Terry Brooks.
 LA REGINA DEGLI ELFI DI SHANNARA.
 Traduzione di Savino D'Amico.
 Copyright 1992 by Terry Brooks.
 Pubblicato d'intesa con Ballantine Books. A division of Random House,
 Inc.
 Copyright 1992 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano.
 Titolo dell'opera originale: "The Elf Queen of Shannara".
 Prima edizione Novembre 1992.
 Su concessione Arnoldo Mondadori Editore.
 "A Diane
 di cui sento la mancanza".
 1.
 Il fuoco.
 Crepitava nelle lampade a olio che pendevano distanti e solitarie alle
 finestre e all'entrata delle case della sua gente. Scoppiettava e
 sibilava lambendo le torce imbevute di pece, poste a illuminare gli
 incroci e ai lati dei cancelli. Brillava tra i rami frondosi di
 antichi alberi di quercia e di noce americano nei viali fiancheggiati
 da lampioni di vetro. In una miriade di luci tremolanti, le fiamme
 erano simili a minuscole creature che la notte minacciava di scoprire
 e distruggere.
 Come noi, penslei.
 Come gli Elfi.
 Alzgli occhi, e guardal di ldegli edifici e delle mura della
 cittdove il Killeshan innalzava il suo pennacchio di fumo.
 Il fuoco.
 Sprazzi di luce rossastra uscivano dalla bocca frastagliata del
 vulcano, mentre il bagliore del magma incandescente si rifletteva
 sulle nuvole di "vog" - la cenere vulcanica - sospese in foschi banchi
 nel cielo vuoto. Il Killeshan incombeva su di loro, enorme e
 intrattabile: un fenomeno della natura a cui nessuna magia degli Elfi
 poteva sperare di resistere. Erano settimane ormai che dalle viscere
 della terra si sentiva salire un brontolio, che pareva insoddisfatto e
 risoluto, un accumulo di pressione che alla fine si sarebbe senz'altro
 scaricata.
 Per il momento, la lava apriva cunicoli e gallerie attraverso le crepe
 e le fenditure delle sue pareti, precipitando nelle acque dell'oceano
 in lunghi nastri serpeggianti che bruciavano la giungla e tutto quanto
 c'era di vivente. Un giorno o l'altro, neanche tanto lontano, lei ne
 era certa, questa via di sfogo secondaria non sarebbe stata
 sufficiente, e il Killeshan sarebbe esploso in un'eruzione che li
 avrebbe sterminati tutti.
 Se mai ci fosse stato ancora qualcuno.
 Una donna stava ferma ai bordi dei Giardini della Vita vicino al punto
 in cui cresceva l'Eterea. L'antico albero si innalzava verso il cielo,
 quasi costretto a lottare per farsi strada attraverso il "vog" e
 respirare l'aria pipulita degli strati superiori. I suoi rami
 argentati erano illuminati debolmente dalla luce dei lampioni e delle
 torce; le foglie scarlatte riflettevano l'incandescenza piscura del
 vulcano. Dal fuoco si alzavano zampilli che danzavano assumendo strane
 forme appena distinguibili attraverso i rami degli alberi, come se
 cercassero di formare un quadro. La donna guardava le immagini che
 apparivano e sparivano, come se fossero state lo specchio dei suoi
 pensieri, e la tristezza minacciava di sopraffarla.
 "Cosa devo fare?" pensdisperata. "Quali possibilitmi rimangono?"
 Nessuna, lo sapeva. Nessuna, se non aspettare.
 La donna era Ellenroh Elessedil, Regina degli Elfi, e non poteva fare
 altro che aspettare.
 Impugnben stretto lo Scettro e guardil cielo con una smorfia. Non
 c'erano stelle, nluna, quella notte. Per settimane si erano fatte
 vedere ben poco, c'era solo il "vog" denso e impenetrabile, un sudario
 che aspettava di calare a coprire i corpi, avvolgerli tutti e farli
 sparire per sempre.
 Stava immobile, irrigidita; una brezza calda soffiava su di lei,
 facendo svolazzare il tessuto leggero della veste. Era alta, aveva il
 corpo asciutto e le gambe lunghe. L'ossatura prominente del volto
 formava tratti subito riconoscibili. Aveva zigomi alti, fronte ampia,
 e la mascella affilata e liscia. La bocca era larga e sottile. La
 pelle tesa del volto le conferiva un aspetto scultoreo. Capelli
 biondissimi le cadevano sulle spalle in fitti riccioli ribelli. Gli
 occhi erano di un azzurro strano, penetrante, e sembrava sempre che
 vedessero cose non immediatamente visibili agli altri. Appariva molto
 pigiovane dei suoi cinquant'anni passati. Quando sorrideva, e
 accadeva spesso, apriva al sorriso il volto degli altri, quasi senza
 sforzo.
 Ma adesso non sorrideva. Era tardi, mezzanotte era passata da un pezzo
 e lei si sentiva come incatenata da una stanchezza che le impediva i
 movimenti. Non poteva dormire ed era andata a passeggiare nei
 Giardini, per ascoltare la notte, per stare sola con i suoi pensieri,
 e per trovare un po' di pace. Ma la pace era inafferrabile, i suoi
 pensieri erano folletti che la schernivano e la prendevano in giro, e
 la notte era una nuvola nera famelica che aspettava paziente l'attimo
 in cui avrebbe finalmente spento la fragile scintilla della loro vita.
 Il fuoco, di nuovo. Fuoco per dare la vita e fuoco per estinguerla.
 L'immagine le giunse insidiosa, come un sussurro.
 Si voltdi scatto e si mise a camminare nei Giardini. Cort la
 seguiva, una silenziosa, invisibile presenza. Se avesse voluto
 cercarlo, non lo avrebbe trovato, ma poteva immaginarselo: un giovane
 piccolo, robusto, dotato di una forza e di una agilitincredibili.
 Era una delle Guardie Nazionali, incaricate della protezione dei
 sovrani degli Elfi: le armi che li proteggevano, le vite spese per
 salvare quelle dei re. Cort era la sua ombra, se non c'era Cort c'era
 Dal. L'uno o l'altro erano sempre presenti, per proteggerla. Mentre
 avanzava lungo il sentiero, i pensieri si avvicendavano in rapida
 successione. Avvertiva le asperitdel terreno attraverso la suola
 sottile delle scarpe. Arborlon, la cittdegli Elfi, la sua patria,
 trasportata qui dalle Terre dell'Ovest oltre cent'anni prima, in
 questo...
 Non concluse il pensiero. Le mancarono le parole per farlo.
 La magia degli Elfi, rievocata dall'epoca delle fate, proteggeva la
 citt ma stava cominciando a scemare. Al profumo intenso e vario dei
 fiori dei Giardini si sovrapponeva l'odore acre dei gas del Killeshan
 ogni volta che questi superavano la barriera esterna della Chiglia.
 Gli uccelli notturni cantavano dolcemente sugli alberi e nei nidi, ma
 anche le loro melodie erano interrotte dai suoni gutturali degli
 esseri scuri che stavano in agguato oltre le mura della citt nelle
 giungle e nelle paludi, o si ammassavano contro la Chiglia, in attesa.
 I mostri.
 Il sentiero finiva all'estremitsettentrionale dei Giardini, su un
 promontorio che sovrastava la sua casa. Le finestre del palazzo erano
 buie, all'interno dormivano tutti, tranne lei. Piin lsi estendeva
 la citt gruppi di case e di botteghe nascoste dietro la barriera
 protettiva della Chiglia come animali spaventati, rannicchiati nelle
 loro tane. Nessuno si muoveva, come se la paura rendesse impossibile
 il movimento, come se il movimento potesse perderli. Scosse la testa
 tristemente. Arborlon era un'isola circondata da nemici. Dietro, a
 est, incombente sulla citt c'era il Killeshan - montagna enorme, dal
 profilo frastagliato, fatta di lava solidificata per le eruzioni
 succedutesi nei secoli - il vulcano addormentato fino ad appena
 vent'anni prima, ora attivo e inquieto. A nord e a sud c'era la
 giungla, fitta e impenetrabile, che si estendeva in un groviglio di
 verde fino alle rive dell'oceano. A ovest, sotto i pendii su cui
 sorgeva Arborlon, stavano il Rowen e, al di l la parete scoscesa del
 Blackledge. Nl'uno nl'altro appartenevano agli Elfi. Un tempo, il
 mondo intero era appartenuto a loro, prima della venuta dell'Uomo. Un
 tempo, non c'era luogo in cui essi non potessero andare. Perfino
 all'epoca del Druido Allanon, appena trecento anni prima, tutte le
 Terre dell'Ovest erano state loro. Adesso erano ridotti in questo
 spazio ristretto, assediati da ogni parte, imprigionati dentro il muro
 della loro magia che andava diminuendo. Tutti in trappola, tutto
 quanto restava.
 Guardnell'oscurital di ldella Chiglia, immaginando che cosa
 potesse esserci in attesa. Pensper un attimo all'ironia di tutto ci
 - gli Elfi, rimasti vittime della propria magia, dei propri piani
 intelligenti, ma fuorviati, e di timori di cui non avrebbero mai
 dovuto tenere conto. Come avevano potuto essere tanto sciocchi?
 Gi lontano da dove si era fermata, nei pressi dell'estremitdella
 Chiglia, nel punto in cui essa poggiava sulla lava solidificata di
 qualche antica colata, ci fu un improvviso bagliore di luce, un lampo
 di fuoco seguito da una veloce, accecante esplosione e da un grido.
 Urla in rapida successione e poi silenzio. Un altro tentativo di
 aprire una breccia nelle mura e un'altra morte.
 Succedeva ormai ogni notte, da quando i mostri erano diventati pi
 audaci e la magia continuava a diminuire.
 Lanciun'occhiata dietro di sai rami superiori dell'Eterea
 sollevati sopra gli alberi del Giardino, una copertura di vita.
 L'albero aveva protetto gli Elfi da un pericolo tanto grande e per
 tanto tempo. Si era rinnovato e aveva recuperato le forze. Aveva dato
 pace. Ma non poteva proteggerli adesso, non da ciche li minacciava
 in quel momento.
 Non da se stessi.
 Afferrlo Scettro con un gesto di sfida e sentil potere magico che
 emanava, un calore contro il palmo della mano e le dita. Lo Scettro
 era spesso e nodoso e coslevigato da avere una meravigliosa
 lucentezza. Era stato tagliato da un noce nero e impregnato della
 magia del suo popolo. Sull'estremitera stata incastonata la Pietra,
 detta Loden, bianco splendore contro il buio della notte. La regina si
 rifletteva nelle sue sfaccettature. Si sentiva toccata nell'intimo. Lo
 Scettro aveva dato forza ai sovrani di Arborlon per oltre un secolo.
 Ma neppure lo Scettro poteva ormai proteggere gli Elfi.
 青ort?chiamdolcemente.
 L'uomo si materializzaccanto a lei.
 俟tai qui con me un momentodisse.
 Rimasero fermi senza parlare guardando la citt Si sentiva
 incredibilmente sola. Il suo popolo era minacciato di estinzione.
 Avrebbe dovuto fare qualcosa. Qualsiasi cosa. E se i sogni fossero
 stati ingannevoli? E se le visioni di Eowen Cerise fossero state
 sbagliate? Certo, non era mai accaduto che la posta in gioco fosse
 tanto grande! Strinse le labbra in un moto di rabbia. Doveva crederci.
 Era necessario che ci credesse. Le visioni si sarebbero avverate.
 Sarebbe arrivata la ragazza, sangue del suo sangue, come promesso.
 Sarebbe venuta.
 Ma almeno lei sarebbe stata sufficiente?
 Scaccila domanda. Non poteva consentirsela. Non poteva dare libero
 sfogo alla sua disperazione.
 Si volte si incamminrapida per tornare indietro, attraverso i
 Giardini, fino al sentiero che portava di nuovo gi Cort rimase
 ancora un po', quindi scomparve nell'ombra. Lei non se ne accorse. La
 mente era rivolta al futuro, alle profezie di Eowen, e al destino
 degli Elfi. Era decisa a fare in modo che il suo popolo si salvasse.
 Avrebbe aspettato la ragazza finchavesse potuto, finchla magia
 avesse tenuto lontani i nemici. Avrebbe pregato perchle visioni di
 Eowen si avverassero.
 Era Ellenroh Elessedil, Regina degli Elfi, e avrebbe fatto quanto era
 in suo potere.
 Il fuoco.
 Bruciava anche dentro.
 Protetta dalla corazza delle sue convinzioni, scese e uscdai
 Giardini della Vita nelle ore pigre del primo mattino per andare a
 dormire.
 2.
 Wren Ohmsford sbadigli Era seduta in cima a una scarpata che dava
 sullo Spartiacque Azzurro, la schiena contro il tronco levigato di un
 vecchio salice. L'oceano si stendeva a perdita d'occhio davanti a lei,
 uno scintillante caleidoscopio di colori sulla linea dell'orizzonte
 dove il tramonto striava le acque di macchie rosso dorato e color
 porpora, mentre basse nuvole formavano strani disegni nel cielo
 all'imbrunire. Stava scendendo lentamente il crepuscolo, un alito di
 brezza notturna increspava le acque mentre sopraggiungeva la calma. I
 grilli cominciavano a frinire, si vedevano gile lucciole.
 Wren strinse le ginocchia contro il petto, sforzandosi di rimanere
 diritta mentre in realtdesiderava stendersi. Erano ormai quasi due
 giorni che non dormiva, e la stanchezza stava per avere il
 sopravvento. Sotto la volta del salice era fresco e ombreggiato, e
 sarebbe stato facile lasciarsi andare, rannicchiarsi sotto il
 mantello, e assopirsi. All'idea, senza volerlo, le si chiusero gli
 occhi, ma li riaprall'istante. Non poteva dormire finchnon tornava
 Garth, lo sapeva. Doveva stare all'erta.
 Si alze fece qualche passo fino all'orlo della scarpata, lasciandosi
 accarezzare il volto dalla brezza e assaporando con tutti i sensi i
 profumi del mare. Le gru e i gabbiani planavano e scendevano in
 picchiata sull'acqua, col loro volo aggraziato e languido. In
 lontananza, troppo distante per essere visto in modo chiaro, qualche
 grosso pesce sollevava l'acqua con enormi spruzzi e scompariva. Lasci
 vagare lo sguardo. Dal punto in cui si trovava fin dove l'occhio
 poteva giungere, la costa seguiva una linea ininterrotta di irte
 scogliere ricoperte di alberi, dietro le quali si innalzavano i monti
 brulli e ammantati di bianco dello Sperone di Roccia a nord e
 dell'Irrybis a sud. Una serie di spiagge rocciose separavano le
 scogliere dall'acqua, le loro nude estensioni erano cosparse di pezzi
 di legno portati dalle onde, di conchiglie e ciuffi di alghe.
 Oltre la riva c'era solo la vuota distesa dello Spartiacque Azzurro.
 Aveva viaggiato tanto, era andata in capo al mondo, penscon una
 punta di amarezza, eppure la sua ricerca degli Elfi non si era ancora
 conclusa.
 Un gufo fece udire il suo verso nel folto del bosco dietro di lei,
 facendola voltare. Cerccircospetta un movimento, un segno che desse
 nell'occhio, senza esito. Non c'era traccia di Garth. Era ancora in
 giro, a seguire tracce...
 Lentamente fece ritorno alle ceneri del fuoco che aveva acceso per
 cucinare e ne sparse i resti con lo stivale. Garth aveva proibito di
 fare un vero fuoco finchnon avesse avuto la certezza di essere al
 sicuro. Era stato nervoso e diffidente tutto il giorno, preoccupato da
 qualcosa che nessuno dei due poteva vedere, dalla sensazione che c'era
 qualcosa che non andava. Wren era propensa ad attribuire la sua
 inquietudine alla mancanza di sonno. D'altra parte, i presentimenti di
 Garth si erano spesso rivelati infondati. Se era agitato, lei se ne
 accorgeva subito, senza bisogno di fargli domande.
 Non vedeva l'ora che tornasse.
 Tra gli alberi, proprio dietro la scogliera, c'era una pozza, la
 raggiunse, si inginocchie si spruzzl'acqua sulla faccia. La
 superficie dello stagno s'increspal contatto delle mani e si
 schiar Poteva vedersi riflessa nell'acqua; la sua immagine, dapprima
 distorta, apparve poi chiara come in uno specchio. La fissper un
 po'; aveva di fronte una ragazza ancora acerba, con i tratti
 inconfondibili degli Elfi - orecchie molto appuntite e sopracciglia
 curve all'ingi faccia stretta, zigomi alti, e pelle bruna. Vide due
 occhi nocciola dall'espressione sempre vivace, un sorriso all'angolo
 della bocca che faceva pensare che si stesse divertendo per un motivo
 tutto suo, e capelli biondo cenere tagliati corti e molto ricci. In
 lei c'era un irrigidimento, una sorta di tensione che non si sarebbe
 attenuata per quanti sforzi avesse fatto.
 Si tirindietro accovacciata sui talloni e si concesse un sorriso
 ironico, decidendo che quanto vedeva le piaceva abbastanza, tanto da
 conviverci ancora per un po'.
 Intreccile mani in grembo e abbassla testa. Da quanto tempo ormai
 durava la ricerca degli Elfi? Quanto tempo era passato da quando il
 vecchio - quello che sosteneva di essere Cogline - era andato da lei e
 le aveva parlato dei suoi sogni? Settimane? Ma quante? Aveva perso il
 conto. Il vecchio era a conoscenza dei sogni e l'aveva sfidata a
 scoprire da sola la veritche stava dietro di essi. Lei aveva deciso
 di accettare la sfida, di andare all'Hadeshorn nella Valle di Argilla
 a incontrare l'ombra di Allanon. Perchno? si era chiesta. Forse
 avrebbe appreso qualcosa sulla sua provenienza, sui genitori che non
 aveva mai conosciuto e sulla sua storia.
 Strano. Finchnon era comparso il vecchio, non aveva avuto il minimo
 interesse per la sua stirpe. Si era convinta che non avesse
 importanza. Ma qualcosa nel modo in cui le aveva parlato, nelle parole
 che aveva usato - qualcosa di indefinito - le aveva fatto cambiare
 idea.
 Con le dita toccava timidamente il sacchetto di cuoio che portava al
 collo, avvertendo il rigido contorno delle pietre dipinte, il gioco
 delle pietre degli Elfi, il suo unico legame con il passato. Da dove
 venivano? Percherano state date a lei?
 Tratti da Elfo, sangue Ohmsford, cuore e abilitRover: erano tutte
 cose che le appartenevano. Ma come ne era venuta in possesso?
