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Il Dalai Lama ci parla

di John F. Avedon

Traduzione italiana di Francesco Settanni

Chiara Luce Edizioni - Pomaia



Ringraziamenti

Vorrei ringraziare Jann Wenner, editore del Rolling Stone Magazine che ha avuto l'intuizione d'incoraggiare la diffusione d'argomenti poco noti in Occidente, nonostante il loro immenso valore intrinseco, per aver reso possibile quest'intervista. Vorrei anche ringraziare i traduttori del Dalai Lama: il Venerabile Tenzin Geych segretario personale di Sua Santit e il professor Jeffrey Hopkins dell'Universitdella Virginia.
In particolare il Prof. Hopkins e Khyongla Rato Rimpoce, Presidente del Tibet Center di New York City, sono stati di grandissimo aiuto nella correzione del testo e nella redazione delle note. Senza il loro contributo, il grado d'esattezza di questo testo sarebbe stato sensibilmente minore.
Infine, il mio ringraziamento pisentito va a Sua Santitil Dalai Lama per la sua amicizia, pazienza e profonda generosit

Prefazione

Tenzin Gyatso, Quattordicesimo Dalai Lama del Tibet, nacque nel piccolo villaggio agricolo di Takster, nella provincia dell'Amdo, il 6 Luglio 1935. All'etdi due anni, in seguito ad una ricerca estesa all'intero paese, fu riconosciuto come la reincarnazione del suo predecessore, il grande Tredicesimo Dalai Lama. Com'sempre accaduto secondo la tradizione, anche questa volta il ritrovamento del nuovo Dalai Lama era stato preannunciato da segni miracolosi che indicavano in quale localitsi trovasse il bambino. Poco dopo la morte del Tredicesimo Dalai Lama, nel Dicembre 1933, nel cielo della periferia nord-orientale di Lhasa erano apparse ripetutamente curiose formazioni di nubi, attraversate da arcobaleni. Durante la notte, sul pilastro nord-orientale della camera dove giaceva il corpo del Dalai Lama spuntun gigantesco fungo a forma di stella. Alcuni giorni pitardi, si scoprche la testa del defunto si era voltata: non era pirivolta al meridione - la tradizionale direzione di buon auspicio ma puntava chiaramente in direzione nord-orientale.
Nella primavera del 1935 il Reggente del Tibet, accompagnato da alcuni membri dell'Assemblea Nazionale, si recin pellegrinaggio al lago sacro di Lhamoi Latso alla ricerca di una visione del nuovo Dalai Lama. Solo, in piedi su un'alta roccia, scrutava le acque, a cui i Tibetani attribuiscono il potere di mostrare il futuro. Apparve allora l'immagine di un grande monastero dai tetti d'oro e di giada. Dal monastero si snodava uno stretto sentiero che andava verso oriente, che conduceva alla cima di un'arida collina. Oltre la collina, si vedeva una casa dalle tegole color turchese e un cane pezzato bianco e marrone. Infine, gli apparvero tre lettere dell'alfabeto Tibetano, che indicavano, si presumeva, il luogo e la provincia esatti. Poco dopo questa visione - che fu riferita al governo in un rapporto segreto - il Reggente fece un sogno in cui vide di nuovo la stessa umile casa contadina. Questa volta, tuttavia, nel cortile c'era un bambino e sopra di lui c'erano delle grondaie con forme bizzarre.
Guidati da questa visione, alcuni gruppi si mossero in una ricerca a ventaglio per tutto il Tibet. Un gruppo di persone viaggiper 1000 miglia verso nord-est, fino al monastero di Kum Bum, famoso per i suoi tetti d'oro e di giada.
Da lalcuni monaci li guidarono verso una casa situata nel vicino villaggio di Takster che aveva le tegole del tetto color turchese. Giunsero alla casa travestiti da mercanti e chiesero di poter fare un tin cucina, usanza comune tra i viaggiatori Tibetani. Quando entrarono nel cortile, il capo del gruppo, Kyetsang Rimpoce del Monastero di Sera, fu colpito dalle strane forme delle grondaie, fatte di nodoso legno di ginepro, notanche la presenza di un cane pezzato, bianco e marrone. Vestito di un vecchio
mantello di pelle di pecora, Rimpoce fingeva d'essere il servitore del gruppo. Cosera libero di guardarsi attorno, mentre i suoi attendenti erano oggetto delle cure dell'uomo e della donna di casa.
Non appena Kyetsang Rimpoce s'avvicinalla cucina, un bambino visibilmente eccitato, gli andincontro. Sedette sulle sue ginocchia e afferrun rosario che era appartenuto al Tredicesimo Dalai Lama e che ora il visitatore aveva al collo . "Te lo dar disse Rimpoce "se riesci ad indovinare chi sono". "Tu sei un lama di Sera" rispose il bambino. E continuindicandogli per nome, senza averli mai visti prima, due membri del gruppo. Straordinario era soprattutto il fatto che il bambino parlasse con il raffinato dialetto di Lhasa, che quasi nessuno conosceva in quella provincia.
Il loro interesse crebbe enormemente e cossi fermarono per la notte con l'intenzione di partire, non visti, all'alba dell'indomani.
Ma non si erano svegliati abbastanza presto. Il bambino si era svegliato prima di loro e, vedendo che si preparavano a partire, li pregdi portarlo via con loro. Riuscirono a calmarlo solo con la promessa che sarebbero tornati. Quando tornarono, sottoposero il bambino a una serie di prove mostrandogli alcuni oggetti, appartenuti al precedente Dalai Lama, confusi in mezzo a copie abilmente contraffatte. Ogni volta il bambino sceglieva correttamente e ogni volta affermava con forza che quegli oggetti gli appartenevano di diritto. Vennero fatte ulteriori prove che culminarono in un'ispezione fisica: il bambino aveva tutti gli otto segni che distinguono il Dalai Lama dagli altri uomini. Non c'erano pi_ dubbi, davanti a loro entrava nel suo secondo anno di vita il Prezioso Protettore in persona: il Quattordicesimo Dalai Lama del Tibet. Tenzin Gyatso fu portato a Lhasa all'etdi quattro anni e mezzo. Due settimane dopo il suo arrivo, venne messo sul Trono del Leone, come supremo capo spirituale e temporale del Tibet. Ha passato la sua infanzia in compagnia di monaci e attendenti, con rare visite da parte della sua famiglia. Durante l'inverno viveva nel Potala, il palazzo dei Dalai Lama sulla sommitdella collina di Lhasa.
In estate si trasferiva nei padiglioni immersi nei giardini del Norbulinka, o Parco dei Gioielli. Tutti coloro che lo hanno conosciuto bambino parlano di lui come un bambino attraente e sicuro di s che aveva assunto con naturalezza il ruolo di Dalai Lama. Crescendo, la sua curiositper il mondo oltre i confini del Tibet lo porta coltivare interessi personali che comprendevano lo studio dell'inglese, della scienza e della matematica, mentre negli studi Buddhisti i suoi tutori riconobbero che era impareggiabile.
Il 7 ottobre 1950 la Cina Comunista invase il Tibet. A 16 anni non ancora compiuti, il Dalai Lama fu costretto ad assumere il pieno potere temporale, nonostante la sua mancanza di esperienza in politica interna e internazionale. Da allora, per nove anni, cercun compromesso con i comunisti nella convinzione che lui solo poteva attenuare gli effetti dell'occupazione sul suo popolo. Nel marzo 1959, la rivolta popolare contro i Cinesi, cominciata tre anni prima nella provincia del Kham, scoppia Lhasa. Il Dalai Lama fuggin India, seguito da pidi centomila profughi che si sottrassero cosa una brutale repressione che costla vita a pidi mezzo milione di persone e che ebbe come risultato la distruzione quasi totale della cultura tradizionale Tibetana. Sono passati ormai vent'anni da quando gli esuli Tibetani arrivarono in India. Durante questo periodo di tempo hanno cercato di conservare la loro cultura perchfosse strumento di lotta per la libertdel Tibet. Organizzati in pidi 50 grandi comunitagricole, i Tibetani hanno effettivamente costruito un nuovo Tibet all'estero: una nazione dal carattere pispiccatamente Tibetano di quella rimasta sotto la dominazione Cinese. Negli ultimi anni, i loro sforzi hanno dato risultati importanti: riconoscendo che il popolo Tibetano continua a considerare il Dalai Lama il suo legittimo capo, Pechino ha deciso di tentare con ogni mezzo di far tornare gli esuli in patria. A tutt'oggi quattro generazioni in rappresentanza del governo Tibetano in esilio, hanno visitato il Tibet riallacciando i contatti tra amici e parenti che erano stati completamente interrotti. Inoltre, la Cina ha annunciato una serie di grandi riforme del suo regime coloniale in Tibet.
Sebbene la soluzione dei problemi del Tibet sia ancora di lda venire, sembra che questa nazione divisa presto o tardi finirinevitabilmente per riunirsi.
stato in circostanze cosdifficili che il Dalai Lama ha fatto la sua prima visita negli Stati Uniti. Al suo arrivo al Kennedy Airport, il 3 settembre 1979, iniziun giro di ventidue citt durante il quale fu registrata la seguente intervista per il Rolling Stone Magazine.
L'intervista stata realizzata in sei incontri, per un totale di otto ore. La prima registrazione stata fatta a Charlottesville, in Virginia; poi abbiamo avuto due incontri a Los Angeles, e due altre registrazioni alla Green Gulch Zen Farm, a nord di S. Francisco. L'ultima parte dell'intervista stata fatta nel novembre 1979 a Dharamsala, in India, sede del governo Tibetano in esilio e residenza di Sua Santitfin dal 1960. L'intervista vera e propria preceduta da alcuni brani di un discorso fatto alla Constitution Hall di Washington D.C. Proposto in forme diverse a diversi tipi di pubblico, il discorso riassume brevemente le opinioni del Dalai Lama circa la condizione umana.

John Avedon
New York City
Estate 1980

1.
Valori Religiosi e SocietUmana

In un certo senso, con la presente generazione, abbiamo raggiunto un alto livello di sviluppo, ma nello stesso tempo ci troviamo a dover affrontare molti problemi. Alcuni di questi problemi sono dovuti a eventi esterni o naturali e non possiamo evitarli; altri invece sono dovuti ai nostri difetti mentali, a un'incompletezza interiore - fonte d'ulteriori sofferenze e problemi. Il solo sviluppo materiale non sarsufficiente se non sviluppiamo nella nostra mente una giusta attitudine verso la societe il genere umano. Questo chiaro. Tuttavia, se adottiamo una giusta attitudine, potremo evitare quella parte di problemi creati dall'uomo.
Il punto fondamentale la compassione; l'amore per gli altri, il prendersi a cuore la loro sofferenza, un minore egoismo. Io credo che il pensiero pieno di compassione sia la cosa pipreziosa. Solo noi, in quanto esseri umani, siamo in grado di svilupparlo nei nostri cuori. Se abbiamo un buon cuore, un cuore pieno di calore, ci sentiremo a nostra volta felici e soddisfatti e anche i nostri amici lo saranno. In questo modo forse si potrarrivare a godere di un'atmosfera amichevole, e di una vera pace tra citte citt tra nazione e nazione, tra continente e continente.
La domanda come sviluppare la compassione? Fondamentalmente la compassione in relazione con la consapevolezza dell'io. A livello convenzionale esiste un "io". "io voglio, io non voglio". Questa l'esperienza di ciascuno di noi. Basandoci su questa consapevolezza naturalmente desideriamo la felicite non vogliamo la sofferenza. Inoltre, abbiamo anche il diritto d'avere la felicite d'evitare la sofferenza. Dunque cos come io stesso ho questa consapevolezza e questo diritto, anche gli altri l'hanno. La differenza che quando parliamo dell'io" si tratta di una sola persona, mentre gli altri sono un numero infinito e questo lo si puvedere con chiarezza. Immaginiamo da un lato il nostro "io", che finora si concentrato solo su motivazioni egoistiche, mettiamolo vicino di fronte a noi; dall'altro lato immaginiamo gli altri, un numero infinito di esseri e il nostro sche diventa una terza persona e che fa da spettatore. In questo modo possiamo vedere che il sentimento che desidera la felicite non vuole la sofferenza uguale sia per noi che per gli altri: assolutamente identico. Anche il diritto ad avere la felicitidentico. Per quanto questa persona egoisticamente motivata sia ricca o famosa, solo "uno" di numero. Per quanto poveri siano gli altri, il loro numero infinito. Naturalmente molte persone sono piimportanti di una sola. Cos vedete, una cosa assolutamente scorretta usare gli altri per i propri scopi e in questo modo non sarmai felice, anche se ne ho la possibilit Tuttavia, se contribuisco al benessere comune, e cerco di rendermi utile per quel che posso, questo atteggiamento sarfonte di grande gioia per me e per gli altri.
Con questa attitudine si pusviluppare vero amore e vera compassione per gli altri, che si possono estendere persino al nostro nemico. L'amore come viene comunemente inteso solo attaccamento. Con "vostra" moglie, "vostro" marito, i "vostri" figli o genitori avete delle ragioni per amarli e dite li amo perchsono "mia" madre, "mio" padre, i "miei" figli.
Questo tipo di amore imperniato su una motivazione egoistica, mentre il suo opposto il chiaro riconoscimento dell'importanza degli altri. Se riusciamo a sviluppare la compassione partendo da questo punto di vista, allora questa potrcomprendere anche il nostro nemico. Per poter generare quest'atteggiamento altruistico, dobbiamo avere tolleranza e pazienza perchsenza tolleranza difficile svilupparlo. Ora, chi ci dquesta occasione? Ce la dil nostro nemico. Il nostro nemico ci dla possibilitd'imparare a essere tolleranti, mentre il nostro maestro e i nostri amici non possono farlo. Perciil nostro nemico ci effettivamente di grande aiuto ed in effetti, il nostro migliore amico, il nostro migliore maestro.
Se riuscirete a pensare in questo modo, se riuscirete a coltivare questo tipo d'attitudine, sperimenterete un'infinita compassione per tutti gli esseri.
In base alla mia personale esperienza, le pigrandi soddisfazioni vengono dai periodi pidifficili della vita di ciascuno. Se si segue una strada facile e tutto procede bene il giorno in cui ci si trova di fronte a dei problemi, ci si sente depressi. Invece soprattutto attraverso le difficoltche s'impara, che si sviluppa forza interiore, coraggio e determinazione. Allora, ancora una volta chi vi dl'occasione per tutto questo? Il vostro nemico.
Questo non significa che si deve obbedire o inchinarsi al nemico.
A volte, a causa del comportamento del nemico, si puessere costretti ad agire con forza, potrebbe essere necessario farlo senza perdere interiormente la calma e la compassione, possibile.
Qualcuno potrebbe pensare "Ora il Dalai Lama sta dicendo cose senza senso", ma non cos perchmettendo in pratica questi consigli potrete constatarlo attraverso la vostra esperienza personale.
Io chiamo "religione" il tipo d'amore che ho appena descritto, questo tipo di compassione che la vera essenza della religione. A questo livello non c'quasi nessuna differenza tra Buddhismo, Cristianesimo o qualunque altra fede. Tutte le religioni insistono sull'importanza di migliorare gli esseri umani, di perfezionare l'uomo. La fratellanza e l'amore sono sentimenti comuni a tutte le religioni. Credo quindi - come dico sempre agli altri Buddhisti - che la questione del Nirvana non sia la cosa piimmediata. Non c'fretta. Comunque se nella vita quotidiana ci si comporta in modo buono, onesto, compassionevole e meno egoista, allora automaticamente questo porteral Nirvana. Al contrario, se si parla molto di Nirvana e si trascura la pratica quotidiana, allora si raggiungerun tipo insolito d'illuminazione, ma non quella giusta - perchin realtquella pratica quotidiana non esiste. Si devono quindi integrare quest'insegnamenti positivi
alla vita di tutti i giorni, non ha importanza che crediate in Dio, in Buddha oppure no. Si deve vivere una vita eticamente buona perchil buon cibo, i bei vestiti e la bella casa non sono sufficienti, necessaria una buona motivazione.
Ora, nel mondo d'oggi, alcuni potrebbero pensare che la religione sia adatta a quelli che vivono appartati in luoghi solitari e che non ci sia molto bisogno di religione negli affari o nella politica. La mia risposta no. Tutte le azioni eccetto alcune di secondaria importanza sono fondate su delle motivazioni. Penso che, se fate della politica, e avete una buona motivazione, diverrete un politico onesto. Senza una tale motivazione, quello che farete verrconsiderato "sporca" politica.
Di per s la politica necessaria per la soluzione dei problemi umani, non una cosa negativa. Ma quando la politica fatta da persone egoiste e ignoranti, allora manca qualcosa. Non solo nella politica, anche nella religione cos Se pratico con una motivazione incentrata sul mio ego, allora la religione diventa negativa. Vedete quindi che la motivazione la cosa piimportante. Percila mia pratica semplicemente l'amore, il rispetto per gli altri, l'onestche sono insegnamenti che investono il campo dell'economia, quello degli affari e qualsiasi campo.
Se osservate a fondo la societodierna, vedrete che ci sono molti problemi. Interiormente quasi ognuno di noi prova un senso d'inquietudine e questa sensazione non aiuta a risolvere i propri problemi.
Ora non sto criticando gli altri, ma quando si possiede una vera e durevole pace interiore, l'ira e l'odio non potranno mai esistere. D'altra parte, impossibile aiutare gli altri se interiormente si ha una motivazione egoistica. Potremo parlare a lungo di pace, d'amore, di giustizia, ma quando certe cose ci riguardano personalmente, allora dimentichiamo del tutto questi discorsi e diciamo: "necessario fare la guerra - necessario sopprimere gli altri". Quando si sentono dire queste cose, chiaro che manca qualcosa.
Io penso semplicemente che allo stato attuale, dove tutto dipende dal denaro e dal potere, e dove non ci si interessa molto del reale valore dell'amore, se noi esseri umani perdiamo il senso del valore della giustizia, della compassione, dell'onest allora in futuro ci troveremo di fronte a maggiori difficolt ci saranno maggiori sofferenze e problemi. difficile ma vale assolutamente la pena di tentare. Dobbiamo tentare con tutte le nostre forze, senza preoccuparci del risultato. Anche se non avremo successo in questa vita non importa, avremo comunque cercato di migliorare la societumana sulla base dell'amore. Questa la mia opinione, il mio pensiero sulla relazione tra valori religiosi e societumana.

La Sua Vita
J.A.: Qual'stata la sua prima sensazione quando venne riconosciuto come il Dalai Lama?

