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File Asci ad uso esclusivo per non vedenti.

LA VOCE DEL TUONO.

WILBUR SMITH.

Sean Courteney sta tornando dalla
foresta col frutto della propria carabina:
le zanne di cinquecento elefanti. E ricco,
ma sente che qualcosa cambiato, che
l'epopea delle grandi cacce nella savana
sta svolgendo ai termine e che si sta
approssimando una nuova era. E' stanco
della vita errabonda, preoccupato per il
figlio Dirk, che cresciuto senza madre,
con un carro come casa e l'avventura
come scuola. Sean ancora un leone,
ma un leone ormai adulto, e la guerra
anglo-boera che scoppia di la poco
ancora una volta gli toglie tutto,
mettendo a dura prova il suo coraggio e
la sua lealt La pagina di Smith assume
in tal modo una colorazione ancor pi drammatica e si carica di una nuova
tensione emotiva, accostandoci a un
personaggio piumano, in lotta con se
stesso prima che con gli altri,
tormentato da passioni e rimorsi, alle
prese con i vecchi rancori del fratello
Garrick e con il figlio Dirk, il quale gi 咬uggisce piforte dei leone che lo ha
generato Dopo cinque anni di
vedovanza, Sean s'innamora di nuovo,
perRuth un tipo di donna che gli
sconosciuto: tenera ma autonoma,
intraprendente, ribelle. E la donna del
咨empo nuovopresentito e che si definitivamente instaurato, con il quale
Sean chiamato a misurarsi. Grazie al
cieco gioco dei destino ha riconquistato
tutto: accanto alle stalle dei cavalli
adesso ha parcheggiato la Rolls, i recinti
delle mandrie hanno lasciato il posto alle
piantagioni e agli stabilimenti, e Sean
deve tenere a freno i pugni (non
riuscendovi sempre) ora che la lotta si spostata dagli sterminati spazi selvaggi
al terreno della politica. Non una lotta
meno dura o piavara di colpi di scena:
questi anzi si susseguono con il ritmo
incalzante tipico di quel gran maestro
della suspense che Wilbur Smith.

WILBUR SMITH.

Wilbur Smith nato nel 1933 nella
Rhodesia dei Nord (l'attuale Zambia),
ma cresciuto e ha studiato nella
Repubblica Sudafricana. La stampa lo
definisce il piimportante scrittore di
avventura del nostro tempo

LA VOCE DEL TUONO.

Questo libro per i miei figli
Shaun, Lawrence e Christian Laurie.

1.

Quattro anni di viaggio nella foresta, lontano da ogni strada,
avevano ridotto i carri a malpartito. Molti raggi e timoni
erano stati rifatti con legno dei bushveld; i teloni di coper-
tura avevano tante toppe che la stoffa originale era appena
visibile; decimati dai predatori e dalle malattie, i tiri erano ridotti da
diciotto a dieci buoi per carro. Tuttavia quella piccola ed esausta
carovana trasportava le zanne di cinquecento elefanti: dieci tonnel-
late d'avorio, il frutto della carabina di Sean Courteney; avorio che,
appena arrivato a Pretoria, egli avrebbe convertito in circa quindici-
mila sterline d'oro.
Sean era di nuovo un uomo ricco. I suoi indumenti erano sfor-
mati, coperti di macchie e tenuti insieme da rozzi rammendi; gli sti-
vali dalle tomaie terribilmente logore erano risuolati con pelle di bu-
falo non conciata; una lunga barba incolta gli copriva metdei pet-
to, e i capelli neri gli scendevano sul collo, dove erano stati tagliati,
all'altezza del bavero della giubba, con un paio di forbici che non
dovevano essere troppo affilate. Ma, a dispetto delle apparenze,
Sean era ricco d'avorio, oltre che dell'oro depositato nei sotterranei
della Volkskaas Bank di Pretoria.
Fermil cavallo su un rialzo dei terreno di fianco alla strada e
guardi carri che avanzavano ondeggiando. Ora posso sistemarmi,
penscon soddisfazione. Trentasette anni, non sono piun giova-
notto. E' arrivato il momento di comprare la fattoria. Aveva gi scelto il terreno e il luogo preciso in cui avrebbe costruito la sua ca-
sa: vicino al bordo della scarpata, in modo da potersi sedere in ve-
randa, la sera, a guardare oltre i pianori, nella lontananza blu, il
fiume Tugela.
Domattina presto arriveremo a Pretoria. La voce accanto a
lui interruppe le sue fantasticherie, e Sean si girsulla sella per
guardare lo zulu accoccolato di fianco al cavallo.
E' stata una buona caccia, Mbejane. 俟 Nkosi, abbiamo ucciso molti elefanti annuMbejane, e
Sean notper la prima volta i fili d'argento nella cupola crespa dei
suoi capelli. Neppure lui era piun giovanotto.
Abbiamo fatto molte marce aggiunse Sean, e Mbejane chin di nuovo il capo in segno di assenso.
隹lla lunga un uomo si stanca del trek riflettSean a voce al-
ta. 隹rriva un momento in cui desidera con tutta l'anima dormire
due volte nello stesso posto. 亟 sentire il canto delle sue mogli che lavorano nei campi rin-
carMbejane, e vedere le sue bestie che rientrano nel kraal al cre-
puscolo, condotte dai suoi figli. 侶uesto momento arrivato, per noi, amico mio. Torniamo a
casa, a Ladyburg. Le due lance risuonarono sullo scudo di pelle non conciata,
mentre Mbejane balzava in piedi, i muscoli guizzanti sotto il velluto
nero della pelle, alzava la testa verso Sean e schiudeva le labbra in
un sorriso: un miracolo di denti bianchi e di splendore. Sean non
potfare a meno di ricambiarlo, e i due si guardarono sogghignan-
do come due ragazzi che abbiano appena portato a buon fine una
birbonata.
Se forziamo l'andatura dei buoi in quest'ultimo giorno, Nkosi,
possiamo arrivare a Pretoria stasera. 促roviamo lo incoraggiSean, dirigendo il cavallo verso la
scarpata per intercettare la carovana.
Mentre muoveva verso quella nello splendore candido del matti-
no africano, una certa agitazione, a partire dalla coda, si diffuse ra-
pidamente lungo la colonna; i cani latrarono e i servi levarono grida
d'incitamento al giovane cavaliere che sfrecciloro accanto, galop-
pando verso la testa della carovana. Piegato sulla sella, spronava il
pony con i gomiti e i talloni, il cappello ciondolante dal laccio di
cuoio intorno al collo, i capelli neri scompigliati dalla velocitdella
corsa.
侶uel cucciolo ruggisce piforte del leone che l'ha generato
borbottMbejane, ma c'era una grande tenerezza sul suo volto,
mentre guardava il ragazzo raggiungere il carro di testa e fermare il
cavallo con una brusca impennata.
E rovina la bocca di tutte le bestie che monta.La voce di
Sean era dura come quella di Mbejane, e altrettanto tenera l'espres-
sione dei suoi occhi, mentre guardava il figlio tagliare la fune che
assicurava al pomo della sella il corpo bruno di un'antilope, lascian-
dolo cadere sulla strada, accanto al carro. Due dei conducenti si af-
frettarono a raccoglierlo. Dirk Courteney incitil pony con i talloni
e galoppverso il punto in cui Sean e Mbejane aspettavano la caro-
vana.
Una sola? chiese Sean, mentre Dirk arrestava l'animale e lo
faceva ruotare sulle zampe posteriori per mettersi al suo fianco.
保h, no. Ne ho abbattute tre. Con tre colpi. I portatori hanno
le altre due. Disinvolto, come considerando naturale che a nove
anni dovesse procurare la carne per tutta la carovana, Dirk si siste-
mun pdi sghembo sulla sella, tenendo le redini con una mano e
posando negligentemente l'altra su un fianco, in fedele imitazione
del padre.
Aggrottando un poco la fronte per nascondere l'intensitdel
proprio orgoglio e del proprio amore, Sean esamin senza darlo a
vedere, il figlio. La bellezza di quel volto era quasi indecente, l'in-
nocenza degli occhi e la pelle perfetta si sarebbero meglio adattate a
una ragazza. Il sole traeva riflessi rossicci dalla massa dei riccioli
bruni, gli occhi verdi, ben distanziati fra loro, erano orlati da lun-
ghe ciglia nere e sormontati dalla linea delicata delle sopracciglia.
Occhi di smeraldo, pelle dorata, rubini nei capelli: una testa model-
lata da un gioielliere. Poi Sean guardla bocca e provun certo di-
sappunto. Era eccessivamente grande, con labbra troppo larghe e
morbide. Per la sua forma irregolare si aveva sempre l'impressione
che il ragazzo stesse per mettere il broncio o per frignare.
保ggi marceremo tutto il giorno, Dirk. Niente soste fincharri-
viamo a Pretoria. Torna indietro e dillo ai conducenti. 俑anda Mbejane. Non sta facendo niente. L'ho detto a te. Accidenti, pap Ho sgobbato abbastanza per oggi. 侮a', maledizione! ruggSean con eccessiva violenza
Sono appena tornato, non giusto che... cominciDirk, ma
Sean non lo lascifinire.
保gni volta che ti chiedo di fare qualcosa, ti metti a discutere.
Ubbidisci! Si fissarono negli occhi; Sean irritato e Dirk risentito.
Sean ravviscon sgomento quel l'espressione, preludio delle prove
di forza che stavano diventando sempre pifrequenti fra di loro. Si
sarebbe conclusa come la maggior parte delle precedenti, con Sean
che doveva ammettere la propria sconfitta e ricorrere allo sjambok?
Quand'era stata l'ultima volta? Due settimane prima: Sean aveva
rimproverato Dirk per cose di poco conto riguardo alla cura dei suo
pony. Dirk era rimasto in silenzio, accigliato, ad attendere che Sean
finisse di parlare, poi se n'era andato tra i carri. Senza pipensare
alla cosa, Sean stava chiacchierando con Mbejane, quando nell'ac-
campamento era risuonato un guaito di dolore e Sean era corso a
vedere.
Al centro del cerchio di carri c'era Dirk. Il suo viso era ancora
infiammato di rabbia e ai suoi piedi uno dei cagnolini non ancora
svezzati si rotolava e guaiva, con le costole spezzate da un calcio del
ragazzo.
Furioso, Sean aveva picchiato Dirk, ma, nonostante la sua colle-
ra, aveva usato una corda e non lo sjambok di pelle l'ippopotamo.
Poi gli aveva ordinato di andarsene sul carro.
A mezzogiorno l'aveva mandato a chiamare perchchiedesse
scusa, ma Dirk, senza piangere, le labbra e le mascelle contratte, si
era rifiutato.
Sean lo aveva picchiato di nuovo con la corda... Questa volta a
freddo, non in un impeto di collera. Dirk non si era piegato.
Infine, vinto dal disappunto, Sean aveva preso lo sjambok. Per
dieci sibilanti colpi, ognuno dei quali si concludeva con un penoso
schiocco sulle sue natiche, Dirk non aveva disserrato i denti. Il suo
corpo sussultava lievemente a ogni frustata, ma il ragazzo non par-
lava, e Sean aveva continuato a colpirlo, con un senso di nausea al-
lo stomaco e coi sudore della vergogna e del senso di colpa che gli
colava negli occhi, alzando e abbassando meccanicamente lo sjam-
bok, le dita contratte intorno all'impugnatura, la bocca piena di sa-
liva acida.
Quando Dirk finalmente aveva gridato, Sean aveva lasciato ca-
dere l'orribile frusta e si era appoggiato alla fiancata di un carro,
cercando di ricacciare indietro la nausea che gli saliva alla gola.
Dirk aveva continuato a gridare, allora il padre lo aveva stret-
to a s abbracciandolo forte.
俑i spiace, Pa'! Mi spiace. Non lo farpi te lo prometto.
Ti voglio bene, ti voglio bene piche a chiunque altro. Non lo fa-
rpi davvero, davvero urlava Dirk, mentre si tenevano stretti.
Per giorni, in seguito, nessuno dei servi aveva sorriso a Sean,
ngli aveva rivolto la parola, salvo che per assentire a un ordine.
Infatti non c'era nessuno tra loro, Mbejane incluso, che non fosse
pronto a mentire, ingannare e rubare perchDirk Courteney aves-
se tutto quello che desiderava nel momento stesso in cui lo deside-
rava. E potevano odiare chiunque glielo rifiutasse, compreso
Sean.
Ciera accaduto due settimane prima. Ora dovremo ripetere
tutto? pensSean, guardando quella bocca sgradevole.
Invece, a un tratto, Dirk sorrise. Fu uno di quei bruschi cam-
biamenti d'umore che lasciavano Sean un psconcertato. Infatti,
quando il figlio sorrideva, la sua bocca diventava bella. Allora di-
ventava irresistibile.
侮ado, pap Allegramente, come se lo facesse di propria
volont Dirk spronil pony e tornal trotto verso i carri.
Piccola canaglia insolente!borbottSean per salvare la fac-
cia agli occhi di Mbejane, ma dentro di spensava alla propria
parte di colpa. Aveva allevato Dirk con un carro coperto come ca-
sa, il veld come scuola, uomini adulti come compagni e l'autorit su di essi come proprio, indiscutibile diritto di nascita.
Poichsua madre era morta cinque anni prima, Dirk non ave-
va conosciuto l'influenza moderatrice di una donna. Non c'era da
meravigliarsi che fosse un selvaggio.
Sean scacciil ricordo della madre di Dirk. Anche questo si
accompagnava a un forte sentimento di colpa, contro il quale ave-
va lottato per anni. Lei era morta, ormai. Non c'era nulla da gua-
dagnare a torturarsi. Scaccianche l'umor nero che stava som-
mergendo la felicitdi pochi minuti prima, colpcon le briglie il
collo dei cavallo e lo condusse sulla strada: verso sud, in direzione
della bassa linea di colline all'orizzonte, verso sud, in direzione di
Pretoria.
E' un selvaggio, ma una volta sistemati a Ladyburg si raddriz-
zer pensSean. A scuola gli toglieranno i grilli dalla testa e a
casa io gli insegnerle buone maniere. Si raddrizzer di sicuro.
Quella sera del 3 dicembre 1899 Sean fece scendere i carri dalle
colline e formil laager sul bordo del fiume Apies. Dopo mangiato,
mandDirk a dormire nel carro adibito ad abitazione, poi salda
solo sulla cresta di un colle e si volta guardare dietro di s a set-
tentrione. Grigio-argento nella luce della luna il veld si stendeva si-
lenzioso e sconfinato. Quella era la vecchia vita. Bruscamente fece
dietro front e scese verso le luci della cittche gli ammiccavano dal-
la vallata sottostante.

2.

L'ordine di restare coi carri aveva provocato un piccolo litigio
con Dirk, perciSean era di malumore quando, la mattina do-
po, attraversil ponte sull'Apies ed entrin citt Accanto a
lui, Mbejane correva per tenere il passo col cavallo del padrone.
Assorto nei suoi pensieri, Sean arrivfino in Church Street, pri-
ma di notare l'insolita attivitche lo circondava. Una colonna di
cavalieri lo costrinse a fermare il suo animale su un lato della stra-
da. Sean la guardpassare con interesse.
Erano tutti boeri, abbigliati con un miscuglio d'indumenti ac-
quistati e fatti in casa, e cavalcavano in quella che con un pdi
fantasia si poteva chiamare colonna per quattro. Ma fu il loro nu-
mero a suscitare la curiositdi Sean. Perdio, dovevano essere alme-
no duemila, ragazzi giovanissimi e uomini dalle barbe grigie, ciascu-
no con due cartucciere incrociate sul petto e, accanto al ginocchio
sinistro, il calcio di un Mauser a ripetizione che spuntava dal fode-
ro. Coperte arrotolate e legate alle selle, pentolini e borracce che
sbattevano gli uni contro le altre, sfilarono lungo Church Street.
Non potevano esservi dubbi. Quei cavalieri andavano alla guerra.
Dai marciapiedi le donne e alcuni uomini lanciavano grida d'in-
coraggiamento.
Geluk hoor! Mirate giusto. Spoedige terugkoms. I cavalieri ridevano e rispondevano sullo stesso tono. Sean si
chinsu una graziosa ragazza che si trovava accanto al suo cavallo.
Agitava una sciarpa rossa e Sean vide che, benchsorridesse, aveva
le ciglia imperlate di lacrime, simili a rugiada su fili d'erba.
非ove vanno?chiese, urlando per sovrastare il frastuono della
cavalcata.
La ragazza alzla testa e quella mossa liberuna lacrima che
scivollungo la guancia e si staccdal mento, lasciando una mac-
chiolina umida sul davanti della camicetta.
隹l treno, naturalmente. Al treno? Che treno? 亮uardi, ecco i cannoni. Sbigottito, Sean alzlo sguardo sui due pezzi d'artiglieria che
passavano con gran fracasso. Cannonieri in uniformi blu, guarnite
d'alamari d'oro, sedevano rigidamente sugli affusti, i cavalli china-
vano la testa per effetto dell'immenso peso dei cannoni. Alte ruote
cerchiate di ferro, bronzo scintillante delle culatte in contrasto con
il grigio scuro delle canne.
Mio Dio! bisbigliSean. Poi si voltdi nuovo verso la ragaz-
za e le afferruna spalla, scuotendola in preda all'agitazione. Do-
ve vanno? Me lo dica, presto! 俑enheer!esclamlei, irritata, liberandosi dalla sua stretta.
La prego, mi scusi! Dovevo saperlo! le griddietro Sean,
mentre la ragazza spariva tra la folla.
Per un minuto Sean rimase stupefatto, poi il suo cervello riprese
a lavorare.
Dunque c'era la guerra. Ma dove e contro chi?
Nessuna insurrezione tribale poteva richiedere un simile spiega-
mento di forze. Quei cannoni erano le armi pimoderne che Sean
avesse mai veduto.
No, era una guerra tra bianchi.
Contro la Repubblica dell'Orange? Impossibile, erano alleati.
Contro gli inglesi, allora? L'idea lo sgoment Eppure... Eppure
cinque anni prima erano circolate voci di un possibile conflitto. Ed
era giaccaduto in passato. Ricordil 1895 e il raid di Jameson.
Poteva essere avvenuta qualsiasi cosa durante il lungo periodo in
cui Sean era rimasto tagliato fuori dalla civilt E adesso, ignaro di
tutto, c'era piombato nel mezzo.
Valutrapidamente la propria posizione. Egli era inglese. Nato
nel Natal sotto l'Union Jack. Sembrava un boero, parlava come un
boero, cavalcava come un boero, era nato in Africa e non l'aveva
mai lasciata; ma tecnicamente era altrettanto inglese che se avesse
visto la luce entro la City di Londra.
Ammesso che la guerra fosse tra la Repubblica e la Gran Breta-
gna e supponendo che i boeri lo catturassero, cosa avrebbero fatto
di Sean Courteney?
L'avorio e i carri sarebbero stati certamente confiscati e lui get-
tato in prigione, magari fucilato come spia!
Devo filarmela da qui mormor poi disse a Mbejane: An-
diamo. Torniamo ai carri, presto! Ma, prima di raggiungere il
ponte, cambiidea. Doveva sapere con certezza cosa stava accaden-
do. C'era una persona cui poteva rivolgersi e decise di correre il ri-
schio.
俑bejane, corri al campo. Trova lo Nkosizana Dirk e tienilo l
legato, se occorresse. Non parlare con nessuno e, se ti cara la pel-
le, impedisci che Dirk parli con chicchessia. Capito? 青apito, Nkosi. Poi Sean, secondo tutte le apparenze boero tra boeri, si aprlen-
tamente la strada tra la folla e la ressa dei carri verso un grande em-
porio ai margini della citt vicino alla stazione ferroviaria.
Dall'ultima volta che l'aveva vista, l'insegna sopra la porta era
stata ridipinta a nuovo in rosso e oro: I. Goidberg. Importazione
& Esportazione, Rappresentanza di Macchine Minerarie, Commer-
cio al Minuto e all'Ingrosso, Si acquistano Oro, Gemme, Pelli,
Avorio e Altri Prodotti Naturali
Nonostante la guerra, o grazie a essa, l'emporio del signor Gold-
berg faceva buoni affari. Il locale era gremito, e Sean scivolinos-
servato tra i clienti, alla ricerca dei proprietario.
Lo trovche contrattava un sacco di caffin chicchi con un tipo
chiaramente scettico riguardo alla qualitdel prodotto. La discus-
sione sui pregi del caffdei signor Goldberg, in confronto a quello
del suo concorrente al lato opposto della strada, stava diventando
tecnica e appassionata.
Sean si appoggia uno scaffale colmo di mercanzia, riempla
pipa, l'accese e osservil signor Goldberg in azione. Avrebbe dovu-
to fare l'avvocato, le sue argomentazioni erano cosappassionate
che convinsero prima Sean e infine il cliente. Quest'ultimo pag si
caricil sacco in spalla e, brontolando, si aprun varco fino all'u-
scita, lasciando il signor Goldberg sudato e rosso in volto.
Vedo che non dimagrito, Izzy disse Sean a mo' di saluto.
Goldberg lo scrutincerto da sopra gli occhiali, cominciando a
sorridere, poi lo riconobbe e il sorriso si spense. Sbattle palpebre
per la sorpresa, mosse il capo in un cenno d'invito che gli fece tre-
molare le guance e sparnel retrobottega. Sean lo segu
亟' pazzo, signor Courteney?lo accolse Goldberg, tremando
per l'agitazione. Se la prendono... 俟enta, Izzy. Sono arrivato ieri sera e sono quattro anni che
non parlo con un bianco. Cosa diavolo sta succedendo? Non sa niente? No, maledizione! C'la guerra, signor Courteney. Questo lo vedo. Ma dove? E contro chi? Su tutti i confini... Il Natal, il Capo. Contro? L'Impero Britannico. Goldberg scosse la testa, come se non
credesse alle proprie parole. Siamo in guerra contro tutto l'Impero
Britannico. Siamo, chi? La Repubblica del Transvaal e lo Stato libero d'Orange. Ab-
biamo giottenuto grandi vittorie... Ladyburg assediata, Kimber-
ley, Mafeking... E qual la sua posizione personale, Izzy? Io sono nato a Pretoria. Sono un boero. Intende denunciarmi? No, certo che no. Come potrei denunciare un uomo che stato
mio buon cliente per tanti anni? Grazie, Izzy. Senta, devo andarmene da qui il pipresto possi-
bile. Sarebbe una saggia decisione. Cosa dice del mio denaro alla Volkskaas? Posso ritirarlo? Izzy scosse tristemente la testa. Hanno congelato tutti i conti
inglesi. Maledizione! imprecSean, maledizione! Poi: Izzy, ho
venti carri e dieci tonnellate d'avorio appena fuori citt.. Le interes-
sano?
Quanto? Diecimila per tutto; buoi, carri, avorio... Tutto. 俏on sarebbe patriottico, signor Courteney tentennGold-
berg, commerciare con il nemico... Inoltre, chi mi assicura che sia-
no proprio dieci tonnellate? Accidenti, Izzy, io non sono l'esercito britannico... Tutta quella
roba vale almeno ventimila sterline! 侮uole che compri a scatola chiusa, pronta cassa e nessuna do-
manda? D'accordo. Le darquattromila sterline. In oro. Sette. Quattro e mezzo replicIzzy.
No, dannazione. Cinque! ringhiSean.
Cinque? Cinque! Va bene, cinque. Grazie, Izzy. Piacere mio, signor Courteney. Sean gli spiegin fretta dove si trovavano i carri. 促umanda-
re qualcuno a prenderli. Io partirper il Natal appena farbuio. Si tenga lontano dalle strade e soprattutto dalla ferrovia. Jou-
bert ha trentamila uomini nel Natal settentrionale, ammassati intor-
no a Ladyburg e sulle alture dei Tugela. Goidberg andalla cassa
e prese cinque sacchetti di tela. Vuole contarle? Mi fido di lei, come lei si fidato di me. Arrivederci, Izzy. Sean si ficci pesanti sacchetti nella camicia e li distribual di sopra
della cintura.
Arrivederci, signor Courteney.
3.

Restavano due ore di luce, quando Sean findi pagare gli uo-
mini. Spinse l'esigua pila di sterline attraverso la ribalta del
carro verso l'ultimo dipendente ed eseguil complicato ri-
tuale dell'addio, il battito delle palme e la stretta di mano, la ripeti-
zione delle frasi formali; poi si alzdalla sedia e lanciun'occhiata
tutt'attorno. Gli uomini stavano pazientemente accoccolati e lo
guardavano con inespressive facce nere; ma, riflesso da quei volti,
Sean vedeva il suo stesso dolore per quella separazione. Uomini con
cui aveva vissuto e lavorato e condiviso mille pericoli. Non era faci-
le lasciarli, ora.
亭inito disse.
Yebho, finito assentirono in coro, ma nessuno si mosse.
Andate, accidenti a voi! Lentamente, uno tra loro si alze raccolse il fagotto dei propri
beni, un kaross (l'indispensabile coperta di pelle), due lance, una
camicia donatagli da Sean. 俏kosi!disse, e alzil pugno in segno
di saluto.
Nonga rispose Sean. L'uomo si volte uscdal laager.
Nkosi! Hlubi. Nkosi! Zama. Una specie di appello: Sean pronuncii loro nomi per l'ultima
volta e, a uno a uno, gli uomini uscirono dal cerchio di carri. Sean
lguardallontanarsi nel crepuscolo. Nessuno si voltindietro e
ciascuno andper proprio conto. Era finita.
Stancamente Sean si voltverso il campo. I cavalli erano pronti.
Tre con le selle, due carichi d'involti. Prima mangeremo,
Mbejane. E' pronto, Nkosi. Hlubi ha cucinato, prima di andarsene. Vieni, Dirk. A cena. Il ragazzo fu l'unico a parlare durante il pasto. Chiacchierava
allegramente, eccitato dalla nuova avventura, mentre Sean e Mbeja-
ne ingurgitavano il grasso stufato di Hlubi, senza quasi sentirne il
sapore.
Lontano, nella crescente oscurit uno sciacallo ulul un urlo
solitario nel vento della sera che ben s'accordava con l'umore di un
uomo che aveva perduto amici e ricchezza.
亟 ora. Sean infilla giacca di pelle di montone e l'abbotto-
n mentre si alzava per soffocare il fuoco coi piedi. Ma all'improv-
viso s'arreste rimase in ascolto, la testa piegata di lato. C'era un
nuovo rumore nel vento.
青avalli confermMbejane.
Presto, il fucile! Lo zulu balzin piedi, corse ai cavalli e sfil dal fodero l'arma di Sean.
隹llontanati dalla luce e tieni la bocca chiusa ordinSean,
spingendo Dirk nell'ombra, tra i carri. Poi afferril fucile dalle
mani di Mbejane, lo carice si accoccolaccanto al figlio e al ne-
gro, in attesa.
Sassi che rotolavano sotto gli zoccoli, lievi fruscii di rami
smossi.
俗n uomo solo bisbigliMbejane. Uno dei cavalli col carico
lanciun breve nitrito e ricevette un'immediata risposta dal buio.
Poi ancora silenzio, un lungo silenzio rotto alla fine dal tintinnio di
una briglia, quando il cavaliere smont
Allora Sean intravide una figura snella che emergeva lentamente
dalla notte, e alzil fucile per tenere lo sconosciuto sotto tiro. C'era
qualcosa d'insolito nella sua andatura, aggraziata ma con uno stra-
no dondolio dei fianchi, le gambe erano lunghe come quelle di un
puledro, e Sean capche era giovane, molto giovane a giudicare dal-
la statura.
Con sollievo si drizzdalla scomoda posizione ed esamina
proprio agio il nuovo arrivato, che si fermincerto accanto al fuo-
co, scrutando il buio. Il ragazzo portava un berretto a visiera calato
sugli occhi e una costosa giacca di camoscio color miele. I pantaloni
da cavallerizzo erano confezionati alla perfezione e aderivano stret-
tamente alle natiche. Sean si disse che quel fondoschiena era troppo
voluminoso e del tutto sproporzionato ai minuscoli piedi che calza-
vano lucidi stivali inglesi da equitazione. Un vero damerino, si disse
ancora, e fu in tono sprezzante che intim Fermo dove sei, ami-
co. Che cosa cerchi?
La domanda di Sean ebbe un effetto inatteso. Il ragazzo salt le
suole dei suoi scintillanti stivali si sollevarono di parecchi centimetri
dal suolo e, quando vi ricaddero, si ritrovdi fronte a Sean.
Parla. Non ho tutta la notte a disposizione. Il ragazzo aprla bocca, la richiuse, si passla lingua sulle lab-
bra e disse a bassa voce: Ho saputo che andate nel Natal
Chi te l'ha detto? Mio zio. Chi tuo zio? Isaac Goldberg. Mentre assimilava questa informazione, Sean esaminil volto
del ragazzo. Glabro, pallido, con grandi occhi scuri e una bocca fat-
ta per sorridere, anche se, in quel momento, era assottigliata dalla
paura.
E se anche fosse? chiese Sean.
Voglio venire con voi. Scordatelo. Rimonta sul tuo cavallo e tornatene a casa. La pagher.. La pagherbene. Fosse la voce o il portamento, Sean si disse che c'era qualcosa di
molto strano in quel ragazzo. Teneva con entrambe le mani una
piatta borsa di cuoio sul petto, quasi che volesse difendere, come se
stesse proteggendo... Che cosa? E a un tratto Sean cap
Togliti il berretto ordin
No. Toglilo. Il ragazzo esitancora un momento, poi, con gesto quasi di sfi-
da, si strappil berretto dal capo: due folte trecce nere, rilucenti al
bagliore delle fiamme, ricaddero fino alla vita, trasformando il gof-
fo ragazzo in una donna stupenda.
Benchlo avesse immaginato, Sean non era pronto allo shock di
quella rivelazione. A provocarlo non fu tanto la bellezza della ra-
gazza, quanto il suo abbigliamento. Sean non aveva mai visto una
donna in calzoni, e rimase a bocca aperta. Calzoni, perdio, tanto
valeva che fosse nuda dalla cintola in gi.. Anzi, in quest'ultimo ca-
so sarebbe stata meno indecente.
Duecento sterline... Ora la ragazza avanzava verso di lui,
porgendo la borsa. A ogni passo la stoffa dei pantaloni si tendeva
sulle cosce, e Sean dovette fare uno sforzo per riportare gli occhi sul
suo volto.
Si tenga il suo denaro, signora.Gli occhi della ragazza erano
grigi. Grigio fumo.
非uecento in acconto, e altrettante quando arriveremo nel
Natal. Non sono interessato. Ma lo era: a quelle morbide labbra che
cominciavano a tremare.
Quanto allora? Dica il suo prezzo. Senta, signora, non sto guidando un corteo. Siamo giin tre...
e uno un bambino. Ci aspetta un duro viaggio a cavallo, e fra qui
e il Natal c'un esercito di boeri. Le nostre probabilitsono giab-
bastanza esigue cos Se si aggiungesse una quarta persona, e oltre
tutto donna, diventerebbero pressochnulle. Non voglio il suo de-
naro, desidero soltanto portare mio figlio al sicuro. Torni a casa e
aspetti che questa guerra sia finita... Non durera lungo. Io vado nel Natal. 亟 va bene, ci vada... Ma non con noi. Sean non era sicuro di
poter resistere ancora per molto al fascino di quegli occhi grigi e si
rivolse a Mbejane. 隹 cavallo ordin allontanandosi da lei. La
giovane donna non gli staccgli occhi di dosso mentre salivano in
sella. Sembrava molto piccola e sola quando Sean la guarddall'al-
to del cavallo. 俑i spiace grugn 隹desso torni a casa, da bra-
va e, voltato il cavallo, scomparve al trotto nell'oscurit
Cavalcarono per tutta la notte in direzione est, nella pianura il-
luminata dalla luna. Mentre passavano accanto a una casa buia, un
cane abbai fecero una piccola deviazione, poi puntarono di nuovo
a oriente, tenendo alla loro destra la Croce del Sud. Quando Dirk si
addormentin sella e scivoldi lato, Sean lo afferrprima che toc-
casse il suolo, lo prese in grembo e lo tenne cosper il resto della
notte.
Prima dell'alba giunsero a una macchia di cespugli sulla riva di
un corso d'acqua, impastoiarono i cavalli e si accamparono. Mbeja-
ne aveva messo a bollire il gavettino su un piccolo fuoco ben scher-
mato e Sean aveva appena avvolto il figlio addormentato nelle co-
perte, quando la ragazza emerse dalla macchia e balzgidi sella.
侮i ho quasi perduto due volte disse, ridendo e togliendosi il
berretto. 信o avuto una paura terribile. Le trecce lucenti caddero
di nuovo fino alla vita. 青aff Oh, bene, sono affamata. Sean si alzminacciosamente in piedi e la fissstringendo i pu-
gni, ma, senza lasciarsi intimidire, la ragazza impastoiil suo caval-
lo e lo lascilibero prima di dedicare nuovamente la sua attenzione
a Sean.
俏on faccia cerimonie, si sieda, prego.E ridacchicon tanta
malizia negli occhi grigi, scimmiottando, con le mani su quei fianchi
indecenti, la posa di Sean, che Courteney si sorprese a sorridere.
Cercdi trattenersi, perchera come ammettere la resa, ma i suoi
sforzi erano cosvani che fu la ragazza a scoppiare in un'allegra ri-
sata.
Com'la sua cucina? le domandSean.
Coscos Farmeglio a darle una ripassata, perchd'ora in poi dovr guadagnarsi il passaggio. Pitardi, dopo che ebbe assaggiato il primo boccone, Sean am-
mise a malincuore: 俏on male... Date le circostanze e in un bale-
no vuotil piatto, ripulendolo con un pezzo di pane.
俊roppo gentile, signore lo ringrazila ragazza, poi portla
sua coperta all'ombra, la stese, si sfilgli stivali, agitle dita dei
piedi e si sdraicon un sospiro.
Sean sistemcon cura il proprio giaciglio in modo che, socchiu-
dendo appena gli occhi, potesse vederla senza muovere la testa, da
sotto la tesa del cappello che gli ricadeva sul volto.
Si sveglia mezzogiorno e vide che la ragazza dormiva con una
guancia poggiata sulla mano aperta. Le lunghe ciglia erano arruffa-
te e alcune ciocche brune, liberatesi dalle trecce, le attraversavano il
volto sudato e arrossato dal caldo. Sean la contempla lungo, pri-
ma di alzarsi pian piano e attraversare il campo per prendere qual-
cosa dalle sacche della sella. Quando scese al corso d'acqua, porta-
va con suna busta di tela con l'occorrente per la toletta, l'unico
paio di calzoni decenti che gli restavano e una linda camicia di seta.
Seduto su una roccia accanto all'acqua, nudo dopo il bagno,
contemplil proprio volto nello specchio d'acciaio lucente.
亟' una vera impresa sospir cominciando a tagliare la fore-
sta di peli che da tre anni non conosceva le forbici.
All'imbrunire, pieno di scome una fanciulla nel suo primo abi-
to da sera, Sean tornal campo. Erano tutti svegli. Dirk e la ragaz-
za sedevano insieme sulla coperta di lei, cosimmersi in un'animata
conversazione che nessuno dei due si accorse del suo arrivo. Mbeja-
ne stava attizzando il fuoco; accosciato com'era, spostil peso del
corpo dalla punta dei piedi ai talloni ed esaminSean senza cambia-
re espressione.
俟armeglio che mangiamo e partiamo subito. Dirk e la ragazza lo guardarono. Gli occhi di lei si restririsero,
poi si spalancarono, pensosi.
Dirk lo fissa bocca aperta. La tua barba diventata buf-
fa... dichiar e la ragazza tentdisperatamente di reprimere il
riso.
隹rrotola le tue coperte, ragazzo bofonchiSean, tentando
di fargli cambiare argomento, ma, come un mastino, Dirk non de-
morse:
... E come mai ti sei messo i vestiti buoni, Pa?
4.

Cavalcavano a fianco a fianco nel buio, Dirk tra Sean e la ra-
gazza, Mbejane dietro coi cavalli da soma. Il terreno saliva
e scendeva sotto di loro come i fiutti di un mare sconfinato,
e il modo in cui l'erba si muoveva al vento notturno rafforzava l'il-
lusione delle onde. Le masse scure dei kopjes erano isole e l'urlo di
uno sciacallo era il grido di un uccello marino.
La ragazza ruppe il silenzio, e la sua voce si fuse con il morbido
suono dei vento: Non ci stiamo spingendo troppo a est?
Deliberatamente rispose Sean. Voglio attraversare l'estre-
mitdella catena del Drakensberg passando molto alla larga dalle
concentrazioni boere intorno a Ladyburg e dalla strada ferrata. La
guardal di sopra della testa di Dirk: cavalcava con il volto levato
verso il cielo.
Conosce le stelle? le chiese.
Un p Io le conosco tutte si vantDirk, e puntil dito verso la par-
te meridionale dei cielo. Quella la Croce dei Sud con i due brac-
ci, quell'altra Orione con la spada alla cintura, e quella la Via
Lattea. Dimmene qualche altra lo incitla ragazza.
Le altre sono stelle comuni... Non contano. Non hanno nem-
meno un nome. Oh s invece, e la maggior parte ha anche una storia. Ci fu una pausa. Ora Dirk si trovava in una posizione difficile;
doveva ammettere la propria ignoranza - ma era troppo orgoglioso
per inghiottire quel rospo con facilit-, oppure rinunciare a quella
che prometteva d'essere una bellissima serie di storie. Per quanto
grande fosse il suo orgoglio, la sua sete di storie lo era ben di pi
Raccontamene qualcuna fincol dire.
侮edi quel gruppo di stelline lass sotto quella grande e lumi-
nosa? Si chiamano le Sette Sorelle. Devi sapere che una volta, tanto
tempo fa... Pochi minuti dopo Dirk era completamente avvinto dalla narra-
zione. Erano storie ancora pibelle di quelle di Mbejane... Proba-
bilmente percherano nuove, mentre Dirk avrebbe potuto recitare a
memoria l'intero repertorio dello zulu. Si buttava su ogni punto de-
bole della trama come un pubblico ministero.
Ma perchnon hanno sparato alla vecchia strega? Non avevano armi da fuoco a quei tempi. Allora con arco e frecce. Non si puuccidere una strega con l'arco. La freccia le passa
attraverso... Psst... Senza ferirla. Accidenti! Era una cosa davvero impressionante, ma prima
di accettarla Dirk stimnecessaria l'opinione di un esperto. Si rivol-
se a Mbejane, traducendogli la questione in zulu. Quando anche lui
sostenne la ragazza, Dirk non ebbe pidubbi, perchMbejane era
un'indiscussa autoritin materia di sovrannaturale.
Quella notte Dirk non si addormentin sella, e quando si ac-
camparono, prima dell'alba, la ragazza era rauca a forza di raccon-
tare, ma la sua conquista di Dirk era completa e quella di Sean mol-
to prossima.
Per tutto quel tempo, ascoltando la sua voce e i bassi scoppi di
risa che la costellavano, Sean aveva sentito che il seme piantato al
momento del loro primo incontro stava mettendo radici nei suoi
lombi e allungando viticci nel suo petto. Desiderava quella donna al
punto che, in sua presenza, diventava stupido. Molte volte durante
la notte aveva tentato di prender parte alle discussioni, ma Dirk
aveva sempre ignorato i suoi sforzi pungolando avidamente la ra-
gazza. Verso l'alba Sean aveva fatto la seccante scoperta d'esser ge-
loso del proprio figlio... Geloso dell'attenzione che Dirk otteneva e
che lui desiderava con tanta forza.
Mentre bevevano il caffdopo la colazione del mattino, sdraiati
sulle coperte in un boschetto fitto, Sean osserv Non ci ha ancora
detto il suo nome
E naturalmente fu Dirk a rispondere: A me si. Si chiama
Ruth... Non vero?
Vero, Dirk. Con sforzo Sean controllla rabbia insensata che ribolliva in
lui, ma, quando parl la sua voce ne conservava ancora forti
tracce.
Ti abbiamo ascoltato abbastanza tutta la notte, ragazzo. Ora
metti gila testa, chiudi gli occhi e la bocca, e resta cos Ma io non ho sonno, Pa'. Fa' quello che ti dico! ringhiSean e, balzato in piedi, usca
grandi passi dall'accampamento e salsul kopje sovrastante. Ormai
era giorno fatto ed egli scrutil veld da ogni parte. Nessuna traccia
di uomini o di abitazioni. Ridiscese e controllle pastoie dei cavalli,
prima di tornare nella fitta macchia d'alberi.
Nonostante le proteste, Dirk dormiva gi raggomitolato come
un cucciolo, e da un grosso involto di coperte, vicino al fuoco, usci-
va l'inconfondibile russare di Mbejane. Ruth era sdraiata un pdi-
scosta da loro, con una coperta gettata sulle gambe: il davanti della
sua camicetta che si alzava e si abbassava in modo ritmico diede a
Sean due buone ragioni per non prendere sonno. Giacque puntella-
to su un gomito, saziandosi gli occhi e la fantasia.
Erano quattro anni che non vedeva una bianca, quattro anni
senza il suono della voce di una donna o il conforto del suo corpo.
All'inizio era stato un tormento: inquietudine, crisi di depressione
che si alternavano agli accessi di collera... Poi, a poco a poco, nei
lunghi giorni a cavallo e a caccia, lottando contro la siccite la
pioggia, gli animali e gli elementi, aveva ripreso il controllo dei pro-
prio corpo. Le donne erano svanite nell'irrealt vaghi fantasmi che
lo tormentavano soltanto la notte, quando si contorceva sudando e
gridando nel sonno, finchla natura gli procurava sollievo e i fanta-
smi fuggivano nel loro regno, a riacquistare forza per la visita suc-
cessiva.
Ma non era un fantasma colei che ora gli giaceva accanto. Al-
lungando una mano avrebbe potuto accarezzarle una guancia e sen-
tire la seta tiepida della sua pelle.
Ruth aprgli occhi, di un grigio offuscato dal sonno, mettendoli
lentamente a fuoco finchincontrarono quelli di lui e ricambiil
suo sguardo.
Ciche vi lesse le suggerdi estrarre la mano sinistra dalla co-
perta e di esporla alla vista di Sean.
Non portava i guanti da cavallerizza. Per la prima volta Sean
notil cerchietto d'oro all'anulare. 信o capito mormor e poi,
in tono di protesta: 俑a lei troppo giovane... Troppo giovane per
essere sposata
信o ventisei anni disse Ruth dolcemente.
Suo marito... Dov' Forse il bastardo aveva tirato le cuoia
era la sua ultima speranza.
Lo sto raggiungendo. Quando capche la guerra era inevitabile
andnel Natal, a Durban, per cercarvi un lavoro e una casa. Io do-
vevo seguirlo... Ma le ostilitscoppiarono prima di quanto ci aspet-
tassimo. E io rimasi bloccata. 青apisco.Ti sto portando da un altro uomo, si disse amara-
mente, ma espresse il proprio pensiero con parole diverse. Cosse
ne sta tranquillo a Durban, aspettando che lei lo raggiunga attraver-
sando le linee. E' con l'esercito del Natal. Una settimana fa riuscito a farmi
pervenire un messaggio. Voleva che restassi a Johannesburg ad at-
tendere che gli inglesi prendessero la citt Dice che con un esercito
cosforte saranno a Johannesburg entro tre mesi. Perchnon ha aspettato, allora? Ruth fece spallucce. La pazienza non una delle mie virt I
suoi occhi ebbero un lampo di malizia. Inoltre, ho pensato che sa-
rebbe stato divertente attraversare le linee... Mi annoiavo tanto a
Johannesburg. Lo ama? chiese improvvisamente Sean.
La domanda la sbalorde spense il sorriso sulle sue labbra. E
mio marito. Questo non una risposta alla mia domanda. Una domanda che non ha alcun diritto di farmi.Adesso era
irritata.
Deve dirmelo. Lei ama sua moglie?ribattRuth.
L'amavo. E' morta da cinque anni. Coscom'era apparsa, la collera di lei svan 保h, mi spiace.
Non sapevo. 俏on ci pensi. E non pensi neppure a quello che le ho chiesto. S meglio. Ci stiamo ficcando in un tremendo pasticcio.La
mano che recava l'anello era ancora tra loro, posata sul morbido
tappeto di foglie cadute. Sean allungun braccio e la sollev Era
una mano molto piccola. 俟ignor Courteney... Sean, meglio se...
non possiamo... Credo che dovremmo dormire adesso. E, ritirata
la mano, si voltsull'altro fianco.
A metpomeriggio furono destati dal vento. Ruggiva da est, ap-
piattendo l'erba sulle colline e agitando i rami al di sopra delle loro
teste.
Sean guardil cielo; il vento gli gonfiava la camicia e gli arruf-
fava la barba. Si chinin avanti per contrastarlo, torreggiando su
Ruth, cosche la giovane donna si rese improvvisamente conto di
quanto egli fosse alto e forte. Sembrava un dio del temporale, con
le lunghe, poderose gambe divaricate e i muscoli del petto e delle
braccia superbamente rilevati sotto la seta bianca della camicia.
Le nuvole si ammassano gridsovrastando il fischio del ven-
to. Niente luna stanotte. Ruth balzin piedi, e un'improvvisa e violenta raffica le fece
perdere l'equilibrio. Barcollcontro Sean, e le braccia dell'uomo si
chiusero intorno alla ragazza. Per un momento si trovpremuta
contro il suo petto, potsentire la magrezza, l'elasticitdel suo cor-
po e il suo odore d'uomo. Quel contatto inaspettatamente intimo fu
uno shock per entrambi, e quando Ruth si scosti suoi occhi erano
grandi e cupi per il timore, di fronte all'emozione che aveva pro-
vato.
Mi spiace mormor Non l'ho fatto apposta. Il vento le
scompiglii capelli, spingendoli sul volto della ragazza in un dan-
zante groviglio nero.
Selleremo i cavalli e proseguiremo finchci sarluce decise
Sean. Stanotte non potremo muoverci. Le nuvole avanzavano accavallandosi, cambiando forma e scen-
dendo verso terra. Nubi scure e livide, grevi della pioggia che tra-
sportavano.
La notte calpresto. Il vento ruggiva ancora, schiaffeggiandoli
nell'oscurit
隹ndrancora avanti cosper circa un'ora, poi comincera
piovere. Dobbiamo trovare un riparo prima che sia buio com-
pleto. Sul lato riparato di un kopje scoprirono una sporgenza rocciosa
e vi a mucchiarono sotto il bagaglio. Mentre Sean legava i cavalli
per le cavezze affinchnon fuggissero spaventati dal temporale,
Mbejane taglidell'erba e l'ammucchiformando una specie di
materasso al di sotto della sporgenza. Infagottati nelle loro tele ce-
rate mangiarono carne secca e pane di mais, dopo di che Mbejane si
ritircon discrezione all'estremitpilontana del riparo e scompar-
ve sotto le coperte. Aveva la facoltanimale di addormentarsi istan-
taneamente e completamente anche nelle condizioni piavverse.
Bene, ragazzo. Ficcati tra le coperte. Non potrei ... comincia protestare Dirk come ogni sera.
No, non puoi. Ti canterqualcosa si offrRuth.
Perch chiese Dirk, perplesso.
Per farti addormentare... Non ti hanno mai cantato una ninna-
nanna? No. Ma era interessato. Cosa canterai? Prima sdraiati per bene tra le coperte. Seduta accanto a Sean nel buio, conscia del corpo di lui e del
contatto delle loro spalle, accompagnata dal ruggire attutito del
vento, Ruth cant
Prima le canzoni popolari olandesi Nooi, Nooi e Jannie met die
Hoepel been, poi Fr鋨e Jacques e altri vecchi motivi. La sua voce
diceva qualcosa di diverso a ciascuno di loro.
Svegliatosi, Mbejane ricordil vento sulle colline dello Zululand
e il canto delle ragazze nei campi al tempo del raccolto. E si sentfe-
lice, perchstava tornando a casa.
Per Dirk era la voce della madre che aveva appena conosciuta.
Un suono che dava sicurezza... E ben presto si addorment
俏on smettere bisbigliSean.
CosRuth cantsolo per lui. Una canzone d'amore di duemila
anni prima, piena di tutta la sofferenza del suo popolo, ma anche di
una strana gioia. Il vento cess mentre la giovane donna cantava, e
la sua voce morcon esso nel vasto silenzio della notte.
Scoppiil temporale. Un fulmine zigzagtra le nubi e si udil
fracasso dei primo tuono. Dirk emise un lieve gemito, ma continu a dormire.
Nella cruda luce azzurra, Sean vide che le guance di Ruth erano
bagnate di lacrime, e, quando l'oscuritli riavvolse, la giovane don-
na comincia tremare.
Sean la strinse fra le braccia. Ruth gli si aggrapp piccola e cal-
da contro il suo petto: le sue labbra avevano il sapore salato delle
lacrime.
Sean, non dobbiamo. Ma egli la sollevtra le braccia e s'incamminnella notte. Un
altro lampo provocun tale chiarore che Sean potvedere i cavalli,
che si addossavano gli uni agli altri con le teste abbassate, e il profi-
lo frastagliato del kopje sopra di loro.
Sentle prime gocce sul volto e sulle spalle. La pioggia era calda,
e Sean continua camminare portando Ruth. Poi l'aria si colmdi
pioggia, che apparve come una nebbia perlacea alla luce del lampo
successivo, e la notte si saturdell'odore di terra bagnata... Un pro-
fumo caldo e pulito.

5.

Nel mattino sereno, reso talmente limpido dalla pioggia che
si potevano vedere le montagne, azzurre e nitide all'oriz-
zonte meridionale, Sean e Ruth sedevano insieme sulla cre-
sta del kopje.
Quella l'estremitdel Drakensberg, ce ne siamo tenuti lonta-
ni una quarantina di chilometri. E' poco probabile che una pattuglia
boera si spinga fin qui. Presto potremo rimetterci sulla via pidiret-
ta e incontrare la ferrovia al di ldelle linee. Per la bellezza del mattino, per la terra che ancora gocciolava
nella grande, verde coppa del Natal e per la donna che gli stava al
fianco, Sean era felice.
Per la prospettiva della fine di quel viaggio e dell'inizio di un al-
tro con Ruth come compagna, Sean era felice.
Quando parl lei si voltlentamente a guardarlo, sollevando il
mento verso il molto pialto Sean. E questi si accorse che il proprio
stato d'animo non si rifletteva negli occhi della giovane donna. 俟ei
bellissima disse.
Ruth rimase silenziosa, e Sean capche quelle ombre nei suoi oc-
chi erano di pena, o di qualcosa di ancora piforte.
Ruth, verrai con me? 俏o rispose lei, scuotendo la testa lentamente. Con rammari-
co. Il grosso e nero pitone di capelli si snodattraverso le sue spalle
e ricadde sul camoscio color miele della giacca.
Devi. Non posso. Pensa a stanotte. Stanotte stata una follia... Il temporale... E' stato giusto. Lo sai. No. E' stato il temporale. Distolse gli occhi da quelli di lui per
guardare il cielo. E adesso finito. A stato molto pidi questo. Non puoi negarlo. Fin dal nostro
primo incontro... Una follia. Una follia basata sull'inganno. Qualcosa che dovr nascondere sotto una cortina di menzogne... Come stanotte l'abbia-
mo nascosta nel buio. Mio Dio, Ruth, non parlarne cos Hai ragione. Non ne parlerin alcun modo, mai pi Non puessere finita fra noi. Sai anche tu che non possi-
bile. Per tutta risposta, Ruth sollevla mano sinistra in modo che la
vera d'oro scintillasse al sole. Ci diremo addio qui, su un'altura,
alla luce del sole. Anche se cavalcheremo insieme ancora un p... qui che ci diciamo addio. Ruth... cominciSean, ma la donna gli pose la mano sulla
bocca. Egli sentil metallo della vera sulle labbra e gli parve gelido
come il terrore che gli attanagliava l'anima all'idea della rinuncia
che Ruth voleva imporgli.
No mormorRuth. Baciami un'ultima volta e poi lasciami
andare.
6.

Mbejane fu il primo a vederla, e avvertcon calma Sean: a
pochi chilometri sulla loro destra, simile a fumo grigio che
si alzava dietro la cresta pivicina, coslieve che Sean im-
piegqualche secondo a scoprirla. Voltsubito il cavallo in direzione
opposta, cercando freneticamente un riparo. Il pivicino era un af-
fioramento di pietra rossa a un chilometro di distanza. Troppo lon-
tano.
Cosa c' Sean? chiese Ruth, notando la sua agitazione.
Polvere rispose. Uomini a cavallo. Vengono verso di noi. Boeri? E' probabile. Cosa dobbiamo fare? Niente. Niente? 侶uando appariranno sulla cresta, io andrloro incontro. In-
venterqualche frottola. Si voltverso Mbejane e gli parlin zulu.
Io andrda loro. Osservami attentamente, ma continua ad allonta-
narti. Se alzo il braccio, lascia andare i cavalli col carico e galoppa
ventre a terra. Io li tratterrpiche posso, ma, quando alzeril
braccio, sarfinita. Slegrapidamente la borsa da sella che conte-
neva l'oro e la diede a Mbejane. 青on una buona partenza dovreste
riuscire a non farvi raggiungere prima di notte. Accompagna la Nko-
sikazi dove ti dirlei, poi tu e Dirk tornate da mia madre a Lady-
burg. Si voltdi nuovo verso la cresta, giusto in tempo per veder appa-
rire due cavalieri. Sean alzil binocolo: nel campo rotondo delle lenti
i due uomini stavano a fianco a fianco, rivolti verso di lui. Sean di-
stinse la forma degli elmetti, lo scintillio delle loro bardature, le di-
mensioni dei cavalli, le selle caratteristiche, e gridcon sollievo. In-
glesi! Come per conferma, uno squadrone di cavalleria ordinatamente
disposto in doppia fila si profilall'orizzonte, con gli stendardi che
sventolavano elegantemente su una foresta di lance.
Con Dirk che fischiava per l'eccitazione, Ruth che rideva accanto
a lui e Mbejane che li seguiva conducendo i cavalli da soma, Sean si
alzsulle staffe e galoppincontro ai soldati sventolando il cappello
al disopra della testa.
Insensibili al loro entusiastico saluto, i lancieri, imperturbabili, li
guardarono avvicinarsi, e l'ufficiale subalterno alla loro testa accolse
Sean con sospetto.
青hi siete, signore?domand ma parve meno interessato alla
risposta di Sean che ai pantaloni di Ruth e al loro contenuto. Durante
le spiegazioni che seguirono, Sean concepper l'ufficiale una crescen-
te antipatia. Benchla pelle liscia, arrossata dal sole, e i baffetti bion-
di avessero la loro parte in quel sentimento, la causa principale erano
gli slavati occhi azzurri. Forse erano strabuzzati per natura, ma Sean
ne dubitava. Si fissavano su di lui soltanto per il breve tempo in cui
Sean gli riferiva che non avevano mai incontrato i boeri, poi tornava-
no subito su Ruth.
Non la tratteniamo oltre, tenente grugnSean, tirando a sle
redini per voltare il cavallo.
俟iete ancora a una ventina di chilometri dal fiume Tugela, si-
gnor Courteney. In teoria quest'area occupata dai boeri e, anche se
siamo lontani dal grosso del loro esercito, sareste molto pisicuri se
passaste le linee britanniche sotto la nostra protezione. No, grazie. Voglio evitare entrambi gli eserciti e raggiungere
Pietermaritzburg il pipresto possibile. Il tenente si strinse nelle spalle. 俟ta a lei decidere. Ma se si trat-
tasse di mia moglie e di mio figlio... Senza concludere, si voltsulla
sella per segnalare alla colonna di proseguire.
Andiamo, Ruth disse Sean. La donna non si mosse.
俏on vengo con te dichiarcon voce piatta, stornando lo
sguardo.
俏on fare la sciocca.Sbigottito, Sean parlcon una durezza
che provocscintille di collera negli occhi di lei.
Posso unirmi a voi? chiese Ruth al tenente.
Be', signora esitl'ufficiale, lanciando una rapida occhiata a
Sean. Se suo marito... 俏on mio marito. Lo conosco appena lo interruppe Ruth,
ignorando l'esclamazione di protesta di Sean. Mio marito combatte
nel vostro esercito. Desidero che mi portiate con voi, per favore. 亟bbene, questo cambia le cose disse l'ufficiale con voce affet-
tata, e la pacata arroganza del tono malcelava il suo piacere per la
prospettiva della compagnia di Ruth. 俟arfelice di scortarla, si-
gnora. Con le ginocchia, Ruth fece arretrare il cavallo fino a portarsi di
fianco all'ufficiale. Questa piccola manovra la collocdirettamente
di fronte a Sean... Come dall'altra parte di una barriera.
Ruth, ti prego. Parliamone. Concedimi qualche minuto. No. La sua voce era inespressiva, come il suo volto.
Solo per salutarti la supplicSean.
青i siamo gisalutati. Passcon lo sguardo da Sean a Dirk, poi
fissil vuoto.
Alzato un pugno, il tenente grid Colonna, avanti! e, mentre
il suo grosso e lucido cavallo si metteva in marcia, sogghigna Sean,
toccandosi il bordo del casco in un ironico cenno di saluto.
Ruth! Ma la donna non lo guardava pi I suoi occhi erano fissi davanti
a s mentre si allontanava alla testa della colonna, il mento solleva-
to, la dolce bocca fatta per sorridere stretta in una linea sottile, la
grossa treccia ballonzolante sulla schiena a ogni passo dell'animale.
Sfortuna, amico! gridun lanciere in fondo alla fila...
Piegato sulla sella, Sean guardla colonna che si allontanava.
Torner Pa? chiese Dirk.
No, ragazzo. Perch Sean non udla domanda. Guardava Ruth, aspettando che si vol-
tasse. Ma attese invano, perchben presto la donna fu alla sommite
quindi al di ldel pivicino rialzo del terreno, seguita, qualche se-
condo dopo, dall'intera colonna. Allora non rimase che il vuoto im-
menso della terra e del cielo sopra di essa... Immenso quanto il vuoto
nell'animo di Sean Courteney.

9.

Sean cavalcava in testa. Gli altri lo seguivano a una decina di
metri; Mbejane tratteneva Dirk affinchnon si avvicinasse di
pial padre, perchcapiva che in quel momento Sean doveva
esser lasciato solo. Molte volte, negli anni che avevano trascorso in-
sieme, Mbejane e Courteney avevano viaggiato in quella formazio-
ne: Sean davanti col suo dolore o la sua vergogna, Mbejane dietro,
aspettando pazientemente che le spalle del suo Nkosi si raddrizzas-
sero e che il mento si sollevasse dal petto.
Non c'era coerenza nei pensieri di Sean, soltanto un alternarsi di
rabbia e disperazione.
Rabbia contro la donna, una rabbia che quasi si trasformava in
odio prima di diventare disperazione, non appena egli realizzava
che Ruth non c'era pi Poi la collera si riaccendeva fino al limite
della follia, ma questa volta contro se stesso per averla lasciata an-
dare. E di nuovo il crollo nella disperazione quando si rendeva con-
to che non avrebbe avuto modo di trattenerla. Cosa poteva offrirle?
Se stesso? Novanta chili di ossa, muscoli e cicatrici a sostegno di
una faccia scolpita nel granito? Bella roba! I suoi beni terreni? Un
sacchetto di sterline e il figlio di un'altra donna... Perdio, questo
era tutto ciche aveva. A trentasette anni, non possedeva altro! Di
nuovo la collera divamp Una settimana prima era un uomo ric-
co... La sua rabbia trovun nuovo bersaglio. Aveva qualcosa su
cui vendicarsi, c'era un nemico tangibile da colpire, da uccidere. I
boeri. I boeri gli avevano rubato i carri e l'oro, lo avevano costretto
a fuggire; a causa loro la donna era entrata nella sua vita e sempre a
causa loro gli era stata strappata.
Ebbene sia, penscon rabbia, questo ciche mi riserva il futu-
ro. La guerra!
Si raddrizzsulla sella, le sue spalle divennero ampie e quadrate.
Sollevla testa e, nella vallata sottostante, vide un sinuoso nastro
d'argento. Avevano raggiunto il Tugela. Senza fermarsi, Sean port il cavallo sull'orlo della scarpata e, fra un gran rotolio di pietre, il
terzetto comincia discendere.
Con impazienza Sean seguil fiume nel senso della corrente, cer-
cando un guado. Ma, fra le rive a picco, il Tugela scorreva liscio,
rapido e profondo, largo una ventina di metri e ancora grigio per il
fango provocato dal temporale.
Nel primo luogo in cui la riva opposta si appiattiva abbastanza
da promettere una facile risalita dall'acqua, Sean fermil cavallo e
disse bruscamente: Passeremo a nuoto
Per tutta risposta, Mbejane guardallusivamente Dirk.
L'ha gifatto prima ribattSean, mentre scendeva di sella e
cominciava a sfilarsi gli indumenti. 亭orza, Dirk, svestiti. Mandarono avanti i cavalli col carico, costringendoli a saltare
dalla riva a picco e attendendo con ansia che le loro teste riemerges-
sero dall'acqua per puntare verso la sponda opposta. Poi, tutti e tre
nudi, coi vestiti avvolti nelle tele cerate e assicurati alle selle, risali-
rono sulle rispettive cavalcature.
Prima tu, Mbejane. Un gran tonfo sotto la sponda.
Va', Dirk. Ricorda di tenerti forte alla sella. Un altro tonfo; Sean sferzil cavallo che recalcitrava, saltellan-
do lateralmente lungo la riva. Un improvviso balzo in avanti e la
lunga caduta prima che il fiume si richiudesse su loro.
Sbuffando acqua, riaffiorarono alla superficie, e Sean vide con
sollievo la testa dei figlio che ballonzolava accanto a quella del ca-
vallo e udle sue grida di eccitazione. Qualche momento dopo era-
no sulla sponda opposta, ridendo a crepapelle per i loro corpi nudi
e grondanti.
A un tratto il riso si strozznella gola di Sean. Allineati lungo la
riva sopra di loro, sorridendo per contagio, ma coi Mauser pronti a
far fuoco, c'erano una dozzina di uomini... Grandi e grossi, barbuti,
muniti di cartuccere a bandoliera, vestiti con rozzi indumenti e con
una varietdi copricapi che andavano dal casco a visiera alla bom-
betta.
A imitazione di Sean, sia Mbejane sia Dirk smisero di ridere e
alzarono gli occhi verso la schiera di uomini armati lungo la riva.
Un silenzio assoluto avvolse la scena.
Lo ruppe l'uomo in bombetta, che indicSean con la canna dei
Mauser.
俑agtig! Ci vorrebbe un'ascia ben affilata per tagliare quel
ramo! 俏on farlo arrabbiare lo ammonil tipo col casco. Se ti col-
pisce sulla testa con quello, ti sfonda il cranio! e tutti scoppiarono
in una fragorosa risata.
Sean non sapeva che cosa fosse pisconfortante: quell'intima
discussione sulla sua nudito il fatto che fosse condotta in Taal,
olandese del Capo. Nella sua impazienza, si era buttato, o piuttosto
tuffato, dritto nelle braccia di una pattuglia boera. Restava un'esi-
lissima speranza di riuscire a metterti nel sacco, e Sean aprla bocca
per provarci. Ma Dirk lo precedette.
Chi sono, Pa', e perchridono?chiuse nel suo chiaro inglese
argentino, e la speranza di Sean mortanto bruscamente come il ri-
so dei boeri, allorchudirono quella lingua aborrita.
Ah, cos grugnl'uomo in casco, facendo un gesto elo-
quente col Mauser. Mani in alto, amico, per piacere. 俑i permette d'infilarmi i calzoni, prima? chiese educatamen-
te Sean.

Dove ci stanno portando?Per una volta Dirk appariva inti-
midito, e nella sua voce c'era un tremito che commosse il boero col
casco, il quale rispose al posto di Sean:
隹desso non preoccuparti, ragazzo, ti porto a conoscere un ge-
nerale. Un vero generale in carne e ossa. L'inglese di Casco era
abbastanza buono, e Dirk esaminl'uomo con interesse.
青on medaglie e tutto? Nee amico. Noi non usiamo quella robaccia. Venuto meno ogni interesse, Dirk si voltdi nuovo verso Sean:
促a', ho fame
Casco intervenne ancora una volta. Tirfuori di tasca una lunga
striscia di carne secca e l'offra Dirk. 隹ffilati i denti su questa,
Kerel. Con la bocca piena, Dirk era sistemato; Sean potconcentrarsi
sui boeri. Costoro erano convinti d'aver catturato una spia e parla-
vano dell'imminente esecuzione. Molto cortesemente, permisero a
Sean di partecipare al dibattito e ascoltarono con rispettosa atten-
zione la sua difesa. Questa s'interruppe allorchguadarono il Tuge-
la e risalirono la scarpata, ma Sean la riprese durante la cavalcata in
gruppo lungo la cresta. Alla fine li aveva convinti della propria in-
nocenza... Con sollievo dei suoi giustizieri, che in realtnon aveva-
no alcuna voglia di fucilarlo.
Passarono cosad argomenti pipiacevoli. Era una giornata
stupenda, il sole riluceva sulla valle verde e dorata. Sotto di loro, il
fiume scorreva e scintillava, aprendosi la strada tortuosa nella pare-
te azzurro-fumo del Drakensberg, che s'innalzava lungo il lontano
orizzonte. Alcune nuvole rigonfie scivolavano nel cielo, e una lieve
brezza mitigava la calura.
I pigiovani della pattuglia ascoltavano avidamente, mentre
Sean raccontava delle mandrie di elefanti oltre il Limpopo e dell'im-
menso territorio che aspettava soltanto di essere rivendicato.
Dopo la guerra... dicevano, e ridevano nel sole. Poi un muta-
mento del vento e una particolare disposizione delle colline recaro-
no un debole ma inquietante rumore che spense le loro risate.
青annoni disse uno.
Ladyburg aggiunse un altro.
Ora toccava a Sean fare domande. Seppe cosche i boeri aveva-
no attaccato Ladyburg, mettendo in fuga le truppe spiegate per re-
spingerli. Amaramente la sua scorta ricordcome il vecchio Joubert
avesse trattenuto la cavalleria, limitandosi a osservare l'esercito in-
glese sconfitto che rientrava in citt
促er l'Onnipotente! Ci avesse dato il via, li avremmo ricacciati
in mare! 俟e al posto dei vecchio Joubert ci fosse stato Oom Paul, la
guerra sarebbe gifinita... Invece ce ne stiamo qui con le mani in
mano. A poco a poco Sean ebbe un quadro completo dei conflitto nel
Natal. Ladyburg era assediata. L'esercito del generale George
White era imbottigliato, con tanto di tappo, all'interno della citt
Metdelle forze boere si erano spinte avanti lungo la ferrovia,
creando una linea difensiva a cavallo dell'Escarpment, dominante il
fiume e il minuscolo villaggio di Colenso.
Sotto di loro, nella grande pianura del Tugela, il generale Buller
stava ammassando truppe per aprire una breccia nella linea e soc-
correre Ladyburg.
Che ci provi... Oom Paul lo sta aspettando. Chi Oom Paul?... Di certo non Kruger! disse Sean, perples-
so. Per quel che ne sapeva, Oom Paul era il nomignolo dei presi-
dente della Repubblica Sudafricana.
俏ee, amico! Si tratta di un altro Oom Paul. Questo il Vecht-
Generaal Jan Paulus Leroux del commando Wynberg. Sean trattenne il respiro. A un omaccione con i capelli rossi e
un caratteraccio? Una risata, poi: Ja! proprio lui. Lo conosci?
Si. Lo conosco. Dunque mio cognato un generale adesso, si disse Sean, ridac-
chiando fra s poi chiese: E' Oom Paul il generale da cui ci state
portando?
Se riusciamo a trovarlo. Il giovane Dirk conoscersuo zio finalmente... E Sean pregust il piacere di quell'incontro.

8.

La spessa tela della tenda poteva ben poco contro il volume della
voce all'interno: Sean, che aspettava fuori con la scorta, udiva
chiaramente ogni parola.
非evo prendere il caffe scambiare strette di mano con ogni
rooinek che viene catturato? Lavoro giper dieci, non vi pare abba-
stanza? Portatelo davanti a un giudice militare! Mandatelo a Preto-
ria, che lo ficchino in gattabuia! Fate quel che vi pare di lui, se una spia... Ma, in nome della divina provvidenza, non portatelo da
me. Sean sorrise allegramente. Di sicuro Jan Paulus non aveva perso
la voce. Ci fu un momento di relativa calma, mentre Casco borbot-
tava qualcosa all'interno della tenda. Poi di nuovo un sordo mug-
gito.
No! Non voglio! Portatelo via! Sean si riempi i polmoni, portle mani a imbuto intorno alla
bocca e urlin direzione della tenda: 亟hi tu, maledetto olandese!
Hai paura d'incontrarmi di nuovo? Temi forse che ti faccia saltare
tutti i denti, come l'ultima volta che ci siamo visti?
Qualche istante di silenzio sbigottito, poi il fracasso di uno sga-
bello rovesciato e lo schiocco della tenda aperta con violenza. In
pieno sole, sbattendo le palpebre per la luce intensa, ma guardando
torvo, con una corona di capelli rossi che ardevano come fuoco in-
torno a una chiazza di calvizie, le spalle minacciosamente curve in
avanti, apparve Jan Paulus. Girla testa da una parte e dall'altra,
cercando di scoprire da dove proveniva l'insulto.
Qui urlSean, e Jan Paulus impietr Incerto, scrutSean.
Tu! Fece un passo verso il cognato, poi: Sei proprio tu,
Sean! E comincia ridere. La sua mano destra, stretta in un pu-
gno enorme, si dischiuse e scattin avanti.
Sean! Per l'inferno, amico! Sean! Si strinsero forte la mano, sorridendosi a vicenda.
侮ieni nella tenda. Vieni, Sean. Appena furono entrati, la prima domanda di Jan Paulus fu:
Dov'Katrina? Dov'la mia sorellina?
Subito il sorriso scomparve dal volto di Sean. Si sedette pesante-
mente su uno sgabello di reimpje e si scopril capo prima di rispon-
dere: E' morta, Paulus. Sono gicinque anni
Lentamente l'espressione di Jan Paulus cambi diventando te-
tra e dura. Come? chiese.
E ora cosa gli rispondo, pensSean. Posso dirgli che sua sorella
si uccisa per un motivo che nessuno saprmai?
Febbre ment Febbre malarica. Non ci hai neppure scritto. Non sapevo dove trovarvi. I tuoi genitori... Anche loro sono morti lo interruppe bruscamente Jan Pau-
lus, e girla testa dall'altra parte, fissando la tela bianca della ten-
da. Ci fu silenzio tra loro, mentre ricordavano la morta con un do-
lore reso piacuto dall'impotenza. Poi Sean si alze si avvicinal-
l'ingresso della tenda.
Dirk. Vieni qui. Mbejane spinse avanti il ragazzo, che raggiunse il padre e lo pre-
se per mano. Sean lo fece entrare. 侵l figlio di Katrina disse.
Jan Paulus abbasslo sguardo sul nipote. Avvicinati, picco-
lo. Esitando, Dirk obbed Bruscamente Jan Paulus si accoccol
cosche i suoi occhi furono al livello di quelli del bambino. Prese il
volto di Dirk tra le mani e lo studiattentamente. S disse.
Questo il tipo di figlio che Katrina avrebbe generato. Gli oc-
chi... La sua voce si spezz Ancora per un secondo guardgli oc-
chi di Dirk. Poi parldi nuovo.
Siine fierodisse e si alz Sean indicl'ingresso della tenda
e, pieno di gratitudine, Dirk sgattaiolfuori, dove l'aspettava
Mbejane.
亟 adesso? domandJan Paulus.
Voglio oltrepassare le linee. Cioraggiungere gli inglesi? Io sono inglese disse Sean.
Aggrottando la fronte, Jan Paulus soppesquesta dichiarazio-
ne, prima di chiedere: Mi dai la tua parola che non combatterai al
loro fianco?
俏o dichiarSean, e Jan Paulus annu Non si aspettava al-
tra risposta.
侵o sono in debito verso di te disse Jan Paulus. Non ho di-
menticato quando mi salvasti dall'elefante. Questo pareggia il
conto. Raggiunse lo scrittoio portatile e affondla penna nel calamaio.
Senza sedersi, scarabocchiqualche riga, sventolil foglio e lo por-
se a Sean. 侮a' disse. 俟pero di non incontrarti pi perchla
prossima volta ti uccider Oppure io ucciderte replicSean.

9.

Quel pomeriggio Sean condusse i suoi compagni al di ldel
ponte ferroviario sul Tugela, poi attraverso il villaggio ab-
bandonato di Colenso e ancora addentro nella pianura. In
lontananza davanti a loro, disseminate sul verde come mar-
gherite in un prato, biancheggiavano le tende dell'immenso accam-
pamento inglese di Chievely Siding. Molto prima di arrivarci, Sean
incontrun posto di guardia presidiato da un sergente e quattro uo-
mini di un glorioso reggimento dello Yorkshire.
Ehi, tu! Dove diavolo credi di andare? 俟ono un suddito britannico linformSean. Il sergente lan-
ciun'occhiata alla barba e alla giacca rattoppata. Spostlo sguar-
do sul pony, terribilmente ispido, e considerla direzione dalla qua-
le era arrivato.
Dillo di nuovo fece.
Sono un suddito britannico ripetSean, compiacente, ma con
un accento che non poteva non suonare sospetto all'orecchio di un
figlio dello Yorkshire.
亮i E io sono giapponese disse il sergente in tono ilare.
Molla il fucile, amico. Per due giorni Sean langutra il filo spinato d'un campo di pri-
gionia, mentre il Servizio Informazioni telegrafava all'ufficio di sta-
to civile di Ladyburg e aspettava la risposta. Due lunghi giorni du-
rante i quali Sean continua rimuginare, non sull'indegno tratta-
mento inflittogli, ma sulla donna trovata, amata e perduta in cos breve tempo. Quella forzata inattivitarrivava proprio nel momen-
to peggiore. Ripetendosi all'infinito ogni parola che si erano scam-
biati, risentendo ogni contatto delle mani e dei corpi, rievocando il
suo volto e soffermandosi su ogni particolare, incise cosprofonda-
mente nel proprio spirito il ricordo di Ruth, da renderlo incancella-
bile. Non conosceva nemmeno il suo cognome, ma non l'avrebbe
mai dimenticata.
Quando, con molte scuse, fu liberato, e gli furono restituiti ca-
valli, fucile, danaro e bagagli, Sean era in uno stato di depressione
che soltanto l'alcool o la violenza fisica potevano alleviare.
Il villaggio di Frere, il primo a sud verso la costa, prometteva
entrambe le cose.
促orta Dirk con te ordina Mbejane. 隹ccampatevi fuori
citt di fianco alla strada, e accendete un grosso fuoco, in modo
che possa trovarvi al buio. Tu cosa farai, Nkosi? Sean si avviverso la piccola e scura bettola che provvedeva ai
bisogni degli assetati di Frere. 侵o vado l鉬, rispose.
Vieni, Nkosizana disse Mbejane a Dirk.
Mentre proseguiva col ragazzo lungo la strada, lo zulu si chiede-
va quanto tempo avrebbe dovuto lasciare a Sean, prima di tornare a
prenderlo. Erano anni che non lo vedeva dirigersi con tanta deter-
minazione verso un bar, ma bisognava dire che in quegli ultimi gior-
ni Sean aveva passato un bel mucchio di guai. Gli ci vorrfino a
mezzanotte, si disse Mbejane, poi potrportarlo a dormire.
Dalla porta Sean esaminl'interno della bettola. Era un unico
vasto locale con un banco su cavalletti lungo la parete di fondo,
uno stanzone caldo, gremito, odoroso di sigari e di liquori. Sempre
sulla soglia, Sean infiluna mano in tasca e contdi nascosto il de-
naro che conteneva: si era concesso dieci sovrane, piche sufficienti
per le bevande che intendeva consumare.
Mentre si faceva strada tra la folla verso il bancone, osservava
gli uomini che lo circondavano. Militari per lo pi appartenenti a
una dozzina di reggimenti diversi. Truppe imperiali e coloniali, qua-
si tutti soldati semplici, ma c'era anche un gruppetto di sottufficiali
seduti a un tavolo a ridosso di una parete. Poi c'erano alcuni civili,
che Sean giudicconducenti di carri, appaltatori e uomini d'affari;
in compagnia degli ufficiali, due donne sulla cui professione non
sussistevano dubbi; e una dozzina di camerieri negri.
青osa ti do, tesoro?chiese il donnone dietro il banco, quando
il nuovo arrivato l'ebbe raggiunto. A Sean non piacquero ni mu-
stacchi dell'ostessa, nl'appellativo che gli aveva rivolto.
Brandy. Non era dell'umore adatto ai convenevoli.
La donna capsubito di che cosa aveva bisogno. 侮uoi la botti-
glia, caro? Tanto per cominciare assentSean.
Bevve tre buoni bicchieri, ma si accorse che non gli facevano al-
cun effetto... O piuttosto eccitavano la sua immaginazione, tanto
che, davanti ai suoi occhi, apparve chiaramente il volto di Ruth,
completo di ogni particolare, compreso il piccolo neo su uno zigo-
mo e il modo in cui gli angoli degli occhi si sollevavano quando sor-
rideva. Aveva bisogno di un pirapido approccio all'oblio.
Appoggiato sulla schiena, con entrambi i gomiti sul banco e il
bicchiere stretto nella mano destra, Sean studidi nuovo gli uomini
che lo circondavano. Valutava ciascuno come possibile fonte di di-
strazione, poi lo scartava e passava a un altro, finchnon gli rimase
che il gruppetto seduto attorno al tavolo da gioco.
Erano in sette e giocavano a poker; con poste modeste, da quel
che Sean poteva vedere. Afferrla bottiglia, attraversil locale per
unirsi alla cerchia di spettatori e si piazzdietro un sergente della
guardia nazionale a cavallo che stava prendendo una solenne bato-
sta. Poche mani, e il sergente chiese una carta per completare un co-
lore, gli andbuca e tentil bluff, rilanciando due volte finchfu
visto da una doppia coppia. Il sottufficiale buttle carte e sbuff con aria contrariata: E con questo sono ripulito Raccolse dal ta-
volo le poche monete rimaste davanti a lui e si alz
俟fortuna, Jack. Qualcuno vuole prendere il suo posto?chiese
il vincitore, rivolto alla cerchia di uomini in piedi. 俗na partitina
amichevole, soldi sul tavolo. Entro io disse Sean.
Si sedette, piazzbicchiere e bottiglia in posizione strategica alla
propria destra e ammucchidavanti a scinque sovrane.
Ehi, questo ci porta dell'oro! Benvenuto. Sean passnella prima mano, perdette due sterline contro tre re-
gine nella seconda e ne vinse cinque nella terza. Da quel momento
la fortuna fu dalla sua e Sean gioccon fredda concentrazione:
quando gli occorreva una carta, pareva che dovesse soltanto deside-
rarla.
Com'era il vecchio adagio? 俟fortunato in amor, fortuna a car-
te. Con un sorriso truce, completuna scala minima con un sette
di cuori, battun tris di regine e trasse a sil piatto, ingrossando il
mucchio delle sue vincite. Era sopra di circa trenta o quaranta ster-
line. Ora cominciava a divertirsi.
俟iamo rimasti in pochi, signori. Durante l'ultima ora tre gio-
catori si erano ritirati, ed erano rimasti in quattro. 青he ne direste
di dare ai perdenti la possibilitdi rifarsi? 侮uoi aumentare la posta?chiese Sean al tizio che aveva par-
lato. Era, oltre a Sean, l'unico vincente, un omaccione dalla faccia
rossa che emanava un forte odore di cavallo. Conducente di carri,
con tutta probabilit
S se siamo tutti d'accordo. Alziamo il minimo a cinque ster-
line. Ci sto grugnSean, e un mormorio di approvazione risuon intorno al tavolo. Con tanto denaro in ballo, da principio prevalse
un'aria di cautela, poi lentamente il gioco si riscald La fortuna di
Sean girun poco, ma in capo a un'ora una serie di piccole vincite
aveva portato il suo malloppo a un totale di settantacinque sterline.
Quindi Sean distribuuna mano alquanto singolare.
Il primo giocatore alla sinistra di Sean rilanci lo stesso fece
Odor di Cavallo, il terzo vide e Sean apra ventaglio le sue carte.
Con un senso di euforia scopril sette, l'otto, il nove e il dieci di
fiori... Con un asso di quadri. Una cara, dolcissima scala servita.
青opro le vostre venti, pialtre ventiannunci suscitando un
piccolo moto di eccitazione tra gli astanti.
青i sto. Il numero uno era a corto di contante.
Anch'io. Odor di Cavallo buttil proprio oro nel piatto.
侵o vado. Il numero tre e posle proprie carte e le spinse di
lato.
Sean guardil numero uno. 侶uante carte? 亮iochercon queste.Sean avvertla prima premonizione di
disastro.
E tu? chiese a Odor di Cavallo.
Anch'io sto bene cos Due serviti contro la sua scala; e, a giudicare dalla distribuzione
dei semi, dato che lui aveva quattro fiori, era probabile che uno dei
suoi avversari avesse in mano un colore. Con una sensazione di
nausea allo stomaco, Sean capd'essere nei guai, di avere una mano
perdente.
Rompere la scala nella speranza di pescare un altro fiori... Non
sarebbe stato ancora sicuro di vincere, ma valeva la pena di tentare.
Una carta disse. Buttl'asso di quadri tra gli scarti e si serv da sopra il mazzo.
Sta a me parlare disse il numero uno. La sua faccia irradiava
fiducia. Rilancio di... Altre quaranta. Ragazzi, vedermi vi costa ot-
tanta sterline. Fatemi sentire il suono dei vostri quattrini. Mi piacerebbe farti sudare... Ma il limite. Vedo. La faccia
di Odor di Cavallo era completamente inespressiva, ma la sua fron-
te luccicava.
Lasciatemi leggere disse Sean, poi riunle proprie carte e, da
dietro le altre quattro, spinse in fuori quella che aveva pescato. Ne-
ro... La scoprun pdi pi.. Un fante nero. Sentla pressione sali-
re lentamente dentro di s come acqua in ebollizione all'interno di
una caldaia. Tirun lungo respiro e scoprcompletamente la carta.
Vedo anch'io disse, buttando fuori il fiato.
Poker! gridil numero uno. Poker di regine... Battetemi un
pquesto, razza di bastardi! Odor di Cavallo sbattrabbiosamente le carte sul tavolo, con il
faccione rosso contratto in una smorfia di disappunto. Maledizio-
ne... Sfortuna delle sfortune. Avevo colore con l'asso. Il numero
uno ridacchiper l'eccitazione e stese una mano sul denaro.
Un momento, amico disse Sean, e spiegle sue carte sul ta-
volo.
E' colore. Il mio poker di regine lo batte protestil numero
uno.
Ehi, non sai contare? fece Sean, picchiando un indice su ogni
carta via via che la nominava, 哀ette, otto, nove, dieci e fante...
tutti fiori. Scala reale! Vieni secondo a una giornata di marcia. Sollevla mano dell'altro dai quattrini, li trasse a se comincia
disporli in pile di venti.
Il volto ancora contratto dalla rabbia, Odor di Cavallo volle dire
la sua: Tu e la fortuna siete culo e camicia
Gi assentSean. Duecentosessantotto sterline. Niente male.
青urioso come ti assista quando il piatto grosso continu Odor di Cavallo. 亟 specialmente quando sei tu a dare le carte.
Quale hai detto che la tua professione? Senza alzare gli occhi, Sean comincia trasferire le pile di sovra-
ne nelle varie tasche. Sorrideva lievemente. La giusta conclusione di
una serata perfetta, si disse.
Una volta messo al sicuro il denaro, Sean guardOdor di Caval-
lo, allargando un poco il sorriso. La sistemiamo fuori questa fac-
cenda, amico? Sarun piacere. Odor di Cavallo spinse indietro la sedia e si
alz Quindi comincia scendere la scala che portava al cortile sul
retro, seguito da Sean e da tutti gli avventori del locale. Arrivato in
fondo si ferm prestando orecchio ai passi di Sean sui gradini di le-
gno... Poi si girdi scatto e colp accompagnando il pugno con tut-
to il peso del corpo in rotazione.
Sean ruotla testa, ma il pugno lo colse alla tempia ed egli stra-
mazzall'indietro, sulla folla che si pigiava alle sue spalle. Mentre
cadeva vide Odor di Cavallo scostare la falda della giacca ed estrar-
re un coltello, che brillcome argento satinato alla luce che trapela-
va dalle finestre dell'osteria... Un coltello per scuoiare, ricurvo, con
una lama di venti centimetri.
La folla si sparpagli lasciando Sean disteso sui gradini, e l'uo-
mo avanzper ucciderlo, sferrando dall'alto un colpo goffo, da di-
lettante.
Appena un pintontito, Sean segucon facilitil guizzo argen-
teo della lama, e il polso dell'omaccione sbattrumorosamente nel-
la sua mano aperta.
Per qualche istante Odor di Cavallo restsopra Sean, il braccio
col coltello immobilizzato nella stretta dell'avversario, mentre
Courteney raccoglieva le forze... E si doleva per quell'incontro im-
pari. Odor di Cavallo era piuttosto grosso, ma il ventre premuto
contro quello di Sean era flaccido, e troppo ossuto il polso stretto
nella sua mano, senza la salda elasticitdei tendini e dei muscoli.
L'omaccione ce la stava mettendo tutta, tentando di liberare la
mano destra, il sudore gli copril volto e comincia gocciolare...
emanava un puzzo di burro rancido che mai si amalgamava con l'a-
frore equino.
Sean aumentla stretta sul suo polso, usando dapprima soltanto
la forza dell'avambraccio.
Aah! Odor di Cavallo smise di affannarsi. Allora Sean fece
forza con tutto il braccio, tanto da sentire i muscoli della spalla
contrarsi e fremere.
Cristo! Con uno scricchiolio, l'osso del polso si spezz le di-
ta si schiusero e il coltello cadde sui gradini di legno.
Sempre stringendo l'avversario, Sean si mise seduto, poi si alz lentamente in piedi. Fila, amico. Gettl'uomo nella polvere del cortile. Sean respirava pesante-
mente, ma era ancora freddo e distaccato, mentre guardava Odor di
Cavallo che si sollevava sulle ginocchia, sostenendo il polso spezza-
to con l'altra mano.
Forse fu il primo accenno di fuga da parte dell'avversario a sca-
tenare Sean... O forse era il liquore che aveva ingurgitato a distorce-
re i suoi sentimenti, accrescendo il suo senso di frustrazione e inca-
nalandolo in quell'accesso di odio insensato.
Improvvisamente gli parve di avere davanti la fonte di tutti i
suoi guai... Quello era l'uomo che gli aveva tolto Ruth! Sporco ba-
stardo! ringhi
L'uomo avvertil mutamento in Sean e si alzin piedi, guardan-
dosi disperatamente intorno alla ricerca d'una via di scampo.
俟porco bastardo maledetto! gridSean con voce stridula, so-
praffatto dalla nuova emozione. Per la prima volta in vita sua desi-
derava uccidere. Avanzlentamente verso l'uomo, i pugni che si
aprivano e chiudevano, il volto contratto, parole insensate che gli
uscivano dalla bocca.
Un grande silenzio si era creato nel cortile. Nell'ombra, gli uo-
mini trattenevano il fiato, raggelati dal fascino spaventoso della sce-
na. Anche Odor di Cavallo era impietrito, soltanto la testa si muo-
veva e nessun suono usciva dalla sua bocca spalancata... E Sean si
avvicinava col movimento ondeggiante di un cobra pronto ad attac-
care.
All'ultimo momento l'uomo cercdi scappare, ma aveva le
gambe deboli e appesantite dalla paura. Sean lo colpal petto, e il
tonfo fu simile a quello di un'ascia sul tronco di un albero.
Odor di Cavallo cadde, e Sean gli si buttaddosso; continua
colpirlo ruggendo frasi incoerenti. Una sola parola era comprensibi-
le: il nome della donna che amava. Nel suo furore sentla faccia
dell'uomo che si spaccava sotto i suoi pugni, sentlo schizzo caldo
del sangue sul suo volto e le sue braccia, udle grida della gente.
Lo uccider Tiratelo via! Per l'amor di Dio, datemi una mano... forte come un bue in-
furiato! Le mani della gente su di lui, il braccio stretto da dietro intorno
alla sua gola, il trauma quando qualcuno lo colpcon una bottiglia,
la pressione dei corpi che si lanciavano su di lui.
Benchavesse due uomini a cavalcioni sulla schiena e una dozzi-
na d'altri aggrappati alle gambe e alle braccia, Sean si alzin piedi.
Buttatelo gi accidenti! Mandatelo gambe all'aria! Con uno sforzo convulso, Sean fece cozzare gli uni contro gli al-
tri coloro che gli tenevano le braccia. Lo lasciarono andare.
Scalciando, liberla gamba destra, e coloro che gli tenevano la
sinistra scapparono da tutte le parti. Portando le mani al di sopra
delle spalle, si strappgli uomini dalla schiena e rimase solo, il pet-
to che si alzava e si abbassava per l'affanno, il sangue che sgorgava
dalla ferita prodotta dalla bottigliata in testa, scorrendo sul volto e
intridendo la barba.
Prendete un'arma! gridqualcuno.
C'un fucile sotto il banco dei bar. Ma nessuno si allontandal circolo che attorniava Sean, il quale
lanciava occhiate selvagge da quella maschera di sangue che era il
suo volto.
L'hai ammazzato! lo accusuna voce.
Queste parole riuscirono a penetrare attraverso il furore di Sean;
il suo corpo si rilassun poco, mentre tentava di tergere il sangue
con il palmo della mano aperta. Gli altri notarono il mutamento.
青almati, amico. Divertirsi un conto, ammazzare la gente un altro. Basta, adesso. Vediamo come l'hai conciato. Sean guardil corpo e dapprima si sentconfuso, poi, di colpo,
spaventato. L'uomo era morto... Non aveva il minimo dubbio in
proposito. 保h, mio Dio! bisbigli arretrando; cercdi asciugar-
si gli occhi, ma riuscsoltanto a diffondere il sangue.
信a tirato fuori il coltello. Non preoccuparti, amico, siamo tut-
ti testimoni. L'umore della folla era mutato.
俏o mormorSean; non capivano. Per la prima volta in vita
sua aveva abusato della propria forza, servendosene per uccidere
senza scopo. Uccidere per il piacere di farlo, uccidere come uccide il
leopardo.
In quel momento l'uomo si mosse lievemente. Girla testa, una
gamba ebbe una contrazione. Sean sentrinascere la speranza. 亟'
vivo! Chiamate un dottore! Timorosamente Sean si avvicinall'uomo e, inginocchiatosi, si
tolse il fazzoletto che portava al collo, usandolo per ripulirgli dal
sangue la bocca e le narici.
Se la caver.. Lasci fare al dottore. Il medico arriv un uomo scarno e di poche parole che mastica-
va tabacco. Alla luce gialla di una lanterna esaminil ferito, mentre
gli altri facevano ressa intorno, cerrando di guardare al di sopra
delle sue spalle. Infine si alz Okay. Puessere mosso. Portatelo
nel mio ambulatorio. GuardSean. E' stato lei? Sean annu
Mi ricordi di non farla mai irritare. Non volevo... successo senza che me ne rendessi conto. Davvero? Uno schizzo giallo di tabacco si spiaccicsulla pol-
vere del cortile. Mi faccia dare un'occhiata alla sua testa. Abbas-
sil capo di Sean alla propria altezza e sparti capelli intrisi di san-
gue. Ha leso una vena. Non c'bisogno di punti. Lavi la ferita e ci
metta un pdi iodio. Quant' dottore, per l'altro tizio? Paga lei? Il medico lo guardcon aria interrogativa.
S Mascella spezzata, idem la clavicola, circa due dozzine di punti
e qualche giorno di letto per la commozione cerebrale... Facciamo
due ghinee. Sean gliene diede cinque. 隹bbia cura di lui, dottore. E' il mio mestiere disse il medico, e segugli uomini che tra-
sportavano Odor di Cavallo fuori del cortile.
Immagino che le ci voglia un cicchetto adesso. Venga, offro
io disse qualcuno. La gente ama i vincitori.
S ammise Sean. Ne ho proprio bisogno. I bicchieri furono pid'uno. Quando Mbejane venne a prender-
lo, a mezzanotte, fece una fatica del diavolo a issarlo sul cavallo. A
metstrada dall'accampamento Sean scivoldi lato e cadde sulla
strada. Mbejane lo caricdi traverso alla sella, la testa e le braccia
ciondoloni da una parte, le gambe dall'altra.
Domani ti pentirai di questo gli disse solennemente lo zulu,
mentre lo scaricava accanto al fuoco e, ancora con gli stivali e co-
perto di sangue, lo avvolgeva nelle sue coperte.
Aveva ragione.

10.

All'alba, mentre Sean si ripuliva la faccia con un panno bagna-
o in una ciotola d'acqua calda, guardandosi nello specchiet-
to di metallo, la sola cosa che gli desse un pdi soddisfa-
zione erano le duecento e pisovrane che aveva salvato dalla bi-
sboccia della sera prima.
Stai male, Pa? Il grande interesse di Dirk per le sue condizio-
ni di salute accrebbe notevolmente il suo malumore.
俑angia la tua colazione ringhi Il tono malevolo di Sean
era calcolato, al fine di scoraggiare ulteriori domande.
俏on c'cibo ribattMbejane, investendosi del consueto ruo-
lo di protettore.
Sean mise a fuoco sullo zulu gli occhi iniettati di sangue. 青ome
mai? 侶ualcuno fra noi considera l'acquisto di liquori e altra roba del
genere piimportante dei cibo per suo figlio. Sean prese una manciata di sovrane da una tasca della giacca.
Va'! ordin 青ompra cibo e cavalli freschi. Fila alla svelta, af-
finch oltre al mio male, io non debba sopportare anche la saggezza
dei tuoi consigli. Porta Dirk con te. Mbejane esaminil denaro e sogghign 俠a notte non andata
sprecata. Quando si furono avviati verso Frere, Dirk che trotterellava ac-
canto all'enorme zulu seminudo, cianciando con una voce che svan soltanto a cento metri di distanza, Sean si versun'altra tazza di
caffe, stringendola con entrambe le mani, fissle braci che arde-
vano fra la cenere. Era certo che Mbejane avrebbe usato bene il de-
naro, lo zulu aveva, nel contrattare, la pazienza tipica della sua raz-
za: poteva dedicare due giorni all'acquisto di un bue. Non era que-
sto che lo preoccupava adesso, erano piuttosto gli eventi della sera
prima. Ancora angosciato per quell'esplosione di rabbia omicida,
tentdi giustificarla. Considerando la perdita di quasi tutto ciche
possedeva, il frutto di anni di duro lavoro che gli era stato strappa-
to in un sol giorno, la fuga e l'incertezza che erano seguite, l'al-
cool, infine, e la tensione nervosa del poker... Non c'era da stupirsi
se aveva perso il controllo.
Ma non era tutto qui, Sean sapeva d'aver evitato la causa prin-
cipale. Ruth. Pensando a lei, un'ondata di desiderio lo travolse,
una tenera disperazione che non aveva mai sperimentato prima. Si
lamentad alta voce e alzgli occhi alla stella dei mattino che il-
languidiva sopra l'orizzonte rosato, via via che il sole ne emergeva.
Per qualche minuto si abbandonalla dolcezza del suo amore,
rammentando il modo in cui Ruth camminava, la scura serenitdei
suoi occhi, la sua bocca che sorrideva e la sua voce che cantava...
finchi ricordi minacciarono di soffocarlo con la loro tenerezza.
Allora balzin piedi e prese a camminare avanti e indietro sul-
l'erba, accanto al fuoco. Dobbiamo andarcene di qui, pens dob-
biamo togliere il campo e via... Al pipresto. Devo trovare qualco-
sa da fare, qualcosa che m'impedisca di pensare a lei e riempia que-
ste mie mani che ora dolgono dal desiderio di stringere il suo
corpo.
Sulla strada apparve una lunga colonna di fanteria, diretta a
nord, verso Colenso. Sean smise di andare su e gie la guardpas-
sare. Ogni uomo marciava chinato in avanti sotto il peso dello zai-
no e del fucile.
S pens andrcon loro. Forse nel luogo verso il quale mar-
ciano troverquello che ho cercato invano ieri sera. Andremo a ca-
sa, a Ladyburg, con cavalli freschi faremo presto. LascerDirk
con mia madre, poi tornerindietro a combattere questa guerra.
Riprese a camminare su e gicon impazienza. Dove diavolo era
Mbejane?
Dalle alture che lo sovrastavano, Sean guardLadyburg. Il vil-
laggio si allargava a cerchio perfetto intorno alla guglia della chiesa.
Un tempo questa guglia brillava come fuoco nel suo rivestimento di
rame nuovo, ma dopo diciannove anni di clima africano era diven-
tata di un caldo color marrone.
Diciannove anni. Non sembrava che fosse passato tanto tempo.
C'erano depositi di merci, adesso, intorno alla stazione, un nuovo
ponte di calcestruzzo sovrastava il Baboon Stroom, gli eucalipti del-
la piantagione dietro la scuola erano pialti e le poinciane lungo la
strada principale erano scomparse.
Con strana riluttanza Sean giril capo e guarda destra, oltre il
Baboon Stroom, quasi a ridosso di una scarpata, dove aveva lascia-
to la grande fattoria di Theunis Kraal con la sua casa dall'alto fron-
tone all'olandese, il tetto spiovente di paglia intrecciata e le persiane
di legno giallo.
C'era ancora, ma diversa da come la ricordava. Anche da quella
distanza poteva vedere che i muri erano scrostati e macchiati d'umi-
dit il tetto era ispido come il pelo di un terrier, una, delle persiane
pendeva un poco da un cardine rotto, i prati erano secchi, con chiaz-
ze di terra nuda. La latteria dietro la casa era in rovina, il tetto man-
cava e quanto restava dei muri arrivava appena alle spalle di un
uomo.
Dannato piccolo bastardo! s'infuriSean, vedendo come suo
fratello gemello aveva trascurato la vecchia casa. E' cospigro che
non uscirebbe da un letto neanche dopo averci pisciato. Per Sean non era soltanto una casa. Era il posto che suo padre
aveva costruito, il posto in cui Sean era nato e aveva trascorso tutta
la sua fanciullezza. Quando il padre era stato ucciso dalle lance zulu
a Isandlawana, metdella fattoria e della casa era passata a Sean;
quante serate aveva trascorso nello studio, coi ceppi che bruciavano
nel caminetto di pietra e la testa di bufalo appesa sulla cappa che
gettava strane ombre guizzanti sugli stucchi dei soffitto. Anche se
aveva ceduto al fratello la sua parte, Theunis Kraal era sempre casa
sua. Garry non aveva il diritto di lasciarla andare in rovina a quel
modo.
Maledetto! ringhiSean, dando voce ai propri pensieri... Ma
quasi subito provuna fitta di rimorso. Garrick era mutilato, una
carabina lasciata cadere da lui, Sean, gli aveva maciullato un ginoc-
chio, rendendo necessaria l'amputazione. Mi liberermai da questa
colpa? Quanto deve durare ancora la mia punizione? protestSean.
Ma quella non stata l'unica cattiva azione che hai commesso con-
tro tuo fratello, gli rammentla sua coscienza. Chi ha generato il
ragazzo che Garry chiama figlio? Quali lombi hanno prodotto il se-
me che ha fecondato il ventre di Anna, la moglie di tuo fratello?
E' passato tanto tempo, Nkosi. Mbejane aveva notato l'e-
spressione sul volto di Sean, mentre guardava verso Theunis Kraal e
ricordava cose che sarebbe stato meglio dimenticare.
S Sean si riscosse e raddrizzle spalle. Tanto tempo e tan-
ta strada. Ma adesso siamo tornati a casa. Si voltdi nuovo verso il villaggio e perlustrcon gli occhi il
quartiere oltre la via principale e l'albergo, cercando il tetto di quel
piccolo cottage in Protea Street. Quando lo scorse, tra le alte e ar-
ruffate chiome degli eucalipti, si sentdi colpo lieto ed eccitato.
Chissse Ada viveva ancora l Chisscom'era diventata? Un p grigia, senza dubbio... Ma i suoi cinquanta anni l'avevano segnata
profondamente, oppure erano stati gentili con lei, come Ada lo era
con tutti coloro con cui veniva a contatto? L'aveva perdonato d'es-
ser partito senza dirle addio? Non gliene voleva per tutti quegli anni
di silenzio? Capiva perchnon le aveva mai fatto sapere nulla... N una lettera, nun messaggio, salvo quel dono anonimo di diecimila
sterline, che Sean aveva fatto versare sul suo conto in banca? Dieci-
mila miserabili sterline, una festuca in confronto a tutti i milioni che
Sean aveva guadagnato e perduto in quei giorni lontani, quando era
uno dei pigrossi proprietari di giacimenti auriferi di Witwater-
srand.
Di nuovo il senso di colpa s'impossessdi lui... Proprio perch sapeva con assoluta certezza che lei aveva capito, che lei aveva per-
donato. Cosera Ada, la donna che suo padre aveva sposato in se-
conde nozze... E che Sean amava al di ldell'amore naturale dovuto
a chi ci ha generato.
Scendiamo disse, spingendo il cavallo al piccolo galoppo con
un colpo di ginocchia.
Laggi pap gridDirk, raggiungendolo.
S ragazzo. Siamo arrivati a casa. Ci sarla nonna? Lo spero rispose Sean, e aggiunse a bassa voce: Lo spero
con tutte le mie forze
Sean e Dirk, seguiti da Mbejane e dal mulo col carico, cavalcaro-
no oltre il ponte sul Baboon Stroom, oltre i recinti del bestiame lun-
go i binari, oltre il vecchio bosco e l'edificio di ferro della stazione
con il cartello bianco e nero scolorito - LADYBURG, ALTITUDINE 745
METRI SOPRA IL LIVELLO DEL MARE - a sinistra nella polverosa strada
principale, abbastanza larga per potervi girare con un carro trainato
da una pariglia di buoi, e gilungo Protea Street.
All'angolo Sean mise il cavallo al passo, prolungando il piacere
dell'attesa, finchsi fermarono davanti a uno steccato bianco. Il
giardino era verde, ben curato, con allegre aiuole di margherite Bar-
beton e rododendri. Il cottage era stato ingrandito, sul lato pilon-
tano avevano aggiunto una nuova stanza ed era intonacato di fre-
sco. Un'insegna sul cancelletto diceva in lettere d'oro su fondo ver-
de: MAISON ADA - COSTUMIERE.
Sean ridacchi La vecchia ragazza si data al francese. Poi,
a Dirk: Aspetta qui
Scese da cavallo, porse le redini al figlio e varcil cancello. Da-
vanti alla porta sost imbarazzato, aggiustandosi nervosamente il
fazzoletto da collo. Abbasslo sguardo sul severo abito di panno
scuro e i nuovi stivali che aveva comprato a Pietermaritzburg, si
spolveri calzoni, diede una sistematina alla barba pareggiata da
poco, si arriccii baffi e infine buss
Venne ad aprirgli una giovane donna, che Sean non riconobbe.
Lei invece reagall'istante, arrossendo un poco, tentando di siste-
marsi i capelli senza attirare l'attenzione sul loro disordine, nascon-
dendo dietro la gonna il lavoro di cucito che aveva in mano e mo-
strando tutti i segni di confusione tipici di una donna nubile che si
trovi, a un tratto e senza aspettarselo, alla presenza di un uomo at-
traente e ben vestito. Ma Sean non provche un moto di pena alla
vista del suo volto deturpato dalle cicatrici rosse dell'acne.
Si tolse il cappello. La signora Courteney in casa? E' nel laboratorio, signore. Chi devo annunciare? Non le dica nulla... una sorpresa fece Sean, sorridendole, e
la ragazza alztimidamente una mano per nascondere la rovina del-
la faccia.
亟ntri, prego mormor spostando il viso di lato, come per
esporne la minor superficie possibile.
Chi Mary? chiese una voce dalle profonditdel cottage.
Sean sussult Non era cambiata... E fu come se tutti quegli anni
non fossero trascorsi.
Un signore, zia Ada. Vuole vederti. Vengo subito. Fallo accomodare e porta del caff Mary, per
piacere. La ragazza fugg sollevata, e Sean rimase solo nel piccolo salot-
to, rigirando il cappello nelle grandi mani brune, gli occhi fissi sul
dagherrotipo di Waite Courteney appeso sopra il caminetto. Bench non se ne rendesse conto, il volto del ritratto era quasi il suo stesso
volto... Gli stessi occhi sotto le folte sopracciglia brune, la stessa ar-
roganza nella piega della bocca, perfino la stessa ostinazione nel
protendersi della mascella dissimulato dalla barba a punta... E il
grande naso aquilino dei Courteney.
La porta del laboratorio si apre Sean si voltdi scatto. Ada
Courteney entrsorridendo, ma, appena i suoi occhi si posarono sul
volto di Sean, la donna s'immobilizze il sorriso le morsulle lab-
bra, mentre diventava bianca come un cencio. Portando una mano
alla gola, emise un piccolo suono soffocato. 俑io Dio bisbigli
俑a' fece Sean, agitando goffamente i piedi. 青iao, Ma'. E'
bello vederti. Sean! Il colore riflui sulle sue guance. Per un momento ho
pensato... Sei identico a tuo padre. Oh, Sean! E corse verso di lui.
Sean buttil cappello sul sofe l'accolse tra le braccia.
Ti aspettavo. Sapevo che saresti venuto. Sean la sollevdal pavimento, la baciridendo di gioia, ruotsu
se stesso.
Mettimi gi ansimAda. Sean obbede lei gli buttle brac-
cia al collo. 俟apevo che saresti tornato. In principio leggevo ogni
tanto di te sui giornali e la gente mi raccontava cose... Ma in questi
ultimi anni non c'stato nulla, assolutamente nulla. Mi spiace disse Sean.
俟ei un ragazzaccio Ada era eccitatissima, dalla crocchia al-
lentata una ciocca le era caduta su una guancia. Ma cosbello
averti di nuovo qui... e improvvisamente scoppiin lacrime.
No, Ma'. Per piacere, no. Non l'aveva mai vista piangere.
E' perch.. Una sorpresa simile! Si asciugle lacrime con un
gesto brusco. Non niente. Sean cercdisperatamente qualcosa per distrarla. Ehi! escla-
mpoi, sollevato. Ho un'altra sorpresa per te. Pitardi protestla donna. Una alla volta. Questa non puaspettare rise Sean. La condusse alla porta e
poi fuori, sui gradini, tenendole un braccio intorno alle spalle.
Dirk grid Vieni qui. La sentirrigidirsi, mentre guardava Dirk risalire il sentiero.
Questa tua nonna disse.
Perchpiange? chiese Dirk, guardandola con visibile curio-
sit
Poco dopo, padre e figlio sedevano al tavolo di cucina, mentre
Ada e Mary li rimpinzavano di cibo. Ada Courteney credeva che la
prima cosa da fare, con un uomo, fosse nutrirlo.
Mary era eccitata quasi quanto Ada. Aveva approfittato dei po-
chi minuti in cui era rimasta sola: ora i suoi capelli erano ben petti-
nati e portava una nuova camicetta, ma la cipria con cui aveva ten-
tato di coprire i brutti segni della pelle non faceva che attirare l'at-
tenzione su di essi. Impietosito, Sean evitava di guardarla e Mary se
ne accorse. Timidamente si dedica Dirk... Il quale accolse le sue
gentilezze come se fossero nell'ordine naturale delle cose.
Mentre mangiavano, Sean raccontquello che aveva fatto negli
anni di cui Ada non sapeva nulla, sorvolando sulla morte della ma-
dre di Dirk e altre cose di cui non poteva essere orgoglioso. Infine
concluse:
E coseccoci qui:

A casa torna il marinaio dall'alto mare,
A casa torna il cacciatore dalla collina...

Dirk, non riempire troppo la bocca e tienila chiusa quando ma-
stichi
Quanto tempo ti fermerai? Mary, guarda se sono rimaste delle
paste nella credenza... Dirk ha ancora fame disse Ada.
Gli farai prendere un'indigestione. Non so quanto rester non
molto comunque... C'una guerra in corso. Vuoi arruolarti? S Oh, Sean. Devi proprio? Ma conosceva gila risposta.
Mentre sceglieva un sigaro, Sean esaminattentamente Ada per
la prima volta. C'era dei grigio nei suoi capelli, come s'era aspetta-
to, anzi c'era pigrigio che nero, soprattutto alle tempie; la pelle,
perduta la freschezza giovanile, si era raggrinzita intorno agli occhi
e tesa sul dorso delle mani, rivelando le vene e rendendo pipromi-
nenti le nocche. Era anche pigrassa, il petto era pieno e tondeg-
giante, le mammelle avevano perso la loro identitseparata e forma-
vano un tutto unico.
Invece le altre qualit il cui ricordo Sean aveva tenuto caro per
tanto tempo, non solo permanevano, ma sembravano accentuate; il
controllo di srivelato dalla compostezza delle mani e del corpo, ma
mitigato dal senso dell'humour che aleggiava intorno alle labbra; lo
sguardo che esprimeva umana piete sicura comprensione per tutto
cisu cui si posava. Ma soprattutto quell'indefinibile aura di bont che la circondava... Guardandola, Sean sentdi nuovo che, dietro
quegli occhi, nessun pensiero distruttivo poteva vivere a lungo.
Accese il sigaro e parl mentre il fumo gli avvolgeva il viso. S
Ma'. Devo andare. E gli occhi di Ada, il cui marito era morto in guerra, si colmaro-
no per un istante d'infinita tristezza. Gi Suppongo che tu debba.
Garry gipartito... E Michael sta facendo il diavolo a quattro per
seguirlo. Michael? chiese Sean.
Il figlio di Garrick... Nacque poco dopo... La tua partenza da
Ladyburg. Quest'inverno compirdiciott'anni. Com' La voce di Sean era colma di ansia. Michael... Pens
dunque cosche si chiama mio figlio. Il mio primogenito. Perdio,
il mio primogenito, e non ne ho saputo nemmeno il nome finch non stato quasi un uomo fatto.
Ada lo stava guardando con una grande domanda inespressa ne-
gli occhi. Mary, accompagna Dirk in bagno, per piacere, e ripuli-
scigli un pla bocca da tutto quel cibo. Quando se ne furono an-
dati, rispose alla domanda di Sean. E' uno spilungone, molto alto e
magro. Bruno come la madre, ma serio. Sempre il primo della clas-
se. Io lo adoro. Viene spesso qui. Tacque per un momento, poi
mormor Sean...
Subito il figliastro la interruppe. E come sta Garry? Sapeva
cosa stava per chiedergli.
Non cambiato molto. Ha avuto un periodo sfortunato... Po-
vero Garrick, le cose sono andate male alla fattoria. La peste bovina
gli ha sterminato le mandrie; ha dovuto chiedere un prestito alla
banca. Esitun istante. E credo che abbia cominciato a bere for-
te. Bada, non posso esserne sicura... Anche prima di partire veniva
di rado in citte io non l'ho mai visto toccare alcool. Ma credo che
sia cos Quando sara Colenso, cercherdi sapere dove si trova. Non ti sardifficile. Garry tenente colonnello e presta servi-
zio nello stato maggiore dei generale Buller. Ha avuto la promozio-
ne la settimana scorsa, assieme al Distinguished Service Order, per
fare il paio con la Victoria Cross. E' incaricato dei collegamenti fra
le truppe imperiali e coloniali. Buon Dio! Sean era sbalordito. Garrick colonnello! 侵l generale Buller lo stima molto. Anche lui ha la Victoria
Cross. Ma tu sai come Garry ha ottenuto quella decorazione prote-
stSean. Si trattato di uno sbaglio. Se Garrick nello stato mag-
giore del generale... Allora il Signore abbia pietdell'esercito britan-
nico! Sean, non devi parlare cosdi tuo fratello. Colonnello Garrick Courteney fece Sean, e rise a gola spie-
gata.
Non so cosa ci sia fra te e Garry, ma lo trovo orribile... E non
voglio nulla di simile in casa mia. Il tono di Ada era molto duro.
Sean smise immediatamente di ridere.
Scusa. Prima di chiudere la questione, voglio metterti in guardia. Ti
prego, sta' molto attento a come ti comporti con Garry. Qualunque
cosa sia accaduta fra voi... E io non voglio saperne nulla... Garry ti
odia ancora. Un paio di volte aveva cominciato a parlarne e io l'ho
fermato. Ma conosco il suo odio da Michael... Che ne ha subito il
contagio. E' quasi un'ossessione per lui. Quindi sta' attento. Ada si
alz 亟 adesso parliamo di Dirk. Che bel bambino, Sean! Ma ho
paura che tu l'abbia viziato. E' una tigre ammise il padre.
Che istruzione ha avuto? Be', sa leggere un poco... Resterqui con me. Tra non molto inizia l'anno scolastico e lo
iscriver Stavo per chiedertelo. Ti lascerdel denaro. Dieci anni fa qualcuno ha fatto un grossissimo e misterioso
versamento sul mio conto in banca. Non erano soldi miei... Cosli
ho depositati a interesse. Sorrise a Sean, che assunse un'aria colpe-
vole. Possiamo usare quelli. No fece Sean.
俟儢, lo contraddisse Ada. 亟 adesso dimmi quando pensi di
partire. Presto. Quanto presto? Domani.
11.

