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IL PROFETA DELLA LUNA PIENA
GURU BABA NANAK

di BABA BEDI - maestro del circolo occulto dell'india

La nuova via editrice

Traduzione dal testo originario inglese di Antonio Barosi


Il tempo di vivere secondo un codice scritto o tramandato di leggi etiche, e di accettare come inesorabili le esperienze della storia, sta per finire per l'uomo.
L'intensitdell'angoscia e dell'ansia di coloro che sentono viva l'urgenza di una vita piena e vera, preannuncia l'intensitdorata della felicit
La casa del "s, costruita dalla mente sotto la tirannia delle Tenebre dell'Odio, Paura e Orgoglio che agiscono per limitare l'Essere Umano, stata ormai riconosciuta come una prigione.
Nel presente stadio d'evoluzione, le nuove vitalitdel Sopramentale hanno aperto occhi nuovi che vagamente intravedono gli spazi luminosi al di ldei confini del "s.
l'eterna lotta della Luce contro le Tenebre ed giunto il momento per l'uomo, di schierarsi con la Luce perchattualmente egli possiede tutti i mezzi necessari per riconoscere e vivere la Luce.
Tecniche per raggiungere il Divino, come quelle Yoga o quelle Tantriche, devono avere un'estensione nella nuova era dell'evoluzione. La Nuova Via sta nel riconoscere e nel vivere la luce interiore.
Allora, abbattute le barriere e con l'onniveggente Occhio Divino spalancato, l'Uomo spazio libero, immerso nel Reale. Ogni forma di separazione svanisce, e l'Uno invade il Tutto.
La Luce Divina, totalmente riconosciuta nel "s di Sat Guru Baba Nanak, ha cantato nella voce del grande Maestro, una canzone sola, la Canzone dell'Unit
Ed ai cercatori dell'Uno che questo libro dedicato. Le parole di Luce del grande Sat Guru saranno di conforto e alimenteranno l'intensitdel Coraggio di quelli che abbattono la propria casa per uscire alla ricerca della Verit
B. A.


1. AMORE E LUCE

Due forze, la forza dell'amore e la forza della luce, incarnate nel sfisico di Sat Guru Baba Nanak, agiscono nella dinamica degli insegnamenti del maestro fondatore della fede Sikh.
Per un ricercatore che voglia capire come vivere l'amore e la luce, non vi mai stato un maestro pigrande di Guru Baba Nanak, con la sua unica inimitabile semplicitd'espressione e perfetta maestria nel maneggiare allegorie e parabole. Non meno valido nel suo repertorio fu l'uso dell'ironia e anche del ridicolo allo scopo di rendere i suoi sublimi insegnamenti pipungenti e quindi pifacilmente comprensibili.
Al semplice contadino diede lezione di umiltpuntando col dito un ramo di mango pesantemente carico di frutti, e dicendo: "Vedi fratello come il ramo che porta pifrutti anche il picurvo verso terra".
Al mercante parlnel linguaggio che lui meglio poteva intendere. Cosil Sat Guru diresse l'attenzione del venditore di grano sui due piatti della bilancia, mostrandogli come il piatto pipesante rimanga sospeso piin basso. Al Pandit e al fanatico dimostrattraverso il ridicolo che versare acqua per i morti spargendola verso il sole, come offerta, dava lo stesso risultato del suo atto di prendere acqua dal sacro Har-Ki-Pauri a Hardwar per irrigare i campi del suo villaggio lontanissimo nel Punjab.
Ai mistici e ai maestri spirituali diresse il suo messaggio nel linguaggio d'oro della parabola del Petalo di Rosa. Un giorno il grande Guru arrivin un luogo ove vivevano ritirati mistici Sufi. Saputo dell'arrivo di Baba Nanak il capo dei Sufi gli inviuna coppa colma di latte. Quando la coppa venne presentata al Sat Guru, egli la osserv sorrise e colse un petalo di rosa e lo depose galleggiante sul latte. La coppa venne riportata al Sufi con il messaggio del petalo. Il capo dei Sufi aveva mandato la coppa piena di latte volendo significare:
"O vagabondo della foresta! Questo luogo sovraffollato di maestri spirituali e non vi posto per te qui".
Sat Guru Baba Nanak, ponendo il petalo di rosa sul latte, aveva inviato l'idea che come per il petalo di rosa galleggiante sul latte della ciotola colma anche in quel luogo c'era posto per il maestro dei maestri.
Il capo Sufi comprese la vibrazione e la forza che stava nella finezza del Maestro e corse coi suoi discepoli a rendere omaggio al grande Guru.
Sat Guru Baba Nanak divulgil suo messaggio di Amore e di Luce durante i suoi viaggi in lungo e in largo per l'India e in molti altri paesi. E in ogni luogo parlalle genti. Documenti storici e tradizioni accettate testimoniano i luoghi ove Sat Guru Baba Nanak tenne un colloquio o cantil suo messaggio e Bhai Mardana suonil rubab. Tutti questi insegnamenti, dialoghi, discorsi e Shabads sono registrati.
Ora il problema che affligge l'analitico inquisitore "Quale linguaggio usil grande Sat Guru Baba Nanak per una comunicazione cosuniversale?".
Trascurando i paesi stranieri nei quali Guru Baba Nanak compviaggi, se solo si considera il sub-continente Himalajano come una unitche va dal Tibet a Ceylon e dal Golfo Persico ai confini della Birmania, ci troviamo di fronte al fatto che Sat Guru doveva conversare con gente che parlava pidi duecento lingue e dialetti, inclusi i linguaggi dei Bhils, Adivasis, Gonds e numerosi altri dialetti tribali che erano parlati nel subcontinente Himalajano.
E chi fece l'interprete? Nel cuore di folte foreste, nelle sperdute valli tra montagne gigantesche, nelle baie nascoste delle zone costiere dove poteva trovarsi un interprete di Panjabi, il linguaggio del Sat Guru. E ogni sua parola detta a tutte quelle genti, costituisce una parte dell'Holy Granth Sahib, la sacra scrittura dei Sikh.
Il mistero della perfetta comunicazione puessere risolto solo ammettendo il pistrano degli avvenimenti, e cioche ogni volta che Sat Guru Saba Nanak parlfuori dell'area dei linguaggi Indi e Panjabi, ogni volta venne compiuto un miracolo.
Il miracolo era il fatto che il grande Sat Guru parlava o cantava nella sua lingua: Panjabi, mentre l'uditorio ascoltava ogni parola pronunciata dal grande Sat Guru Baba nel suo linguaggio nativo. Per esempio, se il Sat Guru era attorniato da gente di lingua Telegu, lui parlava e cantava in Panjabi e gli ascoltatori udivano la sua voce come se stesse parlando Telegu.
Il grande Sat Guru Baba Nanak compquesto miracolo sempre segretamente tanto che per cinque secoli nmente di devoto nmente di critico fu penetrata da questa questione. Per la prima volta, per grazia del grande Sat Guru questo mistero viene rivelato.
La spiegazione di questa forma di trasformazione di linguaggio si trova nella vitalitdi vibrazione della forza Occulta che funzionava attraverso la divina volontdel grande Sat Guru, superando ogni barriera di limitazione linguistica.
Era la dinamica della luce che operava allo scopo di disperdere le tenebre dell'ignoranza. Ed era la dinamica dell'amore che condusse il santo piede di Sat Guru Baba Nanak in tutte le aree di deficienza ove i valori andavano in sfacelo e le condizioni di vita erano caotiche.
Sat Guru Baba Nanak fu l'incarnazione dell'Amore e della Luce ed della sua vita, nella ricchezza della sua variet che si parlernelle pagine che seguono.


2. L'ETDEL CAOS

Proiettata contro il grigio sfondo del tempo, quando l'India del quindicesimo secolo appariva come un ammasso di macerie dal quale salivano alte nel cielo nubi del fumo della sofferenza, noi vediamo la figura del grande Sat Guru che venne sulla terra per sollevare il peso delle pene dalle menti e dai cuori della gente dell'India.
L'India a quel tempo presentava lo spettacolo insanguinato di regni e stati condotti alla frusta di conquiste fratricide. I re Lodhi erano costretti alla resa dai rivali Rajputs e Marhattas e per il popolo la pace era come una favola fatata e la morale dell'essere umano aveva toccato il gradino pibasso di degradamento. Disperazione, miserie e distruzione avevano reso il popolo cieco alla veracite pure alla legittimitdei valori etici.
L'oscuritpifitta avviluppava il cuore e l'anima degli abitanti dalle cime dell'Hindukush gifino all'estremo litorale di Land's End.
Questi avvenimenti attorniano la culla del bimbo che nacque a Matta Tripat, figlio di Mehta Kalu Rai. Era l'anno 1469 dell'era cristiana. Era la notte della luna piena del mese di novembre.


3. COS'ALTRO DA IMPARARE

Il bambino che i genitori avevano chiamato Nanak, dopo l'amatissima sorella maggiore Bibi Nanaki, era nel nono anno di etquando venne mandato a scuola.
Il villaggio nativo del giovane Nanak, situato nella fertile campagna del Panjab, era allora conosciuto col nome di Bhoeki Talwandi, oggi col nome di Nankana Sahib, nel Pakistan occidentale. Il villaggio aveva una scuola modesta con un solo maestro, bramino di nascita. Per lui l'insegnamento era un puro atto meccanico che si svolgeva dentro le teste dei suoi giovani scolari.
Come di consueto l'insegnante chiese a Nanak di scrivere l'alfabeto, iniziando dalla lettera A.
Il tempo passava e lo scolaro guardava nel vuoto, sulla lavagna di fronte a lui. Visto che il ragazzino non accennava a muoversi, il maestro gli diede uno scappellotto, e disse: "Cosa stai facendo, con quello sguardo incantato?". Nanak era lontano in quel momento, nelle profonditdella contemplazione. Cosscosso dalla sua profonditdi pensiero, disse: "Non stavo pensando alla A di cui voi parlavate, ma al S. "Cos'questo Sdi cui vai fanfarando!" gridil maestro. "il suono del Creativo", rispose calmamente Nanak.
"Come puoi parlare di creazione e di cose segrete, tu che sei ancora un bambino", disse il dotto maestro. "Perchnessun inizio possibile senza l'eterno suono di creativit. Udendo ciqualche cosa nell'insegnante fu svegliato e in un istante riconobbe lo straordinario calibro del nuovo scolaro. Egli sentcome se i paraocchi dell'ignoranza fossero svaniti dal suo occhio interiore. Coslui stesso divenne lo scolaro di quello che sarebbe divenuto maestro del mondo.
Riconosciuta la Divinitdi questo scolaro, accompagnil giovane Nanak alla casa dei suoi genitori che furono sorpresi dall'improvvisa comparsa del loro figlio accompagnato dal suo maestro. Il padre mosse incontro al maestro cercando di scusarsi per qualche misfatto di suo figlio, che poteva avere reso il maestro tanto furente da indurlo ad accompagnare il ragazzo a casa. Ma il maestro, con tono calmo e riverente, disse:
"Mehta ji, suo figlio non ha bisogno di lezioni. Conosce tutto ciche giusto conoscere. al di ldella mia capacitdi insegnamento". E per la completa costernazione del padre sbalordito, l'insegnante aggiunse: "Voi siete benedetti dalla nascita di un Avatar, una incarnazione di Dio Onnipotente come un vostro figlio".
Queste parole furono interpretate da Mehta Kalu, per colmo di sarcasmo, come un quadro dell'incapacitdel figlio ad imparare. L'insegnante diede enfasi alla serietdella sua osservazione e alla genuinitdella sua espressione e se ne and
L'educazione di Nanak fincosi nel suo primo giorno di scuola, dopo che lui stesso aveva insegnato al suo maestro.


8. SFIDA ALLA TRADIZIONE

Nato in una casa, ove gli antichi costumi dei Kshatryas venivano meticolosamente e devotamente rispettati, la famiglia decise di tenere con pompa la cerimonia che segna il passaggio nell'etdella pubert Ma il sacro filo e la sua investitura provocarono la ribellione nel giovane cuore di Nanak.
Di fronte al fuoco sacrificale e al canto pieno di zelo dei mantra vedici modulato del venerato prete della famiglia Pandit Hardayal, il giovane Nanak inizidelle domande sul significato e lo scopo del filo santificato con Dharmic cerimonie.
Si creconfusione tra i presenti devoti, la cui mente, condizionata dalla multisecolare tradizione, aveva assunto da sempre l'essenzialitdel filo come sacra e come una parte integrale del costume Hindu. Ma il Sat Guru, sebbene giovane, parldella superfluitdi un semplice filo, fragile e sottoposto alla forza di distruzione. Parldella futilitdi un filo di cotone come guardiano della virt "L'impermanenza di ciche perisce - disse - non potrmai essere la guida per l'eterno".
E il Guru nel giovane Nanak uscnella canzone della compassione e coscant
"Non indossare il filo
Filato dal cotone.
Indossa il filo eterno,
Lascia che la compassione
Essenza dell'amore divino
E universale
Sia il cotone.
Dal cotone
Della compassione
Lascia che la contentezza
Fili il filo.
Poi, coi nodi della continenza
Ben stretti
Tessi la trama
Della verit
Indossa questo filo
E vivi nella verit E sii benedetto".
Udendo questa canzone, i presenti si sentirono mossi nelle profonditsegrete del loro cuore.
E nel silenzio piprofondo che segu il giovane Nanak lasciil suo posto presso il fuoco e si allontansopraffatto dall'estasi.
Per i parenti fu un colpo insopportabile e una rivolta che non poteva essere dimenticata. Non sapevano che il futuro teneva in serbo colpi piduri ad opera del grande Sat Guru per gli uomini del mondo, sia che fossero superbi signori di feudi o capi incoronati dalla spada dell'invasore.
Ma per i genitori amaramente delusi, il loro figlio era un fannullone e un buono a nulla.


5. IL COBRA SAPEVA LA VERIT
Girare per la casa con la mente occupata da mille pensieri, era troppo fastidioso per Metha Kalu. Non poteva sopportare la vista del figlio che aveva ormai schierato tra gli sfaticati del villaggio. Ciferiva il suo orgoglio. Fin dall'infanzia di Nanak, Mehta Kalu aveva intensamente desiderato che fosse divenuto un uomo opulento, circondato da folle di ammiratori e schiere di supplicanti. La sua immagine del futuro del figlio, coscaramente allevata nel suo cuore, giaceva distrutta ai primi inizi.
Finalmente un giorno suggeral figlio di andare con le mandrie di vacche del villaggio a pascolare le bestie della famiglia. Con molta sorpresa del padre questa proposta trovil felice e caldo assenso del figlio, dal quale si aspettava una fredda risposta od anche un solenne rifiuto.
Ciche sorprese ancor piMehta Kalu fu che il giovane figlio aggiunse: "Mi sentirei veramente esaltato nel curare il sordo e il muto, essi poveretti non possono nemmeno chiedere cidi cui necessitano". Qui sono i semi della compassione che negli anni a venire giungeranno a fioritura e costituiranno l'alone del divino maestro degli uomini e dispensatore di conforto per i sofferenti e gli afflitti. I giorni passavano e il giovane Sat Guru pascolava con amore il suo bestiame. Un giorno, mentre il branco pascolava, egli passin trance estatica e per ore si perdette nella contemplazione di Lui, l'Uno, l'Unico.
Le bestie libere andarono nel verde prato di un contadino ed ebbero il loro pasto. Per caso, il proprietario del prato invaso giunse sul posto e scosse il ragazzo all'apparenza addormentato e negligente. Parole di fuoco accompagnavano i suoi scatti di rabbia. A tutto ci il giovane Sat Guru rispose con calma: "Amico, il fieno del campo questa volta sarpiabbondante che mai. La felicitdelle bestie ti portercertamente la benedizione della prosperit. Queste parole suonarono all'orecchio del contadino come lo scherzo impudente di un villano. Lasciil ragazzo sul posto e corse alla corte di Rai Bular che era il governatore locale, a chiedere giustizia.
Rai Bular lo ascoltcon pazienza e ordinagli ufficiali di polizia di fare una inchiesta e portare l'offensore alla corte. Arrivato sul luogo del misfatto, l'ufficiale dell'inchiesta non potlocalizzare campi che fossero stati devastati e quindi inizia procedere contro il contadino che aveva denunziato il falso. Il giovane Sat Guru ottenne la grazia per lui e l'ufficiale riportalla corte che tutto andava bene.
In quell'istante giunse alla corte anche il contadino che disse con solennit " O Signore, non venni a raccontarti il falso, ma di certo quel giovane ha fatto un miracolo".
Rai Bular, il Nawab, era lui stesso un uomo di Dio e credette alle parole del contadino, e nel profondo del suo cuore crebbe la certezza che il giovane Nanak era pure un uomo di Dio.
Non molti giorni passarono dopo questo avvenimento e il giovane Guru che era sempre sui pascoli, si stese per dormire un poco. Mentre giaceva disteso, passin trance, contemplando le meravigliose qualite potenze di Dio Onnipotente. Mentre cosstava, il sole giunse a mezzogiorno e il viso del Sat Guru era bruciato dal calore del pieno sole estivo.
Nessun occhio umano poteva scorgere ciche avveniva. Fu il cobra, che istintivamente custodisce i tesori, che sentil Divino nel giovane Guru. Striscipresso la testa del giovane e stese l'ombrello del suo cappuccio proteggendo cosla testa e il viso, su cui aveva visto l'alone di luce celeste.
Proprio in quel momento, il Nawab Rai Bular ritornava da un giro di ispezione e il suo occhio cadde sul miracolo di questa meravigliosa scena.
Quel giorno fece storia, perchd'allora in poi il Nawab in persona comincia fare pressione presso il Sat Guru, dicendo che Nanak era la gloria dell'uomo, come sono gli uomini di Dio.


6. ESSENZA DEL GUADAGNO

Nonostante ciche il Nawab tornava a ripetergli, il padre del Guru, Mehta Kalu, era ancora molto lontano dall'accettare qualche cosa che andasse contro i suoi disegni per suo figlio. E ancor di pidopo aver udito il racconto della sua negligenza nella cura del bestiame. Quella volta le bestie avevano vagato in un campo, ma avrebbero potuto andare nella fitta foresta e sperdersi, arguiva Mehta ji.
Cosda buon padre, decise di permettere al figlio di non occuparsi pidelle mandrie.
Ancora una volta alla mente del padre, che ora sentiva il peso degli anni avanzati, si presentil problema di ciche il figlio avrebbe potuto fare per guadagnare denaro.
Un giorno Mehta Kalu, con gravitparlal figlio della possibilitdi condurre una fattoria su un pezzo di terra che da epoche remote apparteneva alla famiglia. Il padre, come parole di saggio consiglio, aggiunse: "Figlio caro, tu puoi sognare le ricchezze dell'altro mondo e ti puoi sentir spronato ad ottenerle. Ma non dimenticare che coloro che non accumulano ricchezze in questo mondo, rimangono poveri e bisognosi quaggie se ne vanno a mani vuote all'altro mondo. Quindi inizia a condurre la fattoria e diventa prospero. Questo stato di sogno non ti puaiutare a lungo e peggio sarquando io me ne sarandato". Il Sat Guru ascoltpazientemente e con rispetto l'avviso paterno e poi serenamente comincia dire: "Riverito padre, io sto giconducendo una fattoria con diligenza e con devozione, credimi, sto curando la vera coltivazione".
Impazientemente il padre interruppe: "Che genere di fattoria conduci? E comunque, come guadagni?". A ciil giovane Nanak rispose:
"Il mio corpo la fattoria,
E la luce interiore
Il contadino che ara.
Le acque della modestia
Irrigano il campo
Preparandolo a ricevere
I semi del Nome Divino.
Fatto cie sparsa la semente
Livello le ondulate
Zolle e le irregolarit Con il rullo della contentezza
E trebbio il campo del s Con la falce dell'umilt
in questo campo, caro padre,
Che germoglia il fiore dell'amore.
Ben saldo nella certezza della verit Osservano la messe crescere
E guadagno la mia paga giornaliera
In monete d'estasi,
L'essenza della Felicit E la sorgente
Della prosperit Dell'anima".
All'orecchio del padre, fermo ai guadagni mondani, le parole del figlio suonarono come il delirio di uno completamente fuori senno. E le interpretsolamente come le scuse di chi vuole evitare un duro lavoro come richiede il condurre una fattoria. Pensando in questo modo, si fece avanti con un altro suggerimento: "Va bene - disse - se non ti va di coltivar campi, perchnon tenti la vita facile del commerciante. Posso aprire una bottega per te, ti piacerebbe?". Il giovane Guru rispose con un'altra parabola:
Il debole corpo
Il fragile fisico
la bottega.
E nella bottega
Io uso la contemplazione
Come contenitore
E nel contenitore
Accumulo il grano
Del Nome Divino,
La pigenuina delle merci genuine.
Cosla Verit caro Padre
la ricchezza e il mio guadagno viene dalla bottega del S.
Naturalmente il padre non capil significato delle parole e pensdi suggerire che il giovane ragazzo, cosdesideroso di vita all'aria aperta e cosamante degli animali, negoziasse in cavalli.
L'idea del padre fu accolta dal Guru con questa replica:
"Solo colui che alleva
I cavalli della Verit il vero negoziante.
Virte la ricca ricompensa
Per il suo lavoro d'amore.
Cosegli accumula
Le scorte per il cammino
E senza preoccupazioni,
Vive pieno d'incrollabile fede
Che nella dimora del Senza Forma
Dividerla sua beatitudine".
Irritato e completamente costernato dalle omelie del figlio, il padre alla fine espose il desiderio che il figlio si impiegasse in un servizio governativo, che lui con la sua influenza presso il governatore locale poteva facilmente assicurargli. Il Sat Guru rispose solamente:
"Il solo Maestro che io servo
Lui e nessun altro
Legato e macchiato
Da desideri terrestri.
Con la Grazia del Suo nome
Io vivo nella gloria del sottomesso
Al Grande Maestro
Il cui sguardo di favore
Conferisce
Inimmaginabile beatitudine
Come paga
Per averlo servito".
Pronunciando queste parole di luce, il Sat Guru passin uno stato estatico di trance, dimenticando completamente la sua individualit


7. NOMINANDO IL SENZA NOME

Uscito dalla trance, il Sat Guru si ritirnella sua camera e iniziil silenzio. L'ora di pranzo giunse ed egli non voleva mangiare. E questo perchla sua fame era stata saziata dall'intimo ardore dell'estasi e in silenzio veniva inondato da straripanti ondate di gioia.
La cara e riverita madre di Guru Nanak, Motta Tripat sentl'angoscia dell'amore materno. Andnella camera e cercdi convincerlo a prender cibo. E scoprche il suo amatissimo figlio non rifiutava per la collera, ma che era ubriaco dell'estasi dell'Unione.
Allora ella domandcosa egli voleva veramente dire con l'invocazione del nome che ripeteva continuamente. Sentendo l'amorevole serietdella richiesta della madre, il Sat Guru apri suoi occhi e disse:
"Ricordare il Creatore
vivere
E dimenticare lui
morire.
l'invocazione del suo Nome
Che soddisfa
La fame. PerchLui
Che consuma come fuoco,
Tutte le sofferenze mondane
Cui gli esseri umani
Sono soggetti.
Il nome del Grande Onnipotente
innominabile
O madre,
Conoscilo solo come Verit
La sua grandezza puessere vista solo
Con l'occhio dell'anima
La sua Generositinfinita
E fluisce sempre.
O madre
Lui solo
il Creatore
Di tutto ciche accade
Ed esiste".
Poi la madre gli chiese perchsolo gli eruditi Pandit possono conoscerlo. La risposta fu tipica del grande insegnamento del Sat Guru. Egli disse:
"Nessuno,
Che ha avuto una ricca nascita
per questo qualificato
A conoscere Lui.
Nessuno povero
E nessuno ricco nel genere umano.
Lodare Lui
la ricchezza
E chi dimentica Lui
il pipovero tra gli uomini.
Casta o nascita
Non eleva o abbassa l'uomo".
Cosdicendo, il grande Sat Guru entrnella trance della Lode. Fu in questa trance che Sat Guru Baba Nanak nominil senza nome. Il nome che fludalle labbra divine, fu "Wahi Guru".
La parola "Guru" nel vocabolario esoterico, significa "Anima di Luce" in totalit La parola Guru, per se stessa un composto di "Gu" e "Ru".
I Maestri egiziani dell'Occulto, gimolti secoli prima di Cristo, avevano chiamato il sole "Ra". Essi avevano udito con l'orecchio dell'anima il suono della luce, la cui sorgente il sole.
Sat Guru Baba Nanak aveva udito lo stesso suono in modo esoterico e diede cosil reale significato al termine vedico "Guru" che veniva usato molto comunemente e anche insensatamente come un appellativo di rispetto per chiunque. Ma la parola "Guru", nella sua essenza profonda, pusolo essere applicata a un maestro che illumina le menti con luce celestiale, disperdendo l'ignoranza del non conosciuto e non a un qualsiasi maestro di dottrina religiosa o di filosofia.
A questo nome del Creatore "Guru" il Sat Guru aggiunse la parola "Wah" perchnella sua mente illuminata l'associazione era essenziale. Egli realizzche il nome "Guru", il Senza Nome con tutti i suoi attributi, non poteva venire pronunciato senza essere accompagnato da lode e meraviglia. "Wah" la sola parola che la lingua pupronunciare quando il mistico vede con l'occhio dell'anima la grandezza sconvolgente e ispirante meraviglia dell'Onnipotente Creatore di tutto ciche esiste.
Cos"Wahi Guru" il sacro "Sat mantra" che il grande Guru Baba Nanak diede al mondo e all'umanitche adora Dio.
l'invocazione "Wahi Guru", come il Nome del Senza Nome, cosdisse il grande Sat Guru Baba Nanak, che apre le porte pisegrete del cuore per ricevere le infinite ondate di gioia, che secondo la tradizione vedica noi conosciamo come Anand.
La profonda bellezza del sacro "Guru mantra" consiste nell'equilibrio vibrazionale delle due parole "Wahi" e "Guru".
Entrambe queste parole, sono dal punto di vista vibrazionale, esattamente della stessa lunghezza d'onda. La parola "Wahi" invocata immettendo il respiro e la parola "Guru" automaticamente segue espirando.
E il fatto ancor pimeraviglioso che invocando la parola composta "Wahi Guru", la lingua non entra in azione. E il Sacro Nome, senza suono, prosegue, senza sforzo e senza fine, come un ciclo di recitazione. Cos il sacro Nome "Wahiguru", diviene parte del respiro della vita stessa. Attraverso l'esperienza dell'occulto si sa che invocando il Sacro Nome ogni cellula del corpo umano riceve la vitalitdi luce, che denergia a tutto il "s fisico e inviluppa l'essere umano con la brezza celestiale del benessere e della beatitudine interiore.
Il giovane Nanak, che non aveva ancora superato i diciassette anni di et si era meritato il titolo di Profeta della Luce, il solo pari alla sua altezza divina.