D.L.: Ero molto felice. Mi piaceva molto. Anche prima d'essere riconosciuto, dicevo spesso a mia madre che sarei andato a Lhasa. Mi mettevo a cavalcioni sul davanzale della finestra, nella nostra casa, facendo finta di cavalcare verso Lhasa. A quel tempo ero un bambino molto piccolo, ma ora ricordo chiaramente che avevo un grande desiderio d'andare a Lhasa. Un'altra cosa alla quale non ho accennato nella mia autobiografia (1) che, dopo la mia nascita, due corvi vennero a posarsi sul tetto della nostra casa. Arrivavano ogni mattina, si fermavano per un po', e poi se ne andavano. Questo particolarmente interessante perchla stessa cosa successa in occasione della nascita del Primo, Settimo, Ottavo e Dodicesimo Dalai Lama. Dopo la loro nascita, apparve una coppia di corvi che sostqualche tempo. Nel mio caso, nessuno prestattenzione a questo fatto. Tuttavia recentemente, forse tre anni fa, mentre stavo parlando con mia madre, si ricordata di questo fatto. Li aveva visti arrivare al mattino, ripartire dopo un po' - e tornare il mattino seguente. Ora, la sera dopo la nascita del Primo Dalai Lama, alcuni banditi avevano fatto irruzione nella casa della sua famiglia e i genitori erano scappati abbandonando il bambino. Quando tornarono il giorno seguente, chiedendosi cosa fosse accaduto a loro figlio, trovarono il bambino in un angolo della casa, un corvo stava davanti a lui e lo proteggeva. Pitardi, quando il Dalai Lama crebbe e sviluppla sua pratica spirituale, attraverso la meditazione stabilun diretto contatto con la divinitprotettrice Mahakala (2). A quel tempo Mahakala gli disse: "Chi come te sostiene l'insegnamento Buddhista ha bisogno di un protettore come me. Io ti ho aiutato proprio nel giorno della tua nascita". Dunque possiamo vedere che esiste una precisa connessione tra Mahakala, i corvi e i Dalai Lama.
C'un'altra storia a questo proposito: una volta gli scolari di Nalanda (3), la grande UniversitBuddhista, vennero sfidati da Ashvaghosha, un famoso maestro Hindu, a sostenere un dibattito. A quel tempo, la tradizione voleva che chiunque fosse sconfitto in un dibattito dovesse convertirsi alla fede del vincitore. Ora Nalanda era la piimportante universitBuddhista, se fosse uscita sconfitta dal dibattito l'insegnamento avrebbe sofferto un danno grave. Gli allievi erano talmente preoccupati che decisero di mandare a chiamare Nagarjuna (4), il pigrande erudito di quel tempo. Tuttavia Nagarjuna era molto lontano, nel sud dell'India, troppo lontano perchun uomo gli potesse portare il messaggio. Poichnon c'era tempo, decisero di sottoporre il caso a Mahakala. Pregarono e eseguirono una elaborata cerimonia rituale, poi deposero la lettera che avevano scritto davanti alla statua di Mahakala, allora Mahakala - attraverso la statua emanun corvo che prese la lettera e partper il sud dell'India. Quando Nagarjuna ricevette la lettera, capche Nalanda era in una situazione disperata e decise che il suo discepolo Aryadeva sarebbe stato il migliore per dibattere con Ashvaghosha.
Quindi preparAryadeva impegnandolo in un serrato dibattito. Ad un certo punto, Aryadeva si lascitrascinare e si comportin modo leggermente orgoglioso con il proprio maestro. Nagarjuna gli disse di non preoccuparsi, ma che a causa di cisarebbe sorta una "originazione dipendente" (5) negativa. Nel viaggio verso Nalanda, Aryadeva fu assalito da un gruppo di banditi e perse un occhio. Nonostante ci arriva Nalanda e battcon successo Ashvaghosha. Ashvaghosha divenne allora discepolo di Nagarjuna e in seguito scrisse i propri libri.

J.A.: La connessione con il corvo dovuta al fatto che e nero come Mahakala, o c'qualcosa nel corvo in sstesso? Da allora, sono apparsi altri corvi nella sua vita?

D.L.: In realti corvi non mi piacciono. I corvi di solito sono molto crudeli con gli uccelli piccoli perchli disturbano sempre e li attaccano anche. Un'altra cosa che mia madre ricorda molto chiaramente che, poco dopo il mio arrivo a Lhasa, dissi che i miei denti erano in una scatola in un certo padiglione del Norbulinka. Quando la scatola venne aperta, venne trovata una serie di denti del Tredicesimo Dalai Lama. Avevo indicato la scatola dicendo che i miei denti erano ldentro, ma adesso non ricordo affatto questo episodio. I nuovi ricordi associati a questo corpo sono piforti e il passato diventato distante e vago. A meno che io non faccia uno sforzo preciso per sviluppare quel tipo di memoria, non lo ricordo.

J.A.: Si ricorda della sua nascita o di quando si trovava nel ventre materno?

D.L.: In questo momento non ricordo. Non ricordo nemmeno se me lo ricordavo al tempo in cui ero un bambino piccolo. Comunque forse c'era un piccolo segno esteriore: i bambini di solito nascono con gli occhi chiusi, io sono nato con gli occhi aperti. Questo potrebbe essere un piccolo segno di un chiaro stato mentale mentre ero nel ventre.

J.A.: Quando era un ragazzino, cosa provava ad essere trattato dagli adulti come una persona importante? Era apprensivo o addirittura spaventato da tanta riverenza?

D.L.: I Tibetani sono gente molto pratica. I Tibetani anziani non mi avrebbero mai trattato in quel modo. Comunque avevo molta fiducia in me stesso. Quando mi avvicinai per la prima volta a Lhasa, nella piana di Debuthang, l'oracolo di Nechung venne per verificare ancora una volta se ero l'uomo giusto. Con lui venne un ghesce del collegio Loseling (6) del monastero di Drepung, molto anziano e molto rispettato in quanto altamente realizzato (7). Era profondamente interessato a scoprire se io fossi o meno la persona giusta. Commettere un errore nel ritrovamento del Dalai Lama sarebbe stato molto pericoloso. Questo Ghesce era un religioso, non un uomo di governo. Venne nella tenda dove mi trovavo durante un'udienza di gruppo, e stabilche ero indiscutibilmente l'uomo giusto. Cos sebbene ci fossero molte persone rispettabili e anziane, ad esaminarmi, si direbbe che io abbia recitato bene la mia parte e che le abbia convinte tutte (ride). Non mi sono mai sentito a disagio nella mia posizione. Gharles Bell (8) riferisce che reagivo a tutto con completa naturalezza. Una sera ho voluto andare a vedere mia madre che era venuta a Lhasa con il resto della mia famiglia. Ero nella tenda del Reggente. Davanti all'ingresso c'era una guardia del corpo molto robusta. Era sera, al tramonto, e quest'uomo aveva un occhio malridotto, ricordo che allora ho avuto paura e terrore di uscire dalla tenda. Ci sono molte storie e avvenimenti, quando si parla di rinascita.

J.A.: Potrebbe descrivere i sentimenti che ha provato per i suoi maestri. Sembra che abbiano avuto un ruolo importante nella sua educazione.

D.L.: Niente di particolare. Quando ragazzo incontrai per la prima volta Ling Rimpoce (9), ne fui un po' spaventato. Crescendo, il timore gradualmente scomparso e il rispetto ha preso il suo posto. Ecco, non molto.

J.A.: Si sentcambiato, tra i 16 e 18 anni, dopo l'assunzione del potere temporale?

D.L.: Scambiai... un poco. Ho trovato molta gioia e molto dolore in questo contesto e per la crescita, guadagnando maggiore esperienza; sono cambiato per i problemi che ho dovuto affrontare e la sofferenza connessa. Il risultato finale l'uomo che lei vede adesso (ride).

J.A.: Cosa pudirmi del periodo dell'adolescenza? Molta gente ha delle difficoltnel definirsi come un adulto. successo anche a lei?

D.L.: No. Gran parte della mia vita era routine: studiavo due volte al giorno, ogni volta studiavo un'ora, e poi passavo il resto del tempo a giocare (ride). Poi, a 13 anni, ho cominciato a studiare filosofia, definizioni, dibattito. Il mio programma di studio era aumentato e studiavo anche calligrafia. Comunque faceva tutto parte di una routine e mi ci abituai. Ogni tanto c'erano delle vacanze, durante le quali ero a mio agio ed ero felice. Losang Samten, il fratello nato prima di me, di solito era a scuola, ma in questi periodi veniva a farmi visita. Occasionalmente mia madre portava anche del pane speciale della nostra provincia di Amdo. Era molto spesso e delizioso, lo faceva lei stessa.

J.A.: Durante la crescita, ha avuto l'opportunitd'avere un rapporto con suo padre?

D.L.: Mio padre morto quando avevo 13 anni. scritto nel mio libro.

J.A.: C'qualcuno dei suoi predecessori con il quale sente una particolare affinito interesse?

D.L.: Il Tredicesimo Dalai Lama. Apportmolti miglioramenti al programma di studio dei collegi monastici e incoraggigrandemente i vari studiosi. Fece in modo che fosse impossibile che qualcuno potesse avanzare nella gerarchia religiosa, diventando abate o altro, se non era pienamente qualificato. Era molto rigido a questo proposito. Diede anche migliaia d'ordinazioni da monaco. Questi sono stati i suoi principali obbiettivi religiosi che ha portato a termine. Non ha dato molte iniziazioni, ntenuto molti discorsi. Riguardo al paese, diede grande importanza e considerazione all'organizzazione dello Stato, in particolare delle regioni di confine, a come dovevano essere governate e cosvia. Desiderava una maggiore efficienza nel governo e la questione dei confini e di cose analoghe gli dava grandi preoccupazioni.

J.A.: Nel corso della sua vita, secondo lei, quali sono state le lezioni o i problemi interni piimportanti che ha avuto? Quali realizzazioni ed esperienze hanno inciso maggiormente sulla sua crescita come individuo?

D.L.: Per quanto riguarda l'esperienza religiosa stata una certa comprensione della vacuit(10) - una certa percezione, qualche esperienza ma soprattutto mi ha molto aiutato bodhicitta (11), l'altruismo. In un certo senso, si pudire che ha fatto di me una persona nuova, un uomo nuovo. Sto ancora cercando di progredire. La Bodhicitta dforza interiore, coraggio, ed pifacile accettare le situazioni: questa una delle pigrandi esperienze.

J.A.: A proposito di bodhicitta, si riferisce ad un progressivo approfondimento della realizzazione o a un particolare momento associato a un'esperienza esterna?

D.L.: Mi riferisco principalmente alla pratica interiore. Potrebbero esserci anche cause o circostanze esterne. Dei fattori esterni potrebbero aver avuto un ruolo nello sviluppo di una propensione per la bodhicitta. Ma deve derivare principalmente dalla pratica interiore.

J.A.: Puindicare un momento specifico della sua pratica in cui ha sentito di aver superato una soglia?

D.L.: A proposito della teoria della vacuit prima la teoria della vacuit poi l'esperienza di bodhicitta... circa nel '65 '66, in quel periodo. Ma veramente questo un argomento molto personale. Per un vero praticante religioso queste cose devono rimanere private.

J.A.: D'accordo. Non faro domande sulle sue esperienze piprofonde, ma nei termini del corso della sua vita - degli eventi della sua vita - come hanno influito su di lei come uomo? In che modo e cresciuto sperimentandole?

D.L.: Il fatto d'essere un rifugiato stato molto utile: si molto pivicini alla realt Quando ero in Tibet, come Dalai Lama, cercavo di essere realistico, ma in qualche modo, a causa delle circostanze credo che avessi un certo distacco. Ero un po' isolato dalla realt Diventai un rifugiato, molto bene. Cosavevo una buona occasione per acquisire dell'esperienza, insieme a della determinazione o forza interiore.

J.A.: Quando diventun rifugiato, cosa l'ha aiutata ad acquisire questa forza? stata la perdita della sua posizione e del suo paese, il fatto che tutti soffrissero intorno a lei? Le e stato chiesto di guidare il suo popolo in modo diverso da come era abituato?

D.L.: Essere un rifugiato veramente una situazione disperata e pericolosa. In quel momento tutti si trovano davanti alla realt Non il momento di far finta che tutto sia meraviglioso. Questo un fatto. Ti senti coinvolto nella realt In tempo di pace, ogni cosa va secondo le previsioni e, anche se c'un problema, la gente fa finta che vada tutto bene. In tempo di pace e di tranquillitpossibile agire cos ma in un momento di pericolo, quando si produce un cambiamento drammatico, allora non c'ragione di fingere che tutto va bene. Devi accettare il male in quanto male. Ora, quando lasciai il Norbulinka, la situazione era pericolosa. Passammo molto vicino alle baracche militari cinesi. Il posto di guardia cinese era proprio dall'altra parte del fiume. Vede, due o tre settimane prima che partissi avevamo ricevuto informazioni precise che i Cinesi erano pronti ad attaccarci. Quello che non sapevamo era il giorno e l'ora.

J.A.: In quel momento, quando attraversil fiume Kyichu e incontro il gruppo di guerriglieri Khampa che lo stavano aspettando, assunse direttamente il comando? Per esempio, chi prese le decisioni riguardanti la sua fuga?

D.L.: Appena lasciata Lhasa io e altre otto persone abbiamo costituito un comitato per discutere ogni questione.

J.A.: Fu sua l'idea di renderlo unanime?

D.L.: S Anche coloro che rimasero a Lhasa costituirono un Comitato del Popolo. Qualcosa come un Consiglio rivoluzionario. Ovviamente, dal punto di vista dei Cinesi, era un comitato controrivoluzionario. Era stato scelto dal popolo, vede, in pochi giorni... Organizzarono quel comitato che prendeva tutte le decisioni piimportanti. Ho mandato anche una lettera al comitato, legittimandolo. Nel nostro piccolo comitato, formato da quelli che fuggivano con me - discutevamo ogni sera le questioni pratiche. Ci sedevamo insieme e discutevamo, ma non sempre. In principio, come lei sa, il nostro piano era di stabilire il nostro quartier generale nel sud del Tibet. Nel mio libro ho parlato di questo. Dissi anche al Pandit Nehru - credo che fosse il 24 aprile 1959 - che avevamo costituito un governo provvisorio Tibetano, trasferito da Lhasa al Tibet del sud. Ne parlai casualmente al Primo Ministro e lui ne fu leggermente scosso (ride). "Non riconosceremo il vostro governo", disse, sebbene questo governo fosse stato formato in Tibet, e io mi trovassi giin India...

J.A.: Vorrei chiederle qualcosa riguardo al fatto d'essere la reincarnazione di Avalokiteshvara, il Bodhisattva dell'infinita Compassione. Cosa pensa personalmente a questo riguardo? qualcosa di cui, in un modo o nell'altro, ha una visione inequivocabile?

D.L.: difficile per me dirlo con certezza. A meno che m'impegni in uno sforzo meditativo, ripercorrendo all'indietro la mia vita da un respiro all'altro, non potrei dirlo con precisione. Noi crediamo che ci siano quattro tipi di rinascita: il primo e il tipo comune nel quale un essere incapace di determinare la sua rinascita e s'incarna solo in conseguenza della natura delle azioni passate. Il tipo opposto quello di un Buddha, completamente illuminato, che semplicemente per aiutare gli altri manifesta una forma fisica. In questo caso chiaro che la persona un Buddha. Il terzo tipo quello in cui, grazie ad una passata realizzazione spirituale, uno puscegliere o almeno influenzare il luogo e la situazione della propria rinascita. Il quarto tipo viene chiamato una manifestazione dell'energia illuminata: in questa rinascita la persona, al di ldelle normali capacit ha raggiunto lo stato di poter agire per il bene altrui, per esempio, dando insegnamenti religiosi. Per ottenere quest'ultimo tipo di rinascita, nelle vite precedenti si deve aver sviluppato un desiderio molto forte di aiutare gli altri. Cossi ottiene questo tipo di potere. Non posso dire con certezza a quale tipo di rinascita appartengo, sebbene alcuni sembrino piprobabili di altri.

J.A.: Come si sente allora dal punto di vista dell'effettivo ruolo da lei svolto in qualitdi Cenrezig? Storicamente solo poche persone sono state considerate, in un modo o nell'altro, divine. Questo ruolo un peso o una gioia?

D.L.: di grande aiuto. In questo ruolo, posso essere di grande beneficio alla gente. Per questo motivo mi piace e mi sento a mio agio. chiaro che di grande aiuto alla gente e che ho la connessione karmica per svolgere questo ruolo. chiaro anche che esiste una connessione karmica col popolo Tibetano in particolare.: Vede, date le circostanze, potrebbe ritenere che sono molto fortunato. Tuttavia, dietro la parola fortuna, ci sono ragioni o cause precise. C'la forza karmica della mia capacitdi assumere questo ruolo e la forza della mia volontdi agire in questo senso. A questo proposito c'un'affermazione nel grande testo di Shantideva "Guida allo stile di vita di un Bodhisattva" che dice: "Fino a quando esisterlo spazio, e fino a quando ci saranno dei migratori nell'esistenza ciclica, possa io rimanere per eliminare la loro sofferenza". Ho questo desiderio in questa vita, e so di aver avuto questo desiderio nelle vite passate.

J.A.: Con uno scopo cosvasto come motivazione, come supera i suoi limiti come uomo?

D.L.: Di nuovo, come dice Shantideva: "Se il Buddha benedetto non pucompiacere tutti gli esseri senzienti, allora come potrei farlo io?" Persino un essere illuminato, con conoscenza e potere infiniti e con il desiderio di salvare tutti gli esseri dalla sofferenza, non pueliminare il karma individuale di ciascun essere.

J.A.: questo che le permette di non sentirsi sopraffatto quando vede la sofferenza dei sei milioni di Tibetani dei quali, ad un certo livello, responsabile?

D.L.: La mia motivazione diretta verso tutti gli esseri senzienti. Non c'dubbio tuttavia che, ad un altro livello, mi dedichi ad aiutare i Tibetani. Se un problema si purisolvere, se una situazione tale da poter fare qualcosa, allora non c'bisogno di preoccuparsi. Se non c'soluzione, allora preoccuparsi non serve a nulla. In ogni caso preoccuparsi non porta alcun beneficio.

J.A.: Molte persone pensano cos ma pochi riescono a vivere veramente in questo modo. sempre stato cos o ha dovuto imparare?

D.L.: Questa attitudine si sviluppa attraverso la pratica interiore. In una prospettiva piampia, ci sarsempre sofferenza. Da un lato sicuro che si dovranno sperimentare gli effetti delle azioni negative compiute precedentemente con il corpo, la parola o la mente. Inoltre, la sofferenza insita nella natura stessa dell'esistenza. Nella mia affermazione non interviene un solo fattore, ma molti fattori differenti. Dal punto di vista dell'effettiva entitche produce la sofferenza, come ho detto, se c'rimedio allora non c'motivo d'angustiarsi. Se non c'rimedio, preoccuparsi non porta alcun beneficio. Dal punto di vista della causa, la sofferenza prodotta da azioni negative passate accumulate dall'individuo stesso e da nessun altro. Questi karma non si esauriscono e daranno il loro frutto. Non si sperimenteranno gli effetti d'azioni che non si sono commesse in prima persona. Infine, dal punto di vista della natura della sofferenza stessa, gli aggregati della mente e del corpo hanno come loro effettiva natura la sofferenza. Servono da base alla sofferenza. Fino a quando li avremo saremo soggetti alla sofferenza. Da un punto di vista piprofondo, finchnon avremo la nostra indipendenza e saremo ospiti in un paese che non il nostro, proveremo un certo tipo di sofferenza, ma quando torneremo in Tibet e avremo ottenuto la nostra indipendenza, allora avremo altri tipi di sofferenza. cos Lei potrebbe credere che sono pessimista, ma non lo sono. Questo il realismo Buddhista. Questo il modo in cui, attraverso l'insegnamento e il pensiero Buddhista affrontiamo le situazioni. Quando furono uccise cinquantamila persone della stirpe dei Shakya in un solo giorno, Buddha Shakyamuni, che pure apparteneva alla stessa stirpe, non soffraffatto. Stava appoggiato ad un albero, e diceva: "Sono un po' triste, oggi, perch50 mila uomini della mia stirpe sono stati uccisi". Ma lui stesso rimase impassibile. Proprio cos vede. (Ride). Questo era la causa ed effetto del loro karma personale. Non poteva fare niente. Questo genere di pensieri mi rende piforte, piattivo. Non assolutamente il caso di perdere la propria forza e la propria volontdi fronte alla natura onnipervadente della sofferenza.

J.A.: Quando prova dei sentimenti di felicit come fa a rimanere distaccato?

D.L.: Quando si abbandona la propria famiglia e la propria casa, come nel caso di un monaco, si pongono molti limiti alla propria vita e al proprio comportamento. Questi limiti danno automaticamente un appagamento. Dipende dall'attitudine personale. Se si ha la tendenza a volere di pi allora quando si va in un negozio si vorrtutto quello che c' o anche tutto quello che c'in tutti i negozi. Ma se l'attitudine di volere solo ciche serve, allora niente di tutto ciserve.

J.A.: Mi interessa quello che fa per rilassarsi: il giardinaggio e gli esperimenti d'elettronica.

D.L.: Oh, i miei hobbies. Passatempi (ride). Quando riesco a riparare qualcosa sono veramente soddisfatto. Ho cominciato a smontare le cose da piccolo perchero curioso di capire come funzionavano certe macchine. Volevo sapere cosa c'all'interno del motore, ma adesso cerco solo di aggiustare qualcosa quando si rompe.

J.A.: E il giardinaggio?

D.L.: Il giardinaggio a Dharamsala un'impresa quasi disperata. Per quanto duramente si lavori, il monsone viene a distruggere ogni cosa. Sa, la vita di un monaco molto gratificante, molto felice. Si pucapirlo da quelli che hanno abbandonato la vita monastica. Conoscono perfettamente il valore della condizione di monaco. Molti mi hanno detto quanto sia complicata e difficile la vita di chi non monaco. Con una moglie graziosa e dei figli si puessere felici per un certo tempo. Col tempo, per si presentano spontaneamente molti problemi e si perde metdella propria indipendenza e della propria libert Se c'qualche beneficio o significato nello sperimentare il disagio che sorge quando si rinuncia alla propria indipendenza, allora ne vale la pena. Se si tratta di una situazione in cui si aiuta effettivamente la gente, allora va tutto bene. Il disagio giustificato, se non cos non ne vale la pena.

