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ALFRED HITCHCOCK.

IL CANTO DEL SERPENTE

Arnoldo Mondadori Editore.
Traduzione di Bianca Gagni Vercesi.
Il Giallo dei Ragazzi.

Mi farebbe piacere, Jupiter, non vederti venire a colazione
in tenuta da bagno - disse zia Mathilda.
Jupiter Jones si rimboccle nlaniche dell'accappatoio e prese
il suo bicchiere di succo d'arancia.
Vado a nuotare con Pete e Bob. Saranno qui tra un mi-
nuto.
Dall'altro lato della tavola lo zio Titus si tolse una briciola
dai grossi baffi neri: - Non mangiare troppo - raccomand(`
al ragazzo. Non si va a nuotare con lo stomaco pieno.
Attento che non ti venga un crampo! - rincarzia Mathilda,
poi spost un lato la tazza e s'immerse nella lettura del
Los Angeles Times.
Jupiter prese una sola fetta di pane toslato.
Ma guarda! - esclamzia Mathilda. E sospir
Jupiter alzo lo sguardo stupito: zia Mathilda non era il tipo
che sospirasse molto di frequente.
- Avevo 17 anni quando uscito quel film - disse la donna.
L'ho visto all'Odeon.
Lo zio Titus la guardsenza capire.
- Credo di non aver dormito per una settimana intera - con-
tinuzia Mathilda e passil giornale al marito. Jupiter si alz e, sbirciando da dietro alle spalle dello zio, vide la fotografia di
un uomo magro dagli zigomi pronunciati, larghe narici e pe-
netranti occhi scuri. Nella figura era colto mentre fissava inten-
samente una sfera di cristallo.
Ramon Castillo in "La tana del Vampiro`' lesse Jupiter.
Era un grande interprete di film dell'orrore.
Zia Mathilda rabbrivid - Avresti dovuto vederlo in'L'urlo
del Licantropo".
- L'ho visto. L'hanno dato in televisione un mese fa.
Lo zio Titus findi legoere l'articolo che accompagnava la foto
del vecchio attore: - Dicono che l'asta dei beni di Castillo si
terril 21 - disse. - Penso di andarci.
Zia Mathilda riflett facendosi seria. Sapeva che il marito era
un appassionato di aste. Sapeva anche che "La Bottega del
Recupero" era famosa per il suo stock di merci rare e la gente
veniva a cercarvi qualsiasi genere di cose, dalle sbarre d'ac-
ciaio a vecchie vasche da bagno, ad antiche meridiane. Con
tutto cialcuni degli acquisti pistrani dello zio Titus erano
stati difficili da vendere. Mathilda Jones era una donna molto
pratica!
- Vendono tutta la collezione di Castillo - continulo zio
Titus. - Tutti i suoi costumi e persino la sfera di cristallo che
usava inLa tana del Vampiro".
C'gente che commercia proprio in quel genere di cose
osservla moglie. - F, poi, le offerte saranno alte.
- Penso anch'io. - Lo zio Titus mise da parte il giornale:
I collezionisti arriveranno in massa.
- Certo! - Zia Mathilda si alze comincia sparecchiare.
Vicino al lavello si fermtendendo l'orecchio. Dalla strada
giungeva un "clip-clop" di zoccoli: - La figlia dei Jamison -
disse.
Jupiter andalla finestra. Era proprio lei e come al solito in
groppa al suo '~appaloosa". Il cavallo avanzava a testa alta:
era una splendida puledra dal pelo marrone pezzato di bianco
sul dorso. - Che bella bestia! - disse Jupiter pieno di am-
mirazione. Un tipico esemplare della razza appaloosa.
Sulla cavallerizza non fece alcun commento: la ragazza sede-
va rigida in groppa al cavallo e guardava fisso dinanzi a s
Andra fare una galoppata sulla spiaggia disse zia Ma-
thilda. Deve sentirsi molto sola. Marie mi ha detto che i suoi
genitori sono in Europa.
Lo so - disse Jupe. Marie era la domestica dei Jamison ed
amica di zia Mathilda. Nei pomeriggi di libert veniva spesso
a prendere il tda lei e a raccontare i fatti di casa Jamison.
Grazie a Marie, Jupiter sapeva che quando il signor Jamison,
alcuni mesi prima, aveva comprato la piccola casa di Littlefield,
non aveva fatto economie per rimetterla a posto. Che il lampa-
dario della sala da pranzo proveniva da un palazzo viennese e
che la signora Jamison aveva una collana di brillanti che una
volta aveva ornato il collo dell'imperatrice Eugenia. Che la
ragazza sull'appaloosa si chiamava Allie e che il cavallo era
di sua propriet Sapeva anche che in quel periodo si occu-
pava della casa una zia di Allie venuta da Los Angeles e che,
a detta di Marie, era molto stravagante.
L'amazzone e il cavallo scomparvero dietro l'angolo e zia Ma-
thilda mise a scolare i piatti che reggeva in mano. Potresti
cercare di essere gentile con quella ragazza disse al nipote.
I Jamison abitano poco lontano e sono praticamente da consi-
derare dei vicini di casa.
Non mi sembra molto socievole ribattJupe. Secondo
me parla solo con i cavalli.
Pudarsi che sia timida insistla zia.
Jupe non rispose perchBob Andrews e Pete Crenshaw ave-
vano proprio allora imboccato la strada sulle loro biciclette.
Come lui, i due ragazzi portavano vecchie scarpe di gomma,
pantaloncini da bagno e casacche di spugna.
A pitardi! Jupe salute corse incontro agli amici.
I tre si allontanarono con Jupiter in coda che ansimava furio-
samente.
D'un Ira~o, Pe~e grido: A~en~o!
Si udun nitrito di terrore. Jupe si vide di tronte una grossa
schiena e alzle braccia a proteggere la testa lasciandosi ca-
dere di fianco. La ticicletta ruzzollontano.
lJn urlo femminile e un attimo dopo gli zoccoli di un cavallo
colpivano il selciato sfiorando la testa di Jupe.
Il ragazzo si mise a sedere quasi subito. L'appaloosa stava
indietreggiando. Ie orecchie aderenti alla testa, Allie Jamison
era distesa sulla strada.
Bob e Pete scesero di corsa dalle biciclette e Jupe si rialz
Insieme corsero verso la ragazza: Pete si chincon premura
e fecc per aiutarla a rimettersi in piedi.
Allie respirava convulsamente ma appena ripreso fiato grid
Non toccatemi!
Ma via! fece Bob in tono gentile. Non ti mangiamo
mica!
La ragaz7a riusca sedersi e si afferrun ginocchio dove un
rivolo di sangue scendeva a bagnare i suoi jeans scoloriti.
Aveva gli occhi asciutti ma sembrava che singhiozzasse.
Hai preso un bel colpo! osservPete.
Lei lo ignor(`e fissJupiter. Non sai che i cavalli hanno la
precedenza? domand
Mi dispiace. Non vi avevo visto.
La rag3zza si drizzin piedi lentamente. Guardii suo ca-
vallo poi di nuovo Jupiter. Aveva due occhi di un castano
chiaro simile a quello dei lunghi capelli, ma in quell'istante
pieni di fredda ira:
Se hai fatto male alla mia cavalla...

- Non credo di averle fatto proprio niente - disse Jupiter in
tono sostenuto.
Allie Jamison si avvicinzoppicando all'appaloosa: - Su, bel-
la! - disse. - passato tutto!
La cavalla le appoggila grossa testa su una spalla.
-- Ti sei spaventata? - Le mani della ragazza accarezzavano
affettuosamente la criniera della bestia.
In cima alla strada intanto era comparsa ziaIathilda: - Ju-
piter! Pete! Bob! Che- cos'successo?
La ragazza fece ancora una carezza alla bestia, si attaccal-
la sella per salire in groppa ma il cavallo fece uno scarto in-
dietro.
- Tienilo fermo, Pete - disse Jupe. - L'aiuto io.
- Non ho bisogno di aiuto! - sibilla giovane ribelle~
Zia Mathilda li aveva raggiunti. FissAllie Jamison, i suoi
capelli arruffati, i calzoni a brandelli, il ginocchio insangui-
nato. Cos'successo?
Hanno spaventato il mio cavallo - disse la ragazza.
- E lei caduta - aggiunse Pete.
stato un incidente - fece Jupe.
- Ho capito, Jupiter, va' a dire allo zio di venire qui con il
camioncino. Portiamo la signorina Jamison a casa, cospotr essere medicata.
Non c'bisogno che mi si porti da nessuna parte - ribatt Allie Jamison.
11 camioncino, Jupiter - insistzia Mathilda. - E tu, Pete,
tieni il cavallo per le redini.
Morde? - chiese Pete.
Macch dichiarzia Mathilda che di cavalli in realtne
sapeva ben poco. I cavalli non mordono. Scalciano.
Oh, tanto meglio! brontolPete.

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Quando Bob, Pete e Jupe riportarono l'appaloosa a casa Ja-
mison, il camioncino dei Jones era davanti al cancello, ma non
si vedeva l'ombra ndi zia Mathilda ndella ragazza.
Pete osservle grosse colonne al di sopra della veranda.
- Peccato che zia Mathilda oggi non si sia messa la crinolina
- disse.
Jupiter rise: Ha davvero l'aria di un vecchio palazzotto dei
tempi passati.
- Gi- ammise Bob. - Dove pensate che siano le stalle?
Pete indiclo spazio dietro alla casa: - Laggic'uno stec-
cato.
Andiamo fece Jupe e i tre ragazzi condussero il cavallo
su per il viale passando davanti ad un largo patio ombreggiato
da una profumata cascata di glicine.
Dietro alla casa, il viale sboccava in un cortile e accanto allo
steccato notato da Pete c'era un garage a tre box. Una delle
porte era aperta e l'interno era stato ovviamente tramutato in
una stalla: finimenti erano appesi a ganci fissati alle pareti.
La porta sul retro della casa si apre comparve Marie, la do-
mestica:
- Ragazzi, vi dispiace togliere la sella a Regina e chiuderla
nel recinto? Poi entrate, la signorina Osborne vuole vedervi.
La donna scomparve, richiudendosi la porta alle spalle.
Pete guardla cavalla: Regina?
- Mi pare che Allie Jamison la chiami Reginetta disse Jupe.
- L'ha detto Marie a zia Mathilda.
- Chi sarla signorina Osborne? domandBob.
E la zia che vive qui nel periodo che il signore e la signora
Jamison passano in Europa spiegJupe. Secondo Marie,
un tipo abbastanza strano.
In che senso?
- Non so esattamente, ma pare che abbia qualcosa di miste-
rioso. Visto che dobbiamo conoscerla, lo constateremo di per-
sona.
Jupe tolse la sella alla cavalla, Bob april cancello del recinto
e l'animale trotterellsull'erba. Nel garage appesero ad un gan-
cio sella e briglie poi entrarono in casa e si trovarono in una
spaziosissima cucina inondata dal sole.
Dalla cucina passarono in una vasta entrata da cui partiva uno
scalone: sulla sinistra c'era la stanza da pranzo e i ragazzi,
dopo aver ammirato il tanto decantato lampadario, riconobbero
oltre la porta-finestra il patio ombreggiato dal glicine. A destra
c'era il soggiorno, tappezzato in verde-oro. Da una porta s'in-
travedeva un'altra stanza dalle pareti coperte di libri.
Allie Jamison era nel soggiorno, distesa su un divano con un
asciugamano sotto alla gamba. Accanto le era seduta una si-
gnora all'incirca dell'etdi zia Mathilda, forse leggermente
pianziana. Indossava una lunga vest~aglia di velluto viola bor-
data al collo da un nastro di passamaneria d'argento. I suoi ca-
pelli avevano una delicata sfumatura color lavanda.
Zia Pat, la mamma mi ammazzerse le sporco di sangue
il divano - disse Allie. Vado di sopra e...
- No, cara, sta' qui buona. Hai avuto un brutto colpo. La
donna non alzlo sguardo a guardare i ragazzi e Jupe not che le sue mani tremavano mentre strappava l'orlo dei calzoni
della nipote all'altezza della caviglia. Santo cielo! Sanguina
ancora!
- La ferita piuttosio profonda osservzia Mathilda che Sl
era sistemata comodamente su una poltrona vicino al cami-
netto - ma i ragazzi reagiscono bene a questo tipo di cose.
- Mi ci vogliono delle ragnatele disse la donna.
- Ragnatele? - ripetzia Mathilda.
- Ragnatele? - chiese Marie che in piedi accanto a loro reg-
geva un catino pieno d'acqua.
Bob e Pete si agitarono sentendosi improvvisamente a disagio
e Pete lanciun'occhiata interrogativa a Jupe che sorridendo
rispose, rivolto a Marie: Ragnatele. Le tele tessute dai
ragni.
Marie si fece rossa per l'offesa: Non ci sono ragnatele in
questa casa. Spruzzo l'insetticida una volta alla settimana.
Che sfortuna! fu il commento della vecchia signora. -
Beh, allora portami il vaso dorato che tengo nel mio arma-
dietto dei medicinali.
Marie si allontane per la prima volta la signorina Osborne
fissla sua attenzione sui ragazzi: Grazie per aver aiutato
mia nipote. Naturalmente questo incidente sarebbe stato evi-
tato se lei avesse portato la sua sciarpa viola. il colore che
protegge da tutti i mali...
- Certo disse Jupiter, in tono conciliante.
Marie riapparve portando un vasetto dorato.
- Questo dovrebbe andar bene disse la zia ad Allie. Non
prodigioso come le ragnatele ma abbastanza efface. L'ho
preparato io. - Tolse il coperchio al piccolo vaso e applicun
unguento semitrasparente sul ginocchio della nipote.
All'ullio d'igiene approverebbero? chiese Allie.
Vedrai che farmiracoli, cara. Ho raccolto le erbe di cui
composto alla luce della luna. Guarda, non sanguina pi
Mi spiace per te, zia obiettla ragazza ma aveva smesso
gida prima. E adesso? Vuoi che mi metta su una sedia a
rotelle?

- Penso che una fascia... - comincila signorina Osborne.
- Ci penso io. Non una cosa complicata. - Allie si alze
si avviverso la sala d'entrata. Passdavanti ai ragazzi come
se fossero invisibili, poi si arrestai piedi della scala:
Grazie - disse. - Beninteso, grazie per aver riportato a casa
Regina.
- Ma di nulla... - fece Pete che si era tenuto il pilontano
possibile dal cavallo.
Allie si avviper le scale.
- Sono certa che Allie vi veramente riconoscente - disse
la signorina Osborne. - tuttora un po' sconvolta... e voi
siete stati cosgentili... Temo perdi non ricordare i vostri
nomi.
Zia Mathilda si alz - Io sono la signora Jones e questo mio nipote Jupiter. Gli altri due sono Pete Crenshaw e Bob
Andrews.
La signorina Osborne fissJupiter con gli occhi spalancati:
- Jupiter Jones! Ma tu non hai recitato, da piccolo?
In effetti Jupiter, anni prima, aveva partecipato a dei film.
Ma non gli garbava molto di sentirsi ricordare quel periodo
e si sentil viso prender ︶uoco.
- Il ragazzo prodigio dei tempi passati... - mormorPete na-
scondendo un risolino ironico.
- Che splendida cosa aver appartenuto al mondo del cinema! -
fece la donna. Poi i suoi occhi si fermarono su qualcosa dietro
a Jupiter, fuori dalla finestra. - Il signor Ariel! - esclam
Zia Mathilda e i ragazzi si girarono. Nella strada un uomo ve-
stito di nero stava smontando da un tass Aveva, pensJu-
piter, il viso pipallido che si fosse mai visto in una creatura
urnana: sembrava che passasse i suoi giorni sepolto in una
caverna profonda.
Portando una valigia, I'uomo imboccil viale che conduceva
all'ingresso della casa.
- Ha finalmente deciso di venire a passare qualche giorno da
noi! - La signorina Osborne non si curava di nascondere la sua
eccitazione. - Lo speravo tanto!
- Non vogliamo disturbare disse zia Mathilda. Noi dob-
biamo andare. - E prima che la signorina Osborne interve-
nisse spinse i ragazzi fuori dalla veranda. Sul viale incrocia-
rono l'uomo vestito di nero.
Zia Mathilda si fermdavanti al camioncino:
- Se voi ragazzi intendete andare a nuotare, non perdete
altro tempo - disse. - Volete un passaggio fino alle biciclette?
- No, grazie - rispose Jupiter. - Andiamo a piedi.
Zia Mathilda crollil capo: - Che roba! Ragnatele su una fe-
rita... che idea! - Montsul camion e sbattlo sportello.
- un vecchio rimedio popolare per arrestare le emorragie
disse Jupiter che leggeva molto e aveva la testa piena zeppa
delle nozioni pistrane.
- Disgustoso! - dichiarla zia e spinse a marcia indietro il
camion fuori dal viale.
- Certo parecchio strano - continuPete. - Marie ha ragione.
La zia di Allie Jamison un tipo tutto particolare.
- Per lo meno dev'essere una persona molto superstiziosa
disse Jupe. E con quelle parole scaccitutti i pensieri che ri-
guardavano Allie Jamison. Solo quella notte, prima di addor-
mentarsi, ritorncon la mente alla casa dei Jamison e al va-
setto d'unguento... fatto con le erbe raccolte al lume della
luna. Sorrise e si tirle coperte fino al collo. Stava per ad-
dormentarsi quando sentbattere con forza alla porta di casa.
- Signora Jones! Signora Jones! Mi faccia entrare!
Jupiter balzdal letto, afferrla vestaglia e corse in entrata.
Zia Mathilda era giper le scale e zio Titus la seguiva. Jupe
si una loro e vide la zia aprire la porta d'ingresso.
Marie, la domestica dei Jamison, si precipitdentro.
Oh, signora Jones! - gemette. Era in vestaglia e pantofole.
Marie, cosa succede? chiese zia Mathilda.
Posso rimanere qui stanotte? supplicla donna. Poi si
lascicadere su una sedia e scoppiin pianto.
Marie, che ha?
Il canto!
Cosa?
- Il canto. Marie si torceva le mani nervosamente. C' qualcosa in quella casa che canta. Afferrun braccio di zia
Mathilda. 1~: terribile. Un suono indescrivibile. Io non ci ri-
torno pi





Con tutta la delicatezza di cui era capace. zia Mathilda si li-
berdalla stretta di Marie: Telefono subito a casa Ja-
mison.
Marie gemette: Faccia come crede ma io lnon ci torno!
Zia Mathilda fece il numero dei Jamison e ]e rispose la signo-
rina Patricia Osborne. La conversazione fu breve. La signo-
rina Osborne dice che non ha sentito nulla di strano rifer zia Mathilda riappendendo il ricevitore.
Naturale! esplose Marie.
- Perch
- Perch.. perchei" che strana e troppe cose strane av-

14 1 lS
vengono in quella casa. Io non ci ritorno nemmeno per tutto
l'oro del mondo!
La ragazza si rifiutdi aggiungere altro e tanTo meno di ri-
Tornare nella casa che le faceva tanTa paura. Passla notTe
nella stanza degli ospiti; il mattino dopo zio Titus anda casa
Jamison a ritirare le sue valigie che Allie aveva preparato,
poi la portdalla madre a Los Angeles.
- Chisscosa avrsentito... si chiese Jupiter dopo la sua
partenza.
Zia Mathilda si limita stringersi nelle spalle.
Jupiter ci pensava ancora qualche giorno dopo mentre attra-
versava la strada diretto alla "Bottega del Recupero". Hans e
Konrad, i due fratelli bavaresi che aiutavano nel lavoro, sta-
vano pulendo una lastra di marmo che zio Titus aveva com-
prato dagli uomini che smantellavano una casa incendiata sul-
le colline di Hollywood.
Pete nel suo laboratorio disse Hans.
Sta usando la macchina per la stampa aggiunse Konrad.
Jupe fece solo cenno di aver capito. Non c'era bisogno di an-
nunciargli che la macchina era in funzione. L'aveva montata
lui stesso con dei vecchi pezzi presi qua e le, anche se la
macchina era tornata abbastanza efficiente, faceva un bacca-
no del diavolo: ne aveva riconosciuto il rumore familiare ap-
pena varcato il cancello.
Scavalcfrettolosamente pile di vecchia mercanzia e fasci di
sbarre d'acciaio e raggiunse il suo laboratorio. Occupava un
angolo nascosto del regno incontestato di zia Mathilda: dal-
la strada era protetto da un'alta staccionata che cingeva tutto
il cortile e riparato dalle intemperie da una tettoia di due me-
tri circa che correva lungo lo steccato. Lo zio Titus l'aveva
messa per proteggere la sua merce pipreziosa.

Nel laboratorio all'aperto, Jupiter trovPete Crenshaw chino
sul vecchio torchio, intento a finire un mucchio di biglietti da
visita. Jupe ne raccolse uno e lesse:

I TRE INVESTIGATORI
Indagini di qualsiasi tipo
? ? ?
Investigatore capo: Jupiter Jones
Secondo investigatore: Pete Crenshaw
Ricerche e documentazioni: Bob Andrews

Pete si ferm - Soddisfatto, capo?
Jupiter annu - Eccome! lusinghiero sapere che la nostra
impresa ha avuto tanto successo. Non credevo proprio, quan-
do abbiamo iniziato, che avremmo avuto bisogno di un se-
condo rifornimento di biglietti.
Pete si astenne dai commenti. Lui aveva avuto ancor meno
ottimismo quando si era unito a Jupiter Jones e a Bob Cren-
shaw per la fondazione de I Tre Investigatori. Ma l'eccezio-
nale potere di deduzione di Jupiter e il talento di Bob nella
ricerca erano risultati un'ottima combinazione e I Tre Inve-
stigatori erano riusciti a risolvere dei casi che a parecchi adul-
ti erano apparsi insolubili.
I tre avevano posto il loro Quartier Generale in una roulotte
di circa nove metri, nascosta dietro a cataste di vecchia mer-
canzia e di rottami nel mezzo del recinto. Lo zio Titus l'aveva
concessa ai ragazzi dopo aver constatato che era troppo in
cattive condizioni per essere venduta, e l'avevano adattata al-
le loro esigenze.
All'interno c'era un laboratorio completo per l'analisi di ogni
tipo d'indizio ed una camera oscura per lo sviluppo delle fo-
tografie, piun piccolo ufficio fornito perfino di telefono che
pagavano con il denaro raccolto dandosi da fare aiutando i
Jones. Avevano un loro archivio, tenuto con la massima meti-
colositda Bob, che conteneva rapporti dettagliati su ogni
caso che I Tre Investigatori avevano affrontato.
- Non abbiamo avuto una vita molto monotona - osserv Pete.
- Non direi - disse Jupe. Guarddi nuovo il cartoncino che
teneva in mano e in particolare i tre punti interrogativi.
- L'universale simbolo dell'ignoto - disse. - Il punto interro-
gativo incuriosisce sempre. Sa di mistero... A proposito, mi
viene in mente il mistero di Marie.
- La domestica dei Jamison? - chiese Pete.
- S Che cosa avrsentito di tanto terrorizzante in quella
casa? Sarstato proprio vero o si sarlasciata suggestionare
dall'immaginazione? Ci ha detto che la signorina Osborne era
un tipo strano ma non ha mai spiegato il perch
Forse perchmetteva ragnatele sulle ferite disse Pete. Ju-
piter in quell'istante alzuna mano per farlo tacere. Sentiro-
no un fruscio provenire dal cortile. Pete uscdi corsa a guar-
dare. Un attimo dopo Jupe lo sentdire piano: Mi sembra-
va di aver sentito odore di cavallo...
Comparve Allie Jamison seguita da Pete: Molto diverten-
te! disse.
Da quanto tempo eri la curiosare? chiese Jupiter.
Da quanto basta rispose la ragazza e senza attendere l'in-
vito si accomodsu una sedia vicino al torchio.
Quanto basta per cosa? ripetJupe.
La ragazza prese un biglietto e lo osserv Le mie disponi-
bilitnon mi permettono di assumere un detective di fama
disse. Voi quanto chiedete?
Intendi servirti de I Tre Investigatori? ch;ese Jupe.

- Esatto.
- Temo che dovrai dirci qualcosa di piprima che possiamo
decidere se la cosa c'interessa o meno.
La cosa v'interessa, eccome! dichiarAllie. Ho sentito
quello che dicevate voi due e so che v'interessa. Morite dal-
la voglia di sapere che cosa successo in casa nostra la notte
che Marie venne a rifugiarsi da voi. E poi, non avete altra
scelta.
- Come? chiese Pete.
- Siete dei tipi troppo distratti, voi tre. Sullo steccato dietro
al cortile c'dipinta una scena dell'incendio di San Francisco
del 1905.
1906 - rettificJupe.
Che importa? La cosa interessante che c'un cagnetto
nella scena e io l'ho osservato bene. Se gli si schiaccia un oc-
chio, si apre una parte dello steccato, cosvoi avete un'entrata
segreta. Tua zia lo sa?
un ricatto! gridPete.
Nient'affatto dichiarla ragazza. Io non voglio dena-
ro. Anzi, sario a pagarvi. Voglio solo che mi aiutiate. Ho
sentito che siete i migliori di questo posto... anche se non
c'molto da stare allegri!
Grazie mille! fece Pete.
Prego. Alloravolete aiutarmi o devo andare dalla signora
Jones?
Jupiter si sedette su una cassetta rovesciata. Che cosa vuoi
esattamente?
Voglio che quel mostro di Hugo Ariel esca da casa mia.
Ariel? Non quel tipo che arrivato il giorno della tua
caduta da cavallo? Un uomo pallido vestito tutto di nero?
Proprio lui. cospallido perchnon va mai fuori di gior-
no. Probabilmente sua madre doveva essere una talpa.
E arrivato a casa vostra la mattina che sei caduta e quella
stessa notte Marie fuggita. Jupiter si tormentava un lab-
bro pensosamente. Aveva sentito qualcosa di strano. Allora
non era frutto della sua fantasia...
Macch - Allie Jamison improvvisamente sembrava meno
spavalda e continuava a girare e rigirare il biglietto tra le ma-
ni. C'lo zampino di Ariel disse piano. Fa quel rumo-
re chissin che rrodo. Prima non l'avevo mai sentito.
- ancora con voi?
Se mia zia sembra esserne felicissima. Ma la zia Pat un
po' tocca"... Anche prima che Ariel arrivasse, tutte le sere
tracciava un cerchio con un coltello attorno al suo letto: per
tenere lontane le influenze degli spiriti mali~ni. Ora le ve-
nuta ]a mania di accendere un'infinitdi candele. E mica can-
dele come le altre, le fa arrivare apposta da Hollywood, di tut-
ti i colori. Il viola protegge da non so che cosa, il blu vuol
dire qualcosa d'altro, I'arancione porta bene e il rosso signi-
fica potenza. Ogni sera zia Pat e Ariel si chiudono nella bi-
blioteca e stanno lad accendere candele.
E poi? chiese Jupiter.
E poi qualche volta sento quel rumore. Allie rabbrivid visibilmente. Lo sento anche se sono di sopra ma soprat-
tutto dal soggiorno. Viene dalla hiblioteca.
Marie diceva che era come un canto disse Jupe.
Allie si fisso le mani. Forse si potrebbe definire anche cos
solo... solo che non ho mai sentito un canto di quel genere.
Fa spavento.
Jupiter si accigli(`~. Marie diceva anche che sembrava che
~qualcosa" cantasse, non qualcuno. Come se fosse convinta
che il suono non potesse essere prodotto da una persona.

