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POPPER KARL, BREVIARIO
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[a] II. IL MESTIERE DEL FILOSOFO. Pag=28
[a] III. LA SCIENZA. Pag=43
[a] IV. IL METODO SCIENTIFICO. Pag=58
[a] V. FALLIBILISMO, ANTIINDUTTIVISMO E ANTIOSSERVATIVISMO. Pag=66
[a] VI. I PROBLEMI E LE TEORIE. Pag=73
[a] VII. LA VERITA E L'ERRORE. Pag=84
[a] VIII. IL COMPITO E IL METODO DELLE SCIENZE SOCIALI. Pag=91
[a] IX. IL RUOLO DELLA METAFISICA. Pag=101
[a] X. SOCIETA' APERTA E SOCIETA' CHIUSA. Pag=107
[a] XI. LA POLITICA. Pag=114
[a] XII. LA DEMOCRAZIA E I SUOI PARADOSSI. Pag=125
[a] XIII. I PRINCIPI DEL LIBERALISMO. Pag=138
[a] XIV. I PERICOLI DELL'UTOPIA. Pag=147
[a] XV. CONTRO LO STORICISMO. Pag=153
[a] XVI. IL TEMA DELLA TRADIZIONE. Pag=160
[a] XVII. CRITICHE A PLATONE. Pag=168
[a] XVIII. CRITICHE A HEGEL. Pag=176
[a] XIX. CRITICHE A MARX. Pag=185
[a] XX. CRITICHE ALLA PSICOANALISI. Pag=196
[a] XXI. L'IMPORTANZA DEL PENSIERO CRITICO. Pag=201
[a] XXII. L'ETICA. Pag=211
[a] XXIII. SCRIVERE FACILE E DIFFICILE. Pag=219
[a] XXIV. PER UNA SCUOLA MIGLIORE. Pag=226
[a] XXV. TV E VIOLENZA. Pag=234
[a] CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE DI KARL R. POPPER. Pag=237
[a] Nella stessa collana Pag=245



a cura di Massimo Baldini

Rusconi. 1998.

KARL R. POPPER 1902-1994.

La nostra conoscenza puessere solo finita, mentre la nostra ignoranza non
puche essere, di necessit infinita.

Congetture e confutazioni, 56.


PREFAZIONE di Massimo Baldini

Per quanto rispetti la tradizione e sia consapevole della sua importanza,
sono nello stesso tempo un seguace quasi ortodosso della non ortodossia:
ritengo che l'ortodossia sia la morte della conoscenza, e ciperchil
progredire del sapere dipende interamente dall'esistenza del disaccordo.
Certo, il disaccordo puportare allo scontro e anche alla violenza.
E tale esito penso, profondamente negativo (aborro la violenza).
E tuttavia, il disaccordo puanche condurre alla discussione, al
ragionamento e alla reciproca critica.
E tali cose sono, a mio avviso, di estrema importanza.
KARL R. POPPER

Il Novecento da un punto di vista filosofico, un secolo particolarmente
ricco, ricco di grandi filosofi e di importanti correnti di pensiero. E tra
i protagonisti della filosofia del ventesimo secolo spicca Karl R. Popper
(1902-1994). I suoi contributi all'epistemologia e alla filosofia della
politica sono fondamentali e il suo pensiero ha influenzato discipline
diversissime: dalla neurofisiologia alla pedagogia, dalla teologia alla
politologia.
Per il premio Nobel John Eccles tutti gli scienziati dovrebbero 峽eggere e
meditare gli scritti di Popper sulla filosofia della scienza al fine di
adottarli come base della loro attivitscientifica Per Peter Medawar, un
altro premio Nobel per la medicina, 娑opper certamente il pigrande
filosofo della scienza mai esistito Nel corso della sua lunga vita Popper
ha pubblicato numerose opere, ma due sono quelle pifamose: La logica
della scoperta scientifica (1934) e La societaperta e i suoi nemici (
1946).
Tracciando un bilancio della propria avventura umana ed intellettuale egli
ha scritto: 唇enchabbia conosciuto dispiacere e grande tristezza, come
del resto accade a tutti, non credo di aver passato, come filosofo, un
momento infelice [...]. Ho lavorato duro, e spesso mi sono immerso fino al
collo in difficoltinsolubili. Persono stato felicissimo di aver
individuato nuovi problemi, di averli affrontati, e di aver fatto qualche
passo avanti. E questo, o almeno coscredo, quanto di meglio possa esserci
nella vita

I nuclei di fondo delle sue riflessioni sono individuabili nella critica
all'induttivismo e all'osservativismo, nella proposta della falsificabilit
come criterio di demarcazione tra ciche scientifico e ciche
scientifico non nella difesa della societaperta e della democrazia.
Popper stato un critico severo di storicisti e utopisti, filosofi del
linguaggio e nichilisti, relativisti e scientisti, statalisti e
interventisti, psicoanalisti e sociologi della conoscenza, idealisti e
neopositivisti, nazisti e marxisti, intellettuali e filosofi
professionisti.
Inoltre, ha preso posizione contro numerosi celebri filosofi: da
Wittgenstein (峽a filosofia di Wittgenstein priva di senso ad Hegel
(峽a farsa hegeliana durata anche troppo, da Platone (峽a lezione che
noi [...] dovremmo apprendere da Platone esattamente l'opposto di quanto
egli vorrebbe insegnarci a Marx (峪onostante i suoi meriti, Marx fu, a
mio avviso, un falso profeta.
Nello stesso tempo, Karl Popper stato anche un difensore strenuo della
societaperta e del liberalismo, ha evidenziato l'importanza della
tradizione, ha argomentato in favore della democrazia e della tolleranza,
ha preso le difese del senso comune e della filosofia, della metafisica e
dell'errore, della chiarezza e della critica.

Karl Popper stato un filosofo che ha amato la filosofia (e ne ha preso
ripetutamente le difese), ma che ha sinceramente disprezzato molti suoi
colleghi accademici. In particolare, ha espresso il proprio disamore nei
confronti di coloro che 屑anno fatto - come egli scrive - una virtdel
parlar con se stessi nei confronti, cio di coloro che hanno scelto di
parlare e di scrivere in modo oscuro. A suo avviso il filosofo, al pari di
ogni altro intellettuale, 屑a una responsabilittutta speciale. Ha il
privilegio e l'opportunitdi studiare. Per questo debitore al suo
prossimo (o "alla societ) di esporre i risultati del proprio studio nella
forma pisemplice, chiara e modesta. La cosa peggiore - il peccato contro
lo Spirito Santo - quando gli intellettuali cercano di atteggiarsi nei
confronti del loro prossimo come grandi profeti o di impressionarlo con
filosofie oracolanti. Chi non capace di esprimersi semplicemente e
chiaramente, deve tacere e continuare a lavorare sino a che capace di
dirlo chiaramente
In verit i filosofi di professione, nella loro stragrande maggioranza
(neodialettici e filosofi del linguaggio, idealisti e irrazionalisti), non
hanno fornito una buona prova, tuttavia la filosofia, a detta di Popper,
una disciplina importante, una disciplina, tra l'altro, che ha una forte
vocazione alla popolarit
娛utti gli uomini sono filosofi - egli afferma nel saggio Come io vedo la
filosofia - perchin un modo o
nell'altro tutti assumono un atteggiamento nei confronti della vita e della
morte Ecco che il filosofo di professione chiamato ad esaminare
criticamente i pregiudizi filosofici dell'uomo comune al fine di
trasformarli in giudizi.
Per Popper il tipo ideale del filosofo deve possedere le seguenti
caratteristiche: 1. non deve essere seguace delle mode. Infatti, 席n
autentico ricercatore di veritnon seguirle mode; diffiderdi esse e le
sapranche combattere se necessario 2. non deve rimanere vittima dello
scolasticismo, non deve cioessere afflitto da miopia teorica, in altre
parole non deve praticare 席na critica minuta di punti minuti, senza una
comprensione dei grandi problemi di cosmologia, di conoscenza umana, di
etica e di filosofia politica e senza un serio e strenuo tentativo di
risolverli 3. non deve ammalarsi di specialismo. 夏a specializzazione -
egli afferma - puessere una tentazione per lo scienziato; per il filosofo
un peccato mortale Il filosofo, infatti, un esperto in idee
generali, si interroga sull'容nigma del mondo in cui viviamo e sull'enigma
della conoscenza che l'uomo ha di questo mondo 4. deve praticare la
modestia e l'onestintellettuale e rifiutarsi di praticare 展l crudele
giuoco di esprimere cose facili e banali in modo complicato e difficile
5. deve essere sempre pronto a cogliere la rilevanza filosofica dei
problemi che sorgono al di fuori della filosofia, ad esempio nel campo
della politica della scienza o della religione. Infatti 展 problemi
filosofici genuini sono sempre radicati in urgenti problemi esterni alla
filosofia e scompaiono se tali radici deperiscono

Le tesi filosofiche sostenute da Popper sono state da lui stesso
etichettate con la formula razionalismo critico ed esposte come 席n
completamento del criticismo kantiano Popper si presentato anche come
il teorico del fallibilismo. Il fallibilismo, ha scritto, 峪on
nient'altro che il non-sapere socratico Ed ha aggiunto: con la
fallibilitintendo 峽'idea, o l'accettazione del fatto che possiamo errare
o che la ricerca della certezza (o anche la ricerca di un'alta probabilit
una ricerca erronea. Al contrario, l'idea di errore implica quella di
veritcome standard che possiamo anche non riuscire a conseguire e che,
per quanto si possa cercare la verite anche trovarla (il che credo
avvenga in moltissimi casi), non possiamo essere assolutamente certi di
averla trovata
L'epistemologia di Popper una epistemologia che rende conto dell'immane
potenza dell'errore. La tesi di fondo di una delle sue opere principali
proprio questa, che 峽a nostra conoscenza si accresce nella misura in cui
impariamo dagli errori Nella scienza, come nella vita, afferma Popper,
vige il metodo di apprendimento per tentativi ed errori, ciodi
apprendimento dagli errori. L'ameba ed Einstein procedono allo stesso modo:
per tentativi ed errori. La sola differenza rilevabile nella logica che
guida le loro azioni data dal fatto che i loro atteggiamenti nei
confronti dell'errore sono profondamente diversi. 圃instein, infatti,
宵iversamente dall'ameba, cerca consapevolmente di fare del tutto,
ogniqualvolta gli capiti una nuova soluzione, per coglierla in fallo e per
scoprire in essa un errore: egli tratta o si avvicina alle proprie
soluzioni criticamente Egli cioassume un atteggiamento consapevolmente
critico nei confronti delle proprie idee cosicch mentre l'ameba morir
insieme alle sue soluzioni sbagliate, Einstein sopravvivergrazie ai suoi
errori.
Prima di Popper l'errore godeva presso i filosofi e gli uomini di cultura
di una pessima letteratura. Le metafore che piinsistentemente
ricorrevano, in molti autori che parlavano dell'errore, erano prese a
prestito dal linguaggio della malattia e della morte.
埂li errori, infatti - scrive Melchiorre Gioia - sono alterazioni della
verit come le malattie lo sono della salute Per molti filosofi, da
Sant'Agostino a Spinoza, da Cartesio a Leibniz, l'errore per sua stessa
natura ateoretico, il frutto di un qualcosa (la cattiva volonto la
sensibilit che intervenuto a disturbare il retto funzionamento
dell'intelletto. 唏unque - scrive Cartesio -, donde nascono i miei errori?
Da cisolo, che la volontessendo molto piampia e piestesa
dell'intelletto, io non la contengo negli stessi limiti, ma l'estendo anche
alle cose che non intendo, alle quali essendo di per sindifferente, essa
si smarrisce assai facilmente
Da Popper, invece, l'errore stato visto come il motore della scienza.
圃vitare errori - egli ha scritto un ideale meschino: se non osiamo
affrontare problemi che siano cosdifficili da rendere l'errore quasi
inevitabile, non vi sarsviluppo della conoscenza. In effetti, dalle
nostre teorie piardite, incluse quelle che sono erronee, che noi
impariamo di pi
Nessuno puevitare di fare errori; la cosa pigrande imparare da essi
L'uomo di scienza sa che non esiste un criterio di veritcapace di
salvarlo dall'errore, sa che egli pucommettere errori e che, quanto prima
li commetter tanto meglio sar giacchnella scienza sono proprio gli
errori che ci forniscono i deboli segnali rossi che 宮i aiutano a trovare a
tentoni la via d'uscita dalla oscuritdella caverna Gli errori, dunque,
sono i muri maestri del nostro sapere, non solo perch come dice Roger
Martin du Gard in Jean Barois, giqualcosa sapere dove non si trova la
verit, ma anche e soprattutto perchessi soltanto ci consentono di
avvicinarci alla verit

Popper, quando inizia frequentare l'universit fu socialista, quindi,
per pochi mesi, comunista, successivamente, deluso dal marxismo, di nuovo
socialista, infine, dopo qualche anno, fece proprie le tesi del
liberalismo. 娑er diversi anni - egli ha scritto rimasi socialista, anche
dopo il ripudio del marxismo; e se ci fosse stato qualcosa come un
socialismo combinato con la libertindividuale, sarei ancora oggi un
socialista. E, infatti, non potrebbe esserci niente di meglio che vivere
una vita modesta, semplice e libera in una societegalitaria. Mi ci volle
un po' di tempo per riconoscere che questo non era nient'altro che un sogno
meraviglioso; che la libertpiimportante dell'uguaglianza; che il
tentativo di attuare l'uguaglianza di pregiudizio alla libert e che se
va perduta la libert tra non liberi non c'nemmeno uguaglianza
Popper ritiene che non esista un 峻etodo infallibile per evitare la
tirannidee che le istituzioni democratiche siano le migliori poich
consentono ai cittadini di controllare il potere politico e di poter
licenziare i governanti incapaci senza ricorrere alla violenza. In breve,
solo la democrazia rende possibile l'uso della ragione in campo politico.
Il nostro epistemologo ritiene, come Karl Kraus, che la politica consista
nello scegliere il male minore e che occorra diffidare di quei politici che
promettono troppo. 埋n politica e in medicina - egli afferma - chi promette
troppo non puessere altro che un ciarlatano. Noi dobbiamo cercare di
migliorare le cose, ma dobbiamo sbarazzarci dell'idea di una pietra
filosofale, di una formula che converta senz'altro la nostra corrotta
societumana in puro oro perenne
Popper, che non ha, in genere, un'alta stima dei politici, ritiene tuttavia
che il problema centrale della politica sia istituzionale e non gi
personale. 娟ono portato a ritenere - egli sostiene nel primo volume della
Societaperta e i suoi nemici - che i governanti sono stati raramente, sia
moralmente sia intellettualmente, al di sopra della media e spesso al di
sotto di essa. E penso che, in politica, sia ragionevole adottare il
principio di essere pronti al peggio, nella misura del possibile, anche se,
naturalmente, dobbiamo, nello stesso tempo, cercare di ottenere il meglio.
Mi sembra stolto basare tutti i nostri sforzi politici sull'incerta
speranza che avremo la fortuna di disporre di governanti eccellenti o anche
competenti
La societaperta che il nostro filosofo difende al tempo stesso, come
egli ha dichiarato, una realte un ideale, una societin cui la critica
non solo tollerata, ma viene addirittura stimolata, una societin cui
pifacile che in altre individuare, ed eliminare, gli errori che i
politici possono commettere. In breve, la societaperta consente uno
sfruttamento dell'errore migliore di quelle fortemente autoritarie.

Popper stato accolto in Italia con molta difficolta causa delle
resistenze del mondo marxista e cattolico, ma anche per l'incomprensione di
parte del
Greve in Chianti, febbraio 1998

mondo liberale. A ben guardare, se egli diventato un autore noto anche da
noi lo si deve essenzialmente all'iniziativa di uno studioso: Dario
Antiseri, al quale si devono la prima monografia italiana su Popper e
numerose traduzioni italiane delle opere popperiane.
Tra i molti giudizi che sulla filosofia popperiana hanno espresso noti
studiosi italiani, uno, a mio avviso, particolarmente illuminante. Anni
fa, recensendo alcune opere su Popper, Nicola Abbagnano dalle colonne del
Giornale affermche si possono certamente mettere in dubbio alcuni aspetti
della sua filosofia, ma 峪on si punegare che la dottrina di Popper
stata una salutare reazione contro il dogmatismo scientifico del neo-
positivismo e il dogmatismo politico delle ideologie marxiste e libertarie.
La scienza stessa oggi ha ripudiato quel dogmatismo e la politica attuale,
nei suoi aspetti innovatori e vitali, rigetta ogni forma di utopia, diffida
dello Stato come fattore assoluto del benessere o della felicitdei
cittadini e insiste nel lasciare una parte sempre piestesa alla critica
politica e alla libertdi scelta. Nel suo richiamo ad una "ricerca senza
fine", che libert critica e innovazione, Popper putrovare oggi in
tutti i campi sempre pinumerosi compagni di viaggio
MASSIMO BALDINI


NOTA DI EDIZIONE. (SIGLE).
I passi antologizzati nel presente volume sono tratti dalle edizioni
italiane delle opere di Karl R. Popper. Al termine di ogni passo si
indicato attraverso delle sigle e dei numeri arabi il volume di riferimento
e la pagina relativa. Nel caso in cui sia stato necessario apportare dei
tagli, questi sono sempre stati segnalati con dei puntini di sospensione
posti tra parentesi quadre.
Diamo qui di seguito l'elenco delle sigle adottate e la loro
esplicitazione:

ARM: Alla ricerca di un mondo migliore, Armando, Roma, 1989.
CEC: Congetture e confutazioni, Il Mulino, Bologna, 1972.
CDSM: W.W. Bartley, Come demarcare la scienza dalla metafisica, Borla,
Roma, 1983.
CIVF: Come io vedo la filosofia, in "La cultura" 1976, n. 4, pp. 389-403.
CMT: Una patente per fare la TV, in K.R. Popper J. Condry, Cattiva maestra
televisione, Reset, Milano, 1994.
CO: Conoscenza oggettiva, Armando, Roma, 1975.
FA: Il futuro aperto, Rusconi, Milano, 1989.
FTC: C. Glossner, I filosofi tedeschi contemporanei, CittNuova, Roma,
1980.
IF: L'informazione violenta, Societaperta, Roma, 1996.
LDSS: Logica della scoperta scientifica, Einaudi, Torino, 1970.
Lss: La logica delle scienze sociali,AA VV.;dialettica e positivismo in
sociologia, Einaudi, Torino 1972.
MDC:il mito della cornicie, IL Mulino,Bologna1955.
MDS: Miseria dello storicismo, Feltrinelli, Milano, 1975.
PL: Poscritto alla logica della scoperta scientifica, Il Saggiatore,
Milano, 1994.
RMM: Alla ricerca di un mondo migliore, in G. Brescia, Karl Popper e il
pungolo della libert Editrice Salentina, Galatina, 1995.
RNF: La ricerca non ha fine, Armando, Roma, 1976.
SAN: La societaperta e i suoi nemici, Armando, Roma, 1996.
SN: La scienza normale e i suoi pericoli, in AA. VV., Critica e crescita
della conoscenza, Feltrinelli, Milano, 1976.
TV: Tutta la vita risolvere problemi, Rusconi, Milano, 1996.


BREVIARIO.


I. IO, KARL R POPPER.

Io sono, in primo luogo, indeterminista, in secondo luogo, realista, in
terzo luogo, razionalista.

L'incontro col marxismo fu uno dei principali eventi del mio sviluppo
intellettuale. Mi insegntante di quelle lezioni che non ho mai pi
dimenticato. Mi insegnla sapienza del detto socratico: 埋o so di non
sapere Mi rese fallibilista, e impresse in me il valore della modestia
intellettuale. E mi fece sommamente consapevole delle differenze esistenti
tra pensiero dogmatico e pensiero critico.
RNF, 49

Non mi considero un esperto ndi scienza ndi filosofia. Nondimeno, ho
cercato con ostinazione, per tutta la vita, di comprendere qualcosa del
mondo in cui viviamo.
MDC,7

Per molti anni ho cercato di contestare le mode intellettuali nella
scienza, e ancor piin filosofia. Il pensatore alla moda per lo pi
prigioniero del proprio conformismo, mentre io considero la libert- la
libertpolitica coscome il pensiero autonomo e aperto - uno dei
principali valori che la vita puoffrirci, se non il principale.
MDC,7

Preferisco lavorare e formulare le mie idee nel modo pisemplice
possibile. Spesso questo non facile.
FTC, 358

Io affermo che il nostro mondo, il mondo delle democrazie occidentali, non
certamente il migliore di tutti mondi pensabili o logicamente possibili,
ma tuttavia il migliore di tutti i mondi politici della cui esistenza
storica siamo a conoscenza. Sotto questo punto di vista sono un ottimista
incallito.
TV, 158

Sono pienamente d'accordo con Hugo von Hofmannsthal quando nel suo Buch
der Freunde scrive: 夏a filosofia il giudice di un'epoca; brutto se
essa ne invece l'espressione
TV, 149

Credo di avere risolto un'intera serie di problemi filosofici veramente
fondamentali; ad esempio il problema dell'induzione. (Questi tentativi di
soluzione - come sempre - hanno prodotto problemi nuovi, fruttuosi).
FTC,350

Non disputo mai su parole.
FTC, 351

Ritengo che esistano problemi filosofici e perfino che alcuni io li abbia
risolti. Ma, come ho scritto altrove, 峪on c'niente che sembri meno
auspicabile di una soluzione semplice per un annoso problema filosofico
RNF, 141

Io nella filosofia del Romanticismo - e specialmente nella filosofia dei
tre grandi rappresentanti dell'Idealismo tedesco, Fichte, Schelling ed
Hegel -, non riesco a vedere nient'altro che una catastrofe intellettuale e
morale - la pigrande catastrofe intellettuale e morale da cui fu mai
funestata l'intellighenzia tedesca ed europea. Questa catastrofe, questa
reazione a catena intellettuale e morale ha esercitato, come io credo, una
disastrosa azione di istupidimento, che sta ancora agendo come una nube
atomica in espansione.
TV, 148

Sono sempre stato un filosofo del senso comune, e un realista del senso
comune. Il mio atteggiamento era di credere che fosse proprio del senso
comune ritenere che il senso comune fosse spesso in torto forse pispesso
che dalla parte della ragione; ma che fosse pacifico che in filosofia
dovessimo partire dal senso comune, anche se solo per trovare, con la
critica, dove esso fosse in torto. Ero interessato al mondo reale, al
cosmo, ed ero del tutto ostile a ogni idealismo, positivismo, o anche
neutralismo filosofico. Se non vi era un mondo reale, altrettanto e anche
molto piricco del mondo che conosciamo cossuperficialmente dalla vita
quotidiana, e se lo studio di questo mondo non era il compito principale
del filosofo, allora non sarei stato interessato alla filosofia.
CO, 423

Io sono un realista in due sensi della parola. Anzitutto, credo nella
realtdel mondo fisico. In secondo luogo, credo che il mondo degli enti
teorici sia reale.
CO, 441

Posso anche descrivere me stesso come un materialista nella misura in cui
credo nella realtdella materia, sebbene io decisamente non sia un
materialista nel senso in cui il 峻aterialismoil punto di vista per cui
la materia (estesa) qualcosa di ultimo o irriducibile, o essa solo
reale.
CO, 442

Per diversi anni rimasi socialista, anche dopo il mio ripudio del marxismo;
e se ci fosse stato qualcosa come un socialismo combinato con la libert
individuale, sarei ancor oggi un socialista. E, infatti, non potrebbe
esserci niente di meglio che vivere una vita modesta, semplice e libera in
una societegalitaria.
Mi ci volle un po' di tempo per riconoscere che questo non era nient'altro
che un sogno meraviglioso; che la libertpiimportante
dell'uguaglianza; che il tentativo di attuare l'uguaglianza di
pregiudizio alla
libert e che se va perduta la libert tra non liberi non c'nemmeno
uguaglianza.
RNF, 49

Del mio periodo socialista giovanile ho salvato nella vecchiaia molte idee
e ideali.
FTC, 346.

Io sono un grande ammiratore del sano senso comune; io sostengo addirittura
che, se noi ci muoviamo ad un livello non troppo critico, il senso comune
in tutte le possibili situazioni problematiche il consigliere pivalido e
piaffidabile.
TV, 25-26.

Io sono convinto che esista almeno un problema al quale sono interessati
tutti gli uomini dediti al pensiero. E il problema della cosmologia: il
problema di comprendere il mondo, compresi noi stessi e la nostra
conoscenza, in quanto parte del mondo.
Sono convinto che tutta la scienza sia cosmologia, e per me l'interesse
cosdella filosofia come della scienza risiede unicamente nei contributi
che queste due discipline hanno portato a questo problema. In ogni caso
scienza e filosofia cesserebbero di esercitare su di me qualsiasi
attrazione se dovessero rinunciare a proporselo.
LDSS, XXI.

All'opposto dei miei contemporanei pigiovani, ritengo meravigliosi il
mondo e gli uomini. Benchio, naturalmente, sappia che c'molto male, so
anche perche il nostro mondo il migliore che mai si sia avuto nel corso
della storia.
TV, 233-234.

Io non sono affatto, come lo sono invece tanti miei colleghi filosofi, una
guida che incede su nuove vie; non sono un annunciatore di una nuova
direzione in filosofia. Io, piuttosto, sono completamente e assolutamente
un filosofo di vecchio stampo, il quale crede ad una filosofia del tutto
antiquata e superata. E questa la filosofia di un'epoca passata gida un
bel pezzo, dell'epoca del Razionalismo e dell'Illuminismo. Come uno degli
ultimi seguaci rimasti del Razionalismo e dell'Illuminismo, io credo
all'autoemancipazione dell'uomo per mezzo della conoscenza, - proprio come
vi credeva una volta Kant, l'ultimo grande filosofo dell'Illuminismo, o
come vi credette Pestalozzi, il quale volle combattere la povertcon la
conoscenza.
TV, 147-148.

Benchabbia conosciuto dispiacere e grande tristezza, come del resto
accade a tutti, non credo di aver passato, come filosofo, un momento
infelice dacchsiamo ritornati in Inghilterra. Ho lavorato duro, e spesso
mi sono immerso fino al collo in difficoltinsolubili Persono stato
felicissimo di aver individuato nuovi problemi, di averli affrontati, e di
aver fatto qualche passo avanti. E questa, o almeno coscredo, la vita pi
bella.
RNF, 142.

Sono un razionalista e credo alla verite alla ragione.
E non significa che io credo all'onnipotenza della ragione umana. Un
razionalista non affatto, come asseriscono molti dei nostri oppositori
antirazionalisti, un individuo che vorrebbe fare degli altri puri esseri
razionali. Questo sarebbe sestremamente irragionevole. Ogni uomo
ragionevole, e perci spero, anche un razionalista, sa molto bene che la
ragione purivestire solo un ruolo ben modesto nella vita umana. E il
ruolo della riflessione critica, della discussione critica.
ARM, 208.

Viviamo in un'epoca in cui l'irrazionalismo tornato di moda. Voglio
perciiniziare confessando che reputo la conoscenza delle scienze naturali
la migliore e piimportante forma di conoscenza che possediamo, sebbene
non sia certo l'unica.
ARM,13

Non sono un materialista, ma ammiro i filosofi materialisti, in particolare
i grandi atomisti, Democrito, Epicuro e Lucrezio. Essi furono i grandi
illuministi dell'antichit gli antagonisti della fede nei demoni, i
liberatori dell'umanit Ma il materialismo ha superato se stesso.
ARM, 20.

Si dil caso che io non sia solo un empirista e un razionalista di tipo
particolare, ma anche un liberale, nel senso inglese del termine; ma
proprio perchsono un liberale, credo che per un liberale poche cose siano
piimportanti del sottoporre le varie teorie del liberalismo ad un esame
critico approfondito.
CEC, 17

Io mi vanto di non essere un filosofo della credenza umana: sono
interessato soprattutto alle idee, alle teorie, e trovo al confronto non
importante se uno 宮redein esse o no. E sospetto che l'interesse dei
filosofi nella credenza risulti da quella filosofia erronea che io chiamo
展nduttivismo Sono teorici della conoscenza e, partendo da esperienze
soggettive, non riescono a distinguere fra conoscenza oggettiva e
soggettiva. Questo li porta a considerare la credenza come il genere di cui
la conoscenza una specie.
CO, 47

Per me l'idealismo assurdo, perchesso implica anche qualcosa del
genere: la mia mente che crea questo bel mondo. Ma io so che non ne sono
il creatore.
CO, 67.

Io nell'interesse della pace, sono un avversario del cosiddetto movimento
pacifista. Dobbiamo imparare dalle nostre esperienze; e gidue volte il
movimento pacifista ha contribuito ad incoraggiare l'aggressore.
L'imperatore Guglielmo II si aspettava che l'Inghilterra, nonostante le
garanzie fatte al Belgio, non si decidesse alla guerra proprio a motivo del
pacifismo; e analogamente pensHitler, nonostante le garanzie fatte
dall'Inghilterra alla Polonia.
TV, 216

Personalmente, non mi ha mai interessato il problema del significato; anzi,
esso mi apparso sempre un problema verbale, un tipico pseudoproblema. Mi
sono interessato soltanto del problema della demarcazione, ciodella
ricerca di un criterio per valutare il carattere scientifico delle teorie.
CEC, 73

Io vorrei essere riuscito a far capire agli scienziati e soprattutto agli
intellettuali un fatto, e cioche noi sappiamo tanto poco.
TV, 134

Le mie idee sulla metodologia delle scienze sociali sono il risultato della
mia ammirazione per la teoria economica: ho cominciato a svilupparle, circa
venticinque anni fa, cercando di generalizzare il metodo dell'economia
teorica.
MDC, 207

Io mi spazientisco troppo spesso quando leggo scritti filosofici.
PL, 21 1

Vedo nelle nuove gigantesche organizzazioni della ricerca scientifica un
serio pericolo per la scienza. I grandi uomini di scienza erano solitari
critici. Questo valeva naturalmente per Schringer e Gel, e anche per
Watson e Crick.
Lo spirito della scienza mutato, come conseguenza della ricerca
organizzata. Dobbiamo sperare che, nonostante tutto, continueranno ad
esserci sempre grandi solitari.
ARM, 72

E' giusto che sia definito scettico (nel senso classico) nella misura in cui
nego la possibilitdi un criterio generale di veritnon logico-
tautologica. Ma questo lo fa ogni pensatore ragionevole, ad esempio Kant,
Wittgenstein o Tarski. E come questi anch'io accetto la logica classica,
che interpreto come organo della critica; dunque non come organo della
prova, benscome organo della confutazione, dell'enchos. Ma io mi
distinguo profondamente da ciche al giorno d'oggi si intende per
scettico. Come filosofo non sono interessato al dubbio e all'incertezza, e
questo proprio perchsi tratta di condizioni soggettive e perchda tempo
ho abbandonato la ricerca di una sicurezza soggettiva ritenendola
superflua. Quello che mi interessa, sono i motivi razionali, oggettivi e
critici che inducono a preferire una teoria all'altra nella ricerca della
verit E certo nessuno scettico moderno ha detto qualcosa di simile prima
di me.
ARM, 17

In un famoso e intenso passo della sua principale opera, Platone chiede che
i filosofi diventino re e che, viceversa, i re - o sovrani - siano filosofi
veri e seri. La prima parte della proposta di Platone piaciuta a molti
filosofi, e alcuni di essi l'hanno presa alquanto sul serio. Personalmente,
non penso si tratti di un suggerimento convincente. A parte il fatto che
avverso ogni forma di autocrazia o dittatura, compresa quella dei pisaggi
e migliori, i filosofi non mi sembrano particolarmente adatti a questo
compito.
MDC, 247

Il mio razionalismo non dogmatico. Riconosco pienamente che non posso
dimostrarlo razionalmente.
Confesso francamente che ho optato per il razionalismo perchodio la
violenza e non mi illudo inutilmente che tale odio abbia un qualsiasi
fondamento razionale. O, in altri termini, il mio razionalismo non
autosufficiente, ma poggia su una fede irrazionale nell'atteggiamento di
ragionevolezza. Non vedo come Si possa andare oltre questo. Si puforse
dire che la mia fede irrazionale nei diritti uguali e reciproci di
convincere gli altri e di essere da questi persuasi una forma di fiducia
nella ragione umana; o semplicemente che credo nell'uomo.
CEC, 604-605.


II. IL MESTIERE DEL FILOSOFO.

Tutti gli uomini sono filosofi perchin un modo o nell'altro tutti
assumono un atteggiamento nei confronti della vita e della morte.

Alcuni filosofi hanno fatto una virtdel parlar con se stessi, forse
perchsi erano convinti che non ci fosse nessuno con cui parlare. Ho paura
che l'abitudine di filosofare su questo livello un po' troppo elevato sia
un sintomo del declino della discussione razionale.
Non c'dubbio che Iddio parli quasi esclusivamente con se stesso, perch
non trova nessuno con cui valga la pena di parlare. Ma i filosofi
dovrebbero sapere che non sono pisimili a Dio di quanto non lo siano gli
altri uomini.
LDSS, XXIII.

Una delle cose che possono capitare a un filosofo, e che questi pu
sicuramente annoverare fra le sue pialte conquiste, di scorgere un
enigma, un problema, o un paradosso, non precedentemente rilevato da alcun
altro. E questo un evento ancor piimportante della risoluzione
dell'enigma. Il filosofo che per primo scorge e comprende un nuovo
problema, scuote la nostra pigrizia e il nostro compiacimento. Egli fa per
noi ciche Hume fece per Kant: ci risveglia dal 峴onno dogmatico e apre
davanti a noi un nuovo orizzonte.
CEC, 317.

Come chiunque altro, i filosofi sono liberi di usare qualsiasi metodo per
la ricerca della verit Non esiste un metodo peculiare alla filosofia.
LDSS, XXII.

Io penso che tutti gli uomini e tutte le donne siano filosofi, anche se
alcuni lo sono pidi altri. Concordo sull'esistenza di un gruppo
distintivo ed esclusivo di persone, i filosofi accademici, ma sono ben
lungi dal condividere l'entusiasmo di Waismann per le loro attivite il
loro approccio. Al contrario, sento che c'molto da dire a favore di
coloro (sono, a mio parere, filosofi di un particolare genere) che nutrono
sospetti per la filosofia accademica.
CIVF, 390.

A mio parere, la filosofia professionale non ha dato prove troppo brillanti
di s Ha un urgente bisogno di una apologia pronta sua - una difesa
della sua esistenza.
Sento perfino che il fatto di essere un filosofo di professione io stesso
costituisce un grave capo d'imputazione contro di me: lo sento come una
accusa. Devo dichiararmi colpevole e presentare, come Socrate, la mia
apologia.
CIVF, 390.