J.A.: Ma nessuno di noi sarebbe qui a parlarne, se non avessimo madri e padri!

D.L.: Non sto dicendo che avere figli sia un male, o che tutti dovrebbero essere monaci. Impossibile (ride). Penso che se viviamo una vita semplice allora dovresserci appagamento. La semplicitestremamente importante per la felicit Avere pochi desideri, sentirsi soddisfatti con ciche si ha molto importante. Ci sono quattro cause che contribuiscono a creare un essere superiore. Essere soddisfatti di qualsiasi cibo si riceve. Essere soddisfatti d'avere stracci per vestito, o accettare qualsiasi cosa per coprirsi senza desiderare vestiti alla moda o colorati. Contentarsi di un riparo appena sufficiente per proteggersi dagli elementi. E, infine un'intensa gioia nell'abbandonare gli stati mentali negativi e nel coltivare quelli utili attraverso la meditazione.

III
Tibet: Oggi e Domani

J.A.: Potrebbe descrivere le attuali condizioni di vita in Tibet secondo le sue informazioni?

D.L.: Ogni giorno l'orario di lavoro di dieci o dodici ore, a volte di quattordici ore. Per questo i Tibetani dicono che ci sono solo tre cose da vedere: al mattino si vedono le stelle, durante il giorno i lucchetti sulle porte delle case e la sera, tornando al lavoro, la luna. Dopo il lavoro, devono partecipare per altre due o tre ore a delle riunioni politiche, accusandosi a vicenda e impegnandosi nella cosiddetta lotta di classe - cossono costretti dai Cinesi a crearsi ulteriori problemi. La gente deve lavorare dall'etscolare fino a settanta, ottanta e novanta anni. Recentemente un Tibetano di Dharamsala andato di nascosto al suo paese, nel Tibet occidentale. Secondo il suo racconto, quando anda trovare sua madre, che aveva circa settant'anni, questa non aveva tempo per stare con lui. "Perchnon prendi qualche giorno di riposo cospossiamo stare insieme?" chiese. Sua madre rispose che non poteva perchavrebbero perso dei punti-lavoro. Senza punti, non avrebbe avuto da mangiare. Dove lavorava sua madre c'erano altre persone di ottanta, novant'anni che lavoravano. In questo modo i Cinesi possono procurarsi cereali per i loro diversi bisogni.

J.A.: In termini generali fino a che punto e limitata la libertdi parola?

D.L.: Parlare in pubblico molto difficile. Sebbene adesso ci sia una certa indulgenza, molti Tibetani credono che questa recente liberalizzazione sia un altro tranello come il Movimento dei Centomila Fiori. A quel tempo il governo cinese incoraggiava la gente dappertutto, Tibet incluso, a esprimere le loro opinioni. In realt questo era solo un mezzo del governo per scoprire chi fossero i cosiddetti "grandi reazionari". Il movimento ebbe vita breve, ma in quel periodo registrarono il nome di tutti quelli che avevano parlato. Poi il movimento si sciolse e, sotto il nome di un altro movimento o politica popolare, il governo cinese rastrelltutta la gente che aveva identificato. Questo il loro modo d'agire: cos capisce, la libertdi parola molto limitata. A Lhasa recentemente sono stati affissi un gran numero di manifesti. Tuttavia la liberalizzazione che si sta verificando attualmente in Cina, non e ancora arrivata in Tibet.

J.A.: Il paese sotto occupazione militare? Dopo trent'anni ancora occupato dalle truppe Cinesi?

D.L.: Praticamente, ovunque ci sia un nucleo della popolazione Tibetana c'anche un grande campo militare cinese. Nella zona di confine comprensibile che ci siano dei grandi campi militari, ma nell'interno, se la situazione fosse normale, perchdovrebbe essere necessario dislocare ovunque un gran numero di soldati? Nella sola Lhasa, la popolazione civile e militare cinese pinumerosa di quella Tibetana.

J.A.: Esiste un vasto sistema carcerario? Ci sono molti prigionieri politici?

D.L.: S a nord-est di Lhasa, vicino alla citt c'un grande campo nel quale attualmente sono detenuti almeno duemila nuovi prigionieri. Vengono da una lontana regione del Tibet e sono stati arrestati per aver partecipato a una rivolta, a un'insurrezione. La maggior parte di questi prigionieri sono giovani. Secondo una fonte d'informazione molto recente, le torture e le privazioni cui sono sottoposti i Tibetani in quel campo sono tali che le persone che ce ne hanno parlato provano difficolta descriverle: troppo terribile. Questo solo un campo, ci sono dei prigionieri anche in altre localit

J.A.: Cosa sa del movimento clandestino in Tibet? costituito da movimenti separati?

D.L.: Tra i giovani, il sentimento d'indipendenza e nazionalista piuttosto forte. veramente diffuso. Sembra che ci siano delle organizzazioni, ma difficile dire quante siano in termini numerici o cose di questo genere e, inoltre, non bene parlarne. Un'effettiva resistenza fisica, una lotta armata rara. troppo difficile. Come ho detto, i Cinesi controllano totalmente il paese. Comunque si muovono sempre in gruppi o in convogli per il pericolo di un attacco da parte dei Tibetani. Occasionalmente, si verificano casi di sabotaggio. Ora le parlerdella situazione alimentare. L'allevamento degli animali molto aumentato coscome la produzione di cibo, ma qualsiasi beneficio per il nostro popolo molto limitato. Da uno o due anni, le condizioni alimentari di Lhasa sono leggermente migliorate, ma nelle campagne circostanti c'molta povert Negli ultimi diciotto anni circa, la gente era sempre affamata.

J.A.: Questa situazione ha fatto aumentare le malattie e la mortalitinfantile?

D.L.: Oh, s Molta gente, non potendo procurarsi il burro - elemento basilare della loro dieta fin dall'infanzia - ha contratto seri disturbi di stomaco; si sono gonfiati di gas, i loro volti diventano congestionati e molti sono morti. La gente costretta a mangiare solo quelle verdure selvatiche che
riesce a trovare. Inoltre, come ho detto, i Cinesi prelevano quantitsempre pigrandi di cereali con scuse e pretesti diversi. Dicono: "Per amore per il vostro governo, dovete contribuire con pigrano". Questa una delle tasse. Un'altra esige che venga venduta al governo una maggiore quantitdi grano. La quota che la gente dovrebbe ricevere in pagamento deve essere incassata in banca, ma di solito non ricevono mai quel denaro. Poi i Cinesi prelevano grano per prepararsi alla Terza Guerra Mondiale. In passato dicevano che era inevitabile a causa dell'imperialismo americano, ora si ritiene che scoppiercome risultato del revisionismo sovietico. In ogni caso, secondo i Cinesi, ci saruna Terza Guerra Mondiale.
Cos dicono ai Tibetani che assolutamente necessario prepararsi a questa guerra e poi requisiscono un'altra razione di grano. Il risultato di tutto ciche la quantitdi grano che dovrebbe durare trenta giorni ne dura solo venti. Generalmente, i Tibetani mangiano molto e sono abituati a mangiare bene. Se la gente mangiasse fino a riempirsi veramente lo stomaco, il grano non durerebbe pidi venti o venticinque giorni. Per sopperire alle scarsitdelle razioni, spesso preparano una zuppa molto leggera in modo d'arrivare alla fine del mese. In un certo senso, stanno sviluppando delle buone abitudini alimentari. Sicuramente non ingrasseranno (ride).
Ora, passiamo ad un altro punto. I Tibetani bevono il tpreparato con abbondante burro, ma la razione di burro che viene distribuita molto scarsa, assolutamente insufficiente per fare un normale tal burro. Percimettono nella tazza una porzione minuscola, un pizzico di burro. Anche a causa delle particolari condizioni ambientali dell'altopiano tibetano, i Tibetani sono grandi mangiatori di carne. A noi piace molto. In passato la carne si trovava sempre. Ora possono avere della carne solo in occasione del capodanno Tibetano e del primo Ottobre, anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Cossi puavere carne solo due o tre volte all'anno. In certi posti, come nel Kham (12), anche peggio. Il figlio di un uomo di quella regione, che di solito vive a Pechino, anda visitare il luogo in cui era nato suo padre. Mi stato riferito che l'uomo ha detto che una volta quel posto aveva carne in abbondanza. Il padre un comunista, un comunista Tibetano e il figlio che rimasto lun anno in tutto quel periodo non ha visto un solo pezzo di carne ed il figlio di un membro del partito. Il padre aveva giaderito al Partito Comunista Cinese all'inizio degli anni '30, fino al 1957 era stato uno dei principali comunisti Tibetani che lavorava con i cinesi. Questa persona uno dei miei migliori amici. Nel 1954-55, quando ero a Pechino, la maggior parte delle volte che incontrai Mao Zedong e altri dignitari Cinesi, questa persona era il mio interprete. Avevo fiducia in lui perch nonostante fosse comunista, era un patriota Tibetano. Doveva restare in Tibet, ma
un giorno venne a trovarmi e disse che aveva ricevuto un telegramma da Pechino in cui si diceva che doveva tornare immediatamente l Dopo qualche tempo, il principale rappresentante Cinese in Tibet mi disse, durante un incontro, che questa persona era un pessimo elemento; malvagio, meschino, nazionalista che aveva commesso molti crimini - come quello di cercare di fondare un partito comunista Tibetano. "Ora non tornerpi disse. Cosscomparve nel 1957. Negli ultimi ventitranni sono stato in pena per lui. Proprio poco tempo fa, per mi hanno detto che a Pechino. Questa la sua storia.
Ora parliamo dell'educazione. Due o tre anni fa abbiamo sentito affermare dalla propaganda su Radio Lhasa che nel Tibet centrale c'erano pidi tremila scuole elementari e alcune scuole medie. Recentemente i Cinesi hanno dichiarato che nel Tibet centrale ci sono seimila scuole elementari. Senza dubbio ce ne sono parecchie migliaia, ma il reale livello dell'educazione molto, molto basso. Questo ovvio, nella stessa Cina il livello dell'educazione non molto alto. Negli ultimi due o tre decenni si data maggiore importanza all'ideologia che all'educazione, di conseguenza senz'altro certo che per le minoranze, come i Tibetani, il livello dell'educazione sia basso. Inoltre i Cinesi danno maggiore importanza allo studio della lingua cinese, che della lingua tibetana. Il Tibetano insegnato, ma principalmente il cinese. Il periodo di vero studio molto breve. I bambini sono soprattutto costretti a lavorare: uccidono zanzare e topi. Vengono dimessi dalla scuola dopo un breve periodo di studio e per il resto del tempo vengono usati come manovali. Anche l'alimentazione per i bambini e le bambine che vanno a scuola pessima. In molti casi, particolarmente nelle aree rurali, devono portarsi il cibo da casa dove gimolto scarso. Ora a Lhasa, in una particolare scuola media, ci sono dei bambini Cinesi. Questo il genere di posto dove la situazione dovrebbe essere migliore, ma qui il cibo per i Tibetani e per i Cinesi differente. Ci sono due categorie: una si chiama "mangiatori di pane", l'altra "mangiatori di riso". I Cinesi appartengono alla cucina dei mangiatori di riso, i Tibetani all'altra. La qualitdel cibo dei mangiatori di riso molto buona, certo migliore di quella dei mangiatori di pane. Al mattino i bambini Cinesi hanno acqua calda per lavarsi la faccia, i Tibetani solo fredda. Questo l'ho saputo direttamente da un'insegnante che ha insegnato per tre anni in quella scuola, e poi fuggita in India. Mi ha raccontato questa storia. Tra gli insegnanti, inoltre, i Tibetani sono pagati meno dei Cinesi. In una scuola in una zona ad est di Lhasa e vicina alla citt negli ultimi anni gli studenti Tibetani hanno ricevuto solo cibi ammuffiti o marci e, a causa di quel cibo, la maggior parte degli studenti si gravemente ammalata. Molti di loro hanno detto che non vorranno rinascere mai piin un posto simile. Durante la Rivoluzione Culturale, i Cinesi hanno anche cercato di ristrutturare tutta la grammatica Tibetana. Hanno apportato dei
cambiamenti veramente stupidi e la maggior parte delle volte quello che scrivevano era assolutamente incomprensibile.
Ora parliamo della salute. Ci sono molti ospedali. Ci sono anche i famosi medici scalzi. Una cosa positiva che i Cinesi rispettano la medicina tradizionale Tibetana. Hanno costruito delle fabbriche per produrre le medicine Tibetane: - una vicino a Shigatse, una nella regione di Khombo, nel Tibet sud orientale, vicino al confine Indiano. Hanno anche fatto delle ricerche serie sulla medicina Tibetana. Questo molto positivo, ma le condizioni effettive di salute nella massa sono diverse. Il beneficio reale che ricevono da questi centri sanitari non molto, molto limitato. Le indicazioni a questo proposito sono chiare. Per esempio, quando qualcuno va all'ospedale, gli viene detto che ha bisogno di un'analisi del sangue. Con questo pretesto i Cinesi prelevano uno, due, tre grandi bottiglie di sangue. Una volta dimesso dall'ospedale, il malato non riceve cure ntrattamenti di alcun genere. Forse libero di non lavorare un giorno e in certi casi riceve perfino un uovo. Questa la situazione. Un gruppo di giornalisti stranieri ha visitato il Tibet di recente e ha notato un precario stato di salute dei bambini di Lhasa e Lhasa si ritiene il posto migliore di tutto il paese.
Per quanto riguarda le comunicazioni, ci sono molte strade in buono stato, qualche aeroporto, degli autobus, alcune jeep di fabbricazione russa e alcune Toyota giapponesi, ma nella maggioranza dei casi sono usate dai rappresentanti civili e militari Cinesi o da certi Tibetani autorizzati ad usarle. Il popolo - il nostro popolo - va ancora a piedi dovunque deve andare. Forse, visto che le strade adesso sono migliorate, consumeranno meno scarpe (ride). Ci sono anche severe restrizioni. Una persona non puandare liberamente da un villaggio all'altro, Lhasa stessa divisa in quattro settori. Senza permesso, una persona che sta nel settore sud non puandare in quello nord. Sembra che si stia producendo un leggero cambiamento, eppure non siamo affatto soddisfatti. Forse sarche hanno appena cambiato il capo, il Presidente della cosiddetta Regione Autonoma Tibetana. Il nuovo Presidente un Tibetano, un fatto su cui i Cinesi contano molto ai fini della propaganda. Questa persona chiamata Tembo dai Cinesi: in tibetano Sangay Yeshay. Questa scelta dovrebbe dimostrare al mondo che il governo nelle mani dei Tibetani. Di fatto, ho conosciuto molto bene la persona in questione. un uomo bravissimo, molto gentile, ma purtroppo, per parlare, avevamo bisogno di un interprete perchnon parlava Tibetano. Quando era ancora un bambino piccolo, fu preso dall'Armata Rossa durante la Lunga Marcia. Da allora non ebbe pialcun contatto con i Tibetani. Sua moglie Cinese. Ha passato tutta la sua vita nell'Armata Rossa. Personalmente simpatico, molto semplice, di cuore gentile, umile. Quando si parla in Tibetano si sente addirittura imbarazzato e arrossisce.


J.A.: Forse potremmo parlare un po' della situazione in India. Da quando siete in esilio, avete fatto uno sforzo concertato per stabilire una forma di governo pirappresentativa e democratica che in passato che sembra quasi un'alternativa consapevole alla dominazione Cinese in Tibet. Quale pensa debba essere il corretto equilibrio tra le decisioni della maggioranza e il suo particolare diritto, come Dalai Lama, di decidere cos'meglio per il suo popolo?

D.L.: Le due cose s'influenzano a vicenda. Sebbene ci siano delle lagnanze, delle critiche, va tutto bene. La critica un segno di salute. Se, come tra i Cinesi, non si dvoce alla critica, ma intimamente nel cuore la critica c' allora non va bene. La critica aperta, schietta, molto salutare. In generale, negli ultimi venti anni, ce la siamo cavata abbastanza bene: ci sono dei deputati eletti dal popolo, l'approvazione finale di questi deputati mia. I deputati del popolo eletti in esilio ricevono il mandato solo da coloro che sono in esilio, il Dalai Lama, invece, purappresentare tutti i sei milioni di Tibetani. Inoltre, la situazione nel complesso che viviamo in un paese che non la nostra nazione. una circostanza molto, molto particolare. In queste condizioni dobbiamo prendere tutte le precauzioni. Nella maggioranza dei casi, se ci sono molti candidati, approvo la nomina di coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Ma, supponiamo che ci sia una persona che mi sembra non sia in grado d'assumersi le responsabilitin modo corretto, in tal caso ho l'autoritdi scegliere qualcun altro. Per ora mi sembra che questo sistema abbia funzionato molto bene. Pur avendo subito molti cambiamenti. D'altronde, oltre alla reale partecipazione dei Deputati del Popolo al lavoro del governo, la procedura per eleggerli, il voto stesso, sono educativi per la nostra gente. Come scegliere e come votare. A volte sono molto confusi (ride). Tuttavia questa una cosa importante. In futuro dovremo muoverci in questa direzione. Certe volte, dato che per i Tibetani si tratta di una novit segnano il nome sbagliato: non sanno chi scegliere (ride), e cosvia, ma molto importante imparare.

J.A.: Secondo lei, quale saril tipo ideale di governo per il Tibet in futuro?

D.L.: difficile dirlo. In India per lo meno, abbiamo preparato un tipo di situazione per il futuro del Tibet in conformitalla nostra carta costituzionale. Seguiamo questa linea per quanto possibile farlo in un paese straniero. In futuro la presenteremo al nostro popolo in Tibet. Adesso la possiamo discutere, ma la decisione definitiva, quando verril momento, sarpresa dai Tibetani che sono in Tibet e che ci sono stati in questi ultimi vent'anni. Questa gente ha veramente sofferto. Noi almeno siamo completamente liberi, ma loro hanno veramente sofferto. tutto merito loro, della loro determinazione, se abbiamo l'ispirazione per lavorare. Per varie ragioni la decisione definitiva sta a loro e non a me. Saranno loro a decidere quale sistema governativo ed economico adotteremo. Il popolo Tibetano, i pigiovani in particolare hanno avuto delle terribili prove e hanno acquisito una buona esperienza. Sono certo che sceglieranno la soluzione giusta.

J.A.: So che difficile dirlo adesso, ma a quali condizioni tornerebbe in Tibet?

D.L.: In generale il nostro principale obbiettivo che la gente sia felice. Questo il punto fondamentale. Non voglio entrare nei dettagli ora ed difficile pronunciarsi. Per il momento non si parla di tornare. Prima le cose devono cambiare in Tibet, poi vedremo.

J.A.: Cosa intende esattamente per felicitdella gente?

D.L.: Negli ultimi trent'anni, indipendentemente dalle differenze di classe, la maggioranza della gente, sia che fosse ricca o povera, vecchia o giovane, non era nfelice nsoddisfatta. Cos prima di tutto questo che deve essere cambiato. Quindi molto difficile...

J.A.: Puprecisare la differenza tra un Tibet autonomo e un Tibet indipendente?

D.L.: Mi limitera ripetere che l'obbiettivo principale la felicitdel nostro popolo, il massimo beneficio per la nostra gente. Oltre a questo non aggiungeraltro in particolare. Deve ancora passare del tempo, poi vedremo.

J.A.: Perchproprio ora, dopo che per ventun anni virtualmente non ci sono stati contatti ufficiali, una delegazione in rappresentanza del Governo Tibetano in esilio si recata in visita in Tibet?

D.L.: In seguito all'atteggiamento dei Cinesi. Il loro atteggiamento generale cambiato, cosabbiamo colto quest'opportunitper mandare una nostra delegazione in un viaggio esplorativo per il nostro popolo.

J.A.: Alcuni Tibetani parlano ancora in termini di riprendersi il proprio paese con la forza. possibile secondo il suo modo di pensare che violenza e visione religiosa possano coesistere, oppure impossibile?