Allie si raddrizzsulla sedia e guardJupiter dritto negli oc-
chi: Questo non ha importanza. Ariel c'entra di sicuro e
io non lo sopporto. Deve andarsene!
- Sei proprio esasperata!
- Altroch Anche perchnon si riesce a trovare piuna do-
mestica. Le agenzie ce ne hanno gimandate due da che
Marie se n'andata ma nessuna rimasta. La casa coperta
di polvere e io sto morendo di fame: in cucina non so dove
metter le mani e zia Pat se la cava ancora peggio di me. Poi
tutto il giorno devo badare a non fare il minimo rumore per-
chAriel dorme, dato che gira di notte. Non lo sopporto, vo-
glio assolutamente che se ne vada!
- Eliminare ospiti indesiderati non esattamente il nostro me-
stiere - disse Jupe. - Forse se tu ne accennassi alla signorina
Osborne. ..
- L'ho fatto mille volte ma lei ride, come se vaneggiassi, poi
cambia discorso e si mette a parlare della sua vecchia mercan-
zia da film.
- Cosa? - fece Pete.
-- Colleziona oggetti che hanno fatto parte di vecchi film. Qual-
siasi cosa, dalle ciglia finte portate da Della Lafonte inFeb-
bre di primavera", alla spada usata da John Maybanks nella
~'Vendetta di Marko". Ogni volta che un attore muore o de-
cide di trasferirsi e liberarsi delle sue cose, la zia Pat si preci-
pita all'asta. E lche mette tutto il suo denaro.
- Mi pare un hobby innocuo disse Jupe.
-- Anche accendere le candele - osservAllie. - Solo perch c'entra Ariel ho qualcosa da obiettare. un essere abomine-
vole, se ne deve andare, lui e il suo rumore infernale!
Pete si appoggial torchio. - Sai, Jupe, potrebbe anche essere
una cosa divertente! Potremmo per esempio fare il sacco nel

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letto di Ariel, mettergli ranne1 bagno e biscie nelle scarpe...
Allie fece una smorfia: - A un tipo cospotrebbero anche
piacere. Quello che voglio rovinarlo in qualche modo.
Ancora ricatti? chiese Jupe.
lui che l'ha voluto intrufolandosi in casa mia! Solo che
non riesco a scoprire niente: non mi rivolge mai la parola.
sembra che neppure mi veda. E neanche zia Pat mi parla di
lui. Qualcosa di strano aleggia intorno a quell'uomo e lei vuo-
le che non lo scopra.
Ma se tua zia lo sa... cominciPete.
Quello che sa non puessere niente di particolare altri-
menti non se lo terrebbe in casa. una donna stravagante ma
non cattiva. Quello che cerco qualche notizia su di lui in
modo da poterlo colpire. Ho bisogno di sapere da dove viene
e che cosa fa. Ecco dove ho bisogno di voi.
~iStatemi a sentire. Stasera la zia Pat riceve degli amici. Non
ha fatto altro che stare attaccata al telefono a fare inviti men-
tre Ariel mescolava un certo intruglio che dovrebbe essere un
punch. Visto che ci sarquesto ricevimento, interverranno pa-
recchie persone e forse ci sarl'opportunitdi scoprire qual-
cosa. Perci visto che la casa mia, siete invitati anche voi."
Saril caso di assaggiare il punch? chiese Pete.
- No. Limitatevi ad osservare. Poi seguite gli ospiti fino al-
le loro tane o regolatevi come credete piopportuno. Vi a-
spetto alle otto di fianco al garage. Passate da dietro in modo
che non vi vedano. - Si alz - meglio che veniate - termin in tono di sfida o diralla signora Jones dell'entrata segre-
ta.
Jupe e Pete rimasero ad ascoltare i suoi passi che si allontana-
vano nel cortile. - Abbiamo una nuova cliente, che ci piac-
cia o no - disse Jupe.

Spostuna grata nascosta dal torchio rivelando un grosso tu-
bo foderato con pezzi di gomma. Era il Tunnel Due, un altro
passaggio segreto. Passava sotto ai cumuli di rottami che na-
scondevano la roulotte de I Tre Investigatori. Al termine del
tubo una botola conduceva al Quartier Generale.
Che cosa pensi di fare? chiese Pete.
I~on credo che Boh lavori alla biblioteca stamattina. Penso
di andare a dirgli che siamo tutti invitati ad una importante
riunione.
Vengo con te. Voglio inchiodare le assi dello steccato. Non
r mi va di rinunciare alla nostra entrata segreta ma con Allie
f Jamison comeicina di casa credo che non ci sia altro da fare.





Era il crepuscolo quando Jupiter Jones. Pete Crenshaw e Bob
Andrews giunsero nei pressi di casa Jamison.
Non mi sembra che ci sia molta gente osservJupiter.
Davanti alla casa erano parcheggiate tre auto: una coupco-
lor arancio, una familiare verde e una berlina scura, coper-
ta di polvere.
Accanto al garage, I Tre Investigatori trovarono Allie Jami-
son che li aspettava. Ci sono gitutti annunci Sono
nella stanza da pranzo e le porte che danno sul patio sono a-
perte. Non fate rumore e seguitemi.
Attraversarono il cortile e percorsero il viale che conduceva
al patio coperto dall'ombra del glicine. In fondo Allie si fer-
mo.

22 23
Jupiter scostun ramo e sbircidentro.
Rimase stupefatto nel vedere la scena che gli si presentava:
nella stanza c'erano cinque persone; immobili, in silenzio, era-
no in piedi attorno alla tavola. La signora Osborne indos-
sava un lungo abito viola dalle maniche molto ampie e un alto
collo rigido. Di fronte a lei Hugo Ariel, vestito tutto di nero
come la prima volta che i ragazzi l'avevano visto. Il suo viso
spettrale, lungo e magro dagli zigomi sporgenti, e i suoi occhi
scuri e obliqui erano illuminati dalla luce di due lunghe can-
dele rosse infilate in pesanti candelabri d'argento. I capelli
neri, corti, erano spazzolati in avanti e alcune ciocche gli ri-
cadevano sulle folte sopracciglia, mentre la bo_ca larga e sot-
tile risaltava in tutto quel pallore per via di due profondi
solchi laterali. Alla sinistra di Ariel c'era una donna sot-
tile vestita d'arancione. Come la signorina Osborne aveva i
capelli tinti ma d'un colore infelice, un rosso fiammante che
stonava terribilmente con quello del suo abito.
Di fronte a lei c'era una signora bionda le cui forme robuste
esplodevano, costrette in un abito verde pallido. Al suo fianco
il quinto membro del gruppo appariva decisalnente fuori po-
sto. Gli altri erano in piedi come in attesa di qualcosa, lui era
seduto. I suoi compagni erano abbigliati con una certa cura,
lui no. Portava una giacca logora e stinta e la camicia spor-
tiva aveva evidentemente bisogno di essere portata in lavande-
ria. I capelli grigi erano in disordine e avevano bisogno di un
buon taglio.
- Rimarranno cosin piedi, tutta la sera? - chiese Pete.
- Me lo chiedo anch'io. Ho girato fra gli ospiti fino a che
Ariel non ha cominciato a fissarmi con la sua solita aria. Il
tipo vestito male proprietario di una rosticceria e si chiama
Noxworth. Quell'acciuga vestita d'arancione Madelyn Ender-
by, la parrucchiera di zia Pat. Dice che in quel colore vibra"
di pi Sar Certo si contorce abbastanza. La bionda la pa-
drona di un negozio di alimentari.
Dal patio giunse un lieve battimani.
- Qualcosa incominciato - bisbigliAllie. - Venite.
Ritornarono al loro punto d'osservazione nascosti dal glicine
in tempo per vedere la signorina Osborne porgere ad Ariel una
coppa di cristallo piena di un liquido semi incolore. Ariel la
prese senza guardarla e la avvicinalle candele accese. Il suo
volto sembrava- una maschera, bianco come la cera e senza
espressione alcuna. Muoveva solo gli occhi che alla luce delle
candele lanciavano strani bagliori.
- Possiamo incominciare - disse.
La gente riunita attorno al tavolo si mosse leggermente e a
Jupe parve di cogliere un sospiro di qualcuno.
Stasera non siamo al completo - incominciAriel. - Pu darsi che non si riesca a far nulla, come pudarsi che il dot-
tor Shaitan ci mandi il suo spirito. La voce del serpente pu raggiungerci da qualsiasi distanza. Proviamo.
Portla coppa alle labbra, poi la passalla donna vestita in
arancione.
C~e la faremo! disse la donna con voce stridula. Bevve un
sorso e aggiunse: Quando ho avuto quelle noie con la mia
padrona di casa...
- Silenzio! impose Ariel. Non interrompa il rito!
L'altra non proteste passla coppa alla signorina Osborne
che bevve e la porse al dimesso signor Noxworth. Questi as-
saggiiede la coppa alla bionda in verde che la restitual
signor Ariel.
Possiamo sederci disse l'uomo.
Tutti presero una sedia.
Signorina Osborne, dica la sua intenzione - ordinAriel.
Zia Pat chinil capo: - Chiedo alla coppa di cristallo che
Margaret Compton sia allontanata in modo che non possa ot-
tenere quello che vuole.
Dobbiamo invocare la potenza di Belial?
Chiedo che cossia fatto.
Ariel diede uno sguardo agli altri: Che cosa avete da dire?
- chiese.
Io ho dei problemi... incominciNoxworth.
- I problemi di uno sono i problemi di tutti - ribattAriel.
Chiediamo a Belial di mandare la Compton a fare un lun-
go viaggio - cinguettla donna in arancio. Un viaggio che
incominci... quando, cara?
La settimana del 21 rispose zia Pat.
Gli occhi scuri di Ariel andarono da Patricia Osborne alla
bionda, poi a Noxworth. - Allora d'accordo dichiar
Si appoggiallo schienale della sedia e chiuse gli occhi. Gli
altri rimasero immobili. gli occhi fissi sulle fiammelle delle can-
dele. Per alcuni minuti non accadde nulla; }e figure nella sala
da pranzo avrebbero potuto essere dipinte su tela tanto erano
immobili.
Poi Allie e i ragazzi sentirono. Nella notte, nell'oscuritche
era caduta. sentirono il suono. Debole all'inizio, come un pul-
sare leggero che pareva far vibrare l'aria. Musicale ma non
un canto: senza parole, senza sillabe, solo un insieme di note
che tuttavia non erano vere note. Acuto, poi dolce. Alto e
stridulo per abbassarsi subito dopo in un sussurro. Parve spe-
gnersi per un istante ma dopo poco esplose di nuovo in onde
gorgo~elianti, terribili.
I Tre Investigatori ascoltavano sopraffatti da un terrore cre-
scente. Quel suono era innaturale, minaccioso, diabolico, To-
glieva loro ogni forza, ogni capacitdi pensiero. Bob inghiott rumorosamente, Pete trattenne il respiro.
Solo Jupiter era rimasto sufficientemente calmo da concentrarsi
sulla scena che si svolgeva dinanzi ai loro occhi. Notche nes-
suno si era mosso nella sala da pranzo. Il volto di Hugo Ariel
era rivolto al soffitto, il suo corpo era immobile.
Finalmente Allie indietreggiallontanandosi dal patio e i ra-
gazzi la seguirono, accompagnati da quel suono allucinante,
implacabile.
Arrivati nel cortile dietro alla casa, la ragazza si ferm
Tutti e quattro si rilassarono lentamente. -
quello che aveva sentito Marie? chiese Jupiter.
Allie non parl(`~, si limitad annuire.
Pete si passuna mano tra i capelli: Anch'io me ne sarei
andato disse.
Allie sospir Io non posso andarmene. casa mia e si trat-
ta di mia zia. tquell'Ariel che se ne deve andare!
Ma non puessere Ariel la interruppe Jupiter. Non pu fare quel suono senza muovere un muscolo!
D'accordo, eppure lo fa dichiarAllie.
Nel garage, I'appaloosa percosse con glioccoli il muro e ni-
tr
Reginetta! gridAllie. Ldentro c'qualcuno!
Jupiter raggiunse d'un balzo la porta, la spalanc(`e fu sca-
gliato a terra da una persona che si precipitfuori, si slanci nel buio e scomparve.
Jupe?! chiamPete inginocchiandosi accanto all'amico.
Non mi sono fatto niente. Il ragazzo si rialzlentamente.
Avete visto chi era?
Un tipo robusto rispose Bob. Non molto alto e con un
paio di baffoni spioventn

2 27
Allie li guardcon nuovo rispetto. Accipicchia che potere
d'osservazione! Come hai fatto a vederlo al buio?
- C'la luna - rispose Jupiter e gli investigatori sono abi-
tuati a stare attenti a tutto. Poi aggiunse: Per esempio,
hai notato che quel suono cessato?
Nella cucina si accese una luce e i ragazzi si nascosero nel-
I'ombra di fianco ai garage.
Una porta si apr Chi c' chiese Pat Osborne.
Io, zia Pat rispose Allie. Stavo dando un'occhiata a
Reginetta.
Quel cavallo ti fa perdere la testa. Vieni subito in casa
e la porta si richiuse.
Dal viale giunse il rombo di un motore che si avviava.
La riunione finita bisbigliBob.
Ci vediamo domattina disse Allie piano.
D'accordo fece Jupiter e la ragazza si allontan
- Tagliamo la corda disse Pete. Se non risento quel suo-
no, tanto di guadagnato!





Il mattino dopo I Tre Investigatori, appoggiati allo steccato.
osservavano l'appaloosa di Allie Jamison mangiare tranquillo
nel suo prato privato. Tanta gente non ha quello che ha lui
- osservPete.
La maggior parte della gente non mangia l'erba disse una
voce alle loro spalle.
I ragazzi si girarono a salutare Allie. La ragazza portava i
soliti blue-jeans scoloriti ma questa volta aveva una camicet-
ta stirata di fresco: se la notte prima aveva preso un bello
spavento ora appariva completamente rimessa.
Allora? chiese. -- Nessuna idea luminosa?
Jupiter Jones fissla casa: Non successo piniente do-
po che ce ne siamo andati?
Niente di niente. Nsuoni strani, nstrane apparizioni di
intrusi con i baffi. Niente. - La ragazza con un salto si mise
a cavalcioni dello steccato. -- Cosa pensate dell'uomo che si
nascondeva nel garage? Avete idea di che cosa ci sarstato a
fare?
Bob scosse il capo: - Non ne sappiamo niente e possiamo so-
lo tirare a indovinare. Potrebbe essere stato un comunissimo
ladro in attesa del momento opportuno per intrufolarsi in casa
o un poveraccio in cerca di un posto dove passare la notte...
- O potrebbe aver avuto a che fare con quel suono diabolico
- azzardJupiter. -- Hugo Ariel ha detto che la voce del ser-
pente veniva da lontano.
- Ma i serpenti non cantano - disse Allie. - Fischiano.
- Quel suono non l'avevi mai udito prima dell'arrivo di A-
riel. - Jupe continuava nelle sue congetture. - Percideve es-
sere lui il responsabile. Tuttavia ieri sera quando incomin-
ciato, era seduto in sala da pranzo in piena vista e non si mosso. Non puessere lui a produrre il suono direttamente,
dev'entrarci qualche altro mezzo.
- Un registratore? - fece Pete. - Al giorno d'oggi con un re-
gistratore si possono realizzare cose incredibili. Se Ariel se ne
servisse per riprodurre il suono, I'uomo che era nascosto in
garage potrebbe essere un suo complice. L'apparecchio potreb-
be essere stato sistemato vicino alla sala da pranzo e l'uomo
del garage essere incaricato di andarlo a riprendere alla fine
della riunione: e allora noi avremmo rovinato i suoi piani!
- possibile - ammise Jupe - ma ci conviene non affrettare
le conclusioni. Pudarsi che Ariel non abbia niente a che fare
con il tipo dai baffi. E se si servisse davvero di un registratore
non avrebbe alcun bisogno di un complice.
Allie sbuff - Cossiamo al punto di prima e Ariel continua
a stare a casa mia a sbafo. Neanche gli altri amici di zia Pat
mi piacciono molto.
- Gli ospiti di ieri sera? chiese Jupe. - Quel Noxworth mi
sembrava un tipo strano.
- Altro che strano! Com'possibile che mandi avanti una ro-
sticceria? Quelli dell'ufficio d'igiene dovrebbero arrestarlo.
Certo ha un aspetto sciatto disse Jupiter nel suo linguag-
gio preciso. -- Per da quanto ha detto Ariel, lui e tua zia
appartengono alla stessa comunit non meglio identificata. E
ieri sera gli ospiti si sono riuniti per chiedere che una persona
di nome Compton venga allontanata durante la settimana del
21 in modo che tua zia possa ottenere una sfera di cristallo.
una pazzia! - esclamAllie. - Una vera pazzia!
Jupiter si concesse un sorriso di superiorit - Credo di sape-
re di che sfera di cristallo si tratta.
Davvero?
- Il 21 ci sarla vendita all'asta dei beni di Ramon Castillo.
I'attore morto. Tra le varie cose c'la sfera di cristallo da lui
usata come spilla da cravatta nel film 'iLa tana del Vampiro".
Ne parlavano i miei zii proprio l'altro giorno. Tua zia colle-
ziona oggetti usati in film famosi e certo non vuole ]asciarsi
scappare questo.
- Figurati! Ci starmorendo sopra! - fece Allie.
E vuole che una persona chiamata Compton sia spedita via
dalla cittal momento dell'asta.

Zia Pat e Margaret Compton non si possono vedere! spie-
gAllie.
un'altra collezionista?
Esatto. E ancora pisfegatata di lei. tuna ricca vedova e
ha molto pidenaro di zia Pat. Se vuole una cosa pupuntare
cosalto da impedire a mia zia di metterci le mani sopra.
E Hugo Ariel. accendendo candele e facendo strani suoni.
farin modo che la Compton non possa partecipare all'asta.
Moltc gentile da parte sua fece Allie ma perchdovreb-
be prestarsi a questo gioco? Non puessere per denaro. Zia
Pat ha delle entrate molto limitate e se intende puntare forte
per ottenere la sfera di cristallo certo non le rimarrmolto da
dare ad Ariel.
- Quindi il motivo rimane misterioso concluse Bob.
Peralmeno chiaro il nostro compito ribattJupiter.
Vogliamo spedire Hugo Ariel fuori dalla casa di Allie. Vi-
sto che non possiamo essere sicuri che Ariel abbia un compli-
ce, supponiamo intanto che non lo abbia. Perquisendo la casa,
potremmo trovare l'apparecchiatura con cui il suono prodot-
to e allora portare delle prove a tua zia, Allie. Questo forse
la convincerebbe della poca onestdel suo amico.
Allie ebbe un sorriso di maligna soddisfazione: Lo prende-
rebbe per un orecchio e lo spedirebbe fuori di sicuro. Che buo-
na idea! E perquisire la casa sarpossibilissimo visto che pro-
prio oggi Ariel ha ricevuto una telefonata.
tanto strano? chiese Jupiter.
S E la prima volta. Stamattina il telefono ha suonato e
una voce d'uomo ha chiesto di lui. Ho dovuto battere alla por-
ta della sua camera non so quanto per farlo alzare.
Avrai fatto in modo di ascoltare la conversazione, spero
disse Pete con aria furba.

30 31
Macch Non ho fatto in tempo. stato al telefono solo po-
chi secondi: ha dettoMolto benel' e ha riattaccato. Poi ha
annunciato alla zia che stasera ci sarebbe stata una riunione
di tutta la comunit
Hai chiesto niente a tua zia? domandBob.
Certo, ma con che risultato!! Mi ha risposto che la comu-
nitdel club cui appartiene e mi ha ringraziato dell'interessa-
mento. tutta emozionata all'idea di uscire stasera con Ariel.
Se noi vo~liamo cogliere l'occasione per cercare il macchina-
rio con cui Ariel produce quel suono, nessuno ci disturber
Jupiter pens(`un poco mordendosi il labbro: Pudarsi che
se lo porti dietro c in quel caso non troveremo nulla...
Non intendi neppure provare? chiese Allie. - Potrebbe
essere nascosto sotto un tappeto o dietro una tenda o...
Hai ragione ammise Jupe. Sai come si perquisisce una
casa?
Non l'ho mai fatto ma non credo che ci sia bisogno di un
corso speciale per imparare rispose piccata la ragazza.
Va bene allora. Stasera incomincia le ricerche. Non dimen-
ticarti del garage, potrebbe esserci di nuovo qualcuno. E at-
tenta a tutto ciche ti sembra insolito, un meccanismo di qual-
siasi genere, un registratore in miniatura. qualunque cosa.
Bell'affare ho fatto ad ingaggiarvi! - disse Allie. - Devo
fare tutto io!!
Guarda bene dappertutto continuo Jupiter. - Potrebbe es-
sere stato messo sotto un tavolo, dietro ad una credenza o...
- Tra il glicine, magari -- suggerAllie.
-- Anche. Sta' attenta a non farti male.
- Non ti preoccupare. E mentre io mi do da fare voi che cosa
farete?
- Noi seguiremo tua zia e Ariel alla riunione della societ

- Grazie per essere venuto con la tua automobile, Worthing-
ton - disse Pete con calore.
Worthington sorrise. Era al volante della sua lucente Ford e
percorreva la strada costiera, tenendosi a parecchi metri di
distanza dalla Corvette rossa, I'utilitaria che apparteneva a
Pat Osborne. - Una Rolls-Royce color oro non il mezzo
ideale per seguire qualcuno- disse.
Parecchio tempo prima, Jupiter aveva partecipato ad un con-
corso organizzato da una impresa di autonoleggi e aveva vin-
to l'uso per 30 giorni di una Rolls-Royce "tutta d'oro". In-
sieme alla macchina era stato concesso anche Worthington, un
perfetto autista inglese che aveva condotto I Tre Investigatori
in giro nel corso di parecchi dei loro casi misteriosi. Passati i
trenta giorni, che Jupiter era riuscito a prolungare con uno
stratagemma, un cliente particolarmente soddisfatto della lo-
ro opera aveva fatto in modo che ai ragazzi rimanesse l'uso
della Rolls a tempo indeterminato. Nel frattempo Worthington
si era cosappassionato al lavoro di Jupiter Jones, Pete Cren-
shaw e Bob Andrews dconsiderarsi parte integrale della loro
agenzia, una specie di quarto investigatore non ufficiale. Quan-
do quella mattina Jupiter aveva telefonato all'autonoleggio, I'au-
tista si era subito offerto di mettere a disposizione la sua mac-
china per seguire la signorina Osborne e Hugo Ariel alla riu-
nione della loro misteriosa societ
Stanno prendendo Sunset Boulevard - disse Worthington in
quel momento.
Attento a non farti bloccare dal semaforo - gli raccomand Jupiter, seduto al suo fianco.

32 33
- Non dubiti. - Worthington mise la freccia e attraversl'in-
crocio proprio con il giallo. - Speriamo di arrivare a destina-
zione prima che faccia buio - disse e avvila Ford su per
la salita che li portava lontano dalla strada che costeggiava
l'oceano. Sunset Boulevard si snodava fra case linde e giardini
fioriti di gerani. Di tanto in tanto alle curve, i ragazzi perdeva-
no di vista la Corvette che riappariva nel breve rettilineo suc-
cessivo. A un certo punto la videro rallentare.
- Torrente Canyon mormorWorthington. - Ora non pos-
sono pisfuggirci. La strada finisce qui.
La Corvette girper Torrente Canyon e una macchina sporti-
va color arancio sfreccigida Sunset Boulevard e la segu
La parrucchiera di zia Pat - disse Jupe.
Tieni d'occhio i suoi capelli rossi, Worthington - fece Pete.
- Probabilmente si vedranno anche al buio.
Worthington rise e prese Torrente Canyon Road. Segula mac-
china color arancio finchnon la vide rallentare e fermarsi
sul ciglio erboso vicino ad un alto muro di mattoni. Su quel
lato della strada erano giparcheggiate altre macchine. I ra-
gazzi si nascosero quando Worthington passaccanto alla Cor-
vette rossa. La si.gnorina Osborne e Hugo Ariel stavano smon-
tando.
Worthington guardnello specchietto retrovisore. - La donna
vestita d'arancione sta salutando la signorina Osborne.
Bob e Pete si girarono a guardare - Riconosco la macchina
scura che era parcheggiata di fronte alla casa di Allie ieri se-
ra - disse Bob.
Dev'essere quella del rosticcere ricordPete. Stasera ci
dev'essere un sacco di gente.
Worthington gira destra e fermla macchina: - Ho contato
undici automobili.

I ragazzi videro la donna dai capelli rossi raggiungere Ariel e
Pat Osborne davanti ad un grande cancello in ferro sormon-
tato da punte acuminate. Ariel disse qualche parola alle due
donne poi si avvicinal muro. Allungun braccio e prese qual-
cosa da una nicchia.
Dev'esserci un telefono disse Bob.
Era proprio cos Ariel tenne il ricevitore all'orecchio, ascol-
t disse qualche parola poi lo depose di nuovo nella nicchia.
Qualche attimo dopo si uduno scatto. Hugo Ariel spinse il
cancello che si spalanc Le due donne entrarono con lui e il
cancello si richiuse alle loro spalle.
Worthington e i ragazzi rimasero fermi, in attesa. Sulla stra-
da non comparvero altre macchine. Nessun altro si avvicinal
cancello. Dopo un quarto d'ora Jupiter aprlo sportello della
Ford. La compagnia dev'essere al completo disse. Ora
si tratta di scoprire che razza di comunitsia.
Gli altri uscirono dall'auto e lo seguirono fino al cancello.
Tuo zio Titus farebbe carte false per avere una cosa del ge-
nere disse Bob in tono ammirato toccando una delle volute
in ferro che ornavano la cancellata.
Non penso che sia in vendita rispose Jupiter. Afferrla
lucida maniglia d'ottone e cercprima di abbassarla poi di al-
zarla. Niente da fare! Chiuso disse. C'era da aspettarselo.
Pete stava esaminando la nicchia nel muro. Proviamo il te-
lefono? chiese. Non ci sono numeri da fare. Dev'essere col-
legato direttamente con la casa.
- Attenzione, signorino Pete avvertWorthington.
Pete sorrise e alzil ricevitore. Uduno scatto poi una voce:
La notte buia.
-- Ah... certo, tra poco sarbuio -- disse Pete. -- Voglio scu-
sarmi, signore, mi manda la United Cookie Company. Questa
settimana stiamo lanciando un nuovo tipo di cioccolata...
Un altro scatto dall'altra parte del filo, poi silenzio.
- Non apprezzano la cioccolata? chiese Jupiter.
Pare di no. Pete riattaccil ricevitore. Che modo di
rispondere al telefono! Sapete che cosa mi hanno detto? '~La
notte buia".
certo una parola d'ordine. Se appartenessimo alla societ dovremmo sapere cosa rispondere.
Bob guardal di ldel cancello. Si sta davvero facendo
buio - osserv Guardate la casa. Si distingue appena in fon-
do al viale. Non c'neppure una luce accesa.
Era proprio cos Nessuna finestra illuminata rompeva il buio.
La casa appariva solo come una massa indistinta contro il cie-
lo della sera.
In strada sono parcheggiate undici automobili disse Jupe.
Due hanno portato qui tre persone, quelle che abbiamo vi-
sto entrare. Il che significa che ne devono essere entrate al-
meno altre nove, ciododici in tutto.
Che cosa staranno facendo? - chiese Worthington. - Si do-
vrebbe vedere qualche luce accesa.
Avranno delle tende molto pesanti disse Jupiter.
E magari useranno delle candele aggiunse Bob. -- Pare che
le candele siano molto importanti per questa gente e attra-
verso le tende la loro luce non trapelerebbe.
I Tre Investigatori rimasero fermi nell'oscuritcrescente, con
il pensiero rivolto al gruppo che si era riunito in casa Jamison
la sera prima, alle candele accese nella sala da pranzo e alla
coppa passata dall'uno all'altro. E a quel suono, quel terri-
bile indefinibile suono...
- Chissse si sentiranche stasera - disse Pete, quasi tra s
- Che cosa? - chiese Worthin~ton.