 Chi era?
 Non era riuscita a scoprirlo all'Hadeshorn. Allanon era apparso come
 promesso, fosco e minaccioso anche da morto. Ma non le aveva detto
 nulla. Invece le aveva affidato un incarico, anzi, aveva affidato un
 incarico a ciascuno di loro, i figli di Shannara, come li aveva
 chiamati: Par, Walker e lei. Ma il suo? Bene. Scosse la testa al
 ricordo. Doveva andare alla ricerca degli Elfi, doveva trovarli e
 riportarli nel mondo degli uomini. Gli Elfi, che nessuno aveva pi
 visto da oltre cent'anni, che perlopisi credeva non fossero mai
 neppure esistiti, e che si pensava appartenessero a una favola per
 bambini - lei doveva trovarli.
 Dapprima non si era messa a cercarli, turbata da quanto aveva udito e
 da come cil'aveva fatta sentire, contraria a lasciarsi coinvolgere,
 o a rischiare per qualcosa che non capiva e di cui non le importava.
 Aveva lasciato gli altri e ancora una volta con l'unica compagnia di
 Garth, era ritornata alle Terre dell'Ovest. Aveva pensato di
 riprendere la sua vita da Rover. Gli Ombrati non erano la sua
 preoccupazione principale. I problemi delle Razze non la riguardavano.
 Ma l'avvertimento del Druido le era rimasto impresso, e quasi senza
 accorgersene aveva intrapreso la ricerca, malgrado tutto. Aveva
 cominciato con alcune domande, fatte qua e l Qualcuno aveva sentito
 se esistevano davvero degli Elfi? Qualcuno ne aveva mai visti?
 Qualcuno sapeva dove si potevano trovare? Domande fatte dapprima senza
 dare nell'occhio, timidamente, ma con crescente curiositcol passare
 del tempo, e poi quasi con insistenza.
 E se Allanon aveva ragione? E se gli Elfi vivevano ancora da qualche
 parte? E se solo loro erano in possesso del rimedio per eliminare il
 flagello degli Ombrati?
 Ma le risposte che aveva avuto erano state sempre le stesse. Nessuno
 sapeva niente sugli Elfi. Nessuno voleva neppure sentirne parlare.
 E poi qualcuno aveva cominciato a seguirli - qualcuno o qualcosa - la
 loro ombra, come finirono per chiamarla, una cosa abbastanza
 intelligente da rimanere sulle loro tracce nonostante le precauzioni
 che prendevano e abbastanza scaltra da evitare di farsi sorprendere.
 In due occasioni si erano convinti di averla intrappolata, ma invano.
 Quante volte avevano cercato di raggiungerla con una manovra di
 aggiramento, ma senza alcun risultato. Non l'avevano mai vista in
 faccia, nerano riusciti a scorgerla nemmeno per un attimo. Non
 avevano la minima idea di chi o cosa fosse.
 Era ancora con loro quando erano entrati nel Wilderun ed erano scesi
 nel Grimpen Ward. L due notti dopo, avevano trovato l'Addershag. Un
 Rover aveva parlato della vecchia, una veggente che si diceva fosse a
 conoscenza di tanti segreti e che poteva sapere qualcosa degli Elfi.
 L'avevano trovata nella cantina di una taverna, tenuta in catene da un
 gruppo di uomini che volevano sfruttare le sue doti per denaro. Wren
 era riuscita con un inganno a ottenere dagli uomini il permesso di
 parlare alla vecchia, un essere molto pipericoloso e astuto di
 quanto i suoi carcerieri non sospettassero.
 Il ricordo di quell'incontro le era rimasto profondamente impresso e
 ancora la spaventava.
 "La vecchia era come un guscio secco, aveva la faccia avvizzita in un
 dedalo di linee e di solchi. Ispidi capelli bianchi le ricadevano
 sulle fragili spalle. Wren le si avvicine si inginocchidavanti a
 lei. La testa canuta si sollev rivelando due occhi privi di vista,
 lattiginosi e immobili.
 俟ei tu la veggente chiamata l'Addershag, vecchia madre?chiese Wren
 sommessa.
 Un battito di palpebre su quegli occhi immobili e una voce sottile e
 stridula replic 青hi lo vuole sapere? Dimmi come ti chiami
 俑i chiamo Wren Ohmsford.
 Le vecchie mani si protesero fino a toccare la faccia di Wren, a
 esplorarne le linee e le cavit raschiando la pelle come foglie
 secche. Poi si ritirarono.
 俟ei un'Elfa.
 信o sangue Elfo nelle vene.
 俗n'Elfa.La voce della vecchia era sgarbata e insistente, un sibilo
 nel silenzio della cantina della taverna. La faccia rugosa si piegda
 un lato come se stesse riflettendo. 俟ono l'Addershag. Cosa vuoi  da
 me?
 Wren si dondolleggermente all'indietro sui tacchi degli stivali.
 俟ono alla ricerca degli Elfi d'Occidente. Una settimana fa mi hanno
 detto che tu forse sapevi dove trovarli - se ancora esistono.
 L'Addershag repliccon voce chioccia: 保h, esistono, senza dubbio.
 Esistono. Ma non si fanno vedere da tutti - anzi, da nessuno da molti
 anni. E' importante per te vederli, ragazza-Elfa? Li cerchi perchne
 hai bisogno personalmente? Gli occhi lattiginosi fissarono senza
 vederla la faccia di Wren. 俏o, non per te. Perch allora?
 促erchun incarico che mi stato affidato e che ho deciso di
 accettarerispose Wren prudentemente.
 俗n incarico, hai detto?I solchi sul volto della vecchia si fecero
 piprofondi. 隹vvicinati, ragazza-Elfa.
 Wren esit poi si sporse in avanti esitante. Le mani dell'Addershag
 emersero di nuovo, con le dita intente a esplorare. Passarono ancora
 una volta sulla faccia di Wren, poi gilungo il collo fino al suo
 corpo. Quando raggiunsero il davanti della camicetta, si ritrassero
 come se si fossero scottate e la vecchia rimase senza fiato. 俑agia
 grid
 Wren ebbe uno scatto, poi d'impulso le afferri polsi. 侶uale magia?
 Cosa stai dicendo?
 Ma l'Addershag scuoteva la testa con forza, le labbra serrate, finch
 la testa non sprofondsul suo seno rinsecchito. Wren la trattenne
 ancora per un attimo, poi la lasciandare.
 俘agazza-Elfasussurrla vecchia, 剃hi ti manda alla ricerca degli
 Elfi delle Terre dell''Ovest?
 Wren sospirprofondamente per scacciare i timori e rispose: 俠'ombra
 di Allanon
 La testa canuta si rialzdi scatto. 隹llanon!Pronunciil nome in
 un soffio, come un'imprecazione. 俠'incarico di un Druido, eh?
 Benissimo. Ascoltami, allora. Vai a sud attraverso il Wilderun, passa
 i monti dell'Irrybis e segui la sponda dello Spartiacque Azzurro.
 Quando avrai raggiunto le caverne dei Roc, accendi un fuoco e fa' in
 modo che bruci per tre giorni e tre notti. Verruno che potr
 aiutarti. Hai capito
 俟儢 rispose Wren, domandandosi al tempo stesso se avesse capito
 veramente.
 隹ttenta, ragazza-Elfal'avvertla vecchia, sollevando una mano
 sottile come una bacchetta. 侮edo sulla tua strada pericolo,
 difficolt tradimenti e male oltre ogni immaginazione. Le mie visioni
 sono nella mia mente, veritche mi tormentano con la loro follia.
 Attenta a quello che ti dico, dunque. Segui il tuo istinto, ragazza.
 Non fidarti di nessuno!
 Non fidarti di nessuno!
 Allora Wren aveva lasciato la vecchia, esortata ad andarsene anche se
 si era offerta di rimanere ad aiutarla. Aveva raggiunto Garth, e gli
 uomini poi avevano cercato di ucciderli, naturalmente, perchci
 avevano pensato tutto il tempo. Non erano riusciti e avevano pagato
 per la loro follia - forse con la vita, a questo punto, se l'Addershag
 si era stancata di loro.
 Superato il Grimpen Ward, Wren e Garth erano arrivati a sud, seguendo
 le indicazioni della veggente, sempre alla ricerca degli Elfi
 scomparsi. Avevano viaggiato per due giorni senza fermarsi a dormire,
 ansiosi di allontanarsi il pipossibile dal Grimpen Ward e anche con
 l'intenzione di fare un ennesimo tentativo per liberarsi della loro
 ombra. Quel giorno Wren aveva pensato che forse ci erano riusciti.
 Garth non ne era sicuro. Non riusciva a scacciare la sua inquietudine.
 Cosquando si erano fermati per la notte, bisognosi alla fine di
 riposarsi e recuperare le forze, era tornato un'altra volta sui suoi
 passi. Forse avrebbe trovato qualcosa per sistemare la faccenda, le
 aveva detto. Forse no. Ma voleva provarci.
 Garth era fatto cos Non lasciava mai nulla al caso.
 Dietro di lei, nel bosco, un cavallo si era messo a raspare inquieto
 con la zampa e poi si era calmato. Garth aveva nascosto gli animali
 dietro gli alberi prima di andare via. Wren attese un attimo per
 essere sicura che tutto fosse tranquillo, poi si alze tornsotto il
 salice, immergendosi di nuovo nella fitta ombra formata dalla sua
 chioma, abbandonandosi ancora contro l'ampio tronco. Lontano, a
 occidente, la luce era svanitin un luccichio d'argento dove l'acqua
 e il cielo si incontravano.
 Magia, aveva detto l'Addershag. Come poteva essere?
 Se c'erano ancora degli Elfi, e se lei fosse stata capace di trovarli,
 sarebbero stati in grado di dirle ciche non le aveva detto la
 vecchia?
 Si stese supina e chiuse gli occhi per un attimo, lasciandosi andare
 alla deriva, e facendosi cullare da questa piacevole sensazione.
 Quando si sveglidi soprassalto, al crepuscolo era subentrata la
 notte, era tutto buio tranne dove la luna e le stelle inondavano di
 una luce d'argento gli spazi liberi. Il fuoco si era spento e Wren
 rabbrividal freddo ormai portato dall'aria della costa. Si alz si
 avvicinallo zaino, ne tirfuori il mantello da viaggio e se vi si
 avvolse per riscaldarsi. Tornvicino all'albero, e si sistemdi
 nuovo sotto di esso.
 "Ti sei addormentata", si rimprover "Cosa avrebbe detto Garth se lo
 avesse saputo?"
 Dopo di che rimase sveglia finchegli torn Era quasi mezzanotte, il
 mondo attorno a lei era immobile a eccezione del dondolio delle onde
 dell'oceano che si frangevano sulla spiaggia di sotto. Garth comparve
 senza far rumore, perWren si era accorta che stava arrivando prima
 di vederlo e provuna piccola soddisfazione per questo. Egli usc
 dagli alberi e anddirettamente dove lei si nascondeva, immobile
 nella notte, quasi facesse parte del vecchio salice. Si sedette a sua
 volta davanti a lei, enorme e scuro, senza volto nelle tenebre.
 Sollevle grosse mani, e comincia fare segni. Le dita si muovevano
 agilissime.
 La loro ombra era ancora sulle loro tracce, non aveva smesso di
 seguirli.
 Wren sentfreddo allo stomaco e si strinse incrociando le braccia.
 俠'hai visto?chiese, facendo segni mentre parlava.
 "No".
 俟ei arrivato a capire cos'
 "No".
 俏ulla? Non ne sai nulla?
 Garth scosse la testa. Lei era irritata dall'evidente frustrazione che
 aveva lasciato trapelare nella sua voce. Voleva essere calma come lui,
 pensare chiaramente come le aveva insegnato. Voleva essere una brava
 allieva.
 Gli mise una mano sulla spalla e strinse. 俟ta venendo a cercarci,
 Garth? O sta ancora aspettando?
 "Aspettando", fece segno lui.
 Un brivido percorse il volto scultoreo, incorniciato dalla barba,
 accuratamente calmo. Aveva l'aria di un cacciatore. Wren conosceva
 quell'espressione. Compariva quando Garth si sentiva minacciato, era
 una maschera per nascondere ciche accadeva dentro di lui
 Sta aspettando, si ripetlei in silenzio. Perch Che cosa?
 Garth si alz raggiunse a grandi passi il suo zaino, ne tirfuori un
 pezzo di formaggio e la borraccia, e si rimise a sedere. Wren gli and
 accanto. Egli mangie bevve senza guardarla, fissando lontano la nera
 distesa dello Spartiacque Azzurro, apparentemente dimentico di tutto.
 Wren lo studiattenta. Era un gigante d'uomo, forte come il ferro,
 agile come un gatto, abile nella caccia e nel seguire una traccia, il
 migliore che avesse mai conosciuto nel riuscire a sopravvivere. Era
 stato suo protettore e maestro fin da quando era bambina, dopo che era
 stata ricondotta nelle Terre dell'Ovest e affidata ai Rover, dopo il
 suo breve soggiorno con la famiglia Ohmsford. Come era accaduto tutto
 ci Suo padre era stato un Ohmsford, sua madre una Rover, eppure lei
 non riusciva a ricordare nessuno dei due. Perchera stata affidata ai
 Rover e non le era stato permesso di rimanere con gli Ohmsford? Chi
 aveva preso la decisione? La cosa non era mai stata chiarita
 veramente. Garth sosteneva di non saperlo, diceva di sapere solo
 quanto gli altri gli avevano detto, cioben poco, e l'unica
 istruzione ricevuta, l'incarico che aveva accettato, era di occuparsi
 di lei. Lo aveva fatto, mettendo a sua disposizione le proprie
 conoscenze, addestrandola nelle arti in cui era maestro, e facendola
 diventare brava come lui in tutto ciche sapeva fare. Si era
 impegnato a fondo affinchlei imparasse bene la lezione. E c'era
 riuscita. A prescindere da qualsiasi altra cosa, Wren Ohmsford aveva
 appreso anzitutto come sopravvivere. Garth ne era sicuro. Ma quello
 non era un addestramento per un bambino Rover normale - tanto meno per
 una bambina - e Wren ne sapeva altrettanto quasi dall'inizio. Questo
 l'aveva portata a credere che Garth conoscesse picose di quanto
 diceva. Se ne era convinta dopo un po' di tempo.
 Eppure Garth non voleva ammetterlo quando lei insisteva sulla
 faccenda. Si limitava a scuotere la testa e, a segni, faceva capire
 che lei aveva bisogno di abilitspeciali, poichera orfana e sola, e
 doveva essere piforte e piscaltra degli altri. Diceva cos ma
 rifiutava di dare spiegazioni.
 D'un tratto si accorse che aveva finito di mangiare e che la stava
 guardando. Il volto temprato e incorniciato dalla barba non era pi
 nascosto nell'ombra. Poteva distinguerlo in ogni suo tratto e leggervi
 con chiarezza. Vide la preoccupazione impressa sulla fronte, la
 gentilezza rispecchiarsi negli occhi. Avvertla determinazione
 dappertutto. Era strano, pens ma egli era sempre stato capace di
 trasmetterle con uno sguardo pidi quanto gli altri riuscissero a
 fare con un sacco di parole.
 俏on mi piace essere braccata in questo mododisse, a segni. 俏on mi
 piace dover aspettare per scoprire cosa sta accadendo.
 Egli annu con i grandi occhi scuri espressivi.
 非eve avere a che fare con gli Elfiaggiunse d'impulso. 俏on so
 perchsento che cos ma lo sento. Ne sono sicura.
 "Allora dovremmo sapere qualcosa tra poco", le rispose lui.
 侶uando raggiungeremo le caverne dei Rocaggiunse Wren annuendo. 俟
 Perchallora sapremo se l'Addershag ha detto la verit se vero che
 esistono ancora gli Elfi.
 "E forse vorrsaperlo anche ciche ci segue".
 Lei abbozzun sorriso. Si guardarono in silenzio per un attimo,
 soppesando quanto vedevano ciascuno negli occhi dell'altro, pensando
 all'eventualitdi quanto li attendeva.
 Poi Garth si alze indicil bosco. Presero la loro roba e tornarono
 sotto il salice. Dopo essersi sistemati alla base del tronco,
 distesero le stuoie da campo e si avvolsero nei loro mantelli.
 Nonostante la stanchezza, Wren si offrper il primo turno di guardia,
 e Garth accett Si avvolse nel mantello, poi si stese accanto a lei e
 si addormentnel giro di pochi secondi.
 Wren lo sentrespirare pilentamente, poi prestattenzione ai
 rumori della notte in lontananza. In cima alla scarpata tutto era
 tranquillo, uccelli e insetti erano immobili, il vento era diventato
 un sussurro, e l'oceano un tranquillo, lontano mormorio. Qualunque
 fosse la cosa impegnata nel dare loro la caccia, sembrava molto
 distante. Era un'illusione, si disse, e divenne ancora piguardinga.
 Toccil sacchetto con le presunte Pietre Magiche che portava sul
 petto. Era il suo portafortuna, pens un amuleto per tenere lontano
 il male, per proteggerla dal pericolo, e farla passare immune
 attraverso ogni prova che avrebbe affrontato. Tre ciottoli dipinti,
 simbolo di una magia che un tempo era stata vera ma che adesso era
 scomparsa, come gli Elfi, come il loro passato. Si chiese se fosse
 possibile recuperarne un po'.
 E perfino se fosse il caso.
 Si appoggial tronco del salice guardando fisso nel buio della notte,
 cercando invano una risposta alle sue domande.
 3.
 Il mattino dopo, al sorgere del sole, Wren e Garth ripresero il
 cammino verso sud, alla ricerca delle caverne dei Roc. A spingerli era
 soltanto la fede, infatti nonostante avessero percorso lunghi tratti
 della costa, nessuno dei due si era imbattuto in caverne grandi
 abbastanza da essere quelle che stavano cercando, navevano trovato
 traccia dei Roc. Entrambi avevano sentito parlare di questi uccelli
 leggendari, creature dalle grandi ali che un tempo li avevano
 trasportati. Ma quei racconti erano solo storie da bivacco, narrate
 per passare il tempo e rievocavano immagini di esseri che avrebbero
 potuto esistere, ma che forse non erano mai esistiti. Naturalmente,
 c'era chi diceva di averli visti, come per ogni mostro delle fiabe. Ma
 nessuno era credibile. Al pari degli Elfi, sembrava che i Roc fossero
 invisibili.