D.L. Possono combinarsi. Dipende dalla motivazione e dal risultato. Con una buona motivazione e un buon risultato e se, date le circostanze, non c'alternativa, allora la violenza ammissibile.

J.A.: Puspiegarsi meglio?

D.L.: Una buona motivazione significa agire per il bene della maggioranza della gente. Tuttavia ora riguardo la questione tibetana, un'impresa militare sarebbe un suicidio.

J.A.: Per la preponderante forza dei Cinesi?

D.L.: Oh, s

J.A.: Coslei scoraggerebbe chiunque credesse che questa sarebbe un'alternativa possibile?

D.L.: A volte un'attitudine o un'idea militare aiuta a mantenere alto il morale. Sotto certi aspetti quest'idea aiuta, ma non credo sia possibile un'effettiva partecipazione a un'impresa militare.

J.A.: Ora che ha visitato l'America, vede qualche ragione per parlare apertamente in pubblico piche in passato?

D.L.: Non so. Non ci ho pensato. In questi giorni ho intensificato il mio studio della filosofia Buddhista... non della politica mondiale (ride). Naturalmente, come risultato della mia visita, ci saranno piAmericani interessati ai problemi del Tibet. Forse i giornali americani parleranno un po' pidella questione tibetana. Pila gente conoscerla vera situazione in Tibet, pi_ sardifficile per i Cinesi ignorare l'opinione pubblica mondiale. Perchse non ci sarforse nessun risultato immediato o diretto, ci sarcol tempo.

J.A.: A proposito d'opinione pubblica mondiale, ho sentito molte persone esprimere il desiderio che Lei, in quanto capo religioso, contribuisse alla situazione mondiale con una sua prospettiva spirituale. Lo farebbe se sentisse che di beneficio per la gente?

D.L.: Certamente, senz'altro. Se sardi qualche beneficio, sarei disposto a contribuire, per quel che posso. Come monaco buddhista ho avuto questa intenzione per molti anni. Non niente di speciale per chi pratica bodhicitta, l'altruismo, la compassione. Si ha naturalmente questa intenzione. Anche in futuro, a qualsiasi cosa possa contribuire per il bene di tutta l'umanit in quanto essere umano, in quanto persona che pratica questa attitudine come dovere, come responsabilit lo farcertamente.

J.A.: Altre persone hanno chiesto perchLei stato tanto isolato. Perchquesta la prima volta che sanno di Lei? Si chiedono perchla stampa non si sia occupata pispesso di lei.

D.L.: Ho giparlato a questo proposito, ma le persone interessate non erano molte. Quando andai in Europa, nel 1973, l'argomento era lo stesso, ma questa volta, negli Stati Uniti, c'stato maggiore interesse.

J.A.: Tornando alla questione del Tibet, pudire quale sarin futuro il rapporto tra religione e governo? una cosa alla quale ha pensato?

D.L.: Questo complicato. Quando diciamo religione, il principio morale che l'essenza di ogni religione comprende tutti i campi, inclusa la politica. Dico sempre che i politici devono avere dei principi morali. Cosda questo punto di vista, religione e politica s'influenzano reciprocamente. Senza religione, la politica potrebbe diventare una cosa su cui nessuno potrebbe fare affidamento, fatta d'astuzie e menzogne. Se parliamo di un'istituzione religiosa come la Chiesa, allora penso che dovrebbe essere separata. Ho parlato di questo ad Harvard. Ora, per esempio, nel governo degli Stati Uniti, lo stato e la Chiesa sono separati da secoli, eppure quando il presidente fa il giuramento d'ufficio, prende in mano la Bibbia e pronuncia il nome di Dio. Questo dimostra che il capo dello stato deve essere onesto. Quando fa il giuramento, di compiere i doveri del suo ufficio il pifedelmente e onestamente possibile, dimostra con questo il principio morale della politica, chiamando Dio a testimone. Comunque, se si mischiano le competenze di una Chiesa organizzata con quelle dello Stato, sorgeranno delle complicazioni. Ora, a proposito del Dalai Lama, quando sono a casa mia, sta solo a me decidere quale tipo di pratica voglio fare, quale tradizione voglio seguire. Quando si tratta della mia carica per io stesso penso e agisco come se non appartenessi a nessuna particolare scuola o tradizione. Questo mostra che esiste una certa separazione - anche se esteriormente alcuni potrebbero pensare che questi due aspetti siano uniti e si combinino. Per esempio, il quinto Dalai Lama prima di assumere il potere temporale, apparteneva ad un monastero. Una volta assunta la responsabilitdi capo di stato, ha agito come una persona che appartenesse a tutta la religione, non solo a un particolare gruppo.

J.A.: In sostanza lei sente d'avere la capacitdi separare queste funzioni all'interno della sua persona, sebbene estremamente esse sembrino unificate. Quindi questo dipende dalla sua personale determinazione.

D.L.: un po' come Cipro e Makarios. Si tratta di un religioso che il capo dello stato.


J.A.: Crede che in futuro i funzionari religiosi avranno un rapporto con quelli laici simile a quello che caratterizzava il vecchio governo Tibetano?

D.L.: No. Ma possibile. In passato, sebbene occasionalmente ci siano stati dei laici a capo del governo, generalmente la gente preferiva dei Lama. Ma non credo che questo sistema possa continuare in futuro. Sarebbe sciocco se per caparbietreligiosa dicessimo che dobbiamo avere un Lama al governo. In futuro dovremo agire in conformita ciche sarnecessario in quelle circostanze: dovremo scegliere ciche meglio. Comunque il futuro vasto, aperto a ogni possibilit molto importante preparare un piano preciso e dettagliato. Nello stesso tempo, nessuno sa cosa accadr solo il tempo pudirlo. La cosa migliore d'agire a seconda della situazione stessa come si presenta in quel momento. Da un lato, importante avere un piano dettagliato di ciche si vuol fare. Nello stesso tempo si dev'essere abbastanza flessibili d'adattare la propria azione alle circostanze presenti.

IV.

L'Universo: Mente e Materia

J.A.: Secondo lei a che stadio l'evoluzione dell'umanit Per esempio se lei dovesse considerare l'intera razza umana come se fosse un singolo individuo, direbbe che ci troviamo nell'infanzia, nell'adolescenza o nell'etadulta?

D.L.: Secondo l'insegnamento complessivo Buddhista, ciole scritture Buddhiste il mondo a volte migliore, a volte peggiore. Ora, se parliamo del periodo di tempo di un'eone, allora la nostra era rappresenta ancora l'infanzia, ma in rapporto a un periodo pibreve, rappresenta la vecchiaia. Mi spiego. Secondo l'Abhidharmakosha (13) un grande eone composto d'ottanta eoni intermedi, divisi in quattro gruppi di venti. I primi venti sono eoni di vacuit La vacuitl'assenza del precedente sistema di mondi. Sono seguiti da venti eoni di formazione del nuovo sistema di mondi, quindi venti eoni di durata di questo sistema e infine venti eoni di distruzione del sistema. Ora ci troviamo negli eoni della durata. All'interno di questi venti eoni intermedi di durata, siamo nel primo lungo periodo di declino. Cos dopo questo eone di declino ci saranno altri diciotto eoni che alterneranno un periodo di crescita e uno di declino. Infine il ventesimo eone sardi crescita. Ora siamo nel primo eone di declino, quando la durata media della vita umana di circa cento anni. In rapporto a questo periodo di declino, siamo gimolto avanti e percivecchi, mentre in rapporto ai venti eoni di durata del ciclo non siamo che all'inizio.

J.A.: Questa visione panoramica viene esclusivamente dalle scritture?

D.L.: S

J.A.: questa l'unica prova che puessere citata a sostegno di questa visione del tempo e dello spazio?

D.L.: Penso di s probabilmente solo dalle scritture. Ma dimentichi tutti questi eoni, gidifficile per noi spiegare in termini scientifici la stella pivicina, molto difficile.

J.A.: Dov'e com'fatta?

D.L.: Difficile spiegarne la causa reale, e cosvia. Cidi cui sto parlando un sistema di mondi tra miliardi di altri mondi, come spiegare la natura di una galassia.

J.A.: D'accordo, torniamo al punto di partenza. Qual la visione Buddhista sull'origine dell'universo?

D.L.: In termini di materia, pura energia. In termini di esseri o persone, la forza che li crea e quella delle azioni che hanno accumulato che li fa rinascere in quel dato modo.

J.A.: Parliamo per prima cosa in termini di materia, della materia inanimata. Che cos'l'energia attraverso la quale i fenomeni si manifestano?

D.L.: In termini d'elementi, il primo il vento. La sua base lo spazio. In seguito il vento si muove e in dipendenza da questo viene prodotto
il calore, poi l'umidite infine la solidit l'elemento terra. Se si vuole spiegare l'origine del vento iniziale, allora probabilmente deriva dal periodo di vacuitdel precedente sistema di mondi. In ogni caso si tratta di un processo infinito. Se si parla di un mondo all'interno di un sistema di miliardi di mondi, allora si puparlare di un inizio; altrimenti in generale non possibile.

J.A.: Ma inizialmente qual'la causa diretta dello spazio? E in secondo luogo, di questo vento o energia (14) di cui lei parla?

D.L.: Se si parla da un punto di vista esteriore, quello che ho detto: il periodo di vacuitdel precedente sistema di mondi.

J.A.: L'energia scaturisce spontaneamente dalla vacuit

D.L.: una cosa naturale, non qualcosa di fabbricato, ma dietro c'la forza karmica.

J.A.: Che cos'questa forza karmica?

D.L.: Naturalmente necessario spiegare il karma. Karma significa azione. Per esempio, adesso sto parlando e questo un atto verbale. Muovo le mani e questo un atto fisico. Poi ci sono le azioni mentali, casi in cui non c'nessuna manifestazione fisica o verbale. Queste azioni producono sia dei risultati immediati che a lunga scadenza. La nostra conversazione genera una certa atmosfera qui e questo un effetto immediato. Comunque il nostro parlare genera anche una potenzialit o possiamo dire crea un'impronta nel continuum della mente. Tramite quest'impronta mentale si produrranno altre azioni buone, cattive e neutre, molto tempo dopo che queste azioni originarie si sono esaurite. Cosci sono karma positivi, negativi e neutri. C'questo stato di distruzione - lo stato di cessazione dell'attivit- e questo rimane nel continuo mentale. Questo stato di cessazione un negativo - affermativo: un'assenza che include qualcosa di positivo. una potenzialitche non solo la mera cessazione dell'azione, ma che possiede la capacitdi produrre un effetto nel futuro. Questo stato di cessazione purigenerarsi continuamente finchnon si produce un effetto. Quando incontra le condizioni favorevoli, fruttifica o matura, non importa quanto tempo sia passato, potrebbero essere anche miliardi d'eoni. Se uno non si impegnato nei mezzi che riducono questa potenzialit come la confessione e l'intenzione d'astenersi nel caso d'azioni negative - allora questa potenzialitrimarrintatta.

J.A.: Dove rimarr

D.L.: Nel continuo della mente. Per spiegare quest'impronta ci sono due basi: una continua, l'altra temporanea. Quella temporanea il continuo mentale e quella continua il semplice lo, il srelativo della persona.

J.A.: Senza addentrarci in questi dettagli, ma tornando al punto iniziale, qual'la differenza fondamentale tra mente e materia?

D.L.: La materia fisica; la mente pura illuminazione e conoscenza.

J.A.: Qual'la causa di questa mente?

D.L.: Riguardo alle cause della mente, c'una causa sostanziale e ci sono le condizioni cooperanti: una condizione abilitante, e una condizione dell'oggetto osservato. Quest'ultima condizione - l'oggetto che viene percepito - puessere una forma, ma una forma, una cosa fisica, non puessere la causa sostanziale di una mente. Ci deve essere qualcosa che di per sstesso illumina e conosce. Per esempio quando guardo il registratore, la mia coscienza visiva ha come suo oggetto d'osservazione il registratore. La sua condizione abilitante - quella che le permette di percepire colore e forma - il senso della vista, ma la sua causa sostanziale (chiamata anche condizione preesistente) che la genera in un'entitche illumina e conosce deve essere un precedente momento d'illuminazione e conoscenza, un precedente momento di coscienza.

J.A.: Che cosa ha generato quest'entitche illuminazione e conoscenza? anch'essa spontanea? Da dove viene originariamente?

D.L.: La mente non ha inizio.

J.A.: Non c'inizio...

D.L.: Neanche fine. Per quel che riguarda particolari tipi di mente e di coscienze, c'un inizio e una fine, ma se ci si riferisce a questo fattore di illuminazione e conoscenza non c'inizio nfine. Ora per alcuni tipi di coscienza ci sono casi in cui non c'inizio, ma c'una fine. Per esempio per un'emozione negativa. Quando alla fine si elimina un'afflizione mentale specifica come la gelosia, allora il continuo di quella coscienza trova la sua fine. La vera natura della mente di essere un'entitdi luminosite conoscenza. Giusto? Non c'nient'altro.

J.A.: Trova soddisfacente affermare che si tratta semplicemente di natura?

D.L.: Ci sono quattro tipi d'indagine dei fenomeni attraverso la dipendenza: come vedere che il fumo dipende dal fuoco. Un altro l'osservazione della funzione delle cose. Il terzo si basa sul ragionamento: dimostrare l'esattezza o l'inesattezza. L'ultimo il riconoscimento di ciche costituisce la natura dell'oggetto. Per esempio, il fatto che vogliamo la felicitsemplicemente la nostra natura. Non c'nient'altro da scoprire. Ora, per quanto riguarda le cause dell'universo, o si accetta una divinitcreatrice, o si accetta il fatto che l'universo non ha inizio. Non c'altro modo, non c'altra possibilit

J.A.: Stiamo parlando di molte cose in una volta e so che lei molto stanco alla fine della giornata. Va tutto bene?

D.L.: Sono completamente riposato.

J.A.: completamente riposato? Magnifico. Bene. Potrebbe riferire qualche piccolo particolare sulla sua esperienza personale in modo che la gente possa capire meglio questi argomenti astratti? Per esempio, lei ha passato gran parte della sua vita meditando, impegnandosi nella pratica. Qual'la sua personale esperienza della natura della mente?

D.L.: La sua entito natura chiarezza e conoscenza. Attraverso la meditazione sull'immagine di un oggetto, la mente si genera in quell'oggetto, nella sua conoscenza. La coscienza conosce quell'oggetto generandosi nella sua immagine, come un riflesso. Ora, le diverse scuole Buddhiste hanno opinioni diverse sul punto se l'oggetto esiste esteriormente oppure no. In altre parole, se l'oggetto esiste come entitsostanziale separata dalla coscienza che lo conosce.


J.A.: Esiste separatamente?

D.L.: Alcun dicono di s altri dicono di no.

J.A.: Torniamo di nuovo all'inizio. Da una parte, abbiamo questa cosa che illumina e conosce chiamata mente e che non ha inizio; dall'altra abbiamo la materia. Qual'la connessione cosmologica, universale, tra queste due cose?

D.L.: C'un tipo di spazio che ha la natura della luminosite dell'oscurit Questo spazio come una zona - come lo spazio che appare ai nostri occhi. C'un altro spazio che solo una pura negazione, un'assenza di contatto ostruente. Quest'ultimo e permanente e quindi immutabile. Dato che ci sono cause e condizioni per il primo tipo di spazio, si deve quindi postulare il suo continuum come privo di inizio, poichdeve avere origine da cause concordanti o simili. Lo spazio di cui ho parlato in precedenza che serve come base del vento, e quest'altro che impermanente, ma il cui continuo senza inizio, sono probabilmente la stessa cosa. Non posso spiegare questo punto in maniera esauriente. Penso che sarebbe impossibile o quantomeno difficile, affermare che la coscienza stata originata dalla materia o che la materia stata originata dalla coscienza.

J.A.: Perch

D.L.: Sebbene il compimento d'azioni che possono dare risultati nel mondo materiale dipende dal fatto che la mente sia o meno disciplinata, quando si parla di continuit- dell'intero continuo di queste sostanze materiali difficile affermare che stata prodotta dalla coscienza. Analogamente, se la coscienza fosse prodotta dalla materia, allora nei tempi in cui la materia assente - come durante gli eoni di vacuitsuccessivi alla distruzione di un sistema di mondi - non ci sarebbero esseri senzienti. Questo sarebbe in contraddizione con la logica.

J.A.: Vorrei cercare di trovare un punto di contatto tra questo e la logica occidentale. Ventisei anni fa gli scienziati hanno confermato che una sostanza chimica denominata DNA produce tutte le forme di vita su questo pianeta. Attraverso infinite combinazioni delle quattro basi chimiche, il DNA produce le forme di vita. Cosa evoca in lei questo? Che significato - sempre che ne abbia uno - vede in questa teoria?

D.L.: Lei sta parlando di particelle molto sottili, vero? Di particelle molto sottili, molto minute che non possono essere osservate direttamente dalla coscienza visiva. Esatto? Ma al giorno d'oggi, grazie alla tecnologia, la gente in grado di scoprire questi elementi molto sottili e di riconoscerli come fisici. Sono molto sottili, si disintegrano costantemente ma possono essere trovati.

J.A.: Ma il DNA stesso - la vita - che cos'la vita nelle sostanze chimiche? coscienza? questo quello che la vita, coscienza?

D.L.: Il DNA probabilmente non coscienza. Non che tutto ciche si muove abbia coscienza. Gli alberi hanno forma e movimento e le particelle all'interno delle rocce si muovono.

J.A.: Ma molto evidente che all'interno del DNA stesso c'una certa intelligenza organizzatrice in grado di ricombinare questi geni, questi codici chimici. C'una certa mente che agisce nel DNA.

D.L.: Se il DNA fosse necessario per la coscienza, allora la coscienza dei bambini dovrebbe derivare dai genitori e questo non puessere assolutamente vero. Non cos

J.A.: Bene, allora non parliamo in termini di singoli individui, ma in termini piestesi. C'un pianeta inanimato e su di esso appare questa sostanza chimica che comincia a produrre esseri in molte forme differenti. Continua a crescere e a trasformarsi per molti milioni d'anni. Che tipo d'intelligenza organizza il corso di quest'evoluzione? Cosa sta operando in questo caso? Potrebbe essere il karma collettivo?

D.L.: Oh, s

J.A.: Potrebbe dire di pisu questo argomento?

D.L.: C'il karma collettivo e il karma specifico.

J.A.: D'accordo.

D.L.: Il karma collettivo collegato a questo sistema di mondi non solo quello degli umani, ma d'ogni tipo d'esseri senzienti - insetti e cosvia - nel sistema. Se quattro persone appoggiano le mani su questo tavolo, il tavolo diventa un oggetto usato in comune da quei quattro. Perci quest'azione fa sloro accumulare un karma comune del quale fruiranno in futuro. Ora, le cose che si usano individualmente sono basate sul proprio karma individuale oltre a produrlo.

J.A.: In altre parole, sta dicendo che il DNA il prodotto del karma collettivo e di quello individuale di tutti gli esseri in questo sistema di mondi attraverso il quale poi si manifestano?

D.L.: Non ho avuto l'occasione d'approfondire i dettagli del DNA, di studiarlo. Si tratta di materia: un oggetto che puessere percepito dalla coscienza visiva. Si vede al microscopio?

J.A.: Certamente. Si. Negli esseri umani e concentrato in 64 cromosomi. In ciascun cromosoma distribuito in migliaia di combinazioni chiamate geni.

D.L.: una cosa fisica. Dal momento che fisica, allora ha delle parti e delle direzioni. Non puessere assolutamente senza parti. Se fosse senza parti, se le cose fossero senza parti, allora non ci sarebbero forme. Non ci potrebbe essere la forma. Probabilmente il DNA non ha coscienza, ma serve come una delle basi della coscienza.

J.A.: Se il DNA stesso non ha coscienza, qual'la causa che lo destina a manifestare la coscienza in modo corretto? Se lei afferma che originariamente la coscienza non manifesta la materia, allora precisamente cosa produce questo DNA inanimato che, a sua volta, manifesta la coscienza?