8. LA PENA DELLA SEPARAZIONE

Con tutte le manifestazioni della Luce sprizzanti dal cuore illuminato del giovane figlio, il padre ancora non poteva vedere la grandezza della sua divinit
L'abitudine alla contemplazione e la predilezione per il ritiro solitario, vennero interpretati come segni di malattia e il canto del Nome Divino e la Sua Lode furono presi come il delirio di una mente sempre pidisturbata.
Cosvenne chiamato il rinomato medico Hari Das, per guarire il figlio malato. Hari Das arrive comincia sentire il polso. Il giovane Guru gli chiese di guardare all'interno e sentire il polso del profondo "s. Questo invito rese molto perplesso il grande medico. E il Sat Guru aggiunse: "Soffro della pena della Separazione da Lui e questa sofferenza il vero segno di benessere umano e di salute. Per questo - disse il Guru - la sofferenza di per se stessa sia la malattia che la cura". "Che forma di pena " chiese il medico. Il Sat Guru rispose: "La pena della Separazione ti avvolge nella benedizione divina e le ondate di gioia, come un alchimista, trasformano il metallo vile del "s, nell'oro puro della luce interiore". Pieno di stupore il medico ascoltle parole del Sat Guru. I raggi di luce che fluivano dalle parole del Sat Guru, avevano reagito nel suo essere piprofondo e Hari Das sentinteriormente l'ardore dell'illuminazione.
"Vostro figlio il messaggero di Dio. Lasciate ogni preoccupazione per la sua salute" disse il medico ai parenti che aspettavano ansiosi e torna casa sua.
Ora che il dottore aveva assicurato al padre che il figlio godeva ottima salute, egli si preoccupsubito di un impiego redditizio per il figlio. CosMehta Kalu suggeral figlio di guadagnare denaro comperando al mercato della cittvicina la merce meno cara e venderla nei villaggi a prezzo pialto. Il Guru accettsenza protestare, e partcol suo amico d'infanzia Bala che fu poi per tutta la vita il suo compagno di viaggio. Il padre, pieno di speranza, aveva dato con gioia venti rupie come capitale iniziale.
Sul cammino, il Guru e il suo compagno incontrarono un gruppo di Sadhu affamati e senza un soldo. Il Guru pensche niente poteva capitargli di meglio per investire il suo denaro. Cos'altro infatti poteva valere di piagli occhi del grande Creatore e Maestro di ogni cosa, che dar da mangiare a chi afflitto dalla fame? Cosil Guru immediatamente corse al mercato, acquistil miglior cibo e ritornrapido a offrirlo ai Sadhu.
Cosfatto ritorna casa e quando il padre gli chiese che merce aveva comprato e poi venduto e quanto profitto ne aveva ricavato, il Guru con gioia disse: "Ho acquistato i beni delle buone azioni e ho guadagnato il profitto del merito che conferisce la beatitudine. In questo modo ho commerciato in Verit.
Il suo compagno Bala, timoroso dello sdegno Mehta Kalu, narrciche era accaduto.
Il Guru intanto era entrato in trance d'Amore e il padre fumante d'ira potsolo lamentarsi della perdita di denaro e con cuore pesante lasciil figlio solo.


9. LA FAMIGLIA UNA SCUOLA

La sorella maggiore del Sat Guru, Bibi Nanaki era maritata a Dewan Jai Ram, ministro alla corte di Daulat Khan Lodhi, governatore di Sultanpur, nella regione di Doab del Panjab.
Bibi Nanaki un giorno anda visitare i genitori, vide l'angoscia del padre e poichamava molto il caro fratello, propose di prenderlo con se di procurargli un lavoro attraverso l'influenza del marito presso il Governatore.
La famiglia accettdi buon grado l'idea e quasi subito venne deciso il viaggio a Sultanpur. La vigilia della partenza del Guru, Rai Bular, Governatore del luogo, tenne una festa di addio e quando gli ospiti se ne andarono, invitprivatamente il Guru nella sua stanza e piangendo gli chiese di benedirlo con consigli per la sua prosperite il suo successo come governatore.
Le semplici parole del Sat Guru sono memorabili come l'essenza dell'abile e sano uomo di stato. "Servi sinceramente tutti quelli per i quali tu hai la responsabilitdel governo. Aiuta tutti quelli che hanno bisogno. cosche tu servi nel migliore dei modi il Signore di Tutto. Stendi amore e cura sugli afflitti e sui sofferenti e ricorda, caro Nawab, di amministrare sempre la giustizia con misericordia. Un governatore che vive secondo queste leggi, riceversempre forza dalla Grazia dell'Onnipotente".
Cosdicendo il Guru si congeddal Governatore e il giorno dopo iniziil suo viaggio verso Sultanpur Lodhi, oggi una cittadina nel distretto di Kapurthala nel Panjab, che pernel quindicesimo secolo, quando i re Lodhi tenevano il trono di Delhi, era la capitale provinciale e un grande centro culturale.
L'imperatore Moghul Aurangzeb e il suo mistico fratello Dara Shikoh, entrambi nella loro giovinezza vissero a Sultanpur per frequentare i grandi dotti che ivi risiedevano. Oltre a ci Sultanpur in quei giorni era il centro del traffico nel nord, per i viaggiatori e i commercianti tra l'Asia Centrale e l'Hindusthan.
Cosfu per secoli e secoli remoti. Quando gli archeologi scavarono le colline attorno a Sultanpur Lodhi, con loro grande sorpresa trovarono i resti di una grande civilt non meno antica di quella di Mohenio Dario.
Guru Nanak aveva diciassette anni quando giunse a Sultanpur Lodhi. Poco dopo il suo arrivo, Dewan Jai Ram, suo cognato, gli procurun posto come magazziniere.
La diligenza e regolaritcon la quale il giovane Nanak attendeva ai suoi doveri sorprese pure sua sorella che ne fu felicissima. Tanto che molto presto, nel giro di un anno, arrangiil matrimonio del fratello. Una volta sposato, il giovane Guru inizila vita del capo famiglia con le premure di un marito ideale. Amando, comprendendo e sopportando tutte le responsabilitcome un vero uomo, visse nella sua casa con la amata moglie Matta Sulakhani. Negli anni seguenti nacquero due figli. Il maggiore fu Baba Sri Chand che fu destinato a divenire il maestro fondatore della setta Udasee, i cui membri conducono una vita ritirata e senza dimora. Il loro tenore di vita ricorda i "Dervisci erranti" del Medio Oriente. Baba Sri Chand visse fino all'etdi 149 anni, riverito dai re e dal popolo. Il secondo figlio fu Baba Lakhmi Chand che condusse la vita del capo famiglia e che coscontinula sacra linea dei discendenti di sangue del Guru, i riveriti Bedi.
Cosper un periodo di tre anni, Guru Nanak visse la vita devota di un responsabile capo famiglia e di un produttivo membro della societ
Vista nella prospettiva della missione della sua vita e alla luce del suo insegnamento, questa fu, nella sua essenza, una dimostrazione alla gente e ai suoi parenti, che non era per inabilito per carenza delle qualitnecessarie per condurre con successo la vita del capo famiglia che lui prendeva la via di Dio, e che la sua non era un'attitudine per sfuggire le difficoltdella vita e i suoi problemi di sopravvivenza, ma che era un impulso dato dalla realizzazione interiore della grandezza della sua missione come messaggero dell'Onnipotente di valori nuovi. Questa era la dinamica del suo speciale modo di vivere che stava per adottare, come un vagabondo maestro dell'umanit Per tre anni, il grande Guru continula sua vita come un felice uomo di famiglia e lavorcome ufficiale del Sultanato dei Lodhi.
Aveva venti anni quando scoppiuna terribile carestia e il Governatore di Sultanpur ordinla vendita del grano dei magazzini dello stato. Il Guru era il custode dei granai e cosdivenne suo compito sovrintendere la vendita del grano a coloro che erano nel bisogno.
La vendita prosegue tutti coloro che arrivavano, ripartivano con la quantitdi cui abbisognavano. E non venivano tenuti conti nregistrazioni.
Spesso avveniva che contando il numero delle sure che venivano date ad ognuno, quando il conto raggiungeva il numero tredici, che nel linguaggio Panjabi "tera", il Guru entrava nella trance del servizio. La parola "tera" significa "tredici" e anche "tuoi". E il senso della parola "tuoi" inteso come "che appartiene a Lui nel servizio", faceva andare il Sat Guru in trance.
Chi c'era a tenere i conti, quando nell'estasi gioiosa di donare in Suo nome, il custode dei granai era molto lontano dai conti? La voce degli informatori comincia circolare e al Nawab venne riferito che i granai venivano spogliati e che nessuno teneva i conti. E poichil pigiovane degli ufficiali dei granai era il cognato di un ministro di corte, nessuno osava imporre una registrazione.
Udito ci Sultan Khan Lodhi ordinun controllo. Il Guru rimase quieto come se la cosa non gli concernesse. Quando il gruppo dell'inchiesta arriv egli si alze senza una parola si allontan
I granai furono aperti e la sorpresa mozzil fiato a tutti perchtutte le celle erano piene fino al soffitto. E quando aprirono le casseforti, anche queste vennero trovate piene di denaro. Ma, allontanandosi dalla stanza, Guru Nanak si era allontanato dalla vita mondana.
Le sue parole, che annunciavano al cognato Dewan Jai Ram la sua decisione, affermano in sostanza che una fase della sua vita si era conclusa. "Io lascio la vita di capo famiglia, perchla mia prima missione terminata" disse Sat Guru Baba Nanak. "Ora, dopo aver vissuto la vita di capo famiglia, posso partire ad insegnare nel mondo degli uomini che hanno una famiglia, come essi possono vivere da veri esseri umani e come essi possono, conducendo una vita normale domestica, conoscere Dio ed essere devoti nella vita di ogni giorno come padri, madri, figli e figlie".


10. LE FURIE DELL'ETDELLA SOFFERENZA

Lasciata la vita domestica, Sat Guru Baba Nanak era sulla soglia del futuro. Giunto sulle rive del fiume Bayen, che circonda Sultanpur Lodhi, il Sat Guru passnella trance di Stupore.
In trance gli apparvero tutte le Furie dell'etdella sofferenza, le vitalitche infliggono terrore e che inducono la paura nel cuore degli uomini. Ma poichtutte le calamitnaturali che apparivano nella loro orrenda ferocit non riuscirono a scomporre il Sat Guru in contemplazione, tutte fuggirono via nel nulla. Cossvanirono le Furie di Kalyiug, sconfitte nella loro opera di terrorizzare il Maestro.
Al loro posto, giunsero tutte le tentazioni. Tutti gli allettamenti della bellezza, della salute e del potere, tutti i godimenti terreni apparvero innanzi al grande Sat Guru per sedurlo, ma tutti furono respinti. Quando ormai pinulla era rimasto, ultima Furia apparve, nella sua trance, l'abbagliante corona dell'impero di tutto il mondo, come prezzo per rinunciare e ritornare alla vita mondana. Il grande Guru disperse l'illusione con parole d'oro, parlando senza voce e disse:
"Che importa
Essere il sovrano del mondo
Con potenti armate
Seduto su un trono ingioiellato?
O Furie dell'etdella Sofferenza
Continuate nel vostro cammino
Di ingannare l'ignorante
Che non ha Lui
Presente nel cuore".
E alla fine giunsero i poteri miracolosi che si offrirono al suo comando, e sarebbe stato cosil pigrande tra gli esseri umani, per tutto il tempo della sua vita.
All'offerta dei poteri miracolosi, il Sat Guru parlcon la voce del Maestro quale era:
"Svanite, tutti voi
E scegliete come vostro terreno do battaglia
I cuori dei folli
Che non hanno
L'Onnipotente
Nei loro cuori".
Cos con parole infiammate di luce, le parole di Mara vennero disperse dal Maestro dell'Arte Divina.
Avendo cossuperato tutte le barriere che le forze negative agenti nella creazione innalzano sul cammino delle forze positive del creativo, per deviare dallo scopo quelli tra gli uomini che sono dedicati e farli deviare dalla via che l'idealismo addita, Sat Guru Baba Nanak passnella trance di Lode.
Per tre giorni e tre notti rimase nell'estasi della trance divina.


11. NUOVA LUCE SU JAP JI SAHIB

Dopo tre giorni di comunione con l'Altissimo Signore, Sat Guru uscdalla trance. Aprgli occhi e guardla grandezza della Creazione di Colui col quale aveva passato i lunghi giorni di estasi. Dal grande cuore del Maestro sgorgla Lode, che come un fiume cosfluisce:
JAP
"Ek
Onkar
Satnam
Kartapurkha
Nirbhau
Nirvair
Akal moorat
Ajooni
Seh bhang
Gur Prasad
JAP
Aad sach,
Jugaad sach
Hae bhi sach
Nanak
Hosi bhi sach".
Queste parole, pronunciate dal Sat Guru Baba Nanak, costituiscono il Sacro "Mool Mandra" il fondamentale inno della Lode Divina.
Consideriamo l'altezza e la profonditdella Lode dell'Onnipotente e sentiamo la vitalitdi vibrazione che in ogni sua sillaba prende forma. L'inno di Lode in realtinizia con la parola Jap e non subito con Ek. Prendendo il sacro testo del "Mool Mantra", lo tradurremo parola per parola, concetto per concetto.
Jap - Inizia con la parola di comando al "S interiore, "jap" il comando di lodare l'Onnipotente. CosJap significa Loda!
Ek - E lodare chi? Lodare l'Ek, l'Uno.
Onkar - Dopo aver definito l'Onnipotente come l'Uno, l'occhio interiore dell'anima del Sat Guru, pronuncia gli attributi dell'Uno e il punto d'inizio della creazione appare davanti al suo occhio Divino. E con linguaggio ispirato dalla meraviglia dell'adorazione, il Sat Guru pronuncila parola Onkar che significa che Lui, l'Uno la sorgente dalla quale scaturisce il "Suono Creativo".
Questo suono creativo conosciuto nella dottrina vedica come "Aum", che deve essere pronunciato picome "Aung". Se la parola "Aum" pronunciata nasalmente, allora verrebbe a suonare come il Sat Guru la usava nell'attributo Onkar.
Satnam - Qui segue la concezione di ciche il suono creativo annuncia come il nome delle sue sorgenti e questo nome Sat. La parola Sat, nel contesto, significa che Lui, l'Uno l'"Essenza della Realt, e cosla totalitdi Verit
Karta Purkha - Dalla concezione di Lui, come totalitdi Verit un'altra onda di Lode fluisce dalla Divina Coscienza del Sat Guru e il "Sat" visto come "Karta Purkha". Ciodalla totalitdi Verit fluisce l'attributo di Dio onnipotente come "Karta Purkha", creatore della Totalitnon solo della Creazione, ma la Totalitdi tutto ciche costituisce l'Esistenza e anche di tutto ciche si estende oltre i confini dell'Esistenza, tutti i domini della Non-Esistenza. L'occhio interiore di Sat Guru Baba Nanak che percepiva la Totalit vide il "Karta Purkha" sul trono del Suo regno che include l'Esistenza nelle sue due dimensioni di Infinito ed Eternit e non-Esistenza, la regione del sonno di tutte le vitalitdel creativo, prima di divenire attive e compiere il Divino comando "Kun", che significa "Create", per entrare nell'arena dell'attivitcreativa.
Nirbhau - Il grande Sat Guru aveva toccato il vertice dell'Estasi e tutta la sua coscienza interiore era divenuta luce totale completa, una luce cosrisplendente che abbagliava pidi mille soli. Da quell'altezza celestiale, la coscienza del Sat Guru proiettil raggio di ricerca a scoprire altri attributi del "Karta Purkha" e la parola che segufu Nirbhau.
Quando la luce attraversa un prisma, si divide ed appare lo spettro di sette colori. Cos quando la totalitdi Verit il Reale, si divide nei suoi componenti come attributi, appare lo spettro delle qualitcomponenti. Cosquando il grande Sat Guru guardlo spettro di Verit la prima qualitnello spettro apparve come Nirbhau. La parola Nirbhau, stranamente, e stata del tutto incompresa in ogni interpretazione precedente. Tutti gli scolastici hanno tradotto la parola "Nirbhau" come "senza paura". Confondendo cosla classica parola sanscrita "Nirbhau" con la comune parole "Nibhae" che significa appunto "senza paura".
La parola "Nirbhau" nel contesto nel quale l'onnisciente Sat Guru Baba Nanak la us significa "senza un inizio e senza una fine", e coincide con il significato del sanscrito classico. Cosla parola "Nirbhau" deve essere intesa e interpretata come attributo del "Karta Purkha" che "Nirbhau" ciol'Uno con "Un inizio senza inizio e una fine senza fine".
L'interpretazione dell'attributo "Nirbhau" confermata anche esotericamente. Guardando la "paura" come uno degli attributi delle tenebre, quindi una qualitdell'uomo fragile a pavido, gli occhi dell'Occulta percezione vedono per essa un solo colore che nero carbone, ciola incarnazione delle tenebre pifitte. E qual la definizione di tenebre? Solo una, assenza di luce.
Ora, l'intero profondo significato ci sta innanzi svelato. la luce che disperde le tenebre e il senso comune riconosce che le tenebre non possono penetrare la luce. Sat Guru Baba Nanak nel momento della sua Estasi di Lode Divina, quando pronunciil "Mool Mantra", era l'incarnazione della "Luce Totale". Quindi, anche il concetto di paura, che ha il colore delle tenebre, non poteva penetrare l'area di luce e nemmeno sfiorare la sua coscienza totalmente illuminata, coseloquente nel definire gli attributi del "Karta Purkha".
Nirvair - Lo stesso errore nell'intendere e quindi nell'interpretare stato commesso con l'attributo "Nirvair" che stato tradotto nel significato di "senza odio". Esotericamente sappiamo che il colore della vitalitdell'odio, visto attraverso la visione Occulta, il pinero dei neri e cosil concetto dell'odio non poteva accostare la coscienza totalmente illuminata del grande Sat Guru.
Esaminato nel contesto della logica, l'attributo "Nirvair" un derivato dell'attributo "Nirbhau".
Guardando all'Uno, "Karta Purkha", che "senza un Inizio e senza una Fine", l'occhio di Lode del Sat Guru vide la Sua grandezza come l'Uno che non ha opposti. Ogni cosa nella creazione ha un opposto e la coppia di opposti, non solo la legge della logica, ma anche il fondamentale elemento nel campo magnetico della creazione e di ogni oggetto che stato creato.
Percil'essere "senza un opposto" e l'essere indipendenti dalla legge della "coppia di opposti", un attributo che appartiene solo a Lui, l'Uno e il solo Uno, senza un opposto.
Cosla parola "Nirvair", non sta per "senza odio", ma significa "senza un opposto" ciosenza rivali.
Akal Moorat - L'attributo che segue, nello spettro degli attributi di Dio Onnipotente, Akal Moorat che definisce la "fine senza fine" di "Karta Purkha" come incarnazione dell'eternit
Ajooni - L'Uno, che fluisce senza fine ed l'incarnazione dell'eternit e anche Ajooni che significa: libero dal ciclo di nascita e morte, che il destino comandato di tutti gli esseri. CosLui visto come "l'Uno libero dal ciclo di essere e non essere".
Sehbang - L'Uno, con tutta la grandezza dei suoi attributi, non poteva essere creato da qualcun altro che non fosse Lui stesso e cosla parola "Sehbhang" completa la serie degli attributi dell'Onnipotente.
E la vibrazione della parola "Sehbhang", con la sua risonanza della "Totalitdel Suono senza Suono" porta l'Estasi di Lode Divina al culmine della trance nella quale il grande e glorioso Sat Guru pronunciil sacro "Mool Mantra".
Sat Guru Prasad - Da questo momento in poi, il Sat Guru passnella trance di stupore. E la domanda che improvvisamente attraversla sua coscienza, fu: "Come puun essere umano, conoscere per sempre Lui, l'Uno che al di ldi ogni sapere?".
E con la "Voce della Luce", dal suo "s completamente illuminato, giunse la risposta "Guru Prasad" a significare che come il Guru dil Prasad, la benedizione della conoscenza al "chela", colui che cerca e che si pone ai suoi piedi, cosfa Dio Onnipotente attraverso la Sua Grazia, e concede il favore di farsi conoscere al cercatore che alla Sua porta.
Dopo aver pronunciato le parole "Guru Prasad", il grande Sat Guru passdalla trance di Stupore, nell'Estasi della Realizzazione.
Jap - Una volta ancora il comando "Jap". il comando di lodare il Signore alla luce dei Suoi attributi che fanno seguito. Questa seconda parte del sacro "Mool Mantra" fluisce dall'Estasi di Realizzazione del Sat Guru. Ciche segue costituisce l'essenza della Realizzazione che per rivelazione scende a colui che cerca. E questa realizzazione, affermil Sat Guru, la conoscenza di Lui come "Aad Sach". Ma prima, ancora una volta, il Sat Guru pronunciil comando Jap. Questo comando per tutti coloro che cercano il Reale. Il suo profondo significato che il grande Sat Guru sapeva che non tutti hanno la capacitdi lodare il Signore in modo completo, perchnon possono sentire le vibrazioni celestiali dello spettro degli attributi in tutte le loro delicate sfumature emotive. Ma sapeva che lodare Lui, come il Reale, era possibile a tutti. Cosla parola Jap, in questo contesto, diretta a tutti, che possono infatti adorare Lui attraverso un concetto.
Aad Sach - Qui la parola "Aad" deve essere intesa nel senso di "prima della nascita del tempo" e non proprio "inizio del tempo", come comunemente interpretata.
Jugaad Sach - Dopo "Aad Sach", segue "Jugaad Sach". con la parola "Jugaad" che il Senso del Tempo entra nella dimensione temporale; la parola "Jugaad" significa "dalla nascita del Tempo".
Hae Bhi Sach - Poi il Sat Guru guardintorno e con tutta l'enfasi del comando, la sua voce Divina pronunci"Hae Bhi Sach". Il cuore dell'enfasi sta nella parola di affermazione "Bhi". Questa parola l'espressione di sfida del Sat Guru alle tenebre che prevalevano nel mondo, tenebre uscite dall'Etdelle Furie, forze buie, esuberanti nel seminare distruzione nelle menti e nei cuori degli uomini.
Cos come Messaggero di Luce e Guardiano del Bene, il Sat Guru affermcon autoritDivina che nonostante le tenebre, Lui rimane il Reale, "Hae Bhi Sach".
Nanak Hosi Bhi Sach - Il Profeta dell'eta venire, quale fu il grande Sat Guru, parlcon voce Divina anche del futuro. Nanak Hosi Bhi Sach: "Nanak dice, o futuro qualunque cosa tu tenga nel mistero delle oscure etche verranno, per gli esseri creati, Lui sarsempre e per sempre la Verit. Cosil testo del sacro "Mool Mantra", alla luce della nuova interpretazione, suona:
Ek - L'Uno
Onkar - Genitore del Suono creativo
Sat Nam - Veritil Tuo nome
Karta Purkha - Creatore dell'Esistenza e Signore della Non-Esistenza
Nirbhau - Con un inizio senza inizio e una fine senza fine
Nirvair - Senza un opposto
Akal Moorat - Incarnazione dell'Immortalit Ajooni - Libero dal ciclo di nascita e morte
Sehbhang - Manifestato da Se Stesso
Gur Prasad - Si rivela per Grazia di Se Stesso
Jap - Loda l'Uno!
Aad Sach - Dall'inizio senza inizio Veritil Tuo nome
Jugaad Sach - Dall'inizio del Tempo Veritil Tuo nome
Hae Bhi Sach - Anche oggi Veritil Tuo nome
Nanak - Nanak dice
Hosi Bhi Sach - Anche alla fine senza fine del tempo Veritsaril Tuo nome
Jap Ji Sahib - Per intendere il profondo significato di "Jap Ji Sahib", deve essere chiaramente capito che questa una "Lode Divina" e non una preghiera come la maggior parte degli interpretatori la chiamano, dandole il nome di "La preghiera Sikh".
Una preghiera, anche se altruista, ha sempre un contenuto di richiesta. Il sacro "Jap Ji Sahib" non la "preghiera Sikh", ma la pipura "ustaat", Lode di Dio Onnipotente alla luce dei suoi attributi.
Un altro punto deve essere chiarito. Con la parola Jap, i denominativi "Ji" e "Sahib" non sono solo onorifici, allo scopo di pronunciare la parola "Jap" con dovuto rispetto. molto di pidi questo.
"Jap Ji Sahib" un comando composto. il comando della Luce interiore alla "coscienza del cuore".
In questo contesto, "Jap" significa "Loda", "Ji" vuol dire "cuore", e "Sahib" "Signore", e quindi "Jap Ji Sahib" "Loda il Signore, o mio cuore".


12. NELLA DIMORA DELL'UNITA'

Dopo aver cosdato al mondo il primo articolo di fede, il Sat Guru lascila riva del Bayeen e si incamminverso un piccolo cimitero lvicino.
Tutto ciangoscila famiglia oltre i limiti della sopportazione e Dewah Jai Ram chiamun prete mussulmano, un Mullah, per aver consiglio. Era convinto che il Guru fosse uscito di senno oppure che fosse impossessato da un demonio.
Il Mullah arrival cimitero e il Sat Guru lo accolse con un gioioso sorriso. Prima che avesse il tempo di aprir bocca, il Mullah udl'uomo folle che lui era venuto a curare, cantare la canzone del Sottomesso:
"Strano il mondo degli uomini
Cossciocche sono le loro vie.
Colui nel cui cuore
Dimora l'amore Divino
Gli uomini del mondo
Lo chiamano posseduto dagli spiriti.
Colui che si sottomesso
Al Bene Divino,
Il cui "s si arreso,
Gli uomini del mondo
Lo chiamano folle".
Udendo ci il Mullah, con voce sorpresa, disse: "Caro uomo, tu parli come un sapiente Pandit e al tempo stesso ti comporti come un idiota". Il Sat Guru rispose: "Chi osa chiamare folle una persona che intossicata di Dio e che considera se stesso meno di un grano di polvere, se non l'ignorante?". Poi il Mullah comincia chiedere perchavesse abbandonato la sua casa e tra tutti i luoghi ove stare, avesse scelto il cimitero.
"Per servire l'umanit disse il Sat Guru e aggiunse: "Tutti sono uguali, non vi sono Hindu e Musulmani. Tutti appartengono a Lui e alla fine tutti devono approdare al cimitero che la dimora dell'Unit Ma la sola differenza che gli uomini del mondo vengono al cimitero a piangere e a lamentarsi oppure vi arrivano portati sulle spalle di altri uomini, mentre io vengo qui felice, camminando coi miei piedi".
Cosil Mullah disse a Dewan Jai Ram che il Guru era perfettamente sano, ma rimaneva irremovibile sul cammino da lui scelto di servire l'umanit
Tutti furono costernati dall'insuccesso del prete musulmano, e la sorella del Guru, Bibi Nanaki, si recdi persona a persuadere il fratello, con la forza del suo amore. Con voce colma delle pene dell'angoscia, chiese al Sat Guru perchavesse abbandonato la famiglia che aveva tanto bisogno di lui, e che lo amava cosintensamente. "Carissima sorella, l'umanitintera la mia famiglia, ed essi hanno maggior bisogno di me. Servendo loro servo anche la mia famiglia".
E cosfinirono gli sforzi della famiglia per richiamare quello che si era perso in Dio e che apparteneva a tutte le Sue creature.