Da quando erano usciti da Pietermaritzburg, salendo la stra-
da della World's View, Sean e Mbejane avevano viaggiato
in allegria e concordia. Il sentimento che li univa era forte,
consolidato dal tempo, dalle avversite dalle risate condivise in un
guscio protettivo di affetto sincero... E adesso erano felici come sol-
tanto due uomini possono esserlo insieme. Le battute erano vecchie
e le risposte quasi automatiche, ma l'eccitazione era nuova, come nuovo il sole ogni mattina. Perchstavano andando alla guerra, a
un altro incontro con la morte, e tutto il resto diventava insignifi-
cante. Sean si sentiva libero, il fardello di pensieri che l'aveva op-
presso in quegli ultimi mesi gli era scivolato di dosso. Come una na-
ve sul mare calmo, filava leggero incontro alla propria sorte.
Sorrise con indulgenza della propria immaturit Ges siamo
come due ragazzi che hanno marinato la scuola, pens.. E improv-
visamente si sentsollevato. Per il suo stato d'animo: perchaveva
ancora la capacitdi dimenticare ogni cosa e cogliere l'attimo con
trepidazione infantile. Per qualche minuto si abbandonall'auto-
compiacimento: non sono pigiovane e ho imparato molto, accu-
mulandolo mattone per mattone lungo la via e cementandolo in
un'alta muraglia. La fortezza della mia virilitnon compiuta, ma
ciche ho costruito finora solido. D'altra parte, lo scopo di una
fortezza proteggere e conservare al sicuro ciche si possiede di
prezioso; se, durante la costruzione, un uomo perde e butta via le
cose che desidera proteggere, allora l'intera fortezza una beffa. Io
non ho perduto tutto, ho soltanto usato qualcosa come merce di
scambio. Ho dato un pdi fede in cambio della conoscenza del ma-
le; un pdi allegria in cambio della familiaritcon la morte; un p di libertin cambio di due figli (e questo si rivelato un buon barat-
to)... Ma c'stato anche molto spreco.
Al suo fianco Mbejane si accorse che Sean aveva cambiato umo-
re e cercd'intaccare la sua malinconia. 俏kosi, dobbiamo sbrigar-
ci se vuoi raggiungere il tuo abbeveratoio a Frere. Con uno sforzo Sean scaccii pensieri neri e rise. Cavalcarono
di nuovo allegri verso nord e il terzo giorno arrivarono a Chievely.
Sean ricordil suo innocente stupore quando, giovanissimo,
aveva raggiunto la colonna di Lord Chelmsford all'inizio della guer-
ra zulu. Aveva creduto che una maggiore concentrazione di uomini
non fosse possibile. Ora guardl'accampamento dell'esercito bri-
tannico davanti a Colenso e sorrise; la piccola armata di Chelmsford
si sarebbe sperduta nel solo parco dell'artiglieria, non parliamo poi
di quella tendopoli che si stendeva per due miglia. File e file di tende
bianche coi cavalli tra l'una e l'altra... E, in fondo, interi ettari disse-
minati di veicoli da trasporto, a migliaia, con le bestie da tiro spar-
pagliate a pascolare nel veld quasi a perdita d'occhio.
Era uno spettacolo impressionante non solo per le proporzioni,
ma anche per l'ordine e la funzionalitdella disposizione, per il sin-
cronismo delle squadre compatte impegnate nelle esercitazioni, per
lo scintillio collettivo delle baionette, allorchgli uomini cambiava-
no direzione.
Quando Sean cominciad aggirarsi per il campo e lesse i nomi
dei reggimenti in testa a ogni fila di tende, percepin essi la risonan-
za della gloria. Ma le nuove uniformi color cachi e i caschi coloniali
lavevano ridotti a una massa uniforme. Soltanto la cavalleria con-
servava un pdel vecchio incanto negli stendardi che sventolavano
allegramente sulle punte delle lance. Uno squadrone lo sorpassal
trotto, e Sean guardcon invidia quei cavalli. Grandi animali lucidi,
arroganti come gli uomini che portavano in groppa. E la lunga lan-
cia dalla punta scintillante conferiva a cavallo e cavaliere un'aria di
crudeltdisumana.
Una dozzina di volte Sean ripetla sua domanda: 非ove posso
trovare le guide? e, sebbene le risposte gli fossero date nei dialetti
di Manchester e del Lancashire, o con i quasi incomprensibili accen-
ti della Scozia e dell'Irlanda, c'era sempre in esse un fattore comu-
ne: nessuno ne aveva la minima idea.
Si fermper osservare un gruppo che trainava una delle nuove
mitragliatrici Maxim. Goffa, si disse, neppure paragonabile con una
bella carabina. In seguito avrebbe ricordato quel giudizio e si sareb-
be sentito un psciocco.
Per tutta la mattina vagnell'accampamento, seguito da Mbeja-
ne, e a mezzogiorno era stanco, impolverato e di pessimo umore. Il
Corpo delle guide del Natal pareva un'unitmitica. Sean si ferm all'estremitdel campo e guardil veld, pensando alla sua mossa
successiva per procedere nella ricerca.
A un chilometro di distanza, nella pianura coperta d'erba, una
piccola colonna di fumo attirla sua attenzione. Saliva da una stri-
scia di vegetazione che evidentemente seguiva il corso di un fiume.
Chiunque avesse scelto quel posto per accamparsi sapeva come siste-
marsi comodamente nel veld. In confronto al territorio desolato su
cui sorgeva il campo principale, quello doveva essere un paradiso:
protetto dal vento, vicino all'acqua e alla legna da ardere, lontano
dagli occhi degli ufficiali superiori. La sua ricerca era finita. Sean
sogghigne si avviverso la pianura.
La sua ipotesi fu convalidata dallo sciame di servi negri che si ag-
giravano tra gli alberi. Potevano essere soltanto coloniali, ciascuno
con il proprio inserviente. Inoltre i carri erano radunati nella tipica
formazione circolare del laager. Come sentendosi in casa propria,
Sean si accostal primo bianco che vide.
Costui sedeva in un semicupio all'ombra d'un albero di mimosa,
immerso fino alla vita, mentre un servo aggiungeva acqua calda ver-
sandola da una grande pentola nera.
俟alve lo salutSean.
L'uomo alzlo sguardo dal libro che stava leggendo, si tolse il
sigaro di bocca e restituil saluto.
Sto cercando le guide. Le hai trovate, amico. Siedi invit Poi disse al servo: Por-
ta allo Nkosi una tazza di caff
Grato, Sean si lascicadere sulla sedia reimpje vicina alla vasca
e allungle gambe davanti a s L'altro, messo da parte il libro, co-
mincia insaponarsi il petto peloso e le ascelle, e intanto esaminava
Sean con schietto apprezzamento.
Chi comanda qui? domandSean.
Vuoi vederlo? S L'altro spalancla bocca e url 亟hi! Tim!
Che c' rispose una voce dal carro pivicino.
俗n tizio vuole vederti. Perch Dice che ti deve parlare di sua figlia. Ci fu un lungo silenzio, mentre l'uomo all'interno del carro assi-
milava l'informazione, poi: 青he tipo
Un pezzo di marcantonio, con un fucile. Mi stai prendendo in giro! Col cavolo! Dice che, se non esci, verrlui a prenderti. Il telo di copertura del carro fu sollevato cautamente, e un oc-
chio brilldietro la fessura. Il feroce barrito che segufece scattare
in piedi Sean. Il telone venne aperto con violenza, e l'ufficiale co-
mandante delle guide balzgidal carro per muovere incontro a
Sean, allargando le braccia come un lottatore. Sean lo guard poi
urla propria volta e si piegsulle ginocchia, in posizione di difesa.
Yaa!L'uomo carice Sean sostenne l'urto, petto contro pet-
to, bloccandogli le braccia con le proprie.
俊im Curtis, miserabile bastardo! grid in parte ridendo e in
parte gemendo, perchTim tentava di strappargli la barba alla ra-
dice.
Sean Courteney, maledetto figlio di puttana!ansiml'altro,
coi polmoni svuotati dalla stretta del vecchio amico.
Sean gli tirun pugno. Facciamoci un goccetto. Tim gli torse un orecchio. 亭acciamoci una bottiglia. Infine si separarono, e rimasero l'uno di fronte all'altro, ridendo
come pazzi, per la gioia di rivedersi.
L'inserviente torncon il caffper Sean, ma Tim lo respinse con
un gesto di disgusto. 侮ia questa robaccia! Va' a prendere una bot-
tiglia di brandy nella mia cassetta. Pare che voi due vi conosciate disse l'uomo nel semicupio.
青onoscerci! Ges ho lavorato cinque anni per questo tipac-
cio! sbuffTim. A estrarre il suo maledetto oro. Il peggior prin-
cipale che abbia mai avuto. Be', adesso puoi rifarti sogghignSean, visto che sono ve-
nuto a lavorare per te. Hai sentito, Saul? L'idiota vuole arruolarsi. Mazeltov. L'uomo che Tim aveva chiamato Saul immerse la
punta del sigaro nell'acqua, lo buttvia e, alzatosi in piedi, porse a
Sean una mano insaponata. Benvenuto nella legione dei dannati. Il
mio nome Saul Friedman. Mi pare d'aver capito che il tuo Sean
Courteney. Appena arriverquella bottiglia, festeggeremo il tuo ar-
rivo. Il baccano aveva fatto uscire gli altri dai carri e Sean fu presenta-
to a ciascuno di loro. A quanto pareva, l'uniforme delle guide era
costituita da una giubba color cachi senza mostrine e senza gradi,
pantaloni da cavallerizzo e cappello floscio. Erano in dieci, un grup-
petto dall'aria dura. Sean li trovdi suo gradimento.
Nudo, a parte un asciugamano intorno ai fianchi, Saul riempi
bicchieri, dopo di che si sistemarono tutti all'ombra, preparandosi a
una buona bevuta. Per i primi venti minuti Tini Curtis li intrattenne
con una spiegazione biografica e biologica della carriera di Sean, al-
la quale Saul aggiungeva commenti che sollevavano tempeste di risa-
te. Non c'erano dubbi sul fatto che Saul fosse l'umorista della com-
pagnia, un ruolo che ricopriva con distinzione. Sui venticinque anni,
era il pigiovane del gruppo e, fisicamente, il piminuto. Aveva un
corpo sottile, pelosissimo, e in un suo modo simpatico era estrema-
mente brutto. A Sean piacque molto.
Un'ora pitardi, quando il brandy li ebbe portati a quello stadio
di gravitche precede la ridarella, Sean disse: Capitano Curtis...
Tenente, e non dimenticarlo lo corresse Tim.
俊enente Curtis, qual il nostro lavoro, e quando lo fac-
ciamo? Tim guardtorvo il bicchiere vuoto, poi fece un cenno a Saul.
Diglielo tu ordin
青ome ho accennato prima, noi siamo la legione dei dannati.
Gli altri ci guardano con un misto di piete imbarazzo. Passano
dall'altra parte della strada quando c'incontrano, facendosi il segno
della croce e borbottando scongiuri contro il malocchio. Ce ne stia-
mo qui nel nostro piccolo lebbrosario. Perch Be', innanzi tutto, dipendiamo dal pimiserabile omuncolo
dell'intera armata del Natal. Un tipo che, nonostante una formida-
bile serie di medaglie, non ispirerebbe fiducia a un coro di giovinet-
te. E' l'ufficiale capo dei collegamenti fra le truppe coloniali e lo sta-
to maggiore. Il tenente colonnello Garrick Courteney. Saul fece
una pausa e la sua espressione cambi 俏essuna parentela con te,
spero? No mentSean, senza la minima esitazione.
亮razie a Dio riprese Saul. 青omunque, per questo che gli
altri hanno pietdi noi. Il guaio che nessuno ci riconosce un'esi-
stenza ufficiale. Anche per ritirare le razioni Tim deve sostenere col
quartiermastro un dialogo da opera buffa. Ma siccome ci chiamia-
mo 'guide', tutti si aspettano che ci diamo una mossa e guidiamo un
pdi gente da qualche parte... Cos in qualche modo strambo, il
fatto che il generale Buller non sia avanzato di cento metri in tre me-
si viene imputato a noi. Saul si riempil bicchiere. 隹 ogni modo,
non siamo ancora rimasti senza brandy. 侮uoi dire che non combiniamo niente?chiese Sean, incre-
dulo.
Mangiamo, dormiamo e beviamo. 保ccasionalmente facciamo qualche visita aggiunse Tim. 亟
questo un momento buono come un altro. Chi andiamo a trovare? C'una signora molto intraprendente nella zona, a pochi chilo-
metri da qui. Possiede una specie di circo viaggiante... Quaranta car-
ri e quaranta ragazze. Seguono il grosso dell'esercito per confortarlo
e incoraggiarlo. Perchnon andiamo a ricevere un pdi conforto e
incoraggiamento? Se partiamo adesso, saremo tra i primi della fi-
la... Chi presto arriva ben alloggia. Io ci rinuncio disse Saul, alzandosi.
E' un bravo ragazzo fece Tim, guardandolo allontanarsi.
Perchnon viene? E' contro la sua religione? No, ma sposato e prende la cosa molto sul serio. Che mi dici
di te? Non sono sposato. Allora andiamo. Parecchie ore dopo cavalcavano verso il campo alla luce della lu-
na, entrambi piacevolmente malinconici per l'alcool e l'amore. La
ragazza che aveva portato Sean nel suo carro era cordiale, con un
paio di grosse tette materne.
Mi piaci gli aveva detto, dopo.
Anche tu aveva risposto sinceramente Sean.
Benchnon provasse pivergogna o senso di colpa che dopo
aver soddisfatto un qualsiasi altro bisogno fisico, Sean sapeva che
mezz'ora con una sconosciuta era un ben misero surrogato.
Comincia mugolare la melodia che Ruth aveva cantato la sera
del temporale.

12.

I tenente colonnello Garrick Courteney stolse la giubba dell'u-
niforme e l'appese con cura all'attaccapanni dietro la sua scri-
vania. Come una massaia fiera della propria casa raddrizza un
quadro sulla parete, cosGarry spostlievemente il nastro di seta
purpurea dal quale pendeva la pesante croce di bronzo. Muovendo
le labbra rilesse per l'ermesima volta l'iscrizione: 隹l valore e
sorrise.
Grazie allo champagne che aveva bevuto a cena, si sentiva il cer-
vello come un enorme diamante incastonato nel cranio, duro, acu-
to, nitido.
Si sedette, girla sedia di sbieco e allungle gambe sulla scri-
vania.
Fa' entrare, attendente! grid e abbasslo sguardo sugli sti-
vali. Assolutamente uguali, si disse. Nessuno avrebbe potuto dire,
osservando le gambe, quale era di carne e ossa sotto il cuoio luci-
do... E quale invece di legno, con una caviglia ingegnosamente arti-
colata.
Signore... La voce lo fece sussultare, e subito ritirle gambe
con aria colpevole, nascondendole sotto la sedia.
Curtis! Alzlo sguardo sull'uomo in piedi davanti alla sua
scrivania. Tim stava rigidamente sull'attenti, fissando con aria ine-
spressiva un punto al di sopra della testa di Garry, il quale si guard bene dal dargli il riposo. Traeva un'enorme soddisfazione dal fatto
che quel grosso e impacciato bastardo dovesse usare quelle sue gam-
be poderose per mostrare rispetto a Garrick Courteney. Lasciamolo
sull'attenti. AspettfinchTim non mosse nervosamente i piedi e si
schiarla gola.
Riposo! Ora non potevano pisussistere dubbi su chi dete-
nesse il potere. Garry prese il tagliacarte dal piano della scrivania e
lo rigirtra le dita mentre parlava. 俟starchiedendo perchl'ho
mandato a chiamare disse, sorridendo con aria affabile. Bene,
la ragione che ho un lavoro per voi, finalmente. Oggi ho fatto co-
lazione col generale Buller. Tacque un momento, per dar modo a
Tim di assimilare la notizia. Abbiamo parlato dell'offensiva. Desi-
derava la mia opinione circa certi piani che... Ma questo non c'en-
tra. Voglio che lei vada in ricognizione con i suoi uomini lungo en-
trambe le sponde dei fiume, a Colenso. Guardi continu sten-
dendo una mappa. Ci sono guadi qui e qui. Pugnalla mappa
col tagliacarte. 俊rovateli e segnateli con precisione. Controllate i
ponti... Tutt'e due, quello stradale e quello ferroviario, e assicurate-
vi che siano intatti. Fatelo stanotte. Voglio un rapporto completo
domattina. Puandare. Sissignore. 隹h, Curtis... Garry lo ferm mentre stava per uscire dalla
tenda. Non fallite. Trovatemi quei guadi. Il telo della tenda si ri-
chiuse dietro l'americano. Garry april cassetto della scrivania e ti-
rfuori una fiaschetta d'argento adorna di cornaline. Svitil tappo
e annusil contenuto prima di bere.

Con la prima luce, a due a due, le guide tornarono al campo.
Sean e Saul furono gli ultimi a rientrare. Scesero di sella, consegna-
rono i cavalli agli inservienti e raggiunsero il gruppo intorno al
fuoco.
Allora?chiese Tim, che se ne stava accoccolato con una tazza
di caffbollente tra le mani. I suoi vestiti erano fradici e fumavano
asciugandosi al calore delle fiamme.
信anno distrutto il ponte della ferrovia... Ma quello stradale intatto. Sei sicuro? L'abbiamo attraversato. E' giqualcosa brontolTim.
Sean inarcle sopracciglia con aria scettica. Credi? Non ti passato per la mente che l'abbiano lasciato in piedi perchvogliono
che noi passiamo di l Nessuno rispose e Sean continu 侶uando abbiamo controllato
i ponti, Saul e io siamo andati un pin esplorazione sull'altra riva.
Proprio al di ldel ponte ferroviario c'una fila di piccoli kopjes.
Molto cautamente, li abbiamo aggirati strisciando
E ... ? Ci sono piboeri su quei kopjes che aculei sulla schiena di un
porcospino. Chiunque tenti di attraversare il ponte alla luce del
giorno si ritroversforacchiato come un colabrodo. Delizioso pensiero! grugnTim.
亮i Di una dolcezza da vomitare. E tu cos'hai scoperto? Acqua rispose Tim, abbassando gli occhi sulla sua uniforme
fradicia. Acqua profonda. Nessun guado anticipcupamente Sean.
Nessuno. Ma abbiamo trovato una chiatta sfondata sulla riva.
Forse per questo che hanno segnato un passaggio sulla carta. 青osadesso puoi andare dal nostro amato colonnello a dargli
la buona notizia disse Saul. Ma scommetto cinque a uno che
non servira niente. Secondo me, Buller attaccherColenso entro i
prossimi due giorni. Chi lo sa, potrebbe anche riuscire a portare un
paio di migliaia d'uomini oltre il fiume, allora avremmo qualche
possibilit Tim lo guardtorvo. 亟 le guide saranno le prime ad attraver-
sare. Tutto bene per te. Il rabbino ha ridotto considerevolmente il
bersaglio... Ma noialtri?
Eppure segnato sulla mappa protestil tenente colonnello
Garrick Courteney. Era a capo chino, cosche Tim poteva vedere la
cute rosa attraverso i solchi lasciati dal pettine tra i capelli color
sabbia.
Io ho visto draghi e mostri marini segnati sulle carte, signore
rispose Tim, e Garry lo guardfreddamente coi suoi pallidi occhi
azzurri.
Non pagato per fare dello spirito, Curtis. Mi scusi, signore disse Tim, e Garry si accigli Curtis sape-
va far suonare la parola 哀ignorecome un insulto.
Chi ha mandato a controllare? Ci sono andato personalmente. 促uesserle sfuggito a causa del buio. Se ci fosse un guado, ci sarebbe una strada o almeno un sentie-
ro che porta alla riva. E quello non mi sarebbe sfuggito, signore. Ma di notte chiunque si pusbaghare insistette Garry. Ma-
gari non si vede qualcosa che, alla luce del giorno, salterebbe agli
occhi. Be', signore... Ottimo lo interruppe bruscamente Garry. Adesso, i ponti.
Lei dice che sono intatti. 俟oltanto quello stradale, ma... Ma cosa? Gli uomini che ho mandato in ricognizione hanno riferito che
le colline oltre il fiume sono fortemente difese. Quasi come se il
ponte fosse stato lasciato in piedi per attirarci in una trappola. 青urtis.Con gesto studiato Garry posil tagliacarte sulla
mappa spiegata davanti a s Il suo naso era troppo grande per lo
spazio tra gli occhi, e quando increspava le labbra in quel modo
sembrava un uccello... Un passero, si disse Tim, un passerotto mar-
rone.
青urtis ripetGarry a voce bassa. 俑i sembra che lei abbia
ben poco entusiasmo per questo lavoro. Io le ho affidato un incari-
co e lei ritorna con un lungo elenco di scuse. Non credo che lei si
renda conto di quanto sia importante... Cip, cip... Passerotto, sogghignTim in cuor suo. Garry con-
tinu
亭ra l'altro... Chi ha mandato a controllare i ponti? Tipi atten-
dibili, spero! Molto attendibili, signore. Chi? Friedman. Ah, quell'avvocatucolo ebreo. Bella scelta, Curtis, proprio una
bella scelta disse Garry, sbuffando col naso e riprendendo il ta-
gliacarte.
Mio Dio? si stupCurtis, anche antisemita! li nostro passerotto
ha tutte le virt
Chi altri ha mandato? Una nuova recluta. Una nuova recluta!... Una nuova recluta! esclamGarry, la-
sciando cadere il tagliacarte e alzando le mani in un gesto d'incredu-
lit
Ho lavorato per lui prima della guerra. Lo conosco bene, si-
gnore. E' un tipo molto in gamba. Mi fido di lui pidi chiunque al-
tro. In realt stavo per chiederle di approvare la sua promozione a
sergente. E come si chiama questo campione? 促er uno strano caso, signore, ha il suo stesso cognome. Bench affermi che non siete parenti. Si chiama Courteney. Sean Cour-
teney. Lentamente, molto lentamente, il volto di Garry cambiespres-
sione. Divenne piatto, scialbo. Pallido anche, il traslucido, inanima-
to pallore di un cadavere. Anche dai suoi occhi scomparve ogni vi-
ta... Guardavano all'interno, nei recessi segreti di un lontano passa-
to. I luoghi bui. E vedevano un bambino che si arrampicava su una
scarpata.
Saliva l'erta tra la fitta boscaglia, le sue gambe erano giovani e
forti. Ombra intorno, nelle narici l'odore del terriccio, nelle orec-
chie il ronzio degli insetti, mattino d'estate nel Natal, caldo, sudore,
gli occhi fissi davanti a s cercando nel folto il bushbuck cui stava-
no dando la caccia, con Tinker che tirava bramosamente il guinza-
glio e lo stesso desiderio impaziente che pulsava nella gola di Garry.
Tinker abbaiuna sola volta, e subito si udil fruscio di un
grosso corpo che si muoveva davanti a loro, il rumore di uno zocco-
lo contro un sasso, poi il bushbuck irruppe dal folto.
Il colpo secco di uno sparo, e il bushbuck ferito comincia a bela-
re come un agnello nell'erba, mentre la voce di Sean si leva alta e
ferma: L'ho preso! L'ho preso al primo colpo! Garrick, Garrick!
L'ho preso, l'ho preso!
Il cane trascina Garry nel sole. Sean, fuori di sdall'eccitazione,
corre giper la scarpata verso di loro, con la carabina in mano. A
un tratto cade, l'arma gli sfugge, risuona un secondo sparo che met-
te fuori uso la gamba di Garry.
Ora seduto sull'erba e si fissa la gamba. Le piccole schegge
d'osso nella carne a brandelli e il sangue che sgorga scuro, forte e
denso, quasi cremoso.
Non volevo... Oh Dio, Garry, non volevo. Sono scivolato.
Davvero, sono scivolato. Garry rabbrivid uno spasmo violento, quasi sensuale di tutto il
corpo. Anche la gamba sotto la scrivania si contrasse.
Si sente bene, signore? C'era una punta di preoccupazione
nella voce di Tim.
Benissimo, grazie, Curtis. Si liscii capelli sulle tempie, dove
c'erano due ampi semicerchi di calvizie. 青ontinui, prego. Be', come stavo dicendo... Sembrerebbe una trappola. Hanno
lasciato quel ponte perch.. 侵l suo compito raccogliere informazioni, Curtis. Valutarle
spetta allo stato maggiore. Mi pare che, con questo, il suo rapporto
sia finito. Bene, puandare. Doveva bere adesso, le sue dita erano gisulla maniglia del cas-
setto. Ah, Curtis. La voce gli uscgracchiante dalla gola riarsa.
侶uella promozione di cui parlava approvata. Faccia di quell'uo-
mo un sergente. Molto bene, signore. 俏aturalmente, nel caso di un attacco frontale sui ponti, sar lui a condurre il primo assalto. Signore ... ? Capisce che necessario, vero?Tim non l'aveva mai sentito
parlare con un tono coscolmo di lusinga. Pareva che volesse la sua
approvazione. Come se cercasse di giustificare la propria decisione.
Voglio dire, lui conosce quel ponte. Lo ha attraversato. E' l'unico
che l'ha fatto, vero? S signore. E, dopotutto, un sergente. Intendo dire che bisogna mandare
un graduato... Non uno qualsiasi. Potrei andare io, signore. No. No. Avremo bisogno di lei al guado. Come vuole. Non se ne dimenticher vero? Manderlui, eh? Ora il suo
tono era quasi supplichevole.
Manderlui assentTim, e uscdalla tenda. Garry tircon
violenza la maniglia. Graffiil legno nella furia di afferrare la fia-
schetta.

13.

Al generale Sir Redvers Buller,
comandante in capo,
Corpo di spedizione britannico nel Natal.
A Chievely
19 dicembre 1899.

Signor generale,
ho l'onore di riferire che, in osservanza degli ordini ricevuti, gli
ufficiali e gli uomini del Corpo delle guide dei Natal hanno effettua-
to una ricognizione nella notte del 18 dicembre, con i seguenti risul-
tati:
Guado contrassegnato A sulla mappa allegata: Sebbene il guado
permetta il passaggio, difficile da localizzare al buio e se ne scon-
siglia l'uso durante la notte.
Ponte contrassegnato 雨 E un ponte stradale in metallo. Al pre-
sente intatto, probabilmente grazie alla sua solidit che non ha
consentito la demolizione da parte del nemico.
Ponte contrassegnato 青 E un ponte ferroviario, anche questo in
metallo, ma il nemico lo ha demolito.
Osservazioni generali: Una limitata penetrazione della zona al di l del Tugela da parte di elementi dei Corpo delle guide dei Natal ha
rivelato la presenza del nemico sulle alture contrassegnate 非ed
E Non vi sono prove, per circa la presenza di artiglieria o di
forte concentrazione di truppe.
Tenente colonnello G. Courteney,
comandante del Corpo delle guide del Natal,
sul campo.

Estratto dagli ordini di battaglia emanati e firmati dal generale Sir
Redvers Buller nella notte del 19 dicembre 1899.

... Le truppe comandate dal generale di brigata Lyttelton avan-
zeranno e cattureranno il villaggio di Colenso; quindi s'impossesse-
ranno del ponte metallico e lo attraverseranno, scacciando il nemico
dalle alture sulla riva opposta (vedere mappa allegata).

14.

Stavano sdraiati sull'erba, a fianco a fianco, e la rugiada aveva
inzuppato la parte posteriore delle giubbe. La notte era tran-
quilla e silenziosa. Nel cielo sereno brillavano stelle enormi.
Le alture del Tugela, profilandosi sullo sfondo della Via Lattea,
avevano assunto un'aria minacciosa.
Saul sbadiglirumorosamente e subito Sean fu costretto a imi-
tarlo. Non si trattava di stanchezza, benchnon avessero chiuso oc-
chio per tutta la notte, ma della tensione nervosa alla prospettiva di
lanciarsi contro i fucili boeri...
Manca un'ora e mezzo all'alba bisbigliSaul, e Sean grugn
Era inutile contare le ore. Alle sei e quarantasette minuti il sole sa-
rebbe spuntato e, alle loro spalle, l'esercito inglese sarebbe avanzato
nella pianura coperta d'erba scura.
Ancora una volta Sean si sollevsulle ginocchia ed esaminil
terreno davanti a s seguendo lentamente la riva con lo sguardo,
scrutando il ponte che non distava pid'un centinaio di passi, con-
trollando che i cespugli sulla sponda non si fossero mossi o moltipli-
cati. Poi, soddisfatto, torna sdraiarsi.
Buon Dio, che freddo! Sentiva Saul tremare accanto a s
Presto faranche troppo caldo replicSean, sogghignando
nel buio. Il limpido cielo notturno aveva assorbito tutto il calore del
giorno passato, l'erba e i loro indumenti erano bagnati, perfino l'ac-
ciaio dei fucili era sgradevolmente freddo al tatto... Ma Sean aveva
imparato da un pezzo a ignorare il disagio fisico. Poteva, se necessa-
rio, restare disteso completamente immobile mentre le mosche
tse-tse gli si posavano sul collo e affondavano gli aculei brucianti
nella pelle tenera dietro le orecchie. Tuttavia provsollievo quando
il cielo comincia schiarire e fu tempo di muoversi.
Io vado bisbigli
Buona fortuna... Troverai pronta la colazione al tuo ritorno. Era lavoro per un uomo solo. Un lavoro che a Sean non piaceva
affatto. Si erano accertati che non ci fossero nemici da questa parte
del fiume e, all'ultimo minuto, quando fosse stato troppo tardi per-
chi boeri potessero cambiare le proprie disposizioni, qualcuno do-
veva attraversare il ponte e rilevare la consistenza della difesa nemi-
ca. Un paio di mitragliatrici Maxim a breve distanza dallo sbocco, o
magari delle cariche pronte a esplodere, e le possibilitdi successo,
anzichesigue, sarebbero state nulle.
Buttatosi il fucile di traverso sulla schiena, Sean avanzcarponi
nell'erba. Due volte si ferm tendendo l'orecchio per qualche istan-
te, ma non aveva molto tempo... Il sole sarebbe spuntato in meno di
un'ora. Raggiunse il ponte e rimase disteso nella sua ombra, scru-
tando la riva opposta. Niente si muoveva. Alla luce delle stelle, i ko-
pjes sembravano scuri dorsi di balena in un mare d'erba. Sean attese
cinque minuti... Abbastanza perchun'eventuale sentinella inquieta
producesse qualche rumore... Ancora nulla.
Andiamo bisbiglia se stesso, e improvvisamente ebbe pau-
ra. Per un momento non riconobbe la sensazione, perchl'aveva
provata soltanto tre o quattro volte in vita sua, e mai per cospoco.
Si accovacciaccanto alle travi d'acciaio del ponte, con le gambe
deboli e una sostanza vischiosa che premeva nel suo ventre. Fu sol-
tanto quando sentquel gusto in gola... Olio di pesce misto al fetore
d'una carcassa putrida... Che capdi che cosa si trattava.
Ho paura. La sua prima reazione fu di sorpresa, che si mutpre-
sto in allarme.
Era cosche accadeva. Cosera accaduto ad altri. Aveva sentito
molti uomini che ne parlavano intorno ai fuochi di bivacco, ricorda-
va le parole e la pena che si celava dietro quelle.
S fu il suo portatore a ricondurlo al campo. Tremava come se
avesse la febbre e si lamentava. Pensai che fosse ferito. 'Daniel'. Gli
dissi, 'Daniel, cos'successo?'
'Si rotto', rispose, con le lacrime che gli colavano sulla barba.
'Mi si rotto qualcosa qui, nella testa, l'ho sentito rompersi. Allora
ho gettato il fucile e mi sono messo a correre.'
'L'elefante ha caricato, Daniel?'gli chiesi.
'No' amico. Non l'ho nemmeno visto, l'ho soltanto sentito che
brucava nella boscaglia. Poi qualcosa si rotto e io stavo scap-
pando.'
Non era un codardo. Eravamo andati a caccia insieme una infi-
nitdi volte e l'avevo visto affrontare a pifermo la carica di un ele-
fante, facendolo stramazzare cosvicino da poterlo toccare con la
canna del fucile. Era in gamba, ma aveva tirato troppo la corda. Al-
l'improvviso qualcosa si ruppe nella sua testa e la caccia ebbe fine
per lui. Ho accumulato paura come una vecchia nave ammassa alghe e
molluschi sotto la linea di galleggiamento, pens.. Ora quel 叛ual-
cosaera pronto a spezzarsi anche in lui, se ne rendeva conto con
estrema lucidit Come si rendeva conto che, se fosse fuggito, non
avrebbe cacciato mai pi
Accoccolato al buio, sudando nel freddo dell'alba, Sean fu assa-
lito dalla nausea. Stava male, respirava pesantemente dalla bocca,
quella roba molle nel ventre era prossima a cercare uno sfogo, si
sentiva cosdebole che le gambe presero a tremargli, e dovette soste-
nersi a un traliccio.
Rimase cosper un minuto che parve un'eternit Poi comincia
lottare, irrigidendo le gambe e costringendole a muoversi in avanti.
Con forza di volontcontrollil rilassamento dello sfintere... Tanto
vicino era arrivato all'estrema umiliazione.
Ora sapeva che la vecchia storiella sui codardi era vera. E appli-
cabile anche a lui.
Salsul ponte; ogni volta sollevando il piede con un atto della
volont spingendolo avanti, posandolo e spostandovi sopra il peso
del corpo. Anche la respirazione era premeditata, Sean inspirava ed
espirava a comando del cervello. Non poteva pifidarsi dei proprio
corpo nemmeno per assolvere la pisemplice delle funzioni... Non
dopo essere stato tradito da esso in modo cosatroce.
Se fossero stati in attesa, i boeri l'avrebbero ucciso quel mattino.
Senza la minima cautela, Sean raggiunse lentamente il centro del
ponte. Il suo corpo era un grosso, vistoso bersaglio alla luce delle
stelle, e ogni suo passo risuonava sul metallo.
Sotto i suoi piedi l'acciaio lasciil posto alla ghiaia. Era sull'al-
tra sponda. Continua camminare, quasi al centro della strada, se-
guendone l'ampia curva verso i colli scuri.
Camminava con il suo terrore, che gli riccheggiava nella testa co-
me il fragore del mare. La cinghia del fucile gli scivoldalla spalla e
l'arma cadde con fragore al suolo. Sean rimase immobile per un mi-
nuto buono prima di chinarsi a raccoglierla. Poi si volte tornin-
dietro. Camminando lentamente, contando i passi, misurandoli...
uno al secondo... Ritmandoli con la massima attenzione per impedire
a se stesso di mettersi a correre. Perchse avesse cominciato a corre-
re, sarebbe stata la fine. Anche lui non avrebbe cacciato mai pi
Tutto a posto? Saul lo stava aspettando.
Sean gli si lascicadere accanto. S Visto qualcosa? No. Saul lo fiss Sei sicuro di star bene? chiese.
Sean sospir Gli era gisuccesso una volta. La paura lo aveva
colto in un pozzo di miniera crollato. In seguito si era imposto di
tornarvi e l'aveva lasciata l nel pozzo, uscendo da solo alla luce del
giorno. Anche adesso aveva sperato di lasciare la paura sull'altra ri-
va del fiume, ma questa volta essa l'aveva seguito. Ormai sapeva
con assoluta certezza che non se ne sarebbe piliberato. Gli avrebbe
sempre ansimato sul collo.
Dovrdomarla, si disse. Dovrmetterle barbazzale e cavezza.
S sto bene rispose a Saul. Che ore sono? Le cinque e mezzo. Mando indietro Mbejane. Si alze raggiunse il luogo in cui lo zulu aspettava con i cavalli.
Gli diede un piccolo quadrato di stoffa verde: il segnale convenuto
indicante che nil ponte nil villaggio erano difesi in forze. Il qua-
drato rosso lo ripose nel taschino sul petto.
俊ornersubito gli disse Mbejane.
Sean scosse la testa. No. Non hai pinulla da fare qui. Mbejane slegi cavalli. 俟ta' tranquillo. 侮a' in pace. Sean era contento che Mbejane non fosse la ve-
dere, qualora la paura l'avesse colto di nuovo.
Ma non deve succedere, si disse cupamente. Oggi sarla giorna-
ta decisiva. Se riesco a superare questo giorno, allora forse l'avr domata.
Tornnel punto in cui Saul l'aspettava nel buio e, sdraiati l'uno
accanto all'altro, attesero il sorgere del sole.

15.

L'oscuritsi ritirava, ampliando sempre piil loro campo visivo.
Ora si scorgevano anche le strutture superiori del ponte, un ni-
tido disegno geometrico contro la mole scura delle colline.
Poi divennero visibili i cespugli, sullo sfondo chiaro della roccia e
dell'erba.
La prima luce falsava le distanze, facendo apparire i colli lonta-
ni e non piostili. Uno stormo di aironi volava in formazione al-
lungata sopra il letto del fiume, abbastanza in alto per catturare i
raggi del sole e risplendere del suo fulgore, uccelli d'oro in un mon-
do d'ombra. E con l'alba si alzun venticello freddo la cui voce tra
l'erba si fuse col mormorio dei fiume.
Poi il sole raggiunse i kopjes, come per benedire l'esercito della
Repubblica. Al suo calore, la nebbia in fondo alle gole si contorse
in spasimi d'agonia, si sollevnel vento e svan
L'orlo infuocato spuntdall'orizzonte e la luce divenne brillante
e chiara sulla terra lavata dalla rugiada.
Sean studicol binocolo la cresta delle colline. A un centinaio di
passi c'erano tracce di fumo, come se l'esercito boero stesse prepa-
rando il caff
Credi che possano vederci? domandSaul.
Senza abbassare il binocolo, Sean scosse la testa. Due piccoli ce-
spugli e il sottile schermo d'erba che avevano preparato durante la
notte li nascondevano perfettamente.
Sei sicuro di sentirti bene?domandancora una volta Saul.
Dalla faccia sembrava che Courteney fosse preda di un tormentoso
dolore fisico.
Ho dei crampi allo stomaco grugnSean. Fa' che cominci
presto, li prego, fa' che cominci. Aspettare la cosa peggiore.
Poi il terreno tremsotto il suo petto, una vibrazione leggerissi-
ma, e Sean si sentinvadere dal sollievo. 亟cco i cannoni disse.
Tenendosi al coperto di uno dei cespugli, si alze guarddietro di
s
In un'unica colonna, a breve distanza l'uno dall'altro, i cannoni
stavano entrando in scena. Avanzavano rapidamente, ancora minu-
scoli per la distanza; gli uomini in arcione ai cavalli di testa solleci-
tavano i poderosi tiri, e presto furono abbastanza vicini perchSean
potesse scorgere le braccia con le fruste che si alzavano e si abbassa-
vano, e sentire le grida dei serventi miste allo stridore delle ruote.
Sedici pezzi d'artiglieria, centocinquanta cavalli per trainarli e un
centinaio d'uomini per servirli. Ma, nella vastitdella pianura da-
vanti a Colenso, la colonna sembrava piccola e insignificante. Sean
guardoltre di essa e vide i fanti che la seguivano, una fila accanto
all'altra, come pertiche di una palizzata, migliaia di uomini che
avanzavano lentamente nella pianura. Sean sentridestarsi la vec-
chia, selvaggia esaltazione. Sapeva che lo spiegamento seguiva la li-
nea di segnali lasciati da lui e da Saul durante la notte e che loro
due sarebbero stati i primi ad attraversare il ponte... I primi di tutte
quelle migliaia di uomini.
Ma era un'esaltazione di tipo diverso da quelle sperimentate in
precedenza. Piacuta e intensa, insaporita dal peperoncino della
paura. Cos per la prima volta, Sean apprese che la paura poteva
essere una sensazione piacevole.
Guardle schiere di uomini e di cannoni spiegate sul tavolo da
gioco color ocra... Gettoni buttati a caso, per essere vinti o perduti
senza rimedio nel lancio di dadi della battaglia. E anch'io sono uno
di quei gettoni, pens spaventato e insieme stranamente euforico
per tale consapevolezza.
I cannoni erano vicini ora. Sean poteva percepire il significato
delle grida, vedere i volti dei soldati e perfino leggervi le sue stesse
emozioni.
Vicini, troppo vicini forse. Preoccupato, Sean si volta guarda-
re le alture oltre il fiume e valutla distanza. All'incirca milleotto-
cento metri, la portata di un buon fucile a canna lunga. E i cannoni
continuavano ad avanzare.
Cristo! Ma sono matti? chiese a voce alta.
Devono attaccare, adesso. Anche Saul intuiva il pericolo.
Non possono avvicinarsi di pi Ma si avvicinavano. Il rumore della loro avanzata era simile al
brontolio del tuono; dalla terra impregnata di rugiada la polvere si
alzava con riluttanza sotto le ruote; i cavalli schiumavano facendo
forza sulle tirelle.
俟ono a tiro ormai. Devono fermarsi. Devono!ringhiSean.
E infine la colonna si apr i cannoni girarono rispettivamente
uno a destra e uno a sinistra, spiegandosi di fronte ai fucili boeri
in attesa.
青risto!imprecSean, osservando quella folle manovra. 俠i
massacreranno! Uomini in piedi sulle staffe, voltati indietro per controllare gli
affusti... Altri - i capocannonieri - che balzavano dai cavalli, la-
sciandoli liberi, mentre loro correvano ai pezzi per cominciare a
staccarli e puntarli...
In quel momento di completa inermit mentre gli artiglieri scia-
mavano verso le bocche da fuoco, i cavalli correvano da tutte le
parti, nitrendo in preda a un'eccitazione isterica, quando ancora le
munizioni dovevano essere scaricate e ammucchiate accanto ai can-
noni... Proprio allora la fucileria boera april fuoco. Fu un suono
che mancava di violenza, stranamente poco guerresco, ridotto dalla
distanza al crepitio d'un centinaio di petardi, e dapprima non si vi-
de alcun effetto. L'erba era abbastanza fitta per nascondere la sfer-
zata delle pallottole e la terra era troppo appesantita dalla rugiada
per sollevarsi ldove cadevano i proiettili.
Poi uno dei cavalli attaccati a un affusto fu colpito e cadde, tra-
scinando con sil compagno. Due uomini accorsero per liberare
quest'ultimo, ma uno non lo raggiunse: a un tratto si sedette nell'er-
ba, con la testa reclinata. Altri due cavalli caddero, un terzo s'im-
penne scalciselvaggiamente, con una delle zampe anteriori che
dondolava come un batacchio, spappolata da un proiettile al di so-
pra del ginocchio.
Indietro! ruggSean. Portatevi fuori tiro finchsiete in
tempo ma la sua voce non raggiunse gli uomini ai pezzi, sovrasta-
ta dalle loro grida e dai nitriti dei cavalli feriti.
Quindi si udun suono inconsueto, che Sean non riusca identi-
ficare, una specie di crepitio di grandine su un tetto sottile, dappri-
ma isolato, poi pifrequente, finchdivenne simile al rumore di
cento tamburi che rullassero insieme... E Sean cap erano i proiettili
che colpivano l'acciaio dei cannoni.
Allora, un cannoniere si riversin avanti e bloccla culatta fin-
che i compagni lo trascinarono via; un soldato lascicadere il
proiettile che trasportava e avanzbarcollando, con le gambe che
gli si piegavano sotto, finchcedette e giacque immobile; un cavallo
si liberda un affusto e galoppper la pianura trascinandosi dietro
un ammasso aggrovigliato di finimenti.
Uno stormo di fagiani selvatici si levdall'erba nei pressi delle
batterie e tracciun'ampia curva lungo il fiume prima di rituffarsi
al coperto.
Dietro i cannoni, in file regolari, la fanteria avanzava placida-
mente verso quel gruppetto di casupole abbandonate che era Co-
lenso.
Poi, con un fragore che fece sussultare la terra e con sedici lun-
ghi sbuffi di fumo azzurro, l'artiglieria entrin azione.
Sean puntil binocolo sulla cresta delle colline, in tempo per ve-
der esplodere le prime granate. Le fumate giallo-verdastre della lid-
dite salirono verso il sole, poi fluttuarono dense nel vento.
I cannoni tuonarono ancora, ancora... A colpi sempre piravvi-
cinati, che si trasformarono presto in un rombo continuo, mentre la
nitida cresta della collina era offuscata dalla polvere e dalle fumate
della liddite. C'era anche altro fumo, una sottile bruma grigiastra
lungo i pendii... Il fumo di migliaia di fucili.
Rapidamente Sean regoll'alzo del suo Lee-Metford a mille me-
tri e, sistematosi bocconi, comincia sparare alla cieca nel fumo.
Accanto a lui Saul stava facendo lo stesso.
Sean vuotdue caricatori, prima di voltarsi a guardare i canno-
ni. Il ritmo di fuoco era rallentato. La maggior parte dei cavalli era
stesa tra l'erba. Molti cadaveri giacevano riversi sugli affusti; feriti
gravi stavano acquattati al riparo dei carrelli, e, mentre prima ogni
pezzo era servito da sei uomini, adesso erano in tre o quattro a
prendere i proiettili, caricare e far fuoco.
Idioti, maledetti idioti bisbigliSean, girandosi di nuovo
verso il nemico e concentrando tutta la sua attenzione nell'atto mec-
canico di tirare indietro l'otturatore, farlo scivolare in avanti, pun-
tare nel fumo e sparare. Non contava i colpi. Quando l'arma faceva
cilecca, prendeva a tentoni un altro caricatore dalla bandoliera e ri-
caricava. Stava sudando adesso, sentiva le gocce scivolare sotto le
ascelle; le orecchie gli ronzavano per il rimbombo del fucile e la
spalla cominciava a pulsare.
A poco a poco un senso d'irrealtprodotto dal tuonare dei can-
noni e dall'odore della polvere bruciata s'impadrondi lui. Gli sem-
brava che non dovesse mai pifare altro che starsene sdraiato sul
ventre e sparare, sparare al fumo. Poi il mondo si ridusse a un miri-
no, unica cosa concreta in un'informe distesa di nebbia. Nelle sue
orecchie, un vasto silenzio ronzante copriva tutti i suoni della batta-
glia. Era solo e sereno, intontito dal vorticare ipnotico della nebbia
e dall'atto ripetitivo di caricare e sparare.
Bruscamente l'incanto si ruppe. Qualcosa passsopra le loro te-
ste con un fruscio come di ali gigantesche, poi vi fu un gran botto,
quasi che Satana avesse sbattuto la porta dell'inferno. Sbigottito,
Sean si volta guardare e vide una sfera di fumo bianco librata so-
pra i cannoni, che ruotava vorticosamente e si allargava nel cielo
come un fiore.
Che diavolo... Shrapnel grugnSaul. Ora sono fottuti. Ancora un botto e un altro e un altro, mentre i Nordenfelt boeri
piazzavano i loro fiori di fumo bianco sopra la pianura, sferzando i
cannoni e gli uomini che ancora li servivano con una sibilante piog-
gia d'acciaio.
Poi si udirono delle voci. Confuse e attutite dal rombo dei can-
noni: Sean impiegun minuto a localizzarle. Aveva dimenticato la
fanteria.
Serrate laggi Serrate sulla destra! Mantenete lo schieramento! Non correte. Calma, ragazzi. Non correte. Lunghe file di uomini, file che s'allungavano o s'accorciavano,
si riordinavano subito alle esortazioni degli ufficiali. Regolarmente
spaziati, avanzando in silenzio coi fucili tenuti di traverso sul petto,
i soldati superarono i cannoni. Nell'erba, dietro di loro, rimaneva-
no fagotti color cachi, alcuni immobili, altri che si contorcevano e
urlavano. Appena nelle file si formavano dei vuoti, venivano subito
riempiti al grido di Serrate! Serrate laggisul fianco
Stanno andando verso il ponte della ferrovia. Sean ebbe una
prima intuizione del disastro. Non sanno che stato distrutto? Bisogna fermarli disse Saul, balzando in piedi.
Perchmai non hanno seguito i nostri segnali?gridSean,
sapendo che la sua domanda non avrebbe avuto risposta. L'aveva
formulata soltanto per guadagnare tempo, per ritardare il momento
in cui avrebbe dovuto lasciare il suo inconsistente riparo d'erba e
uscire allo scoperto.
Andiamo, Sean. Dobbiamo fermarli. Saul comincia corre-
re. Sembrava una piccola scimmia ossuta, mentre saltellava verso le
ondate avanzanti di fantaccini. Sean inspirprofondamente e trat-
tenne un attimo il fiato prima di seguirlo.
Una ventina di metri davanti alla prima fila, stringendo in pu-
gno una spada e camminando svelto su gambe da trampoliere, c'era
un ufficiale.
Ehi, lei! gridSean, agitando il cappello per attirarne l'atten-
zione. L'ufficiale lo fisscon un paio d'occhi azzurri penetranti co-
me baionette, e le punte impomatate dei suoi baffi vibrarono. Si av-
via grandi passi verso Sean e Saul.
State andando verso il ponte sbagliato gli gridSean, con
voce stridula per l'agitazione. Quello ferroviario l'hanno fatto sal-
tare, non passerete mai di l L'ufficiale li raggiunse e si fermdi fronte a loro.
Ma voi chi diavolo siete, se lecito? Siamo gli esploratori... cominciSean, e fece un balzo men-
tre la pallottola di un Mauser colpiva il terreno fra le sue gambe.
亟 metta via quella maledetta spada... Tutti i boeri sul Tugela fa-
ranno a gara per sforacchiarla. Il tizio un colonnello, stando alle spalline - aggrottle soprac-
ciglia.
Non cosche ci si rivolge a un ufficiale, sergente... Al diavolo queste sciocchezze! lo investSean. 亭accia una
conversione verso il ponte stradale. Indicla sovrastruttura metal-
lica che si scorgeva a sinistra, attraverso gli alberi. Se proseguite
verso quello ferroviario, vi faranno a pezzi. Il colonnello fissancora un momento Sean con il suo sguardo a
baionetta, poi portalle labbra un fischietto e soffi traendone un
suono lacerante.
A terra! grid A terra! Subito la prima fila si butttra l'erba. Le altre perdettero la lo-
ro rigidit esitanti.
Raggiungete il villaggio strillSean. 俘iparatevi negli edifi-
ci. I ranghi si ruppero e un migliaio d'uomini corse verso Colenso,
riversandosi nell'unica strada e tuffandosi dentro porte e finestre.
Nel giro di trenta secondi erano tutti al coperto.
非unque, di che si tratta?domandil colonnello, voltandosi
di nuovo verso Sean. Con impazienza, Sean ripetle proprie spiega-
zioni, spiacevolmente conscio del fatto che, in mancanza di altri
bersagli, l'attenzione dei boeri si stava concentrando su di loro.
Ne sicuro? Maledizione! Certo che sono sicuro. Il ponte distrutto, non
solo, ma hanno strappato tutti i recinti di filo spinato e li hanno
gettati in acqua. Non riuscirete mai ad attraversare il fiume. Venga disse il colonnello, avviandosi verso la casetta pivi-
cina. Sean gli camminal fianco. In seguito non capmai come fos-
se riuscito a superare quel centinaio di metri senza mettersi a cor-
rere.
Per l'amor dei cielo, metta via quella spada ripetrabbiosa-
mente al colonnello, mentre procedevano tra i sibili e i tonfi delle
pallottole.
Nervoso, sergente? domandl'ufficiale, sorridendo per la
prima volta.
Pugiurarci che lo sono, maledizione! Anch'io. Ma non bisogna darlo a vedere agli uomini, le pare? Infilla spada nel fodero. 青ome si chiama, sergente? 俟ean Courteney, Corpo delle guide del Natal. E lei?fece
Sean, abbassandosi istintivamente mentre una pallottola fischiava
sopra la sua testa. Il colonnello sorrise di nuovo per la confidenza
di quel graduato.
隹cheson. John Acheson. Secondo Battaglione fucilieri scoz-
zesi. Raggiunsero la casupola. Non riuscendo pia trattenersi, Sean
infildi botto e con sollievo la porta della cucina. Saul era gil
Porse un sigaro a Sean e glielo accese.
侶uesti scozzesi sono tutti matti comment 亟 tu non sei
migliore... Camminare come se andassi a spasso nel bel mezzo di
una battaglia! Il colonnello entrin quel momento. Bene, Courteney. Esami-
niamo la situazione. Ascoltin silenzio, mentre Sean gliela esponeva nei particolari.
Doveva gridare per sovrastare il frastuono dell'artiglieria boera e il
crepitio di mille fucili Lee-Metford che rispondevano al fuoco dalle
finestre e dalle porte del villaggio. La cucina in cui si trovavano era
stata adibita a posto di pronto soccorso, e i gemiti dei feriti si ag-
giungevano al fracasso della battaglia.
Quando Sean ebbe finito, Acheson gli voltle spalle e raggiunse
la finestra. Guardoltre i binari della ferrovia, dove si trovavano i
cannoni. Erano spiegati in formazione perfetta, da piazza d'armi.
Ma non sparavano pi I cannonieri superstiti correvano a zigzag
verso un profondo crepaccio alle spalle delle batterie, trascinandosi
dietro i feriti.
Poveri disgraziati mormorSean, guardando uno degli uo-
mini in ritirata stramazzare colpito alla testa, mentre il suo casco
balzava in aria roteando e il sangue si sprigionava sotto forma di
fugace nuvoletta rosa.
Quella vista parve scuotere anche Acheson. 非'accordo disse.
隹vanzeremo sul ponte stradale. Forza, Courteney, andiamo. Dietro di lui qualcuno gride Sean udun tonfo, ma non si vol-
ta guardare. Teneva lo sguardo inchiodato sul ponte. Sebbene le
gambe si muovessero meccanicamente sotto di lui, l'alta struttura
metallica sembrava sempre alla stessa distanza. I biancospini erano
pifitti vicino al fiume e fornivano un certo riparo contro i cecchini
appostati sull'altra sponda. Tuttavia gli uomini continuavano a ca-
dere, mentre gli shrapnel sibilavano ed esplodevano sopra le loro
teste.
隹ttraversiamo. Occuperemo i posti migliori sull'altra riva
gridSaul accanto a lui.
亭orza, allora disse Sean, e corsero insieme. Furono i primi
sul ponte, con Acheson subito dietro di loro. Le pallottole lasciava-
no cicatrici chiare sul metallo verniciato di grigio... E a un tratto,
miracolosamente, si trovarono dall'altra parte. Avevano attraversa-
to il Tugela.
C'era un fosso di drenaggio di fianco alla strada, e i due vi si
tuffarono, ansimanti. Sean guardindietro. Sul ponte si riversava
una massa color cachi; perduta anche la minima parvenza d'ordine,
i fanti si affollavano in quel collo di bottiglia, con le palle che pio-
vevano su di loro.
Appena attraversato il ponte, i primi ssparpagliavano lungo il
fiume, acquattandosi sotto la bassa scarpata, mentre dietro di loro
continuava il massacro. Una massa d'uomini furiosi e spaventati
che correvano, imprecavano, morivano.
E un macello disse Sean sbigottito per ciche vedeva. Fanti
morti e feriti cadevano oltre il basso parapetto, piombando nelle ac-
que brune del Tugela per poi affondare o raggiungere goffamente le
rive. Ma un flusso costante di uomini riusciva ad attraversare
ponte e a mettersi al coperto.
Era chiaro che l'attacco stava perdendo il suo impeto. Quando
gli uomini saltavano nei fossati, Sean vedeva dalle loro facce e dal
modo in cui si appiattivano al suolo che non avevano piil fegato
per continuare. La terribile prova del ponte aveva distrutto quella
disciplina che li aveva fatti avanzare in file ordinate verso un obiet-
tivo impossibile. Ufficiali e truppa erano inestricabilmente mischiati
in una ressa spaventata ed esausta. Non esistevano picontatti tra i
vari gruppi appostati nei fossi o sulla riva... E il gipoco spazio al
coperto per gli uomini che continuavano ad attraversare il ponte
s'era notevolmente ridotto. Il fuoco, dalle posizioni boere, non di-
minuiva, e adesso il ponte era ostruito dai corpi dei caduti, cosche
ogni nuova ondata doveva passarvi sopra: i soldati calpestando
morti e feriti senza distinzione, mentre la tempesta del fuoco nemi-
co li sferzava come pioggia spinta dal vento.
Rivoli di sangue scorrevano lungo i sostegni del ponte in orren-
do contrasto con la vernice grigia, e chiazze color cioccolato si allar-
gavano sulla superficie del fiume, andando lentamente alla deriva.
Qua e lla voce di un ufficiale si levava sopra il baccano di gemiti e
grida, nel disperato tentativo di radunare gli uomini.
Qui il Ventunesimo. Riformare intorno a me il Ventunesimo. Fuoco isolato. Sulle alture. Dieci colpi in rapida successione. Barellieri! Bili! Dove sei, Bili? Ges GesCristo! Alzarsi, ragazzi! In posizione! Avanti il Ventunesimo. Innestare le baionette. Alcuni stavano con la testa e le spalle fuori del fosso, risponden-
do al fuoco boero, altri bevevano dalle borracce. Un sergente lotta-
va con un fucile inceppato e imprecava a bassa voce senza alzare gli
occhi, mentre accanto a lui un soldato semplice sedeva con la schie-
na contro la parete del fossato, a gambe larghe, e guardava il pro-
prio sangue che colava da una ferita al ventre.
Sean si alze avvertlo spostamento d'aria d'una pallottola in
prossimitdi una guancia. Il rettile ripugnante della paura lo avvin-
se piforte allo stomaco. Tuttavia si arrampicsulla parete del
fosso.
Avanti! grid cominciando a correre verso le colline.
Ora si trovava allo scoperto, in una distesa d'erba, e davanti a
lui una vecchia cinta di filo spinato si reggeva a stento su pali marci-
ti. Sean la raggiunse, sollevun piede e la colpcol tallone. I paletti
si piegarono a livello del suolo, la cinta si abbatte Sean la super con un salto.
亮li altri non arrivano gridSaul accanto a lui. Sean si fer-
m Erano soli in mezzo alla radura... E i fucili boeri li cercavano
con bramosia.
Corri, Saul! gridSean . Poi, strappatosi di testa il cappello,
lo agitverso gli uomini dietro di lui. 隹vanti, bastardi! Un proiettile lo mancper cospoco che lo spostamento d'aria
lo fece barcollare.
Da questa parte! Seguiteci! Venite! Saul non lo aveva abban-
donato. Saltellava per l'eccitazione, agitando le braccia.
俊ornate indietro. La voce di Acheson volfino a loro. Era
nel fosso di drenaggio, e ne emergeva con tutto il busto. 侵ndietro,
Courteney! L'attacco era finito. Sean se ne rese conto in quell'istante e cap che Acheson aveva preso la decisione giusta. Avanzare ancora nella
prateria sottostante le alture era un suicidio. La risolutezza che l'a-
veva sostenuto fin lsi afflosci e la paura spezzla frusta con cui
Sean l'aveva tenuta sotto controllo. Corse indietro alla cieca, ge-
mendo, piegato in avanti, i gomiti che si muovevano al ritmo dei
piedi sospinti dal terrore.
Poi, accanto a lui, Saul fu colpito al capo. L'impatto del proiet-
tile lo gettin avanti, mentre il fucile gli schizzava di mano. Emise
un gemito di dolore e di sorpresa, quindi cadde piegandosi sul ven-
tre. Sean continua correre.
Sean! La voce di Saul dietro di lui.
Sean! Una disperata invocazione d'aiuto. Ma Sean chiuse la
sua mente a quella e corse verso la sicurezza del fossato.
Sean. Ti prego! Si ferme rimase incerto, con i Mauser che abbaiavano sulle al-
ture e le pallottole che falciavano l'erba intorno a lui.
Lascialo, urlava a Sean il suo terrore. Lascialo. Corri! Corri!
Saul strisciava verso di lui, con la faccia coperta di sangue e gli
occhi fissi sul suo volto. Sean! Lascialo. Lascialo.
Ma c'era speranza su quel pietoso viso insanguinato, e le dita di
Saul artigliavano l'erba fino alle radici, mentre si trascinava in
avanti.
Era al di ldi ogni ragionevolezza. Ma Sean tornindietro.
Spronato dal terrore, trovla forza di sollevare Saul e di correre
con lui.
Odiandolo come non aveva mai odiato prima, Sean trasport barcollando il compagno verso il fosso di drenaggio. La tensione
nervosa rallentava il ritmo del tempo e gli parve di correre per un'e-
ternit Maledetto! disse a Saul, odiandolo. Che tu possa finire
all'inferno! Le parole gli venivano facilmente alla bocca, espres-
sione immediata del suo terrore.
Poi il terreno gli mancsotto i piedi. Caddero insieme nel fossa-
to, e Sean rotollontano dal compagno. Giacque sullo stomaco,
premendo il viso contro il suolo e tremando come se avesse la feb-
bre alta.
Lentamente torndal luogo remoto in cui la paura l'aveva so-
spinto e sollevla testa.
Saul sedeva appoggiato alla parete del fosso. La sua faccia era
rigata di sangue misto a sporcizia.
Come va? gracchiSean, e Saul lo guardcon aria assente.
Faceva molto caldo al sole e la luce era accecante. Sean svitil tap-
po della borraccia e l'avvicinalle labbra di Saul, che inghiottpe-
nosamente. L'acqua fuorusciva dall'angolo della bocca e correva
sul mento e sulla giubba.
Dopo bevve Sean. Quando si fu dissetato, emise un sospiro di
sollievo. Diamo un'occhiata alla tua testa. Tolse il cappello a Saul, e il sangue che si era accumulato intor-
no alla fascia interna cola fiotti lungo il collo del ferito. Sparten-
do i neri capelli impastati, Sean trovil solco prodotto dalla palla.
俗n colpo di striscio grugn cercando le bende nella tasca della
giubba di Saul. Mentre gli avvolgeva una specie di turbante intorno
alla testa, notche uno strano silenzio era caduto sul campo di bat-
taglia, un silenzio accentuato, anzichrotto, dal mormorio degli uo-
mini intorno a lui e da qualche colpo di fucile dalle alture.
La battaglia era finita. Almeno abbiamo attraversato il fiume,
pensamaramente Sean. L'unico problema che ci rimane ora quello di tornare indietro.
Ti fa male? Aveva bagnato il fazzoletto e aveva tolto un p di sangue e di polvere dalla faccia di Saul.
Grazie, Sean. Improvvisamente Courteney si accorse che gli
occhi del compagno erano pieni di lacrime, e la cosa lo imbarazz
Distolse lo sguardo.
Grazie... Per essere tornato a prendermi. Dimenticalo. Non lo dimentichermai. Finchavrvita. Tu avresti fatto lo stesso. No, non credo. Non ne sarei stato capace. Ero cosspaventato,
costerrorizzato, Sean. Tu non puoi sapere. Tu non saprai mai cosa
significhi avere tanta paura. Dimenticalo, Saul. Lascia perdere. Dovevo dirtelo. Sono in debito... D'ora in poi sarin debito
verso di te. Se non fossi tornato a prendermi, sarei... Sarei ancora l fuori. Ti devo la vita. Chiudi il becco, maledizione! Sean vide che gli occhi di Saul
erano mutati, le pupille si erano ridotte a due minuscoli punti neri e
il ferito muoveva la testa in modo idiota. La pallottola lo aveva
scosso. Ma Sean non riusca trattenere la propria rabbia. Cos io
non saprei cos'la paura! Ero talmente terrorizzato lfuori che... Ti
odiavo. Mi sent Ti odiavo! Poi la sua voce si raddolc Doveva spiegarlo a Saul e a se stesso.
Doveva parlarne, giustificarlo e sistemarlo saldamente nell'ordine
delle cose.
A un tratto si sentmolto vecchio e saggio. Teneva nelle sue ma-
ni la chiave dei grande mistero della vita. Era tutto coschiaro, per
la prima volta lo capiva e poteva spiegarlo.
Sedevano vicini nel sole, isolati dagli uomini intorno a loro e la
voce di Sean si abbassfino a diventare un precipitoso bisbiglio,
mentre tentava di parlare a Saul, di trasmettergli quella conoscenza
che abbracciava tutta la verit
Di fianco a loro giaceva un caporale dei fucilieri. Era disteso sul
dorso, morto; le mosche sciamavano sui suoi occhi per deporvi le
uova, piccolissimi grani di riso attaccati alle ciglia.
Saul si appoggiava pesantemente a una spalla di Sean e lo ascol-
tava, scuotendo di tanto in tanto il capo, confuso. Ascoltava la vo-
ce di Sean, dapprima smozzicata, incerta, poi sempre pirapida
man mano che le idee emergevano e si affollavano nella sua mente;
udla disperazione in essa, mentre Sean lottava per conservare qual-
che granello della conoscenza che era stata sua fino a pochi istanti
prima. La senttrasformarsi in silenzio e in pena quando Sean si ac-
corse di averla perduta.
Non so ammise Courteney alla fine.
Allora parlSaul, la sua voce era atona e, da sotto il turbante di
bende macchiate di sangue, gli occhi non riuscivano a mettere bene
a fuoco il volto di Sean.
Ruth disse. Parli proprio come Ruth. A volte di notte,
quando non riesce a dormire, cerca di dirmi qualcosa. Io sono sul
punto di capire, lei sul punto di esprimerla, poi s'interrompe.
'Non so', finisce col dire. 'Proprio non so'. Sean si staccbruscamente da Saul e lo guardin faccia.
Ruth? chiese con calma.
Mia moglie. Ti piacerebbe, Sean... E tu piaceresti a lei. Cos coraggiosa... Mi ha raggiunto attraversando le linee boere. Tutta la
strada da Pretoria... A cavallo, da sola. E venuta da me. Non riusci-
vo a crederci. Tutta quella strada. Un giorno te la vedo entrare nel
campo: 'Ciao, Saul'... Cos Ti piacerquando la conoscerai, Sean.
- E' cosbella, cosserena...
Come quando, in una tranquilla giornata d'ottobre, il forte ven-
to comincia a soffiare... Il tempo stato caldo e secco per forse un
mese, poi lo sentarrivare da lontano: un ruggito sommesso che au-
menta rapidamente, la polvere vola rossiccia nell'aria e gli alberi si
piegano, agitando i rami. Lo vedi arrivare, ma ogni tuo preparativo
risulta vano, quando colpisce. L'immenso ruggito e la polvere ti av-
volgono, rendendoti sordo e cieco con la loro violenza...
Allo stesso modo Sean vide arrivare, riconobbe la furia assassi-
na con la quale aveva giquasi ucciso un uomo, ma non potnulla
contro di essa. A un tratto essa fu sopra di lui, il suo ruggito gli
riempla testa e gli restrinse il campo visivo, limitandolo al volto di
Saul Friedman. Questo volto era di profilo, perchSaul stava guar-
dando indietro, verso le linee inglesi al di ldella pianura di Co-
lenso.
Sean prese il fucile del caporale morto e se lo posin grembo.
Col pollice tolse la sicura, senza che Saul notasse il movimento.
隹desso a Pieterrnaritzburg, ho ricevuto una lettera la scorsa
settimana mormorSaul, e Sean sollevil fucile in modo che la
canna puntasse contro un lato del petto di Saul, sotto l'ascella.
L'ho mandata a Pietermaritzburg perchha uno zio l Saul
alzuna mano e si toccla testa. Sean piegl'indice sul grilletto.
Vorrei che la conoscessi, Sean. Le piaceresti molto. Ora Saul
guardava Sean in faccia e i suoi occhi erano colmi di patetica fidu-
cia. 侶uando le scriver le racconterdi oggi.. Di quello che hai
fatto. Sean continua premere il grilletto finchavvertl'ultima resi-
stenza.
Siamo entrambi in debito verso di te... Saul s'interruppe e
sorrise timidamente. 侮oglio soltanto che tu sappia che non lo di-
mentichermai. Uccidilo, rugguna voce nella testa di Sean. Uccidilo ora... Subi-
to. Non lasciarlo parlare.
Era il primo ordine articolato che il suo istinto gli avesse impar-
tito.
Ora! Fallo ora! Ma il dito si rilasssul grilletto.
Quest'uomo l'unico ostacolo che si frappone fra te e Ruth.
Fallo, fallo adesso. Il ruggito nella sua testa diminu Il forte vento
era passato, e Sean lo sentrecedere. Abbassil fucile e lentamente
rimise la sicura.
Nella quiete che seguil forte vento, Sean seppe a un tratto che
da quel momento egli era responsabile di Saul Friedman. Essendo
arrivato cosvicino a togliergliela, la vita di Saul era diventata un
debito d'onore.
Mise da parte il fucile e chiuse stancamente gli occhi. Sarme-
glio pensare a come tirarci fuori da qui disse calmo. Altrimenti
non riuscirmai a conoscere la tua bella.
16.

Hart si messo in un bel pasticcio laggi La voce del ge-
nerale Sir Redvers Buller s'intonava alla pomposa protube-
ranza del ventre, mentre si piegava all'indietro per bilan-
ciare il peso del grosso cannocchiale da campo. Che ne pensa lei,
Courteney? Be', certo non ha raggiunto il guado, signore. Devono averlo
inchiodato all'ansa del fiume assentGarrick.
Maledizione a lui! Eppure i miei ordini erano chiari grugn Buller. E che ne dei cannoni?... Riuscite a vedere qualcosa? Immediatamente tutti i cannocchiali dello stato maggiore ruota-
rono verso il centro, dove i tetti di lamiera ondulata di Colenso
spuntavano dai biancospini, offuscati dalla polvere e dal fumo.
Non riesco a... cominciGarry, ma sussultviolentemente
quando un 4,7 da marina fece fuoco dalla postazione accanto a lo-
ro. Ogni volta che aveva sparato, quel mattino, Garrick aveva fatto
un salto. Se soltanto lo sapessi in anticipo, si disse, e di nuovo sus-
sultmentre il cannone tuonava.
I pezzi non vengono piserviti intervenne un altro ufficiale,
e Garrick lo invidiper la compostezza e la calma della voce. Le sue
mani tremavano tanto che doveva usarle entrambe con tutta la for-
za per tenere il cannocchiale puntato sul villaggio. Ogni volta che il
cannone da marina sparava, la polvere sollevata dal rinculo fluttua-
va sopra di loro; anche il sole picchiava forte e Garrick aveva sete.
Pensalla fiaschetta in una borsa della sella, e lo sparo successivo
lo colse completamente impreparato. Questa volta entrambi i suoi
piedi si staccarono dal suolo.
... E' d'accordo, Courteney? chiese la voce del generale. Ma
Garry non aveva udito l'inizio della domanda.
Completamente, signore. Bene. Buller si rivolse al proprio aiutante di campo. Mandi
una staffetta da Hart con l'ordine di togliersi di lprima che accada
il peggio. Il pipresto possibile, Clery. In quel momento Garry fece un'importante scoperta. Dietro la
maschera imperscrutabile del volto, dietro i magnifici baffi argenta-
ti, dietro gli occhi sporgenti e inespressivi... Il generale Sir Redvers
Buller era agitato e indeciso al pari di Garrick Courteney. I suoi
continui appelli al parere di Garry lo confermavano. S'intende che
Garry non prendeva in considerazione la possibilitche il generale
si rivolgesse a lui, piuttosto che agli altri ufficiali dei proprio stato
maggiore, perchsoltanto da Courteney poteva aspettarsi un incon-
dizionato e completo consenso.
Questo sistema il fianco sinistro. Buller apparve chiaramente
sollevato dalla propria decisione, mentre spostava il cannocchiale
verso destra, puntandolo sulla mole bassa e rotonda di Hlangwane
Kopje. Sembra che Dundonald abbia fatto piazza pulita.Prima,
dal fianco destro, erano partite raffiche disordinate di fucileria e
colpi di cannone. Ora regnava il silenzio.
Ma il centro... Come se avesse voluto rimandare quel mo-
mento, Buller rivolse infine la propria attenzione all'inferno di pol-
vere, fiamme e shrapnel che avvolgeva Colenso. Andiamo disse,
chiudendo il cannocchiale con un colpo secco. Sarmeglio dare
un'occhiata pida vicino a quelli laggi Si avviverso i cavalli,
seguito dallo stato maggiore. Badando che nessuno usurpasse il suo
posto alla destra del generale, Garry zoppicaccanto a lui.
Al quartier generale di Lyttelton, sistemato in un profondo av-
vallamento a un chilometro dalle prime case di Colenso, Buller im-
piegmezzo minuto a scoprire cosa era successo. Ne rimase sgo-
mento.
俊eniamo il villaggio, signore. Tre compagnie sono avanzate sul
ponte stradale e lo hanno preso. Ma non possiamo sperare di tener-
lo. Ho mandato una staffetta con l'ordine di ripiegare su Colenso. Ma perchi cannoni non sparano? Che ne del colonnello
Long? Le batterie sono state ridotte al silenzio. Long gravemente fe-
rito. Mentre Buller sedeva a cavallo, assimilando lentamente queste
informazioni, un sergente dell'artiglieria del Transvaal diede uno
strappo alla cordicella del suo Nordenfelt a tiro rapido e lascipar-
tire il proiettile che doveva trasformare un rovescio inglese in una
disfatta la cui eco si sarebbe propagata nel mondo intero.
Dalle accidentate e rocciose colline sulla riva settentrionale del
Tugela il proiettile volverso l'alto, sopra il fiume battuto e offu-
scato dagli shrapnel e dal sangue, sopra le batterie servite soltanto
da cadaveri, sopra le teste dei cannonieri acquattati nelle retrovie
con i loro feriti, costringendoli ad abbassare il capo come gimille
volte prima, iniziando poi la sua discesa verso il villaggio di Colen-
so, dove uomini esausti attendevano, verso i biancospini, le mimose
e l'erba bruna dei veld disseminato di cadaveri, per cadere infine
con un'alta colonna di polvere e fumo nel bel mezzo dello stato
maggiore del generale Buller.
Il cavallo di Garry, ucciso sul colpo, stramazzsotto di lui, im-
mobilizzandogli una gamba che, se fosse stata di carne e ossa, inve-
ce che di legno di quercia, si sarebbe immediatamente spappolata.
Garry sentil sangue che gli intrideva la giubba e gli schizzava sul
viso e sulla bocca. Mi hanno colpito. Aiutatemi, Signore aiutami,
sono ferito strill contorcendosi nell'erba e asciugandosi il san-
gue dal volto.
Mani sgarbate lo liberarono, trascinandolo lontano dal cavallo.
Non sangue suo, signore. Lei a posto. Il sangue di quel pove-
ro diavolo. Carponi sulle mani e sulle ginocchia, Garry fissinorridito il
maggiore medico che poco prima si trovava al suo fianco e che gli
aveva fatto da scudo. Lo shrapnel lo aveva decapitato, e il sangue
fiottava dal collo come da un tubo tagliato.
Tutt'intorno gli uomini lottavano coi cavalli che s'impennavano
e nitrivano in preda al panico. Buller stava piegato in due sulla sel-
la, e si comprimeva un lato del torace.
Signore, signore! E' ferito? Un aiutante di campo afferrle
redini del suo cavallo e lo calm Due ufficiali accorsero per aiutare
il generale a scendere. Buller rimase in piedi tra di loro, il viso con-
torto dal dolore, e la sua voce, quando parl era rauca e tremante.
Disimpegnarsi, Lyttelton! Disimpegnarsi su tutto il fronte. Signore protestil generale di brigata, 青olenso nelle no-
stre mani. Se mi lascia coprire i cannoni fino al tramonto, possiamo
riportarli nel nostro... 俑aledizione, Lyttelton. Mi ha sentito? Faccia indietreggiare
immediatamente la sua brigata. L'attacco fallito. Il respiro gli si-
bilava in gola ed egli continuava a comprimersi il petto con entram-
be le mani.
俘itirarci adesso significa dover subire perdite pipesanti di
quelle attuali. L'artiglieria nemica schierata molto accurata-
mente... Porti indietro i suoi uomini, mi ha capito? La voce di Buller
divenne un grido.
I cannoni... tentancora Lyttelton, ma Buller si era girivoI-
to al proprio aiutante di campo.
Mandi delle staffette a Lord Dundonald. Deve ritirarsi imme-
diatamente. Non gli lascio alcun margine di discrezione, deve disim-
pegnare subito i suoi uomini e ritirarsi. Gli dica... Gli dica che l'at-
tacco fallito sulla sinistra e al centro, che i cannoni sono perduti e
che corre il rischio d'essere circondato. Vada. Ventre a terra. Ci fu un mormorio tra gli ufficiali, inorriditi all'udire quegli or-
dini. Tutti gli sguardi puntarono su Lyttelton, appellandosi silenzio-
samente a lui, come al pialto in grado.
Generale Buller. Lyttelton parlin tono calmo, ma con
un'insistenza che riusca catturare l'attenzione dell'ormai sconvolto
generale. Mi lasci almeno tentare di recuperare i cannoni. Non
possiamo abbandonarli. Cercherdei volontari... Nell'ansia di farsi avanti, un giovane subalterno spinse da parte
Garry col gomito. Vado io, signore. Per piacere, mi lasci pro-
vare. Garry lo conosceva, come tutti, poicholtre a essere il giovane
ufficiale pipromettente e popolare del comando di Buller, era an-
che l'unico figlio del leggendario Lord Roberts.
Sorretto dall'aiutante di campo, Buller raggiunse l'ombra d'un
albero di mimosa e si sedette pesantemente, con la schiena appog-
giata alla ruvida corteccia dei tronco. Poi alzuno sguardo ine-
spressivo sul giovane Roberts. Va bene, Bobbie, Lyttelton ti dar degli uomini. Va' pure. CosBuller pronuncila sua sentenza di
morte. Il giovane Roberts rise, eccitato, e corse verso il proprio ca-
vallo.
Credo che abbiamo tutti bisogno di rifocillarci. Volete unirvi a
me per un sandwich e una coppa di champagne, signori? Buller fe-
ce un cenno all'aiutante di campo, che corse a prendere quanto ri-
chiesto nelle sacche della sua sella. Un proiettile vagante esplose a
venti metri di distanza, facendo piovere zolle sul gruppo di ufficiali.
Imperturbabile, Buller si tolse un filo d'erba secca dai baffi e scelse
un sandwich al salmone affumicato.

17.

Sean scese carponi lungo il fossato verso la riva del fiume. Un
proiettile esplose sul bordo, facendo piovere zolle sulla sua
schiena. Si fermper togliersi dai baffi un ciuffo di radici, poi
prosegufino al punto in cui il colonnello Acheson se ne stava sdraia-
to su un fianco, in serio colloquio con un capitano dei fucilieri.
俟alve, colonnello Acheson. Credo che non abbia pibisogno
di me, vero?Il capitano parve sconcertato da quello strano modo
di rivolgersi a un ufficiale, ma il volto di Acheson s'illumindi un
repentino e largo sorriso.
亟' appena arrivata una staffetta. Ci stato ordinato di riti-
rarci. 俗n vero peccato!grugnSean in tono sarcastico. 促roprio
quando stavamo per far vedere i sorci verdi ai nostri vecchi fratelli
boeri e tutt'e tre abbassarono la testa, mentre una mitragliatrice
spazzava l'orlo del fosso. Sean riprese dal punto in cui era stato in-
terrotto. Bene, in questo caso... Io me ne vado per i fatti miei. Dove? chiese sospettosamente il capitano.
俏on attraverso il ponte. Sean si tolse il mezzo sigaro spento
dalla bocca e lo puntverso l'alta struttura grigia, ora con nuove
strisce di colore rosso. Ho un ferito con me. Non ce la farebbe
mai. Ha un fiammifero? Automaticamente il capitano ne estrasse dal taschino una scato-
la. 亮razie. Lo portera nuoto giper il fiume, finchtroveremo
un posto migliore per raggiungere l'altra riva. Sean riaccese il siga-
ro, sbuffuna nuvoletta di fumo e restitui fiammiferi al capitano.
Colonnello Acheson, stato un piacere conoscerla. Ha il mio permesso di abbandonare le file, Courteney. Si guardarono ancora un istante negli occhi, e Sean provun
forte desiderio di stringere la mano a quell'uomo, ma si volte ri-
prese a muoversi carponi lungo il fosso.
Courteney! Sean si ferme guardil colonnello da sopra la
spalla. Come si chiama l'altra guida? Friedman. Saul Friedman. Acheson scribacchiqualcosa su un taccuino, poi lo rimise in ta-
sca. Sentirparlare ancora di questa giornata... buona fortuna. Anche a lei, signore. Arrivato nel punto in cui l'attendeva Saul, stacccon la baionet-
ta un ramo verde e frondoso da un albero che si protendeva sul
fiume.
隹ndiamo disse, e Saul si lasciscivolare accanto a lui sulla
scarpata argillosa della riva, finendo in piedi con l'acqua alla vita.
Lascia il fucile. Obbediente, Saul lo lascicadere nel fiume.
A che serve il ramo? A coprirci la testa. Cosa stiamo aspettando? Che Acheson crei una diversione, quando tenterdi riattraver-
sare il ponte. In quel momento un fischio acuto si levsulla riva sovrastante.
Subito ebbe inizio un violento fuoco di copertura, e un gruppo
d'uomini in cachi si lancitumultuosamente sul ponte.
Ora grugnSean. Si buttarono insieme nell'acqua tiepida, te-
nendo fuori soltanto le teste nascoste dal fogliame. Aiutando il
compagno, Sean nuotdolcemente verso il centro del fiume, e la
corrente li cattur Nessuno dei due si volta guardare la straziante
carneficina sul ponte, mentre scivolavano alla deriva.
Venti minuti pitardi e circa un chilometro pia valle, Sean
nuotverso i resti del ponte ferroviario, che offriva un ottimo ac-
cesso alla riva sud, mentre il terrapieno su cui passavano i binari li
avrebbe coperti nella ritirata attraverso la pianura.
I piedi di Sean toccarono un fondo melmoso, e pochi istanti do-
po erano sotto uno spezzone di ponte inclinato, come pulcini sotto
l'ala di una chioccia. Sean abbandonil ramo e trascinSaul sulla
riva, in mezzo alle travi d'acciaio.
Cinque minuti di riposo disse, e si accoccolaccanto a Saul
per sistemare la fasciatura che gli era scivolata sulle orecchie. Le
uniformi grondavano acqua fangosa e Sean penscon rimpianto ai
sigari nella tasca della giubba.
C'era un altro fosso di drenaggio lungo l'alto terrapieno ghiaio-
so della ferrovia. Lo percorsero camminando accosciati, Saul da-
vante Sean che lo pungolava da dietro e urlava ogni volta che quel-
lo tentava di raddrizzarsi per dare sollievo alla schiena dolorante. A
un certo momento un cecchino appostato sui kopjes alle loro spalle
piazzuna pallottola nella ghiaia, vicino alla testa di Sean, il quale
imprecdebolmente e prosegutoccando quasi le ginocchia col na-
so. Saul non se ne accorse nemmeno. Con le gambe che gli cedeva-
no, si trascinava davanti a Sean, finchcadde e si abbandonsul
fondo del fosso, come un fagotto sporco e scomposto.
Sean gli allunguna pedata. 隹lzati, maledizione! 俏o, Ruth. Lasciami dormire ancora un p E' domenica. Non
devo andare al lavoro stamattina. Parlando molto chiaramente e
in tono persuasivo, Saul alzlo sguardo verso Sean, ma i suoi occhi
erano opachi e le pupille ridotte a capocchie di spillo.
隹lzati. Alzati! Il nome di Ruth infiammava Sean. Prese Saul
per una spalla e lo scosse. La testa del giovane sobbalzselvaggia-
mente e del sangue fresco filtrattraverso la fasciatura. Subito pen-
tito, Sean lo riadagial suolo con dolcezza.
Saul, ti prego. Devi tentare. Solo un altro piccolo sforzo. Opaco mormorSaul. Non brilla. Non lo voglio. E chiu-
se gli occhi, mentre le labbra si aprivano e il respiro formava bollici-
ne di saliva.
Una disperazione soffocante si abbattsu Sean, mentre studiava
la faccia di Saul. Gli occhi erano sprofondati in cavitcolor pru-
gna, stirando la pelle degli zigomi e del grande naso adunco.
Non perchl'ho quasi ucciso, non perchglielo devo. Ma per-
ch.. Ma perch Come si possono definire i propri sentimenti per
un altro uomo? Tutto quello che puoi dire .. Perchun mio ami-
co. Dunque, siccome mio amico, non posso lasciarlo qui.
Esausto, Sean si sedette accanto a Saul, si passun braccio del-
l'altro intorno alle spalle e si alz Saul rimase appeso al suo fianco,
la testa ciondoloni sul petto, e Sean guardavanti. Poteva vedere i
sopravvissuti al massacro sul ponte che attraversavano il villaggio,
trascinandosi dietro i feriti.
Per quanto era vasta la pianura, da soli o in due o in tre, incal-
zati dagli shrapnel, gli uomini in cachi si allontanavano dal Tugela;
battuto, spezzato, il potente esercito di Buller era in ritirata. E l a
meno di cento metri da dove stava acquattato Sean, ordinatamente
schierati sull'erba, abbandonati, c'erano i cannoni.
Rapidamente Sean ne distolse lo sguardo e cominciad arranca-
re in direzione opposta al fiume. Sopra una spalla teneva un polso
di Saul e coi braccio libero lo sorreggeva alla vita.
A un tratto si rese conto che il fuoco boero stava di nuovo au-
mentando d'intensit I proiettili che erano caduti a casaccio tra gli
uomini in ritirata cominciavano a concentrarsi su un'area precisa,
proprio davanti a Sean, e alle sue spalle il fuoco di fucileria, che
aveva scoppiettato irregolarmente sulle alture, si trasformava in un
forte, continuo crepitio, simile a quello di un incendio nella foresta.
Appoggiato alla parete dei fosso, Sean scrutattraverso gli albe-
ri di mimosa e la tempesta di polvere sollevata dalle esplosioni. Vide
dei cavalli, due tiri bardati, e uomini che correvano attraverso i
biancospini, alzando altra polvere che si confondeva con quella de-
gli shrapnel. Molto innanzi a loro, guidandoli verso i cannoni ab-
bandonati, galoppava una figura su un gran cavallo baio.
Sta ridendo.Sbalordito, Sean osservil cavaliere che spariva
oltre la colonna di polvere prodotta da un'esplosione, soltanto per
riemergere di li a poco facendo ruotare il cavallo con la grazia di un
giocatore di polo. La sua bocca era aperta e Sean vide un balenio di
denti bianchi. Quel pazzo sta ridendo a crepapelle! E a un tratto Sean si accorse che stava applaudendo frenetica-
mente. Cavalca, uomo, cavalca! gridtra i sibili e gli scoppi de-
gli shrapnel. Sono venuti a prendere i cannoni. Saul, sono venuti
per i cannoni! Ed ecco che, senza sapere come, Sean era uscito dal fosso e cor-
reva, correva con Saul privo di sensi appeso a una spalla, correva
sull'erba verso i cannoni.
Quando raggiunse la batteria, il primo tiro di cavalli vi era gi arrivato, e gli uomini stavano lottando per farlo arretrare verso l'af-
fusto del cannone numero uno. Sean si lasciscivolare dalla spalla
il corpo inerte di Saul e lo depose sull'erba. Due soldati cercavano
di sollevare la coda d'affusto, ma era un lavoro per quattro uomini.
Scostatevi!gridSean, poi, messosi a cavalcioni della lunga
coda a forma di cuneo, agguantle impugnature e lentamente, con
uno sforzo immane, la sollev
Portate il carrello.In un lampo i soldati infilarono l'asse
staccabile e le ruote sotto la coda e li collegarono. Sean fece qualche
passo indietro, ansimando.
Bravo! gridil giovane ufficiale, chinandosi in avanti sulla
sella. Sali sul carrello. Ma Sean corse da Saul, se lo caricin spalla e tornindietro.
Prendetelo!disse ai due soldati che erano gia bordo. Gli arti-
glieri sollevarono il ferito e lo sistemarono sul sedile del carrello.
Non c'pispazio per te, amico. Perchnon prendi il posto di
Taffy su uno dei cavalli di testa?griduno dei soldati. In effetti i
conducenti stavano montando, ma una delle selle era vuota.
Bada a lui disse Sean all'uomo che sorreggeva Saul.
俏on preoccuparti, lo tengo stretto gli assicurl'altro. Poi,
con precipitazione: 俟brigati a trovarti un posto... Ce ne stiamo an-
dando
Bada a lui ripetSean, e si avviverso i cavalli di testa.
In quel momento la fortuna che l'aveva protetto per tutta la
mattinata lo piantin asso. Un proiettile esplose accanto a lui. Non
sentdolore, ma la gamba destra gli cedette e Sean cadde sulle gi-
nocchia.
Tentdi alzarsi... Il suo corpo non voleva saperne di obbedire.
Avanti!gridil giovane ufficiale, e il cannone si mosse, gua-
dagnando velocittra grandi scosse e sobbalzi, mentre i conducenti
frustavano i cavalli. Sean vide che il cannoniere che sosteneva Saul
si voltava a guardarlo, con la faccia contratta in una smorfia d'im-
potenza.
Bada a lui! gli grid Promettimi che baderai a lui! Il cannoniere aprla bocca per rispondere, ma un altro proiettile
esplose tra di loro, alzando una cortina di polvere che nascose l'af-
fusto. Questa volta Sean sentlo shrapnel lacerargli la carne. Sent le schegge affondare come lame di rasoi e si piegsu un fianco.
Mentre cadeva notche anche il giovane ufficiale era stato colpito.
Lo vide alzare la braccia, abbattersi all'indietro sulla groppa dei ca-
vallo, poi scivolare di lato e colpire il terreno con una spalla. Ma un
piede gli era rimasto impigliato nella staffa, e il giovane fu trascina-
to sul terreno finchil cuoio non si ruppe. Poi giacque inerte. Il ca-
vallo continua galoppare all'inseguimento del cannone.
Anche Sean si trascinnella stessa direzione. 雨ada a lui! url ancora una volta. Per l'amor di Dio, bada a Saul. Ma nessuno
udil suo grido. Erano gispariti tra gli alberi, spariti nella polvere
con gli shrapnel che facevano loro da scorta, come un drappello di
fragorosi demoni.
Sean continuava a trascinarsi. Steso sul ventre, portava una ma-
no avanti e artigliava il suolo, spostandosi centimetro per centime-
tro. L'altro braccio strisciava lungo il fianco, e Sean sentiva la gam-
ba destra scivolare dietro di s finchrimase impigliato in qualcosa
che arrestla sua avanzata. Sean lottper liberarsi, ma la punta dei
piede era affondata in un grosso ciuffo d'erba e non riusciva a di-
stricarla. Si voltsu un fianco, il braccio spezzato sotto di s e si
curvper osservare la gamba.
C'era molto sangue, una lunga scia, viscida e rossa, sull'erba ap-
piattita... E altro ne sgorgava. Ma nessun dolore, soltanto una gran-
de sonnolenza, una specie di nebbia nella testa.
La gamba era piegata e formava un angolo con il tronco; lo spe-
rone attaccato allo stivale puntava bellicosamente verso l'alto. A
Sean venne da ridere, ma lo sforzo era troppo grande, e abbassle
palpebre per proteggersi dal fulgore del sole.
Sentiva qualcuno gemere accanto a s e per un pcredette che
fosse Saul. Poi ricordche l'amico era in salvo e che si trattava del
giovane ufficiale. A occhi chiusi, Sean lo ascoltmorire. Fu un sus-
seguirsi di lamenti orribili.

18.

Sulla cima di una delle alture sovrastanti il Tugela, il coman-
dante in capo Jan Paulus Leroux si tolse il cappello Terai. La
sua testa era calva alla sommit con un bordo di capelli fulvi
al di sopra delle orecchie e pifitti sulla nuca. Il cuoio capelluto era
liscio e di un bianco cremoso ldove il cappello l'aveva protetto dal
sole, ma il volto era cosabbronzato e segnato dagli elementi che
sembrava una rupe di pietra rossa.
Portami il mio pony, Hennie disse al ragazzo che gli stava al
fianco.
Ja, Oom Paul rispose questi, e corse giper il pendio oppo-
sto al fronte, fino a raggiungere il laager dei cavalli.
Nella trincea ai piedi di Jan Paulus uno dei suoi burghers alz gli occhi e lo guard Il Signore ha ascoltato le nostre preghiere,
Oom Paul. Ci ha concesso una grande vittoria. Jan Paulus annugravemente, e la sua voce, quando rispose, era
bassa e umile, senza la minima traccia di esultanza. 侯a, Frederik.
Nel nome di Dio, una grande vittoria. Ma non cosgrande come avevo previsto, aggiunse fra s
Cosdistante da esser quasi invisibile a occhio nudo, un cannone
tuon gli ultimi disgregati resti dell'esercito britannico rimpiccioli-
vano nella lontananza color ocra.
Se soltanto avessero aspettato, penscon amarezza. Avevo spie-
gato tutto coschiaramente, ma loro non mi hanno dato ascolto.
La sua intera strategia era imperniata sul ponte. Se solo i suoi
ragazzi appostati sul kopje sotto le alture avessero aspettato ad
aprire il fuoco, lasciando che gli inglesi lo attraversassero... Allora
Dio avrebbe concesso loro nemici a migliaia anzicha centinaia.
Chiusi nell'anfiteatro delle alture, con il fiume alle spalle, nessuno
di essi sarebbe scampato allorchl'artiglieria avesse distrutto il pon-
te. Tristemente guardla trappola che aveva preparato con infinita
cura. Da lasspoteva vedere tutte le trincee, mimetizzate e abilmen-
te sovrapposte, dalle quali un fuoco insostenibile avrebbe spazzato
la conca erbosa in cui egli aveva sperato di attirare il centro dell'e-
sercito britannico. La trappola che non poteva piscattare perch sapeva che i nemici non sarebbero tornati.
Hennie arrivcon il pony, e Jan Paulus balzin sella.
Con i suoi quarantadue anni, Leroux era molto giovane per quel
comando. A Pretoria c'era stata una certa opposizione alla sua no-
mina, quando il vecchio Jubert si era dimesso, ma il presidente Kru-
gher aveva sparato a zero, costringendo il Volkraad ad accettarla.
Dieci minuti prima, Jan Paulus gli aveva spedito un messaggio tele-
grafico che giustificava quella fiducia.
Ora, sciolto e rilassato sulla sella dalle lunghe staffe, sjambok
appeso al polso, cappello a larga tesa che gli ombreggiava il viso,
Jan Paulus scendeva a raccogliere i frutti della battaglia.
Quando raggiunse i kopjes e cavalctra essi, tutti i suoi bur-
ghers emersero dalle trincee per acclamarlo. Le loro grida si fusero
in un tremendo ruggito, che echeggisotto il cielo africano, simile
alla voce del leone che ha ucciso una nuova preda. Imperturbabile,
Jan Paulus scrutava i volti degli uomini, mentre passava. Erano co-
perti di polvere rossa e di pirite bruciata, sulle quali il sudore era co-
lato in rivoletti scuri. Un tale usava il fucile come gruccia, e c'erano
profondi solchi di dolore intorno alla sua bocca mentre acclamava il
comandante in capo. Jan Paulus fermil pony. 俟draiati, amico,
non fare lo sciocco! L'uomo sorrise e scosse la testa. 俏ee, Oom Paul, vengo con te
a prendere i cannoni. Bruscamente, Jan Paulus fece un cenno agli uomini che stavano
accanto al ferito. Portatelo via. Al posto di soccorso e si allon-
tanal trotto, raggiungendo il punto in cui l'aspettava il comandan-
te Van Wyk.
Avevo detto che i nostri uomini non dovevano aprire il fuoco
finchgli inglesi non avessero attraversato il ponte disse a mo' di
saluto.
Il sorriso di Van Wyk svan Ja, Oom Paul. Lo so. Ma non ho
potuto tenerli a freno. Sono stati i giovani a cominciare. Quando si
sono visti i cannoni proprio sotto il naso... Non ho potuto fermar-
li. Van Wyk si voltper indicare l'area al di ldel fiume. Guar-
da com'erano vicini! Jan Paulus guardoltre il Tugela. Le batterie erano schierate
nella pianura, vicinissime, e coslievemente schermate dai bianco-
spini che Oom Paul poteva contare i raggi delle ruote e vedere il luc-
cichio degli anelli di rame delle culatte.
亟ra una tentazione troppo forte concluse Van Wyk, balbet-
tando.
Ah! Comunque ormai fatta, e non si pudisfare con le paro-
le. Severamente, Jan Paulus decise che quell'uomo non avrebbe
mai piavuto un posto di comando. 亭orza, andiamo a pren-
derli. Al ponte, Jan Paulus fece arrestare la lunga colonna di cavalieri
che lo seguivano. Benchnulla trasparisse dal suo volto, l'orrore
della scena gli dava la nausea.
俟postateli ordin Trenta uomini smontarono da cavallo per
andare avanti a sgombrare il ponte. Maneggiateli con garbo ag-
giunse Jan Paulus. Sollevateli... Non trascinateli come sacchi di
granturco. Erano uomini. Uomini valorosi. Accanto a lui, il ra-
gazzo, Hennie, piangeva senza ritegno. Le lacrime cadevano sulla
sua giacca di tweed con le toppe di pelle.
Calmati, Jong mormorgentilmente Jan Paulus. 俠e lacri-
me sono cose da donne. E spinse il suo pony nello stretto passag-
gio tra i cadaveri. Sono la polvere, il sole e il fumo della pirite a irri-
tare i miei occhi, si disse con rabbia.
In silenzio, senza l'atteggiamento trionfante dei vincitori, boeri
raggiunsero le batterie e si sparpagliarono tra i pezzi. In quel mo-
mento risuonun colpo di fucile, un burgher vacille si aggrapp alla ruota di un affusto.
Facendo voltare di scatto il pony e appiattendosi contro il suo
collo, Jan Paulus parti alla carica verso il cratere dietro i cannoni
dal quale era partito il colpo. Un'altra pallottola sibilsopra la sua
testa, ma ormai Jan Paulus aveva raggiunto il cratere. Arrestato di
colpo il cavallo, balzdi sella e fece saltar via con un calcio il fucile
dalle mani del soldato inglese, prima di afferrarlo per la giubba. Si
giucciso anche troppo, pezzo d'idiota. Inciampando nelle pa-
role inglesi, la lingua ostacolata dalla rabbia, ruggin faccia al sol-
dato: E' finita. Arrenditi Poi, rivolgendosi ai cannonieri soprav-
vissuti ammassati nel cratere: Arrendetevi, arrendetevi tutti! Per
un minuto buono nessuno si mosse, quindi, lentamente, a uno a
uno, i soldati si alzarono e uscirono dal cratere.
Mentre una parte dei burghers conduceva via i prigionieri e gli
altri cominciavano ad attaccare ai cavalli i pezzi d'artiglieria e il car-
ro delle munizioni, i barellieri inglesi emersero alla spicciolata dagli
alberi di mimosa. Ben presto figure in cachi si mescolarono dovun-
que ai boeri, cercando i feriti come segugi.
Due di essi, scuri indiani della Sanit avevano trovato un uomo
disteso sul fianco sinistro, che stava dando loro filo da torcere. Jan
Paulus tese le redini del pony a Hennie e si avviverso il gruppetto.
俠asciatemi stare, bastardi e una secca sventola fece stramaz-
zare uno degli indiani. Jan Paulus, riconoscendo la voce e il pugno,
affrettil passo.
Calmati, o te ne arriva uno sul naso brontol appena li rag-
giunse.
Intontito, Sean girla testa e cercdi mettere a fuoco il nuovo
arrivato. Chi sei? Va' all'inferno! Jan Paulus non rispose. Stava guardando le ferite e aveva voglia
di vomitare. Date qua disse, prendendo le stecche dalle mani dei
barellieri. Si accoccolaccanto al cognato.
Vattene! gridSean. So che cosa vuoi fare. Vuoi tagliar-
mela! Sean! Jan Paulus gli afferril polso e lo tenne fermo, mentre
Sean imprecava e si agitava.
Ti uccider sporco bastardo. Ti uccider se me la tocchi! Sean! Sono io. Guardami! Lentamente, il corpo di Sean si rilass i suoi occhi lo fissarono.
Sei tu? Sei davvero tu? mormor Non lasciare che... Non la-
sciare che mi prendano la gamba. Come hanno fatto con Garry. 俟ta' calmo o ti spacco quella stupida testa grugnJan Pau-
lus. Come la faccia, le sue mani erano rosse, vigorose, grosse mani
con dita simili a salsicce callose, ma adesso si muovevano con deli-
catezza, come quelle di una madre sul corpo del suo bambino. Infi-
ne, toccando la caviglia, guardSean. 亭atti forza, adesso. Devo
raddrizzarla. Sean tentdi sorridere. La sua faccia era grigia sotto lo strato di
sudiciume della battaglia, e sulla sua fronte apparvero minuscole
gocce di sudore. Non blaterare tanto, maledetto olandese. Fallo! Le due estremitdell'osso spezzato scricchiolarono dentro la
carne lacerata di Sean, che boccheggi Tutti i muscoli del suo cor-
po si contrassero, poi si rilassarono, mentre Sean perdeva i sensi.
Ja bofonchiJan Paulus. Meglio cos e per la prima vol-
ta i suoi lineamenti tradirono la compassione. Finita rapidamente la
fasciatura, egli rimase ancora per qualche secondo accoccolato ac-
canto a Sean svenuto. Poi mormora voce cosbassa che i barellie-
ri non distinsero nemmeno una parola: Dormi bene, fratello mio.
E che il Signore possa risparmiarti la gamba
Si alz Ogni traccia di piete di dolore era scomparsa dietro la
pietra rossa dei volto. 促ortatelo via disse, e attese che i due in-
diani stendessero Sean sulla barella e la sollevassero.
Tornando ldove aveva lasciato il pony, strascicava un pi
piedi sull'erba. Dalla sella guardancora una volta verso sud, ma i
due barellieri erano scomparsi col loro carico tra gli alberi di mimo-
sa. Allora tocccon gli speroni i fianchi dei suo cavallo e seguil
lungo corteo di carri, di prigionieri e di cannoni che tornava verso il
Tugela. Gli unici suoni erano il tintinnio dei finimenti e il malinco-
nico rotolare delle ruote.

19.

Garrick Courteney guardava lo champagne che veniva versa-
to nella coppa di cristallo. Le bollicine vorticavano in ara-
beschi dorati, catturando la luce della lanterna. Il caporale
addetto alla mensa sollevla bottiglia, raccolse destramente una
goccia di vino col tovagliolo e passdietro a Garry per riempire il
bicchiere di Lyttelton.
No rifiutil generale, posando una mano sulla propria
coppa.
Avanti, avanti, Lyttelton lo incitSir Redvers Buller.
un'annata eccellente. Grazie, signore, ma lo champagne va bene per le vittorie...
Forse dovremmo mandarne una cassa al di ldel Tugela. Buller arrosspian piano e affondlo sguardo nella coppa. An-
cora una volta un pesante silenzio gravsulla tavolata. Garry cerc di romperlo. Perla ritirata si svolta in buon ordine. Oh, concordo pienamente disse ancora Lord Dundonald con
gelido sarcasmo. Ma, in tutta onest colonnello, bisogna dire che
viaggiavamo alquanto leggeri al ritorno. Questo indiretto riferimento ai cannoni concentrtutti gli sguar-
di sul volto di Buller. Dundonald mostrava una certa noncuranza
nei confronti dei ben noto temperamento del generale comandante.
Ma, come Pari del Regno, poteva permetterselo. Con cortese inso-
lenza incrocilo sguardo fiammeggiante di Buller e lo sostenne fin-
che i pallidi occhi sporgenti si spensero e si abbassarono.
俟ignori disse Buller, 怨 stata una giornata dura per tutti e
abbiamo ancora parecchio lavoro da fare. Lanciun'occhiata al-
l'aiutante di campo. 青lery, vuol essere cosgentile da proporre il
brindisi alla Regina? Dopo quest'ultimo bicchiere, Garry uscdal padiglione della
mensa. Le tende pipiccole, con le lanterne accese all'interno, for-
mavano una grande schiera di coni luminosi, e sopra di essi la notte
era un drappo di raso nero punteggiato d'argento. Il vino bevuto
durante la cena gli tambureggiava in testa, cosche non si accorse
del cupo silenzio che avvolgeva il campo, mentre zoppicava verso il
proprio quartier generale.
Quando vi entr un uomo si alzdalla sedia accanto alla scriva-
nia. Alla luce della lanterna la sua faccia appariva tirata e la stan-
chezza trapelava da ogni suo lineamento. 隹h! Curtis. Buonasera, signore. E' venuto a fare il suo rapporto? Sissignore. Per quello che vale. Parli, Curtis... Quante perdite? C'era una bramosia, dietro
questa domanda, che Tim trovmostruosa. Osservcon aria pen-
sierosa il volto di Garry prima di rispondere.
Molto gravi, signore; su venti uomini abbiamo avuto quattro
morti, due dispersi e cinque feriti ... Tre dei quali gravi. Ha fatto una lista? Non ancora. Be', me la faccia a voce. I caduti sono Booth, Amery ... Ormai incapace di controllare la propria impazienza, Garry do-
mand E quel sergente?
Intende... Courteney? S S Ora, all'impazienza si univa un terrore che gli provo-
cava un senso di vuoto allo stomaco.
Ferito, signore. Il sollievo di Garry fu cosintenso che dovette chiudere gli occhi
e tirare un respiro profondo.
Sean era vivo! Grazie a Dio. Grazie a Dio per questo.
Dove si trova adesso? 俏ell'ospedaletto vicino alla ferrovia. Sarmandato indietro
col primo convoglio di feriti gravi. Gravi? Il sollievo si mutin preoccupazione, e Garry chiese
con voce rauca: E' ferito grave? Quanto grave?
E' tutto quello che mi hanno detto. Sono andato all'ospedale
ma non mi hanno permesso di vederlo. Garry si lascicadere sulla sedia e istintivamente tese la mano
verso il cassetto, ma si trattenne. Molto bene, Curtis. Puan-
dare. Il seguito del rapporto, signore? Domani. Me lo fardomani. Con l'alcool che gli ardeva nel ventre, Garry s'incamminnella
notte per raggiungere l'ospedale. Ora non importava pich'egli
avesse sperato e progettato la morte di Sean. Non ci pensava, si af-
frettava attraverso l'immenso accampamento spinto da un disperato
bisogno. Misconosciuta ma intensa, in lui c'era la speranza di poter
ancora attingere da quella fonte conforto e forza, come tanto tem-
po prima. Comincia correre, rigidamente; la punta di uno degli
stivali strisciava, a ogni falcata, nella polvere.
Cercdisperatamente per tutto l'ospedale. Si affrettlungo file
di barelle, esaminando i volti dei feriti; vide il dolore, la mutilazio-
ne, la strisciante morte lenta che filtrava come inchiostro rosso at-
traverso le bende. Udil gemito, il borbottio, il riso isterico dei deli-
ranti, sentil puzzo del sudore dell'agonia misto alla pesante dolcez-
za della putrefazione e del disinfettante... Ma quasi non se ne accor-
se. Cercava un volto, uno solo. E non lo trovava.
Courteney. L'inserviente esaminla lista, tenendola inclinata
verso la lanterna. Ah, si! Eccolo. Vediamo... Se n'giandato,
partito con il primo treno un'ora fa... Non saprei, signore, forse a
Pietermaritzburg. Hanno appena costruito un grande ospedale lag-
gi.. Non posso dirle nemmeno questo, temo, ma qui c'scritto
pericolosa... Sempre meglio che critica, comunque. Avvolto nella propria solitudine come in un mantello, Garry tor-
nall'accampamento.
Buonasera, signore lo salutil suo attendente. Garry li face-
va sempre aspettare alzati. Un tipo nuovo, questo. Cambiavano co-
si in fretta. Mai che riuscisse a tenerne uno per pidi un mese.
Garry lo spinse da parte e si lascicadere sulla branda.
Resti l signore. Lasci che la metta a letto. La voce dell'at-
tendente era subdolamente servile, il tono che si usa in genere con
gli ubriachi. Il contatto delle sue mani infuriGarry.
Vattene. Colpcon il pugno una guancia dell'uomo. Fuori
di qui. Fila! L'attendente si strofiula guancia ammaccata, arretrando con
aria incerta.
Fuori! sibilGarry.
Ma, signore... Vattene, dannazione. Esci di qui! L'uomo ubbid chiudendo piano il telo della tenda. Garry and a bloccarlo con le cinghiette. Solo. Non possono vedermi ora. Non
possono ridere di me. Non possono. Oh Dio, Sean!
Si voltverso l'interno della tenda. Il piede di legno inciamp sul fondo ruvido e Garry cadde. Una delle cinghie si ruppe e la
gamba si piegal di sotto del moncone. Muovendosi su mani e gi-
nocchia, con la gamba che ballonzolava e ruotava in modo grotte-
sco dietro di lui, Garry raggiunse il lavabo, sollevil bacile di por-
cellana e prese la bottiglia. Le sue dita erano troppo maldestre per
riuscire a togliere il turacciolo. Lo strappcoi denti e lo sputsul
pavimento. Poi si portla bottiglia alla bocca e il pomo d'Adamo
sussultritmicamente mentre egli tracannava. Un pdi brandy si
verssulla giubba, macchiando il nastro della Victoria Cross.
Abbassla bottiglia, ansimando per il morso dei liquore. Poi
bevve ancora, pilentamente. Il tremito alle mani cess La respira-
zione divenne regolare. Alzun braccio e prese il bicchiere da sopra
il lavabo, lo riemp posla bottiglia sul pavimento e si voltin po-
sizione picomoda, con la schiena appoggiata al mobile.
Davanti a lui si stendeva la gamba di legno, piegata in modo in-
naturale. Garry la contempl sorseggiando lentamente il brandy e
sentendo le papille della lingua che s'intorpidivano.
La gamba era il perno della sua esistenza. Insensato, immobile,
era l'occhio del ciclone intorno al quale ruotava tutto il disordine
della sua vita. La gamba... Sempre la gamba. Sempre e soltanto la
gamba.
Sotto il cullante incantesimo del liquore che aveva bevuto, dal
centro immobile costituito dalla sua gamba, Garry andcon la
mente alle gigantesche ombre del passato, e le trovperfettamente
conservate, non distorte noffuscate dal tempo, intere e complete
in ogni dettaglio.
Mentre sfilavano davanti a lui, la notte si ritirin se stessa come
le parti di un cannocchiale, e il tempo non ebbe pisignificato. Le
ore sembravano minuti, mentre il livello del liquore calava nella
bottiglia e Garry sedeva appoggiato al lavabo e sorseggiava dal
grosso bicchiere, osservando le ombre del passato. All'alba, l'ulti-
mo atto si stava svolgendo davanti a lui.
Lui che cavalca nell'oscuritsotto la pioggia leggera e fredda
verso Theunis Kraal. In una finestra l'alone giallo di una lanterna;
buio il resto nell'ancor pibuia massa della fattoria.
L'inspiegabile premonizione di un orrore incombente che lo av-
volge, leggero e freddo come la pioggia, il silenzio rotto soltanto dal
calpestio degli zoccoli del suo cavallo sulla ghiaia del viale d'acces-
so. I tonfi della sua gamba di legno mentre sale la scala esterna e il
freddo del pomo d'ottone nella sua mano mentre lo gira e apre la
porta su quel silenzio.
La sua voce impastata dall'alcool e venata di preoccupazione:
Salve. Dove siete tutti quanti? Anna! Anna! Sono tornato!
La fiammella azzurra del fiammifero e l'odore di zolfo e paraf-
fina bruciati mentre accende la lampada, poi lo scalpiccio frettoloso
della sua gamba di legno lungo il corridoio.
隹nna, Anna, dove sei? Anna, sua moglie, stesa sul letto nella camera buia, seminuda,
sposta rapidamente il corpo dal fascio di luce, ma lui ha veduto il
pallore, le labbra gonfie e insanguinate.
Dal tavolino da toilette la lampada getta grandi ombre sulle pa-
reti, mentre Garry si avvicina al letto, copre con le gonne le sue nu-
dite poi la volta verso di s Tesoro, Anna, tesoro, cos'succes-
so? Dalla camicia strappata sbucano le mammelle di donna incin-
ta, turgide e coi capezzolo scuro. Sei ferita? Chi stato? Dimme-
lo. Ma lei si copre il viso e le labbra spaccate con le mani.
Tesoro, mio povero tesoro. Chi stato... Uno dei servi? Ti pre-
go, Anna, dimmi cosa successo. A un tratto le braccia di Anna sono intorno al suo collo e le sue
labbra contro il suo orecchio. Lo sai, Garry. Lo sai chi stato. No, ti giuro di no. Dimmelo, te ne prego. Infine la voce di lei, dura e arrochita dall'odio, che bisbiglia
quella parola, quell'unica incredibile e orrenda parola: Sean!
Sean! esclamnella sua desolazione. Sean. Oh, Dio! Poi,
selvaggiamente: Lo odio. Lo odio! Che muoia pure... Ti prego,
Signore, fallo morire
Chiuse gli occhi, perdendo il senso della realt e avvertuna pri-
ma, lenta sensazione di capogiro, mentre l'alcool aveva la meglio su
di lui.
Troppo tardi, ormai, per aprire gli occhi e metterli a fuoco sul
letto dall'altra parte della tenda, la vertigine era cominciata... Non
poteva pirespingerla. Il gusto caldo, agrodolce dei brandy gli sal alla gola, alla bocca, al naso.

20.

I suo attendente lo trova metmattinata. Garry giaceva
completamente vestito sul letto, con i radi capelli arruffati,
l'uniforme macchiata e sgualcita, la gamba di legno abbando-
nata in mezzo al pavimento.
L'attendente la prese, usc rientrdopo qualche minuto ed
esaminil suo superiore, fiutando l'odore acidulo di brandy stan-
tio e di vomito.
Te la sei presa brutta stavolta, eh? mormorcon indulgen-
za. Raccolse la bottiglia ed esamini tre centimetri di liquore ri-
masto. Alla tua fottuta salute, amico disse, accennando a
Garry, e scolla bottiglia, poi si passla mano sulle labbra e ag-
giunse: 雨ene! Vediamo un pdi dare una ripulita a questo tuo
porcile
Lasciami in pace grugnGarry.
Sono le undici, signore. Vattene. Va' via. Beva un pdi caff signore. Non lo voglio. Via! Il suo bagno pronto, signore, e le ho preparato un'uniforme
pulita. Garrv si alza sedere. Vacillando. Che ore sono? Le undici, signore ripetcon pazienza l'attendente.
La mia gamba? Si sentiva nudo, senza.
Il sellaio sta sistemando le cinghie, signore. Sarpronta quan-
do lei uscirdal bagno. Anche in posizione di riposo, stese sul piano della scrivania, le
mani di Garry tremavano lievemente, e le palpebre gli bruciavano.
La pelle dei volto era tesa come quella di un tamburo sul dolore
sordo che pulsava dentro il suo cranio.
Infine, egli sospire prese il rapporto del tenente Curtis dall'e-
sile fascio di documenti che attendevano di essere esaminati. Ne
lesse qualche riga qua e l Pochi dei nomi menzionati significava-
no qualcosa per lui. Sean stava in testa alla lista dei feriti, seguito
dal piccolo avvocato ebreo. Dopo aver accertato che il rapporto
non conteneva nulla che potesse andare a discredito del colonnello
Garrick Courteney, lo sigle lo mise da parte.
Prese il documento successivo: una lettera indirizzata a lui,
quale ufficiale comandante del Corpo delle guide del Natal, da un
certo colonnello John Acheson dei fucilieri scozzesi. Due pagine di
nitida, appuntita calligrafia. Stava per scartarla e per riporla tra le
pratiche per il suo aiutante, quando un nome nel testo attirla sua
attenzione. Si chinin avanti, aggrottando la fronte, e lesse rapi-
damente dal principio.
... Piacere di sottoporre alla sua attenzione ... Condotta al di
ldi ogni lode... Sotto un intenso fuoco nemico ... Per la seconda
volta inizil'avanzata... Sebbene ferito... Sprezzo del pericolo per-
sonale... Due membri del suo Corpo delle guide: sergente Sean
Courteney e soldato Saul Friedman... Caldamente si raccoman-
da... Distinguished Conduct Medal... Grande valore e capacitdi
comando. Garry lascicadere la lettera e si appoggiallo schienale, fis-
sando il foglio come se si trattasse della sua sentenza di morte. Per
alcuni minuti rimase immobile, mentre il dolore gli pulsava alle
tempie. Poi riprese la lettera. Ora le sue mani tremavano cosvio-
lentemente che il foglio sbatteva come l'ala di un uccello ferito.
俊utto quello che era mio, qualsiasi cosa io abbia mai posse-
duto... Lui me l'ha presa.Abbasslo sguardo sui nastri delle de-
corazioni. 亟 adesso questa... Anche questa. Una goccia cadde sulla lettera, sbavando l'inchiostro.
俠o odio mormor strannando i fogli in due. 俟pero che
muoia e li strappancora e poi ancora, riducendoli in minuscoli
frammenti che strinse rabbiosamente nel pugno.
俏o. Non l'avrai. E' mia... l'unica cosa che abbia mai avu-
to! Lancila pallottola di carta contro la parete della tenda e po-
sla testa sulle braccia. Le sue spalle sussultavano mentre sin-
ghiozzava: 俏on morire. Ti prego, Sean, non morire

21.

