Non chiamato a varcare
La mia vergine soglia? 娑astheen cara, la porta
Dischiudi per me,
E il tuo amato bene
Non temere, vedrai

埋l mio amato bene,
Cosalto e audace,
Vive esule sopra
Le onde rabbiose
唏el tuo amato ora il corpo
Giace dentro una tomba,
Ma il suo cuore fedele
E' venuto da te

埋l suo aspetto era allegro,
Il suo canto era gaio;
La tua voce minaccia,
E il tuo volto grigio;
E tristi e affossati
I tuoi grandi occhi azzurri,
Ma Patrick oh Patrick,
Ahim Proprio tu!
Gil'alba spuntava:
Sentdi lontano
I galli spiegare
Le ali nel canto.
奚h, silenzio, silenzio,
Tu rosso e tu grigio,
O voi caccerete
Il mio amore lontano.

娟sh, silenzio col canto,
Tu grigio e tu rosso,
O lui se ne andr A riunirsi coi morti;
Non chiamate, vi prego,
Il suo spettro alla tomba,
E verra coronarvi
Le creste con l'oro

Tutti stavan sognando
Ma non Pastheen Power.
E una luce filtr Di sotto la soglia;
E con l'alba, al risveglio,
si scoprche al dolore
Si era arrestato il suo cuore.
HY BRASAIL - L'ISOLA DEI BEATI.

Sull'oceano che consuma le sponde ove dimori
Dicono fosse comparsa una terra evanescente;
Immaginano sia luogo di sole e di quiete,
La chiamano Hy Brasail, Isola dei Beati.
Anno dopo anno sull'azzurro confine del mare
Bella, indistinta la magica visione s'mostrata:
Nuvole d'oro fan velo all'abisso su cui posa
E appare come un Eden, lontano, assai lontano.

Alle brezze dell'oriente sciolse la sua vela
Un uomo a cui giunse quel mirabile racconto;
Da Ara la sacra veleggiverso l'Ovest:
Chse Ara era sacra, beata era Hy Brasail.
Non diede ascolto a voci che chiamavano da riva,
Non diede ascolto al vento che ruggiva minaccioso:
Dimora e affetti abbandonquel giorno e la salvezza
Anelando a Hy Brasail, lontano, assai lontano.

Il Sorse l'alba sul mare: evanescente l'isola
Rifletteva il suo sorriso sul fievole orizzonte.
Mezzogiorno arse sull'onda, e la sponda indistinta
Pareva sedurre distante e fioca come innanzi.
Sola sul sentiero del viandante cadde la sera:
Egli ancora ad Ara con tremore volse gli occhi.
Oh, stava remota al limitare dell'oceano,
Ma l'isola beata era lontano, assai lontano.

Ritorna incauto sognatore! E voi venti del mare
Riconducetelo alla serenitdi Ara.
Folle! Per una visione di felicitirreale
Barattare l'operosa e pacifica tua vita.
Invano la Ragione ammonitrice gli parl Npimai lui potrla sua Ara rivedere.
Sopra marosi, sopra tempeste calla notte
E nell'onde egli mor lontano, assai lontano.







IL PRETE DI COLOONY.
[di W. B. Yeats].

Il buon Padre John O'Hart
Quando vigevan le leggi penali
Da uno "shoneen" nelle sue terre cavalcava
Ricche di uccelli, d'acque e animali.

Sulla parola le terre di John aveva carpite
- Nella sua razza eran tutti "sleiveen"
E in dote alle figlie le aveva cedute
Cosche sposaron piin su del lor stato.

Ma Padre John continuava ad andare
- Piccoli i buchi nelle sue scarpe -
E Padre John continuava a tornare
- Grandi i buchi nella sua tonaca -.

Tutti lo amavano - ma non lo "shoneen",
Tenuto dai diavoli fino ai capelli, -
Anche le donne, i gatti e i bambini
Persino gli uccelli nel bianco del cielo.

John agli uccelli apriva le gabbie
Quando avanti e indietro era andato;
Sorridendo diceva: - sia pace, ora -
E proseguiva con sguardo accigliato.

Ma quando qualcuno era morto,
Allora intimava di smettere
Se lamentavano come cornacchie:
Era proprio un uomo di lettere.