Ci sono stati pochi filosofi veramente grandi e anche un piccolo numero di
filosofi i quali, benchammirevoli da molti punti di vista, hanno sfiorato
ma non raggiunto la grandezza. Ma, sebbene ciche essi hanno prodotto
dovrebbe essere di primaria importanza per qualsiasi filosofo accademico
la filosofia non dipende da essi, nel senso in cui la pittura dipende dai
grandi pittori o la musica dai grandi compositori. Inoltre, la grande
filosofia - per esempio quella dei Presocratici - di data anteriore ad
ogni filosofia accademica e professionale.
CIVF, 390

Sento che la filosofia non ha dato prove troppo brillanti di se sento di
doverla difendere.
CIVF, 392

L'esistenza di problemi filosofici urgenti e seri e la necessitdi
discuterli criticamente secondo me, l'unica giustificazione per quella
che puessere chiamata la filosofia professionale o accademica.
CIVF, 393

Io vedo la storia della filosofia essenzialmente come parte della storia
della ricerca della verite rigetto la concezione puramente estetica di
essa, anche se la bellezza altrettanto importante nella filosofia come
nella scienza.
CIVF, 394

1. Non vedo la filosofia come la soluzione di enigmi linguistici.
2. Non vedo la filosofia come una serie di opere d'arte, come originali e
interessanti quadri del mondo, o intelligenti e insoliti modi di descrivere
il mondo. [...]
3. Non vedo la lunga storia dei sistemi filosofici come storia di edifici
intellettuali in cui tutte le idee possibili siano saggiate e in cui la
veritpossa venire casualmente alla luce come un sottoprodotto. [...]
4. Non vedo la filosofia come un tentativo di chiarire o di analizzare o
di 容splicareconcetti o parole o linguaggi. [...]
5. Non vedo la filosofia come un modo di essere bravi.
6. Non vedo la filosofia come una specie di terapia intellettuale
(Wittgenstein), una attivitper aiutare le persone ad uscire da
perplessitfilosofiche. [...]
7. Non vedo la filosofia come la ricerca dei modi di esprimere le cose con
piprecisione o esattezza. [...]
8. Di conseguenza, non vedo la filosofia come un tentativo di fornire le
fondamenta o l'impalcatura concettuale per risolvere problemi che
potrebbero sorgere nel vicino o pilontano futuro. [...]
9. Nvedo la filosofia come espressione dello spirito del tempo. Questa
un'idea hegeliana, che non regge alla critica.
CIVF, 394-395

Vi sono delle mode in filosofia, coscome ve ne sono nella scienza. Ma un
autentico ricercatore di veritnon seguirle mode: diffiderdi esse e le
sapranche combattere se necessario.
CIVF, 395

Lo sviluppo della dialettica, nel suo complesso, dovrebbe essere un
ammonimento contro i pericoli inerenti alla costruzione di sistemi
filosofici. Dovrebbe ricordarci che la filosofia non dev'essere posta a
fondamento di un qualsiasi tipo di sistema scientifico, e che i filosofi
dovrebbero essere molto pimodesti nelle loro pretese. Un compito assai
utile che essi possono svolgere lo studio dei metodi critici della
scienza.
CEC, 570

Tutti gli uomini e tutte le donne sono filosofi, o meglio, se non sono
consapevoli di avere dei problemi filosofici tutti hanno in ogni caso
pregiudizi filosofici.
La maggior parte di questi sono teorie che essi prendono per scontate
inconsapevolmente, o che hanno assorbito dal loro ambiente intellettuale o
dalla tradizione.
Poichpoche di queste teorie sono professate consapevolmente, esse sono
pregiudizi nel senso che sono professate senza un esame critico, anche se
possono rivestire grande importanza per le azioni pratiche delle persone e
per tutta la loro vita.
Costituisce una giustificazione dell'esistenza della filosofia
professionale il fatto che c'bisogno di uomini che esaminino criticamente
queste teorie diffuse ed influenti.
CIVF, 395-396

Ogni filosofia deve iniziare dalle dubbie e spesso perniciose concezioni
del senso comune acritico. Il suo fine di raggiungere il senso comune
illuminato, critico, di raggiungere ciouna concezione pivicina alla
verite che abbia un influsso meno dannoso sulla vita umana.
CIVF, 396

A mio modo di vedere, i problemi della teoria della conoscenza
costituiscono il nucleo della filosofia, sia della filosofia acritica o
popolare del senso comune, sia della filosofia accademica. Sono persino
decisivi per la teoria dell'etica (come Jacques Monod ci ha recentemente
ricordato).
CIVF, 398

Coscome io vedo la filosofia, essa non dovrebbe mai essere e invero non
pumai essere scissa dalla scienza. Storicamente, tutta la scienza
occidentale una progenie della speculazione filosofica greca intorno al
cosmo, all'ordine del mondo; i comuni antenati di tutti gli scienziati e di
tutti i filosofi sono Omero Esiodo e i Presocratici.
CIVF, 400

Ammetto che vi sono dei problemi molto sottili in filosofia che hanno la
loro naturale ed invero unica sede nella filosofia accademica, per esempio
i problemi di logica matematica e piin generale la filosofia della
matematica, e sono molto colpito dai prodigiosi progressi compiuti in
questi campi nel nostro secolo.
Ma per quanto riguarda la filosofia accademica in generale, sono
preoccupato dell'influenza di quelli che Berkeley era solito chiamare 展
filosofi al minuto Senz'altro la critica la linfa vitale della
filosofia, eppure una critica minuta di punti minuti, senza una
comprensione dei grandi problemi di cosmologia, di conoscenza umana, di
etica e di filosofia politica e senza un serio e strenuo tentativo di
risolverli, mi pare fatale.
CIVF, 401-402

Tutti gli uomini sono filosofi, perchin un modo o nell'altro tutti
assumono un atteggiamento nei confronti della vita e della morte. Vi sono
quelli che pensano che la vita sia priva di valore perchha una fine.
Non pensano che si potrebbe anche proporre l'argomento opposto: se non vi
fosse una fine alla vita, essa non avrebbe valore, ed il pericolo sempre
presente di perderla che in qualche misura aiuta a renderci consapevoli del
valore della vita.
CIVF, 403

Ogni filosofia, e in particolare ogni 峴cuolafilosofica, soggetta a una
degenerazione tale che i suoi problemi diventano praticamente
indistinguibili da pseudo-problemi, e il suo gergo, in conseguenza, non pu
piessere distinto in pratica dal chiacchierio privo di significato.
CEC, 126

La degenerazione delle scuole filosofiche [...] la conseguenza della
credenza erronea che si possa filosofare senza esservi spinti da problemi
che sorgono al di fuori della filosofia - nella matematica, per esempio, o
nella cosmologia, nella politica, nella religione, o nella vita sociale. La
mia prima tesi, in altre parole, questa.
I problemi filosofici genuini sono sempre radicati in urgenti problemi
esterni alla filosofia, e scompaiono se tali radici deperiscono. Nei loro
sforzi volti a risolvere detti problemi, i filosofi sono soggetti a
inseguire quello che pare un metodo, o una tecnica filosofica, ovvero una
chiave infallibile per il successo della filosofia. Ma metodi o tecniche
siffatti non esistono; in filosofia i metodi sono privi di importanza;
qualsiasi metodo legittimo se conduce a risultati suscettibili di una
discussione razionale. Quel che conta non sono i metodi o le tecniche, ma
una certa sensibilitai problemi, e un'ardente passione per essi; o, come
dicevano i Greci, la dote naturale di provare meraviglia.
CEC, 126-127

Credo che ci sia un solo argomento a difesa dell'esistenza della filosofia.
E questo: lo sappiano o no, tutti gli uomini hanno una filosofia. Certo,
puben darsi che nessuna delle nostre filosofie valga gran che, ma la loro
influenza sui nostri pensieri e sulle nostre azioni grande, e spesso
incalcolabile. Ecco perchc'bisogno di un esame critico di tutte queste
filosofie: l'esame critico delle filosofie il compito centrale della
filosofia in quanto disciplina, la sua raison d're. Si tratta di un
compito pimodesto della maggior parte di quelli che sono stati proposti
alla filosofia, ma un compito che, se impariamo a parlare e a scrivere
con chiarezza, puessere portato a termine.
LDSS, XIII

La teoria della conoscenza, e, in generale, la filosofia, ha bisogno di
un'apologia pro vita sua, di una difesa ragionata della propria esistenza.
Infatti, quello che molti filosofi hanno detto e fatto nel corso di questo
secolo rappresenta un grave atto d'accusa.
LDSS, XIII

Proprio come tutti hanno la loro filosofia, costutti hanno la loro teoria
della conoscenza. Di solito si tratta di una teoria sostenuta
inconsapevolmente, e perciacriticamente, ma si tratta di una teoria che
spesso determina il resto della nostra filosofia.
LDSS, XIII

Uno scienziato impegnato in una ricerca particolare, ad esempio in fisica,
puaffrontare direttamente il proprio problema. Puandare diritto al
cuore della materia: al cuore, cio di una struttura organizzata.
Infatti una struttura delle dottrine scientifiche esiste gi e con essa un
orizzonte di problemi generalmente accettato. Per questa ragione lo
scienziato pulasciare ad altri il compito di sistemare il proprio
contributo nell'ossatura generale della conoscenza scientifica.
Il filosofo si trova in una posizione diversa. Non affronta una struttura
organizzata, ma piuttosto qualcosa che ha l'aspetto di un cumulo di macerie
(sotto le quali, del resto, forse sepolto qualche tesoro). Non pufare
appello al fatto che esiste un orizzonte di problemi generalmente
accettato, perchforse l'unico fatto generalmente accettato che non
esiste nulla del genere. In realt una delle questioni che oggi ricorrono
pisovente nei circoli filosofici se la filosofia arrivermai a porre
un problema autentico.
LDSS, XVII

Ogni razionalista deve dire con Kant: la filosofia non si puinsegnare -
al massimo si puinsegnare a filosofare; cioad assumere un atteggiamento
critico.
TV, 153

Il fine della filosofia (o di qualunque altra attivitrazionale o critica)
non puessere quello di chiarire, o di definire idee, o concetti, o
nozioni, o significati, o di sostituire idee o concetti o significati dati
con altri piesatti.
PL, 276

La negazione del realismo porta alla megalomania (la pidiffusa malattia
professionale del filosofo di professione).
CO, 67

La scoperta di un problema filosofico puessere in qualche modo
definitiva; la si compie una volta, e per sempre; ma la sua soluzione non
mai definitiva. Essa non pumai basarsi su una dimostrazione o una
confutazione definitive, per via dell'inconfutabilitdelle teorie
filosofiche; npufondarsi sulle formule magiche dei profeti ispirati (o
annoiati) della filosofia. Essa puinvece basarsi sull'indagine
coscienziosa e critica di una situazione problematica e dei suoi
presupposti impliciti, come pure dei diversi possibili modi per risolverla.
CEC, 344

Il nostro compito principale come filosofi penso, quello di arricchire
la nostra rappresentazione del mondo aiutando a produrre teorie
immaginative e al tempo stesso argomentative e critiche, preferibilmente di
interesse metodologico.
CO, 209

Ritengo [...] che la funzione di uno scienziato o di un filosofo sia quella
di risolvere i problemi scientifici o filosofici, piuttosto che quella di
parlare di ciche lui stesso o altri filosofi stanno facendo o potrebbero
fare. Qualsiasi tentativo non riuscito di risolvere un problema scientifico
o filosofico, se compiuto con oneste dedizione, mi sembra pi
significativo di una discussione su questioni del tipo: 哽he cos'la
scienza?oppure 哽he cos'la filosofia? E anche se poniamo quest'ultimo
quesito, come dovremmo, nella forma un poco pifelice, 娘ual il
carattere dei problemi filosofici? io personalmente non me ne
preoccuperei molto; avvertirei infatti che esso ha scarso rilievo, anche a
confronto di un problema minore della filosofia, come la questione se ogni
discussione e ogni critica proceda sempre, di necessit da 家ssunzionio
峴upposizioni che sono di per sfuori discussione.
CEC, 117

Penso [...] che vi sia solo una via d'accesso alla scienza - o alla
filosofia: imbattervi in un problema, vederne la bellezza e innamorarvene;
sposarlo, e convivere felicemente con esso, finchmorte non vi separi - a
meno che non incontriate un altro e ancor piaffascinante problema, o a
meno che, in verit non ne otteniate una soluzione. Ma anche se riuscite a
trovare una soluzione, potreste poi scoprire, con vostra delizia,
l'esistenza di un'intera famiglia di incantevoli, anche se forse difficili,
figli del problema, per il cui benessere potreste lavorare, con uno scopo,
fino alla fine dei vostri giorni.
PL, 37-38

Proprio come vi sono religioni del bene e del male religioni che
incoraggiano nell'uomo il bene o il male - cosesistono idee filosofiche
buone e cattive, e teorie filosofiche vere e false. In quanto tale, dunque,
la religione non va nriverita nvituperata, e lo stesso vale per la
filosofia. Dobbiamo piuttosto valutare le idee religiose e filosofiche in
modo critico e meticoloso. Lo straordinario potere delle idee ci carica
tutti di pesanti responsabilit Non dobbiamo accettarle o rifiutarle senza
riflettere, ma giudicarle criticamente.
MDC, 253

Un filosofo dovrebbe innanzitutto filosofare: dovrebbe, cio cercare di
risolvere problemi filosofici, piuttosto che parlare della filosofia.
CEC, 121

In una teoria filosofica che deve essere respinta come falsa possiamo
spesso trovare, purchla cerchiamo, un'idea vera, degna di essere
conservata.
CEC, 57

Piun problema filosofico diventa puro, pivien meno il suo senso
originario, e pila discussione ad esso relativa rischia di degenerare nel
vuoto verbalismo. D'altro canto, non esistono soltanto problemi scientifici
genuini, ma anche problemi filosofici genuini. Anche se, sottoposti ad
analisi, detti problemi risultano avere componenti fattuali, essi non sono
necessariamente classificabili come appartenenti alla
scienza.
CEC, 129

La filosofia, che per venti secoli si preoccupata del significato dei
suoi termini, non solo piena di verbosit ma anche terribilmente vaga e
ambigua, mentre una scienza come la fisica, che non si preoccupa tanto dei
termini e dei loro significati quanto piuttosto dei fatti, ha conseguito
una grande precisione.
SAN, II 28

La scienza contemporanea ha qualcosa di interessante da dire al filosofo a
proposito di alcune questioni filosofiche classiche, in primo luogo
riguardo all'antico problema della materia.
MDC, 153


III. LA SCIENZA.

La crisi lo stato normale di una scienza razionale altamente sviluppata.

Lo spirito della scienza quello di Socrate.
SAN, II 290

Non c'nessuna garanzia per il progresso scientifico.
TV, 31

La civilteuropea l'unica civiltche abbia prodotto una scienza
naturale e nella quale questa scienza giuochi un ruolo addirittura
decisivo. Ma questa scienza naturale il prodotto diretto del
Razionalismo; il prodotto del Razionalismo dell'antica filosofia greca.
TV, 156

E' diventato oggi di moda nella scienza invocare la conoscenza specialistica
e l'autoritdegli esperti, e in filosofia denigrare la scienza e la
razionalit Molto spesso tale denigrazione generata proprio da
un'erronea teoria della scienza e della razionalit- una teoria che si
esprime in termini di specializzazioni, esperti e autorit Ma la scienza e
la razionalithanno in realtben poco a che fare con la specializzazione
e l'appello all'autoritdegli esperti. E vero il contrario: queste mode
intellettuali rappresentano un ostacolo effettivo per entrambe. Proprio
come il pensatore alla moda prigioniero del suo mondo, l'esperto
schiavo della sua specializzazione, laddove la libertdalle mode
intellettuali e dalle specializzazioni a rendere possibile la scienza e la
razionalit
MDC, 7

Credo che dovremo abituarci all'idea che non si deve guardare alla scienza
come a un 宮orpo di conoscenza ma piuttosto come a un sistema di ipotesi;
cioa dire, come a un sistema di tentativi di indovinare, o di
anticipazioni, che non possono essere giustificati in linea di principio,
ma con i quali lavoriamo fintanto che superano i controlli, e dei quali non
abbiamo mai il diritto di dire che sappiamo che sono 師erio 峰io meno
certi o anche 峰robabili
LDSS, 351

Un certo grado di dogmatismo fecondo, anche nella scienza.
RNF,55

La scienza non solo, come l'arte e la letteratura, un'avventura dello
spirito umano, ma forse la piumana delle arti creative: colma di errori
e di miopie umane, mostra quelle illuminazioni improvvise che ci schiudono
gli occhi sulle meraviglie del mondo e dello spirito umano.
Ma non basta. La scienza il risultato diretto del piumano degli sforzi
- quello di liberare noi stessi. Essa parte del nostro tentativo di
vedere pichiaramente, di comprendere il mondo e noi stessi, e di
comportarci da adulti, responsabili e illuminati.
PL,273

Possiamo considerare la conoscenza oggettiva - la scienza - come
un'istituzione sociale, o un insieme o struttura di istituzioni sociali.
Come altre istituzioni sociali, essa il risultato di azioni umane, in
gran parte non intenzionali, e quasi del tutto impreviste (con buona pace
di Bacone). Senza dubbio, vive e cresce in gran parte attraverso la
cooperazione e la competizione istituzionalizzata di scienziati che non
sono ispirati soltanto dalla curiosit- il desiderio di aumentare la
propria conoscenza soggettiva - ma ancor pidal desiderio di recare un
contributo alla crescita della conoscenza - ciodella conoscenza
oggettiva. (Molti grandi contributi consistettero in errori e nella loro
identificazione.)
PL, 118-119

Parlare dello 峴copodell'attivitscientifica puforse sembrare un po'
ingenuo; chiaro, infatti, che scienziati diversi hanno scopi diversi e
che la scienza stessa (qualunque cosa essa significhi) non ha scopo alcuno.
Ammetto tutto ci Tuttavia, quando parliamo di scienza, ci sembra di
avvertire, pio meno chiaramente, che c'qualcosa di caratteristico
nell'attivitscientifica; e dato che l'attivitscientifica assomiglia
molto a un'attivitrazionale, e che un'attivitrazionale deve avere
qualche scopo, il tentativo di descrivere lo scopo della scienza pu
riuscire non del tutto futile.
Suggerisco che scopo della scienza sia trovare spiegazioni soddisfacenti di
qualsiasi cosa ci colpisca per il suo bisogno di spiegazione.
PL, 152

La mia teoria della scienza [...] estremamente semplice. Siamo noi che
produciamo le teorie scientifiche, siamo noi che critichiamo le teorie
scientifiche.
In cista tutta la teoria della scienza. Noi inventiamo le teorie, e noi
uccidiamo le nostre teorie. Portiamo, cos alla luce nuovi problemi e
veniamo a trovarci in una situazione in cui, se ne siamo in grado,
inventiamo nuove teorie. Questa in breve, la scienza e la storia della
scienza.
FA, 177

Il nostro miglior sapere quello della scienza, di gran lunga il nostro
miglior sapere; e tuttavia anche il sapere scientifico solo sapere
congetturale.
TV, 133

La prima guerra mondiale ha distrutto non solo la comunitdel sapere, ma
ha anche quasi distrutto la scienza e la tradizione razionalistica,
rendendo la scienza tecnica, strumentale. Aumentando la tendenza alla
specializzazione, ha tagliato fuori dalla scienza chi dovrebbe esserne il
vero fruitore: il dilettante, l'amante della saggezza, il cittadino comune,
responsabile, mosso dalla volontdi sapere.
PL, 274

Considero la scienza una delle pigrandi creazioni della mente umana. E' un
progresso confrontabile alla emergenza di un linguaggio argomentativo e
descrittivo, o all'invenzione della scrittura.
CO, 116

La scienza un fenomeno biologico. La scienza sorta dalla conoscenza
prescientifica, essa uno strabiliante sviluppo del modo di conoscere del
buon senso comune, che a sua volta puvenir visto come uno sviluppo della
conoscenza animale.
TV, 24

La scienza un prodotto dello spirito umano, ma questo prodotto altrettanto oggettivo di una cattedrale.
TV, 28

Oggigiorno la scienza sta sotto l'influsso di correnti alla moda molto
discutibili. Essa viene assalita non solo dall'esterno, ma anche
dall'interno. Ma io considero la scienza della natura, insieme con la
musica, la poesia e la pittura, come la maggiore realizzazione dello
spirito umano. Naturalmente, di tutto si pufare un cattivo uso. Anche
della musica si pufare un cattivo uso, e ne vien fatto. Anche della
pittura si pufare un cattivo uso, e ne vien fatto. E cossi fa un
cattivo uso anche della scienza. La scienza della natura cinondimeno,
la nostra pigrande speranza. Se possiamo tirarci fuori dalla palude in
cui siamo sprofondati, ci riusciremo di certo solo con l'aiuto della
scienza.
FA, 177

La scienza opera dell'uomo. E come opera dell'uomo la scienza fallibile. Ora, appunto, la consapevolezza della fallibilitdella
scienza che distingue lo scienziato dallo scientista. Se lo scientismo
qualcosa, esso la fede cieca e dogmatica nella scienza. Ma questa fede
cieca nella scienza estranea allo scienziato autentico. L'accusa di
scientismo vale, quindi, forse per certe idee popolari che circolano sulla
scienza, ma non la si purivolgere agli scienziati.
FA, 72-73

La scienza ricerca della veritmediante critica.
FA, 85

La scienza un prodotto sistematico di idee umane: e sotto questo aspetto
l'idealismo ha ragione. Ma queste idee possono scontrarsi con la realt E
per questo che il realismo alla fine nel giusto.
TV, 46

Nonostante la mia venerazione per la scienza, non sono uno scientista.
Perchuno scientista crede dogmaticamente nell'autoritdella scienza
mentre io non credo in nessuna autorited ho sempre avversato il
dogmatismo, e ancora ovunque lo avverso, soprattutto nella scienza.
ARM, 16

La scienza [...] nella sua sostanza un fenomeno in crescita; essa
essenzialmente dinamica, mai qualcosa di compiuto: non esiste nessun punto
nel quale essa trovi in maniera definitiva la sua meta.
TV, 37

La scienza comincia con problemi. Tenta di risolverli attraverso ardite e
ingegnose teorie. Il pidelle volte la maggior parte delle teorie sono
false e/o incontrollabili. Le preziose teorie controllabili vengono
esaminate per trovare in esse eventuali errori. Cerchiamo di trovare errori
e di eliminarli. Questa appunto, la scienza: essa consiste di idee
selvagge, arrischiate, che vengono poste sotto il rigido controllo della
correzione degli errori.
TV, 111

Il cosiddetto sapere scientifico non affatto sapere, giacchesso
consiste unicamente di congetture o ipotesi - anche se in parte di ipotesi
che hanno attraversato il fuoco incrociato di controlli ingegnosi. In breve
[...] noi non sappiamo, tiriamo solo ad indovinare.
Sebbene il sapere delle scienze naturali non sia sapere, esso la cosa
migliore che abbiamo nell'ambito della conoscenza. Io lo chiamo sapere
congetturale - sostanzialmente per consolare le persone che vogliono un
sapere certo e credono di non poterne fare a meno.
Queste sono, in effetti, le persone pericolosamente suggestionabili,
persone cui manca il coraggio di vivere senza sicurezza, senza certezza,
senza autorit senza una guida. Potremmo dire: sono persone rimaste
abbarbicate alla loro infanzia.
Gli altri possono aver bisogno di amici, di familiari o di persone a cui si
guarda come a dei possibili modelli; o anche perchhanno fatto qualcosa di
straordinario.
Le persone che assistono un malato, spesso invocano la presenza di una
autorit- di un'autoritmedica. Ma questa non esiste; per la ragione che
il sapere - il sapere certo - una parola vuota.
La scienza ricerca della verit Ma la veritnon veritcerta.
TV, 109

Nella scienza cerchiamo sempre di spiegare il noto con l'ignoto,
l'osservato (e l'osservabile) con ciche non si osserva (e che, forse, non
puessere osservato).
CEC, 300

La scienza dovrebbe essere caratterizzata dai suoi metodi: dalla maniera
con cui trattiamo i sistemi scientifici, da ciche facciamo con essi e da
ciche facciamo ad essi.
LDSS, 34

Fra i pericoli reali per il progresso della scienza non va considerata la
possibilitche essa giunga a esaurimento. Si deve invece tener conto di
altri fattori, quali la mancanza d'immaginazione (conseguenza talora della
mancanza di reale interesse); o una malriposta fiducia nella
formalizzazione e nella precisione [...]; oppure l'autoritarismo, in
qualcuna delle sue numerose forme.
CEC,371

Si puben dire che la scienza ha sempre come suo punto di partenza il
crollo di una teoria; tale crollo, l'eliminazione della teoria, porta poi
al problema di sostituire la teoria eliminata per mezzo di una teoria
migliore.
TV,37

Un argomento spesso ripetuto contro la moralitdella scienza che molti
dei suoi frutti sono stati usati
per fini cattivi, per esempio in guerra. Ma questo argomento non merita
neppure di essere preso in seria considerazione. Non c'nulla sotto il
sole di cui non si possa abusare e di cui non si sia abusato.
Anche l'amore pudiventare strumento di assassinio; e del pacifismo si pu
fare una delle armi di una guerra aggressiva. D'altra parte, anche troppo
evidente che l'irrazionalismo e non il razionalismo ha la responsabilitdi
tutte le ostilite aggressioni nazionali.
Ci sono state anche troppe guerre aggressive di religione sia prima che
dopo le crociate, ma non mi risulta che si sia combattuta una sola guerra
per scopi 峴cientificie ispirata da scienziati.
SAN, 11 289

L'accettabilitnella scienza non dipende da una specie di surrogato della
verit ma dalla severitdei con
CEC, 476

La scienza un'attivitcritica. Noi verifichiamo criticamente le nostre
ipotesi. Le critichiamo per trovare gli errori, nella speranza di
eliminarli e di avvicinarci cosmaggiormente alla verit
TV, 37 ARM, 50

La scienza non un sistema di asserzioni certe, o stabilite una volta per
tutte, e non neppure un sistema che avanzi costantemente verso uno stato
definitivo.
La nostra scienza non conoscenza (episteme): non pumai pretendere di
aver raggiunto la verit e neppure un sostituto della verit come la
probabilit
LDSS, 308

La scienza non persegue mai lo scopo illusorio di rendere le sue risposte
definitive, e neppure probabili. Piuttosto il suo progresso tende sempre
verso lo scopo infinito, e tuttavia raggiungibile, di scoprire problemi
sempre nuovi, pigenerali e piprofondi, e di sottoporre le sue risposte,
sempre date in via di tentativo, a controlli sempre rinnovati e sempre pi
rigorosi.
LDSS, 3 11

Scienza, filosofia, pensiero razionale, tutto deve cominciare
dal senso comune.
CO, 58

Tutta la scienza e tutta la filosofia sono senso comune illuminato.
CO, 59

Pure nella scienza ci sono le mode, ed alcuni scienziati saltano dalla
parte del partito vincente con la rapiditcon cui lo fanno certi pittori e
certi musicisti.
Ma quantunque le mode e i carri dei vincitori possano
attrarre il debole, queste cose dovrebbero venir ostacolate piuttosto
che incoraggiate.
CO, 287

La mia tesi che ciche chiamiamo 峴cienzadifferisce dai piantichi
miti, non perchsia qualcosa di sostanzialmente diverso, ma perchva
congiunta a una tradizione, diremo, 宵i secondo gradoche fa propria la
discussione critica dei miti. Precedentemente, esisteva soltanto una
tradizione di primo grado, con cui si tramandava una narrazione stabilita.
In seguito sussisteva ancora, naturalmente, una narrazione da tramandare,
ma con essa si trasmetteva una specie di tacito testo di accompagnamento,
con i caratteri peculiari del secondo grado: 娛i trasmetto questa
narrazione, ma dimmi cosa ne pensi. Riflettici, e forse ne fornirai una
differente Questa nuova tradizione introduceva l'atteggiamento critico e
polemico. Si trattava, credo, di un fatto realmente nuovo, ed ancor oggi
una caratteristica fondamentale della tradizione scientifica. Se ce ne
rendiamo conto, acquisiamo con ciun diverso atteggiamento nei confronti
del metodo scientifico. Comprenderemo allora che, in un certo senso, la
scienza creazione di miti al pari della religione. Ma obietterete forse:
娑eri miti della scienza sono assai diversi da quelli della religione E
certo cos Ma perchsono diversi? Perchquesta attitudine critica,
che modifica la natura dei miti. Essi si trasformano e cambiano, nel senso
che ci offrono una descrizione sempre migliore del mondo, dei molteplici
oggetti osservabili. Essi, inoltre, ci spingono ad osservare fenomeni che
non avremmo mai indagato senza queste teorie o
miti.
CEC, 219

Poesia e scienza hanno identica origine, l'origine del mito.
ARM, 230

Poesia e scienza - e percianche la musica - sono [...] consanguinee.
Scaturiscono dal tentativo di chiarire la nostra origine e il destino del
mondo.
ARM, 23 1

Il giuoco della scienza in linea di principio, senza fine. Chi, un bel
giorno, decide che le asserzioni scientifiche non hanno pibisogno di
nessun controllo, e si possono ritenere verificate definitivamente, si
ritira dal giuoco.
LDSS, 37-38

La strada della scienza lastricata di teorie abbandonate che erano state
un tempo proclamate assolutamente evidenti.
SAN, II 25.

La frontiera della scienza assai fluida.
MDC, 215

La scienza non usa definizioni al fine di determinare il significato dei
suoi termini, ma solo al fine di introdurre maneggevoli etichette
stenografiche. Ed essa non dipende dalle definizioni; tutte le definizioni
possono essere omesse senza che nulla si perda dell'informazione data. Da
ciconsegue che nella scienza tutti i termini che sono realmente necessari
devono essere termini indefiniti.
SAN, 1128

Non intendo filosofeggiare sulla malvagitdel potere in generale, per
quanto la mia esperienza corrobori la massima di Lord Acton, secondo la
quale il potere tende a corrompere, mentre quello assoluto corrompe in modo
assoluto. Finchconsideriamo la scienza non ho dubbi: guardare ad essa
come a un mezzo per accrescere il nostro potere un peccato contro lo
Spirito Santo. Il migliore antidoto contro tale tentazione consiste nella
consapevolezza di quanto poco sappiamo, nella consapevolezza del fatto che
i piinteressanti tra i nostri lenti progressi nella conoscenza hanno
rivelato la loro importanza proprio in quanto hanno dischiuso interi nuovi
continenti della nostra ignoranza.
MDC, 173

Se dovessimo fallire nel perseguimento delle confutazioni, la scienza
stagnerebbe e perderebbe il proprio carattere empirico.
CEC, 418


IV. IL METODO SCIENTIFICO.

Tutta la mia concezione del metolo scientifico puessere sintetizzata
dicendo che consiste nei tre passi seguenti: 1 inciampiamo in qualche
problema; 2 tentiamo di risolverlo, per esempio proponendo qualche nuova
teoria; 3 impariamo dai nostri errori, in particolare da quelli su cui ci
richiama la discussione critica dei nostri tentativi di soluzione, una
discussione che tende a condurci a nuovi problemi.
O per dirla in tre parole: problemi - teorie - critica.

Io sostengo che non esiste alcun metodo scientifico in nessuno di questi
tre sensi. Per esprimersi in modo pidiretto: 1) Non c'alcun metodo per
scoprire una teoria scientifica.
2) Non c'alcun metodo per accertare la veritdi un'ipotesi scientifica,
cionessun metodo di verificazione.
3) Non c'alcun metodo per accertare se un'ipotesi 峰robabile o
probabilmente vera.
PL, 36

Il metodo della scienza razionale: il migliore che abbiamo. Perci
razionale accettare i suoi risultati; ma non nel senso di confidare
ciecamente in essi: non sappiamo mai in anticipo dove potremmo essere
piantati in asso.
PL, 87

E' consigliabile caratterizzare la scienza in base ai suoi metodi piuttosto
che in base ai suoi risultati.
Supponiamo che un chiaroveggente produca un libro sognandolo o mediante la
scrittura automatica.
Supponiamo inoltre che anni pitardi, come risultato di scoperte
scientifiche recenti e rivoluzionarie, un grande scienziato (che non ha mai
visto quel libro) ne produca uno esattamente uguale. Oppure, per dire la
stessa cosa in termini diversi, supponiamo che il chiaroveggente abbia
師istoun libro scientifico che non poteva allora essere prodotto da uno
scienziato, dato che molte scoperte rilevanti erano a quel tempo ancora
ignote. Possiamo chiederci: giusto dire che un chiaroveggente ha prodotto
un libro scientifico? Possiamo supporre che, se fosse stato a quel tempo
sottoposto al giudizio di scienziati competenti, esso sarebbe stato
considerato in parte incomprensibile e in parte fantastico; percidovremo
dire che il libro del chiaroveggente, quando fu scritto, non era un'opera
scientifica, perchnon era il risultato del metodo scientifico. Chiamer
codesto risultato, il quale, anche se concorda con certi risultati
scientifici, non il prodotto del metodo scientifico, un caso di 峴cienza
rivelata
SAN,II 260

Che cosa sono le regole del metodo scientifico, e perchne abbiamo
bisogno? Puesistere una teoria di tali regole, una metodologia? Il modo
in cui si risponde a queste questioni dipenderin larga misura dal nostro
atteggiamento nei confronti della scienza. Chi, come i positivisti, vede
nella Scienza empirica un sistema di asserzioni che soddisfano certi
criteri logici, come la significanza o la verificabilit darun certo
tipo di risposta. Una risposta molto differente sardata da coloro che,
come me, tendono a considerare come caratteristica differenziale delle
asserzioni empiriche il fatto che esse sono suscettibili di revisione: il
fatto, cio che possono essere criticate e soppiantate da altre migliori.
LDSS, 32-33

Se uno pensa al metodo scientifico, o a 11 Metodo Scientifico come a una
via per giustificare risultati scientifici, egli sar[...] deluso. Un
risultato scientifico non puessere giustificato. Pusoltanto essere
criticato e controllato. E non si pudire altro in suo favore se non che
esso sembra, dopo tutte queste critiche e controlli, migliore, pi
interessante, pipotente, pipromettente, e una approssimazione alla
veritmigliore dei suoi concorrenti.
CO, 352

Il metodo scientifico non cumulativo, come hanno per esempio insegnato
Bacone di Verulamio o Sir James Jeans, ma essenzialmente rivoluzionario. Il
progresso scientifico consiste fondamentalmente nel fatto che le teorie
vengono superate e sostituite da altre teorie.
TV, 32

Il vero segreto del metodo scientifico sta nella disponibilitad imparare
dagli errori.
SAN, I 202

Il primo compito della logica della conoscenza quello di formulare un concetto di scienza empirica allo scopo di rendere
l'uso linguistico, ora piuttosto incerto, il pipossibile definito; di
tracciare una netta linea di demarcazione tra la scienza e le idee della
metafisica, anche se queste idee possono avere favorito il progresso della
scienza durante tutta la sua storia.
LDSS, 20

L'idea di una pluralitdi congetture rivali - che indubbiamente, cerchiamo
di ridurre per mezzo della critica - essenziale per la mia metodologia.
PL, 93

Ho descritto cosspesso quello che considero il metodo autocorrettivo con
cui la scienza procede che posso essere molto breve qui: 11 metodo della
scienza il metodo di audaci congetture e ingegnosi e severi tentativi di
confutarle.
CO, 112

A mio avviso, il metodo scientifico molto semplicemente, ciche rende
sistematico il modo prescientifico di imparare dai nostri errori. Lo fa
attraverso un espediente chiamato discussione critica.
MDC, 138

Il problema centrale dell'epistemologia sempre stato, e ancora il
problema dell'accrescersi della conoscenza. E l'accrescersi della
conoscenza puessere studiato, meglio che in qualsiasi altro modo,
studiando l'accrescersi della conoscenza scientifica.
LDSS,XII

Le idee guida dell'epistemologia sono logiche piuttosto che fattuali; a
dispetto di ci tutti i suoi esempi e molti dei suoi problemi possono
essere suggeriti da studi sulla genesi della conoscenza.
CO, 97

Quella che io chiamo 峻etodologianon dev'essere scambiata per una scienza
empirica. Io non credo che, usando i metodi della scienza, sia possibile
decidere questioni controverse come quella se la scienza usi davvero un
principio d'induzione o non lo usi. E i miei dubbi aumentano quando
rammento che rimarrsempre materia di convenzione o di decisione che cosa
si debba chiamare 峴cienzae chi si debba chiamare 峴cienziato
Io credo che le questioni di questo genere dovrebbero essere trattate in
modo diverso. Per esempio, possiamo prendere in considerazione e paragonare
tra loro due differenti sistemi di regole metodologiche: l'uno fornito e
l'altro sfornito di un principio d'induzione. E possiamo poi esaminare se
tale principio, una volta introdotto, possa essere applicato senza dare
origine a contraddizioni; se ci sia di qualche aiuto, e se ne abbiamo
realmente bisogno.
LDSS, 36

Il metodo con cui si ricerca una soluzione normalmente sempre lo stesso:
il metodo per prova ed errore.
E si tratta, fondamentalmente, dello stesso metodo adottato dagli organismi
viventi nel processo di adattamento. E chiaro che il suo successo dipende
in gran parte dal numero e dalla varietdella prove: piprove compiamo,
pifacile che uno dei nostri tentativi abbia successo.
CEC, 53 1

La crescita di tutta la conoscenza consiste nella modificazione della
conoscenza precedente - nella sua alterazione o nel suo rigetto su larga
scala. La conoscenza non comincia mai dal nulla, ma sempre da qualche
conoscenza di sfondo - insieme con qualche difficolt qualche problema.
Questi di regola nascono dallo scontro fra aspettative inerenti alla nostra
conoscenza di sfondo da un lato e, dall'altro, alcune scoperte nuove, come
nostre osservazioni o ipotesi da esse suggerite.
CO, 100

Il metodo della scienza naturale la ricerca cosciente degli errori e la
correzione di errori attraverso la critica consapevole. Questa critica
dovrebbe, nel caso ideale, essere non personale e dirigersi solo su teorie
o ipotesi proposte.
TV, 112

Lo stesso metodo scientifico ha degli aspetti sociali.
La scienza, e in particolar modo il progresso scientifico, non sono il
risultato di sforzi isolati, ma della libera concorrenza del pensiero.
Poichla scienza ha bisogno di una concorrenza sempre maggiore fra le
ipotesi, e di esperimenti sempre pirigorosi; e le ipotesi concorrenti
hanno bisogno, per cosdire, di una rappresentanza personale: hanno
bisogno di avvocati, hanno bisogno di una giuria, e perfino di un pubblico.
La rappresentazione personale, per funzionare, dev'essere organizzata
istituzionalmente. E queste istituzioni devono essere finanziate e protette
dalla legge. In ultima analisi il progresso dipende in larghissima misura
da fattori politici; da istituzioni politiche che garantiscono la libert
di pensiero: dipende dalla democrazia.
MDS, 136

Il metodo empirico ha dimostrato di essere senz'altro capace di prendersi
cura di se stesso.
SAN, II 262

Dalla metodologia non ci si devono aspettare veritprofonde. Nondimeno in
molti casi essa puaiutarci a chiarificare la situazione logica, ed anche
a risolvere alcuni problemi di ampia portata che finora non si sono
rivelati suscettibili di essere trattati.
LDSS, 39


V. FALLIBILISMO, ANTIINDUTTIVISMO E ANTIOSSERVATIVISMO.

Il fallibilismo non nient'altro che il non-sapere socratico.