Semplicemente puntandole contro una spalla e sospingendo
una bambina da parte, Dirk Courteney liberla soglia e fu il
primo a scendere la scala nel sole. Senza voltarsi a guardare
la scuola, corse verso il buco nel recinto posteriore, pensando che
gli altri l'avrebbero seguito.
Lo raggiunsero mentre stava scegliendo un klei-lat dal salice.
Sbrigatevi ordin 非obbiamo arrivare al fiume per primi,
altrimenti ci prenderanno i posti migliori. Chiacchierando come un branco di scimmie eccitate, i ragazzi si
sparpagliarono lungo la cinta di piante.
Prestami il tuo coltello, Dirkie. Ehi, guarda il mio klei-lat disse Nick Peterson, brandendo la
corta bacchetta di salice che aveva tagliato e scortecciato. Sferz l'aria. Il sibilo era soddisfacente.
俏on un klei-lat l'informDirk, 怨 un Lee-Metford. Lan-
ciun'occhiata circolare al resto della banda. 保ra ricordatevi... Io
sono Lord Kitchener e voi dovete chiamarmi 'My Lord'. E io sono il generale French annunciNick. Era giusto, in
fondo, considerato che Nick era il luogotenente di Dirk. A quest'ul-
timo erano occorse soltanto due settimane e cinque sanguinose scaz-
zottate per raggiungere la posizione di capo indiscusso.
Io il generale Methuen! strilluno dei membri pigiovani.
Io il generale Buller! Io il generale Gatacre! Non potete essere tutti generali disse Dirk. Soltanto Nick e
io siamo generali. Voi siete tutti soldati semplici. Accidenti, Dirkie! Perchdevi sempre rovinare le cose? Tu chiudi la bocca, Brian. Dirk fiutl'insubordinazione e si
affretta distrarli. Forza, andiamo a cercare le munizioni. Dirk prese quella che per loro era la via igienica cioil sen-
tiero in cui era improbabile incontrare degli adulti ed essere inviati
altrove a tagliar legna o a curare il giardino sotto il controllo di
qualche genitore.
Le pesche sono quasi mature osservNick, mentre passava-
no accanto a un frutteto.
Ancora una settimana assentDirk, e s'infilcarponi attra-
verso la siepe nella piantagione dei Van Essen, che si estendeva fino
alla riva del Baboon Stroom.
Eccoli! gridqualcuno, mentre emergevano dagli alberi.
Boeri, generale! Sulla destra, lungo la riva, c'era un'altra banda di ragazzi, ap-
partenenti alle famiglie olandesi del distretto.
Io andra parlare con loro disse Dirk. Voi raccogliete mu-
nizioni. I compagni trottarono verso la riva e Dirk gridloro die-
tro: Ehi, Nick, preparami della buona argilla
Agli ordini, My Lord. Con la dignitdi un generale o di un Pari dei Regno, Dirk si av-
viverso il nemico, fermandosi a qualche passo di distanza.
Salve, Piet, siete pronti? chiese in tono altero. Piet Van Essen
era suo secondo cugino. Un ragazzo robusto, ma meno alto di Dirk.
侯a. Stesse regole? domandDirk.
Ja, stesse regole. Niente vestiti avvertDirk.
E niente sassi ribattPiet.
Quanti siete? domandDirk, cominciando a contare sospet-
tosamente il nemico.
Quindici... Come voi. Tutto bene, allora annuDirk.
Tutto bene. Nick lo stava aspettando nell'acqua bassa. Dirk saltaccanto a
lui e prese la grossa sfera d'argilla che l'altro gli porgeva.
E' perfetta, Dirkie, non troppo bagnata. Bene... Prepariamoci. Rapidamente, Dirk si tolse i vestiti, sfilla cintura dai passanti
dei calzoni e se l'affibbialla vita, per infilarvi le bacchette di ri-
serva.
Nascondi i vestiti, Brian disse, e controlli suoi ignudi guer-
rieri. Quasi tutti avevano ancora le forme femminee della fanciul-
lezza, torace stretto, stomaco sporgente, natiche grasse e bianche.
Verranno gilungo il fiume, come sempre disse Dirk. Que-
sta volta tenderemo loro un'imboscata. Parlando, trasformava
manciate di creta in palle e le infilava sulle estremitdelle bacchette.
Io e Nick aspetteremo qui. Voi lass tra quei cespugli. Stava cercando un bersaglio per esercitarsi e lo trovin una tar-
taruga acquatica che risaliva faticosamente la riva opposta.
S'interruppe: Guardate! disse, indicando l'animale; fece un
passo avanti, alzla mano armata di klei-lat ben dietro la testa, poi
sferzl'aria. La palla di creta sfuggsibilando dall'estremitdella
bacchetta e si abbattsul lucido carapace nero con tanta forza da
lasciarvi un segno bianco a forma di stella. La tartaruga ritrasse la
testa e le zampe, ruzzolando indietro, nel fiume.
Bel colpo! Ora provo io. Dirk lferm Basta cos Fra poco potrete tirare quanto vorre-
te. Adesso state a sentire! Quando verranno, io e Nick li tratterre-
mo qui per un p poi correremo indietro lungo il fiume e loro
c'inseguiranno. Aspettate finchsaranno proprio sotto di voi... Poi
dategli addosso
Dirk e Nick si accoccolarono l'uno accanto all'altro, con l'acqua
fin sotto il naso. Un ciuffo di canne nascondeva la parte superiore
della testa e, a portata di mano, su terreno asciutto, c'erano i klei-
lats.
Sott'acqua, Dirk sentNick che gli dava di gomito e annu An-
che lui aveva udito un mormorio di voci dietro l'ansa del fiume e il
rotolare di una zolla smossa da piedi incauti. Girla testa e rispose
al sorriso di Nick con un altro non meno assetato di sangue, poi
sbircida dietro le canne.
A una ventina di passi davanti a lui, una testa spuntcautamen-
te da dietro la sponda; l'espressione del viso era tesa, nervosa...
Dirk si ritrasse svelto dietro il ciuffo di canne.
Un lungo silenzio, rotto improvvisamente da un: 侶ui non ci
sono Una voce stridula, tipica dell'adolescenza e della tensione.
Era Boetie, un ragazzo delicato, piccolo per la sua et che insisteva
a unirsi agli altri in giochi che andavano oltre le sue forze.
Un altro lungo silenzio, poi il rumore di molti piedi che avanza-
vano furtivamente. Dirk strinse un braccio al compagno - adesso il
nemico era allo scoperto - e trasse la bocca fuori dell'acqua.
Ora!bisbigli ed entrambi afferrarono i klei-lats. La sorpre-
sa fu completa ed ebbe un effetto devastante. Quando Dirk e Nick
emersero gocciolanti dal fiume, pronti a lanciare, gli assalitori si
ammassarono in grappolo e non poterono nfuggire ndifendersi.
I proiettili d'argilla volarono nel mucchio, abbattendosi con for-
ti schiocchi sulla carne nuda.
非iamogli il fatto loro gridDirk, tirando senza scegliere il
bersaglio, alla cieca, nella massa di gambe, braccia e schiene rosa.
Accanto a lui, Nick caricava e lanciava con frenesia, in silenzio.
La confusione durforse quindici secondi, poi gli urli di dolore
si trasformarono in grida di rabbia.
Sono soltanto Dirk e Nick. Prendiamoli... Sono soltanto due. Il primo proiettile sfiorun orecchio di Dirk, il secondo lo colp in pieno petto.
青orri! boccheggitra una fitta e l'altra di dolore, e si lanci verso la sponda. Chinato in avanti per risalire dall'acqua, era terri-
bilmente vulnerabile, e un proiettile lanciato con un forte tiro raso-
terra lo colpin quella parte anatomica che egli presentava al nemi-
co. Il dolore lo fece letteralmente schizzare sulla sponda, mentre le
lacrime gli annebbiavano la vista.
侵nseguiamoli! Bombardiamoli! La muta latrava dietro Dirk e Nick, i proiettili sibilavano intor-
no a loro e li colpivano, mentre fuggivano lungo il fiume. Prima
che raggiungessero la curva successiva, le schiene e le natiche erano
pomellate di chiazze rosse, che il giorno dopo si sarebbero trasfor-
mate in lividi.
Senza precauzione alcuna, infiammati dalla caccia, gridando e
ridendo, gli assalitori si riversarono nella trappola che, non appena
furono alla svolta del fiume, si chiuse spietatamente su di loro.
Dirk e Nick si fermarono per fronteggiarli, e nello stesso mo-
mento la riva sopra le loro teste si orld'ignudi selvaggi urlanti e
danzanti, che li bombardarono di proiettili.
Per un minuto resistettero, poi, in rotta completa, si arrampica-
rono sulla sponda e corsero in preda al panico verso il rifugio della
piantagione.
Uno solo rimase indietro, inginocchiato nel fango, singhiozzan-
do piano. Ma, in obbedienza alle tacite leggi che li governavano, era
l'unico su cui non si dovesse infierire.
E' soltanto Boetie urlNick. Lasciatelo stare. Venite! Inse-
guiamo gli altri! Si arrampicsulla sponda e guidi compagni
dietro il nemico in fuga. Gridando per l'eccitazione, corsero sull'er-
ba verso il punto in cui Piet Van Essen stava disperatamente cercan-
do di arrestare la fuga e di radunare i propri uomini per far fronte
alla carica sull'orlo della piantagione.
Ma un altro ragazzo era rimasto al fiume: Dirk Courteney.
Adesso erano soltanto loro due, nascosti dalla sponda. Boetie
sollevlo sguardo e, attraverso le lacrime, vide Dirk che avanzava
lentamente verso di lui. Osservla bacchetta di salice nella sua ma-
no e l'espressione sul suo volto. Sapeva di essere rimasto solo.
俊i prego, Dirk mormor 俑i arrendo. Ti prego. Mi ar-
rendo. Dirk sogghign Con studiata lentezza modelluna palla di cre-
ta e caricla bacchetta.
俊i dartutto il mio pranzo, domani supplicBoetie. 俊ut-
to, non soltanto il dolce. Dirk lanciil proiettile. L'urlo di Boetie gli fece correre un bri-
vido lungo tutto il corpo. Comincia tremare per il piacere.
Ti daril mio temperino nuovo. La voce di Boetie era sotto-
cata dai singhiozzi e dalle braccia incrociate sul volto.
Dirk caricdi nuovo l'arma, lentamente, per assaporare quel
senso di potere.
Ti prego, Dirkie, ti prego. Ti darqualsiasi cosa... e urldi
nuovo.
Togliti le mani dalla faccia, Boetie. La voce di Dirk era stri-
dula per il piacere.
No, Dirkie. Ti prego, no. 俊ogliti le mani dalla faccia e ti lascerstare. 促romettilo, Dirkie. Prometti che mi lascerai stare. 促rometto bisbigliDirk.
Lentamente Boetie abbassle braccia, che erano sottili e molto
bianche: portava sempre maniche lunghe per proteggerle dal sole.
Hai promesso. Io ho fatto quello che... e la palla di creta lo colp in pieno naso, facendogli scattare la testa all'indietro. Subito il san-
gue comincia scorrere da entrambe le narici.
Boetie si portle mani al volto, diffondendo il sangue sulle
guance.
Avevi promesso gua Avevi promesso. Ma Dirk stava gi modellando un altro proiettile.

Dirkie torna casa da solo. Camminava piano, sorridendo lie-
vemente, coi morbidi capelli che gli ricadevano sulla fronte e uno
sbaffo d'argilla su una guancia.
Mary lo aspettava nella cucina del cottage di Protea Street. Lo
guarddalla finestra che sgusciava attraverso la siepe e attraversava
il cortile. Mentre si avvicinava alla porta, notil sorriso sulle sue
labbra. Il petto della ragazza riusciva a contenere a stento l'emozio-
ne che provava contemplando l'innocente bellezza di quel volto. Gli
apri la porta.
Ciao, caro. Ciao, Mary la salutDirk, e il suo sorriso divenne coslumi-
noso che Mary dovette abbracciarlo.
Santo cielo, sei coperto di fango. Sarmeglio che ti faccia un
bel bagno prima che torni la nonna. Dirk si svincoldall'abbraccio e si avvicinalla scatola dei bi-
scotti. Ho fame. 俗no solo acconsentMary, e Dirk ne prese una manciata.
Poi ho una sorpresa per te. Che cosa? Dirk pareva piinteressato ai biscotti.
Mary aveva sempre una sorpresa per lui, quando tornava da
scuola, e il pidelle volte si trattava di qualcosa di stupido, tipo un
paio di calze sferruzzate con le sue mani.
Te lo dirquando sarai nella vasca. Oh, va bene. Masticando, Dirk s'avviverso la stanza da ba-
gno. Comincia svestirsi lungo il corridoio, lasciando cadere prima
la camicia, poi i pantaloni, perchMary li raccogliesse mentre lo se-
guiva. Qual la sorpresa? Oh, Dirk, hai giocato di nuovo a quell'orribile gioco. Mary
s'inginocchiaccanto alla vasca e passdolcemente un piccolo pan-
no insaponato sulla schiena e le natiche contuse. 俊i prego, pro-
mettimi che non lo farai pi Va bene.Non era difficile ottenere una promessa da Dirk;
quella, in particolare, l'aveva gifatta parecchie volte. 俑a adesso
dimmi qual la sorpresa. Indovina. Mary sorrideva ora, un sorriso misterioso e allusi-
vo che catturl'attenzione di Dirk. Il ragazzo studila sua faccia
butterata, la sua brutta faccia piena d'affetto.
Dolci? azzard
Mary scosse la testa, accarezzando il suo corpo nudo con il
panno.
Non saranno altre calze! No. La ragazza immerse il panno nell'acqua saponata e co-
mincia strofinargli il petto. 俏o, non sono calze bisbigli
Allora Dirk cap E'... E' ... 俟 Dirkie, si tratta di tuo padre. Il ragazzo cominciimmediatamente a dibattersi. 非ov'
Mary? Dov' Prima infila la camicia da notte. E' qui? E' tornato a casa? 俏o, Dirk. Non ancora. E' a Pietermaritzburg. Ma lo vedrai
presto. Prestissimo. La nonna appena andata a prenotare i posti
sul treno. Partirete domani. Pieno d'eccitazione, il corpo caldo e bagnato del ragazzo comin-
cia tremare fra le braccia di Mary.

22.

Il un certo senso, signora Courteney, forse stato un bene che
non siamo riusciti a metterci in contatto con lei prima. Il
maggiore medico pigiil tabacco nella pipa e comincia fruga-
re metodicamente in tutte le tasche.
Ada gli venne in aiuto: I fiammiferi sono sulla scrivania
Oh, grazie! L'uomo accese la pipa e continu Capisce, suo
figlio era aggregato a un'unitirregolare... Non esistevano registra-
zioni riguardo al parente piprossimo, e quando arrivato qui da
Colenso, sei settimane fa, non era - diciamo cos- in condizione di
fornirci il suo indirizzo. Possiamo andare da papora? Dirk, che da cinque minuti si
agitava sul divano accanto ad Ada, non riusciva pia trattenersi.
侮edrai tuo padre fra qualche minuto, giovanotto disse il me-
dico, e si rivolse di nuovo ad Ada. Stando cosle cose, signora
Courteney, si risparmiata parecchia angoscia. In principio dubita-
varno di poter salvare la vita di suo figlio, per non parlare della
gamba. Per quattro settimane stato in bilico, diciamo. Ma ora... e sorrise con legittimo orgoglio, be', lo vedrlei stessa. Sta bene? chiese ansiosamente Ada.
Che costituzione formidabile ha il suo figliolo, tutto muscoli e
forza di volont Annu sempre sorridendo. S in via di guari-
gione. Forse la gamba destra resterun prigida, ma non niente
in confronto a quello che sarebbe potuto capitare... Scosse le mani
in un gesto eloquente. Ora l'infermiera vi accompagnerda lui. Quando potrtornare a casa? chiese Ada dalla soglia.
Presto... Fra un mesetto, forse.
Una profonda e ombrosa veranda, rinfrescata dalla brezza che
soffiava dai prati dell'ospedale. Cento alti letti di metallo lungo la
parete, cento uomini in camicia da notte di flanella grigia appoggia-
ti a cuscini bianchi. Alcuni dormivano, pochi leggevano, altri chiac-
chieravano a bassa voce o giocavano a scacchi e a carte sulle assi si-
stemate tra i letti. Uno solo se ne stava per conto proprio, fissando,
senza poterle vedere, il punto in cui una coppia di averle lanciava
strida rauche, forse disputandosi una rana sul prato.
La barba era sparita, rasata quando egli era troppo debole per
protestare, su ordine della caposala, che la considerava antigienica,
e il risultato era un deciso miglioramento che perfino Sean, in cuor
proprio, ammetteva. Protetta per tanto tempo, la pelle della parte
inferiore del viso era liscia e bianca come quella di un ragazzo;
quindici anni erano stati rasati assieme a quell'ispido groviglio nero.
Adesso erano le folte sopracciglia che risaltavano e, a loro volta, di-
rigevano l'attenzione sui suoi occhi, di un azzurro cupo, come l'om-
bra di una nuvola su un lago di montagna. Ancora picupo in quel
momento, mentre egli rifletteva sul contenuto della lettera che tene-
va nella mano destra.
Era arrivata tre settimane prima e gila carta scadente si stava
lacerando lungo le pieghe. Era una lunga lettera, dedicata in gran
parte a una minuta descrizione dell'infruttuosa guerra di logora-
mento in cui l'esercito di Buller era impegnato lungo il fiume Tuge-
la. Non mancavano accenni alle emicranie periodiche di cui lo scri-
vente soffriva, come risultato della ferita che esternamente si era or-
mai rimarginata, e molti riferimenti alla profonda gratitudine che
Saul provava per Sean. Questi imbarazzavano talmente Sean che
egli li saltava sempre, quando rileggeva la lettera.
Ma c'era un paragrafo sul quale tornava ogni volta e che leggeva
lentamente, bisbigliando, in modo da assimilare ogni parola:
Ricordo di averti parlato di Ruth, mia moglie. Come sai, fug-
gita da Pretoria e ora si trova a Pietermaritzburg, presso uno zio.
Ieri ho ricevuto da lei una lettera con splendide notizie. Il prossimo
giugno saremo sposati da quattro anni e ora, finalmente, come ri-
sultato del nostro breve incontro al suo arrivo nel Natal... Sto per
diventare padre! Ruth mi scrive che certa che saruna bambina
(benchio sia sicuro che sarun maschio) e che sa gicome chia-
marla. E' un nome piuttosto insolito, a dir poco... So che mi ci vor-
rparecchia diplomazia per farle cambiare idea (tra le sue molte
virtc'un'ostinazione da etdella pietra). Vuole chiamare la po-
vera piccina Storm - Storm Friedman - e la prospettiva mi atter-
risce!
Benchtu e io siamo di religioni diverse, ho scritto a Ruth chie-
dendole di acconsentire a scegliere te come sandek... Che l'equiva-
lente del vostro padrino. Non riesco a immaginare nessuna obiezio-
ne da parte di Ruth (soprattutto considerando il debito che entram-
bi abbiamo nei tuoi confronti) e ora occorre soltanto il tuo s Ce lo
darai?
Nella stessa lettera le ho spiegato la tua attuale situazione e le ho
dato il tuo indirizzo (presso Greys Hospital), chiedendole di venirti
a trovare per ringraziarti personalmente. Ti avverto che sa sul tuo
conto tutto quanto so io... Non sono tipo da nascondere i miei entu-
siasmi!

Disteso con la lettera stretta in mano, Sean guardava oltre i pra-
ti, nel sole. La gabbia di vimini che sosteneva la sua gamba gonfia-
va le coperte come il ventre di una donna incinta. Storm! bisbi-
gli ricordando la luce dei lampi che fluttuava azzurra e bianca sul
corpo di Ruth. Perchnon viene? L'aveva aspettata per tre setti-
mane. Sa che sono qui, perchnon viene da me?
Visite per lei. L'infermiera si fermaccanto al suo letto e si-
stemle coperte.
Chi? chiese Sean, facendo uno sforzo per sollevarsi su un go-
mito. L'altro braccio era ancora fasciato e appeso al collo.
Una signora. Sean sentche il cuore gli balzava in gola. E
un bambino. Il gelido riflusso della delusione, quando si rese con-
to che non era lei. Poi un immediato senso di colpa... Ada e Dirk,
come poteva sperare che si trattasse di qualcun altro?
Senza la barba, Dirk non lo riconobbe finchnon fu a una deci-
na di passi. Allora partalla carica, il berretto volvia e i capelli ne-
ri, nonostante la brillantina, si arruffarono mentre correva. Urlan-
do parole prive di senso, raggiunse il letto, si arrampicaddosso al
padre e gli si avvinghial collo.
Passun pdi tempo prima che Sean potesse liberarsi e guar-
darlo. Bene, ragazzo disse, e poi di nuovo, bene, ragazzo. Non volendo esibire il proprio amore per il figlio sotto gli occhi di
tutti - c'erano almeno cento uomini che li osservavano sorridendo -
Sean cercun diversivo rivolgendosi ad Ada.
La donna aspettava pazientemente, come aveva aspettato per
metdella propria vita, ma, quando Sean si girverso di lei, il suo
sorriso era colmo di tenerezza. Sean. Si chinper baciarlo. Co-
sa ne stato della tua barba? Sembri cosgiovane! La donna e il ragazzo rimasero accanto al letto per un'ora, la
maggior parte della quale fu occupata da un monologo di Dirk. Ne-
gli intervalli, mentre il ragazzo riprendeva fiato, Ada e Sean potero-
no scambiarsi le notizie. Infine Ada si alz Il treno parte fra mez-
z'ora, e Dirk ha scuola domani. Verremo a trovarti ogni settimana,
finchnon potrai tornare a casa. Portar fuori Dirk dall'ospedale fu come strappare un ubriaco da
un bar. Da sola, Ada non poteva farcela e dovette chiedere aiuto a
un portantino. Scalciando e lottando in preda a una collera cieca,
Dirk fu portato fuori della veranda, e le sue grida giunsero fino a
Sean anche parecchio tempo dopo che il ragazzo era scomparso dal-
la sua vista.
Voglio mio padre! Voglio restare con mio padre!
23.

Beniamin Goldberg era il curatore del patrimonio del fratello.
Tale patrimonio era costituito dal quaranta per cento delle
azioni della Goldberg Bros., Ltd., una compagnia che posse-
deva una fabbrica di birra, quattro piccoli alberghi (e un quinto
molto pigrande sulla Marina Parade di Durban), sedici macellerie
e una ditta produttrice di salsicce di maiale, pancetta e prosciutto
affumicato. Questi ultimi beni di consumo procuravano a Benjamin
un certo imbarazzo, ma la loro produzione era troppo proficua per
essere abbandonata. Benjamin era anche presidente del consiglio
d'amministrazione della Goldberg Bros., con il sessanta per cento
delle azioni. La presenza di un esercito di venticinquemila uomini
affamati e assetati nel Natal aveva aumentato il consumo di birra e
pancetta aggravando il disagio di Benjamin, perchegli era un uo-
mo che amava la pace. I grossi profitti procuratigli dalle ostilitlo
turbavano e deliziavano insieme.
Questa stessa duplice emozione era suscitata dalla presenza in
casa sua della nipote Ruth. Benjamin aveva quattro figli maschi e
nessuna femmina, mentre suo fratello Aaron aveva lasciato una fi-
glia con la quale Benjamin avrebbe scambiato volentieri tutti e
quattro i suoi ragazzi. Non perchfossero dei buoni a nulla: tutti si
erano sistemati molto bene negli affari. Uno dirigeva il Port Natal
Hotel, il maggiore si occupava della fabbrica di birra e gli altri due
gestivano il settore carni. Ma... E qui Benjamin sospirava... Ma
Ruth! Quella era la ragazza che ci voleva per la vecchiaia di un uo-
mo! Benjamin la guardal di ldel legno lucido della tavola appa-
recchiata per la prima colazione con l'elegante apparato d'argenti e
porcellane, e sospirdi nuovo.
隹desso, zio Ben, non ricominciare. Per piacere disse Ruth,
imburrando una fetta di pane tostato.
Ciche voglio dirti che abbiamo bisogno di lui qui. E' una
cosa tanto terribile? Saul un avvocato. 俏u? E allora? E' un avvocato, e a noi occorre un uomo di leg-
ge. Sapessi gli onorari che pago a quegli altri schmoks! Saul non vuole entrare nella compagnia. D'accordo. Sappiamo che non vuole la caritdi nessuno. Sap-
piamo che non vuole servirsi del tuo denaro. Sappiamo tutto del
suo orgoglio... Ma adesso ha delle responsabilit Dovrebbe pensare
a te... E al piccolo... Non solo a quello che lui vuole o non vuole. Sentendo menzionare il bambino, Ruth si accigliun poco. Be-
njamin se ne accorse; erano poche le cose che egli non notava. Gio-
vani! Se soltanto si riuscisse a far capire loro... Benjamin Goldberg
sospirdi nuovo. Bene. Lasceremo perdere finchSaul non torna
in licenza disse stancamente.
Ruth, che non aveva mai parlato a Saul delle offerte d'impiego
di suo zio, provper un momento a immaginare la sua vita a Pie-
termaritzburg... Abbastanza vicina per affogare nella marca d'affet-
to emanata dallo zio Benjamin, presa come una mosca nella ragna-
tela vischiosa dei vincoli e dei doveri familiari. La prospettiva la fe-
ce rabbrividire. 俟e accenni la cosa a Saul, non ti parlermai piin
vita mia! Le guance le s'infiammarono e gli occhi mandarono
lampi. Perfino la pesante treccia di capelli neri parve prender vita,
come la coda di una leonessa infuriata, frustando l'aria mentre la
ragazza scuoteva il capo.
Oi Yoi Yoi! Benjamin cercdi mascherare il proprio piacere
chiudendo le palpebre. Che temperamento! Che donna! Potrebbe
mantenere giovane un uomo per sempre!
Ruth balzin piedi. Solo allora Beniamin notche indossava un
abito da cavallerizza.
Dove stai andando? Non intenderai cavalcare anche oggi? Proprio cos Il bambino! Zio Ben, quando imparerai a badare ai fatti tuoi? E si avvi verso la porta. Il suo ventre non era ancora ingrossato e la ragazza
si muoveva con una grazia che sconcertBenjamin.
Non dovresti permetterle di trattarti cos Mitemente, com'e-
ra suo solito, sua moglie gli parldall'altro capo della tavola.
Quella ragazza ha qualcosa che la tormenta. Il vecchio si ri-
pulcon cura i baffi imbrattati di tuorlo d'uovo, posil tovagliolo,
consultl'orologio d'oro da taschino e scostla sedia. 侶ualcosa
di grosso. Non dimenticare le mie parole. Era venerd strano come questo giorno fosse diventato il perno
intorno al quale ruotava l'intera settimana. Ruth spronlo stallone
sauro e l'animale allungl'andatura sotto di lei, balzando in avanti
con tanto vigore che Ruth dovette frenarlo un poco, riportandolo al
piccolo galoppo.
Era in anticipo e dovette aspettare dieci interminabili minuti nel
viale di querce dietro il Greys Hospital prima che, come una cospi-
ratrice, la piccola infermiera sgusciasse attraverso la siepe.
Ce l'ha? chiese Ruth. La ragazza annu si guardfurtiva-
mente intorno ed estrasse una busta dal grembiule grigio da infer-
miera. Ruth la scambicon una sterlina d'oro. Stringendo la mone-
ta nel pugno, la ragazza si avviverso la siepe.
Aspetti la fermRuth. Era il suo unico contatto materiale
con Sean ed ella era riluttante a spezzarlo cospresto. Come sta? E' tutto scritto l signora. 俠o so... Ma mi dica che aspetto ha. Cosa fa, cosa dice insi-
stette Ruth.
保h, l'aspetto splendido adesso. Ha gironzolato coi suoi ba-
stoni per tutta la settimana, aiutato da quel suo grosso selvaggio ne-
ro. Il primo giorno caduto, e avreste dovuto sentirlo imprecare.
Signore! Le due donne risero insieme. E' proprio un bel tipo. Ieri
ha avuto un altro bisticcio con la sua infermiera, quando si pre-
sentata per lavarlo. Le ha dato della baldracca spudorata. Lei gli ha
risposto per le rime. Ma si vedeva che era tutta contenta e non face-
va che raccontarlo a chiunque fosse disposto ad ascoltarla. La ragazza esultava e Ruth l'ascoltava incantata, finch 亟 sa-
pete cos'ha fatto ieri, mentre gli cambiavo le bende? arrosslieve-
mente. Mi ha pizzicato il didietro! Ruth sentun'ondata di collera salirle alla testa. A un tratto no-
tche la ragazza era graziosa, benchun pinsipida.
E poi ha detto... Grazie! Ruth dovette trattenere la mano che impugnava il
frustino. Devo andare ora. Di solito la lunga gonna da amazzone
l'ostacolava nel montare in sella, ma ora si trovin groppa senza il
minimo sforzo.
Venerdprossimo, signora? Se colplo stallone sul collo. L'animale balzin avanti con
tanta violenza da costringerla ad afferrarsi al pomo della sella. Ruth
lo strapazzcome non aveva mai fatto con un cavallo, usando gli
speroni e il frustino finchscure chiazze di sudore e schizzi di schiu-
ma apparvero sui fianchi e sul collo dell'animale. Quando Ruth rag-
giunse un punto isolato sulla riva del fiume Umgeni, molto fuori
citt la sua gelosia si era placata ed ella si vergogndi se stessa. Al-
lentil sottopancia dello stallone e lo vezzeggiun poco prima di
legarlo a un salice piangente. Quindi scese al suo tronco favorito,
sul bordo dell'acqua.
Qui si sedette e aprla busta. Se soltanto Sean avesse saputo che
il grafico della sua temperatura, i segni di miglioramento, le prescri-
zioni dei medico e il contenuto di saccarosio della sua urina erano
studiati cosavidamente, con ogni probabilitavrebbe aggiunto agli
altri suoi mali un travaso di bile.
Infine Ruth piegi fogli, li infilnella busta e ripose quest'ulti-
ma nella tasca della giacca. Doveva sembrare cosdiverso, senza
barba! Fissil gorgo sotto di s il volto di Sean si formnell'acqua
verde e le restitulo sguardo. Ruth toccla superficie con la punta
di uno stivale, le increspature si allargarono e l'immagine si fran-
tum
A Ruth non rimase che il proprio senso di solitudine. Non de-
vo andare da lui mormora se stessa, temprando la determina-
zione che l'aveva tenuta fuori dal Greys Hospital fin da quando
aveva saputo che Sean era l Cosvicino... Costerribilmente vi-
cino.
Con uno sforzo di volontfissdi nuovo l'acqua e tentdi evo-
care il volto del marito. Tutto ciche vide fu un pesce giallo, con
un disegno a denti di lima sui fianchi, che scivolava tranquillo sul
fondo melmoso. Ruth gettun sasso nel fiume e il pesce sfrecci via.
Saul. Il piccolo allegro Saul con la sua faccia da scimmia, che la
faceva ridere come una madre ride dei proprio bambino. Io lo amo,
si disse. Ed era vero, lo amava. Ma l'amore ha molte forme: alcune
sono le forme delle montagne, alte e grosse e accidentate; mentre al-
tre sono come nuvole, senza contorni netti, si muovono dolcemente
attorno alla montagna, l'avvolgono e fuggono via, ma la montagna
non ne modificata. La montagna rimane per sempre.
俠a mia montagna mormor e vide di nuovo Sean con estre-
ma chiarezza, come quando egli la sovrastava nella tempesta.
Storm bisbigli e premle mani aperte sul ventre, ancora piatto
e duro. 俟torm ripet e avvertuna sensazione di calore. Si dif-
fondeva dal suo utero, e il desiderio di rivedere Sean crebbe con es-
sa fino a diventare incontrollabile. Con la gonna svolazzante, corse
verso lo stallone: le sue mani tremarono sulle cinghie del sotto-
pancia.
Solo una volta promise a se stessa. Solo un'altra volta. Con frenesia si isssulla sella. Solo questa volta, lo giuro! e poi,
con voce rotta, non posso farne a meno. Ho tentato... Oh Dio, se
ho tentato! Un mormorio di apprezzamento la segui dai letti lungo la pare-
te, mentre Ruth percorreva la veranda dell'ospedale. C'erano grazia
e ansia insieme nel modo in cui teneva raccolta la gonna con una
mano, nel rapido e regolare ticchettio degli stivali appuntiti sull'im-
piantito di cemento, nel dondolio appena accennato dei fianchi.
C'era un'aperta impazienza nello scintillio degli occhi e nel proten-
dersi del seno sotto la giacca rosso-vino. La furiosa cavalcata che
l'aveva condotta fin li le aveva acceso le guance e arruffato i capelli
sulle tempie e sulla fronte.
Quegli uomini malati e soli reagirono come se davanti a loro
fosse passata una dea, eccitati dalla sua bellezza, ma anche rattrista-
ti per la sua irraggiungibilit Ruth non li not non avverti loro
occhi avidi su di s non udil dolente bisbiglio delle loro voci...
perchaveva visto Sean.
Veniva avanti piano attraverso il prato, usando maldestramente
il bastone per compensare la rigiditdella gamba destra. Teneva gli
occhi bassi e aggrottava la fronte, assorto in qualche pensiero. A
Ruth si mozzin gola il respiro. Com'era cambiato! Non lo ricor-
dava cosalto, con le spalle ossute e larghe come la traversa di una
forca. Non aveva mai visto prima la linea prominente della mascel-
la, nla pallida levigatezza della pelle, con l'ombra azzurrina della
rasatura. Ma rammentava gli occhi appesantiti dalle sopracciglia ne-
re e il gran naso adunco sopra la larga bocca sensuale.
Sull'orlo del prato Sean si ferm puntil bastone tra le gambe
divaricate, stringendo l'impugnatura con entrambe le mani, alzlo
sguardo e la vide.
Per parecchi secondi nessuno dei due si mosse. Sean rimase ap-
poggiato al bastone, con le spalle curve e il mento sollevato, e la fis-
s Ruth, nell'ombra della veranda, sorreggeva ancora la gonna con
una mano... Ma l'altra era intorno alla gola, nel tentativo di placare
le emozioni che vi si agitavano.
Gradualmente le spalle di Sean si raddrizzarono, finchegli si
erse in tutta la sua statura. Buttda parte il bastone e tese le braccia
verso di lei.
E all'improvviso Ruth si trova correre sul prato verde e li-
scio... Si trovsul suo petto, tremando in silenzio, mentre egli la
stringeva.
Con le braccia intorno alla vita di Sean e il viso premuto sul suo
torace, Ruth poteva sentire il suo odore d'uomo e i muscoli duri che
la cingevano... E sapersi al sicuro. Finchfossero restati cos nulla,
nessuno avrebbe mai potuto toccarla.

24.

Sul pendio della montagna con la cima piatta che sovrasta la
cittdi Pietermaritzburg c'una radura circondata da acacie
australiane. E' un luogo segreto, dove perfino il piccolo e ti-
mido blue buck esce a pascolare alla luce del sole. Nelle giornate
calme si pusentire molto debolmente lo schiocco delle fruste dei
carrettieri sulla strada sottostante o, ancora p檡 lontano, il fischio
di un treno. Ma sono le uniche intrusioni della civiltin quel luogo
selvaggio.
Una farfalla attraversil prato col suo incerto volo oscillante,
passdal sole alle mobili chiazze d'ombra sul bordo della radura e
si pos
Porta fortuna mormorpigramente Sean, e Ruth sollevla
testa dalla coperta su cui stavano distesi. Mentre la farfalla muove-
va le ali, spiegandole con garbo, i disegni gialli e verdi splendevano
nel raggio sottile che filtrava attraverso il tetto di foglie, cadendo su
di essa come la luce di un riflettore.
Fa il solletico disse Ruth, mentre l'insetto si muoveva come
un gioiello vivente sul liscio candore del suo ventre. Raggiunto
l'ombelico, si ferm Poi la sua minuscola lingua a viticcio si sroto-
le lambi il velo di umidore che l'amplesso aveva lasciato sulla pel-
le di Ruth.
E' venuta a benedire la piccola. La farfalla evitla profonda e piccola cavitdelicatamente ce-
sellata e si mosse verso il basso.
Non ti pare che si stia spingendo un ptroppo oltre? Non do-
vrbenedire anche quella, spero disse Ruth.
青erto sembra che sappia bene dove andare ammise Sean,
perplesso.
La farfalla trovla strada verso il sud bloccata da una foresta di
riccioli scuri, allora fece laboriosamente dietro front e tornsui
propri passi. Ancora una volta girintorno all'ombelico, poi punt verso l'avvallamento del seno.
Prosegudritta, amica l'ammonSean, ma all'improvviso la
farfalla fece una svolta e risall'erto pendio, finchsi fermtrion-
fante sulla vetta.
Sean la osservagitare lievemente le ali e risplendere sul capez-
zolo di lei, e si sentdi nuovo eccitato. Ruth mormorcon voce
roca.
La donna voltla testa per guardarlo negli occhi. Vattene, far-
fallina disse, e scaccicon la mano l'insetto dal seno.

Pitardi, dopo che ebbero dormito un poco, Ruth svegliSean
e i due sedettero l'uno di fronte all'altra sulla coperta con un panie-
re da picnic aperto tra loro.
Mentre Sean stappava il vino, Ruth armeggiava sulla cesta con
la concentrazione di una sacerdotessa intenta a preparare un sacrifi-
cio. Sean la guardtagliare i panini e spalmarli di burro giallo e sa-
lato, poi svitare i coperchi dei barattoli. Fagioli marinati, barbabie-
tole e cipolle sott'aceto. Un cuore di giovane lattuga frusci mentre
Ruth ne strappava le foglie, ponendole in una ciotola di legno e ver-
sandovi sopra il condimento. I capelli sciolti ricadevano come
un'onda nera sul candore marmoreo delle spalle. Con il dorso della
mano Ruth li allontandalla fronte, poi alzgli occhi e sorrise.
Non fissarmi cos Mi metti in imbarazzo. Prese il bicchiere
che Sean le porgeva e sorseggiil fresco vino bianco, poi lo mise da
parte e continuil suo lavoro, trinciando un bel pollo dal petto
grasso. Gli occhi di Sean non si staccavano dal suo corpo, ma Ruth
finse di ignorarlo e comincia cantare sottovoce la stessa canzone
d'amore della notte del temporale, mentre il seno occhieggiava timi-
damente attraverso la cortina nera dei capelli.
Infine si ripulaccuratamente le dita con un tovagliolo di lino,
riprese il bicchiere e, chinata un poco in avanti con i gomiti sulle gi-
nocchia, ricambilo sguardo con pari baldanza. Mangia disse.
亟 tu? Fra poco. Voglio guardarti. Sean era affamato.
Mangi nello stesso modo in cui fai l'amore... Come se dovessi
morire domani. In questi giorni non c'pericolo. Sei coperto di cicatrici, come un vecchio gattaccio che combat-
te troppo. Si curve gli toccil petto con un dito. 青osa ti suc-
cesso qui? Un leopardo. E qui? toccandogli un braccio.
Un coltello. E qui? indicando un polso.
La vampata di un fucile. Ruth abbassla mano e accarezzla cicatrice fresca che girava
intorno alla gamba come un grottesco rampicante purpureo. Que-
sta so cos'頠, mormor e i suoi occhi divennero tristi.
Per farle cambiare umore, Sean si affretta parlare. Ora sta a
me fare domande. Allungun braccio e posla mano aperta sul
ventre di Ruth, avvertendo il primo lieve rigonfiamento che preme-
va, caldo, contro il suo palmo. 青osa successo qui? chiese, e
Ruth fece una risatina prima di rispondere:
俠a vampata di un fucile... O era un cannone? Quindi ripose
ogni cosa nel cesto e s'inginocchiaccanto a Sean, che stava sdraia-
to sul dorso con un lungo sigaro nero tra i denti. 俟ei sazio? gli
chiese.
Mio Dio, se sospir beato.
Io no, invece! Si chinsu di lui, gli tolse il sigaro dalla bocca
e lo getttra i rovi.
Con il primo debole rossore della sera nel cielo, una lieve brezza
scese dalla montagna, facendo frusciare il fogliame sopra di loro. I
piccoli peli degli avambracci di Ruth si rizzarono sotto l'effetto del-
la pelle d'oca, e i capezzoli puntarono in fuori, bruni e duri.
Non devi tornare in ritardo all'ospedale proprio il primo gior-
no che ti lasciano uscire disse, allontanandosi da Sean e racco-
gliendo i propri indumenti. La capoinfermiera mi farebbe impic-
care, trascinare da un cavallo e squartare. Sean annu Si rivestiro-
no in fretta, Ruth era gilontana da lui. Ogni allegria era scompar-
sa dalla sua voce e il suo viso era freddo, inespressivo.
Sean si piazzdietro di lei per allacciarle il busto. Odiava impri-
gionare quel bel corpo in una gabbia di stecche di balena, e stava
per dirlo, quando Ruth gli annunci Domani arriva Saul. Un me-
se di licenza La sua voce era dura. Le mani di Sean si arrestarono
e i due rimasero cos senza muoversi. Era la prima volta che uno di
loro menzionava Saul da quel mattino di un mese prima, quando
Ruth era andata all'ospedale.
Perchme lo dici soltanto adesso? Anche la sua voce era
dura.
Non volevo rovinare la giornata. Ora gli stava di fronte, ma
teneva gli occhi fissi sulle alture oltre la citt
Dobbiamo decidere che cosa dirgli. Non c'niente da dirgli replicRuth in tono calmo.
Ma cosa faremo? Ora nella voce di Sean c'era paura mista a
senso di colpa.
亭aremo, Sean? Ruth si voltlentamente. Il suo viso era sem-
pre freddo e inespressivo. Non faremo nulla... Assolutamente
nulla. 俑a tu appartieni a me! protestSean.
No rispose Ruth.
Il bambino... mio! A queste parole gli occhi di Ruth si restrinsero e la linea morbi-
da delle sue labbra s'indurper la collera.
No, accidenti, non lo Non tuo... Anche se l'hai generato. Lo guardava con occhi fiammeggianti. Era la prima volta che si ar-
rabbiava con lui, e Sean ne rimase sgomento. Il bambino appartie-
ne a Saul... E io appartengo a Saul. Non ti dobbiamo niente. Sean la fiss Non parli sul serio disse a voce bassa, e la col-
lera di Ruth svan Lui cercdi approfittarne.
Ce ne andremo insieme. Scapperemo... Vuoi dire! Ce la svigneremo come una coppia di
ladri! E cosa porteremmo via con noi, Sean? La felicitdi un uomo
che ci ama e si fida di entrambi... Questo, e il nostro senso di colpa.
Non mi perdoneresti mai, nio perdonerei te. Giadesso eviti di
guardarmi. Cominci gia odiarmi un poco. No! No! 亟 io odierei te mormorRuth. 亭a' portare il mio cavallo,
per piacere. Tu non lo ami. Questa accusa disperata gli era stata strappa-
ta dal petto, ma fu come se Sean non avesse parlato.
Ruth continuava a vestirsi. Vorrvederti. Metdi ogni sua let-
tera riguarda te. Gli ho scritto che sono venuta a trovarti all'ospe-
dale. Glielo dir gridSean. Gli dirtutto. Non lo farai ribattRuth con calma. Non l'hai salvato a
Colenso per distruggerlo adesso. Perchlo distruggeresti... E noi
con lui. Per piacere, fa' portare il cavallo. Sean fischie rimasero l'uno accanto all'altra, senza toccarsi,
senza parlarsi, perfino senza guardarsi. FinchMbejane uscdalla
macchia sotto la radura tenendo i cavalli per le briglie.
Sean aiutRuth a montare. 侶uando? domandpiano.
Forse mai pi rispose Ruth, avviandosi. Non si voltindie-
tro, cosSean non vide le lacrime che scorrevano sul suo volto. Lo
scalpitio soffocato degli zoccoli copri suoi singhiozzi e Ruth irrigi-
di la schiena e le spalle, affinchSean non capisse che stava pian-
gendo.

25.

I Consiglio di guerra finmolto dopo che si era fatto buio, e
quando i comandanti furono partiti a cavallo per i loro laagers
tra le colline, Jan Paulus sedette da solo accanto al fuoco.
Era stanco, come se il suo cervello fosse il flaccido, freddo cor-
po di una piovra i cui tentacoli gli avvinghiavano tutte le membra.
Ed era solo. Ora che comandava cinquemila uomini, si sentiva pi solo di quanto gli fosse mai accaduto nella vasta solitudine dei veld.
Per questo i suoi pensieri andarono a Henrietta, la donna che da
vent'anni era la sua compagna, e sorrise nel buio, mentre la nostal-
gia smussava il filo della sua determinazione.
Vorrei tornare alla fattoria, magari soltanto per una settimana.
Giusto per assicurarmi che stiano tutti bene. Vorrei legger loro la
Bibbia e guardare i volti dei bambini alla luce della lampada. Vorrei
sedere con i miei figli sulla veranda e sentire le voci di Henrietta e
delle ragazze che lavorano in cucina. Vorrei...
Bruscamente si alz scostandosi dal fuoco. Ja, tu vorresti que-
sto e vorresti quello! Va' allora! Concediti la licenza che hai rifiu-
tato a tanti altri. Contrasse le mascelle, mordendo il cannello della
pipa. Oppure siediti qui a sognare come una donnicciola, mentre
venticinquemila inglesi si riversano oltre il Tugela.
Usca grandi passi dal laager; il terriccio rotolava sotto i suoi
piedi, mentre risaliva il pendio verso la cresta. Domani, si disse.
Domani. Dio stato misericordioso, facendo si che gli inglesi non
attaccassero le alture due giorni fa, quando avevo solo trecento uo-
mini per difenderle. Ma adesso ne ho cinque migliaia contro le loro
venticinque... E dunque che vengano!
Quando raggiunse la cresta, la vallata del Tugela apparve all'im-
provviso ai suoi piedi. Morbidamente illuminata dalla luna, cosche
il fiume sembrava un nero squarcio nel terreno. Jan Paulus esplor con lo sguardo il suo corso, finchvide i fuochi di bivacco ai due la-
ti del guado della fattoria Trichardts.
Erano passati. Dio mi perdoni per averlo permesso, ma non po-
tevo affrontarli con trecento uomini. Per due giorni ho atteso come
in agonia che le mie colonne coprissero le venti miglia da Colenso.
Per due giorni ho guardato la loro cavalleria, i loro fanti e i loro
carri attraversare il guado, senza poterli fermare. Adesso sono
pronti. Domani verranno su. E questo il punto in cui attaccheran-
no: tentare altrove sarebbe una follia, una sciocchezza troppo gran-
de anche per gli inglesi. Non possono salire sulla destra, perchper
raggiungere la cresta devono passare attraverso il nostro fronte.
Con poca copertura e chiusi tutt'intorno dal fiume, esporrebbero il
fianco ai nostri fucili, da soli duecento metri. No, non possono ten-
tare sulla destra... Nemmeno Buller lo farebbe.
Lentamente giril capo e guarda sinistra, dove alti picchi
emergevano dalle colline. La conformazione dei terreno somigliava
al dorso di un gigantesco pesce. Jan Paulus si trovava sulla testa,
sul pendio relativamente dolce dei Tabanyama... Ma sulla sua sini-
stra s'innalzava la pinna dorsale. Questa era formata da una serie di
picchi: Vaalkrans, Brakfontein, Twin Peaks, Conical Hill e, pial-
to e piimponente di tutti, lo Spion Kop. Ancora una volta, avvert il tormentoso aculeo del dubbio. Ma no, certamente nessuno, nem-
meno Buller, avrebbe scagliato un esercito contro quella linea di ba-
luardi naturali. Sarebbe stata un'azione senza effetto: un'onda che
si frange contro una scogliera di granito. Eppure il dubbio perma-
neva.
Forse Buller, quell'uomo pedestre e dei tutto prevedibile, che
pareva eternamente legato alla strategia dell'attacco frontale, forse
questa volta avrebbe capito che i pendii del Tabanyama erano in
maniera troppo logica l'unico punto in cui poteva sfondare. Forse
avrebbe sospettato che l'intero esercito nemico sarebbe stato lad
attenderlo con tutti i suoi cannoni. Forse avrebbe immaginato che
soltanto venti burghers guardavano ognuno dei picchi sul fianco si-
nistro, perchJan Paulus non aveva osato assottigliare il fronte e
aveva rischiato tutto sul Tabanyama.
Sospir Ormai non c'era pitempo per i dubbi. Egli aveva fat-
to la sua scelta e domani avrebbe saputo. Domani, van more.
Pesantemente si volte comincia scendere il pendio verso il
laager. La luna stava calando dietro il massiccio nero dello Spion
Kop, la cui ombra nascondeva il sentiero. Pietre sparse rotolavano
sotto i suoi piedi. Jan Pafflus inciampe quasi cadde.
Wies Daar?gridqualcuno da una sporgenza di granito di
fianco al sentiero.
Un amico rispose Jan Paulus. Ora vedeva l'uomo: stava ac-
covacciato con la schiena appoggiata alla roccia, il Mauser tenuto
basso all'altezza dei fianchi.
Di che commando sei? Wynbergers, sotto Leroux. Dunque conosci Oom Paul? domandla sentinella.
S Di che colore ha la barba? Rossa... Rossa come le fiamme dell'inferno. La sentinella rise. Digli da parte mia che gliel'annoderla
prossima volta che lo vedo. Sarmeglio che ti radi prima di provarci... Potrebbe fare lo
stesso con te l'ammonJan Paulus.
Sei un suo amico? E anche suo parente. All'inferno anche te, allora rise la sentinella. 侮uoi bere un
caffcon noi? Era un'ottima occasione per mischiarsi ai suoi uomini e saggiar-
ne il morale in vista dell'imminente battaglia. Jan Paulus accett l'invito: 非ankie
Bene. La sentinella si alze Jan Paulus vide che si trattava di
un omaccione, reso ancora pialto dal tipico cappello di feltro nero
con la tesa rialzata ai lati. 便arl, c'rimasto del caffgridnel
buio dietro le rocce, ricevendo immediatamente risposta.
促erdio, dovete proprio urlare cos Questo un campo di bat-
taglia, non un comizio. Gli inglesi non sono da meno. Li abbiamo sentiti per tutta la
notte. Gli inglesi sono stupidi. Dovete esserlo anche voi? Proprio perchsei tu... La sentinella abbassla voce, ridu-
cendola a un bisbiglio sepolcrale, poi ruggdi nuovo: Allora, arri-
va questo maledetto caff
Non si pudire che manchi di fegato, sogghignJan Paulus fra
s mentre la sentinella, sempre ridacchiando, gli metteva un brac-
cio intorno alle spalle e lo conduceva verso il fuoco nascosto dietro
le rocce. Tre burghers stavano accoccolati intorno a esso, con le co-
perte sulle spalle. Discorrevano tra loro, mentre la sentinella e Jan
Paulus si avvicinavano.
亭ra mezz'ora la luna sarcalata disse uno di loro. 侯a... E
io non sarcontento di vederla sparire. Se gli inglesi hanno in men-
te un attacco notturno, verranno quando il buio sarpipro-
fondo. Chi c'con te? chiese Karl alla sentinella.
Un amico. Di quale commando? 俐ynbergers rispose Jan Paulus, e Karl annu mentre pren-
deva dal fuoco la caffettiera di metallo smaltato.
Dunque, stai con Oom Paul. Quali probabilitpensa che ab-
biamo domani? Quelle di un uomo in una macchia fitta, con un solo proiettile
in canna e un bufalo che lo sta caricando. E la cosa lo preoccupa? Solo un pazzo non sarebbe preoccupato. Oom Paul ha paura.
Ma cerca di non mostrarlo, perchla paura picontagiosa della
difterite rispose Jan Paulus, accettando la tazza di caffe seden-
dosi contro una roccia non raggiunta dalla luce delle fiamme, affin-
chgli uomini non lo riconoscessero.
La mostri o no, poco importa grugnla sentinella, riempien-
do la propria tazza. Ma scommetto che darebbe un occhio per tro-
varsi nella sua fattoria a Wynberg, con la moglie accanto nel letto a
due piazze. Jan Paulus si sentavvampare di collera e ribattcon voce
aspra: Lo credi un codardo?
Quello che credo che piacerebbe anche a me starmene sulla
vetta di una collina ben lontana dal fuoco nemico e mandare gli al-
tri a farsi ammazzare ridacchila sentinella.
L'ho sentito giurare che domani si troverldove il combatti-
mento sarpiaspro brontolJan Paulus.
Oh, ha detto cos Perchnoi si combatta pidi buon animo?
Ma quando i Lee-Metford ti aprono la pancia... Come fai a sapere
dove si trova Oom Paul? Ti ho detto che mio parente. Quando insulti lui, insulti me. L'ira aveva serrato la gola a Jan Paulus, e la sua voce suonstroz-
zata.
Bene! La sentinella balzin piedi Sistemiamo la faccenda
subito! 青alma, imbecilli intervenne Karl, irritato. 青onservate la
vostra rabbia per gli inglesi. Poi, con voce pibassa: 俟iamo tutti
un pnervosi, in vista di ciche ci aspetta domani. Lasciate per-
dere
Ha ragione assenti Jan Paulus, ancora rauco per la collera.
Ma quando ti rincontrer.. Come mi riconoscerai? chiese la sentinella.
Ecco!Jan Paulus si strappdal capo il cappello Terai e lo
buttai piedi dell'altro. Porta questo e dammi in cambio il tuo. Perch La sentinella era perplessa.
Se un uomo verrda me e mi dir 'Tu porti il mio cappello',
sarcome se dicesse: 'Jan Paulus Leroux un codardo!' Con un sogghignche gli fece brillare i denti alla luce delle
fiamme, la sentinella lanciil proprio feltro nero contro il petto di
Jan Paulus e raccolse il Terai. In quell'istante, portato dal vento,
lieve come un crepitio di ramoscelli secchi, si udil fuoco di molti
fucili.
Mauser! gridKarl e balzin piedi facendo volare la caffet-
tiera.
Sulla sinistra gemette Jan PauIus con angoscia. Oh, Dio ci
aiuti! Hanno attaccato sulla sinistra! Il coro dei fucili crebbe d'intensit ora, misti al rapido crepitio
dei Mauser, si udivano i botti picupi dei Lee-Metford.
Lo Spion Kop! Sono sullo Spion Kop e Jan Paulus si preci-
pitgidal sentiero, con l'ampio feltro calcato sulle orecchie.

26.

La nebibia era fitta sullo Spion Kop quel mattino, e l'aurora si
annuncicon una luce fluida, perlacea. Un qualcosa d'incerto
e morbido che vorticintorno a loro, condensandosi in minu-
scole gocce sul metallo dei fucili.
Il colonnello John Acheson stava facendo colazione con panini al
prosciutto abbondantemente spalmati di Gentleman's Relish. Sedeva
sopra un masso, coi cappotto dell'uniforme sulle spalle, e masticava
col volto imbronciato.
Ancora nessun segno dei vecchi, cari boeri annunciallegra-
mente il capitano.
Questa trincea non abbastanza profonda borbottAcheson,
osservando il fosso scavato durante la notte nel terreno pietroso e ora
pieno d'uomini nei pisvariati atteggiamenti di riposo.
Lo so, signore. Ma non possiamo fare di pi Siamo arrivati alla
roccia e ci vorrebbe una carica di dinamite per andar gidi altri trenta
centimetri. Il capitano scelse un panino e vi capovolse sopra la botti-
glia di Relish. Dei resto, tutto il fuoco nemico proverrdal basso e i
parapetti lo copriranno. Infatti, sul ciglio frontale dei fosso erano state ammassate terra e
pietre per un'altezza di sessanta centimetri. Un misero riparo per due-
mila uomini.
E mai stato su questo monte prima? chiese con garbo Acheson.
No, signor colonnello. Naturalmente no. 隹llora come puessere cossicuro che il fuoco proverrdal bas-
so? Non si vede niente in questa maledetta nebbia. Be', signore, noi siamo sulla cresta, e questo il picco pial-
to... cominciil capitano. Ma Acheson lo interruppe in tono irri-
tato.
Dove sono quei dannati esploratori? Come mai non sono ancora
tornati? Balzin piedi e, col cappotto che gli si gonfiava dietro,
cammina grandi passi lungo la trincea. Ehi, voi. Alzate il parapet-
to qui. Ai suoi piedi alcuni uomini si scossero e cominciarono di malavo-
glia ad ammucchiare pietre. Erano esausti per la lunga arrampicata
notturna e la scaramuccia che aveva scacciato la guarnigione boera
dalla montagna, e Acheson li sentborbottare scontrosamente alle
sue spalle mentre proseguiva.
Acheson! Nella nebbia davanti a lui si profilla figura del ge-
nerale Woodgate, seguito dal proprio stato maggiore.
Signore! I suoi uomini sono trincerati? Come meglio stato possibile. Bene. E il nemico? I suoi esploratori sono tornati? No, sono ancora fuori. Acheson indicil mare di nebbia che
riduceva la visibilita meno di cento metri.
Mhm... Comunque dovremmo essere in grado di resistere finch arrivano i rinforzi. Mi faccia sapere quando... Si udirono rumori
nella nebbia alle loro spalle e Woodgate s'interruppe. Che succede? I miei esploratori, signor generale. Saul Friedman comincia fare il proprio rapporto mentre era an-
cora a sei metri di distanza. Emergendo dalla nebbia, il suo viso ap-
parve stravolto dall'eccitazione.
Falsa cresta! Siamo sulla falsa cresta. La vera sommitsi trova a
duecento metri piavanti e c'un rialzo del terreno sul nostro fianco
destro, una specie di montagnola coperta di aloe, che prende d'infila-
ta tutta la nostra posizione... E ci sono boeri dovunque. L'intera ma-
ledetta montagna formicola di nemici. Buon Dio, soldato! Ne sei sicuro? 青olonnello Acheson ordinseccamente Woodgate, 剋iri il
fianco destro per fronteggiare la montagnolae, mentre Acheson si
allontanava, aggiunse sottovoce: 哀e ne ha il tempo! perchil turbi-
nare della nebbia annunciava l'alzarsi del vento.

27.

Jan Paulus era in piedi accanto al suo pony. La nebbia si era
condensata sulla sua barba in goccioline di rugiada, che brilla-
vano come minuscole perle incastonate nel rosso-oro. Due pe-
santi cartucciere s'incrociavano sul suo petto e il Mauser sembrava
un giocattolo nelle sue enormi mani pelose. Mascella protesa in
avanti, egli passava in rassegna gli schieramenti. Per tutta la notte
Jan Paulus aveva lanciato il proprio cavallo di Iaager in laager, per
tutta la notte aveva ruggito e sbraitato e spinto gli uomini su per i
pendii dello Spion Kop. Ora la montagna formicolava di cinquemila
burghers in attesa, e dietro di lui, in un arco di centoventi gradi,
erano piazzati i cannoni. Dalla Green Hill a nord-ovest fino al pen-
dio opposto dei Twin Peaks a est, i suoi artiglieri stavano acquattati
accanto ai Nordenfelt e ai Creusot, pronti ad aprire il fuoco sulla
cresta dello Spion Kop.
Tutto pronto, e ora devo guadagnarmi il diritto di portare que-
sto cappello. Sogghignfra se si calcpisaldamente il feltro ne-
ro sulle orecchie.
Hennie, riporta il mio cavallo al laager. Il ragazzo condusse via l'animale e Jan Paulus attaccl'ultima
salita verso la cima. La luce stava aumentando e i burghers apposta-
ti tra le rocce riconobbero l'insegna fiammeggiante della sua barba.
Goeie Jag, Oom Paul dicevano, e Kom saam om die Rooi
Nekke le skiet. Due uomini scesero di corsa verso di lui. 保om Paul, siamo ap-
pena andati all'Aloe Knoli. Non ci sono inglesi sulla montagnola! Siete sicuri?Sembrava un dono troppo generoso della for-
tuna.
侯a, Oom Paul. Sono tutti sul retro della montagna. Li abbia-
mo sentiti scavare e parlare. Di che commando siete?chiese Oom Paul agli uomini am-
massati intorno a lui nella nebbia.
青arolina risposero pivoci.
隹vanti ordinJan Paulus. 侮enite tutti con me. Andiamo
all'Aloe Knoll. Gli uomini lo seguirono. Costeggiando la vetta, centinaia di pie-
di frusciavano tra l'erba, i fiati si condensavano nell'aria, finchda-
vanti a loro si erse la sagoma scura dell'Aloe Knoll. I burghers scia-
marono sulla montagnola, scomparendo tra le rocce e i crepacci co-
me una colonna di formiche che rientra nel nido.
Steso sul ventre, Jan Paulus accese la pipa, pigiil tabacco con
un pollice coscalloso da essere insensibile al fuoco, tiruna lunga
boccata e scrutla bianca cortina di nebbia. Nel silenzio incantato
che era caduto sulla montagna il suo stomaco gorgogliforte, ricor-
dandogli che non mangiava dal mezzoddei giorno precedente. Nel-
la tasca del cappotto aveva una striscia di carne secca. Il leone cac-
cia meglio a stomaco vuoto, pens e si riempla bocca di fumo.
Ecco che si alza il vento bisbigliuna voce accanto a lui, e
Jan Paulus ne udil sibilo tra la vegetazione sopra la sua testa: aloe
alti quanto un uomo, simili a candelabri dalle molte braccia, verdi
con le punte color oro e cremisi che ondeggiavano lievemente nella
brezza mattutina.
Ja. Jan Paulus sentche nel proprio petto si agitava quel mi-
sto di paura ed esaltazione che spazzava via ogni stanchezza. Sta
arrivando. Vuotla pipa, se la ficc ancora bruciante, in tasca e
sollevil fucile dalla roccia davanti a lui.
Teatralmente, coscome si scopre un monumento, il vento spaz-
zvia la nebbia. Di un morbido marrone dorato, nella prima luce
del sole, sotto un cielo blu-cobalto, apparve il picco tondeggiante
dello Spion Kop. Era attraversato da una ferita rossa, lunga circa
mezzo chilometro.
隹lmagtig! boccheggiJan Paulus. Li abbiamo in pugno! Sopra il rozzo parapetto della trincea, simili a uccelli sulla tra-
versa di uno steccato, cosvicini che egli poteva distinguere ogni
singolo bottone e sottogola, i caschi chiari contrastavano nettamen-
te con i toni piscuri della terra e dell'erba. Piindietro, completa-
mente esposti dalla testa ai piedi, fermi allo scoperto o impegnati a
trasportare acqua e munizioni, c'erano centinaia di soldati inglesi.
Per alcuni interminabili secondi il silenzio si protrasse, come se i
burghers, che fissavano al di sopra dei fucili quell'incredibile bersa-
glio, non riuscissero a premere i grilletti. Gli inglesi erano troppo vi-
cini, troppo vulnerabili. Un'universale riluttanza mantenne i Mau-
ser silenziosi.
Fuoco! ruggJan Paulus. Skiet, Kerels, Skiet e la sua vo-
ce arrivfino agli inglesi dietro la trincea. Jan Paulus vide che ogni
movimento cessava di colpo, facce bianche che si voltavano a guar-
dare nella sua direzione... Ed egli mircon cura sotto una di esse. Il
fucile sobbalzcontro la sua spalla e l'inglese cadde nell'erba.
Quell'unico sparo ruppe l'incanto. I fucili crepitarono isterica-
mente all'unisono e il fregio di sagome cachi lungo la trincea si con-
trasse in movimenti convulsi, mentre le pallottole piovevano su di
esso. Da quella distanza qualunque burgher di Jan Paulus poteva
abbattere quattro antilopi in corsa con cinque colpi. Nei pochi se-
condi che occorsero agli inglesi per tuffarsi nella trincea, almeno
cinquanta uomini rimasero sul terreno, morti o feriti.
Ora c'erano soltanto caschi e teste al di sopra del parapetto, e
questi bersagli non stavano mai fermi. Si abbassavano, si piegavano
di lato e sobbalzavano, mentre gli uomini di Woodgate sparavano e
ricaricavano, e settecento Lee-Metford univano le loro voci al pan-
demonio.
Poi la prima bomba, sparata da un cannone dei pendio opposto
della Conical Hill, sibilsopra le teste dei burghers ed esplose in
una nuvola di fumo e polvere a una quindicina di metri davanti alla
trincea inglese. Una pausa, mentre, sotto la cresta, i segnalatori di
Jan Paulus, muniti di eliografo, indicavano alla batteria come dove-
va correggere il tiro, poi un secondo proiettile scoppial di ldella
trincea; un'altra pausa e la terza bomba colpil bersaglio. Un corpo
umano fu sbalzato in aria, braccia e gambe roteavano come i raggi
della ruota d'un carro. Quando la polvere si dissip c'era uno
squarcio nel parapetto e una mezza dozzina di uomini cercavano
freneticamente di colmarlo.
Tutti i cannoni boeri aprirono il fuoco. Al rombo costante dei
grossi proiettili faceva da contrappunto il crepitio delle mitragliatri-
ci. E di nuovo la nebbia avvolse il picco: questa volta era una sottile
e stagnante cortina di polvere e fumo di liddite, che offuscava il sole
e irritava i nasi, le gole e gli occhi degli uomini per i quali era co-
minciato un lungo, lunghissimo giorno.

28.

Il tenente colonnello Garrick Courteney stava maledettamente
scomodo. Al sole si moriva dal caldo. Il sudore scorreva in rivo-
letti sotto la giubba e inumidiva il moncone, che era gialquan-
to irritato. Il binocolo da campagna aumentava il bagliore luminoso,
mentre Garry scrutava la grande gobba della montagna circa otto
chilometri al di ldel Tugela. La luce che colpiva i suoi occhi acuiva
il dolore alla testa, effetto della sbornia della sera precedente.
Sembra che Woodgate resista benissimo. I rinforzi dovrebbero
arrivargli abbastanza presto. Sir Redvers Buller appariva soddi-
sfatto, e nessuno del suo stato maggiore ebbe niente da aggiungere.
Impassibili, guardavano coi cannocchiali il picco, ora lievemente of-
fuscato dalla polvere e dal fumo della battaglia.
Garrick stava di nuovo rimuginando sul sistema indiretto di re-
sponsabilitche Buller aveva stabilito per l'attacco allo Spion Kop.
Al comando dell'attacco vero e proprio c'era il generale Woodgate,
che ora stava 咬esistendo benissimosul picco; tuttavia Woodgate
non rispondeva a Buller, ma al generale Charles Warren, il quale
aveva il proprio quartier generale oltre il guado Trichardts, dove la
colonna aveva attraversato il fiume. A sua volta Warren rispondeva
a Buller, che si trovava molto al di qua del fiume, su una graziosa
collinetta chiamata Mount Alice.
Tutti allo stato maggiore sapevano che Buller odiava Warren.
Perci secondo Garrick, il generale comandante aveva affidato a
Warren la responsabilitdi un'operazione che considerava molto ri-
schiosa, cosche, se fosse fallita, il suo nemico sarebbe stato scredi-
tato e costretto a dimettersi; mentre, se avesse avuto successo, Sir
Redvers Buller, essendo comunque il comandante supremo, ne
avrebbe avuto tutto il merito.
Era una logica che Garrick non aveva difficolta seguire, per-
ch qualora si fosse trovato nella posizione di Buller, avrebbe fatto
esattamente lo stesso. Questa segreta consapevolezza gli dava molta
soddisfazione e, stando accanto a Buller sulle pendici di Mount Ali-
ce, si sentiva in perfetta sintonia con lui. Anche Garry sperava che
lo Spion Kop si trasformasse presto in un sanguinoso macello e che
Warren riattraversasse il Tugela in disgrazia. Non dimenticava quel
giorno in cui, a mensa, Sir Charles l'aveva definito un irregolare,
e un dannato irregolare coloniale... Oltre tutto! Le sue dita si con-
trassero mentre fissava con ira la montagna. Era cosimmerso nel
proprio risentimento, da non accorgersi quasi dell'uomo che arriva-
va correndo dal carro in cui si trovava il telegrafo da campo che
collegava il quartier generale di Buller con quello di Warren al di l del fiume.
Signore! Signore! Un messaggio dal generale Warren. La pre-
cipitazione del tono attirl'attenzione di tutti. Contemporaneamen-
te, tutti gli ufficiali dello stato maggiore abbassarono i binocoli e si
voltarono verso il nuovo arrivato.
Da' qua! sibilBuller, strappando il foglietto dalle mani del
telegrafista. Lo lesse lentamente, poi guardil colonnello Courte-
ney. C'era qualcosa in quei pallidi occhi sporgenti, un piacere, una
luce di complicit che fece quasi sorridere Garry. Che ne dice di
questo, Courteney? Porse il foglio a Garry e aspettche l'avesse
letto.
Messaggio del colonnello Crofton dallo Spion Kop. Inviate
rinforzi subito o tutto perduto. Generale Woodgate morto. Chie-
do istruzioni. Warren. Mi sembra, signore Garry parllentamente, tentando di ma-
scherare la propria esultanza, che Sir Charles Warren sia sull'orlo
del panico. S pare anche a me. Ora BuIler gongolava apertamente.
Suggerirei di mandargli un messaggio che gli risollevi il morale,
signore. Gi sono d'accordo. Buller si rivolse al telegrafista e comin-
cia dettare: Il monte deve essere tenuto a tutti i costi. Non riti-
rarsi. Ripeto non ritirarsi. Rinforzare coi reggimenti Middlesex e
Dorset Esit lanciando un'occhiata circolare al proprio stato
maggiore. 青osa sapete di quel Crofton? E' l'uomo giusto per co-
mandare sul picco? Si udirono vaghi borbottii di diniego, finchA'Court, aiutante
di campo di Buller, dichiar Signore, c'un uomo eccellente las-
s.. Acheson... Il colonnello John Acheson. Ricorda come si comportato a Colenso?
Buller annupensosamente e, voltatosi di nuovo verso il telegra-
fista, completil messaggio. Mettere al comando sul picco un uf-
ficiale abile e valoroso. Suggerisco promuovere Acheson maggior-
generale.
29.

Davanti alla trincea l'erba era schiacciata dai ripetuti con-
trattacchi, macchiata dal sangue degli inglesi che erano riu-
sciti a tornare, trascinandosi, dalle posizioni boere lungo la
cresta, e cosparsa dei corpi contorti di quanti non avevano potuto
farlo. A intervalli di pochi secondi, i proiettili d'artiglieria esplode-
vano lungo la linea britannica, trasformata in una selva mobile di
scoppi, e gli shrapnel sibilavano come sferze azionate da giganti.
John Acheson si costrinse ad alzarsi, si arrampicsul parapetto
e grid 隹vanti, ragazzi. Questa volta non ci fermeranno!Nella
trincea ai suoi piedi i morti e i feriti giacevano l'uno sull'altro, in
cumuli di due o tre, tutti rivestiti da uno strato di polvere rossa. La
medesima polvere copriva i volti che si alzarono a guardarlo, quan
do egli riprese a gridare: 俊rombettiere, suona la carica. Forza, ra-
gazzi, avanti. Facciamogli assaggiare le nostre baionette!
La tromba squill acuta, incalzante. Acheson saltfuori dal
parapetto come una vecchia, ossuta cicogna e agitla spada. Dietro
di sudla risata di una dozzina di persone, non il riso di gente nor-
male, ma quello agghiacciante della follia.
Seguitemi, soldati dei Lancashire! Seguitemi! La sua voce
proruppe in un urlo acutissimo e gli uomini cominciarono a emerge-
re dalla trincea. Rossi spettri con gli occhi iniettati di sangue, lordi
di polvere e sudore. Il loro riso e le loro bestemmie si mescolarono
al balbettio dei feriti, lo sovrastarono e divennero un coro di selvag-
ge acclamazioni. Senza ordine, dilagando a macchia d'olio, la cari-
ca comincia procedere in direzione della cresta.
Quattrocento uomini avanzarono barcollando sotto un fuoco
d'inferno.
Acheson inciampin un cadavere e cadde. Si torse una caviglia
e la fitta di dolore che provfrusti suoi sensi intorpiditi. Recupe-
rla spada, si rizzin piedi e proseguzoppicando verso il bastione
di massi che segnava la cresta. Ma stavolta non la raggiunsero per
esserne ricacciati indietro, come in precedenza. La carica si estinse
prima di aver coperto metdella distanza. Invano Acheson agitla
spada, urlando finchla sua voce divenne un rauco gracidio. Gli in-
glesi rallentarono, ondeggiarono e infine corsero di nuovo giper il
pendio spazzato dalle pallottole, buttandosi nella trincea. Con lacri-
me di rabbia e di frustrazione che gli scorrevano sulle guance, Ache-
son zoppicdietro di loro. Cadde oltre il parapetto e giacque a fac-
cia in gisui cadaveri che ormai coprivano il fondo della trincea.
Qualcuno gli scosse una spalla e Acheson balza sedere, tentan-
do di controllare il respiro. Confusamente riconobbe l'uomo accoc-
colato accanto a lui. Cosa c' Friedman? ansim La risposta fu
coperta dall'arrivo di un altro shrapnel e dalle urla folli di un uomo
ferito al ventre. Parla! Un messaggio eliografico da Sir Charles Warren urlSaul.
L'hanno promossa generale. Ora ha lei il comando del picco. Poi, facendo brillare un sorriso nella faccia coperta di polvere e
striata di sudore: Complimenti, signore
Acheson lo fisssbalordito. Cosa ne del generale Wood-
gate? E' morto due ore fa. Una palla in testa. Non lo sapevo. In tutte quelle ore Acheson non aveva saputo
nulla di ciche succedeva al di fuori del suo piccolo settore. La sua
intera esistenza si era chiusa in un centinaio di metri di terra spazza-
ta dalle pallottole e dagli shrapnel. Guardla carneficina che lo at-
torniava e mormor Il comando! Nessun uomo comanda qui. E' il
diavolo che dirige questa battaglia
Sir Charles ci manda altri tre battaglioni di rinforzo gli url Saul in un orecchio.
Sapremo certo come impiegarli grugnAcheson, poi:
亭riedman, ho preso una storta alla caviglia. Tira piche puoi i
lacci dello stivale... Avrancora bisogno di questo piede prima che
la giornata sia finita
Senza discutere, Saul s'inginocchie si mise all'opera. Uno degli
uomini che sparavano dal parapetto fu scagliato di lato. Cadde in
grembo ad Acheson e, da una ferita alla tempia, il contenuto dei
cranio schizzsu entrambi. Con un'esclamazione di sorpresa e di-
sgusto, Saul si ritrasse e si fregla faccia, poi allungle mani per
spostare il cadavere del soldato dalle gambe di Acheson.
L'altro lo ferm Lascialo disse seccamente. Occupati dello
stivale Mentre Saul obbediva, Acheson sciolse il fazzoletto di seta
che portava al collo e avvolse la testa mutilata. Era una ferita che
aveva visto centinaia di volte quel giorno, sempre sul lato destro del
capo.
隹loe Knoll bisbiglicon ferocia. Se solo avessimo occupa-
to l'Aloe Knoll. Poi, in tono pidolce: Poveri ragazzi E con
delicatezza scostla testa fracassata dal proprio petto.

30.

Ora sono cotti a puntino, andiamo a prenderli!Con cin-
quecento dei suoi burghers Jan Paulus aveva lasciato il ri-
paro dell'Aloe Knoll, strisciando ventre a terra attraverso
le rocce fino a una specie di canalone che si trovava in un angolo
morto appena sotto la falsa cresta. A una ventina di metri davanti a
loro c'era l'estremitdestra della trincea inglese. Non potevano ve-
derla, ma udivano distintamente le grida incoerenti dei feriti, i ri-
chiami - Barellieri! Barellieri! Qua altre munizioni - e, oltre
al crepitio dei fucili, anche gli scatti degli otturatori.
Dobbiamo dare il segnale all'artiglieria, Oom Paul gli ricor-
dil burgher che gli stava accanto.
侯a Jan Paulus si tolse il cappello e lo agitverso l'Aloe
Knoll. Di lfecero altrettanto, e Jan Paulus seppe cosche l'ordine
di cessare il fuoco sarebbe stato trasmesso con l'eliografo alle bat-
terie.
Una lunga fila di uomini era in attesa, pronta alla carica. Jan
Paulus fece scorrere lo sguardo su di loro e vide che ognuno teneva
gli occhi fissi davanti a s Per lo pivolti mascherati da lunghe
barbe di cinquanta sfumature diverse, ma qua e lanche ragazzi
troppo giovani per quel lavoro, troppo giovani per nascondere la
paura. Grazie a Dio mio figlio maggiore non ha ancora dodici anni,
altrimenti sarebbe qui. Con un senso di colpa fermil corso di quei
pensieri e concentrla propria attenzione sul fuoco d'artiglieria che
infuriava sulla trincea inglese. Bruscamente le esplosioni cessarono
e, nel relativo silenzio, il crepitio dei fucili parve stranamente som-
messo. Jan Paulus lascipassare alcuni interminabili secondi, con-
tando silenziosamente fino a dieci, poi si riempi polmoni e rugg
Vrystaat! Avanti, uomini dello Stato libero!
Facendo eco al suo grido, i burghers si lanciarono oltre la falsa
cresta, contro il fianco destro della linea nemica. Emersero cosvici-
ni, sbucando come una solida muraglia da sotto il parapetto inglese,
che l'impeto della carica li portistantaneamente tra i resti del trau-
matizzato, assetato e intontito reggimento del Lancashire. Furono
sparati soltanto pochi colpi e, benchalcune scaramucce rallentasse-
ro il fluire della carica, quasi tutti gli inglesi risposero al grido di
mani in alto! gettando il fucile e alzandosi lentamente in piedi
con le braccia tese sopra la testa. Giubilanti, i burghers li circonda-
rono e li spinsero oltre il parapetto, verso l'Aloe Knoli. Una ressa
confusa di burghers e soldati inglesi copriva circa cinquanta metri di
trincea.
Presto! gridJan Paulus sovrastando il baccano. Catturate-
li e portateli via. Si rendeva conto ch'era soltanto una vittoria
molto parziale, che riguardava forse la decima parte del nemico.
Gigrida di il Lancashire si arrende! Dove sono gli ufficiali? Indietro, ragazzisi stavano propagando lungo la linea. Egli ave-
va lanciato tra gli inglesi il germe della disfatta, ora occorreva dif-
fonderlo, per poter conquistare l'intera posizione. Freneticamente
fece richiedere tramite i segnali dei rinforzi alle posizioni boere lun-
go la cresta, e due secondi dopo centinaia di burghers si precipitava-
no gidall'Aloe Knoll. Altri cinque minuti e dal caos sarebbe affio-
rata la vittoria totale.
Dannazione a lei, signore! Cosa crede di fare? La voce alle
sue spalle era piena d'autorit inequivocabilmente quella di un alto
ufficiale. Jan Paulus girsui tacchi e si trovdi fronte un vecchio
gentiluomo furibondo, i cui grigi baffi appuntiti fremevano di rab-
bia. Il colorito scarlatto, quasi congestionato, del volto stonava or-
ribilmente con la polvere rossastra che lo ricopriva.
促orto via i suoi uomini che si sono arresi rispose Jan Paulus
incespicando nelle parole straniere.
Che io sia dannato se lo farete, signore. Pesantemente appog-
giato alla spalla di un ometto ossuto coi capelli neri, l'ufficiale stese
un braccio e agitl'indice davanti al naso di Jan Paulus. Non ci
sarnessuna resa su questo picco. Abbia la cortesia di rimuovere la
sua marmaglia dalla mia trincea! 隹h, marmaglia, cos ruggJan Paulus. Intorno a loro boe-
ri e inglesi avevano cessato ogni attivite osservavano con interesse
la scena. Jan Paulus si rivolse al burgher pivicino: Vat hulle
weg! Portateli via! accompagnando l'ordine con un gesto inequi-
vocabile.
俏oi non lo permetteremo, signore! E Acheson lo fulmincon
gli occhi, prima di ordinare: 俟oldati, tornate in trincea e riformate
i ranghi col reggimento Devonshire. Indietro. Indietro
亟hi!gridJan Paulus, alzando una mano. 侶uesti sono
mia... annaspcercando le parole: mia preda! Signore. Acheson lascila presa sulla spalla di Saul, si eresse
in tutta la sua statura e piantgli occhi in quelli di Jan Paulus. Le
do cinque minuti per evacuare la trincea... Altrimenti lei sarmio
prigioniero. E si allontanzoppicando. Jan Paulus lo segucon lo
sguardo, incredulo, finch fatti una cinquantina di passi, Acheson
si volte incrocile braccia, aspettando che scadessero i cinque mi-
nuti. Aveva raccolto intorno a suna manciata di uomini esausti ed
era chiaro che intendeva mettere in atto la sua minaccia con quel
pietoso drappello. A Jan Paulus venne da ridere... Quel vecchio ca-
prone ossuto. Ma si rese conto con sgomento che molti prigionieri
stavano gisgattaiolando indietro per unirsi ad Acheson. Doveva
fare qualcosa, ma cosa? L'intera faccenda stava degenerando in
una farsa.
亭ermateli!gridai suoi burghers. 俊rattenete quegli uomi-
ni... Sono usciti con le mani alzate. Ora non possono cambiare
idea. Poi, di colpo, le posizioni si rovesciarono. Alle spalle di Ache-
son e del suo misero drappello apparve una massiccia falange di uo-
mini freschi in uniforme cachi. I tre battaglioni inviati da Sir Char-
les Warren erano infine arrivati. Acheson guardal di sopra della
spalla e li vide avanzare. La scura cartapecora della sua faccia si
contorse lateralmente in un largo maligno sorriso. 侵nnestare le
baionette! grido, sguainando la spada. 俊rombettieri, suonate la
carica. Carica, ragazzi! Carica! Saltellando e inciampando come una cicogna con una gamba
rotta, guidi propri uomini al contrattacco. Dietro di lui, come la
cresta scintillante di un'onda, una fila di baionette irruppe fuori
dalla trincea. Gli uomini di Jan Paulus odiavano l'arma bianca, e
poi erano in cinquecento contro duemila. Girarono sui tacchi e spa-
rirono come fumo nel vento. I prigionieri corsero con loro.
Jan Paulus raggiunse la cresta e si buttdietro un masso che ri-
parava gitre uomini. 亭ermiamoli! Arrivano! ansim
Mentre l'ondata inglese rallentava, frangendosi contro la barrie-
ra dei Mauser nascosti, e rifluiva di nuovo flagellata dagli shrapnel,
Jan Paulus capche per quel giorno non sarebbe pientrato nella
trincea inglese.
Lo scoraggiamento s'impadroniva dei suoi uomini. Sapeva che i
pipusillanimi stavano giscappando per raggiungere i loro pony
ai piedi della montagna. Aveva perduto lo Spion Kop. Certo, gli in-
glesi avevano pagato un prezzo altissimo - dovevano essercene mil-
lecinquecento tra morti e feriti sparsi sul picco - ma si erano aperti
un varco. Peregli aveva perduto lo Spion Kop e attraverso quella
breccia venticinquemila uomini si sarebbero riversati su Ladyburg
per liberare la cittdall'assedio e ricacciare i boeri fuori dal Natal,
nel Transvaal. Avevano perduto. Era finita.

Nella trincea, John Acheson stava tentando disperatamente d'i-
gnorare il dolore alla caviglia e il coro dei feriti che chiedevano ac-
qua. Non c'era acqua sul picco. Distolse lo sguardo da quel tragico
fossato dove gli uomini, istupiditi dalla stanchezza, incuranti del
bombardamento che ancora infuriava su di loro, dormivano stesi
sui corpi dei loro compagni morti o morenti.
Guardinvece il sole, quel grande globo sanguigno, appena ve-
lato da lunghe strisce di nubi. Tra un'ora sarebbe stato buio... Ed
egli sapeva di aver perduto. Il messaggio che teneva in mano ne era
l'ammissione, i grotteschi cumuli di morti che ostruivano la trincea
ne erano la prova. Rilesse il messaggio, con difficoltperchi suoi
occhi non riuscivano a metterlo a fuoco: 俟e non puresistere fino
a domani, si ritiri a sua discrezione. Buller
Domani. Cosa avrebbe portato l'indomani, se non una ripetizio-
ne dell'orrore di oggi? Avevano perduto. Sarebbero scesi da quella
montagna. Avevano perduto. Chiuse gli occhi e appoggila testa
alle ruvide pietre del parapetto. Il nervo di una palpebra comincia
contrarsi insistentemente. Acheson non riusca controllarlo.

31.

In quanti sono rimasti? pensava. La met forse. Non so. Met dei miei uomini se ne sono andati, per tutta la notte ho udito i
loro pony che galoppavano, il fracasso e il cigolio dei loro car-
ri, senza poterli fermare.
Jan Paulus alzgli occhi e osservla montagna alla luce dell'al-
ba. Spion Kop. Pronunciil nome con disgusto. I contorni del
picco erano confusi perchegli non riusciva a metterlo a fuoco: i
suoi occhi erano cerchiati di un rosso intenso e agli angoli avevano
accumulato grumi di muco giallo. Jan Paulus si abbandonstanca-
mente sulla sella, mentre ogni muscolo e ogni nervo del suo corpo
reclamavano il riposo. Poter dormire. Oh Dio, poter dormire un
p
Per tutta la notte, con una dozzina dei suoi leali comandanti,
aveva tentato di fermare l'esodo che stava dissanguando a morte il
suo esercito. Aveva cavalcato di laager in laager, infuriandosi, sup-
plicando, cercando di far vergognare chi intendeva fuggire. Con
molti aveva avuto successo, con molti altri no... E una volta era sta-
to egli stesso a provare vergogna. Ricordil vecchio con la lunga
barba bianca che gl'invadeva la gialla faccia rugosa, i suoi occhi
luccicanti di lacrime alla luce delle fiamme.
俊re figli ti ho dato oggi, Jan Paulus Leroux. I miei fratelli so-
no saliti sulla tua maledetta montagna per supplicare gli inglesi af-
finchrestituiscano i loro corpi. Tre figli! Tre forti e bravi figlioli!
Che altro vuoi da me? Dal luogo in cui sedeva, con la schiena con-
tro una ruota del proprio carro, si era alzato faticosamente in piedi,
avvolgendosi la coperta attorno alle spalle. Mi chiami vigliacco,
Leroux. Dici che ho paura. Si era interrotto, con il respiro affan-
noso, e quando aveva ripreso a parlare la sua voce era roca. Ho
settantotto anni e tu sei il primo che mi ha chiamato cosi... Ma, se
Dio misericordioso, sarai anche l'ultimo. Aveva fatto un'altra
pausa. 俟ettantotto anni. Settantotto anni! E tu mi chiami vigliac-
co! Guarda, Leroux. Guarda bene! Aveva lasciato cadere la co-
perta e Jan Paulus si era irrigidito sulla sella vedendo il groviglio in-
sanguinato di bende che attraversavano il petto del vecchio. 非o-
mattina sarcon i miei figli. Li sto aspettando. Scrivi sulle nostre
tombe, Leroux! Scrivi VIGLIACCHI sulle nostre tombe! E dalle vec-
chie labbra era uscita una schiuma di bollicine rosa. Ora, con gli oc-
chi arrossati, Jan Paulus fissava la montagna. Rughe di fatica, di
vergogna e di sconfitta erano profondamente incavate ai lati delle
narici e intorno alla bocca. Quando le brume si fossero dissipate,
egli avrebbe visto gli inglesi sulla cresta e, con la metdegli uomini,
sarebbe tornato indietro. Toccil pony con gli speroni e comincia
salire il pendio.
Il sole indorla nebbia, che fluttue comincia diradarsi. De-
bolmente, nel vento dei mattino, Jan Paulus uddelle acclamazioni
e aggrottla fronte. Gli inglesi si rallegrano troppo presto, pens
Credono forse che non torneremo? Spronil cavallo, ma, poich l'animale si stava arrampicando sul pietrisco, egli barcollcome un
ubriaco sulla sella e dovette afferrarsi al pomo.
L'intensitdelle acclamazioni aumentava e Jan Paulus scrutla
cresta, senza capire. Contro il cielo si profilavano figure che saltel-
lavano e agitavano i cappelli, e improvvisamente uddelle voci tut-
t'intorno a lui: 俟e ne sono andati 俠a montagna nostra
隹bbiamo vinto! Sia lode al Signore, abbiamo vinto. Gli inglesi se
ne sono andati
Uomini si affollarono intorno al suo pony e lo strapparono dalla
sella. Jan Paulus sentche le gambe gli venivano meno, ma c'erano
delle rozze mani pronte a sostenerlo e, mettrascinandolo, met portandolo di peso, lo condussero sul picco.
Ora Jan Paulus sedeva su un masso e li guardava raccogliere i
frutti della battaglia. Non poteva andare a dormire, almeno non
prima che quel triste lavoro fosse stato compiuto. Aveva permesso
ai barellieri inglesi di salire sulla sua montagna e ora li vedeva all'o-
pera lungo la trincea, mentre i suoi burghers raccoglievano i loro
morti tra le rocce della cresta.
Quattro di essi si accostarono a Jan Paulus, reggendo ciascuno
un angolo di una coperta di lana grigia, come fosse un'amaca. Bar-
collando sotto il peso, raggiunsero l'ordinata fila di cadaveri gidi-
stesi sull'erba. Chi conosce quest'uomo? domanduno di loro,
ma non venne risposta dal gruppo di burghers silenziosi che atten-
devano insieme con Jan Paulus.
I quattro sollevarono il corpo dalla coperta e lo stesero accanto
agli altri. Uno di loro tolse dalle dita contratte del cadavere un largo
cappello Terai e glielo possul volto. Poi si raddrizze chiese:
Qualcuno lo reclama? A meno che un parente o un amico non
ne richiedesse il cadavere, esso sarebbe stato sepolto in una fossa
comune.
Jan Paulus si alze li raggiunse. Raccolse il cappello e lo sosti-
tui con il feltro nero che portava in capo. 侯a. Io lo reclamo disse
gravemente.
E' un parente o un amico, Oom Paul? Un amico. Come si chiama? Non so come si chiama. E' soltanto un amico.
32.

Saul Friedman agitnervosamente i piedi. Nella sua impazien-
za era arrivato con mezz'ora di anticipo sull'orario di visita e
adesso ne stava scontando le conseguenze nella squallida sa-
letta d'attesa del Greys Hospital. Sedeva sul bordo di una sedia dal-
lo schienale dritto, rigirando il casco tra le dita e fissando il grosso
cartello sulla parete opposta: I SIGNORI SONO PREGATI DI NON FUMA-
RE. Ruth non aveva voluto accompagnarlo, adducendo a pretesto
un'emicrania. Senza confessarselo, Saul ne era contento. Sapeva
che la presenza della moglie avrebbe disturbato il suo incontro con
Sean Courteney. Non voleva un'educata conversazione sul tempo,
sul come si sente ora per finire col deve venire a cena una se-
ra Sarebbe stato seccante non poter imprecare se ne avessero avu-
to voglia... E ancora piseccante, considerato l'atteggiamento di
Ruth.
Il giorno precedente, il primo della sua licenza, egli aveva parla-
to di Sean con entusiasmo. Quante volte era andata a trovarlo? Co-
me stava? Zoppicava molto? Non pensava che fosse una persona
meravigliosa? 非ue volte aveva risposto Ruth e 剎ene 南o,
non molto 哀 molto simpatico Ma Saul aveva intuito la veri-
t Sean non piaceva a Ruth. Dapprima non era riuscito a crederci,
aveva tentato di continuare la conversazione. Ma ognuna delle mo-
nosillabiche risposte di lei aveva confermato il suo primo sospetto.
S'intende, lei non l'aveva dichiarato, ma era evidente. Per qualche
ragione, Ruth aveva concepito nei confronti di Sean un'antipatia
che rasentava la ripugnanza.
Ora Saul, seduto nella sala d'aspetto, si spremeva il cervello per
scoprirne il motivo. Eliminla possibilitche Sean l'avesse offesa.
In questo caso, Sean avrebbe avuto il fatto suo, e poi Ruth gli
avrebbe raccontato l'intera faccenda con gusto e allegria.
No, si disse Saul, doveva trattarsi di qualcos'altro. Come un
nuotatore che sta per tuffarsi nell'acqua gelida, Saul tirmetafori-
camente un lungo respiro e s'immerse nell'ignoto oceano della psi-
che femminile. La mascolinitdi Sean era cosstrapotente da risul-
tare offensiva? La sua attenzione per Ruth era stata inferiore alla
media? (Ruth era abituata a reazioni esagerate alla sua bellezza.)
Poteva essere questo? Oppure, al contrario, Sean aveva ... ? Saul
sprofondava in un mare d'incertezza quando, improvvisamente, co-
me la vittima di un naufragio che emergendo alla superficie per l'ul-
tima volta, scorga una grande nave che sta calando scialuppe da tut-
ti i ponti, trovla soluzione: Ruth era gelosa!
Saul si appoggiallo schienale, stupito per la profonditdella
propria intuizione. La sua bella, focosa moglie era gelosa dell'ami-
cizia tra lui e Sean!
Ridacchiando teneramente, Saul comincia far progetti per pla-
carla. Doveva essere meno caloroso nelle sue lodi per Sean. Doveva
farli incontrare e, in presenza di Sean, prestare una speciale atten-
zione a Ruth. Doveva...
I suoi pensieri rimbalzarono in un'altra direzione. Come sempre
quando pensava troppo intensamente a Ruth, egli provava un senso
di stupefazione, simile a quello di un uomo senza un soldo che vin-
ca un grosso premio alla lotteria.
Aveva incontrato Ruth all'ippodromo di Johannesburg il giorno
del Gran Premio d'Estate e se n'era innamorato da cinquanta passi
di distanza, cosche, quando le era stato presentato, la sua lingua,
di solito sciolta, gli era rimasta come inchiodata al palato. Il cordia-
le sorriso che lei gli aveva rivolto lo aveva fatto avvampare.
Quella notte, solo nel proprio alloggio, aveva predisposto il pia-
no d'attacco. Per realizzarlo aveva stanziato la somma di cinque-
cento ghinee, la metesatta dei suoi risparmi. Il mattino dopo ave-
va cominciato a indagare e in capo a una settimana aveva raccolto
una quantitenorme di notizie.
La ragazza aveva diciotto anni e si trovava a Johannesburg in
visita presso certi parenti, una visita che sarebbe durata ancora sei
settimane. Apparteneva a una ricca famiglia di fabbricanti di birra e
proprietari di alberghi del Natal, ma era orfana e uno zio le faceva
da tutore. A Johannesburg andava a cavallo tutti i giorni, mentre
ogni sera si recava a teatro o a ballare con un assortimento di ac-
compagnatori, salvo il venerd dedicato alla sinagoga in Jeppe
Street.
La prima mossa di Saul fu quella di noleggiare un pony e aspet-
tarla al varco mentre faceva la quotidiana cavalcata con il cugino.
Ruth non si ricordava di lui e avrebbe proseguito per la propria
strada, ma finalmente la lingua di Saul, affilata da tre anni di prati-
ca al tribunale di Johannesburg, si mise all'opera. Nel giro di due
minuti Ruth stava giridendo e un'ora dopo lo invitava a casa dei
suoi parenti per il t
La sera seguente Saul anda prenderla con una splendida car-
rozza, la porta pranzo al Candy's Hotel e poi al balletto, in com-
pagnia d'un gruppo di amici.
Due sere dopo Ruth si reccon lui al ballo dell'Ordine degli Av-
vocati e scoprche Saul era un ballerino superbo. Elegantissimo, in
un abito da sera nuovo di zecca, con un volto non bello, ma vivace
ed espressivo, di circa tre centimetri pialto del metro e sessantaset-
te di lei, con uno spirito e un'intelligenza che gli avevano guadagna-
to una larga cerchia di amici, Saul faceva da contrasto perfetto alla
sua bellezza.
La mattina successiva Ruth si recin tribunale e lo ascoltdi-
fendere con successo un gentiluomo accusato di aggressione. Ne ri-
mase molto impressionata e si convinse che col tempo Saul avrebbe
raggiunto i vertici della professione.
Una settimana dopo Saul aveva nuovamente dato prova della
sua padronanza dell'espressione verbale con un'appassionata di-
chiarazione d'amore. La sua istanza fu accolta favorevolmente, e a
questo punto non restava piche informare le famiglie e spedire gli
inviti.
Ora, finalmente, dopo quattro anni di matrimonio, stavano per
avere il loro primo figlio. Saul sorrise felice a quel pensiero. La
mattina successiva avrebbe iniziato l'opera di dissuasione riguardo
alla scelta del nome Storm. Sarebbe stato un caso difficile, un'im-
presa degna della sua abilit In quei quattro anni di matrimonio
Saul aveva imparato che, quando Ruth piantava i suoi dentini cari-
didi in qualcosa, aveva una presa da bulldog. Occorreva molta sot-
tigliezza per fargliela allentare, senza suscitare la sua collera. E Saul
nutriva un sacrosanto rispetto per la collera di sua moglie.
Sono le quattro. La piccola infermiera bionda sporse la testa
oltre il battente della porta e gli sorrise. Ora puandare. Lo trove-
rsulla veranda. La sua impazienza si ridest e Saul dovette contenersi per non
lanciarsi troppo impetuosamente lungo la corsia.
Scorse subito la mole di Sean, in uniforme cachi, seduto su una
poltroncina di bambe occupato a chiacchierare con gli uomini
sdraiati sui letti davanti a lui. Saul si piazzdietro lo schienale.
Comodo, sergente. Ti permetto di salutarmi restando seduto. Saul! Sollevandosi dalla poltrona e ruotando agilmente sulla
gamba sana, Sean afferrSaul per le spalle nella vecchia dimostra-
zione d'affetto. Il piacere che illuminava il suo volto era sincero, e
questo era sufficiente per Saul.
E' bello rivederti, vecchio bastardo! Ricambila stretta di
Sean, sorridendo gioiosamente. Non si accorse con quanta rapidit svaniva il piacere dell'altro, lasciando il posto a un falso, nervoso
sorriso.
Beviamo qualcosa. Furono le prime parole che vennero in
mente a Sean. Doveva avere il tempo di raccapezzarsi. Ruth gli ave-
va parlato? Saul nutriva qualche sospetto?
Acqua? chiese Saul con una smorfia.
Gin bisbigliSean, e poichil senso di colpa lo rendeva ciar-
liero, continuin un goffo tentativo umoristico: La caraffa del-
l'acqua piena di gin. Per l'amor di Dio, non dirlo alla caposala.
L'ho portato dentro di straforo. Devo litigare con l'infermiera ogni
volta che tenta di cambiarla... 'Anche l'acqua si guasta', brontola,
e io: 'Mi piace l'acqua guasta, sono cresciuto con acqua guasta, un'acqua molto indicata in tutti i casi di ferite alle gambe!' Danne un panche a me, allora rise Saul.
Mentre gli riempiva un bicchiere, Sean presentSaul all'occu-
pante dei letto vicino, uno scozzese il quale fu d'accordo con loro
nel ritenere l'acqua guasta il rimedio sovrano per le ferite di shrap-
nel al petto... E il terzetto si appresta iniziare un trattamento in-
tensivo.
Incitato da Sean, Saul cominciun lungo resoconto sulla batta-
glia dello Spion Kop. La trasformin qualcosa di molto divertente.
Poi descrisse lo sfondamento finale a Hlangwane, la liberazione di
Ladyburg da parte di Buller e il suo prudente inseguimento dell'e-
sercito boero, che era adesso in piena ritirata all'interno del Tran-
svaal.
Parlarono dell'offensiva di Lord Roberts, che era risalito dal
Capo, aveva liberato Kimberley, conquistato Bloenifontein e ora si
stava preparando per l'assalto finale attraverso il Transvaal, fino a
Pretoria, che ne era il cuore.
Nel giro di tre mesi sartutto finito disse lo scozzese.
Credi? Il tono beffardo di Sean provocun'animata discus-
sione, resa ancora pifervida dal gin.
Col diminuire del liquido nella caraffa, il tempo dei discorsi seri
passe i tre divennero sentimentali. Saul s'informaffettuosamente
delle loro ferite. Lo scozzese stava per essere rimpatriato e l'idea
della separazione li rattristava.
Sean sarebbe ritornato l'indomani a Ladyburg in permesso di
convalescenza. Al termine, se i medici avessero deciso che le schegge
di shrapnel nella sua gamba erano soddisfacentemente incistate (due
parole che egli pronuncicon qualche difficolt, sarebbe tornato a
combattere.
Il verbo 剃ombattererisvegliil loro patriottismo. Sean e
Saul, ciascuno con le braccia sulle spalle dell'altro, giurarono solen-
nemente di arrivare insieme, come compagni d'armi e fratelli di san-
gue, al termine di quella guerra. Incuranti d'ogni fatica e pericolo,
avrebbero cavalcato a fianco a fianco contro il nemico. Il loro stato
d'animo richiedeva un adeguato accompagnamento canoro, e lo
scozzese attaccIl giovane selvaggio coloniale. I suoi occhi erano
umidi e la voce gli tremava per l'emozione. Sean e Saul eseguirono
in duetto Cuori di quercia, una canzone molto commovente, ma
non del tutto appropriata all'occasione, poi tutt'e tre si lanciarono
in una vivace interpretazione di Sei sveglio, Johnny Cope?
La caposala arrivnel bel mezzo del terzo coro, quando ormai
non solo Johnny Cope, ma nessun altro nel giro di cento metri sa-
rebbe stato in grado di dormire. Signori, l'orario di visita termina
alle cinque. Era una donna terribile, con una voce che rimbomba-
va come una carica di cavalleria, ma Saul, che aveva tenuto testa a
giudici terribili, si levintrepido in difesa dei compagni.
Signora. E accompagnquell'esordio con un inchino. Que-
sti uomini - anzi, diciamo meglio - questi eroi hanno compiuto
grandi sacrifici in nome della libert Il loro sangue scorso come
gin in difesa di questo glorioso ideale... La libert Tutto ciche
chiedo che un pdi quel bene prezioso sia loro concesso. Signo-
ra. Io mi appello a lei in nome dell'onore, della giustizia e della gra-
titudine concluse, con un pugno premuto sul cuore e la testa tra-
gicamente china.
Accidenti, che tirata! Bravo! Bravissimo! I due eroi esplosero in uno spontaneo e caloroso applauso, ma
sul volto della caposala scese un gelido velo di sospetto. Sollevlie-
vemente il naso e fiut Lei ubriaco! accus
Oh, assurda calunnia! Oh, mostruosa falsit esclamSaul,
facendo tre passi indietro per mettersi fuori portata.
Bene, sergente disse lei, rivolgendosi a Sean. Dov' Cosa? Il tono di Sean era quello della pipura innocenza.
La bottiglia! rispose la donna, e sollevle coperte, dando ini-
zio alla perquisizione. Saul prese il casco, salutgli altri da dietro le
spalle della caposala e si allontanin punta di piedi lungo la ve-
randa.

33.

La licenza di Sean a Ladyburg passpresto, troppo presto.
Mbejane era scomparso per un misterioso viaggio nello Zulu-
land, che Sean immaginava collegato alle due mogli e ai figli
che lo zulu aveva volentieri spedito dai suoceri, quando lui e Sean
erano partiti da Ladyburg tanti anni prima.
Dirk era costretto a scuola tutte le mattine, cosSean era libero
di vagabondare da solo sulle colline e nel veld intorno alla citt
Trascorreva la maggior parte del tempo esplorando il grande ranch
in abbandono chiamato Lion Kop, proprio sopra la scarpata. Dopo
un mese conosceva ogni piega dei terreno e il corso di ogni ruscello.
La sua gamba si rinforzcon l'esercizio. Non gli faceva pimale, e
la cicatrice passdal rosso violaceo a un colore pisimile a quello
della sua pelle.
Via via che la forza ritornava e che la carne rifioriva sulle spalle
e sul viso, si risvegliava in lui anche l'inquietudine. Il suo pellegri-
naggio quotidiano al Lion Kop divenne un'ossessione. Vagava per
le stanze vuote della vecchia casa, immaginando come sarebbero
state con un nuovo tetto di paglia che le riparasse dalla pioggia e
con l'intonaco rinnovato e ridipinto. Davanti al caminetto vuoto e
annerito dal fumo immaginava la luce e il calore che avrebbe potuto
diffondere. Battendo i piedi sui pavimenti polverosi, giudicava che i
parquet erano altrettanto sani quanto le travi massicce che sostene-
vano il soffitto. Poi tornava a esplorare la tenuta, fermandosi di
tanto in tanto per raccogliere una manciata di terra e saggiarne la
consistenza argillosa.
Nel maggio del 1900 si recall'ufficio del catasto ed esamindi
straforo il diritto di propriet Scoprche i quindicimila acri del
Lion Kop Ranch facevano parte del patrimonio del defunto Stepha-
nus Johannes Erasmus ed erano stati acquistati dalla Ladyburg
Banking & Trust Co. Ldt. Il passaggio di proprietera stato firma-
to dall'egregio signor Ronald Pye, nella sua qualitdi presidente
della banca. Sean sogghign Ronny Pye era il suo picaro nemico
d'infanzia. La cosa prometteva d'essere alquanto divertente.

Sean sprofondnella morbida poltrona di cuoio ed esamincon
interesse l'ufficio tappezzato di pannelli di legno.
侶ualche cambiamento dall'ultima volta che sei stato qui, eh,
Sean? disse Ronny Pye, interpretando correttamente i suoi pen-
sieri.
Qualcuno. Gli affari della Ladyburg Banking & Trust dove-
vano andare piuttosto bene, a giudicare dall'arredamento. E la sua
prosperitrisultava anche dall'aspetto del suo presidente. Carne in
abbondanza sotto la massiccia catena d'oro dell'orologio, una giac-
ca costosa e scura per equilibrare il panciotto stravagante, stivali
fatti a mano da quindici ghinee. Tutto molto bello, finchnon si
guardava la faccia: cospallida che le efelidi risaltavano come mo-
netine d'oro, occhi avidi, orecchie come i manici di una brocca... In
questo Ronny non era cambiato. Ma, sebbene avesse soltanto due
anni pidi Sean, c'era molto grigio nelle basette rossicce, e gli occhi
erano circondati da rughe causate dalle preoccupazioni.
Sei gistato a Theunis Kraal a trovare tua cognata? C'era
un'espressione maligna sul suo volto, mentre faceva questa do-
manda.
No. Appunto, come immaginavo. Ronny annucon aria com-
prensiva, facendogli capire che lo scandalo, per quanto vecchio,
non era ancora morto. Sean provun moto di ripugnanza che lo
costrinse a cambiare posizione. I baffetti rossicci accentuavano la
somiglianza di Ronny con un topo campagnolo. Ora Sean desidera-
va soltanto concludere l'affare e uscire di nuovo all'aria aperta.
俟enti, Ronny. Mi sono informato sulla proprietdel Lion
Kop. E' vostro esordbruscamente.
俠ion Kop?Il mattino precedente l'impiegato del catasto era
corso dal signor Pye con una notizia che gli era valsa una sterlina
d'oro. E gimolti altri l'avevano informato che Sean visitava la fat-
toria ogni giorno, da un mese. Ma ora Ronny finse di dover frugare
nella memoria per ritrovare quel nome. 俠ion Kop? Ah, s Il vec-
chio ranch degli Erasmus. Gi l'abbiamo comprato noi dall'asse
ereditario. Pagandolo troppo, temo. Sospircon rassegnazione.
俑a possiamo tenerlo per un'altra decina d'anni in modo da recu-
perare i nostri quattrini. Non abbiamo alcuna fretta di vendere. 俠o voglio dichiarSean, tagliando corto con i preamboli, e
Ronny scoppiin una risatina.
俟ei in buona compagnia. Metdegli agricoltori del Natal lo vo-
gliono... Ma non abbastanza per accettare il nostro prezzo. Quanto chiedete? Il prezzo standard per il terreno da pascolo nella zona di Lady-
burg era di uno scellino e sei penee per acro. Dieci minuti prima
Ronny aveva deciso di chiedere due scellini. Ma ora, guardando ne-
gli occhi Sean, ricordava un pugno che gli aveva spaccato il naso, il
sapore del proprio sangue, la risata arrogante che respingeva i suoi
approcci amichevoli. No, penscon odio. No, grosso bastardo pre-
suntuoso, ora pagherai per tutto. 俊re scellini disse.
Sean annupensosamente. Sapeva benissimo che cosa stava pas-
sando per la testa di Pye. A un tratto sorrise. Mio Dio, Ronny,
avevo sentito dire che sei un duro in affari. Ma devo aver capito
male. Se hai pagato tre scellini per il Lion Kop, ti hanno fatto pro-
prio calare le braghe. Ronny arross Sean lo aveva ferito profon-
damente nel suo orgoglio.
Ho pagato nove pence ringhi E vendo a tre scellini. Stendi un contratto di vendita per 2.250 sterline. Compro. Maledizione! Maledetto l'inferno! imprecRonny dentro di s
Avrebbe pagato anche cinque scellini. 侶ueste soltanto per il terre-
no. Poi ci sono mille sterline per le migliorie. Nient'altro? No. Sean calcolrapidamente: poteva pagare il prezzo richiesto,
compresa la tassa sul passaggio di propriet e gli sarebbero anche
rimaste alcune centinaia di sterline. Ci sto. Ronny lo fiss mentre il suo cervello si torceva come un serpen-
te. Non mi ero reso conto che ci tenesse tanto... Avrei potuto pren-
dergli anche la camicia. Naturalmente, il consiglio dovrapprova-
re la vendita. In realtdipende tutto da loro. Il consiglio d'ammi-
nistrazione di Ronny era formato da lui stesso, da sua sorella mino-
re Audrey e dal cognato, Dennis Petersen. Ronny possedeva l'ot-
tanta per cento delle azioni, e Sean lo sapeva benissimo. Il giorno
prima aveva esaminato anche lo statuto della Compagnia.
隹scoltami bene, caro amico d'infanzia disse, chinandosi sul-
la scrivania e afferrando un pesante portasigari d'argento. 俊u mi
hai fatto un'offerta. Io l'ho accettata. Oggi pomeriggio alle quattro
sarqui con il denaro. Fammi trovare i documenti pronti. Strinse
il portasigari nel pugno e comincia schiacciarlo. I muscoli dell'a-
vambraccio si contraevano come pitoni in amore, e la scatola si ac-
cartocci aprendosi in corrispondenza delle giunture. Sean pos quel pezzo di metallo contorto sulla carta assorbente davanti a
Ronny.
Non fraintendermi, Sean. Ronny sorrise nervosamente e di-
stolse gli occhi da quella che era stata una scatola. Sono certo di
poter convincere il consiglio.
34.

I giorno seguente era un sabato. Dirk non doveva andare a
scuola e Sean lo portcon snella sua cavalcata quotidiana al
ranch. Felice di trovarsi solo con il suo dio, Dirkie spronil
pony, sorpassil padre, poi fece ruotare il cavallo in pieno galoppo
e ritorna fianco di Sean. Ridendo eccitato, chiacchiercome se
fosse in estasi per qualche minuto, poi non riuscpia controllare
la propria euforia e galoppavanti. Prima di arrivare all'incrocio
sotto la scarpata, Sean incontruna piccola carovana di viaggiatori
che provenivano dalla direzione opposta.
Salutsolennemente l'uomo alla testa. Ti vedo, Mbejane. Lo
zulu aveva l'aria stanca e un pimbarazzata di un gatto che sia ri-
masto fuori tutta la notte. Anch'io ti vedo, Nkosi. Ci fu un lungo, impacciato silenzio, mentre Mbejane prendeva
un pizzico di tabacco da fiuto e fissava il cielo al di sopra della testa
di Sean. Questi stava esaminando le compagne di viaggio di Mbeja-
ne. Due avevano raggiunto la mezza et che si aggira intorno ai
trentacinque anni, per le donne zulu. Entrambe portavano l'alta ac-
conciatura di capelli impastati con argilla che denota la condizione
di matrona. Benchmantenessero un portamento eretto, orgoglio-
so, le mammelle erano flosce e pendule, e la pelle del ventre era se-
gnata dalla gravidanza. Poi c'erano due ragazze che avevano appe-
na superato la pubert con le facce rotonde e la pelle splendente di
giovent dritte e ben fatte, natiche come meloni maturi e seni sodi
e rotondi. Tenevano la testa bassa e ridacchiavano timidamente.
Forse pioverstasera osservMbejane.
Forse. Sarun bene per i pascoli continulo zulu.
Chi diavolo sono queste donne? Sean non riuscpia conte-
nere la curiosit e Mbejane si accigliper quella mancanza d'eti-
chetta. Le osservazioni sul tempo e sui pascoli sarebbero dovute
continuare per almeno cinque minuti.
俏kosi, queste due sono mie mogli. Indicle matrone.
E le altre sono tue figlie? 俏o.Mbejane fece una pausa, poi continugravemente.
Non opportuno che un uomo della mia etabbia soltanto due
consorti, troppo vecchie per lavorare e generare. Cosho comprato
due mogli pigiovani. 青apisco disse Sean, sforzandosi di restare serio. Mbejane
doveva aver investito in quell'acquisto buona parte del proprio ca-
pitale. E cosa ti proponi di fare con tutte le tue mogli? Sai che pre-
sto dobbiamo tornare a combattere? Quando arriveril momento, torneranno al kraalk dei loro pa-
dri e mi aspetteranno l Mbejane esitcon discrezione. Le por-
tercon me finchnon sarsicuro di aver camminato sulla luna di
entrambe. Camminare sulla luna di una donna era l'espressione zulu che si-
gnificava 勇nterrompere il suo ciclo mestruale Mbejane si stava
assicurando che il suo investimento rendesse.
C'una fattoria sulle colline lass Sembrava che Sean voles-
se cambiare argomento. Ma Mbejane cap e una luce di attesa bril-
lnei suoi occhi.
Gimolte volte, Nkosi, tu e io ne abbiamo parlato. E' una buo-
na fattoria? Sean lo tenne ancora un poco in sospeso. Poi disse: Una fatto-
ria eccellente e molto bella. L'acqua pidolce del succo della can-
na da zucchero, la terra piricca della carne di un giovane bue, l'er-
ba pifitta e piena di promesse del pelo sul pube di una donna
Ora gli occhi di Mbejane splendevano di felicit Nel suo vocabola-
rio, fattoria era un posto in cui un uomo se ne stava seduto al
sole con una brocca di birra accanto a se ascoltava le mogli canta-
re nei campi. Significava bestiame, l'unica vera ricchezza, e molti
piccoli figli maschi per guidarlo. Significava la fine di una lunga e
faticosa strada.
Prendi con te le tue mogli e scegli il posto in cui desideri co-
struire il tuo kraal. 俏kosi. Nella lingua zulu non esiste un termine equivalente a
剋razie Avrebbe potuto dire 勇o ti lodo ma la formula non
avrebbe espresso ciche sentiva Mbejane. Finalmente trovle paro-
le: Bayete! Nkosi, Bayete! Il saluto al re.
Il pony di Dirk era legato davanti alla casa, e il ragazzo stava
usando un bastone con la punta bruciacchiata per scrivere il proprio
nome a grandi lettere maiuscole sul muretto della veranda.
Benchtutta la casa dovesse essere intonacata e ridipinta a nuo-
vo, Sean si sentvibrare di collera. Balzda cavallo, urlando e
brandendo lo sjambok, e Dirk scomparve dietro l'angolo dell'edifi-
cio. Sean aveva ritrovato ben presto la calma e sedeva sul muretto
della veranda, abbandonandosi all'orgoglio del proprietario, quan-
do arrivMbejane. Chiacchierarono un poco, poi lo zulu condusse
via le sue donne. Sean poteva star certo che Mbejane avrebbe co-
struito le capanne del suo kraal sulla terra piricca di Lion Kop.
L'ultima ragazza della fila era la moglie pigiovane e graziosa
di Mbejane. Tenendo un grosso involto in equilibrio sul capo, la
schiena dritta, le natiche nude a parte la striscia di stoffa sulla fen-
ditura, camminava con una grazia cosinconsciamente regale che il
pensiero di Sean corse, suo malgrado, a Ruth.
La sua esultanza svan Si alze si allontandalla vecchia co-
struzione. Senza Ruth, quella dimora non sarebbe mai stata una
casa.
Si sedette da solo sul pendio di una collina. Di nuovo gli torn in mente Ruth. Quel luogo somigliava molto alla loro radura segre-
ta. Salvo che, naturalmente, non c'erano acacie a Lion Kop.

35.

Acacie! esclamRonny Pye, fissando con ira la sorella e il
cognato. Sta piantando acacie. A che scopo? chiese Dennis Petersen.
Per la corteccia, mio caro! C'una fortuna nella corteccia.
Venti sterline la tonnellata! E a che serve? L'estratto viene usato per conciare il cuoio. Se vale tanto, perchnessun altro... cominciDennis, ma
Ronny l'interruppe con un gesto impaziente.
Mi sono informato bene. Lion Kop il terreno ideale per le
acacie, alto e nebbioso. L'unico altro posto veramente buono del
distretto la fattoria di Mahoba Kloof, a Theunis Kraal. Grazie a
Dio, sei tu il proprietario! Perchlche noi pianteremo le nostre
acacie. GuardDennis, ma senza osservarne il volto, mentre con-
tinuava. Ho parlato con Jackson alla Natal Wattle Company. Ci
fornirgli alberelli alle stesse condizioni di vendita che ha stabilito
con quel bastardo di Courteney e comprerla nostra corteccia...
Tutta la nostra corteccia al prezzo garantito di venti sterline la ton-
nellata. Ho assunto due uomini per dirigere la piantagione. La ma-
nodopera saril problema pigrosso; Sean si accaparrato tutti gli
indigeni nel giro di cinquanta chilometri. Ne ha un esercito lass.. S'interruppe di colpo. Aveva visto l'espressione di Dennis. 青osa
c'che non va? Mahoba Kloof! gemette Dennis. Oh Dio! Oh mio Dio! Spiegati. Sean venuto da me la settimana scorsa... Voleva un'opzione
per l'acquisto della fattoria. Un'opzione di cinque anni. Non gliel'avrai data? gridRonny.
Mi ha offerto tre scellini l'acro... Sei volte quello che l'ho pa-
gata! Come potevo rifiutare? Idiota! Maledetto idiota chiacchierone! Fra cinque anni quella
terra varr.. Ronny inghiotta vuoto, varralmeno cinque ster-
line! Nessuno me l'aveva detto! piagnucolDennis, esprimendo il
lamento dell'eterno fallito su ciche sarebbe potuto essere e non stato.
E nessuno l'ha detto a Sean. Era la prima volta che Audrey
apriva bocca, e c'era qualcosa nella sua voce che fece voltare di
scatto Ronny verso l'attraente sorella.
Ma si, ma si... Tutti sappiamo di te e Sean. Perlui, allora,
non rimasto nei paraggi abbastanza a lungo perchtu potessi ac-
calappiarlo, vero? Ronny s'interruppe e guardDennis con aria
colpevole. C'erano voluti anni perchAudrey perdesse ogni speran-
za nel ritorno di Sean a Ladyburg e accettasse la corte discreta ma
insistente di Dennis. Ora questi tossimbarazzato e si guardle ma-
ni posate sulla scrivania.
In ogni modo mormor Sean ha avuto l'opzione e non c' piniente da fare. Credi?... All'inferno! Ronny spinse un taccuino verso il co-
gnato e lo apr Ecco come la vedo io. Sean ha preso in prestito
diecimila sterline dalla madre... Sai, quei quattrini che abbiamo ten-
tato di farle investire nell'affare Burley. Tutt'e tre ricordavano be-
ne l'affare Burley e parvero vergognarsi un poco. Ronny si affrett a continuare. E altre cinquemila se le fatte prestare dalla Natal
Wattie... Jackson se le lasciate scucire. Ronny prosegucon i
propri calcoli. Quando ebbe finito era di nuovo sorridente. 侵l si-
gnor Sean Courteney cammina sul filo del rasoio. Uno scivolone,
soltanto uno e... zac! Fece un movimento di taglio con la mano
aperta. 俏oi possiamo aspettare! Scelse un sigaro dalla scatola di cuoio che aveva sostituito quella
d'argento e lo accese prima di continuare: Del resto... Non stato
ancora congedato dall'esercito. Visto come sta andando la guerra,
avranno certo bisogno di buoni combattenti. Quella sua gamba mi
sembra a posto. Forse una parolina nell'orecchio giusto, una picco-
la pressione... Ora Ronny sogghignava compiaciuto. Il suo sigaro
aveva un sapore delizioso.