13. CITAZIONE PER L'ERETICO

"Non vi sono nHindu nMusulmani, dice il Fakir di nome Nanak, che sta nel cimitero divulgando eresie". Cosil Mullah si lamentpresso il Nawab.
Il Nawab che prestava fede alle parole del prete, diede ordine di andare e portare il Fakir alla sua presenza. Il capo di polizia arrival cimitero e chiese al Guru di accompagnarlo alla corte, poichil Nawab lo aveva mandato a chiamare. "Vuole me?, perch E in ogni caso perchdovrei andare io? Ora io servo Lui, non piil Nawab" disse il Sat Guru. L'ufficiale era un uomo timorato di Dio e immediatamente riconobbe la voce severa degli uomini di Dio, quando sono mossi da santa ira. Mutcompletamente le sue maniere e disse: "Maharaj, il Nawab vi prega di venire, perchdesidera essere illuminato". "Allora - disse il Sat Guru - verrcertamente, come vado in qualunque luogo ove vi sia qualcuno che cerca la Luce Divina. Vi andrgioioso, non importa quanto lontano. Perchcosfacendo, io servo Lui".
E il Sat Guru giunse alla Corte del Nawab Lodhi. Il Nawab era un uomo pio e si ricordava del miracolo quando i granai vennero trovati pieni e le casse colme di denaro, anche se tutto il grano era stato distribuito ai bisognosi.
Quando il Sat Guru arriv venne fatto sedere per reverenza accanto al Nawab. Cinaturalmente rese furente il Mullah.
Dopo un poco il Nawab affrontmolto garbatamente la questione e disse: "Desidero essere illuminato, perchresto molto perplesso quando voi dite che non vi sono nHindu nMusulmani. Per quanto riguarda gli Hindu, voi siete piinformato di me, ma come potete dire che non esistono Musulmani? Qui il Mullah, il nostro riverito prete, e me stesso, tutti noi crediamo nel Santo Corano e nel Santo Profeta; noi, non siamo Musulmani?".
"Caro e amatissimo Nawab Sahib - disse il Sat Guru - essere un vero Musulmano comporta un lavoro molto difficile".
"Perch Ma cosa dite!" nervosamente e con tono irritato, il Mullah si introdusse. Il Sat Guru in risposta al Mullah, cantcos
"Solo la fermezza della fede
Fa un vero Musulmano.
E i suoi atti sono conformi
Ai comandi dei Santi Profeti.
Puro di cuore
Alieno dall'avidit Emancipato dall'orgoglio
Senza paura nella vita
E sempre pronto ad affrontare la morte
Sottomesso alla volontDivina
Liberato dalla dominazione del "s
Pieno di compassione per tutti gli esseri.
Solo chi ha queste qualit Puessere un vero Musulmano".
A ciil Mullah mutdi maniere e d'argomento, e chiese al Sat Guru: "Bene, allora ditemi qual il vostro credo?".
"Non sono nun Hindu nun Musulmano, io appartengo solo al Suo credo. Per me tutte le religioni sono Sue" disse il Sat Guru.
"Se civero - disse il Mullah, con tono di sfida, pensando di poter cosi scoprire il "bluff" del Fakiro - l'ora della preghiera vicina, se voi non avete religione perchnon vi unite a noi e tutti insieme andiamo alla moschea?".
"Puessere chiamato religioso, giustamente e con pieno diritto, solo chi venera e vive alla luce dei comandi divini portati sulla terra da tutti i Profeti. Per me tutte le religioni sono Sue. Con gioia, io verrnella moschea per le preghiere, con voi tutti".


14. NELLA MOSCHEA PER LE PREGHIERE

L'eccitazione si impadrondella cittdi Sultanpur quando si sparse la notizia, come il fuoco si sparge in una boscaglia secca, che Nanak, il cognato del ministro di Corte Dewan Jai Ram, stava recandosi con il Nawab e il suo seguito alla moschea. Si pensava che fosse stato convertito all'Islam.
Una gran folla si affretta raggiungere la moschea: Hindu mossi dal dolore e dalla collera e Musulmani giubilanti nei loro cuori, si accalcarono attorno alla moschea aspettando la notizia. La tensione della drammatica situazione pervaderl'aria.
Tutti si disposero nell'attitudine della preghiera e il Sat Guru stava al loro fianco. Il Nawab e il Mullah s'inchinarono a terra e tornarono nella posizione eretta e cosdi nuovo, ma il Sat Guru rimase in piedi e silenzioso.
Mentre dicevano le preghiere, sia il Nawab che il Mullah osservavano attentamente il comportamento del Fakir e fremevano d'ira perchli stava beffando in quella maniera. Quando la preghiera fu terminata, il Mullah guardfurente il Sat Guru e smaniando chiese: "Come osi fare scherzi simili durante le nostre preghiere? Tu, un eretico!". Tutto calmo, il Sat Guru chiese, rispondendo al Mullah: "Cosa sono le vostre preghiere? Forse che inginocchiarsi e poi tornare dritti, costituisce la vostra preghiera!".
Rosso d'ira, il Mullah tuon "Vuoi dire che non stavo recitando il sacro testo del Namaz?".
"No" disse il Sat Guru con dolcezza. "Voi, Mullah Sahib, eravate molto lontano anche dalla moschea. Il vostro pensiero stato per tutto il tempo alla vostra giumenta che sta nello spazio retrostante la vostra casa e vi chiedevate se oggi partorirun puledro maschio o una femmina". E il Sat Guru tacque.
Prima che il Mullah potesse proferir parola, il Nawab chiese: "E nei miei riguardi: perchnon vi siete unito a me?".
"Nawab Sahib, anche voi eravate molto lontano. Voi stavate in Kandhar e vi preoccupavate di cosa stanno facendo coi vostri soldi, gli agenti che avete spedito in Afghanistan a comprare cavalli".
Stupefatto dalla conoscenza del Sat Guru delle cose segrete del suo cuore, il Nawab onestamente confessche ciche il Sat Guru aveva detto era vero. Anche il Mullah, sommerso dalla vergogna dovette accettare ciche il Sat Guru aveva detto di lui. Lo sbigottimento afferrle menti e i cuori di tutti, nella moschea e fuori la moschea. Prima di andarsene il Sat Guru recitla canzone:
"L'amore sia la tua moschea
O Musulmano,
E la fede il tuo tappeto da preghiera.
Vivi dell'onesto guadagno
Alla luce del santo Corano.
La modestia sia la circoncisione,
E Veritla luce
Sul cammino della vita.
Le buone azioni
Siano la tua religione
E il Suo nome
Il tuo rosario.
Solo vivendo in questo modo
Tu vivi
Come un vero Musulmano,
O Musulmano".
Dopo aver terminato la canzone, il Sat Guru parlalla gente affollata intorno, e disse:
"Ricordatevi, miei cari, solo colui i cui atti sono conformi alle parole della sua preghiera, testimone della sua religione e non ha importanza a quale fede o credo egli appartiene. Ecco perchnon esistono Hindu e Musulmani. E tutti appartengono alla Sua religione". Cosebbe fine la visita alla moschea.
Questa fu l'ultima delle grandi manifestazioni della Divinitdel Sat Guru a Sultanpur Lodhi.
Da questo momento inizila sua vita di viaggi e insegnamenti in India e all'estero.


15. IL MANDOLINO DI BHAI MARDANA

Il Sat Guru disse addio alla sua casa e alla vita mondana e attraversil Bayeen sulle cui rive aveva dato al mondo la canzone immortale di Lode Divina, il sacro "Jap Ji Sahib".
Dopo aver camminato per poche miglia, chiese a Bhai Mardana, bardo di nascita, di suonare il mandolino.
"Ma - disse Mardana con voce stridula per la sorpresa - io non ho un mandolino".
"Bene - disse il Sat Guru - procedi verso nord e incontrerai qualcuno che ti darun rubab".
"Ma - insistMardana - io non conosco nessuno nel nord".
"Non importa - disse il Sat Guru. - Se fai semplicemente quello che ti dico, andrai e l'avrai". Obbedendo il Sat Guru, il fedele Bhai Mardana iniziil suo cammino verso il nord, con passo piuttosto diffidente.
Aveva percorso solo una breve distanza, quando vide un uomo molto vecchio venire per il sentiero, la schiena curvata dal peso degli anni. Ma la sua barba bianca appariva come l'alone attorno al viso di un santo e il viso del vecchio era proprio l'immagine della bellezza mascolina.
"Cosa fate qui?" chiese il vecchio guardando Mardana col suo sguardo fuori dal mondo.
"Sto cercando uno che mi deve aspettare" rispose Mardana.
"E per cosa?" chiese l'ottuagenario.
"Deve darmi un rubab".
Il vecchio ebbe un sorriso d'intesa e molto dolcemente disse: "Ah, ti ha mandato Nanak Nirankari".
Oltremodo sorpreso, Mardana disse: "S proprio cos.
La voce del vecchio tremava di devozione, quando disse: "Ti prego di portare i miei umilissimi rispetti a Nanak Nirankari e poi riferisci, o Mardana, che questo vecchio servo, di etpassate e di molte nascite prima della presente, Parenda di nome, ti ha consegnato ciche gli venne lasciato in custodia tanto tempo fa, secoli addietro".
Cosdicendo, non si sa da dove, apparve un vecchio bellissimo rubab che la vecchia anima devota posnelle mani di Bhai Mardana. E prima che Mardana avesse il tempo di ringraziarlo per il dono, il vecchio svan
Tutto confuso dal pistrano degli eventi, Bhai Mardana ritornsui suoi passi per giungere all'augusta presenza del Sat Guru. Vistolo arrivare col rubab, il Sat Guru gli chiese di suonare.
"Ma io non so suonare il rubab" disse Mardana.
"Poni i tuoi polpastrelli sulle corde del rubab e muovili continuamente, non hai niente altro da fare" ordinil Divino Maestro. Bhai Mardana fece come gli era stato detto e una musica celestiale comincia fluire dal rubab.
Questo fenomeno pusembrare incredibile a quelli che non conoscono la natura delle vitalitesoteriche e come esse funzionano. Ma oggi, dopo la "discesa del Supramentale", un termine che il grande Sri Aurobindo usper indicare la forza Psichica e il suo divenire funzionante nel mondo, questo avvenimento presto perfettamente svelato.
Dopo tutto cos'altro il fenomeno di "scrittura automatica" e cos'altro la natura dell'arte astratta nel contesto del mondo nuovo e delle nuove forze della natura che sempre pisi stanno manifestando? la forza Psichica, come una vitalitdell'Invisibile, che fornisce la dinamica e muove la penna nella scrittura automatica, pipropriamente nominata "Scrittura psichica". ancora la forza Psichica che dmovimento e contenuto al pennello del pittore che psichico. Entrambi questi fenomeni hanno luogo ovunque, in ogni momento, come avvenimenti autentici.
Con la sua Grazia il Grande Guru aveva conferito a Bhai Mardana la capacitdi suonare in modo psichico.


16. LATTE E SANGUE

La sosta seguente fu a Saidabad, oggi conosciuta col nome di Abenabad. Il Sat Guru stette con un umilissimo falegname chiamato Bhai Lalu, che per accogliere il Guru stese il tappeto del suo cuore. Egli ricevette il vecchio amico di una nascita passata, con amore e reverenza.
Malik Bhago, il governatore della provincia di Amenabad, che era sotto il rapace governo dell'autoritafghana, la sera stessa dell'arrivo del Sat Guru, teneva una festa regale e tutti i preti Sadhu e i poveri della zona venivano sfamati dalle cucine del Governatore. Avendo udito che un uomo di Dio era arrivato, il Governatore spedun messaggero per invitarlo. L'invito venne rifiutato dal Sat Guru che disse preferiva l'ospitalitdel suo povero ospite.
Questa risposta venne interpretata dal governatore Malik Bhago, come un modo educato per dire che il Sadhu non voleva mangiare in una casa "fuori casta".
Il messaggero venne spedito di nuovo con la certa assicurazione che se c'erano motivi di casta, si sarebbe provveduto separatamente per il riverito Sadhu.
A questa generosa offerta, il Sat Guru rispose: "Non ho pregiudizi di casta e non ho bisogno di un posto specialmente santificato per mangiare il mio cibo, come i Bramini. Per me ogni grano di terra e ogni essere creato da Lui puro e sacro. Ma alla casa di Malik io non manger.
Ricevuta questa Malik Bhago si infurie in stato d'ira s'avvio verso la casa di Bhai Lalu.
Quando vi giunse, guardcon astio il Sat Guru e disse: "Cosa vi impedisce di mangiare il cibo che vi offro?".
"Se veramente volete saperlo, per favore mandate a prendere il cibo nella vostra casa" disse il Sat Guru.
Piuttosto sorpreso da una richiesta cosstrana, Malik ordindi portare il cibo. Quando arrivil vassoio pieno di cibo scelto, il Sat Guru chiese al suo umile ospite, Bhai Lalu, di portare il suo pranzo. Egli torncon due nude fette di pane secco.
Allora il Sat Guru con una mano prese dal vassoio ricolmo una pagnotta e con l'altra un pane dall'offerta di Bhai Lalu. E tenendo cosun pane per mano, il grande Sat Guru li strinse entrambi nel pugno. Con la meraviglia di tutti, dal pane di Bhai Lalu sprizzlatte e da quello di Malik Bhago goccioldel sangue.
Con voce soave, il Sat Guru disse: "Ora sapete perchnon potevo mangiare il vostro cibo. In esso c'il sangue del povero. E vi prego di osservare che la dolcezza del lavoro onesto dell'umile, che produce latte".
La notizia fece il giro della citte come moscerini attirati dalla luce, molte genti giunsero. Il Sat Guru cantil suo messaggio per loro:
"Ciche con diritto appartiene
Ad un altro
Non venga toccato;
Come gli Hindu non toccano carne di vacca
E i Musulmani non toccano carne di porco.
Sappiate, o uomini
Di tutte le fedi e religioni,
Il frutto dell'ingiustizia
sofferenza e dolore.
Solo il giusto agire
E il vivere onesto
Costruiscono il cammino di una vita felice".


17. LA VERA VIA

Stavano attraversando una fitta boscaglia, quando Bhai Mardana disse: "Maharaj, perchevitiamo sempre le citte i paesi? Parlo cosperchsono mezzo morto di fame e laggic'una citt ma noi la costeggiamo alla larga senza entrare".
Il Sat Guru sorrise e rispose: "Mardana, le cittsono la tana del peccato. L'aria inquinata dai vizi che attaccano gli uomini e li lanciano alla gola del fratello". Poi aggiunse molto comprensivo: "Per la tua fame, ti do un pezzo di carta. Mostralo alla gente in citte chi capiril significato sarcolui che ti darcibo".
Sul foglio era scritta una domanda: "Cosa reale e cosa falso?". Mardana arrivnel centro della cittmostrando il foglio a molta gente. Ma leggendo la domanda, tutti davano uno sguardo a Mardana e ghignavano beffardamente. Bhai Mardana cominciava a sentire i primi crampi di fame nel suo stomaco vuoto.
Alla fine egli mostril biglietto a un fornaio in un minuscolo negozio di una strada secondaria. L'uomo considerla domanda e, fattosi serio, scrisse la risposta: "La vita e irreale e la morte la realt. Poi offrcibo a Mardana. E quando questi fu ben sazio, il fornaio lo pregdi portarlo alla presenza della persona che aveva scritto la domanda. "Nanak Nirankari, il Guru l'autore e io sono felicissimo di condurti da lui" disse Mardana molto gentilmente.
Arrivato nel folto del bosco, il fornaio vide il Sat Guru e si sentsollevato dalla sola Presenza.
"Mostrami la vera via, o Maestro dei Maestri" disse umilmente il fornaio.
"Cercare la via, mio caro - disse il Sat Guru - e Dio Onnipotente conferisce luce quando c'la costanza di cercare, come un mendicante alla Sua porta".
Le vibrazioni di queste parole di Luce pronunciate dal Sat Guru mandarono il fornaio, che cercava, in uno stato d'estasi. Quando, dopo qualche tempo, uscdall'estasi di realizzazione, chiese al Sat Guru il permesso di rimanere in sua compagnia per qualche giorno.
Mentre stava con il Sat Guru, dopo pochi giorni, disse: "O Guru, Maharaj, voi avete risvegliato in me l'unico desiderio di servire Dio e cercare. Non mi interessa piessere nel mondo. Tutto ciche desidero rinunciare al mondo e divenire Fakir".
"Buon uomo - disse il Sat Guru - conosci la vera via e via e vivi secondo essa".
"Qual la vera via, Maharaj?" chiese in tutta umiltil fornaio.
"La vera via - rispose il grande Sat Guru - e di essere nel mondo e al tempo stesso esserne fuori".
"Come e possibile questo?" chiese il fornaio che voleva conoscere.
"Vivi in modo completo la vita di famiglia e non sfuggire alcuna responsabilit Tutto ciche ti accade nel corso dell'eseguimento di tutti i tuoi doveri, come pena e sofferenza, accoglilo come ordinato dal grande Fattore di Tutto".
"Allora perch Maharaj, costanti rinunziano al mondo?" chiese il fornaio piuttosto sorpreso.
"Buon uomo - disse il Sat Guru - il maggior numero di quelli che lasciano il mondo in cerca di Lui sono solo dei fuggitivi. Di fronte alle serie richieste di una vita buona e onesta e alla fatica di sopportare le responsabilitdi una famiglia e di amici, sono presi da sconforto e paura troppo forti per loro. E, caro buon uomo - aggiunse il grande Sat Guru, parlando con voce di freddo giudizio - io non li chiamo, questi che si ritirano, dei cercatori, ma piuttosto dei paurosi".
"La vera via, o tu che cerchi, vivere nel mondo, battagliando giorno per giorno contro le forze delle tenebre. questa battaglia, combattuta in modo incessante e consapevole contro il male e le sue tentazioni, che purifica la mente e con calma e certezza ti elevi nella forza della Luce Interiore".
"Lucida lo specchio del cuore con il lino delle buone azioni e con la seta dello sforzo, mentre stai affrontando le tue responsabilit Cos- continuil Sat Guru - tu vivrai come un vero cercatore e diverrai un vero essere umano vivente. Questa la via, mio carissimo".
A questo punto, il Sat Guru si smarrnella Lode Divina e cantil sacro "Mool Mantra" del "Jap Ji Sahib".
Poi, uscito dall'estasi, il Sat Guru volle che il discepolo recitasse il sacro "Mool Mantra" con lui. Il Sat Guru recitava e il fornaio lo seguiva pronunciando parola per parola. Alla fine gli venne spiegato lo scopo del conoscere la sacra Lode Divina.
"Le vibrazioni di questa Lode di Lui, hanno la vitalitdi far emergere il meglio dell'essere umano e danno all'uomo la forza di attribuire ogni cosa a Lui e di agire sempre in Suo nome, qualsiasi cosa egli faccia vivendo nel mondo. Vivendo nel mondo a questo modo e attribuendo ogni atto al comando divino, uno comincia a vivere nel mondo e al tempo stesso fuori di esso".
Il fornaio, illuminato con la conoscenza della vera via, torna casa per vivere la vera via, servendo Dio e gli uomini, come un saggio capo di famiglia.


18. NEL COVO DEL BANDITO

Gli spostamenti del Sat Guru continuarono giorno per giorno, anno per anno. La direzione era determinata dagli impulsi di luce. In qualsiasi luogo il Sat Guru sentiva, con la sua visione Divina, estendersi l'area della negativite della deficienza dei valori umani per effetto delle forze del Male, in quella direzione i santi piedi del Sat Guru trovavano il cammino da percorrere.
Una volta, sul far della sera, il Sat Guru e i suoi due inseparabili compagni sulla via della luce, Bhai Bala e Bhai Mardana, vennero con ogni riguardo invitati da un uomo, dal bell'aspetto, con un giallo segno di zafferano sulla fronte che gli dava l'apparenza di un devoto e ortodosso Hindu e portava un verde rosario musulmano al collo.
"Rimani, o nobile signore, nella mia umile casa e benedicimi con la tua santa presenza" disse l'uomo il cui nome era Sajjan, che vuol dire "un vero amico", ma che in realtera un bandito assassino senza cuore.
"Volentieri, mio caro, saremo tuoi ospiti, anche se solitamente non amiamo stare sotto il tetto di nessuno. Noi preferiamo l'azzurra volta del cielo e stiamo sempre nella foresta" disse il Sat Guru, accettando con calore l'invito del bandito. Mentre il Sat Guru parlava, col suo occhio profondo aveva visto chi in veritera l'ospite e nei suoi occhi luminosi ebbe uno scintillio scherzoso.
Sajjan era felice del suo successo nell'ingannare cosastutamente quegli ingenui, che ora erano intrappolati nella sua tana d'assassino e non avrebbero mai pivisto il sorgere del sole.
Dopo che ciascuno ebbe preso posto, il Sat Guru chiese a Mardana di suonare il rubab e una musica celestiale sgorgdal mandolino. Sajjan, assetato di sangue, si raccoglieva in devozione, pretendendo di essere un pio ascoltatore. Subito dopo il Sat Guru comincia cantare:
"Lo splendore e il lustro
Del bronzo
Cambiano in nero col solo
Strofinio della mano
E cosnero che nemmeno
Cento lavaggi lo tolgono.
Cosper gli amici,
I veri, quelli chiamati "sajjan"
Sono quelli che nell'ora del bisogno
Rimangono veri.
L'albero sacro
Nel cortile della casa,
Un luogo per riposare
Per il viandante stanco,
Tutto attraente all'apparenza esterna
Ma al di sotto la sostanza meschina.
La pasta di zafferano sulla fronte
E un rosario passato
Attorno al collo,
Chi puingannare
Questa apparenza contraffatta,
O vero amico, o Sajjan!
A che servono
Case decorate e dipinte,
Esse sono destinate a scomparire.
Uomini vestiti di bianco
Come aironi
Tranquilli sul lago torbido,
Aspettano la preda
Nei luoghi ove l'affaticato
Si reca per trovare ristoro
E nei templi santi
Ove i disperati del mondo
E quelli travolti dal dolore, vanno
In cerca di pace
E dove il devoto di cuore
Va come cercatore, pieno d'adorazione.
Questi uomini violano
La fiducia
E rovinano l'umanit
Essi non sono dei Sajjan,
Ma sono come
La pianta di Seemal
I cui coloratissimi fiori
Con l'incanto della loro bellezza
Attraggono gli uccelli affamati.
Ma l'albero di Seemal, cosbello
Non dfrutti
Ma solo fiori.
Cos o Sajjan, l'uccello
Ingannato, bisognoso
Di riempire lo stomaco vuoto
Vola via amareggiato.
Come l'albero di Seemal
Sono gli esseri umani
Senza virt E questi uomini
O Sajjan,
Si caricano pesantemente
Di peccati
Inconsapevoli del lungo e triste
Cammino della vita
E della morte
Al termine del viaggio.
Schiacciati dal carico
Dei peccati perpetrati
Che impedisce di vedere,
Essi devono salire
Perchil cammino a gradini
O Sajjan!
Indulgere nelle capacite nelle abilit Rende solo pidura
La strada da fare, o Sajjan!
Nanak dice, ricordati
L'Onnipotente,
Creatore di tutti gli esseri
Creatore del paradiso e dell'inferno
E liberati
Dalla prigione del "s".
Le parole della canzone del Sat Guru forarono le tenebre che avvolgevano la coscienza del bandito, come raggi di luce e lo illuminarono tutto internamente.
Quando il Sat Guru findi cantare, con lacrime di rimorso e pentimento che gli scorrevano sul viso, Sajjan cadde ai piedi santi del Sat Guru e con la voce che gli tremava per la commiserazione di s confessi suoi peccati e chiese la grazia del Perdono del Sat Guru e termincon la supplica: "O Redentore dei pibestemmiatori tra gli uomini! O Maestro di VeritDivina! Salvami con la Grazia del tuo Insegnamento e io fedelmente ubbidiril tuo comando per il resto della mia vita".
"Il Fattore di Tutto, l'Onnipotente Creatore anche tutto misericordioso - disse il Sat Guru. - Sii un mendicante del perdono alla Sua augusta porta. E mio caro! o Sajjan, il pentimento la ciotola del mendicante per ricevere l'offerta del perdono Divino".
"Vero pentimento - spiegil Sat Guru - significa pentirsi per le cattive azioni e non solo pregare di essere perdonato!".
Perci come primo passo verso il reale pentimento, il Sat Guru diede istruzione a Sajjan di rintracciare tutti quelli che lui aveva spogliato dei beni o che aveva ferito e riparare al mal fatto. Per quelli che aveva ammazzato, doveva andare dai parenti, cadere ai loro piedi e chiedere perdono.
Dissipate cosle tenebre delle male azioni, Sajjan devotamente e sinceramente, con lacrime di gioiosa accettazione, promise di fare il Pellegrinaggio del pentimento.
Dopo avergli mutato il profondo del cuore, il Sat Guru gli insegnil sacro "Mool Mantra" della Lode Divina, il "Jap Ji Sahib". "Recitandolo - disse il Sat Guru - resterai sempre alla presenza dell'Onnipotente e cossarai esaltato dal sentimento di profonda benedizione".
Sajjan ubbidal comando del Sat Guru e divenne pellegrino alla ricerca del perdono. E ad ogni sua meta, venne accolto con insulti, fu maltrattato e anche battuto ma Sajjan sopporttutto umilmente. Egli affronttutte queste traversie con il sacro "Mool Mantra" sempre sulle labbra.
Come segno della sua fedelte reverenza piena di adorazione per il Sat Guru, Sajjan costruun Dharamsala, un tempio con alloggi e cucina. Fu il primissimo monumento costruito da uno che fu sottratto dai tentacoli di una vita senza valore e che divenne Sikh, e sorse dal riconoscimento della Grazia del Guru come Salvatore. Fu il primissimo Sikh Gurdwara dove venne iniziata la recitazione del sacro testo del "Jap Ji Sahib".
Questo Gurdwara divenne un magnete per miriadi di persone che vennero per cercare illuminazione e pace interiore e per i viaggiatori affaticati procuril sollievo del ristoro.
E cosSajjan comincia vivere come il suo nome significava e progredsempre sul cammino della luce.