 Tuttavia, non era necessario che ci fossero i Roc perchesistessero
 gli Elfi. L'avvertimento che l'Addershag aveva dato a Wren avrebbe
 potuto avverarsi in ogni caso. Dovevano soltanto scoprire le caverne,
 con o senza i Roc, accendere il fuoco che avrebbe funzionato da
 segnale, e aspettare tre giorni. A quel punto avrebbero saputo la
 verit Era molto probabile che la veritli avrebbe delusi,
 naturalmente, ma giacchentrambi ammettevano e accettavano tale
 possibilit non c'era ragione di non continuare a cercare. La loro
 unica concessione alle previsioni sfavorevoli stava nel fatto che
 avevano deciso espressamente di non parlarne.
 La giornata comincilimpida e tersa, col cielo azzurro e sereno, e
 l'alba si annunciava con un forte chiarore all'orizzonte orientale sul
 quale si disegnava il profilo delle montagne col loro rilievo desolato
 e accidentato. L'aria era piena del profumo del mare e della foresta
 che si mescolavano, mentre dai rami degli alberi si sentivano cantare
 gli storni e i tordi beffeggiatori. Il sole scaccirapidamente il
 freddo della notte e intiepidla terra. All'interno il caldo si
 faceva sentire con forza, pesante e soffocante laddove le montagne lo
 intrappolavano, e bruciava senza tregua l'erba delle pianure e delle
 colline riducendo il paesaggio a un color bruno polveroso come ogni
 estate, ma sulla costa l'aria continuava a essere fresca e piacevole
 grazie a una brezza che soffiava costante dal mare. Wren e Garth
 tennero i cavalli al passo, lungo i sentieri costieri stretti e
 tortuosi che attraversavano le scogliere e le spiagge che
 fronteggiavano le montagne orientali. Non avevano fretta, avevano
 tutto il tempo che volevano per raggiungere la loro meta.
 C'era abbastanza tempo per essere prudenti nell'attraversare questo
 paese sconosciuto, e anche per tenere d'occhio la loro ombra nel caso
 li stesse ancora seguendo.
 Ma decisero di non parlare neppure di questo.
 La scelta di tacere, tuttavia, non impediva a Wren di pensarci. Si
 trovintenta a considerare che cosa potesse mai essere quella cosa
 che li seguiva, mentre con la mente libera di vagare cavalcava
 guardando la vasta distesa dello Spartiacque Azzurro lasciando che il
 cavallo andasse dove voleva. I suoi sospetti pipessimistici la
 mettevano in guardia facendole ritenere che ciche seguiva le loro
 tracce era qualcosa di simile a ciche aveva braccato Par e Coll nel
 loro viaggio da Culhaven a Pietra del focolare quando erano andati
 alla ricerca di Walker Boh, una cosa simile allo Gnawl. Ma in che modo
 poteva perfino uno Gnawl non farsi assolutamente vedere come era
 riuscita a fare la loro ombra? Come era possibile che una cosa che era
 sostanzialmente un animale riuscisse sempre a trovarli quando ce
 l'avevano messa tutta per seminarla? Sembrava piprobabile che a
 inseguirli fosse un essere umano, dotato di astuzia, intelligenza e
 abilitumane; magari un Cercatore, mandato da Rimmer Dall, una sorta
 di Battitore di straordinaria abilit o addirittura un sicario,
 benchavrebbe dovuto essere qualcosa di pidi tutto ciper riuscire
 a non farsi seminare da loro.
 Era anche possibile che chiunque li stesse seguendo lnel buio non
 fosse affatto un nemico, ma qualcos'altro. 隹miconon poteva essere
 certo la parola giusta, immagin ma forse qualcuno che aveva uno
 scopo simile al loro, qualcuno interessato agli Elfi, qualcuno che...
 Si ferm Qualcuno che insisteva nel rimanere nascosto, pur sapendo
 che Garth e lei si erano accorti di essere seguiti? Qualcuno che
 continuava a fare il gioco del gatto e del topo con loro, cos
 ostinatamente?
 I suoi sospetti peggiori riemersero facendole accantonare le altre
 possibilit
 Verso mezzogiorno avevano raggiunto i margini settentrionali
 dell'Irrybis. Le montagne si dividevano in due direzioni, la catena
 pialta volgeva a est parallelamente allo Sperone di Roccia e
 comprendeva il Wilderun, quella pibassa correva a sud lungo la costa
 che essi stavano seguendo. Gli Irrybis costieri erano ricoperti da una
 fitta foresta ed erano meno impervi, sparsi a gruppi lungo lo
 Spartiacque Azzurro, davano vita a vallate e a catene, e formavano
 passi che collegavano l'interno collinoso con le spiagge.
 Ciononostante, l'andatura rallentperchi sentieri non erano piben
 definiti, anzi spesso sparivano del tutto per lunghi tratti. A volte
 le montagne arrivavano fino all'acqua, sparendo in dirupi invalicabili
 che costringevano Wren e Garth a tornare indietro per cercare un altro
 percorso. Il loro cammino era bloccato anche da grandi distese di
 foreste che li obbligavano a spostarsi. Ogni tanto dovevano
 allontanarsi dalle spiagge e salire sui passi delle montagne dove il
 terreno era pilibero e accessibile. Si facevano strada a fatica,
 lentamente, guardando il sole che si spostava verso ovest fino a
 inabissarsi nel mare.
 La notte passsenza imprevisti, si svegliarono di nuovo all'alba e si
 rimisero in cammino. Il freddo del mattino lasciil posto al calore
 del mezzogiorno. Le brezze dell'oceano che avevano rinfrescato il
 giorno precedente si avvertivano di meno sui passi, e Wren si accorse
 di sudare abbondantemente. Ravviall'indietro i capelli arruffati, si
 legun fazzoletto attorno alla testa, si bagnla faccia, e si sforz
 di pensare ad altro. Passin rassegna i suoi ricordi di bambina a
 Valle d'Ombra, cercando di rammentare ancora una volta i suoi
 genitori. Come sempre, si accorse di non riuscirci. Ciche ricordava
 era vago e frammentario: brani di conversazione, brevi momenti fuori
 dal tempo, oppure parole o espressioni fuori da un preciso contesto.
 Tutto cipoteva essere attribuito con altrettanta facilitai
 genitori di Par come ai suoi. C'era qualcosa che risaliva ai suoi
 genitori, o era tutto riferibile a Jaralan e a Mirianna Ohmsford? Li
 aveva mai conosciuti realmente i suoi genitori? Erano mai stati con
 lei a Valle d'Ombra? Cosle avevano detto. Le era stato detto che
 erano morti. Ma lei non ne serbava il ricordo. Come mai? Perchnon le
 era rimasto nulla di loro?
 Si volse verso Garth con una certa irritazione che si rifletteva nei
 suoi occhi. Poi guarddi nuovo lontano. senza cercare spiegazioni.
 A mezzogiorno si fermarono per mangiare e ripresero il viaggio. Wren
 fece a Garth qualche domanda sulla loro ombra. Li stava ancora
 seguendo? Si era accorto di qualcosa? Garth si strinse nelle spalle e
 le fece capire a segni che non era picossicuro e che non si fidava
 pidi se stesso in proposito. Wren aggrottle sopracciglia dubbiosa,
 ma Garth non disse nient'altro, la sua faccia scura rimase
 imperscrutabile.
 Il pomeriggio trascorse nella traversata di una cresta montuosa sulla
 quale un anno prima aveva imperversato un furioso incendio che aveva
 spianato il terreno in modo cosuniforme da lasciare soltanto i ceppi
 anneriti del vecchio bosco e i primi germogli verdi del nuovo.
 Dall'alto della cima della cresta Wren poteva rivolgere indietro lo
 sguardo per miglia e miglia, senza che nulla ostacolasse la vista. Non
 c'era un posto in cui la loro ombra si potesse nascondere, non c era
 spazio che potesse percorrere senza essere vista. Wren la cerc
 attentamente ma non scorse nulla.
 Eppure non riusciva a liberarsi dalla sensazione che stesse ancora
 alle loro spalle.
 Al cadere della notte si ritrovarono sull'orlo di una scogliera alta e
 stretta che scendeva a picco nel mare. Sotto il sentiero appena
 percorso le onde dello Spartiacque Azzurro si frangevano con un suono
 cupo contro la falesia, e gli uccelli marini volteggiavano e
 stridevano sopra la schiuma bianca. Si accamparono in un boschetto di
 ontani, vicino al punto in cui dalla viva roccia sgorgava un ruscello
 che fornloro l'acqua potabile. Con grande sorpresa di Wren, Garth
 accese un fuoco cospoterono mangiare un pasto caldo. Quando Wren gli
 lanciuno sguardo di traverso, il gigante Rover alzla testa e fece
 capire che se l'ombra li stava ancora seguendo, doveva essere in
 attesa. Per il momento non avevano nulla da temere. Wren non ne era
 cossicura, ma Garth sembrava fiducioso, per cui lei lascicadere la
 cosa.
 Quella notte sognsua madre, la madre che non riusciva a ricordare e
 che non era sicura di avere mai conosciuto. Nel sogno la madre non
 aveva nome. Era una donna piccola e vivace, con i capelli biondo
 cenere di Wren e gli occhi nocciola intenso, la faccia cordiale e
 aperta, ma esprimeva preoccupazione. Le diceva: 俘icordati di me
 Wren non poteva ricordarsi di lei, naturalmente; non aveva nulla che
 gliela ricordasse. Eppure la madre continuava a ripetere quelle
 parole.
 Quando si svegli le erano rimasti impressi l'immagine del volto
 della madre e il suono della sua voce. Garth non sembraccorgersi del
 suo turbamento. Si vestirono, fecero colazione, prepararono i bagagli,
 e si misero di nuovo in marcia, mentre il ricordo del sogno svaniva a
 poco a poco. Wren comincia chiedersi se per caso il sogno non
 potesse rappresentare il rinascere di una veritche aveva in qualche
 modo tenuta sepolta per anni. Forse era davvero sua madre quella che
 aveva sognato, il volto della madre di cui si era ricordata dopo tanti
 anni. Esitava a crederci, ma al tempo stesso era riluttante a non
 farlo.
 Cavalcava in silenzio, cercando invano di decidere quale scelta
 avrebbe finito per farle pimale.
 La metmattinata arrive se ne and e il caldo si fece oppressivo.
 A mano a mano che il sole si alzava dietro il profilo delle montagne,
 le brezze provenienti dall'oceano si attenuavano fino a svanire del
 tutto. L'aria diventimmobile. Wren e Garth procedettero a piedi per
 far riposare i cavalli, seguendo la scogliera finchscomparve
 completamente e si trovarono in un sentiero roccioso che si
 arrampicava verso un'enorme massa rupestre. Gocce di sudore
 imperlavano la pelle e poi si asciugavano mentre essi camminavano, i
 piedi cominciarono a stancarsi e a dolere. Gli uccelli marini erano
 scomparsi, erano andati ad appollaiarsi in attesa del fresco della
 sera, quando sarebbero usciti di nuovo in cerca di pesci. La terra e
 la sua vita nascosta erano avvolte da un silenzio crescente. L'unico
 rumore che si sentiva era il pigro frangersi delle onde dello
 Spartiacque Azzurro contro le rive rocciose, con una cadenza lenta e
 affaticata. Lontano all'orizzonte cominciarono ad accumularsi le
 nuvole, scure e minacciose. Wren lanciun'occhiata a Garth. Ci
 sarebbe stata una tempesta prima di notte.
 Il sentiero che seguivano continuava a salire serpeggiando verso la
 sommitdella falesia. Gli alberi sparivano, dapprima l'abete rosso,
 quello bianco e il cedro, poi perfino le piccole, flessibili distese
 di ontani. La roccia era nuda ed esposta al sole, irradiando calore in
 dense e monotone ondate. A Wren comincia confondersi la vista, e si
 fermun momento per far asciugare il fazzoletto con cui si era
 fasciata la testa. Garth si girper aspettarla, impassibile. Quando
 lei fece un cenno con il capo, si affrettarono di nuovo, ansiosi di
 porre fine a quell'estenuante scalata.
 Era quasi mezzogiorno quando finalmente ci riuscirono. Il sole era a
 picco sulle loro teste, sembrava incandescente. Le nuvole che prima
 avevano cominciato ad addensarsi stavano ora avanzando rapidamente
 verso terra, e c'era una quiete nell'aria che si poteva toccare. Fermi
 in cima al sentiero Wren e Garth si guardarono attorno perplessi. Si
 trovavano al bordo di un altipiano soffocato da spessi fili d'erba e
 punteggiato da gruppi di alberi nodosi, piegati dal vento che
 sembravano appartenere a una varietdi abete. La pianura si stendeva
 a sud tra gli alti picchi e l'oceano fin dove l'occhio riusciva a
 vedere, una vasta, diseguale sequenza di spianate su cui l'aria afosa
 incombeva fosca e immobile.
 Wren e Garth si lanciarono uno sguardo affaticato e cominciarono la
 traversata. Su di loro, le nuvole della tempesta si avvicinavano piano
 piano al sole. Finalmente lo avvolsero del tutto e una brezza leggera
 si fece sentire. Il calore si attenue le ombre cominciarono a
 ricoprire la terra, instancabili vagabonde nel persistente bagliore
 della vampa.
 Wren infilin tasca il fazzoletto che aveva attorno al capo e attese
 impaziente il refrigerio.
 Poco dopo scoprirono la vallata, una profonda fenditura della pianura
 che era nascosta finchnon ci si arrivava proprio sopra. Era una
 valle ampia, circa mezzo miglio di larghezza, riparata dai capricci
 delle intemperie da una linea di colline gibbose che si trovavano a
 est e dall'inerpicarsi delle scogliere a ovest, e da ampi boschi di
 alberi che la riempivano da una parte all'altra. Era percorsa da
 ruscelli; Wren poteva sentire il gorgoglio dell'acqua che si
 increspava lungo le rocce e ginei burroni anche dall'alto della
 spianata. Con Garth che faceva strada scesero nella valle, incuriositi
 dalla prospettiva di ciche avrebbero potuto trovarvi. Dopo un po'
 raggiunsero una radura, fittamente ricoperta di erbacce e piccoli
 alberi, ma priva di qualsiasi pianta cresciuta da tempo. Una rapida
 ispezione rivella presenza di macerie di fondamenta di pietra
 sepolte dal sottobosco. I vecchi tronchi erano stati tagliati per fare
 posto alle case. Una volta ci era vissuta della gente, molta gente.
 Wren si guardattorno pensierosa. Era ciche stavano cercando?
 Scosse la testa. Non c'erano caverne, almeno non l ma...
 Non finil pensiero, fece un cenno rapido a Garth, balza cavallo, e
 si diresse verso le scogliere a ovest.
 Uscirono dalla valle e salirono sulle alture che li separavano
 dall'oceano. Le rocce erano praticamente prive di alberi, ma da ogni
 crepaccio e da ogni fessura spuntavano erbe e cespugli. Wren fece in
 modo di raggiungere il punto pialto, una specie di piattaforma che
 sovrastava le scogliere e l'oceano. Quando fu in cima, scese da
 cavallo, e procedette a piedi. Qui la roccia era nuda, un'ampia
 depressione sulla quale sembrava che non potesse crescere nulla. La
 studiper un attimo. Le ricordava una buca per il fuoco, sbiancata e
 ripulita dalle fiamme. Evitdi guardare Garth e si diresse verso il
 bordo della piattaforma. Il vento ora soffiava senza sosta e le
 sferzava il volto con raffiche improvvise mentre lei si sporgeva verso
 il basso. Garth le si avvicinin silenzio. La scogliera cadeva a
 strapiombo. Dalla roccia spuntavano qua e ldei cespugli in una serie
 di gruppi molto fitti. Dei fiorellini blu e gialli facevano capolino,
 curiosamente fuori luogo. Pigi l'oceano rotolava su una spiaggetta
 deserta, con le onde che cominciavano a ingrossarsi a mano a mano che
 la tempesta si avvicinava, trasformandosi in schiuma bianca quando si
 frangevano sugli scogli.
 Wren stette a lungo intenta a scrutare lo strapiombo. Si stava facendo
 buio rapidamente e questo non consentiva di vedere con chiarezza. Le
 ombre ricoprivano tutto, e il movimento delle nuvole creava
 un'altalena di luce sulla superficie della roccia.
 La ragazza Rover aggrottle sopracciglia. C'era qualcosa di sbagliato
 in ciche stava guardando; qualcosa era fuori posto. Non riusciva a
 capire cosa fosse. Si accovaccisui talloni e attese che venisse la
 risposta.
 Finalmente la ebbe. Non c'erano uccelli marini tutt'attorno, neppure
 uno.
 Per un attimo pensa cosa potesse significare, poi si volse verso
 Garth e gli fece segno di aspettare. Si alz corse fino al suo
 cavallo, tirfuori dallo zaino una corda, e tornindietro. Garth la
 osservava incuriosito. Lei gli fece segno in fretta, ansiosamente.
 Voleva che lui la facesse scendere lungo lo strapiombo. Voleva vedere
 cosa c'era lsotto.
 Lavorando silenziosamente, legarono un capo della corda a forma di
 imbracatura sotto le braccia di Wren e l'altro a uno spuntone di
 roccia al bordo della scogliera. Lei controlli nodi e fece un cenno
 con la testa. Dopo essersi legato a sua volta, Garth comincia calare
 piano piano la ragazza oltre il bordo. Wren scendeva con cautela,
 scegliendo accuratamente i punti d'appoggio per le mani e per i piedi.
 Ben presto perse di vista Garth e diede inizio a una serie convenuta
 di strattoni della corda per fargli sapere ciche voleva.
 Il vento, divenuto ancora piforte, si abbattsu di lei, spingendola
 quasi con rabbia. Si tenne attaccata alla superficie della scogliera
 per evitare di essere sbattuta qua e l Le nuvole ricoprirono
 completamente il cielo sopra di lei, accumulandosi le une sulle altre.
 Sporadiche gocce di pioggia cominciarono a cadere.
 Wren digrigni denti. Non le sarebbe piaciuto essere sorpresa dalla
 tempesta mentre si trovava in quella posizione. Doveva portare a
 termine l'esplorazione e risalire in tutta fretta.
 Scese ancora un po' e si trovin un cespuglio. Le spine le
 graffiarono gambe e braccia, e lei cercfuriosamente di liberarsi.
 Con qualche difficolt superato il cespuglio, continua calarsi.