36.

I medici del Greys Hospital fecero l'ultima visita a Sean prima di
Natale, stimando la sua inabilitintorno all'uno per cento: zop-
picava un poco solo quando era fisicamente stanco. Questo gli
toglieva il diritto a una pensione per ferita di guerra e lo rendeva di-
sponibile per il ritorno immediato in servizio.
Una settimana dopo il capodanno del 1901 arrivla prima lettera
dall'esercito. Sean doveva presentarsi subito al comandante dei Fuci-
lieri a cavallo dei Natal: il reggimento che aveva assorbito il Corpo
delle guide.
La guerra era entrata in una nuova fase. In tutto il Transvaal e
nello Stato libero d'Orange i boeri avevano dato inizio a una campa-
gna di guerriglia davvero allarmante per le dimensioni che aveva as-
sunto. Il conflitto era ben lontano dall'essere finito, e la presenza di
Sean era urgentemente richiesta per ingrossare le file di un esercito
che contava gi250.000 uomini.
Sean scrisse chiedendo una proroga della licenza ed ebbe in rispo-
sta la minaccia d'accusa di diserzione, qualora non si fosse trovato a
Johannesburg il primo febbraio.
Le ultime due settimane furono d'intensa attivit Sean riusca
portare a termine l'impresa, iniziata il maggio precedente, di pianta-
re ad aceri diecimila acri di terra. Ottenne un nuovo grosso prestito
dalla Natal Wattle Company per pagare la manodopera necessaria
alla cura dei suoi alberi. Le riparazioni e gli ammodernamenti del
ranch Lion Kop furono completati, e Ada vi si trasferdal suo villino
in Protea Street per occuparsi delle faccende domestiche e per dirige-
re la tenuta durante l'assenza di Sean.
Ora, mentre vagava da solo sulla propria terra in una sorta di ca-
valcata di commiato, Sean aveva la possibilitdi pensare ad altre co-
se. La piimportante di queste era sua figlia. La sua prima e unica
figlia. Ora aveva due mesi. Si chiamava Thunder ed egli non l'aveva
mai vista. Saul Friedman gli aveva scritto una lunga, gioiosa lettera
dal fronte, dove egli l'avrebbe presto raggiunto. Sean gli aveva invia-
to le picalorose congratulazioni e poi aveva tentato ancora una vol-
ta di mettersi in contatto con Ruth. Le aveva scritto senza ricevere ri-
sposta e, alla fine, aveva abbandonato il lavoro al Lion Kop per an-
dare a Pietermaritzburg. Quattro giorni aveva aspettato, recandosi
mattina e pomeriggio a casa Goldberg... Ma ogni volta Ruth era fuo-
ri o era indisposta. Le aveva lasciato un biglietto molto amaro ed era
tornato a casa.
Profondamente triste, cavalcava tra le sue piantagioni. Grandi ri-
quadri di giovani alberi, una fila dopo l'altra, coprivano le alture dei
Lion Kop. Gli esemplari pivecchi, piantati dieci mesi prima, erano
gialti fino alla cintola, con cime verdi e rigonfie. Era stata un'im-
presa di proporzioni quasi sovrumane, costata dieci mesi di durissi-
mo e incessante lavoro da parte di duemila indigeni. Adesso era fini-
ta. Sean aveva trattenuto un gruppo di cinquanta zulu, che avrebbe-
ro lavorato sotto la supervisione di Ada, tenendo pulito il terreno tra
i filari e badando che non scoppiassero incendi. Non c'era altro da
fare; quattro anni di attesa, finchgli alberi avessero raggiunto la
maturit poi si sarebbe cominciato a scortecciarli.
Immerso nei suoi pensieri, varcsenza accorgersene il confine del
Lion Kop e prosegulungo il piede della scarpata. Attraversla stra-
da e la linea ferroviaria. Davanti a lui il mormorio delle Cascate
Bianche si fondeva coi soffio del vento tra l'erba, ed egli colse l'im-
provvisa visione dell'acqua che precipitava da un'alta roccia nello
splendore dei sole. La chioma delle acacie in fiore sembrava una
nebbia dorata e sovrastava tristi ombre segrete.
Attraversil fiume sotto la pozza delle cascate. La scarpata gli si
pardavanti, ripida, striata di fitti cespugli e alta oltre trecento me-
tri, cosda nascondere la luce del sole. La pozza era il regno delle fel-
ci e del muschio; le rocce erano nere e scivolose per gli spruzzi. Un
luogo freddo, senza sole... E l'acqua ruggiva precipitando in un
bianco, mobile velo simile a fumo.
Sean rabbrivide spronil cavallo, salendo all'ambio la scarpata.
Allora seppe che era stato l'istinto a guidarlo. Nella sua angoscia,
egli era tornato alla prima casa che aveva conosciuto. Era terra dei
Courteney, quella sotto i suoi piedi, terra dei Courteney fino al Tu-
gela. La nostalgia s'impadrondi lui mentre saliva, finchraggiunse
il bordo della scarpata e potcontemplare l'intera estensione di
Theunis Kraal.
Cerci luoghi familiari: la casa con le stalle e gli alloggi della ser-
vitdietro di essa; i recinti coi cavalli che pascolavano a testa bassa,
agitando di tanto in tanto la coda; le cisterne tra gli alberi... A ogni
cosa era legato qualche ricordo particolare.
Smont sedette sull'erba e accese un sigaro, mentre la sua mente
rovistava tra i frammenti del passato. Passun'ora, poi un'altra pri-
ma che egli tornasse al presente e sfilasse l'orologio dal taschino del
panciotto.
L'una passata! esclam balzando in piedi.
Si ripulil didietro dei pantaloni e si calcil cappello in testa pri-
ma di iniziare la discesa. Invece di guadare il fiume alla pozza, rima-
se su Theunis Kraal, con l'intenzione di incrociare la strada da quella
parte dei fiume. Di tanto in tanto vedeva dei bovini che pascolavano
in mandrie di meno di dodici capi; erano tutti in buone condizioni,
ingrassati dall'erba fresca, ma i pascoli non erano certamente sfrut-
tati al pieno della loro capacit Mentre passava, gli animali solleva-
vano la testa e lo guardavano con quella loro vacua, bovina espres-
sione d'impassibilit
La foresta s'infitti, poi cessdi colpo e davanti a lui si stese una
di quelle piccole depressioni paludose prodotte dal fiume. Guardan-
do dall'alto della scarpata, quell'area restava nascosta dagli alberi,
quindi Sean non aveva veduto il cavallo sellato e legato sul lato op-
posto dell'acquitrino. Ne cerccon gli occhi il proprietario e lo scor-
se in mezzo alla vegetazione palustre... Ma subito scomparve, le cime
dei papiri si agitarono e si udil grido terrorizzato di un animale.
Sean girrapidamente intorno all'acquitrino, finchraggiunse il
cavallo. La testa e le spalle dell'uomo riapparvero e Sean si accorse
che erano coperte di fango. Ehi, cosa succede? grid
La faccia dell'uomo si voltverso di lui. C'una bestia impan-
tanata. Tenga duro, vengo a darle una mano. Si strappdi dosso
giacca, panciotto e camicia, li appese a un ramo assieme al cappello
ed entrnel pantano. Affondando fino alle ginocchia nell'acqua
melmosa, che ribolliva ed eruttava gas, e scostando il groviglio di
canne con entrambe le braccia, Sean riusca raggiungerli.
L'animale era una vecchia vacca nera: le sue zampe di dietro era-
no sprofondate in una buca e quelle davanti si agitavano a vuoto al
di sotto del petto.
亟' allo stremo disse l'uomo. Sean lo guarde si accorse che
era ancora un ragazzo. Alto per la sua et ma di struttura esile, con
i capelli neri tagliati corti... E il grande naso dei Courteney.
Con una tensione innaturale alle viscere e col fiato corto, Sean
capche stava guardando suo figlio.
Non stia limpalato disse il ragazzo in tono aspro. Era coper-
to dalla cintola in gida un lucente e fetido strato di melma, il sullo-
re gli colava sulla faccia, sciogliendo i grumi di fango sulla fronte e
sulle guance, e respirava affannosamente, mentre stava piegato sul-
l'animale per tenerne il muso sollevato al di sopra della superficie.
Dobbiamo rovesciarla disse Sean. Tienile su la testa. Si
portdietro le zampe posteriori della vacca e la melma gli gorgogli intorno alla cintola. Poi affondle braccia nel fango, cercando a
tentoni le zampe intrappolate.
Le sue mani riuscirono a circondare l'osso e il tendine del garret-
to. Aggiustla stretta, si piegall'indietro e tirverso l'alto, impe-
gnando gradualmente tutta la forza che possedeva, finchsentche
qualcosa nel suo inguine era sul punto di lacerarsi. Rimase cos con
la faccia contorta, la bocca spalancata e il respiro che saliva rauco al-
la gola, i grossi muscoli del petto e delle braccia inchiodati in una
contrazione ferrea. Per due minuti mantenne quella posizione, men-
tre il ragazzo lo guardava con un misto di spavento e di meraviglia.
Poi una gorgogliante fuga di gas si sprigionintorno al petto di
Sean, e l'animale comincia muoversi. Dapprima piano, con diffi-
colt dall'acqua melmosa emerse la parte posteriore della groppa...
poi si sollevsempre pirapidamente, via via che il fango allentava
la sua presa, finch con un ultimo gorgoglio, la morsa della melma
cedette: Sean si raddrizz tenendo le zampe dell'animale al di sopra
della superficie, e la vacca stramazzesausta su un fianco.
Sangue di Giuda! mormoril ragazzo con ammirazione. Per
qualche istante la mucca giacque immobile, poi, rendendosi conto
che le sue gambe erano libere, comincia dibattersi per sollevarsi.
Tienile la testa gridSean, e si mosse faticosamente di lato
per afferrarIe la coda e impedirle di alzarsi. Quando l'animale fu di
nuovo tranquillo, Sean comincia trascinarlo, camminando all'in-
dietro, verso la terra ferma. Il grosso corpo scivolfacilmente sul
fango e sulle canne schiacciate, finchs'aren Allora Sean si spo-
st mentre la vacca cominciava a scalciare per sollevarsi; poi l'ani-
male stette un attimo immobile e infine si allontantraballando fra
gli alberi.
Ansimanti, sfiniti, ancora nel fango fino alle caviglie, Sean e suo
figlio la guardarono sparire.
Grazie. Non ci sarei mai riuscito da solo, signore. La forma e
il tono con cui il ragazzo gli si era rivolto toccarono Sean nel pro-
fondo.
Era un lavoro per due uomini assent Come ti chiami? Courteney, signore. Michael Courteney. Gli tese la mano.
Sean la strinse. 俑olto piacere, Mike. Io la conosco, vero, signore? Sono sicuro di averla givista... un pche mi sto lambiccando il cervello. No, non credo. Con uno sforzo, Sean evitche la sua emozio-
ne trasparisse dal volto o dalla voce.
Sarebbe... Sarebbe un onore per me conoscere il suo nome. Mentre Michael pronunciava queste parole, una strana timidezza
s'impadrondi entrambi.
Cosa posso dirgli? pensava Sean. Non debbo mentirgli... Ma non
posso nemmeno confessargli la verit 俑io Dio, come siamo con-
ciati rise. Puzziamo come se fossimo morti da dieci giorni. Michael parve notare per la prima volta le loro condizioni. An-
che lui rise. A mia madre verrun colpo, quando mi vedrPoi
aggiunse: Venga a casa nostra. Non lontana da qui. Pranzercon
noi e potrripulirsi... I servi le laveranno i vestiti
No. Sean scosse la testa. Devo tornare a Ladyburg. Per piacere. Vorrei che conoscesse mia madre. Papnon qui... in guerra. Ma, per favore, venga a casa con me. Lo desidera davvero. Guardando il figlio negli occhi, il sentimen-
to affettuoso che si era sforzato di reprimere gli gonfiil petto, e
Sean si sentarrossire di gioia.
俑ike scandlentamente, cercando le parole giuste. 保ggi
non posso proprio accettare il tuo invito. Ma mi piacerebbe riveder-
ti, e uno di questi giorni verra trovarti. Va bene? Oh! Michael non nascose la sua delusione. Comunque, l'ac-
compagnerfino al ponte. Bene. Sean prese la camicia e la usper togliersi di dosso un
pdi fango, mentre Michael slegava i cavalli.
Cavalcarono lentamente, dapprima in silenzio, ancora impacciati
dalla timidezza. Poi cominciarono a discorrere e ben presto venne
meno ogni reticenza. Con un senso d'orgoglio piuttosto ridicolo, da-
te le circostanze, Sean si rese conto che Michael aveva un'intelligen-
za pronta, una facilitd'espressione eccezionale per un ragazzo della
sua ete una visione delle cose molto matura.
Parlarono di Theunis Kraal. E' una buona fattoria. C'era del-
l'orgoglio nella voce di Michael. La mia famiglia la possiede dal
1867. Il bestiame pernon molto borbottSean.
Papha avuto un periodo sfortunato. La peste bovina ha deci-
mato le mandrie, ma le ricostituiremo... Aspetti e vedr Tacque
per un momento, poi disse: In realtmio padre non un allevato-
re; invece di comprare bestiame, preferisce spendere i quattrini in ca-
valli... Come Beauty. Diede qualche colpetto sul collo della sua
splendida giumenta color oro. Ho tentato di discutere con lui,
ma... A questo punto si accorse che stava diventando sleale e si ri-
prese: Non mi fraintenda, papun uomo eccezionale. Ora presta
servizio nell'esercito... colonnello, uno degli uomini pivicini al
generale Buller. Ha la Victoria Cross per il valore dimostrato nella
guerra zulu e gli hanno anche dato il Distinguished Service Order per
quello che sta facendo ora
Gi pensava Sean, anch'io ho difeso Garry; molte volte, tanto
spesso quanto lo farai tu prima di arrivare alla mia et Pieno di
comprensione, cambiargomento.
Parlarono del futuro. Cosvuoi fare l'allevatore? Amo questo posto. Sono nato qui. Per me non si tratta soltanto
di un pezzo di terra e di una casa. Fa parte della tradizione alla quale
appartengo... Modellata da uomini di cui sono orgoglioso. Dopo pa-
p ci sario solo a continuarla. Non voglio mancare a questo dove-
re. Ma... Erano arrivati sul bordo della scarpata che costeggiava la strada,
e Michael si fermper guardare Sean, come se cercasse di decidere se
doveva confidarsi con quell'estraneo.
Ma? lo incitSean. Michael lo fissancora per un momento,
chiedendosi perchquell'uomo gl'ispirava tanta sicurezza... Addirit-
tura l'assoluta convinzione di potersi fidare di lui piche di ogni al-
tro uomo sulla terra. Gli pareva di averlo conosciuto da sempre e fra
loro c'era qualcosa di cosforte... Di cosbuono e forte da essere
quasi tangibile.
Ma si decise, questo non tutto. Voglio qualcosa di pidel-
la terra e del bestiame. E cosdifficile da spiegare. Mio nonno era un
grand'uomo; lavorava con la gente, oltre che con gli animali. Ave-
va... Lei mi capisce, vero? Credo di s儢, annuSean. Vorresti trovare un tuo posto nel
mondo. Gi Vorrei prendere decisioni che non siano soltanto quando
marchiare e mettere aIl'ingrasso le bestie, o dove costruire una nuo-
va cisterna. E cosa pensi di fare in proposito? Be', frequento l'universitdi Cape Town, Sono al terzo anno...
il prossimo Natale avrla laurea. E dopo? Non so, ma troverqualcosa. Sorrise. Ho ancora molto da
imparare prima. Quando penso a quante cose ancora devo imparare,
provo un pdi paura. Scesero da cavallo e proseguirono a piedi verso la strada, talmen-
te assorti nella conversazione che nessuno dei due si accorse del ca-
lessino che stava arrivando dalla parte di Ladyburg finchquesto
non li ebbe quasi raggiunti.
Allora Michael si volta guardarlo. Ehi! Ecco mia madre! Ora
potrconoscerla. Con terrore, Sean capdi essere in trappola. Non aveva scam-
po... Il calessino era a meno di cinquanta metri ed egli vedeva Anna
che allungava il collo dietro il cocchiere negro e li fissava.
Il ragazzo grid Ciao, Ma'!
Michael! Cos'hai fatto? Guarda come sei conciato! La sua vo-
ce era stizzosa. Gli anni l'avevano trattata come meritava, indurendo
i suoi lineamenti e marcando il taglio felino degli occhi. Puntlo
sguardo su Sean e si accigli Questa espressione le scavrughe pro-
fonde sulla fronte e mise in risalto le grinze sotto il mento.
Chi c'con te? chiese a Michael.
俗n amico. Mi ha aiutato a liberare una vacca impantanata.
Avresti dovuto vederlo, Ma'. L'ha completamente sollevata dalla
melma. Sean notche Anna era vestita lussuosamente, in modo addirit-
tura eccessivo per la moglie di un allevatore in un giorno feriale. Vel-
luto e piume di struzzo... Quelle raritdovevano esser costate a
Garry una piccola fortuna. Il calessino era nuovo, laccato di nero
con filetti scarlatti e finiture d'ottone... Qualche altro centinaio di
sterline. Sean andcon lo sguardo ai cavalli: una coppia di bai, trot-
tatori di razza... Ges pens
Anna lo stava ancora guardando con le sopracciglia aggrottate,
ancora incerta della sua identit Poi cominciad arrossire, le sue
labbra tremarono.
Salve, Anna. Sean! La parola fu come uno sputo.
E' passato molto tempo. Come stai? Gli occhi di lei si strinsero rabbiosamente. Mosse appena le lab-
bra, mentre diceva a Michael: Allontanati da quell'uomo!
俑a... L'espressione sconcertata sul viso del ragazzo ferSean
come un colpo di lancia.
Fa' come dice tua madre, Michael. Lei .. Tu sei mio zio Sean? S Allontanati da lui strillancora Anna. Non rivolgergli mai
pila parola. Mi sent Michael? E' il diavolo... Il diavolo! Non la-
sciare che ti si avvicini. Ti distrugger Ansimava, tremando per
l'odio e la rabbia, e farfugliava come una pazza. Vattene dalla no-
stra terra, Sean Courteney. Vattene da Theunis Kraal e non rimetter-
ci pipiede. D'accordo, Anna. Me ne vado. Michael, monta a cavallo gridla donna al ragazzo. Presto.
Allontanati da lui Michael balzin sella. Via. Via, presto ordi-
nAnna al cocchiere. Al primo schiocco di frusta, i due bai balzaro-
no in avanti e Anna ricadde contro lo schienale imbottito. Andia-
mo, Michael. A casa, immediatamente. Michael guardSean. Era sconcertato, indeciso. Io non... Non
credo che tu... Ne parleremo un'altra volta, Mike. Ma a un tratto l'espressione del ragazzo cambi gli angoli della
bocca s'incurvarono e i suoi occhi s'incupirono per il rammarico
d'aver trovato e subito perduto... No disse, alzando la mano in
un gesto di commiato, e voltla giumenta. Chino sul collo dell'ani-
male, insegua spron battuto il calessino.
Michael! chiamSean, ma il giovane parve non sentirlo.

37.

CosSean tornin guerra. L'addio fu una dura prova. Ada si
mostrcoscoraggiosa che Sean avrebbe voluto scuoterla e
gridarle: Piangi, accidenti! Sfogati! Dirk si lanciin
una delle sue esibizioni piteatrali. Si aggrappal padre e urlfin
quasi a soffocare. Quando il treno part Sean era fuori di sdalla
rabbia e rimase di quell'umore fino al suo arrivo a Pietermaritz-
burg, quattro ore dopo.
Placla sua collera al bar della stazione con una dozzina di
brandy. Poi, assieme a Mbejane, che portava il bagaglio, sfece Iar-
go tra la folla che gremiva il marciapiede, cercando un posto libero
sull'espresso per il nord. Siccome il treno era riservato ai militari, i
suoi compagni di viaggio erano tutti in uniforme cachi. Una vasta
moltitudine giallastra picchiettata dei colori vivaci delle donne che
vedevano partire i loro uomini per la guerra e non ne erano certo
contente. I loro gemiti si mischiavano al brusio delle voci, alle risate
degli uomini e a qualche strillo di bambino. A un tratto Sean sent che qualcuno lo stava chiamando. Si guardintorno e vide un brac-
cio che si agitava freneticamente al di sopra della folla.
Sean! Ehi, Sean! La faccia di Saul appariva e scompariva,
mentre il giovane saltava su e gi Sean si fece largo fino a lui e i
due si strinsero la mano.
Che diavolo ci fai qui? chiese Saul.
Torno in servizio... E tu? Ho appena finito una licenza di una settimana. Vieni a vedere
la piccola. Dio, che fortuna averti scorto in questa ressa! Ruth qui? non pottrattenersi dal domandare Sean.
隹spetta fuori in carrozza. Mi piacerebbe dare un'occhiata alla bambina. Certo! Prima troviamo un paio di posti sul treno e sistemiamo
il bagaglio. Mancano ancora venti minuti alla partenza. Sean la scorse appena uscirono sulla scalinata davanti alla sta-
zione. Sedeva in una carrozza aperta, e un ragazzo negro le faceva
ombra con un parasole. Era vestita di grigio e rosa: l'abito era gri-
gio-tortora, mentre rosa erano gli sbuffi che uscivano dagli spacchi
delle maniche e i fiori che coprivano il largo cappello. Il volto era di
profilo, lievemente chino sul fagotto di pizzo bianco che sorreggeva
in grembo. Sean si sentbalzare il cuore in gola, guardando i linea-
menti calmi di quel viso. Si fermmormorando: Dio, com'bel-
la! e al suo fianco Saul rise di contentezza.
Aspetta di vedere mia figlia! Troppo assorta nella contemplazione della piccola, Ruth non li
vide avvicinarsi alla carrozza.
Cara, ho una sorpresa per te disse Saul. Ruth alzgli occhi e
vide Sean che la guardava. S'irrigidper lo shock, fissandolo, men-
tre il colorito svaniva dal suo volto.
Salve, Ruth. Lei non rispose immediatamente. Sean la vide mascherarsi die-
tro una pallida impassibilit Salve, Sean. Che sorpresa. Tutte quelle emozioni erano sfuggite a Saul, che si stava sedendo
accanto alla moglie. Vieni a dare un'occhiata. Ora, chino sulla
piccola, stava scostando lo scialle di pizzo, con il viso splendente
d'orgoglio.
In silenzio, Sean salin carrozza e si sedette di fronte alla
coppia.
Dagliela in braccio, Ruth sorrise Saul. Che possa vedere
bene la bambina pibella dei mondo. E non notcome Ruth s'ir-
rigidisse di nuovo, stringendo la piccola con aria protettiva.
Prendila, Sean. Ti prometto che non ti bagner.. Non troppo,
almeno continugioiosamente Saul.
Sean tese le braccia, fissando Ruth negli occhi che lo guardava-
no con aria di sfida, ma anche con paura. Per piacere disse. Le
iridi grigio-azzurre divennero piscure, le linee severe intorno alla
bocca si ammorbidirono e le labbra tremarono, rosee e umide. Ruth
si chinin avanti e depose la figlia nelle braccia di Sean.

38.

Fu un lungo, lento viaggio verso Johannesburg; un viaggio in-
terrotto da interminabili soste. A ogni raccordo c'era una fer-
mata, talvolta di mezz'ora, ma in genere molto pilunga. Di
tanto in tanto, senza ragione apparente, il treno si bloccava in mez-
zo al veld.
Cosa diavolo c'adesso? Hanno sparato al macchinista. No, di nuovo! Facce rabbiose si sporgevano dai finestrini, urlando proteste e
commenti. Quando il capotreno trotterellava lungo il terrapieno ri-
coperto di ghiaia verso la testa del convoglio, era inseguito da un
coro di fischi e ululati.
Per piacere, signori, un pdi pazienza. Dobbiamo controllare
i tunnel e i ponti. 俑a la guerra finita! Di cosa avete paura. I vecchi, buoni boeri stanno correndo cosin fretta che non
hanno certo il tempo di occuparsi dei ponti. Gli uomini scendevano sul terrapieno e sostavano in impazienti
gruppetti finchrisuonava il fischio di partenza. Allora risalivano in
vettura, mentre il treno sobbalzava e riprendeva ad avanzare.
Sean e Saul sedevano in un angolo d'uno scompartimento affol-
lato e giocavano a klabrias. Poichla maggioranza considerava l'a-
ria fredda e pulita dell'alto veld con lo stesso orrore che si riserva ai
gas di cianuro, i finestrini erano tenuti ermeticamente chiusi. Lo
scompartimento era azzurro per il fumo di pipa e fetido per l'odore
d'una dozzina di corpi non lavati. Conversare era inevitabile. Con-
finate un gruppo di uomini in un piccolo spazio ed entro dieci mi-
nuti staranno chiacchierando.
Nel caso particolare, i compagni di viaggio di Sean e Saul aveva-
no una vasta esperienza in materia di pornografia. Un sergente che
aveva prestato servizio per tre anni a Bangkok conquistil suo udi-
torio dopo una spedizione in corridoio, dalla quale torncon un
vecchio compagno di avventure in Oriente. Questo esperto mostr fotografie che furono studiate minuziosamente.
Esse servirono anche a ricordare a un caporale, che aveva tra-
scorso un periodo di servizio in India, la sua visita al Tempio di Ko-
narak. Quest'argomento fece loro trascorrere un'altra ora e aprla
strada a una discussione sulla famosa Casa dell'Elefante di Shan-
ghai, che li tenne occupati da mezzogiorno al tramonto.
Intanto Saul si era stancato di guardare le fotografie e, preso un
libro dal suo sacco, comincia leggere. Sean si annoiava. Pulil fu-
cile. Si stuzzici denti con un fiammifero, guardando fuori del fi-
nestrino i piccoli branchi di gazzelle che pascolavano lungo la ferro-
via. Ascoltun resoconto dettagliato delle prestazioni fornite dalle
signore della Casa dell'Elefante e decise di starne alla larga qualora
gli fosse capitato di andare a Shanghai. Infine chiese all'amico:
Cosa stai leggendo?
Mhm? Saul sollevgli occhi con aria vaga e Sean ripetla
domanda.
Il sistema di governo di Westminster. 亮es Come mai ti rimpinzi di quella roba? M'interessa la politica disse Saul mettendosi sulle difensive,
e riprese la sua lettura.
Sean continua osservarlo per un p poi chiese: Hai qualche
altro libro con te?
Saul riaprla sacca. Leggi questo. La ricchezza delle nazioni. Il tono di Sean era dubbioso. Di
cosa tratta? Ma Saul era di nuovo immerso nel suo libro.
Sean april pesante volume e guardpigramente la prima pagi-
na, sospirando di rassegnazione. Era passato molto tempo da quan-
do aveva letto qualcosa di diverso da una lettera o da un rendiconto
bancario. Poi i suoi occhi cominciarono a scorrere avanti e indietro
sulle righe come la spola di un telaio. Senza saperlo, stava tessendo
i primi fili di una stoffa destinata a coprire una parte della sua ani-
ma che fino a quel momento era rimasta nuda.
Dopo un'oretta Saul lo guard Cosa te ne pare? chiese.
Sean borbottqualcosa senza alzare gli occhi. Era completa-
mente assorto nel libro. Verano cose importanti. Il linguaggio di
Adam Smith aveva una sua maestosa chiarezza. Con alcune di quel-
le conclusioni Sean non era d'accordo, tuttavia il ragionamento su-
scitava un corso di pensieri nel suo cervello, stimolandolo a correre
avanti e ad anticipare, a volte con esattezza, ma spesso giungendo a
conclusioni molto distanti da quelle cui mirava l'autore.
Procedeva rapidamente, sapendo che l'avrebbe riletto, perch quella era soltanto una prima esplorazione nel territorio sconosciuto
della scienza economica. Senza staccare gli occhi dalla pagina, fru-
gnelle tasche della giubba, trovun mozzicone di matita e sottoli-
neun passo su cui voleva ritornare. Poi prosegula lettura. Ora
usava spesso la matita. No!scrisse in margine a una frase. E'
Giusto vicino a un'altra.
Saul alzdi nuovo gli occhi e aggrottla fronte, vedendo che
Sean stava sciupando il libro. Poi notl'espressione di Sean, cos concentrata, e la sua faccia si distese. Osservl'amico di sottecchi.
Il suo sentimento per quell'uomo muscoloso, dagli umori violenti e
dalle dolcezze inattese, aveva superato l'affetto e ora rasentava l'a-
dorazione. Non sapeva perchSean avesse steso su di lui le sue ali
protettive, ngl'interessava. Ma era bello starsene seduto in silen-
zio, senza pileggere, a guardare il volto di quel colosso che era
ben pidi un amico.
Soli in mezzo a una moltitudine, sedevano l'uno di fronte all'al-
tro. Il treno serpeggiava verso nord attraverso la prateria, lascian-
dosi dietro un pennacchio di fumo grigio-argento, mentre il sole af-
fondava stancamente dietro l'orizzonte, imporporando le nubi.
Quando fu scomparso, l'oscuritcalrapidamente.
Mangiarono carne in scatola stesa sul pane nero con la lama del-
le baionette. Non c'era luce nello scompartimento, cos dopo che
ebbero mangiato, si avvolsero nelle coperte e chiacchierarono al
buio. Intorno a loro ogni conversazione cesse fu sostituita dai ru-
mori del sonno. Sean apruno dei finestrini e l'aria fredda rischiar e risveglile loro menti, cosicchcontinuarono a discutere con
un'eccitazione che erano di tanto in tanto costretti a reprimere.
Parlarono degli uomini, della terra e degli Stati come unione di
entrambi; e di come tali Stati dovevano essere governati. Discussero
un poco della guerra e molto della pace che l'avrebbe seguita; della
ricostruzione di ciche era stato distrutto da qualcosa di molto pi forte. Previdero l'odio che sarebbe cresciuto come un'erbaccia ma-
lefica sul sangue e sui cadaveri, ed esaminarono i mezzi con cui si
sarebbe dovuto sradicarlo prima che strangolasse il tenero virgulto
di un paese che poteva diventare grande.
Non avevano mai parlato cos Saul si stringeva le coperte intor-
no alle spalle e ascoltava la voce di Sean nell'oscurit Come in qua-
si tutti gli ebrei, la sua sensibilitera estremamente acuita, cosche
poteva cogliere in quell'uomo una nuova dimensione, un nuovo
orientamento.
Io ho contribuito a questo, pens con un moto d'orgoglio: Sean
un toro, un toro selvaggio, che carica qualunque cosa si muova;
carica senza scopo, poi si ferma e devia verso un altro bersaglio; usa
la sua forza per distruggere perchnon ha mai imparato a servirse-
ne altrimenti; confuso e rabbioso, muggisce per le picche conficcate
nelle sue spalle; dla caccia a tutto e percinon cattura nulla. For-
se posso aiutarlo, mostrargli uno scopo e una via d'uscita dall'a-
rena.
Parlarono fino a notte inoltrata. L'oscuritaggiungeva una
nuova dimensione alla loro esistenza. Invisibili, le loro forme fisiche
non li limitavano pie pareva che le menti fossero libere di incon-
trarsi nel buio, di fondersi in un intreccio di parole che alimentava
nuove idee. Finch di colpo, quella delicata struttura si infranse e si
dissolse con l'esplosione della dinamite e coi fischio dei vapore che
fuoriusciva dalla caldaia, col fracasso del legno e del vetro che si
spezzavano, con la confusione dei bagagli e dei corpi gettati violen-
temente gli uni sugli altri, mentre il treno s'impennava, ondeggiava
e usciva dai binari. Quasi contemporaneamente un altro suono si
uni al fragore: colpi di fucile a distanza ravvicinata e il continuo
tambureggiare di una mitragliatrice Maxim.
Sean, al buio, rimase inchiodato sotto un peso immane, incapa-
ce di respirare. Lottselvaggiamente, per liberarsi dei corpi e dei
bagagli che lo sommergevano, con le gambe ancora avvolte nelle co-
perte. Il peso diminuabbastanza da permettergli di respirare, ma
un ginocchio lo colpin faccia con tanta violenza che le sue labbra
si spaccarono e la bocca gli si riempdi sangue. Menun colpo alla
cieca e conficcil braccio in uno spezzone di vetro.
Nell'oscurit uomini urlavano di paura e di dolore, mescolando
le loro grida all'orrendo coro di lamenti, di imprecazioni e di spari.
Sean riusca liberarsi e sentdei corpi che si dibattevano sotto di
lui, mentre si alzava in piedi. Ora il tonfo sordo delle pallottole con-
tro il legno delle vetture risuonava molto piforte ai suoi orecchi di
quello degli spari.
Qualcuno barcollcontro di lui e Sean lo afferr Saul! Lasciami, lasciami andare. Era uno sconosciuto.
Saul. Saul. Dove sei? Sean. Sei ferito? 俏o. Tiriamoci fuori da qui. Il mio fucile. All'inferno il fucile. Dov'il finestrino? 雨loccato. Infine Sean riusca farsi un'idea della situazione. Il vagone era
rovesciato su un fianco coi finestrini contro il suolo e con tutti i lo-
ro compagni morti o feriti ammucchiati sopra. Lo sportello era so-
pra le loro teste, probabilmente inceppato. Dovremo uscire dal
tetto. Tastdavanti a salla cieca, poi imprece ritirdi scatto la
mano - una scheggia di legno gli si era conficcata sotto un'unghia -
ma sentsul viso un soffio d'aria fresca.
C'un buco. Tastdi nuovo ansiosamente e trovquello che
cercava. Una delle assi si spaccata. Subito ci fu un protendersi
di corpi in avanti, alcune mani lo avvinghiarono, mentre una mezza
dozzina d'uomini lottavano per guadagnare l'apertura.
Indietro, bastardi. Sean sferrpugni alla cieca e sentche an-
davano a segno. Stava ansimando, e il sudore gli colava lungo la
schiena. L'aria era pesante per il calore dei corpi e il respiro di tutti
quegli uomini in preda al terrore. Indietro. Lasciate fare a me. Infille mani nella fessura e divelse l'asse sfondata. Per un momen-
to lottcon la tentazione di premere il viso contro la stretta feritoia
e aspirare l'aria fresca. Poi afferrl'asse vicina, punti piedi con-
tro il tetto e tircon tutte le sue forze. L'asse non si spostdi un
millimetro. Sentche il panico si stava di nuovo impadronendo di
lui. Qualcuno mi trovi un fucile gridsovrastando il frastuono.
亟ccolo rispose Saul, e l'arma fu spinta nelle sue mani. Sean
inserla canna nell'apertura e fece leva con tutto il suo peso. Sentil
legno spezzarsi, spostla canna e spinse di nuovo. Funzion Sean
tolse la seconda asse e attaccla terza.
Bene. Uno alla volta ora. Prima tu, Saul. Dominando a sten-
to il panico Sean spinse rudemente ciascun uomo attraverso l'aper-
tura dai bordi irti di schegge. Un grassone vi rimase incastrato.
Sean gli puntuno stivale nel fondoschiena e spinse. L'uomo urle
schizzfuori come il tappo d'una bottiglia di champagne. 青' qualcun altro? gridnell'oscurit
Sean Saul lo chiamava da fuori, esci di l Tu mettiti al coperto replicSean.
Il fuoco boero batteva ancora il treno distrutto. Sean ripetla
domanda: C'qualcun altro? e un uomo gemette accanto ai suoi
piedi. Lo trovin fretta. Era ferito gravemente, la sua testa ciondo-
lava. Gli tolse di dosso un cumulo di bagagli e lo distese. Impossibi-
le muoverlo, si disse, pisicuro qui, finchnon arriva un medico.
Si staccda lui e inciampin un altro corpo. 俑aledetti sin-
ghiozznella sua terribile ansia di uscire. Costui era morto; Sean se
ne accorse dalla pelle, vischiosa e fredda come quella di un serpen-
te. Lo lascie dal buio completo dello scompartimento emerse sotto
il cielo notturno. Le stelle illuminavano la terra di una luce perla-
cea, e Sean vide il vapore sospeso sopra la locomotiva come un alto,
vorticante banco di nebbia, i vagoni di testa incastrati come parti di
un cannocchiale, gli altri rovesciati e contorti in forme bizzarre.
Qua e lpochi fucili rispondevano debolmente al fuoco boero.
Sean! chiamSaul, dal punto in cui stava accovacciato.
Sean corse da lui e alzla voce, sovrastando il frastuono. 俊u
resta qui. Io vado in coda a cercare Mbejane. Non lo troverai mai in questo caos. Era con i cavalli... li
senti? Dagli ultimi vagoni arrivava un suono che Sean si augurdi non
dover sentire mai pi Duecento cavalli intrappolati e in preda al
terrore... ben peggiore delle grida e dei gemiti degli uomini ancora
imprigionati tra i rottami. Mio Dio! bisbigliSean. Poi la rabbia
superla paura. Quei bastardi disse con voce rabbiosa, e solle-
vgli occhi verso il rialzo dei terreno su cui era appostato il nemico.
I boeri avevano scelto un punto in cui la ferrovia curvava lungo
la riva di un fiume. Il corso d'acqua impediva la fuga da un lato,
mentre dall'altro il terreno saliva ripidamente in due gobbe sovrap-
poste che dominavano completamente i binari.
Lungo la pibassa erano schierati i fucilieri, almeno duecento, a
giudicare dall'intensitdel fuoco, mentre su quella superiore era
piazzata la Maxim. Sean la guardcon rabbia per un minuto, poi
alzil fucile, che non aveva abbandonato, e vuotil caricatore con-
tro la mitragliatrice. Immediatamente le fiammate della Maxiin di-
vennero pinitide, man mano che l'arma ruotava nella sua direzio-
ne per scovarlo. L'aria intorno alla testa di Sean si riempdegli
schiocchi di cento fruste.
Sean si abbassper ricaricare, poi si alze riprese a far fuoco.
Bastardi gridava, e la sua voce dovette arrivare fino al nemico,
perchsubito anche i fucili aiutarono la Maxim a scovarlo. Ed era-
no maledettamente prossimi a riuscirci.
Sean si accoscidi nuovo. Accanto a lui, anche Saul stava spa-
rando.
Dove hai trovato quel fucile? Sono tornato dentro a prenderlo rispose Saul, senza smettere
di far fuoco, e sogghignmentre le sue dita armeggiavano coi cari-
catore.
Un giorno o l'altro ci lascerai la pelle borbottSean.
Sentchi parla lo rimbeccSaul.
Ancora una volta Sean spartutti i suoi colpi senza alcun risul-
tato, ma il rinculo dell'arma risvegliin lui la collera. Mancava solo
la voce di Mbejane per scatenarlo completamente. Nkosi. Dove diavolo ti eri cacciato? chiese.
Avevo perduto le lance. Ho impiegato molto tempo a trovarle
al buio. Sean tacque per un momento, studiando il terreno. Sulla sinistra
c'era un vuoto nella schiera dei tiratori boeri, ldove si apriva uno
stretto crepaccio che scendeva verso la ferrovia. Non era impresa da
poco risalire quel canalone e passare dietro la linea di fuoco nemica.
Ma da quel punto la solitaria mitragliatrice sulla cresta sarebbe sta-
ta molto vulnerabile.
Prendi le lance, Mbejane. Dove andate? chiese Saul.
Voglio tentare di raggiungere la Maxim. Tu resta qui e tieni oc-
cupati quei signori coi fucili. Comincii muoversi lungo il treno verso l'imbocco del crepac-
cio. Percorse una cinquantina di metri. Prima di accorgersi che Saul
li aveva seguiti.
Dove credi di andare? 青on te. Un accidenti! Davvero? Nella voce di Saul c'era quella particolare nota di
ostinazione che Sean aveva imparato a riconoscere, e non c'era tem-
po per discutere. Riprese a correre finchfu di fronte al crepaccio.
Li si ripardietro un vagone rovesciato per esaminare un'ultima
volta il terreno.
La spaccatura appariva stretta ma profonda, e i cespugli che la
colmavano li avrebbero nascosti alla vista dei boeri.
Si pufare decise a voce alta, poi disse agli altri due: Io
andravanti per primo, tu seguimi, Saul, e bada a dove metti i pie-
di Aveva l'impressione che tra i sopravvissuti al disastro si stesse
organizzando una specie di resistenza. Sentiva gli ufficiali che radu-
navano gli uomini, e ora un centinaio di fucili rispondevano al fuo-
co nemico.
Bene... Io vado. Si alz Seguitemi appena avrattraver-
sato. In quel momento risuonun'altra voce. Ehi, cosa fate l Che t'importa? ribattSean con impazienza.
Sono un ufficiale. Allora Sean riconobbe la voce e la figura allampanata che impu-
gnava una sciabola. Acheson! Un attimo di esitazione, poi anche Acheson lo riconobbe.
Courteney! Cosa sta facendo? Voglio risalire quel crepaccio per attaccare la Maxim. E crede di arrivarci? Ci posso provare. Bene... Vada allora. Noi saremo pronti a darle man forte, se ce
la far 青i vediamo in cima disse Sean, correndo verso l'imbocco dei
canalone.
Salirono silenziosamente in fila indiana; gli spari e le grida co-
privano i deboli rumori della loro avanzata. Sean poteva sentire
sempre pidistintamente le voci dei burghers via via che saliva,
adesso erano vicinissime... Proprio di fianco a loro, dall'altra parte
del crepaccio... Infine alle loro spalle, e... Ecco, erano passati.
Il canalone in quel punto era meno profondo, e continuava ad
appiattirsi man mano che s'approssimava alla cresta. Sean lanci un'occhiata oltre il bordo. Sotto di lui, le sagome dei boeri distesi
tra l'erba erano appena visibili, ma i loro fucili eruttavano lunghe
fiammate color arancione, mentre le risposte inglesi erano semplici
puntini di luce dietro le forme scure dei vagoni.
Sean concentrla propria attenzione sulla Maxim e capperchi
colpi del suo fucile fossero stati cosinefficaci. Piazzata su una
sporgenza del pendio appena sotto la cresta, era protetta da un mu-
retto arrotondato di pietra e terra. La grossa canna col manicotto
d'acqua sporgeva da una stretta feritoia, e i tre uomini che la mano-
vravano stavano accovacciati dietro il muretto.
隹ndiamo bisbigliSean, e uscdal crepaccio strisciando sul
ventre.
Uno dei mitraglieri lo scorse quando si trova pochi metri da
loro. 俑agtig! Pasop, daars'n... Sean balzin avanti impugnan-
do il fucile a due mani, e l'uomo non riusca terminare il suo avver-
timento. Per qualche secondo la piazzola fu invasa da un groviglio
di corpi, poi tutto fine si udsoltanto l'ansimare dei tre.
Sai come funziona questo arnese, Saul? No. Nemmeno io. Sean si piazzdietro la mitragliatrice, strinse le due impugnature
e automaticamente i suoi pollici si posarono sul pulsante di sparo.
Wat makeer julle daar bo? Skiet, man, skiet! gridun boero
da sotto, e Sean di rimando: Wag maarn oomblik... dan skiet ek
bedonderd. Wie's daar? Chi sei? domandil boero, e Sean abbassla
bocca della Maxim.
Era troppo buio per usare il traguardo di puntamento, quindi
Sean mirapprossimativamente e premette i pollici sul pulsante.
Immediatamente le sue spalle sussultarono come quelle di chi stia
usando un martello pneumatico, ma Sean riusca mantenere bassa
la bocca dell'arma.
Un uragano di grida e di proteste scoppitra le linee boere, e
Sean rise con gioia selvaggia. Il fuoco nemico sul treno cesscome
per miracolo, mentre gli uomini balzavano in piedi e si sparpaglia-
vano sotto la pioggia di proiettili. I picorsero dove avevano lascia-
to i cavalli, dietro la cresta, girando ben al largo dalla Maxim, men-
tre una schiera esultante di fanti inglesi cominciava a risalire il pen-
dio. Dando a Sean quel sostegno che Acheson gli aveva promesso.
Solo un esiguo ma deciso gruppetto di boeri si diresse verso
Sean, urlando rabbiosamente e facendo fuoco mentre avanzava.
Proprio sotto la piazzola c'era un angolo morto, dove Sean non po-
teva raggiungerli con il fuoco della Maxim.
隹ndatevene da qui. Correte ai lati gridSean a Saul e a
Mbejane, mentre sollevava la pesante mitragliatrice sul bordo del
muretto per ampliare il settore di tiro. Ma il movimento fece aggro-
vigliare il nastro alimentatore e, dopo la prima raffica, l'arma s'in-
ceppsenza rimedio. Sean la solleval di sopra della testa, rimase
per un attimo in quella posizione e infine la scaglitra gli uomini
sotto di lui. Due furono colpiti e restarono immobili sull'erba. Sean
afferrdal bordo dei muretto una pietra grossa come una zucca e la
lancidietro alla Maxim... Quindi ne scagliun'altra, e un'altra an-
cora. Con un ghigno che tradiva la paura e l'eccitazione, egli conti-
nua tempestare di pietre i nemici. E costoro cedettero. La maggior
parte devilateralmente, unendosi a coloro che gifuggivano verso
i cavalli.
Soltanto un uomo continuad avanzare, un colosso che si ar-
rampicava rapido e silenzioso. Le due ultime pietre di Sean avevano
fallito il bersaglio e, improvvisamente, l'uomo fu troppo vicino...
non pidi tre metri. Sean lo vide fermarsi e alzare il fucile. Anche
al buio, da quella distanza non poteva mancarlo: si lancidal mu-
retto. Un istante di caduta libera, poi, con un urto che mozzil fia-
to a entrambi, Sean si abbattsul petto del burgher. Rotolarono gi per il pendio, scalciando e tentando di afferrarsi a vicenda, finch un piccolo cespuglio li ferm
E' finita per te, maledetto olandese! ringhiSean. Non aveva
dubbi sull'esito di quel corpo a corpo. Confidando nella propria su-
periorit allunguna mano verso la gola dell'uomo, ma con stupo-
re si sentafferrare il polso da una stretta che gli fece scricchiolare
le ossa.
Kom, ons slaat aan! La bocca del burgher era a due centime-
tri dall'orecchio di Sean: quella voce era inconfondibile.
Jan Paulus! Sean! La sorpresa gli fece allentare la stretta per un attimo, e
Sean riusca liberare la mano.
Solo una volta nella sua vita Sean aveva incontrato un uomo
forte quanto lui... E ora si trovavano di nuovo l'uno contro l'altro.
Puntil palmo della destra sotto il mento di Jan Paulus, spingendo-
gli la testa indietro, contro il proprio braccio sinistro: gli avrebbe
spezzato il collo. Ma Jan Paulus circondcon le braccia il petto di
Sean, appena sotto le ascelle, e strinse. Nel giro di pochi secondi,
Sean sentche la sua faccia si gonfiava, che la bocca si spalancava e
che la lingua sporgeva tra i denti.
Non poteva respirare, ma riuscugualmente a mantenere la pres-
sione sul collo di Jan Paulus... Stava per farcela, ancora un paio di
centimetri e gli avrebbe spezzato le vertebre.
La terra pareva sussultare e girare sotto di lui, Sean sapeva d'es-
sere agli estremi perchmacchie pioscure del buio circostante gli
annebbiavano la vista: tale consapevolezza gli diede un ppidi
forza. La concentrtutta sul collo dell'avversario. Jan Paulus emise
un grido selvaggio e strozzato, e la sua stretta sul petto di Sean si al-
lentlievemente.
Di nuovo, si disse Sean, di nuovo. E raccolse tutte le energie che
gli restavano per lo sforzo finale. Prima che potesse esercitarlo, Jan
Paulus si mosse rapidamente, cambiando presa. Puntle ginocchia
sotto il bacino dell'avversario e con uno sforzo convulso ne spinse
in alto e in avanti la parte inferiore del corpo, facendola ruotare:
Sean dovette lasciare la presa sul collo di Jan Paulus e usare le mani
per ammortizzare la propria caduta.
Una pietra aguzza lo colpall'osso sacro, e il dolore scaturi in
lui come un lampo in un cielo estivo. Confusamente udle grida
della fanteria inglese, molto vicina ora, e vide che Jan Paulus si al-
zava carponi e guardava giper la scarpata, dove le baionette scin-
tillavano alla luce delle stelle, e cominciava ad arrampicarsi verso la
cresta.
Sean si sollevin piedi a fatica e tentd'inseguirlo, ma il dolore
alla schiena glielo imped Jan Paulus raggiunse con una decina di
passi la cresta davanti a lui. Ma, mentre correva, un'altra forma
scura gli si accostdi fianco, nel modo in cui un buon cane attacca
un rybuck in corsa. Era Mbejane, e Sean lo vide alzare la lancia.
俏o!grid 俏o, Mbejane! Lascialo! Lascialo andare! Mbejane esit rallentla corsa, si ferme si volta guardare Sean.
Questi lo raggiunse e gli si affianc le mani sulla schiena e il re-
spiro che gli usciva come un rantolo dalla gola. Dal fondo della
scarpata dall'altra parte del colle giunse alle loro orecchie lo scalpi-
tio di un unico cavallo. Poi, l'eco della fuga di Jan Paulus svanin
lontananza, e i due furono raggiunti dai fanti inglesi che avanzava-
no. Sean si volte ridiscese la china attraversando le loro file.

39.

Arrivarono a Johannesburg due giorni dopo, con un treno sus-
sidiario.
俟uppongo che dovremmo presentarci a qualcuno
suggerSaul, in piedi con Sean e Mbejane sul marciapiede della sta-
zione, accanto al poco bagaglio che erano riusciti a salvare dal disa-
stro.
Tu va' pure, se ne hai voglia ribattSean. Io preferisco da-
re un'occhiata in giro. Ma non abbiamo i permessi protestSaul.
Segui lo zio Sean. Johannesburg era una cittcorrotta, nata dal connubio tra l'O-
ro e l'Ingordigia; tuttavia vi regnava un'atmosfera di gaiezza, d'ec-
citazione e di frenetica attivit Essendone lontani, la si poteva an-
che odiare, ma bastava rimettervi piede per restarne di nuovo conta-
giati. Proprio come Sean in quel momento.
Condusse i suoi compagni fuori della stazione e sorrise riveden-
do la via principale, quella Eloff Street che ricordava cosbene. Era
molto affollata. Tra la doppia fila di case a tre o quattro piani, le
carrozze si contendevano il passo coi tram a cavalli. Lungo i mar-
ciapiedi, le uniformi d'una dozzina di reggimenti facevano risaltare
i colori sgargianti degli abiti femminili.
Sean si fermsulla scalinata della stazione e accese un sigaro. In
quello stesso momento, i rumori delle ruote e delle voci umane fu-
rono sovrastate dal lamentoso ululato della sirena di una miniera, e
a esso se ne aggiunsero immediatamente altri. Mezzogiorno. Con
gesto meccanico, Sean estrasse il proprio orologio da taschino per
controllarlo e sorrise di nuovo, notando lo stesso movimento da
parte di tutti i passanti.
Johannesburg non era cambiata gran che: sempre le vecchie abi-
tudini, la vecchia atmosfera. I mucchi di scorie delle miniere un p pialti di quanto Sean li ricordasse, qualche edificio nuovo, un p pidi eleganza, ma, sotto sotto, sempre la stessa spietata puttana...
E l all'angolo di Commissioner Street, adorno come una torta
nuziale, con le sue fantastiche decorazioni in ferro battuto e il tetto
a cornicione, c'era il Candy's Hotel.
Con il fucile su una spalla e lo zaino sull'altra, Sean si aprun
varco tra la folla che gremiva il marciapiede, seguito da Saul e
Mbejane. Raggiunse l'albergo ed entrper la porta girevole di ve-
tro. 非avvero imponente disse, guardandosi intorno e lasciando
cadere lo zaino sullo spesso pelo del tappeto. Lampadari di cristal-
lo, tende di velluto trattenute da cordoni d'argento, tavoli di mar-
mo, grandi poltrone di felpa, palme e urne di bronzo. Che ne dici,
Saul? Vogliamo provare questo dormitorio? La sua voce riemp l'atrio, zittendo il mormorio delle conversazioni educate.
Non parlare cosforte lo ammonSaul.
Un generale seduto in una delle poltrone di felpa s'irrigide vol-
tla testa per fissarli attraverso il monocolo, mentre il suo aiutante
di campo si chinava verso di lui bisbigliando: Coloniali
Sean gli fece l'occhiolino e si avvicinal banco della ricezione.
Buongiorno, signore. Lo sguardo dell'impiegato era gelido.
Avete le prenotazioni per me e per il mio capo di stato mag-
giore. Il nome, signore? Spiacente, non posso rispondere a questa domanda. Stiamo
viaggiando in incognito disse Sean, serissimo, e sul volto dell'im-
piegato apparve un'espressione stranita. Sean abbassla voce fino
ad assumere un tono da cospiratore. Ha visto entrare un uomo
con una bomba? No. Gli occhi dell'altro divennero vitrei. 俏ossignore. No,
non l'ho visto. 雨ene.Sean parve sollevato. In questo caso prenderemo la
Suite Victoria. Ci faccia portare il bagaglio di sopra. Il generale Caithness occupa la Suite Victoria, signore. Ora
l'uomo dall'altra parte del banco pareva disperato.
Cosa? ruggSean. Come osate! Io non... Noi non abbiamo avuto alcuna... Balbettando,
l'impiegato arretrdi due passi.
Chiami il proprietario ordinSean.
Sissignore. E l'impiegato scomparve dietro una porta con la
scritta PRIVATO.
俟ei impazzito?Saul, al colmo dell'imbarazzo, scalpitava.
Non possiamo permetterci un posto simile. Andiamocene da qui. Sotto lo sguardo interrogativo degli ospiti presenti nell'atrio, egli
era molto conscio delle loro uniformi stazzonate e sudicie.
Prima che Sean potesse rispondere, una donna uscdalla porta
contrassegnata PRIVATO, una donna molto bella ma anche molto ar-
rabbiata, con occhi che sprizzavano lampi azzurri come gli zaffiri
che portava al collo. 俟ono la signora Rautenbach... La proprieta-
ria. Lei ha chiesto di vedermi? Per tutta risposta Sean sorrise, e la collera della donna svanlen-
tamente mentre cominciava a riconoscerlo, nonostante la giubba lu-
rida e la mancanza della barba.
Mi vuoi sempre bene, Candy? Sean? La donna era ancora incerta.
Chi altri? 俟ean! E corse ad abbracciarlo. Mezz'ora dopo il generale
Caitimess era stato sfrattato, e nella Suite Victoria si erano comoda-
mente installati Sean e Saul.
Rinfrescato dal bagno, con solo un asciugamano intorno ai fian-
chi, Sean sedeva in poltrona con la testa piegata all'indietro, mentre
il barbiere gli radeva l'ispida stoppia di tre giorni.
Vuoi dell'altro champagne? Candy non gli staccava gli occhi
di dosso da dieci minuti.
Grazie. Candy riempil bicchiere, glielo rimise in mano, poi gli tocci
grossi muscoli dei braccio. Sempre di ferro mormor Hai
sconfitto il tempo. Le sue dita si spostarono sul petto. Solo un
pdi grigio qua e l.. Ma ti dona. Poi, al barbiere: Non ha an-
cora finito?
Ancora un minuto, signora. Diede qualche'ulteriore sforbi-
ciata lungo la linea di una tempia, fece due passi indietro e ammir la propria opera; poi, con modesto orgoglio, sollevlo specchio da-
vanti al volto di Sean, chiedendone silenziosamente l'approvazione.
Molto bene. Grazie. Puandare ora. Si occupi dei signore nell'altra camera. Candy aveva atteso abbastanza. Appena la porta si chiuse dietro il
barbiere, la donna diede un giro di chiave. Sean si alze i due si fis-
sarono attraverso la stanza.
Mio Dio, come sei grande. La sua voce era roca, spudorata-
mente avida.
Mio Dio, come sei bella replicSean, e avanzarono lenta-
mente l'uno verso l'altra.
Dopo, giacquero per un pin silenzio, mentre l'oscuritsi ad-
densava nella camera col calar della sera. Poi Candy sfiorcon le
labbra una spalla di Sean e, come una gatta che pulisce i propri pic-
coli, gli passdelicatamente la lingua sui lunghi graffi rossi nel
collo.
Quando la stanza fu completamente buia, la donna accese una
delle lampade a gas e fece portare biscotti e champagne. Infine, se-
duti sul letto disfatto, cominciarono a parlare.
Dapprima ci fu un certo imbarazzo, a causa di ciche era appe-
na accaduto tra loro, ma presto pass e i due rimasero svegli fino a
notte inoltrata.
E' raro che un uomo trovi nella stessa donna un'amante e un'a-
mica, ma con Candy questo era possibile. E Sean si libercon lei di
tutto quanto urgeva e fermentava nel suo animo.
Le parldi Michael e dello strano legame che li univa.
Le parldi Dirk, accennando alle apprensioni che nutriva a suo
riguardo.
Le parldella guerra e di ciche avrebbe fatto quando fosse fi-
nita.
Le parldei Lion Kop e della piantagione di acacie.
Una sola cosa non le confid Non poteva parlare di Ruth n dell'uomo che era suo marito.

40.

I giorno seguente Sean e Saul si presentarono al quartier gene-
rale del comandante di zona, ma non ricevettero npermessi n ordini di servizio. Adesso che erano arrivati, nessuno sembrava
interessarsi di loro. Dovevano presentarsi a rapporto ogni giorno e,
per il resto, facessero pure quel che volevano. I due tornarono al
Candy's Hotel, dove passavano la maggior parte della giornata gio-
cando a biliardo o a carte e la maggior parte della serata mangian-
do, bevendo e chiacchierando.
Una settimana con questo andazzo, e Sean era annoiato a mor-
te. Cominciava a sentirsi come uno stallone da monta. Anche una
dieta di manna celeste viene a noia, dopo un p... Cos quando
Candy gli chiese di accompagnarla al pranzo con cui Lord Kitche-
ner intendeva festeggiare la propria promozione a comandante su-
premo dell'esercito in Sudafrica, Sean accettcon piacere.
俟ei bello come un dio disse Candy, allorchSean entrnel
suo appartamento attraverso la porticina segreta che lo univa alla
camera da letto di lui nella Suite Victoria. Quando la donna gli ave-
va mostrato come, toccando una certa molla, il piccolo, discreto
pannello scivolava silenziosamente di lato, Sean aveva respinto la
tentazione di chiederle quanti altri uomini se ne erano serviti. Era
assurdo risentirsi per gli ospiti senza nome che avevano varcato
quella stessa porticina per insegnare a Candy quei giochetti con i
quali adesso lo deliziava.
Anche tu non sei niente male. Candy era vestita di seta azzur-
ra, la stessa sfumatura dei suoi occhi, e portava una splendida colla-
na di diamanti.
Come sei elegante! Lo raggiunse e accarezzi risvolti di seta
della sua nuova giacca da sera. Ma vorrei che ti fossi messo le tue
medaglie. Non ho medaglie. 保h, Sean! Devi averne! Con tutte quelle cicatrici di pallottole,
devi avere delle medaglie. Spiacente, Candy. Sean sorrise. A volte la sua amica era cos lontana dalla brillante, sofisticata donna di mondo. Benchavesse
un anno pidi lui, il tempo non aveva compromesso quella fragile
qualitdi pelle e di capelli che nella maggior parte delle donne va
cospresto perduta. Il corpo era snello come un tempo e i lineamen-
ti non si erano appesantiti.
Non importa... Anche senza medaglie, sarai l'uomo pibello
della serata. E tu la pibella ragazza. Mentre la carrozza procedeva lungo Commissioner Street, verso
l'Hotel Grand National, Sean se ne stava seduto a proprio agio, con
le spalle appoggiate al morbido schienale di cuoio. Il suo sigaro tira-
va bene, l'unico brandy che aveva bevuto prima di uscire ardeva
piacevolmente sotto il rigido sparato della camicia, un lieve aroma
di liquore aleggiava intorno a lui, e la mano di Candy era posata
morbidamente sulla sua gamba.
Tutte queste cose gli davano un senso di serena e profonda con-
tentezza. Rideva con facilitalle chiacchiere di Candy e lasciava che
il fumo indugiasse tra le sue labbra, gustandolo con un piacere qua-
si infantile. Quando la carrozza si fermdavanti all'ingresso dell'al-
bergo, dondolando lievemente sul suo superbo molleggio, Sean bal-
za terra e rimase accanto alla ruota posteriore per controllare che
Candy non inciampasse nella gonna mentre scendeva.
Poi, con le dita di lei sul suo avambraccio, la condusse su per la
scalinata esterna e oltre le porte a vetri. Lo splendore dell'atrio non
era pari a quello del Candy's Hotel. Ma era lo stesso abbastanza
imponente... Al pari della fila di persone che attendevano di acco-
gliere gli ospiti. Mentre aspettavano il loro turno per essere presen-
tati al comandante in capo, Sean parlottava con un aiutante di cam-
po. Infine:
俑ylord, mi permetta di presentarle il signor Courteney e la si-
gnora Rautenbach
Lord Kitchener aveva un aspetto davvero formidabile. La sua
mano era fredda e dura, ed era alto quanto Courteney. Gli occhi,
che fissarono per un istante quelli di Sean, esprimevano un'inquie-
tante forza di volont Poi si volsero verso Candy, e la loro espres-
sione si addolcmentre egli si chinava sulla sua mano. E' stata mol-
to gentile a venire, signora. Quindi si ritrovarono tra lo sfarzo dei velluti, delle sete e delle
alte uniformi. L'insieme era dominato dallo scarlatto delle guardie e
dei fucilieri, ma c'erano anche il turchino con alamari d'oro degli
ussari, il verde dei forestali, i kilt d'una mezza dozzina di reggimen-
ti delle HighIands, cosche l'abito da sera nero di Sean appariva vi-
stosamente tradizionale. Tra il luccichio delle medaglie e delle deco-
razioni, splendevano i gioielli e la pelle delle donne.
In quel salone erano riuniti i fiori pipreziosi di quell'immenso
albero che era l'Impero Britannico. Un gigante che si innalzava su
tutti gli altri alberi della foresta. Due secoli di vittorie in guerra l'a-
vevano nutrito, duecento milioni di uomini erano le sue radici, che
succhiavano i tesori di mezzo mondo e li inviavano attraverso gli
oceani in quella cittgrigia a cavalcioni del Tamigi che ne era il
cuore. E lquesta ricca linfa veniva assimilata e trasformata in uno
speciale tipo di uomini. Erano quei gentlemen il cui pigro eloquio e
la cui studiata noncuranza riflettevano la mediocritsoddisfatta di
se l'arroganza che li avevano fatti odiare e temere anche dal tron-
co del grande albero di cui essi erano il fiore. Mentre le piante pi basse gli si stringevano attorno, allungando le loro radici per sot-
trargli parte della sua sostanza, la malattia aveva girosicchiato il
legno al di sotto della corteccia del gigante. America, India, Afgha-
nistan e Sudafrica avevano iniziato quel processo d'inaridimento
che un giorno lo avrebbe fatto crollare e spaccato in mille pezzi,
mostrando cosche non era un albero di teak, ma un molle pino.
Guardando gli uomini che lo circondavano, Sean si sentiva di-
verso da loro, pivicino in spirito a quei barbuti guerriglieri i cui
Mauser ruggivano ancora come sfida disperata, dalla selvaggia im-
mensitdel veld.
Ma questi pensieri minacciavano di guastargli l'umore, quindi li
scacci scambiil suo bicchiere vuoto con un altro pieno di dorato
vino frizzante e tentdi unirsi alla conversazione scherzosa dei gio-
vani ufficiali che attorniavano Candy. Riuscsoltanto a concepire
un ardente desiderio di sferrare un diretto tra i baffi ben curati d'un
tenentino. Stava assaporando quest'idea, quando qualcuno gli toc-
cun braccio.
俟alve, Courteney. A quanto pare, la si trova dovunque ci sia
da combattere o da bere gratis. Stupito, Sean si voltper guardare
la faccia austera, ma con occhi incongruamente ammiccanti, del
maggior-generale Acheson.
Salve, generale. Noto che anche lei frequenta gli stessi ambien-
ti sogghignSean.
Lo champagne pessimo. Il vecchio K. Deve essere in vena di
economie. Fece scorrere lo sguardo sull'impeccabile abito da sera
di Sean. E' difficile intuire se ha ricevuto le ricompense per le quali
l'ho raccornandata. Sean scosse la testa. Sono ancora un sergente. Non ho voluto
mettere in imbarazzo i pezzi grossi con i miei miseri galloni. Ah! Gli occhi di Acheson si strinsero un poco. Deve esserci
stato qualche intoppo. Cercherdi scoprirlo. Le assicuro che sono contento cos Acheson annue cambiargomento. Lei non conosce mia mo-
glie, vero? Questo era un segno di grande benevolenza. Sean non
poteva sapere che Acheson lo considerava un pcome il suo porta-
fortuna personale. La sua rapida ascesa datava dal loro primo in-
contro. Sean sbattle palpebre per la sorpresa prima di rispondere:
Non ho avuto questo onore
Venga, allora. Sean si scuscon Candy, che lo congedcon un colpetto di ven-
taglio, e Acheson lo guidattraverso la folla verso un gruppo in
fondo alla sala. Quando furono a una dozzina di passi, Sean si arre-
stdi colpo.
Qualcosa non va? domandAcheson.
No. Nulla rispose Sean, riprendendo a camminare, ma ora
fissava come affascinato uno degli uomini che facevano parte dei
gruppo verso il quale si stavano dirigendo.
Una figura sottile nell'uniforme blu dei Fucilieri a cavallo del
Natal. Capelli color sabbia pettinati all'indietro, in modo da lasciar
libera una fronte alta, un naso troppo grande rispetto alla bocca e
al mento, le spalle un pcurve, e, sul petto, la porpora e il bronzo
della pialta ricompensa al valore, accanto al nastrino a strisce del
Distinguished Service Order, mentre il cordone e le spalline indica-
vano il grado di colonnello.
Lentamente, il senso di colpa si risvegliin lui, e Sean abbass lo sguardo sulle gambe dell'uomo. Un pinterdetto, le vide perfet-
tamente uguali, ciascuna col suo lucido stivale nero. Solo quando
l'altro si mosse lievemente, egli notla pesantezza della destra e
comprese.
Mia cara, desidero presentarti il signor Courteney. Credo d'a-
verti parlato di lui. Era con me a Colenso e poi sul treno, qualche
settimana fa. Ma certo. Signor Courteney, un vero piacere conoscerla. La
signora Acheson era una donna rotondetta e cordiale, ma Sean
stenta mormorare la risposta di prammatica, tanto era conscio
dell'altro sguardo fisso sul suo volto.
E questo il maggiore Peterson, del mio stato maggiore. Sean fece un cenno col capo.
Probabilmente conosce il colonnello Courteney, dato che por-
tate lo stesso nome... Per non parlare dei fatto che il suo coman-
dante. Per la prima volta, dopo diciannove anni, Sean guardin faccia
l'uomo che aveva mutilato. Salve, Garry disse, e tese la mano.
Restcos in attesa.
Le labbra di Garry Courteney si mossero. Curvun poco le
spalle e la sua testa oscilllievemente da una parte all'altra.
Prendila, Garry. Per piacere, prendi la mia mano, lo incitsi-
lenziosamente Sean. Rendendosi conto della propria espressione te-
sa, si costrinse a sorridere. Era una povera cosa incerta, quel sorri-
so, con la bocca che tremava lievemente agli angoli.
In risposta, le labbra di Garry si rilassarono, e per un attimo
Sean lesse negli occhi del fratello un tremendo desiderio di aggrap-
parsi alla sua mano.
Quanto tempo, Garry. Troppo davvero. Spinse un ppi avanti la mano. Prendila. Oh Dio, ti prego, fa' che la prenda.
Poi Garry raddrizzla schiena. In questo movimento, la punta
dello stivale destro raschilievemente il pavimento di marmo. Quel
lampo di desiderio scomparve dai suoi occhi, e gli angoli della sua
bocca si sollevarono in qualcosa di simile a un ghigno. Sergente
il tono della sua voce era troppo alto, quasi stridulo. Sergente, lei
non indossa la tenuta regolamentare! Poi si volt facendo perno
sulla gamba artificiale, e si allontanlentamente tra la folla.
Sean restcon la mano tesa e il sorriso che gli si gelava sul
volto.
Non avresti dovuto farlo, Garry. Tutt'e due lo volevamo... Tu
lo desideravi quanto me, lo so.
Abbassla mano lungo il fianco e la strinse a pugno.
Lo conosce? chiese Acheson a voce bassa.
E' mio fratello. Capisco mormorl'altro. S capiva molte cose... E una di
esse era la ragione per cui Sean Courteney era ancora un sergente.
Il maggiore Peterson tossicchie accese un sigaro. La signora
Acheson toccil braccio del marito. Caro, Dapline Langford ar-
rivata ieri. Eccola lcon John... Dobbiamo invitarli a pranzo. Certo, cara. Lo farstasera. Parlavano tra loro per dare a Sean il tempo di riprendersi.
Il suo bicchiere vuoto, Courteney, e anche il mio. Suggerisco
di passare a qualcosa di pisostanzioso dello champagne da cucina
di Kitchener. Brandy, infuocato brandy del Capo, ben diverso da quel vinello
frizzante che facevano in Francia. Un liquore pericoloso da bere,
nel suo stato d'animo, poichun solo impulso restava a Sean dopo
quello che Garry gli aveva fatto: una fredda rabbia omicida.
Il suo viso era impassibile, egli rispondeva con garbo alle genti-
lezze della signora Acheson, una volta sorrise a Candy attraverso la
sala, ma sentiva che il brandy, un bicchierino dopo l'altro, scendeva
a nutrire la collera che gli ribolliva nelle viscere: i suoi occhi segui-
vano la figura in blu che zoppicava da un gruppo all'altro.
L'aiutante di campo incaricato dei posti a tavola non poteva sa-
pere che Sean era soltanto un graduato. Come accompagnatore del-
la signora Rautenbach, lo credette un civile influente e lo sistem tra Candy e la signora Acheson, con il maggiore Peterson un posto
piin gie un generale di brigata e due colonnelli di fronte. Uno
dei colonnelli era Garrick Courteney.
Sotto gli sguardi quasi ininterrotti di Sean, Garry divenne nervo-
samente loquace. Evitando con cura gli occhi del fratello, si rivolge-
va ai commensali piimportanti, e quella croce di bronzo sospesa al
nastro purpureo, che ballonzolava sul petto ogni volta che egli si
curvava in avanti, dava un peso alle sue parole, come risultava evi-
dente dall'attenzione accordatagli dagli ufficiali di grado superiore.
Il cibo era eccellente. Aragoste di scoglio sfuggite al controllo
del blocco boero tra Johannesburg e il Capo, grassi fagianotti e al-
tra cacciagione, quattro salse assortite... Anche lo champagne era di
qualitsuperiore. Ma Sean mangipochissimo, facendo invece la-
vorare a pieno ritmo il cameriere addetto al vino, che volteggiava
dietro la sua sedia.
促ertanto stava dicendo Garry, mentre sceglieva un sigaro
dalla scatola in legno di cedro che gli veniva offerta, sono convin-
to che le ostilitcesseranno entro tre mesi al, massimo. 俟ono d'accordo con lei annuil maggiore Peterson. 俟are-
mo di ritorno a Londra per la season. Bubbole! Sean diede il suo primo contributo alla conversa-
zione. Era una parola che aveva imparato da poco, ma che gli pia-
ceva. D'altronde, c'erano delle signore presenti.
La faccia di Peterson assunse lo stesso colore scarlatto della
giubba, Acheson comincia sorridere ma poi cambiidea, Candy
fremette di eccitazione perchera arrivata al limite della noia, e un
gelido silenzio cadde su quel settore della tavola.
Prego? Garry guardper la prima volta il fratello.
Bubbole ripetSean.
Il cameriere fece un passo avanti e riempdi champagne la sua
coppa di cristallo, operazione che aveva ripetuto almeno una dozzi-
na di volte dall'inizio del pranzo, ma che in quel momento attir l'attenzione di tutti.
Devo forse presumere che non sei d'accordo con me? lo sfid Garrick.
No. Perch se lecito? Perchci sono ancora diciottomila boeri in campo, perch hanno ancora un esercito ben organizzato, perchnon hanno subito
una sola sconfitta decisiva... Ma soprattutto per il carattere di quei
diciottomila combattenti. Tu non... cominciGarry in tono arrogante, ma Acheson lo
interruppe..
Mi scusi, colonnello Courteney. Poi, rivolgendosi a Sean:
Pare che lei conosca bene quella gente... esite aggiunse: Se
non sbaglio, si anche imparentato con loro per matrimonio
俑io cognato a capo del commando Wynberg afferm Sean. Il vecchio era piinformato sul suo passato di quanto egli
non sospettasse... Doveva aver fatto qualche indagine. Ne fu lusin-
gato, e l'asprezza scomparve dalla sua voce.
Secondo lei, quale sarla loro linea di condotta d'ora in poi? Acheson intendeva approfondire l'argomento.
Sean bevve un sorso di champagne mentre ponderava la rispo-
sta: Si sparpaglieranno, dividendosi nelle loro unitdi combatti-
mento tradizionali: i commando
Acheson annu Data la sua posizione nello stato maggiore, egli
sapeva che era giaccaduto.
In questo modo eviteranno di doversi trascinare dietro una co-
lonna di rifornimenti. Una volta arrivata la stagione delle piogge,
quelle piccole unitnon avranno problemi a foraggiare i cavalli. Sean s'avvide che ora tutti lo stavano ascoltando. Riflettrapida-
mente, maledicendo il vino che gli aveva intorpidito il cervello.
Eviteranno lo scontro aperto, indietreggeranno, poi faranno die-
tro front per colpirci ai fianchi e fuggiranno di nuovo. 俑a... I rifornimenti? chiese il generale di brigata.
Il veld la loro dispensa, e ogni fattoria nel veld un rifugio. Munizioni, armi, indumenti? insistette il generale.
Ogni soldato inglese che cattureranno o uccideranno fornir loro un Lee-Metford nuovo di zecca e proiettili a sufficienza per
riempire cento volte il caricatore. Ma per quanto tempo possono vivere cosi? chiese Garry in
tono indulgente, come se parlasse a un bambino. 亟 fin dove pos-
sono fuggire? Lanciun'occhiata agli altri, cercando il loro soste-
gno, ma tutti stavano guardando Sean.
Per quanto grande il veld... Ecco fin dove possono fuggire
ringhiSean, irritato dal suo tono. 俑io Dio, eppure li conosci. Le
privazioni sono il loro modo di vita. E l'orgoglio la forza che lfa-
rresistere fino all'ultimo uomo. Proprio un bel quadro disse Garry, con un sorriso ironico.
A raro trovare una simile comprensione dell'alta strategia tra la
bassa forza. E si rivolse ai superiori, con un'enfasi che escludeva
Sean dalla conversazione. Come stavo dicendo, generale Acheson,
io credo... Un momento, prego, colonnello Courteney. A propria volta
Acheson escluse Garry e si rivolse a Sean: Se stesse a lei decidere,
quale linea d'azione adotterebbe?
Dall'altra parte del tavolo, Garrick Courteney tossicchiin mo-
do tale da lasciar intendere che suo fratello stava per fare la figura
dello stupido.
La cosa non sfugga Sean. La questione s'impernia su un uni-
co fatto: la mobilitdel nemico disse in tono deciso.
俗n'intuizione davvero profonda borbottGarry.
Il problema piurgente contenerlo, e poi logorarne la resi-
stenza continuSean, cercando di ignorare le interruzioni beffar-
de del fratello.
Contenerlo? chiese il generale di brigata.
Costringerlo in un'area limitata spiegSean.
Come? Per esempio, con un sistema di fortificazioni suggerSean.
Correggimi se sbaglio... Proporresti di dividere il veld in recinti
e rinchiudervi i boeri come se fossero mucche da latte? Garry con-
tinuava a sorridere.
Le nuove linee di fortini lungo la ferrovia si sono dimostrate
efficaci. Si potrebbero estendere nel veld... Cos ogni volta che il
nemico dovrattraversarle, sartartassato dalle guarnigioni, e noi
sapremo sempre esattamente dove si trova. I costi sarebbero enormi osservAcheson.
俟empre inferiori a quelli necessari a mantenere in campo un
esercito di un quarto di milione di uomini per altri cinque anni ri-
battSean, tutto preso dal proprio piano. 促oi, entro queste aree
definite, piccoli corpi di uomini con buoni cavalli, senza l'impedi-
mento di artiglieria e carriaggi, potrebbero combattere efficacemen-
te i commando... Infierendo con continue incursioni e imboscate,
spingendoli verso le linee di fortini, logorando i loro cavalli, non
dando loro la possibilitdi riposare, insomma, usando le loro stesse
tattiche. Combattere i commando con dei gruppi anticommando. Acheson annupensosamente. Continui. 侵nfine, evacuare le fattorie proseguincautamente Sean.
Portare via le donne e i vecchi, i cui raccolti nutrono i commando.
Costringerli a operare nel vuoto. Negli anni a venire Sean si sarebbe rammaricato per l'impulso
che l'aveva spinto a parlate in quel modo. Forse Kitchener avrebbe
fatto comunque terra bruciata, forse Sean non ebbe alcuna parte
nella creazione di quei campi di concentramento dai quali si sarebbe
sprigionato un odio per mitigare il quale Sean si sarebbe dovuto im-
pegnare per il resto della propria vita. Ma non avrebbe mai potuto
esserne certo. D'accordo, era ubriaco e furioso... Ma in seguito non
avrebbe considerato ciuna giustificazione.
A un tratto si sentcome svuotato, quasi per una premonizione
del seme mostruoso che aveva gettato, e cadde in un meditabondo
silenzio, mentre gli altri si palleggiavano le sue idee, ricamandovi
sopra e gicominciando a far piani.
Quando tutti si alzarono per prendere il caff fece un ulteriore
tentativo di abbattere la barriera che lo divideva dal fratello. And da Garry col suo orgoglio in mano e gliel'offri. Il mese scorso ero
a Ladyburg. Va tutto bene. Ada mi scrive che... Ricevo una lettera alla settimana non solo da mia moglie e da
mio figlio, ma anche dalla mia matrigna. Sono perfettamente al
corrente delle ultime notizie da casa. Grazie rispose Garrick,
guardando oltre una spalla di Sean.
Garry... Scusami. Con un rapido cenno di saluto, Garry si allontan per andare a parlare con un suo parigrado. La sua schiena era ine-
sorabilmente volta verso il fratello.
Andiamo a casa, Candy. Ma, caro... Andiamo. Quella notte Sean dormi pochissimo.

41.

Il comando del settore orientale era molto opportunamente si-
tuato negli uffici di una fabbrica di birra in Plein Street. Il
maggiore Peterson stava aspettando Garry da un pezzo, quan-
do finalmente questi arriv
L'ho mandata a chiamare due ore fa, signore. Ero indisposto disse Garry.
Il vecchio Acheson non molto di buon umore stamane... Me-
glio non farlo attendere oltre. Venga. Lo condusse fino a una porta in fondo a un corridoio, buss una sola volta ed entr Acheson sollevgli occhi dagli incarta-
menti.
Il colonnello Courteney arrivato, signore. Grazie, Peterson. Entri, Courteney. Peterson si chiuse la porta alle spalle, lasciando Garry in piedi
sullo stesso tappeto persiano davanti alla scrivania di Acheson.
L'ho mandata a chiamare due ore fa, Courteney. Acheson
usle stesse parole del maggiore, e Garry, a disagio, spostgoffa-
mente la gamba finta.
Non stavo troppo bene stamane, signore. Ho dovuto chiamare
il medico. Acheson portle dita ai baffi bianchi, mentre esaminava i cerchi
neri sotto gli occhi di Garry e il colore terreo della sua faccia. Si
sieda ordin
In silenzio, Acheson continua osservarlo, ma Garry evitil
suo sguardo. Si sentiva debole a causa dell'alcool ingurgitato la sera
prima, la sua pelle era secca e sensibile, non riusciva a star fermo
sulla sedia. La sua mano destra si contraeva nervosamente sul cap-
pello che teneva in grembo.
Infine Acheson parl Voglio uno dei suoi uomini
Certo, signore annuGarry.
Quel sergente... Courteney. Voglio affidargli un comando in-
dipendente. Garry impietr
Sa di chi parlo? insistette Acheson.
Sissignore. Lo credo bene mormorseccamente Acheson. L'ho perso-
nalmente raccomandato due volte per la promozione e per una me-
daglia. Diede un colpetto al fascio di documenti davanti a s
Sissignore. La mano destra di Garry continuava ad aprirsi e a
chiudersi.
Vedo che lei non ne ha tenuto conto in nessuna delle due occa-
sioni. Nossignore. Posso chiedere perch Io non... Non ho ritenuto che le circostanze lo rendessero op-
portuno. Cioha pensato che il mio giudizio fosse errato? chiese gar-
batamente Acheson.
俏ossignore. No, naturalmente si affretta rispondere
Garry.
Bene, allora? Gli occhi azzurri di Acheson erano due punte-
ruoli di ghiaccio.
Ho parlato col sergente. Mi sono congratulato con lui. Dopo
Colenso gli ho concesso una licenza. Molto gentile da parte sua... Considerate le ferite che aveva ri-
portato. Non volevo... Capisce, mio fratello. Era difficile... Non vole-
vo essere accusato di favoritismo farfugliGarry, contorcendosi
sulla sedia e agitando le mani in aria, come per cercarvi le parole.
Suo fratello? chiese Acheson.
俟 Mio fratello. Io lo conosco, lo conosco bene... Lei no. Non
pusapere. Sentche la struttura dei suoi pensieri si disintegrava,
e la sua voce suonstridula ai suoi stessi orecchi. Doveva spiegare,
far capire ad Acheson. 俠a mia gamba strill 勁a mia gamba.
La vede? Guardi! E' stato lui a farlo. Lei non sa. E' malvagio! Le as-
sicuro che malvagio! L'espressione di Acheson non era cambiata, ma i suoi occhi era-
no pifreddi, pivigili. Garry doveva fargli capire.
Anna. Le labbra di Garry erano bagnate e tumide. 俑ia mo-
glie Anna. E' stato lui a farle... Qualunque cosa tocchi... Lei non
pusapere com' Io s E' malvagio. Io ho tentato, ho sperato che a
Colenso... Ma non si pudistruggerlo. E' lui il distruttore! 青olonnello Courteney! La voce di Acheson interruppe la sua
invettiva, e Garry sussultviolentemente. Si portuna mano alla
bocca e pian piano si affloscisulla sedia.
Volevo soltanto spiegarle. Lei non capisce. Credo di s sibilAcheson. Le concedo una licenza a tem-
po indeterminato per motivi di salute. Non pufarlo... Io non rinunceral mio grado. Non glielo chiedo ringhiAcheson. Le manderi docu-
menti in albergo nel pomeriggio. Puprendere il treno di domani
per il sud. 俑a... Ma, signore... E' tutto, Courteney. Grazie. Acheson si concentrdi nuovo sui propri incartamenti.

42.

Quel pomeriggio Sean trascorse due ore con Acheson, poi
tornal Candy's Hotel e trovSaul nella sala del biliardo.
Scelse una stecca. Saul dispose due palle contro la sponda
di fondo e si raddrizz
Be? chiese, mentre Sean ingessava la stecca.
Non ci crederai mai. Tu parla, e lascia giudicare a me. Sorridendo misteriosamente, Sean fece due carambole e mand in buca la rossa.
Da sergente senza portafoglio a maggiore con un comando in-
dipendente annunci
俊u? Io. Sean ridacchie sbagliuna carambola.
Devono essere matti. Matti o no, d'ora in poi dovrai alzarti in mia presenza, assu-
mere un tono rispettoso... E sbagliare questo tiro. Saul lo sbagli
Se sei un ufficiale e un gentiluomo, perchnon ti comporti di
conseguenza e non tieni la bocca chiusa quando devo tirare? Anche tu hai cambiato condizione. Cosa? Ora sei tenente lo informSean.
No! Con in piuna patacca. Una patacca? Una medaglia, sciocco. Sono sopraffatto. Non ho parole. Quindi Saul si abbattsul
biliardo e comincia ridere. A Sean piaceva quella risata. Che
specie di patacca?... E per cosa? Distinguished Conduct Medal, per la notte del treno. Ma sei stato tu a... L'hanno data anche a me lo interruppe Sean. Il vecchio
Acheson si lasciato prendere la mano. Ha cominciato ad appicci-
care medaglie e promozioni a qualunque cosa si muovesse, con lo
stesso fervore con cui un attacchino incolla manifesti ai muri. C' mancato poco che desse una medaglia anche all'attendente che ha
portato il caff Ti ha offerto il caff E un sigaro aggiunse Sean. Non ha badato a spese. Erava-
mo come due innamorati a un appuntamento. Mi ha chiamato pi d'una volta 'mio caro ragazzo'. E che genere di comando ti ha dato? Sean smise di ridere. Tu e io dobbiamo dirigere il primo grup-
po anticommando. Piccole unitcon equipaggiamento leggero per
dare la caccia ai boeri, tormentarli, logorarli, spompare i loro cavaI-
li e tenerli in movimento finchnon incoccino in una delle nostre
colonne. Il mattino seguente andarono col maggiore Peterson a ispeziona-
re i volontari raccolti per loro.
俗na specie di fritto misto, temo, Courteney. Ne abbiamo mes-
si insieme trecentoquindici. Il tono era pigongolante che di scu-
sa. Peterson non aveva scordato quel bubbole!
亮i鉬, assentSean, 勇mmagino che non sia stato facile. Ave-
vate soltanto 250.000 uomini fra i quali scegliere. E per quel che ri-
guarda gli ufficiali? Mi spiace. Soltanto il tenente Friedman. Ma le ho procurato
una vera perla. Un sergente-maggiore. L'ho sgraffignato al reggi-
mento del Dorset, si chiama Eccles. Di prim'ordine, assolutamente
di prim'ordine. E Tim Curtis... Colui che avevo chiesto? Spiacente di nuovo. Hanno riaperto i giacimenti auriferi. Tutti
gli ingegneri sono stati congedati e rispediti al lavoro. Maledizione... Mitragliatrici? Quattro Maxim. Maledettamente fortunato ad averle. Cavalli? Non stato facile... Ma puandare alla rimonta e sceglier-
seli. Sean continua interrogare Peterson durante tutta la cavalcata
fino a Randfontein. La sua eccitazione per quel comando aumenta-
va sempre pi Lo stava prendendo davvero sul serio. L'ultima e
piimportante domanda la pose mentre passavano oltre le sentinel-
le del grande accampamento ai margini di Johannesburg.
Acheson ha deciso in quale area opereremo? S Peterson abbassla voce. Il sud-est del Transvaal. Dove c'Leroux! Esatto. Il tipo che ha fatto saltare il suo treno. Di nuovo Jan Paulus!
Siamo arrivati, Courteney. Un pdiscoste dall'accampamento principale c'erano tre file di
tende bianche. A un'estremitfumava una cucina da campo, e in-
torno a essa erano radunati gli uomini di Sean.
Mio Dio, Peterson. Altro che fritto misto! Ha razziato tutti i
cuochi e gli attendenti dell'esercito. E quelli cosa sono?... Ges
marinai! Peterson fece un sorrisetto e si agitsulla sella. Arruolati con
la forza ammise. Erano artiglieri sulla Repulse. Ah, ecco il suo
sergente-maggiore. Eccles si avvicin baffi neri, la struttura di un toro, era alto
quasi un metro e novanta e si teneva rigidamente eretto. Peterson li
presente i due si piacquero.
Un bel mucchio di spazzatura, signore. Avremo parecchio lavoro da fare, Eceles. L'ha detto, signore. Allora sarmeglio cominciare subito. E si guardarono con
mutuo rispetto e simpatia.

Una settimana dopo erano pronti a partire. Saul aveva ideato il
nome Guide combattenti di Courteney Avevano tutti buoni ca-
valli, benchalcuni montassero in modo piuttosto curioso... Spe-
cialmente i delegati della Marina Reale. Intimidendo il quartierma-
stro, Sean era riuscito a ottenere un'uniforme standard simile a
quella dei cavalleggeri imperiali: cappello a tesa, giubba cachi, pan-
taloni da cavallerizzo, bandoliere, mollettiere e stivali stringati.
Avevano quaranta muli sani e ben nutriti e quattro mitragliatrici
Maxim. Eccles aveva addestrato gli uomini addetti a servirle.
Acheson aveva approvato la richiesta di Sean di usare Charles-
town come base. Organizzil trasporto ferroviario fino a quel mi-
nuscolo villaggio vicino al confine del Natal, ottenne una promessa
di aiuto da parte dei grossi distaccamenti che operavano in quell'a-
rea e informSean che si aspettava 剋randi coseda lui. Suonco-
me una minaccia.

43.

Ma, tesoro, non ti hanno dato una vera uniforme. Hai
un'aria cos.. Scialba? Candy, che lo guardava vestirsi
dal letto a due piazze, aveva idee molto precise su come
doveva essere una vera uniforme. Galloni e alamari d'oro con, met-
tiamo, una Stella dell'Ordine della Giarrettiera su campo scarlat-
to... Guarda quei bottoni... Non luccicano nemmeno! Le cose che luccicano piacciono ai boeri. Sono un buon bersa-
glio nel sole rispose Sean, lanciandole un'occhiata al di sopra di
una spalla. I capelli arruffati di Candy parevano una nuvola dorata
e la vestaglia azzurra era sistemata in modo da provocare piche
nascondere. Sean si affretta riportare gli occhi sulla propria im-
magine riflessa nello specchio a tutta altezza e si spazzolindietro i
capelli. C'era un pdi grigio ora. Ma mi dun'aria distinta, pen-
s Peccato il naso. Lo strinse tra due dita e lo raddrizz.. Ecco,
cossarebbe stato un signor naso... Ma, quando lo lasci esso ri-
prese subito la propria inclinazione originale. Bene, ora ti devo la-
sciare disse.
Candy si alzin fretta, e il riso si spense sulle sue labbra, che
tremarono un poco. Ti accompagno gi Sistemrapidamente la
vestaglia.
No. S Ho un regalo d'addio per te. Nel cortile dell'albergo c'era un carretto tirato da quattro muli.
Candy lo raggiunse e sollevla copertura di tela cerata. 亟cco, qui
ci sono alcune cose che forse potranno esserti utili. Contro il freddo, Candy gli aveva procurato un cappotto di
montone, sei belle coperte di lana, una trapunta di seta, un materas-
so, due cuscini di piume, una cassa di brandy Courvoisier e una di
champagne Veuve Clicquot. Contro la fame, c'erano salmone in
scatola, marmellata di fragole, caviale in vasetti e altre ghiottonerie,
il tutto accuratamente chiuso in cassette di legno. Per la salute, una
cassetta di pronto soccorso completa e una serie di strumenti chirur-
gici. Contro i boeri, una sciabola d'acciaio di Toledo in un fodero
di cuoio con decorazioni d'argento e una coppia di Colt in una sca-
tola di mogano.
Candy... balbettSean. Sono senza parole. La donna sorrise lievemente e si appese al suo braccio. C'an-
che qualcos'altro. Fece un cenno a un uomo della scuderia, che
scomparve nelle stalle e tornrecando uno stallone arabo con una
sella inglese da caccia.
Mio Dio! esclamSean.
Lo stallone si spostlateralmente e il sole splendette sul velluto
del suo mantello. Poi soffidalle narici rosa, rotegli occhi e s'im-
penn facendo ruzzolare lo stalliere.
Candy, mia cara disse ancora Sean.
Arrivederci, Sean. Gli porse le labbra, poi si staccda lui e
rientrquasi correndo in albergo.
Mentre Sean lanciava osceni incoraggiamenti, Mbejane e lo stal-
liere afferrarono la testa del cavallo. Sean mont gli altri lasciaro-
no libero l'animale e Courteney lottper calmarlo. Pian piano riu-
sci a persuaderlo a muoversi in direzione della ferrovia.
Eccles li guardavvicinarsi con aria impassibile.
Perchcavolo ride, sergente-maggiore? Non stavo ridendo, signore. Sean smonte affidcon sollievo lo stallone alle cure di due sol-
Un bel pezzo di carne equina, signore. Quanto crede che possa valere? Intende venderlo, signore? Eccles non potfare a meno di
mostrarsi sollevato.
Ci puscommettere. Ma un regalo, quindi non posso farlo
qui a Johannesburg. Bene, a Charlestown c'il colonnello Jordan che sempre di-
sposto a comprare un bel cavallo. Credo di poter ottenere un buon
prezzo, signore. Vedrche cosa posso fare. Il colonnello Jordan acquistnon solo lo stallone, ma anche le
pistole e la sciabola. All'addetto alla mensa ufficiali della guarnigio-
ne di Charlestown venne l'acquolina in bocca quando Eccles tolse
l'incerata che copriva i doni mangerecci di Candy.
Quando la colonna di Sean s'inoltrnella bruna prateria inver-
nale, verso il massiccio frastagliato del Drakensberg, il carretto ro-
tolava alla retroguardia portando le Maxirn e una dozzina di casse
di munizioni.

44.

Faceva freddo quella prima notte, e le stelle erano chiare, bril-
lanti e lontane. La mattina dopo, la terra era bianca e friabile
nella morsa del gelo; ogni filo d'erba, ogni ramoscello o foglia
caduta si erano trasformati in capolavori d'arte araba. Una sottile
crosta di ghiaccio copriva la pozza presso la quale si erano accam-
pati.
Mbejane e Sean erano seduti a gambe incrociate l'uno di fronte
all'altro, lo zulu avvolto nel suo kaross di scimmia e Sean col cap-
potto di montone abbottonato fino al mento.
俟tasera ci accamperemo sotto quella montagna disse Sean,
indicando il cono blu che si stagliava contro il turchino pichiaro
del cielo a occidente. Ci troverai l 俏kosi assentMbejane, chinando il capo sulla sua scatola di
tabacco da fiuto.
亟 quelli continuSean, indicando col mento i quattro indi-
geni armati di lance che attendevano pazientemente sul bordo della
pozza, sono uomini? Mbejane si strinse nelle spalle. 俟o poco di loro. Erano i miglio-
ri tra coloro con i quali ho parlato, credo. Ma lavorano per il gua-
dagno... E dei loro cuori non so nulla. Prima di continuare, osser-
vi loro indumenti; portavano quegli abiti smessi europei che sta-
vano rimpiazzando dappertutto il costume tribale. Vestono senza
dignit Ma, forse, sotto gli stracci ci sono degli uomini. Non ne abbiamo altri, e dovremo accontentarci di loro. Ma
vorrei che fossero con noi quelli che adesso stanno ingrassando ac-
canto alle loro mogli. Mbejane sorrise. Una settimana prima aveva consegnato il mes-
saggio al telegrafo del veld e sapeva che tanto Hlubi quanto
Nonga stavano smaltendo gli accumuli di grasso trottando verso
nord dai loro kraals lungo il fiume Umfolozi. Sarebbero arrivati
presto.
Questo il modo in cui cacceremo gli disse Sean. I tuoi uo-
mini si sparpaglieranno davanti a noi e cercheranno le tracce. I ca-
valli degli uomini che cerchiamo non hanno ferri agli zoccoli. Se
scoprite una pista fresca, seguitela finchnon saranno chiare la ve-
locite la direzione. Poi tornate di corsa da me. Mbejane annue fiutun pizzico di tabacco.
Mentre cercate, fermatevi ai kraals che incontrate lungo la
strada. Parlate con la gente che li abita; se i Mabunu sono qui, essa
lo saprdi certo. Farcome dici, Nkosi. Ecco il sole. Sean lo guardrisplendere sulle cime, mentre le
valli restavano in ombra. Va' in pace, Mbejane. Lo zulu ripiegil kaross e lo legcon una striscia di cuoio, poi
raccolse la lancia e si buttsu una spalla il grande scudo ovale da
guerra. Va' in pace, Nkosi. Sean lo osservmentre parlava con gli altri cacciatori, ascoltan-
do il sonoro alzarsi e abbassarsi della sua voce. Poi gli indigeni si
sparpagliarono, avanzarono al trotto nel veld, rimpicciolirono e
scomparvero.
Eccles. Signore. Finita la colazione? Sissignore. Gli uomini erano in piedi accanto ai loro cavalli, con le coperte
arrotolate e le carabine sulle selle, i cappelli ben calcati sulla fronte
e i baveri dei cappotti rialzati contro il freddo.
Andiamo. La colonna si serrin fila per quattro, con muli e carro al cen-
tro, e le avanguardie davanti per controllare il terreno. Era un pie-
colo distaccamento. Che non superava i centocinquanta passi di lun-
ghezza inclusi gli animali da soma, e Saul sorrise ricordando la mas-
siccia colonna lunga trenta chilometri che aveva marciato da Colen-
so allo Spion Kop.
Perbastava a solleticare il suo orgoglio. Guide combattenti di
Courteney. Ora si trattava di giustificare la seconda parola della de-
nominazione.
Ripieguna gamba sulla sella, vi possopra il taccuino e, men-
tre cavalcavano, egli e Sean progettarono l'organizzazione della co-
lonna.
Quando fecero sosta, a mezzogiorno, la misero in atto. Un
gruppo di dieci uomini fu incaricato dei muli. Per questa mansione
Sean scelse i tipi grassi, vecchi o inabili a cavalcare. Questi soldati si
sarebbero anche occupati dei cavalli, quando l'unitavesse combat-
tuto a piedi.
Tra i marinai scelse i capisquadra destinati alle Maxim. I fucilie-
ri furono divisi in gruppi di dieci, e gli uomini piin gamba vennero
promossi sergenti capipattuglia.
Era passato da un pezzo il tramonto, quando si fermarono sotto
la mole scura della montagna. Mbejane stava aspettando coi suoi
uomini accanto a un piccolo fuoco ben schermato.
Ti vedo, Mbejane. Ti vedo, Nkosi. Alla luce del fuoco, Sean notche le gambe dello zulu erano co-
perte di polvere fino alle ginocchia e che la faccia era grigia per la
stanchezza.
Che notizie mi porti? 侮ecchie tracce. Forse di una settimana fa, molti uomini accam-
pati laggioltre il fiume. Venti fuochi, non allineati come quelli de-
gli accampamenti militari, e non hanno lasciato scatolette, come
fanno invece i soldati dopo averle vuotate della carne. Niente tende,
ma giacigli d'erba tagliata... Molti giacigli. Quanti? Era una domanda oziosa, perchMbejane non sape-
va contare come un bianco. Lo zulu si strinse nelle spalle.
Tanti quanti gli uomini che sono con noi? domandSean,
cercando un paragone.
Mbejane riflettattentamente prima di rispondere: Di pi
Quanti di pi insistette Sean. Forse il doppio... Ma non di pi Probabilmente cinquecento uomini, si disse Sean. In che dire-
zione si muovevano? Mbejane indicil sud-ovest.
Dietro di loro, verso Vryheid e la protezione del Drakensberg.
S senza dubbio facevano parte del commando Wynberg.
Che notizie dai kraals? C'molta paura. La gente parla poco e soltanto di cose senza
importanza. Mbejane non fece alcun tentativo per nascondere il
disgusto, il disprezzo che lo zulu prova per ogni altra tribdell'A-
frica.
Hai fatto un buon lavoro, Mbejane. Ora riposa, perchriparti-
remo prima dell'alba. Per quattro giorni si mossero verso sud-ovest, con le avanguar-
die che esploravano il terreno fino a una ventina di chilometri ai lati
della colonna, senza trovare nulla.
Il Drakensberg s'innalzava come il dorso dentellato di un mo-
stro preistorico lungo l'orizzonte meridionale. Sui picchi c'era la
neve.
Sean addestri suoi uomini alle manovre da eseguire in caso di
attacco a sorpresa. I fucilieri dovevano fare una conversione, smon-
tare da cavallo e schierarsi in modo da coprire il trasferimento delle
Maxim sull'altura pivicina. Gli addetti ai muli dovevano radunare
i cavalli e portarli al coperto. Ripeterono queste manovre innumere-
voli volte.
Sean li faceva lavorare finchnon li vedeva piegarsi in avanti
sulle selle per massaggiarsi il fondoschiena, maledicendolo a denti
stretti. Li condusse sull'orlo dell'esaurimento e quindi a una nuova
forma fisica. Le loro barbe crebbero; le facce si arrossarono e si
spellarono, prima di diventare brune di sole; anche le loro uniformi
si scurirono, ma di sporcizia. Ora non maledicevano piSean. C'e-
ra una nuova corrispondenza tra loro, ridevano di pie sedevano
saldi in sella, dormivano sodo tutta la notte nonostante il freddo e
si svegliavano pieni di zelo.
Sean era abbastanza soddisfatto.
La mattina dei decimo giorno Sean andin avanscoperta con
due soldati. Si erano appena fermati a riposare tra un affioramento
di rocce, quando Sean notun movimento nella pianura. Pregu-
stando la gioia di avvistare il nemico, balzgidal masso su cui sta-
va seduto e corse al cavallo per afferrare il binocolo.
Maledizione! esclam deluso, quando scorse le punte delle
lance scintillare nel campo rotondo delle lenti. E' la nostra caval-
leria. Mezz'ora dopo incontrarono una piccola pattuglia di lancieri,
appartenente a una delle grosse colonne partite dalla linea dei forti-
ni e dirette a sud. Il giovane ufficiale subalterno al comando offra
Sean un sigaro e gli fornle ultime notizie sulla guerra.
De la Rey e Smuts infuriavano a nord di Johannesburg, nel Ma-
galiesberg, e quarantamila uomini davano la caccia ai loro tremila.
A sud, nello Stato libero, era in atto un'altra grande caccia a De
Wet. Ma questa volta lo avrebbero catturato, assicura Sean il gio-
vane subalterno. Cinquantamila fanti e cavalieri avevano spinto il
suo commando nel cuneo tra la linea di fortini e il fiume Riet in pie-
na. All'est la situazione era pitranquilla. I commando di quella
zona mancavano di un vero capo e se ne stavano rintanati sulle
montagne intorno a Komatipoort.
Finora c'stata calma anche qui, signore. Ma una quiete che
non mi piace. Quel Leroux un brutto tipo, intelligente anche. Per
il momento ha limitato la sua attivita poche incursioni. Dieci gior-
ni or sono cinquecento dei suoi uomini hanno assalito una delle no-
stre colonne di rifornimenti vicino a Charlestown. Hanno fatto fuo-
ri le guardie e si sono impossessati di parecchie munizioni, poi sono
fuggiti verso le montagne. 亮i鉬, annucupamente Sean. 隹bbiamo rintracciato uno dei
suoi campi. Da allora nessun segno di lui, signore. Abbiamo perlustrato la
zona, ma senza fortuna. Di quanti uomini dispone? chiese Sean.
Puradunarne, diciamo, un tremila. La mia idea che si stia
preparando per qualcosa di veramente grosso.
Quella sera Mbejane tornal campo dopo mezzanotte. Andda
Sean, che dormiva sotto il carro delle Maxim; con lui c'erano due
uomini. Nkosi. Sean si girsu un fianco, istantaneamente sveglio al lieve tocco
dello zulu. Mbejane? Usccarponi da sotto il carro e si alzin
piedi.
C'era la luna, alta, rotonda e lucente. Alla sua luce, riconobbe
gli altri due indigeni ed esclamcon gioia: Perdio! Hlubi! Non-
ga! Poi, ricordando le buone maniere: Vi ved羃.
Avanzcon un largo sorriso per afferrare le loro spalle, prima
di Hlubi, poi di Nonga. E ognuno di essi rispose gravemente, men-
tre restituiva l'abbraccio: Ti vedo, Nkosi
Stai bene? Io sto bene. E tu? Il protocollo del saluto zulu puessere prolungato per tutto il
tempo che si ha a disposizione. Era passato pidi un anno da quan-
do Sean li aveva congedati, fuori Pretoria, percidoveva chiedere a
ciascuno notizie del padre, dei fratelli, delle mandrie e del viaggio,
prima di poter porre una domanda che interessasse a lui.
Siete passati per Ladyburg? S Nkosi, abbiamo fatto quella via assentHlubi.
Avete visto lo Nkosizana Dirk? Per la prima volta entrambi sorrisero, un balenio candido nella
luce della luna.
青i siamo seduti a consiglio con lo Nkosizana ridacchiHlu-
bi. Cresce come un torello. Porta gicicatrici di battaglia e aveva
un occhio onorevolmente annerito. Cresce anche in saggezza aggiunse Nonga. Ci ha detto ad
alta voce le cose che sono scritte nei libri. Manda i suoi saluti allo Nkosi suo padre continuHlubi, e
chiede che gli sia permesso di lasciare la scuola e unirsi di nuovo a
lui. Ormai ben istruito in materia di libri e di numeri. Sean rise. E la Nkosikazi mia madre? domand
Sta bene. Ti manda questo libro. Hlubi tirfuori dal perizo-
ma una busta insudiciata dal viaggio. Sean la ripose nella giubba
per leggerla dopo con comodo.
保ra poichla cerimonia del saluto era finita, Sean poteva
tornare al presente. 青osa mi dite dei Mabunu? Avete trovato
tracce? Mbejane si accosci posando accanto a sla lancia e lo scudo.
Gli altri seguirono il suo esempio. Ora si sedeva a consiglio.
Parla ordinMbejane a Hlubi.
Siamo venuti per la via picorta, che quella attraverso le
montagne spiegHlubi. Sulle colline sottostanti abbiamo trova-
to una strada fatta da molti cavalli e, seguendola, siamo arrivati a
un luogo pianeggiante circondato da rocce. I Mabunu sono l con
buoi e carri. Quanto lontano questo posto? chiese con ansia Sean.
Una giornata di viaggio. Quanti sono i Mabunu? domandancora Sean, e Mbejane ri-
spose:
Tanti quanti erano accampati nel luogo di cui ti ho parlato
Era logico, pensSean, che Jan Paulus dividesse le proprie for-
ze in unitpipiccole, per ragioni di sussistenza e occultamento, fi-
no al momento in cui non avesse avuto bisogno di tutti i suoi uomi-
ni per un'azione importante. Allora ci andremo subito disse,
balzando in piedi.
Eccles si svegliall'istante.
俟ergente-maggiore, le guide hanno trovato il laager di un pic-
colo commando boero sotto le montagne. Faccia montare gli uomi-
ni in sella. Sissignore! I baffi di Eccles, arruffati dal sonno, fremettero
come quelli di un cane da caccia.
Mentre intorno a lui cominciava l'agitazione della partenza,
Sean ravviva calci il fuoco e, alla sua gialla luce guizzante, strap-
puna pagina dal suo taccuino e leccla punta di una matita.

A tutte le truppe inglesi nella zona:

Sono in contatto con un commando boero di cinquecento uomi-
ni. Tenterd'impedire loro la fuga fino al vostro arrivo. Il latore
della presente vi farda guida.
5 agosto 1900, ore 0,46.
Maggiore S. Courteney

信lubi chiam
Nkosi. Sean gli porse il messaggio. 促rendi questo. Ci sono dei soldati
laggi Alzil braccio verso il nord. Consegnalo a loro.
45.

Raggruppati in colonna compatta, con l'elegante carretto di
Candy, che avanzava sobbalzando alla retroguardia, le Gui-
de combattenti di Courteney procedevano verso nord al pic-
colo galoppo, tra la bruna erba invernale che sfiorava le loro staffe.
Con Saul al fianco e i due zulu davanti che perlustravano come
cani da caccia, Sean cavalcava in testa. Sedeva un pdi sghembo
sulla sella, tentando con entrambe le mani di tener ferma la lettera
di Ada, agitata dal vento della corsa. Era strano leggere parole gen-
tili e rassicuranti, mentre galoppava verso la battaglia.
Tutto andava bene a Lion Kop. Gli alberi crescevano in fretta...
niente incendi, siccito malattie. Ada aveva assunto un assistente
che lavorava soltanto il pomeriggio, perchil mattino era occupato
nella scuola di Ladyburg. Dirk si guadagnava il suo principesco sala-
rio di due scellini e mezzo la settimana e sembrava che il lavoro gli
piacesse. La pagella del secondo trimestre aveva destato qualche
preoccupazione. I voti erano buoni, ma tutti erano seguiti dall'anno-
tazione Potrebbe fare molto meglio o Non si concentra abba-
stanza Il giudizio generale era riassunto dal direttore con le parole:
Dirk un bambino molto vivace e molto popolare tra i compagni.
Ma bisogna che impari a controllare il proprio carattere e ad appli-
carsi con pidiligenza in quelle materie che non sono di suo gusto
Di recente aveva avuto un'epica scazzottata con il ragazzo dei
Petersen, di due anni pigrande di lui, e ne era uscito insanguinato
e ammaccato, ma vittorioso... E Sean avvertuna nota d'orgoglio
dietro la formale riprovazione di Ada. Seguiva mezza pagina di
messaggi dettati da Dirk, il quale, fra mille dichiarazioni di ubbi-
dienza e amore filiale, chiedeva un pony, un fucile e il permesso di
porre fine alla propria carriera scolastica.
Ada continuava informandolo concisamente che Garry era tor-
nato a Ladyburg, ma non si era ancora fatto vivo con lei.
Infine, lo esortava a prendersi cura della propria salute, invoca-
va su di lui la protezione dell'Onnipotente, si augurava che tornasse
presto al Lion Kop... E terminava salutandolo con tutto il suo
amore.
Sean piegcon cura la lettera e l'infilin una tasca dei cappot-
to, poi si abbandonai propri pensieri, mentre i chilometri scorre-
vano regolarmente sotto gli zoccoli del cavallo. C'erano tanti fili
sciolti o aggrovigliati da seguire: Dirk e Ada, Ruth e Saul, Garrick e
Michael... E ciascuno di essi gli dava pena.
A un tratto lanciun'occhiata a Saul e si raddrizzsulla sella.
Non era il momento di rimuginare. Erano entrati in una delle valli
che salivano verso i contrafforti innevati del Drakensberg, seguendo
un fiume le cui rive strapiombavano per tre metri sull'acqua che
gorgogliava e ribolliva tra i massi del fondo.
Quanto manca, Nonga? grid
Poco, Nkosi, molto poco.
In un'altra valle che correva parallela a quella percorsa da Sean,
al di ldi due frastagliate creste rocciose, un giovane boero poneva
la stessa domanda. Quanto manca, Oom Paul? Prima di rispondere, il Vecht-Generaal Jan Paulus Leroux si
volta guardare il commando di mille burghers che stava condu-
cendo al laager tra le montagne. Cavalcavano in una compatta mas-
sa che copriva completamente il fondovalle: uomini barbuti in una
varietdi scuri indumenti fatti in casa, su cavalli ispidi nei loro
mantelli invernali... Eppure, guardandoli, Jan Paulus sentl'orgo-
glio gonfiargli il petto. Quelli erano i duri a morire, veterani di cen-
to combattimenti, uomini forgiati e temprati nella fornace della bat-
taglia, affilati come rasoi e resistenti come il miglior acciaio. Poi
guardil ragazzo al suo fianco... Ragazzo soltanto per gli anni. Per-
che i suoi occhi erano givecchi e saggi.
Poco, Hennie, molto poco.
Eccles, ci fermiamo qui. Abbeverate i cavalli. Allentate i sotto-
pancia senza togliere le selle. Niente fuochi, ma gli uomini possono
mangiare e riposarsi. Bene, signore. Io andravanti a dare un'occhiata al laager. Mentre sono via,
distribuisca cento colpi supplementari a ciascun uomo. Controlli le
Maxim. Dovrei essere di ritorno fra un paio d'ore. Quando ci muoveremo, signore? 隹l tramonto. Voglio essere in posizione per attaccare appena
sorge la luna. Pudirlo fin d'ora agli uomini.
Mentre Sean e Nonga lasciavano la colonna e proseguivano a
piedi su per la vallata, due uomini losservavano dalla cresta. Era-
no sdraiati bocconi tra le rocce. Entrambi avevano lunghe barbe.
Uno portava un cinturone da ufficiale inglese sulla giacca di pelle
rattoppata, ma il fucile posato sulla roccia davanti a lui era un
Mauser.
俑andano spie al laager bisbigli e il suo compagno rispose
in Taal:
Ja, lo hanno trovato
Va'! Corri da Oom Paul e avvertilo che ci sono trecento cachi
maturi, pronti per essere colti. L'altro sogghigne strisciindietro, per non farsi scorgere.
Quando fu sotto la cresta corse al suo cavallo e prima di montarvi
lo condusse ldove cominciava l'erba, che avrebbe soffocato lo
scalpitio.
Un'ora dopo, Sean torndalla ricognizione. Sono in trappola,
Eccles disse, sorridendo con ferocia a Saul e al sergente-maggio-
re. Sono circa due miglia piavanti, in una conca nascosta tra le
colline. Si accoste lisciil terreno col palmo della mano. Ora,
ecco come faremo. Prese un ramoscello e traccirapidamente dei
segni. Questa la nostra valle. Noi siamo qui. Il laager in questo
punto, con colline qui, qui e qui. Questo l'ingresso della conca.
Ora, noi piazzeremo due Maxim qui, con un centinaio d'uomini da-
vanti a loro, a un livello pibasso, cos Voglio che... A un tratto la sua mappa saltin aria, proiettandogli terra negli
occhi e in bocca. Che diavolo... cominci portandosi le mani al
volto, ma il resto della frase si perse nel frastuono dei Mauser.
Attraverso le lacrime, Sean guardla cresta. Oh, mio Dio! Il
fumo dei fucili vi aleggiava sopra come una fitta nebbia. Nel fiu-
me. Portate i cavalli nel fiume! La sua voce sovrastgli spari, il
sibilo acuto dei rimbalzi, i continui tonfi dei proiettili che si abbat-
tevano al suolo e sulle carni. Nel fiume. Entrate nel fiume! Corse
lungo la colonna, gridando quest'ordine agli uomini che cercavano
di estrarre i fucili dai foderi, lottando con i cavalli atterriti. Le palle
boere piovevano su di loro, bestie e uomini gemevano nell'erba. Ca-
valli sciolti si sparpagliavano nella vallata, le redini sul collo e le
staffe vuote che rimbalzavano contro i fianchi.
Lasciateli! Lasciateli andare! Saltate nel fiume! Due muli fe-
riti erano a terra e scalciavano, impigliati nelle tirelle dei carro.
Sean taglii lacci del telone e sollevuna Maxim. Un proiettile
scheggiil legno sotto le sue mani. Tu! grida uno dei marinai.
Prendi questa! Gli passl'arma. L'uomo corse via, tenendola
fra le braccia come un bambino, verso l'argine dei fiume. Con una
cassa di munizioni sotto ciascun braccio, Sean lo segu Gli sembra-
va di correre con l'acqua fino alla vita, ogni falcata gli costava un
penoso sforzo di volont la paura lo avvinghiava alla schiena. Un
proiettile gli calil cappello sugli occhi e, in preda al panico, le gi-
nocchia piegate dalle casse, prosegualla cieca verso il fiume. A un
tratto la terra gli mancsotto i piedi e cadde, un breve volo, poi un
tonfo che si ripercosse nella spina dorsale, mentre egli precipitava a
faccia in ginell'acqua gelida.
Subito si rialze, continuando a stringere le munizioni della
Maxim, si buttal riparo della ripida sponda. Sopra di lui infuriava
il fuoco boero, ma molti dei suoi uomini avevano trovato scampo
nel letto del fiume, e altri vi stavano saltando.
Ansimando e grondando acqua, Sean si appoggicon la schiena
alla sponda, mentre riprendeva il controllo di s L'afflusso dei so-
pravvissuti al fiume diminu quindi cess Anche il fuoco boero si
ridusse a un balbettio, poi nella valle cadde un improvviso silenzio,
rotto soltanto dai gemiti e dalle imprecazioni dei feriti.
Il primo pensiero coerente di Sean fu per Saul. Lo scorse che te-
neva una coppia di muli carichi sotto la sponda. Altri due animali
erano stati portati al riparo da Nonga e Mbejane. Sean grida Saul
di portarsi all'altra estremitdella linea. Poi url 俟ergente-mag-
giore! e con sollievo udnon lontana la voce di Eccles:
Qui, signore. Disponga gli uomini lungo la riva e faccia scavare delle
buche. 俟issignore e immediatamente cominci Qui, voialtri! Ave-
te sentito il maggiore? Muovete le chiappe! Nel giro di dieci minuti c'erano duecento fucili allineati lungo la
riva e la Maxim era piazzata dietro un muretto di pietre e terra. Gli
uomini che avevano perduto le armi si stavano occupando dei feriti,
che erano stati radunati al centro della linea. Con le schiene appog-
giate contro la sponda, sedevano nella melma fino alla vita e il loro
sangue si spandeva nell'acqua in rivoletti color rosa cupo.
Sean si arrampicaccanto a Eccles e alzcautamente la testa
per guardare oltre il ciglio. Davanti a lui, lo spettacolo era pietoso.
Cavalli e muli morti, some spaccate, coperte e provviste sparse sul-
l'erba. Animali feriti stavano in piedi a testa bassa o si dibattevano
impotenti al suolo. C'ancora qualcuno vivo lfuori? grid ma
dai corpi distesi non ricevette risposta. Un cecchino sulla cresta fic-
cun proiettile nel terreno proprio davanti alla sua faccia, e Sean si
affrettad abbassare la testa.
侶uasi tutti sono riusciti a trascinarsi fino al fiume, signore.
Quelli che non ce l'hanno fatta stanno meglio lfuori che in questo
fango. Quanti ne abbiamo perduti, Eccles? Una dozzina, signore, e circa il doppio sono feriti. Ce la siamo
cavata con poco. Gi annuSean. Il loro fuoco iniziale era troppo alto. E un
errore che fanno anche i tiratori piin gamba, quando devono spa-
rare in discesa. Ci hanno proprio colti con le braghe calate borbottEccles,
e a Sean non sfuggla lieve nota di rimprovero.
Lo so. Avrei dovuto mettere delle sentinelle sulla cresta. Non
sei Napoleone, si disse, e quei cadaveri ne sono la prova.
侶uante armi abbiamo perduto? chiese ancora.
Ci restano duecentodieci fucili e una Maxim, signore, e avevo
distribuito le munizioni extra, secondo i suoi ordini, poco prima
dell'attacco. Dovrebbero bastare decise Sean. Ora si tratta soltanto di
tener duro finchla mia guida indigena non ci porta i rinforzi. Per mezz'ora non accadde nulla, a parte qualche sporadico spa-
ro, dalla cresta. Sean percorse la linea parlando agli uomini. 青ome
va, marinaio? Alla mia vecchia verrebbe un colpo, signore. 'George,' mi di-
rebbe, 'star seduto nel fango non pufar bene alle tue emorroidi',
cosdirebbe, signore. L'uomo aveva una pallottola nello stomaco,
e Sean si sforzdi sorridere. Non mi spiacerebbe una fumatina,
per Sean si frugin tasca, gli porse un sigaro umido e passoltre.
Un ragazzo, uno dei coloniali, piangeva silenziosamente, tenendo
contro il petto l'ammasso di bende inzuppate di sangue che era la
sua mano. Ti fa male? chiese Sean con dolcezza.
Il ragazzo alzverso di lui la faccia imbrattata di fango e di la-
crime. Se ne vada mormor Per piacere, vada via. Sean prosegu Avrei dovuto mettere delle sentinelle, si ripet
Avrei dovuto...
Bandiera bianca sulla cresta, signore gridun uomo in tono
eccitato, e Sean si arrampical suo fianco.
Immediatamente un brusio di commenti percorse la linea.
Stendono il bucato. I bastardi vogliono arrendersi. Sanno che li abbiamo fregati. Sean salsulla sponda e agitil cappello. Subito un uomo a ca-
vallo scese al trotto verso di lui.
俑iddag, Menheer lo salutSean. L'altro rispose soltanto
con un cenno e gli porse un biglietto.