E questo fu ciche John fece,
Fin quando a decine si venne
Piangendo verso Coloony:
Era morto novantaquattrenne.

Nessun uomo faceva lamenti;
Soltanto gli uccelli da Knocknarea
In quel giorno arrivavan gemendo
E dai dintorni di Knocknashee,

Gemendo da Innismurry:
Ma non si fermaron per sorso o boccone;
In tal modo fu sempre punito
Chi sovverte la tradizione.

Coloony si trova a poche miglia a sud della cittdi Sligo. Padre John
O'Hart visse lnel secolo scorso e fu molto amato. Queste strofe
riportano fedelmente la tradizione. Nessuno di coloro che si erano
tenuti la terra rubata ebbe fortuna. Essa cambi molte volte di
proprietario.













APPENDICE.

Note.
(pagina 21) Dei della terra.
Gli occultisti, da Paracelso a Elephas Levi, dividono gli spiriti
della natura in gnomi, silfidi, salamandre, ondine, ossia in spiriti
della terra, dell'aria, del fuoco e dell'acqua. I loro imperatori,
secondo Elephas, si chiamano rispettivamente Cob, Paralda, Djin e
Hicks. Gli gnomi sono avari e di temperamento malinconico. La loro
statura normale non supera le due spanne, anche se possono allungarsi
fino a diventare dei giganti. Le silfidi sono incostanti e di
temperamento collerico. Sono, per dimensione e forza, assai superiori
agli uomini, come si addice alla gente dei venti. Le salamandre sono
irose e sanguigne di temperamento. D'aspetto sono lunghe, magre e
asciutte. Le ondine sono delicate, fredde, volubili e flemmatiche.
D'aspetto sono come gli uomini. Le salamandre e le silfidi non hanno
fissa dimora.
E' stato sostenuto da molti che da qualche parte, nel vuoto, c'un
continuo stillicidio di anime, che queste anime passano attraverso
molte forme prima di assumere sembianza umana - di qui gli spiriti
della natura. Sono invisibili - tranne rare volte e in rare occasioni;
abitano gli elementi profondi, mentre noi viviamo su quelli
superficiali e rozzi. Certi fluttuano perpetuamente nello spazio, e il
movimento dei pianeti li trascina di qua e di lsecondo correnti. Per
questo alcuni Rosacroce ritenevano che l'astrologia potesse predire
molti avvenimenti; infatti un flusso di questi spiriti, scorrendo
attorno alla terra, vi suscita emozioni e cambiamenti a seconda della
loro natura.
Oltre a quelli d'aspetto umano ci sono molti spiriti dalla forma
d'animale o di uccelli. Si osservato che da questi ultimi provengono
tutti i demoni famigliari che i guerrieri pellerossa vedono allorch si ritirano nella foresta a digiunare per consultare gli spiriti.
Bench gli spiriti siano tutti occasionalmente ben disposti verso gli
uomini - verso certi uomini - 娑rovano, - dice Paracelso, -
un'avversione per le persone presuntuose e ostinate, come i
dogmatisti, gli scienziati, gli ubriaconi e gli ingordi, e per ogni
genere di persona volgare e litigiosa; amano invece gli uomini
semplici, d'animo ingenuo e infantile, innocenti e sinceri: e meno
vanite ipocrisia c'in un uomo, pifacile gli saravvicinarli; ma
solitamente sono timidi come animali selvatici

(pagina 23) Fortezza magica.
I forti o fortezze, sono fossati circolari che racchiudono un piccolo
campo; nella maggior parte dei casi scavando si arriva a camere di
pietra i cui tetti ad alveare e le cui pareti sono costruiti a secco.
In questi piccoli campi gli antichi Celti trovavano riparo assieme al
loro bestiame, ritirandosi d'inverno nelle camere di pietra dove
ricevevano anche sepoltura. La gente li chiama forti dei Danesi,
equivocando la parola Danan (Thuathde-Danan). I folletti vi hanno
fissato la loro dimora, preservandoli da ogni intrusione. Chiunque li
distrugga, presto vedr il proprio bestiame ammalarsi, o la stessa
sorte toccheralla sua famiglia o a lui stesso. Vicino ai forti si
trovano a volte punte di frecce di selce: sono questi i 峻agici dardi che si ritiene siano stati scagliati dai folletti irritati contro
uomini o bestie.