Una teoria dell'induzione superflua.
Non ha alcuna funzione in una logica della scienza.

Io ammettercertamente come empirico, o scientifico, soltanto un sistema
che possa essere controllato dall'esperienza. Queste considerazioni
suggeriscono che, come criterio di demarcazione, non si deve pretendere la
verificabilit ma la falsificabilitdi un sistema. In altre parole: da un
sistema scientifico non esigerche sia capace di essere scelto, in senso
positivo, una volta per tutte; ma esigerche la sua forma logica sia tale
che possa essere messo in evidenza, per mezzo di controlli empirici, in
senso negativo: un sistema empirico deve poter essere confutato
dall'esperienza.
(Cosl'asserzione 唏omani qui piovero non piover non sarconsiderata
un'asserzione empirica, semplicemente perchnon puessere confutata,
mentre l'asserzione 娘ui domani piover sarconsiderata empirica.)
LDSS, 22

Il criterio dello stato scientifico di una teoria la sua falsificabilit
confutabilit o controllabilit
CEC, 67

Dobbiamo distinguere due significati delle espressioni 宸alsificabilee
宸alsificabilit.
1) 圄alsificabilecome termine logico-tecnico, nel senso del criterio
falsificazionista di demarcazione.
Questo concetto puramente logico - falsificabilitin linea di principio,
si potrebbe dire - si basa su una relazione logica la teoria in esame e
la classe degli asserti di base
(o dei falsificatori potenziali da essi descritti).
2) 圄alsificabilenel senso che la teoria in questione puvenire
definitivamente o conclusivamente o dimostrabilmente falsificata
(宵imostrabilmente falsificabile. Ho sempre sottolineato che persino una
teoria che ovviamente falsificabile nel primo senso non lo mai nel
secondo. (Per questo motivo, ho usato di norma l'espressione
宸alsificabilesolo nella prima accezione tecnica. Per quanto riguarda la
seconda accezione, ho parlato di norma non di 宸alsificabilit, ma
piuttosto di 宸alsificazionee di relativi problemi).
E chiaro che i suffissi 家bilee 家bilit sono usati in maniera alquanto
diversa in questi due sensi. Benchil primo senso si riferisca alla
possibilitlogica di una falsificazione in linea di principio, il secondo
si riferisce ad una prova sperimentale pratica conclusiva di falsit Ma
non esiste nulla come una prova conclusiva per venire a capo di una
questione empirica.
PL, 11-12

Nella scienza l'osservazione piuttosto che la percezione a giocare la
parte decisiva. Ma l'osservazione un processo in cui giuochiamo una parte
intensamente attiva. Un'osservazione una percezione pianificata e
preparata. Non 家bbiamoun'osservazione (come possiamo 家vere
un'esperienza di senso), ma 宸acciamoun'osservazione. (Un navigatore
addirittura 容laboraun'osservazione). Un'osservazione sempre preceduta
da un particolare interesse, una questione, o un problema - in breve da
qualcosa di teorico. Dopo tutto, possiamo porre ogni questione sotto forma
di un'ipotesi o congettura, cui aggiungiamo: 圃 cos So no? Cos
possiamo asserire che ogni osservazione preceduta da un problema,
un'ipotesi (o comunque vogliamo chiamarla); ad ogni buon conto da qualcosa
che ci interessa, da qualcosa di teorico o speculativo.
CO, 447

Rispetto a chi pensa che l'osservazione debba precedere le aspettative e i
problemi, capovolgo dunque la situazione e giungo persino a sostenere che
l'osservazione non puprecedere tutti i problemi per ragioni logiche, per
quanto, ovviamente, ne anticipi talvolta alcuni - per esempio quelli
sollevati da un'osservazione che ha deluso certe aspettative o confutato
alcune delle nostre teorie.
E possibile illustrare questo fatto - il fatto, cio che l'osservazione
non puprecedere tutti i problemi con un semplice esperimento. Se mi
consentito, lo eseguirprendendo chi mi legge come cavia. Il mio
esperimento consiste nel chiedere di osservare, ora.
Spero che si cooperi e osservi! E tuttavia, temo che qualcuno, invece di
osservare, provi il forte impulso di chiedermi: 哽he cosa vuoi che
osservi?
Se questo il modo di reagire, allora il mio esperimento riuscito. Ci
che infatti sto tentando di mettere in chiaro che, per poter osservare,
dobbiamo avere in mente un ben preciso problema che forse riusciremo a
risolvere mediante l'osservazione.
Charles Darwin lo sapeva quando scrisse: 哽om'strano che nessuno capisca
che ogni osservazione non puche essere pro o contro qualche teoria
MDC, 133

Nl'osservazione, nla ragione sono delle autorit
L'intuizione e l'immaginazione intellettuali sono estremamente importanti,
ma non possiamo fare affidamento su di esse: pudarsi che ci mostrino le
cose molto chiaramente, ma puanche darsi che ci portino fuori strada.
Sono indispensabili in quanto fonti principali delle nostre teorie, ma la
maggior parte delle nostre teorie sono, in ogni caso, false. La funzione
piimportante dell'osservazione e del ragionamento, come pure
dell'intuizione e dell'immaginazione, quella di aiutarci ad esaminare
criticamente quelle congetture ardite che sono i mezzi con cui sondiamo
l'ignoto.
CEC, 55

L'osservazione sempre selettiva. Essa ha bisogno di un oggetto
determinato, di uno scopo preciso, di un punto di vista, di un problema.
CEC, 84

L'osservazione 峰ura quella priva di ogni componente teorica, non esiste.
Tutte le osservazioni - e in particolare tutte quelle sperimentali - sono
interpretazioni dei fatti compiute alla luce di questa o quella teoria.
MDC, 120

L'induzione, ciol'inferenza fondata su numerose osservazioni, un mito.
Non nun fatto psicologico nun fatto della vita quotidiana, e nemmeno
una procedura scientifica.
CEC, 96

L'induzione un pasticcio e poichil problema dell'induzione puessere
risolto in maniera negativa ma nondimeno diretta, l'induzione non risulta
giocare nessuna parte autonoma nell'epistemologia o nel metodo della
scienza o nello sviluppo della conoscenza.
CO, 117

La conoscenza non puiniziare dal nulla - dalla tabula rasa - ma non pu
nemmeno prendere le mosse dall'osservazione. Il progresso del nostro sapere
consiste nella modifica, nella correzione del sapere anteriore. Certamente
talvolta possibile un passo avanti grazie ad una osservazione o ad una
scoperta fortuita; ma generalmente la portata di un'osservazione o di una
scoperta dipende dal fatto che noi siamo in grado o meno di modificare
teorie esistenti.
ARM, 59

L'insegnante il quale suggerisse al giovane scienziato desideroso di fare
scoperte: 姬a in giro e osserva darebbe un cattivo consiglio; mentre lo
guiderebbe correttamente se gli dicesse: 哽erca di imparare quali sono i
temi dibattuti oggi dalla scienza e di scoprire dove insorgano delle
difficolte interessati delle divergenze di opinione. Sono questi i
problemi che devi affrontare In altri termini, si dovrebbe studiare
l'attuale stato dei problemi. Il che significa che si adotta, e si cerca di
continuare, una linea di ricerca che ha dietro di s come presupposto,
tutto il precedente sviluppo della scienza, e ci troviamo cosdi fronte al
tema della tradizione della scienza. Il fatto che, in campo scientifico,
non possiamo partire da capo e dobbiamo quindi servirci di ciche stato
fatto prima di noi, un dato assai elementare e di importanza decisiva,
quantunque spesso non sia adeguatamente compreso dai razionalisti. Se
partissimo da capo, al momento della morte ci troveremmo progrediti
all'incirca di quel tanto che era riuscito ad Adamo ed Eva alla fine della
loro vita (o, se preferite, quanto l'uomo di Neanderthal). Nella scienza
vogliamo progredire, e cisignifica che dobbiamo poggiare sulle spalle dei
nostri predecessori. Dobbiamo, cio portare avanti una certa tradizione.
CEC, 222


VI. I PROBLEMI E LE TEORIE.

Non c'sapere senza problemi; ma neppure problema senza sapere.

La soluzione di un problema, che in genere si ottiene per tentativi ed
errori, un'acquisizione, un successo, in senso oggettivo. Che qualcosa
sia un'acquisizione una congettura, e puessere una congettura
discutibile. L'argomento dovrriferirsi al problema (congetturato),
giacchl'acquisizione o successo come una soluzione, sempre relativa ad
un problema.
RNF,157

Benchpossiamo sentirci disturbati da un problema e possiamo desiderare
ardentemente di risolverlo, il problema in se stesso qualcosa di
oggettivo - come lo una mosca dalla quale noi siamo disturbati e di cui
possiamo desiderare ardentemente di liberarci.
Che sia un problema oggettivo, che sia presente, e il ruolo che esso pu
giocare in certi eventi, sono congetture (proprio allo stesso modo in cui
una congettura la presenza della mosca).
RNF, 157

La maggior parte di noi sa che un compito difficile quello di formulare
chiaramente i nostri problemi, e che questo compito spesso non ci riesce.
Non facile individuare e descrivere i problemi, a meno che non ci venga
posto, come in un esame, un problema gibell'e pronto; ma anche in questo
caso possiamo trovare che l'esaminatore non ha formulato bene il suo
problema, e che noi possiamo farlo meglio.
delle volte, dunque, resta solo il problema di formulare il problema - e il
problema se era proprio questo il problema da formulare.
RNF, 157

La scienza prende le mosse da e approda a problemi.
MDC, 211.

Un problema scientifico non altro che un bisogno di spiegazione.
RNF, 157 ., MDS, 111

Ogni soluzione di un problema crea nuovi problemi irrisolti. Questi nuovi
problemi sono tanto piinteressanti quanto piera complesso il problema
originario e quanto piaudace il tentativo di risolverlo.
ARM, 59

L'idea fondamentale della mia teoria della conoscenza che i problemi e i
tentativi di risolverli tramite la formazione di ipotesi, teorie o
congetture precedano qualsiasi osservazione. Le teorie sono di primaria
importanza nella costituzione della nostra esperienza, e lo sono sia
logicamente che storicamente - di primaria importanza nella nostra storia
personale come pure nella storia dell'umanit
TV, 103

Le teorie sono reti gettate per catturare quello che noi chiamiamo 展l
mondo per razionalizzarlo, per spiegarlo, per dominarlo. Ci sforziamo di
rendere la trama sempre pisottile.
LDSS, 41

Le scienze empiriche sono sistemi di teorie. La logica della conoscenza
scientifica pupertanto essere descritta come una teoria delle teorie.
Le teorie scientifiche sono asserzioni universali.
Come tutte le rappresentazioni linguistiche, sono sistemi di segni o
simboli. Non credo, dunque, che sia utile esprimere la differenza fra
teorie universali e asserzioni singolari dicendo che queste ultime sono
宮oncrete mentre le teorie sono semplicemente formule simboliche o schemi
simbolici.
LDSS, 4 1

La scienza, possiamo dire in via provvisoria, comincia con teorie, con
pregiudizi, superstizioni e miti. O piuttosto, comincia con la sfida e
l'abbattimento di un mito: comincia, cio quando alcune delle nostre
aspettative vengono deluse. Ma cisignifica che la scienza comincia con
problemi: problemi pratici o teorici.
MDC, l30-131

A differenza della grande opera d'arte, la grande teoria resta sempre
suscettibile di miglioramenti.
ARM, 235

Sono contrario alla tesi secondo la quale lo scienziato deve credere alla
sua teoria. Per quanto mi riguarda, I do not believe in belief (non credo
nella credenza), come dice E. Foster; in particolare non credo nella
scienza. Credo al massimo alla fede nell'etica, e anche lsolo in pochi
casi. Credo, ad esempio, che la veritoggettiva sia un valore, dunque un
valore etico, forse addirittura il pialto valore, e che la malvagitsia
il massimo non-valore.
ARM, 16-17

Non possiamo giustificare le nostre teorie, nla credenza che esse siano
vere; non possiamo neppure giustificare la credenza che esse siano vicine
alla verit Possiamo, invece, sostenere razionalmente una preferenza - a
volte molto forte - per una certa teoria, alla luce degli attuali risultati
della nostra discussione.
PL, 86-87

Le teorie scientifiche si distinguono dai miti solo in quanto criticabili e
suscettibili di modifiche alla luce della critica. Non possono venire n
verificate, nrese piprobabili.
PL, 36

E' soltanto un accidente storico che una teoria sia confutata dopo sei mesi,
anzichdopo sei, o seicento anni.
CEC, 416

Noi operiamo sempre con teorie, anche se il pidelle volte non ne siamo
consapevoli. L'importanza di tale dato di fatto non dovrebbe mai essere
sottovalutata. Dovremmo piuttosto cercare, in ciascun caso, di formulare in
modo esplicito le teorie che sosteniamo: cici consentir infatti, di
cercare teorie alternative e di distinguerle criticamente l'una dall'altra.
MDC, 120

Una teoria appartiene alla scienza empirica se e solo se in
contraddizione con possibili esperienze, se dunque di principio
falsificabile ad opera dell'esperienza.
Io ho chiamato questo criterio di demarcazione col nome di 宮riterio di
falsificabilit.
Il criterio di falsificabilitsi puillustrare con molte teorie. Cos
per esempio, la teoria - secondo cui la vaccinazione protegge dal vaiolo -
falsificabile: se qualcuno che stato correttamente vaccinato si
ammalasse di vaiolo, la teoria sarebbe allora falsificata.
TV, 39

Le teorie sono cento volte piimportanti dei concetti. (Le teorie possono
essere vere o false; i concetti possono essere nel migliore dei casi
adeguati, e fuorvianti nel peggiore dei casi. In confronto con le teorie, i
concetti non sono importanti.)
TV, 120

Ogni serio controllo di una teoria un tentativo volto a confutarla. La
controllabilitequivale pertanto alla confutabilito falsificabilit E
poichdovremmo dire 容mpiriche o 峴cientifiche soltanto le teorie che
possono essere controllate empiricamente, possiamo concludere che la
possibilitdi una confutazione empirica a distinguerle dalle altre.
CEC,338

Ogni teoria razionale, non importa se scientifica o filosofica, tale
nella misura in cui cerca di risolvere determinati problemi. Una teoria
comprensibile e ragionevole solo in rapporto a una data situazione
problematica, e puessere discussa razionalmente solo discutendo tale
rapporto.
Se ora consideriamo una teoria come soluzione proposta per un insieme di
problemi, essa si presta subito alla discussione critica - anche se non-
empirica e inconfutabile. Possiamo infatti porre domande del tipo: risolve
essa il problema? Lo risolve meglio di altre teorie? Si forse limitata a
spostarlo? La soluzione semplice? E feconda? Contraddice forse altre
teorie filosofiche necessarie alla soluzione di altri problemi?
Interrogativi di questo tipo mostrano che sicuramente possibile una
discussione critica, anche per delle teorie inconfutabili.
CEC, 34 1

E' mia convinzione che le scoperte siano guidate dalla teoria, in questi
come in molti altri casi, e non che le teorie siano il risultato di
scoperte 宵ovute all'osservazione anche quest'ultima, infatti, tende ad
essere guidata dalla teoria. Persino le scoperte geografiche (si vedano
Colombo, Franklin, i due Nordenskjds, Nansen, Wegener, e la spedizione
del KonTiki di Heyerdahl) prendono spesso avvio dal proposito di
controllare una teoria.
CEC, 203

Da una buona teoria esigiamo, in primo luogo, che abbia successo in alcune
delle sue nuove previsioni; in secondo luogo, esigiamo che non sia
confutata troppo presto; prima, cio che abbia ottenuto un pieno successo.
CEC, 423

Tutte le teorie fisiche affermano molto pidi quanto possiamo controllare.
Non sempre facile dire se questo 宵i pi appartiene legittimamente alla
fisica, o se dovrebbe essere eliminato dalla teoria come 宮omponente
metafisica
CEC, 453

Una teoria falsa purappresentare una grande conquista, quanto una vera. E
molte teorie false hanno giovato alla ricerca della veritpidi altre,
meno interessanti, ancor oggi accettate. Le teorie false possono infatti
essere di aiuto in molteplici modi: per esempio, suggerendo alcune
modifiche pio meno radicali, e stimolando la critica.
CEC, 243-244

Le teorie scientifiche non sono semplicemente il risultato di osservazioni.
Si tratta invece, per lo pi di prodotti derivanti dalla creazione di miti
e dai controlli.
CEC, 220

La questione storica, fattuale e psicologica, 哽ome perveniamo alle nostre
teorie? benchpossa essere affascinante, irrilevante per la questione
logica, metodologica, ed epistemologica della validit Qui io seguo ancora
una volta Hume. Senz'altro, la netta separazione di questi due problemi fu
il pigrande risultato ottenuto da Hume. Dando loro risposte quasi
opposte, egli chiarabbondantemente che essi sono del tutto distinti.
Alcuni scienziati ritengono, o almeno cospare, di avere le loro idee
migliori mentre fumano; altri mentre bevono caffo whisky. Percinon c'
motivo per cui non dovrei ammettere che alcuni possano avere le loro idee
mentre osservano, o mentre ripetono le loro osservazioni. E, in questo
senso, sarei disposto a mitigare la mia tesi che noi non procediamo mai per
induzione: sostituiamo 峻aicon 島uasi mai
PL, 63

La pratica non il nemico della conoscenza teorica ma il suo pivalido
incentivo. Benchuna certa dose di disinteresse si addica allo scienziato,
ci sono molti esempi che dimostrano che non sempre importante per uno
scienziato essere cosdisinteressato. Ma importante per lui restare in
contatto con la realt con la pratica, perchcoloro che la trascurano ne
pagano il fio cadendo nello scolasticismo.
SAN, 11264

Le teorie scientifiche possono venir controllate dalle loro conseguenze
pratiche. Lo scienziato, nel proprio campo, responsabile di quello che
dice; si puconoscerlo dai suoi frutti e cosdistinguerlo dai falsi
profeti.
SAN, 11 288

Tutti i grandi scienziati avevano ben chiaro che ogni soluzione di un
problema scientifico solleva molti nuovi problemi irrisolti. Quanto pi
impariamo sul mondo, tanto piconsapevole, tanto piparticolareggiata e
precisa si fa la nostra conoscenza dei problemi ancora irrisolti, il
socratico sapere del nostro non sapere. La ricerca scientifica infatti i]
metodo migliore per illuminarci circa il nostro non sapere. Ci porta
all'importante intuizione che noi uomini ci diversifichiamo molto rispetto
alle piccolezze delle quali forse sappiamo qualcosa. Ma nella nostra
infinita ignoranza siamo tutti uguali.
ARM, 51

Una teoria piprecisa, e pifacilmente confutabile di un'altra, sar
anche piinteressante. Poichla piardita, sarla meno probabile. E
tuttavia risultermeglio controllabile, giacchpossiamo rendere i nostri
controlli piprecisi e piseveri. E se supera controlli severi sarda
questi meglio confermata, o attestata.
Dunque la confermabilit(attestabilito corroborabilit deve aumentare
con la controllabilit
Cimostra che il criterio di demarcazione non puessere assolutamente
netto, ma avresso stesso dei gradi. Vi saranno teorie ben controllabili,
altre difficilmente controllabili, ed altre non controllabili affatto.
Quelle non controllabili non rivestono alcun interesse per gli scienziati
empirici. Possono essere ritenute metafisiche.
CEC, 437

Non possiamo mai giustificare razionalmente una teoria - ciouna pretesa a
conoscerne la verit- ma possiamo, se siamo fortunati, giustificare
razionalmente una preferenza per una teoria fra un insieme di teorie in
competizione, per il momento; ciorispetto allo stato presente della
discussione. E la nostra giustificazione, sebbene non sia una pretesa che
la teoria sia vera, puessere la pretesa che vi ogni indicazione a
questo livello della discussione che la teoria una approssimazione alla
veritmigliore di qualsiasi teoria rivale finora proposta.
CO, 113-114

Noi non abbiamo creato il nostro mondo. Finora non lo abbiamo neppure
modificato molto, a paragone delle modificazioni realizzate dagli animali
marini e dalle piante. Abbiamo percreato un nuovo tipo di prodotto o
artefatto che promette di operare con il tempo modificazioni nel nostro
angolo di mondo almeno altrettanto grandi quanto quelle operate dai nostri
predecessori, le piante produttrici di ossigeno e i coralli costruttori di
isole. Questi nuovi prodotti, che sono decisamente opera nostra, sono i
nostri miti, le nostre idee, e soprattutto le nostre teorie scientifiche:
teorie intorno al mondo in cui viviamo.
CO, 378


VII. LA VERITA E L'ERRORE.

Noi siamo cercatori di veritma non siamo suoi possessori.



Sono sostenitore strenuo della audacia intellettuale Non possiamo essere
dei vigliacchi intellettuali e dei ricercatori di verit nel contempo. Un
ricercatore di veritdeve osare di essere saggio, deve osare di essere un
rivoluzionario nel campo del pensiero.
CIVF, 394

La 宮onoscenza scientificapuessere considerata come senza soggetto. Pu
essere considerata come un sistema di teorie su cui noi lavoriamo come
lavorano i muratori su una cattedrale. Lo scopo di trovare teorie che,
alla luce della discussione critica, si avvicinino il pipossibile alla
verit Coslo scopo l'aumento di contenuto di veritdelle nostre
teorie.
SN, 127-128

Nella scienza possiamo tendere alla verit e lo facciamo. La veritil
valore fondamentale. Quel che non possiamo raggiungere la certezza. Ad
essa dobbiamo rinunciare. La sicurezza, la certezza non potremo mai averle.
Tutto ciche possiamo fare esaminare autocriticamente le teorie che
abbiamo noi stessi costruito, cercare di distruggerle, confutarle.
FA, 75

L'idea di avvicinamento alla verit secondo me, una delle piimportanti
idee della teoria della scienza.
TV, 42

Compito della scienza la ricerca della verit cio di teorie vere
(anche se, come rilevSenofane, possiamo non raggiungerle mai, o non
riconoscerle come vere se le raggiungiamo).
Tuttavia, vogliamo sottolineare anche che la veritnon il solo scopo
della scienza. Vogliamo qualcosa di pidella semplice verit quel che
cerchiamo una veritinteressante - una veritdifficile da conseguire.
E nelle scienze naturali (in quanto distinte dalla matematica) noi andiamo
alla ricerca della veritcon un elevato grado di potere di spiegazione, in
un senso che implica che si tratta di una veritlogicamente improbabile.
CEC, 393-394

Non il possesso della conoscenza, della veritirrefutabile, fa l'uomo di
scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verit
LDSS, 311

Il bisogno di suggestione una grande forza. Ma lo anche la verit se si
lotta per essa.
TV, 116

Che cosa sia la verittutti lo sanno. E l'accordo di una proposizione con
quella realt sulla quale la proposizione dice qualcosa.
TV,109

Un grande vantaggio della teoria della veritoggettiva, o assoluta, che
ci consente di dire - come giSenofane - che cerchiamo la verit ma non
possiamo sapere quando l'abbiamo trovata; che non abbiamo un criterio di
verit e siamo tuttavia guidati dalla sua idea come principio regolativo
(come avrebbero detto Kant o Peirce); e che, sebbene non vi siano regole
generali per riconoscerla - se non forse nel caso della tautologia -
esistono tuttavia dei criteri per progredire verso di essa (come spiegher
tra breve).
Lo status della veritintesa in senso oggettivo, come corrispondenza ai
fatti, con il suo ruolo di principio regolativo, puparagonarsi a quello
di una cima montuosa, normalmente avvolta fra le nuvole. Uno scalatore pu
non solo avere difficolta raggiungerla, ma anche non accorgersene quando
vi giunge, poichpunon riuscire a distinguere, nelle nuvole, fra la
vetta principale e un picco secondario. Questo tuttavia non mette in
discussione l'esistenza oggettiva della vetta; e se lo scalatore ci dice:
唏ubito di aver raggiunto la vera vetta egli riconosce, implicitamente,
l'esistenza oggettiva di questa. L'idea stessa di errore, o di dubbio
(nella semplice accezione usuale), comporta il concetto di una verit
oggettiva, che possiamo essere incapaci di raggiungere.
Per quanto sia impossibile allo scalatore accertarsi se ha raggiunto la
vetta, gli sarspesso facile rendersi conto se non l'ha raggiunta (o non
ancora); per esempio, allorchrespinto da una parete che lo sovrasta.
Analogamente, vi sono dei casi in cui siamo del tutto certi di non aver
raggiunto la verit
CEC, 388

La teoria che la veritmanifesta - visibile a tutti, solo che lo
vogliano - alla base di ogni forma di fanatismo. Infatti solo la pi
depravata malvagitpurifiutarsi di vedere la veritmanifesta; solo
coloro che hanno ragione di temere la veritpossono cospirare per
sopprimerla.
Ma la teoria che la veritmanifesta non solo educa fanatici, ciouomini
convinti che tutti coloro che non vedono la veritmanifesta devono essere
posseduti dal diavolo, ma puanche condurre, sebbene forse in modo meno
diretto di quanto possa fare una epistemologia pessimistica,
all'autoritarismo. E questo, semplicemente, perchdi regola la veritnon
manifesta.
CEC, 20-21

La veritspesso difficile da conseguire, e una volta che l'abbiamo
trovata puessere facilmente perduta di nuovo.
CEC, 20

Siamo fallibili e soggetti all'errore; ma possiamo imparare dai nostri
errori.
CO, 351

La differenza tra l'ameba e Einstein che, sebbene ambedue usino il metodo
del tentativo e della eliminazione dell'errore, all'ameba dispiace
sbagliare mentre Einstein ne stuzzicato: egli cerca consciamente i suoi
errori nella speranza di imparare dalla loro scoperta ed eliminazione. Il
metodo della scienza il metodo critico.
CO, 100

In realt tutti facciamo seri tentativi per evitare errori; e dovremmo
essere scontenti di aver commesso un errore. Tuttavia evitare errori un
ideale meschino: se non osiamo affrontare problemi che siano cosdifficili
da rendere l'errore quasi inevitabile, non vi sarallora sviluppo della
conoscenza. In effetti, dalle nostre teorie piardite, incluse quelle
che sono erronee, che noi impariamo di pi Nessuno puevitare di fare
errori; la cosa grande imparare da essi.
CO, 242

Eliminare gli errori e avvicinare la veritsono esercizi faticosi. E vero,
non esiste alcun criterio di verit
Ma esiste qualcosa di simile a un criterio dell'errore: indicano che
qualcosa sbagliato i conflitti tra elementi diversi della nostra
conoscenza o tra questa e i fatti. E cosche la conoscenza avanza
attraverso l'eliminazione critica degli errori. E cosche possiamo
avvicinarci alla verit
MDC, 192-193

Come il fisico John Archibald Wheeler ha detto di recente, 差utto il nostro
problema sta nel commettere errori il pipresto possibile> Ebbene,
questo problema di Wheeler risolto con l'adottare consapevolmente
l'atteggiamento critico.
CO, 322

E' molto difficile imparare da sbagli molto grandi.
MDS, 86

E' soltanto l'idea della veritche ci consente di parlare sensatamente di
errori e di critica razionale, e rende possibile la discussione razionale,
ciola discussione critica nella ricerca degli errori, con la seria
intenzione di eliminarne quanti pipossiamo, al fine di avvicinarci alla
verit Dunque, l'idea stessa di errore, e di fallibilit comporta quella
di una veritoggettiva, come modello che possiamo essere incapaci di
eguagliare (in questo senso, l'idea di veritregolativa).
CEC, 393

La coerenza non pustabilire la verit ma l'incoerenza e la
contraddittorietsanciscono la falsit E quando li abbiamo individuati,
sono i nostri stessi errori a fornirci i deboli segnali rossi che ci
aiutano a trovare a tentoni la via di uscita dalla oscuritdella caverna.
CEC, 55


VIII. IL COMPITO E IL METODO DELLE SCIENZE SOCIALI.

Il problema degli effetti non voluti delle nostre azioni, effetti che non
solo sono non premeditati ma spesso anche molto difficilmente prevedibili,
il problema fondamentale dello scienziato sociale.


L'interesse scientifico per le questioni sociali o politiche di
pochissimo posteriore a quello per la fisica.
Vi furono anzi periodi dell'antichit(penso alla teoria politica di
Platone e alla raccolta delle Costituzioni di Aristotele) nei quali la
scienza della societpoteva sembrare piprogredita della scienza della
natura.
Ma con Galileo e Newton la fisica comincia ottenere successi al di ldi
ogni attesa, lasciando molto indietro tutte le altre scienze, e dal tempo
di Pasteur - il Galileo della biologia - si pusostenere che anche le
scienze biologiche si sono messe su una via analoga.
Le scienze sociali, invece, non hanno ancora trovato il loro Galileo.
MDS, 17

L'analisi della situazione, la logica situazionale, svolge un ruolo
importantissimo sia nella vita sociale che nelle scienze sociali.
SAN, II 116

Ritengo opportuno aggiungere qui un'osservazione a proposito
dell'asserzione, spesso ripetuta, che le scienze sociali operano con un
metodo diverso da quello delle scienze naturali, in quanto noi conosciamo
gli 家tomi sociali cionoi stessi, per conoscenza diretta, mentre la
nostra conoscenza degli atomi fisici soltanto ipotetica. Da questa
premessa si trae spesso la conclusione (lo fa, per esempio, Carl Menger)
che il metodo della scienza sociale, poichfa uso della nostra conoscenza
di noi stessi, psicologico o magari 峴oggettivoin opposizione ai metodi
峨ggettividelle scienze naturali. A questa affermazione possiamo
replicare: certamente non c'alcuna ragione per cui non si debba usare
qualsiasi conoscenza 宵irettache possiamo avere di noi stessi. Ma tale
conoscenza utile nelle scienze sociali soltanto se generalizziamo, cio
se presupponiamo che quello che sappiamo di noi stessi valido anche per
gli altri. Ma questa generalizzazione ha carattere ipotetico e deve essere
provata e corretta dall'esperienza di tipo 峨ggettivo
(Prima di aver incontrato qualcuno a cui non piace il cioccolato, alcuni
possono essere facilmente portati a credere che esso piace a tutti). Senza
dubbio, nel caso degli atomi sociali noi ci troviamo per certi rispetti in
posizione pifavorevole che nel caso degli atomi fisici, grazie non solo
alla conoscenza di noi stessi, ma anche all'uso del linguaggio. Eppure, dal
punto di vista del metodo scientifico, un'ipotesi sociale suggerita dalla
auto-intuizione non in condizione diversa da quella di un'ipotesi fisica
intorno agli atomi.
Anche quest'ultima puessere suggerita al fisico da una specie di
intuizione di quello che sono gli atomi.
E, in entrambi i casi, questa intuizione un affare privato dell'uomo che
propone l'ipotesi. Ciche 峰ubblicoe importante per la scienza
semplicemente la questione se le ipotesi possono essere controllate
dall'esperienza e se resistono a tali controlli.
Da questo punto di vista, le teorie sociali non sono pi峴oggettivedi
quelle fisiche.
SAN, II 398-399

L'introduzione di un nuovo genere di assicurazione sulla vita, di un nuovo
genere di tassazione, di una nuova riforma penale, sono tutti esperimenti
sociali che hanno le loro ripercussioni sul complesso della societsenza
tuttavia rimodellare la societnella sua interezza. Anche un uomo che apre
un nuovo negozio o che prenota un biglietto per il teatro va attuando una
specie di esperimento sociale su piccola scala; e tutta la nostra
conoscenza delle condizioni sociali fondata sull'esperienza acquisita
facendo esperimenti di questo genere.
SAN, I 201

Una delle singolari circostanze della vita sociale che mai nulla riesce
precisamente nel modo prestabilito. Tutto va sempre a finire un poco
diversamente.
Quasi mai, nella vita sociale, riusciamo a provocare il preciso effetto che
desideriamo, e, normalmente, otteniamo conseguenze ulteriori non desiderate
Come naturale, agiamo con certi scopi in mente; ma, oltre a questi (che
possiamo o meno conseguire di fatto), vi sono sempre certe altre
conseguenze non desiderate delle nostre azioni che, in genere, non possono
essere eliminate. Spiegare perchcinon sia possibile il compito
principale della teoria sociale.
CEC. 213

Le scienze naturali, come pure le scienze sociali, partono sempre da
problemi; da ciche in qualche modo suscita la nostra meraviglia, come
dicevano i filosofi greci. Per la soluzione dei problemi le scienze
utilizzano fondamentalmente lo stesso metodo, quello usato dal comune buon
senso: il metodo del tentativo e dell'errore.
TV, 22

Non c'nessuna scienza che consista nella pura osservazione, ci sono solo
scienze che teorizzano in modo pio meno consapevole e critico. Civale
anche per le scienze sociali.
LSS, 120

Come problemi fondamentali della sociologia teorica pura si potrebbero
forse prendere provvisoriamente la logica generale della situazione e la
teoria delle istituzioni e tradizioni. Ciincluderebbe problemi come i due
seguenti: 1. Le istituzioni non agiscono, agiscono solo gli individui nelle
o per le istituzioni. La logica situazionale generale di queste azioni
sarebbe la teoria delle quasiazioni delle istituzioni.
2. Si tratterebbe di costruire una teoria delle conseguenze
istituzionali volute e non volute, delle azioni compiute in vista di un
fine. Cipotrebbe anche condurre a una teoria della genesi e dello
sviluppo delle istituzioni.
LSS, 122-123.