 Lanciando un'occhiata dietro di s ora poteva vedere qualcosa che
 prima non si distingueva: una macchia scura contro la parete. Si
 sforzdi trattenere l'eccitazione. Segnala Garth di allentare la
 corda e scese rapidamente lungo la roccia. La macchia scura si
 avvicin Era pigrande di quanto aveva creduto, un grosso foro nero
 sulla superficie della falesia: Wren scrutnell'oscurit Non
 riusciva a vedere dentro, ma ce n'erano altre, l a poca distanza,
 due, e piin lun'altra, parzialmente oscurata dai cespugli,
 nascosta dalla roccia...
 "Le caverne!"
 Segnalper avere picorda. La corda si allente lei scivol
 lentamente avvicinandosi sempre piall'apertura delle caverne. Scese
 con cautela verso l'oscuritsocchiudendo gli occhi...
 Poi udil rumore, un fruscio, proveniente da sotto e dall'interno
 delle caverne, che la fece trasalire, e per un momento si irrigid
 quasi fosse di ghiaccio. Scrutdi nuovo in basso. Le ombre
 avvolgevano ogni cosa, come se l'oscuritfosse fatta a strati. Non
 riusciva a vedere nulla. Il vento soffiava sibilando, smorzando gli
 altri rumori.
 "Si era sbagliata?"
 Si calancora qualche metro, incerta.
 "L qualcosa..."
 Strattonfreneticamente la corda per fermare la discesa, rimanendo
 sospesa a pochi centimetri dall'apertura buia.
 Il Roc apparve all'improvviso sotto di lei, esplodendo dall'oscurit
 come se fosse stato sparato da una catapulta. Sembrava riempire
 l'aria, con le ali tese contro le onde grigie dello Spartiacque
 Azzurro, attraverso le ombre e le nuvole. Passcosvicino che il
 corpo le sfiori piedi facendola girare su se stessa come un pezzo di
 cotone attorcigliato. Wren si raggomitolistintivamente su se stessa,
 attaccandosi alla corda come se fosse il filo della sua vita,
 rimbalzando contro la ruvida superficie della roccia e lottando per
 non gridare, pregando tutto il tempo che l'uccello non la vedesse. Il
 Roc si levin volo, si allontanignaro della sua presenza o
 trascurandola volutamente, un corpo dalle sfumature dorate con la
 testa colore del fuoco. Sembrava selvaggio e feroce, con le piume
 arruffate, le ali segnate da cicatrici. Si alznei cieli in tempesta
 dirigendosi a ovest e scomparve.
 "Ecco perchnon ci sono uccelli marini qui attorno", si disse Wren a
 conferma di quanto aveva visto prima, terrorizzata dalla paura.
 Rimase paralizzata, sospesa contro la parete della falesia per lunghi,
 interminabili istanti, aspettando per accertarsi che il Roc non
 tornasse, poi, con cautela, diede uno strattone alla corda e si fece
 tirare in salvo da Garth.
 Subito dopo comincia piovere. Garth l'avvolse nel suo mantello e la
 riaccompagnin tutta fretta nella vallata dove trovarono temporaneo
 riparo in un bosco di abeti. Lui accese un fuoco e preparuna zuppa
 per riscaldarla. Wren continua tremare dal freddo per molto tempo,
 rabbrividendo al ricordo del pericolo corso, sospesa inerme laggi
 mentre il Roc prendeva il volo, cosvicino da poterla ghermire,
 portarsela via e farla finita con lei. Era intontita. Nella discesa
 aveva pensato di trovare le caverne dei Roc, ma non si era mai
 immaginata di trovarci anche i Roc.
 Dopo essersi riavuta abbastanza da potersi muovere di nuovo, quando la
 zuppa le ebbe riscaldato lo stomaco, comincia parlare con Garth.
 俟e ci sono i Roc, potrebbero esserci anche gli Elfidisse,
 traducendo con le dita 青osa ne pensi?
 Garth fece una smorfia. "Penso che stavi per ammazzarti".
 俠o soammise lei di malavoglia. 促ossiamo lasciar perdere questo per
 il momento? Mi sento abbastanza sciocca.
 "Bene", fece capire Garth impassibile.
 俟e l'Addershag aveva ragione sulle caverne dei Roc, non credi che ci
 sia qualche probabilitche avesse ragione anche sugli Elfi?continu
 sicura Wren. 侵o credo di s Credo che qualcuno verrse accendiamo
 un fuoco come segnale. Proprio lasssu quella sporgenza. In quella
 buca. Ne sono stati giaccesi in passato. L'hai visto. Forse questa
 valle un tempo stata la terra degli Elfi. Forse lo ancora. Domani
 accenderemo il fuoco e vedremo cosa succede.
 Wren ignorl'alzata di spalle di Garth e si sistemcomodamente al
 suo posto, stretta nelle coperte, con gli occhi che le brillavano per
 la determinazione. L'incidente del Roc cominciava gia sparire nei
 recessi della sua mente.
 Dormfino a mezzanotte passata, dando il cambio tardi a Garth nel
 fare la guardia, perchegli aveva deciso di non svegliarla. Rimase
 vigile per il resto della notte, tenendo la mente impegnata con i
 pensieri di ciche doveva accadere. Smise di piovere, e sul far del
 giorno tornil caldo, umido e denso. Andarono alla ricerca di legna
 asciutta, la tagliarono in pezzi abbastanza piccoli da poterla
 trasportare, fabbricarono una treggia, e si servirono dei cavalli per
 trasferire la legna tagliata sul bordo della scogliera. Lavorarono
 alacremente nonostante il caldo, attenti a non affaticare troppo se
 stessi e gli animali, riposandosi spesso, e bevendo acqua a
 sufficienza per prevenire i colpi di calore. La giornata continu
 serena e afosa, le piogge erano un lontano ricordo. Di tanto in tanto
 una brezza soffiava dall'acqua ma portava ben poco refrigerio. Il mare
 si estendeva allontanandosi dalla terra in una superficie liscia come
 l'olio che dall'alto della scogliera sembrava piatta e dura come il
 ferro.
 I Roc non si erano fatti pivedere. Garth credeva che fossero uccelli
 notturni, rapaci che preferivano la copertura del buio prima di
 avventurarsi all'aperto. Una o due volte Wren ebbe l'impressione di
 aver sentito il loro richiamo, appena percettibile. Le sarebbe
 piaciuto sapere in quanti si annidavano nelle caverne e se c'erano dei
 piccoli. Ma le bastava essere stata sfiorata una volta da quegli
 uccelli giganti, e si accontentdi lasciare insoddisfatta la sua
 curiosit
 Prepararono il loro falnell'avvallamento sulla sporgenza di roccia
 che sovrastava lo Spartiacque Azzurro. Sul far del tramonto, Garth
 accese gli sterpi con la pietra focaia, e ben presto presero fuoco
 anche i pezzi di legna pigrandi. Le fiamme si alzavano verso il
 cielo con un bagliore rosso e oro contro la luce che svaniva,
 crepitando nel silenzio. Wren guardava soddisfatta. Da quell'altezza,
 il fuoco poteva essere visto per molti chilometri in ogni direzione.
 Se c'era qualcuno a guardare, l'avrebbe individuato senz'altro.
 Consumarono la cena in silenzio, seduti a poca distanza dal fal con
 gli occhi sulle fiamme, le menti altrove. Wren si scopra pensare ai
 suoi cugini, Par e Coll, e a Walker Boh. Si domandava se si fossero
 lasciati convincere, come aveva fatto lei, ad assumere gli incarichi
 di Allanon. Trova la Spada di Shannara, aveva detto l'ombra a Par.
 Trova i Druidi e il perduto Paranor, aveva detto a Walker. E a lei,
 trova gli Elfi scomparsi. Se non l'avessero fatto, se qualcuno dei tre
 non ci fosse riuscito, la visione che aveva loro mostrato, di un mondo
 divenuto sterile e deserto, si sarebbe avverata, e i popoli delle
 varie Razze sarebbero diventati lo zimbello degli Ombrati. Il suo
 volto magro si irrigid e con un gesto assente si ravviun ricciolo
 ribelle. Gli Ombrati: che cos'erano? Cogline aveva parlato di loro,
 riflett senza dire in effetti molto. La storia che aveva raccontato
 quella notte all'Hadeshorn era incredibilmente vaga. Creature
 formatesi nel vuoto lasciato dallo svanire della magia alla morte di
 Allanon. Creature nate dalla dispersione della magia. Che cosa voleva
 dire tutto ci
 Findi mangiare, si alze raggiunse il bordo della scogliera. La
 notte era serena e il cielo pieno di migliaia di stelle, la cui luce
 bianca brillava sulla superficie dell'oceano formando uno scintillante
 tappeto d'argento. Wren si perdette per un attimo nella bellezza di
 quello spettacolo, beandosi nel freddo della sera, momentaneamente
 libera dai suoi picupi pensieri. Quando ritornin s si augurdi
 sapere meglio dove stesse andando. Quella che era stata un tempo
 un'esistenza molto sicura e ordinata era divenuta sorprendentemente
 rischiosa e incerta.
 Tornverso il fuoco e raggiunse Garth che stava sistemando le stuoie
 portate su dalla valle. Dovevano dormire vicino al fuoco e tenerlo
 acceso finchnon fossero passati tre giorni o fosse comparso
 qualcuno. I cavalli erano stati lasciati impastoiati tra gli alberi ai
 margini della valle. Fino a quando non fosse piovuto, avrebbero potuto
 dormire all'aperto senza eccessivi disagi.
 Garth si offrdi fare il primo turno di guardia, e Wren fu d'accordo.
 Si avvolse nelle coperte accanto al calore del fuoco e si sdrai Si
 mise a osservare la danza delle fiamme contro il buio, perduta nel
 loro movimento ipnotico, lasciandosi andare alla deriva. Pensdi
 nuovo a sua madre, al volto e alla voce che aveva nel sogno, e si
 chiese se fossero veri, l'uno o l'altra.
 "Ricordati di me".
 Perchavrebbe dovuto farlo?
 Stava ancora rimuginando quando si addorment
 Si destcon la mano di Garth sulla spalla. L'aveva svegliata
 centinaia di volte, e lei aveva imparato a indovinare il suo stato
 d'animo solo dal tocco della mano. Quel tocco ora le diceva che era
 preoccupato.
 Balzin piedi all'istante, senza pipensare a dormire. Era ancora
 presto; l'aveva notato dando una rapida occhiata al cielo notturno. Il
 fuoco bruciava accanto a loro, il suo bagliore non era diminuito.
 Garth guardava lontano nella notte, indietro, verso la vallata, verso
 il rumore di qualcosa che si avvicinava. Wren lo sentiva arrivare: un
 raschiare, uno sbattere di denti, un rumore di artigli sulla roccia.
 Qualunque cosa fosse, non si preoccupava certo di nascondere la sua
 avanzata.
 Garth si volse verso di lei e le fece segno che fino a pochi istanti
 prima ogni cosa era stata completamente immobile. Il loro ospite
 doveva essersi avvicinato a passi felpati, poi aveva deciso
 diversamente. Wren non fece domande su quanto le stava dicendo. Garth
 sentiva col naso e con le dita e soprattutto col suo istinto. Anche se
 era sordo, ci sentiva meglio di lei. "Un Roc?" azzardlei in fretta,
 ricordando che essi avevano zampe munite di artigli. Garth scosse la
 testa. "Allora forse era quello che l'Addershag aveva promesso che si
 sarebbe fatto vivo?" Garth non rispose. Non doveva farlo. Ciche si
 avvicinava era qualcos'altro, qualcosa di pericoloso...
 Socchiusero gli occhi, e all'improvviso lei cap
 Era la loro ombra, venuta finalmente a rivelarsi.
 Si sentraschiare piforte e pia lungo, come se ciche si
 avvicinava si stesse trascinando. Wren e Garth si allontanarono di
 qualche passo dal fuoco, tentando di mettere un po' di luce tra loro e
 l'ospite e mettersi un po' di buio dietro le spalle.
 Wren cercil lungo pugnale che portava alla cintura. Non era una
 grande arma. Garth afferrla sua lancia temprata da combattimento.
 Lei pensche avrebbe fatto meglio a prendere la sua, ma l'aveva
 lasciata coi cavalli.
 Poi una faccia deforme comparve in piena luce, emergendo dal buio come
 se si liberasse a fatica da qualcosa, seguita da un corpo muscoloso.
 Wren si sentgelare la bocca dello stomaco. Ciche le stava davanti
 era irreale. Aveva l'aspetto di un enorme lupo, col pelo grigio tutto
 arruffato, il muso scuro, e gli occhi che brillavano alla luce del
 fuoco. Ma aveva anche un grottesco aspetto umano. Gli arti anteriori
 erano simili a quelli degli uomini con tanto di mani e dita, sebbene
 fossero completamente ricoperti di pelo, e le dita finivano in artigli
 ed erano deformi e ispessite dai calli. Anche la testa aveva
 un'impronta umana, come se qualcuno le avesse applicato una maschera
 di lupo e l'avesse lavorata come il gesso per farla aderire.
 La testa del mostro ciondolverso il fuoco e poi si allontan gli
 occhi feroci fissi su di loro.
 Cos questa era la loro ombra. Wren respirlentamente. Questa era la
 cosa che li aveva inseguiti senza sosta attraverso le Terre
 dell'Ovest, l'essere che era stato sulle loro tracce per settimane.
 Era stato nascosto tutto quel tempo. Perchsi faceva vedere ora?
 Guardcome ritraeva il muso mettendo a nudo due file di denti
 ricurvi. Gli occhi scintillanti sembrarono illuminarsi. Stava di
 fronte a loro senza emettere alcun suono.
 "Si fatto vedere adesso perchha deciso di ucciderci", pensWren,
 vinta da un subitaneo terrore.
 Garth le lanciuna rapida occhiata, uno sguardo che diceva tutto. Non
 si faceva illusioni su ciche stava per accadere. Fece un passo verso
 la belva.
 All'improvviso essa si scaglicontro di lui, con un affondo che la
 portsopra il gigante Rover quasi senza dargli il tempo di
 raccogliere le forze. Garth ritrasse la testa di scatto appena in
 tempo per evitare che gliela staccasse dalle spalle, fece roteare la
 lancia, e scaraventl'attaccante da un lato. Il mostro dalle
 sembianze di lupo cadde a terra con un rantolo, si rimise in piedi
 agitando confusamente le zampe dotate di artigli, e fece un giro su se
 stesso, digrignando i denti. Anddi nuovo verso Garth, ignorando
 completamente Wren . Questa volta lui era pronto e abbattl'estremit
 della pesante lancia sul corpo nodoso della bestia. Wren udil rumore
 delle ossa frantumate. La cosa-lupo ruzzolvia, si rialzancora e
 comincia camminare in cerchio. Continuava a trascurare la ragazza,
 limitandosi a controllare i suoi movimenti Sembrava avesse deciso che
 Garth costituiva la minaccia maggiore di cui doveva occuparsi per
 primo.
 "Che cosa sei?" avrebbe voluto gridare Wren. "Che razza di cosa sei?"
 La belva si scaglidi nuovo su Garth, avventandosi contro la lancia
 che l'attendeva. Pareva che il dolore non la preoccupasse. Garth la
 scaraventda un lato, e quella tornsubito all'attacco, facendo
 scattare le mascelle. Tornava sempre alla carica, una volta dopo
 l'altra, e nulla di quanto faceva Garth sembrava rallentarne l'impeto.
 Wren si accovaccie stette a osservare, impotente a intervenire senza
 mettere in pericolo il suo amico. La cosa-lupo non le concedeva spazio
 e non le dava la possibilitdi colpire. Ed era veloce, tanto rapido
 da non rimanere a terra pidi un istante, capace di muoversi con una
 grazia fluida che faceva pensare all'agilitdell'uomo e della bestia
 al tempo stesso. Sicuramente nessun lupo si era mai mosso come questo,
 pensWren.
 La battaglia continuava. Entrambi i combattenti erano coperti di
 ferite, ma mentre il sangue di Garth sgorgava dai tagli subiti, le
 lesioni del mostro sembravano rimarginarsi quasi all'istante. Le
 costole rotte avrebbero dovuto fargli perdere velocit avrebbero
 dovuto ostacolarne i movimenti, ma non era cos Il sangue dei suoi
 tagli spariva nel giro di pochi secondi. Sembrava che le sue ferite
 non lo riguardassero, quasi che...
 E d'un tratto Wren ricordla storia che le aveva raccontato Par,
 dell'Ombrato che lui e Coll e Morgan Leah avevano incontrato nel loro
 viaggio a Culhaven, quell'orribile cosa-uomo che si riattaccava il
 braccio reciso come se il dolore non significasse nulla per lui.
 "Questa cosa-lupo era un Ombrato!"
 La scoperta spinse Wren in avanti quasi senza pensare. Si avvicin
 alla bestia brandendo il suo lungo pugnale, furiosa e determinata
 mentre le si scagliava contro. La bestia si volt un'ombra di
 sorpresa si riflesse nei suoi occhi impassibili, momentaneamente
 distratti da Garth. Wren raggiunse la belva contemporaneamente a
 Garth, l'avevano intrappolata in mezzo a loro. Garth le martellava il
 cranio con la lancia, che si spaccava sotto la forza dell'urto. La
 lama di Wren si immerse nel petto villoso, affondando senza incontrare
 resistenza. La bestia fece un balzo in alto e indietro, e per la prima
 volta emise un suono. Lanciun urlo, come una donna colta dalle
 doglie. Poi fece uno scarto improvviso e si buttsu Wren,
 scagliandola a terra. Aveva una forza mostruosa. Lei cadde
 all'indietro, scalciando in continuazione per impedire che i denti
 ricurvi le lacerassero il volto. Il peso della cosa-lupo la salv
 facendola ruzzolare nel buio. Wren si rimise subito in piedi. Il lungo
 pugnale era perduto, affondato nel corpo della bestia. La lancia di
 Garth rotta. Egli stringeva gila spada corta.
 La cosa-lupo tornin luce. Si muoveva senza dolore, senza sforzo, i
 denti scoperti in un ghigno terrificante.
 La cosa-lupo.
 L'Ombrato.
 Wren si rese conto all'improvviso che non sarebbero stati capaci di
 ucciderlo, che sarebbe stato lui a uccidere loro.
 Indietreggirapidamente e si avvicina Garth, in preda a una lucida
 esaltazione, decisa a non perdere la ragione. Egli sguainil suo
 lungo pugnale e glielo pass Lei potudire il rumore ansimante del
 suo respiro. Non fu in grado di volgere lo sguardo verso di lui.
 L'Ombrato tornall'attacco, lanciandosi in avanti con forza.
 All'ultimo momento si diresse verso Garth. Questi affrontla sua
 carica e la devi ma la violenza dell'attacco lo scaraventa terra.