(pagina 69) La leggenda di Knockgrafton.
Luned martede anche mercoled in gaelico "Da Luan Da Mort augus
Da Dardeen". Da Hena gioved I narratori di fiabe, dice Croker, nel
raccontare la leggenda cantavano queste parole intonando la seguente
musica - di un genere molto antico, secondo Croker:
[..]
Mister Douglas Hyde ha sentito la leggenda nel Connaught e la canzone
dei folletti faceva: "Peean Peean daw Peean, Peean go leh agus
leffin", che significa 席n penny, un penny, due penny, un penny e
mezzo e un mezzo penny

(pagina 124) Folletti solitari.
I folletti socievoli indossano giacche verdi, quelli solitari, rosse.
Secondo Mac Anally sulla giacca rossa del Leprecano ci sono sette file
di bottoni con sette bottoni per ogni fila. Egli sostiene che sulla
costa occidentale la giacca rossa coperta da una di panno spigato, e
che nell'Ulster indossa un cappello a tre punte e quando sta
combinando qualcosa di particolarmente dispettoso balza su un muro e
gira vorticosamente stando in equilibrio sulla punta del cappello, con
i tacchi in aria. Mac Anally racconta di come una volta un contadino
avesse visto una battaglia tra i folletti dalla giacca verde e quelli
dalla giacca rossa. Quando i primi cominciarono a vincere, il
contadino fu coscontento di vedere i verdi sopra i rossi che lanci un forte grido. In un attimo tutti svanirono e lui fu gettato nel
fosso.

...

(pagina 166) Presagi.
Oltre alla Banshee, al Dullahan e al Coacha-Bower, abbiamo altri
presagi. So di una famiglia dove la morte annunciata dallo schiocco
di una frusta. Alcune famiglie sono frequentate da fantasmi di corvi o
di altri uccelli. Mentre Mac Manus, noto per i fatti del '48, stava
seduto accanto al fratello in agonia, un uccello dall'aspetto
d'avvoltoio entrdalla finestra e si possul petto del morente. I
due rimasero a guardare pieni di terrore non osando cacciarlo via.
Quello si accovaccil con gli occhi che brillavano, fino a che
l'anima abbandonil corpo. Questo fu considerato un pessimo presagio.
Lefanu trasforml'episodio in un racconto. Io ho fondati motivi per
farne risalire l'origine a Mac Manus e a suo fratello.