La sociologia autonoma nel senso che pue deve rendersi largamente
indipendente dalla psicologia.
Prescindendo dalla condizione di dipendenza della psicologia, ciconsegue
anche dal fatto che la sociologia posta continuamente di fronte al
compito di spiegare conseguenze sociali involontarie e spesso indesiderate
dell'agire umano. Ad esempio, la concorrenza un fenomeno sociale che i
soggetti concorrenti di solito non desiderano, ma che pue deve essere
spiegato come conseguenza (di solito inevitabile) non voluta delle azioni
(coscienti e pianificate) dei concorrenti.
LSS, 120

E' mia intenzione criticare la dottrina secondo cui compito delle scienze
sociali avanzare delle profezie di carattere storico, essendo queste
necessarie ove desideriamo condurre la politica in modo razionale.
Definirquesta dottrina 峴toricismo Ritengo che esso sia il residuo di
un'antica superstizione, anche se chi vi crede normalmente convinto che
si tratti di una teoria assai moderna, progressista, rivoluzionaria e
scientifica.
CEC,571

La vita sociale non solo una prova di forza fra gruppi in competizione,
ma anche azione entro una pio meno elastica o fragile struttura di
istituzioni e tradizioni, azione che provoca - a parte qualsiasi contro-
azione consapevole - molte reazioni impreviste, e alcune di esse forse
anche imprevedibili, in seno a questa struttura.
Cercare di analizzare queste reazioni e di prevederle per quanto possibile
a mio giudizio, il compito essenziale delle scienze sociali. E il
compito di analizzare le inintenzionali ripercussioni sociali delle azioni
umane intenzionali, quelle ripercussioni la cui importanza trascurata sia
dalla teoria della cospirazione che dallo psicologismo. Un'azione che si
attui in piena armonia con l'intenzione non crea problemi per la scienza
sociale (a meno che non si imponga la necessitdi spiegare perchin quel
determinato caso non si siano avute ripercussioni inintenzionali di alcun
genere).
Una delle pielementari azioni economiche puservire da esempio al fine
di rendere chiarissima l'idea delle conseguenze inintenzionali delle nostre
azioni.
Se un uomo desidera acquistare subito una casa, possiamo tranquillamente
presumere che egli non desidera certo far salire il prezzo di mercato delle
case. Ma il semplice fatto che egli si presenti sul mercato in qualitdi
acquirente, tendera far salire i prezzi del mercato. E osservazioni
analoghe valgono per il venditore. Oppure prendiamo un esempio da un campo
assolutamente diverso: se un uomo decide di assicurarsi sulla vita,
improbabile che abbia l'intenzione di incoraggiare certa gente a investire
il loro denaro in azioni di compagnie assicurative. Ma egli nondimeno far
proprio questo. Noi vediamo gichiaramente che non tutte le conseguenze
delle nostre azioni sono conseguenze intenzionali.
SAN, II 114-115

Il compito di una teoria sociale di costruire ed analizzare i nostri
modelli sociologici attentamente in termini descrittivi o nominalisti, cio
in termini di indivdui, dei loro atteggiamenti, delle loro speranze, dei
loro rapporti, ecc. - postulato che possiamo chiamare 展ndividualismo
metodologico
MDS, 122

Il problema fondamentale delle scienze sociali sia storiche sia teoriche
spiegare e comprendere gli eventi in termini di azioni umane e situazioni
sociali. Qui l'espressione chiave 峴ituazione sociale
La descrizione di una concreta situazione sociale corrisponde a ciche
nelle scienze naturali l'esposizione delle condizioni iniziali. E i
峻odellidelle scienze sociali teoriche sono essenzialmente descrizioni o
ricostruzioni di situazioni sociali tipiche.
A mio avviso, l'idea di situazione sociale la categoria fondamentale
della metodologia delle scienze sociali.
Sarei propenso persino ad affermare che, in queste scienze, quasi ogni
problema di spiegazione richiede un'analisi della situazione sociale.
MDC, 222

La concezione secondo cui compito delle scienze sociali scoprire le
conseguenze indesiderate delle nostre azioni avvicina notevolmente tali
scienze a quelle naturali sperimentali. L'analogia non puessere qui
sviluppata nei dettagli, ma possiamo rilevare che entrambe ci conducono
alla formulazione di regole tecnico-pratiche asserenti ciche non possiamo
fare.
La seconda legge della termodinamica puessere espressa nei termini
dell'avvertimento, di carattere tecnologico: 奘on possibile costruire una
macchina efficiente al 100 per cento Una regola analoga delle scienze
sociali sarebbe: 奘on possibile elevare il reddito reale della
popolazione lavoratrice senza incrementare la produttivit e 奘on
possibile eguagliare i redditi reali e nello stesso tempo elevare : la
produttivit. Un esempio d'ipotesi probabile in questo campo, generalmente
non accettata, o in altre A parole un problema ancora aperto, il
seguente: 奘on possibile realizzare una politica di pieno ` impiego senza
inflazione
Questi esempi possono mostrare il modo in cui le scienze
sociali sono rilevanti dal punto di vista pratico. Esse non ci consentono
di fare delle profezie storiche, ma possono darci un'idea di ciche si pu
fare e di ciche non si pufare in politica.
CEC, 581-582

Il compito delle scienze sociali non quello di predire 宵irezionio
差endenzedello sviluppo, e non questo neppure il compito delle scienze
naturali.
SAN, I 339

La principale utilitdelle scienze fisiche non sta nella previsione delle
eclissi; e, analogamente, l'utilitpratica delle scienze sociali non
dipende dal loro potere di profetizzare gli sviluppi storici e politici.
Soltanto uno storicista acritico, cioconvinto che la concezione;
storicistica del compito delle scienze sociali sia ovvia, sarindotto a
disperare della ragione in seguito alla constatazione che le scienze
sociali sono incapaci di compiere profezie: e alcuni, infatti, sono stati
indotti addirittura a disprezzare la ragione.
CEC, 578-579


IX. IL RUOLO DELLA METAFISICA.

Le idee metafisiche sono spesso precorritrici di quelle scientifiche.
I filosofi hanno generalmente parlato delle loro idee metafisiche come se
fossero non solo una scienza ma una superscienza. Io, invece, considero
queste teorie piuttosto come prescientifiche, ad ogni modo non come teorie
controllabili e criticabili scientificamente E appena si sia detto ci si
liberi di discutere nella metafisica di tutte le cose possibili. Chi non
ne interessato, puandarsene.
FA, 94-95

Il fatto che le proposte che avanzo siano influenzate da giudizi di valore
non significa che io stia commettendo lo stesso errore di cui ho accusato i
positivisti: quello di tentare di uccidere la metafisica lanciandole
improperi. Non mi spingo neppure tanto lontano da asserire che la
metafisica non ha nessun valore per la scienza empirica. Infatti, non si
punegare che, accanto alle idee metafisiche che hanno ostacolato il
cammino della scienza, ce ne sono state altre - come l'atomismo speculativo
- che ne hanno aiutato il progresso. E guardando alla questione dal punto
di vista psicologico, sono propenso a ritenere che la scoperta scientifica
impossibile senza la fede in idee che hanno una natura puramente
speculativa, e che talvolta sono addirittura piuttosto nebulose; fede,
questa, che completamente priva di garanzie dal punto di vista della
scienza e che pertanto, entro questi limiti, 峻etafisica
LDSS, 19

Le idee sono ciche l'uomo possiede di piprezioso. Non abbiamo mai
abbastanza idee. Cidi cui soffriamo la povertdi idee. E le idee sono
un possesso prezioso, per questo bisogna trattare la metafisica con
rispetto e discuterla - pudarsi che dalle idee della metafisica venga
fuori qualcosa.
FA, 100

Per quanto riguarda la scienza e la metafisica, non credo certamente in una
netta demarcazione. La scienza stata in ogni tempo profondamente
influenzata dalle idee metafisiche; certe idee e certi problemi metafisici
(come il problema del mutamento, o il programma cartesiano di una
spiegazione di tutto il mutamento mediante l'azione a distanze che si
annullano) hanno dominato lo sviluppo della scienza per secoli come idee
regolative; mentre altri (come l'atomismo, un altro tentativo di risolvere
il problema del mutamento) si sono gradualmente trasformati in teorie
scientifiche. Naturalmente, ci sono stati anche sviluppi nella direzione
opposta: come amano dire alcuni positivisti, si pudimostrare che un
numero considerevole di dottrine metafisiche sono l'eco di obsolete
dottrine scientifiche.
PL, 177-178

La foga dell'antimetafisico spazza via troppo e, nello stesso tempo, troppo
poco.
CEC, 452

Per ottenere un'immagine, o modello, dell'evoluzione quasi-induttiva della
scienza, possiamo visualizzare le varie idee ed ipotesi come particelle
sospese in un fluido. La scienza controllabile la precipitazione di
queste particelle sul fondo del recipiente: le particelle si depositano in
strati (di universalit. Lo spessore del deposito cresce col crescere del
numero di questi strati, ognuno dei quali corrisponde a una teoria pi
universale di quelle sottostanti. Il risultato di questo processo che
talvolta idee che prima fluttuavano nelle regioni metafisiche pialte
possono essere raggiunte dall'accrescersi della scienza e, venute cosin
contatto con essa, depositarsi. Esempi di tali idee sono: l'atomismo;
l'idea di un 峰rincipiofisico singolo, o elemento ultimo (dal quale
derivano gli altri): la teoria del moto della Terra (a cui Bacone si
opponeva ritenendolo fittizio); la venerabile teoria corpuscolare della
luce; la teoria dell'elettricitcome fluido (fatta rivivere con l'ipotesi
secondo cui la conduzione dei metalli dovuta a un gas di elettroni).
Tutti questi concetti e queste idee metafisiche sono forse stati d'aiuto,
anche nelle loro forme piprimitive, nel portare ordine nell'immagine che
l'uomo si fa del mondo, e in alcuni casi possono anche aver portato a
predizioni dotate di successo. Tuttavia un'idea di questo genere acquista
status scientifico soltanto quando venga presentata in una forma in cui
possa essere falsificata, cioa dire soltanto quando diventato possibile
il decidere empiricamente tra essa e qualche teoria rivale.
LDSS, 307-308

Non penso che sia giustificato combattere la metafisica in generale o che
si possono ottenere risultati di rilievo da una lotta siffatta. E
necessario risolvere il problema della demarcazione fra scienza e
metafisica.
Ma dobbiamo riconoscere che molti sistemi metafisici hanno portato a
importanti risultati scientifici.
SAN, II 360

Non credo che la metafisica sia nonsenso, nritengo possibile eliminare
tutti 射li elementi metafisicidella scienza: essi sono troppo
strettamente intrecciati con il resto. Credo, tuttavia, che ogniqualvolta
possibile scoprire nella scienza un elemento metafisico che si pu
eliminare, l'eliminazione non potressere altro che un vantaggio. Infatti,
l'eliminazione di un elemento non controllabile dalla scienza rimuove un
mezzo per evitare le confutazioni; e questo tenderad aumentare la
controllabilit o confutabilit di ciche resta della teoria. E, invero,
in una quantitdi casi una teoria scientifica ha tratto considerevoli
vantaggi dall'essersi scoperti in essa elementi metafisici che potevano
essere eliminati, e dal tentativo di eliminarli.
L'ampia linea di demarcazione fra scienza empirica da un lato, e
pseudo-scienza o metafisica o logica o matematica pura dall'altro, deve
essere tracciata attraverso il cuore stesso della ragione del senso - con
teorie dotate di significato da ambo i lati della linea divisoria -
piuttosto che fra la regione del senso e quella del non-senso. Rifiuto, pi
in particolare, il dogma che la metafisica debba essere priva di
significato.
Infatti, come abbiamo visto, alcune teorie come l'atomismo furono a lungo
non controllabili e inconfutabili (e, incidentalmente, anche non
verificabili) e fino a quel momento 峻etafisiche Ma, in seguito,
divennero parte della scienza fisica. Sono disposto ad ammettere che alcuni
metafisici (penso soprattutto a Hegel e agli hegeliani) si siano lasciati
andare fino al punto di dire dei nonsensi e, ciche peggio, dei nonsensi
pretenziosi. Tuttavia, anche gli scienziati non sono del tutto immuni da
questa malattia.
PL, 192

Il mio criterio di demarcazione - cio la controllabilit- necessario
tanto allo scienziato quanto al filosofo in certe difficoltconcrete. Esso
seleziona quelle teorie che possono essere discusse seriamente in termini
empirici. Esso suggerisce allo scienziato l'esistenza di altre teorie che
non possono venire discusse in questo modo; e attira la sua attenzione sul
fatto che queste altre teorie, dal momento che non sono controllabili,
devono venire esaminate con metodi diversi dal controllo. Se egli non trova
altro modo di esaminarle criticamente, puconsiderarsi altrettanto
giustificato nell'abbandonarle. (夏'inconfutabilitnon un pregio, ma un
difetto) Cosfacendo, tuttavia, corrersempre un rischio; infatti
possibile imparare a volte qualcosa di molto interessante anche da una
teoria pseudo-scientifica o metafisica.
PL,205

Keplero, come scienziato, fu guidato dall'intuizione, dal tentativo
(ipotesi) e dall'errore (confutazione empirica). Ed egli fu, come ogni
scienziato che cerca e trova qualcosa di nuovo, un metafisico, al quale
riuscito di imparare dai propri errori. E questo per lui era chiaro come il
sole, mentre tanti scienziati non lo comprendono neppure oggi.
TV, 140-141


X. SOCIETA' APERTA E SOCIETA' CHIUSA.

Il passaggio dalla societchiusa alla societaperta puessere
considerato come una delle piprofonde rivoluzioni attraverso le quali
passato il genere umano.

Con l'espressione 峴ocietapertadesigno non tanto un tipo di Stato o una
forma di governo, quanto piuttosto un modo di convivenza umana in cui la
libertdegli individui, la non-violenza, la protezione delle minoranze, la
difesa dei deboli sono valori importanti. Nelle nostre democrazie
occidentali questi valori sono per la maggior parte degli uomini cose
ovvie.
Il fatto che questi valori siano per noi tanto ovvi uno dei pericoli che
minacciano la democrazia. Pochi uomini, infatti, hanno abbastanza fantasia
per potersi rappresentare la vita in una societmoderna non democratica.
FA, 176

La mia caratterizzazione della societchiusa come societmagica e della
societaperta come razionale e critica impedisce naturalmente di applicare
questi termini senza idealizzare la societin esame. L'atteggiamento
magico non affatto sparito dalla nostra societ neppure nelle pi
家pertesocietfinora realizzate e ritengo improbabile che possa mai
sparire completamente. Nonostante ci sembra sia possibile fornire qualche
utile criterio della transizione dalla societchiusa alla societaperta.
La transizione ha luogo quando le istituzioni sociali sono per la prima
volta consciamente riconosciute come fatte dall'uomo e quando la loro
consapevole modifica discussa sotto il profilo della sua convenienza per
il conseguimento dei fini ed obiettivi umani. O, per indicare la cosa in
maniera meno astratta, la societchiusa si disgrega quando la sovrannaturale
riverenza con la quale l'ordine sociale considerato cede il posto alla
interferenza attiva e al consapevole perseguimento di interessi personali o
di gruppo. E' chiaro che il contatto culturale attraverso la civilizzazione
pudeterminare siffatta disgregazione e, anche pi lo sviluppo di una
sezione impoverita, ciopriva di terra, della classe dirigente.
SAN, I 392

Una societaperta (ossia, basata sulla tolleranza e soprattutto il
rispetto delle opinioni altrui) e una democrazia (ossia, una forma di
governo consacrata alla protezione di una societaperta) non possono -
sopravvivere se la scienza diventa proprietesclusiva di un gruppo chiuso
di specialisti.
MDC, 150.

La societchiusa caratterizzata dalla fede nei tabmagici, mentre la
societaperta quella nella quale gli uomini hanno imparato ad assumere
un atteggiamento in qualche misura critico nei confronti dei tabe a
basare le loro decisioni sull'autoritdella propria intelligenza (dopo
discussione).
SAN, I 249

Io penso che ci sono molte societchiuse che possono patire ogni sorta di
destino; ma una 峴ocietapertapu a mio giudizio, soltanto andare
avanti, o essere bloccata e risospinta a forza nella gabbia, cioallo
stato ferino.
SAN, I 296

Nel seguito della nostra discussione, la societmagica o tribale o
collettivista sarchiamata anche societchiusa e la societnella quale i
singoli sono chiamati a prendere decisioni personali societaperta.
Una societchiusa puessere giustamente paragonata a un organismo. La
cosiddetta teoria organica o biologica dello Stato puessere applicata in
larga misura ad essa. Una societchiusa assomiglia a un gregge o a una
tribper il fatto che un'unitsemiorganica i cui membri sono tenuti
insieme da vincoli semi-biologici: parentela, vita in comune,
partecipazione agli sforzi comuni, ai pericoli comuni, alle gioie comuni e
ai disagi comuni. Essa ancora un gruppo concreto di individui concreti,
legati tra loro non solo da rapporti sociali astratti come la divisione del
lavoro e lo scambio delle merci, ma da relazioni fisiche concrete come il
tatto, l'olfatto e la vista. E benchuna societsiffatta possa essere
fondata sulla schiavit la presenza degli schiavi non presenta problemi
fondamentalmente diversi da quelli degli animali domestici. Cosmancano
quegli aspetti che impediscono di applicare con successo la teoria organica
a una societaperta.
Gli aspetti ai quali intendo riferirmi sono connessi con il fatto che, in
una societaperta, molti membri si sforzano di elevarsi socialmente e di
prendere il posto di altri membri. Cipucondurre, per esempio, a un
fenomeno sociale importante come la lotta di classe.
Noi non possiamo trovare niente di simile alla lotta di classe in un
organismo. Le cellule e i tessuti di un organismo, che talvolta si dice
corrispondono ai membri di uno Stato, possono anche competere tra loro per
la nutrizione; ma non c'alcuna tendenza inerente per esempio nelle gambe
a diventare cervello o in altre membra del corpo a diventare il ventre.
Poichnon c'nulla nell'organismo che corrisponda a una delle pi
importanti caratteristiche della societaperta, ciola competizione fra i
suoi membri per il conseguimento di uno status superiore, la cosiddetta
teoria organica dello Stato fondata su una falsa analogia. La societ
chiusa, d'altra parte, non presenta tendenze siffatte in misura rilevante.
Le sue istituzioni, comprese le sue caste, sono sacrosante: sono tab La
teoria organica, in questo caso, si adatta abbastanza bene. Non deve quindi
sorprenderci la constatazione che molti tentativi di applicazione della
teoria organica alla nostra societsono forme mascherate di propaganda per
un ritorno al tribalismo.
SAN, I 216-217

Io sostengo che una delle caratteristiche di una societaperta sia di
tenere in gran conto, oltre alla forma democratica di governo, la libert
di associazione, e di proteggere ed anche incoraggiare la formazione di
sotto-societlibere, ciascuna delle quali possa sostenere differenti
opinioni e credenze.
CO, 280-281

Il passaggio dalla societchiusa alla societaperta puessere
considerato come una delle piprofonde rivoluzioni attraverso le quali
passato il genere umano. In conseguenza di quello che abbiamo definito il
carattere biologico della societchiusa, questo passaggio deve avere su
coloro che lo vivono un'incidenza profondissima. Perci quando diciamo che
la nostra civiltoccidentale deriva dai Greci, dobbiamo renderci
esattamente conto di che cosa cisignifica. Significa che i Greci dettero
inizio per noi a quella grande rivoluzione che, a quanto pare, ancora ai
suoi inizi: il passaggio dalla societchiusa alla societaperta.
SAN, I 218

Forse la causa pipotente della dissoluzione della societchiusa fu lo
sviluppo delle comunicazioni marittime e del commercio. L'intimo contatto
con altre tribdestinato a minare il senso di necessitcol quale
vengono considerate le istituzioni tribali; e il commercio, l'iniziativa
commerciale, risulta essere una delle poche forme in cui puaffermarsi
l'iniziativa e l'indipendenza individuale, anche in una societnella quale
ancora prevale il tribalismo.
SAN, I 220

La dissoluzione del tribalismo, delle societchiuse della Grecia, pu essere fatta risalire al tempo in cui la crescita demografica comincia
far sentire i suoi effetti in seno alla classe dirigente dei proprietari
terrieri. Cisignificla fine del tribalismo 峨rganico perchdetermin una tensione sociale in seno alla societchiusa della classe dirigente.
SAN, I 219

La dissoluzione della societchiusa, sollevando, come solleva, problemi di
classe e altri problemi di status sociale, deve avere avuto sui cittadini
lo stesso effetto che fatalmente ha sui bambini un serio contrasto di
famiglia con conseguente dissoluzione del nucleo familiare. Naturalmente,
questo genere di disagio fu avvertito dalle classi privilegiate, ora che si
sentivano minacciate, pifortemente che da quanti erano stati
precedentemente tenuti in soggezione; ma anche questi ultimi si sentirono a
disagio. Anch'essi furono spaventati dalla dissoluzione del loro mondo
峪aturale E benchabbiano continuato a combattere la loro battaglia,
essi furono spesso riluttanti a sfruttare a fondo le loro vittorie sui
nemici di classe che erano sostenuti dalla tradizione, dallo status quo, da
un pialto livello di educazione e da un sentimento di naturale autorit
SAN,I 220


XI. LA POLITICA.

Ogni politica consiste nello scegliere il male minore (come disse il poeta
e critico viennese K. Kraus).
E i politici dovrebbero manifestare il massimo zelo nella ricerca dei mali
che le loro azioni devono necessariamente produrre invece di nasconderli.


Noi dovremmo tentare di occuparci di politica al di fuori della
polarizzazione sinistra-destra.
Penso che questo sia un traguardo difficile da conseguire. Sono, tuttavia,
sicuro che si tratta di una cosa praticabile.
TV, 285

Una forma che rende possibile un sistema a due partiti mi sembra essere la
migliore forma di democrazia. Essa, infatti, conduce sempre, di continuo,
all'autocritica dei partiti. Se nel corso di una elezione uno dei due
grandi partiti ha subo una sonora sconfitta, allora si avrdi norma una
riforma radicale all'interno del partito. Questa una conseguenza della
concorrenza e di un inequivocabile giudizio di condanna da parte degli
elettori che non punon essere preso in considerazione. E' cosche i
partiti, con questo sistema, vengono di tanto in tanto costretti ad
imparare dai loro errori o a sparire. Le mie considerazioni contro il
sistema proporzionale non significano che io consigli a tutte le democrazie
di rinunciare al sistema proporzionale. Desidero soltanto dare una nuova
direzione alla discussione su siffatto argomento. Il pensiero che dall'idea
della democrazia possa venir logicamente dedotta la superioritmorale del
sistema proporzionale e che i sistemi continentali, a causa della
proporzionale, siano migliori, pigiusti o pidemocratici rispetto ai
sistemi anglosassoni, ingenuo e non regge ad una riflessione appena pi
approfondita.
TV, 194.

Considero come una sfortuna partiti troppo numerosi; e percianche il
sistema elettorale proporzionale. E ciper la ragione che un numero
elevato di partiti porta a governi di coalizione in cui nessuno
responsabile davanti al popolo come tribunale, dato che tutto un
compromesso inevitabile. Inoltre, sarproprio molto difficile poter
licenziare un governo, dato che il partito al governo, che non ha pila
maggioranza assoluta, ha bisogno solo di trovare un nuovo piccolo partner
di coalizione per poter continuare a governare. Se ci sono pochi partiti,
allora i governi saranno piuttosto governi di maggioranza e la loro
responsabilitsarchiara e precisa. E non vedo alcun valore nel cercare
di rispecchiare le opinioni della popolazione proporzionalmente nella
rappresentanza popolare e non ginel governo. Questo conduce alla
irresponsabilitdel governo, perchlo specchio non puessere
responsabile rispetto al suo originale.
TV, 224

L'individualista deve sostenere che la moralitdegli Stati (ammesso che
una cosa del genere esista) tende ad essere considerevolmente inferiore a
quella del cittadino medio, sicchmolto pidesiderabile che la moralit dello Stato sia controllata dai cittadini che viceversa. Cidi cui abbiamo
bisogno e ciche vogliamo moralizzare la politica, non politicizzare la
morale.
SAN, I 147

Non dobbiamo mai dimenticare che eccellenti leader non possono essere
prodotti da metodi razionali, ma solo dalla fortuna.
SAN, I 200

Il denaro uno dei simboli come pure una delle difficoltdella societ aperta. Non c'dubbio che noi non abbiamo ancora saputo padroneggiare il
controllo razionale del suo uso; il pigrave abuso al quale dluogo quello di poter acquistare il potere politico.
SAN, I 425

Tutti abbiamo la debolezza di voler avere sempre ragione, e questa
debolezza sembra particolarmente diffusa tra gli uomini politici, sia
professionisti che dilettanti. Ma l'unica via che conduce a un metodo pio
meno scientifico in politica agire secondo l'ipotesi che non vi possa
essere nessuna mossa politica senza qualche svantaggio, senza conseguenze
poco desiderabili. Tenersi pronti a scorgere questi sbagli.
trovarli, metterli bene in Vista, analizzarli e imparare da essi, ecco cosa
deve fare uno scienziato politico e anche un uomo politico che abbia in
giusta considerazione il metodo scientifico. Il metodo scientifico nella
politica significa che alla grande arte con cui ci autopersuadiamo di non
aver fatto sbagli - o facciamo finta di non vederli, o li nascondiamo, o ne
diamo la colpa ad altri - sostituiamo l'altra assai pigrande di accettare
la responsabilitdei nostri sbagli, di cercare di trarne una lezione e di
mettere in atto le conoscenze cosacquisite in modo da evitare gli stessi
sbagli in avvenire.
MDS, 85-86

Penso che, in politica, sia ragionevole adottare il principio di essere
pronti al peggio, nella misura del possibile, anche se, naturalmente,
dobbiamo, nello stesso tempo, cercare di ottenere il meglio. Mi sembra
stolto basare tutti i nostri sforzi politici sull'incerta speranza che
avremo la fortuna di disporre di governanti eccellenti o anche competenti.
SAN, I 158

Il potere politico puessere decisivo ai fini della protezione economica.
Il potere politico e il suo controllo tutto. Al potere economico non si
deve permettere di dominare il potere politico; se necessario, esso deve
essere combattuto dal potere politico e ricondotto sotto il suo controllo.
SAN, II 148

Ogni opposizione ha la maggioranza che si merita.
SAN, II 190

Tutti i partiti hanno una specie di 展nteresse acquisitonei motivi
impopolari dei loro oppositori: vivono di essi e, quindi, sono destinati a
insistere su di essi, a sottolinearli e anche ad anticiparli. Essi possono
anche incoraggiare gli errori politici dei loro oppositori nella misura in
cui possono farlo senza condividerne la responsabilit
SAN, 11 191

Uno dei principi fondamentali di qualsivoglia concezione non preconcetta
della politica che qualunque cosa possibile negli affari umani e, pi particolarmente, che nessun concepibile sviluppo si puescludere in base
alla considerazione che violerebbe la cosiddetta tendenza del progresso
umano o qualunque altra delle pretese leggi della 峪atura umana
SAN, 11 230

E' mia convinzione che, esprimendo il problema della politica nella forma:
哽hi deve governare?o 夏a volontdi chi dev'essere decisiva?ecc.,
Platone abbia prodotto una durevole confusione nel campo della filosofia
politica. In realt essa analoga alla confusione da lui prodotta nel
campo della filosofia morale con la sua identificazione [...] fra
collettivismo e altruismo. E evidente che, una volta formulata la domanda:
哽hi deve governare? non si possono evitare risposte di questo genere: 展
migliorio 展 pisapientio 展l governante natoo 宮olui che
padroneggia l'arte di governo(oppure, forse, 夏a VolontGeneraleo 夏a
Razza Superioreo 埋 Lavoratori della Industriao 埋l Popolo. Ma una
risposta siffatta, per quanto convincente possa sembrare - infatti, chi
potrebbe difendere il governo del 峰eggioreo 宵el pigrande stoltoo
宵ello schiavo nato - come cercherdi dimostrare, assolutamente
sterile.
Prima di tutto, una risposta siffatta destinata a persuaderci che sono
stati risolti alcuni fondamentali problemi di teoria politica. Ma se
guardiamo alla teoria politica da un angolo visuale diverso, ci rendiamo
ben presto conto che, lungi dall'aver risolto qualche problema
fondamentale, noi lo abbiamo semplicemente aggirato, presumendo che sia
fondamentale la domanda: 哽hi deve governare? Infatti, anche coloro che
condividono questo atteggiamento di Platone ammettono che i dirigenti
politici non sono sempre sufficientemente 宴uonio 峴aggi(non dobbiamo
troppo preoccuparci del preciso significato di questi termini) e che non
affatto facile ottenere un governo sulla cui bonte saggezza si possa
senz'altro contare. Ammesso ci dobbiamo chiederci se il pensiero politico
non debba fin dal principio prospettarsi la possibilitdi un governo
cattivo; se non debba ciodi norma aspettarsi di avere i leader peggiori e
soltanto di sperare di avere i migliori. Ma cici porta a un nuovo
approccio al problema della politica, perchci costringe a sostituire alla
vecchia domanda: Chi deve governare? la nuova domanda: Come possiamo
organizzare le istituzioni politiche in modo da impedire che i governanti
cattivi o incompetenti facciano troppo danno?
SAN, 1 156

L'uso della violenza giustificato solo sotto una tirannide che renda
impossibile le riforme senza violenza e dovrebbe avere soltanto un
obiettivo: quello di realizzare uno stato di cose che renda possibile le
riforme senza violenza.
Io credo che non si debba mai tentare di ottenere pidi questo con mezzi
violenti. Sono, infatti, dell'avviso che qualsiasi tentativo del genere
comporti il rischio di compromettere ogni prospettiva di riforma
ragionevole. L'uso prolungato della violenza puportare alla fine alla
perdita della libert dato che destinato a portare con snon il governo
spassionato della ragione, ma il governo dell'uomo forte. Una rivoluzione
violenta che cerchi di ottenere piche la distruzione della tirannide ha
almeno altrettante probabilitdi dar vita ad un'altra tirannide che di
raggiungere i suoi reali obiettivi.
SAN, 11 179

Chi non amerebbe avere il cielo in terra? Eppure, dev'essere uno dei primi
principi di una politica razionale la persuasione che noi non possiamo
realizzare il cielo in terra. Noi non siamo in procinto di diventare liberi
spiriti o angeli, almeno per qualche secolo ancora. Noi siamo legati a
questa terra dal nostro metabolismo, come Marx una volta ebbe saggiamente a
proclamare; o, per usare la formula del cristianesimo, noi siamo spirito e
carne. Percidobbiamo essere pimodesti. In politica o in medicina, chi
promette troppo non puessere altro che un ciarlatano. Noi dobbiamo cercar
di migliorare le cose, ma dobbiamo sbarazzarci della idea di una pietra
filosofale, di una formula che converta senz'altro la nostra corrotta
societumana in puro oro perenne.
SAN, 114 12-4 13

Il problema del controllo dei governanti e della limitazione dei loro
poteri in sostanza un problema istituzionale, il problema insomma di dar
vita a istituzioni capaci di impedire anche ai cattivi governanti di fare
troppo danno.
SAN, II 153

Le istituzioni sono come fortezze: devono essere ben progettare e gestite.
SAN, I 162

Il funzionamento delle istituzioni, come quello delle fortezze, dipende in
definitiva dalle persone che le presidiano.
CEC, 230

L'instaurazione di istituzioni per il controllo democratico dei governanti
la sola garanzia per l'eliminazione dello sfruttamento.
SAN, II 165

Tutte le politiche a lungo termine sono istituzionali.
SAN. II 165

La libert[...] distrugge se stessa se illimitata. La libertillimitata
significa che un uomo forte libero di tiranneggiare un debole e di
privarlo della sua libert Questa la ragione per cui chiediamo che lo
Stato limiti in qualche misura la libert in modo che la libertdi
ciascuno risulti protetta dalla legge.
Nessuno dev'essere alla mercdi altri, ma a tutti si deve riconoscere il
diritto di essere protetti dallo Stato.
SAN, 11 146

Noi dobbiamo costruire istituzioni sociali, imposte dalla forza dello
Stato, per la protezione degli economicamente deboli nei confronti degli
economicamente forti. Lo Stato deve vigilare a che nessuno sia costretto
dalla paura della fame o dalla rovina economica ad assoggettarsi a una
transazione iniqua.
SAN, 11146-147

Ogni potere, e il potere politico almeno quanto il potere economico,
pericoloso.
SAN, 11 152

Nessuna emozione, neanche l'amore, purimpiazzare il governo di
istituzioni controllate dalla ragione.
SAN, 11281

Chi insegna che non la ragione, ma l'amore, deve governare, apre la strada
a coloro che governano con l'odio. (Socrate, a mio giudizio, intravide
qualcosa del genere quando sostenne che la sfiducia e l'odio per
l'argomentazione connesso con la sfiducia o con l'odio per l'uomo).
Coloro che non si avvedono immediatamente di questa connessione, che
credono in un governo diretto dell'amore emozionale, dovrebbero considerare
che l'amore come tale non promuove certamente l'imparzialit E non pu
neanche eliminare i conflitti.
SAN, II 281

La teoria della rivoluzione trascura l'aspetto piimportante della vita
sociale, cio che abbiamo bisogno non tanto di uomini validi, quanto di
buone istituzioni. Anche l'uomo migliore puessere corrotto dal potere; le
istituzioni invece, che permettono ai governati di esercitare un certo
controllo efficace sui governanti, costringeranno quelli cattivi a fare ci
che i governati giudicano nel loro interesse. O anche, per dirla in altro
modo, preferiremmo avere dei buoni governanti, ma l'esperienza storica ci
mostra che non probabile che li troviamo. Per questo tanto importante
elaborare delle istituzioni che impediscano, anche ai cattivi governanti,
di provocare danni eccessivi.
CEC, 584-585


XII. LA DEMOCRAZIA E I SUOI PARADOSSI.

Solo la democrazia fornisce una struttura istituzionale che permette non
solo l'attuazione di riforme senza violenza, ma anche l'uso della ragione
in campo politico.