Menheer,
attendo da un momento all'altro l'arrivo dei mio cannone Hotch-
kiss. La vostra situazione molto precaria. Suggerisco che deponia-
te le armi per evitare ulteriori spargimenti di sangue.
Vecht-Generaal J. P. Leroux.

Il messaggio era scritto in olandese antico su un brandello irre-
golare di carta da pacchi.
I miei saluti al generale, Menheer, ma noi resisteremo qui an-
cora un poco. Come vuole disse il boero, prima perdovete controllare
se qualcuno di quegli uomini e indicle figure cachi sparse tra i
muli e i cavalli morti, ancora vivo. E dovete uccidere gli animali
feriti. Molto gentile da parte vostra, Menheer. S'intende che non farete alcun tentativo di raccogliere armi o
inunizioni. S'intende. Il boero rimase con loro, mentre Eccles e mezza dozzina d'uomi-
ni perlustravano il campo, uccidendo gli animali storpiati ed esami-
nando i soldati caduti. Ne trovarono uno ancora vivo. L'aria usciva
sibilando dalla trachea recisa, assieme a una schiuma di bollicine
rosse. Lo deposero su una coperta e lo portarono nel letto del
fiume.
Undici morti, signore riferEccles a Sean.
亟ccles, appena la tregua sarfinita verremo a recuperare
un'altra Maxim e due cassette di munizioni. Erano accanto al carro, e Sean accenncol capo alla grossa mi-
tragliatrice che spuntava da sotto l'incerata.
Sissignore. Voglio quattro volontari pronti sotto l'orlo della sponda. Si as-
sicuri che ogni uomo abbia un coltello per tagliare le corde. Sissignore. Eccles sorrise come un allegro tricheco e torn verso il fiume, mentre Sean si avvicinava al boero.
Abbiamo finito, Menheer. Bene. Appena io sarscomparso dietro la cresta, riprenderemo
a sparare. D'accordo. Sean si avviverso il fiume, passando tra i cada-
veri. Gile mosche li ricoprivano, verdi e metalliche, sollevandosi al
suo passaggio come uno sciame migrante di api, per poi tornare a
posarsi.
Sean raggiunse la riva e vide Saul accoccolato sotto di essa, alla
testa d'un quartetto di uomini senza fucili. In piedi dietro di loro
c'era un Eccles molto immusonito, coi baffi spioventi per il disap-
punto. Sean capall'istante cos'era successo: Saul era ricorso al
proprio grado per assumere il comando dei volontari. Cosa diavo-
lo credi di fare? domanda Saul, che lo fisscon quella sua
espressione cocciuta. Tu rimarrai dove sei. E' un ordine! Si rivol-
se a Eccles: Assuma lei il comando, sergente-maggiore ed Eccles
sorrise.
Non era il momento di discutere. Giil boero era a metdella
salita. Sean alzla voce per gridare alla lunga fila di uomini sotto la
sponda: 隹scoltate tutti. Nessuno spari finchnon lo faril nemi-
co. Cosforse riusciremo a guadagnare un pdi tempo Poi, a
voce pibassa, rivolgendosi a Eccles: 俏on correte, uscite cammi-
nando con aria indifferente
Saltnel letto del fiume restando in piedi tra Saul ed Eccles.
Tutti e tre fissarono il pendio e videro il boero raggiungere la cresta,
agitare il cappello e sparire.
Andate! disse Sean, e tutti scattarono. Eccles, i quattro vo-
lontari... E Saul. Sbalordito, Sean guardi sei uomini camminare
verso il carretto. Poi la sua rabbia esplose. Quello stupido, piccolo
bastardo, e anch'egli uscdal letto del fiume.
Raggiunse gli altri nei pressi del carretto. Nel teso silenzio della
sfuriata incombente, ringhia Saul: Te la farpagare! e l'amico
sorrise con aria di trionfo.
Sulla cresta c'era ancora un silenzio perplesso... Ma non poteva
durare molto.
Insieme, Saul ed Eccles tagliarono le corde che trattenevano l'in-
cerata, Sean la solleve prese la mitragliatrice. Tieni disse, pas-
sandola all'uomo dietro di lui. In quel momento un colpo d'avverti-
mento sibilsopra le loro teste. Prendete una cassa ciascuno e cor-
rete! Dalla cresta e dal fiume il fuoco di fucileria esplose come un
lungo rullo di tamburi, e i sette corsero a zigzag verso la riva, piega-
ti in due sotto i loro fardelli.
L'uomo che portava la Maxim cadde a testa in avanti. Sean lan-
cila sua cassetta di munizioni, che si abbattvicino alla sponda,
rotolin avanti e precipitoltre l'orlo. Rallentando a stento la sua
corsa, fece dietro front, raccolse la Maxim e galoppdi nuovo ver-
so il fiume. Davanti a lui, prima Eccles, poi Saul saltarono al sicuro
e Sean lsegui coi tre soldati sopravvissuti.
Era finita, Sean sedeva immerso fino alla cintola nell'acqua ge-
lata, stringendo al petto la mitragliatrice, e tutto ciche gli passava
per la mente erano insulti per Saul. Gli lanciun'occhiata fulmi-
nante, ma Saul ed Eccles stavano inginocchiati l'uno di fronte al-
l'altro, ridendo e dandosi manate sulle cosce.
Sean porse l'arma al soldato pivicino e si avvicina Saul. La
sua mano gli afferrbrutalmente una spalla e lo sollev 俊u... Non riusciva a trovare parole abbastanza dure. Se Saul fosse rima-
sto ucciso lfuori, Ruth non avrebbe mai creduto che era uscito di
propria iniziativa. Maledetto idiota sibil e forse l'avrebbe col-
pito, se non l'avessero distratto le grida dalla piazzola di tiro dietro
di lui.
Povero disgraziato! Salzato. Sta' gi per l'amor di Dio, sta' gi Sean lasciandare Saul, balzsulla piazzola e guardattraverso
la feritoia del muretto.
Allo scoperto, il soldato che aveva portato la Maxim si era alza-
to in piedi. Si muoveva parallelamente alla riva, con le mani cion-
doloni lungo i fianchi e una strana andatura dinoccolata. I boeri gli
sparavano addosso dalla cresta.
Nessuno degli inglesi, paralizzati dall'orrore, andad aiutarlo.
L'uomo fu colpito e barcoll ma continua camminare sotto il
fuoco boero, tracciando una curva in direzione opposta al fiume.
Fu colpito di nuovo e stramazzin avanti.
Il fuoco nemico cesse, nel silenzio, gli uomini di Sean comin-
ciarono ad agitarsi e a parlare di banalit evitando gli uni gli occhi
degli altri, vergognosi d'aver osservato una cosa cosintima e nuda
come la morte di quell'uomo.
La collera di Sean era svanita, rimpiazzata da un senso di colpe-
vole gratitudine per il fatto che, lfuori, non era rimasto Saul.

46.

Nel lungo periodo di stasi che segu Sean e Saul rimasero se-
duti l'uno accanto all'altro con la schiena appoggiata alla
sponda. Benchnon parlassero, il vecchio senso di camera-
tismo si era ristabilito tra loro.
Con uno scoppio e un fischio, il primo proiettile d'artiglieria la-
cerl'aria e, come tutti gli altri, Sean abbassistintivamente la te-
sta. La bomba esplose con un alto spruzzo brunogiallastro sul pen-
dio opposto. La costernazione si diffuse lungo il fiume.
Cristo, hanno avuto il cannone! Prenotami un posto sul primo treno, amico! Ragazzi, non c'motivo di preoccuparsi gridSean in tono
rassicurante. Non possono raggiungerci con quel pezzo... E il secondo proiettile esplose proprio sull'orlo della sponda, ro-
vesciando su di loro una grandinata di zolle e sassi. Per un secondo
rimasero storditi, tossendo per la polvere, ma nell'attimo successivo
giscavavano nella parete di terra come una banda di becchini in
gara tra loro. La polvere formsul fiume una specie di nebbia color
ocra, che fece sgranare gli occhi ai boeri sulla cresta. Poco prima
che arrivasse la terza bomba, ciascun uomo si era scavato una pic-
cola nicchia nella quale appiattirsi.
I tiri boeri erano stranamente irregolari. Due o tre volavano al-
tissimi ed esplodevano in pieno veld. Il successivo colpiva in pieno il
fiume, sollevando una colonna di acqua e fango. Allorchavveniva
questo, l'eco di lunghe acclamazioni giungeva debolmente dalla cre-
sta, seguito da una pausa, durante la quale era presumibile che i
cannonieri ricevessero le congratulazioni dei compagni. Poi il bom-
bardamento ricominciava con rinnovato entusiasmo, declinante a
poco a poco verso un'altra lunga pausa, di cui tutti approfittavano
per riposare.
Durante uno, di questi intervalli, Sean scrutla cresta attraverso
la feritoia del muretto. Da una dozzina di punti salivano pallide co-
lonne di fumo.
Pausa per il caff lass Eceles. Da come stanno conducendo l'azione, non mi meraviglierei se
comparisse un'altra bandiera bianca e se un paio dei loro ragazzi
venisse gia offrirlo anche a noi. Ne dubito sogghignSean. Ma che vengano gipiche
certo. Sean guardl'orologio. Le quattro e mezzo.
Due ore al tramonto. Leroux deve prendere una decisione prima che
faccia buio. Se vengono, ci attaccheranno alle spalle annunciSaul, indi-
cando un pendio che minacciava la loro retroguardia. Per fronteg-
giare una carica da quella parte, dovremmo allinearci lungo la spon-
da opposta e offrire la schiena ai cecchini rimasti sulla cresta. Sean consideril problema per un minuto, poi esclam Ci so-
no! Il fumo!
Scusi, signore? 亟ccles, faccia preparare dei fuochi lungo questa sponda, con
erba e rami pronti a essere accesi ordinSean.
Se arrivano da dietro ci nasconderemo con il fumo. Dopo quindici minuti di frenetica attivitil lavoro era finito. A
intervalli di dieci passi, lungo il letto del fiume gli uomini di Sean
avevano preparato cumuli di pietre con la sommitpiatta che s'in-
nalzavano al di sopra del livello dell'acqua. Su ogni cumulo era
pronto un grosso fascio d'erba e di cespugli strappati dalla sponda.
Un pprima del tramonto, quando le ombre si addensano e la
luce ingannevole, complice la nebbia che si alzava nell'aria immo-
bile e fredda nascondendoli, Leroux mandall'attacco i suoi cava-
lieri.
Sean udun sordo tambureggiare di zoccoli, simile al passaggio
di un treno in lontananza, e balzin piedi.
Eccoli che arrivano! gridqualcuno. Quei bastardi ci attac-
cano alle spalle! Col sole basso che proiettava ombre enormi e distorte davanti a
loro, i cavalieri caricavano in lunga fila da occidente.
Accendete i fuochi! ruggSean. I boeri, un mezzo migliaio,
stavano appiattiti sui cavalli e avanzavano al gran galoppo, spa-
rando.
Le Maxim! urlSean. Portate le Maxim dall'altra parte dei
fiume! Le squadre di mitraglieri tolsero le pesanti e poco maneg-
gevoli armi dalle piazzole e arrancarono attraverso la corrente. Da
ogni fuoco saliva una nuvola di fumo azzurro. Tossendo e impre-
cando, gli uomini raggiunsero l'altra sponda. Dalla cresta un furio-
so fuoco di copertura batteva il fiume, e il cannone aveva ripreso il
bombardamento, ora molto piintenso e preciso.
Fuoco a volont urlSean. Colpite quei bastardi. Colpite-
li. Fategliela pagare. Il frastuono era spaventoso: la fucileria e le bombe, il tambureg-
giare delle Maxim, le urla d'incitamento e di dolore, il tuono degli
zoccoli, il crepitio delle fiamme. Sopra tutto questo, una densa col-
tre di fumo e polvere.
Coi gomiti sulla ruvida argilla della sponda, Sean punt spare
un cavallo cadde, lanciando in aria cavaliere e fucile. Senza togliere
il calcio dalla spalla, azionl'otturatore e spardi nuovo. Preso!
ecco che si piega e ondeggia sulla sella. Va' gi bastardo! Opl..
scivola in avanti e cade. Spara ancora, ancora. Vuota il caricatore.
Ogni colpo a segno.
Accanto a lui, il marinaio spostava a destra e a sinistra la bocca
della Maxim. Mentre ricaricava, Sean la guardtracciare il suo arco
di distruzione, massacrando uomini e cavalli, finchtacque di colpo
e il mitragliere si chinsu di essa per inserire un nuovo caricatore.
Un colpo dalla cresta, sparato alla cieca nel fumo, lo colpnella
parte posteriore del collo. L'uomo cadde riverso sull'arma, e il suo
sangue fiottdalla bocca aperta sul manicotto della canna, mentre
gli arti sussultavano e si contorcevano negli spasimi della morte.
Sean lasciil fucile, allontanil corpo dalla Maxim, sistemil
caricatore e premi pollici sul pulsante.
I boeri erano vicini, adesso. Sean spinse verso il basso le impu-
gnature per alzare il tiro, mirando al petto dei cavalli. Il sangue del
marinaio friggeva sulla canna rovente e l'erba davanti alla bocca si
appiattiva e tremava sotto le continue raffiche.
Davanti a lui, una schiera di cavalli in corsa si stagliava contro il
cielo sempre piscuro; gli uomini in groppa facevano piovere
proiettili sul gremito letto del fiume. Cavalli feriti cadevano oltre la
sponda, rotolando e scalciando nel fango.
Smontate! Smontate! Dentro anche noi, nel fiume! gridun
vecchio boero dalla bella barba bionda.
Sean ruotla Maxim per colpirlo. L'uomo lo scorse attraverso il
fumo, ma era inerme nell'atto di scendere di sella, con la gamba de-
stra gifuori della staffa e il fucile nella mano sinistra. Sean vide
che i suoi occhi erano grigi e impassibili mentre fissavano la bocca
della Maxim. La raffica lo colse in pieno petto, cadde all'indietro
sollevando le braccia e il cavallo lo trascinvia.
L'attacco s'interruppe. Il fuoco boero diminu i cavalli fecero
dietro front e galopparono verso il rifugio delle colline. Il vecchio
burgher ucciso da Sean andcon loro, trascinato sulla schiena. La
sua testa rimbalzava sulle irregolaritdel terreno, lasciandosi dietro
una lunga scia di erba schiacciata.
Intorno a Sean, gli uomini acclamavano, ridevano e chiacchiera-
vano al colmo della gioia. Ma nel fango ce n'erano molti che non
esultavano e, con un moto di stupore colpevole, Sean si accorse che
i suoi piedi poggiavano sul cadavere del marinaio.
Questo round nostro! disse Eccles con un sorriso raggiante.
Insensibile tra i morti come puesserlo solo un vecchio soldato.
Gi assentSean.
Oltre la sponda un cavallo si alze rimase immobile, il corpo
scosso da brividi, una gamba spezzata. Un burgher ferito cominci a tossire nell'erba, rantolando e boccheggiando, soffocato dal pro-
prio sangue.
S questo round nostro, Eccles. Alzi la bandiera. Devono
scendere a raccogliere i feriti. I burghers dovettero usare le lanterne per cercare nell'oscuriti
compagni ancora vivi e uccidere i cavalli.

俏kosi, nel punto in cui il fiume gira e le sponde sono basse
hanno piazzato molti uomini riferMbejane, di ritorno da una ri-
cognizione. Non possiamo andarcene da quella parte. Lo immaginavo annuSean, e porse a Mbejane una scatolet-
ta di carne. Mangia. Cos'ha detto, signore? chiese Eccles.
Che il fiume a valle presidiato. Sean accese uno dei sigari
che aveva recuperato dalla sella del proprio cavallo abbattuto.
E' maledettamente scomodo starsene qui seduti nel fango in-
sinuEccles.
促azienza, sergente-maggiore sorrise Sean. 非aremo loro
tempo fino a mezzanotte. Per quell'ora la maggior parte dei bur-
ghers sarscesa dall'altra parte della cresta, a bere caffintorno ai
fuochi. Vuole attaccare, signore? Era evidente che Eccles approvava.
俟 Lo dica agli uomini. Tre ore di riposo, poi prenderemo
d'assalto la cresta. Bene, signore. Sean appoggila schiena alla sponda e abbassle palpebre. Era
stanchissimo, gli occhi gli bruciavano per la polvere e il fumo, la
parte inferiore del corpo era bagnata e fredda, gli stivali appesantiti
dal fango. I vapori di liddite gli avevano provocato un mal di testa
lancinante.
Avrei dovuto mettere una sentinella sulla cresta, pensancora
una volta. Mio Dio! Che casino ho combinato! Il mio primo co-
mando, e ho giperduto metdegli uomini e tutti i cavalli. Avrei
dovuto mettere una sentinella sulla cresta.

47.

Presero la cresta pochi minuti dopo la mezzanotte, quasi senza
incontrare resistenza. Le poche sentinelle boere si precipita-
rono giper il pendio e Sean osservdall'alto i laagers nemici.
I fuochi splendevano in fila irregolare lungo la valle, circondati da
uomini in piedi che guardavano verso la cresta. Sean li disperse con
una dozzina di raffiche, poi grid Cessate il fuoco. Eccles, sistemi
gli uomini in posizione. Presto avremo visite
I boeri avevano innalzato lungo la cresta dei muriccioli che ri-
sparmiarono molto lavoro ai soldati di Sean. In dieci minuti le Ma-
xim erano piazzate, e i duecento uomini rimasti illesi aspettavano
dietro le scabre pareti di roccia il contrattacco nemico. Ci volle un
pdi tempo perchquesto avesse luogo, poichla situazione ren-
deva necessario un rapido consiglio di guerra. Infine gli inglesi udi-
rono il primo furtivo accostarsi degli attaccanti.
Eccoli che arrivano, sergente-maggiore. Aspettate a sparare. I burghers avanzavano con cautela, e quando Sean riusca per-
cepire i loro bisbigli tra le rocce decise che erano abbastanza vicini e
scoraggiuna maggior intimitcon un fitto fuoco di fucileria e di
tutte le Maxim. I boeri risposero con ardore e, nel pieno dello scon-
tro, il cannone Hotchkiss fece udire la propria voce dalla vallata. Il
primo proiettile passad appena un metro dalla testa di Sean ed
esplose nella valle dietro di lui. Il secondo e il terzo colpirono in pie-
no gli attaccanti, suscitando un tale ululato di imprecazioni che i
cannonieri, non vedendo apprezzati i loro sforzi, mantennero un di-
staccato e offeso silenzio per il resto della notte.
Sean si aspettava un attacco deciso, ma presto fu chiaro che Le-
roux era ben consapevole del rischio che comporta impegnarsi da
vicino nel buio. Quindi si accontentdi tener sveglio Sean per tutta
la notte, mandando a turno i suoi burghers a continuare il duello di
fucileria a distanza ravvicinata... E Sean comincia nutrire qualche
dubbio circa la buona impostazione della propria offensiva. L'alba
l'avrebbe trovato su una cresta rocciosa, di fronte a un nemico nu-
mericamente superiore, con una linea esposta a entrambe le estremi-
te abbastanza corta per essere facilmente circondata o colpita
d'infilata. Ricordlo Spion Kop... E la cosa non gli diede conforto.
L'altra possibilitera quella di ritirarsi di nuovo sul fiume, e questo
pensiero gli fece rizzare i capelli in testa. A meno che non arrivasse-
ro presto i rinforzi, la sconfitta era certa... Meglio lassche nel fan-
go. Resteremo, decise.
All'alba ci fu una pausa, rotta soltanto da qualche colpo di fuci-
le, ma Sean avvertun aumento di attivittra i boeri. Sinistri fruscii
e rumori attutiti di uno spostamento sui fianchi confermarono i
suoi timori. Ormai era troppo tardi per ritirarsi sul fiume, i boeri
erano giappostati sulle colline. Sembravano molto vicini; vicini
quanto l'invisibile e ostile moltitudine acquattata sul pendio, in at-
tesa che la luce aumentasse.
Sean si alz Prendi il mio posto bisbigliall'uomo accanto
a lui, indicandogli la Maxim.
L'aveva usata per tutta la notte: le sue mani erano artigli con-
tratti nella posizione di sparo e le spalle gli dolevano in modo intol-
lerabile. Le flett mentre percorreva la linea, fermandosi per scam-
biare qualche frase con gli uomini stesi bocconi dietro i muretti e
tentando di dare un tono convincente alle sue parole d'incoraggia-
mento.
Nelle loro risposte avvertiva il rispetto che essi cominciavano a
nutrire per lui come combattente. Piche rispetto, era qualcosa di
simile a un affetto tollerante. Lo stesso sentimento che il generale
Buller suscitava nei propri soldati. Il vecchio commetteva errori,
molti uomini morivano quando era Buller a guidarli, ma la truppa
lo amava e lo seguiva volentieri. Sean raggiunse l'estremitdella li-
nea. Come va, Saul? chiese a bassa voce.
Abbastanza bene. Qualche segno del nemico? Sono vicini... Un paio di minuti fa li abbiamo sentiti parlare.
Se vuoi la mia opinione, sono pronti ad attaccare. Come state a munizioni? Ne abbiamo a sufficienza per arrivare alla fine. Arrivare alla fine! Questo sarebbe spettato a lui deciderlo. Una
volta cominciato il massacro, quanto doveva farlo durare, prima di
chiedere quartiere e uscire dai ripari con le mani vergognosamente
alzate?
E' meglio che tu ti metta al coperto, Sean. La luce aumenta ra-
pidamente. Ehi, chi la bambinaia qui? ridacchiSean. Bada, non vo-
glio altri atti d'eroismo da parte tua e s'incamminverso il pro-
prio posto.
Il mattino giunse di colpo, come avviene soltanto in Africa. I
laagers boeri erano spariti. E cospure l'Hotchkiss. Sean sapeva che
il cannone e i cavalli erano stati spostati dietro la cresta che ora
fronteggiava la posizione inglese. Sapeva inoltre che il torrente roc-
cioso sotto di lui brulicava di nemici, che altri erano appostati ai
suoi fianchi e probabilmente anche alle sue spalle.
Lentamente, come un uomo che si osservi attorno prima di co-
minciare un lungo viaggio, Sean contempli monti, il cielo e la val-
le. In quella luce morbida, lo spettacolo era splendido.
Poi i suoi occhi si volsero all'imbocco della valle, verso le prate-
rie dell'alto veld. La sua testa ebbe uno scatto per la sorpresa. Sean
sentche l'eccitazione gli faceva rizzare i peli degli avambracci.
L'ingresso della valle era ostruito da una massa scura.
In quella luce incerta sarebbe potuta sembrare una piantagione
di acacie: oblunga, regolare e nera contro l'erba pallida. Ma una
piantagione che si muoveva, si allungava, cambiava forma.
I primi raggi dei sole scivolarono gidalla cresta e illuminarono
le punte delle lance, traendone un migliaio di piccole scintille.
La cavalleria! ruggSean. Perdio, guardate! Il suo grido fu ripreso e rilanciato lungo la linea; urlando e ac-
clamando selvaggiamente, gli inglesi cominciarono a sparare sulle
minuscole figure brune che fuggivano a rotta di collo, incontro agli
uomini lasciati a guardia dei cavalli che si precipitavano gidalla
cresta opposta, ognuno tirandosi dietro una dozzina di animali.
Poi, sopra le acclamazioni, gli spari, il rumore degli zoccoli e le
grida di panico, risuonarono le note di Bonnie Dundee: chiara, pe-
netrante, incalzante la tromba suonla carica.
I fucili di Sean tacquero. Le acclamazioni s'acquietarono e si
spensero. A uno a uno, i suoi uomini si alzarono per guardare i lan-
cieri. Passo. Trotto. Piccolo galoppo. Galoppo. Le punte delle lan-
ce scattarono in basso. Tenute all'altezza dei ventre, volavano come
lucciole dinanzi alle file serrate di cavalieri, e quella cosa terribile si
stava precipitando verso il groviglio di uomini e di animali in preda
al panico, che si rifiutavano di essere montati.
Ora alcuni boeri erano in sella, voltavano i cavalli, scappavano
come selvaggina davanti ai battitori.
Mio Dio! alitSean, irrigidendosi nell'attesa del rumore tre-
mendo che avrebbe riempito l'aria quando la carica si fosse abbat-
tuta sul bersaglio. Ma vi fu soltanto il tambureggiare degli zoccoli...
nessun arresto, nessuna mutazione dello schieramento, mentre gli
squadroni cavalcavano attraverso i boeri. Poi voltarono e tornaro-
no indietro. A terra le lance spezzate, in pugno le sciabole, lunghe e
lucenti.
Sean notun burgher che correva disperatamente a zigzag, inse-
guito da un lanciere. Lo vide mentre, all'ultimo momento, si girava
e si abbassava coprendosi la testa con le mani. Il lanciere si alzsul-
le staffe e sferruna sciabolata di rovescio. Il burgher cadde. Come
un giocatore di polo, il lanciere fece ruotare il cavallo e tornindie-
tro, sporgendosi di nuovo per colpirlo mentre ancora stava inginoc-
chiato sull'erba. Quartiere! ringhiSean, poi la sua voce divenne
un grido di orrore e di disgusto. Date loro quartiere! Per l'amor di
Dio, date loro quartiere! Ma non lo fecero. Continuarono il massacro con fredda metodi-
citda parata. Fendi e taglia, urta e calpesta, finchle lame gronda-
rono sangue e la valle fu disseminata di corpi straziati da decine di
ferite.
Sean distolse gli occhi e guardi resti del commando di Leroux
che si sparpagliavano su per le creste, dove i grossi cavalli dei lan-
cieri non potevano seguirli.
Poi si sedette su una roccia e strappcoi denti la punta di un siga-
ro. Il fumo aspro lo aiuta ripulirsi la bocca dal sapore della vittoria.

Due giorni dopo le Guide combattenti di Courteney entravano a
Charlestown. La guarnigione le applaude Sean sorrise osservando
la reazione dei propri uomini.
Mezz'ora prima sembravano fantocci di pezza, tristemente af-
fiosciati sulle loro cavalcature prese in prestito. Ora sedevano eretti
e spavaldi, assaporando l'applauso e trovandolo di loro gusto.
Poi il sorriso svandal volto di Sean, mentre egli osservava come
le sue file si erano assottigliate e si voltava a guardare i quindici af-
follati carri che trasportavano i feriti.
Se solo avessi messo delle sentinelle sulla cresta...

48.

Un'urgente convocazione di Acheson attendeva Sean, che,
venti minuti dopo essere arrivato a Charlestown, saliva sul-
l'espresso del nord, odiando Saul per il bagno bollente in
cui l'aveva lasciato, per l'uniforme che Mbejane gli aveva fatto la-
vare e stirare da una paffuta ragazza zulu, e ancor piferocemente
per l'invito a partecipare in qualitdi ospite d'onore, quella sera,
alla mensa ufficiali... Dove l'amico si sarebbe goduto il Veuve Cli-
cquot e il Courvoisier che una volta erano appartenuti a lui.
Quando arriva Johannesburg, la mattina dopo, con la fuliggi-
ne della locomotiva che aggiungeva un ulteriore e sottile tocco alla
fragranza accumulata durante due sozze settimane nel veld, Sean
trovad aspettarlo un attendente, che lo condusse nell'appartamen-
to di Acheson all'Hotel Grand National.
Il maggiore Peterson rimase educatamente allibito per la tenuta
di Sean. Sbircile macchie, gli strappi e il fango secco con aristo-
cratico orrore, per il contrasto che facevano con la linda tovaglia di
lino e la splendida argenteria della tavola apparecchiata per la pri-
ma colazione. L'odore gli guastl'appetito, e continuava a portarsi
al naso un fazzoletto di seta. Ma Acheson parve non accorgersi di
nulla, il suo umore era a dir poco festoso.
雨ella impresa, Courteney. Oh s maledettamente bella. Ha
convalidato in pieno la sua teoria. Per un pnon avremo molti
guai da quel Leroux, pustarne certo. Gradisce un altro uovo? Pe-
terson, gli passi il bacon. Sean findi mangiare e si riempla tazza di caffprima di avan-
zare la propria richiesta. Voglio essere esonerato da questo co-
mando, ho combinato un maledetto pasticcio. Sia Acheson sia Peterson lo fissarono inorriditi. Buon Dio, ha
ottenuto un successo ragguardevole... Il pigrosso da parecchi mesi
a questa parte. 亭ortuna lo interruppe bruscamente Sean. 隹ltre due ore e ci
avrebbero annientati. Gli ufficiali fortunati, a mio avviso, sono pipreziosi di quelli
intelligenti. La sua richiesta respinta, colonnello Courteney. Cosadesso sono colonnello, pens un leccalecca per tenermi
inchiodato sulla poltrona del dentista. Sean era quasi divertito.
Dei colpetti alla porta gli impedirono di protestare. Un atten-
dente entre tese un messaggio ad Acheson. Dispaccio urgente da
Charlestown mormor
Acheson prese il foglio e lo uscome se fosse la bacchetta di un
direttore d'orchestra, mentre continuava il proprio discorso. Ho
tre ufficiali subalterni, per lei, e gli uomini necessari a rimpiazzare
le perdite. Mi trovi i boeri e li tenga impegnati fino all'arrivo della
mia cavalleria. Non le chiedo altro. Mentre lei farla sua parte, le
nostre colonne inizieranno una nuova serie di battute. Questa volta
rastrelleremo ogni palmo di terreno tra le linee di fortini. Distrugge-
remo i raccolti e il bestiame, bruceremo le fattorie, prenderemo
ogni uomo, donna o bambino e li chiuderemo in campi di prigionia.
Quando avremo finito, non sarrestato che il nudo veld. Costringe-
remo i commando a operare nel vuoto e intanto li perseguiteremo
con incessanti battute e incursioni. Diede una manata sul tavolo,
facendo tintinnare il vasellame. Logoramento, Courteney. D'ora
in poi saruna guerra di logoramento! Quelle parole suonarono sgradevolmente familiari alle orecchie
di Sean. E, a un tratto, un quadro di desolazione si formnella sua
mente. Vide la terra - la sua terra - annerita dal fuoco e scheletri di
fattorie nell'immensitdei campi incolti. Il suono del vento sul veld
era il pianto degli orfani e il lamento di un popolo disperso.
Generale... cominci ma Acheson stava leggendo il di-
spaccio.
Dannazione! ringhi Ancora Leroux - Ha fatto dietro front
e ha chiuso in trappola la colonna di rifornimenti di quegli stessi
lancieri che avevano tagliato a fettine i suoi uomini. L'ha annienta-
ta ed scomparso tra le montagne. Posil messaggio sul tavolo.
青ourteney disse, senza staccare gli occhi dal foglietto, 咨orni
laggie, questa volta, catturi quel bastardo!
49.

La colazione pronta, Nkosi. Michael Courteney alzgli occhi
dal libro per sorridere al servo indigeno. Grazie, Joseph, ven-
go subito. Quelle due ore di studio mattutino passavano cospresto. Guar-
dl'orologio sul ripiano sopra il suo letto. Gile sei e mezzo. Chiu-
se il libro e si alz
Mentre si spazzolava i capelli, guardava la propria immagine
senza prestarvi attenzione. La sua mente era tutta presa dagli eventi
che avrebbero riempito quella nuova giornata. C'era molto lavoro
da fare.
Il suo riflesso gli restituiva lo sguardo con seri occhi grigi da una
faccia i cui contorni eleganti erano guastati dal grande naso dei
Courteney. I capelli erano neri e ribelli.
Posla spazzola e, mentre infilava la giacca di pelle, sfogliil li-
bro per controllare un certo passo. Lo lesse attentamente, poi si vol-
te uscnel corridoio.
Anna e Garrick Courteney sedevano ai capi opposti della lunga
tavola da pranzo di Theunis Kraal, ed entrambi alzarono gli occhi
quando il figlio entr
Buongiorno, mamma. La donna porse la guancia per ricevere
suo bacio.
Buongiorno, Pa'. Salve, figliolo. Garry era in alta uniforme, completa di deco-
razioni, e Michael provun senso di fastidio. Era cosmaledetta-
mente pomposo. Inoltre gli ricordava che aveva diciannove anni e
che c'era una guerra in corso, mentre egli se ne stava seduto a tavo-
la nella fattoria di famiglia.
Vai in citt Pa? chiese.
No, voglio lavorare un palle mie memorie. Ah. Michael guarddi nuovo l'uniforme, e Garry, arrossen-
do lievemente, si concentrsul proprio piatto.
Anna ruppe il silenzio. Come va lo studio, caro? Abbastanza bene, grazie, mamma. Sono certa che supererai gli esami finali con la stessa facilit degli altri. Anna gli sorrise con aria possessiva e allungun brac-
cio per toccargli una mano. Michael la ritrasse e posla forchetta.
Mamma, voglio parlarti del mio arruolamento. Il sorriso di
Anna si gel
All'altro capo del tavolo Garry si raddrizzsulla sedia. No
disse con insolita violenza. Ne abbiamo giparlato. Sei ancora mi-
norenne e devi fare come ti si dice. La guerra quasi finita, caro. Ti prego, pensa a tuo padre e a
me. E cominci Un'altra di quelle lunghe discussioni, piene di sup-
pliche e di lusinghe, che disguste frustrMichael al punto che si
alzdi scatto e uscdalla stanza. Il suo cavallo era gisellato, in
cortile. Il giovane gli balzin groppa, lo spronverso il cancello,
glielo fece saltare, atterrando fra i polli che scapparono da tutte le
parti, e galoppverso la cisterna principale.
Nella sala da pranzo Anna e Garry ascoltarono quel furioso
scalpitio svanire in lontananza. Poi Garry si alz
Dove stai andando? chiese Anna in tono aspro.
Nel mio studio. Dalla bottiglia di brandy nel tuo studio lo corresse sprezzan-
temente la moglie.
Ti prego, Anna. Ti prego, Anna ripetlei, facendogli il verso. Non fare co-
s Anna. E' tutto quello che sai dire? La sua voce aveva perduto
l'intonazione aristocratica coltivata con tanta cura. Ora vi risuona-
va tutta l'amarezza accumulata in vent'anni.
Per piacere, Anna. Gli impedirdi partire. Te lo prometto. Gli impedirai di partire! rise Anna. In che modo? Facendo
tintinnare le tue medaglie? Come glielo impedirai... Tu, che non hai
mai fatto una sola cosa utile in tutta la tua vita? Rise di nuovo, in
maniera stridula. Perchnon gli mostri la tua gamba e dici: 'Ti
prego, non abbandonare il tuo povero babbo mutilato'. Garry s'irrigid La sua faccia era pallidissima. Mi darascol-
to. E' mio figlio. Tuo figlio! Anna, per piacere... Tuo figlio! Ah, questa buona! Non tuo figlio. E' figlio di
Sean. Anna! Garry tentdi farla smettere.
Come potresti fare un figlio, tu? Stava ridendo di nuovo, e
Garry non riusca sopportarlo. Si slanciverso la porta, ma la voce
di lei lo segu ferendolo nei due punti pisensibili della sua anima:
la sua menomazione e la sua impotenza.
Entrbarcollando nello studio, sbattla porta e dette un giro di
chiave. Poi raggiunse in fretta il solito mobiletto che stava di fianco
alla scrivania.
Riempper metil grosso bicchiere cilindrico e bevve fino all'ul-
tima goccia. Poi si lascicadere sulla sedia a braccioli, chiuse gli oc-
chi e tese di nuovo la mano verso la bottiglia. Si verscon cura
un'altra dose di brandy e riavvitil tappo. Questa l'avrebbe sorseg-
giata lentamente, facendola durare anche un'ora. Aveva imparato a
mantener viva la fiamma.
Si sbottonla giubba e se la tolse, si alz l'appese allo schienale
della sedia, si risedette, bevve un sorso e infine trasse a suna pila
di fogli manoscritti.
Colenso: un resoconto della campagna nel Natal sotto il genera-
le Buller. Del colonnello Garrick Courteney.
Sollevil primo foglio, lo mise da parte e si concentrsul suc-
cessivo. Lo aveva letto tante volte che aveva finito col crederci. Era
buono. Sapeva che era buono. E lo sapevano anche i signori Heine-
mann di Londra, ai quali aveva mandato un abbozzo dei primi due
capitoli e che erano ansiosi di pubblicarlo al pipresto.
Lavortranquillamente e con gioia per tutta la mattina. A mez-
zogiorno il vecchio Joseph gli portil desinare nello studio. Pollo
freddo e insalata in stoviglie di porcellana di Delft e una bottiglia di
vino bianco del Capo avvolta in un tovagliolo candido. Garrick
continua lavorare mangiando.
Verso sera, quando ebbe corretto l'ultimo paragrafo dell'ultima
pagina e deposto la penna nel calamaio, sorrise per alcuni istanti,
poi infilla giubba e disse a voce alta: Ora andra trovare il mio
tesoro
Theunis Kraal s'innalzava su un rialzo del terreno sotto la scar-
pata: un grande edificio coi muri imbiancati a calce, il tetto di pa-
glia e un timpano all'olandese. Davanti si stendeva un prato a ter-
razze, con aiuole di azalee e rododendri tutt'intorno, limitato sulla
destra dai recinti dei cavalli: due grandi recinti per le fattrici e i pu-
ledri. Garry si fermdavanti al basso cancello a guardare i puledri
che alzavano il muso sotto il ventre delle madri, strofinandolo con-
tro le poppe. Poi zoppiclungo lo steccato fino a un recinto pi piccolo, chiuso da pali alti due metri e imbottiti di tela, che ospitava
il suo stallone da razza.
Gipsy, che lo stava aspettando, agitla testa, cosche il pelo ri-
splendette con riflessi dorati nel sole dei tardo pomeriggio, abbass le orecchie e poi le raddrizz danzando un poco per l'impazienza.
亟hi, amico. Qui, Gipsy chiamGarry, e lo stallone infilla
testa tra i pali per mordicchiargli una manica.
俠o so cosa vai cercando tu... lo zucchero ridacchiGarry, e
gliel'offrnel palmo della mano.
俚uccherino, tesoro mormorGarry, provando un piacere
sensuale al contatto di quelle labbra soffici sulla sua pelle, e Gipsy
drizzle orecchie per ascoltare la sua voce.
Basta. Non ce n'pi Lo stallone sfregil muso contro il
suo petto e Garry lo accarezzsul collo con entrambe le mani.
俏on ce n'pi tesoro. Adesso corri per me. Fammi vedere come
sai correre. Fece un passo indietro e battforte le mani. 青orri,
bello, corri. Lo stallone ritrasse la testa e s'impenn nitrendo e fendendo
l'aria con gli zoccoli anteriori. Grosse vene spiccavano lungo il ven-
tre e sopra la doppia borsa dello scroto teso. Rapido, maschio e po-
tente, ruotsulle zampe posteriori.
Corri per me! incitGarrick.
Lo stallone partal galoppo lungo il solco tracciato dai propri
zoccoli e sfrecciintorno allo steccato, col terriccio che gli volava
intorno e la luce che danzava sul suo mantello al guizzo dei grossi
muscoli rigonfi.
Corri! Addossato alla palizzata, Garrick lo guardava con
un'espressione di ardente bramosia.
Quando l'animale si ferm con le prime chiazze scure di sudore
sulle spalle, Garrick si volte gridin direzione della stalla: 俚a-
ma, porta la giumenta!
Con una lunga corda, due stallieri condussero la cavalla verso il
recinto. Le narici di Gipsy si dilatarono e divennero due ardenti ca-
verne color rosa cupo; gli occhi si rovesciarono fino a mostrare il
bianco.
促azienza, tesoro bisbigliGarry, con voce arrochita dall'ec-
citazione.

50.

Michael Courteney smontda cavallo tra le rocce sul punto
pialto della scarpata. Per una settimana aveva resistito
all'impulso di tornare in quel luogo. Gli sembrava un tra-
dimento, in certo modo... Una slealtverso i suoi genitori.
Molto piin basso, nella foresta, c'era la macchiolina bianca di
Theunis Kraal. Ai margini della tenuta la ferrovia piegava ad ango-
lo verso quello sparso e irregolare raggruppamento di tetti che era
Ladyburg.
Ma Michael non guardava da quella parte. Stava in piedi dietro
la sua giumenta e fissava, oltre le prime colline nude, la gigantesca
coltre d'alberi che copriva quelle pia nord.
Le acacie erano alte ora, tanto che i viottoli intersecanti la pian-
tagione non si vedevano pi Era un'unica distesa verde scuro, on-
dulata come i flutti di un mare ghiacciato.
Non si era mai avvicinato di pia Lion Kop. Era un territorio
proibito, come la foresta incantata delle favole. Prese il binocolo
dalla borsa appesa alla sella e osservattentamente, finchgiunse al
tetto del ranch. La paglia nuova, dorata e ancora indenne dalle in-
temperie, spiccava sul verde delle acacie.
La nonna vive lora, pens Potrei andarla a trovare, non ci sa-
rebbe niente di male in questo. Lui non c' Lui alla guerra.
Lentamente ripose il binocolo nella borsa e seppe che non sareb-
be andato a Lion Kop. Era incatenato dalla promessa che aveva fat-
to a sua madre. Come da tante altre che si era lasciato strappare.
Con cupa rassegnazione ricordla discussione del mattino e si
rese conto che anche quella volta avevano vinto loro. Non poteva
lasciarli; sapeva che senza di lui sarebbero languiti nell'angoscia.
Non poteva seguire l'altro in guerra.
Sorrise ironicamente, pensando alle fantasie cui si era abbando-
nato. Caricare con lui in battaglia, parlare con lui la sera accanto al
fuoco di bivacco, gettarsi davanti a una baionetta rivolta contro il
suo petto.
Durante le ultime vacanze di Natale, egli aveva trascorso intere
ore, ogni giorno, nel proprio osservatorio sulla scarpata, attenden-
do di cogliere qualche fugace immagine di Sean Courteney. Con un
senso di colpa ricordil piacere che provava quando la sua alta fi-
gura appariva nel campo visivo del binocolo ed egli la seguiva nei
suoi movimenti tra i filari appena piantati.
Ma ora non c' Non ci sarebbe niente di male, se andassi a tro-
vare la nonna...
Salsulla sua superba giumenta dorata e riflettprofondamente.
Infine, con un sorriso, girla testa dell'animale verso Theunis
Kraal.
Non devo pisalire quass pensrisolutamente, soprattutto
quando lui sartornato a casa.

51.

Sono stanchi, stanchi fino al midollo delle ossa, pensJean
Paulus, osservando lo stato letargico dei suoi burghers men-
tre toglievano le selle e impastoiavano i cavalli. Sono spossati
da tre anni di cavalcate e di combattimenti, dalla certezza della
sconfitta, dalla pena per gli uomini che hanno sepolto, dalla com-
passione per le donne e i bambini. Non ne possono pidella vista
dei veld disseminato di case bruciate e di scheletri di pecore.
Forse finita, pensancora; togliendosi il vecchio cappello Te-
rai. Forse dovremmo ammettere che finita e scendere in campo
per l'ultima battaglia. Si strofinil volto col fazzoletto da collo, che
ritrasse sporco di sudore e di polvere della terra arida. Lo ripiege
se lo infilin tasca, guardando i resti anneriti dal fuoco di una fat-
toria costruita su uno sperone roccioso sovrastante il fiume. Le
fiamme erano arrivate fino agli alberi della gomma e le foglie erano
secche, gialle, morte.
No disse ad alta voce. Non finita... Non prima d'aver fat-
to quest'ultimo tentativo e s'incamminverso il gruppo di bur-
ghers pivicino. Ja, Hennie. Come va? chiese.
Non troppo male, Oom Paul. Il ragazzo era pelle e ossa: co-
me tutti, del resto. Aveva steso sull'erba la coperta che usava come
sottosella e ci si era sdraiato sopra.
Bene. Jan Paulus annue si sedette accanto a lui. Tirfuori
la pipa e comincia succhiare. Dal fornello vuoto arrivava ancora il
gusto del tabacco.
Vuoi fumare, Oom Paul? Uno dei burghers si alze gli tese
un sacchetto in pelle di antilope.
俏ee, dankie. Distolse gli occhi dal sacchetto, respingendo la
tentazione. Conservalo per festeggiare quando attraverseremo il
Vaal. O quando entreremo a Cape Town scherzHennie, e Jean
Paulus gli sorrise. Cape Town distava duemila chilometri a sud, ma
era lche stavano andando.
侯a, conservalo per Cape Town assent e il sorriso sul suo
volto divenne amaro. Le pallottole e le malattie gli avevano lasciato
seicento uomini malridotti su cavalli mezzi morti di fatica per con-
quistare una provincia grande quanto la Francia. Ma era l'ultimo
tentativo. Riprese a parlare.
侯annie Smuts ginel territorio del Capo con un grosso com-
mando. Anche Pretorius ha attraversato l'Orange; De la Rey e De
Wet lo seguiranno... E Zietsmann sta aspettando che ci uniamo a lui
sul Vaal. Questa volta i burghers del Capo si solleveranno. Questa
volta... Parlava lentamente, chino in avanti con i gomiti sulle ginocchia,
uno scarno gigante d'uomo con l'irsuta barba color zenzero impa-
stata di polvere e striata di un bianco giallastro sotto la bocca. I ri-
svolti delle sue maniche erano macchiati dal vomito dei compagni
malati. Molti burghers si fecero avanti dagli altri gruppi, accocco-
landosi in cerchio intorno a lui per ascoltarlo e trarne conforto.
Hennie, vai a prendere la mia Bibbia nella borsa della sella.
Leggeremo qualche pagina.
Il sole stava calando, quando Jan Paulus chiuse la Bibbia e
guardi suoi uomini. Avevano trascorso un'ora in preghiera, un'o-
ra che si sarebbe forse potuta impiegare in modo piproficuo; ma,
quando guardi volti dei burghers, Jan Paulus capche non era
stato tempo sprecato.
Dormite adesso, Kerels. Domani all'alba dobbiamo ripartire. Ma egli non riuscad addormentarsi. Seduto con la schiena ap-
poggiata alla sella, rilesse per la centesima volta la lettera di Hen-
rietta. Portava una data di quattro mesi prima e aveva impiegato sei
settimane a raggiungerlo tramite la catena di spie e di commando
che recapitavano la posta ai guerriglieri. Henrietta era malata di dis-
senteria e i due figli pipiccoli, Stephanus e Paulus, erano morti di
witseerkeel. Questa malattia infuriava nel campo di concentramento
ed Henrietta temeva anche per i figli pigrandi.
Anche l'ultimo barlume di luce svane Jan Paulus non potpi leggere. Rimase seduto, stringendo la lettera tra le mani. Col prezzo
che abbiamo pagato, avremmo dovuto ottenere qualcosa.
Forse c'ancora una possibilit Forse.

In sella! In sella! Arrivano i cachi! L'allarme fu gridato dalla
cresta oltre il fiume, dove Jan Paulus aveva piazzato le sentinelle.
Risuonchiaramente nella quiete della sera.
In sella! Arrivano i cachi!i Il grido rimbalzda un capo all'al-
tro del campo.
Jan Paulus si chinsul ragazzo, steso accanto a lui, che la stan-
chezza aveva sprofondato in un sonno di piombo, e lo scosse. Sve-
glia, Hennie. Dobbiamo andarcene da qui. Cinque minuti dopo
conduceva il proprio commando sulla cresta e poi a sud, nell'im-
mensitnotturna.

52.

Vanno ancora a sud osservSean. Sono tre giorni che ca-
valcano senza cambiare direzione. Si direbbe che Leroux abbia in mente qualcosa annu Saul.
Fermiamoci una mezz'ora per far riprendere fiato ai cavalli. Sean alzun braccio e, dietro di lui, la colonna si disgreg gli uo-
mini scesero di sella e portarono le bestie all'ombra. Benchl'intera
unitavesse avuto nuovi cavalli una settimana prima, i poveri ani-
mali stavano giperdendo la loro freschezza a causa delle lunghe
ore di fatica quotidiana. Gli uomini invece erano in forma, coi cor-
po asciutto e l'aria decisa. Sean li ascoltpunzecchiarsi bonaria-
mente e osservil modo in cui si muovevano e ridevano. Li aveva
trasformati in una forte unitcombattente, rotta a ogni fatica, e
avevano dato buona prova di suna dozzina di volte dopo il fiasco
di un anno prima, quando Leroux laveva colti di sorpresa sulle
montagne. Sean sorrise. Si erano guadagnati la loro fama. Poi por-
se il cavallo a Mbejane e s'incamminverso l'ombra di un piccolo
albero di mimosa.
Hai idea di che cosa ha in mente Leroux? chiese a Saul, of-
frendogli un sigaro.
Forse un assalto alla ferrovia del Capo. Forse assentSean, sedendosi con sollievo su una pietra piat-
ta e allungando le gambe davanti a s Buon Dio, sono stufo di
questa guerra... Perchdiavolo non vogliono ammettere che fini-
ta... Perchdevono continuare? La roccia non si piega disse Saul con un sorriso amaro. Ma
credo che ormai sia molto vicino il momento in cui dovrspez-
zarsi. Lo dicevamo anche sei mesi fa ribattSean, poi guardalle
spalle di Saul. S Mbejane, che cosa c' Lo zulu stava dando inizio al rituale che precedeva un discorso
serio. Si era accosciato a una dozzina di passi dal punto in cui sede-
va Sean, aveva posato con cura le proprie lance accanto a ssull'er-
ba e ora si accingeva a fiutare un pizzico di tabacco. Nkosi. 俟lo incoraggiSean, e attese che Mbejane raccogliesse un
pdi polvere bruna con l'unghia.
俏kosi, questa zuppa ha un sapore strano. Fiute starnut
S Mi sembra che l'odore sia cambiato. Spazzvia il residuo di
tabacco dalle narici con il palmo rosa della mano.
Parli per enigmi, Mbejane. Gli uomini che seguiamo cavalcano in modo diverso da
prima. Sean riflettper qualche secondo, poi cap Sicuro! Mbejane
aveva ragione. Mentre prima il commando di Leroux aveva lasciato
una pista d'erba schiacciata larga una quindicina di metri, da quel
mattino cavalcava in doppia fila, come se si trattasse di cavalleria
regolare.
Cavalcano come noi, Nkosi, cosche gli zoccoli di ogni cavallo
si posino sulle tracce dell'animale che precede. In questo modo difficile dire quanti uomini stiamo seguendo. Sappiamo che sono circa seicento... Un momento! Credo di
capire quello che... 俏kosi, dico che forse non sono piseicento gli uomini davanti
a noi. Mio Dio! Potresti avere ragione. Sean balzin piedi e comin-
cia camminare avanti e indietro. Sta spezzettando il suo com-
mando. Abbiamo incrociato almeno una dozzina di luoghi rocciosi
in cui puaver distaccato piccoli gruppi di burghers. Da qui a stase-
ra non avremo davanti a noi pidi cinquanta uomini... E stanotte
ci metteranno nel sacco: dopo essersi sparpagliati, si dirigeranno in
gruppetti isolati verso un punto di ritrovo prefissato. Picchiil
pugno contro il palmo dell'altra mano. E' cos perdio! Si rivolse
a Saul: 俘icordi il torrente che abbiamo attraversato a circa due
chilometri da qui.... Quello sarebbe potuto essere un posto ideale
青orrun grosso rischio lo avvertSaul. 俟e torniamo indie-
tro e poi risulta che ti sei sbagliato, non riacchiapperai piLe-
roux. Ho ragione disse Sean. Ne sono sicuro. Ordina agli uomini
di risalire in sella. Torniamo indietro.
Sean arrestil cavallo sulla sponda del torrente e guardginel-
l'acqua chiara che scintillava sui piccoli massi tondi e sulla ghiaia
del fondo.
非evono essere andati a valle, altrimenti vedremmo le tracce di
fango sollevato dagli zoccoli. Si rivolse a Saul. Prendercon me
cinquanta uomini, in modo da non alzare troppa polvere. Dammi
un'ora di vantaggio, poi seguimi con il resto della colonna. Mazeltov gli augurSaul sorridendo.
Con un battitore zulu su ciascuna riva, Sean, Eccles e cinquanta
uomini seguirono il torrente in direzione nord-ovest. Dietro di loro
il Drakensberg era un'irregolare sagoma azzurra contro il cielo e,
intorno, il secco veld invernale si estendeva nella sua accidentata
complessitdi alture e valli. Sul terreno roccioso lungo le creste l'a-
loe innalzava i suoi fiori multipli, simili a candelabri rosso cremisi,
e, nella valle, i rovi si ammassavano lungo il corso dei torrente. Al-
te, fredde nubi oscuravano il cielo. Non faceva caldo alla pallida lu-
ce del sole, e il vento tagliava come un coltello.
Qualche chilometro a valle rispetto al guado Sean comincia
dar segni d'ansiet chinando di continuo il capo per controllare il
terreno giesaminato da Mbejane. Infine lo chiam 俑bejane, sei
sicuro di non essertele lasciate sfuggire?
Mbejane si raddrizzdalla sua posizione accosciata e si volt lentamente, lanciando a Sean un'occhiata austera. Poi spostlo
scudo da guerra sull'altra spalla e, senza degnarsi di rispondere, ri-
prese la propria ricerca.
Cinquanta metri pia valle si raddrizzdi nuovo e disse: 俏o,
Nkosi. Non me le sono lasciate sfuggire Quindi indiccon l'asse-
gai i segni profondi lasciati dai cavalli nel punto in cui avevano risa-
lito la sponda e il fango che l'erba, ora appiattita, aveva asportato
dalle loro zampe.
Li teniamo! esultSean, enormemente sollevato; dietro di
lui, l'eccitazione si diffuse tra gli uomini.
Bel colpo, signore. I baffi di Eccles fremettero, mentre egli
sorrideva.
Quanti, Mbejane? Venti, non di pi Quando? Il fango secco. Mbejane consideril problema, chinandosi
per toccare la terra e determinarne la composizione. Sono passati
di qui quando il sole era a metdel suo corso mattutino. Metmattina: avevano un vantaggio di cinque ore.
La pista abbastanza chiara da permettere di seguirla cor-
rendo? Lo Nkosi. Allora corri, Mbejane. Con la colonna che lo seguiva al piccolo galoppo, lo zulu punt a ovest, poi svolte proseguin direzione sud.
A sud, sempre a sud. Sean esaminla situazione... Che cosa
sperava di fare Jan Paulus con soli seicento uomini? A meno che!...
Il cervello di Sean comincia lavorare febbrilmente su una vaga
idea. A meno che non intendesse sgusciare attraverso le colonne di
fanteria e cavalleria che aveva davanti, per puntare su una preda
piricca.
La ferrovia, come aveva suggerito Saul? No, Sean eliminrapi-
damente questa ipotesi. Jan Paulus non avrebbe rischiato il suo in-
tero commando per una posta cosbassa.
Allora cosa? Il Capo? Perdio, sicuro... Il Capo! Quel ricco e in-
cantevole paese di vigneti e campi di grano. Quella terra serena, che
impigriva nella sicurezza d'un secolo di dominio inglese... E tuttavia
popolata da uomini che avevano lo stesso sangue di Leroux, di De
Wet, di Jan Smuts.
Smuts aveva gicondotto il proprio commando oltre il fiume
Orange. Se Leroux l'avesse seguito, se De Wet l'avesse seguito, se i
burghers del Capo avessero rotto la loro inquieta neutralit unen-
dosi ai commando... La mente di Sean si rifiutdi andare oltre. La-
sciperdere i grandi se per tornare al presente.
Dunque, Jan Paulus intendeva entrare nel Capo con soltanto
seicento uomini? No, doveva averne di pi Certo si stava recando a
un luogo d'appuntamento con uno degli altri commando. Ma qua-
le? De la Rey? No, De la Rey era nel Magaliesburg. De Wet? No,
De Wet era molto pia sud, impegnato a giostrare con le colonne
inglesi che gli davano la caccia. Zietsmann? Ecco, Zietsmann! Ziet-
smann coi suoi millecinquecento uomini. Sicuro!
Ma dove si sarebbero incontrati? Su un fiume, evidentemente,
considerato che dovevano avere acqua a sufficienza per duemila ca-
valli. L'Orange era troppo pericoloso... Quindi non poteva essere
che il Vaal; ma in quale punto del Vaal? Occorreva un posto facil-
mente riconoscibile. Uno dei guadi? No, questi erano usati dalla ca-
valleria inglese. Nel punto d'incontro con uno degli affluenti? Cer-
to, doveva essere cos
Aprin fretta la borsa appesa alla sella e tirfuori l'astuccio del-
le mappe. Tenendo la pesante carta di tela impermeabile piegata su
una coscia, si mise di traverso sulla sella per studiarla.
俟iamo in questo punto borbotttra s e mosse l'indice ver-
so sud. Poi: 亟 chiaro! esclam Il Padda! Diceva, signore? Il Padda, Eccles, il Padda! 俟issignore assentEceles, nascondendo la propria perplessit sotto la maschera impassibile del volto.

Nella buia vallata sottostante l'unico fuoco sfolgorbrevemen-
te, poi si ridusse a un tenue barlume.
Tutto pronto, Eccles? mormorSean.
Signore. Senza alzare la voce, Eccles conferalla parola
un'enfasi affermativa.
Io scendo. Resistette all'impulso di ripetere gli ordini dati in
precedenza. Avrebbe voluto spiegargli di nuovo quanto fosse im-
portante che nessuno riuscisse a fuggire, ma aveva imparato che,
con Eccles, una sola volta bastava. Invece bisbigli Restate in at-
tesa del mio segnale
I boeri avevano messo soltanto una sentinella. Sicuri che il loro
stratagemma avesse ingannato il nemico, dormivano intorno a un
fuoco malamente schermato. Sean e Mbejane scesero silenziosa-
mente il pendio e si accoccolarono a venti passi dall'alta roccia su
cui sedeva la sentinella. La sua sagoma scura si stagliava nettamente
contro il cielo stellato e Sean l'osservper un minuto buono prima
di decidere: 非orme Mbejane borbottqualcosa. 隹gisci in si-
lenzio bisbigliSean. 雨ada che il fucile non scivoli a terra. Mbejane si mosse, ma Sean lo trattenne ancora, posandogli una
mano sulla spalla. 俏on ucciderlo, non necessario.Poi sollev la mano e Mbejane scattsilenzioso come un leoparlo.
Sean attese, aguzzando gli occhi nel buio. I secondi passavano
lenti... A un tratto il boero scomparve dalla roccia. Un anelito, il
suono soffocato di un corpo che scivola, poi il silenzio.
Senza far rumore, coscom'era partito, Mbejane torn Fatto,
Nkosi. Sean posil fucile, sollevle mani a coppa sulle labbra, prese
fiato ed emise il lungo fischio modulato di uccello notturno. Accan-
to al fuoco uno dei dormienti si agit borbottando. Pilontano un
cavallo scalpite sbuffdalle narici. Poi Sean udun sasso rotola-
re, un cauto fruscio di piedi tra l'erba, piccoli rumori che si perde-
vano nel vento. Eccles? mormor
Signore. Sean si alz mentre i suoi uomini circondavano il campo. Sve-
glia, signori. La colazione pronta urlSean in Taal, e ogni bur-
gher, destandosi, trovun uomo torreggiante su di lui e la bocca di
un Lee-Metford. Premuta sul petto. Ravvivate quel fuoco ordin poi. Disarmateli.Parlava bruscamente, irritato per la delusione.
Era stato troppo facile. Mbejane, va' a prendere la sentinella...
voglio vedere come l'hai trattata. Mbejane trascinil corpo alla luce del fuoco e le labbra di Sean
si contrassero di fronte al corpo del tutto inerte. E' morto rin-
ghiin tono di accusa.
Dorme, Nkosi lo contraddisse Mbejane.
Sean s'inginocchiaccanto al boero, esponendone il volto alla
luce. Non era un uomo, ma un ragazzino con un volto magro e af-
flitto e le guance cosparse di lanugine chiara e rada. Nell'angolo di
un occhio un orzaiolo era scoppiato, impregnandogli le ciglia di
pus. Il ragazzo respirava.
Sean guardgli altri prigionieri. Li stavano radunando all'estre-
mitopposta del campo, affinchnon potessero ascoltare.
Dell'acqua, Mbejane. Lo zulu anda prendere una borrac-
cia, mentre Sean esaminava il gonfiore sopra la tempia del ragazzo.
青i cascher鉬, borbott arricciando le labbra per il disgusto in
previsione di ciche avrebbe dovuto fare appena il ragazzo si fosse
ripreso. Occorreva farlo mentre era ancora confuso e intontito dal
colpo. Con la mano a coppa gli buttacqua fredda sul volto e il ra-
gazzo boccheggi volgendo il capo.
俟veglia lo incitSean pacatamente, in Taal. 俟veglia, ra-
gazzo. Oom Paul? farfugliil boero.
Su, svegliati. Il ragazzo si sollevfaticosamente a sedere. Dove? ... Poi ri-
conobbe l'uniforme: Un inglese!
俟儢, disse Sean in tono duro. 俟iamo inglesi. Sei stato cattu-
rato. Oom Paul? Il ragazzo si guardintorno smarrito.
Non preoccuparti di lui. Lo ritroverai sulla nave per Saint He-
lena. Leroux e Zietsmann sono stati catturati ieri sul Vaal. Li aspet-
tavamo alla confluenza del Padda e sono caduti dritti in trappola. 保om Paul catturato! Gli occhi del ragazzo, ancora stordito e
incapace di concentrarsi, erano sgranati per lo shock. Ma... Come
avete saputo? Qualcuno deve aver tradito. Come potevate conosce-
re il luogo d'incontro? S'interruppe di colpo, cominciando a riflet-
tere su quanto aveva appena detto. Ma cosa... Oom Paul non po-
teva ancora essere al Vaal, l'abbiamo lasciato soltanto ieri. Poi,
inorridito, si rese conto di ciche aveva fatto. 亟ra un trucco bi-
sbigli Mi avete imbrogliato. 俟cusami disse soltanto Sean. Si alze andda Eccles, che
stava legando i prigionieri. 侶uando arriva il capitano Friedman,
gli dica di portare la colonna alla guarnigione di Vereeniging e di
aspettarmi l Io vado avanti col mio servo disse bruscamente,
poi chiamMbejane. Vammi a prendere il cavallo. Non si fidava
di nessuno per portare la notizia ad Acheson.
Il pomeriggio seguente raggiunse la linea ferroviaria, ben guar-
data dai fortini, e prese al volo un treno diretto a nord. Il mattino
dopo, con gli occhi infiammati dalla fuliggine, stanco e sporco,
scendeva alla stazione di Johannesburg.

53.

Jan Paulus Leroux fermil suo cavallo, e i pochi burghers che
lo seguivano urtarono gli uni contro gli altri, guardando an-
siosamente davanti a s
Il Vaal un fiume largo, color ocra, con banchi di sabbia attra-
verso i quali scorrono i suoi canali. Le sponde sono ripide, e lungo
di esse crescono radi e brutti rovi che non possono fornire la mini-
ma copertura a un esercito di tremila uomini a cavallo. Ma Leroux
aveva scelto con giudizio il punto d'incontro. Qui il Padda scendeva
serpeggiando tra un complesso di piccoli kopj鋊 per unirsi al Vaal, e
tra quelle collinette un esercito si sarebbe potuto nascondere... Se
solo avesse fatto un pd'attenzione. Ma questo non era il caso di
Zietsmann.
Il fumo di una dozzina di fuochi formava un lungo banco chiaro
sul veld, i cavalli erano stati portati ad abbeverarsi su una secca in
mezzo al fiume, un centinaio di uomini stavano facendo chiassosa-
mente il bagno lungo una sponda, mentre il bucato pavesava i ce-
spugli di rovo.
侵diota ringhiLeroux, colpendo il cavallo con i calcagni.
Pochi secondi dopo irrompeva nel laager, balzava di sella e ruggiva
A Zietsmann: Menheer, devo protestare
Zietsmann aveva quasi settant'anni. La sua barba era bianca co-
me la neve e scendeva fino al quinto bottone del panciotto. Era un
ecclesiastico, non un generale, e il suo commando era sopravvissuto
tanto a lungo perchera cosinefficiente da non causare agli inglesi
alcun serio fastidio. Soltanto la forte pressione di De la Rey e di Le-
roux l'aveva costretto a partecipare a quel piano temerario. Negli
ultimi tre giorni, mentre aspettava Leroux, era stato tormentato
dalle apprensioni e dai dubbi... Dubbi condivisi anche dalla consor-
te, poichZietsmann era il solo generale boero che tenesse ancora la
moglie con sal campo.
Costui si alzdal proprio posto accanto al fuoco e fisstorva-
mente quel gigante dalla barba rossa, che procedeva verso di lui con
la faccia chiazzata per la rabbia. Menheer sibil ti prego di ri-
cordare che stai parlando non solo a un uomo pianziano di te, ma
anche a un pastore della Chiesa. Cosfu fissato il tono della lunga discussione che avrebbe riem-
pito i successivi quattro giorni, durante i quali Leroux vide il pro-
prio audace disegno affondare in un pantano di futilit Non si ri-
sentper la perdita dei primo giorno, che fu speso in preghiera: an-
zi, si rese conto che era essenziale. Senza la benedizione e il positivo
intervento di Dio, l'impresa era destinata al fallimento, perciquel
pomeriggio tenne un sermone di oltre due ore su un passo scelto dal
libro dei Giudici: 非ebbo di nuovo uscire in battaglia contro i figli
di Beniamino, mio fratello, o devo desistere.E il Signore rispose:
'Va' pure, che domani li darnelle tue mani'
Zietsmann lo superdi quaranta minuti. Ma, come fecero nota-
re gli uomini di Leroux, Zietsmann era un professionista, mentre
Oom Paul era soltanto un predicatore laico.
Poi si trattdi eleggere il comandante supremo dell'operazione
combinata. Zietsmann era pianziano di trent'anni, un fattore im-
portante che andava a suo vantaggio. Inoltre, egli aveva portato
milleseicento uomini al Vaal, contro i seicento di Leroux. D'altra
parte, quest'ultimo era il trionfatore di Colenso e dello Spion Kop,
e, dopo quelle battaglie, non aveva mai cessato di combattere e di
mietere successi, fra i quali erano da annoverarsi la distruzione di
otto treni e l'annientamento di quattro colonne di rifornimenti.
Zietsinann era stato comandante in seconda al fiume Modder, ma
da allora la sua unica preoccupazione era stata quella di conservare
intatto il proprio commando.
La diatriba continuper tre giorni; Zietsmann si rifiutava osti-
natamente di porre la questione ai voti finchnon avesse avuto la
certezza di un risultato a lui favorevole. Leroux, dal canto suo, vo-
leva assolutamente il comando; non solo per soddisfazione persona-
le, ma anche perchsapeva che, sotto quel vecchio prudente e te-
stardo, sarebbero stati fortunati se avessero anche soltanto raggiun-
to il fiume Orange... Non parliamo poi di forzare l'ingresso al
Capo.
La carta vincente, per l'aveva in mano Zietsmann, e, per iro-
nia della sorte, la possedeva proprio grazie alla sua inattivitnegli
ultimi diciotto mesi.
Quando Lord Roberts aveva occupato Pretoria, due anni prima,
gli era stata opposta soltanto una resistenza simbolica, perchil Go-
verno della Repubblica del Sudafrica si era ritirato a Komatipoort.
Con esso se n'era andato l'intero contenuto della tesoreria di Preto-
ria, che ammontava a due milioni di sterline in sovrane d'oro di
Kruger. Pitardi, quando il vecchio presidente Kruger era partito
per l'Europa, ne aveva portato con suna parte, ma il resto era sta-
to diviso tra i capi dei commando per continuare la guerra.
Mesi prima, gran parte della fetta di Leroux era stata spesa per
acquistare provviste dalle tribe munizioni dai mercanti d'armi
portoghesi, oltre che per pagare gli uomini. Il resto, assieme al suo
Hotchkiss, a venti uomini e a un centinaio di preziosissimi cavalli,
era andato perduto durante una disperata azione notturna contro
una colonna inglese.
Zietsmann, invece, era venuto all'appuntamento con un mulo
che trasportava trentamila sovrane. Il successo dell'invasione sareb-
be dipeso in larga misura da quell'oro. Quindi, la sera del quarto
giorno, il vecchio pastore era stato eletto comandante con una mag-
gioranza di duecento voti e, nel giro di dodici ore, aveva dimostrato
quanto fosse adatto al compito.

隹llora ci muoveremo in mattinata borbottuno dei bur-
ghers seduti accanto a Leroux.
Era ora commentun altro. Stavano facendo una colazione
a base di biltong - strisce di carne secca - perchLeroux era riuscito
a convincere Zietsmann che i fuochi erano pericolosi.
Nessun segno degli uomini di Van der Bergh? chiese Jan
Paulus.
Non ancora, Oom Paul. Dev'essere capitato qualcosa, altrimenti sarebbero arrivati
giorni fa continuLeroux. Devono aver incontrato una delle
colonne. Venti uomini in gamba, ed Hennie con loro. Voleva bene
a quel ragazzo, tutti gliene volevano. Era diventato la mascotte del
commando.
Almeno loro ne sono fuori, adesso... Maledetti imboscati. L'uomo aveva parlato senza riflettere e Leroux ribattsubito:
Puoi buttare il fucile e andare incontro agli inglesi con le mani
alzate, nessuno te lo impedisce La mitezza della voce non dissi-
mulla ferocia dello sguardo.
Non dicevo sul serio, Oom Paul. Be', allora sta' zitto ringhiLeroux, e avrebbe continuato,
ma un grido dell'uomo di guardia sul kopje davanti a loro li fece
balzare tutti in piedi.
Arriva uno degli esploratori! Da che parte? gridLeroux rivolto alla sentinella.
Lungo il fiume. Galoppa ventre a terra! Il silenzio e l'immobilitimprovvisi furono gli unici segni este-
riori della paura che s'impadrondi loro. In quei giorni un cavaliere
che arrivasse a spron battuto poteva portare soltanto cattive notizie.
Lo guardarono mentre correva sollevando spruzzi nelle acque
basse e mentre scivolava di sella per nuotare accanto al cavallo at-
traverso il canale piprofondo. Poi pony e cavaliere, entrambi
grondanti acqua, si arrampicarono sulla sponda e irruppero nel
campo.
Cachi gridl'uomo. Arrivano i cachi! Leroux corse a bloccare il cavallo afferrandolo per il morso e
domand Quanti?
Una grossa colonna. Mille? Di pi Molti di pi.. Sei, settemila. Magtig! imprecLeroux. Cavalleria? Fanteria e cannoni. A che distanza? Saranno qui prima di mezzogiorno. Leroux troncla conversazione e corse giper il pendio verso il
carro di Zietsmann. Hai sentito, Menheer? Ja, ho sentito rispose il vecchio, annuendo lentamente.
Dobbiamo andarcene lo sollecitLeroux.
Forse non ci troveranno. Forse ci passeranno accanto senza ve-
derci. Parlava in tono esitante.
Leroux lo fisscon occhi sgranati. Sei pazzo? bisbigli e
Zietsmann scosse la testa: era visibilmente confuso. Dobbiamo
montare a cavallo e scappare a sud. Nella sua agitazione, Leroux
afferrZietsmann per i risvolti della giubba e comincia scuoterlo.
No, a sud no... E' finita. Dobbiamo tornare indietro farfu-
gliil vecchio; poi di colpo la sua insicurezza scomparve. Dobbia-
mo pregare. Il Signore ci libererdei Filistei. 俑enheer, io esigo... cominciLeroux, ma un altro grido dal
kopjlo interruppe.
Cavalleria! A sud! Leroux corse al cavallo pivicino, lo monta pelo, afferrandosi
a un ciuffo di criniera, lo diresse verso il kopje e lo sproncoi cal-
cagni su per il ripido pendio roccioso, scivolando sul pietrisco, fin-
chraggiunse la vetta e salta terra accanto alla sentinella.
L indicil burgher.
Come una formazione di formiche, piccoli e insignificanti nel-
l'immensitdelle colline e del cielo, ancora a una decina di chilome-
tri di distanza, gli squadroni avanzavano da meridione.
侵mpossibile andare da quella parte. Dobbiamo tornare indie-
tro. Si voltdi scatto verso sud. Di l Poi vide la polvere e si sentrivoltare lo stomaco. Si muoveva
lentamente, cossottile che sarebbe potuta sembrare foschia provo-
cata dal calore... Ma Jan Paulus sapeva che non lo era.
Vengono anche da nord mormor Acheson li stava circon-
dando. Non c'era via di scampo. Van der Bergh bisbigliama-
ramente Leroux. Si consegnato agli inglesi e ci ha traditi! An-
cora per un momento fissla polvere, poi si concentrrapidamente
sul problema della difesa.
侵l fiume la nostra unica linea difensiva borbott 青oi
fianchi ancorati su questo kopje e su quell'altro laggiPercorse
con lo sguardo la piccola valle del Padda, memorizzando le partico-
laritdel terreno, gipiazzando le Maxim, scegliendo un luogo ri-
parato per i cavalli, decidendo dove avrebbe tenuto le riserve. Cin-
quecento uomini possono difendere il kopje a nord, ma ce ne vor-
ranno un migliaio sul fiume. Con un volteggio saltsul pony e disse
alla sentinella: Resta qui. Mandersu degli uomini per costruire
un paio di muretti... le l儢.
Poi spinse l'animale giper la discesa. Dov'Zietsmann? do-
mand appena arrivato in fondo.
Nel suo carro. Leroux lo raggiunse al galoppo e aprdi scatto il telo d'ingresso.
俑enheer... cominci ma s'interruppe. Zietsrnann era seduto sul
letto accanto alla moglie. Una Bibbia era aperta sul suo grembo.
俑enheer, c'poco tempo. Il nemico si avvicina da tutte le parti.
Fra due ore ci saraddosso. Zietsmann lo guarde dall'espressione vacua dei suoi occhi, Le-
roux capche non l'aveva sentito.
Tu non temerai la freccia che vola di giorno, nla paura che
cammina di notte' mormoril vecchio.
隹ssumo il comando, Menheer disse Leroux. Zietsmann riab-
basslo sguardo sulla Bibbia e sua moglie gli mise un braccio intor-
no alle spalle.
Possiamo resistere per oggi, e forse domani, si disse Leroux,
sdraiato bocconi sul kopje pialto. La loro cavalleria non pusali-
re su queste alture, quindi dovranno caricare alla baionetta. Dob-
biamo temere prima i cannoni, poi le baionette.
Martinus Van der Bergh disse a voce alta quando ci incon-
treremo, io ti ucciderper questo.E guardle batterie che, piaz-
zate fuori portata dei fucili, al di ldei fiume, formavano un preci-
so disegno geometrico sulla prateria color ocra.
俏ou skiet hulle borbottun burgher accanto a lui.
侯a assentLeroux. 保ra apriranno il fuoco e uno sbuffo
di fumo uscdalla bocca di uno dei cannoni nella pianura. Il proiet-
tile esplose fragorosamente alla base dei kopje e per un attimo il fu-
mo della liddite danzcome uno spettro giallo, gonfiandosi e giran-
do su se stesso, prima che il vento lo sollevasse fino a loro, facendo-
li tossire con il suo lezzo acre.
Il secondo proiettile colpla cresta, sollevando in aria terra e
roccia; immediatamente tutte le batterie aprirono il fuoco.
I boeri giacevano dietro i ripari di terra costruiti in fretta e furia,
mentre l'artiglieria batteva il crinale. Gli shrapnel sibilavano e face-
vano sprizzare scintille dalle rocce, la terra sussultava sotto i loro
ventri, le loro orecchie erano cosassordate dalle esplosioni che per-
cepivano a stento le grida dei feriti. Lentamente, una grande nube
di polvere e fumo salnel cielo sopra le loro teste. Una nube cosal-
ta che Sean Courteney poteva vederla dal luogo in cui stava in atte-
sa, una trentina di chilometri a nord del Vaal.
Sembra che Acheson li abbia beccati mormorSaul.
亮i sono in trappola assentSean; poi, senza asprezza:
Poveri disgraziati
促otevano almeno farci partecipare alla festa grugnEccles.
Il rombo lontano dell'artiglieria aveva risvegliato i suoi istinti belli-
cosi, e i suoi baffi fremevano per la delusione. Non mi sembra
giusto. E' un anno e mezzo che diamo la caccia a quel vecchio boe-
ro... Il meno che potevano concederci era di essere presenti alla sua
fine. Noi facciamo da copertura, Eccles. Il generale Acheson sta
tentando di spingerli a sud, verso la cavalleria, ma se parte della sel-
vaggina sfuggisse ai battitori, allora sarnostra disse Sean.
Non mi sembra giusto lo stesso ripetEccles; poi, ricordan-
do a un tratto le buone maniere: ... Se mi consente, signore

54.

Esultante, il generale Acheson stava seguendo col binocolo la
linea delle colline. Attraverso il fumo e la polvere, riusciva a
scorgerne vagamente le creste.
Una bella retata, signore! osservPeterson con un largo sor-
riso.
Puben dirlo assentAcheson. Dovevano urlare per riuscire
a sovrastare il boato dei cannoni e lo scalpitare dei cavalli. Una
staffetta arrival galoppo, salute porse un messaggio a Peterson.
Cosa c' chiese Acheson, senza abbassare il binocolo.
Sia Nichols sia Simpson sono pronti ad attaccare. Sembrano
impazienti di entrare in azione, signore lo informPeterson. Poi,
guardando l'inferno di fiamme e di polvere sulle cime delle colline:
Potranno dirsi fortunati se troveranno ancora qualcuno con cui
combattere
Lo troveranno gli assicurAcheson. Non si lasciava incanta-
re dalla furia ingannevole del bombardamento. Sullo Spion Kop era
stata anche peggiore, eppure erano sopravvissuti.
Passiamo all'attacco, signore? insistette gentilmente Peter-
son. Acheson studile colline per un altro minuto, poi abbassil
binocolo ed estrasse l'orologio dal taschino sul petto: le quattro, an-
cora tre ore di luce.
S disse. E Peterson scribacchil'ordine, porgendolo poi ad
Acheson per la firma.

信ier Kom Hulle!Nell'incessante ruggito delle bombe, Le-
roux sentil grido passare di bocca in bocca lungo la linea. 隹rri-
vano! 促asop! Vengono su. Leroux si alze si sentlo stomaco sottosopra. Intossicato dalle
esalazioni di liddite, lottcontro la nausea e, quando l'ebbe con-
trollata, osservil fiume. Per un secondo il velo di polvere si squar-
cied egli potscorgere le minuscole schiere cachi che avanzavano
verso le colline. S stavano arrivando. Corse lungo la linea, conti-
nuando a gridare: Aspettate che siano a tiro! Non sparate finch non sono arrivati ai segni!
Da quell'angolo del kopje egli dominava tutto il campo di batta-
glia. Ja, proprio come pensavo! mormor Arrivano da due di-
rezioni per dividerci. Avanzanti sul fronte del fiume c'erano quelle
piccole linee cachi che s'incurvavano, si raddrizzavano e tornavano
a incurvarsi, ma si avvicinavano sempre pi La prima fila stava gi oltrepassando i segni dei mille metri, fra cinque minuti sarebbe stata
a tiro.
俟piccano distintamente borbottLeroux, spostando lo
sguardo da un segno all'altro. Mentre la maggior parte dei suoi uo-
mini costruiva i ripari di terra lungo i kopjes e il fiume, altri aveva-
no misurato a passi le distanze dalle opere di difesa. Ogni duecento-
cinquanta metri avevano eretto quei piccoli cumuli di pietre, spal-
mandoli poi di fango grigiastro. Era un trucco che gli inglesi sem-
bravano non aver mai capito e che permetteva ai boeri di sapere con
esattezza quando il nemico era a tiro.
Il fiume sicuro decise Leroux. Da quella parte non posso-
no sfondare e si concesse un sorriso. 俏on impareranno mai.
Ogni volta arrivano dalla parte peggiore. Poi spostla sua atten-
zione sul fianco sinistro. Lstava il pericolo, e ldoveva intervenire
di persona; quindi torndi corsa alla sua posizione originale, men-
tre la tempesta di proiettili e liddite continuava a infuriare.
Si buttbocconi tra due dei suoi burghers, si contorse per slac-
ciare la bandoliera, poi la stese su un masso, a portata di mano.
Buona fortuna, Oom Paul griduna voce.
Anche a te, Hendrik rispose Leroux, mentre regolava l'alzo
del Mauser a mille metri.
Sono vicini adesso mormoril burgher alla sua destra.
Molto vicini. Mira giusto e buona fortuna. A un tratto la tempesta cesse ci fu silenzio. Un vasto, ango-
scioso silenzio, piimpressionante dei sibili e dei tuoni delle canno-
nate. La polvere e il fumo scivolarono via dalle creste e, dopo tutta
quella bruma, la luce del sole splendette di nuovo sui colli e sulla
pianura dorata, accendendo migliaia di scintille sulle acque del Vaal
e illuminando spietatamente ogni minuscola figura cachi.
Leroux puntil fucile. C'era un uomo che aveva continuato a
tenere d'occhio, un uomo che camminava un pavanti rispetto alla
propria fila. Per due volte Leroux l'aveva visto fermarsi come per
gridare un ordine a coloro che lo seguivano.
Prima tu, amico e inquadrl'ufficiale nella tacca di mira, fa-
cendo collimare perfettamente il mirino col tronco dell'uomo. Con
dolcezza premette il grilletto e il calcio scattcontro la sua spalla.
Al violento e caratteristico scoppio del Mauser che pareva rompesse
i timpani ogni volta, Leroux guardl'uomo cadere sull'erba. Ja! disse, accingendosi a ricaricare.
Questa volta non si ebbe il continuo e selvaggio crepitio di Co-
lenso, ma un insieme di colpi distinti: segno che ogni bersaglio veni-
va attentamente mirato.
信anno imparato mormortra sLeroux, mentre tirava in-
dietro l'otturatore e il bossolo saltava tra le rocce. Hanno impara-
to bene e colpun altro uomo. Da due punti della cresta le Maxim
cominciarono a tambureggiare.
Prima di raggiungere la seconda serie di segnali, la prima fila di
fanteria non esisteva pi era sparpagliata sull'erba, completamente
annientata dalla terribile precisione del fuoco boero. La seconda fi-
la continuad avanzare scavalcando i corpi.
Ma guardateli! esclamun burgher. Benchnon fosse per lo-
ro un fatto nuovo, quei rozzi allevatori restavano sempre impressio-
nati dalla passiva, meccanica avanzata della fanteria inglese.
侶uelli non combattono per vincere, ma per morire borbott l'uomo alla destra di Leroux.
Allora aiutiamoli! gridLeroux, mentre sotto di lui, nella
pianura, le lente, inesorabili figure cachi avanzavano verso la terza
serie di segnali.
亭uoco, Kerels. Mirate giusto ruggLeroux; adesso poteva
scorgere le baionette. Sostituil caricatore e, con il dorso della ma-
no, si asciugle goccioline di sudore attaccate alle sopracciglia;
puntil fucile e, coi successivi sei colpi, abbattquattro uomini.
Poi avvertil mutamento. Nel punto centrale la fila s'incurvava,
poichgli uomini acceleravano l'andatura, ma si sgretolava ai fian-
chi ldove i soldati tornavano indietro o si accoccolavano dietro
miseri ripari.
Sono in rotta! urlLeroux, eccitato. Non raggiungeranno i
pendii. Il movimento in avanti esit incapaci di sopportare oltre il trat-
tamento che stavano ricevendo, gli uomini voltarono le spalle o si
buttarono a terra, mentre i loro superiori correvano lungo le file in-
citandoli. In tal modo proclamavano ai tiratori boeri il proprio ran-
go di ufficiali e, a quella distanza, non sopravvissero a lungo.
Sono finiti! gridLeroux, e un debole scoppio di acclamazio-
ni percorse la cresta, mentre l'intensitdel fuoco boero aumentava,
fiagellando la fanteria in rotta.
Colpiteli, Kerels! Continuate a colpirli! Le ultime file sorpas-
sarono le prime, ma a loro volta esitarono e si ruppero sotto il fuo-
co dei Mauser e delle Maxim.
Nella pianura una tromba comincia gemere e, a quel suono
luttuoso, l'ultimo spasmodico movimento in avanti cesse gli ingle-
si si ritirarono oltre i corpi dei morti e dei feriti.
Un proiettile d'artiglieria fischisopra le teste dei boeri esplo-
dendo nella vallata sottostante e subito, come in un accesso di rab-
bia provocato dallo smacco, ricominciil bombardamento. Ma, tra
i sibili e le esplosioni degli shrapnel, i burghers acclamavano e ride-
vano, agitando i fucili, di fronte alla ritirata della fanteria.
Com'andata sul fiume? gridLeroux nel tumulto, e dopo
un pgli pervenne la risposta.
Non lo hanno raggiunto. Anche lsi sono ritirati. Leroux si tolse il cappello e si ripulla faccia dal sudore e dalla
polvere. Poi contemplil tramonto. Dio onnipotente, ti ringrazia-
mo per questa giornata. Concedici la tua misericordia e la tua guida
nei giorni a venire. L'artiglieria sferzle colline con l'impeto di un mare in burrasca
fino al calar della notte. Poi i boeri videro i fuochi dei bivacchi in-
glesi sbocciare come fiori gialli nella pianura.

55.

Dobbiamo aprirci un varco stanotte disse Leroux, fissando
Zietsmann al di ldel fuoco.
俏o rispose il vecchio a bassa voce, senza neppure
guardarlo.
Perch domandLeroux.
Possiamo tenere queste colline. Non riusciranno a scacciarci da
qui. Ja! Possiamo tenerle domani... Due giorni, una settimana...
ma poi sarla fine. Oggi l'artiglieria ha ucciso cinquanta dei nostri
uomini. Loro ne hanno perdute molte centinaia. Il Signore li ha casti-
gati, essi sono periti. Zietsmann alzgli occhi su Leroux e la sua
voce acquistforza. Resteremo qui e riporremo la nostra fiducia
in Lui? Un mormorio di approvazione si levdall'uditorio.
俑enheer. Leroux si coprgli occhi, premendoli con le dita
per calmare il dolore. Gli dolevano a causa della liddite, ed era stan-
co... Stanco fino in fondo all'anima. Sarebbe pifacile rimanere,
pens E non sarebbe stato disonorevole, perchavevano combattu-
to come nessun altro prima di loro. Altri due giorni e sarebbe finita
senza vergogna. Si tolse le mani dal volto. 俑enheer, se non ce ne
andiamo stanotte, non lo faremo pi Domani sera non ne avremo
la forza. Si ferm perchle parole venivano lente e un pindi-
stinte dal suo cervello intorpidito dal martellamento dei grossi can-
noni. Non sarebbe stato disonorevole. Un ultimo combattimento,
poi sarebbe stata finita.
Ma non una questione d'onore mormorfra s Poi si alz e gli altri lo guardarono in silenzio, in attesa di ciche avrebbe det-
to. Tese le mani aperte, in una specie di muto appello, e il fuoco il-
luminil suo viso dal basso lasciando in ombra gli occhi, buchi scu-
ri come le orbite cave di un teschio. Rimase cosper qualche istante,
con gli indumenti che pendevano sul grande corpo smagrito.
Burghers... cominci Ma non c'erano parole. Non c'era nul-
la, salvo il bisogno di continuare a combattere. Abbandonle mani
lungo i fianchi. Io vado disse soltanto, appena la luna sarca-
lata, me ne andrda qui e si allontandal fuoco. Una dopo l'al-
tra, altre figure si alzarono per seguirlo: tutti gli uomini del suo
commando.

Sei burghers stavano seduti in cerchio e guardavano la luna sfio-
rare la cresta delle colline. Dietro di loro i cavalli erano sellati, coi
fucili che spuntavano dai foderi. Accanto a ognuno dei seicento ani-
mali stava sdraiato un uomo completamente vestito, avvolto nella
coperta, nel vano tentativo di dormire. Benchi pony scalpitassero
e si muovessero di continuo, non si udiva alcun tintinnio, perchi
morsi erano stati fasciati con cura.
Ripetiamo di nuovo tutto, per essere certi che ciascuno di noi
conosca bene la propria parte disse Leroux. Io mi muoverper
primo con un centinaio di uomini e seguiril fiume verso est. Qual
la tua direzione, Hendrik? Sud, attraverso la cavalleria, fino all'alba, poi dirigerper le
montagne. Leroux annue chiese all'uomo accanto a Hendrik: La tua?
Ovest, lungo il fiume. Ja, e la tua? Interroga turno ciascuno dei presenti e, quando tutti ebbero ri-
sposto, concluse: Il punto d'incontro il vecchio laager al Colle di
Inhlozana. Siamo intesi? Quindi attesero, guardando la luna e ascoltando gli sciacalli che
si contendevano i cadaveri degli inglesi sparsi nella pianura. Poi la
luna caldietro le colline e Leroux si alzrigidamente.
Totsiens, Kerels. Buona fortuna a tutti. Prese le redini del
suo pony e comincia scendere verso il Vaal, con cento uomini che
conducevano in silenzio i loro cavalli dietro di lui. Quando arrivaro-
no al carro isolato sulla riva del Padda, il vecchio Zietsmann, che li
stava aspettando, si fece avanti con un mulo carico.
Ve ne andate? domand
Ja, Menheer. Dobbiamo rispose Leroux.
Il Signore vi accompagni. Zietsmann tese la mano e i due si
scambiarono una rapida stretta. Il denaro sul mulo. Prendetelo
voi. Noi non ne avremo bisogno qui. Grazie, Menheer disse Leroux, facendo cenno a uno dei suoi
uomini affinchprendesse il mulo. Buona fortuna. Buona fortuna, generale rispose Zietsmann, attribuendogli il
suo titolo per la prima volta.
Leroux raggiunse il perimetro delle difese boere e uscnel veld,
dove gli inglesi aspettavano. Con la prima, pallida promessa dell'al-
ba nel cielo, erano passati. Nonostante che per due volte, durante la
notte, un crepitio di spari nell'oscuritdietro di loro avesse indicato
che non tutte le bande in fuga erano state altrettanto fortunate.

56.

Sean e Saul erano in piedi accanto al carretto, quando Mbeja-
ne portloro il caff
Buon Dio, fa cosfreddo che si potrebbe congelare il
batacchio anche a una scimmia d'ottone brontolSean. Strinse
le mani a coppa intorno alla tazza e bevve un sorso rumorosa-
mente.
雨e', per lo meno il tuo al coperto, di batacchio scherz Saul. Ma, sul serio, faremmo meglio a muoverci prima che le suo-
le ci s'incollino al terreno per il gelo. Manca solo un'ora all'alba annuSean. E' tempo di iniziare
il nostro giro e si voltper gridare a Mbejane: Spegni il fuoco e
portami il cavallo
In doppia fila, col carretto che sobbalzava in coda, le Guide
combattenti di Courteney partirono in perlustrazione. Negli ultimi
quattro giorni non avevano fatto altro che percorrere avanti e indie-
tro il settore assegnato loro da Acheson. L'erba, resa friabile dal ge-
lo, scricchiolava sotto gli zoccoli dei cavalli.
Coi battitori zulu che correvano davanti ai soldati tristemente
ingobbiti nei loro cappotti, Sean e Saul ripresero la loro intermina-
bile discussione dal punto in cui l'avevano lasciata la sera prima.
Gisi erano spinti tanto avanti nel futuro da parlare di una federa-
zione sotto un governo degno di fiducia che comprendesse tutti i
territori a sud dello Zambesi.
E' quello che Rhodes va proponendo da dieci anni a questa par-
te osservSaul.
俏on parlarmi di quell'astuto bastardo protestSean. 青i
terrebbe legati per sempre alle gonne di Sua Maestbritannica...
no, da' retta a me, pipresto ci libereremo di lui e di Milner, me-
glio sar Vorresti svincolarti dal dominio imperiale? chiese Saul.
Naturalmente; finiamo questa guerra e rimandiamoli tutti ol-
tremare. Dei nostri affari ci occuperemo noi. 青olonnello, ho l'impressione che tu stia combattendo dalla
parte sbagliata osservSaul, e Sean ridacchi
俏o, davvero, Saul... ma non riusca finire. Mbejane emerse
dal buio, correndo in un modo talmente silenzioso che Sean arrest il cavallo e si sentaccapponare la pelle degli avambracci.
Mbejane? Mabunu! Dove? Quanti? Ascoltl'affrettata spiegazione di Mbejane, poi si rivolse al ser-
gente-maggiore, che stava respirando pesantemente dietro di lui.
La sua selvaggina, Eccles. Sono un centinaio, a circa due chilo-
metri, e vengono dritti nella nostra direzione. Parlava con la gola
stretta dalla stessa eccitazione che faceva contorcere come bruchi i
baffi di Eccles sull'ovale impassibile del volto. Disponga gli uomi-
ni su una sola linea. Ci stanno venendo in braccio. Li dispongo a terra, signore? No rispose Sean. Caricheremo appena si mostreranno. Ma,
per l'amor di Dio, non fate rumore. Mentre Sean restava fermo sul proprio cavallo con Saul al fian-
co, le due file si aprirono ai loro lati. Non si udirono voci; solo i
suoni prodotti dagli zoccoli ferrati sulla roccia, dagli uomini che si
toglievano i pesanti cappotti, dagli otturatori aperti e richiusi.
Di nuovo sulla breccia, amici bisbigliSaul, ma Sean non ri-
spose perchstava lottando con la propria paura. Nonostante il
freddo dell'alba, le sue mani erano sudate. Se le asciugsulle cosce
e sfilil fucile dal fodero.
Le Maxim? chiese Saul.
Non c'tempo per piazzarle. Sean si accorse che la sua voce
era roca e si schiarla gola prima di continuare. Dei resto non ne
avremo bisogno, siamo sei contro uno. Guardla fila silenziosa dei suoi uomini. Una linea scura contro
l'erba che impallidiva nell'alba. Tutti stavano curvi in avanti sulla
sella con il fucile di traverso sul grembo. La tensione si poteva quasi
toccare con mano nella semioscurit perfino i cavalli ne erano con-
tagiati, scartavano, muovevano la testa dall'alto in basso. Ti prego,
mio Dio, fche nessun animale nitrisca proprio adesso.
Poi scrutnel buio davanti a s Aspettando. La sua paura unita
a quella dei suoi uomini era cosforte che i boeri dovevano certa-
mente percepirla, in qualche modo.
Una chiazza piscura nell'alba, di fronte alla loro linea, un p a sinistra rispetto al centro. Sean la fissper qualche secondo e la
vide muoversi, lentamente, come l'ombra che un albero proietta sul
veld in una notte di plenilunio.
Sei sicuro che siano boeri? bisbigliSaul, e Sean fu colto dal
dubbio. Mentre esitava, l'ombra si allungverso di loro e Sean pot udire il suono degli zoccoli.
Sono boeri? Disperatamente attese qualche segno che gli permet-
tesse di ordinare l'attacco. Sono boeri? Ma non ci furono segni: sol-
tanto la scura avanzata e i suoi deboli suoni, i tonfi attutiti e gli
scricchiolii nell'alba.
Erano vicini ora, a meno di cento metri, sebbene non si potesse
averne la certezza, con quella massa scura in movimento che pareva
galleggiare e fluttuare.
Sean... il bisbiglio di Saul fu interrotto dal forte, nervoso ni-
trito del suo cavallo. Il suono fu cosinatteso che Sean udsussulta-
re l'uomo al suo fianco. Quasi immediatamente giunse il segno che
aspettava.
Wie's daar?chiese una voce aspra in Taal.
Carica! urlSean, colpendo il proprio cavallo con i talloni.
Istantaneamente l'intera fila balzin avanti, lanciandosi sui boeri.
Tra il tambureggiare degli zoccoli, urlando, col continuo crepi-
tio dei fucili che sputavano fuoco e lasciandosi la paura alle spalle,
Sean si buttcontro il nemico. Col calcio dei fucile stretto sotto l'a-
scella destra, sparando alla cieca, unendo la sua voce alle urla di al-
tre seicento gole, un ppiavanti rispetto agli altri, al centro della
fila, Sean guidil commando verso i boeri.
Costoro volsero le spalle alla carica. Dovettero, farlo, perchnon
potevano sperare di reggerne l'urto. Fecero compiere un dietro
front ai loro cavalli esausti e li spinsero di nuovo a sud.
Serrate! ruggSean. Serrate su me! E la sua linea si strinse
a un punto tale che i soldati caricavano ginocchio contro ginocchio:
una compatta muraglia d'uomini, cavalli e fiammate di fucili, da-
vanti alla quale i boeri fuggirono disperatamente.
Proprio sul cammino di Sean c'era un pony ferito che lottava
per rialzarsi, col cavaliere inchiodato sotto di lui. Incastrato tra gli
altri, Sean non poteva scartarlo.
Su, bello! incit
Il suo cavallo saltl'ostacolo, inciampnell'atto di posare di
nuovo le zampe a terra, ma continua galoppare nel crescente cla-
more della carica.
Stiamo guadagnando terreno! urlSaul. Questa volta non
ci sfuggiranno. Il cavallo accanto a lui fincon uno zoccolo in una buca, cadde
e una zampa si spezzcon un rumore simile a una pistolettata. Il
soldato fu scagliato in alto, capriolando in aria mentre cadeva. La
fila si serrper riempire il vuoto, continuando a spingersi avanti
nella prateria.
C'un kopje laggi urlSean, scorgendo una cresta frasta-
gliata contro il cielo schiarito dall'alba. Non devono raggiunger-
lo! e fece scorrere gli speroni sulle costole del cavallo.
Non riusciremo a prenderli disse Saul. Si rifugeranno tra le
rocce. Dannazione! Dannazione! ringhiSean. Negli ultimi minuti
la luce era aumentata. Il giorno nasce in fretta in Africa. CosSean
vide chiaramente gli uomini in testa al gruppo boero spingersi tra le
rocce, balzare di sella e buttarsi al coperto.
Pipresto! griddisperato. Pipresto! rendendosi conto
che la possibilitdi un rapido successo gli stava sfuggendo di mano.
Ma gii Mauser rispondevano dalle pendici inferiori del kopje e gli
ultimi burghers si stavano acquattando tra le rocce. Pony sciolti ga-
loppavano selvaggiamente contro gli uomini di Sean, le staffe vuote
che ballonzolavano contro i fianchi, gli occhi spalancati dal terrore,
costringendo i loro cavalli a scartare gli uni contro gli altri e disper-
dendo l'impeto della carica. Un mulo con una piccola soma sul dor-
so si arrampicfra le rocce finchuna pallottola vagante lo uccise e
lo fece rotolare in un profondo crepaccio.
Nello stesso momento, Sean sentil cavallo sobbalzare tra le sue
gambe, e fu disarcionato con una tale violenza che le cinghie delle
staffe si spezzarono come fossero di cotone. Fu sospinto in alto, ri-
mase sospeso a mezz'aria per un attimo terribile, poi precipitcol-
pendo il suolo con il petto, una spalla e un lato del volto.
Mentre giaceva sull'erba, la carica s'infranse come un'ondata
sul kopje, poi si disintegre deflunel picompleto disordine. Stor-
dito dalla caduta, Sean sentiva vagamente il trepestio degli zoccoli
accanto alla sua testa, gli spari dei Mauser e le grida dei propri uo-
mini colpiti.
A terra! Smontate! Avanti, avanti! La voce di Saul e il suo
tono scossero Sean. Puntando le mani sotto il petto si solleva se-
dere. La parte scorticata della faccia gli bruciava, aveva un'emorra-
gia al naso e il sangue trasformava il terriccio che gli riempiva la
bocca in un impasto granuloso. Il suo braccio sinistro era intorpidi-
to fino alla spalla e aveva perduto il fucile.
Meccanicamente sputquella pasta dalla bocca e intanto guar-
dava il caos che lo attorniava, tentando di riordinare le idee. Scosse
la testa, per riprendersi dallo stordimento, mentre tutt'intorno i
suoi uomini venivano abbattuti dal fuoco dei Mauser.
Smontate! Smontate!L'urgenza espressa dalla voce di Saul
lo indusse ad alzarsi in piedi.
Scendete di sella, bastardi! grida propria volta. Smontate
e attaccateli. Il lieve urto di un cavallo lo fece barcollare, ma riusc a mantenere l'equilibrio. Il soldato balzdi sella e gli scivolac-
canto.
Tutto bene, colonnello? Allunguna mano per sorreggerlo,
ma un proiettile lo colpal torace al di sotto del braccio teso, ucci-
dendolo all'istante. Sean fissil corpo e il suo cervello si schiardi
colpo.
Ringhiando: Bastardi! afferril fucile del caduto, poi:
Avanti! ruggdi nuovo. Seguitemi! e condusse gli uomini al
di ldel caos dei cavalli feriti o terrorizzati, verso le rocce.
Nella mezz'ora successiva, con spietatezza e determinazione, essi
sfruttarono la superioritnumerica per spingere i boeri verso la ci-
ma dei kopje. Ogni affioramento di roccia era una linea difensiva
da conquistare col sangue. Su un fronte di forse duecento metri,
l'attacco si trasformin una serie di scaramucce isolate, sulle quali
Sean non poteva esercitare il controllo. Radungli uomini pivici-
ni a lui e, masso per masso, si aprirono la strada verso la vetta,
mentre i burghers cercavano di mantenere le posizioni il pia lungo
possibile, rifugiandosi piin alto di volta in volta.
La cima del kopje era piatta, con circa quindici metri di terreno
ripido e scoperto tutt'intorno e, alla fine, sessanta burghers rag-
giunsero quella fortezza naturale, difendendola con la determina-
zione di chi sa che sta combattendo l'ultima battaglia. Per due volte
costrinsero gli inglesi a ritirarsi dall'orlo della cima e a scivolare al
riparo delle rocce sottostanti. Dopo il secondo tentativo, un profon-
do, innaturale silenzio si stabilsul kopje.
Sean si sedette con la schiena appoggiata a un masso e prese la
borraccia d'acqua che un caporale gli offriva. Si sciacqula polti-
glia di sangue e saliva dalla bocca, sputandola, poi bevve due sorsa-
te assaporandole con gli occhi chiusi.
亮razie disse, restituendo la borraccia.
Ne vuole ancora? chiese il caporale.
No. Sean scosse la testa e guardgiper il pendio. Il sole,
adesso, era gialto e gettava lunghe ombre dietro i cavalli che pa-
scolavano lontano, nel veld. Ma ai piedi del kopje giacevano gli ani-
mali morti, per lo pisu un fianco, con le gambe stese e rigide come
pezzi di legno. I rotoli di coperta si erano aperti, sparpagliando sul-
l'erba i miseri oggetti personali dei caduti che, nei loro indumenti
cachi, erano tanto poco vistosi quanto inucchi di foglie morte sul-
l'erba. Per lo pierano inglesi, ma qua e lun burgher giaceva in
mezzo a loro, nella fratellanza imposta dalla morte.
俑bejane disse Sean al grosso zulu accoccolato vicino a lui,
trova lo Nkosi Saul e portamelo qui. Lo guardmentre si allontanava carponi. Mbejane era rimasto
indietro all'inizio di quella selvaggia galoppata, ma, prima di arri-
vare a metsalita, Sean, voltando la testa, lo aveva visto inginoc-
chiarsi a due passi da lui, pronto a porgergli una cartucciera non
appena ne avesse avuto bisogno. Nessuno dei due aveva rivolto la
parola all'altro fino a quel momento. Tra loro le parole erano di ra-
do necessarie.
Tastandosi la parte escoriata del viso, Sean ascoltava le conver-
sazioni a bassa voce degli uomini che gli stavano attorno. Per due
volte uddistintamente le voci dei boeri sulla cima piatta e una volta
sentanche un burgher ridere. Erano molto vicini; Sean si mosse
con un senso di disagio contro il masso.
Pochi minuti dopo Mbejane era di ritorno con Saul, che lo se-
guiva procedendo a quattro zampe. Quando vide Sean, la sua
espressione cambi
Cos'hai sulla faccia? Sei sicuro di star bene? Mi sono tagliato radendomi sogghignSean. Siediti. Metti-
ti comodo. Saul percorse carponi gli ultimi metri e si sistemaccanto all'a-
mico. Ora cosa si fa? chiese.
Dieci minuti di riposo, poi saliremo di nuovo rispose Sean,
匍a questa volta in un modo un ppiintelligente. Voglio che tu
ti porti dall'altra parte del kopje con metdegli uomini. Prendi Ec-
cles con te. Attaccheremo sull'intero perimetro nello stesso momen-
to. Quando sei in posizione, spara tre colpi in rapida successione,
poi conta lentamente fino a venti. Io ti sosterrda questo lato. Bene annuSaul. Ci metterun pdi tempo a girare in-
torno alla vetta, non essere impaziente. Sorridendo, si alzin gi-
nocchio e si sporse in avanti per battere sulla spalla dell'amico.
Sean lo avrebbe sempre ricordato cos una grande bocca con
due pieghe agli angoli, denti bianchi tra la barba di tre giorni, cap-
pello spinto sulla nuca e capelli che gli ricadevano sulla fronte, pun-
ta del naso spellata dal sole.
Il masso dietro di loro era spaccato. Se Saul non si fosse piegato
in avanti per fare quel gesto d'affetto, non si sarebbe esposto.
Il cecchino sulla vetta aveva visto la cupola del suo cappello
sporgere dalla roccia e teneva il fucile puntato sulla spaccatura. Nel
momento in cui le dita di Saul avevano toccato la spalla di Sean, la
sua testa era apparsa nella fenditura e il boero aveva sparato.
La pallottola era penetrata nella tempia destra, aveva attraversa-
to diagonalmente il cervello ed era uscita dietro l'orecchio sinistro.
Le loro facce distavano soltanto una quarantina di centimetri, e
Sean sorrideva guardando l'amico negli occhi, quando il proiettile
colpSaul. La sua testa fu deformata dall'impatto, gonfiandosi e
scoppiando come un pallone. Le labbra si stirarono al punto che,
per un istante, il sorriso si trasformin un'orribile cosa di gomma,
poi il corpo si abbattdi lato, scivolando lungo il pendio e ferman-
dosi con la testa e le spalle misericordiosamente nascoste da un ciuf-
fo d'erba grigia che cresceva tra le rocce; ma il torso sussultava e le
gambe scalciavano convulsamente.
Per una decina di secondi, Sean non si mosse, ncambiespres-
sione. Tanto gli ci volle, per credere a ciche aveva visto. Poi il suo
volto si corrug Saul! La sua voce era un gracidio. Saul! Pi alta adesso, resa acuta dalla coscienza della perdita.
Si alzlentamente in ginocchio. Ora il corpo di Saul era immo-
bile, immobile e rilassato.
Di nuovo Sean aprla bocca, ma questa volta il suono che ne
uscera inarticolato. Come muggisce un vecchio bufalo colpito al
cuore: cosSean diede espressione al proprio dolore. Un grido bas-
so, raccapricciante, che giunse non solo agli uomini intorno a lui tra
le rocce, ma anche ai boeri sulla vetta dei kopje.
Non tentdi raggiungere Saul. Continua fissarlo.
俏kosi supplicMbejane, atterrito dall'espressione del suo
padrone. La giubba di Sean era rigida, impregnata di sangue secco.
L'escoriazione sulla guancia era gonfia e trasudava un umore chia-
ro. Ma era il suo sguardo che preoccupava Mbejane.
俏kosi ripetlo zulu, tentando di calmarlo, ma Sean non lo
ud I suoi occhi erano appannati da una cieca follia succeduta al
dolore. Teneva la testa incassata nelle spalle e ringhiava come un
animale.
Addosso! Addosso a quei bastardi! E con un volteggio Sean
balzoltre la roccia, tenendo contro il petto il fucile con la baionet-
ta inastata.
Avanti! rugg e si lancisu per il tratto scoperto cosveloce-
mente che soltanto un proiettile lo colp Ma non si ferme, dopo
un attimo, era sul bordo, urlando, roteando il fucile e affondando
la baionetta.
Dalle rocce, quattrocento uomini sciamarono dietro di lui e si
slanciarono verso la cima. Ma, prima che la raggiungessero, Sean si
trova faccia a faccia con Jan Paulus Leroux.
Questa volta non erano alla pari. Jan Paulus era esausto e mala-
to. Era soltanto l'ombra dell'uomo di un tempo. Il suo fucile era
scarico e stava armeggiando con il caricatore. Alzlo sguardo e vi-
de Sean, enorme e coperto di sangue. Vide la baionetta nelle sue
mani e la follia nei suoi occhi.
Sean! disse, sollevando il fucile per sviare la baionetta. Ma
non resse al colpo. Con tutto il peso di Sean che premeva, la lama
sguscisul calcio e si abbass Jan Paulus sentl'acciaio penetrare
nella carne e cadde all'indietro.
Sean! griddi nuovo. L'altro, torreggiante su di lui, estrasse
la baionetta. Poi sollevdi nuovo il fucile con entrambe le mani,
pronto a dargli il colpo di grazia.
Si fissarono l'un l'altro. L'assalto inglese li aveva superati ed
erano soli. Uno, ferito a terra, e l'altro, ferito ma in piedi, con la
baionetta alzata e lo sguardo folle.
Il vinto, che aveva combattuto e sofferto e sacrificato le vite di
coloro che amava, sull'erba.
Sopra di lui il vincitore, che aveva combattuto e sofferto e sacri-
ficato vite preziose per il suo cuore.
Il gioco era la guerra. Il premio era un paese. La pena per la
sconfitta era la morte.
俑aak dit klaar! Falla finita! disse pacatamente Leroux.
E la follia in Sean si spense come la fiamma di una candela. Ab-
bassil fucile e lo lascicadere. Improvvisamente fu colto dalla de-
bolezza causata dalla ferita e barcoll Con stupore, si guardil
ventre e strinse le mani sul foro del proiettile, poi cadde a sedere ac-
canto a Jan Paulus.
Sulla cima piatta dei kopje il combattimento era finito.

57.