D.L.: la stessa cosa come il potere sensoriale di un occhio. materia, non coscienza, eppure serve come una delle basi della coscienza e in questo modo una causa della coscienza. Per esempio, il cervello non coscienza, eppure serve come base della coscienza. Quando una cosa una coscienza, necessariamente non nforma ncolore. Comunque, come ho giaccennato oggi, grazie al potere della stabilizzazione meditativa, il samadhi (15), si puraggiungere o creare un ordine di livello pielevato nel contesto di una dimensione fisica. Quest'ordine puessere di due tipi: quello che puessere osservato dai sensi, e quello che puessere percepito solo dalla coscienza mentale. Esistono entitfisiche sottili che possono essere conosciute solo dalla coscienza mentale. Cosci sono il fuoco e l'acqua che vengono prodotti dal potere della stabilizzazione meditativa, eppure non sono veramente fuoco e acqua, poichsono prodotti solo dipendentemente dal samadhi, ma possono svolgere la funzione di bruciare o di bagnare.

J.A.: Dov'questo fuoco di cui sta parlando?

D.L.: Viene prodotto da una persona capace di svilupparlo: fuoco, acqua, vento e cosvia. un po' come una fotografia che una persona riesce a stampare con un'immagine mentale, come abbiamo visto prima simile a questo procedimento.

J.A.: Quindi, a un certo livello di controllo mentale, si possono manifestare delle cose fisiche?

D.L.: S

J.A.: A che scopo?

D.L.: Dipende solo dalla motivazione di ciascuno.

J.A.: Capisco. Vorrei chiederle qualcosa a questo proposito. Da quando era bambino, lei si molto interessato alla scienza. Perch

D.L.: Perch una mia curiosit Dunque, vediamo. Avevo visto molte fotografie che hanno risvegliato il mio interesse. Da bambino ero molto curioso. E quando si cercano i "come" delle cose, ci s'interessa alla scienza.

J.A.: Per trovare una causa radice, o qualcosa di simile?

D.L.: Quando si cerca la causa radice, allora non si tratta di scienza. La scienza viene dopo la causa radice.

J.A.: A metdella sua vita lei passato da un mondo privo di tecnologia alle novitdel ventesimo secolo. Quali sviluppi e scoperte l'hanno maggiormente impressionata o interessata?

D.L.: Sempre oggi, quest'apparecchio che fa analisi radiografiche. qualcosa di speciale. L'esplorazione del corpo: riprende ogni centimetro del corpo in sezione: meraviglioso.

J.A.: Perchla trova interessante?

D.L.: di grande beneficio.

J.A.: per questa ragione che la piinteressante?

D.L.: Non c'bisogno di operare la persona per ottenere l'immagine.

J.A.: Alcune di queste macchine creano molti problemi alla gente, oltre ad aiutarla. Quale pensa sia il modo migliore d'utilizzare la tecnologia?

D.L.: Questo dipende dalla motivazione. Moderazione e gentilezza e andrtutto bene, ecco tutto.

J.A.: Cosa pensa dell'energia nucleare?

D.L.: Penso che sia positiva.

J.A.: Perch

D.L.: Perchpenso che se usata correttamente aiuta.

J.A.: Pensa che l'eventuale beneficio sia maggiore del pericolo?

D.L.: Ogni fenomeno un'originazione dipendente. Quando ci si chiede se l'energia nucleare un beneficio assoluto, ovviamente la risposta no. Ma questo un argomento difficile. Non si puaffermare che l'energia nucleare una cosa negativa solo di per sstessa, perchcosfacendo allora sarebbe lei stesso solo un estremista. Giungere a un qualunque estremo potrebbe essere pericoloso.

J.A.: Cosa pensa delle implicazioni piampie, a livello spirituale, dell'energia nucleare? Abbiamo scoperto l'energia dell'atomo, e con questa forza fondamentale possiamo anche distruggere il nostro mondo. Trova ironico tutto questo?

D.L.: Questo dipende solo dalla vostra capacitdi sapere come usare l'energia nucleare. Prendiamo per esempio l'alimentazione: se una persona non sa mangiare in modo corretto puuccidersi.

J.A.: Torniamo a quello che stavamo discutendo prima; all'esistenza e all'evoluzione dell'universo. La scienza occidentale ha dimostrato che la vita su questo pianeta si sviluppata da forme semplici fino a forme altamente sofisticate. Riesce a identificare quest'evoluzione lineare con la visione Buddhista d'esistenza ciclica in cui gli esseri migrano, all'interno di una struttura essenzialmente circolare, attraverso le stesse forme fondamentali di vita?

D.L.: Secondo le scritture che ho citato prima, anche noi crediamo sia a uno stato altamente sviluppato, che degenera lentamente, che a uno stato primitivo che si evolve. Altrimenti, non so. difficile dire, dobbiamo indagare ancora su questo punto. Penso che potrebbero esistere insieme visioni diverse. Ciche la scienza ha scoperto sulla natura dell'attuale evoluzione potrebbe essere vero e nello stesso tempo potrebbe esistere anche un altro tipo d'evoluzione. difficile dire.

J.A.: C'una data precisa, un punto o un periodo indicato dalle scritture, in cui l'esistenza ciclica, il tempo e lo spazio, saranno svuotati di tutti gli esseri?

D.L.: Secondo un testo Buddhista spiegato in questi termini: se si scava nella terra per una profonditdi un chilometro e per un perimetro di un chilometro quadrato e se si riempie questo spazio di capelli, ciascuno lungo circa un centimetro, e poi ogni cento anni si getta via un capello, quando si sargettato l'ultimo capello si avrla lunghezza equivalente a un eone intermedio, uno degli ottanta. Ecco, cos

J.A.: Il testo dice quanti grandi eoni ci saranno?

D.L.: Oh, un numero illimitato. Non c'limite ai maha o grandi eoni. La vita di un pianeta come questo si disintegra, ricomincia a prendere forma e si disintegra di nuovo in tutto l'universo.

J.A.: Quindi non c'un determinato momento in cui il samsara, l'esistenza ciclica, avrfine? stato detto che il samsara senza inizio ma che avruna fine, non cos

D.L.: A livello individuale pufinire, a livello collettivo senza inizio nfine. Se si esamina un individuo, esiste la possibilitdi porre fine alle cause che producono la sua esistenza samsarica, quindi ci saruna fine, ma se parliamo del samsara nel suo complesso, difficile pronunciarsi perchnon ha limiti e, di conseguenza, come si pustabilire la durata di qualcosa d'illimitato? Questo il problema.

J.A.: Un'ultima domanda. Le forme di vita che vediamo intorno a noi sono essenzialmente divise in due tipi: uno vegetale, l'altro animale. Le piante sopravvivono, per la struttura del loro organismo, con la luce del sole, la terra e l'aria. Gli animali invece devono procurarsi il cibo all'esterno e solitamente uccidendo altri animali. Vede qualche senso, qualche significato spirituale nel fatto che la vita si manifesti in questi due modi?

D.L.: (Grande risata) Questo difficile! Secondo il Buddhismo ci potrebbe essere una differenza basata sul fatto se questa forma di vita un essere senziente oppure no.

J.A.: Le piante sono esseri senzienti? Hanno coscienza?

D.L.: Come piante no, in generale, ma anche in questo caso c'un ulteriore complicazione. Che cos'una vera pianta e che cos'un animale? difficile rispondere. Queste piante intorno a noi potrebbero essere delle vere piante. In questo caso dovremmo considerarle prive di coscienza. Ci sono alcune specie di piante, tuttavia, che difficile dire se hanno coscienza oppure no. Anche il corpo umano, quando se ne scompongono le cellule, non sono sicuro quali di esse siano dotate di coscienza e quali no. Secondo le scritture Buddhiste, nel corpo umano ci sono circa ottantamila cellule dotate di coscienza, ottantamila esseri senzienti, inclusi i vermi. Non credo sia possibile che il corpo umano contenga ottantamila vermi, che sarebbero visibili a occhio nudo, ma come ho detto, non necessariamente tutto ciche si muove ha coscienza.



V.
Esistenza Ciclica ed Esseri Senzienti

J.A. : Cosa pensa del fatto che il Buddhismo si sia diffuso in America e in occidente?

D.L.: La religione non ha frontiere. Ci sono alcuni Americani che sono interessati, e se questo li aiuta, allora sufficiente.

J.A.: In generale non c'interesse solo per il Buddhismo, ma negli ultimi 15 anni si verificata una specie di rinascita spirituale in questo paese. Secondo lei a cosa dovuta?

D.L.: Potrebbe essere dovuta al progresso materiale. La cultura Americana un miscuglio di varie culture, per questo gli Americani sono molto aperti a tutte le novit Ci sono molti fattori e c'molta competizione nel campo del lavoro e cosvia. Cosla gente incontra molte difficolte per questo s'interessa a qualcosa di serio. Vanno pia fondo, insomma.

J.A.: Dalle difficoltnasce un interesse per la crescita spirituale?

D.L.: Se la mente molto inquieta, meditare su di un punto o un soggetto qualche minuto creeruna certa calma. All'inizio, la gente era attratta da questo genere di cose perchera come andare a un picnic o vacanza mentale. Non si trattava solo di Buddhismo, ma di tutte le religioni orientali.

J.A.: Cosa pensa dei culti, delle persone che rinunciano alla propria individualitper un capo o un'autoritreligiosa?

D.L.: Per rispondere a questa domanda, spiegheril concetto Buddhista dell'insegnante. Le dottrine che Buddha ha insegnato non avevano lo scopo di fare sfoggio con gli altri del suo sapere, ma per aiutarli, quindi, indipendentemente da quello che era il suo pensiero o la sua realizzazione, ha insegnato tenendo conto della disposizione dell'interesse e cosvia, dell'ascoltatore. Coloro che seguono l'insegnamento di Buddha, per determinare il significato ultimo, devono fare una distinzione tra quello che soggetto a interpretazione - essendo stato annunciato per uno scopo specifico - e quello che definitivo o inconfutabilmente vero.
Se per fare questa differenziazione, tra ciche interpretabile e ciche definitivo, si dovesse ricorrere a un'altra scrittura, allora ci si dovrebbe basare su un testo per convalidare il primo e su un altro ancora per convalidare il secondo e cosvia. Continuerebbe all'infinito. Quindi, una volta asserita l'esistenza di questa differenziazione, necessario basarsi sul ragionamento per averne conferma. Quello che non confutabile con il ragionamento, definitivo. Stando cosle cose, Buddha indici quattro punti su cui fare affidamento. Affidarsi non alla persona, ma alla dottrina; riguardo al dottrina: affidarsi non alle parole, ma al loro significato; riguardo al significato: affidarsi non al significato interpretabile, ma al significato ultimo; rispetto al significato ultimo, non ci si deve affidare ad una comprensione basata su uno stato di coscienza ordinario ma su una comprensione della coscienza di saggezza esaltata. Per questa ragione, l'attendibilitdegli insegnamenti non puessere determinata in considerazione della persona che li ha insegnati, ma analizzando gli insegnamenti stessi. Nei sutra Buddha ha detto: "I monaci e i discepoli dovrebbero accettare le mie parole non per rispetto, ma per averle analizzate come un orefice controlla l'oro: tagliandolo, fondendolo, raschiandolo e strofinandolo". Non si decide che il Buddha una sicura fonte di rifugio (16) in base al fatto che il suo corpo era ornato dai segni maggiori e minori, ma perchi suoi insegnamenti per realizzare l'alto stato e l'assoluta virt(17) sono attendibili. Poichgli insegnamenti che riguardano l'alto stato toccano argomenti relativi a fenomeni molto nascosti (18) e vanno oltre i processi ordinari del ragionamento, necessario studiare gli insegnamenti del Buddha per la realizzazione dell'assoluta virte in modo specifico, gli insegnamenti relativi alla realizzazione della saggezza della vacuit Una volta stabilito che questi insegnamenti sono corretti e inconfutabili, si pugiungere alla conclusione che lo siano anche gli insegnamenti relativi all'alto stato. Come dice Dharmakirti, un insegnante deve essere un esperto in materia di comportamenti da adottare e da evitare. Non si deve accettare un insegnante perchfa dei miracoli, ha l'abilitchiaroveggente di vedere le cose a distanza o capace di creare certe emanazioni fisiche. Che uno sappia o meno vedere a distanza non ha importanza, quello che importa che conosca le tecniche per raggiungere la felicit come dice Dharmakirti. Se fosse sufficiente saper vedere le cose a distanza, allora si dovrebbe prendere rifugio in un avvoltoio. Questo scritto nelle strofe-radice del Pramanavarttika (19) stesso. Ora, questo tutto teso a dimostrare che un maestro che spiega quello che si deve adottare e quello che si deve abbandonare deve essere pienamente qualificato. Di conseguenza Buddha ha elencato dettagliatamente le qualifiche degli insegnanti dei diversi livelli nell'ambito del Vinaya o scritture sulla disciplina, nell'ambito dei Sutra e in quello delle varie classi del Tantra. Prima di accettare qualcuno come insegnante molto importante conoscerlo e controllare se possiede queste qualifiche. Questo particolarmente importante nella pratica del Tantra. In un Tantra detto che, poichmolto pericoloso tanto per il maestro che per il discepolo, necessario controllare prima anche se per giungere a una conclusione si dovessero impiegare dodici anni. Ora, se nel Buddhismo fosse sufficiente il solo fatto
d'avere fede, Buddha non avrebbe avuto bisogno d'esporre cosdettagliatamente la procedura per la scelta del maestro. Nella pratica mantrica o Tantrica, il Guru Yoga (20) molto importante, tuttavia, pur essendo molto importante, non si basa su di una fede cieca. detto nei testi sulla disciplina che, se un Lama insegna in modo non conforme alla dottrina, ci si dovrebbe opporre a questo insegnamento. Un Sutra, citato nella Grande Esposizione degli Stadi del Sentiero di Tsong Khapa (21), dice che ci si dovrebbe affidare a un Lama accettando quello che conforme alla dottrina e opponendosi a quello che se ne discosta. Questo in un Sutra del Bodhisattva-Pitaka. Poi riguardo al Mantra, nelle "Cinquanta strofe sul Guru" di Ashvaghosha scritto che se un Lama dice qualcosa che il discepolo non puaccettare, dovrebbe spiegarne il motivo al Lama verbalmente. Questo descrive in che modo ci si deve affidare a un Lama all'interno dei tre Veicoli del Buddhismo (22). Bisogna evitare di cadere in uno dei due estremi. Come in tutte le pratiche, dopo aver accertato la veritcon la ragione si deve poi avere fede, ma non una fede cieca che vi trascina in un abisso. Si dovrebbe controllare quello che dice il maestro, accettando ciche appropriato e rifiutando quello che non lo Questa la procedura generale Buddhista e io concordo con essa e la seguo.

J.A.: Com'possibile prendere veramente rifugio nel maestro o nel Buddha se non si ancora sperimentata in prima persona la validitdel loro insegnamento?

D.L.: Se si parla di rifugio con cognizione di causa, allora sarebbe necessario stabilire con certezza l'esistenza del Nirvana prima di prendere rifugio. Per accertare sia l'esistenza del Nirvana, che la possibilitdi ottenerlo, necessario realizzare la vacuit Questo dovrebbe essere il modo di procedere della persona che si attiene ai fatti, che ha bisogno di prove concrete. Comunque, per altri tipi di persone che si basano principalmente sulla fede esistono molti modi diversi di generare il loro credo. Cos anche se non si ha una vera e propria conoscenza del Nirvana e della possibilitdi ottenerlo, si dovrebbe avere almeno un'idea corretta in proposito.

J.A.: Non una contraddizione affermare che chi si attiene ai fatti dovrebbe percorrere tutto il sentiero prima di prendere rifugio in quello stesso sentiero che a quel punto ha gipercorso?

D.L.: La realizzazione del Nirvana e la verifica che esiste sono due cose molto diverse. Per esempio, arrivare effettivamente in un posto e verificare che quel posto esiste sono due cose diverse.

J.A.: La grande maggioranza delle persone nel mondo non attivamente impegnata nello sviluppo spirituale. Gli aspetti piimportanti o piprofondi delle loro vite sono i loro rapporti con gli altri - particolarmente con i familiari. Fino a che punto, secondo lei, questi rapporti fondamentali sono mezzi che favoriscono la crescita umana? Hanno la capacita intrinseca d'aiutare la gente ad evolversi?

D.L.: Non so. Possediamo un certo sentimento d'amore che il giusto sentimento d'amore. Quest'amore puessere utilizzato per lo sviluppo spirituale. Puessere usato come base per lo sviluppo della gentilezza infinita. Quindi, da questo punto di vista, s la vita familiare e i legami familiari possono apportare benefici. La natura umana gidotata di una certa gentilezza. Parte di questa ragionevole. Per nello stesso tempo, questa normale gentilezza insita nella natura umana, e fortemente influenzata dall'attaccamento che non ha niente a che fare con l'aspetto spirituale e infatti diventa un ostacolo.

J.A.: L'amore basato sull'attaccamento?

D.L.: S

J.A.: Pudire qualcosa a proposito del giusto tipo d'amore?

D.L.: dettato da molte ragioni. Quando si ha pieto compassione per un uomo molto povero, in quel momento gli si dimostra simpatia perchpovero. Quest'amore basato su delle ragioni valide. Ora, l'amore per la propria moglie, i propri figli, o un amico intimo un amore basato su di un oggetto d'attaccamento. Quando il vostro attaccamento si trasforma, allora quella gentilezza non esiste pi L'altro genere d'amore non basato sul proprio attaccamento, ma amore - come in questo caso - che nasce perchun uomo sta soffrendo per povert Cos finchsoffrirper povertil vostro amore continuerad esistere.

J.A.: Sta affermando che il vero amore nasce solo dall'empatia ?

D.L.: S simile. Il giusto tipo d'amore non soggetto ai nostri cambiamenti emotivi verso l'oggetto, mentre l'amore collegato all'attaccamento molto instabile a seconda di come ci appare l'oggetto.

J.A.: I Buddhisti credono che le emozioni siano delle oscurazioni - delle contaminazioni della mente - che dovrebbero essere abbandonate. In occidente, tuttavia, uno dei principali criteri in cui si misura la pienezza della vita proprio l'intensitdelle proprie emozioni. Se una persona evita le passioni, si pensa che sia superficiale, mentre spesso la gente ammira chi ha una ricca esperienza di vita. Questi due punti di vista sono necessariamente in contraddizione?

D.L.: Questo un po' complicato. Certe emozioni forti nascono nelle persone a causa del loro attaccamento. I n modo analogo dei forti sentimenti possono intervenire anche nella pratica del Dharma o nell'atteggiamento nei confronti del proprio Guru. Sebbene l'emozione possa sembrare positiva, se si pratica in modo giusto, giunti ad uno stadio successivo ci si deve liberare di questi sentimenti.

J.A.: Cosnon c'davvero nessun modo d'indentificare i due punti di vista? Se ad una persona muore un amico o un genitore, non crede sia giusto che si senta triste?

D.L.: Quando muore un genitore o chiunque altro c'motivo d'essere tristi. Non trovo niente di sbagliato in questo. Se successa una disgrazia ai propri genitori o a qualcuno che si amato, c'un buon motivo per sentirsi tristi. Ora, se qualcuno perde i genitori ed triste, ritengo che la sua tristezza dovrebbe essere fondata sul ragionamento, npinmeno. Mi sembra che sia giusto cos Npinmeno significa che molto dispiaciuto ma che accetta l'accaduto. Perchvede, la tristezza basata su un forte attaccamento negativa, a causa di questa tristezza la gente puanche suicidarsi. Arrivare a questi atteggiamenti equivale a perdere la ragione.

J.A.: Cos questa l'attitudine che dovrebbe essere abbandonata?

D.L.: S

J.A.: Puspiegare che tipo di fenomeno mentale e il sogno?

D.L.: Ci sono delle tecniche per fare in modo che i sogni diventino mezzi per comprendere la natura ultima della realt Altrimenti i sogni, per quanto possano apparire straordinari, sono di scarsa utilitper lo sviluppo della mente.

J.A.: solo perchla mente e cosirrequieta che continua a funzionare anche quando il corpo dorme?

D.L.: Quando si dorme senza sognare, in uno stato senza sogni, c'meno concettualit Quando i sogni appaiono, si genera desiderio, odio e cosvia, e poi naturalmente c'molta concettualit pifacile cambiare
o trasformare una coscienza dello stato di sogno. L'esperienza di piacere o di dolore nel sogno puinfluenzare la stessa esperienza, con una coscienza pigrossolana, quando si svegli. Poichuna coscienza dello stato di sogno pisottile di quella dello stato di veglia, piefficace. Esiste anche un corpo speciale dello stato di sogno in cui si abbandona effettivamente il corpo grossolano. Ci sono casi come questo dovuti a azioni o karma precedenti di una persona, come un dono naturale, un talento. Queste persone possono effettivamente sperimentare quello che succede in quel momento all'esterno, fuori del loro corpo. Ci sono anche casi di persone che si esercitano a usare questo speciale corpo di sogno: per non perdere tempo nella loro pratica religiosa, prima di andare a dormire, spesso sparpagliano le pagine di un libro. Poi durante il sonno abbandonano i loro corpi e passano il tempo a leggere. Le pagine devono essere separate prima perchil corpo di sogno non in grado di muovere la materia fisica grossolana.