Io rifiuto come irrilevante ogni tentativo di scoprire che cosa 崁ealmente
o 容ssenzialmentela 宵emocraziasignifichi, per esempio traducendo il
termine in 射overno del popolo (Infatti, bench展l popolopossa
influenzare le azioni dei suoi governanti con la minaccia di provocarne le
dimissioni, non si governa mai da se stesso in alcun senso concreto,
pratico).
Se usiamo le due formule nel modo or ora suggerito, possiamo indicare, come
principio di una politica democratica, la proposta di creare, sviluppare e
proteggere le istituzioni politiche per evitare la tirannide. Questo
principio non implica per noi la possibilitdi realizzare istituzioni di
questo genere che siano senza difetti o esenti da errore o che ci
garantiscano che le politiche adottate da un buon governo democratico
saranno necessariamente giuste o buone o sagge o anche necessariamente
migliori o pisagge delle politiche adottate da un tiranno illuminato.
SAN, I 160-161

Noi siamo democratici non perchla maggioranza ha sempre ragione, ma
perchle tradizioni democratiche rappresentano il male minore rispetto ad
altre a noi note. Se la maggioranza (o 峽'opinione pubblica sceglie a
favore della tirannide, un democratico non deve per questo supporre che sia
emersa una grave incoerenza nel suo ideale politico, quanto piuttosto che
nel suo paese la tradizione democratica non abbastanza forte.
CEC. 595

Le democrazie non sono [...] governi del popolo, bensprima di ogni altra
cosa istituzioni attrezzate contro una dittatura. Non permettono nessun
governo di tipo dittatoriale, nessuna accumulazione di potere, tentano
piuttosto di limitare il potere dello Stato.
TV, 204

Noi in Occidente crediamo alla democrazia soltanto in quest'accezione
sobria - come forma statale del male minore. Cosse l'immaginata anche
l'uomo che ha salvato la democrazia e l'Occidente. 夏a democrazia la
peggiore di tutte le forme di governo cosdisse una volta Winston
Churchill, 容ccettuate tutte le altre
ARM, 224

Un uomo che critica la democrazia e le istituzioni democratiche non
necessariamente un nemico di esse, benchsiano propensi a presentarlo come
tale sia i democratici che egli critica sia i totalitari che sperano di
trarre profitto da ogni disunione in campo democratico. C'una differenza
fondamentale tra una critica democratica e una critica totalitaria della
democrazia.
SAN, I 1233-234

I democratici che non vedono la differenza tra una critica amichevole e una
critica ostile della democrazia sono anch'essi imbevuti di spirito
totalitario. Il totalitarismo, naturalmente, non puconsiderare come
amichevole alcuna critica, perchogni critica dell'autoritfinisce
necessariamente col contestare il principio dell'autoritstessa.
SAN, I 234

Uno Stato democratico non puessere migliore dei suoi cittadini.
FA, 182

Churchill, che era un buon democratico, disse una volta: 夏a democrazia
la peggiore forma di governo - permigliore di tutte le altre forme di
governo che siano mai state tentate Questa osservazione di Churchill pu
forse essere interpretata cos se tenti di arrivare ad una societ
perfetta sarai di certo contro la democrazia.
FA, 181

La democrazia inglese deve la sua genesi all'orgoglio e al senso di
indipendenza dell'alta nobilte, nel suo sviluppo successivo, al pensiero
protestante, alla consapevolezza personale e alla tolleranza religiosa -
conseguenza dei grandi conflitti politici e religiosi che furono provocati
dalla rivoluzione puritana. La democrazia svizzera non nacque dall'orgoglio, dal senso di
indipendenza e dall'individualismo della nobilt ma dall'orgoglio, dal
senso di indipendenza e dall'individualismo dei contadini delle alte
montagne.
TV, 145-146

Ci sono, in realt solo due forme di Stato: quella in cui possibile
liberarsi del governo senza spargimenti di sangue, con una votazione; e
quella in cui questo non possibile. Questo ciche conta, e non come
viene chiamata una forma di governo. Generalmente si designa come
宵emocraziala prima forma e la seconda come 宵ittaturao 差irannide
TV, 190

Come ognuno sa, 宵emocraziasta a significare 射overno del popoloo
峴ovranitdel popolo in contrapposizione ad 家ristocrazia(governo dei
migliori o dei notabili) e a 峻onarchia(governo di uno solo). Il
significato della parola, per non ci di molto aiuto. E ciperchda
nessuna parte il popolo governa: a governare ovunque sono i governi (e
purtroppo anche la burocrazia, ciogli impiegati statali, che possono
essere soltanto difficilmente o per niente affatto richiamati alla loro
responsabilit.
TV, 189

So, naturalmente, che si ha bisogno dei partiti: nessuno ha finora
inventato un sistema democratico che possa fare a meno dei partiti. Ma i
partiti politici non sono affatto fenomeni pienamente soddisfacenti.
Dall'altro lato, senza partiti la faccenda non va. Tutte le nostre
democrazie non sono governi del popolo bensgoverni di partiti. Cio
governi dei leaders di partito; difatti, pigrande un partito, meno
unito, e meno democratico, tanta meno influenza hanno quanti votano per
esso sulla direzione del partito e sul programma di partito.
TV, 192

La difesa della democrazia deve consistere nel rendere gli esperimenti
anti-democratici troppo onerosi per coloro che li tentano; molto pi
onerosi di un compromesso democratico.
SAN, 11 192

La pretesa che, se si vuole la sicurezza bisogna rinunciare alla libert
diventata uno dei fondamenti della rivolta contro la libert Ma non c'
nulla di meno vero. Non c' naturalmente, alcuna sicurezza assoluta
nella vita. Ma quel tanto di sicurezza che si puconseguire dipende dalla
nostra vigilanza, rafforzata da istituzioni che ci aiutino a vigilare, cio
istituzioni democratiche che hanno il fine (per usare il linguaggio
Dlatonico) di consentire al gregge di vigilare e di giudicare i suoi cai .
SN, 1424

Quella che i marxisti definiscono sprezzantemente come 峻era libert
formalediventa la base di ogni altra cosa. Questa 峻era libertformale
ciola democrazia, il diritto del popolo di giudicare e di far cadere il
proprio governo, il solo strumento noto per mezzo del quale possiamo
tentare di proteggerci contro l'abuso del potere politico; essa significa
il controllo dei governanti da parte dei governati. E poichil potere
politico pucontrollare il potere economico, la democrazia politica
anche il solo mezzo di controllo del potere economico da parte dei
governati. Senza controllo democratico, non ci puessere alcuna ragione al
mondo per cui qualsiasi governo non debba usare il suo potere politico ed
economico per fini molto diversi dalla protezione della libertdei suoi
cittadini.
SAN, 11 149

E'assolutamente sbagliato imputare alla democrazia le carenze politiche di
uno Stato democratico.
Dobbiamo piuttosto imputarle a noi stessi, cioai cittadini dello Stato
democratico. In uno Stato nondemocratico il solo mezzo per ottenere
ragionevoli riforme quello del rovesciamento violento del governo e
dell'introduzione di una struttura democratica.
Coloro che criticano la democrazia in base a considerazioni 峻oralinon
riescono a distinguere fra problemi personali e problemi istituzionali.
Dipende da noi migliorare le cose. Le istituzioni democratiche non possono
migliorare se stesse. Il problema del loro miglioramento sempre un
problema che riguarda le persone piuttosto che le istituzioni. Ma se
vogliamo dei miglioramenti, dobbiamo mettere in chiaro quali istituzioni
vogliamo migliorare.
SAN, I 163

La democrazia di per snon puaccordare alcun vantaggio al cittadino, e
non ci si dovrebbe aspettare che fosse altrimenti. Di fatto la democrazia
non pufar nulla - soltanto i cittadini che vivono in una democrazia
possono agire (compresi, naturalmente, quanti partecipano al governo). La
democrazia non costituisce piche un'intelaiatura nel cui ambito i
cittadini possono agire in forme pio meno organizzate e coerenti.
CEC, 595

Io non sono contrario, in tutti i casi e in tutte le circostanze, alla
rivoluzione violenta. Io credo, con alcuni pensatori cristiani del Medioevo
e del Rinascimento, i quali ammisero il ricorso al tirannicidio, che, sotto
una tirannide, pudavvero non esserci alcuna altra possibilite che una
rivoluzione violenta puessere giustificata. Ma credo anche che qualsiasi
rivoluzione del genere debba avere come scopo so tanto l'instaurazione di
una democrazia.
SAN, 11178-179

Sebbene consideri il nostro mondo politico come il migliore di tutti i
mondi di cui abbiamo notizia storica, dobbiamo ben guardarci
dall'attribuirlo all'opera della democrazia o della libert La libertnon
un fornitore che ci recapita a casa i beni della vita. La democrazia non
crea nulla - neanche un miracolo economico. E sbagliato e soprattutto
pericoloso elogiare la libert dicendo agli uomini che andrloro
sicuramente bene solo se sono prima liberi. Come a uno vada nella vita
principalmente opera della fortuna o della grazia e, in parte relativamente
piccola, forse anche il risultato della capacit della diligenza e di
altre virt Ciche si pudire della democrazia o della libert nel
migliore dei casi, che essa rende un po' piefficace l'effetto della
nostra capacitpersonale sulla nostra prosperit
TV, 159

Per democrazia non intendo affatto qualcosa di vago come 展l governo del
popoloo 展l governo della maggioranza ma un insieme di istituzioni (e
fra esse specialmente le elezioni generali, cioil diritto del popolo di
licenziare il governo) che permettano il controllo pubblico dei governanti
e il loro licenziamento da parte dei governati e che consentano ai
governati di ottenere riforme senza ricorrere alla violenza e anche contro
la volontdei governanti.
SAN, 11 179

Di fatto, il funzionamento della democrazia si fonda in larga misura sulla
convinzione che un governo il quale cerchi di abusare dei suoi poteri e di
costituirsi in tirannide (o che tolleri l'instaurazione di una tirannide da
parte di chiunque altro) si mette da se stesso fuori legge, e che i
cittadini hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di considerare
l'azione di un governo siffatto come un crimine e i suoi membri come una
pericolosa banda di criminali. Ma sostengo che una siffatta resistenza ai
tentativi di rovesciamento della democrazia deve avere inequivocabilmente
carattere difensivo. Neppure la pipiccola ombra deve sussistere che il
solo fine della resistenza quello di salvare la democrazia. La minaccia
di sfruttare la situazione per l'instaurazione di una controtirannide
altrettanto criminale che il tentativo originario di introdurre una
tirannide; l'uso di una minaccia del genere, anche se fatto con la sincera
intenzione di salvare la democrazia spaventando i suoi nemici, sarebbe
quindi un cattivissimo metodo di difesa della democrazia; infatti, una
minaccia del genere genererebbe la confusione nelle file dei democratici
nell'ora del pericolo e quindi probabilmente finirebbe con l'aiutare il
nemico.
SAN, 11 179-180

Il cosiddetto paradosso della libertl'argomento per cui la libert nel
senso dell'assenza di qualsiasi controllo restrittivo, deve portare a
un'enorme restrizione, perchrende i prepotenti liberi di schiavizzare i
mansueti. Questa idea, in una forma un po' diversa e con una tendenza del
tutto diversa, chiaramente espressa da Platone.
Meno noto invece il paradosso della tolleranza: la tolleranza illimitata
deve portare alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata
tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a
difendere una societtollerante contro l'attacco degli intolleranti,
allora i tolleranti saranno distrutti, e la tolleranza con essi. In questa
formulazione, io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere
le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finchpossiamo
contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo
dall'opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia
delle decisioni. Ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se
necessario, anche con la forza; perchpufacilmente avvenire che esse non
siano disposte a incontrarci a livello dell'argomentaziOne razionale, ma
pretendano ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro
seguaci di prestare ascolto all'argomentazione razionale, perch
considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l'uso
dei pugni o delle pistole.
Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non
tollerare gli intolleranti.
Dovremmo insomma proclamare che ogni movimento che predica l'intolleranza
si pone fuori legge e dovremmo considerare come crimini l'incitamento
all'intolleranza e alla persecuzione, allo stesso modo che consideriamo un
crimine l'incitamento all'assassinio, al ratto o al ripristino del
commercio degli schiavi.
Un altro paradosso poco preso in considerazione il paradosso della
democrazia o, piprecisamente, del governo maggioritario, ciola
possibilitche la maggioranza decida che il governo venga affidato a un
tiranno. Che la critica platonica della democrazia possa essere
interpretata nel modo qui delineato, e che il principio del governo
maggioritario possa portare ad autocontraddizioni, fu indicato per la prima
volta, a quanto ne so, da Leonard Nelson [...].
Non penso, tuttavia, che Nelson, il quale, nonostante il suo appassionato
umanitarismo e la sua ardente lotta per la libert fece propria buona
parte della teoria politica di Platone e specialmente il principio
platonico della leadership, fosse consapevole del fatto che argomenti
analoghi possono essere opposti a tutte le varie forme particolari della
teoria della sovranit
SAN, I 346-347

Le osservazioni che seguono sui paradossi della liberte della sovranit
puforse sembrare che spingano l'argomentazione troppo lontano; tuttavia,
poichgli argomenti discussi in questa sede sono di carattere piuttosto
formale, puessere opportuno e conveniente renderli pirigorosi, anche se
la cosa comporta sottigliezze nella loro trattazione. Inoltre, la mia
esperienza in dibattiti di questo genere mi induce a ritenere che i
difensori del principio del leader, ciodella sovranitdel migliore o del
pisaggio, possono di fatto proporre il seguente contro-argomento: a) se
展l pisaggiodecidesse che la maggioranza deve governare, allora egli
non sarebbe effettivamente saggio. Ad ulteriore sostegno di questa
considerazione essi possono avanzare l'affermazione b) che un uomo saggio
non enuncerebbe mai un principio che potrebbe condurre a contraddizioni,
come quella del governo della maggioranza. All'affermazione b) posso
replicare che dobbiamo solo modificare questa decisione dell'uomo 峴aggio
in modo tale che risulti libera da contraddizioni. (Per esempio, egli
potrebbe decidere in favore di un governo che si impegni a governare
secondo il principio dell'egualitarismo e del protezionismo e sia
controllato dal voto della maggioranza. Questa decisione dell'uomo saggio
abbandonerebbe il principio della sovranit e poichdiventerebbe quindi
libera da contraddizioni, essa puessere presa da un uomo 峴aggio Ma,
naturalmente, cinon libererebbe dalle sue contraddizioni il principio che
il pisaggio deve governare.
Diversa la questione che pone il contro-argomento a). Esso giunge
pericolosamente vicino al punto di definire la 峴aggezzao la 宴ont di
un politico in maniera tale che quest'ultimo chiamato 峴aggioo 宴uono
solo se deciso a non rinunciare al suo potere. E, in realt la sola
teoria della sovranitche sia libera da contraddizioni sarebbe la teoria
secondo la quale dovrebbe governare soltanto un uomo che sia assolutamente
deciso a rimanere aggrappato al proprio potere. Coloro che credono nel
principio del leader dovrebbero apertamente accettare questa conseguenza
logica del loro credo. Se liberato dalle contraddizioni che esso implica,
non dunque il governo del migliore o del pisaggio, ma il governo
dell'uomo forte, dell'uomo di potere.
SAN, I 347-348


XIII. I PRINCIPI DEL LIBERALISMO.

I principi del liberalismo si possono descrivere come principi con il cui
ausilio si valutano le istituzioni esistenti e con cui queste possono, se
necessario, essere limitate o modificate.
Essi non sono in grado di sostituire le istituzioni esistenti. Il
liberalismo in altri termini, una condizione evoluzionista piuttosto che
rivoluzionaria (eccetto che di fronte ad una dittatura).


Il nostro sistema sociale liberale il migliore e il pigiusto che sia
mai finora esistito sulla terra.
TV, 261

Ma che cos'un ideale liberale? Il piimportante di tutti gli ideali
liberali: ogni potere dovrebbe essere limitato da altri poteri. Il potere
del governo dovrebbe essere controllato dal potere del Parlamento. In
particolare ci dovrebbe essere la possibilitdi controllare l'esecutivo.
Bisognerebbe poter accedere alle amministrazioni e vedere quello che si fa.
Una parte di questo controllo esercitata dal Parlamento.
IF, 23

Il liberalismo si fonda sul dualismo di fatti e standard nel senso che
crede nella ricerca di standard sempre migliori, specialmente nel campo
della politica e della legislazione.
SAN, Il 493

Per evitare malintesi, desidero chiarire compiutamente che uso sempre i
termini 峽iberale 峽iberalismo ecc., nel senso in cui questi sono
tuttora generalmente usati in Inghilterra (anche se non forse in America):
per liberale non intendo una persona che simpatizza per un qualche partito
politico, ma semplicemente un uomo che dimportanza alla libert
individuale ed consapevole dei pericoli inerenti a tutte le forme di
potere e di autorit
CEC, 5

Un libero mercato puesistere solo all'interno di un sistema legale creato
e garantito dallo Stato. A tale sistema o ordine appartiene, per esempio,
la norma che siano proibiti partiti armati, la quale cosa implica una
limitazione del libero commercio delle armi implica dunque apertamente una
limitazione del libero mercato e della libertpersonale. Ma chiaro che
questa limitazione ad opera dello Stato da preferire a quelle limitazioni
imposte da capibanda che sicuramente sono da attendersi ldove mancano le
limitazioni ad opera dello Stato.
TV, 236

La libertdi pensiero e la libera discussione sono valori fondamentali del
liberalismo che non hanno certo bisogno di ulteriori giustificazioni. Ci
nondimeno, essi sono suscettibili anche di una giustificazione pragmatica,
in base al ruolo che svolgono nella ricerca della verit
CEC, 597

E' chiaro che l'idea di un mercato libero paradossale. Se lo Stato non
interferisce, possono in tal caso interferire altre organizzazioni semi-
politiche come monopoli, trust, sindacati, ecc., riducendo a una finzione
la libertdel mercato. D'altra parte, molto importante rendersi conto
del fatto che, senza un mercato libero accuratamente protetto, l'intero
sistema economico deve cessare di servire all'unico suo fine razionale, che
quello di soddisfare le richieste I del consumatore. Se il consumatore
non puscegliere, se deve prendere quello che il produttore gli offre, se
il produttore, sia esso un produttore privato o lo Stato o un'agenzia
commerciale, padrone del mercato invece del consumatore, viene a
determinarsi una situazione per cui, in ultima analisi, il consumatore
svolge la funzione di fornire danaro e di assorbire scarti per conto del
produttore, e non invece il produttore a soddisfare i bisogni e i
desideri del consumatore.
Qui ci troviamo evidentemente di fronte a un importante problema di
ingegneria sociale: il mercato deve essere controllato, ma in modo tale che
il controllo non impedisca la libera scelta del consumatore e non faccia
venire meno per i produttori la necessitdi competere a vantaggio del
consumatore. La 峰ianificazioneeconomica che non pianifica per la libert
economica in questo senso ci spingerpericolosamente verso sbocchi
totalitari.
SAN, II 434

Liberalismo e intervento statale non sono tra loro in antitesi. Al
contrario, qualsiasi genere di libertchiaramente impossibile se non
garantito dallo Stato.
Una certa quantitdi controllo statale nell'educazione, per esempio,
necessaria, se i giovani devono essere protetti da una trascuratezza che li
renderebbe incapaci di difendere la loro liberte se lo Stato deve
provvedere a che tutte le attrezzature educative siano a disposizione di
tutti. Ma un eccessivo controllo statale in campo educativo un fatale
pericolo per la libert dato che porta fatalmente all'indottrinamento.
Come abbiamo gidetto, l'importante e difficile questione delle
limitazioni della libertnon puessere risolta da una formula rigida e
sbrigativa. E il fatto che ci saranno sempre dei casi dubbi dev'essere
considerato positivamente perch senza lo stimolo di problemi politici di
contrasti politici di questo genere, la disponibilitdei cittadini a
battersi per la loro libertscomparirebbe ben presto e, con essa, la
libert
SAN, I 145

Il liberalismo non ripone la propria speranza in una concordia di princi,
benssul reciproco fecondo influsso e sull'ulteriore sviluppo delle
opinioni che ne consegue. Persino quando riusciamo a risolvere un problema
con generale soddisfazione, con la soluzione creiamo daccapo nuovi problemi
che condurranno a nuove divergenze d'opinioni; cosa che non perda
deplorare.
ARM, 158

Quella vaga e non ben afferrabile essenza chiamata 峨pinione pubblica
molto spesso piilluminata e saggia dei governi, ma senza i freni di una
forte tradizione liberale rappresenta un pericolo per la libert
Non bisogna riconoscere nell'opinione pubblica la vox dei, l'arbitro su
verite falsit ma essa talvolta un giudice piilluminato riguardo
alla giustizia ed altri valori morali. (La vendita degli schiavi nelle
colonie inglesi). E pericolosa come arbitra su questioni di gusto.
Purtroppo puessere 峽avorata 峻essa in scenae 峰ianificata Possiamo
combattere tutti questi pericoli soltanto rafforzando le tradizioni del
liberalismo; e tutti possono collaborare a questo proposito.
ARM., 161

Personalmente credo salla superioriteconomica di una libera economia di
mercato e all'inferioritdella cosdetta economia pianificata. Ma ritengo
fondamentalmente errato motivare con la superioriteconomica il nostro
rifiuto della tirannia. Anche se l'economia statale, pianificata con
criteri centralistici, fosse superiore alla libera economia di mercato, io
sarei contrario all'economia pianificata, proprio perchaccresce fino alla
tirannia il potere dello Stato.
Non il carattere antieconomico del comunismo che noi combattiamo: la
sua illiberte la sua mancanza d'umanit Non siamo disposti a vendere la
nostra libertper un piatto di lenticchie - nemmeno in cambio della
massima produttivite della pigrande ricchezza, della massima sicurezza
economica - ammesso che cose simili si possano pagare con la mancanza di
libert
ARM 227

Si puaffermare che i principi del liberalismo concernono la valutazione,
e se necessario la modificazione e il cambiamento delle istituzioni
esistenti, piuttosto che la loro sostituzione. In altre parole, il
liberalismo crede nell'evoluzione piuttosto che nella rivoluzione (a meno
che non si sia posti di fronte a una tirannide).
CEC,596

Lo Stato un male necessario. I suoi poteri non dovrebbero essere
accresciuti oltre il necessario. Si potrebbe chiamare questo principio il
崁asoio liberale(sulla scorta del rasoio di Ockham, del celebre principio
ciop secondo il quale gli enti metafisici non devono esser moltiplicati pi
del necessario).
ARM, 154.

Abbiamo bisogno di libert per evitare gli abusi del potere dello Stato; e
abbiamo bisogno dello Stato, per evitare l'abuso della libert Questo un
problema che non potrmai essere risolto completamente in modo astratto
e mai di principio tramite leggi.
TV, 207

L'intervento dello Stato deve essere limitato a quanto veramente
necessario per la protezione della libert
SAN, II 153

L'interventismo [...] estremamente pericoloso. Questo non un argomento
decisivo contro di esso; il potere dello Stato fatalmente destinato a
restare sempre un male pericoloso, anche se necessario. Ma cideve servire
ad ammonirci che, se allentiamo la nostra vigilanza e se non rafforziamo le
nostre istituzioni democratiche, nel momento stesso in cui conferiamo
maggior potere allo Stato mediante la 峰ianificazioneinterventista
possiamo perdere la nostra libert E se la libertperduta, tutto
perduto, compresa la 峰ianificazione Infatti, perchdovrebbero essere
realizzati piani per il benessere del popolo se il popolo non ha il potere
d'imporli? Soltanto la libertpurendere sicura la sicurezza.
Vediamo cosche non c'soltanto un paradosso della libert ma anche un
paradosso della pianificazione di Stato. Se pianifichiamo troppo, se diamo
troppo potere allo Stato, allora la libertandrperduta e ci
significherla fine della pianificazione.
SAN, II 152-153

L'illimitata liberteconomica puessere auto-distruttiva allo stesso modo
dell'illimitata libertfisica, e il potere economico puessere quasi
altrettanto pericoloso che la violenza fisica; infatti, coloro che
dispongono di un'eccedenza di derrate possono costringere coloro che non
hanno niente da mangiare ad una servit峽iberamenteaccettata, senza
usare violenza. E, supponendo che lo Stato limiti le sue attivitalla
soppressione della violenza (e alla protezione della propriet, una
minoranza che economicamente forte puin questo modo sfruttare la
maggioranza di coloro che sono economicamente deboli.
SAN, II 146

In qualche misura, apprezzo l'interventismo gradualistico democratico.
SAN, II 226

Il massimo pericolo dell'interventismo - specialmente di qualsiasi
intervento diretto - che esso porta a un aumento del potere dello Stato e
della burocrazia.
La maggior parte degli interventisti non si preoccupa di questo fatto, o
chiude gli occhi di fronte ad esso, e ciaccresce il pericolo. Ma io credo
che, una volta che il pericolo sia fronteggiato apertamente, possibile
dominarlo.
SAN, II 226


XIV. I PERICOLI DELL'UTOPIA.

Il sognare una societperfetta pernicioso: i puritani speravano di
fondarla ed altrettanto fece Robespierre, ma quel che essi realizzarono non
fu il cielo in terra bensl'inferno di una spietata tirannia.

Giudico il cosiddetto utopismo una dottrina attraente, anzi, fin troppo
attraente, e addirittura pericolosa e nociva. Dal mio punto di vista essa
si vota da sola alla sconfitta e conduce alla violenza. Che si sconfigga da
sola una conseguenza del fatto che impossibile determinare dei fini con
criteri scientifici. Non esiste alcun metodo scientifico per scegliere fra
due fini.
CEC, 607

Che il metodo utopistico, che elegge uno stato ideale della societcome
scopo cui tutte le azioni politiche devono tendere, possa generare
violenza, dimostrabile nel modo seguente. Dato che non possibile
determinare i fini ultimi delle azioni politiche scientificamente, o con
metodi puramente razionali, le differenze d'opinione circa le
caratteristiche dello stato ideale non possono sempre venire appianate col
metodo dell'argomentazione. Esse avranno almeno in parte il carattere dei
contrasti di natura religiosa, e non puesservi tolleranza fra religioni
utopistiche diverse. Le mete utopistiche sono concepite per servire da
fondamento all'azione e alla discussione politiche razionali, e una tale
azione sembra possibile solo se lo scopo stabilito in modo definitivo.
L'utopista dunque deve riuscire vincitore o vinto nei confronti dei rivali
suoi simili che non condividono gli stessi ideali, non professando la
medesima religione utopistica.
Ma egli deve fare di pi Dev'essere molto severo nell'eliminare e
soffocare tutte le posizioni eretiche rivali. La via che conduce alla meta
utopistica lunga. La razionalitdell'azione politica esige quindi
costanza di intenti per molto tempo a venire; e cipurealizzarsi
soltanto se non ci si limita a sconfiggere le religioni utopistiche rivali,
ma si elimina il pipossibile ogni loro memoria.
CEC, 608-609

Il razionalismo utopico si vota da solo alla sconfitta.
Per quanto buoni siano i suoi fini, esso non procura la felicit ma
soltanto la nota sofferenza derivante dall'esser costretti a vivere sotto
un governo tirannico.
CEC, 610

Quella che io critico sotto il nome di ingegneria utopica la pretesa di
una ricostruzione globale della societ ciodi cambiamenti di immensa
portata, le cui conseguenze pratiche impossibile prevedere, data la
limitatezza delle nostre esperienze. Essa pretende di pianificare
razionalmente la societnella sua interezza, benchnon si disponga
neanche in minima parte della conoscenza fattuale che sarebbe necessaria
per legittimare una pretesa cosambiziosa. Noi non possiamo possedere
siffatta conoscenza perchabbiamo insufficiente esperienza pratica di
questo genere di pianificazione e la conoscenza dei fatti deve essere
fondata sull'esperienza. Allo stato delle cose, la conoscenza sociologica
per l'ingegneria in larga scala semplicemente inesistente.
SAN, I 200

Se dovessi dare una semplice formula o ricetta per distinguere fra quelli
che considero piani di riforma sociale ammissibili e gli inammissibili
progetti utopici, direi: Agisci per l'eliminazione dei mali concreti
piuttosto che per realizzare dei beni astratti. Non mirare a realizzare la
felicitcon mezzi politici. Tendi piuttosto ad eliminare le miserie
concrete.
Oppure, in termini pipratici, lotta per l'eliminazione della povertcon
mezzi diretti - per esempio assicurando che ciascuno abbia un reddito
minimo.
Oppure lotta contro le epidemie e le malattie erigendo ospedali e scuole di
medicina. Combatti l'ignoranza al pari della criminalit Ma fa tutto ci
con mezzi diretti: individua quello che ritieni il male piurgente della
societin cui vivi e cerca pazientemente di convincere la gente che
possibile eliminarlo.
Ma non cercare di realizzare questi obiettivi per via indiretta, concependo
e cercando di attuare un ideale remoto di societin tutto valida.
CEC, 610-61 1

Non permettere che i sogni di un mondo perfetto ti distolgano dalle
rivendicazioni degli uomini che soffrono qui ed ora. I nostri simili hanno
diritto ad essere aiutati; nessuna generazione dev'essere sacrificata per
il bene di quelle future, in vista di un ideale di felicitche punon
realizzarsi mai.
CEC, 61 1

L'atteggiamento utopistico [...] opposto a quello di

I ragionevolezza. L'utopismo, anche se puspesso presentarsi nelle forme
di un razionalismo, non puessere altro che uno pseudorazionalismo.
CEC, 612

Il fascino che il futuro esercita sugli utopisti non ha niente a che fare
con la previdenza razionale.
Considerata in questa luce, la violenza alimentata dall'utopismo assomiglia
assai alla pazzia sanguinaria di certa metafisica evoluzionistica, di certa
isterica filosofia della storia, desiderosa di sacrificare il presente agli
splendori del futuro, e inconsapevole del fatto che questo suo principio
porterebbe a sacrificare ogni particolare periodo futuro a quello
successivo; e parimenti ignara della veritbanale che il futuro ultimo
dell'uomo - checchgli riserbi il destino - non puessere niente di
meglio della sua definitiva estinzione.
CEC, 613.

L'appello all'utopismo deriva dall'incapacitdi comprendere che non
possiamo realizzare il paradiso in terra. Ritengo invece che possiamo, di
generazione in generazione, rendere la vita un poco meno terribile ed
ingiusta.
CEC, 613

L'approccio utopico presenta le seguenti caratteristiche. Ogni azione
razionale deve avere un determinato fine. Essa razionale nella misura in
cui persegue il suo fine consapevolmente e coerentemente, e nella misura in
cui stabilisce i suoi mezzi in funzione di questo fine. Scegliere il fine
quindi la prima cosa che dobbiamo fare se vogliamo agire razionalmente;
inoltre dobbiamo far attenzione a determinare i nostri fini reali o ultimi,
dai quali dobbiamo distinguere chiaramente quei fini intermedi o parziali
che, di fatto, sono soltanto mezzi, o fasi lungo la via che porta al fine
ultimo. Se rinunciamo a tale distinzione, dobbiamo anche rinunciare a
chiederci se questi fini parziali sono verosimilmente idonei ad avvicinarci
al fine ultimo e, quindi, non possiamo agire razionalmente. Questi
principi, se applicati al campo dell'attivitpolitica, richiedono da noi
la determinazione del nostro fine politico ultimo, ciodello Stato Ideale,
prima che sia intrapresa qualunque azione pratica.
Soltanto quando questo fine ultimo stabilito, almeno nelle sue linee
essenziali, soltanto quando siamo in possesso di una specie di modello
della societalla quale aspiriamo, soltanto allora possiamo cominciare a
considerare i mezzi e i metodi migliori per la sua realizzazione e a
stendere un piano per l'azione pratica. Questi sono i presupposti necessari
di qualsiasi iniziativa politica che si possa chiamare razionale, e
specialmente dell'ingegneria sociale. Questo in sintesi, l'approccio
metodologico che chiamo ingegneria utopica. Esso convincente e attraente.
Di fatto, proprio il genere di approccio metodologico che capace di
attrarre tutti coloro che o non sono influenzati da pregiudizi storicistici
o reagiscono contro di essi. Ma appunto cilo rende ancora pipericoloso
e rende ancor pinecessaria la sua critica.
SAN. I 195-196


XV. CONTRO LO STORICISMO.

Lo storicismo confonde interpretazioni e teorie.
Questo uno dei suoi errori principali.


Per 峴toricismointendo una interpretazione del metodo delle scienze
sociali che aspiri alla previsione storica mediante la scoperta dei 崁itmi
o dei 峰atterns delle 峽eggi delle 差endenzeche sottostanno
all'evoluzione storica.
MDS, I 8

Per informare il lettore dei miei risultati pirecenti, mi propongo di
fornire, in poche parole, una traccia di questa confutazione dello
storicismo. L'argomento puessere sintetizzato nelle cinque proposizioni
seguenti: 1. Il corso della storia umana fortemente influenzato dal
sorgere della conoscenza umana. (La veritdi questa premessa deve essere
ammessa anche da coloro che nelle nostre idee, comprese quelle
scientifiche, altro non vedono se non il sottoprodotto di sviluppi
materiali di questo o quel genere.) 2. Noi non possiamo predire, mediante
metodi razionali o scientifici, lo sviluppo futuro della conoscenza
scientifica. (Questa asserzione puessere logicamente provata in base ad
alcune considerazioni che seguono.) 3. Perci non possiamo predire il
corso futuro della storia umana.
4. Cisignifica che dobbiamo escludere la possibilitdi una storia
teorica; cio di una scienza sociale storica che corrisponda alla fisica
teorica. Non vi puessere alcuna teoria scientifica dello sviluppo storico
che possa servire di base per la previsione storica.
5. Lo scopo fondamentale dello storicismo [...] quindi, infondato. E lo
storicismo crolla.
MDS, 13-14

La tendenza dello storicismo (e delle visioni ad esso connesse) a fare da
supporto alla rivolta contro la civiltpuessere dovuta al fatto che lo
storicismo stesso in larga misura, una reazione contro il peso della
nostra civilte la sua richiesta di responsabilitpersonale.
SAN, I 24

L'astrologia, val la pena di rilevarlo, condivide con lo storicismo la
credenza in un destino predeterminato che puessere predetto, ed essa
condivide con alcune importanti versioni dello storicismo (specialmente col
platonismo e col marxismo) la credenza che, nonostante la possibilitdi
predire il futuro, noi possiamo in qualche modo influenzarlo, soprattutto
se effettivamente conosciamo ciche sta avvenendo.
SAN, I 260

Il mio atteggiamento nei confronti dello storicismo di aperta ostilit
ostilitfondata sulla convinzione che lo storicismo una teoria non
valida o anche peggio.
SAN, 156

Lo storicismo una filosofia sociale e politica e morale (o, direi
piuttosto, immorale) e, in quanto tale, ha esercitato una grande influenza
fin dall'inizio della nostra civilt
SAN, 11 307

Lo storicismo impegnato a scoprire il cammino sul quale il genere umano
destinato a marciare; impegnato a scoprire la chiave della storia (come
la chiama J. Macmurray) o il senso della storia.
SAN, 11 318

Lo storicismo [...] puessere bene illustrato da una delle pisemplici e
piantiche delle sue forme, la dottrina del popolo eletto. Questa dottrina
uno dei tentativi fatti per rendere comprensibile la storia mediante una
interpretazione teistica, cioriconoscendo Dio come autore del dramma che
si svolge sulla Scena Storica. La teoria del popolo eletto, pi
specificatamente, sostiene che Dio ha scelto un popolo perchadempia alla
funzione di strumento privilegiato della sua volonte che questo popolo
erediterla terra.
In tale dottrina, la legge dello sviluppo storico fissata dalla Volont
di Dio. Questa la differenza specifica che distingue la forma teistica da
altre forme di storicismo. Uno storicismo naturalistico, per esempio,
tratterla legge di sviluppo come una legge di natura; uno storicismo
spiritualistico la considera alla stregua di una legge di sviluppo
spirituale; uno storicismo economicistico la tratta alla stregua di una
legge di sviluppo economico. Lo storicismo teistico condivide con queste
altre forme la dottrina secondo la quale ci sono specifiche leggi storiche
che si possono scoprire e sulle quali si possono fondare predizioni
concernenti il futuro dell'umanit
SAN, I 28-29

Come il gioco d'azzardo, lo storicismo figlio della nostra sfiducia nella
razionalite responsabilitdelle nostre azioni. Esso una falsa speranza
e una falsa fede, un tentativo di sostituire alla speranza e alla fede che
scaturiscono dal nostro entusiasmo morale e dal disprezzo del successo una
certezza che scaturisce da una pseudo-scienza, una pseudo-scienza delle
stelle o della 峪atura umanadel destino storico.
Sostengo che lo storicismo non soltanto insostenibile razionalmente ma
anche in conflitto con qualsiasi religione che predichi l'importanza della
coscienza.
Infatti, una religione siffatta deve concordare con l'atteggiamento
razionalistico nei confronti della storia nella sua accentuazione della
nostra responsabilitsuprema per le nostre azioni e per le ripercussioni
di esse sul corso della storia. Certo, abbiamo bisogno di speranza; agire,
vivere senza speranza va oltre le nostre forze. Ma non abbiamo bisogno di
avere di pie non ci deve essere dato di pi Noi non abbiamo bisogno di
certezza. La religione, in particolare, non deve essere un surrogato dei
sogni e dei desideri; essa non deve somigliare nal possesso di un
biglietto di lotteria nal possesso di una polizza di una societdi
assicurazione. La componente storicistica nella religione un elemento di
idolatria e di superstizione.
SAN, 11 329

La dottrina storicistica secondo cui compito delle scienze sociali di
prevedere gli sviluppi storici a mio avviso, insostenibile.
Indubbiamente, tutte le scienze storiche sviluppano delle previsioni e,
senza dubbio, vi sono delle scienze sociali teoriche. Ma cicomporta
davvero - come credono gli storicisti - che compito delle scienze sociali
sia la profezia storica? Sembrerebbe di s ma quest'impressione vien meno
appena introduciamo una chiara distinzione fra ciche dir峰revisione
scientifica da un lato, e la 峰rofezia storica incondizionata
dall'altro. Lo storicismo incapace di fare questa importante distinzione.
CEC, 575

Lo storicismo una teoria antichissima. Nelle sue forme piantiche, come
nelle dottrine dei cicli vitali di citte di razze, in realt
antecedente al primitivo punto di vista teologico secondo il quale vi sono
scopi reconditi sotto ai decreti apparentemente ciechi del fato.
Sebbene questa divinazione degli scopi reconditi sia ben lontana dal modo
di pensare scientifico, ha lasciato tracce inconfondibili anche nelle teorie
storicistiche pimoderne: infatti ogni versione dello storicismo esprime
la sensazione di essere trascinata nel futuro da forze irresistibili.
MDS, 140

Tanto lo storicista quanto l'utopista sembrano impressionati, talora
profondamente, quando sperimentano in modo diretto il mutare di un ambiente
sociale (esperienza spesso paurosa, che qualche volta viene denominata
宮rollo sociale. Percicercano ambedue di razionalizzare tali mutamenti,
l'uno profetizzando il corso dello sviluppo sociale, l'altro reclamando che
lo sviluppo va severamente e completamente controllato, o magari anche
fermato del tutto. Il controllo dev'essere totale, poich se una qualunque
zona della vita sociale non fosse controllata in tal modo, vi si potrebbero
annidare quelle forze pericolose che conducono a cambiamenti imprevisti.
MDS, 75

L'elemento piforte dell'alleanza fra lo storicismo e l'utopismo
indubbiamente l'atteggiamento olistico che essi hanno in comune. Lo
storicismo si occupa E dello sviluppo della societconsiderata come 席n
tutto unico e non dello sviluppo di particolari aspetti di essa; la
meccanica utopistica ugualmente olistica.
MDS, 75

Lo storicismo un metodo erroneo che produce risultati privi di valore.
SAN, I 28


XVI. IL TEMA DELLA TRADIZIONE.

Le tradizioni hanno la rilevante, duplice, funzione non solo di creare un
certo ordine, o qualcosa di simile a una struttura sociale, ma anche di
offrirci una base su cui possiamo operare, e che possibile sottoporre a
critica e cambiare.