19. DA ETERNITA ETERNIT
Per anni, il viaggio per diffondere la luce portil Sat Guru nei villaggi pilontani e sulle piremote cime di montagne.
Un giorno, improvvisamente, il Sat Guru annunci
"Devo tornare subito al mio villaggio natio. Il mio amico mi vuole".
Rai Bular, il Governatore che aveva fatto amicizia con Sat Guru Baba Nanak, quando egli era ancora un ragazzo, al tempo della disperazione di suo padre, cosattaccato all'influenza mondana, quel caro amico era sul punto di passare all'altro mondo. E cos disse il Sat Guru, egli doveva giungere in tempo per essere al suo fianco per portarlo attraverso lo Stige che il confine tra questo mondo e il grande Al di L
Arrivato a Talwandi Bhoeki, il Sat Guru si diresse direttamente alla residenza del morente Rai Bular. Vedendo il Sat Guru, Rai Bular, sopraffatto dalla sua Divina Presenza, disse solamente: "O santa persona, il mio corpo non mi permette di inchinarmi davanti a te. cosdebole ora. Ma il mio cuore tutto ai tuoi piedi".
Il Sat Guru, col suo benedicente sorriso, disse: "Carissimo amico, stato il messaggio del tuo cuore che arrivato a me, cossono venuto". Cosdicendo, il grande Sat Guru pose la sua mano Divina sul capo di Rai Bular e pace interiore discese su di lui. Nell'estasi di quella pace, Rai Bular chiuse i suoi occhi e passnei regni dell'Al di L
Compiuta la sua missione, il Sat Guru visitcon la devozione di un vero figlio i riveriti genitori e prima del cadere delle tenebre chiese congedo.
Avevano appena ripreso il viaggio verso l'ignoto e Bhai Mardana, con l'intimitpropria dell'amicizia, disse al Sat Guru: "Sei strano, Maharaj, hai fatto tutta quella strada per un amico che sta per morire e quando e morto non hai versato una sola lacrima!".
"Ascolta, brav'uomo - rispose il Sat Guru. - Quelli che sanno che la morte solo la soglia di una nuova nascita, come possono piangere sulla morte?". E aggiunse: "Caro amico, sappi che non esiste una cosa come la morte. Niente muore. Solo una continua trasformazione governa la vita".
Puntando col dito la cima dell'albero sotto cui sedevano, il Sat Guru disse: "Guarda Mardana, come le foglie dell'albero cadono leggere a terra, eppure l'albero in primavera avrnuove foglie. Come questo albero, cosl'albero della vita e le sue foglie passano attraverso il ciclo di nascita e trasformazione, ciodalla morte, come la chiamano, a una nuova nascita".
"Cosmio caro, procede il gioco degli dei e cossi svolge il Dramma di creazione e trasformazione della eternitsenza fine".
Gli insegnamenti del Sat Guru circa la natura della vita e della morte scaturiscono da quella veritche la scienza non stata capace di intendere come il mistero dell'Essere. Alla base di ogni cosa esistente c'il flusso vitale di energia.
Cos alla luce della scienza moderna, dov'la morte? Cosa senza vita in tutta la creazione? Nulla. Anche quando "polvere ritornerpolvere" cos'che costituisce la base del grano di polvere a prima vista inanimato? Niente altro che energia nella sua forma finale. E il grano di polvere vivo come un essere umano. E non meno viva la pietra. Ciche il grande Sat Guru disse della trasformazione la veritfinale della natura dell'esistenza e dell'ininterrotto e infinito ciclo di nascita e morte. Cosfluisce il corso della vita da "Eternita Eternit, come stato detto dal grande Sat Guru.


20. FONDAZIONE DELLA CITTDI DIO

Finalmente il Sat Guru sentinternamente che era giunto il tempo di interrompere i suoi viaggi che lo avevano portato a percorrere tutto il Nord dell'India.
Nel cuore del Panjab scorre il fiume Ravi. Fu sulle rive di questo fiume che il Sat Guru scelse un luogo per sostare, ritornando alla vita di famiglia. Fu il modo pigrande per illustrare che anche lui, un messaggero di luce, non era al di sopra di ciche predicava agli altri uomini, della famiglia come la forma migliore di vita.
Il Sat Guru prese posto in una piccola radura e comincia ricevere i devoti. Ma il terreno che aveva occupato era proprietdi un ricco banchiere, di nome Seth Karoria. Venuto a sapere che un Sadhu era sulla sua terra, Seth si imporpord'ira e ordinche gli venisse portato il cavallo perchvoleva andare per scacciare all'istante quell'intruso.
Era appena uscito dal recinto della casa, quando il cavallo ebbe uno scarto ed egli cadde. Troppo ignorante per capire la profonda ragione della sua caduta, saldi nuovo a cavallo e aveva fatto solo pochi metri quando improvvisamente perdette la vista. Tranne il buio non poteva vedere altro.
"strano come io possa vedere, eppure non vedo e tutto ciche vedo solamente il buio" disse il banchiere.
Con lui vi era un uomo che aveva sentito parlare del grande Sat Guru. E ora che il ricco signore era di umore ragionevolmente umile per potergli parlare, l'uomo gli raccontdella divinitdel grande Sat Guru.
Umiliato dalle due esperienze precedenti, il milionario cammina piedi fino alla radura della sua terra dove stava il Sat Guru. Quando arriv bagni piedi del grande Sat Guru con lacrime di pentimento. Con voce piena di devozione, disse: "O grande Maestro, come queste lacrime di pentimento sparse ai vostri piedi, io pongo ai vostri piedi tutta la mia terra. Beneditemi, o vero Maestro, con la grazia di accettare la mia umile offerta".
"Tutta la terra appartiene a Dio, caro buon uomo - rispose il Sat Guru - e al lavoro di Dio state dedicando questa terra, cosi deve avere il nome di Kartarpure, la dimora di Dio".
La "Cittdi Dio" cominciad essere edificata da gente che veniva da tutte le parti per ricevere la benedizione dei comandi divini dal Sat Guru e facendo ciascuno la sua umile parte, un bellissimo Gurdwara, Sede della Lode Divina e luogo per il Sat Guru per tenere riunioni di insegnamento, prendeva forma. Attorno vennero costruiti i quartieri per il Sat Guru e gli alloggi per i cercatori di luce e per quelli che venivano a chiedere un po' di felicitnelle loro vite buie.
Attorno a questo nucleo, sorse il prospero villaggio di Kartarpur. Dopo che il villaggio era divenuto un vero alveare di attivit il Sat Guru chiamla sua famiglia e anche Mata Sulakhani e i due figli arrivarono. Cosi, con moglie e figli, la famiglia era al completo. E con i suoi due figli Baba Sri Chand e Baba Lakmi Chan, il Sat Guru fedele al ruolo di capo famiglia, inizia condurre una fattoria e procurare cibo per sfamare i suoi familiari. E il Sat Guru cominciad arare la terra con le sue braccia.
Stupefatti di ciche accadeva, i devoti che gli erano pivicini, gli dissero: "Percharate la terra da voi, o Maestro dei Maestri?". Serenamente il Sat Guru disse loro: "Cari miei, solo il lavoro del proprio sudore produce onesto sostentamento. Perciil solo modo onesto di vivere come capo famiglia di produrre il cibo con le proprie mani".
La famiglia viveva dei prodotti della fattoria e ciche era in abbondanza andava a ristorare i visitatori nelle cucine che erano in funzione giorno e notte.
Ogni giorno gente da tutte le parti del Nord dove il Sat Guru aveva viaggiato disperdendo le tenebre dalle menti e dalle vite della gente col suo messaggio di luce, veniva in gran numero. Una volta, un gruppo di persone arrivdalla provincia di Sindh, come pellegrini alla Santa dimora del Sat Guru a Kartarpur. Camminando sulle rive del fiume, chiesero a un contadino che stava arando il suo campo: "Ci puoi dire, fratello, dove vive il grande Maestro?". "Con piacere", disse il contadino e li accompagnal Gordwara. Quando vi arrivarono li invita sedere nella Sangat Hall e disse: "Aspettate qui, vado ad informare Guru Maharaj, cosvi daril suo Darshan". Qualche istante dopo, il Sat Guru entr E lo stupore dei pellegrini fu senza limiti quando videro che il grande Sat Guru altro non era che il contadino all'aratro che cosprontamente e umilmente aveva fatto loro da guida.
A loro il Sat Guru insegncon l'esempio che la vera grandezza sta nell'umilte lo splendore di vita di un capo famiglia sta nella fatica onesta. E un uomo esaltato alla sublime presenza dell'Onnipotente solo quando si carica di tutte le responsabilitche la vita con tutte le sue esigenze porta agli uomini di Dio. E gli uomini di Dio vivono negli ambienti mondani partecipando alle gioie e ai dolori di coloro che li circondano. Vivendo in questo modo essi raggiungono la perfezione e si qualificano per essere benedetti con la liberazione dal legame della sofferenza e raggiungono la vera beatitudine. Mentre stava a Sri Kartarpur, il Sat Guru aveva l'abitudine di passare parte del suo tempo sull'altra riva del fiume Rawi. C'era un bel boschetto di manghi e lil grande Sat Guru raccoglieva la gente per la Riunione. Poco dopo anche in quel luogo venne costruito un Gurdwara. E attorno al Gurdwara comincia sorgere un altro villaggio, che venne chiamato Dera Baba Nanak.
L'idea del grande Sat Guru di avere due luoghi per le Riunioni, particolarmente quando la distanza tra essi non era superiore alla larghezza del fiume Rawi, non venne mai indagata e anche il Sat Guru non diede spiegazioni di questo fatto.
Ma la storia ha rivelato il fatto pistrano, con la dinamica degli avvenimenti. Quando nel 1947, la libertgiungeva nel sub-continente sub-Himalayano, Pakistan e India divennero due indipendenti stati sovrani e la linea di confine che divise i due stati corse esattamente tra i due centri del Sat Guru, Shri Kartarpur nella parte del Pakistan e Dera Baba Nanak nella parte indiana.
La visione del futuro del grande Sat Guru lo aveva esortato ad appartenere ad entrambi. Infatti senza distinzioni, il Sat Guru visse per gli Hindu e per i Musulmani e indivisibilmente appartiene all'India e al Pakistan anche se la partizione ha separato i due.


21. NELLE VIE DI LAHORE

"Oppressione velenosa nell'aria, soffocando lo spirito di quelli che vivono in questa cittdel peccato". Cosdisse il Sat Guru mentre passava nelle vie di Lahore, all'inizio della seconda parte dei suoi viaggi di luce. E coscorre la Canzone di Lahore:
"Sul trono
Siede il Triste Peccato
Aviditil ministro delle Finanze
Menzogna comanda l'Armata Reale
E sono vizio e ingordigia che giudicano
Il buono e il cattivo.
Il popolo avvolto dalle tenebre dell'ignoranza
Intrappolato nella rete
Dell'oppressione,
inerte.
Imprigionati nelle catene dei desideri
E desiderando esaudirli
Si derubano l'un l'altro.
I preti dimentichi dei loro veri doveri
Indossano maschere d'adorazione
Danzano falsi riti agli dei,
I tamburi delle preghiere
Che essi battono
Sono ora tamburi di guerra e di lotta.
Con mantra di inganni
Deludono il ricco
E il povero
E ammassano ricchezze
Ingannatori e dissipatori
Dal primo all'ultimo.
* * *
Anche quelli
che compiono buone azioni
Lo fanno col desiderio di ricchi compensi
Nel nome della Salvezza
Cosdesiderando una ricompensa
Commerciando con le buone azioni
Non usufruiscono del merito
E vengono derubati dei frutti di fare il bene.
* * *
E quelli intenti
A servire Dio
E seguaci della vera via
I cercatori e i Servi di Dio
Sono inviluppati nell'ignoranza.
Questi uomini
Scelgono di abbandonare il mondo
E cosfuggono via
Dal campo della vita.
* * *
Come possono i fuggitivi
Essere degli eroi!
Come pula Grazia di
Dio Onnipotente
Benedire i rinnegati della vita
E del mondo dell'umanit
Ognuno pretende di essere perfetto
Nella sua maniera di vivere
E di comprendere le vie
Del Grande Fattore.
L'Onnipotente Elargitore
Della beatitudine di Luce
E Pace interiore
Gili prova sulla pietra di paragone della Verit E dal primo all'ultimo
Saranno senza dubbio trovati
Contraffatti".
Cosil Sat Guru cantquando fu fuori dalle porte della cittdelle bassezze umane, quale era Lahore alla fine del quindicesimo secolo.


22. IL VERO DIGIUNO

Attraversando un villaggio, poco distante da Lahore, il Sat Guru si fermdavanti a un tempio. All'interno si suonavano le campane e si soffiavano le conchiglie. Il profumo degli incensi pervadeva l'aria galleggiando col fumo che si innalzava dal legno di sandalo bruciante, con fiamme pivivide ogni volta che coppe di puro ghee venivano versate sul fuoco.
Il Sat Guru s'arresta guardare la folla di gente che entrava e usciva dal tempio.
Uno, tra la folla, con aria inquisitoria, s'avvicinal Sat Guru e chiese: "Perchrestate fuori? Entrate ad adorare la divinit. Il Sat Guru rispose col suo caratteristico sorriso di gentilezza: "Buon uomo, adori qualche volta il Dio che sta in te?" e poi eruppe nella canzone della Vera Adorazione:
"O uomini, dal cuore
Pronto all'adorazione
Lodate il Nome
Di Lui.
Chiamatelo Rama
Chiamatelo Krishna
Ma adorate Lui
Che vive di dentro
E cosadorerete in modo vero.
* * *
Con Lui che tutto pervade
E che vive di dentro,
Come posso io, Nanak
Adorare quelli
Che la gente
Adora come dei
Nei templi,
Io vedo
E sento l'Uno di dentro
E non conosco
Altri che l'Uno
E il solo Uno".
Poi il Sat Guru s'arrestsolo per chiedere al suo pio inquisitore: "Buon uomo, venite in questo tempio ogni giorno per il culto?". "No - rispose l'uomo. - Sono venuto oggi. Non sapete che oggi il giorno del sacro Ekadshi in cui si digiuna? Non digiunate voi oggi?" aggiunse in tono di sorpresa.
Il Sat Guru rispose con una canzone:
"Gli uomini sono tratti in inganno
E perdono la visione
Del Reale.
Non una visita al tempio
Non un mazzo di fiori
Posto ai piedi della divinit Che rendono un uomo
Veramente religioso
E il digiuno non procura
Il merito della beatitudine.
* * *
Il vero digiuno Quando voi saziate la fame
Di quelli nel bisogno,
Ispirati dalla compassione
E spinti dal riconoscimento
Di Unit Di tutti gli esseri creati.
* * *
Vero digiuno Quando l'uomo si astiene
Da ciche la preoccupazione di se stessi
Domanda.
Vero digiuno Quando l'uomo alimenta
Il sprofondo con l'Amore
Per tutte le Sue creature.
* * *
Il digiuno vero,
Uomini di buona volont E di virtuosi intenti,
Non solo astenersi
Dal mangiare e dal bere
Ma rinunciare veramente
Ai frutti delle buone azioni
E cosagire
In modo Buono e Vero
Avendo rinunciato al desiderio del merito.
* * *
Digiunando in questo modo vero
Gli uomini che sono buoni e religiosi
Si dispongono alla preghiera
Lodando l'Onnipotente Signore
E ascoltando la musica celestiale del Suo nome
Che emana e risuona
Per tutto il profondo "s.
* * *
Digiunando e pregando in questo modo
O buono e caro uomo,
L'uomo adora Lui
Che risiede nel tempio del Cuore.
Per gli uomini che cospregano e digiunano
Dove il Sipario
Che la morte ha il potere
Di chiudere?
O buono e caro uomo,
Sono uomini simili
Che vivono nell'immortalit Bagnati nella luce dell'eterna Beatitudine".


23. "QUESTO TUTTO CICHE SI DEVE SAPERE, CARO SHEIKH"

Il Sat Guru si incamminpoi verso Pak Pattan, una piccola cittsantificata per aver ospitato il grande Hazrat Sheikh-ul-Alam Baba Fareed Gunj Shakar.
Qui viveva, a quel tempo, un santo uomo di nome Sheikh Behram e i due si incontrarono e comunicarono tra loro come tra uomini di Dio.
Arrivando per incontrare il Sat Guru, lo Sheikh lo salutcon la formula musulmana "Assalaam Alaikam" che significa "Pace sia in te" e il Sat Guru ricambicon le parole: "Io saluto l'Uno e l'Indescrivibile in te". Meravigliato da questa affermazione della Sua unit proclamata da uno che sembrava un Sadhu, lo Sheikh espresse la sua sincera sorpresa al monoteismo di un non-Musulmano.
"C'solo un Dio e percic'una sola via, questo e ciche vuoi dire" disse Sheikh Behram. "Cimi appare veramente misterioso perchsia i Musulmani che gli Hindu affermano che le loro vie sono opposte e completamente differenti".
"Coloro che pensano in termine di separazione, mio caro Sheikh, non conoscono Dio" e il Sat Guru aggiunse: "Quelli che conoscono Lui, vedono in Lui l'Uno e il solo Uno e proclamano la Sua Unite la Sua Unitcon ogni cosa nella Creazione e anche oltre questa".
Udendo ciSheikh Behram, che era un uomo che adorava Dio, fu mosso nel piprofondo del suo cuore e disse: "Io sono benedetto di certo, alla sola vista di te" e continu "Conducimi piprossimo alla luce dell'Onnipotente. Sono pronto ad abbandonare con gioia anche l'ultimo pezzo di stoffa che ho sul mio corpo, per amor Suo".
Il Sat Guru sorrise e disse: "Sempre riverito Sheikh, gettare i vestiti, fare penitenze, sottoporsi ai rigori della rinuncia e rifiutare la vita come un asceta, non sono essenziali. Un cuore puro, pieno di intensa devozione e una moschea che l'Onnipotente Creatore di Tutto, fa sua dimora".
Il Sat Guru continue disse: "Le altre forme di adorazione sono futili trappole per il cercatore della vista di Lui. la Grazia interiore del desiderio che agisce come magnete e attrae con forza l'Onnipotente fino a farlo apparire davanti all'occhio del cercatore. Spogliarsi degli indumenti non necessario, ciche occorre veramente rimuovere le impuritdel cuore".
"Lucida lo specchio del cuore con la cera della devozione e guarda, o Sheikh, il viso del grande Amato in quello specchio".
"E per essere pronto ad incontrare il Signore, adornati con l'ornamento della compassione e la virtdel dolce colloquio. Soffici e dolci parole sono il balsamo per i naufraghi del destino ed esse fluiscono dalla luce che nell'anima umana. Dolcezza di parola e la virtdi vedere al di ldelle colpe degli altri liberandosi dalla vana gloria dell'orgoglio di s sono le qualitdei validi viaggiatori sull'alto cammino che porta a Lui".
Sheikh Behram navigava ginell'estasi della conoscenza e disse: "O vero Maestro, posso porti ancora una domanda?".
"Con felicit caro Sheikh, voi potete fare tutte le domande che volete, ma a che scopo far domande?". E seguitando il Sat Guru aggiunse: "Per il devoto e il cercatore non esiste altro pensiero che quello dell'Uno e solo Uno. Come la bellezza di una donna attrae l'uomo e la luce nel cuore della fiamma la falena, come il cibo attrae l'affamato e le ricchezze l'avido, cosil devoto attirato da Dio Onnipotente nella devozione e in silenzio, senza parole. Qui, caro Sheikh, dove le parole e l'uso del vocabolario perdono tutto il loro significato. Cos mio caro Sheikh, il silenzio della devozione e non il continuo questionare per sapere di pie sempre di pi impugna le chiavi per aprire la porta che conduce alla presenza del grande Amato".
"Parole certamente piene di luce, o vero Maestro - disse Sheikh Behram - ma il problema dei problemi per il vero cercatore rimane come e quando evocare l'intensitdella devozione".
Il Sat Guru rispose con le parole di Hazrat Baba Fareed Gunj Shakar, il Santo di Pak Pattan Sharif e cantun brano di una sua composizione:
"I veri devoti
Sono quelli nei cui cuori
Nulla dimora tranne l'amore di Dio, il Creatore
E quelli invece che professano
Devozione e lasciano
Ogni altro pensiero entrare nel regno del loro cuore
Non sono degni di Lui
Ma solo un peso morto
Sul petto di madre terra.
* * *
Degni della Sua luce sono
Quelli che hanno il cuore pieno
D'amore
Che fluisce come un fiume
Verso tutti gli altri.
* * *
Degni di essere Suoi sono
Quelli che stanno
Come mendicanti alla Sua porta
Con amore per Lui
E tutto Suo
Nei loro cuori.
* * *
Degni di Lui
In tutta la sua Creazione sono
Quelli che sono umili di dentro
E stanno eretti
Come veri esseri umani.
Benedetta la madre che li partor E benedetta la terra
I cui ricchi e maturi frutti
Sono uomini simili.
* * *
Lui senza tempo
Lui inconoscibile
L'Uno che elargisce tutto
Lui
E Lui anche
colui che dimentica Tutto
Come sorgente di misericordia e compassione,
Quelli che conoscono questa
Veritdella Verit O Fareed, ricevono da Lui
L'elemosina della devozione
E i piedi di questi che hanno ricevuto
Io bacio e bacio e bacio
Perchquesti piedi sono
Il rifugio per i sofferenti
E per i cercatori".
Dopo aver finito di cantare la canzone del grande Santo Hazrat Baba Fareed, il Sat Guru andin estasi e cosfece il benedetto e illuminato Sheikh Behram.


24. ACCENDERE LA LAMPADA SENZA OLIO

Mian Mitha Ka Kotla, presso Pasrur nel distretto Sialkot nel Panjab, era la residenza di un Pir Musulmano.
Quando il Sat Guru vi giunse, sedette in un frutteto e Mian Mitha venne a vederlo ma picon l'idea di saggiare la bontdel Fakir che per il desiderio di una felice comunione.
Dopo che si furono scambiati i saluti tra loro, Mian Mitha pose una domanda: "O Sadhu, illustrami il modo d'accendere la lampada senza olio".
Il Sat Guru parldolcemente, con la delicatezza dei suoi modi e rispose:
"Fa' del "s uno stoppino intrecciato con la paura del Signore Onnipotente e fa della discriminazione tra il Reale e l'Irreale l'olio per la lampada. Ora, o Pir, accendi questa lampada con il fuoco della devozione. Brucia cosquesta lampada e alla sua luce guarda il viso del Signore medesimo".
Sbalordito da questa risposta, Mian Mitha sentdi essere all'augusta presenza di un grande Maestro. E poi chiese: "Come ci si pupresentare al Grande Fattore, il giorno del giudizio con un viso felice?".
"Servendo la sua creazione" rispose il Sat Guru.
Di nuovo stupefatto dalla natura non comune della semplice e diretta risposta ove l'enfasi era posta sul fatto di servire la Sua creazione e non di essere Suo schiavo, Mian Mitha realizzla Divinitdel Sat Guru e con tutta umiltdisse: "O Maestro dei Maestri, benedicimi insegnandomi l'essenza della giusta condotta". Il Sat Guru rispose, cantando cos
"L'orgoglio del "s, o Pir
la rovina dell'anima
E l'ira la madre della condotta disordinata
La lussuria la figlia di Satana
E l'appagamento del "s mina la fede
La calunnia oscura la mente
E nessuno piturpe
Di un uomo senza fede
Nel Grande Dio
E nei suoi Esseri creati.
L'Aviditporta a derubare
Gli altri della loro parte
L'Adulterio impuritin s Il potere senza briglia genera oppressione
Giustizia la fonte da cui sgorga
La legittimit L'Onestfa brillare
L'aspetto di luce interiore
Ed la Disonestche rende oscuro
Il viso con sguardi tenebrosi.
dei guerrieri
Sguainare la spada
Per i due scopi
Di assicurare Giustizia all'offeso
E per proteggere il debole,
Dei re la Giustizia
La Purezza appartiene come un tesoro a quelli
Che sono pieni di compassione
E coloro che sono umili
Sono curvi sotto il peso della conoscenza
E quelli che non bramano
Ciche appartiene di diritto
Agli altri, sono esaltati.
la Lode Divina che lava
Le menti dalle impurit E la contentezza marca
Un vero Fakir
La Fede il pivero di tutti gli amici
E la mancanza di fede La caratteristica dell'Infedele.
Seguendo il Vero Maestro
Si aprono i cancelli sul vero cammino,
I Cercatori sono sempre e per sempre
Benedetti
E coloro che non sono destinati
Ad essere benedetti
Si tengono lontani dal cammino del cercatore.
Solo saggio
Nanak dice
Chi vive secondo queste verit E non limitando la conoscenza di queste verit Divine
Al suo "s
Le rende note
A tutti e in ogni luogo".


25. NELLA CASA DEL PECCATO

Un Fakir che si era posto il nome di "Sada Suhagan", "la sposa eterna", in un giorno di festa aveva chiuso ai visitatori la sua casa. E c'era della gente, che erano suoi discepoli, che si aggirava fuori della casa, quando arrivil Sat Guru. Egli espresse il desiderio di vedere il Fakir, ma alla porta venne fermato dalla piccola folla che diceva che sua santitera in comunione e non poteva essere visto da nessuno, qualsiasi importanza avesse la questione.
Il Sat Guru sorrise misteriosamente e in tono assertivo disse: "Devo alzare il sipario su di lui e chi sta in comunione con lui?". Udendo cila folla piuttosto insospettita chiese: "E con chi sta in comunione, voi cosa ne sapete?".
In risposta a questa domanda, con voce di comando, il Sat Guru disse: "Andate voi stessi a vedere come e con chi il vostro Pir e in comunione". L'accento di autoritnella voce divina del Sat Guru era cosindiscutibile che tutta la schiera di gente si mosse e si fece largo tra coloro che custodivano l'entrata.
Quando entrarono nella stanza del Pir, i loro occhi videro il pipeccaminoso degli spettacoli. Il Pir stava nel letto con alcune donne che erano state ammesse dalla porta sul retro della casa, come le pifavorite tra la moltitudine dei discepoli.
Accecata da un'ira furiosa, la folla battil Pir e ruppe ogni cosa. In un attimo, si sparsero per la stanza i monili rotti delle donne e i grani sciolti dei rosari del Pir.
"Vere erano le parole del santo, il nostro salvatore!" esclamqualcuno della folla.
Il Pir colse questa frase e quando tutta la gente disgustata si fu dileguata lontano dalla sua casa, il Pir fece una cauta ma urgente inchiesta circa l'identite la provenienza del Santo.
Presto venne a sapere che il Sat Guru si era accampato in un vicino boschetto di manghi. E coss'affrettper chiedere il suo perdono e per offrire ai suoi piedi le lacrime del pentimento.
"Siedi" disse il grande Sat Guru al peccatore, quando questi arrive, guardandolo con i suoi occhi pieni di Compassione Divina, aggiunse: "Io ti ho smascherato con il solo scopo di porti sulla Vera Via".
"Come posso conoscere la Vera Via, o Maestro dei cuori degli uomini?".
"Non ingannare pinessuno" rispose dolcemente il Sat Guru. "Purifica il tuo cuore. La Vera Via si stende proprio in fronte a te. Il primissimo passo sul vero cammino il non cercare Lui in alcuna singola forma, ma vedere Lui in ogni cosa creata da Lui, in tutto ciche esiste".
E il Sat Guru aggiunse: "Tu puoi ingannare l'ingenuo uomo del mondo, ma non Lui che vede tutto e alla fine sono quelli che seguono la Vera Via che il mondo riverisce e davanti ai quali s'inchina".
Il Pir, profondamente commosso, pregil Sat Guru di benedire con una visita la sua umile casa e con fervore e fedeltpromise di ripudiare l'inganno e seguire il comando del Sat Guru di camminare sul giusto cammino.
Il Sat Guru giunse alla casa e cantcos
"O folle Pir,
Rigetta il peccato dell'affermazione del "s
E quello della lussuria
E poi batti il cammino
Della vera ricerca.
Lascia che il timore di Lui
Sia l'antimonio
Per gli occhi del tuo cuore.
O Sada Suhagan! La Spesa eterna
Ornati degli ornamenti dell'amore
E poi cerca il favore di Lui
L'Eterno Signore
E cosdiventerai la Vera Sposa.
Per conquistare il Suo Amore
Sottomettiti alla Sua Divina Volont Consacra il tuo corpo e la tua mente
Al servizio di quelli che
Il Signore ha creato,
Cossolo, la Vera Sposa
Pucatturare il cuore del Signore
Che lei adora.
Con l'amore, o Pir
Si conquista
L'Amore".
"Qual o Maestro dei Maestri, il vero significato dell'amore?" chiese il Pir, ansioso di bere come nettare ogni parola che il grande e sublime Sat Guru andava dicendo. "L'amore, mio caro - disse il Sat Guru - non puessere descritto con parole. Pusolo essere provato internamente. Praticamente un'attitudine di totale Sottomissione a Lui. E sottomettersi in pratica, l'atto di dedicare totalmente il "s al suo comando; solo allora noi Amiamo Veramente Dio Onnipotente. E cossottomesso - aggiunse il grande Sat Guru - tu troverai Dio nel tempio del tuo cuore e in tutto ciche il Signore ha creato. In tal modo noi amiamo tutto ciche esiste e serviamo nell'Amore di Unittutti quelli da Lui creati".
La folla, che si era radunata attorno al Sat Guru, restmuta, incantata dalla luce irraggiante dalle parole del Sat Guru.
Allora il Sat Guru chiese a Bhai Mardana di suonare il rubab e coscant
"Il corpo la dimora della delusione,
Il desiderio governa le menti e i cuori degli uomini;
Come puil Signore Eterno
Essere felice, quando il mondo
Vive cos
Pula Sposa con vesti di falso amore
Conservare l'Amore
Del Marito?
* * *
Tingi le vesti
Nel pivivo colore
Di Vera Devozione
O Sposa Eterna, o Sada Suhagan.
Le tue vesti
Tinte col colore della Devozione
Non impallidiranno mai
E sempre attireranno
Il Signore.
* * *
I devoti sono sempre e per sempre
Favoriti da Lui
Il Signore dell'Amore e della Compassione.
la polvere sotto i piedi di questi devoti
Dice Nanak, che il vero
Cercatore cerca.
Il mio "s sia sacrificato
A coloro che lodano
Lui
Perchsu di essi che Lui
Fa scendere la Sua Grazia
E li accetta come Suoi".