J.A.: Potrebbe spiegare, da un punto di vista Buddhista, che cosa succede esattamente a livello fisiologico durante l'intero corso dell'esistenza ciclica: vita, morte e rinascita?

D.L.: Ci sono quattro stati. Lo stato della nascita si dice sia momentaneo, limitato solo al momento del concepimento. Il momento successivo l'inizio dello stato precedente che dura da quando il corpo grossolano comincia a formarsi fino alla morte. Poi durante lo stato di morte, malgrado questo stato si produca all'interno del vecchio corpo, la relazione sostegno e sostenitore della coscienza che dimora nel corpo interrotta. Al momento della morte la relazione di sostegno della coscienza da parte di una base fisica avviene solo al livello pi_ sottile. A questo punto la coscienza individuale si fonde con l'energia interna pisottile o "aria", come viene chiamata. Per chi deve passare attraverso gli stati intermedi o I
del bardo, lo stato intermedio comincia non appena finisce lo stato di morte.
Negli stati intermedi, sebbene non si abbia un corpo fisico grossolano,
si ha tuttavia una forma acquisita attraverso l'interazione tra l'aria interna
e la coscienza. Questa forma pigrossolana del corpo pisottile, ma
pisottile del corpo fisico ordinario che vediamo.

J.A.: Ma ha una forma?

D.L.: Oh, s Avrl'aspetto dell'essere nel quale si prenderrinascita. Ci sono delle scuole, che affermano che, nella prima metdel periodo stadio intermedio, il corpo di bardo ha la forma della vita passata e, nella seconda met quella della prossima vita. Ogni sette giorni si produce una piccola morte nel corpo del bardo. Con sette di queste morti, che avvengono ogni sette giorni, fino a sette settimane, ma non di pi entro tale termine si rinascersicuramente. Gli esseri nello stato intermedio sono come d o spiriti in quanto non hanno un corpo fisico grossolano soggetto a molte limitazioni. Non possono essere visti con la vista ordinaria. Fra tutti coloro che non hanno un corpo grossolano, non solo tra gli abitanti del bardo, ci sono molti tipi diversi d, semidei, spiriti, eccetera. Come nella societumana ci sono quelli che non hanno nessun contatto con la pratica Buddhista, quelli che hanno un contatto limitato, alcuni pi altri meno. Gli oracoli (23), generalmente parlando, sono persone come noi all'interno dell'esistenza ciclica. Gli esseri come Cenrezi, nella societdegli d, sono persone che hanno giraggiunto l'illuminazione. Ora, ci sono molti tipi diversi di Cenrezi. La compassione di tutti i Buddha in generale, la sua manifestazione nella forma viene chiamata Cenrezi. Quindi questo tipo di Cenrezi non un essere individuale. Comunque, proprio come Sakyamuni una persona specifica, c'una persona specifica, c'anche un Cenrezi che una persona specifica. Inoltre, ci sono persone come noi che possono scegliere Cenrezi come la propria speciale divinit Quando questa persona diventa illuminata, apparirnella forma di Cenrezi. Perch durante lo stadio di generazione del pialto Yoga Tantra (24), ha generato il suo io in quella forma, viene indicato col nome di Cenrezi. Tuttavia, non devono necessariamente continuare a manifestarsi solo come Cenrezi, ma possono manifestarsi simultaneamente in molte forme differenti. Dal punto di vista di un Buddha, si pusolo dire che un Corpo di Forma l'espressione finale o pielevata del Corpo della Forma (25). Non si puaffermare che interiormente in un modo o in un altro. Appare simultaneamente in molte forme differenti secondo le necessitdei praticanti (26), e in dipendenza dai desideri e dalle preghiere precedenti di quel Buddha. Perciun Buddha apparirautomaticamente e simultaneamente nell'aspetto di Cenrezi, Manjusri, Maitreya (27) e cosvia, a seconda dei bisogni del praticante.

J.A.: A questo proposito, Lei conosce la storia di GesCristo. Cosa ne pensa?

D.L.: Sebbene non si possa affermarlo con certezza, sembrerebbe che il suo fosse il caso di un essere illuminato che si manifestato in modo appropriato per guidare gli altri. certo, comunque che era un essere superiore.

J.A.: Queste manifestazioni che appaiono come riflessi in forma fisica di un essere superiore, hanno un senso dell'io, un senso relativo dell'ego?

D.L.: Ci sono diverse possibilit Per esempio, un Bodhisattva capace d'avere emanazioni, potrebbe emanarsi come un essere determinato, in tal caso quell'essere avrebbe un senso dell'io. Comunque, se quell'essere emanasse a sua volta un'altra forma, questa apparirebbe come una persona senza esserlo. Quindi ci sono molti casi: alcuni hanno un senso dell'io ed altri no.

J.A.: L'essere emanatore centrale saprebbe simultaneamente tutto quello che succede alle sue cento manifestazioni?

D.L.: Ci sono livelli diversi. Nel caso di persone con una realizzazione inferiore, l'essere emanatore centrale dovrcontrollare ciascuna manifestazione separatamente. Nel caso invece di persone con realizzazioni pialte, le emanazioni si controllano da sole. Questo caso comporta il fattore della spontaneite dell'azione senza sforzo. La differenza nel modo in cui si esercita il controllo. Quando si possono emanare delle forme spontaneamente e senza sforzo, allora ciascuna si controlla da sola.

J.A.: Una tale persona e consapevole del suo io e della sua esistenza come emanazione simultaneamente?

D.L.: S Ci sono casi di cento emanazioni in cui ciascuna sa cosa stanno facendo le altre. Certamente questo vero per un Buddha o per un Bodhisattva altamente realizzato, ma difficile da spiegare. Finchnon si sperimenta personalmente, si pupensare che sono solo chiacchiere senza senso. Qualcosa come la fantascienza o la fantareligione (ride).

J.A.: Fino a che punto pensa che il sistema dei Tulku (28) come esisteva in Tibet fosse esatto? Quanti Lama incarnati scoperti in passato pensa fossero autentici?


D.L.: Oh, questo difficile. Ci sono due cose che sono molto importanti a questo riguardo. La prima che l'esame del Tulku dovrebbe essere molto esauriente. molto facile che questo esame o indagine non venga eseguito in modo adeguato, in secondo luogo si deve osservare come questo Tulku vive la propria vita. Dobbiamo giudicare anche da questo. Il vero scopo di chi si reincarna volontariamente di produrre qualche buon risultato. Senza questo buon risultato, allora ci sono dei dubbi. Il Tulku rinasce scegliendo, intenzionalmente, deliberatamente, col preciso scopo di servire l'umanitattraverso mezzi religiosi o con altri mezzi. In ogni caso, ci deve essere qualche risultato concreto. In certi casi in cui non c'questo risultato, ho dei dubbi. Potrebbe essere un po' presuntuoso da parte mia dire questo, ma penso che la metdi essi siano veri Tulku.

J.A.: So che e difficile generalizzare. Che risultati avete avuto in termini di ritrovamento delle incarnazioni da quando siete in esilio?

D.L.: Ce ne sono pochi che non sono stati ancora riconosciuti, alcuni sono autentici. Principalmente il comportamento stesso del bambino a mostrare dei segni significativi.

J.A.: Naturalmente, il numero deve essere diminuito, non cos

D.L.: Proprio molto! Vede, in passato c'era una popolazione di sei milioni di persone. Ora siamo solo centomila. Se fa il confronto, penso che sia diminuito molto (ride). Abbiamo anche dei Lama Americani (ride).

J.A.: Cosa vuol dire?

D.L.: S almeno due, credo, sono stati riconosciuti come Lama Tibetani.

J.A.: Pudirci qualcosa di loro?

D.L.: Non ne so molto.

J.A.: Come si puapplicare loro la procedura d'identificazione? Nello stesso modo?

D.L.: Forse loro stessi hanno indagato. Non conosco i dettagli.

J.A.: Lei personalmente non li approva?

D.L.: Non ho nulla a che vedere con questo.

J.A.: Mi piacerebbe fare un parallelo tra quanto ha detto a proposito di un essere che emana numerose forme. Si presume che ci siano circa cento milioni di cellule nel corpo umano. Ciascuna cellula esegue delle funzioni che sembrano indicare che ha una coscienza individuale, eppure sono tutte sotto il controllo dello stesso corpo. possibile che tutti gli esseri senzienti siano in relazione in un modo simile, come parti di un organismo? In altre parole, come componenti o emanazioni di un unico corpo?

D.L.: Tutti gli esseri senzienti hanno lo stesso gusto - nel senso che sono dello stesso tipo - in quanto la natura della loro coscienza pura illuminazione e conoscenza. Non sono collegati altrimenti. Se lei pensa che molti esseri senzienti abbiano un'unica origine come un Dio la risposta no.
J.A.: Pensa che siano indipendenti l'uno dall'altro?

D.L.: S Sono separati. Anche quando sono illuminati rimangono separati, sebbene la loro realizzazione sia la stessa.

J.A.: Quale pensa che sia la natura della coscienza dei cento trilioni di cellule?

D.L.: Non potrebbe esserci una coscienza corporea che le pervade tutte? Per esempio dove c'il senso della vista, la coscienza visiva occupa o controlla quella zona contemporaneamente alla coscienza che pervade tutto il corpo.

J.A.: Come abbiamo detto prima, in ciascuna di queste cellule umane ci sono migliaia di geni, piccole particelle di un codice chimico, che determinano la natura dell'intero corpo e la particolare funzione della cellula che abitano. Ora, in ogni singola cellula contenuto il codice completo di tutto l'essere umano, eppure un solo gene attivato in modo da produrre la forma richiesta per la sua posizione come la cellula di un'unghia del piede, di un occhio o di un dito. Che cosa determina, secondo lei, il fatto che viene attivato il gene giusto e nessun altro?

D.L.: Questa una funzione fisica. Si tratta del corpo, non della coscienza. diretta dalla coscienza, ma e il corpo che compie l'azione.

J.A.: Prima lei ha dichiarato che la mente e di conseguenza gli esseri sono senza inizio. Allora quanto puandare indietro nel tempo la memoria di un essere senziente? All'infinito?

D.L.: Per gente non preparata, pisottile diventa la loro coscienza, - come al momento della morte -, meno diventano consapevoli. Tuttavia chi si esercitato a utilizzare queste coscienze ha una consapevolezza ed una memoria maggiori mentre si manifestano gli stati pisottili. Alcune persone che conosco, quando si produce uno stato di coscienza pisottile con quella coscienza sono decisamente in grado di ricordare sette, ottocento, mille anni indietro.

J.A.: Quanto puandare a ritroso la memoria? All'infinito?

D.L.: Per andare molto indietro nel tempo, non sufficiente limitarsi a generare e utilizzare una forma sottile di coscienza. Per epoche molto lontane necessario eliminare tutti gli ostacoli all'onniscienza. Mi riferisco ad oggetti extrasensoriali al massimo livello, lontanissimi nel tempo e nello
spazio. Shariputra, per esempio, non si era accorto di una radice di virtmolto sottile di un particolare discepolo, ma il Buddha s La madre di Maudgalyayana (29) si trovava in un posto estremamente distante, nello spazio e nel tempo e, al contrario di Buddha, egli non sapeva dove si trovava. Poichgli oggetti possono essere extrasensoriali al massimo livello rispetto al tempo o allo spazio, non basta manifestare soltanto una coscienza sottile, si devono superare gli ostacoli all'onniscienza.

J.A.: Vuol dire che, quando questi ostacoli vengono superati, sia lo spazio che il tempo vengono eliminati, e che la coscienza di tutti gli eventi - passati, presenti e futuri - dell'universo simultanea al loro divenire?

D.L.: Tempo e spazio sono relativi. Sono relativi ad una particolare coscienza. Ciche per noi sarebbe un anno, per una persona che ha manifestato uno stato di coscienza pisottile - sarebbe un periodo pibreve. anche possibile, per una persona che abbia raggiunto una grande stabilizzazione meditativa, trasformare o cambiare un istante in un eone, o un eone in un istante. Persolo per sstesso.

J.A.: Dov'conservata la memoria?

D.L.: Non solo nel cervello - In momenti come quelli di cui abbiamo parlato, non necessario avere un cervello. Solo la coscienza puafferrare gli eventi passati. La memoria dovrebbe essere nella coscienza sottile. Per esempio, quando la mente sottile di Chiara Luce (30) si manifesta al momento della morte, il cervello non funziona pi Dal punto di vista della sua conoscenza, chiamata coscienza e, dal punto di vista del suo impegnarsi o muoversi verso il proprio oggetto, chiamata aria interna o energia. L'aria e la coscienza estremamente sottili sono un'unica entitindifferenziabile. Sono un'unica entitdifferenziata solo dal pensiero o attraverso i loro opposti.

J.A.: All'interno della coscienza ci sono delle tracce o impronte che contengono tutte le memorie? Questo preciso momento viene impresso in questo?

D.L.: S Se lei ricorda la sua vita immediatamente precedente, il cervello di quella vita non c'pi mentre questo cervello nuovo, giusto? Quindi l'immagine puessere impressa solo nella coscienza. Questo assomiglia a quello che il Presidente della Virginia University mi ha descritto a proposito del completo ricambio di cellule che avviene periodicamente nel cervello.

J.A.: Questa coscienza-energia estremamente sottile quello che designa un essere senziente come separato? questa la linea di demarcazione ultima tra una persona ed un'altra?

D.L.: C'un semplice "lo" che viene indicato in dipendenza dal continuo della coscienza. Ci sono due tipi d'io o s pigrossolano e pisottile. C'un "lo" designato in base alla mente e al corpo grossolano e quello designato in base alla mente ed energia sottile. Quando uno attivo, l'altro non lo

J.A.: Ciche senza inizio la mente unita all'energia estremamente sottile, oppure e una funzione secondaria di questa energia-coscienza attribuita di riflesso a sstessa?

D.L.: La mente e l'energia estremamente sottile la base di designazione dell'io sottile; quando si parla di designare l'io in relazione a questa energia-mente, non necessario che la mente concettuale che fa questa designazione sia effettivamente parte di questa mente-energia. Una volta qualcuno fece una domanda a un grande Ghesce. Disse che se una persona era in una casa e guardava una colonna, quella colonna poteva essere designata dal pensiero come esistente e questo poteva capirlo, ma quando non c'era nessuno nella casa, come si poteva designare la colonna? Il Ghesce rispose: "S sembra effettivamente difficile". Poi, non appena l'uomo che aveva fatto la domanda usc il Ghesce si voltverso un amico vicino a lui e disse: "Bene, questa persona sembra convinta che una coscienza che designa le cose debba essere avvolta intorno e legata a tutti gli oggetti". Vede, voleva dire che il fatto che non si possa dimostrare l'esistenza ultima di un oggetto designato quando si cerca analiticamente, significa necessariamente che l'oggetto designato unicamente da una coscienza concettuale. Ora, quando si esamina se l'oggetto stato designato dalla coscienza concettuale di questa o quella persona a livello ultimo, non si potrscoprire nemmeno questo. Questo costituisce un metodo d'analisi ultima di qualcosa che si sta designando concettualmente: non si putrovarla. Quindi il fatto che le cose vengano concettualmente designate pure privo d'esistenza inerente, vuoto.

J.A.: Non sono sicuro di capire. La mente sottile l'io?

D.L.: L'io grossolano viene designato in dipendenza dalla mente e dal corpo grossolano. Tuttavia anche quando non sono operanti, ci deve essere un "lo" designato che viene in seguito attribuito alla mente e al corpo sottili che sono quindi presenti. Per esempio, uno yoghi altamente realizzato, che in grado di manifestare una coscienza pisottile e nello
stesso tempo d'osservare i fenomeni convenzionali ha un innato senso dell'io - non nel senso grossolano, ma in un senso molto pisottile identificato come mente e corpo sottili. Non si pupostulare niente altro. Se la mente o l'energia estremamente sottile venissero postulate come l'io stesso, si farebbe l'errore esposto nel Trattato sulla Via di Mezzo di Nagarjuna che agente e oggetto, designatore e designato, proprietario e proprietsarebbero la stessa cosa. Quando si dice 'la mia mente', per esempio colui che controlla o che possiede l'io. Nel caso da lei descritto, il proprietario e la proprietsarebbero una cosa sola - impossibile. Se lei postulasse uno di questi come fosse effettivamente l'io, incorrerebbe in questo errore. In ragione di questo, la risposta no.

J.A.: Cosa accade all'energia-mente estremamente sottile quando un essere diventa illuminato?

D.L.: L'io di un Buddha, il sdi un Buddha, quest'io sottile. A livello di stato di Buddha, non ci sono naria nmente grossolana. Le attivitdei cinque sensi vengono effettuate dall'energia sottile e dalla coscienza stessa, perchnon c'altro. diventata una coscienza onnisciente. Cos al tempo della stabilizzazione meditativa finale simile al Vajra di un Bodhisattva sul sentiero dell'apprendimento (31), durante il processo di sviluppo si passa attraverso le quattro consapevolezze (32). E quindi rimane solo la mente di chiara luce: a questo stadio uno non manifestermai pi_ i livelli pigrossolani di coscienza. Cos ci sarsolo l'io sottile, che viene designato in base alla mente la pi_ sottile. Per esempio nel caso di Buddha Sakyamuni, che apparso con una mente e un corpo grossolani affinchlo si potesse conoscere, per lui si potrebbe postulare solo una esistenza apparente di questo "io" grossolano.

J.A.: Mi permetta di chiederle ancora qualcosa sul processo della memoria. Quando l'embrione umano si sviluppa, passa attraverso tutti gli stadi dell'evoluzione: pesce, mammifero, eccetera - che hanno portato all'essere umano. Perch secondo lei, deve ripercorrere tutti gli stadi?

D.L.: Questo dovuto alle cinque arie fondamentali e alle cinque arie secondarie o correnti d'energia che controllano la forma umana. Deve essere qualcosa in relazione alla formazione stessa di queste arie nel nuovo corpo, ma non conosco bene questo argomento.

J.A.: E la memoria di quelle creazioni passate inerente a ciascuna di queste correnti d'energia mentre producono le forme fisiche?

D.L.: L'aria estremamente sottile si riferisce alla forma estremamente sottile dell'aria che sostiene la vita. L'aria che si muove verso l'alto ha una relazione con la parola, con lo sputare e cosvia. L'aria pervasiva ha una funzione in tutto il corpo. L'aria che accompagna il fuoco presiede alla digestione del cibo e all'aumento degli elementi del corpo. l'aria svuotante verso il basso in relazione all'aumento, al controllo e alla fuoriuscita del fluido seminale, del sangue, delle feci, delle urine e cosvia. Non ricordo bene, perciesamini bene (33).


VI.
Vacuit Le Due Verit
J.A.: Puspiegare perchi Buddhisti credono che la mente sia oscurata? Perchsiamo ignoranti da un tempo senza inizio?

D.L.: Ci sono diversi tipi d'oscurazione. In un certo senso, ce ne sono due: la prima un'oscurazione di non conoscenza. La seconda un caso di concetti errati. Se vuol sapere da cosa ha origine un'oscurazione, deriva dalla continuazione di precedenti momenti d'oscurazione. Se si cerca un'altra spiegazione, allora dovrebbe esserci stato un primo momento d'oscurazione. In questo caso, ci sarebbe una contraddizione nel ragionamento. Come detto nelle Quattrocento Stanze di Aryadeva: "Sebbene le afflizioni mentali siano senza inizio, hanno una fine". Perchle coscienze ignoranti fraintendono gli oggetti hanno una fine: possono essere eliminate dalla giusta comprensione; ma poichsono generate come continuazione di precedenti momenti di quel tipo di coscienza, non hanno inizio.

J.A.: Perchla mente non e intrinsecamente illuminata?