- Non sappiamo bene, Worthington - spiegJupiter. - Pen-
siamo che sia quello che Ariel chiama la voce del serpente.
Per finchstiamo qui non ne sapremo niente di pi
Pensi che ci sia un altro cancello? - chiese Bob.
- Pudarsi. E quello potrebbe anche essere aperto. La mag-
gior parte della gente si preoccupa di mettere tutti i tipi di ca-
tenacci alla porta principale della loro casa senza usare la stes-
sa precauzione per le entrate secondarie. E questo dun bel
da fare alla polizia.
Speriamo che sia cos- fece Pete. - Andiamo a vedere.
- Worthington, sarebbe meglio che tu rimanessi in macchina
tenendo il motore acceso - disse Jupe. - Non sappiamo nien-
te di questa societe pudarsi che ci tocchi tagliare la corda
il piin fretta possibile.
L'autista ebbe un attimo di esitazione: - Va bene. Faccio
manovra e terril motore acceso. - Si allontanper la strada
e i ragazzi udirono lo sportello della Ford aprirsi e richiu-
dersi e il rombo del motore messo in moto. I fari si accesero
e Worthington fece manovra. Oltrepassil cancello, percorse
ancora qualche metro poi si ferm I fari si spensero e la stra-
da cadde d'improvviso nella picompleta oscurit
Peccato che non abbiamo neppure una lampada tascabile
osservPete.
- meglio cos-- gli disse Jupe. - Non dobbiamo attirare l'at-
tenzione. Andiamo, adesso.
I tre ragazzi fecero un attento giro attorno al muro di cinta
camminando lentamente e mettendosi di tanto in tanto in a-
scolto. A un certo punto Bob fece un salto e si lasciquasi
sfuggire un grido nel vedere una bestia passargli fra le gambe
e scomparire.
- Una volpe - si affretta dire Bob.

36 1 37
- L'hai vista?
- No, ma ti conviene credere che sia stata propriO una vol-
pe.
Zitti! - fece Jupe.
Erano ritornati sulla strada. Passarono accanto a Worthington
e alla Ford e si ritrovarono di fronte al cancello principale.
Il loro giro era finito e non avevano trovato nulla. Non c'era
un'altra entrata. Avevano solo visto che la proprietera gran-
de, che non C'erano altre case nelle vicinanze e che in fondo
al viale per tutto il tempo non si era mai accesa una luce.
- Dobbian~O saltare al di ldel muro disse Jupiter. Pete,
tu sei l'atleta del gruppo. Io mi piego e tu puoi montarmi sul-
la schiena.
- Sei paz~O? esplose Pete.
- Non c'altra via d'uscita. Se non ti va, lo fario ma mi
sembrerebbe pilogico il contrario. Quando saraj in cima al
muro, mi darai una mano a salire e insieme aiuteremO Bob.
Dobbiamo sCOprire che cosa succede in quella casa.
Pete sospir綷ome spesso gli capitava da quandO si era'uni-
to a Jupiter JoneS e Bob Andrews. - Non sono sicuro di te-
nerci moltO _ brontol Ma quando Jupe si chin coprendosi
la testa con le braccia e si accostal muro, si decise. Mise
un ginocchio sulla schiena dell'amico, appoggile mani al
muro, un piede sulla spalla di Jupe e si drizz Eccomi
disse, aggrappandosi alla pietra. E si tirsu. Sedette un attimo
sul muro dando un'occhiata in giro nel buio che circondava
la casa anCOra pibuia. Poi accadde l'irreparabile.
Un segnale di allarme, un fischio assordante e continuoruppe
il silenzio
Gi - gridJupe dal basso.
Si acceserO dei riflettori, otto, due per angolo del muro e Pete
si aggrappai mattoni, semiaccecato dalla luce improwisa.
- Salta! - gridJupe ancora.
Il ragazzo cercdi ubbidire. Si gire lascipendere le gambe
al di ldel muro. Poi un mattone gli scivolsotto una mano
e cadde. Cadde anche Pete ma all'indietro, all'interno del mu-
ro di cinta!





Pete atterrsul morbido fondo di un prato. Rotolper qual-
che passo poi si mise in ginocchio. Il segnale d'allarme tac-
que. Pete sbattgli occhi e li distolse dalla luce dei riflettori.
Un uomo grande e grosso si trovava tra di lui e il muro.
- Piccolo furfante! sibilsenza muoversi ma con una voce
che fece gelare Pete. - Che cosa stai facendo qui dentro?
Il ragazzo aprla bocca per rispondere ma non gli uscalcun
suono. Fece per alzarsi ma l'uomo ebbe un movimento minac-
cioso. Si riabbass terrorizzato.
Pete! chiamla voce di Jupiter Jones al di ldel muro.
L'hai trovato~
L'uomo si gir Chi l
Si sentirono dei passi lungo il muro, poi Jupiter apparve dietro
al cancello. Scusi, signore disse. L'ha visto?
Pete comincia rilassarsi. Jupiter Jones stava recitando la sua
parte e anche se Pete non aveva idea di che cosa avesse esco-
gitato era sicuro che sarebbe andata bene.
Chi dovrei aver visto? chiese l'uomo.
Il gatto rispose Jupiter pronto. Se non lo trovo faruna

38 39
brutta fine. un siamese purissimo e mia madre non sa che scappato. L'ho visto saltare al di ldel vostro muro.
- Idiota!
Sarsalito su un albero - fece Jupe.
Peggio per lui rispose l'altro. Si liberla fronte da una
ciocca di capelli grigi poi lanciun'occhiata severa a Pete:
Ehi, marmocchio! Fuori!
Pete si alz
Per favore insistJupe. Mi faccia entrare e daruna
mano al mio amico per cercare il gatto.
Dagli una mano a squagliarsela il piin fretta possibile! -
L'uomo prese Pete per un gomito e lo spinse verso il can-
cello.
- Mia madre me lo farpagare! - protestJupe.
Arrangiati ringhil'altro. - Filate o chiamo una guardia.
Jupiter fece un passo indietro e rimase a guardare. L'uomo
si avvicinal cancello. toccqualcosa nascostO fra l'edera che
ricopriva l'interno del muro e il cancello si aprcon uno scat-
to.
- Se vi passa per la testa di arrampicarvi ancora su quel mu-
ro, avrete fastidi ben peggiori di quelli che vi aspettate per il
gatto scomparso disse l'uomo. April cancello e spinse fuo-
ri Pete in malo modo, richiudendolo subito dopo con forza
alle sue spalle.
- Se vede il gatto... cominciJupe.
- Via!
Jupe e Pete si girarono a raggiunsero Bob. Le luci sul mura-
glione si spensero lasciandoli di nuovo nell'oscurit
- Accidenti! - mormorPete.
- Bravo, Jupe! - fece Bob.
I ragazzi udirono l'uomo risalire il viale e poi fermarsi.

- Aspetta di essere sicuro che ce ne andiamo - bisbigliJu-
piter. - meglio allontanarci a piedi e Worthington ci segui-
rcon l'auto. Quel tipo ha gidei sospetti: se ci vede salire
in macchina, capirche non siamo semplicemente alla ricerca
del gatto.
- Andiamocene - pregPete.
I ragazzi si avviarono verso Sunset Boulevard parlando a vo-
ce alta di gatti perduti, del valore dei siamesi e della triste
sorte dei ragazzi che lasciavano scappare le bestie di proprie-
tdei genitori. Arrivati vicino alla Ford, Jupiter sussurra
Worthington di seguirli di la qualche minuto. Si fermarono
in fondo alla strada, sufficientemente lontani dalla casa per non
essere nvisti nuditi.
- Posto interessante - disse Jupiter. - Ldentro ci sono riu-
nite almeno una dozzina di persone ma tutte le luci sono spen-
te. Esiste un sistema di allarme probabilmente azionato elet-
tronicamente e per oltrepassare il cancello necessario cono-
scere la parola d'ordine.
La Ford si fermaccanto a loro e i ragazzi montarono a
bordo.
- Che persona odiosa! - esclamWorthington indicando la
casa.
- L'hai sentito? - chiese Pete.
- Eccome! Ero tentato di raggiungervi. Le ha fatto del male,
signorino Pete?
Pete si rilasssul sedile: - No, ma credo che ci sia mancato
poco.
Worthington si immise nel traffico di Sunset Boulevard. Un
camion si stava avvicinando da sinistra e mentre Worthington
rallentava per lasciarlo passare, un'altra auto sbucfuori da
Torrente Canyon Road e si fermvicino alla Ford.

40 41
- Il couparancione - disse Bob. la parrucchiera di zia
Pat.
- Allora il gruppo starper sciogliersi - dedusse Jupiter. -
meglio trovare subito un telefono. Allie starperlustrando la
casa alla ricerca di qualche prova contro Ariel. meglio che
sua zia non la scopra.
Worthington prese una laterale. - C'una cabina telefonica al
distributore di benzina tra meno di un chilometro - disse.
Quando furono arrivati, Jupiter chiamcasa Jamison. Allie
rispose dopo il primo squillo.
La riunione sta per finire - disse Jupe. - Non abbiamo sco-
perto granch Tu hai finito le ricerche?
- Se non ho trovato niente.
- Hai cercato dappertutto?
Ho setacciato ogni angolo. Ho usato perfino una calamita.
Non c'altro che la polvere che si accumulata dopo la par-
tenza di Marie.
- Allora se Ariel usa qualche macchinario per emettere quel
suono, poi se lo porta dietro. Oppure avrun complice.
- A questo proposito ho una notizia interessante annunci Allie allegramente. - Abbiamo un nuovo domestico.
- Che?
- S Un uomo. Stasera si presentato un tipo che mi ha detto
di aver sentito dire a Rocky Beach che cercavamo una perso-
na di servizio. Voleva fissare un appuntamento con la padrona
di casa.
E allora?
- Allora ho pensato che dato che mia madre in Europa, la
padrona di casa sono io. Zia Pat dopo tutto se ne occupa ben
poco.
Allie, non mi dire che hai fissato un appuntamento con uno
sconosciuto che ti ha telefonato, senza neppure sapere...
Non solo lo interruppe Allie in tono molto soddisfatto -
gli ho detto di presentarsi e l'ho assunto.
Jupe attese, sentendo che non era ancora detto tutto.
- Non mi chiedi perchl'ho fatto? disse Allie.
Perch
- Perchha un paio di grossi baffi spioventi. Mi avete detto
che l'uomo che si nascondeva nel garage ieri sera aveva dei
baffi cos no? Ora io non so se si tratti della stessa persona
ma se lo deve avere un interesse speciale in quello che av-
viene qui. Potrebbe essere un complice. Non meglio allora
poterlo tenere d'occhio? Sarqui domattina alle otto e spero
che metta un po' di veleno nel caffdel signor Ariel.
Tua zia come la prender chiese Jupiter.
Pensera qualcosa di convincente da dirle. Ci vediamo do-
mani al vecchio recinto.
Riappese e Jupe ritornin macchina.
Tutto bene? - chiese Pete.
Non lo so. O la ragazza pifurba che abbia mai incontra-
to o una pazza o tutte e due.
Come? Una pazza furba?
Mah! Da Allie Jamison ci si puaspettare di tutto!





Il mattino dopo, quando I Tre Investigatori arrivarono a casa
Jamison, trovarono Allie seduta sugli scalini con un sorriso
malizioso sulle labbra.
- Che uomo! - esclam - State a sentire!
Jupiter, Bob e Pete ascoltarono la sua storia. Dall'interno del-
la casa giungeva il ronzio di un aspirapolvere.
- Non ho dovuto neppure dare ordini - spiegAllie. - Ha
depositato la sua valigia nella stanza di Marie, ha dato un'oc-
chiata alla casa, ha trovato l'armadio delle scope e si messo
all'opera. la fine delle amatissime ragnatele di zia Pat!
- Allora, vivrcon voi? - chiese Bob.
- Non splendido? Un'opportunitincredibile per poterlo sor-
vegliare.
- Speriamo che vada tutto bene - rispose Jupe. - Che cosa
ha detto tua zia quando ha saputo che hai assunto un dome-
stico?
- Di chi la casa? Le ho detto che ho preso informazioni e
che sembra una persona per bene. L'unico commento stato
che avevo avuto un pensiero gentile e se n'andata a letto.
La zia non scende mai molto nei particolari.
-- Dove ha lavorato prima? - chiese Jupiter.
- Lui non me l'ha detto e io non gliel'ho chiesto - rispose Al-
lie, con sincerit
- Figuriamoci! - esclamPete.
Volete vederlo? -- chiese Allie. - Pensate di poter dire se
lo stesso che era nascosto nel garage?
- Dubito - disse Jupe. - Io l'ho appena visto. Bob quello che
ha potuto osservarlo meglio. - Bob annu
- Se lui - raccomandJupe - fingi di non averlo ricono-
sciuto, Bob.
Allie spalancla porta scorrevole e i ragazzi la seguirono in
casa. Il nuovo domestico stava pulendo il tappeto verde-oro
del soggiorno. Alzlo sguardo all'entrata dei ragazzi e spense
l'aspirapolvere.

- Desidera qualcosa, signorina Jamison? - chiese.
- Nulla, Bentley. Andiamo a prendere qualcosa da bere.
- Bene, signorina Jamison. - L'uomo riaccese l'aspirapolvere
e si rimise al lavoro.
In cucina Allie tirfuori dal frigorifero quattro bottiglie di
gazosa.
-- Allora, lui?
- Non posso esserne sicuro- rispose Bob. - Ha circa la stes-
sa corporatura e anche i baffi sono dello stesso tipo, ma era
buio quando quel tizio ha sbattuto per terra Jupe ed acca-
duto tutto troppo in fretta.
- Non sembra uno che si diverta a sbattere per terra la gente
- disse Pete. - Pare un tipo... insignificante.
- incolore - precisAllie. - Una persona incolore. Nal-
to nbasso, ngrasso nmagro. Capelli castani e occhi di
colore indefinibile. Se non fosse per i baffi non lo si noterebbe
neppure. - Prese un cavatappi da un cassetto e si mise a stu-
rare le bottiglie. - E voi che cosa avete da raccontarmi?
Jupiter fece un conciso resoconto dei fatti della sera prima.
Quando ebbe finito, Allie disse: - Penso di avervi battuto.
Voi non siete riusciti che a cadere da un muro mentre io ho
trovato un vero e proprio uomo misterioso.
- Ti sei rivolta a noi per liberarti di un uomo misterioso, ve-
ramente... - le ricordPete. - A proposito, non hai paura che
il rumore dell'aspirapolvere svegli il tuo ospite?
- Ariel uscito. - Allie bevve una lunga sorsata di gazosa.
- Ma non ci avevi detto che non usciva mai di giorno?
- Stamattina uscito. Ha preso la macchina di zia Pat ed partito per mete sconosciute.
Sulla soglia della cucina comparve la signorina Osborne.
- Allie, chi quell'uomo in soggiorno? - chiese. Portava una
vestaglia color lavanda con una sciarpa viola che s'intonava
perfettamente ai suoi capelli.
- il nuovo domestico, zia Pat - disse Allie. - L'abbiamo
assunto ieri sera, non ti ricordi?
Ah, s vero. Bene. Come hai detto che si chiama, cara?
- Non te l'ho detto ma si chiama Bentley.
Bentley. Bentley, come l'automobile. Me lo ricorder Sor-
rise in modo vago ai ragazzi che la salutarono a bassa voce.
- Sa cucinare?
- Ha detto di s
- Allora andra decidere con lui per il pranzo - e la signo-
rina Osborne uscdalla cucina.
Allie si appoggial lavello. - Non m'importa anche se fa spa-
rire tutta l'argenteria, basta che sappia cucinare un pranzo de-
cente. - Si gire lanciun'occhiata distratta nel cortile dietro
alla casa. - Ehi, lc'il nostro caro Ariel che sta cercando di
uscire dalla macchina di zia Pat.
I ragazzi dovettero ridere per forza. Era una scena veramente
ridicola assistere agli sforzi di Ariel per tirare le sue lunghis-
sime gambe fuori dalla piccola Corvette. Si contorse di fianco
e finalmente ne venne fuori ricomponendosi gli abiti neri spie-
gazzati.
- Darei non so cosa per sapere dov'stato - disse Allie.
L'uomo aprla porta sul retro ed entrin casa. Posper un
attimo gli occhi di gelo su Allie poi le passaccanto senza una
parola.
Allie gli sbarril passo: - Signor Ariel, vorrei presentarle i
miei amici!
Lui assunse un'aria estremamente infastidita ma si ferme
concesse ad Allie di fare le presentazioni. Quando Bob gli tese
cordialmente la mano, si degndi farsela stringere. Non dis-
se neppure una parola. Dopo un attimo girattorno ad Allie
come se la ragazza fosse un palo e passin entrata chiuden-
dosi alle spalle la porta della cucina.
Piaciuta la scena? chiese Allie. Si comporta sempre co-
s Come se io fossi... una cosa! Vorrei sbatterlo fuori di casa
anche se non c'entrasse quel terribile rumore!
Signor Ariel! La voce di zia Pat, acuta ed agitata, rag-
giunse il gruppetto chiuso in cucina. Ha fatto tutto?
Allie si avvicinalla porta, la socchiuse e appoggil'orecchio
alla fessura.
Non c'bisogno di agitarsi tanto disse Ariel senza muo-
versi. I desideri della societ i suoi desideri, saranno esau-
diti. Il serpente stato inviato. Tutto nelle mani di Belial.
Lei non ha che da aspettare.
Ma il ventuno vicino protestzia Pat. sicuro che
si faccia in tempo? Forse non che un capriccio, ma io voglio
quella cosa e se Margaret Compton ce la fa per prima...
La sua fede vacilla? domandAriel, con voce stridula.
No, oh no! si affretta dire zia Pat. Ho la massima fi-
ducia...
Allora non c'altro da dire. Mi scusi ma ho bisogno di ri-
posare. Queste cose richiedono uno sforzo notevol
Certo, certo.
Ariel si allontanper le scale.
E ora poltrirper tutto il giorno! - sbottAllie. Che mar-
motta!
Il serpente stato inviato... -- ripetJupiter. Cosa avr voluto dire?
Qualcuno si diverte a spedire serpenti? chiese Pete.
Allie scosse il capo: - Zia Pat non li sopporta. Dev'essere so-
lo un modo di dire. Dicono sempre cose che hanno un signi-
ficato tutto diverso. L'altra sera parlavano della voce di un
serpente che giunge attraverso lo spazio, vi ricordate?
- E l'abbiamo anche sentita. no? - le ricordJupiter. - 'iQuel"
suono.
-- Certo non era un serpente - insistAllie. - I serpenti non
cantano.
- C'un mistero sotto - disse Jupiter. - E c'entra Hugo Ariel,
la casa di Torrente Canyon e quel suono. Puanche entrarci
il vostro nuovo domestico. Per ora purtroppo pernon pos-
siamo far altro che tenere gli occhi aperti e aspettare. Facci
sapere se succede qualcosa di strano. Io ora devo rientrare.
- E io devo correre in biblioteca. il mio turno - fece Bob.
E io devo arare il prato - aggiunse Pete.
- Che bravi detective! - mugolAllie. Avete tutti altre cose
piurgenti da fare. Andate dove volete ma state attenti a non
cadere gida qualche altro muro! Se c'qualche novitvi
chiamer
I ragazzi finirono la bibita. poi si separarono diretti ognuno
verso la propria destinazione. Quando Jupiter arrivalla '~Bot-
tega del Recupero, zia Mathilda stava dando istruzioni a Hans
e Konrad che scaricavano merce dal camion pigrosso.
- Jupiter, ho bisogno di te.
- Vengo, zia.
- Tuo zio Titus ha perso la testa. Guarda cos'ha comprato!
Jupiter guard Il camion era pieno zeppo di vecchie stufe di
ferro.
- Stufe a legna al giorno d'oggi! Le ha trovate in un vecchio
magazzino di Los Angeles che sta per essere demolito. Tuo
zio ha detto che non costavano quasi niente e che era un pec-
cato non prenderle. Credi che le venderemo a qualcuno?
-- In qualche modo faremo.

- Pudarsi. Intanto aiuta Hans e Konrad a liberare il ca-
mion e a mettere questa roba in un posto dove io non possa
vederla. Che pazzia!
Zia Mathilda si allontanbrontolando e Jupiter si mise al la-
voro con i due fratelli, accatastando le stufe in un angolo del
largo cortile. Il lavoro procedeva lentamente dato il peso del-
le stufe e dato che gli sportelli non facevano che spalancarsi.
Lavorarono fin dopo pranzo. Alle tre Jupiter entrin casa a
fare una doccia e trovlo zio Titus davanti alla televisione.
- Terribile! - esclam
- Cosa? - chiese Jupiter.
- Quello che capita per le strade. Guarda!
Sullo schermo Jupe vide una scena purtroppo molto comune.
Una berlina sbandando era andata a sbattere contro la spal-
letta di un ponte sulla strada per Hollywood. Una macchina
della polizia stava dirottando il traffico altrove.
Si udla voce del commentatore: La donna che era alla
guida dell'auto, la signora Margaret Compton, stata portata
all'ospedale di Angel. Le sue condizioni sono state giudicate
piuttosto gravi.
- La signora Margaret Compton! gridJupiter.
La conosci? chiese lo zio.
Di nome... Scusami, zio, devo passare da un cliente!!





Alle sette di quella sera. Jupiter uscdi casa e tornalla Bot-
tega del Recupero". Aveva detto alla zia che aveva del lavoro

48 49
da terminare e che probabilmente avrebbe fatto tardi; invece,
quando arrival suo laboratorio, Bob e Pete erano lcon le
biciclette.
- Allie ci aspetta al Swanson's Cove - disse Jupe.
- Usciamo dal Cancello Verde? - chiese Bob.
Jupe fece cenno di s - meglio. 1abbastanza lontano da
casa perchzia Mathilda non ci veda.
Pete si avvicinad un punto della palizzata e infildue dita
in una fessura: tire due assi si smossero. Mise fuori la testa,
guardsu e giper la strada e segnalvia libera. Jupe affer-
rla sua bicicletta e i tre sgattaiolarono fuori.
Quando le assi si richiusero dietro di loro, Bob si fermad
osservare lo steccato. Come quello posteriore, era stato deco-
rato da artisti di Rocky Beach. In quel punto era rappresenta-
ta una scena di tempesta sull'oceano, con una barca che lotta-
va contro onde spaventose. In primo piano, all'altezza degli oc-
chi di Bob, un pesce sollevava la testa dall'acqua a guardare
la nave.
Allie ha scoperto il Cancello Rosso disse tristemente.
Speriamo che non abbia messo il naso anche da questa parte.
Non mi piacerebbe che scoprisse che il pesce corrisponde al
punto di apertura del cancello.
Se lo scopre disse Jupiter Jones dovremo trovare un'al-
tra entrata. Ma non pensiamo a questo, adesso. C'tutt'altro
in ballo.
D'accordo fece Bob. Andiamo.
I ragazzi salirono sulle bici e pedalarono giper la discesa
diretti alla strada lungo l'oceano. In cinque minuti erano al
Swanson's Cove. Allie Jamison era gil appoggiata contro
un masso che emergeva dalla sabbia. Vicino a lei il cavallo,
con le redini penzoloni.

Margaret Compton si ferita in un incidente stradale - an-
nuncila ragazza.
L'ho appena detto a Bob e Pete disse Jupe e le si sedet-
te di fronte. Come sta tua zia? continu Che cosa suc-
cesso da quando ci siamo sentiti?
fuori di s Piange. Non ha smesso di piangere da quan-
do ha sentito la notizia alla TV.
Bob si appoggial masso. Non si scherza, eh?
E che rapiditd'azione! fece Jupiter. Solo stamattina
Hugo Ariel aveva de~to alla signorina Osborne che il serpen-
te era stato inviato a destinazione e che i suoi desideri sareb-
bero stati esauditi e stasera la signorina Compton all'ospe-
dale con qualcosa di piserio cui pensare dell'asta di Castillo.
Certo non sarla contendere alla signorina Osborne la sfe-
ra di cristallo!
Non cosche zia Pat intendeva le cose dichiarAllie.
Quando ha visto il filmato ha gridato:Potrebbe essersi am-
mazzata e sarebbe stata colpa mia!". Ariel allora l'ha accom-
pagnata in camera, hanno chiuso la porta ma io ho sentito
tutto lo stesso.
Naturalmente. . .
Ha detto che non voleva che le cose avvenissero in quel
modo continula ragazza. Lui ha ribattuto che aveva e-
spresso quel desiderio e che era arrivato il momento di fare
il suo dovere. Non ho capito bene, ma quello che lui vuole lei
si rifiuta di farlo. Ariel ha detto che non aspetterall'infinito~
poi uscito dalla stanza ed sceso a pianterreno.
' Sono entrata dalla zia, allora, ma non ha voluto dirmi nien-
te. Mi ha detto di andarmene e io l'ho accontentata, senza pe-
randare troppo lontano."
Sei rimasta fuori dalla porta?