Indubbiamente, vi una tradizionale ostilitfra razionalismo e
tradizionalismo. I razionalisti sono inclini ad adottare un atteggiamento
di questo tipo: 奘on mi interessa la tradizione. Voglio giudicare ogni cosa
in base ai suoi propri meriti; voglio scoprire i suoi aspetti positivi e
negativi, e intendo farlo del tutto indipendentemente da qualsiasi
tradizione. Voglio giudicarla con la mia testa, e non con la testa di altri
vissuti molto tempo fa
Che la faccenda non sia proprio cossemplice come suppone un tale
atteggiamento, emerge dal fatto che il razionalista, che afferma queste
cose, egli stesso in gran parte legato a una tradizione razionalistica
che lo sostiene tradizionalmente. Il che mostra la debolezza di certi
inveterati atteggiamenti nei confronti del problema della tradizione.
CEC, 208

Alcuni tipi assai importanti di tradizione sono propri di un luogo, e non
possono essere facilmente trapiantati. Si tratta di beni preziosi, ed
assai difficile ristabilirli una volta che siano andati perduti. Mi
riferisco alla tradizione scientifica, che mi sta particolarmente a cuore.
Ho constatato che difficilissimo trapiantarla dai pochi luoghi in cui
ben radicata. Essa fu distrutta in Grecia duemila anni fa, e non si
riaffermper un tempo assai lungo. Analogamente, recenti tentativi di
trapiantarla dall'Inghilterra oltremare non hanno avuto un grande successo.
In alcuni paesi esteri, nulla colpisce quanto la mancanza di una tradizione
di ricerca. Chi voglia farla attecchire in un paese dove non esiste, ha da
condurre una vera lotta.
CEC, 209-210.

Il razionalista critico puapprezzare le tradizioni: infatti, sebbene
creda nella verit non pensa in ogni caso di esserne egli stesso
sicuramente in possesso.
Egli puapprezzare il valore inestimabile di ogni accostamento ad essa; e
puvedere che le tradizioni spesso giovano ad incoraggiare simili
progressi, e che, senza una tradizione intellettuale, l'individuo
difficilmente potrebbe compiere un solo passo verso la verit E dunque
l'accostamento critico al razionalismo, il compromesso fra razionalismo e
scetticismo che per lungo tempo stato il fondamento della giusta via di
mezzo britannica: rispetto delle tradizioni e, nello stesso tempo,
riconoscimento della necessitdi riformarle.
CEC,636

Si dovrebbe comprendere chiaramente che possono esservi soltanto due
atteggiamenti fondamentali nei confronti della tradizione. L'uno consiste
nell'accettarla acriticamente, spesso senza neppure esserne consapevoli. In
molti casi non possibile evitarlo; infatti, spesso, non ci rendiamo conto
di trovarci di fronte a una tradizione. Se porto l'orologio al polso
sinistro, non occorre che sia consapevole di accettare una tradizione. Ogni
giorno facciamo centinaia di cose influenzati da tradizioni di cui non
siamo coscienti. E se non sappiamo di agire sotto l'influenza di una
tradizione, non possiamo fare a meno di accettarla acriticamente.
L'altra alternativa rappresentata da un atteggiamento critico, che pu
risolversi tanto nell'accettazione quanto nel rifiuto, o magari in un
compromesso. In ogni caso dobbiamo essere a conoscenza di una certa
tradizione, e averla compresa, prima di essere in grado di criticarla,
prima ciodi poter dire: 娜ifiutiamo questa tradizione in base a
motivazioni di carattere razionale
CEC, 210-211.

Non penso che possiamo mai liberarci completamente dai vincoli della
tradizione. Il cosiddetto processo di liberazione in realtsoltanto il
passaggio da una tradizione a un'altra. Siamo tuttavia in grado di
liberarci dai tabdi una tradizione, e possiamo farlo non solo
rifiutandola, ma anche accettandola criticamente. Ci liberiamo da un tab
se vi riflettiamo, e ci domandiamo consapevolmente se dobbiamo accettarlo o
rifiutarlo. A questo scopo, dobbiamo innanzitutto avere con chiarezza
davanti a noi una certa tradizione, e dobbiamo comprendere, da un punto di
vista generale, quali possano esserne la funzione e il senso.
Per questo tanto importante che i razionalisti affrontino il problema:
essi infatti sono pronti a sfidare e a criticare tutto, compresa, mi
auguro, la loro propria tradizione. Pronti a porre degli interrogativi di
fronte a ogni cosa, almeno idealmente essi non si sottometteranno
ciecamente a nessuna tradizione, nemmeno alla loro.
CEC, 211.

La tradizione - astraendo da ogni nostro sapere innato - di gran lunga la
principale fonte del nostro sapere.
ARM, 58

La cosiddetta vita sociale pusussistere soltanto se siamo in grado di
sapere, e di ritenere con sicurezza, che vi sono cose ed eventi che devono
stare in un certo modo e non altrimenti.
Da cisi comprende la parte svolta dalla tradizione nella nostra vita.
Saremmo ansiosi, spaventati, frustrati, e non potremmo vivere nel mondo
sociale, se questo non contenesse una notevole misura di ordine e
molteplici forme di regolaritsu cui basarci. La semplice esistenza di
queste ultime forse piimportante dei loro peculiari pregi o difetti.
Esse sono necessarie come tali e vengono percitramandate
indipendentemente dal fatto che siano o meno, per altri aspetti, razionali
o necessarie, giuste, belle, o quel che si vuole. La vita sociale esige una
tradizione.
CEC,225

La creazione delle tradizioni svolge [...] un ruolo analogo a quella delle
teorie. Le teorie scientifiche sono strumenti con cui cerchiamo di mettere
ordine nel caos in cui viviamo, per introdurvi la previsione razionale. Non
voglio che prendiate questo rilievo come una profonda affermazione
filosofica. E soltanto l'enunciazione di una delle funzioni pratiche delle
nostre teorie. Analogamente, la creazione di tradizioni, come tanta parte
della legislazione, svolge proprio la stessa funzione, consistente
nell'introdurre nel mondo sociale in cui viviamo un certo ordine e la
prevedibilitrazionale. Non possibile agire razionalmente nel mondo se
non si ha idea di come esso risponderalle nostre azioni. Ogni azione
razionale presuppone un certo sistema di riferimento che risponda in modo
del tutto, o in parte, prevedibile.
La creazione di tradizioni nel campo sociale svolge una propria funzione,
al pari dell'invenzione di miti o teorie nel dominio della scienza
naturale: quella di aiutarci a mettere ordine negli eventi della natura.
CEC, 225

Tradizioni e istituzioni sono per molti aspetti strettamente affini.
CEC, 228

Solo molto raramente avviene che la gente desideri consapevolmente
instaurare una tradizione, e anche in simili casi improbabile che vi
riesca. D'altra parte, chi non si mai sognato di creare una tradizione,
punondimeno pervenirvi senza avere alcuna intenzione in tal senso.
CEC, 216.

Certamente, noi dobbiamo molto alla tradizione, e la tradizione molto
importante, ma anche la 差radizionedev'essere analizzata in termini di
relazioni personali concrete. E, cosfacendo, possiamo liberarci di
quell'atteggiamento che considera ogni tradizione come sacrosanta, o come
preziosa in s sostituendo ad esso un atteggiamento che considera le
tradizioni come preziose o dannose, a seconda dei casi, in relazione
all'influenza che esercitano sugli individui. Cospossiamo renderci conto
del fatto che ciascuno di noi (per mezzo dell'esempio e della critica) pu
contribuire al consolidamento o alla liquidazione di codeste tradizioni.
SAN, Il, 270

Alle tradizioni piimportanti vanno ascritte quelle che costituiscono la
宮ornice moraledi una societ(corrispondente alla costituzionale
宮ornice legislativa, e che incarnano il suo senso tramandato della
giustizia e della moralit coscome il grado di sentimento morale da essa
raggiunto. Questa cornice morale serve da base sulla quale diventa
possibile conseguire un compromesso giusto e ragionevole tra interessi
contrastanti, ldove sia necessario. Questa cornice morale non
naturalmente immutabile, ma essa muta con relativa lentezza. Niente pi
pericoloso della distruzione di questa cornice, di questa tradizione.
(Questa distruzione fu perseguita consapevolmente dal nazismo). Deve
portare alla fin fine ad un cinico nichilismo - al disprezzo e al
dissolvimento di ogni valore umano.
ARM, 156-157.

Le istituzioni da sole non sono sufficienti se non si radicano in
tradizioni. Le istituzioni sono sempre 家mbivalentinel senso che - prive
dell'appoggio d'una solida tradizione - possono agire talvolta addirittura
nel senso opposto rispetto a quello in cui avrebbero dovuto agire. Ad
esempio l'opposizione parlamentare deve - in parole semplici - impedire
alla maggioranza di rubare il denaro dei contribuenti. Ma io ricordo di un
piccolo scandalo avvenuto in un paese dell'Europa sudorientale, che
esemplificl'ambivalenza di quest'istituzione. Fu il caso in cui
maggioranza ed opposizione si fecero corrompere da una forte somma di
denaro, che spartirono fra loro.
Le tradizioni sono necessarie per creare una specie d'anello di
congiunzione tra istituzioni da una parte, ed intenzioni e senso del valore
individuale dall'altra.
ARM, 155-156

Sotto l'aspetto quantitativo, come pure sotto quello qualitativo, la fonte
di gran lunga piimportante della nostra conoscenza - a parte la
conoscenza innata - la tradizione. La maggior parte delle cose che
conosciamo le abbiamo imparate da esempi, o perchci sono state dette, o
perchle abbiamo lette nei libri, o imparando come criticare, come
accogliere e accettare le critiche, come rispettare la verit
CEC, 54


XVII. CRITICHE A PLATONE.

Da Platone in poi la megalomania stata la malattia sul lavoro pi
diffusa tra i filosofi.

Benchio ammiri molte cose nella filosofia di Platone, anche al di l
delle parti che penso siano strettamente socratiche, non ritengo sia mio
compito quello di aggiungere agli altri, giinnumerevoli, un nuovo atto di
omaggio al suo genio. Mi propongo piuttosto di smantellare ciche, a mio
giudizio, vi di nocivo in questa filosofia. E la tendenza totalitaria
della filosofia politica di Platone che io cercherdi analizzare e di
criticare.
SAN, I 56

E' inerente al programma di Platone un tipo di approccio alla politica che
a mio giudizio, estremamente pericoloso. La sua analisi di grande
importanza pratica dal punto di vista di una ingegneria sociale razionale.
L'approccio platonico al quale alludo puessere considerato come tipico
dell'ingegneria utopica, in contrapposizione a un altro genere di
ingegneria sociale che io ritengo il solo veramente razionale e che pu
essere definito come ingegneria gradualistica.
SAN, I 195

La politica, per Platone, l'arte suprema. Essa un'arte, ma non nel
senso metaforico per cui possiamo parlare dell'arte di governare gli uomini
o dell'arte di fare certe cose, ma nel senso piletterale della parola.
E un'arte della composizione, come la musica, la pittura e l'architettura.
Il politico platonico compone la cittper amore della bellezza.
Ma, a questo punto, sento il bisogno di protestare. Io non credo che le
vite umane possano essere ridotte a strumenti al fine di soddisfare il
desiderio di autoespressione di un artista: dobbiamo piuttosto pretendere
che ad ogni uomo sia riconosciuto, se lo vuole, il diritto di foggiarsi da
sla propria vita, nella misura in cui non ne risulta impedito l'analogo
diritto degli altri.
Per quanto grande possa essere la mia simpatia per l'impulso estetico,
affermo che l'artista deve cercare di esprimersi servendosi di materiale.
La politica, a mio giudizio, deve attenersi ai principi egualitari e
individualistici; i sogni di bellezza devono essere subordinati alla
necessitdi aiutare gli uomini che sono in difficolte che subiscono
ingiustizia e alla necessitdi costruire istituzioni che servono a questi
fini.
SAN, 1204

La descrizione platonica della democrazia una vivida, ma fortemente
ostile e ingiusta parodia della vita politica di Atene e del credo
democratico che Pericle aveva formulato in una maniera che rimasta sempre
insuperata, circa tre anni prima che Platone nascesse.
SAN, 166.

Platone [...] divenne, inconsciamente, il pioniere di molti propagandisti
che, spesso in buona fede, svilupparono la tecnica di fare appello a
sentimenti morali, umanitari, per fini immorali e anti-umanitari. Ed egli
ottenne l'effetto piuttosto sorprendente di convincere anche grandi
umanitari dell'immoralite dell'egoismo del loro credo. Io non dubito che
riusca persuadere anche se stesso. Egli trasfiguril suo odio nei
confronti dell'iniziativa individuale e la sua volontdi arrestare ogni
cambiamento, in amore della giustizia e temperanza, di uno stato celeste
nel quale ognuno soddisfatto e felice e in cui la brutalitdella caccia
al denaro sostituita da leggi di generosite di amicizia.
Il suo sogno di unite bellezza e perfezione, questo estetismo ed olismo e
collettivismo, il prodotto e, nello stesso tempo, il sintomo del perduto
spirito di gruppo del tribalismo.
SAN, I 244

Ritengo che il programma politico di Platone, lungi dall'essere moralmente
superiore al totalitarismo, sia fondamentalmente identico ad esso. Io credo
che le obiezioni contro questa mia concezione si fondino su un vecchio e
profondamente radicato pregiudizio che tende a idealizzare Platone.
SAN, I 119

Molti filosofi, e fra essi alcuni dei pigrandi, non hanno dato una prova
troppo brillante di s Persino Platone, il pigrande, il piprofondo e
il pidotato di tutti i filosofi, aveva una concezione della vita umana
che io trovo ripugnante e addirittura terrificante. Eppure fu non solo un
grande filosofo e il fondatore di una delle pigrandi scuole professionali
di filosofia, ma un grande e ispirato poeta e scrisse, tra altre belle
opere, L'apologia di Socrate.
CIVF, 391

La sociologia di Platone un geniale miscuglio di speculazione e di acuta
osservazione dei fatti.
SAN, 159

Platone [...] odiava l'individuo e la sua libertallo stesso modo che
odiava le varie esperienze particolari, la varietdel mutevole mondo delle
cose sensibili.
Nel campo della politica, l'individuo per Platone il Sommo Male in senso
assoluto.
SAN, I 137

Coloro i quali [...] esaltano la reputazione di Platone come maestro di
morale e proclamano al mondo che la sua etica fra quelle proposte prima
di Cristo, la pivicina al cristianesimo, spianano in realtla strada al
totalitarismo e, piparticolarmente, a un'interpretazione totalitaria,
anticristiana del cristianesimo.
SAN, I 137-138

Platone riconosce soltanto un criterio supremo di giudizio, l'interesse
dello Stato. Ogni cosa che lo rafforza buona e virtuosa e giusta; ogni
cosa che lo minaccia cattiva e perversa e ingiusta. Le azioni che servono
ad esso sono morali; le azioni che lo mettono in pericolo sono immorali. In
altre parole, il codice morale di Platone strettamente strumentale; un
codice di utilitarismo collettivistico o politico. Il criterio della
moralitl'interesse dello Stato. La moralitnon altro che igiene
politica.
Questa la teoria collettivistica, tribale, totalitaria della morale.
SAN, I 141

Desidero mettere in chiaro che credo nella sinceritdel totalitarismo di
Platone. La sua pretesa dell'incontestato dominio di una classe sul resto
della societera intransigente, ma il suo ideale non era certo quello del
massimo sfruttamento delle classi lavoratrici ad opera della classe
superiore; il suo ideale era la stabilitdell'insieme.
SAN, I 142

Noi non sapremo mai se negli scritti di Platone ci troviamo di fronte a un
cinico e cosciente tentativo di utilizzare ai propri fini i sentimenti
morali del nuovo umanitarismo oppure se ci troviamo di fronte a un tragico
tentativo di persuadere la sua alta coscienza dei mali dell'individualismo.
La mia personale impressione che la seconda alternativa sia vera e che
questo intimo conflitto sia il fondamentale segreto del fascino di Platone.
Penso che Platone si sentscosso fin nel profondo della sua anima dalle
nuove idee e specialmente dal grande individualista Socrate e dal suo
martirio. E penso che egli combattcontro questa influenza in se stesso e
negli altri con tutto il vigore della sua superiore intelligenza, bench
non sempre apertamente. Cispiega anche perch di tanto in tanto, nel
pieno della sua impostazione totalitaria, incontriamo alcune idee
umanitarie. E cispiega perchfu possibile ai filosofi presentare Platone
come un umanitario.
SAN, 1142-143.

La teoria platonica della giustizia quale presentata nella Repubblica e
nelle opere successive, un cosciente tentativo di aver la meglio sulle
tendenze egualitarie, individualistiche e protezionistiche del tempo, e di
rilanciare le rivendicazioni del tribalismo sviluppando una teoria morale
totalitaria. Nello stesso tempo Platone era profondamente colpito dalla
nuova morale umanitaria; ma, invece di combattere l'egualitarismo con
adeguate argomentazioni, evitperfino di discuterlo. E utilizzcon
successo i sentimenti umanitari, di cui conosceva bene la forza, mettendoli
al servizio del dominio totalitario di classe di una razza dominatrice
naturalmente superiore.
SAN, I 154

Socrate ebbe soltanto un successore degno di lui, il suo vecchio amico
Antistene, l'ultimo della Grande Generazione. Platone, il suo discepolo pi
dotato, mostrben presto di essere il meno fidato. Egli tradSocrate,
proprio come avevano fatto i suoi zii. Questi, oltre a tradire Socrate,
avevano anche tentato di implicarlo nei loro atti terroristici, ma non
riuscirono nel loro intento, perchegli resistette. Platone tentdi
coinvolgere Socrate nel suo grandioso tentativo di costruire la teoria
della societbloccata, e riuscsenza difficoltnel suo intento, perch
Socrate era morto.
SAN, I 239

Socrate aveva rifiutato di compromettere la sua integritpersonale.
Platone, con tutto il rigore della sua ripulitura della tela, fu spinto su
una strada lungo la quale compromise la sua integritad ogni passo che
fece. Egli fu spinto a combattere il libero pensiero e il 躦erseguimento
della verit fu indotto a difendere la menzogna, i miracoli politici, la
superstizione dei tab la soppressione della verite, alla fine, la
violenza brutale. Nonostante l'avvertimento di Socrate a guardarsi dalla
misantropia e dalla misologia, fu indotto ad avere sfiducia nell'uomo e a
temere l'argomentazione razionale. Nonostante il proprio odio della
tirannide, fu spinto a vedere nel tiranno un possibile aiuto e a difendere
le pitiranniche misure.
Dalla logica intima del suo finalismo antiumanitario,
dalla logica intima del potere, egli fu spinto inconsapevolmente allo
stesso punto al quale un tempo erano giunti i Trenta e al quale, pitardi,
giunsero il suo amico Dione e altri fra i suoi numerosi discepoli-tiranni.
Egli non riuscad arrestare il cambiamento sociale. (Solo molto pitardi,
nelle etoscure, esso fu arrestato dal magico incantesimo
dell'essenzialismo platonico-aristotelico). Invece egli riusca legarsi,
col proprio fascino, a potenze che una volta aveva odiato.
La lezione che noi dunque dovremmo apprendere da Platone esattamente
l'opposto di quanto egli vorrebbe insegnarci. E una lezione che non deve
essere dimenticata. Per quanto eccellente fosse la sua diagnosi
sociologica, lo sviluppo stesso di Platone dimostra che la terapia che
raccomandava peggiore del male che tentava di combattere. Arrestare il
cambiamento politico non costituisce un rimedio e non puportare la
felicit Noi non possiamo mai pitornare .alla presunta ingenuite
bellezza della societchiusa.
SAN. I 245.


XVIII. CRITICHE A HEGEL.

La farsa hegeliana durata anche troppo.
Noi dobbiamo por fine ad essa.



Hegel, la fonte di tutto lo storicismo contemporaneo, fu un diretto seguace
di Eraclito, Platone e Aristotele. Hegel realizzle cose pimiracolose.
Logico sommo, fu un gioco da bambini per i suoi efficacissimi metodi
dialettici estrarre veri conigli fisici da cappelli puramente metafisici.
SAN, II 37

La fama di Hegel stata costruita da coloro che preferiscono una rapida
iniziazione nei piprofondi segreti di questo mondo ai faticosi tecnicismi
di una scienza che, dopo tutto, pusolo deluderli con la sua incapacitdi
svelare tutti i misteri. Infatti essi ben presto scoprirono che nulla
poteva essere applicato con tanta facilita qualsivoglia problema e nello
stesso tempo con tanto impressionante (anche se solo apparente) difficolt
e con un cosrapido e sicuro ma imponente successo, nulla poteva essere
usato a cosbuon mercato e con cospiccola conoscenza e formazione
scientifica, e nulla poteva dare una cosspettacolare aria scientifica,
quanto la dialettica hegeliana, l'arcano metodo che sostituiva la 峴terile
logica formale Il successo di Hegel segnl'inizio dell'容ra della
disonest (come Schopenhauer qualificil periodo dell'idealismo tedesco)
e dell'容ra della irresponsabilit (come K. Heiden qualifica l'era del
totalitarismo moderno); prima di irresponsabilitintellettuale e poi, come
una delle sue conseguenze, di irresponsabilitmorale; l'inizio di una
nuova era dominata dalla magia di parole altisonanti e dalla potenza del
gergo.
SAN, II 38

Sorge la domanda se Hegel abbia ingannato se stesso, ipnotizzato dal suo
stesso gergo ispirato, oppure se si sia audacemente proposto di ingannare e
incantare gli altri. Sono convinto che questa seconda alternativa sia la
vera.
SAN, II 39

Sembra improbabile che Hegel sarebbe mai diventato la piinfluente figura
della filosofia tedesca se non avesse avuto alle sue spalle l'autorit
dello Stato prussiano
SAN, II 39.

Fuori del continente europeo, specialmente negli ultimi vent'anni,
l'interesse dei filosofi per Hegel andato pian piano svanendo.
Ma, se cosstanno le cose, perchpreoccuparsi pioltre di Hegel? La
risposta che l'influenza di Hegel rimasta una forza potentissima,
nonostante che gli scienziati non lo abbiano mai preso sul serio e che (a
parte gli 容voluzionisti molti filosofi comincino a perdere interesse per
lui. L'influenza di Hegel, e specialmente quella del suo linguaggio,
ancora potentissima nella filosofia morale e sociale e nelle scienze
sociali e politiche (con la sola eccezione dell'economia). Specialmente i
filosofi della storia, della politica e dell'educazione subiscono ancora in
larghissima misura la sua influenza.
SAN, II 40

Per una ragione o per l'altra, i filosofi hanno mantenuto attorno a se
stessi, anche ai nostri giorni, una certa aura di magia. La filosofia
considerata come qualcosa di strano e di assurdo, che si occupa di quei
misteri di cui si occupa la religione, ma non in modo tale da poter essere
崁ivelata ai bambinio alla gente comune; essa considerata troppo
profonda per questo: la si considera la religione e la teologia degli
intellettuali, degli uomini colti e sapienti. L'hegelismo si adatta
perfettamente a queste opinioni; esso esattamente ciche questo genere
di superstizione popolare ritiene che la filosofia sia. Esso sa tutto su
tutto. Ha una risposta pronta per ogni domanda. E, del resto, chi puavere
la certezza che la risposta non sia vera?
SAN, II 40

Come la Rivoluzione Francese riscoprle idee perenni della Grande
Generazione e del cristianesimo, libert uguaglianza e fraternitdi tutti
gli uomini, cosHegel riscoprle idee platoniche che stanno dietro la
rivolta perenne contro la liberte la ragione.
L'hegelismo la rinascita del tribalismo. L'importanza storica di Hegel
puessere vista nel fatto che egli rappresenta l'家nello mancante per
cosdire, fra Platone e la forma moderna del totalitarismo. La maggior
parte dei totalitarismi moderni sono assolutamente ignari del fatto che le
loro idee possono essere fatte risalire a Platone. Ma molti sono
consapevoli del loro debito verso Hegel e tutti sono cresciuti nella chiusa
atmosfera dell'hegelismo. Ad essi stato insegnato di venerare lo Stato,
la storia e la nazione.
SAN, II 41

Lo storicismo di Hegel diventato il linguaggio di larghe cerchie di
intellettuali, anche di 家nti-fascistidichiarati e 席omini di sinistra
Esso fa ormai cosintrinsecamente parte del loro clima intellettuale che
molti neppure se ne accorgono pi sicchla sua sconvolgente disonestnon
neanche piavvertita, al pari dell'aria che si respira. Tuttavia, alcuni
filosofi della razza sono pienamente coscienti del debito che hanno verso
Hegel.
SAN, II 92-93

La farsa hegeliana durata anche troppo. Noi dobbiamo por fine ad essa.
Noi dobbiamo parlare - anche a costo di sporcarci maneggiando questa cosa
scandalosa che, sfortunatamente invano, fu denunciata con tanta chiarezza
un centinaio di anni fa. Troppi filosofi hanno trascurato gli ammonimenti,
tante volte ripetuti, di Schopenhauer; li hanno trascurati non tanto a loro
rischio e pericolo (ad essi non poi andata male), quanto piuttosto a
rischio e pericolo di coloro ai quali loro hanno insegnato, a rischio e
pericolo del genere umano.
SAN, II 93-94

La filosofia, che al tempo di Platone aveva rivendicato la propria
supremazia sullo Stato, diventa con Hegel la piservile ancella di esso.
SAN, II 58

Ai nostri tempi, l'isterico storicismo di Hegel ancora il fertilizzante
al quale il totalitarismo moderno deve la sua rapida crescita. La sua
diffusione ne ha preparato il terreno ed ha educato l'intelligenza alla
disonestintellettuale.
SAN,II 71

Io sostengo che la dialettica di Hegel in larghissima misura concepita al
fine di pervertire le idee del 1789.
Hegel era perfettamente consapevole del fatto che il metodo dialettico pu
essere usato per distorcere un'idea nel suo contrario.
SAN, 11 53

Lo stato che Hegel ci ordina di venerare come l'Idea Divina in terra
precisamente la Prussia di Federico Guglielmo dal 1800 al 1830. E mi
domando se possibile un pispregevole pervertimento di tutto ciche
degno nella vita dell'uomo; un pervertimento non solo della ragione, della
libert dell'uguaglianza e delle altre idee della societaperta, ma anche
di una sincera fede in Dio e persino di un sincero patriottismo.
SAN, II 60-61.

Seguo la distinzione di Schopenhauer fra la 師erbosit di Fichte e il
宮iarlatanesimodi Hegel, benchriconosca che forse un po' pedantesco
insistere su questa distinzione. L'intera vicenda interessante
soprattutto per la luce che getta sulla 峴toria della filosofiae sulla
峴toriain generale. Non intendo riferirmi solo al fatto, forse pi
umoristico che scandaloso, che clowns siffatti vengano presi sul serio e
siano fatti oggetto di una specie di venerazione di studi solenni anche se
spesso noiosi (e di tesi scritte da esaminare). Non intendo riferirmi solo
al fatto sconcertante che il parolaio Fichte e il ciarlatano Hegel sono
posti allo stesso livello di uomini come Democrito, Pascal, Cartesio,
Spinoza, Locke, Hume, Kant, J. S.
Mill e Bertrand Russell e che il loro insegnamento morale preso sul serio
e forse anche considerato superiore a quello dei pensatori or ora citati.
Ma intendo riferirmi piparticolarmente al fatto che molti di questi
storici panegiristi della filosofia, incapaci di distinguere fra pensiero e
fantasticheria, per non parlare del buono e del cattivo, osano affermare
che la loro storia il nostro giudice o che la loro storia della filosofia
una critica implicita dei 宵iversi sistemi di pensiero Infatti
chiaro, a mio avviso, che la loro adulazione puessere solo una critica
implicita delle loro storie della filosofia e di quella pomposite
cospirazione del rumore con cui viene glorificata l'attivitdella
filosofia. Mi sembra che sia una legge di quella che questa gente si
compiace di chiamare 峪atura umanail fatto che la presunzione cresca in
proporzione diretta della deficienza di pensiero e in proporzione inversa
della somma dei servigi resi al bene comune.
SAN, 11 66-67

Semel hegeliano, semper hegeliano.
SAN, 11 264

Non considero nFichte nHegel come veri filosofi: diffido della loro
dedizione alla verit
CIVF, 394

Il mio capitolo su Hegel stato molto criticato, ma io non posso accettare
la maggior parte di tali critiche, perchesse non riescono a rispondere
alle fondamentali obiezioni che ho sollevato contro Hegel; e cioche la
sua filosofia, se confrontata con quella di Kant (continuo a ritenere quasi
sacrilego mettere accanto l'uno all'altro questi due nomi), rappresenta un
terribile declino in fatto di sinceritintellettuale e di onest
intellettuale; che i suoi argomenti filosofici non devono essere presi sul
serio; e che la sua filosofia ha avuto una funzione decisiva nel promuovere
l'容ra della disonestintellettuale come la chiamKonrad Heiden, e
nello spianare la strada a quella trahison des clercs contemporanea (alludo
al grande libro di Julien Benda) che ha contribuito a provocare finora due
guerre mondiali.
Non bisogna dimenticare che ho concepito il mio libro come un mio personale
sforzo di guerra: credendo, come credevo, nella responsabilitdi Hegel e
degli hegeliani per buona parte di quanto era avvenuto in Germania, sentivo
che, come filosofo, avevo il dovere di dimostrare che questa filosofia
una pseudo-filosofia.
SAN, II 494-495.

La] filosofia dell'identit(nonostante contenesse alcune indicazioni
峰rogressistee alcune tiepide espressioni di simpatia nei confronti di
vari movimenti 峰rogressisti ha avuto un ruolo decisivo nel crollo del
movimento liberale in Germania, movimento che sotto l'influenza della
filosofia di Kant, aveva prodotto grandi pensatori liberali come Schiller e
Wilhelm von Humboldt e opere importanti come il Saggio sulla
determinazione dei limiti dei poteri dello Stato di Humboldt.
Questa la prima e fondamentale accusa. La mia seconda accusa,
strettamente connessa con la prima, che la filosofia dell'identitdi
Hegel, con il contributo da essa recato allo storicismo e
all'identificazione di forza e diritto, ha incoraggiato la diffusione di
modi totalitari di pensiero.
La mia terza accusa che l'argomentazione di Hegel (che certamente
richiedeva da lui un certo grado di sottigliezza, benchnon maggiore di
quella di cui legittimo aspettarsi sia dotato un grande filosofo) piena
di artifici e di errori logici presentati con pretenziosa solennit Ci
non solo ha minato e alla fine abbassato i livelli tradizionali di oneste
responsabilitintellettuale, ma ha contribuito anche alla diffusione del
filosofare totalitario e, cosa ancora pigrave, ha fatto venir meno ogni
risoluta resistenza .intellettuale ad esso.
SAN, II 496-497


XIX. CRITICHE A MARX.

Nonostante i suoi meriti, Marx fu, a mio avviso, un falso profeta.