Siamo pronti a muoverci, signore. Eccies stava in piedi ac-
canto al carro e guardava Sean dall'alto. Un duro cipiglio na-
scondeva la sua preoccupazione. Sta comodo? Sean ignorla domanda. Chi ha l'incarico di seppellire i mor-
ti, Eccles? Smith, signore. Gli avete detto di Saul... Del capitano Friedman? Sissignore. Lo seppellirseparatamente. Sean si sollevcon pena su un gomito e per un minuto osserv le due squadre di uomini che, nudi fino alla cintola, stavano scavan-
do le fosse comuni. Poco piin lc'erano le file di cadaveri avvolti
in coperte. Una bella giornata di lavoro, pensamaramente.
Ci avviamo, signore? chiese Eccles.
信a trasmesso a Smith i miei ordini? Tutti i nostri uomini in
una fossa e i burghers nell'altra? Sissignore. Sean si distese sullo strato di coperte che rivestiva il fondo del
carro. Per favore, Eccles, mandi qui il mio servo. Mentre aspettava Mbejane, cercdi evitare lo sguardo dell'uo-
mo sdraiato accanto a lui. Sapeva che Jan Paulus lo stava osser-
vando.
Sean... Menheer, chi preghersulla tomba dei miei uomini? Non abbiamo un cappellano rispose Sean senza guardarlo.
Potrei dire io due parole. Generale Leroux, ci vorrun altro paio d'ore prima che le fos-
se siano finite. Ci sono molti feriti ed mio dovere portarli a Veree-
niging il pipresto possibile. Quegli uomini seppelliranno i caduti e
poi ci raggiungeranno. Sean parlava sdraiato sul dorso e fissava il
cielo.
俑enheer, io chiedo ... cominciJan Paulus, ma Sean si volt rabbiosamente verso di lui.
Apri le orecchie, Leroux. Ti ho detto che cosa intendo fare. Le
fosse saranno debitamente segnalate e al termine delle ostilitla
commissione per le sepolture di guerra manderun cappellano. C'era pochissimo spazio nel carretto ed entrambi erano piutto-
sto robusti. Ora, mentre si guardavano l'un l'altro in cagnesco, le
loro facce non erano pidi trenta centimetri di distanza. Sean
avrebbe voluto continuare il discorso, ma, quando aprbocca, la fe-
rita si fece sentire ed egli dovette stringere i denti, mentre grosse
gocce di sudore gli imperiavano la fronte.
Stai male? chiese Jan Paulus, mutando atteggiamento.
Mi sentirmeglio quando arriveremo a Vereeniging. 侯a, hai ragione. Dobbiamo andare assentLeroux.
Eccles torncon Mbejane.
俏kosi, mi hai mandato a chiamare? 俑bejane, voglio che tu rimanga qui e segni il posto in cui sep-
pelliranno lo Nkosi Saul. Ricordalo bene, perchdopo dovrai ripor-
tarmici borbottSean.
俏kosi disse Mbejane, e si allontan
Bene, Eccles. Possiamo partire. Era una lunga colonna. Dietro il carro con le provviste e le mu-
nizioni cavalcavano i prigionieri, molti in coppia sullo stesso anima-
le. Seguivano i feriti, ognuno su una barella di pali e coperte traina-
ta da un cavallo; dietro di essi il carretto di Candy e, infine, Eccles
con duecento uomini. L'avanzata era lenta e triste.
Sean e Leroux non aprirono pibocca. Le ferite dolevano ed es-
si se ne stavano distesi, cercando di attutire le scosse, sotto un sole
spietato.
Nello stato di dormiveglia causato dal dolore e dalla perdita di
sangue, Sean pensava a Saul. A volte si convinceva che nulla era ac-
caduto, e provava una sensazione di sollievo, come se si fosse appe-
na svegliato da un incubo, scoprendo che Saul era vivo. Poi la sua
mente si schiariva e Saul, di nuovo, era morto. Saul stava avvolto in
una coperta sottoterra e tutti i loro progetti erano sepolti con lui.
Allora Sean tornava a rifugiarsi nel delirio.
Ruth! griduna volta, e Jan Paulus sussultpreoccupato.
Tutto bene, Sean? Ma l'altro non lo ud Adesso c'era Ruth. Ruth da sola. E Sean
provgioia per la morte di Saul, una gioia subito schiacciata dal
senso di colpa. Per un momento era stato felice che Saul non ci fos-
se pi e per quell'atto di slealtprovun dolore pari alla sofferen-
za causata dal proiettile nelle sue viscere. Ma Ruth c'era ancora, e
Saul era sottoterra. Non devo pensare a questo. Non devo pensare
affatto! E si alzpenosamente a sedere, aggrappandosi alla sponda
del carro.
Sta' gi Sean gli disse dolcemente Jan Paulus. Ricomince-
rai a perdere sangue. Tu! gli urlSean. Tu l'hai ucciso. 侯a annuLeroux, premendo la barba rossa contro il petto.
Io ho ucciso, ma anche tu... Tutti noi. Ja, noi li abbiamo uccisi. Alzuna mano e, afferrato Sean per un braccio, lo costrinse a sten-
dersi di nuovo sulle coperte. E adesso sta' quieto, o seppelliremo
anche te. Ma perch Paul? Perch domandSean a bassa voce.
Ha importanza? Sono morti. Sean si portuna mano alla fronte per riparare gli occhi dal so-
le. E ora che cosa succeder Continueremo a vivere, ecco tutto. Tireremo avanti. Ma la ragione, Jan Paulus? Perchabbiamo combattuto? Non lo so. Una volta avevo idee chiare in proposito, ma ades-
so non so pi, rispose Jan Paulus.
Tacquero per parecchio tempo, poi ripresero a parlare: cercando
insieme, con fatica, la nuova realtche avrebbe dovuto sostituire
quella degli ultimi tre anni.
Per due volte, durante il pomeriggio, la colonna si ferm uno
dei feriti era morto e occorreva seppellirlo. Questo e l'altro decesso
- un burgher - dettero nuovo impulso e nuovo senso alla conversa-
zione sul piccolo carro.
La sera incontrarono una pattuglia in ricognizione che precede-
va le grosse colonne di ritorno dal Padda. Un giovane tenente si ac-
costal carretto e salutmilitarmente Sean.
Ho un messaggio per lei dal generale Acheson, signore. Dica, tenente. Quel Leroux ci sfuggito, al Padda. Zietsmann, l'altro capo
boero, stato ucciso, ma Leroux l'ha fatta franca. E' questo il generale Leroux disse Sean.
Buon Dio! Il tenente fissJan Paulus. 俠'avete preso! Vo-
glio dire... Le mie congratulazioni, signore. Le mie pisentite con-
gratulazioni. Negli ultimi due anni Leroux era diventato un perso-
naggio leggendario per gli inglesi, e ora il giovane lo guardava con
visibile curiosit
Qual il messaggio? taglicorto Sean.
Chiedo scusa, signore. Il tenente distolse a fatica gli occhi da
Jan Paulus. Tutti i capi boeri si riuniranno a Vereeniging. Daremo
loro un salvacondotto. Il generale Acheson voleva che lei tentasse di
contattare Leroux... Ma questo ormai non piun problema. Di
nuovo mi congratulo, colonnello Courteney. 亮razie, tenente. Per favore, dica al generale Acheson che sare-
mo a, Vereeniging domani. Guardarono la pattuglia allontanarsi e sparire dietro una piega
del terreno.
Dunque mormorLeroux, la resa. No lo contraddisse Sean, la pace!
58.

Nella scuola elementare di Vereeniging, trasformata in ospe-
dale per gli ufficiali, Sean stava disteso sul lettino da cam-
po e guardava il ritratto del presidente Kruger appeso alla
parete di fronte. Lo faceva per rimandare il momento in cui avreb-
be dovuto continuare la lettera che stava scrivendo. Non era ancora
andato oltre l'indirizzo, la data e le parole: Mia cara Ruth
Da dieci giorni la colonna era tornata dal veld, e i chirurghi gli
avevano aperto la pancia, ricucendo quelle parti dei suo intestino
che la pallottola aveva attraversato. Torncon lo sguardo al foglio
e scrisse:

sono ricoverato per una piccola ferita ricevuta due settimane fa
vicino al fiume Vaal, ma sto gibene, quindi non ti preoccupare per
il mio attuale indirizzo.
Dio sa quanto vorrei che le circostanze in cui ti scrivo fossero
meno dolorose per entrambi. Ormai avrai ricevuto la notifica uffi-
ciale della morte di Saul, quindi non vi nulla che io possa aggiun-
gere, salvo che caduto da valoroso. Mentre guidava una carica al-
la baionetta, stato colpito da una pallottola ed morto all'istante.
So che vorrai rimanere sola col tuo dolore. I medici non mi per-
metteranno di viaggiare prima che siano trascorse alcune settimane,
ma, quando verra Pietermaritzburg, mi auguro che ti sarai abba-
stanza ripresa da permettermi di vederti, nella speranza di poterti
dare un pdi conforto.
Spero che la piccola Storm continui a crescere in peso e in bel-
lezza. Sono impaziente di rivederla.

Rifletta lungo sulla chiusa, poi si decise per 侵l tuo sincero
amico Firm piegil foglio, lo infilnella busta e posquest'ul-
tima sul comodino.
Infine si adagisui cuscini, abbandonandosi alla solitudine e al
sordo dolore nel ventre.
Dopo un pil male fisico ebbe il sopravvento e Sean si guard furtivamente intorno, assicurandosi che non ci fossero infermiere.
Poi scostil lenzuolo, sollevla camicia da notte e cominciad ar-
meggiare con le bende, finchebbe scoperto l'orlo rosso della feri-
ta, con i punti di nero crine di cavallo che sporgevano rigidi come i
nodi in un recinto di filo spinato. Un'espressione di comico disgusto
comparve sulle sue labbra. Sean odiava la malattia in genere... Ma
specialmente se interessava il suo corpo. Poi il disgusto cedette pian
piano il posto a una rabbia impotente, e Sean stava fissando la feri-
ta con aria torva, quando una voce disse:
Lascia perdere, vecchio mio. Non la farai guarire, guardan-
dola
Sean era cosassorto su quel crudele taglio allo stomaco che non
l'aveva sentito avvicinarsi. Del resto, nonostante il bastone e la rigi-
dezza della gamba destra, Leroux si muoveva molto silenziosamente
per un uomo della sua mole. Ora stava accanto al letto di Sean e gli
sorrideva timidamente.
Paul! Con un'espressione colpevole Sean si ricopr
Ja, Sean. Come va? Non troppo male. E tu? Leroux scrollle spalle. Dicono che avrbisogno di quest'ag-
geggio ancora per un bel pezzo. Battil puntale del bastone sul
pavimento. Posso sedermi? Certo. Sean si spostper liberare l'orlo del letto, e Leroux si
sedette, tenendo la gamba destra stesa davanti a s I suoi abiti era-
no freschi di bucato, coi polsini della giacca rammendati e toppe
nuove ai gomiti; il lungo strappo su un ginocchio era stato ricucito
con rozzi punti da una mano maschile.
La sua barba era stata accorciata e pareggiata. Aveva bende
macchiate di iodio intorno ai polsi piagati, ma una lunga zazzera
rossa gli pendeva sul colletto, e le ossa della fronte e delle guance
spuntavano aguzze sotto la pelle secca e abbronzata.
Eccoci qua! disse Sean.
Eccoci qua! ripetLeroux, e abbasslo sguardo sulle proprie
mani. Poi tacquero, impacciati e incapaci di esprimersi, perchnes-
suno dei due aveva facilitdi parola.
Vuoi fumare, Paul? chiese Sean, prendendo i sigari dal co-
modino.
Grazie accettLeroux.
Entrambi si esibirono nell'operazione di scelta e di accensione,
poi il silenzio ricadde su di loro. Leroux guardaccigliato la punta
del sigaro. Buon tabacco grugn
Gi assentSean, fissando il proprio sigaro con uguale cipi-
glio. Leroux tosse giocherellcol bastone.
Toe maar, ho pensato di venire a trovarti disse.
Mi fa piacere replicSean.
Cos ora stai bene, eh? Benissimo. Ottimo Leroux annucon aria solenne. Be'... Allora si al-
zlentamente, sarmeglio che vada. C'un'altra riunione fra
un'ora. Jannie Smuts arrivato dal Capo. Ho saputo. Anche in ospedale circolavano voci su ciche
stava accadendo nella grande tenda piantata sulla piazza d'armi vi-
cino alla stazione. Sotto la presidenza del vecchio Steyn i capi boeri
discutevano dei futuro. C'erano De Wet, Niemand e Leroux. C'era-
no Botha, Hertzog, Strauss e altri i cui nomi erano echeggiati nel
mondo durante quegli anni di guerra. E ora era arrivato anche Jan-
nie Smuts. Aveva lasciato il proprio commando ad assediare la pic-
cola cittdi O'Kiep, nella parte settentrionale dei Capo, e aveva
raggiunto Vereeniging con la ferrovia controllata dagli inglesi.
Adesso c'erano tutti. Se non avevano ottenuto altro, in quei terribili
anni, almeno ora la Gran Bretagna li riconosceva come capi dei po-
polo boero. Quel piccolo gruppo di uomini stanchi e logorati dalla
guerra stava trattando con i rappresentanti della pigrande potenza
militare del mondo.
侯a, ho saputo ripetSean, e, impulsivamente, tese la mano.
Buona fortuna, Paul. Leroux la strinse con forza e le sue labbra si mossero sotto la
spinta dell'emozione. 俟ean, dobbiamo parlare. E' necessario! esplose.
Siedi gli disse Sean. Leroux ritirla mano e si lascicadere
di nuovo sul letto.
Cosa posso fare, Sean? chiese. 俟ei tu che devi consigliarmi.
Non quei... Quei tizi arrivati dall'Europa. Hai visto Kitchener e Milner. Non era una domanda, perch Sean sapeva di quell'incontro. Cosa pretendono? Tutto rispose amaramente Leroux. Vogliono la resa senza
condizioni. Accetterai? Leroux rimase in silenzio per un minuto, poi alzla testa e guar-
dSean dritto negli occhi. Finora abbiamo combattuto per vive-
re disse. Sean non avrebbe mai dimenticato ciche lesse nel suo
sguardo in quel momento. Ora combatteremo per morire. E, in questo modo, che cosa otterrai? La morte il male minore. Non possiamo vivere da schiavi. La voce di Leroux si alzdi tono. Questa la mia terra! grid
No disse Sean con durezza. E' anche la mia terra, e quella
di mio figlio poi la sua voce si addolc E il sangue di mio figlio
il tuo stesso sangue
Ma gli altri... Quel Kitchener, quel perfido Milner... Quelli non c'entrano disse Sean.
Tu perhai combattuto con loro lo accusLeroux.
Ho fatto una quantitdi sciocchezze ammise Sean. 俑a mi
hanno insegnato molto. Cosa intendi dire? domandLeroux, e Sean vide balenare la
speranza nei suoi occhi. Devo scegliere bene le parole, pensSean,
devo essere molto cauto. Tirun lungo respiro.
青oscome stanno le cose ora, il tuo popolo disperso, ma vi-
ve. Se continuate a combattere, gli inglesi resteranno finchtutti
avrete trovato quella morte che andate cercando. Se invece smette-
te, presto se ne andranno. Tu te ne andrai? chiese con rabbia Leroux.
No. E tu non sei forse inglese? Gli inglesi resteranno... Resterete tu
e gli altri come te. Allora Sean sorrise. Un sorriso cosinatteso. E irresistibile che
Leroux ne fu sconcertato.
Ti sembro un rooinek io, Paul? Parlo come un rooinek? chie-
se in Taal. Quale metdi mio figlio burgher e quale inglese? Confuso da quell'abile attacco, Leroux lo fissa lungo, prima
di abbassare lo sguardo e di riprendere a giocherellare col bastone.
侮ia, Paul riprese Sean. 俑etti fine a questa follia. Tu e io
abbiamo parecchio lavoro da fare. Tu e io? chiese sospettosamente Leroux.
S Jan Paulus scoppiin una gran risata mugghiante.
俟ei uno slim Kerel rugg 非ovrriflettere su ciche hai
detto.Si alz Adesso sembrava pialto. Il riso gli riempiva le
guance scarne e gli arricciava il naso.
Dovrrifletterci su molto attentamente. Tese di nuovo la ma-
no e Sean la strinse. Tornere ne riparleremo. Poi, fatto un bru-
sco dietro front, si allontanzoppicando lungo la corsia, col basto-
ne che risuonava sul pavimento.
Jan Paulus mantenne la promessa. Torna trovare Sean ogni
giorno, trattenendosi per un'oretta, e continuarono a discutere. Al-
l'indomani della resa boera, egli portcon sun altro burgher.
Sean, questi Jan Christian Niemand. Forse una fortuna per me non averla incontrata, prima, co-
lonnello Courteney. La sua voce, di timbro alto, era scattante e
autoritaria. Parlava l'inglese perfetto che aveva imparato a Oxford.
Non ti pare, Oubas? aggiunse, rivolgendosi a Leroux con un ti-
tolo scherzoso che con tutta evidenza apparteneva a un loro voca-
bolario privato.
Jan Paulus ridacchi Molto fortunato. Altrimenti anche tu
potresti ritrovarti ad aver bisogno di un bastone. Sean esaminNiemand con interesse. I duri anni di guerra gli
avevano sviluppato i muscoli delle spalle e la sua andatura era quel-
la di un vero soldato; tuttavia, sopra la bionda barba a punta, il vi-
so era quello di uno studioso. La pelle era di un pallore giovanile,
quasi femminea, ma gli occhi erano di un azzurro penetrante, l'az-
zurro spietato di una lama di Toledo. La sua mente aveva la flessi-
bilitdi quello stesso acciaio e, nel giro di pochi minuti, Sean dovet-
te far appello a tutte le proprie capacitintellettuali per rispondere
alle domande di Niemand e mantenersi al suo livello. Era chiaro che
il boero lo stava sottoponendo a una specie di esame. In capo a
un'ora, Sean capche l'aveva superato.
Ora che progetti ha? gli chiese Niemand.
非evo tornare a casa rispose Sean. 信o una fattoria, un fi-
glio... E presto, forse, una moglie. Le auguro ogni felicit Veramente... Non c'nulla di stabilito confessSean. Alla
donna devo ancora chiederlo. Jannie Niemand sorrise. Bene, allora le auguro di aver fortuna
con la dama. E di avere la forza per costruirsi una nuova vita. Di
colpo divenne serio. Bisogna ricostruire ciche stato distrutto. Imitato da Leroux, si alzdal letto. Ci sarbisogno di uomini in
gamba negli anni a venire. Tese la mano a Sean. Noi due ci in-
contreremo di nuovo. Pucontarci.
59.

Mentre il treno passava accanto ai grandi, bianchi depositi
di scorie minerarie, Sean si affaccial finestrino per os-
servare il profilo familiare di Johannesburg, e ancora una
volta si chiese come mai quella brutta cittavesse il potere di riatti-
rarlo sempre a s Era come se fosse legato a essa da un elastico cor-
done ombelicale che gli lasciava un'ampia libertdi movimento, ma
che era anche pronto a tirarlo inesorabilmente indietro, quando egli
ne raggiungeva il limite.
Due giorni promise a se stesso. Restersoltanto due giorni.
Giusto il tempo di rassegnare al vecchio Acheson le mie dimissioni
formali e di salutare Candy. Poi tornera Ladyburg... E lascer questa cittcuocere nel suo brodo velenoso. Lnei pressi si levl'ululato della sirena di mezzogiorno da una
delle miniere e immediatamente il suo urlo fu ripreso dalle altre.
Sembrava che un branco di lupi affamati percorresse la valle in cer-
ca di preda... I lupi dell'avidite dell'oro. Le miniere, che erano
state costrette a chiudere durante le ostilit avevano ripreso la pro-
duzione, e il fumo delle loro ciminiere offuscava il cielo, trasfor-
mandosi in sudicia nebbia oltre le colline.
Il treno rallent il sobbalzo sugli scambi ruppe il ritmo della sua
corsa. E subito scivollungo il marciapiede di cemento della stazio-
ne di Johannesburg. Sean prese il bagaglio dalla reticella sovrastan-
te i sedili e lo passa Mbejane attraverso il finestrino. Lo sforzo
non si ripercosse pinelle sue viscere; a parte la brutta cicatrice nei
pressi dell'ombelico, egli era completamente guarito.
Una carrozza pubblica li depositdavanti al quartier generale di
Acheson. Sean lasciMbejane a guardia del bagaglio e, fattosi stra-
da nell'atrio affollato, salle scale fino al primo piano.
Buongiorno, colonnello. L'attendente lo riconobbe subito e
scattsull'attenti con tanta foga da ribaltare lo sgabello su cui stava
seduto.
俟alve, Thompson rispose Sean. I segni di rispetto dovuti al
suo grado continuavano a imbarazzarlo. Thompson si rilasse chie-
se con sincero interesse:
青ome sta, signor colonnello? Mi spiaciuto sapere della sua
ferita, signore
Grazie, Thompson. Ora sto bene. C'il maggiore? Peterson fu lietissimo di vederlo. S'informaffettuosamente sul
funzionamento del suo intestino, poichl'irregolaritera spesso
uno tra i postumi pispiacevoli delle ferite al ventre. Sean lo rassi-
cure Peterson continu
促renda una tazza di t Il vecchio occupato in questo mo-
mento, ma la riceverfra dieci minuti e, prima di tornare a parla-
re della ferita, grida Thompson di portare del t Le sarrimasta
una bella cicatrice, eh, vecchio mio? Sean slacciil cinturone, sbottonla giubba ed estrasse la cami-
cia dai calzoni. Peterson girintorno alla scrivania per esaminare
da vicino il ventre di Sean. Poi diede la propria opinione di esperto.
俑olto pulita. Davvero un bel lavoro. Io sono stato ferito a Om-
durman... Uno di quei dannati selvaggi mi ha infilzato con la sua
sporca lancia. E, a sua volta, si svestparzialmente, esponendo il
pallido petto glabro. Per comune senso di cortesia, Sean dovette
schioccare la lingua e scuotere la testa alla vista della piccola cicatri-
ce triangolare, benchin cuor suo fosse assai poco impressionato.
Poi la sua attenzione si spostsu un'altra parte del corpo di Pe-
terson.
E qui ne ho beccata una seconda... Maledettamente dolorosa,
anche! Si slaccila cintura e aveva i pantaloni a mezz'asta, quan-
do la porta di comunicazione si apr
Spero di non disturbare, signori! disse garbatamente Ache-
son. Ci fu un attimo di confusione, mentre entrambi tentavano di
rivestirsi e di eseguire un corretto saluto militare. Peterson dovette
prendere una delicatissima decisione, non contemplata dal regola-
mento. Fu uno dei pochissimi casi della storia militare in cui un co-
mandante di divisione fu accolto da un ufficiale superiore in rigida
posizione d'attenti coi calzoni afflosciati intorno alle caviglie. Il
maggiore Peterson in mutande di flanella rossa era uno spettacolo
davvero degno di nota. Non appena Acheson ebbe capito la ragione
di quel poco conveniente abbigliamento fu molto tentato di unirsi
all'esibizione, perchanch'egli aveva qualche bella cicatrice da mo-
strare, ma si contenne in modo ammirevole. Condusse Sean nel pro-
prio ufficio e gli offrun sigaro.
雨ene, Courteney. Spero che non sia venuto a cercare un im-
piego. Al contrario. Desidero tirarmi fuori da questo tipo di attivit
signore. Credo che possiamo sistemare la cosa. L'ufficiale pagatore sa-
rcontento annuAcheson. Dira Peterson di preparare i do-
cumenti. Voglio partire domani insistette Sean, e Acheson sorrise.
侶uanta fretta! D'accordo. Peterson potrspedirglieli per la
firma. La sua unitgistata sciolta, quindi non c'ragione perch lei rimanga a gingillarsi qui intorno. Bene! Sean si era aspettato una certa resistenza e sorrise di
sollievo.
青i sono soltanto tre cosucce ancora continuAcheson, e
Sean si accigli subito insospettito.
隹h! Prima di tutto, un dono d'addio da parte di Sua Maest Il Di-
stinguished Service Order per la cattura di Leroux. Ci saruna ceri-
monia la prossima settimana. Lord Kitchener ci terrebbe molto alla
sua presenza. Accidenti, no! Se devo restare a Johannesburg... Ci rinuncio? Acheson ridacchi Che ingratitudine! E va bene, Peterson po-
trspedirle per posta anche quella. Secondo punto: ho esercitato un
pdella mia influenza sull'Ufficio Risarcimenti. Benchil Parla-
mento non abbia ancora approvato la legge, hanno anticipato i tem-
pi e riconosciuto il suo credito. Buon Dio! Sean era sbalordito. Su consiglio di Acheson ave-
va inoltrato un reclamo per diecimila sterline, cioper l'ammontare
del suo deposito alla Volkskaas Bank, incamerato dai boeri all'ini-
zio della guerra. Non si aspettava di cavarne nulla e se n'era subito
dimenticato. Non mi rifonderanno l'intera cifra, immagino? 俏on sia ingenuo, Courteney ridacchidi nuovo Acheson.
俟oltanto il venti per cento e forse qualcosa di piquando la legge
sarpassata. Comunque, duemila sterline sono sempre meglio di un
pugno in un occhio. Ecco l'assegno. Deve firmarmi una ricevuta. Sean firmed esaminil rettangolino di carta con crescente pia-
cere. Quel denaro l'avrebbe aiutato a pagare il debito con la Natal
Wattle. Alzrapidamente gli occhi. E la terza cosa? chiese.
Acheson spinse un cartoncino attraverso la scrivania. Il mio bi-
glietto da visita... E un invito permanente a essere mio ospite per
tutto il tempo che vorrogni volta che si trovera Londra. Si alz e gli tese la mano. Buona fortuna, Sean. Non voglio pensare che si
tratti di un addio.
Nello stato d'euforia prodotto dalla liberte dalla prospettiva di
un amoroso commiato da Candy Rautenbach, Sean fece prima fer-
mare la carrozza alla stazione ferroviaria per prenotare un posto sul
treno per il sud del giorno dopo e spedire un telegramma ad Ada.
Poi, dopo la breve corsa lungo Commissioner Street, giunse nell'a-
trio dei Candy's Hotel e chiese della proprietaria.
俠a signora Rautenbach sta riposando, signore, e non puesse-
re assolutamente disturbata lo informl'impiegato.
亮razie, buon uomo.Sean gli allungmezza ghinea e, igno-
rando le sue proteste, sallo scalone di marmo.
S'introdusse silenziosamente nell'appartamento di Candy e si di-
resse verso la camera da letto. Voleva farle una sorpresa... E, senza
dubbio alcuno, vi riuscal di ldi ogni aspettativa. Candy Rauten-
bach non stava riposando. Al contrario, era impegnatissima nell'in-
trattenere un gentiluomo la cui giubba, appesa allo schienale di una
delle sedie di velluto rosso, lo qualificava come un ufficiale subal-
terno dell'esercito di Sua Maest
Sean basle proprie azioni successive sull'ipotesi che Candy fos-
se sua esclusiva propriet Nell'ondata di virtuosa indignazione che
lo travolse, non tenne in alcun conto il fatto che la sua visita era un
gesto d'addio, che la sua relazione con Candy era stata, a dir tanto,
vaga e intermittente, che l'indomani mattina sarebbe partito per
chiedere in moglie un'altra donna. No, tutto ciche vide fu un cu-
culo nel proprio nido.
Per non far torto al coraggio del subalterno e all'onore del suo
reggimento, bisogna ricordare che la sua conoscenza della situazio-
ne familiare di Candy, come pure della sua anatomia, era incomple-
ta. Gli era stata presentata come la signora Rautenbach e, in quel
terribile ritorno alla realt l'ufficiale suppose che il gigante infuria-
to che si stava precipitando sul letto non fosse altri che il signor
Rautenbach di ritorno dalla guerra. Cosfece i preparativi di par-
tenza, che iniziarono con una rapida discesa dall'alto letto a quattro
piazze dalla parte opposta a quella da cui stava arrivando Sean.
Grazie all'estrema luciditmentale prodotta dalla sovrabbondanza
di adrenalina in circolo, il subalterno si rese subito conto che la pro-
pria nuditgli impediva la fuga verso un luogo pubblico come il
corridoio di un albergo, che la minacciosa avanzata dei signor Rau-
tenbach rendeva tale fuga imperativa e, infine, che lo stesso genti-
luorno indossava l'uniforme con i gradi di colonnello. Fu quest'ulti-
ma considerazione a influire in modo determinante sul giovane, poi-
ch nonostante la sua et proveniva da un'antica famiglia rispetto-
sa delle tradizioni militari ed egli ne teneva in gran conto le regole,
fra le quali una delle pirigide era: non copulare con la moglie di
un superiore. Quindi:
Signore disse, irrigidendosi con dignit 厚osso spiegare... Razza di stronzo replicSean, in un tono dal quale risultava
chiaro che la sua spiegazione avrebbe avuto un ben scarso effetto.
Prendendo la via picorta, che era quella che attraversava il letto,
Sean gli si lanciaddosso. Candy, che in quei pochi secondi era sta-
ta troppo occupata a coprirsi per prendere parte attiva agli avveni-
menti, strille sollevdi scatto il copriletto di seta in modo che ri-
manesse impigliato negli speroni di Courteney che, proprio in quel
momento, stava volando al di sopra dei letto. Sean cadde con uno
schianto che riecheggiin tutto l'edificio, facendo sussultare i clien-
ti nell'atrio, e rimase per qualche secondo stordito, con i piedi sul
letto e la testa e le spalle sul pavimento.
Scappa! gridCandy al subalterno, mentre Sean cominciava
a riprendersi. Poi la donna raccolse una bracciata di coperte e le
lanciaddosso a Sean, avvolgendovelo fin quasi a soffocarlo. Pre-
sto, per l'amor di Dio, presto supplic mentre il suo giovane
amico saltellava su una gamba sola, con l'altra infilata nei pantalo-
ni. Esci di qui o ti fara pezzi.E si buttsull'ammasso impre-
cante e scalciante di lenzuola e coperte. Non preoccuparti degli sti-
vali! Il giovane ufficiale se li ficcsotto un braccio, si buttla giubba
su una spalla e si calcil casco sulla nuca.
亮razie, signora disse, e poi, con molta galanteria: 俟ono
davvero desolato per i fastidi che posso aver provocato. La prego di
porgere le mie scuse a suo marito
Vattene, idiota implorlei, aggrappandosi disperatamente a
Sean che sgroppava e bestemmiava. Dopo che il giovane fu uscito,
Candy si alze attese che Sean affiorasse.
Dov' Lo uccider Farfuori quel piccolo bastardo! mug-
ghiSean, balzando in piedi e guardandosi attorno con rabbia. Ma
la prima cosa che vide fu Candy, e Candy era scossa da una risata
irrefrenabile. C'era un bel pdi roba che scuoteva in lei, e la mag-
gior parte era bianca, liscia e rotonda, cosche, sebbene il suo riso
fosse un pisterico, costituiva sempre uno spettacolo molto piace-
vole.
Perchmi hai fermato? chiese Sean, ma il suo interesse si sta-
va rapidamente trasferendo dal giovane ufficiale al petto di Candy.
Ha creduto che tu fossi mio marito boccheggilei.
Quel piccolo bastardo ringhiancora Sean.
Era simpatico disse Candy. E improvvisamente smise di ri-
dere. Comunque, chi diavolo credi di essere per irrompere qui in
questo modo? Ti ritieni padrone del mondo? Tu appartieni a me. Col cavolo che ti appartengo! esplose Candy. Adesso esci
dalla mia camera, grosso bue fracassone che non sei altro. Mettiti qualcosa addosso. Le cose stavano prendendo una
piega imprevista. Sean si era aspettato che Candy si mostrasse col-
pevole e contrita.
Fuori! urllei, sempre pifuribonda. Sean non l'aveva mai
vista in quello stato e riusca malapena ad afferrare al volo il gros-
so vaso che Candy aveva lanciato contro la sua testa. Frustrata nel
suo desiderio di spaccare qualcosa, afferrun altro proiettile, uno
specchio ornamentale, che s'infranse con discreta violenza contro la
parete alle spalle di Sean. Il suo boudoir era arredato con fastoso
gusto vittoriano e costituiva una riserva quasi illimitata di munizio-
ni. Nonostante l'agile gioco di piedi, Sean non poteva restare illeso
per sempre e alla fine, fu colpito dal ritratto in cornice dorata d'un
qualche ignoto ufficiale. Candy aveva una predilezione particolare
per i guerrieri.
Stupida puttana ruggSean, sfregandosi la fronte, e si lanci al contrattacco. Candy fugg nuda e urlante, ma Sean l'agguante
la ributtsul letto.
E adesso, ragazza mia borbott mettendosela bocconi sulle
ginocchia, t'insegnerun pdi buone maniere. La prima sculacciata lasciuna perfetta impronta rossa della
mano sulla natica, la seconda fu meno forte, la terza, soltanto un
colpetto affettuoso. Ma Candy singhiozzava da spezzare il cuore.
Con la mano a mezz'aria, Sean si rese conto con sgomento che,
per la prima volta in vita sua, stava picchiando una donna!
青andy disse con voce incerta, ma, con suo enorme stupore, la
donna si volt gli buttle braccia al collo e premette una guancia
bagnata contro la sua.
Un fiotto di parole gli urgeva in gola, voleva scusarsi, chiedere
perdono... Poi il buon senso prevalse ed egli domandseccamente:
Sei pentita della tua condotta?
Candy inghiotta vuoto e annuvivacemente. Perdonami, ca-
ro. Me lo sono meritata. Le sue dita gli sfiorarono la gola, le lab-
bra. Ti prego, perdonami, Sean. Mi spiace terribilmente.
Quella sera cenarono a letto. Il mattino presto, mentre Sean si
crogiolava nella vasca da bagno incassata nel pavimento, immerso
nell'acqua calda che gli faceva bruciare i graffi sulla schiena, parla-
rono.
促rendo il treno dei mattino, Candy. Voglio essere a casa per
Natale. Oh, Sean! Non puoi restare per qualche giorno? No. Quando tornerai? Non so. Vi fu un lungo silenzio, prima che Candy parlasse di nuovo.
Devo dedurre che non sono inclusa nei tuoi progetti per il fu-
turo? Sei mia amica, Candy! protestSean.
Be', questa proprio bella disse lei, e si alz Vado a ordi-
narti la colazione. In camera da letto si fermdavanti allo specchio. I suoi occhi
avevano la stessa tonalitazzurra della vestaglia di seta ma, a quel-
l'ora, il collo era solcato da rughe sottili. Sono ricca, si disse, reste-
rsola soltanto se lo vorr E si allontan

60.

Sean risaliva lentamente il viale ghiaioso verso casa Goldberg.
Camminava tra due file d'alberi circondate da prati verdi che
si arrampicavano con una serie di terrazze verso la facciata
rococdella casa. Era una mattinata calda e i colombi sugli alberi
tubavano sonnacchiosi.
Da un boschetto ornamentale gli giunse il suono argentino di
una risata. Si fermad ascoltare e a un tratto perse ogni coraggio.
Come l'avrebbe accolto? Non aveva risposto alla sua lettera.
Facendosi animo lasciil viale e attraversil tappeto erboso fi-
no all'orlo di un anfiteatro. Nella conca sotto di lui c'era una copia
in miniatura dei Partenone. Terse, candide colonne di marmo, at-
torniate da una vasca circolare. Sean vide le forme delle carpe nuo-
tare lentamente nell'acqua verde, sotto le foglie delle ninfee, i cui
fiori si dispiegavano in petali bianchi, dorati e color porpora.
Ruth sedeva sull'orlo della vasca. Era vestita di bianco, dal collo
alla punta delle scarpette, ma le braccia erano nude e le tendeva in
avanti, dicendo a voce alta: 青ammina, Storm. Alzati e vieni dalla
mamma
A dieci passi di distanza, col didietro saldamente incollato all'er-
ba, Storm Friedman osservava seria la madre da sotto una frangia
di capelli neri.
Vieni, piccola la incitRuth, e, con decisione, la bambina
appoggile mani a terra. Lentamente alzil sederino grassoccio
finchquesto fu puntato verso il cielo, esibendo un indumento tutto
pizzo e nastri sotto la corta gonnellina. Restcosper alcuni secon-
di, poi, con sforzo, si alzin piedi e rimase in precario equilibrio
sulle gambette rosa. Ruth battle mani e Storm sorrise, trionfante,
mostrando ben quattro denti bianchi.
俟u, vieni dalla mamma rise Ruth, e la piccola fece una doz-
zina di passi, prima di abbandonare quell'assurda e scomoda forma
di locomozione. Quindi si lascicadere sulle mani e sulle ginocchia,
completando il percorso a quattro zampe.
Hai barato! la accusRuth, alzandosi per afferrarla sotto le
braccia e sollevarla di scatto al di sopra della sua testa. La bambina
strillava di gioia. Ancora! ordin Ancora! Sean avrebbe voluto ridere con loro. Correre gie stringerle en-
trambe tra le braccia. Perchdi colpo capche lc'era il vero signi-
ficato della vita, la ragione dell'esistenza. Una donna e un bambi-
no. La sua donna e la sua bambina.
Ruth alzlo sguardo, vide Sean e impietr con la piccola stretta
al petto. Il suo volto era privo d'espressione, mentre lo guardava
scendere i gradini dell'anfiteatro.
Salve disse Sean, fermandosi di fronte a lei e rigirando gof-
famente il cappello tra le mani.
Salve, Sean mormorlei, poi gli angoli della sua bocca si
sollevarono in un timido, incerto sorriso e il sangue le afflualle go-
te. Ci hai messo costanto che credevo non venissi pi Sean s'illumine fece un passo avanti, ma in quel momento
Storm, che aveva continuato a guardarlo con curiosit comincia
saltare tra le braccia della madre strillando: Uomo! Uomo!
Con i piedi puntati contro lo stomaco di Ruth, si spingeva verso
l'alto. Poi si buttin fuori, in direzione di Sean, decisa a raggiun-
gerlo, e Ruth fu colta di sorpresa. Sean dovette lasciare il cappello e
afferrare la piccola prima che cadesse.
Ancora! Ancora! gridava Storm, continuando a saltare tra le
braccia di Sean. Una delle poche cose che Sean sapeva sui bambini
piccoli era che essi hanno sulla sommitdella testa un punto molle
ed estremamente vulnerabile, quindi stringeva a sla figlia, con la
paura di lasciarla cadere e, nel contempo, di comprimerla troppo.
FinchRuth smise di ridere e lo liberdel suo fardello, dicendo:
Raggiungiamo gli zii sulla veranda. E' giusto l'ora del t
Attraversarono pian piano il prato, tenendo ciascuno una mano
di Storm, cosche la piccola non doveva p檡 concentrarsi sull'equili-
brio e poteva dedicare tutta la sua attenzione al modo affascinante
in cui i suoi piedi apparivano e sparivano alternativamente sotto di
lei.
Sean. C'una cosa che devo sapere innanzi tutto. Ruth guar-
dava la figlia, non lui. Hai... Fece una pausa. Saul... Avresti
potuto impedire quello che accaduto? Voglio dire, tu non hai... La sua voce treme si spense.
No rispose semplicemente Sean.
亮iuramelo. Per la tua speranza nella salvezza eterna, giura-
melo. Te lo giuro, Ruth. Lo giuro su... Cercqualcosa, non la pro-
pria vita, perchnon era abbastanza importante. Lo giuro sulla vi-
ta di nostra figlia. E Ruth sospirdi sollievo. Per questo non ti ho scritto. Dove-
vo sapere, prima. Sean moriva dalla voglia di dirle che ora l'avrebbe portata via
con s di parlarle del Lion Kop e dell'immenso edificio vuoto che
aspettava lei per diventare una vera casa. Ma sapeva che non era il
momento... Non subito dopo aver parlato di Saul. Avrebbe aspet-
tato.
Aspett mentre veniva presentato ai Goldberg e quindi lasciato
con loro quando Ruth entrin casa per affidare la piccola alla go-
vernante. Aspett mentre sorseggiava una tazza di te faceva con-
versazione con gli zii, cercando di evitare che potessero leggere nei
suoi occhi, quando guardava Ruth.

Aspettfinchfurono soli sul prato, e allora disse: Ruth, tu e
Storm verrete a casa con me
Ruth si fermdavanti a una pianta di rose, colse un bocciolo
giallo chiaro e, con la fronte lievemente aggrottata, strapptutte le
piccole spine rosse prima di guardare Sean.
Davvero, Sean? chiese con aria innocente, ma Sean si sarebbe
dovuto allarmare per lo scintillio di diamante degli occhi.
Certo. Nel giro di qualche giorno possiamo sposarci. Non ci
vorrdi piper ottenere un permesso speciale e preparare i tuoi ba-
gagli. Poi ti portera Lion Kop. Ti ho parlato di ... ? Accidenti disse lei a voce bassa. Accidenti alla tua arrogan-
za. Accidenti alla tua presunzione. Sean la guarda bocca spalan-
cata.
Arrivi qui con la frusta in mano, la schiocchi una volta e ti
aspetti che io abbai e salti attraverso il cerchio. Ruth si stava infer-
vorando. Non so quali siano stati i tuoi rapporti con le donne fino
a oggi... Ma io non sono una di quelle che seguono le truppe, e non
intendo essere trattata come tale. Ti mai passato per la testa anche
solo per un secondo che potrei non essere disposta ad accettare il
gran favore che intendi accordarmi? Per caso hai dimenticato che
sono vedova da soli tre mesi? Quale suprema mancanza di sensibili-
tti ha fatto credere che sarei corsa dalla tomba di un uomo alle
braccia amorevoli di un altro? Ma, Ruth, io ti amo disse Sean, cercando di arrestare quel
fiotto di parole. Ruth lo interruppe.
Allora provamelo, dannazione! Provalo con la gentilezza. Pro-
valo trattandomi come una donna e non come un oggetto. Provalo
con la comprensione! La sorpresa in Sean cedette il posto a una collera non meno in-
tensa di quella di Ruth e, a propria volta, le parlcon rabbia. Non
hai fatto tante dannate storie la sera del temporale... E neanche
dopo! Come se l'avesse schiaffeggiata, Ruth fece un passo indietro e il
bocciolo di rosa le cadde di mano. Mascalzone disse tra i denti.
Vattene, e non tornare mai pi Servo suo, signora. Sean si ficcil cappello in testa, girsui
tacchi e si allontan Arrivato sul viale, i suoi passi rallentarono; in-
fine si ferm lottando con la rabbia e con l'orgoglio.
Lentamente, si volt Il prato era vuoto. Lei se n'era andata.
Ruth corse su per lo scalone di marmo, ma, quando raggiunse la
finestra della sua camera, Sean era a metdel viale. Dall'alto del se-
condo piano la sua figura, accorciata dalla prospettiva, appariva
massiccia, e il vestito scuro spiccava nettamente sulla ghiaia. Rag-
giunse il cancello e si ferm Ruth si sporse dal davanzale della fine-
stra, cosche Sean potesse vederla pifacilmente, quando si fosse
voltato. Lo vide accendere con lenti gesti un lungo sigaro nero, but-
tare via il fiammifero, aggiustarsi il cappello sul capo, raddrizzare le
dietro la quale era scomparso. Poi, lentamente, si staccdalla fine-
stra e anda sedersi sul letto.
Perchnon ha capito? si chiese a bassa voce.
Sapeva che avrebbe pianto, dopo, durante la notte, quando sa-
rebbe cominciata la vera solitudine.

61.

Sean arriva Ladyburg nel pieno di una giornata nebbiosa ti-
pica dell'inverno nel Natal. Mentre il treno sbuffava sull'orlo
della scarpata, Sean stava in piedi sulla piattaforma esterna in
fondo al vagone e guardava la grande macchia verde sulle colline di
Lion Kop. Quella vista lo emozionava, ma il suo orgoglio era vena-
to di tristezza.
Sono arrivato a metdella corsa. Fra qualche mese compir quarantun anni. Da tante lotte e assurditdovrpure venir fuori
qualcosa. Tiriamo un ple somme.
In contanti ho poco pidi duemila sterline (omaggio dell'Uffi-
cio Risarcimenti di Guerra). Possiedo quindicimila acri di terra, pi un'opzione sull'acquisto di altrettanti. Ho diecimila acri piantati ad
acacie che, fra un anno, saranno pronte per la scortecciatura. I pre-
stiti che ho ottenuto grazie a questa garanzia sono pesanti, ma non
opprimenti, per cui posso definirmi un uomo ricco.
Fisicamente, ho qualche capello grigio, una collezione di cicatri-
ci e il naso rotto. Ma sono ancora capace di sollevare e trasportare
un sacco di granturco da ottanta chili sotto ciascun braccio e di
mangiare mezzo agnello a pasto; senza binocolo posso contare le te-
ste di un branco di antilopi a tre chilometri di distanza; e Candy,
che se ne intende, non si mai lamentata della mia virilit No, non
sono ancora vecchio.
A parte ci ho un figlio che mi appartiene (e un figlio e una fi-
glia che non mi appartengono). Benchabbia perduto il migliore, ho
degli amici... Ho forse piamici che nemici.
Ma altrettanto importante quanto tutto questo lo scopo, la di-
rezione che finalmente ho dato alla mia vita. Ora so che cosa voglio.
La mia rotta segnata e il vento in poppa.
Questo l'attivo. Ciche mio, da usare e da godere.
E il passivo? Denaro preso in prestito, l'odio di un fratello e di
un figlio, e Ruth.
Ruth non c' Ruth non c' sferragliavano le ruote sotto il vago-
ne. Ruth non c' Ruth non c' sembravano beffarlo.
Sean aggrottla fronte e cercdi sviare quel pensiero.
Vento in poppa! Vento in poppa! comincia ripetersi mental-
mente.
Nei mesi che seguirono Sean dedictutta la sua energia allo svi-
luppo di Lion Kop. Pianificil taglio della corteccia, decidendo di
scortecciare un terzo delle piante un anno prima che giungessero a
maturite un altro terzo in ciascuno dei due anni successivi. Per
provvedere un avvicendamento, usle duemila sterline non per ri-
fondere i prestiti, ma per piantare ad acacie il resto della terra.
Quando ebbe finito, dovette cercarsi qualcos'altro da fare. Acqui-
stati un teodolite e un manuale di topografia, disegnla mappa della
sua tenuta, indicando ogni filare, e progettnuove strade di accesso
alle piantagioni per il momento in cui sarebbe iniziata la scorteccia-
tura.
Di nuovo si trovsenza occupazione, quindi anda trovare Den-
nis Petersen e passun'intera giornata a litigare per l'acquisto di
Mahoba Kloof, la tenuta su cui aveva l'opzione. Non aveva contan-
ti, e Jackson, della Natal Wattle, sobbalzsulla sedia, quando Sean
gli fece capire che avrebbe gradito un altro prestito. Quando Dennis
rifiutdi prorogare i termini di scadenza dell'opzione, Sean anda
trovare Ronny Pye alla Ladyburg Banking & Trust. Era un tentativo
disperato, e Sean rimase molto sorpreso quando Ronny, offertigli un
sigaro e una tazza di caff ascoltgentilmente le sue proposte.
Stai puntando tutto su un unico cavallo, Sean lo ammon
Ce n'uno solo in questa corsa. Non posso perdere. Molto bene disse Ronny, annuendo. Ecco ciche posso fa-
re per te. Ti anticiperl'intero prezzo d'acquisto di Mahoba Kloof,
pialtre diecimila sterline per svilupparlo. In cambio mi firmerai
una prima ipoteca su Mahoba Kloof, e una seconda su Lion Kop,
dopo che avrai rifuso il prestito alla Natal Wattle. Sean accett Una settimana dopo, Ronny Pye anda trovare
Jackson a Pietermaritzburg. Dopo le schermaglie preliminari,
Ronny chiese:
Mi dica, signor Jackson, tranquillo riguardo a quei prestiti
che ha fatto a Courteney? L'altro esit La garanzia buona... Permi sembra che si stia
esponendo un ptroppo. Al che Ronny insinucon delicatezza: Forse potrei essere di-
sposto a rilevarli e Jackson si fregpensosamente il naso per na-
scondere il sollievo.
Sean lancicon entusiasmo il suo esercito di zulu sulle terre ver-
gini di Mahoba Kloof. Si beava delle lunghe file di negri sudati che
cantavano aprendo la ricca terra rossa e mettendo a dimora i fragili
virgulti.
In quei giorni Dirk era il suo fedele compagno. Le sue presenze a
scuola divennero sempre pisporadiche. Convinto che il figlio non
sarebbe mai diventato uno studioso, Sean faceva finta di credere ai
disturbi gastrici che la mattina impedivano al figlio di andare a scuo-
la, ma che sparivano come per miracolo pochi minuti dopo, permet-
tendogli di seguire il padre nelle piantagioni. Dirk imitava i gesti di
Sean, il suo modo di stare a cavallo, la sua lunga falcata. Ascoltava
attentamente le frasi del padre e poi le ripeteva, senza omettere le im-
precazioni. Nel tardo pomeriggio andavano a caccia di quaglie, fa-
giani e faraone sui pendii della scarpata. La domenica, quando Sean
si ritrovava coi vicini per cacciare il bushbuck, per giocare a poker o
semplicemente a bere brandy e a conversare, Dirk era sempre con
lui.
Nonostante le proteste di Sean, Ada era tornata con le sue ragaz-
ze nel villino di Protea Street. Cosla casa sul Lion Kop era un gran-
de guscio vuoto. Sean e Dirk usavano soltanto tre delle quindici
stanze, e anche quelle erano sommariamente arredate. Niente tappeti
sui pavimenti, nquadri alle pareti. Qualche sedia a braccioli di
cuoio, letti di ferro, tavoli fatti con assi d'abete, un paio di armadi a
muro. In un angolo erano ammucchiati i libri, in un altro le canne da
pesca. Due fucili e una carabina stavano nella rastrelliera di fianco al
caminetto. Sul pavimento di legno non lucidato c'era parecchia pol-
vere, con lanugine sotto le sedie e i letti, e macchie scure lasciate dai
cuccioli di pointer; la camera di Dirk, dove Sean non entrava mai,
era un caos di vecchi calzini, camicie sporche, quaderni di scuola e
trofei di caccia.
Sean non nutriva alcun interesse per la casa. Era un posto in cui
mangiare e dormire, con un tetto per ripararsi dalla pioggia, un ca-
mino per riscaldarsi e qualche lampada per coltivare la sua nuova
passione per i libri. Col naso sormontato da occhiali da lettura ac-
quistati da un commesso viaggiatore, Sean trascorreva le sue serate
immerso in volumi di politica e di viaggi, di economia e di topogra-
fia, di matematica e di medicina, mentre Dirk, apparentemente oc-
cupato nei suoi compiti di scuola, non gli staccava gli occhi di dosso.
Certe sere, quando si dedicava alla corrispondenza, Sean si dimenti-
cava di lui, e Dirk restava alzato fin dopo mezzanotte.
Sean era in rapporto epistolare tanto con Leroux quanto con
Jannie Niemand, che erano diventati un importante binomio politico
nel Transvaal e giesercitavano su Sean una gentile pressione. Vole-
vano che organizzasse e dirigesse nel Natal l'equivalente del loro
Partito sudafricano. Ma Sean esitava. Non ancora, forse piavanti,
diceva.
Una volta al mese riceveva una lunga lettera da John Acheson. Il
generale era tornato in Inghilterra e alla gratitudine della nazione.
Adesso era Lord Caisterbrook e, dal suo seggio alla Camera dei Pa-
ri, teneva informato Sean sugli affari di stato e sugli umori del popo-
lo britannico.
Ogni tanto, pispesso di quanto fosse opportuno, Sean pensava
a Ruth. Allora diventava intrattabile e triste e si sentiva disperata-
mente solo. Il desiderio di una donna cresceva in lui, impedendogli
di dormire, finchsi risolveva a recarsi da un'affettuosa vedova che
viveva in uno dei cottage vicini ai nuovi depositi ferroviari.
Tuttavia si considerava felice, fino a quel giorno dell'inizio di
settembre del 1903, quando ricevette un elegante cartoncino stampa-
to in rilievo. Esso diceva semplicemente:

La Signorina Storm Friedman ha il piacere di invitare il Colon-
nello Sean Courteney alla festa per il suo terzo compleanno.
26 Settembre, ore 16,00.
The Golds, Chase Valley,
Pietermaritzburg.
R.S.V.P.

Nell'angolo a destra in basso c'era l'impronta di un polpastrello
sporco d'inchiostro, grande all'incirca come una moneta da tre
penny.

62.

I giorno ventiquattro Sean prese il treno per Pietermaritzburg
e, dalla stazione, Dirk torncon Ada nel villino di Protea
Street.
Quella notte Mary era sveglia e lo sentpiangere per la partenza
del padre. Soltanto un sottile tramezzo di legno li divideva. Il cotta-
ge della signora Courteney non era stato progettato come sartoria e
come alloggio per le lavoranti; quindi Ada aveva risolto il problema
chiudendo la grande veranda sul retro e dividendola in stanzette ab-
bastanza grandi da contenere un letto, un armadio e un lavabo. In
una di queste dormiva Mary, e quella notte Dirk occupava la stan-
zetta accanto alla sua.
Per un'ora Mary rimase distesa ad ascoltarlo, pregando silenzio-
samente che quel lungo pianto spossasse il ragazzo e Dirk finisse
con l'addormentarsi. Due volte sperche fosse accaduto, ma, dopo
un silenzio di pochi minuti, i singhiozzi ricominciavano. E ognuno
di essi era simile a un ago che le trafiggesse il petto, cosche se ne
stava immobile e rigida, stringendo i pugni fino a sentir male.
Dirk era diventato il centro della sua esistenza. Era l'unica torre
splendente in un deserto desolato. Lo amava con devozione ossessi-
va, perchera cosbello, cosgiovane, pulito e franco. Amava la le-
vigatura della sua pelle e la seta dei suoi capelli indocili. Quando
guardava Dirk, non pensava pial proprio volto. A quella faccia
butterata e rovinata.
I mesi durante i quali era stata separata da lui le erano parsi si-
mili a un'agonia, un periodo cupo e solitario. Ma ora egli era torna-
to e aveva di nuovo bisogno del suo conforto. Mary sguscifuori
del letto e rimase in ascolto, tesa, in un atteggiamento che era l'im-
magine della compassione. E cospietosa era nei suoi confronti la
luce della luna che, filtrandattraverso la zanzariera della finestra,
sfumava i segni delle cicatrici che le deturpavano il volto, mostran-
dolo come sarebbe potuto essere. Sotto la leggera camicia da notte,
il suo corpo ventenne era snello, ma col seno ben sviluppato, immu-
ne dai segni che le rovinavano il viso. Un corpo giovane e morbido,
avvolto in un bianco alone lunare, come quello di un angelo.
Il ragazzo singhiozzdi nuovo e Mary gli si avvicin 非irk
bisbigli inginocchiandosi accanto al suo letto. 非irk, ti prego,
non piangere, ti prego, caro. Dirk soffocun grosso singhiozzo e si voltdall'altra parte, in-
crociando le braccia sul viso.
俟st, tesoro. Va tutto bene adesso disse Mary, accarezzando-
gli i capelli. Il suo gesto suscituna nuova effusione di dolore, un
dolore che lacrimava e sussultava nel buio. 保h, Dirk, ti prego... E Mary s'infilnel suo letto. Le lenzuola erano calde e umide nel
posto gioccupato dal ragazzo. Mary lo abbracci strinse il suo
corpo caldo contro il proprio petto e comincia cullarlo. La sua so-
litudine la stava travolgendo. La sua voce divenne roca, mentre bi-
sbigliava parole di conforto. Si avvinghia lui, spinta da un biso-
gno molto piforte di quello del ragazzo.
Un ultimo singhiozzo convulso e Dirk tacque. Mary sentla ten-
sione sparire dalla schiena e dalle natiche dure e rotonde premute
contro il suo ventre. Lo strinse ancora piforte, mentre le sue dita
scivolavano dalle guance alla gola di lui.
Dirk si voltverso di lei, girando nel cerchio delle sue braccia.
Mary sentil petto del ragazzo sollevarsi in un sospiro, poi la sua
voce soffocata dalla pena: Papnon mi vuole bene. E' andato via
e mi ha lasciato
Io ti voglio bene, Dirk mormorMary. Ti voglio tanto be-
ne... Tutti te ne vogliamo, caro. E gli bacigli occhi, le guance, la
bocca. Le sue calde lacrime sapevano di sale.
Dirk sospirdi nuovo e chinla testa sul petto di lei. Mary gli
posuna mano sulla nuca e lo trasse pivicino. Dirkie... La sua voce era come inaridita dallo strano, nuovo
calore che le cresceva dentro.
L'indomani Dirk si sveglilentamente, con un senso di meravi-
glia. Rimase un poco sdraiato a pensare, dapprima incapace di
identificare lo strano senso di benessere che lo possedeva. Poi sent Mary muoversi dietro il tramezzo, lo scroscio dell'acqua versata
dalla brocca nel catino, il fruscio delle vesti. Infine il suono della
porta che si apriva e si richiudeva pian piano, i passi verso la cu-
cina.
Gli eventi della sera prima emersero nella coscienza di Dirk, niti-
di e precisi in ogni particolare. Non del tutto compresi, ma cospre-
sentda oscurare qualsiasi altra cosa nella sua mente. Scostle co-
perte, si alzsui gomiti e, sollevata la camicia, contemplil proprio
corpo come se non l'avesse mai visto prima. Sentdei passi che si
avvicinavano. Si ricoprin fretta e finse di dormire.
Mary entrsilenziosamente e possul comodino un piatto con
una tazza di caffe qualche biscotto. Dirk aprgli occhi e la
guard
Sei sveglio disse Mary.
S Dirk... cominciMary, e il sangue le afflual volto, chiaz-
zando la pelle butterata delle guance. La sua voce divenne un bisbi-
glio tremante per la vergogna. Non devi dirlo a nessuno. Devi di-
menticare... Quello che successo. Dirk non rispose.
Promettimelo, Dirkie. Ti prego, promettimelo. Dirk annu senza parlare. Assaporava la sensazione di domi-
narla.
E' stato uno sbaglio, Dirkie. Una cosa terribile. Non dobbiamo
nemmeno pipensarci. Raggiunse la porta.
Mary. S La ragazza si fermsenza voltarsi, il corpo teso come
quello di un uccello pronto a spiccare il volo.
Non lo dira nessuno... Se ritorni stanotte. No sibillei violentemente.
Allora lo diralla nonna. No! Oh, Dirkie. Non vorrai fare una cosa simile! Era tornata
accanto al letto e ora s'inginocchiava, gli prendeva una mano.
Non puoi, non devi. Me l'hai promesso. Verrai? chiese Dirk con calma. Mary scrutil suo viso, la se-
rena perfezione della pelle abbronzata, gli occhi verdi, la seta nera
dei capelli che si arricciavano sulla fronte.
Non posso. E' una cosa terribile quella che abbiamo fatto. Allora lo dir concluse Dirk.
Mary si alze usclentamente dalla stanzetta, con le spalle cur-
ve, in atteggiamento di resa. Sapeva che quella sera sarebbe tornata.

63.

Il una carrozza presa a nolo Sean arrivpuntualmente alla resi-
denza dei Goldberg. Giunse carico di doni, come il corteo dei
Re Magi, coi sedili della vettura coperti di pacchi. Tuttavia, la
sua scarsa conoscenza dei gusti d'una bambina di tre anni si riflette-
va nella scelta dei doni. Ogni singolo pacco conteneva una bambo-
la. Grandi bambole di porcellana che chiudevano gli occhi quando
si piegavano all'indietro, bambole di pezza con le trecce bionde,
una che faceva pipi, un'altra che piangeva quando le si schiacciava
il pancino, bambole in una dozzina di costumi nazionali e bambo-
lotti in fasce.
Mbejane seguiva la carrozza recando il dono che Sean conside-
rava un capolavoro d'originalit Era un pony Shetland pezzato,
completo di martingala, redini e una sella inglese lavorata a
mano.
Il viale d'accesso era ingombro di vetture. Sean dovette fare a
piedi gli ultimi cento metri, con una pila di pacchi sulle braccia. In
quelle condizioni procedeva con difficolt Prendendo come punto
di riferimento il tetto della casa sovraccarico di ornamenti, che po-
teva appena intravedere al di sopra della pila di pacchi, avanzalla
cieca attraverso il prato all'inglese. A un certo punto comincia
sentire degli strilli continui e acuti, sempre piforti via via che pro-
cedeva, e quindi avvertuna mano che gli tirava con insistenza i
pantaloni. Si ferm
Sono miei quei regali? chiese una voce da qualche parte, sot-
to il livello delle sue ginocchia. Sean piegla testa di lato e abbass lo sguardo su un faccino da madonna in miniatura, alzato verso di
lui: grandi occhi luminosi in un ovale d'innocente purezza incorni-
ciato di riccioli neri. Il cuore di Sean sussult
Dipende da come ti chiami esit
Sono la signorina Storm Friedman, della tenuta The Golds
Chase Valley, Pietermaritzburg. Adesso sono miei quei regali? Sean si accoccol cosche il suo volto fu quasi all'altezza di
quel faccino da madonna. Cento di questi giorni, signorina Fried-
man disse.
Oh, bene! La piccola si buttsui pacchi, tremando per l'ecci-
tazione, mentre intorno a loro una cinquantina di altri bambini con-
tinuavano a strillare. Storm apri pacchetti in rapidissima successio-
ne, usando i denti dove le dita non riuscivano. Uno dei suoi piccoli
invitati tentdi aiutarla, ma lei gli balzaddosso come un cucciolo
di pantera urlando: Sono i miei regali! e il marmocchio batt prontamente in ritirata.
Infine, seduta tra una confusione di carte e di bambole, indicil
pacchetto rimasto nelle mani di Sean. E quello? domand
Sean scosse la testa. No, questo per tua mamma. Ma, se
guardi dietro di te, forse troverai qualcos'altro. Mbejane, con un largo sorriso, teneva per le briglie il cavallino
pezzato. Per qualche secondo Storm restsopraffatta dall'emozio-
ne e fu incapace di parlare, poi, con un grido stridulo balzin pie-
di. Abbandonando l'esercito di bimbe appena adottate, corse dal
pony. Dietro di lei uno stormo di bambine calsulle bambole, come
un branco di avvoltoi quando il leone abbandona una preda.
Mettimi su! Mettimi su! gridava Storm, saltando con freneti-
ca impazienza. Sean la prese in braccio e, al contatto di quel corpi-
cino caldo che si dibatteva, il suo cuore sussultdi nuovo. Dolce-
mente la sistemsulla sella, le mise in mano le redini e, tenendo il
pony per il barbazzale, la condusse verso la casa.
Come una regina in parata, seguita da un esercito di attendenti,
Storm raggiunse la terrazza superiore.
Ruth era in piedi davanti a un lungo tavolo pieno di cibi preliba-
ti, insieme con i genitori dei piccoli ospiti di Storm. Sean cedette il
pony a Mbejane, raccomandandogli: Stalle bene attento e attra-
versl'ultima striscia di prato. Conscio delle decine di occhi puntati
su di lui, ringraziil cielo per l'ora trascorsa quel mattino dal bar-
biere e per la cura dedicata al proprio abbigliamento: un completo
di costosa lana inglese, stivali lucidissimi, una bella catena da orolo-
gio d'oro massiccio sul panciotto e un garofano bianco all'oc-
chiello.
Si fermdavanti a Ruth e si tolse il cappello. La donna tese la
destra a palmo in gi Sean sapeva che ciche si aspettavano da lui
non era una stretta di mano. Sean, grazie d'essere venuto. Sean prese la mano. Fu una misura dei suoi sentimenti per lei il
fatto che si piegasse a sfiorarla con le labbra: un gesto che egli con-
siderava francese ciofatuo e poco dignitoso. Grazie d'avermi
invitato, Ruth. Sean tolse la scatola da sotto il braccio e gliela porse. Ruth l'apr senza dire una parola e le sue guance arrossirono di piacere quando
vide il fascio di rose a gambo lungo che conteneva.
Oh, che gentile! E il cuore di Sean trasalancora, mentre
Ruth sorrideva, guardandolo negli occhi. Poi la donna lo prese a
braccetto: Vieni, voglio farti conoscere i miei amici
Quella sera, quando gli altri ospiti se ne furono andati e Storm,
prostrata dalla stanchezza fisica e nervosa, fu a letto, Sean si trat-
tenne a cena. Ormai sia mamma sia papGoldberg avevano capito
che l'interesse del signor Courteney per la loro nipote non era dovu-
to soltanto ai suoi precedenti rapporti con Saul. Per tutto il pome-
riggio Sean aveva seguito Ruth in giro per il prato come un enorme
cane di San Bernardo appiccicato alla coda di una graziosa barbon-
cina.
Durante la cena Sean, che si sentiva piuttosto contento di se
stesso, di Ruth, dei Goldberg e della vita in generale, riusca con-
vincere mamma Goldberg e perfino il vecchio e sospettoso Ben di
non essere un avventuriero senza un soldo. Rimasti soli con il
brandy e i sigari, i due uomini parlarono di Lion Kop e di Mahoba
Kloof. Sean fu estremamente sincero riguardo al rischio finanziario
che correva. Ben rimase impressionato dall'ammontare della posta
in gioco e dalla sua fredda valutazione delle probabilit Era stato
grazie a un colpo del genere che Ben Goldberg era arrivato alla sua
posizione attuale. Questo ricordo gli destun vago sentimento di
nostalgia dei bei tempi passati, cosche, quando raggiunsero le si-
gnore, il vecchio gli dava colpetti sulla spalla e lo chiamava ragaz-
zo mio
Sulla scala esterna, quando fu sul punto di andarsene, Sean
chiese: Posso tornare, Ruth? e lei rispose: Ne sarei felice
Allora cominciquella che per Sean fu una nuova forma di cor-
teggiamento. Con sua sorpresa, scoprche, in fondo, gli piaceva.
Ogni venerdsera prendeva il treno per Pietermaritzburg e s'instal-
lava al White Horse Hotel. Da questa base conduceva il suo attac-
co. Ci furono pranzi, a The Colds, in casa di amici di Ruth o nei ri-
storanti della citt dove Sean fungeva da anfitrione. Ci furono bal-
li, pomeriggi all'ippodromo, picnic e cavalcate sulla collina, con
Storm sul suo pony che trotterellava in mezzo a loro. Durante le as-
senze del padre da Ladyburg, Dirk si trasferiva nel villino di Ada, e
Sean era molto sollevato, perchora il ragazzo sembrava accettare
la cosa di buon grado.
Quindi arrivil momento in cui i primi lotti di acacie furono
pronti per l'ascia, e Sean decise di usare questo fatto come pretesto
per attirare Ruth a Ladyburg. I Goidberg divennero di ghiaccio non
appena Sean aprbocca, ma si sciolsero quando egli consegnloro
una lettera in cui Ada invitava Ruth a trattenersi come sua ospite
per una settimana. Sean continuspiegando che si trattava di una
specie di festa per la prima scortecciatura, che sarebbe iniziata al
termine di quella settimana, e aggiungendo che, in seguito, egli non
avrebbe potuto lasciare Ladyburg per alcuni mesi.
Mamma Goldberg, in cuor suo felicissima d'avere Storm tutta
per sper un'intera settimana, esercituna sottile influenza su Ben,
il quale, sebbene molto a malincuore, fincol dare il proprio con-
senso.
Sean decise che Ruth sarebbe stata trattata come un membro
della famiglia reale in visita... E che quel soggiorno avrebbe segnato
l'apice del suo corteggiamento.

64.

Come uno dei pigrossi proprietari terrieri dei distretto e in
qualitdi colonnello insignito di due decorazioni, Sean oc-
cupava un posto molto elevato nella complessa struttura so-
ciale di Ladyburg. Percii preparativi per la visita di Ruth produs-
sero un clima di eccitazione e di curiositche contagil'intero di-
stretto. Quando Sean comincia distribuire gli inviti per la serie di
intrattenimenti che stava organizzando, tutte le donne fecero una
rapida ispezione ai propri guardaroba e misero mano ai cestini da
lavoro. Gli allevatori che vivevano ai limiti del distretto chiedevano
ospitalitai parenti e agli amici pivicini alla citt Altri membri
importanti della comunit temendo per il proprio prestigio, si reca-
rono a Lion Kop con offerte di svariati intrattenimenti per le tre
giornate che Sean aveva lasciato libere da impegni. Per non offen-
derli Sean dovette acconsentire, benchcoltivasse certi suoi progetti
privati.
Ada e le sue ragazze furono sommerse da ordinazioni, ma trova-
rono ugualmente un pomeriggio libero per salire a Lion Kop armate
di piumini per la polvere, spazzoloni e barattoli di cera. Sean e Dirk
furono cacciati di casa e trascorsero il pomeriggio cavalcando per la
tenuta, in cerca del posto migliore per la grande battuta al bush-
buck che avrebbe costituito il clou della settimana.
Con i suoi zulu, Mbejane abbattil fitto intrico di arbusti intor-
no alla casa e scavla buca per il barbecue.
Il Consiglio d'amministrazione della cittadina si riunin segreto
e i suoi membri, contagiati dall'eccitazione generale e forniti di ri-
gorose istruzioni da parte delle consorti, votarono all'unanimit un'accoglienza civica alla stazione e un gran ballo per la sera stessa.
Dennis Petersen, che si era gimesso d'accordo con Sean per un
barbecue a casa sua proprio la sera dell'arrivo di Ruth, fu placato
con la promessa che sarebbe stato lui a tenere il discorso di benve-
nuto alla stazione.
Sean anda trovare Ronny Pye e fu di nuovo molto sorpreso
quando il banchiere gli concesse senza alcuna difficoltun altro
prestito di mille sterline. Ronny firml'assegno con l'aria soddi-
sfatta di un ragno che sta tessendo l'ultimo filo della propria tela, e
Sean partimmediatamente per Pietermaritzburg, in cerca di un
gioielliere. Torna casa con cinquecento sterline di meno, ma, nella
tasca interna della giacca, aveva un minuscolo pacchetto con un
enorme diamante quadrato montato su platino. Dirk era venuto a
prenderlo alla stazione. Sean gli diede una rapida occhiata e lo sped dal barbiere.
La sera precedente l'arrivo di Ruth, Sean e Mbejane piombaro-
no su Dirk di sorpresa e, nonostante le sue proteste, lo trascinarono
nella stanza da bagno. Sean rimase sbalordito dalla quantitdi
sporcizia che rimosse dalle orecchie di Dirk e dal modo in cui la sua
abbronzatura si dissolse prontamente sotto l'effetto del sapone.

Il mattino dopo, quando il suo vagone si fermcon una brusca
scossa davanti alla stazione di Ladyburg, Ruth si trovdavanti una
gran folla che circondava un'area delimitata da cordoni. Soltanto
una famiglia non era rappresentata nel comitato di ricevimento, che
includeva tutti gli allievi maschi e femmine della Ladyburg High
School vestiti a festa.
Rimase incerta sulla piattaforma esterna del vagone, mentre dal-
la folla si alzava un mormorio di apprezzamento. Ruth aveva atte-
nuato il lutto con un largo nastro rosa intorno al cappello, guanti
rosa e un velo diafano dello stesso colore, che conferiva al suo volto
un tocco di magico mistero. Faceva davvero colpo.
Convinta che ci fosse qualche equivoco, stava per ritirarsi nella
carrozza, quando vide avanzare una delegazione lungo il passaggio
delimitato dai cordoni. Era guidata da Sean, il quale aveva assunto
un'espressione accigliata per nascondere il suo acuto imbarazzo.
Ruth fu colta da un improvviso desiderio di ridere, ma riusca trat-
tenersi, limitandosi a rivolgere un lieve sorriso a Sean, quando que-
sti salaccanto a lei e le prese una mano.
Ruth, mi spiace terribilmente. Non sono stato io a organizzare
questa idiozia... La situazione mi un psfuggita di mano le
spiegin un frettoloso bisbiglio, poi presentDennis Petersen, che
era pomposamente salito dietro di lui. Fu allora che Dennis si volt verso la folla e allargle braccia in un gesto probabilmente simile a
quello di Mosdi ritorno dal monte Sinai.
Signore e signori, cittadini di Ladyburg, amici ... cominci e
dall'esordio Sean capche ne avrebbe avuto per una buona mezz'o-
ra. Lanciun'occhiata a Ruth e vide che sorrideva. Con sorpresa, si
rese conto che la donna si stava divertendo. Sollevato, si rilassun
poco.
E' per me un immenso piacere porgere il benvenuto della nostra
bella citta questa incantevole signora, amica di uno dei nostri pi eminenti ... Le dita di Ruth s'insinuarono furtivamente nella mano
di Sean. Che si rilassancor pi Poi egli scorse il cappello di Ada
tra la folla e le sorrise. Ada rispose lanciando un'occhiata a Ruth e
facendo un cenno di approvazione.
Per un curioso volo pindarico, Dennis stava parlando del nuovo
impianto di filtraggio dell'acqua e dei benefici che ne sarebbero de-
rivati alla comunit .. Ma questa, amici miei, soltanto la prima
di una serie di migliorie progettate dal vostro Consiglio! e fece una
pausa.
Bravo! Bravo! disse Sean a voce molto alta, battendo le ma-
ni. L'applauso fu raccolto dalla folla e Sean fece un passo avanti,
mettendosi tra Dennis e la ringhiera della piattaforma. 非a parte
della signora Friedman e mia, vi ringrazio tutti per la vostra amici-
zia e per questa meravigliosa accoglienza. Poi, piantando Dennis
in asso, Sean fece scendere Ruth, la guiddi volata attraverso un
profluvio di presentazioni e strette di mano, recuperAda e Dirk e
spinse tutti quanti in carrozza.
Mentre Sean e Mbejane si occupavano dei bagagli, le due donne
si sistemarono gonne e cappelli prima di guardarsi negli occhi.
俟ean me lo aveva detto, ma non mi aspettavo che fosse cosbel-
la disse Ada. Arrossendo per il piacere e il sollievo, Ruth si chin istintivamente in avanti per posarle la mano su un braccio.
Desideravo moltissimo conoscerla, signora Courteney. Se prometti di chiamarmi Ada, io ti chiamerRuth. Sean salin carrozza, nervoso e sudato. Filiamocela di qui
disse.

Quella settimana sarebbe stata ricordata per molti anni. Gli
usuali festeggiamenti natalizi apparvero quasi insignificanti al con-
fronto. Le donne gareggiarono nel cucinare montagne di cibo, pre-
parato secondo ricette di cui conservavano gelosamente il segreto.
Negli intervalli tra le fatiche culinarie coltivavano vecchie faide, ne
cominciavano di nuove e si preoccupavano per le loro figliole.
I giovanotti gareggiarono allo stadio e sul campo di polo. Dirk
Courteney risultil piabile e veloce dei suoi coetanei nel piantare
una tenda. Poi capitanla squadra di rugby della sua scuola contro
i ragazzi del Pietermaritzburg College, che stravinsero per trenta a
zero.
Le ragazze gareggiarono con uguale ferocia, dissimulata dietro
rossor e risatine, e il successo dei loro sforzi fu indicato dal numero
di fidanzamenti e di scandali collezionati durante quella settimana.
Gli uomini pianziani sorridevano con indulgenza, finch ani-
mati dall'alcool, mettevano da parte ogni dignite saltellavano an-
simando intorno alla pista da ballo. Ci furono tre incontri di pugila-
to... Ma si svolsero tra vecchi nemici e nessuno di essi fu realmente
degno di nota.
Soltanto una famiglia non partecipai festeggiamenti, e pidi
una ragazza sentla mancanza di Michael Courteney.
Durante uno dei rari momenti di calma, Sean riusca staccare
Ruth da Ada e a portarla nella grande casa sul Lion Kop. Ruth pas-
sin silenzio da una stanza all'altra, studiandole con occhi attenti e
pensosi, mentre Sean le girava attorno sicuro che quel silenzio indi-
casse disapprovazione. Al contrario, Ruth era in estasi; un guscio,
un magnifico guscio vuoto, senza alcuna traccia di altre donne, che
aspettava soltanto lei, Ruth, per prendere vita. Ella sapeva gicon
precisione che tipo di tende occorreva; i suoi tappeti persiani, che lo
zio Isaae le aveva spedito da Pretoria e che ora erano in magazzino,
avrebbero fatto una splendida figura non appena i parquet fossero
stati lucidati. La cucina, naturalmente, doveva essere ricostruita...
con una nuova doppia stufa Agar. La camera da letto...
Incapace di trattenersi, Sean domand Allora, ti piace?
Ruth si voltlentamente, mentre le ombre dei pensieri svaniva-
no dai suoi grandi occhi grigi. Oh, Sean! E' la casa pibella del
mondo. In quel momento magico, Sean pronuncile parole che si era ri-
proposto di dirle quella sera. Ruth, vuoi sposarmi? E Ruth, che aveva pensato di esitare e di chiedere un pdi tem-
po per riflettere, rispose istantaneamente: Oh s Sean, certo!
L'anello destla sua piviva meraviglia.

65.

I gran finale della settimana fu la caccia al bushbuck di Sean
Courteney.
Sean e Dirk arrivarono in Protea Street all'alba, su un car-
ro tirato da buoi. Indossavano rozzi abiti da caccia, e le custodie di
cuoio dei fucili giacevano sul fondo dei carro, dietro i piedi di Sean.
Ci volle quasi un quarto d'ora per trasferire Ruth, Ada e le sue ra-
gazze dal villino al carro. Era come spingere un gruppo di galline
verso la porta del pollaio. Sean riusciva a farle muovere lentamente
davanti a s chioccianti e gesticolanti, in direzione del cancello;
quando erano in prossimitdel recinto, all'improvviso una di esse
lanciava un gridolino: Oh, il mio parasole... Oh, il mio cestino da
lavoro e tornava indietro, arrestando l'avanzata generale.
La terza volta che questo avvenne, Sean sentqualcosa scattare
dentro di s Lanciun urlo rabbioso. Un profondo silenzio cadde
tra le signore e due di esse parvero sul punto di piangere.
Ora non farti prendere dalla collera, caro disse Ada, tentan-
do di calmarlo.
Non mi sto facendo prendere dalla collera. A Sean tremava
la voce, nello sforzo di dominarsi. Conterfino a dieci, e se non
sarete tutte sul carro... Diventeruna belva. Al cinque erano tutte
sedute, e Sean inciti buoi... Sembrava davvero un gallo arruffato.
L'intera popolazione dei distretto di Ladyburg li stava aspettan-
do, in un confuso groviglio di carrozze e di carri tirati da buoi, nel
campo vicino ai depositi ferroviari. Sean passloro accanto, susci-
tando un mormorio di saluti e commenti. A una a una le vetture gi-
rarono, mettendosi in fila dietro di lui, e il lungo convoglio part al-
la volta di Mahoba Kloof. La grande caccia era cominciata.
Al centro della fila qualcuno comincia suonare un organetto, e
piano piano un canto si propagda un carro all'altro, fondendosi
col rumore delle ruote, degli zoccoli e delle risate.
A poco a poco l'irritazione di Sean si calm Sul sedile posterio-
re, le ragazze di Ada stavano cantando Boland Se Nooinentje. Dirk
era saltato gidal carro e con alcuni amici correva davanti ai caval-
li. Con un gesto timido, la mano di Ruth sfioruna gamba di Sean
che, infine, sorrise.
Che splendida giornata, Sean. Mi spiace di averla quasi rovinata. Oh, sciocchezze! Ruth gli si avvicine a un tratto Sean si
sentfelice. Era valsa la pena di fare tanti preparativi. Accanto a lui
Ruth rise piano.
Cosa stai meditando? chiese Sean, prendendole una mano.
Nulla. Ho solo voglia di ridere rispose Ruth. Guarda come
tutto verde! aggiunse, per far distogliere lo sguardo di Sean dal
suo e poterne studiare il volto.
Il piccolo sotterfugio funzion
La terra sembra cosgiovane disse Sean e, mentre osservava
la campagna, i suoi occhi assunsero quell'espressione dolce che era
tanto familiare a Ruth. Ormai la giovane donna sapeva riconoscere
molti dei suoi stati d'animo e stava imparando a suscitarli o a modi-
ficarli. Era un uomo semplice, e proprio in quella semplicitstava
la sua forza. Lcome una montagna, pensRuth: sai come sarnel
sole del primo mattino. Sai che quando il vento soffia da sud ci sar nebbia sulla cresta e che, la sera, le ombre cadranno seguendo un
preciso disegno lungo i pendii e le gole. Eppure sai anche che la for-
ma della montagna rimane sempre la stessa, che non cambiermai.
Ti amo, mia montagna bisbigli e immaginla sua espres-
sione di sorpresa prima ancora che gli balenasse sul volto.
Come? Ti amo, mio uomo si corresse Ruth.
Oh! Anch'io ti amo. E adesso Sean pareva imbarazzato. Mio Dio, potrei mangiarlo!
E se ora mi stringessi a lui e lo baciassi davanti a tutti... Segreta-
mente assaporl'idea.
Cosa diavolo stai architettando? chiese Sean in tono burbero.
Non era possibile che egli leggesse nel suo pensiero con tanta preci-
sione. Ruth lo fisssbalordita. Di colpo la montagna aveva mostra-
to di capire esattamente ciche Ruth sentiva quando lo guardava.
俏iente neg confusa. 侵o non... Prima che Ruth si ren-
desse conto di ciche stava accadendo si trovseduta sulle ginoc-
chia di Sean.
No, Sean, no! sussult ma subito la sua protesta fu soffoca-
ta. Sentle risa delle ragazze di Ada, le grida d'incoraggiamento e
gli applausi dagli altri carri e comincia dibattersi, puntando una
mano contro il petto di Sean e tentando di tenere a posto il cappello
con l'altra.
Quando Sean la ridepose sul sedile, Ruth era a testa nuda, coi
capelli sciolti, le guance e le orecchie in fiamme. Nessuno l'aveva
mai baciata in quel modo.
Bel colpo, Sean! Bis! Bis! Le grida e le risate aumentarono la confusione di
Ruth.
Sei terribile! Usando il cappello per nascondersi, la donna
cercdi controllare il proprio rossore. 亟 davanti a tutta questa
gente, poi! Cosimparerai a non stuzzicarmi, ragazzina! E improvvisamenee Ruth non fu pitanto sicura della forma
della sua montagna.
Il corteo lascila strada principale per imboccare un sentiero ac-
cidentato, guadil fiume, risalla sponda opposta e si sparpagli tra gli alberi. I servi, che aspettavano fin dalla sera precedente, cor-
sero ad afferrare per il morso i cavalli dei loro padroni. Da ogni
carro uscivano chiassose masnade di bambini e cani, seguite da pi dignitosi drappelli di adulti. Le donne si avviavano senza esitazione
verso le due enormi tende montate tra gli alberi, mentre gli uomini
scaricavano i foderi e cominciavano a montare i fucili.
Senza muoversi dal carro, Sean aprla lunga custodia di cuoio e,
mentre le sue mani univano con gesti meccanici le canne al calcio,
osservi preparativi con una certa dose di soddisfazione.
Aveva scelto quel luogo non solo per il boschetto di lill che ad-
densava una fresca ombra su un morbido tappeto di foglie cadute,
o per la vicinanza del fiume, al quale buoi e cavalli si sarebbero po-
tuti abbeverare, ma anche perchera situato ad appena quindici mi-
nuti di cammino dal luogo in cui doveva iniziare la battuta.
Nei giorni precedenti, Mbejane e i suoi zulu avevano ripulito
dalla vegetazione tutto il terreno sotto gli alberi, avevano eretto le
tende e i tavoli, avevano scavato le buche per i fuochi e costruito
perfino due latrine protette da pareti d'erba, discretamente discoste
dall'area principale del campo.
Ora nelle buche divampavano grossi fuochi di legna, che per
mezzogiorno si sarebbero ridotti a strati di brace. I tavoli, intorno
ai quali le donne avevano gicominciato ad affaccendarsi, erano
stracolmi di cibarie. Da quella parte ferveva davvero una grande at-
tivit.. Svolta soprattutto dalle lingue.
Dagli altri carri gli uomini cominciavano a dirigersi verso quello
di Sean, allacciandosi i cinturoni, armeggiando coi fucili e chiac-
chierando con iridifferenza nel tentativo di mascherare l'eccitazione.
Istruito da Sean, Dirk aveva radunato i ragazzi troppo giovani per
usare i fucili, ma troppo grandi per restare con le donne. Costoro
non facevano sforzo alcuno per dissimulare l'eccitazione. Armati di
sikelas, i bastoni da combattimento zulu, davano segni di impazien-
za. Giun ragazzino piangeva forte, massaggiandosi il punto in cui
aveva ricevuto una bastonata scherzosa.
Bene... Ehi, fate silenzio! urlSean. Dirk vi accompagner dai battitori. Ma ricordate! Appena la caccia comincia, restate nella
fila e fate ciche vi sardetto. Se colgo uno di voi che se ne va in
giro per conto suo o precede la fila... Gliene farpassare la voglia a
bastonate, di persona. Capito? Il discorso fu urlato a squarciagola
e, alla fine, Sean aveva il volto acceso.
Ciaggiunse ulteriore peso alle sue parole, e il risultato fu un ri-
spettoso coro di: S signor Courteney
Andate, allora. Urlando e incitandosi reciprocamente a correre, i ragazzi spari-
rono tra gli alberi e un pdi quiete calsul campo.
Mio Dio, quegli scalmanati potrebbero spingere davanti a loro,
non dico i bushbuck, ma tutti gli elefanti, i bufali e i leoni dell'Afri-
ca osservDennis Petersen. Bene, Sean... Quali sono le nostre
posizioni? Sean attese, per rispondere, che tutti gli prestassero attenzione.
Poi annunci 促rima andremo all'Elands' Kloof. Mbejane e due-
cento zulu aspettano il segnale all'imbocco della gola. Noi ci schie-
reremo all'estremitopposta
In che ordine? Calma, calma ridacchiSean. So che non sarebbe necessa-
rio ripetere le regole di sicurezza, ma... e passa elencarle. Nien-
te carabine... Solo fucili. Sparerete soltanto in un arco di quaranta-
cinque gradi direttamente davanti a voi... Niente tiri laterali. Capi-
to, reverendo? aggiunse con enfasi, e l'ecclesiastico, che si lasciava
notoriamente trascinare dall'entusiasmo, assunse un'aria mortifica-
ta. 俗n mio fischio segnalerche i battitori sono troppo vicini: al-
zerete i fucili e scaricherete immediatamente. Ssta facendo tardi, Sean. Passiamo alle posizioni. D'accordo. Io saril fucile di centro. Ci fu un mormorio
d'approvazione. Era abbastanza giusto che il posto migliore toccas-
se all'uomo che organizzava la caccia. Nessuno poteva trovarvi da
ridire. Alla mia sinistra, nell'ordine: il reverendo Smiley... Dato
che, senza dubbio, l'Onnipotente manderil grosso della selvaggina
dalla sua parte, forse ne potrapprofittare. Tutti scoppiarono a
ridere, mentre il reverendo esitava tra l'orrore per la bestemmia e la
gioia per l'ottimo posto assegnatogli. Poi Ronny Pye, Dennis Pe-
tersen, Jan Vermaak, Gerald e Tony Erasmus - voi due accordatevi
da bravi fratelli -, Nick... e Sean continua leggere l'elenco che
teneva in mano. Era, in senso stretto, il registro sociale di Lady-
burg, basato su un esatto e appropriato metro di ricchezza e in-
fluenza, popolarite anzianit A parte l'aver messo se stesso al
centro, Sean non aveva avuto molta parte nella compilazione della
lista... Giustamente, Ada non si era fidata dei suo senso delle diffe-
renze sociali.
E con questo abbiamo sistemato il fianco sinistro. Sean alz gli occhi dal foglio. Era stato cospreso dalla lettura che non si era
accorto dell'atmosfera di tensione e d'attesa che si era creata nell'u-
ditorio. Un cavaliere su un magnifico purosangue aveva attraversa-
to il guado ed era entrato al passo nell'accampamento. Sceso di sel-
la, aveva consegnato l'animale a un paio di servi, che l'avevano
condotto via. Ora l'uomo avanzava verso il carro di Sean, fucile in
mano.
Sean guardda quella parte e lo vide. I suoi occhi si dilatarono,
mentre la gioia cresceva lentamente in lui e le labbra si atteggiavano
a un largo sorriso. 亮arrick, come sono contento che tu sia venu-
to! esclamcon spontaneit ma il viso di Garry rimase inespressi-
vo. Si limita chinare seccamente il capo in un cenno di saluto.
Ma almeno qui, esultSean; ha fatto il primo Passo. Ora toc-
ca a me. Puoi prendere la prima posizione alla mia destra, Gar-
rick. Grazie. Ora Garry sorrideva, ma in modo strano e gelido, e
subito gli voltla schiena per parlare con l'uomo pivicino. Un
piccolo moto di disappunto percorse la folla. Si erano aspettati
qualcosa di spettacolare. Tutti sapevano del cattivo sangue che cor-
reva tra i fratelli Courteney. Ora, con un senso di delusione rivolse-
ro di nuovo la loro attenzione a Sean. Questi findi leggere la lista e
saltgidal carro, mentre la folla si stava gimuovendo in direzio-
ne del terreno di caccia. Sean cercGarrick e lo vide molto lontano,
quasi in testa alla lunga fila di uomini che aveva imboccato il sentie-
ro che conduceva all'Elands' Kloof.
Impazienti, i cacciatori camminavano svelti. Sean capche non
sarebbe riuscito a sorpassare gli uomini davanti a lui per raggiunge-
re Garry. Aspetterfincharriveremo alla gola, si disse. Mio Dio,
che splendida conclusione per questa settimana. Ho Ruth; se solo
potessi riavere anche mio fratello e, con lui, Michael!
Dalla sommitdella gola Sean guardl'Elands' Kloof. Era una
profonda spaccatura, lunga tre chilometri e larga circa cinquecento
metri a quell'estremit ma che, salendo, si restringeva a cuneo, fi-
no a perdersi nell'altopiano. Il fondo era completamente coperto di
fitti arbusti verde scuro, una massa che sembrava impenetrabile, so-
pra la quale pochi alberi si tendevano verso l'alto, alla ricerca del
sole. Lasssulla cresta l'aria era secca e salubre, ma in basso si sa-
rebbe avvertito il tanfo di terra bagnata e di vegetazione marce-
scente.
Indugiando, come se all'improvviso fossero restii a scendere nel-
la sgradevole umiditdella gola, i cacciatori si radunarono sulla cre-
sta. Facendo schermo agli occhi con la mano, guardavano verso la
punta del cuneo, dove i battitori apparivano simili a una fila di
macchioline scure contro il verde dell'erba primaverile.
Guardate i ragazzi disse qualcuno, puntando l'indice. Dirk
stava guidando la propria banda verso la schiera di zulu.
Sean si avvicinal fratello gemello. Be', Garry, come vanno le
cose a Theunis Kraal? Non male. Ho letto il tuo libro... Lo trovo eccellente. Certo merita l'acco-
glienza che ha avuto a Londra. Lord Caisterbrook mi ha scritto che
il tuo capitolo conclusivo sta fornendo al Ministero della Guerra
materia di riflessione. Bel lavoro, Garrick. Grazie. Ma c'era un tono evasivo nella risposta di Garry, che
pareva deciso a lasciar cadere la conversazione.
Michael non venuto con te oggi? No. Come mai? insistette Sean. Garry sorrise in modo freddo e
sprezzante.
Non ha voluto. Oh' Per un attimo sul suo viso si lesse una pena cocente, poi
Sean si rivolse agli altri cacciatori. Bene, amici, scendiamo. Ed eccoli in posizione, una fila di uomini silenziosi nell'ombra
fitta e nel calore stagnante. Ciascuno di loro puvedere il vicino
soltanto come una forma indefinita tra le foglie, i rampicanti e gli
alberi caduti. Pochi particolari nitidi: la tesa di un cappello, lo scin-
tillio fugace di un raggio di sole sulle canne di un fucile, una mano
che sbuca dalle foglie verde scuro. E un silenzio greve quanto il ca-
lore... Rotto dal fruscio di un ramo, da un colpo di tosse rapidamen-
te soffocato, dallo scatto di un otturatore.
A un tratto, Sean tirindietro col pollice entrambi i cani del suo
fucile, puntle canne verso il tetto di foglie e spardue colpi in ra-
pida successione. I tonfi cupi dell'arma rimbombarono contro le
pareti della gola, echeggiando e frammentandosi mentre rimbalza-
vano indietro. Poi tornil silenzio.
Sean rimase immobile, tendendo l'orecchio, ma udsoltanto il
ronzio di un insetto e lo squittio di un piccolo roditore. Scrollle
spalle. Evidentemente la distanza e la massa di vegetazione soffoca-
vano le grida dei battitori e il fracasso dei loro bastoni che percuote-
vano gli arbusti. Ma stavano venendo, ne era sicuro, non potevano
non aver udito gli spari. Li immaginava mentre procedevano in fila,
duecento zulu inframezzati dai ragazzi bianchi, che salmodiavano la
domanda antica quanto la caccia: 亟' yapi?ripetuta instancabil-
mente, con l'accento sulla prima metdella parola. E' yapi?Dove
vai? E, fra lui e i battitori, nell'intrico della boscaglia, si diffondeva-
no i primi segni di allarme: corpi leggiadri, screziati di grigio, che si
alzano dai loro segreti giacigli di foglie cadute; zoccoli appuntiti che
affondano nel soffice terriccio sotto la spinta dei muscoli tesi; orec-
chie ritte; occhi neri e lucidi; narici umide che fremono e fiutano;
corna a spirale rivolte all'indietro. Tutti i segni d'una fuga immi-
nente.
Con l'odore della polvere che gli pizzicava il naso, Sean estrasse
i bossoli. Poi prese altre due cartucce dal cinturone, le inser richiu-
se il fucile e armi cani.
Ecco che si muovevano. Prima le femmine, screziate di bruno,
con accanto i piccoli dalle gambe affusolate. Poi i maschi, gli in-
konka, neri, grossi e silenziosi come ombre. Le ginocchia piegate, la
testa incassata fra le spalle, si allontanavano dalle deboli grida dei
battitori, spingendo le compagne e la prole lontano dal pericolo...
verso i fucili in attesa.
Ho sentito qualcosa! La voce del reverendo era roca, come se
qualcuno lo stesse strangolando col suo stesso colletto bianco che
spiccava nell'ombra fitta.
Zitto, deficiente! ringhiSean, mettendo a repentaglio la
propria salvezza eterna. Ma non aveva di che preoccuparsi, perch l'epiteto fu sommerso dalla doppia detonazione del fucile di Smiley:
cosforte e inattesa che Sean sobbalz
Preso? chiese, con voce un pmalferma per lo spavento.
Non ottenne risposta. Reverendo, lo ha preso? insistette. Non
aveva visto nsentito nulla che potesse far pensare alla presenza di
un bushbuck.
雨ontdivina, quasi imprecavo... rispose Smiley, con un tono
di voce funereo. Credo di essermi ingannato. Ci risiamo, pensSean con rassegnazione. Se rimane senza
cartucce, me lo dica suggerSean, e sorrise al silenzio offeso del
reverendo. Gli spari dovevano aver indotto gli animali a tornare
verso i battitori; adesso avrebbero cominciato a girare in tondo alla
ricerca di una via di scampo. Forse si sarebbero spostati sui fianchi.
Quasi a conferma dei suoi pensieri, un fucile tuonsulla sinistra,
quindi un altro, poi altri due sulla destra.
Lo spasso era cominciato sul serio.
Nel breve silenzio che segusi sentirono le grida dei battitori, at-
tutite ma insistenti.
Un movimento confuso davanti a lui, oltre lo schermo dei rami,
soltanto un guizzo grigio scuro: Sean alzil fucile... Lo sparo, il rin-
culo sulla spalla, e qualcosa cadde, si rotole scalcinella macchia.
Preso! esultSean. Dall'intrico dei rami emersero la testa e le
spalle di un bushbuck ancora non completamente adulto. La bocca
aperta, sanguinante, si agitava al suolo, lasciando una larga striscia
tra le foglie morte. Un altro sparo, il colpo di grazia, e giacque im-
mobile, la testa picchiettata dalle minuscole ferite dei pallini, le pal-
pebre frementi, il subitaneo fiotto di sangue dalle narici.
Il fracasso degli spari si mescolava alla cantilena degli zulu, alle
urla dei cacciatori, alle corse e ai tonfi degli animali terrorizzati nel-
la macchia.
Un inkonka, grosso, nero come il demonio, con tre giri di corna
e occhi sgranati, balzallo scoperto e si fermcon la testa alta e le
zampe anteriori divaricate, ansimante, folle di terrore. Piegato in
avanti sul fucile, trattenendo il respiro, Sean fece fuoco. Il tempo di
assorbire il rinculo e vide l'inkonka piombare a terra, nettamente,
istantaneamente, senza scalciare. Preso!
Ed eccone un altro, dritto nella linea di tiro, accecato dal pani-
co, che balza fuori dalla macchia, quasi addosso a Sean. E' una fem-
mina con dietro i piccoli... Lasciamola andare.
L'animale guardl'uomo e si diresse sulla sinistra, per passare
tra Sean e Garrick. Mentre gli sfrecciava al fianco, Sean si volta
guardarlo e scorse il fratello. Garrick aveva lasciato il proprio posto
e si era avvicinato a Sean. Stava un pchino in avanti, col fucile
stretto da entrambe le mani, i cani armati... E gli occhi fissi sul fra-
tello.

Garrick era rimasto in paziente attesa durante le fasi iniziali del-
la battuta. Il tronco d'albero su cui sedeva era marcio e soffice, co-
perto di muschio e delle lingue bianche e arancione dei funghi d'al-
bero. Dalla tasca interna della giacca aveva estratto la fiaschetta
d'argento intarsiato di cornaline. La prima sorsata gli aveva fatto
lacrimare gli occhi e gli aveva intorpidito la lingua.
Mi ha preso tutto quello che avevo di picaro. La mia gamba:
Garry l'aveva guardata, stesa rigidamente davanti a lui, col tacco
affondato nel terriccio umido. Aveva ingollato in fretta un altro
sorso, chiudendo gli occhi per il bruciore provocato dal brandy.
Mia moglie: socchiudendo le palpebre l'aveva rivista coscome
Sean l'aveva lasciata, stesa sul letto con le vesti strappate, le labbra
tumefatte e sporche di sangue.
La mia virilit percha causa di ciche lui le fece quella notte,
Anna non mi ha pipermesso di toccare il suo corpo. Fino a quel
momento c'era speranza. Ma adesso ho quarantadue anni e sono
vergine. E' troppo tardi.
La mia posizione: quel porco di Acheson non mi avrebbe mai
estromesso, se non fosse stato per Sean.
E adesso mi toglierMichael.
Si era ricordato della sinistra premonizione che aveva avvertito
quando Anna gli aveva detto dell'incontro di Michael e Sean a
Theunis Kraal. Questo era stato l'inizio, seguito poi da tanti piccoli
incidenti. Il giorno in cui Michael aveva guardato le annotazioni
sbiadite ma precise sul registro dei conti. E' la calligrafia dello zio
Sean? Quella sella malconcia che Michael aveva trovato nel fienile so-
pra la stalla; l'aveva amorosamente lucidata, rinforzando le cucitu-
re, applicando nuove cinghie per le staffe, e l'aveva usata per un an-
no, finchGarry aveva notato le rozze iniziali incise nel cuoio della
falda. S.C. Quella notte Garry l'aveva presa e gettata nella caldaia.
Otto mesi prima, quando Michael aveva compiuto ventun anni,
Garry l'aveva chiamato nel suo studio, dalle pareti rivestite di pan-
nelli di legno, e con riluttanza lo aveva messo a conoscenza della
donazione fattagli da Sean. Michael aveva letto il foglio ingiallito,
muovendo silenziosamente le labbra. Poi aveva alzato gli occhi,
chiedendo con voce esitante: Lo zio Sean mi ha ceduto la propria
metdi Theunis Kraal ancor prima che fossi nato. Perch pap
Perchha fatto una cosa simile? e Garry non aveva potuto rispon-
dergli.
Quell'ultima settimana, poi, aveva segnato il culmine della crisi.
C'era voluta tutta l'influenza combinata di Garrick e di Anna per
impedire a Michael di accettare gli inviti di Sean. Quindi il mandria-
no zulu che aveva l'incarico di seguire il giovane e di informare im-
mediatamente Garrick qualora avesse varcato i confini di Theunis
Kraal, gli aveva detto che ogni pomeriggio Michael saliva a cavallo
sulla scarpata e restava lseduto fin dopo il tramonto, guardando
nella direzione di Lion Kop.
Sto per perderlo. E' mio figlio, anche se Sean che lo ha genera-
to. A mio figlio, ma, a meno che non glielo impedisca, Sean me lo
portervia. A meno che non glielo impedisca. Aveva portato anco-
ra una volta la fiaschetta alle labbra e con sorpresa aveva scoperto
che era vuota.
Intorno a lui erano cominciati gli spari e le grida. Aveva preso il
fucile posato sul tronco accanto a se lo aveva caricato. Poi, alza-
tosi, aveva armato i cani.
Sean lo vide: avanzava lentamente, zoppicando un poco, la
schiena curva, senza preoccuparsi di scostare i rami che gli si para-
vano dinanzi al viso. Non serrare su di me, Garry, rimani al tuo
posto. In quel modo lasci un vuoto nello schieramento. Poi notl'espressione del fratello. Pareva che la pelle gli si fosse
ritirata sugli zigomi e sul naso, cosche le narici apparivano bian-
che, esangui. Le mascelle si contraevano nervosamente e un sottile
velo di sudore gli imperlava la fronte. Sembrava che stesse male o
che qualcosa l'avesse terrorizzato.
Garrick, ti sentbene? Allarmato, Sean fece qualche passo
verso di lui... Poi si arrest Garry aveva alzato il fucile.
Mi spiace, Sean. Ma non posso permetterti di portarmelo via
disse. Le bocche delle canne erano tutto ciche Sean vedeva dei fu-
cile, e, sotto di esse, le nocche di Garry bianche per la tensione con
cui stringeva il calcio. L'indice era piegato sul grilletto.
In quel momento Sean ebbe paura. Non si mosse, perchle sue
gambe erano diventate pesanti, intorpidite.
Devo farlo. La voce di Garry era gracchiante. E' necessa-
rio... Altrimenti me lo prenderai. Distruggerai anche lui. Con movimenti impacciati e lenti per la paura, Sean voltdeli-
beratamente la schiena al fratello e camminverso la sua postazio-
ne. I muscoli del dorso gli dolevano, tanto erano irrigiditi e contrat-
ti nell'attesa del piombo.
I battitori erano vicini adesso, li sentiva gridare e percuotere la
macchia coi bastoni. Si portil fischietto alle labbra e vi soffitre
volte. Immediatamente le grida cessarono e, nel relativo silenzio che
s'impose, udun suono dietro di s a mettra un singhiozzo e un
grido di dolore.
Con esasperata lentezza, Sean girla testa per guardare indie-
tro. Garrick non c'era pi
Le sue gambe cominciarono a tremare, mentre il muscolo di una
coscia si contraeva spasmodicamente. Cadde a sedere sul morbido
tappeto di foglie umide. Accese un sigaro, ma dovette usare entram-
be le mani per tener fermo il fiammifero.
Pap Pap Disk balzfuori dal folto. Pap quanti ne hai
presi? Due rispose Sean.
Soltanto? E la voce del ragazzo si affievolper la delusione e
la vergogna. Perfino il reverendo Smiley ti ha battuto. Ne ha presi
quattro.
66.

Ruth ripartper Pietermaritzburg il pomeriggio successivo al-
la battuta di caccia, e Sean insistette per accompagnarla.
Ada, Dirk e molte delle amiche che Ruth si era fatte in quel-
la settimana andarono a salutarli alla stazione.
Sean cercava di sottrarre Ruth all'animato e vivacissimo collo-
quio in cui tutte le donne sembrano impegnarsi nell'imminenza di
una separazione. I suoi ripetuti: Faremmo meglio a salire, Ruth
e hanno gialzato la bandierina, cara furono ignorati da tutte,
finchSean ritenne necessario prendere Ruth per un braccio e spin-
gerla sul vagone. La sua testa riapparve immediatamente al finestri-
no, per riprendere il discorso nel punto esatto in cui Sean l'aveva in-
terrotto. Questi stava per seguirla, quando il suo sguardo cadde su
Dirk. Con un improvviso senso di colpa, si rese conto di quanto l'a-
vesse trascurato in quella settimana.
Ciao, Dirkie disse in tono burbero. Il ragazzo corse da lui e
gli strinse forte le braccia intorno al collo. 俟uvvia, Dirk. Torner domani mattina. Voglio venire con te. Domani hai la scuola disse Sean, cercando di allentare la
stretta del ragazzo. Le donne li guardavano, in silenzio ora, e Sean
si sentarrossire per l'imbarazzo. Accidenti, non piun bambi-
no... Ha quasi quindici anni. Ostentando un tono calmo, mormor
Basta ora. Cosa penserla gente di te?
Portami con te, pap Ti prego, portami con te. Il suo corpo
tremava contro quello del padre.
Il treno fischie le donne alzarono di nuovo il viso verso Ruth,
mettendosi a parlare tutte insieme.
Credi che sia orgoglioso di te, quando ti comporti in questo
modo? sibilSean. Ora controllati e stringimi la mano come si
deve. Dirk gliel'afferr con gli occhi pieni di lacrime.
Basta cos Sean si voltbruscamente e balzsul predellino
nell'attimo in cui il treno, con uno scossone, cominciava a muoversi
lungo la banchina.
Dirk fece qualche passo dietro il convoglio, poi si ferm con le
spalle che gli tremavano convulsamente, gli occhi fissi sul volto del
padre affacciato al finestrino.
俊ornerdomani, Dirkie disse Ada, posandogli una mano
consolatrice su una spalla.
Non mi vuol bene mormoril ragazzo. Non me ne ha mai
voluto... Ma certo che ti vuol bene lo interruppe rapidamente Ada.
E' solo che questa settimana era... Ma Dirk non aspettche finis-
se. Sottraendosi alla mano della donna, saltgidal marciapiede;
attraversi binari, sguscisotto un recinto di filo spinato e corse
nei campi, per incrociare il treno mentre percorreva la prima lunga
curva sul pendio della scarpata.
Corse con espressione alterata tra l'erba alta che gli graffiava le
gambe; gli avambracci che scattavano avanti e indietro al ritmo dei
suo passo... E, a un tratto, il treno fischilugubremente sbucando
da dietro la piantagione dei Van Essen.
Gli stava passando davanti, ancora a cinquanta metri di distan-
za, e guadagnava pian piano velocitper l'attacco alla scarpata.
Non l'avrebbe raggiunto... Anche se il vagone di Sean era uno degli
ultimi, non poteva raggiungerlo.
Si ferm ansimante, cercando di cogliere una fugace immagine
dei padre... Ma il finestrino del suo scompartimento era vuoto.
Pap grid pur sapendo che la sua voce si sarebbe perduta nel-
lo sferragliare delle ruote e nel rauco sbuffare dei vapore. Pap insistette, agitando scompostamente le braccia sopra la testa. 促a-
p Sono io! Io... Dirk! Lo scompartimento di Sean sfillentamente davanti a lui. Per
qualche secondo ne scorse l'interno. Sean era in piedi, di fianco al
finestrino, e stringeva Ruth tra le braccia. La testa buttata all'indie-
tro, la donna aveva perduto il cappello, e la folta chioma nera ap-
pariva in disordine. Rideva, i denti candidi e gli occhi radiosi. Chi-
nandosi in avanti, Sean le coprla bocca aperta con la sua. E l'im-
magine svan
Dirk restimmobile, con le braccia alzate. Poi le abbasslenta-
mente lungo i fianchi. La tensione delle labbra e degli occhi si allen-
t Ogni espressione scomparve dal suo sguardo, mentre osservava
il treno che risaliva il pendio finch con un ultimo trionfante sbuf-
fo di vapore, sparall'orizzonte.
Dirk attraversi binari e imboccun viottolo che si arrampica-
va sulle colline. Coi pollici si asciugle lacrime sulle guance. Poi si
ferm con aria indolente, a guardare uno scarabeo stercorario.
Grosso come un pollice d'uomo, di un nero lucente, e cornuto come
un demonio, era alle prese con una palla di sterco di vacca tre volte
pigrande di lui. Ritto sulle zampe posteriori, spingeva la sfera con
quelle anteriori, intento unicamente a trasportarla in un posto se-
greto, per seppellirla e deporvi le uova.
Con la punta di uno stivale Dirk lancilo sterco lontano, tra
l'erba. Privato dell'unico scopo della propria esistenza, lo scarabeo
rimase immobile. Poi comincia cercare. Avanti e indietro, da una
parte e dall'altra, con la corazza lucida che, sfregando contro la du-
ra terra del sentiero, produceva un lieve crepitio.
Mentre osservava incurante quei frenetici andirivieni, il volto di
Dirk era sereno e bello. Alzun piede e pospian piano il tacco
sullo scarabeo. Lo sentcontorcersi sotto lo stivale, finchcon uno
scricchiolio la corazza si ruppe, spruzzando un liquido scuro simile
a sugo di tabacco. Dirk vi camminsopra e riprese a salire verso la
cima della collina.

Sedeva solo nella notte, le braccia strette intorno alle gambe e la
fronte posata sulle ginocchia. Attraverso il fogliame, i raggi lunari
erano bianchi e freddi, come il sentimento che irrigidiva il corpo di
Dirk. Alzla testa. La luna gli illuminil viso, accentuando la per-
fezione dei lineamenti: la fronte liscia e ampia, le scure linee delle
sopracciglia che quasi si congiungevano alla radice dei naso grande,
ma delicatamente modellato La bocca perera stretta dal dolore,
da una fredda pena.
Lo odio. Le labbra non mutarono la smorfia dolorosa, men-
tre bisbigliava queste parole. E odio anche lei. Non gl'importa pi niente di me... Non pensa ad altro che a quella donna. Il rabbioso sibilare del respiro attraverso le labbra era la voce
della sua disperazione. Ho sempre cercato di dimostrargli... Sol-
tanto a lui, ma non gliene importa niente. Perchnon capisce...
Perch Perch Perch Tremava come se avesse la febbre.
Non mi vuole. Non sono niente per lui. Il tremito cesse la sua bocca passdalla smorfia di pena a un
ghigno. 亮li farvedere. Se lui non mi vuole, allora gli farvede-
re. E le parole seguenti le sputcome se fossero una cosa sporca.
Lo odio. Intorno a lui i rami delle acacie stormivano al vento. Balzin
piedi e comincia correre, seguendo il sentiero illuminato dalla lu-
na che costeggiava la piantagione.
Un meerkat che cacciava solitario lungo la strada lo scorse e si
rifugitra gli alberi, simile a un piccolo furetto grigio. Ma Dirk
continua correre, pisvelto ora, spinto dall'odio, respirando a
singhiozzi ogni volta che un piede toccava il suolo. Correva con l'a-
rido vento dell'ovest sulla faccia. Aveva bisogno del vento. La sua
vendetta avrebbe galoppato nel vento.
Ora la vedremo grid senza rallentare la corsa. Tu non mi
vuoi... Allora ecco cosa avrai! E gli alberi e il vento gli risposero
con un suono simile a quello di voci lontane.
Alla seconda stradina di accesso svolt addentrandosi nel cuore
della piantagione. Corse per venti minuti e, quando si ferm ansi-
mava come un animale braccato. Maledetto... Maledetti tutti. La voce usca scatti dalla bocca secca.
俟 maledetto e abbandonla stradina, facendosi largo tra
gli alberi. Ormai avevano due anni, il fusto era ancora basso, e i ra-
mi intrecciati gli disputavano il passaggio: mani che tentavano di
trattenerlo, piccole mani disperate che lo afferravano, gli tiravano
le vesti, come dita supplichevoli di un mendicante. Ma Dirk le re-
spingeva e se le scrollava di dosso, finchfu ben lontano dalla
strada.
Qui! disse con voce rauca, e s'inginocchisullo strato scric-
chiolante di ramoscelli e di foglie secche che ricopriva il terreno.
Col palmo delle mani ne rastrellun mucchietto, e intanto singhioz-
zava, cosche il suo borbottio era rotto e incoerente. Secco, sec-
co. Te la farvedere... Tu non mi vuoi... Tutto quello che ho fatto
non... Ti odio... Oh, pap Perch Perchnon... Cosa ho fatto di
male? E scosse la scatola che aveva estratto dalla tasca. Due volte sfre-
gil fiammifero e due volte gli si spezztra le dita. Il terzo si acce-
se, sprigionando minuscole scintille di zolfo, un odore acre e una
fiamma azzurra, poi gialla, ondeggiante nelle mani a coppa.
Ecco cosa avrai! E spinse il fiammifero tra i fuscelli. La
fiamma vacill parve sul punto di spegnersi, poi adera un ciuffo
d'erba.
Consumatala in un baleno, il fuoco non aveva pialimento e
mor.. Quasi... Ma ecco una foglia, ecco che la fiamma si allunga,
appiccandosi alle punte di alcuni fuscelli. Dopo il primo, lieve scop-
piettio, la vampa si estese di lato, mentre una foglia incendiata vol-
teggiava nell'aria.
Dirk si ritrasse, mentre il fuoco si levava baldanzoso verso il suo
viso. Ora il ragazzo non singhiozzava pi Pap mormor Le
fiamme avevano raggiunto le foglie vive di un ramo che si protende-
va sopra di esse. Una raffica di vento lo scosse, spargendo faville e
minuscole lingue arancione verso i rami vicini.
Pap La voce di Dirk era incerta. Si alze si ripulle mani
sulla camicia. No. Scosse la testa, smarrito, mentre la piccola
acacia s'incendiava con un lieve crepitio.
No la voce di Dirk divenne piacuta, non volevo... ma
si perse nei rumori secchi del legno vivo attaccato dalle fiamme, ora
ruggenti. Basta grid Oh, Dio, non volevo. No! No! E si
buttavanti, nel calore, nel fulgore arancione, tirando calci a fu-
scelli in fiamme, che si sparpagliarono e appiccarono il fuoco tut-
t'attorno. No, per piacere. Fermo! E afferrl'alberello ardente,
tirandolo, spingendolo, finchil calore lo ricacciindietro. Corse a
strappare un ramo da un altro albero e lo battsul fuoco, ripren-
dendo a singhiozzare.
Cavalcando gioiose il vento dell'ovest, ruggendo, rosse, arancio-
ne e nere, le fiamme si estesero tra gli alberi, lasciandolo solo tra il
fumo e il turbinio della cenere.
Oh, pap Mi spiace, mi spiace... Non volevo!
67.