26. COME UN PESCE IL "S

Dopo anni di viaggio, il Sat Guru torno a Sri Kartarpur.
Come falene che volano verso la luce, cercatori e devoti cominciarono ad arrivare da ogni luogo vicino e lontano. Sri Kartarpur divenne il minareto di luce e attirfolle numerosissime. Una volta, mentre il Sat Guru illuminava l'assemblea con parole di Verit un devoto Sikh chiese: "Sat Guru Maharaj, voi ci comandate di servire e di ricordare il Signore, ma come possiamo farlo?".
"solo con l'intensitdella devozione - rispose il Sat Guru - che noi riceviamo la forza di lodare Lui. questa forza di Lode che come la luce del sole, fa divenire il cuore ammantato d'orgoglio e di piacere, soffice, come lo sciogliersi delle nevi. Questa tenerezza del cuore conosciuta come Compassione ed la Compassione, mio caro, con la sua luce, che disperde le tenebre del desiderio che inviluppano il "s e fanno perdere gli uomini". E il grande Sat Guru aggiunse: "per grazia del Guru, Maestro di Verit che la coscienza messa in contatto col Divino e il "s con tutto l'inviluppo di tenebre attorno, viene purificato e il profondo "s brilla di luce".
"Allora - chiese un altro Sikh nell'assemblea - la luce Divina interiore che realmente disperde le tristi tenebre sul cammino della vita?".
Il Sat Guru rispose cantando:
"Quando la mente occupata
Senza posa
Col Signore, quello Vero,
Solo allora viene illuminata
E le tenebre svaniscono.
E il veleno che attossica
Il "s
allontanato.
Per Grazia del Guru
Il Vero Maestro,
Coloro che cercano raggiungono la salvezza
Mentre vivono con moglie e figli
Come capo famiglia.
Il devoto che sottomette
La sua volont Alla volontDivina,
O buon uomo,
Certamente saresaltato".
"Ma come puuno sottomettersi veramente?" chiede un altro al Sat Guru. Segula risposta:
"Il vero cercatore
Si sottomette a Lui
Tramite il Guru.
Riponi nel tuo cuore
L'immagine di come il Guru vive
E mai devierai
Per il cammino della volontdel "s
Cosil devoto serve
Il Guru
Emulando il suo esempio
E cosil devoto
Va per il Cammino d'Oro
Della Vera Sottomissione
E raggiunge la beatitudine di dimorare
Negli Eterni Reami
Della Luce Divina".
Dopo che l'adunanza venne sciolta, il Sat Guru si diresse verso le rive del fiume per passeggiare e vide i pescatori gettare le loro reti per la pesca. Il Sat Guru si volse verso quelli che lo avevano accompagnato e cosparl
"Cossono gli uomini attirati con un'esca
E presi nella rete del "s,
Come il pesce
Certamente il "s,
Spinti dal "s
Accecati dalle tenebre del desiderio
Gli uomini entrano nella rete dell'annientamento.
La mente dell'uomo,
Nanak dice,
Ignara dei pericoli che stanno avanti
Diventa pescatrice di se stessa,
obbedendo al "s
Che gli uomini soffrono le trafitture del dolore,
Il Signore salva quelli che sono Sottomessi
Alla Sua Volont E vivono nell'immagine del Guru
Il Maestro Vero".


27. SAT KARTAR

Durante una delle riunioni a Sri Kartarpur, un Sikh chiese al Sat Guru: "Maharaj, come si devono salutare i Sikh, tra loro?".
A questa insolita domanda, il grande Sat Guru rispose: "Vi direte l'un l'altro Sat Kartar". E poi spiegil profondo significato di questa nuova forma di saluto tra i Sikh.
"Carissimi, la parola Sikh non significa solo un discepolo o uno che riceve istruzioni. In veritsignifica "un vero cercatore". E un Sikh il cercatore di Lui che la Verit E quindi il solo saluto che il Vero cercatore, un Sikh, dovrebbe usare. PerchSat Kartar vuol dire: "Vero il Creatore"".
"Quando i Sikh si saluteranno in questo modo tra loro, ci sarun costante richiamo a Lui che andrdal cuore dell'uno all'altro nella dolce voce della devozione".
"Cos quando si saluteranno, i Sikh si sentiranno uno con tutti, come cercatori di Lui e continuamente sentiranno che a Lui che essi appartengono, cossi sentiranno una sola cosa con ogni oggetto nella creazione perchogni essere creato appartiene a Lui".
"Sat Kartar" come forma di saluto ha un significato ancora piprofondo nel senso dell'acustica delle vibrazioni che queste due parole, pronunciate insieme con devozione, creano.
Esaminate esotericamente, le onde di suono che emanano dalla parola "Sat", hanno una lunghezza d'onda che tutto abbraccia escludendo le vitalitnegative di separazione o di divisione. La lunghezza d'onda della parola "Sat" si trasforma nella cifra aritmetica 1 e la cifra uno indivisibile. Come numero, il simbolo visuale e di calcolo per l'esoterica vitalitdi non-Divisione e perciindica unit
La cifra 1 sta per la totalitIndivisibile, nel senso in cui la cifra zero, aritmeticamente scritta come un cerchio, il simbolo visuale di totalit
La parola "Kartar" denota il Creatore; "Kartar" e "Creatore" sono la stessa parola; solo che la parola "Creatore" ha una inflessione leggermente maggiore nelle vocali "e" ed "a". Esotericamente l'acustica della parola "Kartar" evoca il senso interiore di percezione che consente al cercatore di formare una immagine interiore della vitalitcreativa e coscrea il legame di unitcon il Signore creativo.
Da questo punto di vista il saluto dato ai Sikh da Sat Guru Baba Nanak, ha la totale vitalitdi creare il legame tra il cercatore e il Signore di tutto ciche esiste attraverso tutto ciche esiste.
Il saluto corrente tra i Sikh, "Sat Shi Akal" e quello dato dal grande Guru Gobind Singh Maharaj al Panth Khalsa.
Affrontando le necessitdei suoi tempi bui, Guru Gobind creil Khalsa che non significa solo "il Puro" come comunemente viene interpretato, ma nel suo profondo valore esoterico denota "un corpo unico, indivisibile", incarnazione della dinamica di totale positivit Il termine Khalsa, nel suo pieno e vero senso significa cos"l'Uno, EntitIndivisibile, polo positivo del campo magnetico dell'Essere, che non concede alla negativitdi penetrare in lui".
in questa piinteriore e profonda accezione che la parola "Puro" diviene applicabile quando si interpreta la parola Khalsa.
La Divina Coscienza del grande Guru Gobind Singh Maharaj pronuncila parola "Khalsa" come il nome per la banda dei guerrieri della Liberte della Giustizia che egli aveva creato. A questa Banda di Veri Guerrieri egli diede una nuova forma di saluto "Sat Sri Akal", "Vero il Signore Immortale".
In questo saluto l'enfasi posta sulla parola Akal. E con la stessa enfasi "Sat Sri Akal" pronunciato sia in pace che in guerra. Il grande Guru Gobind aveva percepito nella sua divina visione che i Santi guerrieri, fondamentalmente degli esseri umani, sentivano il bisogno di essere completamente inviluppati dalle vibrazioni di invulnerabilitcontro la morte che disperdono in modo vitale e totale le tenebre della paura della morte.
I Sikh, che gli insegnamenti Divini di Sat Guru Baba Nanak avevano votato a Lui, come esseri creati dal Signore Creatore, nel nuovo contesto di una nuova era ove era sentita la necessitdi trascorrere la vita in gioia, ricevettero il nuovo saluto "Sat Sri Akal" che stimolava la percezione interiore a guardare il Signore Creatore come il Signore Immortale. E cosquelli che appartenevano realmente in modo inseparabile a Lui, incarnazioni di PuritPrima, il Khalsa, erano senza morte per l'eternit


28. I DUE COMPAGNI DEL GURU

Dopo pochi anni di permanenza a Sri Kartarpur, il Sat Guru riprese a viaggiare. E questa volta decise di andare nei paesi Musulmani del Medio Oriente.
Pensdi recarsi, prima che in ogni altro luogo, alla Santa Mecca, punto d'origine del mondo islamico.
Indossando il vestito da pellegrino di un Haji, il Sat Guru iniziil viaggio con i suoi compagni Bhai Bala e Bhai Mardana, il primo Hindu e l'altro Musulmano.
Bhai Mardana era quello che suonava il rubab e continuava a porre domande e molto spesso si lamentava per i morsi della fame e allora veniva spedito dal Sat Guru con qualche messaggio dove poter soddisfare e ristorare il suo "s affamato. Per questo trova menzione frequente nella narrativa dei viaggi e degli insegnamenti del Sat Guru. Fu anche privilegio di Bhai Mardana fare la parte del moderatore nel senso che anche al culmine dei pisublimi momenti di contemplazione interiore, Bhai Mardana veniva a introdurre l'essenziale e fondamentale elemento umano lamentandosi per la fame e raccontando al Guru che anche se il Divino nel Maestro lo poneva al di sopra delle pene della fame e dalla fatica, lui, semplice bardo, era solamente un uomo. Questo veniva detto ogni volta, in modo molto umoristico che dava un tocco di comico a tutta la grave atmosfera di pensiero che circondava il Sat Guru con l'Aura di luce azzurra. Invece, l'altro compagno, Bhai Bala, con il suo riserbo nato dalla devozione al Sat Guru, trova minor menzione negli annali dei viaggi e della vita del Sat Guru.
Bhai Bala poi divenne voce della memoria e riprodusse ogni parola, ogni sillaba e ogni canzone sgorgata dalle labbra Divine di Sat Guru Baba Nanak nel corso di costante decadi di viaggi come Maestro di Verit E quando venne fatta una registrazione, Bhai Bala dettl'intero testo impresso nella memoria parola per parola, cosa senza dubbio miracolosa.
Questo miracolo era un fenomeno esoterico; Bhai Bala serviva da registratore umano. Egli venne benedetto dal Sat Guru con la memoria linguistica su cui ogni parola ed ogni evento restarono impressi a perfezione.
l'impressione sulla memoria interiore di un essere umano che, nel vocabolario esoterico, conosciuta come l'Akashic Registrazione.
Cos come tutti i dettagli degli insegnamenti, degli eventi e dei viaggi del Sat Guru, noi conosciamo il resoconto esatto del viaggio del grande Sat Guru per tutto il mondo Musulmano. Anche con Bhai Mardana avvenne uno strano fenomeno. Egli non veniva mai diretto dal Sat Guru prima di cominciare le sue canzoni Divine, nel senso di iniziare suonando qualche particolare Raga per intonarsi alla musica dell'estasi del Sat Guru.
Bhai Mardana, fin dal primo giorno che ebbe il rubab, poneva semplicemente le sue dita sulle corde del rubab e la musica fluiva dallo strumento in tono con ciche il Sat Guru si apprestava a cantare.
Era un puro caso di vitalitesoterica che passava attraverso l'anatomia vibrazionale di Bhai Mardana a muovere le sue dita sulle corde del rubab.
Cosi due benedetti compagni del Sat Guru erano esotericamente condizionati a funzionare per Grazia del Sat Guru che nel suo "S Divino era il pigrande dei maestri dell'Occulto, come un Avatar, una incarnazione di Dio.


29. ALLA SANTA MECCA

Sulla via per la Santa Mecca, il Sat Guru si una un gruppo di Fakir Musulmani e viaggiando insieme allegramente, passarono qualche giorno. Poi, un giorno, un Fakir chiese al Sat Guru: "Qual la vostra religione?".
La risposta fu: "Appartengo alla religione di tutti coloro che riconoscono Lui come l'Uno e il Solo uno". Ma il Fakir non era soddisfatto della risposta e piprecisamente volle sapere se il Sat Guru era Musulmano. Il Sat Guru non affermnneg I Fakir erano molto disturbati dal fatto d'avere forse un infedele in loro compagnia. Il Guru lesse i loro cuori e poco dopo il cadere della notte, lascila loro compagnia.
La desolazione del deserto arabico e il suo cocente calore diurno sono proverbiali e i Fakir ghignavano soddisfatti al destino che attendeva l'infedele per la sua folle avventura di viaggiare solo nell'abbacinante solitudine del deserto. Essi procedevano sul loro cammino e quando il sole fu alto nel cielo, si sentirono scottare ed erano infastiditi dal calore come mai prima di quel giorno. Improvvisamente alla mente di uno dei Fakir, lampeggiil pensiero che la nuvola che stava sempre sopra di loro come un ombrello, quel giorno non c'era pi Cosscoprirono la verit "Era per quel Fakir che si stendeva l'ombra della nube - disse uno. - Veramente era un uomo che possedeva Dio, come Suo". Un'altra sorpresa li aspettava molti giorni pitardi all'arrivo, quando scoprirono che il Fakir era arrivato a destinazione molto tempo prima.
Poco tempo dopo essere giunto alla Sacra Kaaba, il grande Sat Guru, una notte anda dormire all'aperto, sotto la volta blu del cielo arabico. Mentre stava profondamente dormendo, dei pellegrini che passavano di l osservarono che l'uomo addormentato aveva steso i suoi piedi in direzione della Sacra Kaaba.
In folla subito corsero dal Custode della Sacra Kaaba e amaramente denunziarono l'atto di sacrilegio commesso dal pellegrino. Udendo ci Maulana Rukn-ud-din, il Custode, si recpersonalmente sul posto. E qui egli vide il Sat Guru addormentato, proprio come gli avevano descritto. Oltremodo adirato, rudemente, egli scosse il pellegrino e grid "Tu stupido folle, salta su e striscia il tuo naso in segno di penitenza proprio qui dove hai violato la santitdel luogo pisacro, la Casa di Dio".
Il grande Sat Guru, quieto e indisturbato alla furia e agli insulti, si volse e disse: "Se la Casa di Dio in quella direzione, allora riverito signore, volgi i miei piedi nella direzione dove Dio non c'". Irritato da questa risposta impassibile, il Maulana spinse via i piedi del Sat Guru in un'altra direzione. E cosa vide? La Casa di Dio, egli vide, e nella nuova direzione. Tre volte Rukn-ud-din, molto confuso, mosse i piedi del Guru in direzioni diverse e in tutte le direzioni egli vide la Casa di Dio.
L'accaduto fece aprire nel conscio "s di Maulana Rukn-ud-din, l'occhio interiore della comprensione. In un attimo realizzil vero significato di ciche il glorioso maestro di VeritDivina, il Sat Guru, aveva detto: "Gira i miei piedi nella direzione dove Dio non c'.
E cosRukn-ud-din fu benedetto con la realizzazione dell'onnipresenza dell'Onnipotente non solamente in tutte le direzioni ma in ogni singolo grano che forma una parte della Sua Creazione.


30. A BAGDAD SEDE DEI CALIFFI

Dopo questo miracolo, il Sat Guru partin pellegrinaggio per Medina e da qui proseguverso la grande cittdi Bagdad, che in quei tempi era il centro di tutto il mondo Musulmano, sede dei Califfi dell'Islam. Mistici e mercanti venivano attirati da quel potente magnete che era Bagdad del sedicesimo secolo.
I mercanti vi giungevano per i loro guadagni terreni, i mistici venivano non per lo sfarzo della corte del Califfo, ma come i piumili tra i pellegrini, a rendere il loro omaggio all'antica e venerata sede del pigrande dei santi del mondo allora conosciuto, Hazrat Ghausul Azam, che aveva diffuso il suo messaggio d'amore e di luce molti secoli prima.
In quel tempo a Bagdad viveva un grande santo di nome Hazrat Khwaja Behlol.
Al suo arrivo, il Sat Guru si stabila qualche miglio dalla citte poco dopo, come gesto di fraternit anda fare visita al grande santo.
Tra questi due giganti dello spirito non corsero nargomenti ndiscussioni. Solo la perfezione della comunione c'era, in totale e monolitico silenzio.
Il grande Sat Guru rimase con il grande santo qualche giorno e poi partper l'Iran.
Dopo la partenza di Sat Guru Baba Nanak, Hazrat Kwaja Behlol, come segno d'amore e riconoscimento della sua statura di Maestro Spirituale, fece fare una placca di rame e l'iscrizione su di essa dice: "Qui stato Rab-i-Majid Hazrat Baba Nanak". E la fece fissare sul muro vicino al quale il grande Sat Guru aveva abitato sotto il cielo di Bagdad.
Ciche pisignificativo dell'iscrizione sulla placca, il fatto sorprendente che un santo Musulmano dell'elevata statura di Hazrat Khwaja Behlol, usava l'appellativo "Rab-i-Majid" per il Sat Guru. Rab-i-Majid significa "Incarnazione dello stesso Onnipotente".
A quelli che conoscono l'esoterica gerarchia dei Profeti e dei Santi e la loro classificazione celestiale come collaboratori dell'Onnipotente nel governo dell'intera creazione, la possente satura del grande Sat Guru non resta celata.
E la grandezza dello spirito di Hzrat Khwaja Bahlol si manifestnel riconoscimento a prima vista, della potenza dell'ospite.
E ancora piglorioso fu l'atto di Hazrat Khwaja Behlol perchannunciando con ogni autoritla verit la santite la statura del Sat Guru come Maestro mistico si diffusero per tutto il mondo Musulmano.


31. LA CULLA DEL SUFISMO

Da Bagdad, il Sat Guru mosse verso l'Iran, l'antica terra di Ahurmazda, dove Zoroastro predicla Religione della Luce.
E dove grandi poeti mistici come Hafiz Shirazi, Omar Khayyam, Maulana Jalaluddin Rumi e altri avevano preparato il sorgere del Sufismo e avevano iniziato la grande e risplendente linea dei Maestri Mistici viventi la luce, scacciando le tenebre che avevano inghiottito lo spirito dell'uomo per secoli e secoli.
Nelle vicinanze di Teheran, il Sat Guru capitin un centro di Sufi, che da nobili Dervaish, ricevettero il Sat Guru.
L'accoglienza fu tanto calorosa che tutti vollero il Sat Guru assiso al fianco del Maestro Mistico della loro setta.
Quando la conversazione ebbe inizio, non corsero solo parole ma puri sprazzi di luce, tale era la qualitdella comunione.
"Da dove venite e dove siete diretto?" chiese il maestro Sufi.
"Da ogni luogo io giungo e in ogni luogo io ritorno" rispose il Sat Guru.
"Portate qualche notizia dell'Amato"?
"Non parla il cuore tutto il tempo di Lui, col ritmo del suo battito? E notizie dell'Amato non giungono con ogni respiro che entra e che esce?" disse il Sat Guru. "Allora perchnel mondo degli uomini prevale tanta ignoranza di Lui?" chiese il maestro Sufi.
"Nelle stesse tenebre non esiste forse la luce!"
Parlando nel linguaggio dell'allegoria mistica, il Maestro Sufi chiese: "Perchil sole tramonta?"
"Il sole non tramonta mai" - rispose il Sat Guru - "il cielo dell'esistenza che trasforma il giorno nella notte e di nuovo la notte nel giorno. la legge degli Opposti che governa la creazione".
"Dove si deve cercare la luce e da dove essa emana?" chiese il Maestro Sufi indagando.
"La culla della luce giace nel cuore delle tenebre" - disse il Sat Guru - "E questo il motivo per cui l'esistenza della notte primaria alla nascita del giorno".
Alla fine, il maestro Sufi pose la piinquietante di tutte le domande: "Cosa differenzia la luce dalle tenebre?"
"Non c'differenza tra luce e tenebre. Entrambi sono lo stesso nell'intero". E il grande Sat Guru aggiunse: "La luce inviluppa le tenebre e le tenebre inviluppano la luce".
E poi il Sat Guru con parole illuminate completl'intera allegoria dicendo:
Perdere il "s divenire luce
Affermare il sdivenire tenebra.
l'affermazione del "s che trasforma
La luce nelle tenebre.
la luce dell'amore che inviluppa le tenebre
E di nuovo la trasforma in luce".


32. PRIGIONIERO DI BABAR

Dall'Iran il Sat Guru iniziil viaggio di ritorno verso casa, sollevando chi era afflitto da dolori e malattie e spargendo la luce del Signore Creatore.
Il Sat Guru giunse a casa e, spinto dalla sua Divina Visione, frequentemente si spostava in luoghi diversi.
Una volta stava a Amenabad, la fortezza dei Pathan, quando improvvisamente, la mattina, irruppero nella cittle orde Mughal condotte da Babar, che erano sulla via di Delhi per rovesciare il trono di Ibrahim Lodhi e fondare la dinastia Mughal.
Come era costume di quei tempi l'esercito Mughal cominciil massacro ed il saccheggio indiscriminato.
Il Sat Guru e i suoi due compagni Bhai Bala e Bhai Mardana, che stavano all'aperto nelle immediate vicinanze della citt vennero presi prigionieri. A Mardana non piacque il diversivo della cattura e con la sua usuale semplicitnelle situazioni estreme, mormoral Sat Guru: "Maharaj, tu sei potente e il mio cuore mi dice che nessuno putoccare anche un solo tuo capello.
Ma io sento che questa di certo sarla mia fine". Il Sat Guru, divertendosi della commedia della circostanza, scherze disse: "Ma il tuo nome non Mar Da Na che significa "senza morte"!" E poi aggiunse con voce sicura: "Confida in me, o Mardana". "Ma, Maharaj - rispose Mardana - e l'insopportabile peso del bagaglio che faranno portare a tutti noi, anche a te Maharaj"?
"Chi siamo noi Mardana, per portare dei pesi? Il peso appartiene a Lui e Lui stesso lo porter disse il Sat Guru. Il dialogo era appena finito che i soldati Mughal ordinarono di portare sulle spalle pesanti carichi. Tutti e tre presero il loro peso e cominciarono a camminare, come era stato ordinato, verso il campo dei prigionieri. Camminarono per un po', poi le guardie Mughal che circondavano i prigionieri e sorvegliavano il bottino che veniva trasportato, coi loro occhi sbarrati dalla meraviglia, notarono un fenomeno che incuteva timore. Era il Sat Guru e i suoi compagni che camminavano e i pesanti carichi viaggiavano pochi centimetri sopra la testa dei tre, sospesi a mezz'aria.
Lo sbalordimento fu senza limiti e il racconto di questo accaduto passda uomo a uomo, da ufficiale a ufficiale finchgiunse a Babar. Non credendo nel modo piassoluto a quanto gli veniva riferito, prendendo il fatto come una illusione di menti malate, Babar volle personalmente verificare la cosa.
A quel tempo i prigionieri avevano giraggiunto il campo, una prigione improvvisata e avevano ricevuto l'ordine di macinare del grano per il cibo dell'esercito.
Quando Babar giunse sul luogo dove stava il Sat Guru, rimase stupefatto da ciche vide. Coi suoi propri occhi vide che il Sat Guru era in contemplazione e la macina stava lavorando il grano girando diligentemente da sola.
Con reverenza Babar rimase a guardare fisso il Sat Guru e attese la sua uscita dalla trance. Finalmente dopo pochi minuti, il Sat Guru aprgli occhi e Babar a mani incrociate chiese il suo perdono.
In risposta alla cosseria richiesta di perdono di Babar, il Sat Guru coscant
"Da tiranno
O Babar, hai governato sul Khorasan
E ora vieni
A seminare il terrore
E a spargere sangue
In Hindusthan,
Il Creatore ti ha mandato a scannare e a rapinare?
Le grida di morenti e i pianti
Delle donne rapite
Hanno mosso un poco il tuo cuore?
Nell'occhio del Signore Supremo
Il Creatore, non c'biasimo
O Re Mughal,
Se il forte combatte il forte,
Per giustizia e per riparare
Ma se una Tigre [nota: Babar significa tigre] tra gli uomini
Scanna l'innocente e il debole
L'Ira dell'Onnipotente Dio
Aspetta quest'uomo.
Guarda come un Paese meraviglioso
Giace spogliato e abbandonato,
Dimenticato da colui
Che occupa il Trono d'Hindusthan,
Chi tra gli uomini e le donne di questa terra infelice
Piangeril suo passaggio
Oltre la porta della vita?
O Dio Onnipotente,
Lode sia a Te
Datore di Potere e Distributore
Di Doni e della corona
A quelli che hanno il potere di unire
Per prosperi sforzi,
E nella Tua gloria Divina
Togli il potere dalle mani di quelli
Che allevano lotte e desideri
Tra i Tuoi uomini, gli esseri che Tu hai creato,
Tale la Tua gloria
O Signore Supremo!
O Babar, la condotta del ricco
Che per accontentare il suo cuore
Spende e sperpera,
All'occhio del Signore Supremo
Non migliore
Di quella di un topo che mangia
Il grano del bisognoso.
Guadagna il sorriso del Signore Supremo
O Babar, solo chi, con il Suo nome
Come respiro di vita,
Impara a morire in Suo Nome
Mentre ancora vive".
Udita la canzone celestiale modulata dalla voce vibrante di Santa Ira del Sat Guru, Babar fu toccato nel profondo del cuore e pregil Sat Guru di graziare la sua tenda con la sua augusta Presenza.
"Come posso io lasciare la compagnia dei miei amici prigionieri?" disse il Sat Guru. Sul posto Babar, che aveva catturato migliaia di uomini e di donne, ordinche tutti i prigionieri venissero rilasciati senza alcun indugio.
Il Sat Guru accompagnil re Mughal alla sua tenda regale e qui Babar coslo supplic "O Conoscitore dei segreti di Dio, o grande Maestro di uomini, dimmi come posso divenire meritevole di guadagnarmi l'entrata al Paradiso, senza rinunciare al mondo e restare un re". Il Sat Guru cant
"Come un re sii giusto, o Babar!
Fuggi l'ingiustizia come gli uomini fuggono la peste
Segui i dettami della Coscienza che d Il segnale della Verit
Tempera la giustizia con la compassione
E dimentica prontamente
Cosprontamente come tu desideri
Essere dimenticato per i tuoi errori
Dal Signore Supremo
Ricorda, o Babar!
Dio Onnipotente Giusto
E la Sua Giustizia domanda
Di non bramare ciche appartiene
A qualche altro di diritto.
E, o Re! non agire mai
Quando sono in fiamme i cinque fuochi dei sensi.
Fermati e pensa a Lui,
Il Signore Supremo agisce sempre
Per il miglioramento di Tutto.
Di cui Dio Onnipotente
Ti ha fatto governatore;
E finalmente, o Babar!
Non agire mai crudelmente
Contro un uomo, una donna, un bambino
Perchessi sono tutti Suoi.
E quelli che sono crudeli
Contro qualche creatura nella creazione,
Che Sua,
Essi stessi saranno ammazzati
Con la stessa spada di crudelt
Vivi cos o Re!
E le porte dei Cieli
Ti aspetteranno
Spalancate".