Non si purendere giustizia a Marx senza riconoscere la sua sincerit La
sua apertura di mente, il suo senso dei fatti, il suo disprezzo per la
verbosit e specialmente la verbositmoraleggiante, hanno fatto di lui
uno dei piimportanti combattenti, a livello mondiale, contro l'ipocrisia
e il fariseismo. Egli provava un bruciante desiderio di andare in aiuto
degli oppressi ed era pienamente conscio della necessitdi cimentarsi nei
fatti e non solo a parole. Essendo dotato di un'intelligenza essenzialmente
teorica, egli consacrimmense fatiche alla messa a punto di quelle che
riteneva fossero armi scientifiche per la lotta in vista del miglioramento
della sorte della stragrande maggioranza degli uomini. La sua sincerit
nella ricerca della verite la sua onestintellettuale lo distinguono, a
mio giudizio, da molti dei suoi seguaci (benchdisgraziatamente egli non
si sia del tutto sottratto all'influenza corruttrice di un'educazione che
maturnell'atmosfera della dialettica hegeliana, denunciata da
Schopenhauer come 宵istruttiva di ogni intelligenza. L'interesse di Marx
per la scienza sociale e per la filosofia sociale fu fondamentalmente un
interesse pratico. Egli vedeva nella conoscenza un mezzo per promuovere il
progresso dell'uomo.
Perch allora, attaccare Marx? Nonostante i suoi meriti, Marx fu, a mio
avviso, un falso profeta. Egli fu un profeta del corso della storia e le
sue profezie non sono risultate vere; ma questa non la mia accusa
maggiore. E molto piimportante il fatto che egli sviun gran numero di
persone intelligenti portandole a credere che la profezia storica sia il
modo scientifico di approcciare i problemi sociali. Marx responsabile
della rovinosa influenza del metodo di pensiero storicista tra i ranghi di
quanti vogliono far avanzare la causa della societaperta.
SAN, II 98

La mia critica del 峻aterialismo storicodi Marx non deve certamente
essere considerata come una prova della mia preferenza per l'展dealismo
hegeliano nei confronti del materialismo di Marx; io spero di aver messo in
chiaro che in questo conflitto fra idealismo e materialismo le mie simpatie
sono per Marx. Quello che io desidero dimostrare che l'展nterpretazione
materialistica della storiadi Marx, per quanto apprezzabile possa essere,
non deve essere presa troppo sul serio; che noi non possiamo considerarla
piche un apprezzabilissimo invito a guardare le cose nel loro rapporto
con il proprio sfondo economico.
SAN, II 129-130

Marx fu l'ultimo dei creatori di grandi sistemi olistici. Noi dovremmo aver
cura di fermarci a questo punto e di non sostituire al suo un altro Grande
Sistema. Non abbiamo bisogno di olismo: abbiamo invece bisogno di
ingegneria sociale gradualistica.
SAN, II 156-157.

Marx era un razionalista. Come Socrate e come Kant, egli credeva nella
ragione quale base dell'unitdel genere umano. Ma la sua dottrina che le
nostre opinioni sono determinate dall'interesse di classe acceleril
declino di questa fede. Come la dottrina di Hegel che le nostre idee sono
determinate da tradizioni e interessi nazionali, cosla dottrina di Marx
ha finito col minare dalle fondamenta la fiducia razionalistica nella
ragione. Cosminacciato sia da destra che da sinistra, l'atteggiamento
razionalistico nei confronti dei problemi sociali ed economici non pot
opporre resistenza quando la profezia storicistica e l'irrazionalismo
oracolare sferrarono un attacco frontale contro di esso. Questa la
ragione per cui il conflitto fra razionalismo e irrazionalismo diventato
il piimportante problema intellettuale e forse anche morale del nostro
tempo.
SAN, II 267

Sono ben lontano dal difendere la teoria dello Stato di Marx. Soprattutto
la sua teoria dell'impotenza di ogni politica e la sua concezione della
democrazia mi sembra siano non solo errori, ma errori fatali. Bisogna
riconoscere che, dietro queste cupe e ingegnose teorie, stava una cupa e
deprimente esperienza. E benchMarx, a mio giudizio, non sia riuscito a
capire il futuro che cosardentemente desiderava prevedere mi sembra che
anche le sue teorie sbagliate siano prove della sua acuta intuizione
sociologica delle condizioni del suo tempo e del suo profondissimo
umanitarismo e senso della giustizia.
SAN, II 142

La teoria del valore di Marx una teoria essenzialistica o metafisica.
SAN, II 203

La scienza progredisce attraverso tentativi ed errori.
Marx tente, benchabbia sbagliato nelle sue dottrine fondamentali, non
ha tentato invano. Egli ci ha aperto gli occhi e ce li ha resi piacuti in
molti modi.
Un ritorno alla scienza sociale pre-marxiana inconcepibile. Tutti gli
autori contemporanei hanno un debito nei confronti di Marx, anche se non lo
sanno.
Cispecialmente vero nel caso di coloro (e questo anche il mio caso)
che dissentono dalle sue dottrine.
SAN, II 98

Nutrendo un profondo disprezzo per il moralista, che di solito predica bene
e razzola male, Marx fu restio a formulare esplicitamente le sue
convinzioni etiche. I principi di umanite di decoro erano per lui cose
che non avevano bisogno di discussione, cose che si dovevano dare per
scontate. (Anche in questo campo egli era un ottimista). Egli attaccava i
moralisti perchvedeva in essi gli apologeti servili di un ordine sociale
che considerava immorale; attaccava gli esaltatori del liberalismo, perch
si mostravano soddisfatti e perchidentificavano la libertcon la libert
formale allora vigente nell'ambito di un sistema sociale che di fatto
distruggeva la libert Cos per via implicita, egli ammetteva il suo
amore per la libert e nonostante la sua propensione, come filosofo, per
l'olismo, egli non fu certamente un collettivista, perchsperava nella
容stinzionedello Stato. La fede di Marx era, a mio giudizio,
fondamentalmente una fede nella societaperta.
SAN, II 236

La teoria di Marx si puconsiderare confutata dal corso degli eventi
accaduti durante la Rivoluzione Russa. Per Marx i cambiamenti rivoluzionari
cominciano alla base: vale a dire: i mezzi di produzione cambiano per
primi, poi cambiano le condizioni sociali della produzione, quindi il
potere politico, e infine le credenze ideologiche che sono le ultime a
cambiare. Ma nella Rivoluzione Russa il primo a cambiare fu il potere
politico, e quindi l'ideologia (dittatura pielettrificazione) comincia
cambiare le condizioni sociali e i mezzi di produzione dall'alto. Per
eludere questa falsificazione, la reinterpretazione della teoria marxiana
della rivoluzione immunizzquesta stessa teoria contro ulteriori attacchi
trasformandola nella teoria volgar-marxista (o socioanalitica), che ci dice
che il 峻otivo economicoe la lotta di classe pervadono la vita sociale.
RNF, 56

Marx, lo riconosco, fu spesso intollerante. Nondimeno ho l'impressione - ma
pudarsi benissimo che mi sbagli - che egli avesse sufficiente senso
critico, da rendersi conto della debolezza di ogni dogmatismo e che avrebbe
certo detestato il modo in cui le I sue teorie vennero trasformate in un
complesso di dogmi.
SAN, II 402

In certe circostanze, le idee possono rivoluzionare le condizioni
economiche di un paese, invece di essere modellate da queste condizioni.
Usando la terminologia di Marx, potremmo dire che egli aveva sottovalutato
la forza del regno della liberte le sue possibilitdi conquista del
regno della necessit
SAN, II 128

Marx scoprl'importanza del potere economico, ed comprensibile che ne
abbia esagerato la portata.
Egli e i marxisti vedono il potere economico dappertutto Il loro argomento
in sostanza questo: chi ha il denaro ha il potere; infatti, se
necessario, pucomprarsi delle armi e anche dei gangsters. Ma si tratta di
un argomento vizioso.
SAN, II 149

Gli argomenti sui quali si fonda la profezia storica di Marx non sono
validi. Il suo ingegnoso tentativo di trarre conclusioni profetiche
dall'osservazione delle tendenze economiche contemporanee fallito. La
ragione di questo fallimento non sta in qualche insufficienza della base
empirica dell'argomento. Le analisi sociologiche ed economiche della
societcontemporanea lasciateci da Marx possono essere state alquanto
unilaterali ma, nonostante questa loro distorsione, appaiono eccellenti
nella misura in cui si limitano ad essere descrittive. La ragione del suo
fallimento come profeta va esclusivamente ricercata nella povertdello
storicismo in quanto tale, nel semplice fatto che, anche se constatiamo
oggi il manifestarsi di una certa tendenza o direzione storica, non
possiamo sapere quale aspetto essa potrassumere domani.
Dobbiamo riconoscere che Marx vide molte cose nella giusta luce. Se
consideriamo soltanto la sua profezia che il sistema di capitalismo
sfrenato, quale lo conobbe, non sarebbe durato molto a lungo, e che i suoi
apologeti, i quali pensavano che sarebbe durato per sempre, avevano torto,
dobbiamo senz'altro dire che aveva ragione. Egli aveva anche ragione quando
sosteneva che sarebbe stata in larga misura la 峽otta di classe cio
l'associazione dei lavoratori, a provocare la trasformazione di esso in un
sistema economico nuovo.
SAN,II 225
L'elemento profetico nel credo di Marx rimasto predominante nelle menti
dei suoi seguaci, inducendoli a mettere da parte tutto il resto, bandendo
la forza del giudizio spassionato e critico e distruggendo la convinzione
che con l'uso della ragione possiamo cambiare il mondo. Tutto quel che
rimasto dell'insegnamento di Marx fu la filosofia oracolare di Hegel che,
nei suoi travestimenti marxisti, minaccia di paralizzare la lotta per la
societaperta.
SAN, II 231

Nel marxismo l'elemento religioso inequivocabile.
Nell'ora della piprofonda miseria e degradazione, la profezia di Marx
diede ai lavoratori un'ispirata fede nella loro missione e nel grandioso
futuro che il loro movimento avrebbe preparato per l'intero genere umano.
SAN, II 230-231

Per dirla brutalmente, Marx condivideva la fede del industriale
progressista, del 宴orghesedel suo tempo: la fede nella legge del
progresso. Ma questo ingenuo ottimismo storicistico, di Hegel e di Comte,
di Marx e di Mill, non meno superstizioso di uno storicismo pessimistico
quale quello di Platone o di Spengler. Ed veramente un cattivo utensile
per un profeta, dato che finisce fatalmente con l'imbrigliare
l'immaginazione storica.
SAN, II 230

Il 宮apitalismo nel senso in cui ne parla Marx, non c'pi La societ
conosciuta da Marx, ha subo grandi, anzi, meglio, colossali rivoluzioni.
Quel lavoro manuale, un tempo insopportabilmente duro ed estenuante, che
doveva venir fatto da milioni di uomini, e da un numero ancor pigrande di
donne, quel lavoro, dunque, nelle nostre societoccidentali scomparso
TV, 283

In contrasto con gli hegeliani dell'ala destra, Marx fece un onesto
tentativo di applicare metodi razionali ai piurgenti bisogni della vita
sociale. Il valore di questo tentativo non risulta compromesso dal fatto
che esso, come cercherdi dimostrare, in larga misura fallito.
SAN, II 97

Marx combatt ed aveva ragione di farlo, contro quello che chiamava
席topismo [...] Ma, poichera
anch'egli un romantico, non riusca individuare la I pipericolosa
componente dell'utopismo, ciol'isterismo romantico, l'irrazionalismo
estetizzante.
SAN, II 412

Nonostante tutto il suo acuto modo di ragionare e tutti i suoi sforzi per
usare il metodo scientifico, Marx lasciche i sentimenti irrazionali ed
estetici prendessero, in certi casi, completo controllo dei suoi pensieri.
SAN, 11412

La speranza di ridurre la miseria e la violenza, di aumentare la libert
fu, ritengo, fra i motivi ispiratori di Marx e di molti suoi seguaci, ed
una speranza che anima molti di noi.
Sono convinto tuttavia che questi obiettivi non possono essere realizzati
con metodi rivoluzionari. Al contrario, penso che questi ultimi possono
soltanto peggiorare le cose, aumentando le sofferenze non necessarie,
generando una sempre pidiffusa violenza e distruggendo inevitabilmente la
libert
Ciappare chiaro se ci rendiamo conto che una rivoluzione distrugge sempre
l'intelaiatura istituzionale e tradizionale della societ Essa dunque
mette necessariamente in pericolo lo stesso insieme di valori per la
realizzazione dei quali stata intrapresa. In realt un insieme di valori
puavere un significato sociale, solo nella misura in cui esiste una
tradizione sociale che li sostiene. Civero per gli obiettivi che si
propone una rivoluzione, come per qualsiasi altro valore.
Ma se si comincia a rivoluzionare la societ e a sradicarne le tradizioni,
non possibile fermare questo processo se e quando si vuole. In una
rivoluzione tutto messo in discussione, compresi i propositi dei
rivoluzionari animati dalle migliori intenzioni; poichtali propositi sono
nati, e sono stati alimentati, dalla societche la rivoluzione distrugge.
CEC, 583

Provo molta simpatia per la speranza di Marx in un declino dell'influenza
dello Stato.
SAN, II 226

La divergenza di interessi in seno sia alle classi governanti che alle
classi governate tanto forte che la teoria delle classi di Marx deve
essere considerata come un'eccessiva e pericolosa semplificazione, anche se
siamo disposti ad ammettere che il contrasto fra ricchi e poveri sempre
di fondamentale importanza.
Uno dei grandi temi della storia medioevale, la lotta fra Papi e
Imperatori, un esempio di dissenso in seno alla classe dirigente.
SAN, II 132


XX. CRITICHE ALLA PSICOANALISI.

La psicoanalisi [...] attraversa, a mio avviso, una fase metafisica.

Non sembra esserci nessun pensabile comportamento umano che possa
contraddire la psicoanalisi. Se un uomo salva la vita ad un altro uomo e
se, egli, invece, mette in pericolo la vita di un suo vecchio amico - e
qualsiasi cosa noi potremmo immaginare circa comportamenti umani i pi
strani, niente di tutto cipotrcontraddire la psicoanalisi. La
psicoanalisi pudi principio spiegare ogni piinsolito comportamento
umano. Essa, pertanto, non empiricamente falsificabile, non
controllabile.
Con cinon intendo dire che Freud non abbia visto molte cose
correttamente. Quello che, per io affermo che la sua teoria non ha
natura di scienza empirica: essa non affatto controllabile.
TV, 40 41

Il metodo della ricerca delle verifiche mi sembrava errato - mi sembrava,
in realt il tipico metodo di una pseudo-scienza. Mi resi conto della
necessitdi distinguere, con tutta la chiarezza possibile, questo metodo
dall'altro - il metodo consistente nel controllare il piseveramente
possibile una teoria, cio il metodo della critica, il metodo della
ricerca di esempi che la falsificano.
Il metodo della ricerca di verifiche non era soltanto acritico:
incoraggiava altresun atteggiamento acritico sia nell'espositore che nel
lettore. Esso minacciava, in questo modo, di distruggere l'atteggiamento
della razionalit dell'argomentazione critica.
Freud era di gran lunga il pilucido e persuasivo fra gli espositori delle
teorie di cui sto parlando. Ma qual era il suo metodo di argomentazione?
Egli proponeva esempi, li analizzava, e mostrava che si adattavano alla sua
teoria, o che la sua teoria si poteva descrivere come una generalizzazione
dei casi analizzati. A volte, faceva appello ai suoi lettori perch
rimandassero le loro critiche, e dichiarava che avrebbe risposto a tutte le
critiche ragionevoli in un'occasione successiva. Ma quando considerai un
po' pida vicino un certo numero di casi importanti, scoprii che le
risposte non arrivavano mai. Tuttavia, fatto abbastanza strano, molti
lettori si ritenevano soddisfatti.
PL, 180-181

Sono convinto che esista un mondo dell'inconscio, e che le analisi dei
sogni esposte da Freud nel suo libro siano fondamentalmente corrette, anche
se indubbiamente incomplete (come lo stesso Freud mette in chiaro) e,
necessariamente, alquanto unilaterali. Dico 峪ecessariamenteperch
persino la 峰uraosservazione non mai neutra - il risultato necessario
di un'interpretazione. (Le osservazioni vengono sempre raccolte, ordinate,
decifrate, valutate alla luce delle nostre teorie. In parte per queste
ragioni, le osservazioni tendono a sostenere le nostre teorie. Questo
sostegno di poco o nessun valore, a meno che non adottiamo,
consapevolmente un atteggiamento critico e cerchiamo confutazioni,
piuttosto che 師erifiche delle nostre teorie.) Ciche vale persino per
le osservazioni pidistaccate varranche per l'interpretazione dei sogni.
PL, 181-182

Sono, in realt convinto che Freud avrebbe potuto enormemente migliorare
la sua teoria, se il suo atteggiamento nei confronti della critica - nei
confronti, soprattutto, della 宮ritica disinformata come gli psicanalisti
amano chiamarla - fosse stato diverso. E, tuttavia, non puesserci dubbio
che Freud fosse assai meno dogmatico della maggior parte dei suoi seguaci,
che tendevano a fare della nuova teoria una religione, completa di martiri,
di eretici, e di scismi, e che consideravano ogni critico come un nemico -
o almeno come una persona 宵isinformata(che aveva bisogno, cio di
essere analizzata).
PL, 185

Penso che L'interpretazione dei sogni di Freud sia una grande conquista.
Essa, tuttavia, ha il carattere dell'atomismo pre-democriteo - o forse
della raccolta dei miti olimpici di Omero - piuttosto che quello di una
scienza controllabile. Certamente, essa mostra che anche una teoria
metafisica infinitamente meglio della mancanza di una teoria; ed
suppongo, un programma per una scienza psicologica paragonabile
all'atomismo o al materialismo, o alla teoria elettromagnetica della
materia, o alla teoria del campo di Faraday, che erano tutti programmi per
la scienza fisica. Ma un fondamentale errore credere che, poichviene
costantemente 師erificata debba essere una scienza, basata
sull'esperienza.
PL, 189
Gli psicoanalisti tendono a parlare delle cosiddette 峨sservazioni
clinichepresentandole come osservazioni che invariabilmente sostengono la
teoria psicoanalitica. Senonch tali osservazioni sono sempre
interpretate: e lo sono in accordo con la teoria psicoanalitica stabilita.
Cisolleva la seguente domanda: legittimo pretendere che le osservazioni
confermino la teoria? O detto in altro modo: possiamo forse concepire un
comportamento umano non interpretabile in termini psicoanalitici? Se la
risposta a questa domanda negativa, allora possiamo sostenere, prima di
ogni osservazione, che ogni concepibile esame dei fatti risulter
interpretabile alla luce della teoria psicoanalitica e che percisembrer
confermarla. Il punto che, se questo puessere affermato prima di ogni
osservazione, allora il tipo di sostegno da questa assicurato non pu
essere considerato come genuinamente empirico o frutto di osservazioni.
MDC, 121

Le due teorie psicanalitiche [di Freud e di Adler ...] semplicemente non
erano controllabili, erano inconfutabili. Non c'era alcun comportamento
umano immaginabile che potesse contraddirle.
Cinon significa che Freud e Adler non vedessero correttamente certe cose:
personalmente non ho dubbi che molto di quanto essi affermano ha una
considerevole importanza, e potrben svolgere un suo ruolo, un giorno, in
una scienza psicologica controllabile. Ma questo non significa che le
峨sservazioni cliniche che gli analisti ingenuamente considerano come
conferme delle loro teorie, di fatto confermino queste ultime pidi quanto
facessero le conferme quotidiane riscontrate dagli astrologi nella loro
pratica. E, quanto all'epica freudiana dell'Io, del Super-Io e dell'Es, non
si puavanzare nessuna pretesa ad un suo stato scientifico, pi
fondatamente di quanto lo si possa fare per l'insieme delle favole omeriche
dell'Olimpo. Queste teorie descrivono alcuni fatti, ma alla maniera dei
miti. Esse contengono delle suggestioni psicologiche assai interessanti, ma
in una forma non suscettibile di controllo.
CEC, 68-69


XXI. L'IMPORTANZA DEL PENSIERO CRITICO.

Il segreto dell'eccellenza intellettuale lo spirito di critica.

Il metodo critico o razionale consiste nel far morire le nostre ipotesi al
nostro posto.


Tutte le critiche sono preziose, sebbene alcune siano pipreziose di
altre.
Il piprezioso un genere di critica che prenda una teoria, la formuli
chiaramente e nettamente quanto pipossibile, la metta, per cosdire,
nella sua migliore forma possibile e cerchi poi di mostrare come,
ciononostante, essa contenga qualcosa di sbagliato.
Il meno prezioso un genere di critica che fraintenda una teoria, o ne dia
un'interpretazione errata, e mostri che nella teoria, cosfraintesa e male
interpretata, c'qualcosa che non va. E mia ferma convinzione che perfino
questo genere di critica possiede di solito un qualche valore
intellettuale: ci puinsegnare dove il nostro modo di affrontare la
questione sia esposto a fraintendimenti e a interpretazioni errate; dove si
sarebbe potuto scegliere una formulazione migliore; e forse pi
importante, dove il modo generale di affrontare la questione adottato dal
nostro critico differisca dal nostro modo, cosche, per risolvere i
fraintendimenti e le errate interpretazioni, dobbiamo discutere i nostri
problemi a un livello piprofondo.
CDSM, 62

Ho sempre sottolineato il bisogno di un po' di dogmatismo: lo scienziato
dogmatico ha un importante ruolo da svolgere. Se ci arrendiamo troppo
facilmente alla critica non troveremo mai dove sta il reale potere delle
nostre teorie.
SN, 126

Tutta la conoscenza prescientifica, sia essa animale o umana, dogmatica;
e con la scoperta del metodo non-dogmatico, ciodel metodo critico,
comincia la scienza.
La scoperta del metodo critico presuppone, in ogni caso, un linguaggio
umano descrittivo e un linguaggio in cui si possano sviluppare
argomentazioni critiche.
Possibilmente, il metodo critico presuppone pure una scrittura. Il metodo
critico, infatti, consiste sostanzialmente nel fatto che i nostri tentativi
di soluzione, le nostre teorie e le nostre ipotesi possano venirci
presentati oggettivamente, linguisticamente formulati, in modo tale da
poterli fare oggetto di una indagine consapevolmente critica.
TV, 27

La cosa essenziale nella scienza l'atteggiamento critico. Dapprima,
quindi, costruiamo teorie, e poi queste teorie noi le critichiamo. Il fatto
che abbiamo un atteggiamento molto umano nei confronti delle nostre teorie,
e che normalmente tentiamo di difenderle, invece di criticarle - le nostre
proprie teorie -, produce qualcosa come una competizione amichevole-ostile
tra gli scienziati. Se riguardo alla mia teoria non sono io stesso
sufficientemente critico, vi saranno cento persone che la considereranno in
modo molto critico.
E bisogna rallegrarsi di questo atteggiamento critico.
Non bisogna invece rallegrarsi del fatto che la critica spesso personale.
Anche questo molto umano.
Quasi sempre le critiche alle teorie diventano critiche pio meno
personali contro coloro che hanno prodotto tali teorie. Questa una
debolezza umana contro la quale si dovrebbe insorgere, ma c'ben poca
speranza. Talch occorre rassegnarsi a questo fenomeno, che ricompare di
continuo. Ma molto importante, ed anche enormemente importante per motivi
educativi, di enorme rilievo per la democrazia, che si dia il buon esempio
e si cerchi di fare la critica il pioggettiva possibile. Si tratta forse
d'un ideale irraggiungibile; ma comunque, per lo scienziato almeno un
ideale molto urgente e importante che ogni critica la si faccia in maniera
oggettiva.
FA, 75-76

La discussione razionale e il pensiero critico non sono come i sistemi
primitivi di interpretazione del mondo; non sono una struttura alla quale
siamo vincolati e legati. Al contrario, essi sono i mezzi per evadere dalla
prigione - per liberarci.
PL, 173

La critica richiede sempre un certo grado di immaginazione, mentre il
dogmatismo la sopprime.
SAN, II 284.

Una critica detta 展mmanentese attacca una teoria dall'interno,
adottandone tutte le assunzioni o le presupposizioni, e solo queste; ed
detta 差rascendentese attacca una teoria dall'esterno, procedendo da
assunzioni e presupposizioni estranee alla teoria criticata.
PL,57

La nostra discussione critica controllata dal nostro interesse alla
verit
CO, 407

Le argomentazioni critiche sono uno strumento di controllo: esse sono uno
strumento per eliminare errori, uno strumento di selezione. Noi risolviamo
i nostri problemi cercando di proporre varie ipotesi e teorie in
competizione, come palloni sonda, per cosdire, e sottomettendo tali
ipotesi e teorie alla discussione critica e alle prove empiriche, allo
scopo di eliminare l'errore.
CO, 313

Possiamo distinguere due tipi di critica: una critica orientata secondo
criteri estetico-letterari ed una critica con orientamento razionale. La
prima porta dal
mito alla poesia, la seconda porta dal mito alla scienza o, pi
precisamente, alla scienza della natura. La prima ricerca la bellezza del
linguaggio, l'energia del ritmo, il potere illuminante e la plasticit
delle immagini, delle metafore, la tensione drammatica e la forza di
persuasione. Questo genere di giudizio critico porta alla poesia,
soprattutto alla poesia epica e drammatica, al canto poetico e infine anche
alla musica classica.
ARM, 230-231.

Anche se si deve ammettere che ogni critica prende le mosse da determinati
presupposti, cinon significa necessariamente che, affinchla critica sia
valida, questi presupposti debbano essere dimostrati e giustificati.
Infatti i presupposti possono, per esempio, essere parte della teoria
contro la quale diretta la critica. (In questo caso parliamo di 宮ritica
immanente. Ovvero putrattarsi di presupposti che sono in genere
considerati accettabili anche se non fanno parte della teoria criticata. In
questo caso la critica equivale a mettere in evidenza che la teoria
criticata contraddice (senza che i suoi difensori se ne avvedano) ad alcune
concezioni generalmente accettate. Questo genere di critica puessere
molto apprezzabile anche quando non riesce nel suo intento: puinfatti
spingere i difensori della teoria criticata a contestare simili concezioni
generalmente accettate, e cipuportare a importanti scoperte. (Un
esempio interessante la storia della teoria delle anti-particelle di
Dirac.) Oppure putrattarsi di presupposti che sono inerenti ad una
teoria concorrente (in questo caso la critica si puchiamare 宮ritica
trascendente in opposizione alla 宮ritica immanente: presupposti
possono essere, per esempio, ipotesi o congetture, che possono essere
criticate e controllate indipendentemente. In questo caso, la critica
proposta equivale a un invito a effettuare certi controlli cruciali al fine
di decidere due teorie concorrenti.
SAN, II 479

Sono esistiti pensatori critici anche fuori dall'Europa.
Ma, per quanto ne so, una tradizione critica o razionalista non si
formata in nessun luogo. E dalla tradizione critica e razionalista europea
nata, alla fine, la scienza europea.
MDC, 253

Ogni supposizione pu in linea di principio, essere criticata. E nel fatto
che chiunque puesercitare la critica consiste l'oggettivitscientifica.
SAN, II 263

Mentre nel campo dell'arte la critica che piimporta l'autocritica
creativa dell'artista, la critica nella scienza non si limita
all'autocritica, ma anche critica attraverso un lavoro comune: se ad un
indagatore
della natura sfugge un errore o egli tenta di nasconderlo - cosa che
fortunatamente capita davvero di raro - quest'errore viene scoperto quasi
sempre con il tempo da altri studiosi. Perchproprio in questo consiste il
metodo della scienza: nell'autocritica e nella critica reciproca. Questa
critica misura il rendimento della teoria nella ricerca della verit Ci
ne fa una critica razionale.
ARM, 234-235

Nulla esente da critica, [...] nulla deve essere considerato esente da
critica: neppure questo stesso principio del metodo critico.
SAN, II 479

La critica puessere importante, illuminante, e anche fruttuosa, senza
essere tuttavia valida.
SAN, II 479

La ragione, come la scienza, cresce per via di mutue critiche; il solo modo
possibile di 峰ianificarela sua crescita consiste nello sviluppo di
quelle istituzioni che salvaguardano la libertdi queste critiche, ciola
libertdi pensiero.
SAN, II 270

La critica valida di una teoria consiste nel mettere in evidenza che tale
teoria non riesce a risolvere i problemi che si proponeva di risolvere.
SAN, II 480

L'invenzione del linguaggio descrittivo degli uomini (o rappresentativo,
come lo chiama Bler) rende possibile un ulteriore passo avanti, una nuova
invenzione: quella della critica. Si tratta della creazione di una
selezione consapevole, di una scelta conscia di teorie che subentra al
posto di una selezione naturale.
Come il materialismo supera se stesso, allo stesso modo potremmo dire che
la selezione naturale supera t se stessa, portando allo sviluppo di un
linguaggio provvisto di frasi vere e false. E questo porta poi
all'invenzione della critica, e con ciad una nuova fase della selezione:
la selezione naturale viene completata e in parte superata dalla selezione
critica, culturale. Questo ci permette di perseguire i nostri errori in
maniera critica e consapevole: possiamo cercarli ed estirparli, e siamo in
grado di giudicare consapevolmente una teoria meno convincente di un'altra.
Questo secondo me il punto decisivo. Qui ha inizio ciche il titolo
assegnatomi chiama 宮onoscenza la conoscenza umana. Non si dconoscenza
senza critica razionale, critica al servizio della ricerca della verit In
questo senso gli animali non hanno conoscenza. Naturalmente essi
riconoscono tutto: il cane riconosce il padrone. Ma ciche chiamiamo
conoscenza e, ciche piimportante conoscenza scientifica, connesso
alla critica razionale. Qui sta dunque il passo decisivo, il passo che
dipende dall'invenzione di frasi vere o false. Ed questo il passo che,
come ritengo, fonda il Mondo 3, la cultura umana.
ARM. 3 1-32

Il nostro metodo critico ha avuto, in passato, un sorprendente successo. Ma
non dobbiamo concludere che lo avranche in futuro. I nostri problemi
potrebbero diventare troppo difficili per noi, o i nostri intelletti
potrebbero deteriorarsi. Dopo tutto, solo pochissimi fra le migliaia di
scienziati di valore riescono a contribuire ai problemi pidifficili e
fondamentali della scienza; e se questi pochi non dovessero piesserci, la
scienza potrebbe ristagnare. Oppure il nostro sfacelo potrebbe essere
causato da pregiudizi: il culto di tecnicismi d'effetto o della precisione
potrebbe avere la meglio su di noi, e interferire con la nostra ricerca di
chiarezza, semplicit e verit Non esiste alcuna via regia che conduca
alla scienza; non esiste alcun metodo che garantisca il successo; e una
teoria della conoscenza che, spiegando perchabbiamo successo, ci permetta
di predire che continueremo ad averne, spiega e predice troppo.
PL, 85-86


XXII. L'ETICA.

I problemi piimportanti e difficili sono quelli morali.

Tutti i nostri valori hanno dei limiti. Ed difficile tracciare questi
limiti.
FA, 177

Il piimportante dei dieci comandamenti dice: Non uccidere ! Esso contiene
quasi tutta l'etica. Il modo in cui, per esempio, Schopenhauer formula
l'etica solo una specificazione di questo basilare comandamento.
L'etica di Schopenhauer semplice, diretta, chiara.
Dice: Non danneggiare nessuno e non offendere nessuno; piuttosto, aiuta
tutti, per quanto ti possibile.
TV, 226

Io credo che, dal punto di vista etico, non ci sia alcuna simmetria tra
sofferenza e felicito fra dolore e piacere. Sia il principio della pi
grande felicitdegli utilitaristi che il principio di Kant 娑romuovi la
felicitdegli altrimi sembrano (almeno nelle loro formulazioni) erronei
su questo punto che, tuttavia, non puessere completamente deciso sulla
base di argomentazioni razionali. [...] A mio giudizio, [...] la sofferenza
umana esige un impegno morale diretto, ciola richiesta di aiuto, mentre
non c'alcun invito simile ad accrescere la felicitdi un uomo che sta
comunque bene. (Un'ulteriore critica della formula utilitaristica
套assimizzare il piacereche essa presuppone, in linea di principio, una
scala continua piacere-dolore che ci consente di trattare i gradi di dolore
come gradi negativi di piacere. Ma, dal punto di vista morale, il dolore
non puessere controbilanciato dal piacere e soprattutto il dolore di un
uomo non puessere controbilanciato dal piacere di un altro. Invece della
massima felicitper il massimo numero possibile, si dovrebbe chiedere, pi
modestamente, la minor quantitdi sofferenza evitabile per tutti; e
inoltre che la sofferenza inevitabile - come per esempio la fame in periodi
di inevitabile carenza di alimentari - sia ripartita il piequamente
possibile). Mi pare che ci sia una certa analogia fra questa concezione
dell'etica e la concezione della metodologia scientifica che ho proposto
nella mia Logica della scoperta scientifica. Il campo dell'etica ne
guadagna in chiarezza se formuliamo le nostre domande negativamente, cio
se domandiamo l'eliminazione della sofferenza piuttosto che la promozione
della felicit Analogamente, conveniente formulare il compito del metodo
scientifico come eliminazione di teorie false (tra le varie teorie
ipoteticamente avanzate) piuttosto che come conseguimento di verit
stabilite.
SAN, I 377

E' stato spesso affermato che l'etica soltanto una parte dell'estetica,
dato che le questioni etiche sono in ultima analisi una questione di gusto.
[...] Se con questa affermazione si intende semplicemente dire che i
problemi etici non possono essere risolti dai metodi razionali della
scienza, sono senz'altro d'accordo. Ma non dobbiamo trascurare la profonda
differenza fra i 峰roblemi di gustoin morale e i problemi di gusto in
estetica. Se non mi piace un romanzo, o un brano di musica, o un quadro,
non sono obbligato a leggerlo, ad ascoltarlo o a guardarlo. I problemi
estetici (con la possibile eccezione dell'architettura) sono in larga parte
di carattere privato, ma i problemi etici riguardano gli uomini e le loro
vite. Da questo punto di vista, c'una fondamentale differenza fra gli uni
e gli altri.
SAN, I 388-389

Esistono sempre insolubili conflitti di valori: ci sono molti problemi
morali insolubili perchi principi morali possono essere fra loro in
conflitto.
RNF, 132

Noi abbiamo bisogno di un'etica che disprezzi il successo e il compenso. E
un'etica siffatta non bisogna inventarla e non neppure nuova: stata
insegnata dal cristianesimo, almeno ai suoi inizi. Ed ancora oggi
insegnata dalla cooperazione sia industriale che scientifica del nostro
tempo.
SAN, II 327

Il sacrificio puavere un alto, e anche superiore, significato quando
fatto in maniera anonima. La nostra educazione etica deve seguirne
l'esempio.
Devono insegnarci a fare il nostro lavoro; a fare il nostro sacrificio per
amore di questo lavoro, e non per conseguire lode o evitare il biasimo. (Il
fatto che noi tutti abbiamo bisogno di qualche incoraggiamento, speranza,
lode e anche biasimo tutt'altra faccenda). Noi dobbiamo cercare la nostra
giustificazione nel nostro lavoro, in ciche facciamo noi stessi e non in
un fittizio 峴enso della storia
SAN, Il 327

Prendere una decisione, adottare una norma o uno standard, un fatto. Ma
la norma o lo standard che stato adottato, non un fatto. Che la maggior
parte della gente accetti la norma 奘on rubareun fatto sociologico. Ma
la norma 奘on rubarenon un fatto e non pumai essere dedotta da
enunciati che descrivono fatti. Ci si renderpichiaramente conto di ci
se teniamo presente che sono sempre possibili varie ed anche opposte
decisioni nei confronti di un certo fatto rilevante. Per esempio, di fronte
al fatto sociologico che la maggior parte della gente segue la norma 奘on
rubare ancora possibile decidere se adottare questa norma o se
contrastarne l'adozione; possibile incoraggiare quelli che hanno adottato
la norma o scoraggiarli e persuaderli ad adottare un'altra norma. Insomma,
impossibile dedurre una asserzione che enuncia una norma o una decisione
ovvero una proposta per una politica da una asserzione che
enuncia un fatto; il che equivale a dire che impossibile dedurre norme o
decisioni o proposte da fatti.
SAN, I 91

E' stata spesso male intesa l'affermazione che le norme sono fatte dall'uomo
(fatte dall'uomo non nel senso che furono coscientemente elaborate, ma nel
senso che gli uomini possono giudicarle e modificarle - cionel senso che
la responsabilitper esse interamente nostra). Quasi tutti i malintesi
possono essere fatti risalire a un equivoco fondamentale, cioalla
credenza che 宮onvenzioneimplichi 家rbitrio che, se noi siamo liberi di
scegliere qualsiasi sistema di norme che vogliamo, allora un sistema
buono quanto un altro. Si deve, naturalmente, riconoscere che la tesi che
le norme sono convenzionali o artificiali indica che implicato in esse un
certo elemento di arbitrio, cioche ci possono essere diversi sistemi di
norme fra i quali non c'molto da scegliere (un fatto che stato
opportunamente sottolineato da Protagora). Ma l'artificialitnon implica
affatto totale arbitrariet
SAN, I 91-92

Siamo noi e noi soli responsabili di approvare o respingere certe leggi
morali che ci sono proposte, siamo noi che dobbiamo distinguere fra i veri
profeti e i falsi profeti.
SAN, I 93

L'etica 峴cientifica nella sua assoluta sterilit uno dei pi
stupefacenti fenomeni sociali. Quale obiettivo si propone? Quello di dirci
che cosa dovremmo fare, ciodi costruire un codice di norme, su una base
scientifica, sicchnon abbiamo da far altro che consultare l'indice del
codice se ci troviamo di fronte a una difficile decisione morale? Ci
sarebbe evidentemente assurdo, anche a prescindere dal fatto che una
realizzazione del genere distruggerebbe ogni responsabilitpersonale e
quindi tutta l'etica. Oppure si propone di fornire criteri scientifici
della verite falsitdei giudizi morali, ciogiudizi implicanti termini
come 宴uonoe 宮attivo Ma evidente che i giudizi morali sono
assolutamente irrilevanti. Soltanto un seminatore di scandali puavere
interesse a giudicare gli altri o le loro azioni; 峪on giudicaresembra ad
alcuni di noi una delle fondamentali e troppo poco apprezzate leggi
dell'etica umanitaria. (Possiamo trovarci nella necessitdi disarmare e di
imprigionare un criminale per impedirgli di ripetere i suoi crimini, ma un
eccesso di giudizio morale e specialmente di indignazione morale sempre
un segno di ipocrisia e di fariseismo). Cosun'etica di giudizi morali
sarebbe non solo irrilevante ma addirittura qualcosa di immorale.
L'importanza decisiva dei problemi morali si fonda, naturalmente, sul fatto
che possiamo operare con intelligente preveggenza e che possiamo chiederci
quali debbano essere i nostri fini, ciocome dobbiamo operare.
SAN, I 303-304

La riluttanza ad ammettere che le norme sono qualcosa di importante e di
irriducibile una delle maggiori fonti delle debolezze intellettuali e
d'altro genere dei circoli pi峰rogressistidel nostro tempo.
SAN, I 298

Le decisioni morali degli altri devono essere trattate con rispetto, finch
tali decisioni non entrano in conflitto con il principio della tolleranza.
SAN, I 299

Tutte le discussioni intorno alla definizione del bene o intorno alla
possibilitdi definirlo sono [...] assolutamente inutili. Esse stanno
soltanto a dimostrare quanto lontana sia l'etica 峴cientificadagli
assillanti problemi della vita morale. Ed esse quindi rivelano che l'etica
峴cientificauna specie di scappatoia, di fuga dalle realtdella vita
morale, ciodalle nostre, responsabilitmorali.
SAN, I 30 .