D.L.: Se una mente contaminata, non possibile che non lo fosse in precedenza. Tuttavia, poichl'entitfondamentale della mente sempre incontaminata e chiara in effetti completamente buona. Pertanto viene chiamata completamente buona: Samantabhadra (34). Sarebbe contrario alla ragione sostenere che la mente inizialmente pura e che in seguito diventata accidentalmente contaminata. Cossi pusolo dire che la mente contaminata fin dall'inizio.

J.A.: Perchla natura illuminata solo un seme? Perchnon completamente sviluppata?

D.L.: Perchun seme, la sua fruttificazione deve ancora avvenire. Il fatto che stato dimostrato che ogni coscienza ha una natura di pura illuminazione e conoscenza e che questo fattore in grado di trasformarsi in illuminazione viene designato con il nome "seme". Non c'altro, oltre questo. Se ci fosse, si dovrebbe affermare che un Dio lo ha creato. Poi si dovrebbe esplorare la natura di Dio, indagare se la natura di Dio ha avuto un inizio o una fine. Nel nono capitolo dello Stile di Vita di un Bodhisattva, di Shantideva, troviamo molte indagini di questo tipo oltre che nel Commentario al Compendio sulla Valida Cognizione di Dignaga, scritto da Dharmakirti. Non critico coloro che affermano l'esistenza di un Dio creatore, spiego la visione Buddhista. Se all'interno di una dottrina ci sono molte contraddizioni riscontrabili con il ragionamento, si dovrebbe abbandonare quella dottrina e sceglierne una che non abbia tali contraddizioni. Come detto nel quarto dei punti su cui fare affidamento: "Non fare affidamento sulla conoscenza, ma sulla saggezza esaltata". Ci sono molti fenomeni che non si capiscono finchnon si progredisce nello sviluppo mentale. Ci sono molti fenomeni insoliti che adesso, con questo tipo di coscienza, non possiamo spiegare.

J.A.: Puspiegare in che modo le altre afflizioni mentali derivano o originano dall'ignoranza innata?

D.L.: Come ho detto, ci sono due tipi d'ignoranza. Il primo una semplice oscurazione riguardo lo stato dei fenomeni. L'altro l'ignoranza che fraintende la natura dei fenomeni, che ha la convinzione che i fenomeni esistono intrinsecamente, mentre non cos Nel contesto di questa concezione errata d'esistenza inerente troviamo ancora due tipi: le concezioni di persone come esistenti intrinsecamente e le concezioni di altri fenomeni anch'essi come tali. Questa divisione stata fatta per distinguere il fruitore degli oggetti e dagli oggetti usati. Per quanto riguarda il concepire le persone come esistenti intrinsecamente, ci sono casi in cui si concepisce il proprio se quello degli altri come realmente esistenti. Considerare l'aggregazione transitoria di corpo e mente come un "io" reale
come considerare il proprio scome intrinsecamente esistente. In questa concezione ci sono due ulteriori tipi di visione. Il primo una concezione che osserva l'aggregazione transitoria che dorigine al pensiero dell'io e che lo considera intrinsecamente esistente, l'altro osserva il concetto di 'mio' e crede che esista nello stesso modo. Quindi, prima di tutto, si genera una concezione dell'esistenza intrinseca di quei fenomeni - gli aggregati fisici e mentali - che servono come basi per la designazione dell'io. In seguito a questo pensiero, l'io che viene designato dipendentemente dalla mente e dal corpo, concepito come esistente autonomamente. Di conseguenza con questa visione di ciche transitorio come causa, si concepisce che "mio" esiste inerentemente. Come dice Chandrakirti (35): "Inizialmente c'l'attaccamento all'io - a un s- e poi attaccamento al mio ". Quando c'la categoria dell'io, c'la categoria dell'altro. Quando queste due categorie sono state differenziate si diventa avidamente legati alla categoria dell'io e pieni d'odio verso la classe di quello che altro. Da questo derivano tutti gli altri problemi. Per esempio, a causa della visione del transitorio come "io" intrinsecamente esistente, si genera in sstessi l'orgoglio di essere superiore agli altri. Quindi anche l'afflizione del dubbio, dato che si tratta di un'enfatizzazione dell'io, che non crede in qualcosa (lo scopo finale essendo 'io non credo in questo e in quello") deriva da questo. La gelosia, anche. Inoltre, le visioni estreme sono indotte da questa visione dell'io intrinsecamente
esistente: visioni di permanenza e visioni d'annientamento. Per esempio, credere che non esistano nascite passate e future, o credere che quando l'io esiste, questo io esisterper sempre. Cos prima un fenomeno sembra esistere intrinsecamente e quando cossembra, anche le sue qualitdi buono, cattivo o altro sembrano esistere nello stesso modo. La mente allora accetta quest'apparenza. Poichquesta e un'apparenza basata su una sovrapposizione di bonte di cattiveria - aldildi ciche effettivamente esiste, la propria mente cade preda di concezioni estreme d'assoluta bonte negativite genera attitudini improprie che, a loro volta, generano le afflizioni emotive.

J.A.: Pudescrivere le due verit assoluta e convenzionale; che cosa sono e come operano?

D.L.: Questa una domanda importante. Prendiamo come esempio il tavolo. Se si cerca l'oggetto designato - il tavolo stesso - non si riesce a trovarlo. Se si separano le parti del tavolo in rapporto alle direzioni, oppure si divide nei termini delle sue qualito delle sue materie prime, non si riesce a trovare un insieme che sia il tavolo. In effetti, nelle nostre menti c'una distinzione tra intero e parti, cosicchquando ci appaiono, sembra che ci sia un insieme separato dalle parti o delle parti separate dall'insieme. In realt tuttavia, non cos Ora, quando s'indaga in questo modo, non si troveril tavolo. Il fatto che non lo si trovi, per non vuol dire che il tavolo non esiste. Lo stiamo usando, non vero? Ma se lo cerchiamo, non riusciamo a trovarlo. Cos ci sono due modi d'essere del tavolo. Il primo e il postulare l'esistenza del tavolo da parte di una mente che non analizza, che interessata solo al livello convenzionale. Quel tipo di tavolo quello che viene trovato da questo tipo di mente. Tuttavia, se si considera il tavolo come oggetto, se non si soddisfatti solo di quello che si tocca con mano, ma si cerca di scoprire cosa ci sia, veramente fra le sue parti - se e "questo" o "quest'altro" - allora non c'nulla che possa essere trovato che sia il tavolo. Perchc'questo non ritrovamento del tavolo? Perchil tavolo una cosa che, se ricercata analiticamente, non puessere trovata. Ora, che cosa scopre la mente che cerca di trovare il tavolo tra le sue parti? Trova solo questo non trovare il tavolo. Questo stesso non trovare una qualitdel tavolo, il suo sostrato o base. Questo non trovare la natura ultima del tavolo, non esiste qualcosa di pisottile. Quindi questo il modo ultimo o finale d'essere del tavolo. Ora, questo modo d'essere viene cercato rispetto al tavolo come base o sostrato, di conseguenza questo non trovare l'effettivo modo d'essere del tavolo. Cos rispetto alla base di partenza, il tavolo, ci sono due nature: una che trovata da una mente non analitica e l'altra che viene trovata dalla mente analitica. Rispetto alla base di partenza, allora, c'un oggetto trovato da una coscienza che distingue la realtultima e un oggetto trovato da una coscienza che distingue la realtconvenzionale (36). Perci detto: "La forma vacuit La vacuitforma". Ora, queste due realtsi escludono reciprocamente. Le due veritsono un'unica entit ma si escludono a vicenda.

J.A.: Come?

D.L.: Rispetto ad un fenomeno, quello che la sua veritultima non la sua veritconvenzionale, e viceversa.

J.A.: Perciinesatto dire che sono reciprocamente determinanti?

D.L.: Una realtnon determina l'altra. Eppure, se si considera la realtultima o vacuitdel tavolo come substrato, e si cerca di vedere se si putrovarla allora diventa una veritconvenzionale nei termini di sstessa come substrato. In relazione al tavolo, la sua vacuituna veritultima, ma in relazione alla sua propria realt ciola realtdella realt una veritconvenzionale. contraddittorio per qualcosa essere il proprio modo d'essere. Percila realtdi una cosa non e la propria realt questo perch quando si cerca la realt quando si cerca la natura delle cose nl'una nl'altra possono essere trovate.

J.A.: Quando la vacuitappare alla mente per la prima volta, a cosa assomiglia?

D L: Anche se la parola dharmata (37) non contiene nessuna particella negativa, quando questa ciola natura o realtdei fenomeni appare alla mente, deve apparire attraverso la radice di una negazione. importante fare questa distinzione. Mi riferisco al contesto delle due veritcoscome sono esposte nel Trattato sulla Via di Mezzo di Nagarjuna. L'esistenza intrinseca quando si cerca non si trova perchnon esiste o, anche se esiste, non si trova perchnon puessere trovata analiticamente. L'ipotesi giusta la prima. Quando si osserva come le cose appaiono alla nostra mente, sembrano come se fossero tali da poter essere dimostrate con l'analisi. Quindi, se le cose esistessero nel modo in cui appaiono alle nostre menti, quando le esaminiamo dovrebbero diventare sempre pichiare. Il fatto che non diventano pichiare segno che non esistono nel modo in cui sembrano esistere. Per concludere, sebbene sembrino esistere intrinsecamente, non esistono in quel modo. Infatti, nella mente inizialmente si ha una sensazione che l'oggetto non esista nel modo in cui appare. Quando ci si abitua a questo pensiero, quando ci diventato familiare, finalmente si acquista la completa certezza che l'oggetto non esiste nel
modo in cui ci appare. A quel punto, la propria sensazione dell'apparenza un'esperienza di vacuit che semplicemente l'assenza d'esistenza intrinseca. All'inizio di questo processo, l'oggetto - questa cosa che vuota - puancora apparire. Per esemplificare, quando si va al cinema, si possono distinguere due momenti diversi, guardando il film. In entrambi i casi le immagini appaiono alla vostra coscienza visiva, ma dapprima semplicemente osservate, mentre in un secondo tempo pensate con convinzione che quello che vedete non esiste in realt Se si sviluppa e si mantiene con forza il pensiero che questo non esiste - se ci si concentra sulla sua non-esistenza - allora col tempo - l'apparenza stessa comincera svanire. Questo avviene perchla condizione immediatamente precedente della coscienza visiva comincera deteriorarsi. Quindi, quando inizialmente si accerta la vacuit viene accertata una semplice negazione o assenza dell'oggetto di negazione: l'esistenza intrinseca. Anche se all'inizio l'oggetto appare ancora, col tempo, concentrandosi solo sulla vacuit esso scomparir Cos osservata la vacuitdell'oggetto, quando l'oggetto riappare, viene indotto il pensiero che non esiste nel modo in cui sembra. Questa chiamata l'apparenza illusoria. A questo punto si in grado di controllare le proprie afflizioni mentali. Queste coscienze inesatte non possono in alcun modo essere prodotte senza il supporto della concezione d'esistenza intrinseca. Anche se per chi comincia a praticare ci sono casi in cui il concetto d'esistenza intrinseca serve da supporto a una coscienza virtuosa, in generale non necessario che questa coscienza sia assistita da una malintesa concezione della natura dell'esistenza. Quindi, una coscienza che realizza che gli oggetti non esistono di per sstessi serve a ostacolare la generazione delle afflizioni, mentre non ostacola una coscienza virtuosa.

J.A.: Cosa si prova al momento in cui si comprende la vacuit quando l'oggetto scompare?

D.L.: Mi limitera fare un esempio convenzionale. Il riflesso di un volto vuoto d'essere un volto, ma la sua vacuitd'essere un volto non la sua realt la sua realtla sua vacuitd'esistenza inerente. Quando il profondo stesso della mente realizza l'assenza di questo tipo d'esistenza dell'oggetto, a quel punto non viene generata nessun'altra coscienza. Nemmeno il pensiero "questa vacuit. Se si pensasse "questa vacuit, allora la vacuitsarebbe distante. Sarebbe come un oggetto sotto osservazione, non sarebbe riuscito a diventare l'effettivo oggetto di comprensione della coscienza.

J.A.: Cosc'una scomparsa della dualit

D.L.: No. Anche qui c'ancora dualit C'la dualitdell'apparenza dell'oggetto convenzionale come pure dell'apparenza dell'immagine della vacuit

J.A.: Se dovesse descrivere l'immagine in s in termini convenzionali, direbbe che e chiara, vuota, fluttuante, luminosa?

D.L.: molto difficile da descrivere. molto difficile spiegare con esattezza quest'immagine. Ci sono tipi diversi d'apparenza dualistica. Uno l'apparenza delle convenzionalit gli oggetti come li vediamo normalmente: poi c'l'apparenza d'esistenza inerente; l'apparenza di soggetto e oggetto come fossero differenti e l'apparenza di un'immagine generale un'immagine che include tutti gli oggetti in un determinato gruppo. Quando si diventa familiari con la mente che realizza la vacuit- coltivandola sempre piall'interno e all'esterno dell'equilibrio meditativo - si trasforma in percezione diretta, allora tutti i tipi d'apparenza dualistica scompaiono per quella coscienza.

J.A.: Non c'nessuna luminosito chiarezza naturale nell'apparenza della vacuit

D.L.: No, ma in termini di pratica tantrica la cosa diversa. Non dal punto di vista della vacuit ma di quello della coscienza. In seguito al dissolversi della coscienza pigrossolana, ci sono molti tipi diversi d'apparenza. Queste apparenze risultano dalle coscienze pisottili come pure dall'essere collegati al proprio corpo: i costituenti bianchi e rossi e cosvia (38).

J.A.: Pudescrivere la mente di un Buddha?

D.L.: Quello che impedisce alla mente di conoscere tutto quello che c'da conoscere, sono chiamati ostacoli all'onniscienza. A proposito degli ostacoli all'onniscienza, ci sono delle potenzialit(39) determinate dalla concezione d'esistenza intrinseca che fanno si che gli oggetti appaiano come se esistessero intrinsecamente o concretamente. Sebbene la falsa apparenza di un oggetto sia prima di tutto difetto del soggetto o coscienza che lo percepisce, ci puessere qualche difetto anche nell'oggetto in quanto lui stesso contaminato dall'ignoranza o dalle latenze dell'ignoranza. Da quest'apparenza, quella degli oggetti come esistenti inerentemente, sorge la contaminazione di concepire le due veritcome entitdistinte. A causa di questa contaminazione, quando i fenomeni appaiono, sembrano esistere autonomamente impedendo cosl'apparizione della loro realt Inversamente, quando la realtdi un oggetto appare, l'oggetto non puapparire. Stiamo parlando di percezione diretta. Tuttavia, quando si elimina quest'ostacolo all'onniscienza, allora mentre si conosce l'oggetto si puconoscerne la natura e mentre se ne conosce la natura, si puconoscere l'oggetto. Una mente puallora accertare simultaneamente e direttamente sia un oggetto che la sua natura. Una coscienza onnisciente - dal punto di vista della conoscenza degli oggetti convenzionali - una coscienza che percepisce le varietdi tutti i fenomeni. Dal punto di vista della conoscenza della natura degli oggetti, una coscienza che conosce il modo d'essere degli oggetti ciola vacuit ma una sola coscienza che ha due tipi di conoscenza. Questa una qualitcaratteristica della coscienza onnisciente di un Buddha.

J.A.: Perchl'onniscienza in dipendenza dall'eliminazione delle potenzialitattraverso la compassione?

D.L.: La ragione per desiderare d'essere onniscienti e d'aiutare gli altri. Per farlo, si deve sapere come aiutare gli altri. Quindi, non devono esserci oscurazioni. Quelle contaminazioni che ostacolano la conoscenza delle diverse inclinazioni, interessi e cosvia dei praticanti, sono i principali nemici di un Bodhisattva. Gli ostacoli all'onniscienza non sono mai in nessun modo d'aiuto ad un Bodhisattva, mentre gli ostacoli alla liberazione, ossia le afflizioni, possono talvolta aiutare a realizzare il benessere degli altri (come nel caso di un capo che si assume la responsabilitdi molti figli per farsi aiutare nel suo lavoro). Per una coscienza che realizza la vacuit agire da antidoto agli ostacoli all'onniscienza dipende in gran parte dalla motivazione. Anche se la visione che realizza la vacuitnel continuo mentale di un Auditore o di un Realizzatore Solitario Superiore identica alla visione nel continuo mentale di un Bodhisattva Superiore, la capacitdi quest'ultima di servire da antidoto agli ostacoli all'onniscienza da ascrivere alla motivazione ed anche a una grande quantitdi meriti (40). Non c'modo di completare l'acquisizione della saggezza senza completare l'acquisizione di meriti. come se lei volesse mettere in opera una di queste travi. Per farlo, dovrebbe innalzare due colonne. Anche se non ha bisogno di una colonna per costruire l'altra, per sostenere quella trave occorrono tutte e due. Cosper poter trasformare la visione che realizza la vacuitnel Corpo di Veritdi un Buddha, necessario che tale visione abbia tutte le cause previste, per la creazione di un Corpo della Forma.

J.A.: Come mai i mezzi compassionevoli e la saggezza della vacuit(41) in definitiva sono identici?

D.L.: Nel Veicolo della Perfezione (42) c'una descrizione combinata di saggezza e metodo. Per esempio, prima di entrare in uno stato di equilibrio meditativo sulla vacuit si genera una mente altruistica diretta alla
realizzazione dell'illuminazione. Cosl'equilibrio meditativo congiunto con la forza di quella motivazione altruistica. Nello stesso modo, quando si praticano delle azioni altruistiche, come la generosit l'etica e cosvia (43), queste dovrebbero essere congiunte con la forza della mente che realizza la vacuit In questo modo, c'un'unione di saggezza e metodo che influiscono una sull'altro. Nel Mantra c'un'unione di metodo e saggezza all'interno di un'unica coscienza e nel contesto del Tantra Yoga Supremo vi sono delle caratteristiche ancora piprofonde di questa unione.

J.A.: In che modo la beatitudine unita a questo nella mente di un Buddha?

D.L.: Si, c'una sensazione di beatitudine. Dal punto di vista di un Buddha, ogni cosa pura apparenza; un'apparenza piena di beatitudine dal suo punto di vista. Ora, la sofferenza appare ad un Buddha? Si, ma non dal suo personale punto di vista, ma a causa del suo apparire in un'altra persona soggetta alla sofferenza. Si manifesta a un Buddha un'apparenza d'esistenza intrinseca? Si, ma non dal punto di vista di un Buddha, ma attraverso il suo apparire ad una persona che non ha abbandonato gli ostacoli all'onniscienza. Ora, in generale, l'apparenza d'esistenza intrinseca esiste effettivamente. Qualcosa esiste e il suo non apparire ad un Buddha contraddittorio. Di conseguenza, tutto quello che esiste deve apparire a un Buddha, non necessariamente dal suo punto di vista; ma attraverso la forza del suo apparire a qualcun altro e solo attraverso questo appare.



Note

1 Vedi bibliografia.

2 Mahakala (tib. Nak-po-chen-po) un'emanazione irata di Avalokiteshvara (tib. Cenrezig), il Bodhisattva dell'infinita Compassione, di cui il Dalai Lama un'incarnazione. una delle principali divinitprotettrici dell'insegnamento Buddhista.

3 Situata presso l'odierna Rajgir, nel Bihar, India, Nalanda era la pigrande universitmonastica del Buddhismo Mahayana. Era stata fondata nel V secolo da un re Gupta e distrutta durante le invasioni Musulmane del XII e XIII secolo.

4 Preannunciato dal Buddha in molti sutra, Nagarjuna nacque nel sud dell'india intorno al primo secolo dopo Cristo. Divenne uno dei principali esponenti del nascente Buddhismo Mahayana e fondanche la Scuola Madhyamika scrivendo sei testi fondamentali che chiariscono il concetto di vacuitd'esistenza inerente come stato ultimo dei fenomeni.

5 L'originazione dipendente (sans. pratityasamutpada; tib. tenjung) si riferisce alla dottrina Buddhista di causa ed effetto secondo la quale i fenomeni e gli eventi si ritiene siano prodotti e distrutti dipendentemente, cioattraverso cause e condizioni.

6 Ghesce letteralmente significa "amico spirituale", sebbene il pidelle volte venga tradotto con Dottore di Filosofia Buddhista o Maestro di Metafisica. Il diploma di Ghesce, al quale aspira la maggior parte dei monaci della pigrande tradizione del Tibet - i Ghelupa (via integra) o Berretti Gialli, prevede lo studio approfondito di cinque soggetti principali, studio che richiede di solito pidi venti anni.