33. LA SORGENTE DI WALI KANDHARI

Nel seguente viaggio da Sri Kartarpur verso ovest, il Sat Guru raggiunse una collina presso Hassam Abdal nel Punjab occidentale, oggi in Pakistan. Si trovavano in un luogo ove il suolo era secco e sassoso e Bhai Mardana, che aveva sempre una domanda da fare, disse al Sat Guru: "Maharaj, sono al mio ultimo respiro". Il Sat Guru sorrise e disse: "Lo so, mio caro, che sei molto assetato. Non preoccuparti. Sali quella collina e vi troverai una chiara sorgente. Vai, saziati di acqua fresca". Bhai Mardana si affrette mentre saliva ebbe quasi le vertigini per la sete. Si sentfelice solo alla vista dell'acqua scorrente a pochi passi da lui. Come giunse presso la sorgente, udle grida di un Fakir: "Chi sei tu per entrare in questo santo luogo?" chiese il Fakir con tono irato.
"Sono venuto per saziare la mia sete, signore, mi sento svenire per mancanza d'acqua" disse Mardana.
"Ma chi sei?" chiese di nuovo il Fakir.
"Sono, Signore, il servo di Nanak Mirankari, un uomo di Dio" disse Mardana umilmente.
"Va via subito dalla sorgente per la stessa strada da cui sei venuto e dal tuo grande uomo di Dio, di produrre la sua sorgente e di darti un sorso della acqua".
Costernato, il povero Bhai Mardana trascini piedi pesantemente giper la collina dove stava il Sat Guru e amaramente narrla sua disavventura.
Molto gentilmente il Sat Guru disse a Mardana: "Per favore, Mardana, ritorna in tutta umilte chiedi al Fakir ancora una volta". Mardana obbede di nuovo arrivalla sorgente per ricevere un pigrande rifiuto.
Poi ritorndal Sat Guru. Il grande Sat Guru sorrise di nuovo, e disse "O Mardana, mio caro, pronuncia le sacre parole "Sat Nam" e scava dove ora ti trovi".
Mardana scavpochi centimetri. Il suolo, incrostato di pietre, venne appena intaccato. E l'acqua sprizz e fu come una pioggia monsonica!
Il Fakir di nome Wali Kandhari, che sedeva sul culmine della piccola collina e stava ad osservare, con sua grande costernazione, scoprche la sua fonte viva stava asciugandosi.
Molto adirato per questo affronto alla sua santite per l'impudenza del Fakir in basso, spinse un gran masso di roccia giper la collina. Nel vedere la pietra rotolare gicome una valanga, Bhai Mardana cacciurli e strilli dicendo al Sat Guru di correre e di mettersi in salvo. Ma il grande Sat Guru restseduto, felice e noncurante.
In pochi minuti il masso rotolgidove stava il Sat Guru e quando la pietra giunse a un braccio di distanza, il pigrande dei grandi Sat Guru Baba Nanak alzla sua mano, la pietra s'arrestdi colpo e l'impronta Divina della mano alzata del Sat Guru rimase impressa sulla roccia.
Questo santo e storico luogo venne pitardi chiamato Panjab Sahib.
Allora Wali Kandhari in tutta umiltvenne a rendere il suo omaggio al Sat Guru, come riconosciuto Maestro dei poteri operanti miracoli.
Con occhi pieni di compassione, la voce risonante di dolcezza, il Sat Guru disse: "Wali Sahib, tutti i poteri vengono da Lui che la Sorgente, il Tutto potente.
Su coloro che cercano il Suo rifugio, questi poteri discendono. E quelli sui quali scende la Grazia di Lui, vanno per la Vera Via".
"E cosa la Vera Via, o Maestro di verit"
"Seguire il cammino della Sottomissione alla Sua VolontDivina" rispose il Sat Guru.
"Vuol dire - chiese Wali Kandhari - immolare sstessi nel fuoco della sottomissione, come dice il Santo Profeta Maometto".
"S- disse il Sat Guru - Questa l'essenza della sottomissione, Wali".
"Dunque - disse Wali Kandhari - la stessa veritche anche Hazrat Qutb-ud-din Bakhtiar Kaki cant
"A quelli uccisi
Dalla spada della Sottomissione
Alla Sua volont
Ogni istante
Una nuova vita
Discende dalla fonte Invisibile".
"Il grande santo - disse il Sat Guru - conosceva il segreto di morire mentre si ancora in vita. E questa la Vera Via".
La storia di Hazrat Qutb-ud-din Bakhtiar Kaki che fu il Guru di Hazrat Baba Fareed Guny Shakar di Pak Pattan testimone dei versi che Wali Kandhari recital Sat Guru. La storia racconta che il santo Hazrat stava ascoltando un famoso Qawwal ed era profondamente mosso interiormente. Quando il musico cantil verso che nell'originale testo persiano cossuona:
"Kushtgan-i-Khanjar-i-Tasleem Ra
Har Zaman az Ghaib Jani-i-Digar Ast"
Hazrat entrnella Trance della Sottomissione. E i musicisti, com'era tradizione di cantare ripetutamente lo stesso verso, sul quale un santo uomo era passato in estasi, seguitarono a cantare ancora e ancora lo stesso verso.
E il santo Hazrat rimase in estasi profonda continuamente per tre giorni e tre notti e lo stato estatico continucon tutto il suo fervore di Oblio.
E fu in questo stato estatico, profondamente immerso nella Trance di Sottomissione che Hazrat Qutbud-din Bakhtiar Kaki, passnei reami dell'eterna Beatitudine. Oggi viene chiamato Shahhed-i-Ishq, il Martire dell'Amore.


34. ASCOLTATE, O YOGI

Da Hassn Abdal, il Sat Guru si sposta Gorakh Hatri; vicino a Peshawar, dove vivevano i Sid Yogi, i sommi. Yogi Machhandar Nath era il capo e appartenevano ad una setta fondata da Guru Corakh Nath, il grande Maestro di Hatha Yoga.
La fama del grande Sat Guru aveva raggiunto i romitaggi degli eremiti e degli Yogi.
Aveva ormai superato i sessanta anni di et Quando benedBabar con l'insegnamento della Vera Via, aveva gicinquantasette anni.
Gli Yogi si affollarono intorno a lui, al suo arrivo a Gorakh Natri e il loro Guru, Yogi Machhandar Nath, disse al Sat Guru:
"Vieni nel nostro tempio dello Yoga, o Nanak e ti insegneremo la via per ottenere conoscenza e Poteri. Perchvai in giro e insegni? Tu sei senza conoscenza e senza reali Poteri che solo Hatha Yoga, attraverso austerite rinuncia, procura".
Questo invito a ricevere ammaestramenti nell'arte di ottenere vera conoscenza e Poteri, divertil Sat Guru e in risposta egli disse:
"Come posso entrare nel tempio
Finchtu non mi mostri, o Yogi degli Yogi
La porta che mena alla porta interiore
Al di ldella quale Lui dimora".
"Di quale porta e porta interiore tu parli?" chiese Yogi Machhandar Nath con voce piuttosto perplessa.
"Ascolta o Yogi
Il dolore la porta vera
E fuori, a sua guardia
Sta la sentinella della passione.
Speranza e desiderio
Sono gli stipiti della porta del dolore.
Al di l si trova il lago
Di Maya, con agitate onde
Il mondo del vano Desiderio.
Colui che supera l'ingresso
E nuota attraverso le acque tumultuose
Trova Lui, o Yogi!
Lui e Lui solo.
E il vero Tempio
questo Tempio, dove uno entra
A ricevere
Il favore della Vera conoscenza
E illimitati Poteri
PerchLui, il grande Datore
oltre ogni calcolo, illimitato".
"Ma come" - chiese Machhandar Nath, il Maestro Yogi - "si pusuperare l'ingresso e nuotare attraverso il lago di cui tu parli? Siamo noi, i Sidh Yogi, quelli che conoscono realmente il segreto. E poichsei veramente un buon uomo, volentieri ti insegnertutte le vie per acquistare completa conoscenza e alti Poteri".
"Il solo Grande Maestro che io conosco Lui" - disse il Sat Guru - "E alla scuola del Senza Forma io appartengo".
E quanto alla conoscenza dei segreti dello Yoga" - continuil Sat Guru -
"Io conosco un solo segreto.
Stare alla sua porta e
Fare della fede la ciotola del mendicante.
Quando Lui, che tutto Compassione
Concede i favori,
La coscienza dell'umile ricevitore
Si fonde con la Coscenza Divina
E cossi spalanca l'ingresso
Alla vera conoscenza e ai Poteri
O Yogi!"
"Come possibile che conoscenza e Poteri giungano con la sola richiesta e senza Hatha Yoga?" chiese il maestro yogi con tono secco. E il Sat Guru cosrispose:
"Alla sua porta Divina io sto,
A soffiare nella conchiglia
Della Devozione.
La sua risposta arriva
Attraverso onde e onde
Di Suono senza Suono,
Il Suono della Grazia Infinita
Un Suono che tutto pervade
Tutto crea e Tutto distribuisce".
"Ma come cipuessere ottenuto, se non si rinuncia al mondo e si diventa uno Yogi, ritirandosi e lasciando la vita di famiglia?"
"In ogni cuore vive la scintilla Divina, o Yogi! E luce fluisce nella luce. Cosquando la Conoscenza umana si immerge nella Sopraconoscenza Divina, solo allora si diventa veri Yogi". "Ma - disse il maestro Yogi - se vero quello che tu dici, ugualmente cinon puessere vivendo nel mondo con una famiglia. Com'possibile?"
A ciil Sat Guru rispose:
"Un capo famiglia che impara
Dal Guru
Il modo di lodare l'Onnipotente
Lui, il Creatore di Tutto
Ciche esiste,
E servire tutti gli esseri creati
Con amore, il suo credo,
Un tale capofamiglia certamente
Benedetto con la Grazia Divina.
Coi favori della Sua Grazia.
Pur vivendo nel mondo
Egli diventa come il loto
Che le onde increspate dell'acqua del Desiderio
Della soddisfazione del "s
e Tentazione non possono bagnare.
Come sale e burro non si mescolano
In un tutto unico,
Cosil Vero uomo di famiglia
Resta immune dal tocco di Mara
E il mondano intorno
Non proietta ombre
Sulla luce interiore
Concessa dalla Sua Grazia.
Non solo, ma di pi o Yogi
Un simile uomo di famiglia
Vivendo nel mondo,
Compiendo tutti i suoi doveri
Con tutto il suo cuore,
Cosbenedetto dalla Grazia Divina
oltre il potere dell'Angelo della Morte.
La morte impotente
Di fronte a lui
O Yogi!
Perchegli libero
Da Speranza e Desiderio
E Speranza e Desiderio
Sono le due ali dell'Angelo della Morte.
Cosil capofamiglia vive
Nella Luce della Grazia
Per sempre benedetto, senza morte".
Dopo questi insegnamenti al Maestro Yogi, il grande s'avviper giungere nella favolosa valle del Kashmir, sul cammino verso le vette dell'Himalaya.


35. IL TAPPETO VOLANTE NON PARTE

Il Sat Guru arrivnella cittdi Srinagar ed abitsulle rive del lago Dal che riflettono le nevi delle montagne che lo circondano. La notizia dell'arrivo del Sat Guru si sparse per tutta la citte molta gente andava da Lui.
In Srinagar viveva un Pandit, di nome Brahm Das, che era un grande erudito in Tantrismo e aveva sviluppato dei poteri, tra i quali quello di far volare a suo comando il tappeto sul quale sedeva e guidarlo come un elicottero.
Questo Pandit udparlare del Sat Guru e decise di andare a stupirlo coi suoi meravigliosi poteri.
Cosvolsul suo tappeto e felicemente atterrdavanti all'assemblea di gente, pensando che quel posto gli spettava di diritto. Prese posto e all'uomo che sedeva dietro di lui, chiese: "Dov'il Guru, lo state tutti aspettando?"
"No - disse l'uomo molto sorpreso - Il Sat Guru siede proprio davanti a voi".
"Dove?" chiese Brahm Das. "O sono cieco oppure voi state raccontando una menzogna"!
"Qui - l'uomo disse - non lo vedete"?
E anche altra gente dell'assemblea si intromise e disse: "Pandit, come mai non lo potete vedere? qui, proprio qui seduto! Proprio di fronte, vi sta in faccia!"
Il Pandit perse pazienza e ordinal tappeto di riportarlo a casa. Ma, con sua ira e stupore, il tappeto si rifiutava di ubbidire e non prendeva il volo.
Cos sentendosi umiliato e offeso, il mago col cuore pesante e con passo sempre pipesante, camminper molte miglia verso casa sua.
La mattina dopo qualcuno che aveva assistito allo svolgimento di tutto questo dramma, arrive chiese al riverito Pandit se tutto andava bene. Monto confuso, Pandit Brahm Das domandagli amichevoli visitatori, se essi potevano dire come e perchaccadde cos
Un suo amico che gli era abbastanza intimo, disse: "Devi riconoscere la superioritdel Divino Maestro e andare a piedi con tutta umilte poi guarda se ti ancora impossibile vederlo".
Questo sano e pratico consiglio fece colpo su Das. E senza un momento di indugio si mise in cammino per rendere la sua visita di umile pentimento.
Quando arriv non solo riusca vedere il grande Maestro, ma rimase sorpreso dalla cordiale accoglienza del Sat Guru. "Vieni, mio caro" disse il Sat Guru col suo sorriso d'amore.
"Per favore, Guru Maharaj - disse il Pandit - prima di tutto, dimmi perchieri non potevo vederti".
"Come potevi vedermi se le tenebre erano fitte" disse il Sat Guru.
"Ma era pieno giorno!" disse il Pandit.
Il Sat Guru sorrise della sua ingenuit E disse: "Mio caro, vi possono essere tenebre pifitte di quelle dell'Orgoglio?" E aggiunse: "Solo perchpotevi volare su un tappeto, ti sei gonfiato di vanite hai pensato di essere un superuomo. Che valore ha un uomo che puvolare! Come cipurenderlo migliore delle mosche e degli insetti che pure volano".
"Umilmente chiedo il tuo perdono" disse Brahm Das. "Ho imparato la scienza dei libri ed ho sviluppato dei poteri, ma non c'pace in me, o Vero Maestro! Insegnami, ti chiedo umilmente, come trovare la pace interiore".
"Caro Brahm Das - disse il Sat Guru - voi avete adorato solo delle deite mai Dio Onnipotente, l'Uno e il solo Uno, il Signore Supremo, il Maestro di Tutto. Adora Lui e Lui solo e la pace interiore scenderper grazia della Sua Compassione".
"Ma, Grande Maestro della Vera Via, - disse Brahm Das - la domanda delle domande come adorare Lui nel modo migliore e vero".
Bhai Mardana suonil rubab e il grande Sat Guru cantla canzone della Pace Interiore.
"Colui che tiene i suoi occhi lontani
Dalla donna di un altro uomo
E non ruba ciche appartiene
Agli altri,
Ripudia la misera ricerca di ricchezze,
Resiste ai malvagi e ciechi desideri,
Non ha sete di godimento sensuale,
Controlla la sua Indole,
non calunnia gli altri,
Si astiene dalla Vendetta
Piacere e Ira
Tutti figli e figlie delle Tenebre,
Un simile uomo, o Brahm Das
Troverdentro di s La sua luce, la luce
Dell'Inconoscibile.
Colui che tien cara
La parola del Guru e nel suo cuore
La custodisce
Come un prezioso gioiello di uno scrigno
E ad ogni respiro
Entrante e uscente
Loda Lui, il grande Datore
Su un simile uomo
La pace discende. E i dolori
E i piaceri non lo disturbano.
Questo corpo, sappi
il tempio di Lui
Il Signore di Pace Eterna.
Il cuore dell'uomo
la dimora della Sua Luce.
Lascia che la parola del Guru
Nanak dice,
Entri nel cuore
E porti l'Unione
Saldando il legame tra la Luce
Che tutto pervade
E la Luce Interiore.
Colui che vive bagnato
Da simile Luce
Acquista il Divino favore
Della Pace interiore
E in pace vive
Qui e nell'al di l.
"Ora conosco l'intera Verit ai tuoi piedi sacri, o Maestro Divino" disse BrahIn Das. "Cercare la luce interiore e non esteriore, liberandosi dal maligno e dalle tenebre". "Cercando accettazione alla Sua porta con Devozione e fervore e contemplando sempre e per sempre sulle sacre parole del Guru, in questo modo uno si qualifica per l'elemosina della Pace interiore, dal Suo tesoro di Grazia insondabile".


36. DIALOGO DI LUCE

In Tibet il Sat Guru visitun grande monastero. Il Gran Lama era molto avanzato nella sua evoluzione e riconoscendo la vera grandezza del Sat Guru, gli diede il picaldo benvenuto.
Poi il dialogo della luce ebbe inizio.
Il Gran Lama chiese al Sat Guru: "Tanti credi vengono professati in India ed difficile sapere chi nel giusto. Tu, cosa dici della Creazione e del Creatore?".
Il Sat Guru rispose:
"Dal Suono senza Suono
Dell'Assoluto
Emana la Forza creativa
Ed dall'utero della Forza creativa
Che nasce l'Aria, l'Acqua il Fuoco
La Luce e l'Anima.
Lui, l'Assoluto
Mantiene tutto ciche viene creato.
Lui che ha creato la Trinit Degli operai della Sua Creazione
Brahma Vishnu e Shiva,
Poi nacquero il Tempo
E le quattro Et
Solo perfetto
Come vero essere umano,
Quell'uomo che realizza che l'Assoluto
Tutto Pervadente,
la compagnia di questo saggio
Tra gli uomini
Che distrugge la delusione del "s".
Il Lama, ammutolito, ascoltava l'Assoluto del Sat Guru e poi disse: "Illuminami ancora sulla creazione dell'Assoluto".
Il Sat Guru rispose:
"L'Assoluto ha creato
Terra e Cieli
E senza appoggio alcuno essi esistono
Mantenuti dall'Assoluto.
I Tre Mondi emanarono
Dal "Meta", la Compassione dell'Assoluto
E nella pienezza del Tempo
Di nuovo vengono assorbiti
Nella Sorgente, l'Assoluto.
L'Assoluto ha dato nascita
Alla differenziazione nella Creazione,
L'Assoluto il Genitore delle Speci
Di tutto ciche esiste
Dalla Pietra all'Essere Umano.
I quattro tipi di Linguaggi
Dai quali tutti gli altri fluirono
Sono tutte emanazioni
Dall'Assoluto
E alla fine si fondono
Nell'Assoluto.
dall'Assoluto
Che fluirono
Le Sette Regioni del Celestiale
E le Quattordici Sfere
Che formano la Totalit Dell'Universo degli Universi,
Dall'Assoluto fluisce anche
Il ciclo della notte e del giorno,
Le Coppie opposte di tutto
Ciche creato,
Gli Opposti e gli Alternati
Il Ciclo e la Spirale della Vitalit Dell'Essere e del Non-Essere,
Sofferenza e con essa il negativo della Sofferenza
Riconoscendo tutto questo come
Atto dell'Assoluto
Il cercatore diventa Illuminato
E l'Illuminazione l'essenza della
Pace Interiore.
L'Assoluto e la sorgente da cui fluisce
Caldo e Luce
Il Sole e la Luna e
Le miriadi di stelle e
Le incontabili Galassie.
La luce dell'Assoluto
Illumina tutti questi mondi
Senza un limite e al di ldi ogni descrizione.
l'Assoluto
La Forza Celestiale
Dietro la Contemplazione.
Per conoscere
L'Assoluto, dall'Assoluto fluisce
La sorgente di ogni sapere
E i sette mari della conoscenza
Fluiscono tutti dall'Assoluto.
La Mente Umana
Con il Nome, la parola data dal Guru
Nella Grazia dell'Amore,
Viene purificata nella Polla di Verit
L'essere umano
Cosilluminato, vivendo la Vera Via
Si libera dal ciclo
Di Nascita Morte e Rinascita".
"Cos- disse il Gran Lama - ciche il Signore Buddha disse della Ruota della Vita alla quale ognuno legato e della liberazione dalla schiavitdi Nascita Morte e Rinascita che si ottiene solo seguendo il "Cammino a Otto Stadi", era la Verite rimane la Verit".
"Vero" disse il Sat Guru.
"Allora cos'Dio e la Sua gerarchia di Operai al Suo Comando e quale il modo del loro operare attraverso le leggi creative?" chiese il Gran Lama.
Con parole di Luce, il Sat Guru rispose:
"L'Assoluto si manifesta dapprima
Come Dio, come il Signore Assoluto dell'Esistenza
E della Non-Esistenza,
Poi Dio si incarna
Nei Suoi Avatar,
Poi vengono gli Dei e le Divinit Dopo di loro i Profeti e i Santi
Poi gli Apsara, i musici celesti
E gli Angeli, miti
Operai del Divino.
Nelle Leggi Creative
Lui che crea
Le Tre Forze vitali di base
Tamasic Rajasic e Sattavic,
Sono queste forze vitali che producono
Sonno Veglia
E Forza Divina
E da esse fluiscono
Inerzia Energia e Puro Spirito.
Il Puro Spirito si incarnato
Nella forma umana,
Cosnato, l'uomo governato
Dai Cinque Elementi,
Questi Elementi per azione e interazione
Spargono i semi della Azione buona e cattiva,
Coscreato il Karma
La dura legge di "raccogliere quel che si ha seminato"
E questa ferrea legge governa
Il ciclo di Nascita Morte e Rinascita.
Quando per Grazia del Guru,
Il Vero Maestro,
Il Nome conosciuto,
La Coscienza viene purificata
E coscreato il legame
Con la Coscienza Divina,
Questo la stadio "Turia"
E quando l'uomo lo ottiene
Diventa veramente Umano
Ed benedetto con la Libert
Cosliberato, egli non pisottoposto
Al ciclo di Nascita Morte
E Rinascita
Perchnon per molto
Quest'uomo rimane sotto
La dominazione delle
Tre forze vitali di base
E liberato dalle Forze vitali,
Il puro Spirito ascende
E si immerge in Lui, come fine".
Per giorni il grande Sat Guru rimase nella Trance della contemplazione. E quando emerse dal suo Samadhi, il Gran Lama gli chiese ancora:
"O grande Guru! Come possibile raggiungere l'Assoluto che, come tu dici, si trova al di ldi Dio?".
Il Sat Guru rispose:
"L'Assoluto in te.
dall'Assoluto
Che la luce emanata
E questa luce illumina
Ogni cuore umano.
Attraverso la Grazia del Divino Guru
Discende la realizzazione
Che l'Assoluto la Totalit L'origine e la fine uniti in uno.
questo il punto
Da cui la luce emerge
E discende sugli uomini,
Cosaccade
Che il Tutto in Uno
E l'Uno in Tutto.
Questo segreto svelato
Quando si conosce se stessi
In Verite in tutta pienezza.
Con questa realizzazione,
Che giunge
Con la riconoscenza
Della luce in se stessi
Si comincia a vedere
Luce. la stessa luce
Negli altri Esseri e in Tutto".
A questo punto cruciale, il Gran Lama chiese al grande Sat Guru: "Cosa intendi, quando parli di "vedere la stessa luce in tutto"?".
Il Sat Guru rispose: "Esaltato, in veritl'uomo che vede in Tutto, ciche giace dentro di lui. la riconoscenza che alla base della condotta umana. da questa realizzazione che fluisce il rispetto per gli altri. questo rispetto per la stessa luce negli altri e in se stessi, che fornisce la vera base per la nascita dell'Etica e della moralitsociale".
"La Via di vivere questa realizzazione nella vita di ogni giorno per un uomo che cerca la liberazione dalla schiavitdel Karma, quella di chiamare "me stesso" ogni cosa nella Creazione e tutto ciche esiste intorno a lui e tocca la sua vita giornaliera".
"Vivere in questo modo, l'essenza della Vera Via".
"Ma - disse il Gran Lama - chiamando "me stesso" ogni cosa, non potrebbe avvenire che l'uomo ponga ancora pienfasi sul "s, invece di combattere per annientarlo?".
A questo punto il Sat Guru sorrise e disse:
"Benedetti sono quelli che esaltano il "s vedendo lo stesso "s negli altri. la riconoscenza dello stesso "s negli altri e in se stessi che genera simpatia, evoca comprensione, mette in azione la compassione". Illustrando questa identitdel "s negli altri il Sat Guru aggiunse: "Nel momento in cui si riconosce questa identite si chiama ogni cosa "me stesso", la crudelte la violenza spariscono dal mondo degli uomini. Allora anche se un sasso giace sul cammino, uno non lo calcia lontano, ma lo raccoglie con amore e con gentilezza lo depone lontano dal passaggio e in ugual modo uno non stacca una foglia dall'albero, senza cura o per gioco, se non strettamente per farne uso". Di nuovo il Gran Lama interferper chiarire un altro punto: "Perchhai pronunciato con enfasi le parole "strettamente per l'uso"? Pensi forse che uccidere qualche cosa per poi farne uso, e costogliere la vita, e permesso quando si dil nome "me stesso" ad ogni cosa?".
Il Sat Guru chiese al Gran Lama: "C'qualche cosa come non-vita che parte della creazione? No, ogni cosa ha vita, anche un granello di polvere turgido di vita. Quindi togliere la vita non significa Morte in nessuna forma. Morte solo l'altro e comune nome per Trasformazione. Nulla mai muore e nulla capace di uccidere. Questa la ragione per cui utilizzare come alimento gli oggetti della creazione che sono necessari, non viene a cadere nella definizione di peccato. Dopo tutto disegno della creazione che nulla sia creato senza uno scopo e servendo quel fine quell'oggetto trova il suo pieno compimento, come parte del disegno della Natura".
"Per esempio, il grano cresce e noi lo mangiamo. Nel venir mangiato come cibo, lo scopo del grano, come parte della creazione, viene servito nella maniera migliore. E chi pudire che il grano non ha vita? Ma c'maggior peccato della cieca distruzione e spreco senza scopo. mentre si ha la maligna urgenza o la tentazione di distruzione senza scopo, che anche cogliere una foglia dal ramo di un albero, diviene peccato ai Suoi occhi. E questo modo scriteriato e senza scopo di agire con uomini e oggetti nella creazione, viene totalmente abolito, quando il nome "me stesso" viene attribuito ad ogni oggetto in creazione e ad ogni persona che sta intorno".
"Le tue parole, o Guru, sono certamente raggi di luce - disse il Gran Lama. - Ora, poco fa - egli aggiunse - hai parlato del Puro Spirito che si fonde di nuovo in Lui. Come il Finito pudivenire una parte dell'Infinito?".
"Qualitin Qualit- disse il Sat Guru. - Cos'l'essenza dell'Infinito? Pura luce. Dunque "Luce in Luce". Coscome il Finito si fonde nell'Infinito".
"Per gli esseri umani - aggiunse il Sat Guru - come per l'albero e i suoi frutti, in qualitentrambi sono una sola cosa. Quelli che hanno un morso del frutto dell'Albero Immortale, divengono una sola cosa con l'Essenza Suprema, il Signore della Creazione".
"cosche, chi riconosce il "s come luce in tutta la sua purezza e vede la stessa luce in ogni altro essere e chiama tutti gli oggetti in creazione "me stesso", diviene uno con il "S Supremo, Dio Onnipotente. E cosil Finito si fonde con l'Infinito".