Una persiana sbatteva piano nel vento, ma non era questa la
sola ragione per cui Michael Courteney non riusciva a dor-
mire. Si sentiva in trappola, incatenato da obblighi di lealt che non poteva spezzare. Intorno a lui, la casa era una mole scura e
oppressiva. Una prigione, un luogo in cui regnavano l'odio e l'ama-
rezza.
Si rivoltava inquieto nel letto, e la persiana continuava a sbatte-
re. All'improvviso, egli scostl'unico lenzuolo, e le assi del pavi-
mento scricchiolarono mentre si alzava dal letto.
Michael! La voce dalla stanza accanto era acuta e sospettosa.
S mamma. Dove stai andando, caro? C'una persiana che sbatte. Vado a chiuderla. Mettiti qualcosa addosso, tesoro. Non prendere freddo. Con un senso di soffocamento e cominciando a sudare per il
profondo disagio fisico, Michael capche doveva uscire da quella
casa, nella fredda libertdel vento e della notte. Si vestrapidamen-
te, ma senza fare il minimo rumore; poi, con gli stivali in mano,
percorse il lungo corridoio e uscsull'ampia scalinata davanti alla
casa.
Trovla persiana e la chiuse, poi si sedettsui gradini e s'infil gli stivali, prima di avviarsi attraverso i prati. Si fermin fondo al
giardino. Intorno a lui il vento dell'ovest soffiava, scuotendo gli al-
beri, e la sua inquietudine fece crescere quella del giovane. Doveva
uscire dalla valle... Salire sulla scarpata. Costeggiin fretta i recinti
dei cavalli. Nel cortile davanti alle stalle si arrestdi colpo. C'era
un bagliore, un tenue bagliore arancione sulle lontane colline di
Lion Kop.
Allora comincia correre, urlando mentre passava davanti agli
alloggi degli stallieri. Spalancla porta di un box e strappla bri-
glia dal piolo, mentre balzava verso la sua cavalla. Con manovre
maldestre per la fretta, le infilil morso e allaccila fibbia sotto
l'orecchia. Quando uscnel cortile, trovdue stallieri, ancora inton-
titi dal sonno.
Il fuoco! grid indicando le colline. Svegliate tutti e correte
ad aiutare. Balzsulla groppa della cavalla non sellata e li guard
Tutti, capito? Prendete il carro grande. Fate pipresto che pote-
te. Poi affondi calcagni nei fianchi della giumenta.
Venti minuti dopo si fermsulla cresta della scarpata. La caval-
la ansimava sotto le sue ginocchia. A una decina di chilometri di di-
stanza, splendente anche nel chiarore del plenilunio, un cerchio di
fuoco aleggiava sulle piantagioni scure del Lion Kop; sopra di esso
una nube nera saliva e si allargava nel vento, nascondendo le stelle.
Oh Signore... Lo zio Sean! Fu come un grido per un dolore fi-
sico. Colpdi nuovo coi talloni i fianchi della cavalla, spingendola
alla cieca attraverso il guado del Baboon Stroom, le cui acque schiz-
zarono in tutte le direzioni come vetro che si frantumi, e si arrampi-
csulla riva opposta, galoppando lungo le colline.
La giumenta cominciava a incespicare quando Michael le fece
varcare il cancello del cortile di Lion Kop, ingombro di carri e gre-
mito di negri muniti di asce. Michael arrestl'animale tirando le re-
dini con tale violenza che la giumenta quasi stramazz
Dov'lo Nkosi? grida un grosso zulu in cui riconobbe il
servo personale di Sean.
E' andato a Pietermaritzburg. Michael scivolgidalla cavalla e la lascilibera.
Manda un uomo al villaggio a chiedere aiuto. L'ho gifatto rispose lo zulu.
Bisogna portar via il bestiame dai recinti pialti e far uscire i
cavalli dalle stalle. Il fuoco potrebbe estendersi da questa parte. Ho gimandato le mie mogli. Sei stato bravo. Allora andiamo. Gli zulu si stavano ammassando sui carri, stringendo le asce dal
lungo manico. Michael e Mbejane salirono sul primo. Il giovane
prese le redini. In quel momento due cavalieri entrarono al galoppo
nel cortile. Michael non poteva riconoscerne i volti nel buio.
Chi siete? grid
Broster e Van Wyk. Erano i confinanti.
Meno male! Volete condurre gli altri carri? I due smontarono di sella e corsero a cassetta.
In piedi, a gambe divaricate, Michael brandla frusta e la fece
schioccare a pochi centimetri dall'orecchio del mulo di testa. Gli
animali scattarono in avanti e il carro uscsobbalzando dal cortile.
Mentre galoppavano lungo la strada principale di accesso alle
piantagioni, incontrarono le donne e i bambini zulu che sfollavano
dall'accampamento dei lavoranti e, passando, incitavano gli uomini
sui carri. Ma Michael quasi non li ud Sempre in piedi, con gli oc-
chi inchiodati alla colonna di fiamme e fumo che si alzava dal cuore
delle piantagioni di Sean.
亟' scoppiato tra gli alberi che abbiamo piantato due anni fa
disse Mbejane. Ma ormai sarquasi arrivato alla piantagione pi vecchia. Non possiamo pifermarlo da quella parte. Dove, allora? Verso di noi ci sono gli alberi giovani e la strada pilarga.
Possiamo tentare l Come ti chiami? chiese Michael.
Mbejane. Io sono Michael. Il nipote dello Nkosi. Lo so disse Mbejane, annuendo. Poi: Svolta alla prossima
strada che si addentra nelle piantagioni
Arrivarono al punto indicato. Era il settore degli alberi giovani:
alti tre metri, col fusto grosso come un braccio. Una massa scura di
rami intrecciati. Oltre di essa, dove le acacie erano pialte, il fuoco
divampava, una muraglia di fumo e faville che avanzava rapida-
mente nel vento. A quella velocit in meno di un'ora l'avrebbero
avuta addosso.
Un incendio simile poteva scavalcare una strada di nove metri
senza arrestarsi... Occorreva abbattere gli alberi giovani e creare uno
spazio largo almeno tre volte tanto.
Michael portil carro fuori strada e fermi muli. Poi balza
terra, facendosi incontro agli altri che stavano arrivando. 促rose-
gua per duecento metri, poi cominci ad abbattere gli alberi dalla
parte del fuoco - Dobbiamo allargare la strada grida Van Wyk.
Bene. Signor Broster, lei arrivi fino al margine opposto di questo set-
tore e lavori spostandosi nella nostra direzione. Bisogna tagliare gli
alberi per almeno diciotto metri. Senza frapporre indugi, Broster s'avvi Benchavessero il dop-
pio della sua et quei due uomini gli riconoscevano senza discutere
il diritto al comando.
Prendendo un'ascia dalle mani dello zulu pivicino, Michael
impartgli ordini correndo verso gli alberi. Poi ne scelse uno, si mi-
se in posizione e vibrun colpo in basso, su un lato del tronco.
L'albero vibr facendo piovere foglie su di lui. Con un movimento
armonico, invertla presa sull'ascia e colpsull'altro lato. La lama
affondnel legno tenero e la giovane acacia si pieglentamente al-
l'indietro e si schiantal suolo, stridendo. Michael passa quella
vicina. Ai suoi fianchi gli zulu lavoravano in una lunga fila parallela
alla strada, e la notte risuonava dei colpi delle loro asce.
A quattro riprese, nella mezz'ora successiva, nuovi carri arriva-
rono, carichi di indigeni e guidati dai vicini di Sean, finchfurono
quasi quattrocento uomini a lavorare di accetta sugli alberi che Sean
aveva amorosamente piantato e curato.
Spalla contro spalla, li abbattevano con muta frenesia, li scaval-
cavano, attaccavano la fila successiva. A un tratto un uomo urldi
dolore. Michael alzgli occhi e vide due zulu che trascinavano ver-
so la strada un terzo indigeno, con una gamba quasi troncata di net-
to. Il sangue appariva scuro nell'azzurra luce lunare. Uno dei bian-
chi corse a occuparsi del ferito e Michael riprese la sua opera di di-
struzione.
Un colpo, cambio di mano, un altro colpo... E crac! l'albero al
suolo. Passarci sopra, districare i piedi dal groviglio dei rami, attac-
care il successivo. La lama affonda e le narici si riempiono dell'odo-
re dolciastro della linfa, mentre le spalle dolgono e i palmi delle ma-
ni si coprono di vesciche.
Poi all'improvviso quell'altro odore, acre, nel vento. Fumo. Mi-
chael si ferme guardoltre le chiome delle giovani acacie. Gli uo-
mini ai suoi fianchi fecero lo stesso, e la luce delle fiamme balen sui loro toraci nudi e madidi di sudore.
Su un fronte di quattrocento metri, l'incendio avanzava verso di
loro. Non era l'accecante fulgore bianco di una foresta di pini in
fiamme, bensla cupa maestositdell'arancione e del rosso scuro,
assieme a un'onda di fumo nero e a sciami di faville.
Gradualmente il rumore delle asce cess mentre gli uomini si
fermavano per osservare quella cosa tremenda che andava loro in-
contro. Ora il fuoco illuminava chiaramente i volti, rivelando il ter-
ror panico che li dominava. Gisi sentiva l'alitare dell'incendio,
forti zaffate di calore che facevano tremare i piccoli alberi davanti
alle fiamme. All'improvviso un capriccio del vento fece calare un
banco di fumo nero sull'immobile schiera di uomini, nascondendoli
gli uni agli occhi degli altri. Poi, rapida come era venuta, la nube
scivolvia, lasciandoli a tossire e a boccheggiare.
Indietro! Tornate sulla strada! gridMichael, e il suo grido
fu raccolto e rilanciato lungo la fila. Muovendosi a stento tra l'intri-
co di rami alto fino alla vita, si riunirono in stanchi gruppetti lungo
la carreggiata, con le asce ormai inutili nelle mani nere, spaventati
da quella muraglia avanzante di fumo e di fuoco.
Tagliate dei rami per soffocare le fiamme! urlMichael, cer-
cando di scuotere la loro apatia. Schieratevi lungo il bordo della
strada. Correva su e gicome un cane da pastore, allineandoli,
minacciandoli, imprecando contro la loro e la propria paura. For-
za, le fiamme si abbasseranno quando arriveranno agli alberi taglia-
ti. Copritevi le facce con le camicie. Ehi, tu... Non startene li impa-
lato! Con rinnovata determinazione ogni uomo si mundi un ramo
verde, e tutti tornarono a schierarsi lungo la strada. Attesero silen-
ziosi nel fulgore da giorno fatto dell'incendio: volti neri impassibili,
volti bianchi ansiosi e congestionati dal calore.
Michael scorse quello di Broster. Crede che riusciremo a... cominci ma s'interruppe.
L'altro non poteva rispondere pidi lui alla domanda che stava
per fare. Invece disse: Sono giandati perduti trecento acri, ma se
non riusciamo a fermarlo qui...
Meccanicamente entrambi lanciarono un'occhiata agli alberi pi alti che crescevano alle loro spalle. Lo fermeremo dichiarBro-
ster, ostentando una sicurezza che non possedeva.
Spero che abbia ragione mormorMichael; poi all'improv-
viso Broster grid
Cristo!... Guardi laggi Dapprima Michael non vide nulla, a causa del fumo e del ba-
gliore accecante del fuoco. L'incendio avanzava irregolarmente.
Qua e lsi protendeva in grandi lingue tra strisce di alberi ancora in
piedi, che tremavano e annerivano nel calore. Da una di queste,
barcollante tra i rami aggrovigliati degli alberi abbattuti, era emersa
una figura umana.
Chi diavolo ... mormorMichael. L'uomo era irriconoscibile.
Con la camicia ridotta a brandelli dai rami, che gli avevano anche
sferzato la faccia fino a trasformarla in una maschera di sangue, va-
cill fece ancora due passi, poi cadde e scomparve sotto le foglie.
俏kosizana!La voce di Mbejane sovrastil fragore delle
fiamme.
Dirk! E' Dirk Courteney! Michael si lanciavanti.
Il calore gli bruciava la pelle del viso. Quanto doveva essere pi intenso laggi dove giaceva Dirk! Come se sapessero che la loro
preda era inerme, le fiamme si precipitavano verso il ragazzo, trion-
fanti, ansiose di divorarlo. Chiunque avesse cercato di sottrarlo ai
loro morsi, avrebbe dovuto affrontare la loro furia.
Affondando tra i rami, Michael correva verso il punto in cui
Dirk si agitava debolmente, quasi accerchiato dal mortale abbraccio
del fuoco... E il calore gli veniva incontro, come per dargli il benve-
nuto. Accanto a lui correva Mbejane.
Torna indietro gridlo zulu. Basta uno di noi. Michael
non gli rispose e i due continuarono a correre a fianco a fianco, lot-
tando con il fuoco per sottrargli Dirk.
Mbejane raggiunse per primo il ragazzo e lo sollevtra le brac-
cia. Fece un passo verso la strada, cadde, si rialzondeggiando sul-
la massa di rami. Perfino la sua enorme forza fisica poteva poco in
quell'inferno. La sua bocca era spalancata, una voragine rosa nel
lucido ovale nero del viso; il petto si sollevava spasmodicamente in
cerca d'aria, ma nella gola entrava soltanto calore.
Calore... Michael si lanciin avanti, contro di esso, per raggiun-
gere lo zulu. Era quasi una cosa solida, una barriera rossastra e tre-
molante che gli gonfiava il viso, gli tirava la pelle, gli seccava gli
occhi.
Io lo prendo per le gambe. Tu tienilo sotto le ascelle disse.
Una chiazza marrone apparve su una manica della sua camicia...
una strinatura, come quella che puprodurre un ferro da stiro. Sot-
to di essa, il calore affondnella carne come filo spinato.
Una dozzina di passi insieme, con Dirk tra loro, poi Michael in-
ciampe cadde, trascinando con sMbejane. Impiegarono molto
tempo a rialzarsi, intorpiditi dalla fatica, storditi dal fumo. Quando
furono in piedi, scoprirono d'essere accerchiati.
Due lingue di fuoco avevano raggiunto l'area degli alberelli ab-
battuti. Questa aveva rallentato la loro avanzata e diminuito la loro
furia; ma il gioco del vento le aveva fatte ritorcere l'una verso l'al-
tra, chiudendo Michael e Mbejane in un danzante recinto di
fiamme.
Dobbiamo passarci in mezzo! sibilMichael, con la gola
gonfia e ustionata. E avanzarono verso il fuoco. Al di ldi esso, in-
distinti e irreali, vedevano gli uomini che battevano i rami sulle
fiamme, tentando disperatamente di aprir loro un varco. Mbejane
indossava soltanto un perizoma, e non calzoni, giacca e stivali come
Michael. La sua resistenza era giunta al limite. Poi, guardando Mi-
chael al di sopra del corpo di Dirk, assista uno strano spettacolo. I
capelli del giovane s'incresparono lentamente e cominciarono a fu-
mare... bruciando senza fiamma come un vecchio straccio.
Michael griddi dolore, un suono orrendo che sovrastil ruggi-
to e il crepit髺 dell'incendio. Ma la sofferenza fisica fu la molla che
liberle sue ultime riserve di energia. Il giovane strappil corpo di
Dirk dalla stretta di Mbejane, come fosse una bambola di pezza, se
lo caricsulle spalle e si buttnel fuoco. Le fiamme lo avvolsero fi-
no alla vita, artigliandolo avidamente mentre il fumo gli turbinava
intorno... Ma pass
Aiutate Mbejane! gridagli zulu, mentre raggiungeva l'altro
lato della strada. Lascicadere Dirk e gli battgli indumenti con le
mani nude. I suoi stivali erano carbonizzati e gli abiti bruciavano in
svariati punti. Infine si butta terra e si rotolbrutalmente nella
polvere.
Due zulu andarono in aiuto di Mbejane. Due negri senza nome,
braccianti dello Nkosi Sean... Uomini di nessuna importanza. Non
portavano stivali. Raggiunsero Mbejane, che barcollava verso di lo-
ro, e, sorreggendolo uno per parte, lo trascinarono verso la strada.
In quel momento Michael si alzin ginocchio, nonostante la
propria sofferenza, e li osservcon un misto di orrore e di ammira-
zione.
Conducendo Mbejane tra loro come fosse un cieco, camminava-
no a piedi nudi sulle fiamme, sollevando a ogni passo un nugolo di
faville. Poi il fumo si abbasssu di loro, nascondendoli alla vista.
Mbejane! mugolMichael, e tentdi alzarsi in piedi per cor-
rere in suo aiuto... Oh Dio... Oh, grazie Signore! Mbejane e uno
degli zulu emersero dal fumo e caddero tra le braccia degli uomini
che li aspettavano.
Nessuno si lancinel fuoco per l'altro zulu. Nessuno anda cer-
carlo, fino a due ore pitardi, quando gil'alba rischiarava il cielo,
l'incendio era stato fermato sulla strada e gli alberi adulti erano sal-
vi. Allora Ken Broster guidun piccolo drappello d'indigeni in quel
nero deserto di ceneri ancora ardenti. Trovarono lo zulu steso boc-
coni. Le parti di lui che erano rimaste a contatto col suolo erano an-
cora riconoscibili come appartenenti a un essere umano.

68.

Saremo a Ladyburg fra venti minuti, signor Courteney disse
il capotreno, infilando la testa nello scompartimento.
Sean alzgli occhi dal libro. Grazie, Jack. Ho letto sul giornale di stamane che sta per sposarsi! S Bene, allora fate una cosina pulita, niente colpi bassi e buona
fortuna a tutt'e due. Sean sorrise, mentre il capotreno si allonta-
nava lungo il corridoio. Quindi ripose il libro nella valigetta e lo
segu
Uscito sulla piattaforma esterna del vagone, Sean accese uno dei
suoi lunghi sigari, poi si appoggialla ringhiera e guardil veld,
aspettando di scorgere la prima fugace immagine di Lion Kop. Era
ormai il rituale di ogni suo ritorno a Ladyburg.
Quel mattino si sentiva soddisfatto come non lo era mai stato in
vita sua. La sera prima, dopo aver conferito con mamma e pap Goldberg, Ruth aveva fissato a marzo la data delle nozze. Per quel
mese Sean avrebbe finito il primo taglio della corteccia e si sarebbe-
ro potuti concedere un mese di luna di miele al Capo.
Cosa pudesiderare di piun uomo? penssorridendo e in quel
momento vide il fumo. Si raddrizze gettil sigaro.
Il treno serpeggiava verso l'orlo della scarpata, rallentando via
via che la salita diventava piripida. Quando raggiunse la cresta,
che dominava l'intera vallata di Ladyburg, Sean vide la grande
macchia irregolare tra il verde dei suoi alberi, dalla quale si alzava-
no innumerevoli fili di fumo grigio.
Scavalcla ringhiera della piattaforma e balzgidal treno.
Toccterra, scivole rotolgiper la scarpata, sbucciandosi le gi-
nocchia e i palmi delle mani sulla ghiaia. Mezzo secondo dopo stava
gicorrendo.
Lungo la strada sulla quale era stato fermato il fuoco, gli uomi-
ni aspettavano, seduti in silenzio o immersi nel sonno, tutti coperti
di cenere e di fuliggine. Avevano gli occhi arrossati dal fumo e i
corpi indolenziti. Ma aspettavano, mentre la distesa nera fumava e
ardeva senza fiamma. Se il vento avesse ripreso a soffiare, avrebbe
ravvivato il fuoco che ancora covava sotto la cenere...
Ken Broster sollevla testa dal braccio e subito balzin piedi.
C'Sean! disse.
Gli uomini intorno a lui si agitarono, poi si alzarono lentamen-
te. Guardarono Sean che si avvicinava con le gambe molli e incerte
di chi ha corso a piedi per parecchi chilometri.
Sean si ferma qualche passo di distanza, ansimando. Co-
me... Com'successo? Non lo sappiamo, Sean rispose Ken Broster. E subito distol-
se gli occhi dal volto di Courteney. Non si guarda in faccia un uo-
mo che soffre. Sean si appoggia uno dei carri. Non poteva indursi
a guardare di nuovo l'enorme distesa di ceneri fumanti, con i mon-
coni dei tronchi che spuntavano da essa come dita contorte e anne-
rite di una mano artritica.
俗no dei tuoi uomini morto proseguKen a bassa voce.
Uno zulu. Esitun istante, poi riprese con decisione: Altri so-
no rimasti feriti, gravemente ustionati
Sean non rispose, sembrava che non capisse.
Tuo nipote e il tuo ragazzo... Dirkie. Sean continuava a fis-
sarlo ottusamente.
Anche Mbejane. Questa volta Sean fece un movimento, come
se volesse allontanarsi da lui.
Li ho fatti portare a casa... Il medico si sta occupando di
loro. Ancora nessuna risposta da parte di Sean, che ora si passava il
palmo della mano sulla bocca e sugli occhi.
Mike e Dirk stanno abbastanza bene, ustioni superficiali... Ma
i piedi di Mbejane sono proprio conciati male continurapida-
mente Ken Broster. 侵l tuo ragazzo rimasto intrappolato davanti
al fronte dell'incendio. Mike e Mbejane sono andati a prenderlo...
accerchiati... Gi... Sulle spalle... Cercato di aiutare... Inutile... Gra-
vemente ustionato ... I piedi... Sean udiva soltanto parole sconnesse, senza significato. Torn ad appoggiarsi al carro. Si sentiva debole, privo di volont A trop-
po. Lascia perdere. Lascia perdere tutto.
Sean, stai bene? Le mani di Broster sulle sue spalle. Sean si
raddrizze si guardintorno.
Devo andare da loro. Prestami un cavallo. Certo, va' pure. Resteremo noi qui. Non preoccuparti, faremo
buona guardia. Grazie, Ken. Guardle altre facce ansiose e compassionevoli.
Grazie ripet
Quando arrivalla fattoria, Sean entral passo nel cortile da-
vanti alle stalle. C'erano molti carri e servi, donne e bambini negri,
ma si fece un gran silenzio quando lo riconobbero. Vicino al muro
opposto al cancello c'era una rozza barella circondata da donne.
Sean scese da cavallo e la raggiunse.
Ti vedo, Mbejane. 俏kosi. Le sue palpebre erano bruciacchiate, cosa che conferi-
va al suo viso un'espressione mite e un pperplessa. Le mani e i
piedi erano avvolti da bende di un bianco candido, con macchie
gialle ldove era filtrato l'unguento. Sean si accoccoldietro di lui.
Non riusciva a parlare. Allunguna mano, quasi con esitazione, e
gli toccuna spalla.
E' grave? chiese.
No, Nkosi. Non troppo. Le mie mogli sono venute a prender-
mi. Tornerquando sarguarito. Parlarono ancora un poco. Mbejane gli disse di Dirk e di come
Michael l'avesse salvato. Poi mormor Quella donna la moglie
dell'uomo che morto
Sean non l'aveva notata prima. Sedeva solitaria su una coperta
stesa a ridosso dei muro. In piedi accanto a lei e proteso in avanti,
un bimbetto nudo stringeva con entrambe le mani una delle sue
grosse mammelle e succhiava. La donna sedeva impassibile, con le
gambe ripiegate sotto di s un mantello di pelle color giallo ocra
posato sulle spalle. Sean le si accost Il piccolo alzverso di lui
grandi occhi scuri, ma non staccdal capezzolo la bocca con gli an-
goli bianchi di latte.
Era un uomo fu il saluto di Sean alla vedova.
La donna chingravemente il capo. Era un uomo! assent
Dove andrai ora? domandSean.
Al kraal di mio padre. L'alta acconciatura di creta conferdi-
gnitalla pacatezza della risposta.
Sceglierai venti capi di bestiame dalle mie mandrie e li porterai
con te. 俏gi Yabonga... Ti lodo, Nkosi. Va' in pace. Rimani in pace. Si alz sollevil bambino su un fianco e
usclentamente dal cortile, senza voltarsi indietro.
Ora vado, Nkosi disse Mbejane. Aveva la faccia grigia per la
sofferenza. Quando torner pianteremo altri alberi. E' stato sol-
tanto un piccolo incendio. Certo, un piccolo incendio annuSean. Va' in pace, amico
mio. Bevi molta birra e diventa grasso. Verra trovarti. Mbejane ridacchipiano e fece segno alle proprie mogli di met-
tersi ai quattro angoli della barella. Esse ubbidirono e lo sollevaro-
no, giovani donne rese forti dal lavoro nei campi.
Rimani in pace, Nkosi. Mbejane si sdraicompletamente sul-
la morbida coltre di pelliccia e le quattro mogli lo trasportarono
fuori del cortile. Appena varcato il cancello, cominciarono a canta-
re, erette e maestose, i dorsi nudi lucenti d'olio, le natiche che on-
deggiavano all'unisono sotto i corti perizoma; unirono le loro voci
alte e orgogliose nell'antico canto di benvenuto al guerriero che tor-
na dalla battaglia.
Radunati sulla veranda c'erano molti vicini di Sean con le rispet-
tive mogli, venuti per dimostrargli la loro amicizia e per offrire
aiuto.
Ada lo aspettava in cima ai gradini.
Dirk? Sta bene, dorme ora. Laudano. Michael? Ti sta aspettando. Non ha voluto prendere il calmante. L'ho
messo nella tua camera. Percorrendo il corridoio, Sean si fermdavanti alla porta di
Dirk e guardall'interno. Il ragazzo era steso sul dorso con le mani
bendate incrociate sul petto. La faccia era gonfia e striata da brutte
righe rosse ldove i rami delle acacie lo avevano graffiato. Sulla se-
dia accanto al letto Mary sedeva in paziente veglia. La ragazza
guardSean e fece l'atto di alzarsi. Sean scosse la testa.
No. Tornerquando sveglio. Prosegulungo il corridoio fi-
no alla propria camera.
Tre delle ragazze di Ada svolazzavano e cinguettavano intorno
al letto di Michael, simili a uccelli i cui nidi siano minacciati. Videro
Sean e ammutolirono di colpo. Tutte le lavoranti di Ada nutrivano
nei suoi confronti un misto di terrore e di ammirazione.
Oh, signor Courteney. Le sue povere mani... cominciuna
piccola bionda, poi diventrossa come un papavero, fece una fret-
tolosa riverenza e fuggdalla stanza. Le altre la seguirono di volata.
Sean si accostal letto.
Salve, Mike disse con voce roca. Su una guancia di Michael
c'era una grossa vescica.
Ciao, zio Sean. Le altre scottature sul viso e sulle labbra era-
no coperte di unguento giallo. Sean si sedette cautamente sull'orlo
del letto.
Grazie, Michael disse.

69.

Ronny Pye si presentil mattino seguente, di buon'ora. Era
accompagnato da Dennis Petersen ed entrambi indossavano
abiti da citt
青he eleganza disse Sean a mo' di saluto. 隹ffari o visita di
cortesia? Be', entrambe le cose. Ronny si fermsull'ultimo gradino.
Possiamo entrare? Sean li condusse in fondo alla veranda, e non aprirono bocca fin-
che non furono seduti. Ho saputo dell'incendio, Sean. Brutta fac-
cenda. Mi hanno detto che un indigeno rimasto ucciso e che sia
Dirk sia Michael hanno riportato ustioni. Brutta faccenda ripet Ronny, scuotendo la testa.
俟aprai anche che ho perso quattromila acri di alberi ribatt Sean.
Gi gi annucon solennitRonny. Brutta faccenda. Ronny e Dennis si scambiarono un'occhiata furtiva, poi abbassa-
rono lo sguardo sulle proprie mani. Molto brutta ripetRonny.
Seguun lungo silenzio.
C'qualcos'altro che ti preoccupa? chiese con garbo Sean.
Be', visto che hai sollevato la questione... Infiluna mano
nella giacca ed estrasse dalla tasca interna un grosso fascio di carte
piegate e legate con un nastro rosso. Bada, non necessario discu-
terne oggi. Vuoi rimandare a quando ti sentirai un pmeglio? Parla! brontolSean.
Clausola otto. Ronny spiegi fogli sul tavolo fra le tazze di
caff Nel caso che detta garanzia, vale a dire la piantagione di aca-
cie nota come settore numero 2 della tenuta di Lion Kop, dell'esten-
sione approssimativa di... Ronny esit Immagino non ci sia biso-
gno di leggerla tutta. Sai cosa dice. Quegli alberi facevano parte del-
la garanzia per il prestito. Quanto tempo mi dai per trovare il denaro? chiese Sean.
雨e', Sean, tu capisci che il contratto non prevede alcuna dila-
zione. Credo che dovrai darcelo subito. Voglio un mese disse Sean.
Un mese! Ronny fu colpito e irritato da una simile pretesa.
Vediamo un p Sean. In tutta onestnon... Cio sono certo che
hai il denaro. Quindi perchhai bisogno di un mese? Basta che tu ci
firmi un assegno. Sai benissimo che non ho denaro. 隹llora... replicRonny delicatamente, credo che, se non hai
il denaro adesso, piuttosto improbabile che tu lo abbia fra un me-
se. Senza offesa, Sean, ma dobbiamo considerare la cosa da uomini
d'affari. Mi segui? Ti seguo annuSean. E voglio un mese. Daglielo interloquDennis Petersen. Era il suo primo contri-
buto alla discussione, e Ronny si girverso di lui con la faccia con-
tratta in una smorfia rabbiosa. La lotta che sostenne dentro di sper
distendere i lineamenti e ritrovare un tono di voce normale dural-
meno cinque secondi.
Scusa, Dennis mormor ma questo un modo alquanto in-
solito di vedere le cose. Io credo che... Ho parlato con Audrey prima di venire qui. Le ho promesso...
comunque, io e lei siamo d'accordo. Incapace di sostenere lo
sguardo del socio, Dennis guardava fuori della veranda.
A un tratto Ronny Pye ridacchi Ma s perdio! E' molto meglio
cosi, vedrquel grosso bastardo arrogante andare in giro a chiedere
l'elemosina, con il cappello in mano. Si sarebbe dapprima rivolto a
Jackson, e Ronny gli aveva telegrafato il pomeriggio precedente. Lo
stesso aveva fatto con Nichols della Standard Bank. Ormai la notizia
si stava diffondendo in tutta la rete bancaria dei Sudafrica. Sean
Courteney non sarebbe riuscito a farsi prestare nemmeno i soldi per
pagarsi un pasto.
E va bene, Sean. Come concessione speciale avrai un mese. Poi il sorriso scomparve dalla sua faccia e Ronny si chinin avanti
sulla sedia. 信ai esattamente trenta giorni. Dopo di che, perdio, ti
manderin rovina.
Dopo che se ne furono andati, Sean rimase seduto sulla veranda.
Il sole sulle colline era caldo, ma all'ombra faceva freddo. Sentiva le
ragazze di Ada chiacchierare da qualche parte nella casa, poi una di
esse fece una risatina stridula. Quel suono irritSean, che assunse
un'aria ancora picupa; tirfuori da una tasca della giacca una vec-
chia busta stropicciata e la spiansu un bracciolo della poltroncina.
Riflettun momento, mordicchiando un mozzicone di matita.
Poi scrisse: 侯ackson. Natal Wattle E ancora: 俟tandard
Bank Infine: Ben Goldberg Si ferma considerare quest'ulti-
mo nominativo. Poi borbottqualcosa e lo cancellcon due tratti
energici di matita. Non dai Goldberg. Lasciamoli fuori da questa
faccenda.
Scarabocchiancora un nome: 青andye, sotto, 俊im Cur-
tis Nessun altro. John Acheson era in Inghilterra. Ci sarebbero
voluti due mesi per ricevere la sua risposta.
Nessun altro. Sospirpiano e infilla busta in tasca. Poi accese
un sigaro, si appoggiallo schienale e posi piedi sul muretto della
veranda. Partirdomattina, decise.
Le finestre alle sue spalle erano aperte. Dalla camera da letto,
Michael Courteney aveva sentito ogni parola del colloquio preceden-
te. Si alza fatica e comincia vestirsi. Uscdal retro e nessuno lo
vide andarsene. La sua giumenta era nella scuderia e, presa a prestito
una sella, torna Theunis Kraal.
Anna lo vide arrivare e uscdi corsa nel cortile. 俑ichael! Oh,
Michael. Grazie a Dio sei salvo. Abbiamo saputo... Poi vide le
ustioni sul viso del figlio e s'irrigid Michael smontlentamente di
sella e uno stalliere portvia la giumenta. Michael, tesoro. La tua
povera faccia. E gli si appese al collo.
Non niente, mamma. Niente! Si staccbruscamente dal figlio, con le labbra tese in
un'espressione dura. Scappi nel cuore della notte per andare da
quel... Quel ... Ti ripresenti dopo giorni con la faccia e le mani ridotte
da far piet... E dici che non niente! Mi spiace, mamma. La nonna mi ha curato. Sapevi che sarei morta di preoccupazione, seduta qui a immagi-
nare le cose piterribili. Ma non mi hai fatto sapere niente, mi hai
lasciata a... Saresti potuta venire a Lion Kop disse Michael a bassa voce.
A casa di quel mostro? Mai! Il giovane distolse gli occhi dalla madre. Dov'pap Nel suo studio, come al solito. Oh, caro, non sai quanto mi sei
mancato. Dimmi che mi vuoi bene, tesoro. Ti voglio bene ripetautomaticamente Michael, e di nuovo
avvertquel senso di soffocamento. Devo vedere pap E' molto ur-
gente. Sei appena arrivato. Lascia che ti prepari qualcosa da mangia-
re... E che dia un'occhiata alla tua povera faccia. Devo vedere papsubito. Scusami. Michael le passa fianco
e si avviverso la casa.
Garry era seduto alla scrivania, quando il figlio entrnello stu-
dio. Michael detestava quella stanza. Odiava l'alto soffitto macchia-
to di fumo, l'opprimente colore scuro delle pareti rivestite di pannel-
li, i grossi trofei di caccia, perfino i tappeti e l'odore di polvere e di
carta vecchia. Di lerano usciti i decreti e le decisioni che avevano li-
mitato e predeterminato la sua vita. Quella stanza era il simbolo di
tutto cida cui desiderava fuggire. Entrando, si guardintorno con
aria di sfida, come se fosse davanti a un essere vivente: sono tornato
per riprendere ciche mi devi, hai avuto molto da me, ora mi ripa-
gherai!
Michael! Lo stivale di Garrick grattil parquet, quando egli si
alzper salutarlo, e il giovane trasala quel suono.
Ciao, pap Tua madre e io siamo stati cosin pena. Perchnon ci hai fatto
sapere qualcosa? La voce era ferita, offesa.
Automaticamente Michael aprla bocca per scusarsi, ma gli usci-
rono parole diverse da quelle che intendeva dire. Ho avuto da fare.
Non mi stato possibile. Siediti, ragazzo mio disse Garrick, indicando una delle lucide
poltrone di cuoio. Si tolse gli occhiali con la montatura di metallo,
ma non guarddi nuovo la faccia ustionata dei figlio. Non voleva
pensare a Sean e Michael insieme. Sono felice che tu sia tornato.
Sai, stavo lavorando ai primi capitoli del mio nuovo libro. E' la storia
della nostra famiglia fin dall'arrivo del tuo trisavolo al Capo. Ci ter-
rei ad avere la tua opinione. Sai che ha un grande valore per me. Il
ponderato giudizio di un laureato dell'Universitdel Sudafrica. La trappola si stava chiudendo. Era cosevidente che Michael si
agit Poteva quasi sentire le pareti rivestite di legno stringersi intor-
no a lui. Pap devo parlarti comincia controbattere. Ma gi Garrick si rimetteva gli occhiali e rimestava le carte sulla sua scriva-
nia, parlando rapidamente.
Credo che ti piacer Dovrebbe interessarti. Lo guardal di
sopra delle lenti, sorridendogli con l'ansia di un bambino che porta
un dono alla mamma. Ecco qui. Comincerdall'inizio. Tieni conto
che la prima stesura. C'ancora da fare tutto il lavoro di lima. E
comincia leggere. Alla fine di ogni paragrafo cercava l'approvazio-
ne dei figlio, con un sorriso colmo di aspettativa.
FinchMichael non potpisopportarlo e grid a metdi una
frase: Voglio che tu mi dia l'equivalente in denaro della mia parte
di Theunis Kraal
Ci fu una momentanea pausa nella lettura di Garrick, appena
una sospensione della voce per indicare che aveva sentito poi conti-
nu ma il suo tono ora era spento, senza vita. Finil paragrafo, mi-
se il foglio da parte, si tolse gli occhiali e li ripose nel loro astuccio. Il
coperchio scattcon un rumore secco, e Garry alzlentamente la
testa.
Perch Mi occorre il denaro. Per farne che? Mi occorre. Garry si alze andalla finestra. Con le mani strette dietro la
schiena, osservi prati digradanti fino allo steccato che delimitava il
giardino, una distesa verde sulla quale le poinsezie si stagliavano con
vivide macchie scarlatte. Poi il terreno riprendeva a salire, tra pasco-
li dorati e lembi di foresta, sopra i quali si stavano addensando nu-
vole argentee e bluastre.
Stasera piover mormorGarrick, ma Michael rimase in si-
lenzio. Ne abbiamo bisogno. Tre settimane senza una goccia d'ac-
qua... I pascoli si stanno inaridendo. Ancora nessun commento.
Garrick tornalla scrivania. Ho saputo che scoppiato un incen-
dio l'altra notte sul Lion Kop. Gi Dicono che sia la fine per tuo zio. Che quest'incendio lo ha ro-
vinato. No! negrapidamente Michael. Non vero! E' per questo che vuoi il denaro? S Intendi darlo a Sean? Voglio comprare una parte della piantagione. Non si tratta di
un regalo... Una semplice proposta d'affari. E Theunis Kraal? E' casa tua. Sei nato qui. Ti prego, Pa'. Ho preso la mia decisione.
E' stato Sean a suggerirtela? No! Lui non ne sa nulla. Dunque una tua idea. Tutta farina del tuo sacco. Sei pronto a
rovinare tuo padre e tua madre per lui. Mio Dio, che ascendente ha
su di te, perchtu possa fare una cosa simile? Scuro in volto, Mi-
chael calciindietro la sedia e balzin piedi. Lo fai sembrare un...
un tradimento. E lo gridGarrick. E' un'azione da Giuda! Tua madre e io
ti abbiamo dato tutto. Ci siamo sacrificati per mandarti all'universi-
t abbiamo costruito la nostra intera esistenza intorno a te, lavoran-
do per il giorno in cui saresti tornato a Theunis Kraal, e... S'inter-
ruppe, ansimante, e si asciugdal mento gli schizzi di saliva. Inve-
ce tu scappi di casa in piena notte per andare da quel... Quel porco.
Come credi che ci siamo sentiti? Non capisci che ci hai quasi spezza-
to il cuore? Fra tutte le persone, proprio da lui! E ora, ora vuoi met di Theunis Kraal per regalarla a quell'individuo, per comprare il
suo.. . Basta cos lo ammonseccamente Michael. E prima di con-
tinuare ricordati da dove proviene la mia parte di Theunis Kraal;
pensa a chi me l'ha donata in origine. Quindi, raccolti cappello e
frustino, s'avviverso la porta.
Michael. Il tono di Garry lo blocc
Che c' La tua parte... Non gran cosa, sai. Non te l'ho mai detto, ma
ci fu un periodo, quando eri molto piccolo... La peste bovina. Fui co-
stretto a... Non potcontinuare.
Cosa stai cercando di dirmi? Siediti, Michael. Siediti e capirai. Con riluttanza, temendo ci che stava per sentire, Michael tornindietro e si appoggia un brac-
ciolo della poltrona.
Garry scelse una chiave dal mazzo appeso alla catena dell'orolo-
gio e april primo cassetto della scrivania. Prese un documento arro-
tolato, lo sfildal nastro che lo avvolgeva e, senza una parola, lo
porse al figlio.
Michael lo stese e lesse le parole sul primo foglio. Atto di ipote-
ca Con un senso di nausea, voltpagina. Non lo lesse tutto. Certe
parole e gruppi di parole, stampati in grassetto, furono sufficienti:
La Ladyburg Trust & Banking Co. ... Un terreno dell'estensione
approssimativa di 25.000 morgen situato nel distretto di Ladyburg,
Divisione giudiziaria di Pietermaritzburg, noto come fattoria di
Theunis Kraal... Nonchtutte le costruzioni, i fabbricati e le miglio-
rie... All'interesse dell'otto e mezzo per cento
Capisco. Michael restituil documento al padre e si alz
Dove vai? Torno a Lion Kop. No! bisbigliGarry. No, Michael. Ti prego, figlio mio.
No... Oh Dio... No! Michael uscdalla stanza chiudendo delicata-
mente la porta dietro di s
Quando Anna irruppe nello studio, Garry era seduto dietro la
scrivania, con le spalle curve. Lo hai lasciato andare! sibilla
donna. Garry non si mosse, sembrava che non avesse sentito. Ci ha
lasciato. E' andato da tuo fratello... E tu gliel'hai permesso. La sua
voce divenne acuta, stridula. Maledetto ubriacone buono a nulla.
Sempre seduto li a giocare coi tuoi libercoli. Non eri abbastanza uo-
mo per generarlo... Tuo fratello ha dovuto farlo per te! E ora non sei
abbastanza uomo per tenerlo, di nuovo ti lasci soppiantare da tuo
fratello! Lo hai lasciato andare. Mi hai tolto mio figlio. Garry sedeva immobile. Non vedeva nulla. Non sentiva nulla.
Nella sua testa c'era una nebbia grigia che soffocava ogni suono e
cancellava ogni immagine. Era qualcosa di caldo... Di caldo e sicuro.
Nessuno poteva raggiungerlo, finchessa l'avvolgeva, proteggendo-
lo. Era in salvo.
Ecco tutto ciche sai fare continuAnna, afferrando una
manciata di fogli manoscritti sulla scrivania. I tuoi foglietti di car-
ta. Sogni e storie di altri uomini... Veri uomini! Laceri fogli e gli鋩i buttaddosso. I frammenti di carta ondeg-
giarono e si posarono come foglie morte sulla sua testa e sulle sue
spalle. Garry non si mosse. Ansimando per l'ira e il dolore, Anna
prese il resto dei manoscritto e lo stracci sparpagliandolo poi per la
stanza.

70.

Michael e Sean erano sotto la pensilina della stazione. Non
parlavano. L'avevano fatto per gran parte del giorno e
della notte precedente e non c'era pinulla da dire. Sta-
vano semplicemente insieme... E chiunque, guardandoli, avrebbe ca-
pito subito che erano padre e figlio. BenchMichael non fosse alto
come Sean, e apparisse molto esile al suo confronto, la carnagione e
il colore dei capelli erano gli stessi. Entrambi avevano il grande na-
so dei Courteney e la bocca larga e carnosa.
Ti telegraferappena avri quattrini. Sean aveva spiegato
particolareggiatamente a Michael la situazione finanziaria di Lion
Kop. Gli aveva anche detto come intendeva procurarsi il denaro che
l'avrebbe salvato dalla rovina.
Intanto io mi occuperdi tutto qui. Michael doveva comin-
ciare la scortecciatura degli alberi scampati all'incendio. Il pomerig-
gio precedente avevano cavalcato attraverso le piantagioni e segnato
i lotti di piante da abbattere. Buona fortuna, zio Sean. Dato che ora lavoriamo insieme, Mike, suggerirei di lasciar
perdere lo 'zio'. E' troppo scomodo. Michael sorrise. Buona fortuna, Sean. Grazie, Mike. Si scambiarono una forte stretta di mano, poi
Sean salsul vagone.
Jackson fu cordiale, ma irremovibile, come pure Nichols della
Standard Bank. CosSean anda Johannesburg per sparare le sue
due ultime cartucce.
Colonnello Courteney, che piacere rivederla! L'impiegato del
Candy's Hotel uscda dietro il banco della ricezione per salutare
Sean. 促arlavamo di lei proprio la settimana scorsa, Bentornato a
Johannesburg. Salve, Frank. Stiamo mettendo su pancia, eh? disse Sean,
puntandogli l'indice contro il gil L'altro ridacchi Dimmi,
Frank, Candy... La signora Rautenbach in albergo? Ah! Ci sono stati alcuni cambiamenti dopo la sua partenza, si-
gnore sorrise l'impiegato, con un'ombra di malizia. Non c'pi alcuna signora Rautenbach. Adesso la signora Heyns... La moglie
del signor Jock Heyns! Buon Dio! Ha sposato Jock! Proprio cos Due settimane fa: il pigrosso matrimonio che si
sia visto a Johannesburg dopo la guerra. Duecento invitati. E ora dov' In mare. Passeranno sei mesi di luna di miele in Inghilterra e in
Europa. Spero che sia molto felice mormorSean, ricordando la soli-
tudine che aveva letto negli occhi di Candy quando era partito.
Con tutto il denaro del signor Heyns? Come potrebbe non es-
serlo? chiese l'impiegato con vera sorpresa. Si trattiene da noi,
colonnello? Se avete una camera. Ce n'sempre una per gli amici. Per quanto tempo, signore? Due giorni, Frank.
Tim Curtis era ingegnere capo alla City Deep. Quando Sean gli
parldi un prestito, scoppia ridere. Cristo, Sean, io sono soltan-
to un dipendente... Non il proprietario di quella maledetta mi-
niera. Anche Tim si era sposato da due anni e Sean fu costretto a pran-
zare con lui e la moglie. Dietro le loro insistenze, dovette anche ve-
dere il loro bebe complimentarsi, ma in cuor suo si disse che il pu-
po somigliava a un cucciolo di bulldog non ancora svezzato.
Prolungando il proprio soggiorno a Johannesburg, fece il giro
delle banche. Molto tempo prima aveva trattato affari con la mag-
gior parte di esse, ma il personale era cambiato da allora, per cui
Sean si stupnotando che tutti i direttori sembravano aver sentito
parlare di lui.
青olonnello Courteney. Dunque lei sarebbe il colonnello Sean
Courteney, titolare delle Lion Kop Wattle Estates, ginel Natal. E, quando Sean annuiva, vedeva i loro occhi serrarsi come imposte
sprangate contro i ladri da un prudente padrone di casa.
L'ottava sera si fece portare del brandy in camera: due intere
bottiglie. Bevve senza sosta e disperatamente. Invece di calmare il
violento conflitto che aveva luogo nel suo cervello, il brandy parve
stimolarlo, distorcendo i problemi e accrescendo la sua malinconia.
Continua bere finchl'alba fece impallidire la luce gialla delle
lampade a gas. Il liquore gli ronzava nella testa e Sean desiderava
ardentemente un pdi pace: la pace che aveva trovato soltanto nel-
l'immenso silenzio e nello spazio sconfinato del veld. A un tratto
nella sua mente si forml'immagine di una tomba solitaria ai piedi
di una piccola collina. Udil vento gemere su di essa e vide ondeg-
giare l'erba giallastra. Quella era la pace.
Si leva sedere sul letto. Saul disse. Provava un immenso ri-
morso per quel pellegrinaggio che si era ripromesso di fare e che
non aveva compiuto. 青i andradesso. Qui ho finito decise.
Quando si alzin piedi, ebbe un capogiro e dovette sostenersi alla
testiera del letto per ritrovare l'equilibrio.

71.

Riconobbe il kopje quando si trovava ancora a otto chilome-
tri di distanza. La sua forma gli era impressa indelebilmente
nella memoria: la pendenza simmetrica dei fianchi irti di
massi e la cima piatta, circondata da un tratto di terreno roccioso e
scoperto: l'altare su cui si era compiuto il sacrificio alla stoltezza e
all'aviditumane.
Arrivato pivicino, distinse le piante di aloe, corone di foglie
carnose ingioiellate di fiori rossi. Sulla pianura sotto il kopje, tra
l'erba bassa color ocra, si scorgeva una fila di macchioline bianche.
Sean cavalcverso di esse e, col diminuire della distanza, ogni mac-
chia divenne un tumulo di pietre biancastre, su cui si ergeva una
croce di metallo.
Intorpidito dalla lunga giornata in sella, Sean smontlentamen-
te. Impastoii cavalli, tolse loro la sella e gli altri fardelli e li lasci liberi di pascolare. Restio ad avvicinarsi subito alle tombe, accese
un sigaro.
Il silenzio del veld l'avvolgeva dolcemente, non rotto, anzi, in-
tensificato dal fruscio del vento sulla pianura. Il rumore che pro-
dusse il suo cavallo, cominciando a brucare l'erba secca, sembrava
sacrilego in quel luogo, ma riscosse Sean dai suoi pensieri. Raggiun-
se la doppia fila di tombe e si fermdavanti a una di esse. Incise
rozzamente sul metallo c'erano le parole: QUI GIACE UN VALOROSO
BURGHER.
Si mosse lungo la fila di croci e su ognuna lesse la medesima
scritta. Qua e lle lettere erano irregolari; su una, al posto della
咬di burgher, c'era una 剋 Sean si ferma fissarla, odiando
l'uomo che per la fretta e l'indifferenza aveva trasformato l'epitaf-
fio in un insulto.
Mi spiace disse a voce alta, come scusandosi con il boero che
giaceva sotto quella croce. Poi si sentimbarazzato, in collera con
se stesso per quella debolezza. Solo un pazzo puparlare ad alta
voce a un morto. Si spostverso la seconda fila di tombe. MARINAIO
SCELTO W. CARTER, R.N. Il grassone. CAPORALE HENDERSON C.F.S.
Colpito due volte al petto e una al ventre.
Camminlungo la fila, leggendo. Alcuni restavano soltanto no-
mi, di altri, invece, ravvisava i volti. Rivedeva le loro facce ridenti o
spaventate, il modo in cui cavalcavano, udiva il suono delle loro vo-
ci. Questo mi deve ancora una ghinea, pens rammentando la
scommessa. Puoi tenertela disse a voce alta, e di nuovo si rim-
prover
Percorse tutta la fila rallentando via via che si avvicinava al tu-
mulo eretto un pdiscosto dagli altri, secondo i suoi ordini.
Lesse l'iscrizione. Poi si sedette sui talloni e rimase lfinchil
sole caldietro l'orizzonte e il vento divenne freddo e lamentoso.
Soltanto allora torndove aveva lasciato la sella e srotolle coper-
te. Non c'era legna per accendere il fuoco e cosdormsoltanto a
tratti nel freddo della notte. Di un gelo ancora piintenso erano i
suoi pensieri, nei momenti di veglia.
Il mattino tornalla tomba di Saul. Notper la prima volta che
l'erba cresceva tra le pietre del tumulo e che la croce s'era un pin-
clinata di lato. Si tolse la giacca e, inginocchiatosi, lavorcome un
giardiniere, estirpando le erbacce con il coltello da caccia, fino alle
radici. Poi rimosse le pietre intorno alla croce, la estrasse dal suolo,
scavun nuovo buco e ve la conficc assicurandone la base con
sassi e terra, prima di ammucchiare di nuovo saldamente le pietre
bianche.
Fece due passi indietro, ripulendosi le mani, ed esaminil lavo-
ro compiuto. Non era ancora perfetto: mancava qualcosa. Ci pens un p con la fronte aggrottata, finchtrovla risposta.
Fiori biascic alzando la testa verso le piante di aloe. Co-
minciad arrampicarsi tra i massi. Il suo coltello affondfacilmen-
te nei grossi steli teneri e la linfa sgorgin abbondanza dalle ferite.
Quando ne ebbe raccolto un mazzo inizila discesa. A un tratto,
una macchia di colore attiril suo sguardo: una spruzzata di bianco
e rosa tra i massi. Erano bignonie: ognuna di esse una piccola, per-
fetta tromba con una gola rosa e una fragile lingua gialla. Deliziato
da quella scoperta, Sean posa terra i fiori di aloe e, chino come
una spigolatrice, comincia raccogliere le bignonie, procedendo in
direzione di un crepaccio. Quando l'ebbe raggiunto, si raddrizz per riposarsi la schiena. Era abbastanza stretto da poterlo saltare
senza sforzo, ma molto profondo. Vi guarddentro senza grande
interesse. Semisepolte nella sabbia c'erano le ossa di un grande ani-
male. Ma non furono queste a indurlo a calarsi nella spaccatura,
bensun voluminoso oggetto di cuoio che s'intravedeva in mezzo a
esse.
Scivolando sul didietro nell'ultimo tratto della discesa, raggiunse
il fondo ed esaminciche aveva scorto. Era la bisaccia di un mu-
lo, con due borse di cuoio dalle fibbie quasi completamente arruggi-
nite. Le sollevdalla sabbia e si stupper il loro peso. Il cuoio era
secco e screpolato. Sean tagliil risvolto di una borsa con il coltello
e ne uscuna cascatella di sovrane. Caddero sulla sabbia l'una dopo
l'altra, formando un allegro mucchietto d'oro.
Sean le fiss incredulo. Lascicadere le borse e si accosci Ti-
midamente, raccolse una moneta ed esaminil ritratto del vecchio
Presidente, prima di portarla alla bocca e di morderla. I suoi denti
intaccarono il metallo tenero.
Be', che io sia dannato disse, e rise forte. Appoggiandosi sui
talloni e alzando la faccia al cielo, gridtutta la sua esultanza e il
suo sollievo. Ma a un tratto la risata si spense e Sean ridivenne se-
rio. Riempiendosi d'oro le mani si domand Da dove diavolo sal-
ti fuori? La risposta stava nell'effigie arcigna modellata in rilievo
su ogni moneta. Oro boero. E a chi diavolo appartieni? La ri-
sposta era ancora la stessa, e Sean si lasciscivolare le sovrane tra
le dita. Oro boero.
Nient'affatto! esplose con ira. Da questo momento oro di
Courteney. E comincia contarlo.
Il cervello lavorava altrettanto rapidamente quanto le dita, pre-
parando la difesa di Sean contro le accuse della propria coscienza. I
boeri gli dovevano i quattrini che aveva perduto vendendo sottoco-
sto i suoi carri pieni d'avorio; gli dovevano i suoi depositi alla Volks-
kaas Bank, una ferita di shrapnel a una gamba e una pallottola nel
ventre; gli dovevano tre anni di fatiche e di pericoli; e infine gli do-
vevano un amico. Mentre ammucchiava le sovrane in pile di venti,
esaminil proprio caso, si sentgiustificato ed emise una sentenza
in favore.
L'appellante ha ragione annunci e concentrtutta l'atten-
zione sul denaro. Un'ora e mezzo dopo aveva finito di contarlo.
C'era un enorme cumulo di monete sulla pietra piatta che aveva
usato come tavolo. Accese un sigaro e il fumo che gli riempi pol-
moni lo rese euforico. La sua coscienza si era arresa senza condizio-
ni e ora egli provava un gran senso di benessere: tanto piintenso,
quanto piterribile era stato il periodo di depressione che l'aveva
preceduto.
俟ean Courteney accetta dal Governo dell'ex Repubblica del
Transvaal la somma di 29.200 sterline, quale saldo totale di tutti i
crediti e risarcimenti dovuti al suddetto. Di nuovo ridacchie co-
mincia riporre l'oro nelle borse di cuoio.
Con la pesante bisaccia buttata su una spalla e le mani piene di
fiori selvatici, Sean scese dal kopje. Sellil cavallo e caricl'altro
prima di andare a deporre i fiori sulla tomba di Saul. Creavano una
bella macchia di colore sull'erba bruna.
Si attardun'altra ora, aggiustando di quando in quando la sua
composizione floreale e resistendo alla tentazione di ringraziare
Saul a voce alta. Poichadesso pensava che l'oro non fosse un do-
no del Governo repubblicano, ma di Saul Friedman... Cosa che gli
rendeva ancora pifacile accettarlo.
Infine salin sella e se ne and Mentre l'uomo e i suoi cavalli si
riducevano a due punti piscuri nell'immensa pianura color ocra,
un turbine di polvere avanzdanzando dal sud. Un'altra, roteante
colonna d'aria calda, di polvere e di frammenti d'erba secca, che
fluttuondeggiando verso il cimitero al di sotto dei kopje. Dappri-
ma pareva che dovesse evitarlo, ma all'improvviso cambidirezione
e investla doppia fila di croci. Afferri fiori sulla tomba di Saul, li
sollev strappandone i petali, e li sparpaglinella pianura.

72.

Con Michael al suo fianco, che portava una pesante sacca da
viaggio, Sean scese dal calessino ed entrnegli uffici della
Ladyburg Banking & Trust Co.
Oh, colonnello Courteney! esclamla giovane signora incari-
cata di accogliere i clienti. 隹vverto subito il signor Pye che lei qui. Non si dia pensiero, cara. Gli porterio stesso la bella no-
tizia. Ronny Pye alzlo sguardo con aria allarmata, quando la porta
del suo ufficio si spalance i due uomini entrarono nella stanza.
雨uongiorno, Ronny lo salutallegramente Sean. Come te la
passi? Hai gicavato il sangue a qualcuno oggi, o ancora troppo
presto? Sulle difensive, Ronny si alz borbottando una risposta inintel-
ligibile. Sean scelse un sigaro dalla scatola di cuoio sulla scrivania e
lo fiut Hai qui una buona marca di sterco di cavallo osserv
asportandone la punta con i denti. Fiammifero, prego. Sono un
cliente, Ronny; dove sono finite le tue buone maniere? Con riluttanza, pieno di sospetto, Ronny gli accese il sigaro.
Sean si sedette e piazzi piedi sulla scrivania, incrociando le cavi-
glie. Dunque, quanto ti devo? chiese. La domanda rafforzi so-
spetti di Ronny, i cui occhi si posarono sulla sacca da viaggio nelle
mani di Michael.
Vuoi dire tutto insieme? Capitale e interessi? Capitale e interessi confermSean.
Be', dovrei fare qualche calcolo. Dimmelo in cifra tonda. Ecco, molto approssimativamente, dovrebbero essere circa...
oh, non so... Diciamo... Fece una pausa. L'aspetto pesante di quel-
la sacca lo confondeva. Appariva rigonfia, e i muscoli del braccio di
Michael erano tesi. Diciamo, 22.860 sterline e quindici scellini. Mentre enunciava la cifra esatta, la sua voce si abbassossequiente,
simile a quella di un indigeno che invochi il nome del proprio dio.
Sean abbassi piedi e, chinatosi in avanti, spinse di lato le carte
che coprivano il piano della scrivania. Molto bene. Pagalo, Mi-
chael. Con fare solenne il giovane posla sacca nello spazio liberato da
Sean. Ma quando questi gli strizzl'occhio, la sua solennitanda
farsi benedire e Michael fece un largo sorriso.
Senza tentare di nascondere la propria agitazione, Ronny affon-
dentrambe le mani nella sacca e tirfuori due borse di tela greg-
gia. Ne apruna e rovescil'oro sulla scrivania. Dove l'hai pre-
so? domandcon disappunto.
Dove finisce l'arcobaleno. C'una fortuna qui dichiarRonny, frugando di nuovo nel-
la sacca.
Una bella somma, lo ammetto. Ma, ma... Annaspava tra le monete, cercando di scoprire il
segreto della loro provenienza, come una gallina a caccia di vermi.
Sean, per aveva passato una settimana a Johannesburg e due gior-
ni a Pietermaritzburg, facendo il giro di tutte le banche per cambia-
re piccole quantitdi sovrane di Kruger in valuta inglese, portoghese
e d'una mezza dozzina di altri paesi. Per un minuto osservgli sfor-
zi di Ronny con un sorriso di compiaciuto disprezzo. Poi si con-
ged
Ora ce ne torniamo a casa. Mise un braccio intorno alle spalle
di Michael e si diresse verso la porta. Deposita il resto sul mio con-
to, Ronny, da bravo. Con un'altra frase che gli morsulle labbra e con un misto di di-
sperazione e frustrazione nell'animo, Ronny Pye guarddalla fine-
stra la Lion Kop Wattle Estates che saliva sul calessino, si calcava
con decisione il cappello in testa, agitava la frusta in segno di cortese
saluto e trottava serenamente lontano dalle sue grinfie.

Per tutta l'estate le colline di Lion Kop echeggiarono dei colpi
secchi delle asce e del canto di centinaia di zulu. Via via che gli altre-
ri vacillavano e cadevano con un fluttuare di rami frondosi, uomini
armati di machete si facevano avanti per strappare la ricca corteccia
e legarla in fasci. Ogni treno che partiva per Pietermaritzburg ne
trasportava interi vagoni fino allo stabilimento di estrazione dei tan-
nino.
Di giorno in giorno, i vincoli tra Sean e Michael si rafforzavano.
Elaborarono un linguaggio tutto loro, caratterizzato dalla massima
economia di parole. Senza lunghe discussioni ciascuno s'incaric d'una sfera distinta dell'attivitdi Lion Kop.
Compito di Michael erano la manutenzione dell'attrezzatura, il
carico e la spedizione, tutto il lavoro d'ufficio e le ordinaiioni di
materiale. Dapprima Sean lo tenne d'occhio, poi, vedendo che se la
cavava benissimo, non se ne preoccuppi Si separavano soltanto
nei fine settimana, quando Sean andava, per ovvie ragioni, a Pieter-
maritzburg e Michael, per dovere, a Theunis Kraal. Il giovane odia-
va quei ritorni a casa, odiava le interminabili accuse di slealtda
parte di Anna e i suoi occasionali accessi di pianto. Ma ancor piin-
sopportabile era il muto rimprovero stampato sulla faccia di Garry.
Ogni lunedmattina di buon'ora, con la gioia di un galeotto libera-
to, Michael riprendeva la strada di Lion Kop, dove Sean l'accoglie-
va con frasi del tipo: Che ne di quei dannati manici d'ascia che
abbiamo ordinato la settimana scorsa, Mike?
Soltanto la sera Sean e Michael chiacchieravano liberamente, se-
duti sui gradini della veranda. Discorrevano di denaro, di guerra, di
politica, di donne, di alberi... E parlavano da pari a pari, senza riser-
ve, da uomini che lavorano insieme per uno scopo comune.
Dirk sedeva in silenzio nell'ombra e li ascoltava. Aveva quindici
anni, ma una capacitdi odio assolutamente sproporzionata alla sua
ete tutta rivolta contro Michael. Sean lo trattava sempre allo stes-
so modo; la frequenza scolastica di Dirk restava sporadica, il ragaz-
zo seguiva Sean nelle piantagioni e riceveva la sua parte di rude af-
fetto e di ancora pirude disciplina... Cinondimeno avvertiva nel
rapporto tra Sean e Michael una tremenda minaccia alla propria si-
curezza. Solo per ragioni di ete per la sua scarsa esperienza egli era
escluso dalle conversazioni serali sulla veranda. I suoi rari contributi
erano accolti con indulgente attenzione, poi il discorso riprendeva
come se lui non avesse parlato. Allora Dirk sedeva in silenzio, pro-
gettando fin nei particolari piperversi l'assassinio di Michael.
Quell'estate a Lion Kop si verificarono molti piccoli furti e atti di
vandalismo, tutti aventi Michael come oggetto. I suoi migliori stivali
da equitazione sparirono; quando volle indossare la sua unica cami-
cia da sera per il ballo mensile nella scuola, la trovstrappata sulla
schiena; la sua cagna partorquattro cuccioli che dopo una settima-
na morirono misteriosamente.
Ada e le sue ragazze cominciarono i preparativi per il Natale dei
1904 a metdicembre. Ruth e Storm arrivarono da Pietermaritzburg
il venti, e con le sue frequenti assenze da Lion Kop, Sean scaricava
una gran parte di responsabilitsulle spalle di Michael. Nel villino
di Protea Street regnava un'atmosfera di mistero. Sean era rigorosa-
mente escluso da certe lunghe sedute nelle stanze private di Ada, do-
ve costei e Ruth si ritiravano per preparare l'abito da sposa, ma non
era questo l'unico segreto. Doveva esserci anche qualcos'altro, che
teneva le donne in uno stato di costante euforia. Spiandole, Sean ca-
pche la cosa doveva avere a che fare coi suo regalo di Natale da
parte di Ruth. Comunque egli aveva altre preoccupazioni, prima fra
tutte mantenere il proprio posto nella feroce competizione per gua-
dagnarsi i favori della signorina Storm Friedman. Cicomportava
grosse spese in dolciumi, regalati all'insaputa di Ruth. Il pony She-
tland era stato lasciato a Pietermaritzburg e a Sean veniva richiesto
di sostituirlo, a prezzo della propria dignite di grandi macchie
d'erba sulle ginocchia dei pantaloni. Come ricompensa era invitato
a prendere il togni pomeriggio con la signorina e le sue bambole.
Favorita fra tutte era una pupattola con capelli veri e un'espres-
sione insulsa sulla larga faccia di porcellana. Storm pianse come una
fontana il giorno in cui la trovrotta in mille pezzi. Con l'aiuto di
Sean, seppellla bambola nel cortile sul retro, saccheggiando il giar-
dino di Ada per ornare di fiori la tomba. Un pin disparte, Dirk
osservava con espressione torva il funerale. Ormai del tutto consola-
ta della perdita, Storm si diverttanto alla cerimonia da insistere
perchSean esumasse il cadavere e si ricominciasse tutto da capo. In
totale la bambola venne sepolta quattro volte e, alla fine, sembrava
che sul giardino di Ada fosse calato uno sciame di locuste.

73.

La giornata di Natale comincipresto per Sean. Insieme a Mi-
hael sovrintese alla macellazione di dieci grossi buoi per i lavo-
ti, ranti zulu, poi distribuirono le paghe e i doni: a ogni uomo
una camicia e un paio di pantaloni corti color cachi, a ognuna delle
loro mogli due manciate di perline colorate. Gli indigeni cantavano
e ridevano. Mbejane, alzatosi da letto per l'occasione, fece un di-
scorso di alto contenuto drammatico. Incapace di reggersi sui piedi
appena rimarginati, scosse le lance, allargle braccia e griduna
serie di domande ai suoi compagni zulu.
Vi ha picchiato? 隹i-bho!fu la tonante risposta negativa.
Vi ha nutrito? Yhe-bho! C'oro nelle vostre tasche? Ye-bho! il vostro padre? il nostro padre! Benchnon tutto andasse preso troppo alla lettera, Sean sorrise.
Poi fece qualche passo avanti per accettare la grande ciotola colma
di birra di miglio che la prima moglie di Mbejane gli offriva. Era un
punto d'onore vuotarla senza staccare le labbra dall'orlo, un'impre-
sa che Sean prima e Michael poi compirono senza sforzo. Infine sa-
lirono sul calessino; Mbejane prese le redini e, con Dirk al fianco,
imboccla via di Ladyburg.
Dopo la prima ondata di saluti e di auguri, Ruth condusse Sean
nel cortile sul retro. Tutti gli altri li seguirono e si trovarono davanti
a un grosso oggetto coperto da un'incerata. Quando questa venne
cerimoniosamente rimossa, Sean resta bocca aperta alla vista dei
dono di Ruth.
Scintillante nel sole, tutto vernice lucida, metallo e cuoio ros-
so... C'era un veicolo a motore!
Impresse sui mozzi delle ruote e sotto la statuina d'argento che
ornava il radiatore c'erano le parole ROLLS-ROYCE.
Sean aveva visto quelle stupende macchine a Johannesburg, e fu
sopraffatto dal medesimo senso di disagio che gli avevano ispirato
allora. Mia cara Ruth, non ho parole per ringraziarti. E la baci con trasporto, per ritardare il momento in cui si sarebbe dovuto av-
vicinare a quel mostro.
Ti piace davvero? Se mi piace? E' la cosa pibella che io abbia mai visto. Da
sopra la spalla di Ruth notcon sollievo che Michael stava prenden-
do le redini della situazione. Come unico ingegnere presente, si era
seduto al volante e parlava autorevolmente alla folla che lo attor-
niava.
Sali! ordinRuth.
Prima lascia che la guardi. Porgendo il braccio a Ruth, Sean
girintorno alla Rolls, tenendosi sempre a una mezza dozzina di
passi. I grossi fari lo fissavano con malignite Sean storngli oc-
chi. Il suo disagio si stava lentamente trasformando in autentica
paura al pensiero che avrebbe dovuto non solo salire su quell'aggeg-
gio, ma anche controllarne la direzione e la velocit
Non potendo rimandare oltre, si avvicinall'auto e diede qual-
che colpetto sul cofano.
Ehil disse severamente. Quando si ha a che fare con un ani-
male selvaggio, bisogna stabilire fin dal primo contatto chi il pa-
drone.
Sali! Michael era sempre al volante e Sean fece accomodare
Ruth al centro del sedile anteriore, sistemandosi a propria volta vi-
cino alla portiera. Seduta in grembo alla madre, Storm ballonzolava
e strillava per l'eccitazione. Il tempo che Michael impiega consul-
tare il libretto d'istruzioni non bastcerto a rassicurare Sean.
俘uth, non credi che sarebbe meglio lasciare a terra la piccola
per questa volta? Oh, a lei piace! Ruth lo guardcon aria interrogativa, poi
sorrise. Non c'davvero alcun pericolo, caro. Nonostante queste
parole, Sean s'irrigid quando il motore romb e rimase in quella
posizione, con gli occhi fissi davanti a s durante la trionfale avan-
zata lungo le vie di Ladyburg. Riversandosi fuori delle case, bianchi
e negri si assieparono ai lati delle vie, lanciando esclamazioni di pia-
cere e di meraviglia.
Quindi tornarono in Protea Street e, quando Michael arrestla
vettura davanti al villino, Sean balzfuori come un uomo che si de-
sti da un incubo. Boccicon fermezza la proposta di andare in chie-
sa in auto, definendola una cosa irriverente e di cattivo gusto. Il re-
verendo Smiley fu molto lusingato dal fatto che Sean restasse sve-
glio per tutta la durata del sermone e, dalla sua aria preoccupata,
suppose che quel satanasso di Courteney cominciasse finalmente a
temere per la propria anima. Dopo la funzione Michael anda
Theunis Kraal per consumare il pranzo di Natale con i suoi genitori,
ma nel primo pomeriggio tornper cominciare a dare lezioni a
Sean. L'intera popolazione di Ladyburg uscper osservare Sean e
Michael che giravano a passo d'uomo intorno all'isolato. Verso sera
Michael reputche Sean fosse pronto per un a solo e scese dal-
l'auto.
Seduto al volante, con la fronte madida di sudore, Sean scrutil
mare di volti intorno a se vide Mbejane che sorrideva sullo sfon-
do. Mbejane! grid
Nkosi! Vieni con me. Il sorriso scomparve dalla faccia dello zulu, il
quale arretrun poco. Non era naturale che un veicolo si muovesse
da solo... E Mbejane non voleva averci niente a che fare.
俏kosi, le gambe mi fanno ancora molto male. Tra la folla c'erano molti lavoranti zulu di Lion Kop, scesi dalla
collina quando la notizia dei miracolo li aveva raggiunti, e uno di
essi rise in un modo che pareva mettere in dubbio il coraggio di
Mbejane. Ergendosi in tutta la sua statura, Mbejane lo fulmincon
lo sguardo, poi s'avvicon fierezza verso la Rolls, vi sal sedette al
fianco di Sean e incrocile braccia sul petto.
Sean trasse un lungo respiro e strinse il volante con entrambe le
mani, un pchino in avanti, con gli occhi socchiusi e le sopracci-
glia aggrottate.
Abbassare la frizione! borbottfra s Inserire la marcia!
Via il freno! Gil'acceleratore! Su la frizione!
La Rolls balzin avanti cosviolentemente che tanto Sean quan-
to Mbejane furono quasi scagliati oltre lo schienale. Cinquanta me-
tri piavanti l'auto si bloccper mancanza di carburante: un vero
colpo di fortuna, perchnon era probabile che Sean ricordasse le
manovre per arrestarla.
Cupo in volto e malfermo sulle gambe Mbejane scese dalla Rolls
per l'ultima volta. Non ci salmai pi.. E in segreto Sean lo invidi per la sua libert Comunque, fu molto sollevato nell'apprendere
che sarebbero decorse alcune settimane per far arrivare altro carbu-
rante da Cape Town.

74.

Tre settimane prima del matrimonio di Sean, un mattino pre-
sto, Ada Courteney usca raccogliere un pdi frutta per la
prima colazione. Nel frutteto, coperta soltanto dalla camicia
da notte bianca, trovMary appesa per il collo al grande albero di
avocado. Ada tirgiil corpo della ragazza e manduna serva a
chiamare il dottor Fraser.
Insieme trasportarono il cadavere di Mary nella sua stanzetta e
lo deposero sul letto. Mentre il dottor Fraser eseguiva un rapido
esame, Ada fissava quel volto che la morte aveva reso ancora pi pietoso. 侶uale abisso di solitudine puaverla indotta a compiere
un gesto simile mormor Il dottor Fraser copril cadavere con il
lenzuolo e guardAda.
Non stato quello il motivo... Al contrario, forse sarebbe stato
meglio se avesse avuto meno compagnia. Trasse di tasca la borsa
del tabacco e comincia caricare la pipa. 青hi era il suo ragazzo,
zia Ada? Il suo ragazzo? Nessuno. Eppure doveva averlo. Come fai a dirlo? Zia Ada, Mary era incinta di quattro mesi. Fu un piccolo funerale, solo la famiglia Courteney e le lavoranti
di Ada. Mary era orfana e non aveva altri amici.
Due settimane prima delle nozze, Sean e Michael portarono a
compimento la scortecciatura e fecero ripiantare dagli zulu gli alberi
distrutti dall'incendio. Insieme valutarono profitti e perdite. Unen-
do le loro rudimentali nozioni di contabilite discutendo fino alle
ore piccole, giunsero infine alla conclusione che da 1500 acri di aca-
cie avevano ricavato 1480 tonnellate di corteccia, con un profitto
lordo lievemente superiore alle 28.000 sterline d'oro.
Ma a questo punto i loro calcoli differivano. Michael insisteva
nell'affermare che le spese per le scorte di materiale e per piantare
nuovi alberi non andavano detratte, cosa che portava a un profitto
netto per quell'anno di novemila sterline. Sean, invece, voleva inse-
rire tutte le spese nella colonna delle perdite, ottenendo in tal modo
un profitto di appena un migliaio di sterline. Per trarsi d'impaccio,
spedirono tutti i registri a un esperto contabile di Pietermaritzburg,
il quale diede ragione a Michael.
Considerarono quindi le prospettive per la stagione a venire e
provarono quasi un senso di turbamento quando si resero conto che
ci sarebbero stati quattromila acri di alberi da scortecciare, per un
profitto lordo valutato intorno alle ottantamila sterline d'oro...
sempre che non scoppiassero altri incendi. Quella sera, all'insaputa
di Sean, Michael scrisse due lettere. Una a un produttore di macchi-
ne industriali di Birmingham, il cui nome e indirizzo il giovane ave-
va furtivamente copiato da una delle i enormi caldaie usate nello sta-
bilimento della Natal Wattie Company. L'altra alla libreria Foyle di
Charing Cross Road, Londra, richiedendo l'immediata spedizione
di tutta la letteratura esistente sulla lavorazione della corteccia d'a-
cacia. Michael Courteney aveva preso da Sean non solo l'abitudine
ai grandi sogni, ma anche quella di impegnarsi subito a trasformare
i sogni in realt

Tre giorni prima delle nozze Ada e le sue ragazze presero il treno
per Pietermaritzburg, mentre Sean, Michael e Dirk le seguirono con
la Rolls.
Il terzetto arrivimpolverato e furibondo davanti allo White
Horse Hotel. Era stato un viaggio snervante. Sean non aveva fatto
altro che lanciare avvertimenti, istruzioni e bestemmie a Michael,
che fungeva da autista. Rallenta, accidenti, rallenta! Vuoi ammaz-
zarci tutti? Attento! Guarda quella vacca! Non andare cos vicino al bordo della strada! Dirk aveva fatto la propria parte chiedendo di fermarsi per ori-
nare, sporgendosi dalle fiancate, arrampicandosi instancabilmente
sullo schienale per passare da un sedile all'altro e incitando Michael
a superare il limite di velocitstabilito dal padre. Alla fine, furibon-
do, Sean aveva fatto fermare l'auto per somministrargli una severa
punizione con un flessibile ramo di Melkbos tagliato sul bordo della
strada.
All'arrivo Ada portvia Dirk, che frignava a gola spiegata. Mi-
chael prese la Rolls e scomparve in direzione dello stabilimento del-
la Natal Wattie, dove intendeva trascorrere la maggior parte dei tre
giorni successivi ficcando il naso dappertutto e facendo domande, e
Sean anda trovare Jan Paulus Leroux, arrivato da Pretoria per le
nozze. Il giorno del matrimonio Michael aveva riempito un quader-
netto di appunti sulla lavorazione della corteccia e Jan Paulus aveva
fornito a Sean un minuzioso resoconto degli scopi e delle attivitdel
Partito sudafricano. Ma, in risposta alle sue sollecitazioni, Sean si
era limitato a promettere che ci avrebbe riflettuto sopra
La cerimonia aveva destato viva preoccupazione in tutti. Bench Sean non avesse niente da ridire circa lo sposarsi in una sinagoga, si
rifiutava assolutamente di sottoporsi alla piccola, dolorosa opera-
zione che gli avrebbe permesso di farlo. La sua non troppo convinta
proposta che Ruth si convertisse al cristianesimo incontrun reciso
rifiuto. Infine ci si accordsu un compromesso, e Ben Goldberg
convinse il giudice di pace a celebrare un matrimonio civile nella sa-
la da pranzo di The Golds.
Ben Goldberg diede il braccio alla sposa e mamma Goldberg
versqualche lacrimuccia. Ruth era magnifica nel modello creato
da Ada: raso verde con applicazioni di perle. Storm indossava un'e-
satta copia in miniatura dell'abito di Ruth e litigcon le altre picco-
le damigelle durante la cerimonia. Michael, in qualitdi testimone,
si comportcon estrema padronanza di s Sedil tumulto tra le
bambine, porse l'anello al momento giusto e fece da suggeritore allo
sposo quando questi si confuse con le battute.
Al ricevimento nel parco parteciparono un'immensa folla di
amici e soci d'affari dei Goldberg e una buona metdella popola-
zione di Ladyburg, inclusi Ronny Pye, Dennis Petersen e le loro fa-
miglie. Garrick e Anna Courteney non c'erano e non avevano rispo-
sto all'invito ncon un dono ncon un semplice biglietto di auguri.
Un sole splendido benedisse la giornata, i prati erano verdi e li-
sci come tappeti preziosi. Su lunghi tavoli facevano bella mostra di
si prodotti della cucina di mamma Goldberg e della fabbrica di
birra del vecchio Ben.
Storm passdi gruppo in gruppo, alzando la sottana per mo-
strare i nastri rosa alle mutandine, finchRuth l'acchiapp
Dirk assaggilo champagne per la prima volta e gli piacque tan-
to che ne scolsei coppe nascosto dietro i cespugli di rose. Natural-
mente si sentmalissimo. Per fortuna Michael lo trovprima di
Sean e lo ficcin una delle camere per gli ospiti, lasciandovelo a
soffrire in solitudine.
Con Ruth al braccio, Sean passin rassegna i regali di nozze, re-
standone davvero impressionato, poi circoltra la folla degli invita-
ti finchraggiunse Jan Paulus e s'impegnin una vivace discussione
politica. Ruth lo lasciper andare a cambiarsi.
La pibionda e pigraziosa delle ragazze di Ada afferral volo
il bouquet. Subito dopo incrocilo sguardo di Michael e divenne
rossa come i garofani che aveva in mano.
Tra un brusio di commenti elogiativi e una nevicata di confetti,
Ruth riapparve in abito da viaggio e, come una regina che ascende
al trono, prese posto sulla Rolls. Accanto a lei Sean, in spolverino e
grossi occhiali tondi, fece appello a tutto il suo coraggio, borbotti
soliti scongiuri e mise in moto. Nelle sue mani l'auto parve impen-
narsi sulle ruote posteriori come un cavallo selvaggio, quindi balz in avanti sul viale d'accesso, facendo schizzare via ghiaia e ospiti.
Ruth, che si teneva disperatamente il cappello guarnito di piume di
struzzo, e Sean, che urlava alla Rolls: Yaaa! Buona, buona! im-
boccarono la strada che, attraverso la Valle delle Mille Colline, con-
duceva a Durban e al mare, scomparendo in un'alta colonna di pol-
vere.

75.

Tre mesi pitardi, dopo essere passati da mamma Goldberg.
per prendere la piccola Storm, Sean e Ruth tornarono a Lion
Kop. Sean era ingrassato ed entrambi avevano quell'espres-
sione beata che si vede soltanto sui visi delle coppie di ritorno da
una luna di miele perfettamente riuscita.
Sulla veranda e nelle dipendenze della fattoria c'erano un'infinit di casse di ogni dimensione, contenenti i regali di nozze, il mobilio e i
tappeti di Ruth, nonchi pezzi d'arredamento e i tendaggi che la nuo-
va signora Courteney aveva acquistato a Durban. Abilmente assistita
da Ada, Ruth comincicon entusiasmo a togliere gli imballaggi e por-
tar dentro ogni cosa. Sean iniziun giro d'ispezione nella tenuta, per
determinare quanto avesse sofferto durante la sua assenza, e si sent vagamente deluso quando scoprche Michael se l'era cavata benissi-
mo anche senza di lui. Le piantagioni erano in perfetto ordine e ripuli-
te dal sottobosco, la grande cicatrice nera lasciata dall'incendio era
quasi scomparsa sotto i nitidi filari di virgulti, la mano d'opera aveva
aumentato la produttivitgrazie al nuovo sistema di pagamento (una
forma molto semplificata di cottimo) introdotto da Michael d'accor-
do con il contabile. Sean impartal giovane una lezioncina sul come
non diventare troppo intelligente e sul come imparare a cammi-
nare prima di correre che si concluse con poche parole di lode.
Cosincoraggiato, una sera Micliael raggiunse Sean nel suo stu-
dio. Sean si trovava nello stato di piacevole benessere prodotto dal-
l'enorme lombata che stava digerendo; dal fatto che Ruth aveva fi-
nalmente acconsentito a fargli adottare Storm, la quale, in tal mo-
do, si sarebbe chiamata Courteney e non piFriedman; e dalla pro-
spettiva di raggiungere la moglie nel gigantesco letto matrimoniale,
non appena avesse finito il brandy e il grosso sigaro avana confezio-
nato a mano.
Entra, Michael. Siedi. Versati un bicchierino lo salutSean.
Quasi con aria di sfida, Michael attraversil tappeto persiano e
posun voluminoso incartamento sulla scrivania, davanti a lui.
Cos'questo malloppo? chiese Sean, sorridendogli.
Leggilo e vedrai. Michael anda sedersi all'altro capo della stanza. Senza smette-
re di sorridere, Sean guardl'intestazione sul primo foglio. Lion
Kop Estates. Progetti e preventivi per un impianto di estrazione del
tannino. Il sorriso svan Sean voltpagina e, via via che leggeva, il suo
viso diventava sempre piaccigliato. Quando ebbe finito, riaccese il
sigaro e rimase in silenzio per cinque minuti, cercando di superare
lo shock. Chi ti ha messo in testa quest'idea? Nessuno. Dove venderesti il tannino? Pagina cinque. Gli sbocchi sono elencati l.. Insieme con i
prezzi degli ultimi dieci anni. Per questo impianto occorrono ventimila tonnellate di cortec-
cia l'anno... Anche se piantassimo ad acacie ogni metro quadrato di
Lion Kop e di Mahoba Kloof, noi potremmo fornirne soltanto la
met Compreremmo il resto dalle nuove piantagioni lungo la valle...
noi potremmo fare un prezzo migliore di Jackson, perchrisparmie-
remmo il trasporto fino a Pietermaritzburg. E chi dirigerebbe lo stabilimento? Io sono ingegnere. Sulla carta mormorSean. Come ti procureresti l'acqua? Con una diga sul, Baboon Stroom, sopra la cascata. Per un'ora Sean tentdi attaccare qua e lil progetto, cercando
un punto debole. E, man mano che Michael rispondeva con calma a
tutte le sue domande, l'agitazione di Sean cresceva. 保kay bor-
bottalla fine. Hai fatto un bel compitino. Adesso rispondi sol-
tanto a questo: come pensi di procurarti le settantamila sterline ne-
cessarie per finanziare il tuo piccolo progetto? Michael chiuse gli occhi, come se pregasse, le mascelle contratte
e un'espressione dura e vigorosa. E a un tratto Sean si chiese come
mai non avesse notato prima la forza di quel volto, la sua ostinata,
quasi fanatica determinazione. Michael riaprgli occhi e disse a bas-
sa voce: Con un prestito di venticinquemila sterline su Lion Kop e
Mahoba Kloof, un'ipoteca sullo stabilimento per altrettanto... E
un'emissione di azioni per il resto
Sean balzin piedi e rugg No!
Perchno? chiese Michael, ancora calmo e ragionevole.
Perchper metdella mia vita sono stato nei debiti fin qui! esclamSean, portandosi una mano alla gola. Perchadesso fi-
nalmente me ne sono liberato e non voglio impantanarmici di nuo-
vo. Perchso che cosa significa avere pidenaro di quanto me ne
occorra, e non mi piace. Perchsono contento di come stanno an-
dando le cose e non voglio afferrare un altro leone per la coda, col
rischio di vedermelo rivoltare contro. S'interruppe, ansimando,
poi riprese: Perch fino a una certa quantit il denaro ti appar-
tiene; ma, oltre quella, sei tu che appartieni al denaro. E io non vo-
glio piessere cosricco!
Con l'agilitdi un giovane leopardo, Michael raggiunse la scri-
vania e vi picchisopra coi pugno. Vibrante come una freccia e ros-
so di collera sotto l'abbronzatura, il giovane fissSean. Ma io s
Io voglio diventarlo! E la tua sola obiezione al mio progetto che
purenderci un mucchio di quattrini! esplose.
Sean sbattle palpebre per la sorpresa, poi sostenne il suo sguar-
do con altrettanta durezza. 俟e lo diventerai, non ti piacer grid
E il giovane, con la stessa intensitdi voce: Questo sario a
giudicarlo!
In quel momento la porta dello studio si apre Ruth li guard dalla soglia. Sembravano due galli da combattimento con le penne
del collo arruffate. Cosa succede qui? domand Sia Michael sia
Sean la sbirciarono con aria colpevole, poi, lentamente, si rilassaro-
no. Michael si sedette e Sean toss imbarazzato.
Solo una piccola discussione, mia cara. 雨e', avete svegliato la piccola e c'mancato poco che faceste
crollare il tetto. Sorrise e attraversla stanza per infilare il braccio
sotto quello di Sean. Che ne direste di lasciar perdere fino a doma-
ni? Poi potrete riprendere la vostra 'piccola discussione' a venti pas-
si di distanza con un paio di pistole. I pigmei delle foreste dell'Ituri cacciano l'elefante con minuscoli
dardi. Quando la punta affondata nella carne, seguono paziente-
mente l'animale, accampandosi notte dopo notte sulla sua pista,
finchil veleno arriva al cuore e lo uccide. La freccia di Michael si
era piantata a fondo nella carne di Sean.

76.

A Lion Kop Ruth andincontro a una felicitche non si era
mai aspettata, che non credeva esistesse.
Fino ad allora la sua esistenza era stata ordinata e de-
terminata da un padre adorante ma severo, e poi, alla stessa manie-
ra, da Ben Goldberg. I pochi anni con Saul Friedman erano stati fe-
lici, ma ora apparivano irreali come ricordi d'infanzia. Ruth era
sempre stata avvolta in un bozzolo di ricchezza, circondata da tabil
sociali e dagli obblighi imposti dal decoro della famiglia. Perfino
Saul l'aveva trattata come una bambina, per la quale egli doveva
prendere tutte le decisioni. La vita era stata tranquilla e ordinata,
ma mortalmente piatta. In due sole occasioni Ruth si era ribellata,
quando era fuggita da Pretoria e, di nuovo, quando era andata a
trovare Sean all'ospedale. La noia era stata la sua costante com-
pagna.
Ora, all'improvviso, si trovava a capo di una complessa comuni-
t In principio la sensazione l'aveva un psopraffatta e, per abi-
tudine, si era rivolta a Sean, delegandogli le cento decisioni che ogni
giornata comportava.
Farun patto con te aveva risposto lui. Tu non dirmi come
devo far crescere le mie acacie e io non ti dircome devi dirigere la
casa... Mettila dove ti pare quella dannata credenza! Esitante dapprima, poi con crescente fiducia e infine con orgo-
glio e sicurezza Ruth fece di Lion Kop una casa bella e confortevo-
le. Gli arbusti e le erbacce intorno alla fattoria lasciarono il posto a
prati verdi e aiuole di fiori, i muri esterni sorrisero sotto un nuovo
rivestimento di intonaco. All'interno, i parquet diventarono brillan-
ti come ambra, facendo risaltare i tappeti Buchara e le tende di vel-
luto drappeggiato.
Dopo alcuni disastrosi esperimenti, dalla cucina cominciarono a
uscire pasti che mandavano in estasi Michael e che perfino Sean giu-
diccommestibili.
Tuttavia, con una dozzina di domestici, Ruth aveva tempo an-
che per altre cose. Per leggere, giocare con la figlia e cavalcare. Il
regalo di nozze di Sean alla moglie era stato un equipaggio di quat-
tro cavalli palomino. C'era tempo anche per fare lunghe visite ad
Ada Courteney e per riceverne. Tra le due donne si era stabilita
un'armonia piforte che tra madre e figlia.
C'era tempo per i balli e i barbecue, c'era tempo per i diverti-
menti e per le lunghe, quiete serate, quando Sean e Ruth sedevano
da soli nella veranda o nello studio, a chiacchierare.
C'era tempo per amare.
Il corpo di Ruth, invigorito dalle passeggiate e dalle cavalcate,
era sano e ardente. Una scultura rivestita di velluto e fatta per l'a-
more.
C'era soltanto un'ombra nella sua felicit Dirk Courteney.
Quando i suoi approcci caddero nel vuoto e i piccoli doni ga-
stronomici ch'ella gli aveva confezionato furono respinti, Ruth cap la causa della sua avversione. Sotto i begli occhi e la faccia appas-
sionata del ragazzo, vide l'amara gelosia che lo rodeva come un
cancro. Per lungo tempo preparil suo discorso e infine le si pre-
sentl'occasione di farlo, il giorno in cui Dirk capitin cucina
mentre ella vi si trovava da sola. Vedendola, il ragazzo si voltper
andarsene, ma Ruth lo ferm Dirk, ti prego, rimani. C'qualco-
sa di cui vorrei parlarti. Il ragazzo tornlentamente sui propri
passi e si appoggial tavolo. Allora Ruth si accorse di quanto fosse
cresciuto in quell'ultimo anno: le spalle erano robuste come quelle
di un uomo e le gambe sbocciavano forti e affusolate dai fianchi
stretti, che Dirk protendeva con calcolata insolenza.
Dirk... comincie fece una pausa. A un tratto non si sentiva
picossicura di s Quello non era un bambino, come aveva im-
maginato; nel suo bel viso c'era una sensualitche la turbava... Si
muoveva come un felino, consapevole della propria bellezza. Ruth
provun moto di paura e deglutnervosamente prima di continua-
re: Mi rendo conto che stato difficile per te... Da quando io e
Storm siamo venute a vivere in questa casa. So quanto ami tuo pa-
dre, quanto lui significhi per te. Ma... Parlava lentamente. Il di-
scorso preparato con tanta cura era svanito dalla sua memoria ed
ella brancolava alla ricerca delle parole giuste. Voleva spiegargli che
non erano in competizione per l'amore di Sean; che tutti loro -
Ruth, Michael, Storm e Dirk - formavano un insieme, che loro in-
teressi erano di tipo diverso, ma che ognuno di loro dava a Sean e
riceveva da lui una forma diversa d'amore. Quando, dopo un ulti-
mo balbettio, la sua voce si spense, Ruth capche il ragazzo non l'a-
veva ascoltata e non aveva nemmeno tentato di capire. Dirk, tu mi
piaci e anch'io vorrei piacerti un poco. Con una spinta delle natiche contro il tavolo, Dirk si raddrizz
Poi sorrise e fece scorrere il proprio sguardo lungo il corpo di lei,
lentamente. Posso andare adesso? chiese.
Ruth s'irrigid Ora si rendeva conto che non ci sarebbe stato al-
cun compromesso, che avrebbe dovuto lottare con lui. S Dirk.
Puoi andare. Era malvagio, adesso Ruth lo sapeva con assoluta
certezza. Se non avesse vinto quella lotta, Dirk avrebbe distrutto lei
e sua figlia. E Ruth, ora, non aveva pipaura.
Con la sensibilitdi un gatto, Dirk parve avvertire il mutamen-
to. Per un attimo la donna credette di scorgere un'ombra di dubbio,
d'incertezza nei suoi occhi... Poi lui le volse le spalle e uscindolen-
temente dalla cucina.
La crisi scoppiprima di quanto Ruth immaginasse.
Ogni pomeriggio la giovane donna usciva a cavallo nella pianta-
gione, tenendo per la cavezza il pony di Storm. Si divertivano a cer-
care Sean e Michael nel labirinto di strade che s'incrociavano tra i
filari di acacie, guidate dalle vaghe indicazioni delle squadre zulu,
finchli trovavano e consegnavano loro le borracce di caffe il ce-
sto coi panini imbottiti. Poi tutti e quattro facevano uno spuntino
sul soffice tappeto di foglie cadute sotto gli alberi.
Un pomeriggio, in tenuta da amazzone e col cesto in mano,
Ruth uscnel cortile delle cucine. La giovane bambinaia zulu se ne
stava seduta all'ombra del muro e scherzava con uno stalliere. La
piccola non si vedeva, e Ruth chiese in tono aspro: Dov'la signo-
rina Storm?
E' andata con lo Nkosizana Dirk rispose la donna.
Ruth avvertun'acuta premonizione di pericolo. Dove sono? La donna fece un cenno vago in direzione delle stalle e di altre
dipendenze costruite sul versante posteriore della collina.
Gridando: Vieni con me! Ruth lascicadere il cesto e corse
verso la prima fila di stalle. Si precipitdentro, guardando in ogni
box; poi passalle mangiatoie, tra l'odore di avena, melassa ed er-
ba medica misto al lezzo di letame e di cuoio ammorbidito col sego;
quindi di nuovo fuori, nel sole, e di corsa verso i granai.
Storm urldi terrore, una sola volta, ma cosforte che il silen-
zio che segupareva conservarne le vibrazioni.
La selleria. Senza rallentare la corsa, Ruth girsu se stessa. Dio,
ti prego, no! Fa' che non accada. Ti prego! Ti prego!
Raggiunse la porta spalancata. C'era oscurite freddo tra gli
spessi muri di pietra, e in un primo momento la scena che le si par davanti non ebbe senso per Ruth.
Incastrata nell'angolo pilontano, Storm si copriva il volto con
le mani - piccole dita rigide, aperte a ventaglio, come le penne di
un'ala d'uccello - il corpo scosso da muti singhiozzi.
Accoccolato davanti a lei, Dirk chino in avanti con una mano
tesa, come se offrisse un dono. Rideva.
Poi Ruth vide muoversi la cosa che Dirk aveva in mano e si sent agghiacciare. Attorcigliata al polso, si snodava allungandosi lenta-
mente verso la piccola, la testa ritratta all'indietro a semicerchio, la
minuscola lingua nera vibrante tra le fauci rosa.
Ruth gride Dirk balzin piedi, volgendosi verso di lei e na-
scondendo la destra dietro la schiena.
Dall'angolo Storm si precipitverso la madre e nascose la faccia
nella sua gonna, piangendo. Ruth la prese in braccio e la strinse for-
te contro una spalla, senza staccare gli occhi dal volto di Dirk.
E' solo un rooi-slang. Il ragazzo rise, ma nervosamente. So-
no innocui... Stavo solo scherzando. Trasse il serpente da dietro la
schiena, lo lascicadere sul pavimento di pietra, gli schiaccila te-
sta col tacco di uno stivale e lo calcicontro la parete. Poi, con un
gesto irritato, si scosti riccioli neri dalla fronte e si mosse per usci-
re. Ruth gli bloccil passo.
Tata, porta a casa la signorina Storm. Dolcemente porse la piccola alla bambinaia zulu, poi chiuse la
porta alle sue spalle e tiril catenaccio.
Adesso era ancora pibuio nel locale, due strali di sole pieni di
atomi danzanti di Pulviscolo cadevano dai due alti finestrini, e il si-
lenzio era rotto soltanto dal respiro alterato di Ruth.
Era solo uno scherzo ripetDirk, sorridendo con aria di sfi-
da. Immagino che ora correrai a dirlo a mio padre. Da decine di pioli, tutt'intorno alle pareti, pendevano selle e fi-
nimenti. Accanto alla porta era appeso il temibile sjambok di Sean,
due metri e mezzo di pelle intrecciata che, dal grosso manico, fini-
vano in nulla. Ruth l'afferre, con un colpetto, stese la lunga fru-
sta sul pavimento, tra se il ragazzo. No, Dirk. Non lo dira tuo
padre. Questa una faccenda fra te e me. Cosa intendi fare? Sistemarla una volta per tutte. Come? Sogghignando, Dirk si posle mani sui fianchi. Sotto
le maniche arrotolate, i bicipiti sporgevano bruni e levigati come se
fossero appena stati unti d'olio.
Cos Ruth scostla gonna di lato e fece un passo avanti.
Con uno scatto repentino mandla punta della frusta ad arrotolarsi
intorno a una caviglia di Dirk, quindi diede uno strattone. Il ragaz-
zo cadde all'indietro, battendo la testa contro la parete.
Per avere l'opportunitdi muovere la frusta all'indietro, si spo-
stal centro del locale. Era in preda a una rabbia gelida che dava
forza alle sue braccia, giirrobustite dalle lunghe cavalcate quoti-
diane, e che spegneva in lei ogni misericordia. Ora era soltanto un
animale femmina che difende la propria vita e quella della sua
prole.
Il primo colpo lacerla camicia di Dirk dalla spalla alla cintola.
Il ragazzo strilldi rabbia e si sollevsulle ginocchia. Il secondo lo
sfregialla base del collo e lungo tutta la spina dorsale, paralizzan-
dolo nell'atto di alzarsi. Il terzo lo artiglialle ginocchia, ricaccian-
dolo a terra.
Steso sul ventre, Dirk allunguna mano verso un forcone ap-
poggiato alla parete, ma la frusta gli si attorcigliintorno al polso.
Il ragazzo strilldi nuovo e rotolsu se stesso, stringendosi la ma-
no contro il petto.
Ruth colpancora e Dirk strisci contorcendosi, verso di lei, co-
me un leopardo con le zampe posteriori sfracellate dalle pallottole.
Un passo dopo l'altro, Ruth arretrava davanti a lui, mentre la fru-
sta continuava a sibilare e a schioccare.
Senza piet lo colpfinchla camicia gli pendette a brandelli
dalla cintola e dalle spalle, scoprendo la liscia pelle bianca orribil-
mente striata di rosso;
Lo colpfinchi suoi strilli divennero urla e infine singhiozzi.
Lo colpfinchgiacque tremante, gemendo e muovendosi debol-
mente, col sangue che si spargeva in nere chiazze sul pavimento di
pietra.
Solo allora arrotolla frusta e aprla porta. Radunati nel corti-
le, muti e curiosi, c'erano tutti gli stallieri e i servi di casa.
Ruth ne scelse quattro. Portate lo Nkosizana nella sua came-
ra. Poi, a uno stalliere: Prendi un cavallo e corri dallo Nkosi.
Digli di venire subito a casa
Sean arriv adirato e ansioso, e quasi scardinla porta della ca-
mera di Dirk nella fretta di aprirla. Ma rimase impietrito sulla so-
glia, guardando con orrore la schiena del ragazzo.
Nudo fino alla cintola, Dirk giaceva bocconi sul letto e Ruth gli
puliva le ferite con una spugna. Sul comodino c'era una bacinella
che fumava, e un odore acuto di disinfettante riempiva la stanza.
Buon Dio! Cosa gli successo? L'ho frustato con lo sjambok rispose Ruth con calma.
Sean la fissa bocca spalancata, poi guarddi nuovo la schiena
del figlio. Tu hai fatto questo? S La collera fece serrare le labbra di Sean. Cristo! L'hai fatto a
pezzi. Me l'hai mezzo ammazzato.,E la guard Perch Era necessario. L'assoluta sicurezza e l'assenza di rimorso
che trapelavano dalla risposta confusero Sean, che sentvacillare la
propria collera.
Cosa aveva fatto? Questo non posso dirtelo. E' una faccenda privata tra noi due.
Devi chiederlo a lui. Sean attraversrapidamente la stanza e s'inginocchiaccanto al
letto. Dirk. Dirkie, figliolo, cos'successo? Cos'hai fatto? Il ragazzo sollevla testa dal guanciale e guardil padre. Ho
fatto uno sbaglio. Non importa. Dopo affonddi nuovo il viso
nel guanciale e la sua voce ne fu soffocata, cosche Sean potfinge-
re di non aver capito.
Cos'hai detto? domand
Una breve pausa, poi Dirk rispose molto distintamente: Ho
detto che stata colpa mia
Ah, allora avevo sentito bene. Sean si alz con un'espressio-
ne perplessa, poi si rivolse a Ruth. Non capisco perchmi hai
mandato a chiamare. Mi sembra che tu abbia perfettamente in ma-
no la situazione. Si mosse verso la porta, si voltcome per aggiun-
gere qualcosa, cambiidea, scosse la testa e usc
Quella sera, nei quieti, esausti minuti prima del sonno, Sean
mormorcontro la guancia di Ruth: Credo che oggi tu abbia fatto
ciche io avrei dovuto fare molti anni fa Poi, con una risatina
assonnata: Be', per lo meno nessuno potrpiaver dubbi su chi la padrona a Lion Kop

77.

Sean aveva un modo di affrontare la vita che era di una sem-
plicitquasi ingenua: nella sua mente qualsiasi problema si
dissolveva al contatto con l'azione diretta.
Se sei ossessionato da una donna, fanne la tua amante. Se non ci
sente da quell'orecchio, sposala.
Se vuoi un pezzo di terra o un cavallo o una casa o una miniera
d'oro, tira fuori i quattrini e comprali. Se non hai soldi, va' fuori e
procurateli.
Se ti piace un uomo, bevi con lui, va' a caccia con lui, ridete in-
sieme. Se non ti piace, prendilo a pugni in faccia o schiaccialo col
sarcasmo e con l'ironia. In entrambi i casi, non avrdubbi sui tuoi
sentimenti.
Se un figlio ti ddel filo da torcere, cavagli la pelle a frustate,
poi fagli un regalo costoso per dimostrargli il tuo affetto.
Sean, riguardo a questo, ammetteva di non essere stato abba-
stanza tempestivo con Dirk; ma Ruth aveva fatto un ottimo lavoro.
Ora a lui non restava che chiamare il ragazzo nel proprio studio e
sbraitare un p E cosfece. Una settimana dopo tornda un viag-
getto a Pietermaritzburg e, con un cipiglio imbarazzato, presenta
Dirk le sue offerte di pace. La prima era una cassetta in cuoio con
rinforzi in rame, contenente un fucile fatto a mano dal famoso
Greener di Londra: calcio in noce, intarsi in argento, canne dama-
schinate intercambiabili. La seconda era una puledra di due anni al-
levata nella scuderia Huguenot di Worcester, al Capo. Figlia di Sun
Lord e di Harvest Dance, Sun Dancer aveva il miglior sangue del-
l'Africa ed era velocissima, oltre che stupenda. Sean l'aveva pagata
mille ghinee e pensava d'aver fatto un affare.
Per quel che lo riguardava, non c'erano piproblemi con Dirk e
poteva dedicare tutte le sue energie alle tre grandi imprese in cui era
impegnato.
La prima consisteva nel mettere incinta Ruth. Qui Sean aveva
tutta la collaborazione che poteva desiderare. Ma gli sforzi dei due
coniugi, a parte il fornir loro una buona dose di sano esercizio fisi-
co e di piacere, furono singolarmente improduttivi. Rammentando
il risultato dei loro primo incontro, Sean era alquanto perplesso, e
Ruth, che aveva sviluppato una fiducia superstiziosa nella potenza
del tuono, suggerdi tenere il ritmo fino alla stagione delle piogge.
Durante uno dei suoi viaggi a Pietermaritzburg Sean vide una sta-
tuetta in legno del dio Thor nella vetrina di un rigattiere. La com-
prper Ruth e da allora il dio fece bella mostra di ssul comodino
accanto al loro letto, stringendo tra le mani il martello e contem-
plando i loro amplessi con un sorriso cosmalizioso, che Ruth fini-
va col voltargli la testa verso la parete.
Poi c'era lo stabilimento di estrazione del tannino di Michael.
Questi era ricorso a un tiro mancino che aveva colto di sorpresa
Sean, togliendogli, a suo dire, ogni fiducia nell'umanit Di nasco-
sto dallo 哇io Mike era andato a trovare tutti i nuovi piantatori
della vallata, uomini che avevano seguito l'esempio di Sean, e, im-
pegnandoli al segreto, aveva offerto loro una partecipazione aziona-
ria alla Societ Costoro si erano mostrati entusiasti e, con Michael
alla testa, si recarono a Lion Kop in deputazione formale. L'incon-
tro si svolse in una tale tempesta di tuoni e fulmini verbali che il
grande dio Thor in persona avrebbe potuto presiederlo. Ma alla fine
Sean, che in tutti quei mesi aveva rimuginato sul progetto e ora ne
era entusiasta quanto gli altri, acconsenta lasciarsi convincere.
Tenne per sil settanta per cento delle azioni, e il resto fu diviso tra
gli altri piantatori. Si elesse un consiglio di amministrazione, con
Sean come presidente, e il contabile fu incaricato di procedere alla
registrazione della Ladyburg Wattle Cooperative Ltd. Sean esercit per la prima volta il suo diritto maggioritario per mettere a tacere
gli altri azionisti e nominare ingegnere capo il signor Michael Cour-
teney. Dopo di che, insieme con un membro pianziano del consi-
glio di amministrazione in qualitdi moderatore, Michael fu imbar-
cato sul primo postale della Union Castle in partenza per l'Inghil-
terra, con una delega in tasca e molti avvertimenti e sagge parole di
Sean in testa. Infatti, ricordando se stesso a ventitranni, Sean ave-
va ritenuto necessario precisargli che veniva mandato a Londra per
acquistare macchinari e migliorare la sua conoscenza dei medesimi,
non per incrementare le nascite nelle Isole Britanniche o per fare il
giro delle osterie e delle case da gioco.
Il signor Jackson della Natal Wattle reagprontamente, invian-
do una lettera circolare in cui deprecava che i contratti tra i pianta-
tori della vallata del Tugela e la sua compagnia non fossero stati
rinnovati e informava che, data la crescente domanda da altre parti,
non poteva pifornire semi o virgulti. Ma a quel punto i vivai di
Sean erano abbastanza progrediti per soddisfare le necessitdell'in-
tera vallata... E, con un pdi fortuna, il loro stabilimento sarebbe
entrato in funzione all'inizio della stagione successiva.
Prima che Michael e il suo accompagnatore tornassero, tronfi
per il successo della loro missione, Sean ricevette un'altra visita. Jan
Paulus Leroux, stanco della discussione che egli e Sean stavano tra-
scinando da ormai tre anni con l'ausilio delle Poste Imperiali, venne
a Ladyburg e dichiarche non sarebbe ripartito finchSean non
avesse accettato di capeggiare la sezione dei Natal del Partito suda-
fricano e di presentarsi come candidato alle prossime elezioni per
l'Assemblea Legislativa. Due settimane pitardi, dopo che lui e
Sean ebbero fatto strage di antilopi, fagiani e faraone; dopo aver
consumato quantitenormi di caffe dosi appena un pmoderate
di brandy; dopo che ebbero discusso fino a perdere la voce, Jan
Paulus salsul treno per Johannesburg con queste parole di com-
miato: Toe Maar! Allora siamo d'accordo
Il programma di base dei Partito sudafricano prevedeva una Fe-
derazione che riunisse il Capo, il Transvaal, il Natal e lo Stato libe-
ro d'Orange sotto un governo approvato da Whitehall. A esso si
opponevano gli estremisti inglesi e olandesi: i jingoes che gridavano
Dio salvi il Re e i repubblicani i quali desideravano che l'Onni-
potente riservasse a detto Re un trattamento ben diverso.
Dopo una riunione con gli uomini iscritti in un elenco che Jan
Paulus gli aveva consegnato, Sean diede inizio alla propria campa-
gna. Il suo primo proselito fu Ruth Courteney, conquistata pidal-
la prospettiva dell'eccitazione connessa a una battaglia elettorale
che dall'oratoria del marito. Ogni mese, adesso, passavano una set-
timana o piviaggiando da un capo all'altro del Natal, per parteci-
pare a raduni politici. Ruth faceva provare a Sean i suoi discorsi -
in realtne fece soltanto uno - finchla sua dizione era perfetta;
baciava i bambini e intratteneva le mogli, compiti per i quali il can-
didato non aveva una particolare attitudine; sedeva accanto a lui sul
podio e gli impediva di scendere tra la folla a zittire gli oppositori
con un pugno sui denti. Il suo sorriso e il modo in cui camminava
non fecero certo perdere voti al Partito sudafricano. Da Londra
Lord Caisterbrook promise il proprio sostegno e pareva che Sean
potesse contare su ventidue dei trenta seggi dell'Assemblea.
Sul terreno pianeggiante ai piedi della scarpata, vicino al Ba-
boon Stroom, lo stabilimento della Ladyburg Wattie Cooperative
stava prendendo forma. Gli impianti coprivano ben dieci acri di ter-
reno e sotto di essi, in bell'ordine, sorsero i villini dei dipendenti.
Nonostante le veementi proteste di Michael, Sean s'inchinalla
volontdegli altri membri del consiglio d'amministrazione e assunse
un ingegnere in qualitdi consulente, finchlo stabilimento non
fosse entrato in funzione. In effetti senza di lui avrebbero perso il
raccolto di un anno, perch sebbene instancabile e pieno di buona
volont Michael era ancora del tutto privo di esperienza pratica.
Anche con l'aiuto dell'ingegnere anziano, lo stabilimento era ben
lungi dall'essere pronto poco prima che iniziasse l'epoca del taglio.
Quando finalmente l'alta ciminiera argentea comincia sputare fu-
mo e le fornaci rischiararono la notte con barbagli infernali, c'era-
no migliaia di tonnellate di materia prima sotto le tettoie dello stabi-
limento.
Fu una stagione stupenda. Abbondanti piogge avevano reso la
corteccia ricca di linfa, e, quando l'anno fin la cooperativa aveva
guadagnato diecimila sterline. Il profitto della Lion Kop Estates fu
quattro volte superiore. Sean si era indebitato e sdebitato con la ra-
piditcon cui un ragazzo visita la stanza da bagno quando lo si spe-
disce a lavarsi la faccia.
Nonostante le abbondanti piogge, ci furono soltanto tre grossi
temporali quell'estate. E ogni volta Sean era assente da Lion Kop
per affari. Mentre il fulmine guizzava attraverso le colline e il tuono
esplodeva sulla valle, Ruth stava dietro la finestra della camera da
letto, rimpiangendo l'occasione perduta. Mbejane fu molto pifor-
tunato: tutti i suoi semi diedero frutto e il suo raccolto stagionale fu
di quattro grassi figli maschi.

77.

Fu un anno molto intenso anche per Dirk Courteney. Dopo la
sua clamorosa sconfitta a spese dello sjambok, il ragazzo e
Ruth vivevano in uno stato di diffidente neutralit.. Anche per-
chDirk non si opponeva pial dominio della donna su Lion Kop.
Ignorava Storm, salvo quando la bambina stava in braccio a
Sean o a cavalluccio sulle sue spalle. Allora li osservava di nascosto,
finchtrovava un pretesto per interrompere i loro giochi o andarse-
ne da Lion Kop. Le sue assenze diventavano sempre pifrequenti.
C'erano viaggi a Pietermaritzburg e nei distretti vicini per giocare a
polo o a rugby, e c'erano misteriose escursioni notturne a Lady-
burg. Ogni giorno partiva a cavallo all'alba. Sean credeva che an-
dasse a scuola, finchricevette un biglietto con cui il preside lo con-
vocava nel proprio ufficio.
Dopo avergli mostrato il registro delle presenze e i voti riportati
da Dirk in quell'ultimo periodo, il signor Besant si appoggiallo
schienale e attese i commenti di Sean.
Non troppo bene, eh? Giusto, signor Courteney. Tutt'altro che bene. Non si potrebbe mandarlo in qualche collegio, signor Besant? Certo, si potrebbe assentdubbiosamente Besant, ma a che
cosa servirebbe... Se non a fornirgli un miglior istruttore di rugby? Ma in quale altro modo potrebbe ottenere l'ammissione all'u-
niversit Sean era rimasto impressionato da ciche l'istruzione
superiore aveva fatto per Michael e la considerava una panacea per
tutti i mali di giovent
Signor Courteney... Il preside ebbe un attimo di esitazione.
Aveva sentito parlare dei caratteraccio di Sean e non ci teneva ad
averne una dimostrazione pratica. Alcuni giovani non sono taglia-
ti per l'universit Io voglio che Dirk ci vada ribattSean.
亟bbene, dubito che le universitdi Stellenbosch o di Cape
Town condividano le sue aspirazioni. Le maniere da aula scolasti-
ca avevano ripreso il sopravvento, e il direttore parlcon secco sar-
casmo.
Intende dire che stupido? ringhiSean.
俏o, no si affretta blandirlo il signor Besant. A solo che,
diciamo... Non ha inclinazione per lo studio. Sean ci pensun psopra: la distinzione gli pareva molto sotti-
le, ma lasciperdere e chiese: Lei cosa suggerisce?
Il suggerimento del signor Besant era che Dirk se ne andasse al
diavolo fuori della sua scuola... Ma lo formulpigentilmente.
BenchDirk abbia soltanto sedici anni, molto maturo per la sua
et Non crede che, se lo avviasse nella Wattle Company?... Dunque mi consiglia di toglierlo da scuola? chiese pensierosa-
mente Sean. Il signor Besant soffocun sospiro di sollievo.
Dirk Courteney fu assegnato come apprendista al capocalderaio
della fabbrica. La prima cosa che fece fu di mettere l'uomo al cor-
rente del fatto che, un giorno, sarebbe stato lui il padrone ldentro:
Dunque come la mettiamo? L'operaio che conosceva la reputa-
zione di Dirk, lo guardcon aria di commiserazione, poi sputun
lungo schizzo di sugo di tabacco a pochi centimetri dalla punta di
uno dei suoi scintillanti stivali e gli rispose per le rime. Infine, indi-
cando un bollitore sulla forgia dell'officina, ordina Dirk di prepa-
rargli una tazza di caffe, giche c'era, di non rompere i coglioni.
Nel giro di una settimana i due erano amiconi, e l'operaio, il cui no-
me era Archibald Frederick Longworthy, comincia istruire il ra-
gazzo su tutto fuorchsull'arte di fabbricare lastre d'acciaio. Archy
aveva trentasei anni. Era venuto in Africa dopo aver trascorso un
lustro nella prigione di Leavenworth per l'oscuro reato di Crimen
Iniuriae... E quando spiega Dirk che cosa significava, il ragazzo fu
deliziato.
Archy presentDirk a una delle sue amiche, Hazel, una paffuta
e cordiale donzella che lavorava come barista al Ladyburg Hotel e
dispensava i propri favori nella stessa allegra maniera con cui distri-
buiva i boccali di birra. Dirk divenne ben presto il suo favorito e
imparda lei parecchi giochetti spassosi.
Archibald Longworthy aveva accortamente esaminato la situa-
zione e si era detto che, dall'amicizia con l'erede di Sean Courteney,
non potevano venirgli che vantaggi. Fra l'altro il ragazzo era un
simpaticone. Sapeva far la festa a una pollastra e tracannare gin co-
me pochi altri... E le sue tasche erano sempre piene di sovrane.
Da parte sua Dirk considerava Archy una specie di eroe e dirot-
tava su quel suo primo vero amico gran parte dei sentimenti che nu-
triva per il padre. Non curandosi dei polsi e dei collo grigiastri, che
rivelavano l'antipatia di Archy per l'acqua e il sapone, dei sottili ca-
pelli biondicci attraverso i quali si intravedeva la cute rosa, dei denti
neri, Dirk gli attribuiva il fascino esaltante di un pirata dei bei tem-
pi andati.
Quando Dirk si scopraffetto da un disturbo che non faceva
male ma puzzava assai, fu Archy ad assicurargli che si trattava di
un semplice scolo e ad accompagnarlo da un medico a Pietermaritz-
burg. Al ritorno, sul treno, tra grandi risate e amichevoli prese in
giro, progettarono la loro vendetta.
Hazel, sorpresa di vederli entrare nella sua camera a metd'un
pomeriggio di domenica, si alzsvelta a sedere sul letto. Dirkie,
non dovresti venire qui di giorno. Tuo padre potrebbe scoprirlo. Faceva caldo in quella squallida stanzetta. L'odore di profumo a
buon mercato e di un vaso da notte mezzo pieno si mischiava sgra-
devolmente con quello della traspirazione femminile. La sottile e
umidiccia camicia di Hazel aderiva ai seni pesanti e al cuscinetto di
ciccia attorno alla vita. Aveva gli occhi cerchiati e un ricciolo impa-
stato di sudore attaccato alla guancia, la cui pelle appariva segnata
dal guanciale. I due erano rimasti in piedi appena oltre la soglia,
sorridendole, e, grazie alla propria esperienza, Hazel ravvisla cru-
deltda lupi che si celava sotto quei sorrisi.
Cosa volete? Ora aveva paura e istintivamente si coprcon
una mano il profondo solco tra le mammelle.
Dirkie vuol fare due chiacchiere con te. Archy chiuse con cura la porta e girla chiave nella serratura,
poi si avvicinal letto. Le sue braccia avevano muscoli di ferro e le
mani che pendevano lungo i fianchi erano sproporzionatamente
grandi e coperte di ispidi peli biondi.
Tu sta' lontano da me, Archy Longworthy. Hazel tirgile
gambe dal letto, scoprendo le cosce bianche e grasse. Io non vo-
glio guai, lasciatemi in pace. 俊u hai fatto a Dirkie un regalino. Ora, Dirkie mio amico e
non gli piace quello che gli hai dato. Non sono stata io! Non posso esser stata io! Sono sana... Lo
giuro! Si alz continuando a tener chiusa la scollatura della cami-
cia, e arretr Tu sta' lontano da me. Poi, mentre Archy balzava
verso di lei: No... Non lo fate! Io ... E aprla bocca per gridare,
ma la mano di Archy gliela coprcome un grosso ragno peloso. Ha-
zel vi affondle unghie, lottando disperatamente.
Vieni, Dirk ridacchiArchy, serrando col braccio libero la
vita di Hazel. Esitante, vicino alla porta, Dirk non sorrideva pi
Avanti, amico. Io te la terrferma. Con un rapido movimento
dei braccio buttla ragazza bocconi sul letto, comprimendole il vol-
to sul cuscino. Poi, con la mano libera, si sfilla larga cintura di
cuoio guarnita di borchie metalliche. 亭orza, Dirk, usa questa.
Mettila doppia. Accidenti, Arch... Credi che dobbiamo? Dirk esitava ancora,
la cintura pendeva fiaccamente dalle sue mani.
Che cos'hai... Paura? lo sfidl'altro.
La bocca di Dirk s'indur Fece due passi avanti e, sollevando il
braccio al di sopra della testa, colpquel corpo sussultante. Hazel
s'irrigidper il dolore e lanciun urlo soffocato dal cuscino.
Cossi fa... Ancora! Archy infilil pollice nello scollo della
camicia e la strappda cima a fondo, mettendo a nudo le grasse na-
tiche bianche e tonde. Ora dacci dentro! Di nuovo Dirk alzla pesante cintura e restun attimo in quella
posizione, assaporando una sensazione d'immensa potenza che lo
innalzava al livello degli dei, dandogli le vertigini. Quindi impieg tutta la sua forza per sferrare il secondo colpo.

79.