 L'Ombrato gli fu subito addosso, ringhiando. Garth frappose la spada
 tra se il mostro, bloccandogli le mascelle. Garth era piforte di
 qualsiasi uomo Wren avesse mai conosciuto, ma non piforte di questa
 creatura maligna. Si rendeva conto che ormai stava per soccombere.
 "Garth!"
 Wren si scaglicontro la cosa-lupo, conficcando il lungo pugnale nel
 suo corpo. Essa sembrnon farci caso. Lei si aggrappalla belva,
 sforzandosi di spostarla. Sotto, intravedeva la faccia scura di Garth,
 cosparsa di sudore e rigida. Si mise a urlare come una furia.
 Allora l'Ombrato si scosse, e lei fu sbalzata lontano. Rimase
 stordita, disarmata, indifesa. Si rizzsulle ginocchia, accorgendosi
 all'improvviso di bruciare come per il calore di un fuoco. Il bruciore
 era forte - chissda quanto durava - localizzato sul petto. Cominci
 a grattarsi, pensando di avere preso fuoco in qualche modo. Ma si
 accorse che non c'erano fiamme, nulla tranne...
 Istintivamente tirindietro le dita quando incontrarono il sacchetto
 di pelle contenente i sassi dipinti. Era lche sentiva bruciare!
 April sacchetto e quasi senza pensarci rovescii sassi nel palmo
 della mano.
 Immediatamente furono avvolti da un'esplosione di luce, abbagliante,
 terrificante. Si accorse che non poteva lasciarli andare. Il colore
 che ricopriva i sassi scomparve ed essi divennero... Non riusciva a
 pensare la parola, e non c'era tempo per pensare in ogni caso. La luce
 brillava e si raccoglieva come una cosa vivente. Dall'altro lato della
 radura vide la testa di lupo dell'Ombrato rialzarsi. Vide il bagliore
 dei suoi occhi. Lei e Garth potevano avere ancora una possibilitdi
 sopravvivenza, se...
 Agcome d'istinto, dirigendo la luce in avanti solo col pensiero.
 Essa si precipita una velocitspaventosa andando a colpire
 l'Ombrato. Il lupo venne scaraventato lontano da Garth, contorcendosi
 e urlando. La luce lo avvolse completamente, un fuoco dappertutto, che
 bruciava, consumava. Wren tenne la mano protesa, dirigendo il fuoco.
 La magia la terrorizzava, ma lei dominil terrore. L'energia scorreva
 attraverso di lei, oscura ed esaltante al tempo stesso. L'Ombrato
 reag lottando con la luce, cercando affannosamente di liberarsi. Non
 pot Wren urlava trionfante mentre l'Ombrato moriva, guardandolo
 esplodere, ridursi in polvere e scomparire.
 Allora scomparve anche la luce, e lei e Garth rimasero soli.
 4.
 Wren fascirapidamente le ferite di Garth. Non c'erano fratture, ma
 aveva subito una serie di profonde lacerazioni agli avambracci e al
 petto, ed era ricoperto di tagli e di graffi dalla testa ai piedi. Era
 steso per terra mentre lei si inginocchiava su di lui applicando i
 rimedi e le erbe curative che i Rover portavano sempre con s la sua
 faccia scura era calma. Garth era un uomo di ferro. Il grande corpo
 muscoloso si ritrasse una o due volte mentre Wren puliva e fasciava,
 cuciva e legava, ma non fece altro. Sul volto nessun segno del trauma
 e del dolore che aveva sofferto, nli rivelava lo sguardo.
 Per un attimo gli occhi di Wren si riempirono di lacrime, ma lei volse
 il capo per non farsi vedere. Garth era il suo amico picaro, e aveva
 corso il rischio di perderlo.
 Se non fosse stato per le Pietre Magiche...
 E quelle erano Pietre Magiche. Vere Pietre Elfiche.
 "Meglio non pensarci!"
 Si concentrancora di pisu ciche faceva, tenendo a bada l'ansia
 dei suoi pensieri spaventosi. Il falcontinuava a bruciare, le fiamme
 saltellavano nell'oscurit e la legna scoppiettava come se si
 disintegrasse col calore. Agiva in silenzio, ma poteva sentire ogni
 cosa attorno a s- il rombo del fuoco, il sibilo del vento sulle
 rocce, il frangersi delle onde sulla spiaggia, il ronzio degli insetti
 in lontananza nella valle, e il sibilo del proprio respiro. Era come
 se tutti i rumori della notte fossero stati ampliati cento volte, come
 se si fosse trovata in un grande canyon vuoto dove perfino il pi
 lieve sussurro aveva un'eco.
 Findi medicare Garth e per un momento si sentsvenire, mentre uno
 sciame di immagini le danzava davanti agli occhi. Rivide la cosa-lupo
 che era un Ombrato, tutto denti e artigli e ispido pelo. Vide Garth,
 stretto in combattimento col mostro. Vide se stessa accorrere in suo
 aiuto, un vano tentativo. Vide il bagliore del fuoco sparso su di loro
 come sangue. Vide le Pietre Magiche rivivere, abbaglianti di luce
 bianca, con l'antico potere, riempire la notte del loro splendore,
 lanciarsi e colpire l'Ombrato, e bruciarlo mentre lottava per
 liberarsi...
 Cercdi alzarsi ma ricadde indietro. Garth la prese tra le braccia,
 dopo essersi sollevato a fatica sulle ginocchia, e la sistemsul
 terreno. La trattenne per un attimo, cullandola come avrebbe fatto con
 un bambino, e lei lo lascifare, nascondendo il viso contro il corpo
 di lui. Poi si scost respirando lentamente, profondamente per
 riaversi. Quindi si alze anda cercare i loro mantelli, li recuper
 e li portdove Garth stava aspettando. Si avvolsero entrambi per
 proteggersi dal freddo e si sedettero guardandosi fisso negli occhi
 senza dire una parola.
 Alla fine Wren sollevle mani e comincia fare segni. 俟apevi delle
 Pietre Magiche?chiese.
 Lo sguardo di Garth rimase immobile. "No".
 俏on sapevi che erano vere, non sapevi quello che potevano fare,
 nulla?
 "No".
 Lei scrutla sua faccia per un attimo senza muoversi. Poi infiluna
 mano nella sua tunica e ne trasse fuori il sacchetto di pelle che
 portava appeso al collo. Aveva rimesso le Pietre Magiche al loro posto
 quando era corsa in aiuto di Garth. Chissse si erano trasformate di
 nuovo, se erano tornate a essere i sassi dipinti che erano state un
 tempo. Chissche non si fosse in qualche modo sbagliata su ciche
 aveva visto. Capovolse il sacchetto e lo scosse sul palmo della mano.
 Tre lucenti pietre azzurre rotolarono liberamente, non pisassi
 dipinti, ma scintillanti Pietre Magiche, quelle che erano state
 consegnate a Shea Ohmsford da Allanon oltre cinquecento anni prima e
 da allora in poi erano appartenute alla famiglia Ohmsford. Le fiss
 incantata dalla loro bellezza, sgomenta al pensiero di doverle tenere
 lei. Rabbrividnel ricordare il loro potere.
 亮arthsussurr Si mise le Pietre Magiche in grembo. Le sue dita si
 mossero. 俊u devi sapere qualcosa. Sono sicura.LO fui affidata alle
 tue cure. Avevo le Pietre Magiche giallora. Dimmi. Da dove
 provengono realmente?
 "Lo sai gi Te le diedero i tuoi genitori".
 I miei genitori. Provuna fitta di dolore e di frustrazione. 非immi
 di loro, ogni cosa. Ci sono dei segreti. Ci sono sempre stati dei
 segreti. Ora devo sapere. Dimmi.
 Il volto scuro di Garth era immobile mentre lui esitava, poi a segni
 le disse che sua madre era stata una Rover e suo padre era stato un
 Ohmsford. L'avevano portata dai Rover quando era bambina. A lui
 avevano raccontato che l'ultima cosa che fecero prima di partire fu di
 metterle al collo quel sacchetto di pelle con le pietre dipinte.
 俊u non vedesti mia madre. E mio padre?
 Garth scosse la testa. Non era presente quando erano arrivati e al suo
 ritorno erano giandati via. Non ricomparvero mai pi Wren fu
 condotta a Valle d'Ombra per essere allevata da Jaralan e da Mirianna
 Ohmsford. Quando ebbe compiuto cinque anni, i Rover la riportarono
 indietro. Erano rimasti d'accordo coscon gli Ohmsford. Su questo i
 suoi genitori avevano insistito.
 俑a perchinterruppe Wren, sconcertata.
 Garth non lo sapeva. Non gli era mai stato detto neppure chi aveva
 preso l'impegno per conto dei Rover. Lei era stata affidata alle sue
 cure da un anziano della famiglia, un uomo che era morto poco tempo
 dopo. Nessuno gli aveva mai spiegato perchdoveva addestrarla come
 poi fece, gli avevano detto solo quello che doveva fare. Lei doveva
 essere piveloce, piforte, piin gamba, e picapace di
 sopravvivere di chiunque altro di loro. Garth aveva il compito di
 farla diventare tale.
 Wren torna sedersi frustrata. Sapeva gitutto quello che Garth le
 stava dicendo. Glielo aveva raccontato in passato. Strinse le mascelle
 per la rabbia. Doveva esserci qualcos'altro, qualcosa che avrebbe
 potuto darle un indizio sulla sua origine e sul motivo per cui aveva
 le Pietre Magiche.
 亮arthtentdi nuovo, questa volta con insistenza. 青os'che non mi
 hai detto? Qualcosa su mia madre? L'ho sognata, sai. Ho visto il suo
 volto. Dimmi cosa mi stai nascondendo!
 Il gigante rimase impassibile, ma nei suoi occhi si vedeva il dolore.
 Wren fu quasi sul punto di alzarsi per rassicurarlo, ma il suo bisogno
 di sapere le impeddi farlo. Garth la fissa lungo senza rispondere.
 Poi le sue dita segnalarono brevemente.
 "Non posso dirti nulla che tu non possa vedere da te".
 Lei si tirindietro. 青osa vuoi  dire?
 "Tu hai tratti elfici, Wren, pidi qualsiasi Ohmsford. Perchpensi
 che sia cos"
 Lei scosse la testa, incapace di rispondere.
 Garth corrugla fronte. "E' perchi tuoi genitori erano entrambi
 Elfi".
 Wren lo fissava incredula. Non ricordava affatto i genitori come
 persone dall'aspetto di Elfi e di saveva sempre pensato di essere
 semplicemente una ragazza Rover.
 青ome lo sai?chiese, sbalordita.
 "Mi fu detto da uno che li ha visti. Mi fu anche detto che sarebbe
 stato pericoloso per te saperlo".
 亟ppure hai deciso di dirmelo ora?
 Garth si strinse nelle spalle, come per dire: Che differenza fa dopo
 quello che successo? Quanto piin pericolo potrai essere sapendolo?
 Wren annu Sua madre una Rover. Suo padre un Ohmsford. Ma entrambi
 Elfi. Come poteva essere? I Rover non erano Elfi.
 俏e sei sicuro?ripet 亟lfi, non esseri umani con sangue elfo, ma
 Elfi?
 Garth annue disse a segni: "La cosa fu chiarita molto bene".
 A tutti meno che a lei, pensWren. Come facevano i suoi genitori a
 essere Elfi? Nessuno degli Ohmsford era stato Elfo, soltanto di stirpe
 elfa con una certa percentuale di sangue elfo. Questo voleva dire che
 i suoi genitori erano vissuti con gli Elfi? Voleva dire che
 discendevano da loro ed era per questa ragione che Allanon l'aveva
 mandata alla ricerca degli Elfi, perchlei stessa era una di loro?
 Guardlontano, sopraffatta per un momento dalle implicazioni di ci
 che aveva appreso. Vide di nuovo il volto della madre come l'aveva
 vista nel sogno, un volto di ragazza, della razza degli Uomini, non
 degli Elfi. La parte di lei che era elfa, quei caratteri pi
 distintivi, non erano stati evidenti. Oppure le erano semplicemente
 sfuggiti? E che dire del padre? Strano, pens Non era mai sembrato
 molto importante nelle sue meditazioni su ciche poteva essere stato,
 mai come qualcuno di reale, e non aveva la minima idea del perch Per
 lei era senza volto. Era invisibile.
 Guarddi nuovo davanti a s Garth aspettava paziente. 亟 tu non
 sapevi che i sassi dipinti erano le Pietre Magiche?gli chiese per
 l'ultima volta. 俏on sapevi nulla di quello che erano?
 "Nulla".
 E se lei li avesse buttati via? si chiese con un moto di stizza. Che
 ne sarebbe stato allora dei progetti dei suoi genitori, quali che
 fossero, per lei? Ma conosceva la risposta a quella domanda. Lei non
 si sarebbe mai separata dai sassi dipinti, il suo unico legame col
 passato, tutto quello che aveva come ricordo dei genitori. Avevano
 fatto affidamento su quello? Innanzitutto, perchle avevano dato le
 Pietre Magiche? Per proteggerla? Contro che cosa? Gli Ombrati?
 Qualcos'altro? Qualcosa che non esisteva ancora quando lei era nata?
 促erchcredi che mi abbiano dato queste Pietre?chiese a Garth
 sinceramente confusa.
 Garth guardin basso un momento, poi alzdi nuovo lo sguardo. Il suo
 grande corpo si spost "Forse per proteggerti nella tua ricerca degli
 Elfi".
 Wren lo guardfisso, bianca in volto. Non aveva preso in
 considerazione quella possibilit Ma come facevano i suoi genitori a
 sapere che sarebbe andata alla ricerca degli Elfi? Oppure sapevano
 semplicemente che un giorno sarebbe andata alla ricerca delle sue
 origini, che avrebbe insistito per sapere da dove veniva e chi era la
 sua gente?
 亮arth, non capiscoconfess 青he vuol dire tutto ci
 Ma il gigante si limita scuotere la testa e sembrtriste.
 Continuarono a fare la guardia insieme per tutta la notte, uno
 assopito mentre l'altra rimaneva sveglia, finchle luci dell'alba
 illuminarono il cielo a oriente. Allora Garth si addorment
 profondamente fino a mezzogiorno, spossato. Wren sedeva fissando la
 vasta estensione dello Spartiacque Azzurro, meditando sulle
 implicazioni che stavano dietro la sua scoperta delle Pietre Magiche.
 Quelle erano le Pietre Magiche di Shea Ohmsford, si disse. Le aveva
 sentite descrivere abbastanza spesso, aveva ascoltato dei racconti
 sulla loro storia. Esse appartenevano a chiunque le avesse ricevute ed
 erano state date alla famiglia Ohmsford, e poi erano andate perdute,
 cossi credeva. Ma forse non era vero. Forse erano state solo tolte
 dalla circolazione a un certo punto. Era possibile. C'erano stati
 molti Ohmsford dopo Brin e Jair ed erano passati trecento anni durante
 i quali non era stato difficile perdere le tracce della magia, perfino
 di una magia cospersonale e potente come le Pietre Magiche. C'era
 stato un periodo in cui nessuno aveva potuto usarle, ricord Soltanto
 coloro con abbastanza sangue elfo potevano invocare la magia
 impunemente. Wil Ohmsford si era fatto del male in quel modo. Il suo
 uso delle pietre aveva fatto sche assorbisse una parte della loro
 magia. Quando nacquero i suoi figli, Brin e Jair, la magia si era
 trasformata nella canzone del desiderio. Perciforse uno degli
 Ohmsford aveva deciso di riportare le Pietre Magiche a coloro che
 potevano usarle senza pericolo, agli Elfi. Era stato cosche esse
 erano arrivate fino ai suoi genitori?
 Le domande rimanevano, opprimenti, insistenti, e senza possibilitdi
 risposta. Cosa le aveva detto Cogline quando l'aveva incontrata per la
 prima volta al Tirfing e l'aveva convinta ad andare con lui
 all'Hadeshorn per incontrare Allanon? "Non poi tanto importante
 sapere chi tu sia quanto chi tu potresti essere". Stava cominciando a
 vedere come cipoteva essere vero in un modo che non aveva mai
 immaginato.
 Garth si alza mezzogiorno e mangilo stufato di verdure e il pane
 fresco che lei aveva preparato. Era triste e indolenzito, non aveva
 ancora recuperato le forze. Nonostante ci ritenne che fosse
 necessario perlustrare la zona per essere sicuro che non ci fosse in
 giro un altro lupo. Wren non ci aveva pensato. Entrambi avevano
 riconosciuto nel loro aggressore un Ombrato, una cosa che un tempo era
 stata umana e che era diventata in parte un animale, una cosa che
 poteva braccare e cacciare, che poteva nascondersi e avvicinarsi di
 soppiatto, e che poteva pensare come loro e uccidere senza esitazione.
 Non c'era da meravigliarsi se era stato capace di seguirli tanto
 facilmente. Lei aveva ritenuto che fosse venuto solo. Era un'ipotesi
 che non poteva permettersi di fare. Disse a Garth che sarebbe andata
 lei in perlustrazione. Per il momento era piadatta di lui, e aveva
 le Pietre Magiche. Sarebbe stata protetta.
 Non gli disse quanto fosse spaventata dalla magia degli Elfi e come si
 sarebbe sentitin difficoltse avesse dovuto farvi ricorso di nuovo.
 Mentre percorreva la zona a sud e a est, alla ricerca di orme, di
 tracce, o di qualsiasi cosa fuori posto, fidandosi soprattutto
 dell'istinto che l'avvertiva di ogni pericolo, pensava a cosa
 significava essere in possesso di una simile magia. Ricordquando Par
 la prendeva in giro per i suoi sogni, dicendo che aveva lo stesso
 sangue elfo che aveva lui e forse una parte della magia. Lei aveva
 riso. Aveva solo i sassi dipinti, aveva detto. Ricordquando
 l'Addershag le aveva toccato il petto dove le Pietre Magiche erano
 appese dentro il sacchetto di pelle e l'urlo spontaneo che aveva
 lanciato 俑agia! Allora non aveva neppure pensato ai sassi dipinti.