50 1 51
-aturale! E ho sentito che ha chiamato al telefono un cer-
to signor Van Storen.
Quanto ti ci voluto per andare all'altro apparecchio? -
chiese Jupe.
Troppo confessAllie. Quando ho alzato il ricevitore
lei stava dicendo a qualcuno che avrebbe mandato il suo do-
mestico con una lettera di delega e un uomo ha risposto: "Be-
ne, signorina Osborne". Poi hanno riappeso.
E dopo? chiese Bob.
Poi ho sentito zia Pat muoversi. Ha chiamato Bentley che andato in camera sua e quando ridisceso l'ho visto mettersi
in tasca un pacchetto rivestito di carta marrone. uscito con
la macchina della zia. Deve avergli dato una commissione ur-
gente.
E Ariel?
Avreste dovuto vederlo! Ha fatto le scale come un pazzo e
si precipitato in camera della zia che lo aspettava al varco.
L'ho sentito urlare e la zia rispondergli nello stesso tono. Gli
ha detto che aveva mandato Bentley a Beverly Hills a com-
prare della crema per il viso e basta.
- Le credi?
- Io no, e neppure lui. Bentley perritornato portando ef-
fettivamente della crema per il viso, perciAriel che cosa
poteva fare? Era ovvio che l'aveva imbrogliato! Zia Pat non
usa crema per il viso: si mette un intruglio che fa lei con pe-
tali di rosa, glicerina e qualche altra porcheria.
Hai chiesto spiegazioni a tua zia? - chiese Jupiter. - O hai
fatto qualche domanda a Bentley?
on avevo bisogno di interrogare nl'uno nl'altra. So dove
andato Bentley. Il signor Van Storen uno dei proprietari
della Van Storen & Chatsworth di Beverly Hills. un ottimo
gioielliere. Conosco anche la combinazione della cassaforte che
nella camera di mia madre. L'ho aperta e la collana di mia
madre era sparita.
I ragazzi rimasero seduti in silenzio per qualche minuto, cer-
cando di digerire quella valanga di notizie.
~u Jupiter il primo a parlare: - Vuoi dire che tua zia ha af-
fidato una collana che un tempo apparteneva all'imperatrice
Eugenia ad un uomo che conosce appena e che l'ha mandata
dall'orefice?
Non l'ho mai considerata una persona con il cervello del
tutto a posto - dichiarAllie - anche se adulta e dovrebbe
essere responsabile delle sue azioni. Immagino che mia madre
le abbia rivelato la combinazione della cassaforte perchpren-
desse la collana in caso ci fosse un incendio in casa o qualcosa
del genere...
- Sa che tu hai scoperto che la collana scomparsa? - chie-
se Bob.
Certo. L'ho assalita appena ho potuto parlarle da sola. Lei
dichiara che mia madre l'aveva incaricata di far pulire la col-
lana durante la sua assenza.
- Una storia abbastanza improbabile, non ti pare? - osserv Jupiter.
Allie fece una smorfia. - Non c'era urgenza per la pulizia di
quella collana - dichiar - E non c'era bisogno di spedirci
Bentley. La Van Storen & Chatsworth avrebbe potuto manda-
re qualcuno a ritirarla.
- Deve aver avuto una certa difficolta mandare la collana
al gioielliere senza farlo sapere ad Ariel - disse Jupiter.
- Direi che questo ci aiuta a trarre qualche conclusione.
-- Cio
- Primo: dalla reazione di tua zia all'incidente della Comp-

52 53
ton, questo dovrebbe essere stato provocato - o almeno quel-
lo che lei crede - dal suo desiderio di liberarsene. Dopo aver
invocato il potere magico della sua societ ora si sente col-
pevole.
Secondo: Ariel la sta tormentando per qualcosa. Ha smesso
di recitare la parte dell'ospite d'onore e cerca di farle paura.
Ha visto uscire il domestico con il pacchetto?`
- No - rispose Allie. - L'ha solo visto entrare in macchina ed
andar via.
- Sa che la collana era nella cassaforte?
- Non lo so ma non credo. Non ha cercato di entrare in ca-
mera di mia madre. Ha solo fatto di tutto per sapere perch zia Pat avesse mandato fuori Bentley.
- Il che ci riporta al misterioso Bentley -disse Jupiter.
lui l'uomo che si nascondeva nel garage la notte della riu-
nione degli amici di tua zia? O uno qualsiasi che ha saputo
per caso che avevate bisogno di un domestico? Se quello
che mi ha buttato a terra quella notte, che cosa fa nella vo-
stra casa? Sappiamo perlomeno che non un complice di Ariel
altrimenti quel bel tipo non avrebbe dei sospetti su di lui.
Jupe sedette a meditare, tormentandosi un labbro come face-
va nei momenti di particolare concentrazione.
Ci sono parecchie cose che bisogna scoprire al pipresto
- decise. -- Prima di tutto se la collana stata effettivamente
consegnata al gioielliere.
- Che idiota! - esclamAllie. - Perchnon ci ho pensato og-
gi pomeriggio? Avrei potuto passare subito da Van Storen &
Chatsworth!
- meglio che tu lo faccia di mattina - suggerJupiter. -
Puoi telefonare da noi, se vuoi, cosnessuno ascolterla tua
conversazione. E domattina dobbiamo anche scoprire se l'in-
cidente occorso a Margaret Compton realmente legato ai mi-
steri della societcui appartiene tua zia. Ariel le avrman-
dato un serpente vivo?
- Zia Pat non lo farebbe mai! - protestla ragazza. Non
ha simpatia per quella donna ma non le farebbe alcun male.
Non augurerebbe al suo peggior nemico di aprire una scatola
e trovarci dentro un serpente!
E allora che cosa le avranno mandato?
Non lo so.
Fu Bob ad intervenire: - Ariel ha detto che tua zia non do-
veva preoccuparsi perchera tutto nelle mani di Belial. Ho
cercato questo nome tra i libri in biblioteca. Belial un de-
mone. Ariel ieri sera ha pure accennato ad un certo dottor
Shaitan. Mi sono documentato anche su questo e Shaitan un
nome che si da Satana.
Pete rabbrivid - Demoni e serpenti! Che bella compagnia!
Allie sedette, facendo scivolare manciate di sabbia fra le di-
ta: In che pasticcio si sarmessa zia Pat? mormor
Non lo sappiamo ancora - rispose Jupiter ma potrebbe
essere qualcosa di ben poco piacevole.





Il mattino dopo Allie eomparve alla ' Bottega del Reeupero"
molto presto, con un viso che diceva come avesse dormito ben
poco. I Tre Investigatori l'aspettavano nel piccolo ufficio.
Zia Pat in lacrime - disse. - Ariel dorme, tanto per eam-
~iare. Bentley sta lavando i vetri.

54 1 55
E zia Mathilda sta lavando i piatti - aggiunse Jupiter. -
Quindi puoi usare il telefono dell'ufficio per chiamare la gio-
ielleria.
Allie non se lo fece dire due volte. Sedette alla serivania,
eompose il numero di Van Storen & Chatsworth e si esibin
un'eeeellente imitazione della voee della signorina Osborne ehie-
dendo quando sarebbe stata pronta la eollana.
Aseoltla risposta in silenzio poi disse: - Benissimo, grazie
- e riattacc La collana lannunciai ragazzi. - Hanno
detto che ei vorranno pareeehi giorni e ehe la terranno fino
a che sapranno di poterla consegnare. Che sollievo!
- Allora in salvo - fece Jupiter. - E qualsiasi tipo di per-
sona sia il tuo domestico certo non un ladro. Ora diamoci
da fare per scoprire se effettivamente ieri un serpente com-
parso nella vita della signora Compton.
- Non pensi mica che Ariel gliene abbia messo uno in mac-
china, vero? - chiese Pete.
Allie rabbrivid
- Sarebhe una cosa che provocherebbe un incidente di sicuro
rispose Jupiter Jones. - Vedremo.
Che cosa pensate di fare? - chiese Allie.
- Io vado in biblioteca a documentarmi su serpenti, demoni e
culti strani - disse Bob.
- Pete ed io andremo all'ospedale a trovare la signora Comp-
ton - rispose Jupiter. - Hans deve fare un viaggio a Los An-
geles e ci darun passaggio
Allie si alze si avvialla porta dell'ufficio. - Allora io an-
dra casa a vedere come vanno le cose.
- Ti faremo sapere - disse Jupiter.
La ragazza saluted usc mentre Hans si fermava con il ca-
mion di fronte all'ufficio: - Pronti?

Jupe e Pete salirono vicino a lui. Per tutta la strada rimasero
in silenzio immersi nei loro pensieri. Arrivati a Vermont Bou-
levard, Jupe chiese al giovane bavarese di fermarsi davanti ad
un piccolo negozio di fiori. Compruna piantina di violette
africane e scrisse un biglietto da unirvi. Poi Hans li portfino
al Mercy Hospital.
- Volete che vi aspetti? - chiese. - Che cosa dovete fare, a
proposito?
- Dobbiamo parlare ad una signora di un certo serpente - ri-
spose Pete.
Hans strabuzzgli occhi.
- Niente paura, Hans - taglicorto Pete. - Non fare doman-
de, c'ben poco da sapere.
Jupe scese dal camion: - meglio che vada da solo. Per non
attirare troppo l'attenzione.
- Okay. Io rimango con Hans.
Jupe sallo scalone che conduceva all'ospedale reggendo la
piantina.
- La signora Margaret Compton puricevere visite? - chie-
se in portineria.
La donna sfoglivarie cartelle.
- Stanza 203, ala Est. L'ascensore in fondo al corridoio a
destra.
Jupiter la ringrazi percorse con la sua piantina in mano il
corridoio e saldi un piano con l'ascensore. Si arrestdavanti
all'infermeria, un alveare di attivitin cui vide un dottore che
stava telefonando, un inserviente che depositava un vassoio ca-
rico di minuscole boccette e una infermiera dall'aria occupa-
tissima.
Jupiter si schiarla voce: - Vorrei vedere la signora Marga-
ret Compton, stanza 203. Le visite sono ammesse?

56 57
L'infermiera alzil viso dalle carte che stava sfogliando: - Le
abbiamo appena dato un sedativo - rispose in tono duro.
- Oh! - Jupiter atteggiil suo viso rotondo e allegro ad un'e-
spressione di profondo sconforto. - Potrei tornare un'altra vol-
ta - disse in tono affranto - ma desidererei tanto vedere zia
Margaret oggi. Non sono andato al lavoro per questo e una
giornata di paga ormai persa.
- E va bene! Aspetta un momento. Fammi vedere prima se in condizioni di riceverti.
L'infermiera si allontanper il corridoio con un fruscio di
gonne inamidate e torndopo poco. -- sveglia. Puoi entra-
re ma non ti trattenere troppo. Ha bisogno di riposare.
Jupe le assicurche non si sarebbe fermato a lungo e si avvi correndo verso la camera 203. La porta era aperta: nell'unico
letto c'era una donna dal volto rotondo e poco espressivo, oc-
chi assonnati e una massa di capelli bianchi. Era immobiliz-
zata da un'imponente ingessatura che andava dal piede alla
vita.
- La signora Compton? - chiese Jupiter Jones.
Gli occhi pesanti della donna si fermarono sulla violetta afri-
cana che il ragazzo reggeva tra le mani: - Che pensiero gen-
tile! - mormor
- particolarmente bella - disse Jupe. Viene dal negozio
dove lavoro e il cliente che l'ha comprata ha insistito perch le venisse consegnata direttamente.
La donna cercsotto il cuscino il fodero degli occhiali: Il
biglietto, dammi il biglietto, per favore.
Jupiter appoggila pianta sul comodino e le porse il bigliet-
to. La Compton aguzzgli occhi e lesse: - ' Con i migliori
auguri per una pronta guarigione". Ebbe un'espressione per-
plessa. - Non firmato - disse.

Jupiter lo sapeva perfettamente.
- Come quella cosa di ieri - disse Margaret Compton. C'era
anche lun biglietto ma niente firma. cossciocco non fir-
mare.
- Forse posso aiutarla disse Jupiter. L'uomo che ha com-
prato la pianta era alto e magrissimo. Vestiva di nero ed era
molto pallido.
Hmmmmm - fu il commento di Margaret Compton, prossi-
ma ad addormentarsi.
Jupiter si arrovellava per trovare un modo di introdurre l'ar-
gomento-serpente nella conversazione. Improvvisamente Marga-
ret Compton si sollevleggermente sui cuscini. Strano! L'uo-
mo che mi ha portato ieri il piccolo cobra era un tipo del ge-
nere. Chisschi... chi...
-- Un cobra? - ripetJupiter.
S Un grazioso, piccolo...
Di nuovo la donna sembrsul punto di addormentarsi. Jupi-
ter si affrettad intervenire: - Un cobra? Che strano! Fa col-
lezione di rettili?
Gli occhi grigi si riaprirono. - No, no! Non un vero cobra! Un
braccialetto. Di solito non mi piacciono... - Per un secondo
sembrperdere conoscenza.
Di solito non le piacciono gli oggetti che riproducono ser-
penti? - incalzJupiter.
No. Mi fanno ribrezzo i serpenti. Ma questo era piuttosto
grazioso e me lo sono messo. Vorrei sapere chi me lo ha man-
dato. La mano della donna si allungverso il cassetto del
comodino. Te lo posso far vedere. nella mia borsa.
Jupiter april cassetto e le porse la piccola borsa che trov all'interno. La donna lottper aprirla, vi frugdentro:
Guarda. Non ..?
- Molto grazioso - fece Jupiter. Prese il braccialetto e lo ri-
girtra le mani. Era davvero grazioso, un cerchietto di metallo
dorato aperto in modo da permettere d'infilarlo con facilite
terminante con la piccola testa di un cobra. Minuscole scheg-
ge di pietre preziose o semi-preziose erano incastonate negli
occhi del rettile e dietro la testa il metallo si appiattiva ad imi-
tare il caratteristico cappuccio del cobra, decorato delicatamen-
te in smalto blu e verde.
Jupiter passle dita all'interno dell'oggetto e lo sentperfet-
tamente liscio. Lo portava ieri quando ebbe l'incidente?
-- S stato ieri? Sembra che sia passato tanto tempo... -
La donna giril capo con gli occhi chiusi. - Che cosa stupida!
Una ruota saltar fuori in quel modo!
- successo cos indagJupiter. -- Non c'stato nient'al-
tro? sicura?
Gli occhi si riaprirono. Certo. Solo la ruota. L'ho vista ro-
tolare sulla strada, poi il ponte e poi... poi...
Jupiter sentun fruscio alle sue spalle. Dalla porta l'infermie-
ra lo guardava severamente.
Vado disse. Restituil braccialetto alla signora Compton.
Spero che la pianta le tenga buona compagnia - disse piano
e lascila stanza.
- Ti avevo detto di non ferrnarti troppo - lo rimproverl'in-
fermiera.
- Mi scusi. Intendevo veramente fermarmi solo un minuto.
Ripercorse il corridoio fino all'ascensore, scese a pianoterra e
corse fuori.
Novit chiese Pete quando si ritrovarono. Ti ha detto
qualcosa d'interessante?
Eccome! Jupiter saldi nuovo accanto ad Hans con l'a-
micc-. - Mi ha anche fatto vedere il serpente.

- Un serpente? - Hans era stupefatto. - Vuoi dire che si portata un serpente in ospedale?
- Non un vero serpente, Hans - lo rassicurJupiter. - Un
braccialetto con la testa di cobra.
Forse nasconde qualche segreto - disse Pete. - I Borgia a-
vevano degli anelli capaci di contenere del veleno e un ago
che scatta~a fuori al momento di colpire un nemico.
Jupiter scosse il capo. - No, I'ho guardato bene. Non c'nien-
te. solo un braccialetto ma stato Hugo Ariel a consegnar-
glielo di persona. A parte questo, non c'erano altri serpenti
nella macchina della signora Compton al momento dell'inci-
dente. Una ruota si staccata e la macchina andata a sbat-
tere contro la spalletta del ponte. Ora, se qualcuno mi sa dire
come puun braccialetto far uscire di posto una ruota, sono
pronto a mangiarmi tutte le stufe che lo zio Titus ha appena
comprato! !





Quando Jupe e Pete fecero ritorno alla "Bottega del Recupe-
ro' ed entrarono nel laboratorio di Jupe, la luce sopra il tor-
chio lampeggiava: era il segnale che il telefono nel loro Quar-
tier Generale stava squillando.
- Pudarsi che sia Allie - fece Jupe. - Le ho dato il nostro
numero.
Pete spostla grata che nascondeva il Tunnel Due e s'infil nel tubo che portava alla roulotte. Quando Jupiter lo raggiun-
se era gial telefono.
-eva un serpente ma era solo un braccialetto - stava di-
cendO Pete. - Non puaverla ferita.
Pete tacque. La voce di Allie giunse fino a Jupiter, eccitatis-
sima.
- uscita una ruota dalla macchina continuPete. Nien-
t'altrO. Un normale incidente.
Allie rimase in silenzio per qualche secondo, poi disse qualco-
sa che fece rabbuiare Pete: - Ma siamo appena rientrati! -
protest
Il telefono mugoldi nuovo per un certo tempo. Pete sospir
prese un blocco di carta e scrisse un indirizzo. Poi disse:
Va bene A dopo cena - e riappese.
- Che succede? - chiese Jupiter.
- Allie chiamava dalla cucina della sua casa - disse Pete. -
Dice che Ariel e sua zia sono chiusi nella biblioteca e che
Bentley sta facendo dei conti. Bentley le ha dato delle lettere
di referenza Una di una signora di Brentwood che aveva do-
vuto lasciare la cittper il trasferimento del marito a Kansas
City e l'altra di un professore di Arcadia. Ha cercato di tele-
fonare a Kansas City ma il nome della donna non risulta sul-
I'elencO Ha tentato allora con il professore ma non ha pi telefono.
- Notizie poco rassicuranti - fece Jupe. Avrebbe dovuto
prendere informazioni prima di assumerlo.
- Ora vuole che lo facciamo noi - annunciPete. - Ha detto
a Bentley che doveva riempire un modulo per le Assicurazio-
ni e lui le ha dato il suo indirizzo: 1854, North Tennyson,
Santa Monica. Vuole che andiamo subito a controllare se ve-
ramente corrisponde al suo domicilio e naturalmente a cerca-
re di avere altre informazioni.
- E le hai detto che saremmo andati dopo cena?

62

Purtroppo! Se non mi sbrigo ad andare a casa, mia madre
mi concerper le feste!
Anche zia Mathilda sta cominciando a perdere la pazienza
disse Jupiter. - Penso che tu abbia ragione. Il momento mi-
gliore per andare a Santa Monica dopo cena.
Certo che Allie si sta abituando male... basta che dica '`a"
e noi scattiamo sull'attenti!!
E una nostra cliente gli ricordJupiter. Non avrebbe
dovuto assumere Bentley ma ormai l'ha fatto e ora vuole sa-
pere qualcosa su di lui. giusto, no? Chiamo Bob e gli dico di
trovarsi di fronte al supermercato alle sette. Ti va bene?
- Faril possibile.
Allora d'accordo.
E alle sette I Tre Investigatori pedalavano giverso Santa
Monica.
North Tennyson Place, una volta trovato con l'aiuto di una
carta stradale, risultun piccolo largo. Al 1856 c'era una vec-
chia casa con il tetto coperto di tegole rosse. Un cartello indi-
cava che il 1854, il numero dato da Allie, era sul retro.
Un appartamento ricavato da un garage dedusse Jupiter.
Scese per la via poi tornindietro annuendo: S cos
E allora, come si fa a scoprire se Bentley vive l chiese
Pete. Adesso dai Jamison.
Chiederemo dall'altra parte, al 1856. Potremmo essere, ve-
diamo... amici di suo nipote Freddie. Siamo venuti da West-
wood e volevamo dargli un saluto.
Pubastare per attaccare discorso approvPete.
Jupiter si diresse con decisione verso l'entrata principale del-
la casa e suon Attese un minuto poi provdi nuovo. Nes-
suno.
Bel risultato! - fece Pete.
Jupiter prese la bicicletta, tornsul retro e osservnuovamen-
te il garage
mmettiamo che Bentley viva realmente qui - disse. -
SpessO si pudire molto di una persona semplicemente osser-
vandO il posto che ha scelto per suo domicilio.
'uoi spiare ldentro?
Solo dare un'occhiata dalla finestra rispose Jupiter.
La cOS~l risultestremamente semplice. Una rampa esterna di
scale saliva dal garage ad un piccolo terrazzo. Qui, di fianco
a]la porta dell'appartamento, c'era una finestra con le persia-
ne aperte.
-he fortuna! Jupiter Jones schiacciil naso contro i ve-
tri.
Pete gli si af~iance Bob rimase a guardare alzandosi in pun-
ta di piedi dietro di loro.
L'ultimo raggio del sole calante brillava attraverso un'altra
finestra e cadeva sulla parete opposta al punto dove si trova-
vanO i ragaZziilluminando degli scaffali zeppi di libri. Vide-
ro n tavolo occupato da cartelle piene di fogli e altri libri,
una macchina da scrivere su un tavolino a parte, una sedia
gireVOle e una lampada a stelo. C'era anche un divano coper-
to di vecchia pelle marrone.
Sembra piun ufficio che un'abitazione osservPete.
Jupiter si allontandalla finestra: Al nostro uomo piace
leggere e scrivere riflett
Bob fece un fischio: Guardate un po' che titoli! Tra i libri
sul tavolo c'tregoneria, Medicina Popolare e Magia", un
lavoro appena uscito. arrivato in biblioteca questa settima-
na e costa 10 dollari e 95. Ha ancheWoodoo: Riti e Real-
t
--iente sui serpenti? chiese Pete

Jupe cercinutilmente di girare la maniglia della porta. Esa-
minallora la finestra. - Non chiusa - annuncie guard i due amici. Pete diede un'occhiata al cortile vuoto intorno al
garage e Bob esaminil campo dalla parte della casa.
- Se ci pescano ci mettono dentro - disse Pete.
- Non dobbiamo farci pescare. - Jupe alzil saliscendi della
finestra che si aprsenza rumore. Un attimo dopo era dentro
seguito da Bob e Pete.
Oltre ai libri di magia che Bob aveva riconosciuto sul tavolo,
i ragazzi videro gli scaffali pieni di pubblicazioni sui riti dei
popoli primitivi, dotti lavori sul folclore ed altre cose che trat-
tavano di magia nera praticata nelle cittmoderne.
- Quel tipo si sentirperfettamente a casa sua con la signo-
rina Osborne e Hugo Ariel - fu il commento di Pete.
- Se ha letto tutta questa roba ha tutta la mia ammirazione
- disse Bob. Ne ho sfogliato qualcuno oggi e sono dei bei
mattoni.
Dev'essere un'autoritnel campo delle scienze occulte fe-
ce Jupe. - Di solito gente cosnon si adatta ad andare a fare
il domestico.
Si chinsul tavolo e comincia leggere le targhette delle car-
telle messe in pile ben ordinate. Su una era scritto: '~Clienti
di Mara'`. Su un'altra: "Il Triangolo Verde'`. Una, pigrossa
delle altre, diceva:La Comunitdel Cerchio Inferiore"~
Chissche non si tratti della "nostra" e Jupe aprla car-
tella. - S
Cos' - chiese Bob.
Jupe prese in mano due fogli. Ci sono degli appunti che ri-
guardano la signorina Osborne. Bentley la trova un soggetto
interessante. Per esempio qui dice che negli ultimi dieci an-
ni ha appartenuto a pidi cinque diverse comunit che ab-

6a 65
bonata a riviste di astrologia e che una volta andata in In-
dia a studiare una certa filosofia. Il viaggio non durmolto.
La signorina Osborne non apprezzmolto i servizi igienici di
quel paese. C'anche un appunto che dice che si trasferita
nella casa di Rocky Beach in maggio e che lstata raggiun-
ta da Hugo Ariel.
Nient'altro? - chiese Pete.
Jupiter tirfuori un altro foglio. - C'un resoconto della
banca sulla situazione finanziaria della zia di Allie ed defi-
nita discreta. Certo non puessere considerata ricca.
- Bentley s'interessa di finanza? - chiese Pete.
Jupiter diede uno sguardo agli altri fogli. - Pare di s C'un
resoconto simile su Noxworth, il padrone della rosticceria. Ha
anche delle proprieta Los Angeles. Non pareva cosricco!
E la signora vestita di arancione? chiese Pete.
Madelyn Enderby, la parrucchiera? Jupiter scorse il fo-
glio cercando il nome. Ha appartenuto ad un certo numero
di comunit Il negozio di sua propriete le sue entrate an-
nue si aggirano intorno alle cinque cifre.. Ha un conto attivo
con un azionista di San Fernando Valley.
- Ci sono altre persone che conosciamo? chiese Bob.
La signora del negozio di alimentari disse. Dev'essere
un ramo che rende. Ha chiesto un mutuo per aprire un secon-
do negozio. Poi ci sono altri nomi che non ho mai sentito.
Magia e stregoneria Bob tocci libri sul tavolo e fi-
nanza.
Forse c'qualche nesso... disse Jupe.
Pete aprun cassetto. Era vuoto tranne per dei fermacarte ed
un minuscolo registratore. Sulla bobina era avv.~lto un nastro:
Mi piacerebbe averlo disse Pete. Si puportare tranquil-
lamente in tasca.

Bob prese in mano l'apparecchio. Bello fece. Funziona
con una batteria. Non c'bisogno di innestare spine. Schiac-
ciun bottone e si aprun piccolo scompartimento rivelando
un minuscolo microfono. Perfetto disse Bob. Una cosa
minuscola che si punascondere ovunque, con un microfono
estremamente sensibile. L'Intelligence Service probabilmente
non usa niente di piperfezionato.
Cosa ci sarregistrato sul nastro? chiese Jupiter. Non
potremmo sentirlo?
Bob maneggil'apparecchietto per un attimo finchriuscad
azionarlo. Vi fu prima un confuso ronzio e delle scariche, quin-
di I Tre Investigatori udirono una voce dire: 'Possiamo in-
cominciare" .
la voce di Ariel! esclamo Bob.
' Stasera non siamo al completo" continula voce. "Pudar-
si che non si riesca a far nulla. Come pudarsi che il dottor
Shaitan ci mandi il suo spirito. La voce del serpente purag-
giungerci da qualsiasi distanza.`'
Il registratore era messo in casa di Allie! disse Pete.
Doveva essere nascosto vicino alla stanza da pranzo de-
dusse Bob.
I ragazzi udirono la voce roca di Madelyn Enderby e il bron-
tolio di Noxworth, I'uomo della rosticceria. Udirono di nuovo
formulare da Pat Osborne il desiderio che Margaret Compton
venisse allontanata.
Poi, terribilmente nitido nel silenzio della piccola stanza, quel
suono. Il canto che aveva terrorizzato Marie e che aveva spin-
to Allie a chiedere il loro aiuto.
La voce del serpente disse Jupe.
Bob rabbrivide mise rapidamente il registratore sul tavolo
ma il canto continuimplacabile.

66 1 7
Il nastro arrivalla fine. L'insopportabile canto si smorz
Quando la piccola macchina tacque, Jupiter Jones si accorse
di aver freddo. La luce che aveva illuminato la stanza si era
spenta e si stava facendo buio.
E sulla soglia c'era un uomo, immobile. Bentley!





Santo cielo! esclamPete.
Bob fece un salto e con mossa veloce spense il registratore.
Jupiter Jones rimase fermo cercando nella mente qualche pos-
sibile spiegazione da offrire a Bentley, poi decise che non ce
n'era neppure una. Stavamo andando via disse.
L'uomo dai baffi spioventi rimase fermo sulla porta. - Pen-
savate di uscire come siete entrati? chiese. Siete passati
dalla finestra, vero? La voce di Bentley era colma d'ira.
Un'ira gelida, senza un briciolo di paura. Jupe vide che non
era piil mite domestico, ci sarebbe voluta la dinamite per
spostarlo dalla porta.
Ebbe, allora, un pensiero improvviso: Bob, dammi quel na-
stro.
Bob tolse la bobina dal registratore e la porse all'amico.
Quel nastro mio! disse Bentley.
Jupe glielo consegn Ci dica, Bentley, come ha fatto a re-
gistrare questi discorsi? Ha nascosto il registratore sul patio
la sera che la signorina Osborne riceveva i suoi ospiti?
L'uomo allora si mosse. Si spinse fulmineamente in mezzo al-
la stanza ed afferrJupiter per un polso.

Correte! -- gridJupe agli amici.
Bob e Pete corsero alla porta aperta. Jupe lasciandare il
nastro e con destrezza fece lo sgambetto a Bentley.
L'uomo perse l'equilibrio, imprecando. La bobina del nastro
volin mezzo alla stanza e Jupe, senza curarsi di raccoglierla,
si precipitfuori.
Bentley cercdi afferrarlo per la camicia che gli si lacerfra
le dita. Non tentdi seguire il ragazzo: rimase fermo sul ter-
razzo con il brandello di stoffa in mano a guardare i tre che
si slanciavano sulle loro biciclette e si allontanavano pedalan-
do frenetici.
Solo quando furono ben lontani da Tennyson Place, I Tre In-
vestigatori osarono fermarsi.
Chi nei pasticci ora, noi o Bentley? - chiese Pete. - Se
lui chiama la polizia possiamo sempre parlare del nastro e
delle carte che abbiamo scoperto.
- Il nastro e le carte possono facilmente essere nascoste o
anche distrutte - gli fece osservare Jupe. - Noi siamo colpe-
voli di penetrazione indebita in casa d'altri e Bentley ci ha
visto con Allie. Sa dove trovarci se vuole.
E allora che cosa facciamo? - chiese Bob.
- Ritorniamo al Quartier Generale, riferiamo l'accaduto alla
nostra cliente e aspettiamo. Pudarsi che non succeda nien-
te. Sappiamo che Bentley ha varcato indebitamente la pro-
prietdei Jamison per fare la registrazione della riunione di
Ariel e degli altri. Sappiamo anche che ha indagato sulla si-
tuazione finanziaria della signorina Osborne. Sarebbe abba-
stanza imbarazzante per lui se fosse costretto a darne una spie-
gazione, no?
-- un ricatto? - chiese Pete.
- Forse - ammise Jupe. - Andiamo a chiamare Allie.