Non ha avversari mormorRonny Pye e, accanto a lui,
Garrick Courteney si agitnervosamente. Hai sentito che
cosa dice? insistRonny.
No. Vuole consegnare il Natal a quella masnada di olandesi dello
Stato libero e del Transvaal. S lo so. Tu sei d'accordo? Garry non rispose subito, apparentemente assorto nelle esibizio-
ni di un piccolo branco di puledri dai mantelli ancora lanuginosi, i
quali s'inseguivano l'un l'altro su zampe che sembravano avere
troppe giunture. Manderventi puledri di un anno alla mostra-
mercato di Pietermaritzburg. Dovrei ricavarne quattro, cinquecento
sterline a testa, perchsono tutti animali di prima classe. Allora po-
trpagarti buona parte degli interessi. Non preoccuparti di questo ora, Garry. Non sono venuto a
chiederti quattrini. Gli porse l'astuccio dei sigari e, quando Garry
ebbe rifiutato, ne scelse uno per s cominciando a prepararlo con
cura. Sei d'accordo con questa idea di un'Unione? No. Perch chiese Ronny, senza sollevare gli occhi dal sigaro.
Non voleva scoprire troppo presto il proprio gioco.
Ho combattuto contro di loro: Leroux, Niemand, Botha,
Smuts. Abbiamo lottato e abbiamo vinto. Adesso loro se ne stanno
tranquilli a Pretoria e complottano per impadronirsi di tutto il pae-
se... Non solo dello Stato libero e dei Transvaal, ma anche del Natal
e del Capo. Qualunque inglese che li aiuti un traditore dei Re e
della patria. Dovrebbe essere messo al muro e fucilato. 俟ono molti qui intorno a pensarla cos.. Molti. Eppure Sean
Courteney non ha oppositori. Saruna passeggiata per lui entrare
all'Assemblea. Garry si volte si mosse zoppicando lungo il recinto, in direzio-
ne delle stalle, seguito da Ronny.
Io e gli altri pensiamo che occorra mettergli contro un tipo in
gamba... Uno con molto prestigio. Che si sia distinto in guerra, ab-
bia scritto dei libri e, oltre che intendersi di politica, sappia usare le
parole. Se riuscissimo a trovare un uomo simile, noi saremmo feli-
cissimi di fornire il denaro per le spese. Accese un fiammifero e
aspettche lo zolfo si fosse consumato prima di accostarlo alla
punta dei sigaro. Poi riprese, parlando tra sbuffi di fumo: Manca-
no solo tre mesi alle elezioni, dobbiamo organizzarci subito. Sean
terrun discorso nella scuola la settimana prossima

La campagna politica di Sean, che era proceduta tranquillamen-
te senza suscitare eccessivo interesse, assunse all'improvviso un ca-
rattere nuovo e drammatico.
Al suo primo convegno a Ladyburg partecipla maggior parte
della popolazione locale. Erano tutti cosdesiderosi di svago da es-
ser disposti ad ascoltare il discorso di Sean pur avendolo giletto,
riportato parola per parola, sulla maggior parte dei giornali del Na-
tal. Con ferreo ottimismo, speravano nel dibattito che sarebbe se-
guito... E alcuni avevano preparato domande su questioni di grande
attualitquali il costo delle licenze di caccia, il sistema delle biblio-
teche pubbliche e il controllo delle malattie dei piedi e della bocca.
Alla peggio, era un'opportunitper incontrare gli amici che viveva-
no ai margini dei distretto.
Ma, a parte queste persone, che Sean conosceva bene, ne arriva-
rono altre, sconosciute, che occupavano le prime due file di banchi.
Erano tutti giovani che Sean non aveva mai visto e che osservcon
pesante disapprovazione quando cominciarono a ridere e a scherza-
re chiassosamente, durante i preliminari.
Da dove viene quella masnada? chiese al presidente.
俠i hanno visti arrivare col treno del pomeriggio, tutti in com-
briccola. Mi sembra gente in cerca di guai borbottSean, notando in
loro l'eccitazione lievemente febbrile di uomini che si preparano alla
violenza. La maggior parte ci ha dato dentro con la bottiglia. Per piacere, Sean. Ruth si chinverso di lui e gli posuna
mano su un ginocchio. Devi promettermi di restare calmo. Non
accettare provocazioni. Sean aprla bocca per rispondere... E cosrimase, mentre Garry
Courteney attraversava il gruppo di uomini in piedi davanti all'in-
gresso e si sedeva accanto a Ronny Pye nell'ultima fila.
Chiudi la bocca, caro mormorRuth. Sean obbed poi sor-
rise e agituna mano in direzione del fratello. Garry rispose con un
cenno del capo, e subito s'immerse in una profonda discussione con
Ronny Pye.
Tra colpi di tosse e scalpiccii, il presidente si alzper presentare
Sean agli uomini che erano stati suoi compagni di scuola, avevano
bevuto il suo brandy e avevano cacciato con lui. Spiegcome Sean
avesse vinto la guerra anglo-boera praticamente da solo, come aves-
se portato la prosperital distretto con le sue piantagioni e il suo
stabilimento, concludendo con alcune osservazioni che indussero
l'eroe in questione ad agitarsi sulla sedia e a infilarsi nervosamente
due dita nel colletto. E dunque, signore e signori dei nostro bel di-
stretto... Vi presento un uomo di grande sagacia e preveggenza, un
uomo dal cuore grande come i suoi pugni... Il vostro e mio candida-
to, colonnello Sean Courteney! Sean si alzsorridendo, subito investito da una salva di fischi e
versacci sparata dalle prime file. Il suo sorriso svane le sue mani,
sul tavolo, diventarono magli nocchieruti. Guardcon ferocia la
masnada di giovinastri, cominciando a sudare per la collera. Una ti-
ratina a un lembo della giacca moderla sua rabbia, e i suoi pugni
allentarono un poco. Comincia parlare, cercando di sovrastare gli
A sedere! Lasciatelo parlare! Diamogli un'opportunite il
frastuono dei piedi battuti all'unisono sul pavimento di legno.
Per tre volte, in quel bailamme, perdette il filo del discorso e do-
vette far appello a Ruth, scarlatto per la rabbia e la mortificazione,
tra una tempesta di risate. La seconda parte la lesse dal proprio tac-
cuino... E fece poca differenza che inciampasse e si perdesse tra le
righe, perch oltre il metro di distanza, nessimo poteva sentire una
parola. Infine si sedette e un improvviso silenzio calsulla sala,
un'aria di aspettativa che gli fece comprendere come la cosa dovesse
esser stata accuratamente preordinata... E che il bello doveva ancora
venire.
Signor Courteney. In fondo alla sala Garry si era alzato e tut-
te le teste si erano girate verso di lui. Posso farle alcune do-
mande? Sean annulentamente. Dunque era cos Era stato Garry a pre-
parare quell'accoglienza.
La mia prima domanda pudirci qual il nome adatto a un
uomo che vende il proprio paese ai nemici dei suo Re? Traditore! ululla banda di giovinastri. Boero! Tutti in
piedi, gridavano contro di lui. Il pandemonio durcirca cinque mi-
nuti.
Ti porto fuori di qui bisbigliSean a Ruth, e fece per pren-
derle un braccio, ma Ruth si ritrasse.
No, rimango. Ti prego, fa' come ti dico. Qui si sta mettendo male. Ruth lo fulmincon lo sguardo: Dovrai portarmi fuori di pe-
so sibil furiosa e bellissima.
Sean stava per ribattere alla provocazione, quando il fracasso
cessdi colpo. Di nuovo, tutte le teste si voltarono verso suo fratel-
lo, che si accingeva a porre la seconda domanda. Nel silenzio,
Garry sorrise maliziosamente. 俗n'altra cosa: le spiace dirci quali
sono la nazionalite la fede religiosa di sua moglie? La testa di Sean scattall'indietro. Con lo stomaco che gli si
contorceva, fece per alzarsi. Ma Ruth era giin piedi e gli posava
una mano su una spalla. Credo di poter rispondere personalmente
a questa domanda, Garry. La voce di Ruth era chiara, con appena
una traccia di asprezza. Io sono ebrea. Il silenzio si prolung Continuando a tenere la mano sulla spal-
la di Sean, eretta e orgogliosa al suo fianco, Ruth sostenne lo sguar-
do di Garry attraverso la sala. L'uomo fu il primo a cedere. Col
rossore che gli affluiva dal collo, abbassgli occhi e spostgoffa-
mente la gamba di legno. Tra i giovani delle prime file la stessa rea-
zione colpevole segule parole di Ruth. Si guardarono l'un l'altro e
poi stornarono gli occhi, dimenandosi sulle sedie per la vergogna.
Uno di loro si alze si avvilungo il passaggio verso la porta. A
metstrada si volt 俟piacente, signora. Non sapevo che si sareb-
be arrivati a questo e proseguverso l'uscita. Passando accanto a
Ronny Pye, gli buttin grembo una sovrana. Un secondo si alz
sorrise imbarazzato a Ruth e sgattaiolfuori.
In coppia o isolati altri lo seguirono.
Gli ultimi uscirono in gruppo, e Sean notcon piacere che non
tutti restituirono la sovrana a Ronny.
In fondo all'aula Garry esitava, incerto se andarsene o rimanere
a cercare di rabberciare alla meglio una situazione che aveva cosse-
riamente compromesso.
Alzandosi lentamente, Sean mise un braccio intorno alla vita di
Ruth e si schiarla gola, stretta dall'orgoglio che provava per lei.
Non solo grid ma anche una delle migliori cuoche di que-
sto dannato distretto! Tra le risate e gli applausi che seguirono,
Garry zoppicfuori della sala.

80.

Il giorno successivo Garrick Courteney annuncila sua inten-
zione di entrare in lizza per il seggio di Ladyburg come indi-
pendente, ma nemmeno i giornali lealisti gli davano la minima
probabilitdi vittoria... Fino a sei settimane prima delle elezioni.

Quella sera molto dopo il tramonto, Dirk legSun Dancer al-
l'abbeveratoio davanti all'albergo e, dopo averle allentato il sotto-
pancia e sfilato il morso dalla bocca, s'incamminlungo il marcia-
piede. Arrivato all'altezza del bar, guardattraverso il vetro della
grande finestra su cui campeggiava lo slogan in lettere rosse e oro:
SE AVETE SETE, BEVETE BIRRA GOLDBERG! ed esaminrapidamente la
clientela. Non c'era nessuno dei capisquadra di suo padre - che co-
stituivano sempre un rischio - nil signor Petersen o il signor Pye o
il signor Erasmus. Riconobbe due o tre meccanici dello stabilimen-
to, un paio di ferrovieri, un impiegato di banca e un altro mezzema-
niche della Compagnia tra una dozzina di sconosciuti... E decise che
non c'era pericolo. Nessuno di loro stava abbastanza in alto nella
gerarchia di Ladyburg per poter riferire a Sean che suo figlio be-
veva.
Arrivin fondo all'isolato, rimase fermo per qualche secondo,
poi tornsui propri passi con aria indifferente: in realtscrutando
le ombre alla ricerca di qualche spione. Ma quella sera la strada
principale era deserta, cos quando arrivall'altezza della porta gi-
revole, fece una rapidissima svolta e si trovnella calda luce gialla
del saloon. Amava quell'atmosfera... Amava l'odore di segatura, di
liquore, di fumo di tabacco, di maschio. Era un posto da uomini.
Un posto di voci rozze e di sghignazzate, di battute grossolane e di
cameratismo.
Alcuni degli uomini seduti lungo il banco lo salutarono. 亟hi,
Dirk. Abbiamo sentito la tua mancanza... Dove sei stato tutta la set-
timana? Dirk ricambiil saluto di Archy e, mentre procedeva lungo il
banco per sedersi sullo sgabello accanto al suo, si tenne eretto, con
aria baldanzosa... Perchquello era un posto da uomini.
Il barista si affretta servirlo. Buonasera, Dirk. Cosa ti do? Salve, Henry... Niente da segnalare stasera? chiese Dirk, ab-
bassando la voce.
Niente. Nessun ficcanaso in vista lo rassicurHenry. 青o-
munque la porta dietro di te non chiusa a chiave. Il posto di Dirk, nell'angolo, era stato scelto con cura. Di lil
ragazzo poteva scorgere chiunque entrasse nel locale, restando na-
scosto dalla fila di avventori seduti al banco. Dietro di lui una porta
conduceva, attraverso il lavatoio, nel cortile sul retro: una precau-
zione necessaria quando si hanno diciassette anni e tanto la legge
quanto il padre proibiscono gli alcolici.
Bene annuDirk. Allora dammi il solito. Sei uscito tardi stasera osservHenry, mentre gli versava
una dose di gin e colmava poi il bicchiere con una bibita allo zenze-
ro. Sei stato di nuovo a caccia? Henry era un piccoletto sulla cin-
quantina, con la faccia pallida e un paio di occhietti azzurri, e in
quel momento, mentre poneva la domanda, ne strizzuno ad Ar-
chibald Longworthy.
Hai preso qualcosa? chiese subito Archy, raccogliendo l'im-
beccata.
Dirk portun indice a lato del naso. Tu che dici? sogghign
e tutti gli altri risero, deliziati.
Chi era? Madame? domandArchy, facendo la commedia
per gli altri clienti, che ridevano chini sul banco.
Oh, quella! Dirk scrollle spalle con aria sprezzante. Mada-
me era il nome in codice della moglie di un ferroviere. Suo marito
guidava il treno notturno per Pietermaritzburg a giorni alterni. Non
era considerata una gran conquista.
Chi allora? chiese Henry.
侮e lo farsapere quando mi sarpiazzato stabilmente pro-
mise Dirk.
carina? insistettero gli altri. Giovane, eh? A posto... Non male. Dirk assaggiil suo gin.
Amico, hai tanta roba buona che non l'apprezzi nemmeno
pi lo rimproverArchy, sorridendo al pubblico, e Dirk cercdi
nascondere il proprio piacere. D跬, Dirk, raccontaci tutto, amico.
E un tipetto caldo? Per tutta risposta, Dirk tese cautamente un indice, toccil pro-
prio bicchiere e subito lo ritir sibilando, come se se lo fosse scot-
tato. Gli altri scoppiarono in una risata e Dirk sghignazzcon loro,
arrossendo, felice di essere apprezzato.
Racconta... insistette Henry. Non c'bisogno che tu ci dica
il nome, bastano i particolari. Dove l'hai portata? Be'... esitDirk.
D跬, ragazzo. Raccontaci. E, naturalmente, Dirk lo fece, dilungandosi nei dettagli, cosche
il tono indulgente delle loro risate cambie tutti si protesero verso
di lui ascoltando avidamente.
Ges Ha detto questo? Allora cosa hai fatto? lo incitavano.
E Dirk lo disse. Sapeva raccontare, e tenne viva la suspense fin-
che intorno a lui si creuna piccola isola di silenzio attento. Ma nel
resto del locale le risa e il chiasso erano piforti di quando era en-
trato. Un gruppo, in particolare, stava subendo gli effetti dell'al-
cool.
... Cosle ho preso la mano stava dicendo Dirk. Ho una
sorpresa per te', le faccio. E lei: 'Cos'' 'Chiudi gli occhi e te la
faccio toccare' ... A quel punto, una voce si levdalla parte oppo-
sta del locale:
... Prendete per esempio quel grosso bastardo di Courteney.
Non sa fare altro che scorrazzare con la sua dannata Rolls e tenere
discorsi
Dirk s'interruppe a metdella frase. Il suo volto era diventato
pallido. L'uomo che aveva parlato era uno del gruppo all'altra
estremitdei banco. Indossava una tuta di tela blu e non era pi tanto giovane, coi segni di una vita dura intorno agli occhi e alla
bocca.
E sapete chi gli dil suo denaro? Ve lo dico io... Noi glielo dia-
mo. Senza di queste e alzle mani callose, dalle unghie sporche e
spezzate, sarebbe finito... Non durerebbe un mese. Ecco da dove
prende il suo denaro. Colonnello Sanguisuga Courteney. Dirk lo fissava, con le mani serrate sul banco. Ora nel locale era
scesa una gran calma, cosche le successive parole dell'uomo risuo-
narono ancora piforti.
Sapete quanto paga un caposquadra? Trentadue sterline al me-
se! Trentadue sterline! Il minimo del salario venticinque osservseccamente uno
dei suoi compagni. Nessuno t'impedisce di metterti a fare un lavo-
ro migliore... Se lo trovi. Quanto a me, non mi muovo. Non questo il punto. Quel grosso bastardo si sta facendo una
fortuna col nostro lavoro. Io penso che possa permettersi di pagarci
di pi Io penso... Tu pensi di valere pidi trentadue sterline? Dirk scese dallo
sgabello e fissl'uomo. Ci fu un moto di eccitazione, e tutte le teste
si voltarono verso di lui.
俠ascia perdere, Dirk, ubriaco bisbigliHenry, inquieto,
poi, alzando la voce e rivolgendosi all'altro: Hai bevuto abbastan-
za, Norman. Lora che te ne torni a casa. La tua vecchia ti star aspettando per la cena
Perdio! Norman stava scrutando in direzione di Dirk, con gli
occhi annebbiati. Perdio! E' il ragazzo di Courteney. La faccia di Dirk s'irrigid Comincia camminare lentamente
verso l'uomo.
Lascialo perdere, Dirk. Archy cercdi fermarlo, afferrando-
gli un braccio, ma il ragazzo si libercon uno strattone.
Hai insultato mio padre. Lo hai chiamato bastardo. 亮iusto fece l'altro. 俊uo padre un bastardo, sicuro. Un
grosso bastardo fortunato che non ha mai fatto un giorno intero di
lavoro in vita sua. Una grossa, fortunata sanguisuga. E ha messo al
mondo un cucciolo altrettanto fannullone, che passa il suo
tempo... Dirk lo colpsulla bocca e l'uomo cadde all'indietro, precipitan-
do dallo sgabello e colpendo il pavimento con le spalle. Lentamente
si alzin ginocchio, sputando un dente spezzato.
Piccolo bastardo... mormorcon la bocca piena di sangue.
Dirk fece un passo avanti col piede sinistro e gli sferrun calcio, ac-
compagnandolo con tutto il peso del corpo. La punta dello stivale
colpl'uomo al petto, facendolo tornare con le spalle a terra.
Cristo, fermatelo gridHenry da dietro il banco. Ma tutti
erano come paralizzati, mentre Dirk prendeva lo sgabello su cui era
stato seduto l'uomo, lo sollevava al di sopra della propria testa e
poi lo abbassava, piegando tutto il corpo come se stesse tagliando
un ceppo. Il pesante sedile colpl'uomo al centro della, fronte.
Avendo la nuca a contatto del pavimento, egli non potattutire il
colpo spostandosi all'indietro. Il cranio si spaccdi netto e due
grossi grumi di sangue schizzarono dalle narici sulla segatura sparsa
a terra.
Una sola frase ruppe il lungo silenzio che segu Lo hai uc-
ciso. S disse Dirk. L'ho ucciso, ho ucciso un uomo, cantava una
voce dentro di lui. Un'intensa emozione gli riempil petto, cosche
riusciva a stento a respirare. Guardava il cadavere come se non vo-
lesse perdere un solo istante di quell'esperienza. Si sentiva tremare
le gambe, e i muscoli delle sue guance erano tanto tesi dall'eccita-
zione che parevano sul punto di lacerarsi.
俟 l'ho ucciso ripetcon voce soffocata dal piacere. La sua
visuale si restrinse fino a contenere soltanto il volto del morto. La
fronte era profondamente ammaccata e gli occhi sporgevano dalle
orbite.
All'improvviso, intorno a lui, tutti cominciarono a muoversi e a
parlare. Bisogna mandare a chiamare suo padre. Io me la batto! Resta dove sei! Nessuno deve andarsene. Perdio, chiamate il dottor Fraser. Non serve il dottore... Ci vuole la polizia. E' stato cosveloce... Un dannato leopardo... Cristo, io me la filo. Due uomini si chinarono sul cadavere.
Fermi! ringhiDirk. Non toccatelo. Sembrava un giovane
leone geloso della propria preda. Istintivamente, i due uomini obbe-
dirono. Si rialzarono e si scostarono dal corpo. Lo stesso fecero gli
altri, lasciando Dirk isolato.
Bisogna chiamare suo padre ripetHenry. Qualcuno monti
in sella e vada a Lion Kop. Un'ora dopo Sean irrompeva nel locale. Indossava un soprabito
sopra la camicia da notte, e gli stivali erano calzati sui piedi nudi. Si
fermappena varcata la soglia e si guardintorno, coi capelli
scompigliati dal sonno... E, al suo ingresso, l'atmosfera nella stanza
cambi Il silenzio divenne meno teso e tutte le facce si voltarono
ansiose. Verso di lui.
Signor Courteney, grazie a Dio arrivato esclamil giovane
poliziotto che stava in piedi accanto al dottor Fraser.
E' molto grave, dottore? chiese Sean.
E' morto, Courteney. Pa', lui ti ha insul... cominciDirk.
Chiudi il becco! gli ordinSean. Poi si rivolse al poliziotto:
Chi
Norman Van Eek, uno dei suoi operai: un aggiustatore mecca-
nico. Quanti testimoni? Quattordici, signore. Hanno visto tutti. Okay, porti il corpo al posto di polizia ordinSean. Le de-
posizioni puprenderle domattina. E riguardo all'accusato... Voglio dire, a suo figlio, signore? si
corresse il poliziotto.
Risponderio di lui. Non so se... L'agente scrutl'espressione sul volto di Sean.
Be', immagino che vada bene assentcon riluttanza.
Pa'... riattaccDirk.
Ti ho detto di tenere la bocca chiusa. Hai combinato abbastan-
za guai per una sola sera ringhiSean senza guardarlo; poi si ri-
volse al barista: Vada a prendere una coperta E al poliziotto:
Si faccia aiutare da qualcuno di quelli disse, indicando la grande
finestra, dietro la quale si vedevano quattro file di facce curiose.
Bene, signor Courteney. Quando furono usciti con il cadavere avvolto nella coperta,
Sean guardsignificativamente il dottor Fraser.
Sarmeglio che io vada con loro... Per completare gli esami. Bene. Poi ti raggiungo disse Sean. Il medico raccattla bor-
sa e usc Sean chiuse la porta dietro di lui e serrle imposte della
finestra. Poi si rivolse agli uomini in piedi davanti al banco.
Allora, com'andata? Gli uomini si mossero con inquietudi-
ne, guardandosi l'un l'altro.
Parla tu, George disse Sean a uno dei propri meccanici.
雨e', signor Courteney, il suo ragazzo ha fatto cadere Norman
dallo sgabello con un pugno. Poi gli ha tirato un calcio mentre cer-
cava di alzarsi e per finire lo ha colpito in testa con lo sgabello. Quel Norman l'aveva provocato? chiese Sean.
Ecco, aveva detto che lei... Mi scusi, signor Courteney... L'ha
chiamata 'grosso bastardo' e 'sanguisuga'. Sean aggrottla fronte. Ah, mi ha chiamato cos E che altro
ha detto? Che lei uno schiavista, che affama i suoi uomini e che uno di
questi giorni gliel'avrebbe fatta pagare. Era stato Archy Longwor-
thy a prendere la parola. C'era una nota interrogativa nella sua vo-
ce, mentre guardava gli altri in cerca di sostegno. Dopo alcuni istan-
ti tutti annuirono, anche se con aria un pcolpevole, e alcuni bor-
bottarono qualche parola di assenso. Archy si sentincoraggiato.
Ha accennato qualcosa circa la sua intenzione di farle la posta,
una di queste sere. Ha detto proprio cos La presenza di Sean dominava la
stanza con una cospalese autoritche quando Archy si guarddi
nuovo attorno in cerca di assenso, lo lesse sui volti di tutti.
Ha detto: 'Una di queste sere farla posta a quel grosso ba-
stardo... E gl'insegnerun paio di cosette'. Archy cita Sean le
parole precise. Nessuno. Protest
Be', ha cominciato a prendersela con Dirk. 'Ecco qua il lazza-
rone di Courteney', fa. 'Un verme come suo padre, ci scom-
metto!' E Dirk? Be', signor Courteney, si solo messo a ridere... Da vero si-
gnore che non se la prende. 'Falla finita', ha detto, 'mi sa che hai
bevuto un ptropp Un pensiero improvviso attraversla mente di Sean. A propo-
sito, cosa ci faceva Dirk qui? Ecco, andata cos signor Courteney... Qualche settimana fa
il suo ragazzo mi ha prestato un paio di sterline e io gli ho detto che
se fosse passato di qui stasera gliele avrei restituite... ecco tutto. Allora non stava bevendo? domandsospettosamente.
Buon Dio, no! Archy sembrava cossconcertato alla sola
idea che Sean annu
Va bene... E poi cos'successo? Be', Norman ha continuato a stuzzicarlo, dandogli del vigliac-
co e via discorrendo... Non ricordo le parole esatte. Cosche alla fi-
ne Dirk ha perso le staffe: l'ha raggiunto all'altro capo del banco e
gli ha mollato un pugno. Be, Norman se lo meritava, secondo
me... Voi che ne dite, ragazzi? E' vero... Mi ribolliva il sangue a sentirlo punzecchiare Dirk in
quel modo dichiaril meccanico, e gli altri lo sostennero con
mormorii di assenso.
A quel punto riprese Archy, 俏orman si ritrova sul pavi-
mento e, a un tratto, tira fuori il coltello. Ci fu un moto di stupo-
re lungo il banco. Un tizio aprla bocca e sollevuna mano in se-
gno di protesta, ma, subito colto da un improvviso imbarazzo, por-
ta compimento il gesto fingendo di massaggiarsi il collo.
Un coltello? Che coltello? Dov'adesso? chiese Sean, proten-
dendosi con ansia. Ritto accanto a lui, Dirk comincia sorridere.
Quando sorrideva, il suo volto era bellissimo.
Eccolo. Henry, il barista, allungun braccio sotto il banco e
tirfuori un grosso coltello a serramanico. Tutti gli uomini presenti
nel locale lo guardarono con aria attonita.
Com'finito l chiese Sean, e per la prima volta si accorse
dell'espressione colpevole stampata su tutti i volti. Allora seppe con
certezza che si trattava di una menzogna.
L'ho tolto io a Norman, dopo. Abbiamo pensato che lei do-
vesse essere il primo a sapere la verit.. Visto che il padre, e via
discorrendo disse Archy, scuotendo le spalle con aria ingraziante
e sorridendo agli altri testimoni.
Lentamente Sean si voltverso l'uomo che gli era pivicino,
l'impiegato di banca. E' questo il coltello con cui Norman Van Eek
ha minacciato mio figlio? S signor Courteney rispose l'altro, con voce innaturalmente
stridula.
Sean guardl'uomo accanto all'impiegato e ripetla domanda.
S questo, signore. Nessun dubbio... questo? Sissignore. Interroga turno tutti i presenti e ricevette la stessa risposta.
Dirk. Per ultimo si rivolse al ragazzo. Pose la sua domanda
con lentezza e in tono grave, guardando nei chiari occhi innocenti
dei figlio: Com'vero che Dio ti vede: Norman Van Eek ti ha mi-
nacciato con questo coltello?
Ti prego, figliolo, di' di no. Dillo ora, in modo che tutti possano
sentirti. Se ti caro il mio amore, dimmi la veritadesso. Per piace-
re Dirk, per piacere, supplicava dentro di s cercando di trasmette-
re quei pensieri al ragazzo con la pura forza dello sguardo.
青om'vero che Dio mi vede, Pa' disse Dirk, senza aggiun-
gere altro.
Non hai risposto insistette Sean. Ti prego, figliolo.
Ha tirato fuori quel coltello dalla tasca posteriore della tuta.
Era chiuso e l'ha aperto col pollice della mano sinistra, Pa' spie-
gDirk con calma. Ho tentato di farglielo saltare di mano con un
calcio, invece l'ho colpito al petto. Lui caduto sulla schiena e l'ho
visto alzare il coltello come se volesse lanciarlo. Allora ho afferrato
lo sgabello. Non avevo altro modo per fermarlo. Ogni emozione era scomparsa dal volto di Sean. Era di nuovo
freddo e duro.
Molto bene disse. Ora sarmeglio tornare a casa. Quin-
di, rivolgendosi a tutti i presenti: Grazie, signori E uscin stra-
da, dove l'aspettava la Rolls. Mite come un agnello, Dirk lo segu
Il pomeriggio seguente Dirk Courteney fu affidato dal giudice
legale alla custodia del padre su cauzione di cinquanta sterline, in
attesa che la Corte distrettuale si riunisse a Ladyburg, due settimane
dopo, e giudicasse Dirk per l'accusa di omicidio.
Il caso del giovane Courteney fu messo in testa alla lista. L'inte-
ra popolazione del distretto assistette al processo, stipandosi nel mi-
nuscolo tribunale e premendo in fitti grappoli davanti a ogni fine-
stra.
Dopo sette minuti di camera di consiglio, la giuria rientrcol
verdetto, e Dirk, uscendo dal banco degli accusati, fu subito circon-
dato da una folla che, ridendo e congratulandosi, lo portquasi di
peso fuori dei tribunale.
Sean, seduto nella prima fila di sedie, rimase nell'aula semide-
serta. Peter Aaronson, l'avvocato difensore che egli aveva fatto ve-
nire da Pietermaritzburg, ripose le carte nella borsa, scambiqual-
che battuta con il cancelliere e si avvicina Sean. Dentro e fuori
in sette minuti. Un vero record! disse. Quando sorrideva somiglia-
va a un koala. Prenda un sigaro, signor Courteney. Sean fece
cenno di no con la testa. Aaronson ne scelse uno per se lo accese.
Per le dico la verit ero preoccupato per quella faccenda del
coltello. Mi aspettavo dei guai. Non mi piaceva affatto. Nemmeno a me convenne Sean, e Aaronson piegla testa di
lato, esaminando il volto di Sean coi suoi brillanti occhi da uccello.
Ma mi sono piaciuti quei testimoni. Una bella compagnia di
foche ammaestrate. Bastava dire: 'Sbraitate!' e loro: 'Ark Ark!'
Come per magia. Qualcuno li ha addestrati molto bene. Non credo di capirla disse Sean in tono truce, e Aaronson si
strinse nelle spalle.
Le spedirla mia parcella. Ma l'avverto che sarpiuttosto sa-
lata. Diciamo... Cinquecento ghinee? Sean si appoggiallo schienale e fissil piccolo avvocato. 非i-
ciamolo pure assent
La prossima volta che le occorrerun legale, le raccomando un
giovane molto in gamba che si chiama Rolfe. Humphrey Rolfe
continuAaronson.
Lei crede che avrancora bisogno di un avvocato? Col suo ragazzo, penso proprio di s gli disse Aaronson sen-
za esitazione.
E lei rifiuterebbe l'incarico? chiese Sean, protendendosi con
improvviso interesse. Anche per cinquecento ghinee a botta? Il denaro non un problema per me rispose Aaronson, to-
gliendosi il sigaro di bocca e osservando la cenere accumulata sulla
punta. Ricordi il nome, signor Courteney: Humphrey Rolfe. E' un
ragazzo brillante... E non guarda troppo per il sottile. Si avvilungo lo stretto corridoio dondolando la sua pesante
cartella. Sean si alze lo segulentamente. Arrivato sulla scalinata
esterna, si ferma guardare la piazza. Al centro d'un gruppetto
d'uomini, Dirk rideva, con un braccio di Archy Longworthy intor-
no alle spalle. La voce dell'operaio arrivfino a Sean.
Che a nessuno di voi venga in mente di poter stuzzicare il no-
stro Dirkie... Vi farebbe schizzare i denti dalla nuca! berciava Ar-
chy. E sorrideva, mostrando la propria dentatura annerita. Lo di-
co perchtutti possiate sentirlo. Dirkie mio amico... E io sono or-
goglioso di lui. Sei il solo, pensSean. Guardil figlio e notquanto fosse alto.
Formato come un uomo: spalle larghe, braccia muscolose, ventre
piatto e gambe lunghe che sbocciavano dai fianchi sottili.
Ma ha soltanto diciassette anni. E' un bambino... Forse c'anco-
ra tempo di raddrizzarlo, si disse. Poi seppe con certezza che stava
ingannando se stesso, e rammentciche un amico gli aveva detto
tanto tempo prima:
Alcune viti crescono nel terreno sbagliato, altre si ammalano
prima della vendemmia e altre ancora sono rovinate da un cattivo
viticoltore. Non tutta l'uva fa il vino buono.
E io sono il cattivo viticoltore, ammise.
Attraverslentamente la piazza. Vieni a casa disse a Dirk in
tono brusco, rendendosi conto, mentre guardava quel volto cosat-
traente, che non amava pisuo figlio. Questa consapevolezza gli
diede un senso di nausea.
Congratulazioni, colonnello. Sapevo che avremmo vinto
esultArchy Longworthy. Sean gli lanciuna rapida occhiata.
Venga nel mio ufficio domattina alle dieci. Voglio parlarle. 俟issignore disse Archy, sorridendo beatamente. Ma non sor-
rideva pila sera dopo, quando partda Ladyburg con un mese di
paga e il foglio di licenziamento in tasca.

81.

Con la tempesta di articoli provocata dal processo di Dirk, le
prospettive elettorali di Garrick Courteney migliorarono
sensibilmente. La stampa lealista parldi un 咬isultato a
sorpresa, che l'opinione pubblica salutercome una corretta stima
del valore dei due candidati al seggio di Ladyburg Solo i giornali
liberali parlarono della generosa pensione che la Ladyburg Wattle
Cooperative Ltd. Assegnalla vedova e all'orfano di Norman Van
Eek.
Ma tutti sapevano che Sean Courteney aveva ancora molte lun-
ghezze di vantaggio. Egli poteva contare sui voti dei duecento uomi-
ni impiegati nelle sue piantagioni e nel suo stabilimento, su quelli
degli altri piantatori e dei loro dipendenti, nonchsu un buon cin-
quanta per cento degli allevatori e degli abitanti della citt.. Questo
finchil Pietermaritzburg Farmer & Trader non dedictutta la pri-
ma pagina a un'intervista esclusiva concessa da un certo Archibald
Frederick Longworthy.
Il signor Longworthy raccontava come, minacciato di violenza
fisica e di perdita del posto di lavoro, fosse stato costretto a testi-
moniare il falso in tribunale e poi, dopo il processo, fosse stato li-
cenziato in tronco. La natura esatta del suo spergiuro non era rive-
lata.
Sean telegrafai propri legali di Pietermaritzburg affinchin-
tentassero immediatamente causa al Farmer & Trader per calunnia,
diffamazione a mezzo stampa, congiura, tradimento e qualunque
altro reato riuscissero a immaginare. Poi saltsulla Rolls e, incu-
rante della propria incolumit corse a cinquanta chilometri l'ora
dietro il suo telegramma. Arriva Pietermaritzburg per scoprire che
il signor Longworthy, dopo aver firmato una dichiarazione e accet-
tato benevolmente un compenso di cinquanta ghinee, era partito
senza lasciare indirizzo. Gli avvocati sconsigliarono Sean di andare
a trovare il direttore del Farmer & Trader, col rischio di provocare
una controdenuncia per aggressione e percosse. La causa per diffa-
mazione non si sarebbe svolta prima di un paio di mesi, mentre alle
elezioni mancavano soltanto dieci giorni.
Tutto ciche Sean potfare fu pubblicare una smentita a piena
pagina sui giornali liberali e tornarsene a velocitpimoderata a
Ladyburg. Qui l'aspettava un telegramma da Pretoria.
Jan Paulus e Niemand gli suggerivano, date le circostanze, di ri-
tirare la candidatura. La risposta di Sean fece quasi fondere i fili del
telegrafo.
A testa a testa, come due cavalli attaccati in pariglia, Garry e
Sean Courteney si lanciarono verso la dirittura d'arrivo.

Le votazioni dovevano aver luogo negli uffici amministrativi di
Ladyburg, sotto lo sguardo attento di due funzionari governativi.
Poi le urne sarebbero state portate nel municipio di Pietermaritz-
burg, dove, il giorno seguente, si sarebbe svolto lo scrutinio.
Ai lati opposti della piazza, i due candidati alzarono le grandi
tende a padiglione in cui sarebbero stati serviti gratis cibo e bevande
agli elettori. Tradizionalmente, il candidato la cui tenda era pifre-
quentata sarebbe stato sconfitto. Nessuno voleva far spendere altri
quattrini al proprio uomo, quindi preferiva il chiosco dell'avversa-
rio. Quel giorno, per l'affluenza fu pressochidentica.
Il tempo era quello tipico dell'avvicinarsi delle piogge: un caldo
umido intrappolato sotto una cappa di nubi grigie e, ogni tanto,
uno sprazzo di sole. Sean, in giacca e panciotto, sudava per l'ansia,
accogliendo ogni visitatore con chiassosa, falsa camaraderie. Ac-
canto a lui, Ruth sembrava un petalo di rosa: ne emanava anche il
profumo. Storm, molto contegnosa per l'occasione, stava in mezzo
a loro. Dirk non c'era... Il padre gli aveva trovato qualcosa da fare
all'altro capo di Lion Kop. Molti occhi attenti e molte malelingue
rimarcarono la sua assenza.
Ronny Pye aveva persuaso Garry a non indossare l'uniforme.
C'era anche Anna, piuttosto attraente in un abito mauve guarnito
di fiori artificiali. Soltanto da vicino si vedevano le rughe intorno
agli occhi e alla bocca e si scorgevano i fili bianchi nella lucente
massa nera dei capelli. Sia lei sia Garry evitavano con cura di guar-
dare verso il lato opposto della piazza.
Michael arrive parlprima con il padre. Bacirispettosamente
la madre, poi raggiunse l'altra tenda per riprendere una discussione
con la quale Sean aveva tagliato corto la sera prima. Michael voleva
che lo 哇iocomprasse diecimila acri nella pianura intorno al Ton-
gaat per piantarvi canna da zucchero. Gli occorsero soltanto pochi
minuti per rendersi conto che non era il momento migliore per so-
stenere la propria idea: Sean rispondeva alle sue argomentazioni
con forti risate e con offerte di sigari. Scoraggiato ma non sconfit-
to, Michael entrnel seggio e risolse il conflitto di lealtche lo af-
fliggeva annullando la scheda. Poi tornnel proprio ufficio allo
stabilimento per controllare i preventivi della piantagione di canna
da zucchero, in vista dei suo prossimo attacco a Sean.
Ada Courteney non lasciil villino di Protea Street per tutta la
giornata. La matrigna dei due candidati aveva costantemente rifiu-
tato di unirsi all'uno o all'altro campo e aveva impedito alle proprie
ragazze di dare una mano durante i preparativi. Aveva severamente
vietato qualsiasi discussione politica in casa sua... E buttato fuori
Sean quando il figliastro aveva trasgredito questa regola. Soltanto
dietro intercessione di Ruth e dopo che ebbe fatto le proprie scuse,
Sean ebbe il permesso di ritornare. Ada disapprovava l'intera fac-
cenda, considerando volgare e poco dignitoso che due membri della
sua famiglia non solo si candidassero per una carica pubblica, ma
fossero addirittura in competizione tra loro. La sua profonda sfidu-
cia e il suo disprezzo per l'amministrazione pubblica risalivano al
tempo in cui il Consiglio cittadino aveva deciso di mettere dei lam-
pioni lungo Protea Street. La signora Courteney aveva partecipato
alla riunione successiva armata di ombrellino e nessuno era riuscito
a convincerla che i lampioni non attirano le zanzare.
Comunque, Ada fu l'unica persona del distretto che non presen-
ziall'avvenimento. Dal tardo mattino fino alla chiusura delle ur-
ne, alle cinque del pomeriggio, la piazza fu gremita di folla, e quan-
do le cassette sigillate furono trasportate solennemente alla stazio-
ne, molti salirono sullo stesso treno e si recarono a Pietermaritzburg
per lo scrutinio ufficiale.
Era stata una giornata di continua tensione nervosa, cosche,
pochi minuti dopo essere entrati nel loro appartamento al White
Horse Hotel, Ruth e Sean si addormentarono l'una nelle braccia
dell'altro. Quando, di primo mattino, un violento temporale si sca-
tensulla citt Ruth si agitinquieta nel sonno e riprendendo len-
tamente coscienza si rese conto che lei e Sean erano tuttora impe-
gnati in quell'operazione che era stata rimandata cosa lungo. Sean
si sveglinello stesso momento e, superati i primi istanti di confu-
sione, si mise all'opera di buona lena. Al sorgere del sole Ruth era
certa che avrebbe avuto un figlio, sebbene Sean ritenesse che fosse
un ppresto per dirlo.
Dopo il bagno, fecero colazione a letto con un senso di rinnova-
ta intimit Ruth, in camicia da notte di seta bianca, coi capelli
sciolti sulle spalle e la pelle rilucente, costituun'ulteriore provoca-
zione per il marito. Come risultato, arrivarono in ritardo al munici-
pio, cosa che accrebbe l'agitazione nei sostenitori di Sean.
Lo scrutinio era gia buon punto. Entro un'area delimitata da
corde, i funzionari addetti al conteggio sedevano in silenzio a tavoli
coperti da pile di schede rosa. Sopra ciascun tavolo c'era un cartello
recante i nomi del distretto e dei candidati, e gli scrutatori passava-
no senza posa da un tavolo all'altro.
Il resto della sala era gremito da uno sciame inquieto e ronzante
di uomini e donne. Prima di esserne inghiottito, Sean ebbe una fu-
gace visione di Garry e Anna che rispondevano alle domande dei
giornalisti, poi fu travolto da un'ondata di strette di mano, di pac-
che sulla schiena e di auguri... Interrotta dal suono di una campa-
nella e da un completo silenzio.
俘isultati delle votazioni per l'assemblea legislativa ... annun-
ciuna voce acuta. Seggio di Newcastle: Signor Robert Sampson,
voti 986; signor Edward Sutton, voti 423... Il resto si disperse in
un'esplosione di applausi e di proteste. Sampson era il candidato
del Partito sudafricano, quindi Sean si aprun varco tra la ressa che
lo circondava.
Bel colpo, vecchio figlio di un cannone grid affibbiandogli
una manata tra le scapole.
亮razie, Sean. Sembra che le cose si stiano mettendo bene...
non mi aspettavo una maggioranza cosschiacciante! e si strinsero
la mano con entusiasmo.
La mattinata prosegucon intervalli di eccitata, vibrante tensio-
ne, che esplodevano in applausi al momento dell'annuncio dei risul-
tati. La fiducia di Sean aument perchil suo partito aveva con-
quistato tutti i seggi previsti, nonchuno che erano rassegnati a per-
dere... Finchsi uddi nuovo il trillo della campanella e la stessa vo-
ce impersonale annunci
Risultati delle votazioni per l'assemblea legislativa. Seggio di
Ladyburg e del Tugela inferiore... L'emozione attanaglilo sto-
maco di Sean e gli mozzil respiro, mentre, accanto a lui, Ruth
s'irrigidiva e gli afferrava una mano.
青olonnello Garrick Courteney, voti 638; colonnello Sean
Courteney, voti 631. La mano di Ruth strinse quella di Sean, ma egli non rispose alla
pressione. Entrambi rimasero perfettamente immobili, una minu-
scola isola tranquilla nella tempesta di esclamazioni trionfanti o de-
luse; finchSean disse pacatamente: Credo che sia meglio tornare
in albergo, cara
S replicRuth nelIo stesso tono; e insieme si avviarono ver-
so l'uscita, mentre la folla si apriva davanti a loro: un passaggio
fiancheggiato da volti che esprimevano delusione, gioia, curiosit
indifferenza e trionfante malizia.
Poi camminarono fuori, nel sole e al di ldella strada, fino a
raggiungere la fila di vetture pubbliche in attesa, mentre il chiasso si
attutiva alle loro spalle. Da quella distanza, sembrava un coro di
belve.
Sean aiutRuth a salire in carrozza e stava per mettersi al suo
fianco, quando gli venne in mente che aveva ancora qualcosa da fa-
re. Parlal cocchiere e gli diede dei denaro, poi si rivolse a Ruth:
隹spettami in albergo, cara, per favore
Dove vai? Devo fare le congratulazioni a Garry.
Attraverso la barriera di corpi che lo circondava Garry vide
Sean avvicinarsi e, suo malgrado, s'irrigid investito dal conflitto di
amore e odio che lo tormentava.
Sean si fermdi fronte a lui e sorrise. Bel colpo, Garry! dis-
se, tendendogli la destra. Mi hai battuto in una dura lotta... E vor-
rei stringerti la mano. Garry soppesquelle parole, vi riflette si disse che erano vere.
Aveva lottato con Sean e l'aveva battuto. Questo era qualcosa che
non si poteva annullare, qualcosa che Sean non avrebbe mai potuto
togliergli. L'ho battuto. Per la prima... La primissima volta in vita
mia!
Fu un'emozione cosintensa che, per un p Garry non riusca
muoversi na parlare.
Poi disse con voce soffocata: Sean... e, afferrata quella mano
tesa con le proprie, la strinse quasi con disperazione. 俟ean, forse
ora... mormor mi piacerebbe di... Voglio dire, quando tornere-
mo a Ladyburg... S'interruppe e divenne scarlatto per l'imbaraz-
zo. Rapidamente lascila mano di Sean e fece un passo indietro.
促ensavo che forse ti farebbe piacere venire a Theunis Kraal, uno
di questi giorni, quando non sarai troppo occupato. Potresti dare
un'occhiata alla vecchia casa. E' passato tanto tempo. Ho ancora la
vecchia... Mai! sibilAnna Courteney. Nessuno dei due l'aveva vista
attraversare la sala, e adesso era al fianco di Garry. I suoi occhi era-
no gemme luccicanti di odio incastonate tra le rughe, e il suo volto,
che fissava Sean, era mortalmente pallido. 俑ai sibildi nuovo,
prendendo il braccio di Garry. 侮ieni via ordin e il marito la
segudocilmente. Ma, mentre si allontanava, si volta guardare
Sean, e nei suoi occhi si leggeva una supplica disperata. La preghie-
ra di comprendere e perdonare quella sua debolezza.

82.

Come chi vive in una zona d'uragani riconosce la forma delle
nubi e l'immoto silenzio che precede la prima violenta raffi-
ca di vento, cosRuth sapeva di dover far fronte alla cupa
rabbia con cui Sean avrebbe reagito al fallimento dei propri proget-
ti. Le sue collere erano rare e non duravano a lungo, ma Ruth aveva
imparato a temerle e, come una prudente padrona di casa nell'im-
minenza dell'uragano, prese le proprie precauzioni.
Appena arrivata in albergo manda chiamare d'urgenza il diret-
tore. Voglio che ci sia servito il pranzo fra mezz'ora nel nostro ap-
partamento... Ma non il vostro menu ordinario. Qualcosa di vera-
mente speciale. Il direttore riflettun momento. 保striche! Ce n'appena arri-
vato un barile dalla scogliera di Umhlanga. Ottimo. Ruth apprezzla prontezza con cui l'uomo affronta-
va la circostanza imprevista.
Poi. -. Che ne direbbe di prosciutto affumicato, cacciagione
fredda, aragosta e insalata? Eccellente. Che formaggi avete? Gruy鋨e, Danish Blue, Camembert. Vino? Champagne? S assentprontamente Ruth. Sean aveva un debole per lo
champagne e lei l'avrebbe sfruttato senza vergogna. Una bottiglia
di Veuve Clicquot... No, a pensarci bene, meglio tre bottiglie. Le mando su prima del pranzo? Subito... Coi vostri pibei bicchieri e in un secchiello d'argen-
to disse Ruth.
Quindi si occupdella propria toilette. Ti ringrazio, Signore,
per il profumo francese e per questo abito da mattina in seta grigia
che ho conservato per un'occasione speciale. Lavorrapidamente,
ma con abilit su viso e capelli, e, quando ebbe finito, restseduta
davanti allo specchio e atteggiil viso a un'espressione di pace.
L'effetto era molto soddisfacente, decise, dopo un esame critico.
Era pettinata allo stesso modo la prima volta che Sean l'aveva vista,
ed egli la trovava irresistibile con le trecce. In effetti, la facevano
sembrare una ragazzina.
Devo aprire il vino, signora? domandun cameriere dal sa-
lotto.
Ruth rispose di s poi uscdalla camera da letto e si dispose ad
affrontare la furia dell'uragano, che arrivdieci minuti dopo, spi-
rando come un dolce zefiro, con un sigaro stretto fra i denti, le ma-
ni affondate nelle tasche dei calzoni e un'espressione divertita sul
volto.
Quando la vide: Ehi! esclam bloccandosi di colpo e toglien-
dosi il sigaro di bocca. Come siamo belle! Il fatto che Sean avesse notato il mutamento d'aspetto dimostra-
va come le previsioni meteorologiche di Ruth fossero completamen-
te sbagliate, e la donna scoppia ridere.
Cosa c'di tanto buffo? chiese Sean.
Niente e tutto. Te e me. Bevi un bicchiere di champagne. Pazza disse Sean, baciandola. Mi piaci pettinata cos Non sei deluso? Per il risultato delle elezioni, dici? S suppongo di esserlo. Andal tavolo e verslo champagne nelle coppe di cristallo, por-
gendone una a Ruth. Facciamo un brindisi: alla tanto eccitante
quanto breve carriera politica di Sean Courteney. Desideravi tanto vincere, e ora?... Sean annu Gi io voglio sempre vincere. Ma adesso che la
partita perduta... Sean scrollle spalle. Vuoi che ti dica una
cosa? Cominciavo a essere un pstufo di tutto quel concionare e
stringere mani. Anche quando dormo, devo avere un sorriso idiota
sulla faccia. Raggiunse una delle grandi poltrone di cuoio e vi
sprofondcon soddisfazione. Poi c'anche un'altra ragione. Se
vieni qui, te ne parler Ruth si sedette sulle sue ginocchia e infiluna mano nell'apertu-
ra della camicia, cosda sentire i muscoli sodi e il folto pelo del pet-
to. Dimmi lo incit e Sean le raccontdi Garry. Parllenta-
mente, rivelandole tutto: della gamba, dei loro rapporti quando era-
no ragazzi, di Michael. Quando ebbe finito, Ruth rimase silenziosa
per un p ma dai suoi occhi si capiva che era ferita dal fatto che
Sean fosse stato l'amante di un'altra donna. Infine chiese:
亮arry sa che Michael tuo figlio? 俟 Anna glielo disse la sera in cui partii da Ladyburg... Garry
voleva uccidermi. Perchte ne andasti? Non potevo rimanere. Garry mi odiava per via del bambino, e
Anna perchla respingevo. Ti voleva ancora, dunque? 俟 Quella sera... La sera in cui me ne andai, Anna venne da me
e mi chiese... Fece una pausa. Be', puoi immaginarlo. Gi annuRuth, ancora punta dalla gelosia, ma sforzandosi
di comprendere.
Io rifiutai... Coslei andda Garry e, per vendetta, gli disse del
bambino. Ges che perfida sgualdrina! Ma se voleva te, perchsposGarry? Era incinta e credeva che io fossi stato ucciso nella guerra con-
tro gli zulu. Lo sposper dare un padre al piccolo. Capisco mormorRuth. Ma perchmi racconti tutto que-
sto adesso? Per farti capire quello che provo nei riguardi di Garry. Dopo il
modo in cui ti ha trattata a quella riunione, non posso aspettarmi
che tu abbia molta simpatia per lui... Ma non voleva ferire te, ero
io il bersaglio. Gli devo tanto che non credo di poterlo mai ripaga-
re. Perci.. Percisei contento che oggi abbia vinto? finper lui Ruth.
S rispose con foga Sean. Capisci, vero, quanto deve essere
stato importante per lui. Per la prima volta riuscito... riusci-
to... Agitle mani, cercando le parole.
A competere con te da pari a pari suggerRuth.
亟sattamente!esclamSean, picchiando un pugno sul brac-
ciolo della poltrona. 侶uando sono andato a congratularmi con
lui, era pronto a rappacificarsi. Mi ha invitato a Theunis Kraal...
ma proprio allora quella dannata donna intervenuta e l'ha portato
via. Comunque, sono sicuro che le cose si sistemeranno, in qualche
modo. Alcuni colpi alla porta lo interruppero, e Ruth si affrettad al-
zarsi. Saril cameriere con il pranzo disse, ma, prima che aves-
se coperto metdel percorso dalla poltrona alla porta, i colpi si ri-
peterono con tale insistenza da mettere a repentaglio l'integritdegli
stucchi sul soffitto.
Vengo esclamRuth, irritata, e apr
Guidata da Bob Sampson, una marea di uomini irruppe nella
stanza, gesticolando e parlando in tono eccitato.
Che diavolo succede? domandSean.
Hai vinto! gridBob. Si fatto un nuovo conteggio e tu hai
vinto... Per dieci voti! Mio Dio! mormorSean, e poi, a voce cosbassa che solo
Ruth lo sent Garry. Povero Garry!
隹prquelle altre bottiglie di champagne... Anzi, mandiamo a
prenderne una cassetta. Abbiamo vinto... Tutti! esultBob Sam-
pson. Perci amici, brindiamo all'Unione sudafricana!
83.

Nemmeno questa volta. Tra tante volte e per tante cose...
nemmeno questa. Garry Courteney era giubriaco. Stava
sprofondato in una poltrona, stringeva il bicchiere con en-
trambe le mani e agitava il liquido dorato con un movimento circo-
lare, cosche alcune gocce traboccarono dall'orlo e macchiarono la
stoffa dei pantaloni.
No convenne Anna. Nemmeno questa volta. Era in piedi
e volgeva la schiena al marito, guardando dalla finestra la strada il-
luminata dai lampioni a gas, perchnon voleva che Garry vedesse il
suo volto. Ma non potcontrollare il tono aspro, maligno della sua
voce. Ora puoi tornartene a scrivere i tuoi libercoli. Hai dimostra-
to a te stesso e al resto del mondo che razza di uomo sei. Muovendo lentamente le mani, comincia massaggiarsi la parte
superiore delle braccia, provando un intenso piacere sensuale. Un
piccolo brivido la percorse, ebbe un movimento nervoso e le gonne
frusciarono come foglie nel vento. Dio, quanto ci era andato vici-
no... E lei aveva avuto paura. Sei un perdente, Garry Courteney.
Lo sei sempre stato e sempre lo sarai. Di nuovo rabbrividal ricordo dello spavento provato. Garry ci
era andato cosvicino. Anna aveva visto un inizio di mutamento
nell'attimo stesso in cui avevano comunicato l'esito delle votazioni,
ed esso si era fatto pivisibile di minuto in minuto. Perfino la sua
voce era cambiata, era diventata piprofonda, con un primo accen-
no di fiducia in se stesso. Garry l'aveva guardata in modo strano,
senza sottomissione, e poi c'era stata la fiammata di rivolta, quan-
do aveva parlato a Sean. Allora aveva avuto davvero paura.
Sei un perdente ripet e Garry emise un suono che era a me-
ttra l'inghiottire a vuoto e il sospirare. Anna attese e quando udil
sordo gorgoglio del brandy versato dalla bottiglia nel bicchiere si
strinse piforte le braccia e sorrise, ricordando l'annuncio del se-
condo conteggio, il modo in cui Garry si era rattrappito e rivolto a
lei, senza piun'ombra di sicurezza o di disprezzo. Spariti! Spariti
per sempre. Sean Courteney non avrebbe mai avuto Garrick. Anna
l'aveva giurato e ora avrebbe onorato la propria parola.
Come giaveva fatto tante volte in precedenza, rievoccon la
mente i particolari di quella sera. Quella in cui aveva fatto il giura-
mento.
Pioveva. Lei era sull'ampia veranda di Theunis Kraal e Sean sta-
va portando il cavallo verso la stalla. La bianca camicia di lino gli si
era incollata alle spalle e al petto e la pioggia gli aveva fatto arric-
ciare la barba, dandogli l'aspetto di un pirata maligno.
非ov'Garry?aveva chiesto lei, e Sean aveva risposto:
俏on preoccuparti. E' andato in citta trovare Ada. Torner per l'ora di cena
Poi l'aveva raggiunta e aveva posato una mano fredda di piog-
gia sulla parte superiore dei suo braccio. Devi prenderti picura
di te, adesso aveva detto. Non puoi pistare in giro al freddo. E l'aveva condotta oltre la porta a vetri. Anna teneva lo sguardo
sollevato verso di lui. La sua testa gli arrivava alle spalle. Quando
Sean aveva abbassato il proprio su di lei, era raddolcito dal riveren-
te timore del maschio per la gravidanza.
Sei una donna maledettamente in gamba, Anna, e sono sicuro
che farai un bel bambino. 俟ean!Ricordava che il nome gli era uscito dalla gola come
un'involontaria esclamazione di dolore. Selvaggiamente aveva pre-
muto il proprio corpo contro quello di Sean, tenendo il dorso ar-
cuato e premendogli le cosce contro le gambe. Poi le sue mani erano
salite ad afferrargli i capelli folti sulla nuca e gli aveva tirato il volto
verso il basso, aprendo la bocca calda e umida sulle sue labbra.
Sei pazza? Sean aveva cercato di allontanarla da s ma lei si
era divincolata e gli aveva allacciato le braccia sul dorso, premendo
il volto contro il suo torace.
Io ti amo. Ti prego, ti prego. Io ti amo. Lascia che ti stringa,
niente altro. Voglio solo stringerti. Stammi lontana. E Anna si era sentita gettare bruscamente
sul divano accanto al camino.
Adesso sei la moglie di Garrick, e presto sarai madre di suo fi-
glio. Il tuo corpo caldo tienilo per lui. Poi si era diretto verso di lei
a passi impetuosi: Io non ti voglio. Non ti ho mai amata, ma ades-
so non potrei toccarti pidi quanto non potrei andare con mia ma-
dre. Sei la moglie di Garry: se mai dovessi guardare un altro uomo,
io ti ammazzerei. Ti ammazzerei con le mie mani nude
L'amore si era raggelato all'istante, trasformato in odio dalle
parole di Sean. Gli si era avventata con le unghie, che avevano trac-
ciato delle strisce sulla guancia, cosche il sangue era scivolato sulla
barba. Sean le aveva afferrato il polso. E lei si era divincolata stril-
lando: 促orco, porco schifoso. La moglie di Garry, dici. Il bambi-
no di Garry. Adesso ti dico la verita. Quello che ho dentro, me lo
hai dato tu. E' tuo! Non di Garry!
Allora Sean le aveva lasciato il polso ed era arretrato. Non pu essere. Tu menti. Anna lo aveva seguito: Non ti ricordi come mi hai salutato pri-
ma di partire per la guerra? Non ti ricordi quella sera sul carro?
Lasciami, lasciami in pace. Ho bisogno di riflettere. Non lo sa-
pevo. E se n'era andato. Lei aveva sentito sbattere la porta dello
studio ed era rimasta in piedi in mezzo alla stanza, mentre la tempe-
sta della sua ira si placava per lasciare emergere gli scogli neri del-
l'odio che giacevano sotto la superficie.
Allora era andata nella sua camera da letto e, guardandosi nello
specchio, aveva fatto il giuramento.
Lo odio. C'una cosa che posso portargli via. Adesso Garry mio, non suo. Glielo toglier Gli togliersuo fratello. Si era tolta le mollette dal capo e le sue mani avevano scompi-
gliato i capelli. Aveva serrato i denti sulle labbra, mordendo finch aveva sentito il sapore del sangue.
Oh, Dio, lo odio aveva mormorato nel dolore. E si era
strappata il vestito sul davanti, guardando nello specchio i capezzoli
rosa che andavano giscurendosi come promessa di una gravidanza
felice.
俠o odio. Si era allentata le mutande le aveva tolte, aveva
spazzato con un braccio la superficie del tavolino da toilette, rove-
sciando cipria e rompendo una boccetta di profumo, il cui odore
pungente aveva riempito la stanza.
Infine si era lasciata cadere sul letto. Aspettando il ritorno di
Garry.
Voltle spalle alla finestra e lo guard trionfante, sapendo che
non poteva pisfuggirle.
Ho mantenuto il mio giuramento, pens avvicinandosi a lui.
Povero Garry disse, forzando la sua voce a tubare dolcemente e
scostandogli i capelli dalla fronte. Garry alzgli occhi verso di lei,
sorpreso, ma affamato d'affetto. 促overo Garry. Domani tornere-
mo a Theunis Kraal. Spostla bottiglia sul tavolino, avvicinandola alla sua mano.
Poi lo bacilievemente su una guancia e andin camera da letto...
sorridendo, in salvo, al sicuro nella debolezza di lui.

84.

Trascorsero rapidamente quattro mesi. Sean, distratto dalle
responsabilitdella sua carica, dalle riunioni di partito, dalle
sedute all'Assemblea, da montagne di corrispondenza, da po-
stulanti e intriganti d'ogni sorta, oppose soltanto una resistenza for-
male ai progetti di Michael circa la canna da zucchero. Il giovane si
recsulla costa, acquistla terra e intrecciuna relazione con la fi-
glia dell'uomo che gliel'aveva venduta. Questa giovane signora ave-
va la dubbia reputazione d'essere una delle poche divorziate del Na-
tal. Quando lo scandalo arrivai suoi orecchi, Sean, segretamente
compiaciuto che la castitdi Michael fosse finalmente naufragata,
salsulla Rolls e partin missione di salvataggio. Torna Ladyburg
con un Michael penitente sulla sua scia. Due settimane dopo la gio-
vane signora sposun viaggiatore di commercio e si trasfera Dur-
ban, cosche Michael ebbe il permesso di tornare a Tongaat e di ini-
ziare lo sviluppo della piantagione.
Ruth non accompagnava piSean quando egli si assentava da
Ladyburg. La crescente circonferenza della vita e i malesseri mattu-
tini la trattennero a Lion Kop, dove lei e Ada passavano molto tem-
po a disegnare e confezionare indumenti da beb Anche Storm
contribu Il golfino per il quale sferruzzdurante tre mesi sarebbe
certo stato meravigliosamente al piccolo... Purchfosse gobbo e
avesse un braccio lungo il doppio dell'altro.
Occupato dall'alba al tramonto nel suo nuovo incarico di so-
vrintendente di Mahoba Kloof, Dirk aveva poco tempo per le di-
strazioni. Comunque, Ladyburg era adesso ben coperta dalla rete di
spionaggio di Sean e ogni visita di Dirk in cittgli veniva minuta-
mente riferita.
Ma dall'altra parte di Ladyburg, derelitta e squallida per l'assen-
za d'amore, c'era la grande casa di Theunis Kraal. La sera una sola
finestra si accendeva di una pallida luce gialla, quando Garry Cour-
teney sedeva solo alla propria scrivania. Davanti a lui giaceva un
mucchietto di fogli pateticamente sottile. Un'ora dopo l'altra Garry
lo fissava, ma senza pivederlo. Era inaridito dentro, privato d'o-
gni linfa vitale, e cercava un surrogato nella bottiglia che teneva
sempre a portata di mano.
Il tempo andava alla deriva, i giorni diventando settimane, le
settimane mesi... E Garry andava alla deriva con esso.
Ogni pomeriggio scendeva ai recinti e, appoggiato allo steccato,
guardava i suoi soggetti da riproduzione. Per ore restava immobile,
finchgli pareva di uscire dal proprio corpo per vivere dentro quei
bei mantelli lucidi; di essere lui ad affondare gli zoccoli nel terreno
molle, lanciandosi nella corsa; che fosse la sua voce a nitrire e che
fossero suoi i muscoli che si tendevano e si contraevano nell'atto
dell'accoppiamento.
Ronny Pye lo trovlun dopopranzo; senza che Garry si ren-
desse conto della sua presenza, lo raggiunse in silenzio e gli si mise
al fianco, studiando quel volto pallido e intenso per i segni del dolo-
re, del dubbio e di un terribile desiderio scolpiti intorno alla bocca e
sotto gli occhi di un azzurro velato.
Salve, Garry disse gentilmente, ma, ravvisando la nota di
pietnella propria voce, si affretta soffocarla. Non c'era posto
per la mollezza ora.
Ronny. Con aria vaga, Garry si voltverso di lui e sorrise ti-
midamente. Affari o visita di cortesia? Affari, Garry. L'ipoteca? S Cosa vuoi che faccia? Che ne diresti di venire in cittper esaminare a dovere la situa-
zione nel mio ufficio? Ora? S se non ti dispiace. Va bene disse Garry, raddrizzandosi lentamente. Verrcon
te. Cavalcarono insieme oltre la cresta e giper il pendio, verso il
ponte di cemento sul Baboon Stroom. Entrambi tacevano: Garry
perchnon aveva niente dentro, niente cui dare voce; Ronny Pye
perchsi vergognava di ciche stava per fare: togliere a un uomo la
sua casa e lasciarlo allo sbaraglio in un mondo in cui non aveva al-
cuna probabilitdi sopravvivenza.
Al ponte si fermarono meccanicamente per far riposare i cavalli
e si sedettero, sempre senza parlare, una coppia dei tutto incongrua:
uno immobile, a testa bassa, magro e sciupato, con gli abiti un p logori, il volto austero per la sofferenza; l'altro grassoccio, con la
faccia rubiconda sotto i capelli color zenzero, vestito con abiti co-
stosi e incapace di tener ferme le dita delle mani.
Al di ldel fiume c'erano scarsi segni di vita. Dalla ciminiera
dello stabilimento di Sean uno stanco pennacchio di fumo si alzava
dritto nell'aria afosa; un ragazzo negro portava alcune vacche ad
abbeverarsi; una locomotiva sbuffava in direzione dei magazzini...
a parte questo, Ladyburg dormiva nella calura di un pomeriggio
estivo.
Poi lo sguardo di Ronny fu attirato da un rapido movimento
nella pianura erbosa, sotto la scarpata. Con sollievo, il banchiere vi
concentrla propria attenzione. E' il giovane Dirk disse, e Garry
alzla testa per guardare al di ldei fiume. Come fossero una cosa
sola, cavallo e cavaliere sembravano toccare terra coslievemente,
da essere uniti a essa soltanto dalla nuvoletta di polvere che si allun-
gava sotto di loro.
促erdio, non si pudire che quel piccolo bastardo non sappia
cavalcare riprese Ronny, con riluttante ammirazione, e scosse
gravemente la testa, cosche una goccia di sudore si staccdall'at-
taccatura dei capelli scivolando lungo una guancia. Il cavallo rag-
giunse la strada e ruotperfettamente sulle zampe posteriori, per
poi appiattarsi nell'aumentata velocitdella sua corsa: un movi-
mento di tale ritmica grazia e potenza che i due spettatori ne furono
eccitati.
Ma guardalo! esclamRonny. Non c'un cavallo simile in
tutto il Natal! Tu credi? disse Garry vivacemente, facendo una piccola
smorfia di stizza.
Ne sono sicuro al cento per cento. Il mio stallone, Grey Weather. In una corsa a pari peso, la
spunterebbe su qualsivoglia cavallo di Sean. E allora Ronny ebbe l'idea. La pondermentre, con gli occhi
lievemente socchiusi, guardava Dirk spingere Sun Dancer verso lo
stabilimento. Quando cavallo e cavaliere furono scomparsi oltre
l'alto cancello, disse pacatamente: Ci scommetteresti sopra dei
quattrini?
Ci scommetterei la vita! rispose Garry, con una nota acuta
nella voce.
S pensRonny, in questo modo, almeno, gli do una possibili-
t Sarla sorte a decidere... E nessuno potrincolparmi di niente.
Ci scommetteresti Theunis Kraal? Seguun lungo silenzio.
Poi Garry bisbigli Cosa intendi dire?
Se vinci, l'ipoteca sarestinta. E se perdo? Perderai la fattoria. No sibilGarry. Cristo, no! E' troppo. Ronny si strinse nelle spalle con aria indifferente. 亟ra solo
un'idea... Probabilmente hai ragione. Non avresti molte probabilit contro Sean. Fu come se gli affondassero una lancia nel petto. Una gara tra
lui e Sean: rifiutarla era lo stesso che ammettere di non poter vin-
cere.
Ci sto. Accetti la scommessa? Coprirai il mio denaro con quel che ti
resta della fattoria? S maledetto. S Ti farvedere quante, probabilitho contro
Sean. Sarmeglio mettere la cosa per iscritto suggergentilmente
Ronny. Poi cercherdi organizzare la cosa con Sean. Toccil
proprio cavallo con gli speroni e, a fianco a fianco, attraversarono
il ponte. A proposito, sarmeglio che nessuno sappia della nostra
piccola scommessa. Fingeremo che sia soltanto per la gloria. Garry annuin segno di assenso. Ma quella sera stessa scrisse a
Michael, rivelandogli ogni cosa e supplicandolo di montare Grey
Weather per lui.
Due giorni prima della corsa Michael si confidcon la nonna.
Ada anda Theunis Kraal per tentare di dissuadere il figliastro, ma
non ebbe successo. La determinazione di Garry era quasi fanatica.
La posta in palio non significava niente per lui... Vedeva soltanto la
prospettiva della vittoria.
E Michael aveva accettato di montare Grey Weather. Questa
volta non poteva perdere. Questa volta avrebbe avuto la meglio!

85.

Era ancora buio quando Sean e Dirk si diressero verso le stal-
le. Il lungo banco di nubi sopra la scarpata era arrossato dal
sole nascente e il vento soffiava sugli alberi della piantagio-
ne, che si agitavano e gemevano.
Vento del nord grugnSean. Pioverprima di sera. A Sun Dancer piace la pioggia rispose eccitato Dirk, e Sean
gli lanciun'occhiata.
Dirk, se oggi dovessi perdere... cominci ma Dirk lo inter-
ruppe.
俏on perder羃, e poi ancora, come se si trattasse di un voto,
non perder Se solo mostrassi altrettanta determinazione in cose piimpor-
tanti... Importanti! Pa', questa corsa importante. E' la cosa piim-
portante che abbia mai fatto. Dirk si ferme afferrSean per la
manica. Pa', lo faccio per te... Per te, Pa'! Sean abbasslo sguardo sul bel viso di suo figlio e ciche vi les-
se gli ricacciin gola le parole che stava per dire. Dove ho sbagliato
con te? si chiese, con un misto di amore e di disgusto. Dove hai pre-
so il sangue che ti scorre nelle vene, perchsei fatto in questo mo-
do? domandarono il suo orgoglio e il suo disprezzo.
亮razie disse in tono secco e, liberato il braccio, riprese a
camminare.
Preoccupato per Dirk, Sean si accorse di Mbejane solo quando
fu nel cortile delle stalle.
Ti vedo, Nkosi disse lo zulu, alzandosi solennemente dallo
sgabello di legno intagliato su cui stava seduto.
隹nch'io li vedo esclamSean con gioia. Ma subito si con-
troll una dimostrazione di affetto davanti a persone pigiovani
avrebbe imbarazzato Mbejane. Stai bene? domandcon gravit
e si trattenne dall'affondare un dito nell'accresciuta dignitdei suo
ventre, ricordando che quell'abbondanza di carne e grasso era stata
attentamente coltivata da Mbejane come prova della sua prosperit agli occhi del mondo.
Sto bene gli assicurMbejane.
Sono contento che tu sia venuto. 俏kosi, in un giorno importante come questo giusto essere in-
sieme... Come un tempo. E si permise per la prima volta di sorri-
dere, un sorriso che nel giro di qualche secondo divenne un ghigno
malizioso, che Sean ricambi Avrebbe dovuto sapere che Mbejane
non avrebbe mai perduto un combattimento, o una caccia, o una
gara.
Poi lo zulu si rivolse a Dirk.
Tieni alto il nostro onore oggi ordin come se parlasse a
uno dei propri figli. Tuo padre e io saremo la guardarti. Pos un'enorme mano nera su una spalla di Dirk, come in atto di benedi-
zione, quindi si rivolse ai mozzi di stalla che erano in attesa.
Portate la giumenta! Due stallieri la condussero fuori, e i suoi zoccoli risuonarono sul
selciato del cortile, mentre scartava un poco, la testa alta, snella co-
me quella di un levriero, le orecchie che si agitavano avanti e indie-
tro. Vide Dirk e arricciil morbido velluto delle narici.
Ehi, ragazza! la salutDirk. Al suo avvicinarsi, Sun Dancer
rovescigli occhi fino a mostrare il bianco, e le sue piccole orecchie
si appiattirono contro il collo.
Piantala di fare la stupida l'ammonDirk, e la cavalla scopr i grossi denti gialli, allungando il collo. Dirk le porse una mano e
Sun Dancer prese le dita tra quei terribili denti, mordicchiandole te-
neramente. Poi, mettendo fine alla commedia, sbuffdal naso, riz-
zle orecchie e gonfiil petto.
Dov'la sua coperta? Ha mangiato? Mettete la sella e le briglie
nell'auto. Dirk spardomande e istruzioni agli stallieri, accarez-
zando il muso di Sun Dancer con la tenerezza di un amante.
Quante contraddizioni in una sola persona, pensSean, guar-
dando il ragazzo, e un'immensa tristezza piombsu di lui, oppri-
mente come quell'alba rossa. Dove ho sbagliato?
Mbejane avvertil suo stato d'animo e cercdi distrarlo. 俏ko-
si, io andravanti a piedi con la cavalla. 俗n uomo della tua stazza starebbe meglio in auto con me
obbiettSean, sorridendo alla rapida occhiata obliqua che lo zulu
lanciall'enorine scintillante Rolls parcheggiata in fondo al cortile.
Ha gli occhi di un mostro, pensMbejane, e subito distolse lo
sguardo. Io andra piedi con la giumenta, per assicurarmi che
non le accada nulla annunci
Come desideri assentSean. E il piccolo corteo si avviin di-
rezione di Ladyburg. Davanti, due mozzi di stalla che conducevano
Sun Dancer sormontata dalla coperta scozzese a fondo rosso, poi
Mbejane, calmo e solenne, e infine i suoi quattro figli piccoli, che
portavano le lance e lo sgabello intagliato.
Due ore dopo Sean entrava con la Rolls nel campo, dietro i de-
positi ferroviari. Con gli occhi fissi davanti a se le mani talmente
strette sul volante che si scorgeva il biancheggiare delle nocche, non
sentle grida di saluto nvide la folla vestita a festa finchnon ebbe
fermato l'auto. Allora lasciil volante e sbuffpiano, mentre i mu-
scoli del viso si rilassavano in un sorriso di dubbio trionfo.
Bene, ce l'abbiamo fatta! disse, come se non ne fosse del tut-
to sicuro.
Sei stato bravissimo, caro. Anche la voce di Ruth era un p rauca, mentre la donna allentava l'abbraccio protettivo in cui aveva
stretto Storm.
隹vresti dovuto lasciar guidare me ridacchiDirk dal sedile
posteriore. Sean si voltstizzito, ma il ragazzo fu pirapido di lui.
Spalancla portiera e, prima che Sean riuscisse a mettere insieme due
parole, era stato assorbito dalla folla radunata intorno alla Rolls.
Sean lo segucon uno sguardo torvo.
Salve, Sean. Felice di vederti. Dennis Petersen aveva aperto
la portiera di fianco a Sean, il quale si affretta ricomporre il volto
in un sorriso.
Salve, Dennis. Un bel raduno! C'tutto il distretto confermDennis, mentre si stringevano
la mano, e si guardattorno con soddisfazione. C'erano almeno
cinquanta carrozze parcheggiate a casaccio lungo lo steccato del
grande recinto per il bestiame; un carro scoperto era stato adibito a
chiosco ed esibiva enormi caffettiere d'argento e montagne di torte.
Due cani si stavano azzuffando vicino al cancello e un nugolo di ra-
gazzini in abiti della festa gispiegazzati strillavano e ululavano,
rincorrendosi tra la folla.
Chi ha pensato agli addobbi? chiese Sean, osservando le ban-
dierine sventolanti in cima ai pali che segnavano la linea del tra-
guardo e lungo il percorso segnato da corde.
Il Consiglio... L'abbiamo votato la settimana scorsa. Molto carino. Ora Sean stava guardando il piccolo recinto in
cui si trovavano i cavalli. Lungo lo steccato c'era una compatta bar-
ricata di gente, ma riusca scorgere Dirk che la scavalcava e poi sal-
tava gi accanto a Sun Dancer, tra uno scroscio di applausi.
Un bel fisico disse Dennis, che, come Sean stava osservando
Dirk; perqualcosa, nel tono della sua voce, sottintendeva: ma so-
no felice che non sia mio figlio.
Grazie. L'intonazione sprezzante di Sean non sfugga Den-
nis, che sorrise con sarcasmo.
Sarmeglio raggiungere la giuria, Garrick giarrivato. Dennis indiccol capo il carro in fondo alla fila e, benchne avesse
penosamente avvertito la presenza, Sean lo guardper la prima
volta.
Insieme con Ronny Pye, Erasmus e suo padre, Michael li stava
osservando. Alto e sottile negli stretti pantaloni da cavallerizzo, gli
stivali neri e la camicia di seta bianca aperta sul petto, era appoggia-
to contro una delle ruote. Sopra di lui, Ada e Anna occupavano il
sedile posteriore, e improvvisamente Sean provuna fitta di collera:
perchla matrigna aveva scelto loro?
Mamma salutsenza sorridere.
Ciao, Sean. Il tono e l'espressione erano strani. Cosa signifi-
cavano? Rammarico, rifiuto? Per un minuto buono sostennero l'u-
no lo sguardo dell'altra... Poi Sean cedette, perchora, anzichcol-
lera, provava un senso di colpa. Ma non ne comprendeva il moti-
vo... Era solo la dolente accusa negli occhi di Ada a ispirarglielo.
Anna disse, e ricevette in cambio un rigido cenno del capo.
Garry. Sean tentdi sorridere. Fece l'atto di tendere la de-
stra, ma si, rese subito conto che sarebbe stata rifiutata, perchla
stessa accusa che aveva letto negli occhi di Ada la vedeva ora in
quelli di Garry. Si rivolse con sollievo a Michael.
青iao, Mike. Lo sai, vero, che stanno per farti calare le
brache? Ti dovrai rimangiare queste parole, e senza sale! ribattil
giovane, e risero insieme, cosevidentemente compiaciuti l'uno del-
l'altro che Anna si agitsul sedile e disse in tono secco:
Vogliamo toglierci il pensiero, Ronny? 青erto assentin fretta Ronny Pye. 雨ene, allora... Dov' Dirk? Sarmeglio andare a cercarlo. In gruppo lasciarono le signore e s'incamminarono attraverso la
folla verso il piccolo recinto, dove Dirk stava ridendo con due ra-
gazze nelle quali Sean riconobbe le figlie di uno dei suoi capisqua-
dra. Entrambe lo guardavano con tale scoperta adorazione che Sean
provun empito di benevolo orgoglio. Con noncuranza, Dirk le la-
scie andincontro al padre.
Tutto a posto, Pa'. Lo vedo bofonchiSean, e aspettche Dirk salutasse gli uo-
mini che erano con lui, ma il ragazzo li ignore si rivolse solo a
Ronny Pye.
Sentiamo. Bene, allora... Una gara tra lo stallone di Garry Courteney,
Grey Weather, e la puledra di Sean Courteney, Sun Dancer. Una
corsa d'onore, senza puntate da parte dei proprietari. D'accordo? Garry aprla bocca, poi la richiuse con fermezza e annu Suda-
va un poco. Spiegil fazzoletto e si asciugla fronte.
Distanza, circa otto chilometri intorno a quattro punti. Primo
punto, i pali piantati in questo campo; secondo, il segnaconfine
nordorientale di Theunis Kraal Ronny indicun punto sulla scar-
pata, terzo, la cisterna numero 3 di Mahoba Kloof, che non si pu vedere da qui perchdietro quegli alberi il braccio di Ronny
tracciun arco lungo la cresta, fino a una macchia verde tra l'ocra
dell'erba. La conoscete tutti e due? Certo rispose Dirk, e Michael annu
Il quarto e ultimo punto quello di partenza... L Il pollice di
Ronny indici due pali adorni di bandiere. Dei commissari sono
stati collocati al confine di Theunis Kraal e alla cisterna, per assicu-
rarsi che li aggiriate, senza tagliare all'interno. I giudici sono il si-
gnor Petersen, il signor Erasmus e io stesso. Qualunque disputa ri-
guardo alla corsa o all'interpretazione delle regole sardecisa da
noi... Mentre Ronny continuava a parlare, Sean sentl'eccitazione
rizzargli i peli degli avambracci. Stava accadendo a tutti ormai, per-
fino la voce di Ronny era pitesa, benchSean non sapesse che
l'impazienza volpina della sua faccia derivava dalla speranza di po-
ter vincere pidi chiunque altro in quella gara. Garry, che sapeva,
guardava le labbra di Ronny con fissitipnotica. 亟' tutto con-
cluse Ronny, e aggiunse, rivolto ai due giovani: 俟ellate i cavalli e
conduceteli alla linea di partenza
I giudici se ne andarono, lasciando i quattro Courteney soli.
Sean... Garry parlper primo, e i suoi occhi parevano spa-
ventati. 青redo che dovresti sapere... ma non finla frase.
Cosa? chiese Sean in tono secco, e Garry s'irrigid L'espres-
sione dei suoi occhi mut e Sean vi lesse ciche non si sarebbe mai
aspettato di scorgere nello sguardo dei fratello: orgoglio.
Non importa. Garry si volte si avvicinal cavallo, con an-
datura scattante.
Buona fortuna, Mike disse Sean, dandogli un pugno scher-
zoso su un braccio.
Anche a te replicMichael, avviandosi dietro Garry, poi si
ferme aggiunse: Qualunque cosa possano dire gli altri, Sean, io
so che non sei stato tu ad architettare questa faccenda
Cosa diavolo intende dire? si chiese Sean, perplesso, ma Dirk in-
terruppe le sue riflessioni.
Perchl'hai fatto, Pa? protest
Cosa? chiese Sean, senza capire.
Augurargli buona fortuna. Perchl'hai fatto? Sono io che cor-
ro per te... Non lui! Sono io tuo figlio... Non lui! I due cavalieri si mossero insieme verso la linea di partenza e,
ronzando per l'eccitazione, la folla lsegu
Sean si mise accanto a Sun Dancer e impartle ultime istruzioni
a Dirk, che si chinsulla sella, ascoltandolo attentamente. Portala
con moderatezza fino alla palude, non forzarla perchavrbisogno
di tutte le sue energie nel fango. Michael guadagnerterreno in quel
tratto, quello stallone forte di zampe, ma pesante. Seguilo e fatti
aprire la strada da lui. Una volta fuori della palude, puoi raggiun-
gerlo e superarlo sul pendio, spingi forte l Devi arrivare per primo
sulla vetta e mantenere il vantaggio lungo tutta la cresta fino alla ci-
sterna. D'accordo, Pa'. Poi, quando cominci a scendere, tienti bene al largo dietro la
piantagione di Van Essen, sul terreno duro... Cospotrai toglierle
dalle zampe la stanchezza della palude. Credo che Mike verrgi dritto e attraverseril terreno molle... Ma tu devi fare la via pi lunga... E sfruttare la velocitdi Sun Dancer contro la forza di Grey
Weather. Intanto avevano raggiunto i pali di partenza e la folla si era di-
stribuita lungo le corde. Davanti ai due cavalieri si apriva un tratto
di terreno scoperto, poi veniva la palude con l'ingannevole verde dei
papiri che nascondevano buche fangose. Infine l'erta scarpata. Una
lunga corsa. Lunga e dura.
Siete pronti? chiese Ronny, in piedi accanto a uno dei pali.
Esci di pista, Sean, per favore. Sean posuna mano sul ginocchio di Dirk. Facci vedere cosa
sai fare, ragazzo. Poi raggiunse la corda e vi sguscisotto.
Sun Dancer era nervosa. Si alzava sulle zampe posteriori e agita-
va la testa, facendo lampeggiare al sole la criniera rossodorata. Scu-
re chiazze di sudore le macchiavano le spalle. Michael stava facendo
girare in cerchio Grey Weather, tenendolo dolcemente in movimen-
to, dandogli colpetti sul collo e parlandogli, e il cavallo rizzava le
orecchie e le tendeva all'indietro, come per ascoltare.
Silenzio, prego! gridDennis attraverso un megafono, e il
chiasso della folla si placfino a diventare soltanto un brusio colmo
d'attesa.
俟iete agli ordini dello starter, ora disse ai cavalieri. 隹llar-
gatevi e avanzate al passo insieme. I due giovani obbedirono. Dirk toccSun Dancer con uno spe-
rone e la cavalla fece un brusco movimento all'indietro urtando una
gamba di Michael.
俊ieni la tua dannata bestia sotto controllo ringhiDirk.
Non starmi addosso. Conciliante, Michael scostGrey Weather. Sei nervoso,
Dirkie? 隹l diavolo! Ti farvedere io chi nervoso replicDirk,
dando uno strattone al barbazzale, cosche Sun Dancer agitil ca-
po in segno di protesta.
Al posto! tuonla voce di Dennis, distorta dal megafono.
I due cavalli avanzarono al passo verso la linea di partenza, oro
pallido accanto a rosso scuro, e la folla sussurrdolcemente, come
il vento sull'erba del veld.
Dieci passi dai pali, e Sun Dancer gisi spingeva avanti, irre-
quieta.
In linea! ammonDennis. Restate affiancati! Dirk tir bruscamente le redini. Le sue narici erano dilatate e bianche per la
tensione.
Michael avanzaccanto a lui, tenendo le mani basse. Grey Wea-
ther sollevava le zampe in modo esagerato, tipico dell'animale tenu-
to a freno.
Pronti?... Via! urlDennis, e: Via! ruggirono centinaia di
voci. Sempre affiancati, i cavalli passarono a uno sciolto, libero,
danzante piccolo galoppo. Sia Dirk sia Michael si sollevarono un
poco sulle staffe, per impedire agli animali di allungare troppo l'an-
datura. A ottocento metri li aspettava la palude, quindi circa sette
chilometri di montagna, con terreno roccioso, crepacci e macchioni.
La folla si staccdalle corde, sparpagliandosi in vari punti d'os-
servazione, e Sean corse con gli altri, togliendo il binocolo dalla cu-
stodia e sorridendo nella confusione generale di grida e risate.
Ruth lo aspettava accanto alla Rolls. Sean la prese per la vita e
la sollevsul cofano.
Sean, cossi graffia la vernice protestlei, tenendosi il cap-
pello e vacillando pericolosamente.
Al diavolo la vernice rise Sean, mentre si arrampicava accan-
to a Ruth, che si appese al suo braccio. Eccoli! All'estremitdel campo, i due cavalieri galoppavano verso la
macchia verde chiaro della palude. Sean mise a fuoco il binocolo e
all'improvviso li vide cosvicini che si stupdi non sentire il tambu-
reggiare degli zoccoli. Grey Weather correva in testa, forzando po-
derosamente l'andatura... E Sun Dancer galoppava sulla sua scia,
con il collo inarcato dalla pressione del morso. Semisollevato sulle
staffe, Dirk stringeva i gomiti contro i fianchi, trattenendo l'ani-
male.
Quel birbante sta seguendo i miei consigli grugnSean. Mi
aspettavo che l'avesse gimessa alla frusta. Attraverso la distanza che li separava, Sean percep come se po-
tesse toccarla con mano, la determinazione di Dirk a vincere, la ve-
deva nel modo in cui teneva le spalle e nella rigiditdelle braccia.
Ma ciche non vedeva erano le aspre linee dell'odio sul volto del
ragazzo, che fissava la schiena di Michael.
Il battito degli zoccoli si attut quando i due cavalieri raggiunse-
ro la palude. Da sotto i ferri di Grey Weather, adesso, volavano
piccole zolle di argilla umida e una colpDirk al petto, schiaccian-
dosi sulla seta bianca della camicia. L'andatura di Sun Dancer cam-
bi quando avvertil terreno molle.
Calma, bella, calma bisbigliDirk, stringendola saldamente
tra le ginocchia per incuterle sicurezza. L'erba strisciava contro le
sue staffe e, davanti a lui, Grey Weather aveva raggiunto l'acqua.
Sollevando schizzi, era entrato nel pantano, e gli alti papiri l'aveva-
no inghiottito.
Il vecchio aveva ragione si disse Dirk, sorridendo per la pri-
ma volta. Michael si stava aprendo un varco tra le piante acquati-
che, e le appiattiva favorendo Sun Dancer. Per due volte Grey Wea-
ther sprofondfino al ventre in una buca e dovette lottare per usci-
re dal fango, indicando a Dirk il pericolo.
Cavalli e cavalieri erano coperti di melma. La palude puzzava
come la gabbia di una belva ed eruttava grosse bolle di gas. Nugoli
d'insetti si alzavano intorno a esse, un uccello sakabula fuggstri-
dendo. L'orlo tagliente d'una foglia sfregiuna guancia di Michael
e un rivoletto di sangue prese a scorrere sulla sua mascella, lavgli
schizzi di fango e gocciolsulla camicia.
Poi, a un tratto, il terreno s'indursotto di loro, la fitta macchia
di papiri si divise in ciuffi, si assottiglie rimase alle loro spalle,
mentre Grey Weather prima e Sun Dancer poi attaccavano la scar-
pata.
Sei finito! gridDirk a Michael, affiancandolo. Vado ad
aspettarti al traguardo e si curvsulla sella, colpendo contempo-
raneamente Sun Dancer con gli speroni e la frusta.
Senza forzare il cavallo, Michael lo fece voltare verso destra e,
allentate le redini, lo lascilibero di scegliere la propria strada, sa-
lendo a zigzag.
Nel tratto piripido, sotto la cresta, Dirk usincessantemente
la frusta e Sun Dancer salcon una serie di balzi. Pietre sciolte roto-
lavano sotto i suoi zoccoli e il sudore le aveva lavato il fango dalle
spalle. Ad ogni balzo, la puledra perdeva un pdi controllo. For-
za, puttana, forza! gridDirk, voltandosi a guardare la calma
ascesa di Michael. Era circa duecento metri pisotto e procedeva
con regolarit Il movimento di Dirk fece perdere l'equilibrio a Sun
Dancer che atterrmale, scivole accenna cadere. Dirk sfili
piedi dalle staffe e saltgidi sella, senza lasciare le redini. Nell'at-
timo in cui toccterra, si piegall'indietro cercando di trattenere la
puledra, che era giin ginocchio e scivol trascinando Dirk, fino a
una specie di piazzuola parecchio piin basso.
Lottarono entrambi e, quando infine Dirk riusca rimetterla in
piedi, Sun Dancer tremava di terrore. Maledetta! Sporca puttana
maledetta! borbottava Dirk, passando le mani sui garretti per con-
trollare che non vi fossero danni. Si voltper guardare dove fosse
Michael e lo vide molto vicino. Oh, Dio! esclame, afferrate le
redini, trascinSun Dancer su per l'erta. Quando arrivsulla cre-
sta, il sudore gli inondava il viso e gli infradiciava la camicia. La sa-
liva si era trasformata in una spessa schiuma gommosa e il respiro
gli raschiava i polmoni... Ma era ancora in testa e Sun Dancer aveva
superato l'accesso di tremito e si era ripresa, tanto che scartlieve-
mente quando Dirk risalin sella.
Di qua, Dirkie! In piedi sul cumulo di pietre che segnava il
confine di Theunis Kraal, i due commissari gridavano e agitavano le
braccia. Dirk affondgli speroni nei fianchi della puledra e si lan-
cial galoppo lungo la cresta, sfrecciando davanti ai due uomini in
direzione del boschetto a cinque chilometri piavanti.
Raggiungilo, Mike! Forza! Forza! Fioche grida alle sue spal-
le... E Dirk seppe senza doversi voltare che Mike aveva raggiunto la
cresta e lo inseguiva. Fece schioccare le briglie sul collo della pule-
dra, rimpiangendo amaramente il tempo perso sulla salita e odiando
per questo sia Sun Dancer sia Michael. A quel punto si sarebbe do-
vuto trovare in vantaggio di almeno quattrocento metri, non di cin-
quanta!
Direttamente davanti a lui, adesso, c'era la gola attraverso la
quale il Baboon Stroom scendeva dalla scarpata, tra due fitte ali di
cespugli. Dirk trovil sentiero che portava al guado e gli zoccoli di
Sun Dancer tambureggiarono con rapida sincronia sulla terra battu-
ta, ma dietro di lui, come un'eco, udun altro battito... Michael era
sul viottolo. Dirk guardindietro da sotto il braccio. Michael era
cosvicino che Dirk potscorgere gli angoli della sua bocca incre-
sparsi in un sorriso. La cosa lo infuri Bastardo! ringhi e ri-
prese a usare la frusta sui fianchi e sulle spalle di Sun Dancer, che
allungl'andatura: giper la ripida sponda dei fiume e quindi sul
banco di sabbia, con Grey Weather ormai a ridosso. Infine si trova-
rono affiancati nell'acqua verde scuro, e scivolarono dalle selle per
nuotare, nel punto piprofondo, con la corrente che li portava ver-
so le cascate. Poi di nuovo in groppa, neli'attimo in cui gli zoccoli
dei cavalli trovarono il fondo, e furono sulla sabbia della riva, gri-
dando d'eccitazione mentre si lanciavano verso il sentiero che risali-
va la sponda coperta di cespugli. Chi l'avesse imboccato per primo
sarebbe stato in vantaggio.
Fa' strada! Sono io in testa... Fa' strada! gridfuriosamente
Dirk.
Fattela tu la strada! rispose Michael ridendo.
Bastardo ringhiDirk, e usle ginocchia e le redini per spin-
gere il fianco di Sun Dancer contro Michael.
Ehi! Niente gioco sporco! lo ammonl'altro.
Ora cavalcavano ginocchio contro ginocchio. Rapido come il
baleno, Dirk piazzla punta dello stivale sotto il piede di Michael,
poi con un subdolo colpo verso l'alto lo sfildalla staffa e, contem-
poraneamente, diede a Michael una spallata. Sentendosi cadere, Mi-
chael si afferral pomo della sella, facendola scivolare di lato, e lo
spostamento di peso costrinse. Grey Weather a uscire dal sentiero.
Michael cadde a terra battendo di spalle e rotolcon le ginocchia
premute sul petto.
Beccati questo! urlDirk in tono di sfida, mentre lasciava la
sponda e spronava Sun Dancer sul terreno scoperto. Dietro di lui,
nel letto dei fiume, Michael si rialze corse verso Grey Weather,
che stava trottando verso l'acqua, con la sella penzolante sotto il
petto.
Sporco maiale. Mio Dio, se lo sapesse Sean! Afferril caval-
lo prima che cominciasse a bere e sistemla sella. 保ra non devo
lasciarlo vincere! si disse, risalendo in groppa. Non devo! Duecento metri piavanti, la camicia di Dirk era una piccola
macchia bianca sull'ocra dell'erba. Mentre girava intorno alla ci-
sterna, uno dei commissari gli grid Cos'successo a Michael?
E' caduto nel fiume rispose Dirk, trionfante. E' finito! E' in testa... Dirk in testa! Sean, in piedi sul cofano della Rolls col binocolo puntato sul bo-
schetto, fu il primo a scorgerlo.
E Michael? domandRuth.
Non puessere molto indietro mormorSean, attendendo
ansiosamente di vederlo apparire. Si era infuriato, vedendo il modo
in cui Dirk attaccava la scarpata, brutalizzando la povera Sun Dan-
cer. Poi l'aveva esortato a darsi una maledetta mossa durante la
corsa lungo la cresta, quando Michael aveva cominciato a guada-
gnare terreno. Infine i due cavalieri erano scomparsi alla vista. Il
piccolo idiota sta allargando troppo. Gli ho detto di tagliare sull'or-
lo della palude... Non di girarvi attorno! Ma dov'Michael? ripetRuth. Sean alzun poco il binoco-
lo e ispezionla cresta, con un primo moto di preoccupazione.
Non si vede ancora... Deve aver avuto qualche guaio. Credi che sia caduto? Si sarfatto male? Come faccio a saperlo! L'ansia lo rendeva irritabile, ma subi-
to si pentdel proprio scatto e cinse Ruth alla vita. E' assurdo
preoccuparsi. Michael sa badare a se stesso. Scivolando per quasi tutto il tempo sulle zampe posteriori, Sun
Dancer aveva percorso un buon tratto della discesa, lasciandosi die-
tro una scia di polvere.
Ancora nessun segno di Michael? insistette Ruth, muovendo-
si inquieta contro Sean.
No grugnlui. Dirk pupermettersi di aggirare la palude.
Ha un vantaggio di almeno quattrocento metri. Infine dalla folla si levun sospiro di sollievo, simile a una fola-
ta di vento su un campo di grano. Eccolo! Viene gidritto verso la palude. Ma non pufarcela, a meno che non si metta a volare! Sean spostil binocolo da Dirk a Michael, poi di nuovo su
Dirk, valutando le velocite le posizioni: Michael avrebbe perduto
tempo nella palude, ma Dirk, aggirandola, doveva percorrere una
distanza maggiore.
Sarun bel finale... disse. Dirk in vantaggio, ma sarun
bel finale. Ada non la pensava allo stesso modo. Dirk era in testa, quindi
avrebbe vinto. GuardGarryck. Era vicino a uno dei pali del tra-
guardo, a un centinaio di metri, ma perfino da quella distanza non
si poteva equivocare circa la curva delle spalle e l'infelicitche lo
circondava come un'aura di disfatta. Gli zoccoli di Sun Dancer sta-
vano facendo a pezzi la sua vita.
Non potendo piresistere, Ada scese dalla carrozza e corse at-
traverso la folla verso la Rolls, sul cui cofano Sean si ergeva come
un trionfante colosso. Sean disse, toccandogli una gamba. Ma il
figliastro era cospreso dalla corsa che non sentnla voce nil
tocco della sua mano.
Sean gridAda, tirandogli i pantaloni.
Mamma fece lui, lanciandole un'occhiata distratta.
Devo parlarti urlla donna sovrastando il chiasso crescente
della folla.
Non ora. Siamo al finale. Sali quass cospotrai vederlo Ora. Devo parlarti ora. Scendi immediatamente! Colpito dal
suo tono, Sean ebbe ancora un attimo di esitazione, mentre lanciava
un'occhiata furtiva alla corsa. Poi si strinse nelle spalle, rassegnato,
e saltgidal cofano.
Che cosa c' Per piacere, fa' presto, non voglio perdere... Farprestissimo. Sean non l'aveva mai vista in preda a una
cosfredda collera. Voglio soltanto dirti che non avrei mai creduto
che sarebbe giunto il giorno in cui avrei provato per te soltanto di-
sprezzo. Sconsiderato lo sei stato spesso... Ma spietato mai. Mamma, cosa... Sean era sbalordito.
Ascoltami bene. Hai deciso di distruggere tuo fratello e ci sei
riuscito. Bene, spero che tu ne goda. Theunis Kraal tuo ora. Godi-
ne, Sean. E dormi bene la notte. Theunis Kraal! Di che diavolo stai parlando? gridSean,
sconcertato. Non ho mica scommesso Theunis Kraal! Ah, no lo schernAda. Certo che non hai scommesso...
l'hai fatto fare a Ronny Pye! Pye? Cos'ha a che fare Ronny Pye con questa faccenda? Tutto ha a che fare! Pye ti ha aiutato a organizzarla... A indur-
re Garry a commettere una simile follia. Ronny ha un'ipoteca su
Theunis Kraal! 俑a ... Pian piano Sean comincia intravedere la mostruosit del raggiro che si stava compiendo.
Prima gli hai preso la gamba... Ora Theunis Kraal, ma questo
ti costeril mio affetto. GuardSean negli occhi. I suoi erano ac-
cecati dal dolore. 隹ddio, Sean. Non voglio parlarti mai pi, e si
allontan Camminava come una vecchia, una vecchia stanca, sfi-
nita.
Sean cape comincia correre verso il traguardo, fendendo la
folla come uno squalo che attraversi un banco di sardine. Al di so-
pra delle teste vedeva i due cavalieri galoppare verso la dirittura
d'arrivo.
Conduceva Dirk, sollevato sulla sella, con la frusta in azione. Il
vento gli agitava i capelli e gli gonfiava la camicia sporca di fango.
Sotto di lui la puledra pareva volare, e il battito degli zoccoli sovra-
stava il crescente ruggito della folla. Il corpo dell'animale era scuro
e lucido di sudore, e la bava schizzava dalla sua bocca aperta, rica-
mandogli un pizzo bianco sul petto e sui fianchi.
A cinquanta incolmabili metri di distanza galoppava lo stallone:
Michael lo colpiva furiosamente coi calcagni. Il volto del giovane
era contorto da una smorfia di disperazione. Grey Weather era allo
stremo, con le zampe pesanti e il respiro ridotto a un raschio affan-
noso.
Sean si fece largo tra i corpi accalcati lungo la corda. Arrivato
dietro la prima fila passtra due donne con una spallata e, curvato-
si, sgusciin pista.
Sun Dancer era quasi su di lui, gli zoccoli che tambureggiavano
in crescendo, la testa che si alzava e si abbassava a ogni falcata.
Dirk! Fermala! ruggSean.
促a'! Pa'! Togliti di mezzo... gridil ragazzo, ma Sean balz proprio davanti all'animale.
Pa'! Sean era di fronte a lui, accoccolato a braccia larghe. Troppo vi-
cino perchDirk riuscisse a far svoltare Sun Dancer, troppo tardi
per arrestarne la carica.
Salta, bella, salta gridDirk, e strinse le ginocchia, sentendo
che la puledra rispondeva ritraendo le zampe anteriori contro il pet-
to e balzando in avanti in un'alta parabola; ma capanche che era
troppo esausta per superare la testa di Sean.
Un momento angoscioso, mentre Sun Dancer si staccava da ter-
ra; poi il gemito inorridito del pubblico, quando le zampe anteriori
colpirono Sean e la cavalla rotein aria, cadendo. Le cinghie delle
staffe si spezzarono con due colpi secchi e Dirk precipital suolo.
Grida stridule di donne si levarono dalla folla.
Sun Dancer si rialzcon una zampa anteriore che penzolava dal
ginocchio, nitrendo per il dolore provocato dall'osso spezzato.
Sean era steso sulla schiena con la testa reclinata su una spalla e
dalla tempia lacerata il sangue gli colava sulle narici e sulla bocca.
Dirk, con una guancia ferita e i gomiti spellati, lo raggiunse pro-
cedendo carponi, poi, in ginocchio accanto a lui, alzentrambe le
mani strette a pugno e comincia colpire selvaggiamente il petto e il
viso del padre privo di sensi. Perchl'hai fatto? Ti odio! grid
in preda allo shock, alla rabbia e alla disperazione. Io correvo per
te! E tu mi hai fermato, mi hai fermato! Michael arrestGrey Weather, saltgidi sella e corse dal ra-
gazzo, gli afferrle braccia, lottando con lui per trascinarlo lontano
da Sean.
Lascialo stare, carogna! Non voleva che vincessi. Mi ha fermato, lo odio. Lo ucci-
der La folla avanzondeggiando, travolgendo la corda, e due uomi-
ni aiutarono Michael a trattenere Dirk, mentre gli altri facevano
cerchio intorno a Sean.
Dov'il dottor Fraser? Cristo, conciato male! Prendete quel cavallo. Bisogna sparargli. Come la mettiamo con le scommesse? Non toccatelo. Aspettate... Sparate a quel cavallo! Per l'amor di Dio, qualcuno spari a
quella povera bestia. Poi si fece un gran silenzio, mentre la folla si apriva per lasciar
passare Ruth che correva verso Sean seguita da Mbejane.
Sean. S'inginocchiaccanto al marito, goffa per il suo stato
di gravidanza. Sean ripet e gli uomini intorno a lei si sentirono
costretti a distogliere lo sguardo dal suo volto. Mbejane bisbi-
gliRuth, portalo all'auto. Lo zulu si lasciscivolare dalle spalle il mantello di pelo di scim-
mia e, chinatosi, sollevSean. I grossi muscoli del petto e delle
braccia si tesero e Mbejane rimase per un attimo cos a gambe lar-
ghe. Il braccio, Nkosikazi. Ruth sollevil braccio penzolante di Sean e lo sistemsul tora-
ce. Portalo all'auto ripete insieme attraversarono la folla. La
testa di Sean posava sulla spalla di Mbejane come quella di un bam-
bino addormentato. Poi lo zulu lo dispose dolcemente sul sedile po-
steriore della Rolls, col capo sul grembo di Ruth.
Pap pap ripeteva Storm, con la faccia stravolta dall'orro-
re alla vista del sangue, tremante come un coniglietto spaventato.
Vuoi guidare tu, Michael, per favore? chiese Ruth al giovane
che si era portato accanto alla Rolls. Andiamo in Protea Street. Con Mbejane che correva di lato, la grossa auto uscdal campo
tra due ali di facce ansiose e imboccla strada principale.

86.

Mmentre la folla intorno a lui si sparpagliava lentamente, di-
rigendosi verso le carrozze, Dirk Courteney guardla
Rolls sparire in una nuvola di polvere.
Per la reazione gli tremavano le gambe e aveva un senso di nau-
sea. L'escoriazione sulla guancia bruciava come se vi fosse caduto
sopra dell'acido.
Tornando dalla propria carrozza con un pesante revolver dell'e-
sercito in mano, Dennis Petersen gli si accost 俟armeglio che tu
vada a farti medicare dal dottor Fraser. Bisogna mettere qualcosa
su quella faccia disse.
S rispose distrattamente Dirk, mentre Dennis si avvicinava a
Sun Dancer. Instabile su tre zampe, ma tranquilla, ora la puledra
stava a testa bassa tra due stallieri indigeni.
Dennis posla canna dei revolver sulla sua fronte. Allo sparo,
l'animale arretrviolentemente e cadde, tremando. Le zampe s'irri-
gidirono in un'ultima convulsione, poi la cavalla giacque immobile.
Guardandola, Dirk fu percorso da un brivido e si voltdi scatto
per vomitare sull'erba. Un rigurgito caldo e acido. Si asciugla
bocca con il palmo della mano e s'incammin senza una direzione
precisa, alla cieca, fuori del campo.
Nella sua testa, tenendo il ritmo con le gambe come se si trattas-
se dei ritornello d'un canto di marcia: Non mi vuole. Non mi
vuole.
E poi, con rabbia: Spero che muoia. Ti prego, fa' che muoia.
俊i prego, fa' che muoia disse Anna Courteney, cospiano
che Garry, in piedi accanto al calessino, non sent Stava con le
spalle curve e la testa china in avanti e rifletteva: le mani lungo i
fianchi si aprivano e si chiudevano meccanicamente. Con gran len-
tezza ne sollevuna e si fregle palpebre.
Vado da lui disse. Dio mi aiuti, ma devo andare da lui. No! Te lo proibisco. Lascia... Lascia che soffra come ho soffer-
to io. Garry scosse la testa. Devo. Questa folli dura da troppo tem-
po. Devo. E prego il Signore che non sia troppo tardi. Lascia che muoia. E, improvvisamente, fu come se qualcosa
si rompesse nella testa di Anna, schiantata sotto il peso dell'odio
tanto a lungo coltivato. Si alzurlando dal sedile del calesse.
Muori, maledetto! Muori! Garry la guardallarmato. Controllati, cara. Muori! Muori! Il suo volto era coperto di chiazze rosse e la
voce le usciva rauca dalla gola, come se qualcuno la stesse strango-
lando. Garry balzaccanto a lei e l'avvolse con un abbraccio pro-
tettivo.
Sta' lontano da me. Non toccarmi strillAnna, cercando di
divincolarsi. Per colpa tua l'ho perduto. Lui cosgrande, cosfor-
te. Era mio, e a causa tua... Anna, Anna, ti prego supplicGarry, tentando di calmarla.
Smettila, cara, non gridare. Per te, brutto storpio. Per colpa tua. E in quel momento ven-
ne fuori, dovette sgorgare, come pus da un ascesso: Ma ti ho ripa-
gato. L'ho tolto anche a te... E adesso morto. Non lo avrai mai
E rise, gongolante, fuori di senno.
Anna. Smettila. Quella sera... Ricordi quella sera? Ma certo!... Ntu nlui po-
trete mai dimenticarla. Lo volevo, lo volevo grosso come un toro
sopra di me, lo volevo dentro forte e a fondo, come una volta... Lo
supplicai. Lo implorai. Ma a causa tua, a causa dei suo piccolo e
debole fratello storpio... Cristo, come l'ho odiato! Rise di nuovo,
il suono stridulo del dolore e dell'odio. Mi strappai i vestiti e mi
morsi le labbra, come avevo desiderato che facesse lui. Quando tu
arrivasti, volevo... Ma avevo dimenticato che sei solo un mezzo uo-
mo! Volevo che lo uccidessi... Che lo uccidessi! Cospallido che il sudore sul suo volto luccicava come acqua sul
marmo, Garry si staccda lei con un moto di ribrezzo.
E io che ti ho creduto. Per tutto questo tempo ho creduto che
lui... Quasi cadde dal calessino e si appoggialla ruota per mante-
nersi in equilibrio. Quanti anni sprecati! E comincia correre,
arrancando con la gamba di legno.
Vuoi un passaggio, Garry?chiese Dennis Petersen, affian-
candolo con la carrozza.
S S grazie! Garry afferril corrimano e si tirsu, accanto
Dennis. Portami da Sean, ti prego. Pipresto che puoi.
87.

Silenziosa, deserta, la grande casa l'avvolgeva come un bozzo-
lo. Buia, con le persiane chiuse, malinconica e immensa, odo-
rava di muffa, come se vecchie passioni fossero morte tra le
sue pareti.
In piedi al centro del salone, Anna gridil suo nome: Theunis
Kraal!
E le mura spesse attutirono la voce della sua follia.
E' morto! Mi senti? L'ho tolto anche a te. Rise, trionfante,
con le guance inondate di lacrime. Ho vinto! Mi senti? Ho vinto! La pena distorceva il suo riso.
Raccolse una pesante lampada di vetro e la lanciattraverso la
stanza, fracassandola. Il petrolio si sparse sulla parete e impregnil
tappeto. Theunis Kraal! Mi sent Ti odio! Odio te, lui... Tutti! La sua furia esplose; Anna strappi quadri dalle pareti e li sca-
raventa terra, cosche i frammenti di vetro scintillarono nella fitta
penombra come gioielli, con una sedia fracassla vetrina e tutte le
vecchie porcellane che conteneva; spazzvia i libri dagli scaffali e
ne lacerle pagine.
Ti odio! urlava. Ti odio! E la grande casa attendeva in si-
lenzio. Stanca di emozioni: vecchia, triste e saggia.
Vi odio... Vi odio tutti! Attraversdi corsa il corridoio e la
cucina, fino alla dispensa. Sullo scaffale pibasso c'era un conteni-
tore pieno di alcool metilico e la donna lottansimando con il tap-
po. Quando riusca toglierlo, il liquido chiaro trabocce scorse
lungo i lati metallici. Anna afferril bidone stringendolo con en-
trambe le braccia contro il petto, e tornin cucina. L'alcool si ver-
sava sulla gonna, imbevendola, e si allargava in una striscia sempre
piestesa sul pavimento di pietra.
Ti odio! Rise, inciampe, continuando a stringere il bidone,
urtcontro il fornello. Il metallo rovente le ustionun fianco, ma
Anna non sentdolore. La gonna impregnata d'alcool striscicon-
tro lo sportello dietro il quale ardevano le braci, una scintilla colp la stoffa e l'incendi cosche, quando Anna riattraversil corri-
doio, si lasciava dietro una scia di fumo.
Tornata nel salone, versl'alcool sui libri e sul tappeto; strapp le lunghe tende di velluto, ridendo.
Non si accorse delle fiamme, finchnon si appiccarono alla sua
sottoveste. Allora ricomincia gridare per il supplizio dei corpo e
della mente straziati. Lascicadere il bidone, che esplose e l'inond di un'azzurra fiamma liquida, trasformando il suo viso, i capelli e
tutto il suo corpo in una torcia vivente, una torcia che stramazze
si contorse e spirprima che il fuoco raggiungesse la paglia dei tetto
di Theunis Kraal.

88.

Stavano l'uno di fronte all'altro nella parte centrale del dhow,
e il sole gettava le loro ombre sul ponte sudicio. Due giovani
alti, entrambi molto abbronzati e coi capelli neri, entrambi
col grande naso dei Courteney... Ed entrambi infuriati. Da poppa,
tre uomini dell'equipaggio arabo li osservavano incuriositi, ma con
discrezione.
Dunque non vuoi tornare a casa? chiese Michael. Ti sei in-
testardito in questa puerilit Perchvuoi che torni? Io? Cristo, se non ti vedessi pisarei l'uomo pifelice del
mondo. Ladyburg saruna cittpipulita senza di te. Allora perchsei venuto? Perchme l'ha chiesto tuo padre. Non poteva venire lui stesso? chiese con amarezza Dirk.
Non sta ancora bene. La ferita alla testa era piuttosto grave. Se mi volesse davvero, sarebbe venuto. Ha mandato me, no? Ma perchha voluto che vincessi tu? Perchmi ha fermato? Sta' a sentire, Dirk. Tu sei ancora un ragazzo. Ci sono molte
cose che non capisci. Ma davvero?! esclamDirk, gettando indietro la testa e
scoppiando in una risata sprezzante. 隹h no, io capisco tutto! E
adesso farai meglio a scendere. Stiamo per salpare. Ascolta, Dirk... Vattene. Torna da lui... Puoi prenderti anche la mia parte. Stammi a sentire, Dirk. Sean mi ha detto che, se ti fossi rifiu-
tato di tornare, avrei dovuto darti questa e Michael estrasse una
busta dalla tasca interna della giacca, tendendola a Dirk.
Cos' Non so... Immagino che sia denaro. Dirk si avvicinlentamente e prese la busta.
Vuoi che gli dica qualcosa? Dirk scosse la testa e Michael, voltatosi, scese con un balzo sul
pontile di legno. Nello stesso istante si udun tramestio: gli arabi
stavano mollando le cime.
In piedi sull'estremitdel molo, Michael guardla piccola, toz-
za imbarcazione scivolare sulle acque della baia di Durban. Poteva
sentire ancora il puzzo della sua sentina; le fiancate erano striate di
escrementi umani; l'unica vela che saliva lentamente, mentre l'equi-
paggio inalberava la lunga antenna di teak, era macchiata e rattop-
pata come una vecchia trapunta.
Il vento la investe l'imbarcazione si mosse sulla sporca acqua
verde, puntando verso la diga, dove le onde si frangevano languida-
mente in schiuma.
I due fratellastri si fissarono, mentre la distanza tra loro aumen-
tava sempre pi Nessuno dei due fece cenni di saluto o sorrise. Il
dhow prese il largo. Il volto di Dirk era una macchiolina bruna sul
bianco dell'abito tropicale. Poi, improvvisamente, si udla sua vo-
ce. Digli... Flebile, lontana. Digli... Il resto si perse nel vento e nel debole sciabordio dell'acqua sot-
to il molo.

89.

Dall'orlo della scarpata, dove erano seduti, i muri di Theunis
Kraal sembravano pietre tombali annerite dal fumo indi-
canti un cimitero dell'odio.
亟' ora che cominci a ricostruire brontolSean. Non puoi
restare per sempre in Protea Street. No. Garry fece una pausa prima di continuare: Ho giscel-
to il punto in cui sorgerla nuova casa... Laggi dietro la cisterna
numero due
Entrambi distolsero gli occhi dalle rovine e rimasero in silenzio,
finchGarry chiese timidamente: Vorrei che tu dessi un'occhiata
al progetto. Non sargrande come la vecchia casa, ora che siamo
solo io e Michael. Non potresti...
青erto disse in fretta Sean. 促erchnon lo porti a Lion Kop
domani sera? Ruth vorrebbe averti a cena. Mi piacerebbe. 侮ieni presto disse Sean, e comincia sollevarsi dalla roccia
su cui stava seduto. Si muoveva lentamente, in modo goffo... E
Garry balzin piedi per aiutarlo. Contrariato dalla debolezza del
proprio corpo che guariva con tanta lentezza, Sean si sarebbe volen-
tieri scrollato di dosso le mani zelanti di Garry. Ma l'espressione sul
viso del fratello lo trattenne. 隹iutami finchnon siamo sul terreno
liscio, per piacere disse in tono burbero. A fianco a fianco, Sean
col braccio intorno alle spalle di Garry, si diressero verso il punto in
cui avevano lasciato il calessino.
Con cautela Sean vi sale si sistemsul sedile di cuoio imbotti-
to. Grazie. Raccolse le redini e sorrise a Garry, il quale arrossdi
piacere e spostlo sguardo sui filari di giovani acacie che si estende-
vano all'infinito sulle colline di Theunis Kraal.
Sembra che vengano su bene, vero? chiese.
Tu e Michael avete fatto miracoli quass assentSean.
Fratelli Courteney e Figlio. Garry pronuncia bassa voce il
nome della nuova societche aveva fuso le proprietdi Lion Kop e
di Theunis Kraal in un'unica immensa tenuta. Alla fine, tutto si sistemato, coscome sarebbe dovuto accadere molto tempo fa. A domani, Garry. Sean fece schioccare le redini e il calessino
si mosse, sobbalzando dolcemente sulla superficie irregolare della
nuova strada.
隹 domani, Sean gli griddietro Garry, e segucon lo sguar-
do il calesse finchscomparve tra gli alberi. Poi raggiunse il proprio
cavallo e montin sella. Si fermancora un momento a guardare le
file lontane di braccianti zulu che lavoravano cantando e scorse Mi-
chael che cavalcava tra loro, arrestandosi di tanto in tanto per esor-
tarli.
Garry comincia sorridere, e quel sorriso attenuava le rughe in-
torno ai suoi occhi. Toccil cavallo con gli speroni e scese al trotto
per unirsi a Michael.

Questo volume stato impresso
nel mese difebbraio dell'anno 1995
presso Arnoldo Mondadori Ed鮅ore S.p.A.
Stabilimento Nuova Stampa di Mondadori
Cles (TN).







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