(pagina 264) Un processo alle streghe.
L'ultimo processo per stregoneria avvenuto in Irlanda - non ce ne
furono mai molti - cosriportato in "History of Carrickfergus" di
Mac Skimin: 711, 31 marzo, Janet Mean, dell'Isola di Braid Janet
Latimer, quartiere irlandese, Carrickfergus; Janet Millar, quartiere
scozzese Carrickfergus; Margaret Mitchel, Kilroot; Catharine
M'Calmond, Janet Liston, conosciuta anche come Seller, Elizabeth
Seller e Janet Carson, le ultime quattro dell'Isola di Magee, furono
qui processate, nel Tribunale della contea di Antrim, per
stregoneria
Erano accusate di aver perseguitato una giovane, una certa Mary Dunbar
di circa diciott'anni d'et nella casa di James Hattridge, nell'Isola
di Magee e negli altri luoghi dove la ragazza era stata trasferita.
Questi i fatti riferiti sotto giuramento al processo:
奘el mese di febbraio 1711, la persona perseguitata, che si trovava
sull'Isola di Magee, nella casa di James Hattridge (la casa era da
qualche tempo ritenuta infestata da spiriti maligni), rinvenne sul
pavimento del salotto un grembiule di cui si era notata da tempo la
sparizione, legato con cinque strani nodi, che ella sciolse.
埋l giorno seguente fu improvvisamente colta da un intenso dolore alla
coscia e in seguito cadde in preda a convulsioni e vaneggiamenti;
quando si fu ripresa, sostenne d'essere tormentata da alcune donne e
ne descrisse minuziosamente gli abiti e l'aspetto. Poco dopo fu
nuovamente colta da simili convulsioni e, ripresasi, accus altre
cinque donne di tormentarla, fornendo anche di queste la descrizione.
Fatte venire le accusate dalle diverse parti del paese, la ragazza
manifest estrema paura al loro avvicinarsi e sembrpatire maggiori
tormenti.
姬enne inoltre testimoniato che nella casa si udivano strani rumori,
come se qualcosa fischiasse o grattasse, e che nelle stanze si notava
un odore di zolfo, che per la casa venivano gettate pietre, torba e
simili e che copriletti eccetera venivano spesso strappati dai letti e
arrangiati in modo da prendere la forma di un cadavere; che una volta
un capezzale uscda una stanza e andin cucina con una camicia da
notte addosso! Dalle deposizioni risultanche che durante alcuni dei
suoi attacchi tre uomini robusti riuscivano a malapena a tenerla nel
letto, che a volte vomitava piume, filato di cotone, spilli e bottoni;
e che in una occasione scivol fuori dal letto e fu adagiata sul
pavimento, come fosse sorretta e trascinata da una forza
irresistibile. La persona perseguitata non fu in grado di recare
alcuna testimonianza al processo, essendo all'epoca muta, ma per tutta
la durata del processo non ebbe alcun violento attacco
A difesa delle accusate, sembrava che esse fossero per lo pipersone
oneste e laboriose che prendevano parte alle pubbliche funzioni
religiose, erano in grado di recitare la Preghiera del Signore ed
erano conosciute per essere persone dedite alla preghiera sia in
pubblico che in privato; qualcuna si era comunicata di recente.
Il giudice Upton rivolse la sua allocuzione alla giuria sottolineando
la regolare frequenza delle accusate alle pubbliche funzioni
religiose; osservche riteneva improbabile che vere streghe potessero
a tal punto mantenere le consuetudini religiose da seguire i servizi
di culto volti a Dio, sia in pubblico che in privato, cosa che era
stata provata a favore delle accusate. Concluse esprimendo l'opinione
宮he la giuria non poteva dichiararle colpevoli in base alla sola
testimonianza delle immagini visionarie della persona perseguitata
Dopo di lui parl il Giudice Macarthy, il quale era di opinione
diversa e riteneva che la giuria potesse, in base alle testimonianze,
esprimere verdetto di colpevolezza, come infatti fece.
Il processo durdalle sei del mattino fino alle due del pomeriggio, e
le prigioniere furono condannate a dodici mesi di carcere e a venir
esposte alla gogna a Carrickfergus per quattro volte.
La tradizione dice che la gente, esasperata nei confronti di queste
povere infelici, ne fece oggetto, mentre erano alla berlina, di
violenti lanci di gambi di cavolo bolliti e simili, e che questo caus la perdita di un occhio a una di esse.

(pagina 349) T-na-n-Og.
娛-na-n-Og, - scrive Douglas Hyde, - il Paese dei Giovani, il
luogo, vi diranno i contadini irlandesi, in cui "geabhaedh tu an sonas
aer pighin", "otterrete la felicitcome un penny", tanto essa sar comune e a buon prezzo. A volte, ma non spesso, chiamato "Tir-na-
hoige", il Paese della Giovinezza. Crofton Crocker lo scrive "Thierna-
na-noge", il che uno sbaglio increscioso da parte sua, perch Thierna significa 峴ignore e non 峰aese Un simile spiacevole
errore, come molti altri dello stesso tipo quando si tratta di parole
irlandesi, rischia di diventare comune, come avvenuto, per pura
sbadataggine dei copisti nel caso del nome di Iona