68 1 69
- Poteva avvisarci che Bentley sarebbe andato a casa sua sta-
sera - brontolPete.
Probabilmente non lo sapeva.
Al Quartier Generale, le supposizioni di Jupe risultarono giu-
ste. Il telefono stava gisquillando proprio mentre entravano
nella roulotte ed era Allie Jamison.
- Oh ragazzi come mi dispiace! -- proruppe lei. Jupiter colle-
gsubito l'apparecchio con l'amplificatore in modo che anche
gli altri potessero seguire la conversazione.
- Bentley ci ha colto sul fatto - disse Jupiter senza pream-
boli.
- Mi dispiace - ripetla ragazza. Ho cercato di raggiun-
gervi ma eravate gipartiti. Mi ha detto di aver dimenticato
a casa una cosa che gli serviva. Non potevo certo bloccarlo!
- Magari ce l'avessi fatta! le disse Jupiter. - Ci ho rimes-
so un pezzo di camicia e lui ora sa perfettamente che lo stia-
mo sorvegliando. Probabilmente rimarrai senza domestico.
- Pensi che non ritorner
Jupe esit - Pudarsi che sia abbastanza sfacciato da tor-
nare -- disse - ma siamo penetrati in casa sua e abbiamo visto
abbastanza da farci sospettare che voglia cercare di ricatta-
re tua zia. Ha in mano la sua situazione finanziaria Inoltre,
era lui che si nascondeva nel garage quella notte. Su un suo
nastro c'registrato tutto.
impossibile -- fece Allie. - Nessuno potrebbe ricattare zia
Pat. a posto con tutto.
- Se cos perchsi preoccupa tanto dell'incidente capita-
to alla signora Compton?
Allie non rispose.
- A proposito, dov'tua zia?
- su che piange.

E Hugo Ariel?
In biblioteca, a fare non so cosa.
Hai udito ancora quel rumore?
No. C'un silenzio di tomba, immaginatevi che allegria.
Bene. Tieni gli occhi aperti disse Pete e facci sapere
se Bentley si rifvivo.
Ma Bentley non si ripresent Allie telefonpresto in casa
Jones il mattino dopo, per dire che non si era visto. Pitar-
di Jupiter e Bob tornarono a Santa Monica per rivedere la
casa di Tennyson Place. Le finestre erano chiuse e Jupe suo-
nil campansllo della casa accanto. Una donna dai capelli
arruffati aprla porta e disse a Jupe che non era possibile
consegnare nulla all'inquilino del garage perchera partito.
Aveva traslocato quella mattina stessa e non aveva lasciato
alcun indirizzo.
Sa con quale ditta abbia fatto il trasloco? chiese Jupe. -
Al negozio dove lavoro rimasto un suo conto in sospeso.
Ha fatto tutto da srispose la donna. Si procurato
non so dove un furgone e ha portato via le sue cose
Jupe la ringrazie tornda Bob che lo aspettava sul mar-
ciapiedi. Penso che per un pezzo non avremo pinotizie di
Bentley annunci Non so dirti se mi fa piacere o no.





Comincio a sentire la mancanza di Bentley disse Allie il
terzo giorno dopo la scomparsa dell~uomo. Almeno avevo
qualcuno intorno. Adesso zia Pat rimane seduta tutto il gior-

70 71
no in camera sua a meditare o scende nel patio per non fare
niente di diverso. Ariel le ronza intorno senza toglierle gli oc-
chi di dosso.
Anche adesso?
- Noin questo momento andato a farsi tagliare i capelli.
Di che cosa parlano? chiese Jupe. Era appoggiato con la
ragazza allo steccato dietro a casa Jamison e guardavano il
cavallo di Allie.
- Non parlano affatto.
Ho paura che tua zia sia coinvolta in qualche faccenda po-
co piacevole. Bob ha fatto delle ricerche sulla stregoneria e
molte delle cose che tua zia solita fare si ritrovano sui libri
che ne parlano, come tracciare un cerchio con un coltello. Pa-
recchie formule per invocare spiriti e fare incantesimi com-
prendono l'accensione di candele...
- Sono giorni e giorni che non lo fanno pi- disse Allie.
- L'asta dei beni di Castillo sarla prossima settimana. Tua
zia intende parteciparvi? La signora Compton certo non sar la contenderle la sfera di cristallo.
No, quella poveretta per parecchi mesi dovrrimanere im-
mobile. Ha una gamba fratturata in due punti. Ma non credo
che zia Pat abbia fatto alcun programma. Non parla. Non fa
che chiamare ogni giorno l'ospedale per sapere come sta la
signora Compton pur senza parlarle direttamente. Si limita a
chiedere notizie all'infermiera.
Ailie si gira guardare il viale che portava alla casa. Una
limousine nera stava entrando. Ne uscun autista che apr lo sportello posteriore per far smontare un signore vestito ele-
gantemente con pantaloni a righe e giacca sportiva. Nelle ma-
ni guantate portava un pacco.
Jupe sbarrgli occhi, sorpreso. Tipi del genere non si vedeva-
no spesso a Rocky Beach, soprattutto alle sette di mattinal
Allie socchiuse gli occhi: - Van Storen & Chatsworth! - an-
nunci - Gente troppo di lusso per muoversi per una conse-
gna da poco. Credo che la collana di mia madre sia tornata
a casa. Che ne dici di entrare in casa e vedere cosa sta suc-
cedendo?
Jupe passcon lei dalla cucina. La signorina Osborne era in
entrata e stava ricevendo il pacchetto dalle mani del visita-
tore. Jupe notche il suo abito viola era stropicciato e legger-
mente macchiato come se lo portasse da parecchi giorni o co-
me se avesse rinunciato ad occuparsi del suo abbigliamento.
Le sue mani tremarono leggermente mentre tendevano una ri-
cevuta all'uomo inviato dai famosi gioiellieri.
- Allie, cara! - gridcon voce innaturalmente acuta. - Buon
giorno, Jupiter!
L'uomo risalin macchina e part
- La collana di tua madre, cara - disse la signorina Osborne
alla nipote. - Vuoi aprire il pacchetto e vedere se hanno fat-
to un buon lavoro?
Allie in silenzio lacerla carta bianca ed aprun astuccio
ricoperto di pelle verde scuro. All'interno, adagiato su un letto
di velluto bianco, c'era il gioiello: era composto di pidi cen-
to diamanti che lanciavano una luce fredda e bianchissima.
- Che ne dici? - chiese la ragazza a Jupe.
- E un gioiello che ha una storia, mio caro - fece zia Pat.
- E che pesa da matti - aggiunse Allie. - Mia madre si bu-
sca un torcicollo ogni volta che lo mette. - Chiuse l'astuccio.
- Io preferisco le perle. Quando le porti non c'bisogno di
avere una guardia del corpo armata sempre alle costole.
La signorina Osborne fece un passo verso la vetrata: - C' una macchina laggi
il lupo mannaro che ritorna dal barbiere le rispose la
nipote.
- Metti subito la collana di tua madre nella cassaforte - dis-
se rapidamente la signorina Osborne.
Si sentuno sportello sbattere. Zia Pat guardfuori e nascose
le mani tra le pieghe del vestito. - Fa' in fretta, cara.
Okay, zia Pat. - Allie salal piano di sopra evitando per
un pelo Hugo Ariel che entrava lasciando una scia profuma-
ta di lozione per capelli.
Allie riapparve in cima alle scale a mani vuote: Ci sentia-
mo pitardi - lancia Jupiter.
- D'accordo - rispose il ragazzo e lascila casa.
Per il resto della giornata Jupiter ebbe da fare ma si tenne
sempre nelle vicinanze del laboratorio da dove poteva control-
lare se il telefono del Quartier Generale squillava. Allie chia-
malle cinque.
- Che cosa hai pensato della scena di zia Pat? gli chiese.
- Ben recitata. Ma in ogni modo era chiaro che non voleva
che Hugo Ariel sapesse che oggi la collana era stata conse-
gnata.
- Deve aver chiamato i gioiellieri dopo che Ariel ha preso
appuntamento dal barbiere, facendo apposta il possibile per-
chlui non fosse presente alla consegna. Ma se cosmale-
dettamente importante tenere quel tipo lontano dalla collana,
perchse l'fatta riportare a casa? Avrebbe potuto chiedere
a Van Storen & Chatsworth di tenerla fino al ritorno di mia
madrc.
- A meno che non le serva - azzardJupiter.
- Coosa? - gridAllie. - Ci si provi! di mia madre!
-- vero. E dal momento che di tua madre e che tu cono-
sci la combinazione della cassaforte, non dovresti avere diffi-
colta portarla via. L'affideresti a I Tre Investigatori per qual-
che giorno? Vorrei assicurarmi di una certa cosa. Potresti far-
la uscire di casa senza destare l'attenzione?
Allie non ebbe esitazioni. Ho un poncho che porto quando
vado a cavallo. Ci potresti nascondere sotto anche un coni-
glio vivo.
- Perfetto. Allora porta qui la collana appena puoi. Sarpi al sicuro. Ti aspetto in laboratorio. Ora ti lascio perchvo-
glio chiamare il nostro amico Worthington. Domani avremo
bisogno di lui.
Allie arrivdai Jones prima delle sei e aveva con sl'astuc-
cio di pelle verde. Jupe lo prese e dopo che la ragazza fu an-
data via, lo nascose in un cassetto della scrivania del Quar-
tier Generale. Il mattino dopo. di buon'oracomparve Worth-
ington con la Rolls-Royce.
E una grossa responsabilitignorino Jupiter disse quan-
do Jupe gli a﹚idl'astuccio. Una collana che una volta ap-
partenne ad un'imperatrice!
Sei l'unico che pufarlo Sembrerebbe molto strano se lo
facessi io o Bob o Pete.
Worthington annu Sarmolto prudente promise. Do-
vrei essere di ritorno intorno alle due.
Erano quasi le due quando Worthington ritorn Jupe lo a-
spettava sul cancello e lo condusse al laboratorio. Lo aspetta-
vano anche Allie, Bob e Pete, seduti su una cassetta rove-
sciata.
Signorina Jamison incominciWorthington sedendosi sul-
la sedia di Jupiter. Aprl'astuccio di pelle verde, tirfuori
la collana e se l'appoggisu un ginocchio: bellissima,
ma non ha alcun valore.
Non ha alcun valore? proruppe Allie. Ma la collana
di mia madre! Apparteneva all'imperatrice Eugenia e il suo
valore inestimabile!
Worthington appariva dispiaciuto: Mi dispiace, signorina,
ma non la collana dell'imperatrice Eugenia. un'imitazio-
ne. Sono andato da tre esperti dicendo che ho trovato il gio-
iello tra gli effetti di una parente morta di recente. Mi han-
no detto di non provare nemmeno ad assicurarla dal momento
che non si assicurano falsi.
Falsi? - Allie sembrava llper scoppiare in lagrime. - Me
la dia! - Worthington le tese la collana.
- Intendi discuterne con tua zia? - chiese Jupiter in tono pa-
cato
- Discuterne, tu dici? Vado a casa di corsa e le ficco al collo
questa roba, poi l'obblighera dirmi che cosa ha fatto con
la collana autentica.
Puoi giimmaginarlo fece Jupiter. L'avevi pensato an-
che tu come la cosa pisaggia che avrebbe potuto fare. Ha
richiesto un'imitazione a Van Storen & Chatsworth, ordinando
loro di tenere l'autentica in custodia fino al ritorno dei tuoi
genitori.
Allie torna sedersi sulla cassetta. Chi avrebbe immagina-
to che la zia fosse tanto furba.. Allora la collana dovrebbe
essere in salvo!
Ma~perchsi sarfatta fare un'imitazione? chiese Pete.
Per farne cosa?
Allie si fece seria. Tutta questa faccenda deve aver a che
fare con Ariel. Zia Pat stata troppo accorta a fare in modo
che lui non la vedesse.
- Avrpaura che gliela rubi? azzardBob.
Magari! Lascia che la rubi! Magari se la prendesse e spa-
risse dalla circolazione!

Non credo che si tratti solo di un possibile furto - inter-
venne Jupiter. - Credo che la faccenda della collana abbia a
che fare con l'incidente della signora Compton, la loro comu-
nite il potere del serpente che canta.
- L'hai pisentito, Allie? - chiese Bob.
- No. A casa nostra non canta nessuno.
Hai paura?
S un po'.
- Non penso che tu sia in pericolo - la rassicurJupiter. -
FinchAriel non ti considera una minaccia non ti degner della sua attenzione. Bentley potrebbe preoccuparti un poco,
ma non un tipo violento.
- Non ho paura per me stessa - disse la ragazza. - Perch dovrei? Per loro non sono che una bambina noiosa. Ho paura
per zia Pat. Stasera lei ed Ariel vanno ad una di quelle riu-
nioni. Li ho sentiti parlare stamattina. Ariel ha detto che il
dottor Shaitan riuniva il gruppo a Torrente Canyon e che lei
doveva assolutamente andare. Zia Pat non vuole e ha pianto
un bel po'. Perci andr
Benissimo! - esclamJupiter.
Come benissimo? - gridAllie. - orribile. Non soppor-
to di vederla in questo stato.
- Temo che fino a quando non avremo scoperto il segreto
della comunitnon la vedrai in uno stato migliore - disse Ju-
piter.
- Worthington, potresti...?
- Farcon molto piacere un altro giro dalle parti di Torren-
te Canyon - terminl'autista.
- Vengo anch'io! - disse Allie.
- Allie, per favore! - protestPete.
- mia" zia! - dichiarla ragazza. - C'di mezzo la colla-

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na di "mia" madre e Ariel vive sotto il "mio" tetto. Devo ve-
nire anch'io. Worthington, dove ci vediamo stasera?
- Pensavo.. al parcheggio di fronte al Mercato.
- Bene. A che ora?
-- Va bene alle sette e mezzo, signorina?
- Perfetto. Arrivederci a quell'ora. - Allie usca grandi pas-
si, nascondendo la collana sotto il poncho.
- Una ragazza decisa - osservWorthington.
I Tre Investigatori non lo contraddissero.





Worthington non dovette cambiar idea su Allie quella sera. La
ragazza lo aspettava con I Tre Investigatori quando lui ap-
parve di fronte al Mercato alla guida della sua Ford grigia.
Era sufficientemente calma ma con un'espressione sul volto che
dimostrava la sua determinazione ad agire. - Voglio entrare
in quella casa - dichiarmentre Worthington le apriva lo
sportello.
- S signorina.
- Ci entreremo - le promise Jupiter. - Abbiamo preparato
un piano.
- Cio
- Aspetta e vedrai.
Allie dovette aspettare un bel po'. Quando arrivarono a Tor-
rente Canyon, trovarono la strada, di fronte alla casa circon-
data dall'alto muro, completamente deserta. - Bene! - escla-
mPete. - Siamo i primi!

Worthington parcheggidietro alla casa e Bob uscsubito dal-
la macchina. - Mi apposto dietro a quel cespuglio di oleandri
di fronte al cancello.
Va bene disse Jupe.
Bob si mosse verso la casa ed era al suo posto di guardia
quando vide la prima macchina arrivare.
Era Madelyn Enderby che smont raggiunse il cancello e pre-
se il telefono nascosto nella nicchia scavata nel muro. Bob
stava per abbandonare il suo nascondiglio quando apparve la
Corvette rossa. Al volante c'era Hugo Ariel. Alla luce del cre-
puscolo riusca malapena a riconoscere la signorina Osborne.
Aveva il capo chino e si asciugava gli occhi con un fazzolet-
to. Ariel l'aiuta smontare dall'auto. Si sentlo scatto del-
I'apricancello e i tre entrarono.
Pochi minuti dopo venne a fermarsi luna Cadillac azzurra.
Bob vide un uomo magro dai capelli castani andare al telefo-
no: facendo attenzione a non fare il minimo rumore, uscdal
suo nascondiglio e si avvicinal cancello.
L'uomo taceva con il microfono appoggiato all'orecchio, poi
disse: Scenderal cerchio inferiore.
Riappese e si gir Buonasera gli disse Bob. Sto cercando il numero 1843
di Torrent Circle.
Questo non Torrent Circle rispose l'uomo. E Torrent
Canyon Drive. Ha sbagliato strada.
L'apricancello scatt L'uomo sorpassBob, april cancello
ed entr
Bob ritornalla Ford di Worthington. Scenderal cerchio
inferiore - disse.. L'uomo al telefono dice "La notte buia~
e bisogna rispondereScenderal cerchio inferiore".
La parola d'ordine! esclamAllie.

78 1 79
Tieni gli occhi bene aperti - disse Jupe a Worthington.
Vi aspetto qui promise l'autista.
I tre ragazzi seguirono Allie fino al cancello. Jupiter alzil
ricevitore e l'appoggiall'orecchio.
- La notte buia disse una voce roca.
-- Scenderal cerchio inferiore - rispose Jupe, facendo del
suo meglio per rendere la voce pibassa possibile.
La comunicazione s'interruppe e Jupe riagganci Un attimo
dopo l'apricancello scatt Pete girla maniglia ed entrarono
con la massima facilit
Sentirono il cancello chiudersi alle loro spalle. Quando Bob
cercdi riaprirlo dall'interno, non si mosse.
C'un pulsante nascosto fra l'edera, a destra - disse Pe-
te. La notte che sono caduto dal muro ho visto che quel-
I'energumeno l'ha schiacciato per aprire e sbattermi fuori.
Bob sbircifra le foglie del rampicante: Lo vedo
Non toccarlo si raccomandJupiter. Potrebbe azionare
qualche sistema di allarme. Sappiamo dov' Ce ne serviremo
se saremo costretti ad uscire di corsa.
Su! incitAllie. Sbrighiamoci ad entrare in casa.
No, invece dobbiamo aspettare le disse Jupe. Se la riu-
nione di stasera come quella delle altre volte. deve ancora
arrivare della gente.
Aveva ragione. Nascosti in un angolo d'ombra. i ragazzi e Al-
lie videro il cancello aprirsi e chiudersi ancora pivolte per
far entrare nuovi visitatori. Dopo un quarto d'ora circa, altre
otto persone avevano percorso il viale che conduceva alla
casa.
Otto, piMadelyn Enderby, la signorina Osborne. Ariel e
il tizio che risponde al telefono calcolo Bob. Fa dodici.
Io stesso numero dell'altra sera. C`hissse sono tutti.

Era proprio cos Passati dieci minuti senza notare altro mo-
vimento al cancello, i tre decisero di avviarsi.
- Teniamo gli occhi bene aperti - disse Pete. - Non mi an-
drebbe di rivedere quel bel tipo che a guardia di questo
posto. - Si allontanarono silenziosamente dal cancello. Quan-
do furono abbastanza vicini alla casa, videro che una lama di
luce brillava attraverso le tende che erano state tirate davanti
ad una lunga finestra. Se ne tennero lontani portandosi con
circospezione sul retro della casa.
- C'una porta - bisbigliJupiter. Striscinel buio, badan-
do a non inciampare in qualche scalino invisibile. Cerca
tastoni una maniglia, la trovma la porta era chiusa.
Allie fece qualche passo indietro e alzlo sguardo. - Lass - mormor - C`'una finestra e mi sembra aperta. cosal-
ta che probabilmente non si curano di tenerla chiusa come il
resto.
Saruna dispensa o un guardaroba - disse Jupe. Poi, guar-
dando in su con aria dubbiosa: - molto piccola.
Io ci posso passare disse Allie.
No, tu no intervenne Bob. Non sei abbastanza magra.
Tu s Bob - fece Jupe. Prova, ma sii prudente.
Non vi preoccupate.
Pete si appoggial muro e Bob gli salsulle spalle.
aperta? chiese Allie.
Jupe la zitte rimasero in ascolto. Si sentil rumore di assi
di legno che scorrevano su se stesse, un mugolio di Bob che
si drizz entrdalla finestra e spar Passforse un minuto.
Poi la maniglia girsilenziosamente e la porta si apr
Venite - bisbigliBob. Devono essere tutti chiusi in qual-
che stanza.
Gli Investigatori ed Allie attraversarono in punta di piedi una

80 81
cucina, guidati da un debole fascio di luce. Sulla porta si fer-
marono, trovandosi davanti ad una vasta sala d'entrata. A si-
nistra intravidero uno scalone e a destra una porta ad ar-
co. La luce veniva da l
Jupe arretr Dalle finestre senza tende arrivava il raggio del-
la luna attraverso le fronde degli alberi. Jupe distinse a ma-
lapena la sagoma di una cucina a gas. Poi sentlo sgocciolio
di un rubinetto e vide una seconda porta. Appariva come una
voragine nera scavata nella parete.
ToccBob su una spalla e gliela indic Bob annu Jupe pre-
se Allie per un braccio e la guidnell'oscuritd'inchiostro.
Gli altri due li seguirono.
Dovevano procedere lentissimamente, a tastoni, incontrando
lungo il percorso oggetti strani. Pete sfiorcon una mano qual-
cosa di morbido velluto: era un divano.
Finalmente videro una pallidissima luce. Veniva dalla fessura
sotto ad una porta. Jupe abbandonil braccio di Allie, mosse
due passi avanti e fece scivolare le dita sul legno fino ad in-
contrare una maniglia. La girsenza rumore. Socchiuse la por-
ta di pochi centimetri.
La comunitriunita disse una voce nota. Era Hugo
Ariel.
Jupe aprla porta un po' di pie gli altri gli si accostaro-
no per vedere. Distinsero una stanza in cui lunghe candele
nere brillavano in candelieri d'argento. Nel mezzo una gran-
de tavola rotonda coperta da un drappo nero e intorno ad
essa dodici persone in piedi dietro alle loro sedie. Hugo Ariel
doveva essere a capo tavola. Davanti a lui una sedia che ave-
va l'aspetto di un trono con dei cobra dorati scolpiti nel le-
gno attorno ai braccioli e al di sopra dello schlenale. Accanto
al trono Pat Osborne, con un'aria terribilmente abbattuta.

I presenti erano immobili in attesa, nel buio. Le pareti e le
finestre erano coperte da tendoni neri che ondeggiavano sini-
stramente. Ariel, dietro al trono, fece un piccolo movimento:
- La comunitriunita ripet
I ragazzi ed Allie udirono dei passi sulle scale. Di fronte alla
loro porta socchiusa passun'ombra. Sotto la porta ad arco
si fermqualcuno vestito di un lungo mantello nero che en-
trnella stanza e anda mettersi a capo tavola, prendendo
posto sul trono dei serpenti. Per la prima volta Jupe e gli al-
tri riuscivano a vederlo distintamente e Pete soffoca stento
un'esclamazione.
Se Hugo Ariel era pallido, questo era cadaverico. Il suo viso
era cosbianco che sembrava splendere ed ondeggiare con-
tro il nero del suo abbigliamento. Anche i capelli erano na-
scosti da un cappuccio nero aderente alla testa.
L'uomo si strinse nel mantello con mani di un bianco fosfo-
rescente e chinleggermente il capo.
I presenti sedettero.
I'uomo sul trono battle mani due volte. Hugo Ariel si al-
Iontano un momento dal suo posto per ritornare con un vas-
soio. Su di esso c'era una coppa d'argento che Ariel offral-
l'ultimo arrivato.
Belial ci conceda i suoi favori! disse l'uomo. E portla
coppa alle labbra.
Moloch ci ascolti! rispose un coro dl voci.
L'uomo porse la coppa a Pat Osborne che la prese e con voce
quasi tremante di pianto ripet Belial ci conceda i suoi
favori.
Bevve e passla coppa al suo vicino mentre gli altri ripete-
vano l'invocazione a Moloch.
Di nuovo vennero implorati i favori di Belial, di nuovo fu in-

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vocato Moloch, finchla coppa ritorntra le mani dell'uomo
seduto sul trono che la riconsegnad Ariel.
Ariel allora portun piccolo braciere a quattro zampe e lo
depose di fronte all'uomo dal cappuccio nero che si alz pro-
tese le mani al di sopra dei carboni accesi e grid - Asmo-
deus, Abaddon ed Eblis, ispirateci!
Ariel gli offrun piatto d'argento. L'uomo fece cadere qual-
cosa da questo nel braciere e una colonna di fumo, insieme
ad un profumo dolce e penetrante, inondla stanza.
- Belial ascoltaci! - implorl'uomo. - Mandaci il potere del
serpente a proteggerci. Facci udire la tua voce!!
L'uomo rimase immobile. Nessuno si mosse e in quella immo-
bilitAllie e i ragazzi udirono alzarsi il suono tanto temuto.
Qualcuno o qualcosa cantava. Allie fece uno scatto, come se
volesse scappare, ma Jupe la trattenne per un braccio.
Il suono crebbe di tono, si alzsenza parole, quasi penetran-
do nella carne, nelle ossa.
L'uomo dal mantello nero prese nuovamente qualcosa dal piat-
to e la gettnel braciere. Si alzdi nuovo il fumo profumato
d'incenso e nella sua massa videro qualcosa muoversi!
Bob trattenne il fiato d'istinto.
Belial ci ha concesso il suo favore! proclaml'uomo. -
Il serpente immortale tra noi!
Gli spettatori silenziosi tremarono nel vedere la cosa che on-
deggiava in mezzo al fumo. Era un grossQ cobra, uno scintil-
lio di verde e di blu, un cappuccio, due occhi rossi luccicanti.
Il suono continufinchnon fu un qualcosa d'indefinibile ma
d'insopportabile che fece provare a Jupiter l'impulso di tap-
parsi le orecchie. Finalmente, fortunatamente, comincia ca-
lare di tono. Il fumo si dirad il terribile serpente svan Il
suono cess Era finito.