37. NELLA TERRA DEI LAMA

Dopo aver calorosamente salutato il Gran Lama, il Sat Guru viaggiin altre regioni del Tibet e incontrmolti altri Lama del rango Rimpoche. Un Rimpoche, nella gerarchia tibetana dei Lama, viene ricercato e identificato, allo stesso modo di un reincarnato Dalai Lama.
Il grande e glorioso Sat Guru, venne onorato come il vero Maestro dai Rimpoche dei pigrandi monasteri del Tibet.
Fino ad oggi, il grande Sat Guru il solo tra i grandi Santi, Profeti e Avtar dell'India, la cui immagine, dipinta nella viva simbologia tibetana dei colori e delle forme, stata posta nei luoghi di culto pisacri nei monasteri del Tibet. E il nome tibetano per il grande Sat Guru col quale la gente e i Lama del Tibet lo riveriscono, "Guru Rimpoche".
Dal Tibet, il grande Sat Guru si diresse verso Kailash Parbhat, venendo in contatto con i pielevati tra i Sidh Yogi che hanno Poteri, tra i quali anche quello di prolungare il corso della loro vita.
Da Kailash Parbhat, il Sat Guru raggiunse il sacro Lago degli Dei, Mansrowar. Proprio nel momento della sua visita, stava svolgendosi un grande raduno di Profeti, Santi e Sidh Yogi, i grandi reclusi nei piremoti recessi delle nevose vette Himalayane.
Il Sat Guru si rivolse all'Assemblea e cantil Testo del sacro Jap Ji Sahib.
Hail, Hail Nanak!
Con queste estatiche parole di gradimento, tutti si inchinarono reverentemente al grande Sat Guru. Dopo aver lasciato Mansrowar, il Sat Guru andin un luogo dell'alta Himalaya dove viveva un gruppo di Yogi che praticavano Pranayama e non riconoscendo la statura Divina del visitatore, il maestro Yogi insistcon lui della necessitassoluta di praticare Pranayama per raggiungere la perfezione e ottenere totale Beatitudine, mentre si vive e non nell'al di l
Il Sat Guru parlloro della Divina via del Sahaj Yoga, esponendo il fenomeno della crescita interiore attraverso l'interiore cambiamento di coscienza. La via per ottenere la perfezione e la Beatitudine totale, il Sat Guru insegnloro, sta nel vivere la Vera Via e nel riconoscere la Luce interiore che entra in contatto con la Luce Divina e poi vivere in totale liberte ottenere totale illuminazione con la totale Sottomissione alla VolontDivina. Il grande Sat Guru, dopo aver cosaperto le porte della conoscenza ai Sidh Yogi, ritornnella pianura e alla sua sacra dimora di Sri Kartarpur.


38. SULLE PISTE DEI PELLEGRINI

Durante la sua visita a Allahabad, la santa Paryag dei tempi passati, situata alla confluenza di due sacri fiumi, il Gange e il Jamuna, il Sat Guru mostrcome egli era ricco di senso dell'humor e quanto delle normali qualit cosessenziali per una felice esistenza umana, egli incarnava nel suo Divino "S.
Era la festa dell'Eclisse quando il Sat Guru arriv Folle e folle di pellegrini fluivano alla confluenza dei due fiumi come un terzo fiume, per bagnarsi e cosacquisire il merito del pellegrinaggio.
In un angolo, un Pandit stava seduto con tutti i suoi sacri oggetti per attirare i pellegrini.
Egli sedeva nella posizione di Samadhi, con gli occhi chiusi, dietro la schiera dei suoi idoli ricoperti di pasta di sandalo. Poichciaccadeva vicino al luogo dove anche il Sat Guru e i suoi compagni sedevano, il Sat Guru si divertiva ad osservare come, appena un pellegrino lasciava cadere l'offerta nel piattello davanti agli idoli tutti dipinti, il Pandit emergeva dal suo samadhi, afferrava la moneta, la faceva scivolare nella sua tasca e poi si ricomponeva in samadhi.
Il Sat Guru, per scherzo, chiese al Pandit: "Perchte ne stai con gli occhi chiusi? E cosa vedi, cos".
"Oh! - disse il presuntuoso Pandit - vedo i tre Mondi e le quattordici Regioni". E , detto ci si ritirnel suo onniveggente samadhi.
Appena gli occhi del Pandit si chiusero, il grande Sat Guru, esercitando la sua umanissima qualitumoristica, fece un cenno a Mardana con la mano. E Bhai Mardana colse lo scintillio di divertimento negli occhi del Sat Guru e, obbedendo al segnale, lestamente rimosse la tavola con tutti gli idoli, che stava di fronte al Pandit.
Quando, dopo un tempo insolitamente lungo, nessun tintinnio metallico veniva dal piattello, il Pandit aprgli occhi. E la sorpresa quando scoprche davanti a lui la tavola non c'era pi Preoccupato si volse verso il Sat Guru e chiese: "Chi ha portato via la mia tavola?".
Il Sat Guru rispose scherzosamente: "Se n'andata al di ldei tre Mondi e delle quattordici Regioni".
"Caro uomo, non preoccuparti, la tua tavola al sicuro. Ma - aggiunse il Sat Guru col suo tocco Maestro - la tua anima parimenti al sicuro?".
E il Sat Guru gli parldella via del vivere Giusto.
A VARANASI DEL SIGNORE SHIVA
Il Sat Guru arriva Varanasi e vide i devoti del grande Signore Shiva che suonavano campane e sgranavano rosari. In ogni tempio, grande e piccolo, al centro e alla periferia della cittsanta, che secondo la leggenda fu la dimora del Signore Shiva quando una volta scese sulla terra, il Sat Guru udil suono delle conchiglie che venivano soffiate davanti agli idoli, nel mezzo del rumore dei piedi strisciati della gente ammassata attorno agli idoli.
E fu in Varanasi che il grande Sat Guru rivolse al Prete Capo del tempio piimportante, questo canto:
"Un Dio intagliato nella pietra
Voi adorate, o Pandit,
E mettete in mostra rosari
E grani di sandalo.
Non state perdendo tempo
Annaffiando un arido terreno
E consumando la vita in vana
Adorazione, formale e priva d'anima?
Mantenere il corpo ben nutrito
Non giova
Se l'interiore crolla
Sotto i colpi dell'intima scontentezza.
Riempi il battello del conscio "s
O Pandit
Con il carico
Del Suo Nome sacro
E cosattraversa l'Oceano della Vita
Fino a toccare i lidi
Della Beatitudine Eterna.
E la mente, o Pandit!
Metti il giogo della Sottomissione a Lui
Attorno al suo collo, e ponila a lavorare
Alla ruota persiana dei sensi
Per tirar su Nettare dal pozzo interiore
A irrigare la terra del "S.
L'intensitdella Passione
E il fuoco dell'Ira!
Fa' che questi siano i tuoi arnesi da scavo
Per sradicare
L'erba dei desideri dei sensi.
Cosripulito, il campo
Ben arato e abbondantemente irrigato
Daril miglior Raccolto.
Questa l'arte della coltura Spirituale,
Impara e vivi cos
O Pandit!
L'onesto sforzo e il serio lavoro
Sono ben ripagati
E la povertterrena non incute pitormenti
Con la Grazia Divina
Anche un ipocrita airone
mutato in cigno
Cospieno di virt
Cosla preghiera del lavoro e dell'adorazione
Trasforma ciche contraffatto nel "s
Nello splendore della luce interiore.
Cosl'umile devoto guadagna la Beatitudine Eterna
Nanak dice,
Per Grazia Divina".
BENEDETTO L'UOMO DI FAMIGLIA, O SANYASI
Mentre il grande Sat Guru stava seduto, dopo aver illuminato il Pandit, un gruppo di Sanyasi arriv Presero posto e subito iniziarono calorosamente a discutere col Sat Guru, circa l'indubitabile superioritdella vita di un Sanyasi su quella di un capofamiglia anche se devotissimo alla Vera Via, come insegnava il Sat Guru.
In risposta ai Sanyasi, il Sat Guru cant
"Per pura forza di cieca ignoranza
I Sanyasi abbandonano la casa
Fuggendo dai loro doveri,
Per elemosinare alla porta degli altri
Invidiando i loro beni
E le loro mogli,
Inghiottiti dal vortice del vano desiderio
E sotto la frusta delle passioni
Essi non hanno controllo alcuno.
Per acquisire conoscenze
Leggono i Santi Testi
Dei quali cosi poco capiscono,
Come animali riempiono
I loro stomaci
Senza comprendere!
O Sanyasi, un vero Sanyasi
solo colui che avendo conquistato
Il "se", seguendo la parola del Guru
Sfida i desideri
E per i bisogni di ogni giorno guarda Lui,
E solo a Lui.
Cospreparato, ripudia i vani discorsi
E accontentandosi delle sue ricchezze
Vive la Vera Via
E le tenebre della mente sono disperse
Con la invocazione del Sacro Nome.
E certamente benedetto l'uomo di famiglia
Che devoto ai Piedi del Signore,
Indisturbato dalle tempeste
Dei desideri dei sensi,
Come un vero e puro rinunciatore
Rimane assorto nel pensiero di Lui
E cosbeve il Nettare dei pozzi dell'Anima
E con il "s cosilluminato,
Con la mente in una sola direzione
Sereno e stabile interiormente,
Guidato dal Guru
Devotamente e instancabilmente
Persegue la ricerca della Verit
A un simile uomo distribuita
La ricchezza del Nome,
Benedetto quest'uomo!".
A GAYA, CITTDI REDENZIONE
Da Varanasi, il Sat Guru anda Gaya, grande luogo di raduno dei pellegrini che cercano la salvezza per i loro cari estinti e dove i Pandit asciugano senza pietle tasche dei malcapitati. Qui una delle cerimonie consiste nell'accendere piccole lampade a olio fatte in pasta di grano, che vengono poi lasciate galleggiare nella corrente del fiume. Lo scopo della cerimonia quello di
illuminare l'oscuro cammino dei defunti nel paese della Liberazione.
Quando il Sat Guru vide lo svolgersi del rito, con la sua Voce Divina, cosdisse:
"A che servono palle di riso
Su un piatto di foglie
Come possono i cari estinti
Alimentarsi con queste offerte?
E a che scopo
Lampade di pasta accese?
Le tenebre sulla via
Al grande Al di L Non sono per mancanza di luce,
Ma per le cattive azioni compiute nella vita!
Come possono le tenebre del Karma,
Create dagli stessi uomini
Essere disperse
Da queste lampade di pasta?".
Cosinsegnando, il Sat Guru illuminava le menti di quelli che avevano la fortuna di essere lattorno. Poi il Sat Guru parldella Vera Via e insegnloro come accendere la lampada del "s interiore.
A PURI, LA CITTDEL SIGNORE JAGANNATH
Giunto a Puri, il Sat Guru era all'entrata della sala del tempio dove stavano le statue degli dei. Il Prete notche il Sat Guru rimaneva fuori, cosalla fine andda lui e gli chiese: "Perchnon entrate ad adorare il Signore?".
Il Sat Guru rispose: "Ma dov'il Signore?". Infastidito da una domanda cosimpudente, il Prete disse: "Siete forse cieco? Non lo vedete anche da qua il Signore, al di ldella porta dove tutti lo stanno adorando?".
"Oh" disse il Sat Guru con calma "volete dire la statua di legno!". E poi aggiunse:
"No, mio caro, il Signore Supremo non ha bisogno di una statua di legno ove dimorare. Sappi questo! Non una statua di legno ma il cuore di ogni essere umano la sua vera residenza. E quelli che adorano veramente Lui, tengono il cuore pulito, cospulito come il tempio nel quale voi adorate".


39. STREGHE E CANNIBALI

Dopo una breve sosta a Jagannath Puri, il Sat Guru si mise in cammino per Kamroop, nel cuore dell'Assam. Ai confini del Bengala con le regioni che si stendono verso nord-est, in quei tempi, veniva diffusamente praticata la magia nera.
Giunto a Kamroop, il Sat Guru arrival famoso tempio di Kamakshi Devi, un tempio nel quale la regina di Kamroop e i suoi accoliti, tutte donne, usavano eseguire riti tantrici per la propiziazione delle divinit Appena si furono sistemati, Bhai Mardana present come d'uso, il problema della "morte per fame" e il Sat Guru, come d'uso, gli disse di andare nella vicina citt
CosBhai Mardana, pieno di speranza, si mise in marcia verso la citt che risultpoi essere la capitale della regina strega. Mardana cominciava a vedere i primi sobborghi, quando venne avvicinato da tre donne.
"Perchsiete venuto qui?" - disse una di loro. Nel suo largo accento Panjabi, Mardana diede spiegazioni.
Udendolo parlare, la seconda donna disse: "Ah, bela come un agnello". E la terza donna ghigne disse: "S e lo fardiventare un agnello".
E cosdicendo, prese dalla tasca un filo, pronuncidei Mantra e lo pose attorno al collo di Bhai Mardana. Istantaneamente Mardana divenne un agnello, al che la prima donna disse: "Ora mettiti a quattro zampe e bela!" e Bhai Mardana sulle quattro zampe, si mise a belare.
Il Sat Guru, col suo occhio Divino, vide lo scherzo combinato a Bhai Mardana e si affretta raggiungere il luogo della sua trasformazione. Quando il Sat Guru arriv una donna disse: "Ah, questo lo tramuterin cane". Il Sat Guru udqueste parole e solamente disse "Tu diventerai un cane"! - E in un istante ella divenne un cane e cominciad abbaiare. Poi il Sat Guru chiese a Bhai Bala di liberare il collo di Mardana dal filo.
Appena Bhai Bala si mosse, un'altra donna tentdi gettargli un filo attorno al collo, ma il suo braccio che si era gilevato, non potpimuoversi da quella posizione.
La costernazione colple donne streghe. E una corse selvaggiamente a perdifiato dalla regina.
Quando la regina arriv tenti suoi favolosi poteri neri. Ma senza risultato alcuno. Non riusciva a liberare le sorelle che erano state irrigidite come statue sul posto in cui si trovavano e nemmeno aveva successo coi suoi tentativi sul grande Sat Guru.
Umiliata in questo modo, la regina, con lacrime che le fluivano gisul viso tutto agitato, cadde ai piedi Divini del Sat Guru e disse: "O il piGrande tra i Grandi, restituiscimi le mie sorelle, ti supplico, come una donna".
Il Sat Guru, con la luce della Pietardente nei suoi occhi, disse solo: "L'Onnipotente colui che veramente perdona. Riprenditi le tue sorelle ma non indugiate mai piin questa pratica maligna".
"Noi non sapevamo, o grande Maestro Maharaj, che questa era una pratica maligna. Stavamo solo seguendo il costume della nostra trib.
"Lo so - disse il grande Sat Guru - e questa proprio la ragione per cui sono venuto qua".
"Volgete i vostri cuori a Dio Onnipotente e non fate del male ad alcuno, perchtutto creatura Sua".
REGINE DI COMPASSIONE
Poi il grande Sat Guru parlalla regina e alle sue sorelle e alle donne del popolo della loro trib
"l'uomo generalmente che perde la via. Fa questo, quando deve affrontare miserie a casa. Voi come donne potete trasformare l'inferno in paradiso con la forza della vostra devozione. E la devozione fluisce dalla fonte della Compassione.
"Siate regine di Compassione - disse il Sat Guru - Con la vostra dedicazione e assenza d'egoismo, voi potete insegnare il vero significato dell'amore ai vostri mariti, figli e figlie. Una donna, mie care, una divinitvera e propria. Non adorate tristi immagini, ma adempite il vostro dovere datovi da Dio, di seminare i semi della virte della Vera Via nei cuori dei vostri figli e delle vostre figlie. Con l'esempio del vostro modo di vivere, insegnate loro che le buone azioni e il loro compimento vengono dal fatto che essi sono nati umani. Coraggio e Veritsono i due semi da cui cresce l'Albero della Vita felice".
E dopo aver ammaestrato le donne e la regina, il Sat Guru proseguil suo viaggio.
UN CANNIBALE DIVENTA SIKH
Sat Guru viaggiper lunghe miglia, attraverso le folte foreste del territorio tribale dell'Assam. Un giorno, dopo una marcia particolarmente faticosa, il Sat Guru disse a Mardana: "Mio caro, questa la regione dei mangiatori d'uomini. Quindi sta in guardia". "Maharaj - disse Mardana che si sentiva mancare per la fame e la stanchezza - Tu sei al di ldella fame e della sete, ma io sono un povero mortale e sto morendo di fame".
Sat Guru Maharaj fece il solito indulgente sorriso, e disse: "Va bene, allora cammina in questa direzione e troverai cibo". E col dito, puntil cuore della jungla.
Bhai Mardana si era allontanato poche centinaia di metri, quando venne assalito da un uomo di una tribcannibale che si chiamava Khauda. CatturBhai Mardana e lo lega un albero, vicino al quale mise a bollire un calderone d'olio. Il calderone era grande abbastanza per cucinare un uomo intero. Terrorizzato da questa nuova e orrida esperienza, Mardana svenne. L'olio cominciava a bollire, quando il grande Sat Guru arriv Alla vista di due altri uomini che venivano nella jungla, il mostro Khauda fu troppo felice per restare dove si trovava. Voleva avventarsi e catturare le sue due nuove vittime. Ma non potpimuoversi. Khauda rimase rigido come un pilastro di pietra.
Come il Sat Guru aveva comandato, Bhai Bala liberil suo compagno. Poi il grande Sat Guru guardverso Khauda e ordin "Vieni! mio caro" e Khauda, che finalmente poteva muoversi, anddiritto ai piedi del Sat Guru chiedendo ferventemente perdono.
"Lui che perdona. Il modo di cercare perdono quello di condurre una vita virtuosa. E, o Khauda, per condurre una vita virtuosa, prima sappi questo: Attaccamento, Avidit Ira e voler far del male, questi sono i quattro fiumi di fuoco. E sono questi quattro fuochi che bruciano l'Umano nell'uomo. Guardati da loro. Evitali e diventerai un viaggiatore sul cammino della vita virtuosa.
Da oggi in poi, non fare pimale ad alcuno e servi tutti coloro che sono nel bisogno. E cosfacendo, volgi la tua mente a Dio, il Signore di Tutto, con pensieri colmi d'amore, con tutto il tuo cuore come l'amante pensa l'amato. Ed Lui, il Signore di Tutto, che distribuirsu di te la forza di vivere una vita virtuosa".
Mosso in ogni fibra del cuore e della mente da allora, visse come un devoto e dedicato Sikh.


40. BHAI MARDANA E LA SCORTA PER IL DOMANI

Una volta, ancora mentre attraversavano la jungla dell'Assam, Bhai Mardana di nuovo presental Sat Guru la cronica e comica difficoltdi "morte per fame".
Il Sat Guru questa volta puntil dito verso un albero del sapone e disse: "Va, caro Mardana e cibati di quel frutto".
Bhai Mardana guardverso l'albero e sapeva che quello era l'albero dei frutti amari. Ma sapeva anche che il suo Maharaj non poteva sbagliare. Bhai Mardana stava muovendosi e il Sat Guru disse: "Mangia quanti frutti vuoi, ma non prenderne con te".
Mardana si arrampice diede il primo morso al frutto: era dolce come miele! E riempil suo ventre e mentre stava tornando, il pensiero del domani entrnella sua mente e riemple sue tasche di frutti. Il giorno dopo di nuovo senti morsi della fame. Questa volta non c'erano difficolt Prontamente prese un frutto e allegramente comincia mangiarlo. Era amarissimo. Mardana vomitcosviolentemente che perse anche la voce.
A questo punto venne il momento per il Sat Guru di divertirsi della "scorta per domani" di Mardana. Il Sat Guru rise, rise e disse: "Mardana, l'amarezza di oggi stato il frutto dell'avidit La dolcezza di ieri era il frutto del bisogno!". E ancora ridendo il Sat Guru aggiunse: "Guarda Mardana, sei stato veramente avido, non hai offerto un solo frutto neppure al tuo inseparabile compagno Bhai Bala". Per difendersi, poichla sua voce era sparita, Mardana potsolo inscenare una pantomina e fare grandi gesti per dire "Non ho pivoce".
"Non fa niente - disse il grande Sat Guru sorridendo - solo pronuncia 'Sat Nam'". Al tentativo di dire 'Sat Nam', la voce di Bhai Mardana ritorndolce e vibrante come sempre.


41. PAROLE DI LUCE A SANGAL DEEP

La seguente fase dei viaggi di Sat Guru Baba Nanak, lo condusse nel sud dell'India. Sulla strada per Kanya Kumari, 'La fine del paese', il Sat Guru visiti grandi tempi di KanGhic Rameshwaram e in ogni luogo diffuse il suo messaggio Divino.
Un giorno stava sulla riva del mare a Rameshwaram e improvvisamente disse: "Il mio amico mi aspetta".
L'amico che chiamava il grande Sat Guru era Raja Shiv Nabh di Sangal Deep, un regno su un'isola di fronte alla riva di Rameshwaram.
Raja Shiv Nabh aveva udito parlare del Sat Guru e della sua gloria di Maestro di Verit da un amico commerciante di nome Bhagirath. Il Raja aveva chiesto a Bagirath di dirgli come poteva incontrare il grande Maestro. "Pensa a lui con amore intenso e il grande Guru arriver, aveva risposto Bhagirath.
Devotamente e con disperata impazienza, Raja Shiv Nabh aveva pregato per la visita del Sat Guru. E un giorno la intensitdella richiesta flual di fuori e le vibrazioni del desiderio del devoto Shiv Nabh per il Sat Guru arrivarono e vennero ricevute.
Bisognava dunque visitare l'amico. Arrivato a Sangal Deep, il Sat Guru si annuncie il Raja lo ricevette con reverenza. Ma tutto il tempo, mentre mostrava tutta la reverenza al Sat Guru, nella mente di Raja Shiv Nabh c'era il pensiero di dover capire se questo santo ospite era veramente il grande Sat Guru o qualche furfante che posava ad esserlo. Poi un altro pensiero gli venne in mente. Vedere se il santo visitatore era veramente un grande Guru come Bhagirath aveva descritto.
Con questi due pensieri nella sua mente, Raja Shiw Nabh fece venire un gruppo delle piabili ed abbaglianti danzatrici di corte per farle suonare e danzare e tentare cosil santo ospite.
Erotica e passionale oltre i limiti della sopportazione, la troupe delle Tentatrici arriv Ma prima che potessero ubbidire al comando di mostrare la loro arte, il grande Sat Guru entrnella trance di amore divino. Bhai Mardana pose le dita sulle corde del rubab e la musica celestiale flucome un fiume di luce.
E il Sat Guru nella sua estasi cant
"Come il Loto ama l'acqua
Come suo sangue di nutrimento
O mio cuore, cosi ama
Il Signore Eterno.
Ondate d'acqua colpiscono
Violentemente il Loto
Ma sempre pigrande L'amore del Loto per l'acqua.
O mente mia!
Senza l'amore di Lui
Come possono aprirsi le porte del tesoro
Oltre le quali giacciono chiusi
I gioielli della Devozione
Per essere distribuiti dal Grande Signore
Ai cercatori.
Come il Pesce ama l'acqua
Ama, o mio cuore, il Signore
Il Fattore di Tutto
Ciche esiste.
Come il Pesce, o mio cuore!
Tuffati sempre piin fondo
E come il Pesce
O mio cuore, ricevi dal
Signore della Beatitudine
L'elemosina della felicit PerchLui solo il Distributore.
Come il Pesce cessa di vivere
Senza acqua,
Coso mio cuore, vivi
Con il nome del Signore Eterno
Come tuo solo sostentamento
Tu aneli a Lui
E Lui sa come donare.
Il Signore Onniscente
Il Signore che Tutto Dona.
Come il Chatrak ama la pioggia
Cos senza posa agognando
Per Lui, o mio cuore
Ama il Signore della Beatitudine Eterna.
Anche se i fiumi e i laghi
sono gonfi,
e le terre
Lussureggianti di verde,
La sete del Chatrak
Non si estingue mai
Senza la goccia di pioggia
Dal cielo,
Cosattraverso le buone e vere azioni
Cresce l'Amore
Per il Signore Eterno
Che non si estingue mai
Senza la Grazia
Che scende dal cielo come
La goccia di pioggia
Sul cercatore
Che mendica alla Sua Porta Divina.
Come l'Acqua ama il latte
O cuore! cosama il Signore
Di tutti gli esseri creati.
Come l'Acqua che brucia
Per prima, proteggendo
Dalla bruciatura il latte,
Cosil vero cercatore
Deve bruciare
Proteggendo con amore
Tutti gli esseri creati.
Perch o Signore Creatore
Il Tuo Amore illimitato
Generosamente protegge
Il cercatore,
Limitando tutto
Ciche separa,
Cosbenedetto il cercatore
Esaltato dal Suo infinito Amore.
Come il Chakvi ama
La luna
Cosama, o mio cuore
Il Signore dell'Unit
Per tutta la notte
Dolente per le pene della separazione
Come il Chakvi chiama
Il consorte,
Cosgemi, o cuore
Per il Signore dell'Amore Eterno.
Solo quelli che Lui benedice
E cosesalta
Gustano la gioia dell'Amore nell'Unit.
Col fiato sospeso e la passione congelata restarono le Tentatrici, come ghiaccioli in una cava di ghiaccio, quando il piGrande dei Grandi, il Sat Guru emerse dalla sua estasi e la canzone del Vero Amore fin
Tornate al palazzo del Raja, le inebrianti Tentatrici, gettarono i loro ornamenti ingioiellati e si spogliarono delle luccicanti vesti e vestite come semplici donne di casa, apparirono innanzi al Raja che stava aspettando la notizia delle sue messaggere di Eros.
Non poteva credere ai suoi occhi e ascolttutta la storia con lacrime d'amore e di pentimento.
Commosso in quel modo, il Raja andad appoggiare la sua testa sul piede del grande Sat Guru. Il dialogo d'Illuminazione continuper lunghi giorni e lunghe notti con il Raja e la Rani, che come il marito seriamente cercava. Fu in questa occasione che il Sat Guru spiegla profonda esoterica Veritdel Raja Yoga.
Il grande Sat Guru era il pigrande Maestro dello Occulto dei suoi tempi. Chi altri infatti poteva essere superiore a un Avatar, incarnazione della "Luce Divina in Totalit, Dio Onnipotente medesimo?
A Sangal Deep, il Sat Guru diede al mondo dei cercatori il dono Divino del santo testo, noto come Retan Mal Ramkali "Uno Yogi deve meditare in reclusione se intende praticare Raja Yoga - disse Sat Guru Baba Nanak Maharaj - perchper soggiogare i cinque sensi necessaria solo la moderazione, non il rigoroso rifiuto.
E lo Yogi comincia col meditare sulla natura e il contenuto della Verit
Questo il punto di partenza, poi lo Yogi passa alla pratica delle discipline meditative finchpuunificare i due corsi di coscienza, quello che fluisce dalla forza vitale e l'altro che fluisce dalla luce interiore. cosche lo Yogi sveglia la coscienza interiore e il 'Terzo Occhio', l'occhio della visione interiore comincia a funzionare.
E col risveglio della visione interna, la coscienza interiore dello Yogi si lega in unitcon la coscienza Divina. Cos- disse il grande Sat Guru, lo Yogi raggiunge l'Unitcon l'Uno, praticando Raja Yoga".
"O Maestro dei Maestri", disse il Raja, dopo aver ascoltato l'esposizione del Raja Yoga "tutto sembra cosimpossibilmente difficile, o Vero Maestro! mostraci la via semplice e diritta".
Il grande Sat Guru sorrise molto benevolmente e coscant
"Fa del "s un recipiente
E il latte della Compassione
Sia il suo contenuto
Lascia il latte
Con le aspirazioni del Vero Amatore,
Poi sbatti, o Shiv Nabh!
Il latte coscoagulato
Con la zangola
della Discriminazione
Facendo del Sacro Nome
Il pestello
E sbatti sbatti sbatti
Ancora e ancora
E raccogli il burro,
Cosil cercatore si unisce
Al solo Uno
Il Signore dell'Amore
E la Fonte della Compassione.
Cosin Unit Con l'Uno
Il cercatore benedetto
Riceve la Beatitudine Eterna.
Questa, o Raja,
la via dello Yoga,
Semplice e dritta".