E' impossibile dimostrare la giustezza di qualsivoglia principio etico o
anche argomentare in suo favore esattamente allo stesso modo in cui
argomentiamo in favore di un enunciato scientifico. L'etica non una
scienza. Ma, benchnon ci sia alcuna 宴ase scientifica razionale
dell'etica, c'una base etica della scienza e del razionalismo.
SAN, II 283


XXIII. SCRIVERE FACILE E DIFFICILE.

La chiarezza di per sun valore intellettuale.
Credo sia dovere di ogni intellettuale essere consapevole della propria
posizione privilegiata. Ha il dovere di scrivere nel modo pisemplice e
chiaro possibile e nel modo picivile possibile e di non dimenticare mai
ni grandi problemi che assediano l'umanite che esigono pensiero nuovo e
audace, ma paziente, nla modestia socratica dell'uomo che sa quanto poco
egli sa.
CIVF, 403

Ogni intellettuale ha una responsabilittutta speciale. Ha il privilegio e
l'opportunitdi studiare. Per questo debitore al suo prossimo (o 家lla
societ) di esporre i risultati del proprio studio nella forma pi
semplice, chiara e modesta. La cosa peggiore - il peccato contro lo Spirito
Santo - quando gli intellettuali cercano di atteggiarsi nei confronti del
loro prossimo come grandi profeti o di impressionarlo con filosofie
oracolanti. Chi non capace di esprimersi semplicemente e chiaramente,
deve tacere e continuare a lavorare sino a che capace di dirlo
chiaramente.
FTC, 346

Il culto dell'oscuro, oggi alla moda, il nebuloso e l'apparentemente
profondo devono essere abbandonati: in loro luogo dobbiamo adottare di
nuovo un atteggiamento razionale, cioun atteggiamento critico. E dobbiamo
smetterla di preoccuparci delle parole e dei loro significati, per
preoccuparci invece delle teorie criticabili, dei ragionamenti e della loro
validit
LDSS, XIII.

Il libro che scrissi era dedicato a due problemi - i problemi
dell'induzione e della demarcazione - e alla loro interrelazione. Lo
intitolai perciI due problemi fondamentali della teoria della conoscenza
(Die beiden Grundprobleme der Erkenntnistheorie), che ricordava il titolo
di un'opera di Schopenhauer (Die beiden Grundprobleme der Ethik).
Non appena mi trovai con alcuni capitoli dattiloscritti li sottoposi al mio
amico e gicollega all'Istituto Pedagogico, Robert Lammer. Questi era il
lettore picoscienzioso e critico nel quale mi sia mai imbattuto egli
esprimeva le sue riserve su ogni punto che non trovava chiaro e
cristallino, su ogni lacuna dell'argomentazione, su ogni conclusione che
avevo lasciato in termini vaghi. La prima stesura l'avevo scritta molto in
fretta ma, grazie a quel che appresi dalle insistenti critiche di Lammer,
non scrissi pinulla affrettatamente. Imparai anche a non difendere mai
qualche cosa che avevo scritto dall'accusa di non essere sufficientemente
chiara. Se un lettore coscienzioso trova che un passaggio oscuro, questo
deve essere riscritto. Cosmi abituai a scrivere e riscrivere
continuamente, chiarificando e semplificando sempre di pi
Credo di dovere questa abitudine quasi interamente a
Robert Lammer. Io scrivo, per dir cos come se avessi sempre qualcuno alle
spalle che mi guarda e continuamente mi indica dei passi che non sono
chiari.
Naturalmente so benissimo che non si pumai prevenire ogni possibile
malinteso; ma credo che sia possibile evitare alcuni malintesi, supposto
che i lettori vogliano capire.
RNF, 98

Il crudele gioco di esprimere cose facili e banali in modo complicato e
difficile visto tradizionalmente, purtroppo, da molti sociologi,
filosofi, ecc. come loro compito legittimo. Coshanno imparato e cos
insegnano. Qui non si pufare nulla. Nemmeno Faust poteva farci nulla.
Anche le orecchie sono gisformate; possono ascoltare ormai soltanto
grandi discorsi.
FTC, 357-358

E' forse ragionevole supporre che quello che abitualmente si dice lo
峴pirito di una linguain larghissima misura il tradizionale standard di
chiarezza introdotto dai grandi scrittori di quella data lingua. Ci sono
anche alcuni altri standard tradizionali in una lingua, oltre alla
chiarezza, per esempio standard di semplicit di ornamentazione, di
brevit ecc.; ma lo standard di chiarezza forse il piimportante di
tutti; ed esso un retaggio culturale che si deve gelosamente preservare.
La lingua una delle piimportanti istituzioni della vita sociale e la
sua chiarezza una condizione essenziale perchessa possa funzionale come
mezzo di comunicazione razionale. Il suo uso per la comunicazione di
emozioni molto importante, perchpossiamo comunicare una grande quantit
di emozioni senza dire una parola.
SAN, II 373

Vogliamo metterci in mostra e parliamo un linguaggio incomprensibile, fatto
solo per impressionare, erudito, artificioso, che abbiamo imparato dai
nostri insegnanti hegeliani e che unisce tutti gli hegeliani. E questo
l'inquinamento del linguaggio, l'inquinamento della lingua tedesca, in cui
cerchiamo tutti di rivaleggiare. E l'inquinamento della lingua che rende
proprio impossibile agli altri di parlare con noi intellettuali in modo
razionale e non permette loro di capire che spesso noi parliamo senza senso
e che peschiamo nel torbido.
TV, 227

La ricerca della veritpossibile soltanto se parliamo chiaramente e
semplicemente ed evitiamo tecnicismi e complicazioni non necessari. Dal mio
punto di vista, mirare alla semplicite alla chiarezza un dovere morale
degli intellettuali: la mancanza di chiarezza un peccato e la
pretenziositun delitto. (Anche la brevitimportante, vista
l'esplosione delle pubblicazioni, ma meno urgente, ed talora
incompatibile con la chiarezza). Spesso siamo incapaci di essere
all'altezza di queste esigenze, e non riusciamo a dire le cose chiaramente
e comprensibilmente, ma questo dimostra soltanto che noi tutti non siamo
dei filosofi abbastanza bravi.
CO. 70

E' importante non dimenticare mai la nostra ignoranza. Pertanto non
dobbiamo mai dare da intendere di sapere e non dobbiamo mai adoperare
paroloni.
FTC, 349

Quello che [...] ho chiamato peccato contro lo Spirito Santo - la superbia
dei sapienti a tre quarti - il fanfaronare, il dare da intendere una
veritche non possediamo. La ricetta tautologie e banalitcondite con
senso paradossale. Un'altra ricetta scrivi cose difficili con arroganza
e aggiungi di tanto in tanto delle banalit Cigradito al lettore che
si sente lusingato di trovare in un libro cos峰rofondodei pensieri che
egli stesso ha giqualche volta pensato.
FTC, 349

Credo che la semplicite la chiarezza siano valori in se stesse, ma non
che lo siano la precisione o l'esattezza. La chiarezza e la precisione sono
obiettivi diversi e, a volte, persino incompatibili. Non credo in quella
che viene spesso chiamata una 差erminologia esatta non credo nelle
definizioni, e nemmeno nel fatto che esse possano aumentare l'esattezza e
disprezzo in special modo la terminologia pretenziosa e la pseudoesattezza
che vi connessa. Ciche si pudire lo si pu e lo si dovrebbe di
regola dire, con sempre maggiore semplicite chiarezza.
PL,37

La chiarezza di per sun valore intellettuale.
ARM, 59

La chiarezza e la distinzione non sono di per scriteri di verit ma
elementi quali l'oscurite la confusione possono essere indizio di errore.
CEC, 55

Oltre all'intolleranza vi sono ancora altre follie che non dobbiamo
tollerare; in primo luogo, quella che induce gli intellettuali a seguire
l'ultima moda; una follia che ha portato molti a scrivere in uno stile
oscuro e d'effetto, in quello stile oracolare che Goethe nell'abbiccdelle
streghe e in altri passi del Faust ha criticato in maniera tanto
distruttiva. Questo stile, lo stile delle parole altisonanti, oscure,
d'effetto ed incomprensibili, non dovrebbe piessere ammirato, addirittura
non dovrebbe piessere tollerato dall'intelletto.
Dal punto di vista intellettuale irresponsabile.
ARM, 193-194

Il compito piimportante degli scienziati consiste, ovviamente, nel
portare avanti un buon lavoro nel proprio campo specifico, ma quello
immediatamente successivo evitare il rischio della specializzazione
angusta: uno scienziato che non guardi con vivo interesse alle discipline
scientifiche diverse dalla propria si esclude dalla partecipazione a quella
autoliberazione attraverso la conoscenza che la missione culturale della
scienza. Un terzo compito consiste nell'aiutare gli altri a comprendere la
loro disciplina e il loro lavoro, e non si tratta di un compito facile.
Richiede di ridurre al minimo il gergo scientifico, quel gergo di cui molti
di noi vanno orgogliosi, quasi fosse un blasone o un accento oxfordiano. Un
orgoglio di questo tipo comprensibile, e tuttavia sbagliato. Dovremmo
basare la nostra fierezza sulla capacitdi imparare a parlare tanto
semplicemente, chiaramente e umilmente quanto possibile, e infine sulla
capacitdi evitare come la peste la convinzione che la conoscenza in
nostro possesso sia troppo profonda per essere esposta in modo piano e
limpido.
MDC, 149


XXIV. PER UNA SCUOLA MIGLIORE.

Sognavo di poter un giorno fondare una scuola in cui si potesse apprendere
senza annoiarsi, e si fosse stimolati a porre dei problemi e a discuterli;
una scuola in cui non si dovessero sentire risposte non sollecitate a
domande non poste; in cui non si dovesse studiare alfine di superare gli
esami.

Che cosa si deve insegnare? Penso che si debba insegnare ciche in inglese
si chiamano le 差re r- (w)riting, reading, (a)rithmetic, - cioleggere,
scrivere e far di conto. Il problema comunque non dovrebbe essere preso
troppo sul serio. I ragazzi non dovrebbero rispondere a domande che non
hanno sollevato. Parlo per esperienza. Attualmente essi sono schiacciati da
una grande quantitdi cose che non li riguardano.
Questo si connette anche alla questione dell'io. I ragazzi dovrebbero avere
l'opportunitdi fare domande e l'insegnante dovrebbe rispondere in
assoluta modestia, facendo loro ben capire che egli non sa bene come
rispondere. Ecco ciche dovremmo insegnare: ad essere intellettualmente
onesti e non a pretendere delle conoscenze o a prepararsi agli esami, s
che qualche settimana dopo tutto bell'e dimenticato. Purtroppo, questo
il nostro sistema e l'onestintellettuale cosa rara.
RMM, 25-26

L'etica si puinsegnare ai bambini soltanto fornendo loro un ambiente
attraente e buono e fornendo loro, soprattutto, buoni esempi.
CMT, 15

La nostra pedagogia consiste nel riversare sui fanciulli risposte senza che
essi abbiano posto domande, e alle domande che pongono non si dascolto.
FA, 77

Questa la pedagogia che vige nella pratica: risposte senza domande e
domande senza risposte.
FA, 77

Fui tra i primi studenti dell'Istituto di Pedagogia di Vienna, era il primo
anno accademico, 1925-26. [...] Ero un entusiasta riformatore della scuola.
Contrariamente alla prassi dei riformatori scolastici ho sempre diffidato
delle teorie sulla riforma scolastica; e sono sempre stato critico nei loro
confronti. Ho riflettuto, a quel tempo, su cosa sia piimportante in una
riforma scolastica. Come si puriformare davvero la scuola? Poich
riflettevo sulle mie esperienze come giovane insegnante in cattive scuole,
sono arrivato alla conclusione che la cosa piimportante sia di dare ai
cattivi insegnanti la possibilitdi lasciare la scuola.
FA, 153

Solo persone che hanno una certa dote - non si tratta di una dote
propriamente intellettuale, si tratta di un rapporto interiore con i
bambini - possono essere buoni insegnanti. Molti insegnanti vengono, per
cosdire, fatti prigionieri dalla scuola, vi stanno dentro da infelici e
non possono piuscirne. Ho fatto una proposta molto semplice: a queste
persone, che non sono affatto peggiori delle altre, bisogna costruire ponti
d'oro perchse ne possano andare dalla scuola; al loro posto verranno dei
giovani che in parte sono insegnanti nati. Fino a quando molti insegnanti
sono insegnanti amareggiati, amareggeranno i bambini e li renderanno
infelici. Rimangono nella scuola fino al pensionamento, e tirano un sospiro
di sollievo quanto la pensione arriva. Fintantochnella scuola restano
insegnanti amareggiati, e molti insegnanti amareggiati, che per
comprensibili motivi terrorizzano i bambini - anche perchessi vengono
intimoriti dai loro superiori, ad esempio dagli ispettori -, la scuola non
potrdiventare migliore.
FA, 153-154

Riconosco che, in fatto di educazione professionale, c'un grosso
problema, quello della ristrettezza mentale. Ma non credo che un'educazione
letteraria costituisca il rimedio; infatti essa puprovocare il suo
proprio genere peculiare di ristrettezza mentale, il suo peculiare
snobismo. E ai nostri giorni nessun uomo dovrebbe essere considerato colto
se non ha interesse per la scienza.
SAN, II 336-337

La scienza non soltanto una raccolta di fatti intorno all'elettricit
ecc.; essa uno dei piimportanti movimenti spirituali dei nostri tempi.
Chi non si sforza di acquisire una comprensione di questo movimento si
taglia fuori dal pirilevante sviluppo che si registrato nella storia
degli affari umani. Le nostre
cosiddette Facoltdi Lettere, fondate sulla teoria che per mezzo di
un'educazione letteraria e storica si puintrodurre lo studente nella vita
spirituale dell'uomo, sono quindi diventate obsolete nella loro forma
attuale. Non ci puessere storia dell'uomo che escluda la rievocazione
delle sue lotte e conquiste intellettuali, e non ci puessere storia delle
idee che escluda la rievocazione delle idee scientifiche. Ma l'educazione
letteraria ha anche un aspetto pigrave. Non solo essa non riesce a
educare lo studente, che spesso poi diventerun insegnante, alla
comprensione del pigrande movimento spirituale del proprio tempo, ma
spesso non riesce neppure a educarlo all'onestintellettuale. Soltanto se
lo studente fa la diretta esperienza di quanto facile sia errare e di
quanto difficile sia fare anche un piccolo progresso nel campo della
conoscenza, soltanto in tal caso egli pupercepire il significato
dei criteri di onestintellettuale, pugiungere al rispetto della verit
e al disprezzo dell'autorite della presunzione.
SAN, II 337

Molti corsi scientifici [...] da alcuni
insegnanti sono ancora trattati come se la scienza fosse un 宮orpo di
conoscenze per usare una vecchia espressione. Ma questa idea, almeno lo
spero, finirun giorno con lo sparire: infatti la scienza puessere
insegnata come un'affascinante parte della storia umana, come un
insieme, in rapido sviluppo, di audaci ipotesi controllate dall'esperimento
e dalla critica. Insegnata in questo modo, come parte della storia della
宸ilosofia naturalee della storia dei problemi e delle idee, essa pu
diventare la base di una nuova educazione universitaria liberale; di
un'educazione il cui scopo, quando non puprodurre degli esperti, sia
quello di produrre almeno uomini che sappiano distinguere fra un ciarlatano
e un esperto. Questo obiettivo modesto e liberale trascenderdi gran lunga
tutto ciche oggigiorno le nostre Facoltdi Lettere riescono a
realizzare.
SAN, 11 337

Si puconsiderare l'educazione da un punto di vista psicologico, dal punto
di vista della psicologia del bambino o dell'adulto in quanto soggetto
dell'educazione. E in termini biologici che si puspiegare meglio la
psicologia del bambino. Il bambino che cresce ha un compito essenziale
iscritto in lui: apprendere i fatti del mondo. Deve apprendere, perchsi
deve adattare al suo ambiente. Il bambino viene al mondo con tutta una
serie di aspettative. Egli si aspetta, innanzi tutto, di essere nutrito e
di essere amato. Queste sono le principali aspettative del bambino.
Aspettative che possono essere deluse: un bambino pumorire di fame o
essere trattato con odio piuttosto che con amore. I casi ordinari si
sviluppano in una via di mezzo fra questi estremi. Il bambino deve imparare
ad adattarsi alla realtdel suo piccolo ambiente particolare. Il suo
ambiente diventa sempre pigrande man mano che lui cresce. E in un
ambiente sempre picomplesso le sue aspettative saranno sempre pi
difficili da realizzare e lui sarquindi portato a cambiarle. Dal punto di
vista della biologia la trasformazione delle aspettative identica
all'adattamento all'ambiente.
IF, 18-19

Le nostre menti, le nostre opinioni, dipendono solo in larga misura, non
totalmente, dalla nostra educazione. Se fossero totalmente dipendenti dalla
nostra educazione, se noi fossimo incapaci di autocritica, di imparare dal
nostro proprio modo di trattare le cose, dalla nostra esperienza, allora,
naturalmente, il modo in cui noi siamo stati educati dall'ultima
generazione determinerebbe il modo in cui noi educhiamo la prossima. Ma
assolutamente certo che le cose non stanno cos Quindi noi possiamo
concentrare le nostre facoltcritiche sul difficile problema di educare la
prossima generazione in un modo che riteniamo migliore di quello in cui
siamo stati educati noi stessi.
SAN, II 246

Mentre sufficientemente chiaro [...] che il politico deve limitarsi a
combattere contro i mali, invece di combattere per valori 峰ositivio
峴uperioricome
la felicit ecc., il maestro, in linea di principio, si trova in una
condizione diversa. Benchnon debba imporre la sua scala di valori
峴uperioriai suoi allievi, egli deve certamente cercare di stimolare il
loro interesse per questi valori. Egli deve aver cura delle anime dei suoi
allievi. (Quando Socrate diceva ai suoi amici di aver cura delle loro
anime, egli si prendeva cura di essi). Perci inevitabilmente, c'una
specie di componente romantica o estetica nell'educazione, che invece deve
restare estranea alla politica. Ma benchcisia vero in linea di
principio, non risulta affatto applicabile al nostro sistema educativo.
Infatti, presuppone un rapporto di amicizia fra maestro e allievo, un
rapporto al quale [...] ciascuna delle parti deve essere libera di por
fine. (Socrate sceglieva i suoi compagni ed essi sceglievano lui). Il
numero stesso degli scolari rende tutto ciimpossibile nella nostra
scuola.
Quindi, i tentativi di imporre valori superiori non solo non hanno
successo, ma si deve anche rilevare che si risolvono in un danno, in
qualcosa di molto piconcreto e pubblico di quanto non siano gli ideali ai
quali si tende. E il principio che coloro i quali sono affidati a noi
devono, prima di ogni altra cosa, non essere danneggiati, dev'essere
riconosciuto altrettanto fondamentale per l'educazione di quanto lo per
la medicina. 奘on danneggiare(e quindi 宵are ai giovani cidi cui hanno
maggiormente bisogno affinchdiventino indipendenti da noi e siano messi
in grado di fare autonomamente le loro scelte, dovrebbe essere un
importantissimo obiettivo per il nostro sistema educativo, un obiettivo la
cui realizzazione alquanto difficile anche se sembra modesto. Invece sono
di moda i fini 峴uperiori fini che sono tipicamente romantici e, in
sostanza, privi di senso, come quello del 峰ieno sviluppo della
personalit.
SAN, 11326

Io senza esitazione credo che compito dello Stato sia quello di vigilare
affinchai suoi cittadini sia data un'educazione che li abiliti a
partecipare alla vita della comunite di mettere in opera tutti i mezzi
che promuovono lo sviluppo dei loro particolari interessi e talenti; e lo
Stato dovrebbe anche provvedere (come Crossman giustamente mette in
rilievo) a che le 展nsufficienti disponibilitfinanziarie dei singolinon
impediscano loro l'accesso agli studi superiori.
Cirientra, a mio giudizio, nelle funzioni protettive dello Stato.
SAN, I 168


XXV. TV E VIOLENZA.

La televisione ha un ruolo enorme e molto pericoloso nel processo di
adattamento all'ambiente.
In ciconsiste il suo immenso potere.
Essa pudistruggere la civilt


Io sarei piuttosto dell'opinione che la televisione, potenzialmente certo,
coscome una tremenda forza per il male, potrebbe essere una tremenda
forza per il bene. Potrebbe, ma assai improbabile che questo accada. La
ragione che il compito di diventare una forza culturale per il bene
terribilmente difficile. Per dire la cosa nel modo pisemplice, non
abbiamo gente che possa realizzare, per pio meno venti ore al giorno,
materia buona, programmi di valore.
CMT, 14

La televisione ha fatto per anni dei bei programmi e ancora ne fa di tanto
in tanto. Il problema che si pone il problema della selezione. C'gi
abbastanza violenza nel mondo, non c'affatto bisogno di aggiungere delle
violenze inventate per mostrarle a gente divenuta gradatamente insensibile
a qualsiasi tipo di violenza, che non sia quella fatta a loro stessi.
IF, 22

Il fatto che la gente si abitui a vedere violenza, che essa diventi il suo
pane quotidiano, distrugge la civilt
IF, 22

Coloro che lavorano per la televisione non hanno sufficiente coscienza di
ciche fanno. Vogliono mostrare cose che impressionino, vogliono 容ssere
realisti Non si rendono conto dei guasti che fanno in questo modo.
IF, 22-23

La gente deve capire [...] che la civiltmessa in pericolo dalla
televisione.
IF, 29

Nel corso della mia vita mi sono a lungo occupato di educazione. In
particolare ho imparato molto nel rapporto con i soggetti pidifficili,
che provenivano quasi sempre da case in cui c'era violenza. Per lo pisi
trattava di violenza esercitata sulle madri da parte dei padri di questi
piccoli e in generale questi padri erano alcolizzati che condizionavano con
la violenza l'intera vita famigliare. Questo era il modo tipico in cui
l'ambiente di bambini sfortunati poteva venire influenzato dalla violenza.
Adesso la violenza in casa sostituita ed estesa dalla violenza che appare
sullo schermo televisivo. E attraverso questo mezzo che essa viene messa
davanti ai bambini per ore ogni giorno. La mia esperienza mi porta a
considerare questo punto molto importante, direi decisivo. La televisione
produce violenza e la porta in case dove altrimenti violenza non ci
sarebbe.
CMT, 20

In tutti i paesi civili c'un'organizzazione attraverso la quale i medici
controllano se stessi, e c'anche naturalmente, una legge dello Stato che
definisce le funzioni di questa organizzazione. Io propongo che una
organizzazione simile sia creata dallo Stato per tutti coloro che sono
coinvolti nella produzione di televisione. Chiunque sia collegato alla
produzione televisiva deve avere una patente, una licenza, un brevetto, che
gli possa essere ritirato a vita qualora agisca in contrasto con certi
principi. Questa la via attraverso la quale io vorrei che si introducesse
finalmente una disciplina in questo campo. Chiunque faccia televisione deve
necessariamente essere organizzato, deve avere una patente. E chiunque
faccia qualcosa che non avrebbe dovuto fare secondo le regole
dell'organizzazione, e sulla base del giudizio dell'organizzazione, pu
perdere questa patente.
CMT, 21


CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE DI KARL R. POPPER.

1902 28 luglio Karl Raimund Popper nasce a Himmelhof, nei pressi di Vienna,
da una famiglia di origine ebraica. Il padre (Simon Siegmund Carl Popper)
un celebre avvocato viennese. La madre (Jenny Schiff) gli trasmette la sua
passione per la musica. E il pipiccolo di tre figli.

1918 Decide di abbandonare il Realgymnasium e si iscrive all'Universitdi
Vienna come studente non immatricolato. Diviene membro dell'associazione
degli allievi socialisti delle scuole secondarie (Sozialistische
Mittelscher) e partecipa alle loro riunioni.

1919 Primavera 娑er due o tre mesi circa - egli ha scritto - mi considerai
comunista. Ma ne fui presto disincantato. L'incidente che mi mise contro il
comunismo, e che presto mi portlontano dal marxismo in generale, fu uno
degli avvenimenti piimportanti della mia vita.Il 15 giugno a Vienna,
durante una manifestazione di giovani socialisti e comunisti, vi sono 20
morti e 70 feriti in uno scontro con la polizia. Questo fatto porta Popper
a riflettere piprofondamente di quanto avesse sino ad allora fatto sul
marxismo. Ai suoi occhi gli appare allora come un 宮redo pericoloso
宵ogmatico pieno di 峽acune 峴cappatoie 展ncoerenze Il nostro
epistemologo rimane ancora per alcuni anni socialista per poi approdare al
liberalismo.

1920 Dopo aver lasciato, nell'inverno dell'anno precedente, l'abitazione
paterna, va a vivere in un ex ospedale militare che gli studenti avevano
trasformato in una casa dello studente. Frequenta la clinica di consulenza
infantile di Alfred Adler. 唧ll'universitegli ha scritto - scelsi corsi
di lezioni in varie materie: storia, letteratura, psicologia, filosofia e
persino lezioni della facoltdi medicina. Ma presto smisi di frequentare
le lezioni, eccettuate quelle di matematica e di fisica teorica.
Autunno Pensa 家bbastanza seriamentedi dedicarsi alla musica. Da bambino
aveva preso lezioni di violino. Compone 島ualche cosettaavendo come
modello Bach. Viene ammesso al conservatorio.

1922 Consegue il suo "Matura" come privatista.

1925 Frequenta l'Istituto Pedagogico fondato in quell'anno a Vienna e qui
incontra Josephine Anna Henninger che in seguito diventersua moglie. 圃ra
egli ha scritto - una mia compagna di studi e sarebbe divenuta una dei pi
severi giudici del mio lavoro.
1928 Si laurea in filosofia.

1929 Ottiene l'abilitazione all'insegnamento della matematica e della
fisica nelle scuole secondarie inferiori. In un incontro con Herbert Feigl,
membro del Circolo di Vienna, si convince dell'opportunitdi scrivere
un'opera nella quale raccogliere le critiche da lui fatte ai circolisti.

1930 Ottiene l'incarico di insegnante e si sposa con Josephine Henninger.

1932 Nei primi mesi di quest'anno Popper completa il primo volume di
un'opera intitolata: I due problemi fondamentali della teoria della
conoscenza.
圄in da principio - egli scrive - era stato concepito in larga misura come
una discussione critica e una correzione delle dottrine del Circolo di
Vienna; lunghi capitoli erano dedicati anche alla critica di Kant e Fries.
Il libro, tuttora inedito, viene letto prima da Feigl e poi da Carnap,
Schlick, Frank, Hahn, Neurath e da altri membri del Circolo; ed anche da
Gomperz.
1934 Esce, con data 1935, la Logik der Forschung nella collana diretta da
Schlick e Frank. E il frutto di
un radicale accorciamento, voluto dall'editore Springer, dell'opera I due
problemi fondamentali della teoria della conoscenza, accorciamento operato
dallo zio di Popper, Walter Schiff, professore di statistica e di economia
all'Universitdi Vienna.

1935 La Logik der Forschung ottiene 席n successo sorprendente ben oltre i
confini di Vienna Numerose le recensioni. In Italia verrrecensito da
Ludovico Geymonat nel 1936. Incontra Alfred Tarski, dal quale, afferma,
宮redo di aver imparato piche da chiunque altro

Autunno Tiene due conferenze al Bedford College di Londra.

1936 Lascia l'insegnamento nelle scuole secondarie e compie un secondo
viaggio in Inghilterra. Qui incontra Bertrand Russell, Ernst Gombrich,
Isaiah Berlin e Friedrich A. von Hayek. Data la difficile situazione
politica in Austria e in Europa, decide di lasciare il suo paese natale.
夏a vigilia di Natale del 1936 - egli ha scritto - ricevetti un telegramma
in cui mi si offriva una cattedra al Canterbury University College,
Christchurch, in Nuova Zelanda (...) Mia moglie ed io ci dimettemmo dai
nostri incarichi di insegnamento e nel giro di un mese lasciammo Vienna per
Londra. Dopo una sosta di cinque giorni a Londra salpammo alla volta della
Nuova Zelanda, e arrivammo a Christchurch durante la prima settimana del
marzo 1937, giusto in tempo per l'inizio dell'anno accademico della Nuova
Zelanda.
1938 marzo Gli giunge la notizia dell'occupazione dell'Austria da parte di
Hitler. Decide di scrivere La miseria dello storicismo e La societaperta
e i suoi nemici, due opere che costituiscono 席na difesa della libert
contro le idee totalitarie e autoritarie

1943 Invia La miseria dello storicismo alla rivista filosofica "Mind", ma
l'opera viene respinta. Nel febbraio termina anche La societaperta, che
viene anch'essa rifiutata da un editore americano.

1944 Esce in tre parti sulla rivista "Economica", diretta da Hayek, La
miseria dello storicismo.

1945 Hayek gli offre un lettorato presso la London School of Economics and
Political Science (LSE) di Londra. Decide di lasciare la Nuova Zelanda.

1946 gennaio Arriva a Londra ed inizia ad insegnare alla London School. Tra
i suoi primi allievi c'era un ex-ufficiale della Regia Marina, John
Watkins, che diverril suo successore alla LSE.
Esce La societaperta e i suoi nemici. In Italia l'opera sarsubito
recensita da Norberto Bobbio.

1949 15 febbraio Viene nominato professore di logica e metodo scientifico
alla LSE e diviene direttore del neonato Dipartimento di Filosofia, Logica
e Metodo Scientifico.

1950 Compie il suo primo viaggio negli Stati Uniti.
Qui incontra Albert Einstein.

1952 Esce la prima traduzione italiana de La miseria dello storicismo. E
ospitata sulla rivista "L'Industria

1957 E colpito da un grave disturbo agli occhi e per un lungo periodo di
tempo non pudedicarsi al lavoro.

1959 Esce la traduzione inglese dell'opera Logik der Forschung, per quella
italiana si dovraspettare il 1970.

1961 ottobre Partecipa a Tubinga ad un dibattito sulla logica delle scienze
sociali che vede contrapporsi le tesi del razionalismo critico (Popper e
Albert) a quelle della scuola di Francoforte (Adorno, Horkheimer,
Habermas).

1963 Dalle stampe Congetture e confutazioni, un'opera in cui raccoglie
saggi gipubblicati su varie riviste negli anni precedenti.

1965 Viene insignito dalla Regina d'Inghilterra del titolo di baronetto.

1969 Si ritira dall'insegnamento universitario. Appaiono in traduzione
italiana alcuni suoi saggi epistemologici. Il titolo della raccolta
Scienza e filosofia.

1972 Pubblica Conoscenza oggettiva.

1974 Escono nella collana "The Library of Living Philosophers", diretta da
Paul A. Schilpp, i due volumi di The Philosophy of Karl Popper. Questi
contengono la sua autobiografia intellettuale, i saggi critici di alcuni
tra i pigrandi filosofi e scienziati del Novecento e le sue puntuali
repliche (Replies to my aitics).

1976 Diviene membro della Royal Society.

1977 Insieme al premio Nobel per la medicina, John Eccles, pubblica L'io e
il suo cervello.

1979 Vede finalmente luce la versione integrale dell'opera da lui scritta
all'inizio degli anni Trenta, I due problemi fondamentali della teoria
della conoscenza.
1983 Esce, diviso in tre volumi, il Poscritto alla logica della scoperta
scientifica a cui aveva lavorato dal 1951 al 1956. E curato da un suo
allievo: William Bartley III.

1984 Dalle stampe un volume (Alla ricerca di un mondo migliore) in cui
raccoglie saggi e conferenze.

1985 Gli muore la moglie Josephine. 娟enza di lei - ha scritto Popper -
molto di ciche ho fatto non sarebbe mai stato realizzato.
1990 Pubblica Un mondo di propensioni. In questi ultimi anni della sua vita
rilascia numerose interviste a quotidiani e reti televisive. Riceve
numerosi e prestigiosi riconoscimenti internazionali. Le sue opere vengono
tradotte in pidi 25 lingue.

1994 17 settembre Muore all'ospedale Mayday di Croydon in Inghilterra.


Nella stessa collana

Aristotele, a cura di Elisabetta Cattanei
Buddha, a cura di Gabriele Mandel
Confucio, a cura di Gabriele Mandel
Lutero, a cura di Claudio Pozzoli
Machiavelli, a cura di Gabriella Brusa Zappellini
Maometto, a cura di Gabriele Mandel
Marx, a cura di Gabriella Brusa Zappellini
Montaigne, a cura di Remigio Allegri
Nietzsche, a cura di Claudio Pozzoli
Pascal, a cura di Claudio Marcellino
Platone, a cura di Claudio Marcellino
Plotino, a cura di Claudio Marcellino
Rousseau, a cura di Raiko Mancini
Schopenhauer, a cura di Carla Buttazzi
Seneca, a cura di Giovanni Reale
Voltaire, a cura di Gabriele Mandel
Kierkegaard, a cura di Dario Antiseri







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