L'uomo dalla cappa nera sedette sul trono: - Il bene di uno
di noi il bene di tutti - sentenzi - Uniamo le mani.
Pat Osborne aveva lo sguardo fisso in avanti ma depose una
mano sul tavolo. L'uomo la prese.
Jupiter fece un cenno a Pete. Dei passi echeggiarono sulle
scale e un'ombra scura tolse la visuale ai ragazzi. Era il gros-
so guardiano che aveva scoperto Pete la sera dell'incidente del
muro. Era entrato nella stanza e fissava l'uomo che svolgeva
il suo rito. Dopo un attimo avanz lo raggiunse e gli bisbi-
gliqualche parola all'orecchio.
Impossibile! - esclaml'altro. - Ci siamo tutti.
- Dovremmo essere tredici - insistl'altro. - La signorina
Enderby, il signor Ariel e la signorina Osborne sono venuti
insieme, gli altri sono arrivati uno alla volta. Ma io ho aper-
to il cancello undici volte. Ci dovrebbe essere un tredicesimo
membro!
L'uomo si alzdal trono. - Pare che qua dentro ci sia qual-
che spia - annunciai presenti. - La riunione sciolta. Vi
richiamerappena possibile.
~li Investigatori si tirarono indietro e Jupiter richiuse silen-
ziosamente la porta. - Ci cercano - bisbigliPete.
Vi fu un rumore di sedie smosse nella stanza dei riti e un mor-
morio confuso di voci.
- Per - disse Jupiter piano. - Il guardiano sa contare!
- Sbrighiamoci! - raccomandPete. - Tra poco cercheran-
no dappertutto!
- Andate voi - disse Jupiter Jones.
- Scherzi?
- No. - La voce di Jupiter era cosbassa che gli altri riusci-
vano a stento a sentirlo nel rumore che facevano i membri
della comunitnel partire. - Uscite da dove siamo entrati. Fa-
te rumore. Montate sul muro. Mettete in azione il segnale d'al-
larme. Fate in modo che pensino che siamo scappati tutti a
gambe levate. Poi raggiungete la macchina e dite a Worthing-
ton che arriveral Sunset appena possibile.
- Bene, Jupe, ma sta' attento - disse Bob.
- D'accordo.
Udgli amici sgattaiolare fuori dalla cucina, poi la porta che
si apriva e veniva richiusa con un colpo sordo. Uddelle grida
provenire dall'esterno. Allie mandun urlo cui segula sire-
na d'allarme. Le luci si accesero nel giardino e dalla strada
giunse il rombo delle macchine che si allontanavano.
Jupe attese. Ben presto tornil silenzio, quello di una casa
vuota. Jupiter aprla porta, si guardintorno, poi corse nella
stanza dei riti dove si nascose dietro ai drappi neri. Dopo po-
co uddei passi sul viale. Gli abitanti della casa entrarono e
chiusero la porta.
- Soltanto dei ragazzacci curiosi - disse una voce.
- Sono cose che riguardano te, Max - disse un'altra voce,
quella dell'uomo che aveva occupato il trono. - Certo hanno
scavalcato il muro.
Jupiter Jones sorrise tra s Bob, Pete e Allie erano in sal-
vo e ora lui era deciso a scoprire tutto il possibile!



ls


Jupiter trovuna piccola lacerazione nei drappi neri appesi
attorno alla stanza dei riti. Rimase immobile dov'era per non
rivelare la sua presenza ma con le dita lavorin modo da al-
largare il buco. Ben presto riusca vedere nella stanza e scor-
se l'uomo chiamato Max toccare un interruttore vicino alla
porta. Una luce si accese.
Jupiter trattenne un'esclamazione. La stanza che al buio era
sembrata piena di un suo fascino seppur macabro, illuminata
era tutta diversa. Il fascino era scomparso. Jupe si accorse
che il drappo sul tavolo era coperto di polvere e che quelli
alle pareti erano di stoffa scadente e sdrucita. I candelieri di
argento ammaccati in pipunti e ossidati.
Se la stanza era squallida, anche i due uomini avevano un
aspetto altrettanto cadente. L'uomo dai capelli grigi, quello
che aveva sbattuto Pete fuori dal parco, in quel momento sta-
va girando da una candela all'altra soffiando sulle fiamme an-
cora accese. Rughe profonde gli solcavano il viso, la figura
era pesante e il doppio mento gli ricadeva sul collo della ca-
micia scura.
Il suo compagno si era riseduto sul trono e accarezzava di-
strattamente uno dei cobra che ornavano un bracciolo. Aveva
spinto all'indietro il suo sedile per poter meglio appoggiare
i piedi sul tavolo. Alla luce Jupiter scoprche il suo pallore
non era naturale ma frutto di una crema verdastra, gessosa,
spalmata attorno alla bocca e al naso.
Quel sistema del telefono al cancello un fallimento disse.
Max findi soffiare sull'ultima candela e anda sedersi pe-
santemente su una sedia. - Senti disse. Potrei stare al can-
cello a controllare chi entra ma non servirebbe a niente. Non
ce la si fa con i ragazzi. Entrano dove vogliono e parlano. Or-
mai qui ci hanno scoperto. Perchnon ci trasferiamo da
un'altra parte? Potresti aver successo come dottor Shaitan a
San Francisco o a San Diego o a Chicago. Andiamocene pri-
ma che sia troppo tardi.

86 87
Ma Max, il bello deve ancora venire! - protestil cosid-
detto dottor Shaitan.
Si alze abbassil cappuccio nero facendo quasi scoppiare
Jupe in una risata. Il gran sacerdote della strana setta ave-
va capelli di un rosso fuoco. Un momento dopo il cappuccio
venne staccato e gettato da una parte. L'uomo trasse un faz-
zoletto e se lo passsulla faccia impastata dal trucco. Il suo
volto riprese un colorito naturale.
Devi proprio farlo qui? brontolMax. - Stai sporcando
dappertutto.
- Sto pensando. Il dottor Shaitan rigirava il fazzoletto tra
le mani. - C'voluto un certo tempo per raggruppare que-
sto branco di polli. La Enderby arrivata puntuale come un
orologio quando la sua padrona andata a Dubuque e il vec-
chio Robertson ci ha fatto una splendida donazione quando il
potere del serpente che canta venne invocato per impedire a
quell'imprenditore edile di costruire un alto edificio vicino al-
la sua casa. Pat Osborne non ha ancora pagato ma lo fare
sarun bel colpo. Se ne occuperHugo Ariel.
Un colpo cosbello che forse non sapremo come fare a
piazzare'la cosa'`...
Sappiamo sempre come fare. Basta sapere dov'il mercato.
Sorrise: Ellis ha fatto un bel lavolo con quella Compton.
Nessuno ha avuto dei sospetti. Hai osservato la Osborne, sta-
sera?
- Distrutta.
- Eccome! E lo sarancora di pise non si sbriga a fare la
sua offerta. Noxworth non un tipo da spaventarsi cosfa-
cilmente navrtanti rimorsi di coscienza. Nel suo caso non
c'da agire in quel modo. Avremo la nostra ricompensa in
contanti e subito. Bastervincere per lui la concorrenza e ci
sarriconoscente. Sarebbe giun buon motivo per non muo-
verci di qui.
Max fece una smorfia: - Le cose per cui quegli idioti si dan-
no tanta pena mi sbalordiscono. La Osborne vuole disperata-
mente una sfera di cristallo che appartenuta ad un attore
e Noxworth non sopporta che il negozio di fronte a lui attiri
piclienti che la sua rosticceria. Ha tanti di quei soldi da non
sapere da dove incominciare a contarli, perchsi preoccupa
tanto?
- Non per il denaro - decretShaitan. - il potere. Que-
sta gente vuol credere di aver potere e noi li convinciamo che
vero.
Come pensi di convincere Noxworth? Farai capitare anche
al suo concorrente un incidente di macchina?
L'altro intreccile dita e rimase a fissarlo con aria penso-
sa: - Non hai proprio immaginazione, Max. No, il serpente
che canta agirin modo diverso per Noxworth. Forse sarpi rischioso ma funzioner E in ogni modo, Noxworth parteci-
perdirettamente alla cosa perchnoi gli faremo consegnare
il serpente personalmente e faremo sche sia testimone al ri-
sultato. Reagiresattamente come la Osborne.
Il dottor Shaitan sbadigli - Sono stanco morto disse.
Vado a letto. Si alze si diresse verso le scale.
Hai lasciato la tua cappa disse Max.
- La prenderdomattina.
- Marmotta! - brontolMax. Si alza sua volta e andalla
porta. L'interruttore della luce scatte il pianterreno della
casa di Torrente Canyon cadde nell'oscurit Jupe udMax
seguire il gran sacerdote su per le scale, poi una porta sbat-
tere e un rumore d'acqua che scorreva nei tubi.
Jupiter uscdal suo nascondiglio e in punta di piedi lascila
stanza dei riti. Raggiunse la cucina e con grande gioia trov che il dottor Shaitan e il suo socio avevano dimenticato di
chiudere la porta che dava all'esterno. Uscsenza far rumore
e si diresse al cancello. Si voltindietro e vide che parecchie
finestre del primo piano erano illuminate. L'ombra di un uo-
mo si stagliava nitida dietro ad un vetro. Jupiter sorrise: il
dottor Shaitan aveva la testa piegata all'indietro: certo stava
facendo i gargarismi!
Pensche gli sarebbe piaciuto avere una fotografia del demo-
niaco gran sacerdote intento al rituale prima di andare a let-
to. Poi fu accanto al muro e cercal raggio della luna il pul-
sante che apriva. Quando lo sentsotto alle dita trasse un pro-
fondo respiro e premette. Il segnale d'allarme non suon I ri-
flettori non si accesero. Udappena un suono leggero provenire
dalla casa. Forse qualcosa era stato azionato dal pulsante ma
Jupe non si fermad indagare. Si precipital cancello, gir la maniglia e spinse. Si apr
In quel momento, accecanti, i riflettori si accesero.
- Ehi, ehi, ragazzo! Fermati!
Jupiter non si gir non ce n'era bisogno: sapeva perfettamen-
te che la voce apparteneva al grosso Max. Si mise a correre.
- Fermati, ho detto! gridMax.
Qualcosa colpJupiter, qualcosa di grosso. Si sentsbattere
per terra e rotolare per la strada. E qualcuno rotolare con lui.
Sta' gi piccolo idiota! gli sibiluna voce all'orecchio.
Ci fu uno sparo e dei pallini fischiarono sopra di loro andan-
do a colpire gli oleandri che fiancheggiavano la strada.
Non muoverti disse la persona che teneva Jupiter schiac-
ciato a terra. Jupiter chiuse gli occhi mentre sentiva un al-
tro sparo e altri pallini fischiare sopra di lui.
- il momento! gridl'uomo vicino a Jupe. Si staccd'un
balzo da lui. Il ragazzo si drizzin piedi e vide un uomo cor-
rere come un fulmine verso un punto dove la strada finiva.
L'uomo si volse verso Jupe per un secondo: Corri! - grid
Jupe corse nella direzione opposta. Con tutta la velocitche
gli permettevano le sue gambe tremanti.
La Ford era parcheggiata all'angolo della strada con il moto-
re acceso. Lo sportello posteriore si spalanc Tutto bene?
chiese Bob.
Jupiter si gettdentro: Via! grid Worthington partcos di scatto che Jupiter venne scagliato sul fondo dell'auto.
- Che cos'successo? - chiese Allie che sedeva accanto al-
I'autista.
Jupiter si raddrizz C'era un uomo fuori dal cancello, sta-
sera: aveva un paio di grossi baffi spioventi e i capelli casta-
ni. Vi ricorda nessuno?
Bentley?
Gi Sono quasi sicuro che fosse lui. E vorrei potergli di-
re grazie.
Per cosa? chiese Allie.
- Se non fosse stato per lui ora potrei essere ridotto a un co-
labrodo: il compare del dottor Shaitan ha perso la pazienza
e ha tirato fuori il fucile da caccia.





1stregoneria e non lo - dichiarBob
I Tre Investigatori erano nel Quartier Generale occupati a ri-
vedere i fatti della notte precedente. Bob aveva il suo sche-

9o 9l
dario sul caso del serpente che canta e vari libri. Uno era
"Stregoneria, Medicina popolare e Magia", quello che aveva-
no visto nell'abitazione di Bentley. Bob battsul volume: -
Quei tipi seguono questo libro disse. Questo o qualsiasi
altro testo del genere. Sono tutti pressappoco uguali sia che
l'autore tratti dei "woodoo" delle Indie Occidentali o degli a-
borigeni australiani. sempre la stessa cosa, solo che quello
che fanno a Torrente Canyon non pufunzionare.
Perchla vittima non crede? chiese Jupiter Jones.
- Esatto.
Ti dispiace spiegarti meglio? chiese Pete.
semplice. Bob gli tese il libro. Questo stato scritto
dal dottor Henry Barrister, un professore di antropologia del-
I'universitdi Ruxton. stato in Africa, Sud America, Mes-
sico ed Australia e trova che dappertutto la cosa simile.
Quando uno stregone vuol gettare il ma]occhio su qualcuno,
usa diversi metodi. Tra i woodoo conficca degli spilli in un
pupazzo, nel Messico si rinchiude in una caverna oscura, ac-
cende candele e pronuncia formule magiche. Poi taglia un filo.
Quel filo e la vita della vittima e dallo stregone viene ac-
corciata. Ben presto la vittima viene a saperlo, si ammala e
muore.
Non capisco disse Pete.
- La vittima crede alla potenza della magia spieg.lupiter.
Sa che gli stato lanciato il malocchio, convinto che mo-
rire muore davvero.
Vuoi dire che semplicemente il credere in una cosa del ge-
nere pucondurre alla morte?
Se uno lo crede fortemente sdisse Bob. Si rifernuova-
mente al libro del professore di antropologia: - Quello che
ha scritto questo libro ha visto della gente ammalarsi e mo-
rire di paura perchqualcuno aveva lanciato loro il maloc-
chio
- Allora Ariel e Shaitan fanno la stessa cosa - decise Pete.
Solo che si servono di un serpente. Il serpente consegna-
to e bang! Chi lo riceve passa guai grossi!
啵uello che successo - disse Jupe - ma, come dice Bob,
non si tratta di magia. La vittima non crede. Margaret Comp-
ton non aveva paura del serpente che canta. Per lei non era
che uno strano braccialetto. la zia di Allie che crede che
l'incidente sia accaduto perchla signora Compton lo ha rice-
vuto. Se ne attribuisce la colpa ed ha paura. naturale. Non
cattiva e non si aspettava una soluzione cosdrammatica.
- Ma noi sappiamo che l'incidente non stato assolutamente
un incidente. Ieri sera ne ho sentite abbastanza. L'uomo che
si fa chiamare Shaitan ha organizzato la cosa con un certo
Ellis in modo che la macchina della signora Compton perdes-
se la ruota.
-- E ora stanno escogitando qualche altra diavoleria per eli-
minare il concorrente di Noxworth - fece Bob in tono lugu-
bre. Jupiter si strofinla fronte: - Il padrone di un negozio
al di ldella strada - disse. - Sono le parole di Max. Il ne-
gozio al di ldella strada attira piclienti di quello di Nox-
worth.
- Un altro rosticcere? - fece Pete. - Che stupidaggine!
- Cossembra a noi - ammise Jupiter - ma ricordati, la si-
gnorina Osborne voleva la sfera di cristallo appartenuta a Ra-
mon Castillo, la signorina Enderby aveva litigato con la sua
padrona di casa e invocil potere del serpente: cose molto
sciocche possono suscitare forti reazioni.
"E c'il desiderio di potenza. L'ha detto Shaitan, questa gen-
te vuole potere. Come Shaitan vuole denaro. Chisscosa vuo-

92 93

I
le Bentley? Lui rimane un grosso punto interrogativo. Si fa
assumere come domestico poi scompare appena il suo inte-
resse per la magia e la comunitin causa viene scoperto. Qua-
le saril suo scopo?'`
- Forse agisce anche lui per denaro - disse Bob. - Puesse-
re un ricattatore. In ogni m~do dovrai sempre dirgli grazie.
Senza di lui saresti stato impallinato per bene.
- Certo che gli sono grato. Deve aver visto il fucile nelle ma-
ni di Max. Mi saltato addosso e mi ha tolto dalla traietto-
ria dei pallini tenendomi a terra fino a che Max non ha esau-
rito tutti i colpi.
- L'uomo del mistero sempre lui concluse Bob ma sap-
piamo almeno qualcosa di essenziale sulla comunitdel Cer-
chio Inferiore, un fascio di gente superstiziosa come la zia di
Allie. Che cosa possiamo fare?
Dire tutto alla polizia? -- suggerBob.
-- Pensate che ci crederebbero? - d~mandJupe.
- La signora Compton ha avuto quell'incidente - insistPete.
Un incidente come un altro: non la prima volta che
un'automobile perde una ruota. E chi si chiede perch sta-
to fatto tutto abbastanza intelligentemente perchsia impossi-
bile scoprire i colpevoli. E anche se potessimo convincere qual-
cuno a fare una visita alla casa di Torrente Canyon, che co-
sa troverebbero? Due uomini e delle candele nere. Non pos-
siamo ancora rivolgerci alla polizia. Occorrono altre prove.
- Su Ariel? chiese Bob. Ma evidente che si comporta
da aguzzino torturando la zia di Allie!
- Lui non lo ammetterebbe di certo e lei non lo accuserebbe
mai - dichiarJupe. - Ha paura di quell'uomo. Qualsiasi co-
sa le verrrichiesto, prima o dopo lei lo far Ha troppa
paura.

facile immaginare che cosa vogliono - disse Pete.
Jupe annu - Una cosa tanto preziosa da poter avere diffi-
colta piazzarla a meno di non conoscere la gente giusta. Non
vogliono il denaro della signorina Osborne. Non ne ha a suf-
ficienza. Vogliono la collana dell'imperatrice Eugenia.
Che per fortuna in salvo nelle casseforti dei gioiellieri -
disse Bob.
- Jupe, Jupiter, dove sei? - Il grido giunse ai ragazzi attra-
verso la presa d'aria della roulotte. Jupiter Jones!
Jupe balzin piedi: - Allie!
Pete spalancla botola che conduceva al Tunnel Due: Non
si pumai stare trariquilli quando quella ragazza in circo-
lazione - disse.
Bob e Jupe lo seguirono e corsero tutti e tre fuori. Allie li
aspettava vicino all'ufficio. Stava per scoppiare in lacrime e
aveva un brutto segno rosso su una guancia.
- Il dottor Shaitan! - balbett - a casa mia!
Pete fece un fischio: lui che ti ha conciata cos
- Come?
La tua faccia. Sembra che qualcuno ti abbia dato una fru-
stata.
Allie si mandindietro i capelli. stata zia Pat.
- Stai scherzando? Tua zia t'ha fatto una cosa del genere?
Non voleva si affretta dire la ragazza. L'ha fatto per
paura. Ha guardato fuori e ha visto la macchina che si fer-
mava: dentro c'era il dottor Shaitan in persona con la cap-
pa nera, il cappuccio eccetera. Il suo compare era vestito da
autista. Zia Pat mi ha detto di andarmene, io non ho voluto
e allora mi ha dato un ceffone e mi ha sbattuto fuori dalla
porta della cucina mentre il campanello suonava. Allie riusc perfino a ridere. Non sapevo che avesse tanta forza!
Ora sche possiamo chiamare la polizia - dichiarPete.
- No, non si pu Non capisci? sola con quegli uomini. Po-
trebbero farle del male!
- Allora andiamo subito a casa tua disse Jupe. - Svelti!
Corsero verso casa Jamison ma vi arrivarono appena in tem-
po per vedere la macchina nera ripartire. Max era al volante
e Ariel sedeva al suo fianco. Shaitan, paludato nella sua cap-
pa, sedeva dietro.
La porta d'ingresso era aperta. Allie corse in casa gridando:
Zia Pat!
La signorina Osborne era un'ombra color lavanda nel sog-
giorno verde-oro.
Allie? Allie, mi dispiace, scusami. Non volevo farti male.
Allie l'abbracci Stai bene?
Ss - Una lagrima, una sola, scivolsulla guancia del-
la signorina Osborne e le tremsul mento. - Il signor Ariel

- Il dottor Shaitan? terminper lei Jupiter Jones.
La signorina Osborne cerco con mano tremante una sedia e
sedette.
- Volevano la collana?
ro l'imitazione?

chiese Jupiter. -- Ha consegnato lo-

La signorina Osborne lo fiss poi guardgli altri due ra-
gazzi e la nipote: Lo sapevate?
- Lo sappiamo da un po' di tempo. Immaginavamo che il
dottor Shaitan volesse i diamanti dell'imperatrice Eugenia e
che questo fosse il motivo della permanenza di Hugo Ariel
presso di voi. Le hanno fatto delle minacce signorina Osbor-
ne?
La donna prese a singhiozzare: stato orribile, orribile!
Mi hanno detto che dovevo fare un'offerta. -- Prese un fazzo-
letto di tasca e si asciuggli occhi. Poi si soffiil naso con
forza.
- Ma io li ho giocati - disse con orgoglio. - Ho finto di re-
sistere e li ho fatti aspettare. Non sono stata furba? Perch quella roba che si sono portati via niente in tutto, quella
vera in salvo!
- Nelle casseforti dei gioiellieri? - chiese Jupe.
- Oh no! Mi stata riconsegnata quando hanno portato l'imi-
tazione. Quella autentica era in un sacchetto, un comunissi-
mo sacchetto di carta. L'ho messa in una tasca e l'ho nasco-
sta in seguito.
Allie respir - ancora in casa?
- Ma certo! Dove dovrebbe essere? in un posto sicuro dove
nessuno riuscira trovarla. Ti chiedo scusa ma non intendo
dirlo neppure a te.
Allie s'inginocchiaccanto alla zia: - Va bene, zia Pat. Non
c'bisogno che tu me lo dica perdobbiamo chiamare la po-
lizia. - La sua voce era colma d'affetto.
- No!
Ora abbiamo le prove - intervenne Jupiter. - Quello che
le hanno fatto, per la legge si chiama estorsione. Dobbiamo
parlare al comandante Reynolds.
- No!
Signorina Osborne, quegli uomini sono un pericolo e a Los
Angeles intendono certo proseguire con le loro nefande azio-
ni. Se lei non parla, della gente innocente puandarci di
mezzo.
- Un'innocente ci giandata di mezzo e per colpa mia. Non
posso! Non voglio! Voi non sapete quello che mi chiedete!
Non sapete che cosa vuol dire!
- Va bene, signorina - disse Jupiter. - Pensi solo a questo:
quanto ci metteril dottor Shaitan a scoprire che la collana
solo un'imitazione? E allora che cosa succeder
Pat Osborne non rispose.
- Ci pensi, signorina Osborne. E non aspetti troppo.



17


Quando I Tre Investigatori lasciarono la casa, la signorina
Osborne era ancora seduta nel soggiorno.
- Quella donna proprio cocciuta! esclamPete.
- Puoi dirlo! - fece Bob. - E non possiamo far nulla se non
si decide a chiamare la polizia.
- C'una cosa che possiamo fare - intervenne Jupiter. Co-
nosciamo i piani di Shaitan. Intende rovinare la rosticceria
che si trova di fronte al negozio di Noxworth. E meglio an-
dare a vedere qual ed avvertire il padrone. Saril prossimo
a ricevere il serpente.
- Ma ci creder - chiese Bob.
- Forse no. Ma intanto possiamo lasciargli un nostro bigliet-
to e chiedergli di chiamarci se un serpente d'improvviso com-
pare nella sua vita. In quel momento avrperlomeno una cer-
ta curiosite credo che si farvivo.
I ragazzi tornarono alla "Bottega del Recupero" e andarono
subito in ufficio dove Jupiter consultl'elenco telefonico di
Los Angeles. - Il Mini Market di Noxworth al numero 3
di Beverly Street.
- Non puessercene un altro - disse Bob. Chiamiamo
Worthington?

Jupiter riflettun momento: meglio farne a meno, visto
che ci si puandare in autobus. Trovato il negozio di Nox-
worth, non sardi﹚icile individuare quello di fronte. Solo che
io ho la sensazione che sia opportuno non andare tutti. Se
Shaitan si ripresenta a casa di Allie, lei ci chiamer Prefe-
risco restare.
Bob si appoggiad un armadietto: Rimarrei anch'io.
Okay, vado io fece Pete. Ma se Allie chiama, meglio
che avvisiate la- polizia. Chissche cosa faranno quei furfan-
ti quando si accorgeranno che la collana un falso.
Pete fece l'autostop fino alla fermata dell'autobus per Santa
Monica. Arrivato lmontsu un'altra linea che lo condusse
a Los Angeles e intorno a mezzogiorno era in Beverly Street.
Riconobbe immediatamente il Mini Market di Noxworth. Era
proprio davanti alla fermata dell'autobus e rispecchiava per-
fettamente il tipo d'uomo che era il suo proprietario. Le ve-
trine, come la camicia del signor Noxworth, avrebbero avuto
bisogno di essere lavate. Pezzi di carta straccia decoravano
il marciapiedi davanti all'entrata e dei cocci di bottiglia gia-
cevano per terra indisturbati.
Pete esaminil lato della strada su cui si trovava. Accanto
ad un negozio di riparazioni radio-TV vide subito un'altra ro-
sticceria. Una scintillante insegna cromata portava il nome
del proprietario: H. Hendricks. All'interno un uomo robusto
dai capelli neri e ricciuti stava mettendo delle patatine croc-
canti in un sacchetto, mentre una donna grassoccia, una clien-
te, consultava la lista della spesa. Il banco rivestito di formica
bianca non aveva una macchia ed appariva del tutto sgom-
bro. Non c'erano dubbi: il negozio era quello! Soddisfatto di
aver trovato cosfacilmente il concorrente di Noxworth, Pete
attese che la donna terminasse le sue compere ed entr

99
- Il signor Hendricks? - chiese.
S - fece l'uomo dietro al banco.
- Lei proprio il signor Hendricks? ripetPete. - Voglio
dire, il proprietario del negozio, vero?
L'uomo guardil ragazzo con aria sospettosa. Aveva un vol-
to deciso. Nei suoi capelli non c'erano fili bianchi e negli oc-
chi scuri non c'era ombra di indecisione. Insomma, il signor
Hendricks era una persona capace di badare a se stessa.
Sei in cerca di lavoro, figliolo? chiese. -- Ho assunto un
ragazzo per le consegne la settimana scorsa, ma se...
Non cerco lavoro lo interruppe Pete. - Voglio solo esse-
re ben sicuro che sia lei il proprietario di questo negozio.
Sei cosdifficile nei confronti di chi ti vende la roba? S sono
Hendricks e questo negozio mio. Allora, che cosa vuoi?
Sono venuto per metterla in guardia, signor Hendricks. So
che le sembreruna follia ma in breve tempo le capiterqual-
cosa. Non so dirle con precisione cosa, ma certamente una
disgrazia.
Pete mise un biglietto de I Tre Investigatori sul banco e vi
aggiunse il loro numero di telefono. Dopo un attimo di rifles-
sione aggiunse anche quello della "Bottega del Recupero"
Se dovesse vedere un serpente... cominci
- Chiamerlo zoo terminHendricks.
Non volevo dire quel tipo di serpente protestil ragaz-
zo. Non sarun serpente vivo, potrebbe essere una statuet-
ta o una spilla o qualcosa di simile a un cobra. Se qualcuno
le manda un cobra, chiami uno di questi due numeri. Uno dei
due rispondersenz'altro.
Hendricks non toccil biglietto. Sembrava che aspettasse la
fine di una barzelletta.
- Noi pensiamo di poterla aiutare continuPete. - E una
cosa seria. C'qualcuno che sta complottando contro di lei.
Quando vedril serpente saprche qualcosa di brutto sta per
accaderle. Se lei collaborercon noi, potremo...
- Piantala!
Signor Hendricks, noi vogliamo solo aiutarla...
Ho detto di piantarla! Gli occhi dell'uomo si erano fatti
duri .
Forse quando vedril serpente cambieridea...
Hendricks uscdal banco e Pete corse alla porta: - Ci chia-
mi a qualsiasi ora - disse.
- Fila via!
Pete fil In autobus, nel viaggio di ritorno, concluse triste-
mente che non aveva avuto troppo successo nella sua missio-
ne. Forse Jupiter sarebbe riuscito a fare qualcosa di meglio.
Aveva un forte potere di persuasione, lui.
Arrivalla "Bottega del Recupero" nel pomeriggio. Bob e Ju-
pe erano l Jupe innaffiava, Bob stava osservando una meri-
diana che lo zio Titus aveva appena comprato.
Il concorrente di Noxworth un certo Hendricks - annun-
ciPete. - un tipo che sa quello che vuole.
- Non ti ha creduto, vero? - Jupiter chiuse il rubinetto del-
I'acqua. -- Me l'aspettavo. Ma se riceveril serpente, pu darsi che ci ripensi.
Si volta guardare verso il cancello. Una macchina della po-
lizia si era fermata e al volante c'era il comandante Rey-
nolds - Pare che siano venuti a cercarci - disse.
Il capo della polizia di Rocky Beach fermla macchina e
smont Si avvicina I Tre Investigatori con aria stanca e
irritata insieme. - Mi volete dire, piccole dinamiti, che cosa
state combinando? - chiese.
--- Qualcuno si lamentato di noi? - chiese Jupiter.