42. ILLUSIONE DI MAYA

Congedatosi dai suoi devoti di stirpe reale, che avevano ormai ricevuto l'illuminazione, il Sat Guru si diresse al sud, verso Kanya Kumari, la punta estrema del sub-continente indiano e divulgando il messaggio del suo Spirito Divino, arrivnell'area matriarcale dove ora si trova Travancore. Chi governava nella regione era la Rani, come il costume della successione da madre a figlia imponeva.
La Rani era un governatore buono e giusto e offrospitalital grande Sat Guru che accettdicendo: "Voi conoscete l'Arte di donare e cosl'arte di vivere". E aggiunse: "Colui che divide ciche possiede con gli altri che sono nel bisogno, benedetto nel tempo".
"Parlare di dare e ricevere - disse la Rani - non o Maharaj, un'illusione, Maya?"
"Ah, figlia cara - rispose il grande Sat Guru - con tanto risveglio in voi, siete ancora presa nella rete di considerare ogni cosa come Maya? Dov'Maya? cosa nella Creazione e anche oltre la creazione - disse il Sat Guru - totalmente inquestionabilmente Reale? Che cosa irreale dove esso esiste, cara Rani?"
E poi il grande Sat Guru rivelle pialte Verit mai divulgate in tutta la storia dell'uomo, nel suo viaggio in cerca della Verit
Solo un Avatar della Divina statura del glorioso Sat Guru Baba Nanak Maharaj poteva dichiarare le Veritpiprofonde, demolendo l'illusione stessa di Maya. La sua statura esoterica nella gerarchia degli operai divini, era quella di Amministratore dell'Universo degli Universi, come incarnazione dello stesso Dio Onnipotente. Illuminando la Rani il grande Sat Guru Maharaj cantla canzone del Reale:
"L'Assoluto non Reale? O Rani
E Lui non Reale?"
Chiese il grande Sat Guru e poi come un re, ascese nella Trance di Lui, il Reale e si sciolse nel canto emanante luce Divina:
"L'Assoluto Reale
E cosil Punto, l'Inizio
Reale.
Dal punto Reale, flu Lui
E Lui Reale,
Da Lui, il Reale, fluogni cosa,
Tutti i suoi regni e i Suoi cieli
Sono Reali,
La parola di Dio e la Sua Creazione
Sono Reali,
Tutti i Suoi pensieri e i Suoi atti
Sono Reali
Tutte le Sue leggi e i Suoi giudizi
I Suoi comandi e i Suoi decreti
Sono Reali,
Reale la sua potenza
E Reali sono i Suoi Poteri Divini
E tutto quello che questi Poteri Reali
Manifestano nel Reale,
Tutto ciche si manifesta come Reale
visto come Reale
Cosmilioni e milioni di Sue creature
Dichiarano Lui Reale,
Cosle lodi di milioni e milioni sono Reali
E i Suoi Poteri
Lodati da milioni e milioni
Sono Reali.
Nanak dice, solo quelli
Benedetti dal Reale
Conoscono
La Realtdel Reale,
E quelli che sono Benedetti dalla conoscenza
Della Realtdel Reale
Sono quelli che contemplano
Sul Reale".
Poi il grande Sat Guru Maharaj, emergendo dalla estasi della Trance del Reale, illustrcon pochissime parole la pialta Veritdi tutti i tempi e spiegil profondo significato della conoscenza del Reale. "Tutti quelli, cara Rani ji - disse il grande Sat Guru - che contemplano sulla natura del Reale, realizzano con la Sua Grazia che ogni oggetto nella Sua Creazione Reale. Ed questa Realizzazione della Realtdi tutto ciche si vede e che non si vede, che porta il favore della liberazione dal ciclo di Nascita, Morte e Rinascita".
"E tutti quelli - aggiunse il Sat Guru - che meditano su Maya e quindi sull'irreale, rimangono incatenati al ciclo di Nascita, Morte e Rinascita senza fine.
Perchquelli che meditano sull'eterno mutare, restano presi nella rete dell'eterno mutare che significa il ciclo senza fine di Nascita, Morte e Rinascita".
Alzando cosle fitte tenebre di ignoranza che oscuravano la coscienza interiore della Rani, il grande Sat Guru Maharaj luminosamente distrusse il secolare concetto di Maya, dell'irrealtdi ogni cosa, un concetto che per molti secoli oppresse le fondamentali urgenze dell'essere umano, impedendo la realizzazione dell'uomo come esecutore della volontDivina e il vivere Reale di ogni cosa.
Dopo aver viaggiato come Messaggero del Reale, in lungo e in largo per il Sud dell'India, il grande Sat Guru decise di tornare alla sua sacra dimora a Sri Kartarpur Sahib.
Sulla via del ritorno, il Sat Guru visitBrinda Ban, luogo di nascita del Signore Krishna, e poi Delhi dove si accampsulle rive del fiume Jamuna. In quel luogo oggi sorge un magnifico Gurdwara noto come Gurdwara Majnoon Tilla. situato nelle vicinanze del campus dell'Universitdi Delhi, sulle alte rive del fiume dove la visione del suo corso tortuoso gloriosa.
Durante il suo soggiorno a Delhi, il grande Sat Guru rimase per alcuni giorni presso il santo sepolcro di Hazrat Kwaja Nizam-ud-din Aulia, Mehboob-i-Ilahi, L'Amato di Dio Onnipotente.


43. DIALOGHI

Dopo aver girato in lungo e in largo il mondo degli uomini di varie razze, costumi e credi, il grande Sat Guru finalmente si stabila Sri Kartarpur. Gente di ogni tipo e da ogni luogo veniva attirata al magnete di luce, le riunioni del grande Sat Guru che ora erano divenute un avvenimento regolare nella vita quotidiana a Sri Kartarpur.
Una volta la santa assemblea era appena cominciata, un devoto si alze chiese il permesso di allontanarsi.
Il Sat Guru chiese la ragione di una partenza cosurgente. A mani giunte il devoto disse:
"Sat Guru Maharaj, per lungo tempo stata una regola per me, avere ogni giorno la vostra santa benedizione. Cossono venuto anche oggi. Ma, Maharaj, oggi ho lasciato un amico infermo che non ha nessuno che possa curarlo".
Il Sat Guru, in santo sdegno, lo rimproverdicendo: "Venendo qui per vedermi, hai servito te stesso, caro fratello e non colui che Dio Onnipotente ha affidato alle tue cure. Coshai trascurato i miei insegnamenti".
E poi, rivolgendosi alla folla, aggiunse: "Vedete, carissimi, come il "s si impadronisce delle menti degli uomini che hanno buone intenzioni. Coscome il "s inganna, apparendo nelle vesti della buona azione. Non c'modo pigrande di servire Dio, di quello di servire chi nel bisogno".
Un altro giorno, Bhai Manilal chiese al Sat Guru: "Come possibile servire Lui, se nessun servizio diretto puessere reso a Dio?"
"Amare e servire le sue Creature, il modo di servire Lui, mio caro, non c'via migliore".
"Insegnaci, Sat Guru Maharaj, come essere liberi?" domandun altro.
"Liberarsi dai pensieri malvagi e liberarsi dalle azioni malvagie. Per liberarsi dai pensieri malvagi, versate nella vostra mente pensieri buoni e buone azioni seguiranno. Quando si agisce sempre bene, la mente diventa la superficie sulla quale l'immagine della bontviene riflessa. Coscompiendo opere buone si vive la Vera Via e vivere la Vera Via essere liberi".
Un altro devoto chiese: "Conoscere la Veritnon la strada verso la Vera Via?"
"Certamente, mio caro, ma conoscere solamente non sufficiente, disse il grande Sat Guru - La Verit l'Assoluto, piin alto di Dio, ma vivere in modo vero, sta piin alto dello stesso Assoluto". - "Percivivere veramente vuol dire, in realtconoscere la Verit.
Un altro giorno un Sikh chiese al Sat Guru: "Il cuore non palpita d'amore e la mente rifiuta di calmarsi, come e possibile ottenere ci"
"Fratello - disse il Sat Guru - coltiva le tre qualit Contentezza, Veracite Perdono. E poi vedi come caldo il cuore palpita d'amore e la mente non vaga pi La calma il frutto che matura sull'albero dell'essere fisso in una sola direzione".
Un altro Sikh, udendo ci chiese: "Maharaj, insegnaci la via di divenire fissi in una sola direzione.
Il Sat Guru rispose:
"Riempi la tua mente col pensiero di ciche tu vuoi raggiungere. Questa l'essenza della Devozione e il profondo significato dell'essere fissi in una sola direzione".
E poi aggiunse: "Fratello, osserva ciche accade nella vita di ogni giorno nella natura, tutto intorno a noi: la voracitnel pesce, il suono sibilante nelle serpi, il senso dell'odorato nelle api, la passione per la luce nella talpa, l'amore dell'elefante per una tenera carezza, tutte queste diventano cause del loro perire.
Ora, fratelli, il pesce, la serpe e tutti gli altri, hanno solo un senso in loro che li porta alla distruzione, cosa puessere per gli uomini che hanno ben cinque sensi che li inducono a sperdersi! E tutti agiscono come lacci al collo dell'uomo e lo tirano lontano dal cammino che ha scelto di seguire. Perci carissimi, divenire fissi in una direzione unica significa fissare il proprio occhio sull'oggetto che si vuole ottenere. Colui che nell'intensitdi possedere l'obiettivo del suo cuore, dimentica completamente anche sstesso, infallibilmente raggiungerquell'obiettivo. Questo il significato dell'essere fissi in una sola direzione. un simile uomo, che Dio Onnipotente benedice con la gioia del successo".
Durante un'altra Riunione, un discepolo chiese al Sat Guru: "Come mai mi impossibile disperdere l'illusione di Maya, i neri pensieri della soddisfazione del "s? Mostra la Via al tuo umile devoto, o Maharaj".
"Solo guarda alla tua ombra, mio caro. Tu puoi camminare miglia e miglia e la tua ombra rimarrsempre in fronte a te, quando cammini col sole alle spalle. Ma, mio caro, per un momento volgi la tua faccia verso il sole e poi guarda dove l'ombra si trova. Essa svanisce. Cosper la mente degli uomini, finchil loro sguardo volto lontano da Dio onnipotente, essi rimangono ossessionati dalla soddisfazione del "s sempre presente e restano cospresi nella rete delle Ombre di Maya, i desideri sbagliati. Ma nel momento stesso che i loro occhi si volgono a Dio Onnipotente, la soddisfazione del "s svanisce e insieme svaniscono le tenebre, le ombre di Maya, i desideri sbagliati e non si vaga pi.
Un devoto chiese: "Perchil "Sat Nam" viene sempre pronunciato prima di ogni inno che cantiamo durante le riunioni"?
"Mio caro - rispose il Sat Guru - qualcuno inizia con il nome della DivinitDurga, qualche altro con il nome del Signore Shiva. Ma i Sikh adorano solo il Dio Onnipotente, l'Uno e il solo Uno. Il Suo nome per sempre il pialto. Percinoi tutti cerchiamo la protezione del Suo nome e per questo sempre e solo "Sat Nam" precede ciche facciamo o che desideriamo fare".
In un'altra riunione, un Sikh chiese: "Sat Guru, gli Hindu e i Musulmani seguono le leggi date dai loro profeti. Quali leggi dobbiamo seguire noi, o Maharaj?"
"La Legge della Verit - fu la risposta del grande Sat Guru. "Seguite la Legge della Verit Non vi legge pigrande di questa e nessun modo di vivere superiore a quello di vivere in modo vero, servendo tutti quelli nel bisogno, con Amore".
Un giorno, uno Yogi che era venuto ad assistere ad una Riunione, chiese: "O Grande Maestro, perchanche con la pratica di Pranayama, la mia mente non trova pace?"
Mio caro amico, per mezzo dello Hatha Yoga voi tentate di attirare le energie del Sole e della Luna nel vostro sistema fisico. Attira, mio caro, l'energia del Sole interiore e la mente diverrtranquilla come la luce della Luna".
Fu nella sua ultima Riunione che il grande Sat Guru, il Divino Maestro, spiegi doveri del vero Sikh.


44. TESTAMENTO PER I SIKH

Cosparlil Sat Guru Maharaj: "Colui che verace, contento e pieno di Compassione verso tutto un Sikh, libero da invidia e odio. Colui che non fa del male a cosa creata, che ha il controllo delle sue passioni, che libero dalla stravaganza del desiderio, colui che coscontrollato, fa discriminazione tra giusto e sbagliato prima di ogni azione, un Sikh.
E colui che si sottomette al Signore Supremo ed ha imparato a vivere per Sua Volont un Sikh, armonizzato interiormente".
Poi il grande Sat Guru aggiunse: "Numerosi sono quelli che dicono di amare gli altri, ma in pratica essi amano solamente sstessi". - "Pochi sono quelli che amano chi li ama, ma un vero devoto, un Sikh, deve amare tutti, anche quelli che lo odiano. - I pilavorano solo per guadagno, pochi lavorano per dovere e sono rari quelli che lavorano senza desiderio di un vantaggio personale. Ma un vero devoto, un Sikh, deve servire amici e nemici in modo eguale, sapendo che solo cosche si puservire nel modo migliore Dio Onnipotente. Ognuno vive per il "s e solo qualcuno divide ciche guadagna con gli altri. Rari tra gli uomini sono quelli che trovano la felicitdividendo con gli altri. Un vero devoto, un Sikh, deve vivere dedicandosi completamente agli altri.
Molti tra gli uomini vogliono che il loro nome venga esaltato. Pochi desiderano che i loro amici siano esaltati. Rari tra gli uomini sono quelli che non desiderano nnome nfama. Ma un vero devoto, un Sikh, deve esaltare solo il nome di Dio, l'Uno e il solo Uno, senza alcun senso del "s.
Il Profeta della Luce, Sat Guru Baba Nanak, con questi comandi di luce formi veri devoti, i suoi Sikh che, come esseri umani brillano di luce adamantina, come validi figli e figlie dell'umanit
Dopo che il grande Sat Guru Baba Nanak Maharaj ebbe pronunciato il suo Testamento per i suoi amati Sikh, comincia ritirarsi nel suo Divino "S.


45. SOTTO LA STESSA CUPOLA

I devoti che erano attorno al Sat Guru, sentendo che il loro grande e glorioso Maestro aveva deciso di ascendere, cominciarono a piangere amaramente e inconsolabilmente.
Allora la Luce incarnata nel Sat Guru, rientrdalla sua Trance d'Ascensione e cantla canzone dell'Amore e l'ultimo verso palpitante delle tenerezze del Vero Amore, dice:
"Nanak dice! gli uomini piangono
Veramente
O Padre di noi tutti, quando piangono
Per Amore".
Dopo aver coscantato il sublime Sat Guru si coprcon un lenzuolo bianco. Era l'anno 1539 e il grande Sat Guru aveva sessantanove anni. Sat Guru Baba Nanak aveva vissuto l'Unitcon l'Uno e il solo Uno in Unitcon tutti i Suoi esseri creati in modo cosperfetto e dinamico che Hindu e Musulmani, che insieme partecipavano alle sue riunioni come devoti e cercatori, entrambi volevano celebrare gli ultimi riti delle spoglie terrestri del Sat Guru Maharaj, secondo i costumi delle loro religioni.
Ma dove erano gli ultimi resti di quello che fu la pipura Luce incarnata sulla terra nella forma umana?
Si trovsolo il lenzuolo bianco che gli Hindu e i Musulmani si divisero in parti uguali e un Samadhi e un Sepolcro vennero posti sotto la stessa cupola a Sri Kartarpur. Qualche decade pitardi, una potente inondazione del fiume Ravi mise in pericolo il Gurdwara a Sri Kartarpur e per volontdi Baba Sri Chand Maharaj, il figlio maggiore del grande Sat Guru, i sacri resti sotto il Samadhi furono portati a Dera Baba Nanak, sull'altra riva del fiume Ravi, che era pisicura.
Cosil grande Sat Guru, che durante la sua vita parimenti appartenne agli Hindu e ai Musulmani, continua ancora ad appartenere al Pakistan e all'India con la sua sacra Tomba a Sri Kartarpur sulla riva pakistana del fiume Ravi e il suo santo Samadhi a Dera Baba Nanak sulla riva indiana dello stesso fiume.
Nel diciannovesimo secolo, quando Maharaja Rajit Singh fondlo Stato sovrano del Panjab, per ispirazione del grande Maestro dell'Occulto Baba Sahib Singh Bedi Maharaj, il Raj Guru del Maharaja Ranjit Singh e dello stato del Panjab, una cupola d'oro venne eretta sul santo Samadhi Curdwara di Dera Baba Nanak. Il generale Attar Singh Bedi ne guidla costruzione.
Onorato dei sacri resti del grande Sat Guru, il villaggio di Dera Baba Nanak, situato a circa cinquanta chilometri da Amritsar, ha attratto milioni di uomini come luogo di pellegrinaggio. Coi Sikh vennero gli umanisti di tutti i paesi e di tutti i credi che riveriscono Sat Guru Baba Nanak come un grande Maestro Umanista.
Anche il sacro mantello "Chola Sahib" che il grande Sat Guru portdi ritorno dalla Santa Mecca e che ussulla sua persona, ora devotamente conservato nel Gurdwara Sri Chola Sahib a Dera Baba Nanak. Il giorno cinque di marzo di ogni anno, si tiene una festa con grande partecipazione di folla per l'esposizione annuale del sacro mantello.

46. VISTO CON L'OCCHIO OCCULTO

Visto esotericamente, Sat Guru Baba Nanak, fu incarnazione di Luce Totale. Ed stata questa Luce celeste che egli ha emanato in parole e opere. Quando si considera lo spettro di Luce celeste, cinque colori appaiono e ciascuno di questi cinque colori rappresenta una vitalitdel celeste. Quindi i cinque colori in cui la Luce celeste si suddivide, rappresentano le cinque vitalitesoteriche che divennero funzionanti con l'esistenza terrena di Sat Guru Baba Nanak.
Guardando lo spettro, l'occhio interiore vede queste vitalitcome vitalitdi Devozione, vitalitd'Umilt vitalitdi Servizio, vitalitd'Evoluzione e sopra tutte, la madre di tutte le vitalit la vitalitdi Compassione.
Queste cinque vitalitcostituiscono la composta dinamica da cui scaturil flusso celestiale degli insegnamenti del grande Sat Guru Baba Nanak. questa valutazione esoterica della dinamica di Luce incarnata dal Sat Guru che serve a spiegare il pistraordinario fenomeno. In stato di estasi infatti, se si tenta di avere la forma umana del grande Sat Guru davanti agli occhi, risulta impossibile a un normale occhio umano, sopportare lo splendore della luce.
Al massimo, l'occhio umano puvedere l'alone di luce attorno ai sacri piedi del grande Sat Guru. Fino alle caviglie, non piin su pureggere la visione umana, tanto luminosa la blu luce Celeste che uno vede attraverso la vitalitdell'Occulto.
Da questo fenomeno, visto con la benedizione dell'Occulto, segue la possibilitai una corretta valutazione della Divina statura di Sat Guru Baba Nanak e della sublime altezza degli Insegnamenti che egli diede al mondo degli uomini.
La maggior parte degli Insegnamenti fluisce come pura Rivelazione, divenuta ancora una volta necessaria nel mutato contesto della situazione umana nel processo d'evoluzione dallo stadio selvaggio allo stadio di una organizzata esistenza sociale.
La Nuova Rivelazione che flunella voce santa del Sat Guru non aveva solo significato per i bisogni contemporanei dell'umanit ma per tutta la fase dell'evoluzione umana finchla Perfezione raggiunta e l'uomo totalmente illuminato diviene, evolvendosi, un vero Essere umano.
Da questo punto di vista, gli Insegnamenti del grande e glorioso Sat Guru, vanno al di ldi ogni sistema filosofico che sia mai stato divulgato. Infatti, sarebbe un gravissimo errore d'approccio, tentare ogni paragone degli Insegnamenti del grande Sat Guru, che fluirono da pura Rivelazione, con un qualsiasi sistema di scuola filosofica.
La grandezza degli Insegnamenti del Sat Guru, non puessere confinata nei limiti di un contenuto e tanto meno essi possono essere delimitati nella dimensione di qualche definita frontiera, come una scuola di pensiero filosofico. Totalmente umanista nell'applicazione al mondo degli uomini e interamente rivelatore in relazione alla Natura della Natura, i suoi processi creativi e il loro funzionamento, da eternita eternit il sacro Insegnamento del grande Sat Guru, contiene la sua illimitata e illimitabile grandezza, nel contesto della totalitdella dinamica etica che l'umanitper sempre necessiterfino al finale della Perfezione, come una specie nella creazione.


I N D I C E

1 - Amore e Luce pag. 1
2 - L'etdel caos pag. 5
3 - Cos'altro da imparare pag. 7
4 - Sfida alla tradizione pag. 9
5 - Il cobra sapeva la veritpag. 11
6 - Essenza del guadagno pag. 15
7 - Nominando il Senza Nome pag. 19
8 - La pena della separazione pag. 23
9 - La famiglia una scuola pag. 27
10 - Le furie dell'etdella sofferenza pag. 31
11 - Nuova luce su Jap Ji Sahib pag. 33
12 - Nella dimora dell'unitpag. 41
13 - Citazione per l'eretico pag. 43
14 - Nella moschea per le preghiere pag. 47
15 - Il mandolino di Bhai Mardana pag. 51
16 - Latte e sangue pag. 55
17 - La Vera Via pag. 59
18 - Nel covo del bandito pag. 63
19 - Da eternita eternitpag. 69
20 - Fondazione della cittdi Dio pag. 73
21 - Nella via di Lahore pag. 77
22 - Il vero digiuno pag. 81
23 - "Questo tutto ciche si deve sapere, caro Sheikh!" pag. 85
24 - Accendere la lampada senza olio pag. 91
25 - Nella casa del peccato pag. 95
26 - Come un pesce, e il "s pag. 101
27 - Sat Kartar pag. 105
28 - I due compagni del Guru pag. 109
29 - Alla santa Mecca pag. 113
30 - A Bagdad sede dei califfi pag. 117
31 - La culla del sufismo pag. 119
32 - Prigioniero di Babar pag. 121
33 - La sorgente di Wali Kandhari pag. 127
34 - Ascoltate, o yogi pag. 131
35 - Il tappeto volante non parte pag. 137
36 - Dialogo di luce pag. 141
37 - Nella terra dei Lama pag. 149
38 - Sulle piste dei pellegrini pag. 151
- A Varanasi del Signore Shiva pag. 152
- Benedetto l'uomo di famiglia, o Sanyasi pag. 154
- A Gaya, cittdi redenzione pag. 155
- A Puri, la cittdel Signore pag. 156
39 - Streghe e cannibali pag. 159
- Regine di compassione pag. 161
- Un cannibale diventa Sikh pag. 161
40 - Bhai Mardana e la scorta per il domani pag. 163
41 - Parole di luce a Sangal Deep pag. 165
42 - Illusione di Maya pag. 171
43 - Dialoghi pag. 175
44 - Testamento per i Sikh pag. 179
45 - Sotto la stessa cupola pag. 181
46 - Visto con l'occhio occulto pag. 185






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