7 Agli inizi degli anni '60, prima della sua distruzione ad opera dei Cinesi, il Monastero di Drepung era la pigrande istituzione religiosa del mondo. Era situato a cinque miglia a nord-est di Lhasa e pidi diecimila monaci vivevano all'interno delle sue mura.

8 Charles Bell, delegato della Gran Bretagna in Tibet, racconta l'insediamento sul trono del Dalai Lama nel suo libro "Ritratto del Dalai Lama".

9 Kyabje Ling Rimpoce: il primo tutore del Dalai Lama, gicapo della scuola Ghelupa.

10 Shunyata (tib. tong-pa-nyi) si putradurre come vacuito vuoto. Indica la concezione Buddhista della natura ultima della realte si riferisce specificamente alla mancanza di un sintrinsecamente esistente in tutti i fenomeni e gli esseri.

11 Bodhicitta (tib. ciang-ciub-ghi-sem) significa mente dell'illuminazione. Si divide in due tipi: convenzionale e assoluta. La Bodhicitta convenzionale la motivazione altruistica d'ottenere l'illuminazione, allo scopo di liberare tutti gli esseri senzienti dalla sofferenza, e si riferisce anche alle pratiche altruistiche che comporta questa motivazione. La Bodhicitta assoluta e la realizzazione nel continuo mentale di un Bodhisattva della veritultima, o vacuit

12 Il Kham, una delle tre province in cui era originariamente diviso il Tibet, si trova a oriente dell'Utsang (Tibet centrale) e a sud di Amdo (Tibet nord-orientale). Dopo l'istituzione della
Regione Autonoma Tibetana (TAR), nel dicembre del 1964, Pechino separquesta provincia dall'Utsang e la incorpornello Stato Cinese di Szechuan. Anche Amdo stata separata dal Tibet centrale, ed ora considerata parte dello Tsinghai.

13 L'Abhidharmakosha o "Tesoro di Conoscenza" stato scritto dallo studioso Buddista Vasubandhu, circa 900 anni dopo la morte del Buddha. Tratta per esteso le varie classi di fenomeni mentali e fisici mettendo specialmente l'accento su quali caratteristiche si devono sviluppare e quali si devono abbandonare nella ricerca dell'illuminazione.

14 Il termine Tibetano "lung" (sans. prana) puessere tradotto "aria" (interna o esterna) o "energia" o "vento".

15 Samadhi (tib. ting-nge-dzin) significa stabilizzazione meditativa, specificamente concentrazione diretta su un singolo oggetto. Ci sono nove livelli che portano ad uno stato pienamente qualificato di stabilizzazione meditativa chiamata "dimorare nella calma" (sans. shamatha; tib. scin, che puessere usato come base per Ottenere poteri supernormali o miracolosi.

16 Il "Rifugio" si riferisce alla pratica Buddhista di "prendere rifugio" dalle sofferenze dell'esistenza ciclica (sans. samsara; tib. khor-wa) nei Tre Gioielli: Buddha, Dharma, Sangha. Il Buddha o "il Risvegliato", (tib. Sang-ghie) ha realizzato sia la natura ultima che la natura convenzionale dell'esistenza ed quindi un'appropriata fonte di rifugio da tali sofferenze. Il suo insegnamento, il Dharma (tib. Cio), comprende la cessazione della sofferenza, oltre al sentiero di sviluppo interiore che gli esseri senzienti devono seguire per ottenere la liberazione. Il Sangha o comunit(tib. Ghe-dun) sono tutti coloro che praticano il Dharma. Tecnicamente il termine indica qualsiasi gruppo di quattro o pimonaci pienamente ordinati o un Bodhisattva che ha realizzato il primo livello del Bodhisattva (sans. Bhumi; tib. sa), corrispondente al sentiero della visione.

17 "Alto Stato" indica una rinascita elevata sia come essere umano o divinitin uno dei sei reami del samsara. Il termine "bontdefinitiva" si riferisce tanto a uno stato libero del samsara, che allo stato di Buddha.

18 Specificamente causa ed effetto Sebbene causa ed effetto siano il fondamento degli insegnamenti Buddhisti, spesso impossibile riconoscere una causa specifica o le cause di uno specifico effetto (con una coscienza ordinaria).

19 Il "Pramanavarttika", scritto da Dharmakirti intorno al 500 d.C., e un compendio d'insegnamenti sulla conoscenza giusta o priva d'errori. I due tipi di conoscenza giusta esposti nel testo sono la giusta deduzione o logica e la percezione diretta. Si applicano sia alle veritconvenzionali che a quelle ultime.

20 Il Guru Yoga comprende una serie di pratiche nelle quali il proprio maestro visto come l'incarnazione delle qualitdi tutti i Buddha. Viene praticato con l'intento di accrescere la consapevolezza mischiando la propria coscienza a un oggetto con qualitsuperiori .

21 Tsong-Khapa (1357-1419), fondatore della tradizione Ghelupa, nacque nella provincia di Amdo, nel luogo dove in seguito venne costruito il Monastero di Kum Bum. Scrisse pidi duecento opere, tra le quali il Lam Pim Cen Mo o "Stadi del Sentiero dell'illuminazione" (versione estesa) una delle opere pilargamente diffuse e studiate.

22 Vedi note 42 e 40.

23 Cerano numerosi oracoli in Tibet; individui - spesso autodichiarati che servivano come medium per particolari divinite spiriti. Tra questi, i principali erano i due Oracoli di Stato, Nechung e Ga-dong.

24 Lo "stadio della generazione" (tib. Kye-rim), caratteristico dell'Anuttara o Tantra Yoga Supremo (l'ultima e picomplessa delle quattro classi del Tantra), include pratiche attraverso le quali il meditatore, dopo aver generato la visione della vacuit proietta o genera questa coscienza di saggezza nella forma di una divinittutelare. Durante la pratica, l'intero corso dell'esistenza ciclica si riproduce nella mente del meditatore, precisamente morte, stato intermedio e rinascita (la meditazione finale comprende la generazione effettiva nella forma delle divinit.
Questi stati corrispondono e derivano da tipi specifici di coscienza. Lo scopo del meditatore l'acquisizione del controllo su questi livelli di coscienza liberandosi cosdalle loro condizioni concomitanti. All'inizio, questo tentativo puramente immaginario, un'imitazione delle coscienze, degli stati che creano e del proprio potere su questi. L'effettiva acquisizione del controllo subentra alla conclusione dello stadio successivo o di completamento (tib. Dzok-rim) ed sinonimo dello stato di Buddha (ved. nota 32 per una spiegazione dettagliata).

25 I Tre Corpi di un Buddha sono il Dharmakaya (tib. cio-ku) o Corpo di Verit il Samboghakaya (tib. Iong-ku) o Corpo di Fruizione Completa, e il Nirmanakaya (tib. trul-ku) o Corpo d'Emanazione. Il Dharmakaya senza forma e rappresenta l'unione indifferenziata di un essere illuminato con la sfera onnipervadente della vacuit(intesa non come una singola dimensione o luogo in quanto tali, ma come la realtultima di tutti i fenomeni, quella che dimora ovunque). D'altra parte, gli altri due corpi sono conosciuti come corpi della forma. Il Samboghakaya una proiezione spontanea del Dharmakaya prodotta dalla volontdi un Buddha di aiutare gli esseri senzienti. Appare per addestrare i Bodhisattva evoluti nelle terre pure ed conosciuto come il corpo di gioia assoluta a causa della sua natura pura. I Nirmanakaya sono forme fisiche a livello inferiore di un Buddha (distinte talvolta da trentadue segni caratteristici maggiori e ottanta minori), che possono manifestarsi nel regno umano quando i tempi sono maturi per insegnare il Dharma. Mentre il Dharmakaya il diretto prodotto della conoscenza intuitiva della natura ultima della realtdi un Buddha - la sua saggezza - i due corpi della forma sono il risultato della motivazione altruistica d'aiutare gli altri. Ne risulta che ce ne sono un numero infinito che si manifestano nel tempo e nello spazio, ogniqualvolta e ovunque ci siano degli esseri in grado di essere guidati verso la liberazione. Quindi, sebbene i corpi della forma siano prodotti dalla compassione di un Buddha, il loro manifestarsi e contingente solo al merito degli altri.

26 La parola inglese "trainee" significa tutti coloro che si esercitano nelle pratiche che portano all'illuminazione.

27 Manjusri (tib. Jam-pel) il Bodhisattva d'infinita Saggezza. Maitreya (tib. Jam-pa) saril prossimo, il quinto, del 1000 Buddha universali e apparirdurante i venti eoni intermedi di durata di questo mondo. Attualmente si trova nel Paradiso di Tushita dove l'ultimo Buddha storico - Sakyamuni gli ha dato l'incarico d'insegnare alle moltitudini di Bodhisattva colriuniti.

28 "Tulku" in Tibetano significa letteralmente "Corpo d'Emanazione". Nell'uso generale si riferisce a qualsiasi grande santo o saggio che, avendo ottenuto la capacitdi non reincarnarsi, si reincarna volontariamente per aiutare gli altri. Un essere cosnon ha bisogno d'aver ottenuto lo stato di Buddha, ma deve almeno aver raggiunto una realizzazione sufficiente della vacuitper determinare il luogo e le circostanze della propria rinascita. Questo potere viene acquisito a livello del "sentiero della visione", il terzo dei cinque sentieri di realizzazione spirituale che portano all'illuminazione.

29 Shariputra e Maudgalyayana furono i due principali discepoli del Buddha.

30 "Chiara Luce" (tib. O-sel) il termine usato per descrivere l'entitfondamentale della mente dal punto di vista della coscienza che la sperimenta. Parlando oggettivamente, la Chiara Luce e la vacuitstessa, mentre dal punto di vista soggettivo la coscienza estremamente sottile che realizza la vacuit

31 Il Samadhi simile al Vajra di un praticante il livello finale di conoscenza intuitiva precedente alla realizzazione dello stato di Buddha, che si raggiunge al termine del decimo stadio del Bodhisattva. Vajra (tib. dorje) significa adamantino o simile al diamante e, in questo contesto, descrive quello stato di un praticante (che non ancora diventato un Buddha) che non puessere danneggiato nostacolato.

32 Ci sono otto stati principali di coscienza che comprendono i livelli pisottili della mente di un essere umano. Normalmente, li sperimentiamo tutti, in numerose occasioni, nel corso di una giornata. Tuttavia, si producono in una successione talmente rapida che solo un praticante esperto riesce a riconoscerne l'esistenza. I momenti principali del loro manifestarsi, durante i quali si dispiegano e riemergono dallo strato pigrossolano a quello pisottile e inversamente, sono: quando ci si addormenta, al risveglio, all'inizio e alla fine dei sogni, quando si sviene e si starnutisce, durante l'orgasmo sessuale e al momento della morte. Lo stato pisottile di questi otto, la natura fondamentale della mente stessa - la chiara luce. Il pigrossolano, quello appena pisottile della nostra normale coscienza di veglia detto simile a un miraggio. Considerando questo come il primo stato di una progressione interiore fino alla chiara luce, che l'Ottavo stato, gli altri sono: 2) apparenza simile al fumo; 3) come le lucciole; 4) come la fiamma regolare di una lampada a olio; 5) la mente di apparenza bianco vivido; 6) la mente dell'accrescimento rosso o arancione vivido; 7) la mente del quasi raggiungimento nero vivido e infine 8) la chiara luce. Gli ultimi quattro sono noti come i quattro vuoti e sono quegli stati ai quali si riferisce il Dalai Lama.
Lo scopo particolare dell'Anuttara o pialto Tantra Yoga di facilitare la consapevolezza e il conseguente controllo del meditatore su tutti gli otto stati. Durante lo stadio di completamento (vedere nota 24) ci si sforza d'ottenere questo controllo. Tecnicamente parlando, un essere completamente illuminato o Buddha una persona che purimanere al livello pifondamentale di coscienza - chiara luce - senza essere costretto a tornare a stati pigrossolani dal karma passato e da oscurazioni mentali (sans. Klesha; tib. nyon-mong). In questa condizione il Buddha puallora emanare direttamente delle forme, senza dover adottare gli stati di coscienza meno evoluti che normalmente danno origine alle manifestazioni fisiche. Le tecniche usate per diventare consapevoli e successivamente controllare gli otto stati di coscienza, comportano la manipolazione con vari mezzi delle dieci arie interne che scorrono nei 72.000 canali psichici (sans. nadi; tib. rtsa) che regolano il sistema nervoso umano. Queste arie formano i supporti fisici

sui quali operano i vari stati di coscienza: Quando vengono convogliate nel canale centrale (tib. u-ma) i diversi livelli di coscienza si manifestano. La liberazione finale verrrealizzata alla conclusione dello stadio di completamento, quando le quattro menti d'apparenza vengono superate e le prime tre non si producono di nuovo. Per coloro che hanno raggiunto un buon livello di capacitin queste pratiche, il momento della morte considerato come una rara opportunit In quel momento non c'bisogno di indurre attraverso la meditazione gli Otto stati di coscienza, poichsi manifestano all'interno della consapevolezza del moribondo ad uno ad uno, mentre vengono privati dei loro supporti fisici. Un yogi avanzato puutilizzare questa situazione rimanendo saldamente nella chiara luce quando albeggia senza farsi spingere in un'altra rinascita e manifestandosi invece in un corpo illusorio.

33 La medicina tibetana riconosce tre gruppi di cinque umori ciascuno che costituiscono il metabolismo di un corpo umano: l'aria, la bile e la flemma. Le cinque arie principali o correnti di energia, si dice siano leggere, forti, fredde ed energetiche; i cinque tipi di bile sono oleosi, acidi e caldi; i cinque tipi di flemma sono freschi, pesanti, delicati e vischiosi.

34 Samantabhadra (tib. Kun-tu-sang-po) letteralmente significa "Buono in tutti i sensi". Qui si riferisce non ad un essere particolare, ma all'entitfondamentale delle mostre menti: la chiara luce.

35 Chandrakirti fu uno dei piautorevoli esponenti della Scuola Prasangika-Madhyamika di Buddhismo Mahayana.

36 Il termine "veritconvenzionale" (sans. samvrtisatya; tib. Kun-dzop-den-pa) si riferisce alla natura relativa dei fenomeni. Secondo la Scuola Prasangika-Madhyamika (descritta nel testo) le cose esistono convenzionalmente come originazioni dipendenti. Vale a dire che nulla esiste in se per s per il suo stesso potere o per sua natura. Piuttosto, le entit coscome le loro parti, sorgono in dipendenza da cause e condizioni.
Quindi a livello relativo, le cose esistono ma, poichmancano d'indipendenza e non sono auto-originate, a livello ultimo sono non esistenti. Ne deriva che la via di mezzo insegnata dal Buddha (dal quale la scuola Madhyamika prende il nome) non cade nnell'estremo dell'esistenza ne della non-esistenza e cosfacendo va aldild'entrambe per riconoscere le due veritcome un'unica entit

37 Dharmata (tib. cho-nyid) un altro termine per la natura ultima dei fenomeni.

38 I costituenti rossi e bianchi (tib. tig-le-mar-po e tig-le-kar-po) sono essenze di materiali sottili, considerate nella pratica tantrica i principali elementi che generano e controllano la forma umana. Tig-le in Tibetano significa goccia (sans. bindu) ed il nome pispesso usato per indicarle. La goccia rossa rappresenta le componenti femminili di una persona e quella bianca quelle maschili. Derivano rispettivamente dalla madre e dal padre di una persona al momento del concepimento, momento in cui formano il primo stadio dello sviluppo del corpo nel grembo materno. Col progressivo sviluppo dell'embrione si separano gradualmente. Nella forma completamente sviluppata del corpo, la goccia rossa si trova sotto l'ombelico, quella bianca sulla sommitdel capo. Al momento della morte la goccia rossa sale lungo il canale centrale, mentre la bianca scende e si uniscono nella regione del cuore (dove risiede la mente primaria). La loro unione segna il collasso dell'ultimo supporto tra coscienza e corpo, e il culmine del processo di morte. A questo punto delle secrezioni usciranno da entrambe le narici indicando che la persona e morta. (In certi casi, possono passare anche tre giorni prima che, questo accada).

39 Concepire erroneamente le cose come esistenti intrinsecamente produce sia i semi karmici per future concezioni errate (sans. Kleshavarana; tib. nyon-drib), oltre a una fondamentale predisposizione o tendenza latente (sans. jeneyavarana; tib. shedrib) in questo senso. Gli effettivi semi o cause di concezioni errate vengono eliminati, insieme alle afflizioni mentali, dalla visione della vacuita livello dell'ottavo stadio del Bodhisattva. Le predisposizioni o latenze, tuttavia non vengono eliminate. Sono queste predisposizioni che danno origine all'apparizione continua d'oggetti inerentemente esistenti sebbene questa effettiva concezione degli oggetti sia stata eliminata . Quindi, la visione della vacuitdeve essere aumentata o rafforzata fino al punto in cui queste predisposizioni vengono sradicate, permettendo la visione simultanea di un oggetto convenzionale e il suo stato ultimo di vacuit Questa visione identica all'onniscenza. l'apparenza d'esistenza concreta (prodotta dalle predisposizioni) che impedisce alla mente di conoscere tutte le cose attraverso lo spazio e il tempo, proprio come un muro non permette di vedere quello che c'dietro. C'un solo metodo per superare la predisposizione a veder le cose come concretamente esistenti: la pratica della compassione (sans. upaya; tib. thab). La motivazione altruistica, insieme alle azioni che da essa derivano, ha il potere di rafforzare la visione della vacuitcosicchgli ostacoli all'onniscenza vengono superati e le due veritconosciute simultaneamente. Per questo motivo, un Arhat Hinayana puaver ottenuto la liberazione (basata su una visione corretta della vacuit dall'esistenza ciclica ma poichnon ha la motivazione d'aiutare gli altri - come quella che possiede un Bodhisattva - non puraggiungere lo stato di Buddha. Tuttavia, i Buddhisti Mahayana sostengono che questi esseri in seguito riconosceranno i loro limiti e cominceranno a esercitarsi a sviluppare una grande compassione.

40 I tre tipi di Arhat (tib. Dra-jomp-pa) o Distruttori del Nemico - coschiamati perchhanno distrutto le oscurazioni che affliggono la mente - sono: 1 ) Shravaka (tib. Nyen-to) o auditore colui che realizza la liberazione unicamente per sstesso; 2) Pratyekabuddha (tib. Ranggyel) o Realizzatore solitario: colui che realizza la liberazione per se stesso e che nella sua ultima vita non fa affidamento su un maestro; 3) Un Buddha (tib. Sang-gye) che raggiunge la completa illuminazione per il bene di tutti gli esseri senzienti. Mentre i primi due gradi possono essere realizzati seguendo i sentieri Hinayana, il grado dello stato di Buddha puessere raggiunto solo praticando il sentiero Mahayana.

41 I mezzi compassionevoli (sans. upaya; tib. thab) e la saggezza (sans. prajna; tib. sherab) sono i due fondamenti della pratica Mahayana. Con l'accumulazione di meriti attraverso azioni altruistiche, si purifica il karma negativo, eliminando cosdirettamente gli ostacoli alla realizzazione della saggezza. D'altra parte, la saggezza o la realizzazione delle due veritsviluppa la compassione con la distruzione dell'attaccamento ad un io non esistente.

42 I tre veicoli o sentieri dell'illuminazione sono: quello dello Shravaka, quello del Pratyekabuddha e quello del Bodhisattva (spesso chiamato Veicolo della Perfezione). I primi due sono Hinayana, l'ultimo Mahayana.

43 Le sei perfezioni (sans. paramita; tib. pa-rol-tu-chin-pa) sono le qualitcaratteristiche
del Mahayana in generale e sono: 1) la generosit(sans. dana; tib. jin-ba) 2) la moralit(sans. shila; tib. tsul-trim); 3) la pazienza (sans. Kshanti; tib. zo-pa); 4) la perseveranza (sans. virya; tib. tson-dru); 5) la meditazione (sans. dhyana; tib. sam-ten); 6) la saggezza (sans. prajna; tib. she-rab). Perfezionando queste sei qualite realizzazioni, un Bodhisattva passa attraverso i cinque sentieri e i dieci stadi che portano allo stato di Buddha.






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