100 101
- Ho ricevuto una telefonata dalla Divisione Giovanile della
polizia di Los Angeles. Mi hanno chiesto se vi conoscevo e
ho dovuto ammettere di s - Il poliziotto puntun dito accu-
satore verso Pete: - Tu sei andato a parlare a un commer-
ciante di nome Hendricks. vero?
Pete inghiott
- E gli hai lasciato il vostro biglietto da visita con il nume-
ro di telefono di questo posto. Si sono rivolti a me proprio
per questo. Pare che voi abbiate minacciato quest'uomo.
- Minacciato? esclamPete. - Esattamente il contrario! Ho
cercato di metterlo in guardia.
A Hendricks non sembrato. Gli parsa una minaccia. Ti
dispiace spiegarmi qualcosa?
- Con piacere -intervenne Jupiter.
Bene. Sono tutt'orecchi.
Jupiter decise che la sua etica professionale non gli consen-
tiva di fare il nome di Allie e di sua zia ma per il resto disse
tutto. Raccontdi aver scoperto una casa misteriosa a Tor-
rente Canyon e dei riti particolari che vi si praticavano. Con-
fessche si erano introdotti nella casa e riferla conversa-
zione tra Shaitan e il suo compare. - Sappiamo per certo che
il signor Hendricks in pericolo - concluse. - Quando il po-
tere del serpente che canta viene invocato...
Il comandante Reynolds lo ferm - Basta cos Non lasciarti
suggestionare troppo. Los Angeles piena di stregoni che ac-
cendono candele e cantano alla luna. Se si arrestassero tutti
quelli che credono di avere un qualche potere soprannatura-
le, non ci sarebbe piposto nelle carceri della citt Spieghe-
rla cosa alla polizia di Los Angeles e avril mio daffare.
Ma voi fatemi un favore: tenetevi lontani dalle case altrui o
davvero un bel giorno finirete impallinati!

Quando se ne fu andato, Pete osserv - Avresti dovuto dir-
gli della signorina Osborne e della collana.
Non potevo. Allie e una nostra cliente e dobbiamo proteg-
gerla. E la signorina Osborne, poi, negherebbe tutto.
Nell'ufficio il telefono squill Jupiter corse a rispondere. Fu
fuori dopo un secondo. Era Allie disse. - Il potere del
serpente che canta stato invocato contro sua zia! Le han-
no appena mandato il cobra!





Quando i ragazzi arrivarono a casa Jamison, Allie li aspetta-
va sulla porta. Aveva il cobra in mano. Non era un gioiello
come quello ricevuto da Margaret Compton ma una statuetta
dorata alta circa venti centimetri. Il corpo del serpente era
un insieme di spirali lucenti. da cui emergeva la caratteristi-
ca testa: gli occhi rossi scintillarono mentre Allie lo tendeva
ai ragazzi.
Chi l'ha portato? chiese Jupiter Jones.
La ragazza li condusse nel soggiorno e appoggil'oggetto su
un tavolino. Non lo so - rispose. Qualcuno ha suonato
il campanello, ha lasciato la scatola sulla porta e se n'an-
dato.
Non credo che abbia importanza scoprirlo disse Pete.
No, neanch'io. Quello che importa che zia Pat purtroppo
ha trovato la scatola prima di me. Giprima di aprirla tre-
mava tutta. Se l'aspettava.
-- E poi?
Poi ha visto il serpente e ha letto il biglietto.
Jupe si chinsul bianco quadrato di carta che giaceva sul ta-
volino.Belial esige quello che gli dovuto. Un'anima pipreziosa dei diamanti'` - lesse a voce alta.
L'hanno scritto grosso e chiaro in modo che il messaggio
non le sfuggisse.
-- E cos'successo?
svenuta. Non avevo mai visto nessuno svenire in vita
mia. Non sapevo cosa fare. Dopo un poco ha riaperto gli oc-
chi e ha incominciatO a lamentarsi. Allora l'ho portata di so-
pra e l'ho messa a letto.
- Si deciderora a parlare alla polizia? - chiese Bob.
- Macch Le ho detto che doveva farlo, che ormai aveva
delle prove effettive come la carta che avvolgeva la scatola,
il biglietto e tutto il resto, ma ha detto che non sarebbe servi-
to a niente. Che ormai era troppo tardi e che l'unica cosa
utile sarebbe stata consegnare a Shaitan la collana vera.
lupiter fece un balzo: - Non intenderfarlo davvero!?
- Non pu La collana non piin sua mano. L'ho io.
I Tre Investigatori la guardarono stupefatti
- Tempo fa avevamo visto un film in TV - spiegAllie. -
Era un film di spionaggio e la spia, una donna. nascondcva
dei microfilm in una scatola di talco. Zia Pat non ha una fan-
tasia molto brillante. Dopo che voi ve ne siete andati, stamat-
tina, sono andata nel suo bagno e ho trovato la collana nella
scatola del talco.
- Spero che tu abbia scovato un buon nascondiglio - disse
Pete.
- In caso dovessi finire sotto un tram prima che i miei ri-
tornino, guardate nel bidone dell'avena in garage - rispose
Allie.

- Non stata una cattiva idea
- No. Solo che adesso sono io che devo prendere una deci-
sione e non una cosa facile. Zia Pat non fa che stare a
letto, con lo sguardo fisso al muro. Temo che stia davvero
male.
- E pudarsi che peggiori - disse Jupe. - un po' di tem-
po che non si sente bene, no?
- Dall'incidente della Compton.
- Non penso che sia giusto che tu rimanga sola con lei - di-
chiarJupe. - Ora telefono a zia Mathilda e le chiedo di ve-
nire qui a darti una mano.
Allie si illumin - Jupe, tua zia ha un carattere forte, ve-
ro? Non pensi che se le dicessimo tutto saprebbe convincere
zia Pat a parlare?
-- una donna di ferro, ma in questo caso non credo che pos-
sa fare molto. Tua zia ha troppa paura di Shaitan e di Ariel
No, meglio che si dica a zia Mathilda semplicemente che la
signorina Osborne ha avuto una crisi di nervi e che tu non
pUOI cavartela da sola.
E proprio cos
- Bene. - Jupe andal telefono e dopo un quarto d'ora zia
Mathilda arrivava. Afferrla situazione in un attimo: si rab-
buinel vedere Pat Osborne rannicchiata nel suo letto, deci-
se che Allie aveva bisogno di un buon sonno e ordinai ra-
gazzi di andarsene.
- Tu e lo zio potete andare a mangiar fuori - disse a Jupi-
ter. - Io stanotte rimango qui e vedremo domattina come van-
no le cose. - Poi scomparve in cucina per esplorare il fri-
gorifero di casa Jamison e la dispensa. Jupiter sentdi la
poco rumore di pentole.
- Stasera mangerai bene - disse ad Allie.


104 : 105
- Non mi sento dl andar via - fece Pete. - Non sarebbe il
caso di montare di guardia in caso dovesse succedere qual-
cosa?
-- Quello che doveva succedere gisuccesso - replicJupi-
ter, - Non credo che ora qualcuno tenti dell'altro. Inoltre
zia Mathilda saprcome cavarsela: non il tipo da lasciar-
si impressionare dal canto di serpenti o da cose del genere. -
Poi rivolto ad Allie continu - Se tua zia intestata a non
parlare, puoi farlo tu e chiamare la polizia. L'hai detto pri-
ma: spetta a te ora prendere una decisione.
Allie scosse il capo: - Sarebbe un bel pasticcio. ('he cosa
potrei dire? Che mia zia vittima delle streghe? Lei pensa
di essere la colpevole dell'incidente occorso a Margaret Comp-
ton!
La porta della cucina si apr - Jupiter! - disse zia Mathil-
da con voce severa. - Pete! Bob! Andatevene e lasciate che
questa povera bambina si riposi.
I ragazzi obbedirono e quando Jupiter, pitardi, telefona
casa Jamison, gli rispose la voce assonnata di sua zia che gli
riferche Allie stava dormendo mentre Pat Osborne vegliava
e che lei aveva la situazione perfettamente in pugno. Poi gli
raccomanddi andarsene a letto e di non richiamare pi
Jupe anda letto e rimase parecchio tempo con gli occhi
aperti fissi al soffitto. Finalmente si addormentma fece dei
sogni paurosi in cui seguiva una candela ondeggiante per cor-
ridoi umidi e bui sentendosi sfiorare da cose invisibili. Si sve-
glinel silenzio dell'alba e pensal piccolo serpente sul ta-
volino dei Jamison, e a Pat Osborne, distrutta dalla paura.
Col pensiero rivide Shaitan con il mantello nero e quel viso
spettrale: due sere prima si era attardato ad esporre con la
massima calma i suoi nefandi progetti, ora aveva fretta. Era
venuto apertamente dai Jamison per minacciare Pat Osborne
Perch
Jupiter decise che sapeva perch Nel fasc︽ di luce dei ri-
flettori di Torrente Canyon, Shaitan e il suo complice aveva-
no visto Jupiter Jones, un ragazzo ficcanaso. Ma avevano vi-
sto anche l'uomo dai baffi, Bentley. E Bentley aveva agito
d'impulso per salvare Jupe e provocare Shaitan. In qualche
modo aveva spaventato il Gran Sacerdote.
Si rigirnel letto. Se solo avesse potuto trovare Bentley! Sem-
brava impossibile. Il misterioso domestico poteva essere la
chiave di tutta la faccenda, ma come ritrovarlo?
Intanto, Pat Osborne andava di male in peggio. Il terrore di
Shaitan poteva addirittura arrivare ad ucciderla? E ad Hen-
dricks, il padrone della rosticceria di Beverly Street, che cosa
sarebbe successo? A Jupe venne in mente il libro che Bob aveva
preso dalla biblioteca, il libro sulla stregoneria. Era stato scritto
da un professore dell'universitdi Ruxton e Ruxton era a sole
dieci miglia da Rocky Beach. Jupiter finalmente sorrise. Anche
senza Bentley forse poteva trovare un mezzo per aiutare Pat
Osborne. E se ora Shaitan aveva fretta, tanto meglio. I Tre
Investigatori si sarebbero messi sulla difensiva: lupiter ormai
sapeva che cosa avrebbe fatto.





I Tre Investigatori si presentarono a casa Jamison di buo-
n'ora Quando arrivarono, zia Mathilda stava salendo di so-
pra con il vassoio della colazione per Pat Osborne.
Allie era in cucina intenta a bere un succo d'arancia.
- Ho deciso cosa fare della collana - annunciai ragazzi. -
La riporto a Van Storen & Chatsworth. Ci penseranno loro a
custodirla.
-- Bene! - approvBob.
- E voi? - chiese la ragazza. - Che cosa avete pensato di
fare?
-- C'un tipo a Los Angeles che si chiama Hendricks - disse
Jupe. - E proprietario di una rosticceria e siamo sicuri che
saril prossimo a ricevere il serpente Credo che succeder presto... magari anche oggi. Shaitan ha fretta di finire la sua
operazione. Hendricks un concorrente di Noxworth e Nox-
worth deve pagare il suo tributo a Belial. Noi andiamo a Los
Angeles.
- Ma... e zia Pat? Sta malissimo.
C'zia Mathilda con lei le ricordJupe. - Puoi rima-
nere. E per la collana. puoi far venire qualcuno a prenderla,
no?
Certo. Ma... e se Shaitan si rifvivo?
- No - dichiarJupiter in tono deciso. - Allie, tua zia cre-
de nel potere del serpente e questo l'ha fatta ammalare. Shai-
tan lo sa. Non verrpi Aspetterche sia lei a mandarlo a
chiamare.
Non credo che sia in condizioni di farlo. Non riesce nem-
meno a muoversi. E come se fosse paralizzata.
C'un solo modo per aiutarla, Allie, ma prima dobbiamo
pensare a Hendricks. Quello che abbiamo in mente di fare
per la signorina Osborne ha bisogno di tempo ma per lei ne
abbiamo a sufficienza, per Hendricks puessere gitardi.
- Che cosa intendete dire?
- Vogliamo tener d'occhio la rosticceria

- Allora vengo anch'io.
- meglio di no - dichiarPete. - Shaitan puaver pro-
gettato qualcosa di serio. Quell'Hendricks non tipo che si
spaventi con poco.
- Vengo anch'io! - insistAllie. - Sentite, se zia Pat ha del
tempo davanti e Shaitan non verr la collana al sicuro do-
v'e io non posso starmene qui seduta a far niente mentre
voi vi mettete alla caccia di quei furfanti che hanno causato
tutto questo disastro. Vengo anch'io!
Zia Mathilda arrivcon il vassoio della colazione.
- Signora Jones, vado a Los Angeles - disse Allie precipito-
samente. - Voglio parlare al dottore di zia Pat. Puaccom-
pagnarmi Jupiter?
Zia Mathilda assunse un'aria perplessa. - Penso che effetti-
vamente sia il caso di chiamare un dottore. Tua zia non sta
affatto meglio stamattina e si rifiuta di mangiare. Ma perch non telefoni? Perchandare fino a Los Angeles?
- Non ricordo come si chiama - rispose Allie - e il suo nu-
mero non c'nella rubrica della zia. Perricordo dove ha il
suo studio: in un palazzo nel quartiere di Wilshire vicino
ad una chiesa. Se ci vado lo troversenz'altro.
- Ci dovrebbe essere un modo pisemplice per rintracciarlo -
obiettancora la signora Jones. - Perchnon chiedi alla si-
gnorina Osborne?
- Non ha notato? Non parla. Gliel'ho gichiesto ma non
mi ha risposto.
- Va bene, allora - cedette zia Mathilda - ma non perdete
tempo in giro. Jupiter, fatevi portare da Hans con il camion-
cino. Andando in autobus perdereste tutta la giornata e tuo
zio non ha tempo di accompagnarvi.
Allie l'abbracci - Grazie, signora Jones.


108 109
I ragazzi non dissero niente. Seguirono Allie fuori, lasciando
zia Mathilda a riporre l'intatta colazione preparata per la si-
gnorina Osborne.
Hans accettvolentieri di portarli in citt All'incrocio tra
Beverly e la Terza Strada - gli disse Pete e salsul camion-
cino con Bob e Jupe lasciando ad Allie il posto accanto al
guidatore.
Arrivati all'incrocio, Jupe chiese ad Hans di girare l'angolo
e di parcheggiare in una strada laterale. Hans obbede si pie-
gad aprire lo sportello per far scendere Allie. - Volete che
venga con voi? - chiese.
- No - rispose Jupiter. - Aspettaci e riposati. Pudarsi che
ci si debba fermare da queste parti abbastanza a lungo.
- Bene. - Hans prese il giornale dal sedile e si preparad
attendere. Allie e i ragazzi girarono l'angolo e si diressero al
negozio di Hendricks
- Quello il negozio di Noxworth - disse Pete indicando il
posto squallido al di ldella strada.
Allie arricciil naso dal disgusto.
La porta della rosticceria di fronte era aperta e un ragazzino
corse fuori. Si sentuna voce d'uomo: Non farti pivedere
per oggi!
Jupiter si trovdavanti alla porta mentre il padrone del ne-
gozio si accingeva a tirar gila saracinesca.
- Spiacente - disse l'uomo. - chiuso.
- Ha ricevuto il serpente, vero? - chiese Jupiter.
Hendricks si raddrizz si guardintorno e riconobbe Pete:
- Ancora tu!
- Signor Hendricks, vogliamo solo aiutarla!
- S eh? Lo so, lo so, i poliziotti mi hanno detto tutto di
voi. Vi divertite a fare i detective e pensate di aver scoper-
to qualche losco traffico di stregoni. Penso che abbiate qual-
che rotella fuori posto pernon posso rischiare, percichiu-
do. Ora filate.
Ha ricevuto il serpentevero? ripetJupiter.
Hendricks lo afferrper la camicia: Sei stato tu a portar-
lo? chiese. Se cos ti do una bella lezione!
Jupe non tentneppure di liberarsi dalla stretta: Non sia-
mo stati noi ma sappiamo che deve trattarsi di un cobra con
gli occhi fatti di pietre dure. Come le arrivato?
Hendricks studila faccia di Jupiter, poi lo lasciandare.
Aprla porta e indicla cassa. C'era sopra un cobra dorato,
una copia di quello che era stato mandato a Pat Osborne.
Ero andato nel retrobottega un attimo e quando sono tor-
nato quella roba era l
Vedo fece Jupiter.
Ecco! Ora, andatevene. Ho chiamato la polizia ma non vo-
glio nessuno nei paraggi nel caso che capiti davvero qualco-
sa. Filate e subito!
Una bambina entrnel negozio. Hendricks la prese per le
spalle e le fece fare un brusco dietrofront: Torna subito
da tua madre e non muoverti di casa ordin La piccola lo guarda bocca aperta, e poi se ne and I clienti! si lamentl'uomo. Sono come le termiti. Non
si riesce a liberarsene.
Un uomo vestito di un paio di stinti pantaloni blu e di un
soprabito troppo grande e tutto rappezzato girl'angolo della
strada con passo incerto. Un caff per favore domand Allie lo esamincon interesse. Aveva visto pochi mendicanti
in vlta sua e questo era particolarmente rappresentativo del
suo genere. Era senza camicia e la pelle pallida e grinzosa
spuntava fuori dal collo del soprabito. I capelli grigi erano
incolti e le guance coperte da una barba dura e ispida.
- Mi dun caff chiese di nuovo. Magari un panino...
Non mangio da due giorni.
Hendricks si frugnelle tasche e ne estrasse un rotolo di ban-
conote. Ne prese una senza neppure guardarla e la mise nelle
mani del vecchio: - Ho chiuso per oggi. Il padrone del ne-
gozio di ldella strada ti venderqualcosa da mangiare
Lei una brava persona disse l'uomo con gratitudine.
Prese il denaro, si girma inciampe cadde su un pacco di
giornali che si trovava accanto alla porta del negozio.
- Attento! - grido Hendricl;s.
Il mendicante cercdi drizzarsi goffamcnte in un groviglio
di gambe, braccia e brandelli di carta. Riusca rimettersi in
piedi e si allontanbarcollando.
Ehi, signore! -- gli griddietro Allie. Un momento! - Si
piegfrettolosamente a raccogliere un piccolo oggetto quadra-
to nel mucchio di giornali che ora bloccava l'entrata al nego-
zio di Hendricks: Le caduta la radio!
Il mendicante si mise a correre.
- Allie! disse Jupe. sforzandosi di mantenere alla sua vo-
ce un tono calmo. Allie, dallo a me.
Buon Dio! gridHendricks.
La ragazza guardme~lio l'oggetto che aveva in mano:
Che cos' Che cosa vi prende?
Hendricks glielo strappdi mano e lo lanci(`lontano. Fu un
lancio alla cieca. La piccola scatola descrisse un arco nel-
I'aria e ricadde sul marciapiedi di fronte a loro, rimbalzdue
volte e colpil muro del negozio di Noxworth
Vi fu un lamp(l, una detonazione e le vetrine del Mini Mar-
ket andarono in frantumi!
Jupe ebbe la breve visione del volto di Noxworth bianco dal
terrore, che spuntava dietro al banco. Poi Hendrks si mise
a correre in direzione del mendicante in fuga.
- Era una bomba! - esclamAllie. - Credevo che fosse una
radio...
- Allie, ragazza mia, non sai proprio cos'la vita! - dichia-
rPete. - Credi che i mendicanti vadano in giro con la radio?





Durante il viaggio di ritorno da Los Angeles, Allie sedette
dietro con i ragazzi.
Ora la polizia interrogherzia Pat, no?
- Sono sicuro che useranno la massima delicatezza - disse Ju-
pe. - Lei non c'entra, dopo tutto.
Avrei voluto evitarglielo.
Non c'era altro mezzo le disse Bob. Quando la polizia
si resa conto del pericolo rappresentato da Shaitan ha vo-
luto sapere tutto.
Tu sei stata grande fece Pete. Se non avessi raccolto
da terra la bomba, il negozio di Hendricks sarebbe stato di-
strutto. E aggiunse: Mi sarebbe dispiaciuto che gli fos-
se capitato qualcosa di brutto. Che tipo straordinario! Avete
visto con che mossa ha afferrato quel furfante? E come lo ha
immobilizzato fino all'arrivo dei poliziotti?
A me rimasto impresso il viso di Noxworth disse Ju-
piter.
Certo non si aspettava che fossero le sue" vetrine a fare
una brutta fine!

1 12 1 13
Il camioncino si arrestdavanti alla casa di Allie. Zia Ma-
thilda li stava certo aspettando, perchaprla porta imme-
diatamente.
- Dove siete stati? - li apostrof - La signorina sta sempre
peggio. Ora c'il dottor Peters, ho dovuto chiamarlo per for-
za. Avete trovato il suo medico curante?
- No. - Jupe percorse il viale correndo. Alle spalle di zia
Mathilda vide il dottore.
Ha dei parenti qui, la signorina? chiese il medico.
Allie si fece avanti: - Io, solo io per il momento.
-- Voglio trasferirla all'ospedale - disse Peters. - E lei non
vuole.
Allie salle scale a quattro a quattro, seguita da Jupe.
La signorina Osborne sembrava una bambola di pezza sotto
le coperte del grande letto. Quando Allie entrnella stanza
si girdall'altra parte.
Zia Pat, devi reagire! la rimproverla nipote. tutto
finito, ormai. Shaitan stato smascherato e la polizia tra po-
co gli metterle mani addosso.
Pat Osborne non fece il minimo movimento.
Allie le afferrun braccio e lo scosse con forza: Devi rea-
gire, ti ho detto! Avanti! necessario che tu vada in ospe-
dale!
La signorina Osborne le sfioruna mano: La collana
mormorcon voce fioca. Prendila, Allie, per favore!
Allie fece un passo indietro. No. Non puoi dare la collana
a Shaitan. Non hai sentito quello che ho detto? Ormai Shai-
tan sarin galera e non pupifare del male a nessuno.
Sei stata tu a tradirlo? Un'espressione di genuino orrore
si dipinse sul volto della malata. Allie, crederche sia sta-
ta io!

- Stupidaggini! Allie l'afferrper un polso: Su, zia Pat,
smettila!
Jupe la prese per il gomito: Lasciala stare, Allie. Guid la ragazza fuori dalla camera e continu Non in grado
di reagire. Non lo vedi? ancora piterrorizzata ora che sa
che Shaitan dentro. C'una sola cosa da fare. Usare la tec-
nica del chiodo schiaccia chiodo.
Cio
1stata stregata.
Jupiter Jones, sai bene che tutta una montatura!!
Ma tua zia invece ne veramente convinta e questa convin-
zione la sta uccidendo. Dobbiamo scacciare il malocchio, tro-
vare un altro stregone. 唼critto nei testi di antropologia.
Quando a qualcuno stato lanciato il malocchio, bisogna tro-
vare un altro stregone che lo liberi.
Allie si appoggialla parete: E dove lo troviamo?
Credo di saperlo rispose Jupiter e si avvigiper le
scale.
In basso, Bob e Pete cercavano di calmare la preoccupatissi-
ma zia Mathilda. Il dottore stava camminando su e giper
la sala da pranzo.
Quel professore dell'Universitdi Ruxton disse Jupiter a
Bob. Quello che ha scritto il libro sulla magia. Ti ricordi
come si chiamava?
Bannister, mi pare. No, non Bannister. Henry Barrister.
Pare anche a me. E Ruxton poco lontano da qui. Jupe
si avviverso la cucina e gli altri due lo seguirono.
Pensi di fare quello che penso io? chiese Bob.
Proprio cos Ci vuole uno stregone e potrebbe essere pro-
prio Barrister. Lui certo sa quello che c'da fare.
Prese il telefono e fece il numero del servizio informazioni.

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Per favore, pudarmi il numero di un certo Henry Bar-
rister di Ruxton?
Bob gli avvicinun blocchetto di carta e una matita e il ra-
gazzo scrisse il numero. Poi depose il ricevitore. Auguria-
moci solo che sia in casa.
Fece il numero di Ruxton. Dall'altra parte si sentil telefono
squillare pivolte poi finalmente un '`clic" confortante.
Parlo con il dottor Barrister dell'Universitdi Ruxton?
chiese Jupiter. Dopo una pausa gli altri lo sentirono dire:
Bene. Mi chiamo Jupiter Jones, dottore, e ho bisogno di
lei. Euna cosa un po' complessa da spiegarle per telefono
ma c'una donna che sotto l'effetto del malocchio e noi...
Jupiter tacque e rimase in ascolto.
Sta molto male disse.
Di nuovo ascoltle parole dell'altro.
Ieri disse le stato consegnato un pacchetto che con-
teneva la statuetta di un serpente.
Dopo qualche altro istante disse: La chiamo da Rocky Beach.
Il nome della donna Patricia Osborne.
Un'altra pausa poi concluse: Grazie infinite, dottore, molto
gentile.
Diede l'indirizzo di casa Jamisc n e riagganci
Viene disse a Pete e Bob. Ha detto che porteruna per-
sona in grado di guarire la zia di Allie.
Bel colpo! esclamPete. Un sacerdote '~woodoo" ma-
gari. ..
. Vedremo.
La porta della cucina si apre zia Mathilda mise dentro la
testa. Jupiter, cosa stai facendo?
Ho trovato il dottore. zia. il dottor Barrister.
Meno male! Il dottor Peters non riesce a convincere la si-
gnorina Osborne a fare quello che le dice. Pudarsi che il suo
dottore ce la faccia.
Speriamo. Ha dei metodi particolari.
Bene. Allora io salgo da lei. Intanto voi ragazzi dovreste oc-
cuparvi di quel cavallo.
Allie li raggiunse: -- Mi occupo io di Reginetta - disse a zia
Mathilda.
Il dottore in arrivo le annunciJupiter.
L'hai trovato? Che fortuna!
Zia Mathilda salal piano di sopra e il dottor Peters se ne an-
dcon la promessa di ripassare pitardi. I ragazzi rimasero
per un poco sulla veranda, poi sedettero sugli scalini davanti
alla casa. Allie li raggiunse dopo poco.
Quanto ci metter - chiese.
Sarqui tra poco - le assicurJupiter.
E dopo poco infatti una macchina girava nella strada e dirigen-
dosi senza incertezze verso casa Jamison imbocccon decisio-
ne il viale e si ferm Il guidatore smontsubito e corse incon-
tro ai ragazzi.
Jupiter Jones! - disse.
Jupe sobbalze gli altri fecero altrettanto.
Signorina Jamison, sono desolato - disse l'uomo ad Allie.
Non immaginavo che le cose sarebbero arrivate a questo
punto...
Jupe intervenne: - Ma lei chi
Sono il dottor Barrister e avrei dovuto pensarci prima. Pen-
savo che si trattasse dei soliti fanatici di magia e basta.
Allie senza fiato riusca dire: - Lei... senza baffi!!
L'uomo, a loro noto come Bentley, si toccil labbro superio-
re e sorrise: - Non erano veri. Mi servivano solo per non es-
sere riconosciuto.