 Per tutta la vita era stata a conoscenza dell'ereditdegli Ohmsford,
 della magia che era appartenuta a loro quali discendenti della casa
 elfa di Shannara. Eppure non aveva mai pensato di dover ricorrere
 personalmente alla magia, nl'aveva mai desiderato. Ora la magia era
 sua, come le Pietre Magiche, e cosa doveva farne? Non voleva avere la
 responsabilitdelle Pietre ndella loro magia. Non voleva nulla di
 quell'eredit Essa era una sorta di macina che l'avrebbe trascinata
 con s Lei era una Rover, nata e cresciuta libera, e questo era
 quanto sapeva ed era contenta di essere, nient'altro. Aveva accettato
 i suoi tratti elfi senza domandarsi cosa potessero implicare. Essi
 erano una parte di lei, ma una parte minore, e non contavano nulla
 rispetto alla Rover che era. Si sentiva come se fosse stata messa
 sottosopra dalla scoperta delle Pietre Magiche, come se la magia,
 entrando nella sua vita, gliela stesse in qualche modo togliendo e la
 stesse facendo diventare un'altra. La sensazione non le piaceva. Non
 ci teneva affatto a essere trasformata in una persona diversa.
 Riflettsul suo disagio per tutta la giornata e non era affatto
 prossima a superarlo quando tornal campo. Il falera come una guida
 luminosa e lei seguil suo bagliore per ritornare da Garth. Era in
 ansia per lei, gli si leggeva negli occhi. Ma non disse nulla, mentre
 le passava da mangiare e da bere e si rimetteva a sedere lentamente
 per guardarla. Lei gli disse che non aveva trovato nessuna traccia di
 altri Ombrati. Non gli disse che stava cominciando a ripensare a tutta
 la faccenda. In precedenza, una volta si era chiesta, proprio
 all'inizio, quando aveva deciso che avrebbe cercato di sapere qualcosa
 di se stessa, che cosa sarebbe accaduto se non le fosse piaciuto ci
 che avrebbe scoperto? Allora aveva scartato questa possibilit Ora
 temeva di aver fatto un grossissimo errore.
 La seconda notte trascorse senza novit Mantennero il falsempre
 acceso, alimentandolo con altra legna a mano a mano che si consumava,
 e aspettando pazientemente. Un altro giorno comincie finsenza che
 si facesse vivo nessuno. Scrutavano i cieli e la terra da un orizzonte
 all'altro, ma non c'era alcuna traccia. All'imbrunire erano entrambi
 infastiditi. Garth, le cui ferite superficiali erano ormai guarite
 mentre quelle piprofonde cominciavano a rimarginarsi, andava avanti
 e indietro per il campo come un animale in gabbia, rifacendo di
 continuo azioni senza senso per evitare di doversi sedere. Wren stava
 seduta per evitare di camminare avanti e indietro. Dormirono pi
 spesso che poterono, riposandosi perchne avevano bisogno e anche
 perchcosfacevano qualcosa. Wren comincia dubitare
 dell'Addershag, a diffidare delle sue parole. Per quanto tempo la
 vecchia era stata prigioniera di quegli uomini, incatenata e rinchiusa
 nella cantina? Forse la memoria l'aveva ingannata in qualche modo.
 Forse si era confusa. Ma non le era sembrata nindebolita nconfusa.
 Le era sembrata pericolosa. E che dire dell'Ombrato che li aveva
 seguiti in lungo e in largo nelle Terre dell'Ovest?
 Per tante settimane si era nascosto, tenendosi a distanza. Poi era
 uscito allo scoperto per annientarli. Non era ragionevole presumere
 che la sua comparsa fosse stata provocata da ciche li vedeva fare,
 poichriteneva che il falrappresentasse una minaccia e quindi
 doveva essere fermato? Perchmai altrimenti avrebbe dovuto scegliere
 quel momento per colpire?
 "Percinon darti per vinta", continuava a ripetersi Wren, e le sue
 parole erano una litania di speranza per impedire che la fiducia
 venisse meno del tutto. "Non mollare".
 Anche la terza notte pass un'ora dopo l'altra. Si diedero il cambio
 spesso nel fare la guardia perchormai nessuno dei due riusciva pia
 dormire a lungo senza svegliarsi. Anzi, spesso fecero la guardia
 insieme, agitati, ansiosi, preoccupati. Continuarono a gettare legna
 secca nel fuoco e a guardare le fiamme che danzavano nella notte.
 Guardarono fissamente il nero vuoto al di sopra dello Spartiacque
 Azzurro. Vagliarono i suoni della notte e i loro pensieri sparsi.
 Non succedeva nulla. Non arrivava nessuno.
 Si stava avvicinando il mattino quando Wren si assopsuo malgrado,
 durante l'ultima ora del suo turno di guardia. Era ancora seduta, con
 le gambe incrociate, le braccia accanto alle ginocchia, e la testa
 ciondoloni in avanti. Sembrcome se fosse passato solo qualche
 momento quando si sveglidi nuovo con uno scatto. Lanciuno sguardo
 attorno circospetta. Garth dormiva a poca distanza, avvolto nel suo
 ampio mantello. Il fuoco continuava a bruciare furiosamente. La terra
 era coperta da una coltre di ombre e di mezze luci, punteggiata di
 brina, l'alba era appena un debole chiarore argenteo sull'orlo delle
 montagne a oriente. A occidente brillavano ancora le stelle sparse,
 benchla luna fosse tramontata da tempo. Wren si alzsbadigliando.
 Da sopra l'oceano si stavano avvicinando delle nubi, basse, scure...
 Trasal Vedeva anche qualcos'altro, scerto, qualcosa di pinero e
 piveloce, proveniente dall'oscurite che si dirigeva verso la
 scarpata, puntando direttamente su di lei. Battle palpebre per
 essere sicura, poi arretrin fretta e si piegsu Garth. Il grande
 Rover fu in piedi in un attimo. Insieme volsero lo sguardo sullo
 Spartiacque, per osservare quella cosa nera che prendeva forma. Era un
 Roc - se ne resero conto dopo qualche secondo - che volava in
 direzione del fuoco come una falena attirata dalle fiamme. Passsulla
 scogliera e si allontandi nuovo, il suo contorno era appena visibile
 nella luce ancora debole. Li sorvoldue volte, come se scrutasse
 attentamente cosa c'era sotto di lui. Wren e Garth guardavano in
 silenzio, incapaci di fare nient'altro.
 Alla fine il Roc scese in picchiata su di loro, il corpo massiccio
 sibilsopra le loro teste, cosvicino che avrebbe potuto ghermirli
 con i grandi artigli. Wren e Garth si appiattirono contro le rocce per
 ripararsi e stettero a guardare l'uccello che si posava tranquillo sul
 bordo della scogliera: una creatura gigantesca dal corpo nero, la
 testa scarlatta come il fuoco e ali pigrandi di quelle dell'uccello
 al quale Wren era riuscita a sfuggire per un soffio qualche giorno
 prima.
 Wren e Garth si alzarono e si scrollarono la terra di dosso.
 C'era un uomo seduto a cavallo del Roc, legato a una bardatura di
 cuoio tramite delle cinghie. Lo osservarono mentre le allentava e
 scivolava cauto a terra. Rimase accanto all'uccello e li scrutper un
 momento, poi si mosse verso di loro. Era piccolo e curvo, indossava
 una tunica, pantaloni, stivali, e guanti di pelle. Camminava con
 un'andatura stranamente ondeggiante, come se non fosse ancora del
 tutto a suo agio sulla terra. I tratti erano elfi, snelli e aguzzi, e
 la faccia solcata da profonde rughe. Non aveva la barba, i capelli
 castano scuri erano tagliati corti e spruzzati di grigio. Due fieri
 occhi neri li guardavano di sottecchi con allarmante rapidit
 Si ferma qualche metro da loro.
 隹vete acceso voi quel fuoco?domand La sua voce era acuta e aspra,
 irritata.
 俟儢 rispose Wren.
 促erchlo avete fatto?
 促erchmi stato detto.
 隹h, cos Chi te l'ha detto, se non sono troppo indiscreto?
 俏o, niente affatto. Mi stato detto di accenderlo dall'Addershag.
 Le palpebre dell'uomo batterono a velocitdoppia. 非a che cosa?
 俗na vecchia, una veggente con la quale ho parlato al Grimpen Ward. Si
 chiama Addershag.
 L'omino borbott 亮rimpen Ward. Uh! Nessuno che sia sano di mente va
 in quel posto.Strinse le labbra 雨ene, perchmai questa Addershag
 ti ha detto di accendere il fuoco, eh?
 Wren sospirspazientit Aveva aspettato tre giorni che venisse
 qualcuno ed era ansiosa di sapere se questo tipetto dal viso grinzoso
 era la persona che aveva atteso. 促ermettimi di chiederti prima
 qualcosarispose. 信ai un nome?
 Lui aggrottancora di pile sopracciglia. 促otrei. Perchnon mi
 dici prima il tuo?
 Wren si mise le mani sui fianchi in un gesto di sfida. 俑i chiamo Wren
 Ohmsford. Questo il mio amico Garth. Siamo Rover.
 隹h, dunque cos Siete Rover?L'omino sogghigncome se avesse
 avuto un pensiero divertente. 青'anche qualcosa di Elfo in te, si
 vede.
 隹nche in terispose lei. 青ome ti chiami?
 俊iger Ty. Almeno, cosmi chiamano tutti. Benissimo, ora, Miss Wren.
 Ci siamo presentati e salutati. Cosa stai facendo qui, nonostante
 l'Addershag e quant'altro? Perchavete acceso quel fuoco?
 Wren sorrise. 亭orse per far venire qui te e il tuo uccello, se sei
 quello che puportarci dagli Elfi.
 Tiger Ty borbottqualcosa e sput 侶uell'uccello un Roc, Miss
 Wren. Si chiama Spirit. Il migliore di tutti, sicuro. E di Elfi non ce
 ne sono. Lo sanno tutti.
 Wren annu 俏on proprio tutti. Qualcuno pensa che gli Elfi ci siano.
LO sono stata mandata per vedere se vero. Tu e Spirit potete
 aiutarci?
 Ci fu un lungo silenzio, mentre Tiger Ty faceva assumere alla sua
 faccia una dozzina di espressioni diverse. 亮rande e grosso, il tuo
 amico Garth, no? Vedo che gli comunichi con le mani quello che stiamo
 dicendo. Scommetto che ci sente meglio di noi, fa il finto tonto.Si
 interruppe. 青hi sei, Miss Wren, per voler sapere se ci sono gli Elfi
 o meno?
 Glielo disse, ormai sicura che era colui per il quale avevano acceso
 il fale che stava attento a ciche poteva rivelare finchnon
 avesse scoperto con chi aveva a che fare. Gli raccontle sue origini,
 dichiarando di essere figlia di un Elfo e di una Rover, in cerca di
 qualche legame col suo passato. Gli parldell'incontro con l'ombra di
 Allanon e dell'incarico ricevuto dal Druido di andare alla ricerca
 degli Elfi scomparsi, scoprire cosa fosse successo di loro, e farli
 rientrare nel mondo degli Uomini, affinchpotessero partecipare alla
 battaglia contro gli Ombrati.
 Non disse nulla delle Pietre Magiche. Non era ancora disposta ad
 affidare a chiunque quell'informazione.
 Tiger Ty si muoveva e si agitava parlando il suo volto cambiava
 espressione di continuo. Sembrava incurante di Garth, la sua
 attenzione era tutta concentrata su Wren. Non portava armi, tranne un
 lungo pugnale, ma con Spirit che faceva la guardia, Wren si disse che
 non ne aveva bisogno. Il Roc era evidentemente il suo protettore.
 俟ediamocidisse Tiger Ty quando lei ebbe finito, togliendosi i
 guanti di pelle. 隹vete niente da mangiare?
 Si sedettero accanto al falormai dimenticato, e Wren tirfuori
 della frutta secca, un po' di pane, e un po' di birra. Mangiarono e
 bevvero in silenzio, Wren e Garth si scambiarono un'occhiata ogni
 tanto mentre Tiger Ty li ignorentrambi, tutto preso dal cibo.
 Quando ebbero finito, Tiger Ty sorrise per la prima volta. 俗n
 bell'inizio per la giornata, Miss Wren. Grazie tante.
 Lei annu 俏on c'di che. Ora dimmi, il nostro fuoco era destinato a
 te?
 La faccia coriacea si corrug 亟bbene, dipende. Lascia che ti chieda,
 Miss Wren. Sai qualcosa dei Cavalieri Alati?
 Wren fece di no con la testa.
 促erchquello che sono iospiegl'altro. 俗n Cavaliere Alato. Uno
 che vola per le vie del cielo, un guardiano della costa delle Terre
 dell'Ovest. Spirit il mio Roc, addestrato da mio padre, affidato a
 me quando sono stato grande abbastanza. Un giorno sardi mio figlio,
 se ne sardegno. C'qualche problema in proposito proprio adesso.
 Quello scriteriato continua a volare dove non dovrebbe. Non dretta a
 ciche gli dico. Impulsivo. In ogni modo, i Cavalieri Alati hanno
 fatto volare i loro Roc lungo lo Spartiacque Azzurro per centinaia di
 anni. Proprio questo posto qui - e lagginella vallata - un tempo era
 la nostra patria. Si chiamava Wing Hove. Era all'epoca del Druido
 Allanon. Vedi, qualcosa so.
 青onosci il nome Ohmsford?chiese Wren d'impulso.
 青'era una storia su un Ohmsford diverse centinaia di anni fa, quando
 gli Elfi combatterono i demoni liberati dalla CittProibita. Si
 racconta che anche i Cavalieri Alati combatterono in quella guerra. Ma
 mi hanno detto che c'era un Ohmsford. Un tuo parente?
 俟儢 rispose lei. 非i dodici generazioni fa.
 Egli annupensieroso. 青ossei tu, vero? Una figlia della casa di
 Shannara?
 Wren annu 青redo che sia per questo che sono stata mandata alla
 ricerca degli Elfi.
 Tiger Ty la guarddubbioso. 侵 Cavalieri Alati sono Elfi, saidisse
 guardingo. 俑a noi non siamo quelli che stai cercando. Gli Elfi che
 cerchi sono Elfi Terrestri, non Elfi Celesti. Capisci la differenza?
 Lei scosse la testa per l'ennesima volta. Egli allora spiegche i
 membri del Wing Hove erano Elfi Celesti e si consideravano un popolo a
 parte. La maggioranza degli Elfi erano chiamati Elfi Terrestri perch
 non avevano nessuna autoritsui Roc e quindi non potevano volare.
 促er questo non ci portarono con loro quando se ne andaronoconcluse,
 inarcando le sopracciglia. 促er questo non saremmo andati con loro in
 ogni caso.
 Wren sentaccelerare i battiti del suo cuore. 隹llora ci sono ancora
 degli Elfi, non vero? Dove sono, Tiger Ty?
 L'omino battle palpebre e la faccia coriacea si raggrinz 俏on so
 se devo rispondertirispose. 亭orse farei bene a non risponderti
 affatto. Potresti essere chi dici. Ma potresti pure non esserlo. E
 anche se lo sei, forse non da te avere notizie sugli Elfi. Ti ha
 mandato il Druido Allanon, non cos Ti ha chiesto di trovare gli
 Elfi e di riportarli indietro? Un compito arduo, se vuoi  sapere come
 la penso.
 促otrei avere bisogno di un piccolo aiutoriconobbe Wren. 侶uanto ti
 costerebbe darmelo, Tiger Ty?
 Egli interruppe le sue elucubrazioni e si dondolall'indietro
 pensieroso. 雨ene, questa sche un'idea, Miss Wrenrispose,
 annuendo d'accordo con se stesso. 亟 poi, voglio dire che mi piace ci
 che vedo in te. Mio figlio potrebbe usare un po' di quello che hai tu.
 D'altra parte, forse si tratta proprio di cidi cui gifin troppo
 dotato! Humph!
 Drizzla testa e i suoi occhi acuti la fissarono. 俠aggi欞 disse,
 indicando lo Spartiacque Azzurro. 亟cco dove sono, quelli rimasti.
 Fece una pausa, aggrottando le sopracciglia. 亟' una storia lunga,
 percicerca di ascoltare attentamente perchnon intendo ripetermi.
 Anche tu, gigante.IndicGarth con un dito minaccioso.
 Poi trasse un respiro profondo e si mise a suo agio. 俑olto tempo fa,
 oltre un centinaio di anni, gli Elfi Terrestri tennero un consiglio e
 decisero di emigrare dalle Terre dell'Ovest. Non chiedermi perch non
 lo so. La Federazione, soprattutto, direi. Invadente, intraprendente,
 con la pretesa che tutto ciche era esistito o che sarebbe esistito
 apparteneva a loro. E poi attribuiva alla magia la responsabilitdi
 tutto e diceva che la colpa era degli Elfi. Un sacco di assurdit
 Agli Elfi Terrestri la cosa non piaceva in ogni caso e decisero di
 andarsene. Il problema era: dove andare? Non c'era un posto in cui un
 popolo intero potesse trasferirsi senza disturbare qualcuno che vi si
 era giinsediato. Le Terre dell'Est, del Sud e del Nord, erano gi
 tutte occupate. Cossi rivolsero a noi. Gli Elfi Celesti vanno in
 giro pidegli altri, vedono posti che gli altri non sanno neppure che
 esistano. Cosgli dicemmo, be', c'qualche isola lagginello
 Spartiacque Azzurro dove non ci vive nessuno, e loro ci pensarono su,
 ne parlarono, fecero qualche volo di ricognizione sui Roc con i
 Cavalieri Alati, e giunsero a una decisione. Scelsero un punto di
 raccolta, costruirono delle barche, centinaia di barche, tutto in
 segreto, e se ne andarono via.
 俊utti?
 亭ino all'ultimo, cosmi hanno detto. Salparono e se ne andarono.
 隹 vivere sulle isole?Chiese Wren, incredula.
 俟u una sola isola.Tiger Ty alzun dito per sottolineare quanto
 stava dicendo. 俑orrowindl.
 俟i chiamava Morrowindl?
 L'altro annu 俠a pigrande di tutte, pidi duecento miglia di
 larghezza, ideale per l'agricoltura, qualcosa di simile al Sarandanon
 giimpiantato. Frutta, verdura, alberi, ottimo terreno, riparo, ogni
 cosa. Anche la caccia era abbondante. Gli Elfi Terrestri avevano
 qualche idea su come ricominciare ogni cosa, abbandonando il vecchio
 mondo e iniziando da capo nel nuovo. Si isolarono ancora
 completamente, lasciando che le altre razze facessero di squello che
 desideravano. Volevano indietro anche la loro magia, che faceva parte
 di quel mondo.
 Si schiarla voce. 青ome ho detto, questo accadeva molto tempo fa.