(pagina 362) Il ganconer o gancanagh (gean-canach).
O'Kearney, della contea di Louth, profondo conoscitore di miti
irlandesi, scrive del "gean-canach" (colui che parla d'amore), che 席n altro essere minuscolo, della stessa tribdel Leprecano, ma, a
differenza di questo, impersona l'amore e la pigrizia; sempre
apparso con la pipa in bocca in valli solitarie ed era sua abitudine
fare all'amore con pastorelle e mungitrici. Incontrarlo era
considerato un segno di disgrazia, e chiunque aveva la fama di aver
sperperato le proprie sostanze per la dedizione al bel sesso si diceva
che avesse incontrato un gean-canach. La "dudeen" o antica pipa da
tabacco irlandese, trovata nei nostri forti, ancora popolarmente
chiamata la pipa del gean-canach
Tale parola non si trova nei vocabolari nsembra che lo spirito in
questione sia molto noto nel Connacht, se pure non vi del tutto
sconosciuto. La parola si pronuncia ganconagh.
Nel manoscritto contrassegnato R.I.A. 23/EI 3 nella Royal Irish
Academy c'una lunga poesia che descrive una partita a "hurling" dei
folletti, simile a quella della nostra storia, solo che i folletti
descritti come la "shiagh", cio la schiera, indossavano sciarpe
scozzesi e baschi come gli abitanti degli altipiani. Dopo il gioco, i
folletti intraprendono una battuta di caccia alla quale prende parte
il poeta, ed essi percorrono mezza Irlanda a gran velocit La poesia
finisce con il verso:
"S gur shiubhail me na cg cge's gan f acht buachall buidhe"
容 viaggiai per le cinque province con nulla sotto di me se non gialla
erba cardellina

(pagina 419) Gatti demoniaci.
In Irlanda si sente spesso parlare di gatti demoniaci. La gente delle
campagne intorno a Dublino dice che il padre di uno degli attuali
redattori del 圄ortnightlyaveva un gatto di questo tipo. Un giorno
il prete che aveva cenato con lui protest vedendo un gatto che
mangiava prima dei cristiani e disse qualcosa alla bestia che la fece
andare su dal camino in una vampata di fuoco. - Vi farpunire dalla
legge per avere fatto una cosa simile al mio gatto, - disse il padre
del redattore. Vorreste rivedere il vostro gatto? - disse il prete. -
S rispose l'altro, - e allora il prete lo tirsu direttamente
dall'inferno, coperto di catene, attraverso il tappeto steso innanzi
al camino. Il diavolo irlandese non ha nulla in contrario ad assumere
parvenze cospoco dignitose. Il diavolo irlandese non una persona
dignitosa. Non ha zaffate di maest sulfurea che lo circondano.
Centauro degli straccioni, si burla beffardo e agita i propri
brandelli, a un tempo zimbello e terrore dei santi.

(pagina 486) Una leggenda di Knockmany.
Dice Carleton: - Esiste un aneddoto molto triste e impressionante
sulla roccia grigia di cui si parla in questa leggenda, che va
raccontato. Circa dodici o tredici anni fa, un signore stava
costruendo una casa vicino al punto in cui si trovava la roccia e,
sfidando la leggenda e la maledizione che vi era associata, decise di
spaccarla e utilizzarla. Ma non fu senza una certa difficolt che
riusc a far s che i suoi manovali si accingessero a ridurla in
pezzi. Due uomini tuttavia si misero a farla saltare, ma poich l'operazione di accensione della mina era stata mal condotta, quella
esplose in anticipo e uno degli uomini rimase ucciso. Questa
coincidenza fu ritenuta come un adempimento della maledizione di cui
si parla nella leggenda. Sono venuto a sapere che la roccia rimasta
danneggiata cos fino ai giorni nostri, perch non si trovata
nessun'altra persona che avesse il coraggio di toccarla. Prima che
venisse rovinata, questa roccia aveva esattamente l'aspetto di ciche
la gente di campagna chiama una 宸orma di burro e cioprecisamente
la forma di un prisma completo. Circostanza questa, non c' dubbio,
che nella fertile immaginazione dei vecchi cantastorie ha dato origine
alla superstizione a essa collegata.

(pagina 612) Sir Samuel Ferguson ["The Fairy Well of Lagnanay" e "The
Fairy Thorn"]
Molti in Irlanda considerano Sir Samuel Ferguson il loro maggiore
poeta. Il lettore inglese, molto probabilmente, non l'avrneppure
sentito nominare; i critici anglo-irlandesi che hanno trovato ascolto
fra il pubblico inglese infatti, essendo pianglo che irlandesi,
hanno preferito assecondare l'opinione inglese in tutto ci che
riguarda l'Irlanda piuttosto che esserne guida.