1 l 6
21


Il dottor Barrister sedette nel soggiorno dei Jamison e rigir il piccolo cobra fra le mani. Una bella faccenda disse.
Allora non si trattava di un pubblico primitivo! Una bambo-
la di cera non sarebbe stata altrettanto convincente.
-- Ha importanza che cosa si usa? chiese Pete.
Barrister depose il serpente: No. basta che la vittima sap-
pia di essere stata colpita da una maledizione. Il potere di sug-
gestione la cosa piimportante. La vittima si terrorizza e il
terrore non l'abbandona.
-- Pufare qualcosa? chiese Allie. - Pufar credere a zia
Pat che lei sappia liberarla dal malocchio?
- Io no. Ho l'aspetto di uno stregone?
Allie e i ragazzi dovettero ammettere di no. Sia che lo si chia-
masse Bentley o Barrister, era sempre lo stesso tipo dall'a-
spetto inoffensivo. - Sua zia mi ha visto maneggiare l'aspira-
polvere in questa casa - disse. Non potrebbe avere fiducia
in me. Ma credo che si lascerpersuadere da Mara. 勖olto
convincente. Aspetta in macchina, le ho spiegato tutto e lei
sa cosa fare.
una strega? - chiese Bob.
- una zingara e ha effettivamente un certo potere disse
Barrister. -- Sa curare le verruche, per esempio, e ha avuto
una certa fortuna come indovina. Conosce anche perfettamen-
te un rito capace di rimandare la piostinata delle maledizioni
a chi l'ha inflitta. Dovrete aiutarla ma sarforse uno spettacolo
interessante per voi. Vado a chiamarla.
Uscdalla stanza e ritornquasi subito portando con suna
donna grinzosa dai capelli avvolti in varie sciarpe. La blusa che

portava era di un rosa stinto e l'ampia gonna verde le arri-
vava fino alle punte degli zoccoli. Sapeva di polvere e di vec-
chio ma emanava come una luce particolare. Sotto le soprac-
ciglia irsute i suoi occhi neri luccicavano.
Prese in mano il serpente: questo?
Sle rispose il dottor Barrister.
Ah! La zingara fece un cenno ad All〔 e ai ragazzi. - La-
voreremo insieme. Fate quello che vi chiederma non dite
una parola. Capito?
C~apito rispose Jupiter.
La donna su?
Sfece Allie
Allora andiamo da lei. Mara si avviportando con sil
serpente.
Misericordia! In fondo alle scale zia Mathilda si trovfac-
cia faccia con lei e fu quasi sul punto di svenire.
Niente paura zia le disse Jupe. Perchnon aspetti qui
con il dottor Barrister?
- Il dottor Barrister? Il dottore della signorina arrivato? Per-
chnon mi avete chiamata? Che cosa avete organizzato?
Il dottore ti spiegher Jupiter si rivclse all'uomo: Le
presento mia zia, la signora Jones. Da qualche giorno assi-
ste la signorina Osborne.
- Felice di conoscerlasignora disse Barrister. Venga a
sedersi e le spiegher Probabilmente lei non mi crederma
io le spieghertutto.
Zia Mathilda non si mosse: Jupiter, dimmi subito...
Donna, si tolga di mezzo! disse Mara.
Cosa? gridla signora Jones.
Ho un lavoro importante da fare. Se lei mi disturba, se ne
pentir

118 119
Gli occhi fermi della zingara guardarono in quelli di zia Ma-
thilda con durezza. Per qualche secondo, zia Mathilda sosten-
ne il suo sguardo, poi, con grande meraviglia di Jupiter, si fe-
ce da parte. Mara doveva avere davvero dei poteri magici!
La zingara salle scale e Allie la condusse in camera della ma-
lata. I Tre Investigatori le seguirono.
Pat Osborne non vide la donna finchquesta non si mise a
capo del letto e la chiam
Oh, maledetta! gridMara. Ascoltami e vivrai!
Sotto le coperte, Pat Osborne rabbrivid
Degli altri cuscini disse Mara ad Allie. Mettete dei cu-
scini sotto alla testa in modo che possa vedermi.
Allie corse fuori dalla stanza e ritorncon tre cuscini. Costrin-
se la zia in una posizione semi-seduta e la puntellsaldamen-
te.
Guardi! Mara sollevil cobra dorato. - Questo il porta-
tore del demonio!
Pat Osborne strizzgli occhi: Belial! mormor - Il ser-
pente il messaggero di Belial!
cos fece la zingara. Ma io ho dieci spiriti, ognuno
pipotente di Belial. E colui che ha invocato Belial ricever la maledizione.
Girattorno al letto e protese il piccolo cobra lucente verso
Pat Osborne.
- Deve prenderlo in mano.
- No! No! Non posso!
- Devi prenderlo, donna ordinMara. Prese tra le sue la
mano di zia Pat e chiuse le dita tremanti attorno al serpente.
- Tienilo stretto se vuoi salvarti!
Per la prima volta un'ombra di speranza sembrridestarsi in
Pat Osborne. Tenne stretto il serpente.

Dalle pieghe della gonna, Mara estrasse un sacchetto di stof-
fa verde.
- Verde il colore della primavera - disse a zia Pat. - il
colore della vita. Metterai l'oggetto del demonio in questo sac-
co verde.
Senza staccare gli occhi dal volto di Mara, zia Pat fece quel-
lo che le veniva detto.
- Bene. - Mara tirle stringhe che chiudevano il sacco, im-
prigionandovi dentro il serpente.
- Chiudi la porta - disse ad 損lie - e accendi una candela.
Nella stanza le candele non mancavano. Si trovavano su ogni
piano d'appoggio: verdi, viola, rosse e bianche. - Una can-
dela rossa - disse Mara. - Il rosso il colore del potere.
Allie accese la candela.
Ora nessuno parli.
Nessuno fiat Nessuno tranne Mara e quando lo fece fu con
voce alta e roca, in una lingua che nessuno era in grado di
comprendere. Teneva in mano il sacchetto verde contenente il
cobra e vi si rivolgeva cantilenando in tono sommesso. In cer-
ti momenti le parole che pronunciava suonavano come una dol-
ce ninna-nanna, in altri come una minaccia dura e terribile.
D'improvviso la zingara strinse il sacco verde contro la sua blu-
sa stinta, gettindietro la testa, stralungli occhi e si lasci cadere a terra.
Zia Pat la fissava muta. Mara aveva la bocca aperta e dalla
gola le uscun suono tremendo, un gorgoglio che divenne una
serie di note acute.
Mara la zingara stava cantando e cantava il canto del serpen-
te. Mentre il suono terribile continuava, Mara si contorceva.
Inarcava la schiena toccando il pavimento solo con la testa e
i calcagni. Poi prese a rotolarsi, da una parte e dall'altra, sem-

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pre tenendo stretto il sacchetto tra le braccia, con gli occhi sbar-
rati, vitrei.
Le sciarpe che le coprivano il capo si erano sfatte una dopo
l'altra e lunghi capelli grigi erano scesi a nasconderle il volto.
Il canto continuava sempre piforte, pialto, penetrante, rag-
gelante.
Pat Osborne si era drizzata sul letto.
Mara si scosse, url s'irrigidtutta.
Allie e i ragazzi erano immobili. Pat Osborne non le toglieva
gli occhi di dosso. La zingara sembrava caduta in un sonno pro-
fondo.
- Jupiter! - La voce di zia Mathilda risuonforte. - Jupiter,
che cosa state facendo? Aprimi!
Mara emise un lamento e si drizza sedere. Afferril sacchet-
to che era rimasto stretto fra le sue mani e sorrise. L'ho vi-
sto - disse. - C'un uomo vestito di nero. Il suo viso pi bianco del bianco. Lotta, cerca di liberarsi dalle spire del ser-
pente.
- Jupiter, apri immediatamente! ripetzia Mathilda.
Mara si al7O da terra. Si riavvicina Pat Osborne: - come
ti avevo promesso.
Le mani tremanti della signorina Osborne aprirono le stringhe
che chiudevano il sacchetto. Vi guarddentro, lo tocc lo scos-
se. Era vuoto.
- I miei spiriti sono forti - disse Mara. Il serpente ritor-
nato a colpire chi l'ha mandato. Il potere di Belial stato spez-
zato e Belial ritornato dal suo padrone. Non hai pinulla
da temere.
Andalla porta e la apr
- Puentrare disse a zia Mathilda. La donna che in
quel letto guarita.

un miracolo disse Allie a I Tre Investigatori. Ieri sera
zia Pat ha mangiato la minestra e prima di andare a letto
ha preso una tazza di latte con dei biscotti. Stamattina due uo-
va. Le ritornato il suo vecchio appetito.
Tolse due fette di pane dal tostapane e comincia spalmarle
di burro. Non so cos'avrei fatto senza tua zia, Jupiter dis-
se.
- Quando hai bisogno di lei non hai che da chiamarla le
disse Jupe. - In ogni modostamattina arrivata a convincersi
che tutto l'affare del serpente che canta non mai successo.
Nonostante tutte le spiegazioni del dottor Barrister, non ci cre-
de. Ora alla '~Bottega" indaffarata come al solito e occupata
a far sche Hans e Konrad non battano la fiacca.
Allie mise il tost su un vassoio e versun bicchiere di latte.
Come mai non sei anche tu al lavoro? chiese. Mi ero fat-
ta l'idea che tua zia non lasciasse neppure te con le mani in
mano.
Il comandante Reynolds venuto da noi stamattina spie-
gJupe. - La polizia di Los Angeles vuole vederci di nuovo.
Ci stiamo andando.
Qualche novit
Il falso mendicante che si chiama Ellis, in prigione, na-
turalmente disse Bob.
l'unico posto per un dinamitardo.
Reynolds ha detto che l'ha fatto cantare continuPete.
Anche Noxworth ha parlato. La polizia ha trovato Hugo Ariel
e Max: erano a Torrente Canyon. Noxworth non sapeva che
avevano pagato Ellis per far saltare il negozio di Hendricks.

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Pensava solo che sarebbe successo qualcosa che l'avrebbe fat-
to fallire.
- Allora tutti hanno avuto quello che si meritavano - disse
Allie. - Tutti tranne uno.
-- Il dottor Shaitan - fece Jupiter.
Allie sedette. Non l'hanno preso?
Non era a Torrente Canyon. scomparso, lasciandosi die-
tro tutto, compresa la sua macchina. Il comandante Reynolds
pensa che se la sia filata in Canada.
Allie si rannicchisulla sedia: E voi, cosa pensate?
Tu sei sempre nostra cliente - rispose Jupiter Jones. - Non
possiamo considerare il caso concluso fino a quando Shaitan
non sardentro anche lui.
Dovrete aspettare un bel po' disse una voce dalla soglia.
Allie si girdi scatto. I ragazzi rimasero inchiodati dov'era-
no.
L'uomo chiamato Shaitan era di fronte a loro, con la schiena
alla porta. Era pressappoco come l'avevano visto la sera in cui
avevano assistito al rito ma~ico nella stanza parata di nero
ma il suo mantello era coperto di polvere e macchiato in pi punti. In una delle mani adunche teneva un fucile.
Non ho pibadato a chiudere tutte le porte - disse Allie in
tono amaro. Puentrare chi vuole.
Molta gente entrata qui dentro nei giorni scorsi - disse
Shaitan. Se ne sono andati tutti, vero? Tutti tranne voi quat-
tro e quella pazza di donna.
molto ben informato disse Jupiter Jones. - Ha tenuto
d'occhio la casa dalla collina al di ldel prato?
L'uomo s'inchina Jupe: stato molto faticoso - disse. -
stato altrettanto faticoso arrivare a Rocky Beach per i sen-
tieri di montagna. Ma avevo deciso che era meglio lasciare la
macchina vedendo la polizia entrare nel viale della mia casa
- Per curiosit come ha fatto a scappare? - chiese Pete. -
La polizia ha preso Ariel e Max.
- Per fortuna quando sono arrivati io ero nel giardino dietro
alla casa.
- Cos ha saltato il muro e ha lasciato i suoi soci a scontare
anche per lei.
- Qualcuno si sarebbe comportato in altro modo? - ribatt Shaitan. - Adesso ditemi, quella stupida donna in camera
sua, vero? - fece un gesto col fucile. - Voi precedetemi. Quan-
do avrfatto le mie quattro chiacchiere con la signorina Osbor-
ne, mi assicurerche nessuno lasci la casa per un po' di tem-
pc.
-- Non le permetterdi vedere mia zia - proruppe Allie.
- Allie, armato! - l'avvertPete.
- Non m'importa. Le ha gifatto troppo male. Non la ve-
dr!
Con decisione si pose le mani sui fianchi e guardShaitan
dritto in volto. - So quello che le interessa - dichiar - La
collana dell'imperatrice Eugenia. Beh, sappia che qui non c' e che neppure la zia sa dov'finita. Se ne vada. Qui non c' piniente per lei!
- Se in una banca o dai gioiellieri, puessere ritirata - dis-
se Shaitan con molta calma. - La signorina Osborne telefo-
ner E se nascosta qui, la troveremo.
- Non in una...
- Allie! - gridJupe.
GJi occhi di Shaitan andarono da Allie a Jupe, poi si fermaro-
no su Allie.
- Stavi per dire che non in una banca - disse. - dai gio-
iellieri? No. Sono convinto di no, chissperch E non in


124 125
questa casa? Allora, uno dove potrebbe pensare a nascondere
una collana come quella? - fece indietreggiare i ragazzi e si
avvicinad Allie. - Tu lo sai. Dimmelo.
Allie arretr - Non lo so.
Certo che lo sai. Tu sai tutti i posti dove '`non`' quindi
~aorai certo dov'
cora il fucile ma la sinistra si
spalla di Allie. - Dov'

Con la mano destra reggeva an~
mosse fulminea e si chiuse sulla
- La lasci stare! - gridPete.
Non glielo dirmai! - gridAllie. - Puaspettare fino a
domani.
- Me lo dirai! - La mano si strinse sulla spalla della ragazza e
Shaitan prese a scrollarla.
- La smetta! - gridancora Bob.
Dal cortile dietro alla casa salnitido un nitrito.
- Che cos' - chiese Shaitan.
- solo la mia cavalla - rispose Allie.
- Ah, gi I'appaloosa - fece l'uomo. - S la conosco. Sei mol-
to affezionata a quella bestia e la tieni nel garage.
Nessuno parl
- Non in casa - continuShaitan - nel garage. S la collana
nascosta ldentro! Dove nessuno puprenderla senza di-
sturbare il cavallo. cos vero?
Allie si strappalla sua stretta.
- Fuori tutti! - ordinShaitan.
Il cavallo nitrdi nuovo.
- Avanti! - comandShaitan. - Aprite il garage e consegna-
temi la collana!
- No! - disse Allie sul punto di scoppiare in lacrime.
- Fa' come ti dice, Allie - disse Jupe. - Non sei a prova di
pallottole.

- Non andrmolto lontano - aggiunse Bob.
- Questo lo vedremo disse Shaitan. Li spinse fuori dalla cu-
cina e attraversil cortile. La porta del garage era semiaperta,
Jupe la spalanced entrarono.
- Dov' domandShaitan.
Reginetta chinla testa e nitrnel vedere Allie.
Shaitan guardl'animale. - Non l'avresti messa nella stalla.
Potrebbe essere andata pestata o mangiata. Vediamo... nel fie-
nile? Forse. O nel bidone dell'avena?
Allie s'irrigidleggermente.
- E l - gridShaitan. L'hai nascosta nel bidone dell'ave-
na!
Ordinai ragazzi di rimanere vicino alla stalla e spinse Al-
lie verso il bidone. Prendila! disse. La sua voce era di ge-
lo. Metti la mano ldentro e tira fuori la collana o ti spezzo
il braccio.
Piano, senza alzare gli occhi, Pete sciolse il laccio che teneva
legata Reginetta.
Prendila! ordindi nuovo Shaitan. Afferril polso della
ragazza e le torse il braccio dietro alla schiena.
Mi fa male! gemette Allie.
Pete fece un passo da un lato e guardl'appaloosa. Le orec-
chie dell'animale erano minacciosamente tese all'indietro.
Va', Reginetta! gridPete e con un calcio spalancla por-
ta della stalla.
La ca~lalla si mosse come una furia scatenata.on gli zoccoli
percosse il pavimento del garage, poi si drizzsopra Shaitan
flagellando l'aria e nitrendo come solo un cavallo furioso o
spaventato sa fare.
Shaitan lasciandare Allie: Via! url Mosse il fucile per
mirare al cavallo.

126 127
- No! - gridAllie.
Il fucile si abbass il fragore della detonazione sembrfar sal-
tare il garage ma i ragazzi udirono distintamente la pallottola
sfiorare il pavimento e conficcarsi nel muro.
Gli zoccoli di Reginetta batterono sul selciato. La grossa testa
si protese, la grossa bocca si spalanco e i denti si conficcarono
nel braccio dell'uomo. Shaitan lanciun grido e lascicadere
l'arma.
Jupe si piegsenza togliere gli occhi da Shaitan che stava
cercando di liberarsi dalla presa del cavallo. E raccolse il fu-
cile.
Tutto bene, Allie! grido. - Allontana pure Reginetta.
Allie corse e getto le braccia attorno al collo della sua bestia:
- Basta. vecchia mia disse. Lascialo andare! Su!
L'appaloosa abbandono la presa e il gran sacerdote si rincan-
tucciin un angolo del garage, reggendosi il braccio sangui-
nante.
Jupe si mise fra Shaitan e la porta. Non cerchi di fuggire
gli disse calmo. Non sono un buon tiratore e potrei farle qual-
cosa di serio senza volere.
Shaitan vide il fucile tra le mani del r~gazzo e non fiat Ri-
mase seduto a stringersi il braccio, quasi senza respiro. Bob
si mise dietro a Jupiter.
Vado a chiamare il comandante Reynolds disse. Sar qui in meno di cinque minuti.
Non c'fretta disse Jupiter in tono allegro.
Pete sorrise a Reginetta. Allie la stava persuadendo a ritorna-
re nella stalla.
Avevo sempre avuto il dubbio che quella bestia potesse
mordere disse ma non mi sarei aspettato che ci sarebbe
stata cosutile!

23


- Vi ho mandato a chiamare - disse Alfred Hitchcock - per-
chsono molto incuriosito.
Il famoso regista battsu un mucchio di giornali che erano
sul suo tavolo e guardI Tre Investigatori con aria inquisi-
trice. - Ho letto dello scoppio di una bomba a Los Angeles.
Al fatto erano presenti tre ragazzi di Rocky Beach e una ra-
gazza all'incirca della vostra et I nomi dei quattro non era-
no fatti.
Bob tese un resoconto scritto al signor Hitchcock: - Eravamo
noi - disse.
Un altro caso, eh? Me l'immaginavo. - Aprla cartella e
lesse gli appunti di Bob sul Mistero del canto del serpente.
Nell'ufficio era tutto silenzio, tranne per il fruscio dei fogli.
Finalmente il signor Hitchcock alzil capo: Non com-
pleto.
Ci sto ancora lavorando disse Bob.
Il regista fece una smorfia: sorprendente come la gente
si lasci suggestionare disse. Suppongo che il cobra che ave-
te visto a Torrente Canyon fosse effetto di qualche trucco par-
ticolareno?
Avevano applicato dei proiettori al soffitto in modo da ri-
flettere immagini del serpente sulla colonna di fumo spieg Pete. Sembra impossibile che possa riuscire eppure con tutto
quel movimento tra il fumo, risultava piuttosto efficace. Sem-
brava davvero un serpente, vero, vivo, in tre dimensioni.
Ci abbiamo creduto anche noi disse Jupiter. - Figuriamo-
ci quella gente che voleva" crederci. Naturalmente il serpente
doveva cantare per coprire il ronzio del proiettore.

128 129
- C'sempre una ragione per ogni cosa - disse il signor Hitch-
cock.--E quel canto, poi, da dove veniva?
- Era Ariel - disse Jupe. - Noi pensavamo che producesse il
suono con qualche congegno speciale, invece no. Era ventri-
loquo e riusciva ad emetterlo senza fare alcun movimento. Con
Mara, capimmo chi era il cantante.
- Mara ha del talento, vero?
Eccome - ammise Jupe. --- E straordinaria! Il dottor Barri-
ster le fece sentire le registrazioni di quelle riunioni nella sala
da pranzo di Allie mentre venivano in macchina a Rocky Beach
e prima di arrivare a casa Jamison sapeva gicantare esatta-
mente come il serpente.
"stata anche furba con il trucco del sacchetto in cui la si-
gnorina Osborne aveva chiuso il serpente. Non ha voluto am-
metterlo ma il dottor Barrister sicuro che avesse un secondo
sacco nascosto nella gonna. Li sostitumentre si contorceva sul
pavimento, dando quello vuoto alla zia Pat e portandosi via
quello con il serpente."
- un vecchio trucco disse il signor Hitchcock. Il dottor
Barrister vi ha rivelato perchgli interessava tanto la signorina
Osborne e la sua comunit
- Sta scrivendo un libro sulla psicologia della superstizione
rispose Jupiter Jones. (~onosce molti degli strani culti che
esistono a Los Angeles.e ha persino seguito parecchi, come
la signorina Osborne: per questo la vedeva spesso, anche pri-
ma di diventare Bentley ed entrare in casa sua come domesti-
co. Poi lei si eclissinsieme a Madelyn Enderby.
Questo lo incurios no? chiese il signor Hitchcock.
S perchnon sembrava logico. La signorina Osborne era
ovviamente alla ricerca diqualcosa`' e altrettanto valeva per
la Enderby. Sarebbe stato estremamente interessante per lui

130

sapere se potevano averlo trovato, percichiese a sua moglie
di andare a farsi una messa in piega nel negozio della En-
derby.
"Fortunatamente Madelyn Enderby chiacchiera volentieri e si
sbottonmolto sulla comunit Il dottor Barrister seppe un
sacco di cose interessanti sulle persone e sui luoghi da es-
se frequentate. S'informsui soci e scoprche erano tutti be-
nestanti. "
Questo lo insospett
Non subito. Pensche si trattasse semplicemente di un grup-
po di gente ricca che probabilmente pagava bene per riunirsi
nella casa del Canyon e sentire il canto del serpente. Non una cosa molto insolita. Ma lui non poteva essere introdotto l dentro.
La cosa avveniva solo dietro invito e nessuno pensava ad
invitare lui o sua moglie. Shaitan probabilmente aveva as-
sunto informazioni e aveva concluso che era un tipo perico-
loso.
C'osil dottor Barrister ci si mise d'impegno e quando Hugo
Ariel si trasfera Rocky Beach non lo perse di vistaNutriva
un forte interesse per Pat Osborne: un meraviglioso sogget-
to per uno che intende scrivere un libro sulla psicologia del-
la superstizione e sembrava molto diversa da tutti quelli che
frequentavano la casa di Torrente Canyc)n anche per il fatto
che non aveva grandi disponibilit
~Shaitan, naturalmente, sapeva che aveva perdei parenti fa-
coltosi. "
Fu Madelyn Enderby a far girare la voce che a casa Jami-
son c'era bisogno di un domestico?
S E cosgli venne l'idea di mettersi un paio di bei baffoni e
di intrufolarsi nella casa per osservare il comportamento della
signorina Osborne. Poi quando la signora Compton ebbe quel-
I'incidente e la signorina Osborne mandla collana dai gioiel-
lieri, comincia fiutare qualcosa di poco pulilo.
- Fu allora che si mise a girare attorno alla casa di Torren-
te Canyon - lo interruppe Bob. Era lquando Allie, Pete
ed io scavalcammo il muro. Vide i riflettori e udil segnale di
allarme. Ed era l fortunatamente, quando Jupe scapp
- Un uomo prezioso - disse il regisla. - Peccato che lo abbia-
te fatto fuggire da casa Jamison facendovi trovare a frugare in
casa sua a Santa Monica.
"Ma perchaveva quell'appar~amen~o? Non mi aveva~e dello
che abitava a Ruxton?"
- Era anche quello un trucco rispose Pete. Ci teneva ad
avere un domicilio vicjno a Rocky Beach se qualcuno avesse
voluto controllarlo. Inoltre ci ha detto che lpoteva lavorare
tranquillo. Sa, ha quattro figli...
Il signor Hitchcock rise: - Faceva parte del travestimento co-
me i baffi.
- Non ne avrebbe avuto molto bisogno disse Jupe. Non
credo che Pat Osborne l'avrebbe riconosciuto con i baffi o
senza. Ha un tipo di faccia che si dimentica subito.
- E quando avete avuto bisogno di trovare uno stregone ave-
te pensato subito a lui?
- stato un miracolo. Non abbiamo dovuto spiegargli niente.
Lui aveva la registrazione del canto del serpente e potadde-
strare Mara.
"La polizia si servita dei suoi schedari per mettersi in contatto
con gli altri membri della societe li ha sottoposti ad un in-
terrogatorio."
- Avrebbe dovuto esserci! - esclamPete. Avrebbe dovuto
vedere le loro facce quando si sono trovati di fronte a Shaitan

senza mantello e cappuceio. Sembrava uno gnomo raggrinzito.
Il suo vero nome Henry Longstreet ma anche conosciuto
come Harry il Pescatore perchfaceva il borsaiolo. Il nome di
Ariel invece Johnny Boye e una volta venne arrestato per
aver spacciato oggetti falsi. Max un ex-scassinatore ed Ellis
che attuil lancio della bomba e sabotla macchina della si-
gnora Compton, ne ha combinate di tutti i colori. Per quat-
tro soldi farebbe qualsiasi cosa.
- Allie riveltutto alla zia - disse Jupe - ma non servito
a molto. Adesso siede tutto il tempo nel patio della casa me-
ditando su quando potrandare a Hollywood a consultare Ma-
ra.
- Un caso senza speranza - disse Hitchcock. - Ma che cosa
successo alla padrona della signorina Enderby?
- Niente - rispose Bob. - E andata a Dubuque su invito della
sorella. Probabilmente si tratta di una combinazione fortunata
ma la Enderby convinta che il viaggio sia stato voluto da
Belial e nessuno si sentito di contraddirla.
- E l'uomo che si preoccupava dell'alta costruzione che vole-
vano iniziare vicino alla sua propriet
- Il terreno non era abbastanza solido per sopportare la co-
struzione - disse Jupe - e anche questo stato attribuito a
Belial.
- Un particolare interesse - disse Pete. - Si ricorda della sfera
di cristallo che fu la causa prima di tutte le disgrazie? L'ha
comprata Allie. Sua zia non la voleva dopo quello che era suc-
cesso e lei l'ha portata all'ospedale alla signora Compton.
- Un bel gesto- ammise il signor Hitchcock.
- Davvero - continuPete. - Allie in gamba ma credo pro-
prlo che quando in autunno ricomincerla scuola non mi di-
spiacer Potremo di nuovo usare le nostre entrate segrete! E
poi, averla nelle vicinanze sempre un rischio: sa inventare
frottole con una presenza di spirito sorprendente e la dad
intendere a tutti.
- Forse vero - ammise il signor Hitchcock - ma ci possono
essere anche dei vantaggi. Per esempio, potreste sperare di
riuscire a montare il suo cavallo...
- Grazie mille! - proruppe Pete. - Piuttosto che salire in grop-
pa a quella bestia, preferisco starmene chiuso in casa!

FINE.






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