 Dopo un po', anche noi emigrammo. Non coslontano, capisci, appena
 fino alle isole al largo, abbastanza lontano da impedire alla
 Federazione di darci la caccia. Per loro gli Elfi sono Elfi. Ne
 avevamo abbastanza di quel modo di pensare. Non tanto da deciderci a
 partire; non come gli Elfi Terrestri. Avevamo bisogno di meno spazio e
 potemmo stabilirci nelle isole pipiccole. E' lche siamo ancora,
 Miss Wren. Laggi un paio di miglia al largo. Torniamo sulla terra
 ferma solo se necessario, come quando qualcuno accende un falper
 segnalazione. Questo fu l'accordo che facemmo.
 隹ccordo con chi?
 青on gli Elfi Terrestri. Alcuni delle altre razze che rimasero
 indietro sapevano accendere il fuoco se c'era bisogno di parlare con
 noi. E alcuni Elfi ritornarono col passare degli anni. Cosalcuni
 sapevano del fuoco. Ma molti sono morti ormai da un pezzo. Questa
 Addershag, non so proprio come ne sia venuta a conoscenza.
 隹spetta un momento, Tiger Tydisse Wren, mettendo le mani in avanti
 in un gesto che invitava alla calma. 促rima finisci il racconto sugli
 Elfi Terrestri. Cosa gli accaduto? Hai detto che emigrarono pidi
 cento anni fa. Cosa ne stato di loro in seguito?
 Tiger Ty si strinse nelle spalle. 俟i stabilirono sull'isola,
 costruirono le loro case, allevarono le loro famiglie, e furono
 felici. Tutto funzionava secondo le previsioni, all'inizio. Poi, circa
 vent'anni fa, cominciarono ad avere dei guai. Fu difficile dire qual
 era la loro difficolt non ne discutevano con noi. Li vedevamo solo
 ogni tanto. Ancora non ci mescolavamo molto, anche dopo che eravamo
 emigrati pure noi. In ogni modo, su Morrowindl tutto comincia
 cambiare. Inizicon il Killeshan, il vulcano. Era rimasto spento per
 centinaia di anni e all'improvviso si sveglidi nuovo. Si mise a
 fumare, a sputare, eruttuna o due volte. Nuvole di "vog" - sai, la
 polvere vulcanica - cominciarono a coprire il cielo. L'aria, la terra,
 l'acqua intorno - tutto era cambiato.Si ferm uno sguardo duro gli
 offuscil volto. 青ambiarono anche loro, gli Elfi Terrestri. Non
 volevano ammetterlo, ma noi ci rendevamo conto che qualcosa era
 cambiato. Lo si poteva vedere nel loro atteggiamento quando c'eravamo
 noi: guardinghi, sospettosi su tutto. Armati fino ai denti dovunque
 andassero. Sull'isola, poi, cominciarono ad apparire strane creature,
 cose mostruose, che non si erano mai viste prima. Apparvero cos dal
 nulla. E la terra cominciad ammalarsi, cambiando come tutto il
 resto.
 Sospir 隹llora gli Elfi Terrestri cominciarono a morire, alcuni in
 una sola volta, pinumerosi dopo un po'. Prima vivevano su tutta
 l'isola; smisero di fare cose si trasferirono nella loro citt uno
 sopra l'altro come i topi in una nave che affonda. Costruirono delle
 fortificazioni e le rafforzarono con la magia. Un'antica magia
 riesumata dal passato e dalle vecchie maniere. Gli Elfi Celesti non
 vogliono avere nulla a che fare con essa, ma in ogni modo noi non
 abbiamo mai fatto ricorso alla magia come loro.
 Si sedette comodamente. 非ieci anni fa, scomparvero completamente.
 Wren trasal 俟comparvero?
 俟vanirono. Sono ancora su Morrowindl, bada. Ma sono spariti. L'isola
 formava una massa di cenere e nebbia e caldo umido a quel tempo,
 naturalmente. Cambiata a tal punto che avrebbe potuto essere un posto
 del tutto diverso.Corrugancora di pile sopracciglia. 俏on siamo
 riusciti a metterci piede per capire cosa fosse accaduto. Abbiamo
 mandato una mezza dozzina di Cavalieri Alati. Nessuno tornato.
 Neppure gli uccelli. E nessuno degli abitanti venuto fuori. Nessuno,
 Miss Wren. In tutto questo tempo.
 Wren rimase in silenzio per un po', pensierosa. Il sole era ormai
 alto, la luce calda si rovesciava a cascata dalle cime degli Irrybis,
 il cielo del mattino splendeva propizio senza nuvole. Gli uccelli
 marini volavano in grandi cerchi sullo Spartiacque Azzurro, pronti a
 scendere in picchiata per catturare qualche pesce. Spirit se ne stava
 appollaiato sull'orlo della scogliera, dimentico di loro. Il Roc era
 come una statua congelata sul posto. Solo i suoi occhi acuti e
 inquieti davano segni di vita.
 青osse ci sono ancora degli Elfidisse alla fine Wren, 削egli Elfi
 Terrestri, voglio dire, sono ancora da qualche parte su Morrowindl.
 Sei sicuro di questo, Tiger Ty?
 Il Cavaliere Alato si strinse nelle spalle. 促er quanto ne so, s
 Suppongo che si siano trasferiti segretamente da qualche altra parte,
 ma strano che non ne abbiano fatto parola con noi.
 Wren trasse un respiro profondo. 促uoi portarci a Morrowindl?chiese.
 Fu una richiesta impulsiva, nata da una determinazione fiera e
 donchisciottesca di scoprire una veritche era con ogni evidenza
 nascosta non solo a lei ma anche a chiunque altro. Riconobbe di essere
 stata molto egoista, non avendo neppure pensato di chiedere a Garth il
 suo parere; non si era nemmeno presa la briga di ricordare quanto
 gravemente egli fosse stato ferito nella loro lotta con l'Ombrato. Ora
 non riusciva a rivolgergli lo sguardo. Continuava a tenere gli occhi
 fissi su Tiger Ty.
 Non c'era la minima possibilitdi sbagliarsi su quello che egli
 pensava della sua richiesta. L'omino assunse un aspetto decisamente
 accigliato. 青erto che potrei portarvi su Morrowindldisse. 俑a non
 lo far
 非evo sapere se c'ancora qualche Elfoinsistette Wren, cercando di
 controllare il tono della voce. Adesso arrischiuna rapida occhiata a
 Garth. La faccia del gigante Rover non mostrava la minima traccia di
 quello che pensava. 非evo scoprire se possono essere riportati nel
 mondo degli Uomini. Questo il compito affidatomi da Allanon, e puoi
 stare sicuro che per me importante al punto che lo portera
 termine.
 隹llanon, di nuovo!ScattTiger Ty, irritato. 亟 tu rischieresti la
 tua vita per la parola di un'ombra? Ma hai un'idea di cosa sia
 Morrowindl? No, ovvio! Perchmai te lo chiedo? Non hai sentito una
 parola di quello che ho detto, o mi sbaglio? Pensi che si possa
 entrare, dare un'occhiata in giro e uscire? Be', non si pu Non
 riusciresti a fare neppure pochi metri, Miss Wren - ntu nil tuo
 amico gigante! Tutta quell'isola una trappola mortale! Paludi e
 giungla, il "vog" che soffoca ogni cosa, il Killeshan che sputa fuoco.
 E le cose che ci vivono, i mostri? Che possibilitpensate di avere
 contro di loro? Se un Cavaliere Alato e il suo Roc non riescono ad
 atterrarci e a venirne fuori, non potete riuscirci neppure voi,
 quant'vero il sangue del demonio!
 亭orseammise Wren. 俑a devo provare.Lancidi nuovo uno sguardo a
 Garth, che con pochi segni espresse non un rimprovero, ma un invito
 alla prudenza. "Sei sicura di quello che dici?" Lei annurisoluta,
 rivolgendosi a Tiger Ty: 俏on vuoi  forse sapere cosa ne stato di
 loro. E se hanno bisogno di aiuto?
 亟 anche se ne avessero bisogno?borbottlui. 青osa dovrebbero fare
 gli Elfi Celesti? Siamo in pochissimi. Essi erano migliaia. Se non ce
 l'hanno fatta loro con quello che c'l che possibilitavremmo noi?
 O tu, Miss Soccorritrice?
 青i porti o no?ripetWren.
 俏o! Non se ne parla nemmeno!Si alzadirato.
 雨enissimo. Allora costruiremo una barca e raggiungeremo Morrowindl
 via mare.
 青ostruire una barca! Ma che ne sai di come si costruiscono le barche!
 Per non parlare di come si governano!Tiger Ty era furibondo. 非i
 tutti i matti, testardi...!
 Si allontancome una furia verso Spirit, poi si ferm diede un
 calcio per terra, girsu se stesso, e tornindietro. La faccia
 rugosa era rossa come il fuoco, le mani strette a pugno.
 哉uoi  dire che intendi andarci, non coschiese. 青he io ti aiuti
 o meno?
 非evo farlogli rispose lei, calma.
 俑a tu non sei altro che... Tu sei solo...Farfugli come se non
 riuscisse a completare il pensiero.
 Lei capquello che cercava di dire e non le piacque. 俟ono piforte
 di quanto tu non credagli disse, con un tono aspro nella voce 俏on
 ho paura.
 Tiger Ty la fissa lungo e duramente, lanciun'occhiata di sfuggita
 a Garth, e alzle mani di scatto. 侮a bene, allora!Rivolse uno
 sguardo pungente a lei. 侮i porto! Ma solo fino alla riva, bada,
 percha differenza di te sono sano di mente e ho paura e non mi passa
 per la testa l'idea di rischiare l'osso del collo, ndi farlo
 rischiare a Spirit, solo per soddisfare la tua curiosit
 Lei lo guardfreddamente. 侶ui non si tratta di soddisfare la mia
 curiosit Tiger Ty. Lo sai.
 Si accovaccidi fronte a lei, la sua faccia abbronzata dal sole era a
 pochi centimetri da quella di Wren. 促udarsi. Ma dammi retta.
 Promettimi che dopo avere visto con cosa hai a che fare, rifletterai
 su tutta la faccenda. Perchanche se penso che tu sia un po' a corto
 di buon senso, devo ammettere che mi piaci e non sopporto l'idea che
 ti possa accadere qualcosa. Vedrai che non come te l'immagini. Non
 ci vorrmolto tempo per accorgersene. Allora, me lo prometti.
 D'accordo?
 Wren annusolennemente. 非'accordo.
 Tiger Ty si alz le mani sui fianchi in un atteggiamento di sfida.
 隹ndiamo, alloraborbott 亭acciamola finita.
 5.
 Tiger Ty era ansioso di partire, ma dovette aspettare quasi un'ora, il
 tempo che Wren e Garth scendessero nella valle per mettere assieme la
 roba e le armi che avrebbero portato con sin viaggio e per sistemare
 i cavalli. Questi erano legati, e Garth li lasciliberi affinch
 potessero pascolare e bere a volont Nella vallata c'erano erba e
 acqua a sufficienza per sopravvivere, e i cavalli erano addestrati a
 non allontanarsi troppo. Wren selezionle provviste scegliendo quello
 che poteva servire e che sarebbero stati in grado di portare. Buona
 parte dell'equipaggiamento era troppo ingombrante e quindi lo nascose
 per il loro ritorno.
 Se sarebbero tornati, penscon una nota di pessimismo.
 "Cosa aveva fatto?" Le vennero le vertigini pensando all'enormit
 dell'impegno che stava assumendo, e non potfare a meno di
 domandarsi, anche se soltanto nell'intimo dei suoi pensieri, se non
 avrebbe avuto ragione di rimpiangere la sua avventatezza.
 Tornati sulla scogliera, trovarono Tiger Ty che li aspettava
 impaziente. Ordinando a Spirit di stare fermo, egli aiutWren e Garth
 ad arrampicarsi sul gigantesco uccello e a sistemarsi ai loro posti
 legandosi con le cinghie della bardatura. C'erano staffe per i piedi,
 impugnature piene di nodi per le mani, e una cintura da legare alla
 vita, il tutto fatto per tenerli al sicuro al loro posto Il Cavaliere
 Alato impiegalcuni interminabili minuti a spiegare come si sarebbe
 comportato il Roc in volo e come si sarebbero sentiti loro volando.
 Diede a ciascuno un pezzo di radice amara da masticare, avvertendoli
 che cosavrebbero evitato di sentirsi male.
 俏on che due veterani esperti della vita dei Rover debbano
 preoccuparsi di cose similidisse scherzando e abbozzando un ghigno
 che fu peggio del suo abituale cipiglio.
 Si arrampicdavanti a loro, si sistemcomodamente, calzi guanti, e
 senza avvertire lanciun urlo e diede un colpo sul collo a Spirit. Il
 gigantesco uccello squittin segno di risposta, aprle ali, e si
 librnell'aria. Superarono il bordo della scogliera, si abbassarono
 in picchiata, incontrarono una corrente d'aria, e risalirono verso il
 cielo. Wren sentlo stomaco in difficolt Chiuse gli occhi, poi li
 riapr sicura che Tiger Ty stava guardandola da sopra la spalla
 sogghignando. Lei gli sorrise coraggiosamente di rimando. Spirit si
 riportin linea di volo sopra lo Spartiacque Azzurro, con le ali che
 si muovevano appena, lasciandosi portare dal vento. La costa dietro di
 loro si rimpicciol poi divenne indistinta. Ben presto non fu che una
 sottile linea scura all'orizzonte.
 Il tempo passava in fretta. Sotto di loro non vedevano nulla tranne
 gli atolli di scogli sparsi qua e le gli spruzzi di qualche grosso
 pesce. Gli uccelli marini viravano e si immergevano in piccoli lampi
 bianchi, e all'orizzonte occidentale le nuvole apparivano come strisce
 di garza. L'oceano si stendeva in tutta la sua vasta azzurra
 superficie screziata dalle creste schiumose delle onde che rotolavano
 all'infinito verso spiagge lontane. Dopo un po' Wren fu in grado di
 superare il fastidio che aveva provato all'inizio e si mise pi
 comoda. Garth ebbe qualche difficoltad adattarsi. Stava seduto
 subito dietro di lei, e ogni volta che gli lanciava uno sguardo vedeva
 la sua faccia scura irrigidita e le mani aggrappate alle cinture di
 sicurezza. Wren smise di guardarlo e si concentrsull'immensa distesa
 di oceano che aveva davanti.
 Ben presto andcol pensiero all'isola di Morrowindl e agli Elfi.
 Tiger Ty non sembrava il tipo da sopravvalutare il pericolo che lei
 avrebbe dovuto affrontare se insisteva nel tentativo di addentrarsi
 nell'isola. Era abbastanza vero che era decisa a scoprire cosa era
 accaduto agli Elfi; era anche vero che la sua scoperta sarebbe servita
 a poco se non fosse sopravvissuta per farne qualcosa. E cosa pensava
 esattamente di fare? Supponiamo che gli Elfi fossero ancora a
 Morrowindl? Supponiamo che fossero vivi? Se nessuno era riuscito a
 entrare e a uscire dall'isola, come avrebbe potuto cambiare qualcosa
 la sua comparsa? Perchmai, qualunque fossero le loro attuali
 condizioni, gli Elfi avrebbero dovuto prendere in considerazione ci
 che Allanon l'aveva mandata a proporre, e cioche smettessero di
 vivere fuori delle Quattro Terre e facessero ritorno?
 Naturalmente, non aveva risposte per queste domande. Non aveva senso
 trovarne. Fino a quel momento le sue scelte si erano basate
 esclusivamente sull'istinto: andare alla ricerca degli Elfi in primo
 luogo, cercare l'Addershag a Grimpen Ward e poi seguire le sue
 indicazioni, convincere Tiger Ty a trasportarli a Morrowindl. Non
 poteva fare a meno di chiedersi se per caso il suo istinto l'avesse
 ingannata. Garth era rimasto con lei, praticamente senza fare
 obiezioni, ma Garth poteva comportarsi cosper lealto per amicizia.
 Forse aveva deciso di vederci chiaro in questa faccenda, ma questo non
 significava che egli comprendesse pidi lei quello che stavano
 facendo. Scrutla vuota distesa dello Spartiacque Azzurro, sentendosi
 piccola e vulnerabile. Morrowindl era un'isola in mezzo all'oceano, un
 puntino di terra in tutta quell'acqua. Una volta che lei e Garth vi
 fossero giunti, sarebbero stati lontani da tutto ciche era loro
 familiare. Non ci sarebbe stata la possibilitdi uscirne di nuovo
 senza l'aiuto di un Roc o di una barca, e non era neanche sicuro che
 lci fosse qualcuno in grado di aiutarli. Probabilmente non c'erano
 pineppure gli Elfi. Forse c'erano soltanto i mostri...
 I mostri. Considerper un attimo di quali mostri si poteva trattare.
 Tiger Ty aveva omesso di parlarne. Erano pericolosi quanto un Ombrato?
 In tal caso, questo poteva spiegare perchgli Elfi erano scomparsi.
 Un numero sufficiente di questi mostri avrebbe potuto intrappolarli,
 immagin o addirittura eliminarli. Ma come avevano potuto permettere
 gli Elfi che accadesse una cosa del genere? E se i mostri non li
 avevano intrappolati, perchgli Elfi restavano ancora su Morrowindl?
 Perchneppure uno era riuscito a scappare per cercare aiuto?
 Tante domande tutte in una volta. Chiuse gli occhi e con uno sforzo le
 allontanper non pensarci.
 Si stava avvicinando mezzogiorno quando passarono su un gruppo di
 isolette che sembravano smeraldi galleggianti sul mare azzurro. Spirit
 volteggiper un po' sotto la guida di Tiger Ty, quindi scese verso la
 pigrande, scegliendo uno stretto promontorio ricoperto di erba per
 atterrare. Dopo che il grosso uccello si fu fermato, i suoi passeggeri
 slacciarono le cinghie e le cinture e scivolarono a terra. Wren e
 Garth erano girigidi e indolenziti, ed ebbero bisogno di qualche
 minuto per recuperare completamente l'uso degli arti. Wren si strofin
 le giunture doloranti e lanciun'occhiata in giro. L'isola sembrava
 formata da una roccia scura e porosa sulla quale la vegetazione
 cresceva come se si trattasse di un terreno fertile. La roccia si
 estendeva dappertutto, scricchiolando sotto i loro piedi quando vi
 camminavano sopra. Wren si abbasse ne raccolse un pezzo, che trov
 sorprendentemente leggero.