(pagina 624) Il fanciullo rapito.
I luoghi nominati sono nei dintorni di Sligo. Pilontano, Rosses una assai nota zona di folletti. Lc'un breve tratto di rocce dove,
se qualcuno si addormenta vi il pericolo che si svegli folle, perch i folletti gli hanno portato via l'anima.

(pagina 643) Padre John O'Hart.
Padre O'Rorke il parroco di Ballysadare e Kilvarnet, dalla sua
cronaca di queste parrocchie, scritta in modo colto, fedele e
appassionato, ho tratto la storia di Padre John, il quale era stato
parroco delle stesse parrocchie ed era morto nel 1739. Coloony un
paesino nel circondario di Kilvarnet.
Alcuni detti di Padre John sono giunti fino a noi. Una volta, mentre
era molto afflitto per la morte del fratello, gli domandarono: -
Perchpiangete per vostro fratello mentre a noi proibite di fare le
lamentazioni? - E' la natura che mi forza, rispose, - ma voi forzate
la natura -. Il ricordo di lui e la sua influenza sopravvivono nel
fatto che ancora oggi a Coloony non si fanno lamentazioni. Era amico
del celebre poeta e musicista Carolan.

(pagina 643) Shoneen e Sleiveen.
"Shoneen" il diminutivo di "Shone" (la grafia irlandese "Se▋").
In irlandese ci sono due corrispettivi di John: uno "Shone", l'altro
"Shawn" (grafia irlandese "Sehan"). "Shone" il pi 家ristocraticodei due e viene usato tra la nobiltterriera. Di qui
"Shoneen" significa 席n piccolo nobile Johne viene usato per le
persone 家rrivatee per i ricchi padroni di fattorie che vogliono
imitare la condizione dei signori.
"Sleiveen", parola che non si trova nei vocabolari, un termine
irlandese buffo (almeno nel Connaught) per indicare un furfante.
Deriva probabilmente da sliabh, 峻ontagna e significa in primo luogo
un montanaro e in secondo luogo, in base all'idea che i montanari
siano peggiori di chiunque altro, un furfante. Sono debitore per
questi dettagli, come per molti altri, a Douglas Hyde.



RINGRAZIAMENTI.

Devo ringraziare i signori Mac Millan e i redattori di 唇elgravia
唧ll the Year Rounde 套onthly Packet per il permesso di utilizzare
materiale tratto rispettivamente da "Legendary Fictions of the Irish
Celts" di Patrick Kennedy e dagli articoli di Miss Maclintock, Lady
Wilde per il permesso di attingere liberamente dal suo "Ancient
Legends of Ireland" (Ward & Downey); Mister Douglas Hyde per i suoi
tre racconti inediti e per la valida e apprezzata assistenza offertami
in vari modi, infine Mister Allingham e altri titolari di diritti
d'autore per le loro poesie. Le poesie di Mister Allingham sono tratte
da "Irish Songs and Poems" (Reeves and Turner), quelle di Ferguson
dalla ristampa economica di Sealey Bryers & Walker; le mie e quella di
Miss O'Leary da "Ballads and Poerns of Young Ireland", 1888, una
piccola antologia pubblicata da Gill & Sons, Dublino.
W. B. Yeats. [1888].

Devo ringraziare Lady Wilde per avermi concesso il permesso di
riportare 娟eanchan il bardodal suo "Ancient Legends of Ireland"
(Ward & Dovvney), la pi poetica e ampia raccolta di folklore
irlandese finora pubblicata, Mister Standish O'Grady per il permesso
di riportare 夏'investitura di Cuculainda quella prosa epica che
egli ha curiosamente chiamato "History of Ireland, Heroic Period"; il
Professor Joyce per il suo 圄ergus O'Mara e i demoni dell'aria e
Mister Douglas Hyde per il suo racconto non pubblicato 夏'uomo che non
aveva mai conosciuto la paura
Non ho incluso alcuna storia giapparsa nel mio "Fairy and Folk Tales
of the Irish Peasantry" (Camelot Series).
I due volumi costituiscono, ritengo, una raccolta abbastanza
rappresentativa dei racconti popolari irlandesi.
W.B. Yeats. [1892].













INDICE.
Fiabe irlandesi.

Introduzione: 2.

I FOLLETTI SOCIEVOLI: 20
Frank Martin e i folletti: 24.
La cena del prete: 31.
Teig O'Kane (Tadgh o Ch) e il cadavere: 37
La moglie di Paddy Corcoran: 59.
La Trota Bianca; una leggenda di Cong: 62.
La leggenda di Knockgrafton: 67.
Un folletto del Donegal: 75.
INCARNAZIONI FATATE: 77
La distillazione dei gusci d'uovo: 78.
Jamie Freel e la fanciulla rapita: 83.
LA SIRENA: 95.
Le gabbie d'anime: 96
Il funerale di Flory Cantillon: 118.

I FOLLETTI SOLITARI: 124.
Leprecani, Cluricani e Far Darrig: 124.
Padrone e servitore: 127.
Far Darrig nella contea di Donegal: 137.
IL POOKA: 143.
Il suonatore di cornamusa e il Pooka: 144.
Daniel O'Rourke: 148.
Il Pooka di Kildare: 160.
LA BANSHEE: 165.
Come Thomas Connolly incontrla Banshee: 166.
La Banshee dei Mac Carthy: 171.

FOLLETTI DI TERRA E DI MARE: 194.
Il campo da gioco dei folletti: 194.
Le filatrici rivali: 196.
Il piccolo suonatore di cornamusa: 206.
Un incantesimo dei folletti: 217.
Teigue del Lee: 219.
Il levriero magico: 229.
La signora di Gollerus: 234.

GLI SPETTRI: 244.
Grace Connor: 246.
L'agnello nero: 249.
Il ragazzo splendente: 250.
La sorte di Frank M'Kenna: 254.

STREGHE E GUARITORI: 264.
Il burro stregato (Donegal): 270.
Una strega della contea di Queens: 273.
La strega-lepre: 279.
iL burro stregato (contea di Queens): 280.
Le donne cornute: 296.
La scorribanda delle streghe: 300.
Le confessioni di Tom Bourke: 304.
Il pasticcio stregato: 327.

T-NA-N-OG: 349.
La leggenda di O'Donoghue: 351.
La scadenza della pigione: 355.
Loughleagh (Lago di Healing): 360.
L'isola fantasma: 369.

SANTI E PRETI: 371.
L'anima del prete: 372.
La storia dell'uccellino: 381.
La conversione delle figlie del Re Laoghair: 384.
Il Re O'Toole e la sua oca: 385.

SPIRITI DIABOLICI: 391.
Il mulino del diavolo: 391.
Fergus O'Mara e i demoni dell'aria: 402.
L'uomo che non aveva mai conosciuto la paura: 409.

IL DIAVOLO: 419.
Il gatto demoniaco: 419.
Il lungo cucchiaio: 422.
La contessa Kathleen O'Shea: 424.
I tre desideri: 429.

GIGANTI: 468.
I Gradini del Gigante: 468.
Una leggenda di Knockmany: 477.

GATTI: 497.
Seanchan il bardo e il re dei gatti: 497.
Owney e Owney-na-peak: 503.

RE, REGINE, PRINCIPESSE, CONTI, LADRI: 525.
Le dodici oche selvatiche: 525.
La bella indolente e le tre zie: 534.
La principessa orgogliosa: 541.
L'incantesimo di Gearoidh Iarla: 546.
Munachar e Manachar: 550.
Donald e i vicini: 555.
La cornacchia: 561.
La storia di Conn-eda ovvero Le mele d'oro del lago Erne: 566.

RE E GUERRIERI: 585.
L'investitura di Cuculain: 585.
Il piccolo tessitore di Duleek Gate: 592.

BALLATE: 609.
I folletti: 609.
La magica fonte di Lagnanay: 612.
Cusheen Loo: 616.
Il biancospino fatato: 619.
Ninnananna dei folletti: 623.
Il fanciullo rapito: 624.
Il leprecano, ovvero il ciabattino fatato: 627.
Un lamento: 631.
Un sogno: 634.
Una leggenda della contea di Tyrone: 636.
La canzone dello spettro: 638.
Hy Brasail - L'Isola dei Beati: 641.
Il prete di Coloony: 643.

APPENDICE: 646.
Note: 646.
Ringraziamenti: 659.







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