 俘occe di lavadisse Tiger Ty con un brontolio, vedendo il suo
 sguardo sconcertato. 俊utte queste isole fanno parte di una catena
 formata da vulcani centinaia o migliaia di anni fa.Fece una pausa,
 assunse un'espressione di circostanza e poi precis 俠e isole sulle
 quali vivono gli Elfi Celesti sono poco lontano a sud. Naturalmente,
 non ci andiamo, capisci. Non voglio che qualcuno sappia che vi sto
 portando a Morrowindl. Non voglio che si scopra quanto sono stupido
 Raggiunse un rialzo erboso e si sedette. Dopo essersi sfilato i guanti
 e gli stivali, comincia massaggiarsi i piedi. 青ercheremo qualcosa
 da mangiare e da bereborbott
 Wren non disse nulla. Garth si era disteso nell'erba e aveva gli occhi
 chiusi. Doveva essere contento, penslei, di essere di nuovo a terra.
 Lascicadere il pezzo di lava che stava esaminando e anda sedersi
 vicino a Tiger Ty.
 信ai parlato dei mostri che ci sono a Morrowindlgli disse dopo un
 momento. Una brezza delicata le scompiglii capelli, soffiandole i
 riccioli sul volto. 促uoi dirmi qualcosa di loro?
 Due occhi acuti la fissarono 青e ne sono di tutti i tipi, Miss Wren.
 Grandi e piccoli, a quattro e a due zampe, che volano, strisciano,
 corrono. Ci sono quelli ricoperti di pelo, di scaglie, di pelle.
 Alcuni sembrano usciti dai peggiori incubi. Alcuni, a quanto dicono,
 non sono esseri viventi. Alcuni vanno a caccia in branchi. Altri si
 rintanano sotto terra e aspettano.Scosse la testa brizzolata.
 促ersonalmente ne ho visti solo uno o due. Gli altri, per lo pimi
 sono stati descritti. Ma ci sono senz'altro.Fece una pausa e, come
 riflettendo, disse: 俟trano per no? che ce ne siano di tanti generi
 diversi? Altrettanto strano che all'inizio non ce ne fossero affatto e
 che poi tutt'a un tratto abbiano cominciato ad apparire
 亟 tu credi che gli Elfi abbiano qualcosa a che fare con questodisse
 Wren come se facesse una constatazione di fatto.
 Tiger Ty incresple labbra pensieroso. 促er forza lo penso. Deve
 avere qualcosa a che fare con il recupero della magia, con il loro
 ritorno ai vecchi metodi. Non hanno voluto dirlo apertamente, non
 hanno voluto ammettere nulla, i pochi con cui ho parlato. E' stato
 dieci anni fa. Forse pi credo. Sostengono che dipeso tutto dal
 vulcano e dai cambiamenti verificatisi nella terra e nel clima.
 Figurati!
 Sorrise in modo disarmante. 亟' cosche andata, sai. Nessuno ti
 vuole dire la verit Tutti vogliono mantenere il segreto.Fece una
 pausa per strofinarsi il mento. 促rendiamo te, per esempio. Ho
 l'impressione che tu non voglia dirmi cosa accaduto lassa Wing
 Hove, o mi sbaglio? Mentre aspettavate che io mi accorgessi del vostro
 falOsservla faccia di Wren. 侮edi, io sono piuttosto svelto a
 cogliere le cose. Non mi sfugge molto. Come il tuo grosso amico
 laggi tutto fasciato com' Scorticato e segnato da un
 combattimento, recente, e brutto. Anche tu hai qualche segno. E c'era
 una macchia scura sulla roccia, del genere lasciato da un fuoco molto
 forte. Non era ldove di solito brucia il fuoco di segnalazione ed
 era recente. E la roccia era molto sbriciolata in un paio di punti. Da
 un pezzo di ferro che vi era stato trascinato, scommetterei, o da
 artigli.
 Wren dovette sorridere suo malgrado. GuardTiger Ty con rinnovata
 ammirazione. 信ai ragione, non ti sfugge niente. C'era stato un
 combattimento Qualcosa ci aveva inseguiti per settimane, una cosa che
 noi chiamiamo un Ombrato.Immediatamente potleggere la riconoscenza
 negli occhi di Tiger Ty. 青i ha attaccati non appena abbiamo acceso il
 fal Lo abbiamo distrutto.
 非avvero?disse l'omino tirando su col naso. 侮oi due da soli. Un
 Ombrato. Da quanto ne so io sugli Ombrati, ci vorrebbe qualcosa di
 speciale per distruggerne uno. Forse il fuoco. Il genere di fuoco che
 emana dalla magia degli Elfi. Questo spiega la bruciatura sulla
 roccia, non vero?
 Egli attese. Wren annulentamente. 促udarsi.
 Tiger Ty si sporse in avanti. 俊u sei un po' come tutti gli altri, no,
 Miss Wren? Sei una Ohmsford come gli altri. E anche tu possiedi la
 magia.
 Lo disse con dolcezza, come se fosse un'ipotesi, e nei suoi occhi si
 leggeva una curiositche non c'era stata prima. Aveva ragione
 un'altra volta, ovviamente. La magia lei l'aveva davvero, ed era una
 scoperta alla quale aveva di proposito evitato di pensare da quando
 l'aveva fatta, perchaltrimenti avrebbe dovuto riconoscere di avere
 qualche responsabilitriguardo al suo possesso e al suo uso.
 Continuava a dirsi che le Pietre Magiche non le appartenevano
 realmente, che lei si limitava ad averne cura e per giunta
 controvoglia. Certo, esse avevano salvato la vita a Garth e a lei. E
 certo, ne era riconoscente. Ma la loro magia era pericolosa. Tutti lo
 sapevano. Per tutta la vita le era stato insegnato a essere
 autosufficiente, a fare affidamento sul suo istinto e sul suo
 addestramento, e a ricordarsi che la sopravvivenza dipendeva
 principalmente dalle proprie capacite dalle proprie idee. Non voleva
 che questo fosse minato dalla fiducia riposta nelle Pietre Magiche.
 Tiger Ty la stava ancora guardando, in attesa di vedere se avrebbe
 risposto. Wren sostenne coraggiosamente il suo sguardo e non rispose.
 雨enedisse alla fine lui, esprimendo il suo disinteresse con
 un'alzata di spalle. 亟' ora di cercare qualcosa da mangiare.
 L'isola era piena di alberi da frutto, e poterono saziarsi con quello
 che raccolsero. Poi bevvero a un ruscello di acqua dolce che trovarono
 nell'interno. C'erano fiori ovunque - buganvillee, oleandri, ibischi,
 orchidee, e molti altri ancora - enormi cespugli pieni di fiori, con i
 loro colori che splendevano nel verde, il profumo che si diffondeva
 nell'aria a ogni passo. C'erano palme, acacie, baniani, e un albero
 chiamato gincko. Strani uccelli stavano appollaiati sui rami di
 arbusti corazzati e spinosi, con le piume sfumate come un arcobaleno.
 Tiger Ty descriveva tutto mentre camminavano, indicando, dicendo il
 nome e spiegando. Wren rimaneva a bocca aperta dalla sorpresa, non
 consentendo al suo sguardo di attardarsi pidi qualche secondo sullo
 stesso punto, preoccupata di perdere una parte di quel meraviglioso
 spettacolo. Non aveva mai visto una bellezza simile, una tale
 profusione di cose viventi tanto meravigliose. Era quasi
 insopportabile.
 俑orrowindl era coschiese a Tiger Ty a un certo punto.
 L'ometto le lanciun breve sguardo. 俗na voltarispose, senza
 aggiungere altro.
 Dopo un po' si arrampicarono di nuovo in groppa a Spirit e ripresero
 il volo. Ora andava meglio, era pifamiliare, e perfino Garth
 sembrava aver scoperto il modo di rendere il viaggio sopportabile. Si
 diressero a ovest e a nord, seguendo una rotta angolata rispetto al
 sole che passava sulle loro teste. C'erano altre isole, piccole e per
 lo pirocciose, benchsu tutte ci fosse una spruzzatina di
 vegetazione. L'aria era calda e piacevole sulla pelle, e il sole
 ardeva nel cielo senza una nuvola, illuminando lo Spartiacque Azzurro
 sino a farlo sfavillare. Videro enormi animali marini che Tiger Ty
 chiambalene e disse che erano le creature pigrandi dell'oceano.
 C'erano uccelli di ogni forma e dimensione. C'erano pesci che
 nuotavano in banchi e balzavano fuori dall'acqua in formazione, i
 corpi d'argento inarcati contro il sole. Il viaggio divenne
 un'incredibile esperienza di apprendimento per Wren, che si immerse a
 fondo nelle sue lezioni.
 俏on ho mai visto niente del genere!gridentusiasta, rivolta a
 Tiger Ty.
 隹spetta a dirlo quando saremo arrivati a Morrowindlborbottlui di
 rimando.
 Scesero a terra un'altra volta per un breve riposo a metpomeriggio,
 scegliendo un'isola solitaria con ampie spiagge dalla sabbia bianca e
 baie cospoco profonde che l'acqua era di un turchese chiarissimo.
 Wren notche Spirit non aveva mangiato per tutto il giorno e chiese
 perch Tiger Ty disse che i Roc si nutrivano di carne e che se la
 procuravano per conto loro. Avevano bisogno di alimentarsi solo una
 volta ogni sette giorni.
 俗n uccello molto autonomo, il Rocdisse il Cavaliere Alato con
 malcelata ammirazione. 俏on chiede altro che essere lasciato solo.
 Meglio di quanto si possa dire di tanta gente.
 Continuarono il viaggio in silenzio, Wren e Garth cominciavano ormai a
 essere stanchi, indolenziti dallo stare seduti tutto il giorno nella
 stessa posizione, esausti dal continuo movimento ondeggiante del volo,
 e dalla necessitdi stare costantemente aggrappati alle maniglie
 annodate tanto da farsi venire i crampi alle dita. Le acque dello
 Spartiacque Azzurro scorrevano senza sosta sotto di loro, un'infinita
 progressione di onde. Erano stati fuori dalla vista della terraferma
 per ore, e l'oceano sembrava non aver mai fine. Wren si sent
 rimpicciolita da esso, ridotta a qualcosa di talmente insignificante
 che temette di scomparire. Il suo iniziale senso di isolamento era
 andato crescendo col passare delle ore, e per la prima volta si chiese
 se sarebbe mai ritornata a casa.
 Era quasi il tramonto quando finalmente giunsero in vista di
 Morrowindl. Il sole si era spostato a ovest fino ai margini
 dell'orizzonte, la sua luce era diventata tenue, passando dal bianco
 all'arancione sbiadito. Una striatura di porpora e d'argento
 allacciava una lunga striscia di nuvole dalle forme bizzarre che
 sfilavano nel cielo come strani animali. Contro questo panorama si
 stagliava il profilo dell'isola, scura, brumosa e inaccessibile. Era
 molto pigrande delle altre masse terrestri che avevano incontrato, e
 si ergeva come una parete continua a mano a mano che essi si
 avvicinavano. Il Killeshan innalzava la sua bocca frastagliata verso
 il cielo, la sua gola emanava vapore, mentre le pendici scendevano in
 una spessa coltre di nebbia e di cenere, scomparendo per centinaia di
 metri finchnon riapparivano sulla costa formata da propaggini
 rocciose e scogliere scabrose. Le onde si frangevano contro gli
 scogli, come calderoni pieni di schiuma bianca che lanciavano i loro
 spruzzi al cielo.
 Spirit si avvicinall'isola, scendendo di quota verso la cappa di
 "vog". Un fetore riempiva l'aria, l'odore dello zolfo proveniente dal
 sottosuolo dove il fuoco del vulcano trasformava la roccia in cenere.
 Attraverso le nuvole e la nebbia potevano vedere vallate e catene di
 monti, passi e gole, tutti ricoperti da una foresta impenetrabile, da
 una giungla fitta e soffocante. Tiger Ty lanciuno sguardo dietro di
 se fece un gesto. Avrebbero fatto il giro dell'isola. Spirit vira
 destra al suo comando. L'estremitnord dell'isola era avvolta da una
 pioggia battente, un monsone che inondava tutto, formando vaste
 cascate che precipitavano da scogliere alte centinaia di metri. A
 ovest l'isola era arida come un deserto, una vera e propria distesa di
 lava tranne alcuni cespugli dai fiori vivaci sparsi qua e le certi
 alberi striminziti, nodosi e piegati dal vento. A sud e a est l'isola
 era una massa di strane formazioni rocciose e di spiagge dalla sabbia
 nera dove la costa incontrava lo Spartiacque Azzurro prima di
 innalzarsi e sparire nella giungla e nella nebbia.
 Wren guardava giverso Morrowindl con apprensione. Era un posto
 inaccessibile, inospitale, in netto contrasto con le altre isole che
 avevano visto. I fronti meteorologici si scontravano e si
 frantumavano. Ciascun lato dell'isola presentava una serie diversa di
 condizioni. Essa era poi ricoperta per tutta la sua estensione di
 nuvole e d'ombra, come se il Killeshan fosse un demone che soffiava
 fuoco e si fosse avviluppato nel mantello del suo respiro soffocante.
 Tiger Ty fece virare Spirit per l'ultima volta, quindi lo fece
 atterrare. Il Roc si fermcon circospezione ai bordi di un'ampia
 spiaggia di sabbia nera, con gli artigli che sprofondavano nella lava
 sbriciolata, e le ali ripiegate all'indietro. Il gigantesco uccello si
 dispose di fronte alla giungla, gli occhi penetranti fissi sulla
 nebbia.
 Tiger Ty disse a Wren e a Garth di scendere. Essi lasciarono le
 cinghie della bardatura e scivolarono sulla spiaggia. Wren guard
 verso terra. L'isola si ergeva davanti a lei, tutta roccia, alberi e
 nebbia. Non potevano pivedere il sole. Ogni cosa era coperta da
 ombre e avvolta da una mezza luce.
 Il Cavaliere Alato si rivolse alla ragazza. 侵mmagino che non avrai
 cambiato idea. Testarda come sempre?
 Lei annuin silenzio, restia a parlare.
 隹scolta, allora. E pensa a cambiare opinione mentre mi ascolti. Ti ho
 fatto vedere tutti e quattro i lati di Morrowindl per una ragione. A
 nord piove tutto il tempo, ogni giorno, ogni ora del giorno. Talvolta
 piove a dirotto, talvolta pioviggina. Ma c'acqua dappertutto.
 Paludi, stagni e cascate. Se non sai nuotare, affoghi. E c'
 un'infinitdi cose nascoste che aspettano di tirarti sotto in ogni
 caso.
 Accompagnava le parole con i gesti della mano. 隹 ovest tutto
 deserto. Hai visto. Nient'altro che terreno aperto, caldo, secco e
 arido. Potresti percorrerlo tutto fino alla cima della montagna, forse
 pensi cos Il guaio che non riusciresti a percorrere neppure un
 miglio senza imbatterti nelle cose che vivono sotto la roccia. Non
 riusciresti mai a vederle; esse riuscirebbero a fartela prima che tu
 possa pensare. Ce ne sono migliaia, di tutte le forme e dimensioni, la
 maggior parte con un veleno che uccide all'istante. Niente riesce a
 passare.
 Il disgusto accentuava ancora di pii solchi della faccia rugosa.
 俘imangono cosil sud e l'est, che per caso sono molto simili.
 Roccia, giungla, "vog" e un sacco di cose molto ripugnanti che ci
 vivono. Una volta lasciata questa spiaggia, non sarete al sicuro
 finchnon vi avrete fatto ritorno. Ti ho gidetto una volta che
 questa era una trappola mortale. Te lo ripeto nel caso tu non mi abbia
 sentito.
 俑iss Wrenaggiunse dolcemente, 南on andare. Non hai nessuna
 possibilitdi riuscita.
 Lei si avvicind'impulso e prese le sue mani nodose nelle proprie.
 亮arth e io faremo attenzione l'uno all'altrapromise. 俠o facciamo
 da tanto tempo.
 Egli scosse la testa. 俏on baster
 Lei accentula presa. 亭in dove dovremo andare per trovare gli Elfi?
 Puoi darcene un'idea?
 Egli si libere fece un cenno verso l'interno. 俠a loro citt se c'
 ancora, si trova a metstrada sulle pendici della montagna in una
 nicchia protetta dalle colate di lava. La maggior parte di esse
 scendono verso est e alcune si ingrottano sotto la roccia per uscire
 poi nel mare. Da qui, saranno circa trenta miglia. Non so dirvi come
 sia la terra all'interno, ormai. Dieci anni cambiano un sacco di
 cose.
 俊roveremo la stradadisse Wren. Tirun profondo respiro per
 rinfrancarsi, consapevole di quanto impossibile questo sforzo
 rischiava di rivelarsi. Lanciun'occhiata a Garth, che la ricambi
 con un volto impassibile. Guarddi nuovo Tiger Ty. 信o bisogno di
 chiederti un'altra cosa. Tornerai a prenderei? Ci darai abbastanza
 tempo per fare la nostra ricerca e tornare indietro?
 Tiger Ty incrocile braccia sul petto, mentre la faccia coriacea
 cercava di apparire triste e severa al tempo stesso . 侮err Miss
 Wren. Aspettertre settimane, un tempo sufficiente perchpossiate
 andare e tornare. Poi verra cercarvi una volta alla settimana per
 quattro settimane di seguito.Scosse la testa. 俑a ti devo dire che
 saruna perdita di tempo. Non tornerete. Non vi rivedrmai pi
 Lei sorrise con un'espressione coraggiosa. 俊roveril modo, Tiger
 Ty.
 Il Cavaliere Alato socchiuse gli occhi. 青'un solo modo. Meglio che
 tu sia picattiva e piforte di qualunque cosa ti si parerdavanti.
 E comunquedisse rivolgendo verso di lei il dito ossuto come se fosse
 la punta di una lancia, 怨 meglio che ti prepari a usare la tua
 magia!
 Si girall'improvviso e si diresse a grandi passi verso Spirit. Senza
 fermarsi, si isssugli anelli della bardatura e si sistemal suo
 posto. Quando ebbe finito di allacciarsi le cinghie e la cintura di
 sicurezza, guardverso di loro.
 俏on cercate di andare all'interno di nottesugger 隹lmeno il primo
 giorno, viaggiate durante le ore di luce. Tenete la bocca del
 Killeshan alla vostra destra mentre salite.Alzle mani di scatto.
 俟angue del demonio, ma una pazzia quella che state facendo!
 俏on dimenticarti di noi, Tiger Ty!gli gridWren in tutta risposta.
 Il Cavaliere Alato la guardaccigliato per un attimo, poi diede un
 lieve colpo di tallone a Spirit. Il Roc si alzin aria, le ali tese
 contro il vento, salendo lentamente in direzione sud. Nel giro di
 pochi secondi, il gigantesco uccello non era altro che un puntino
 nella luce che svaniva.
 Wren e Garth rimasero in silenzio sulla spiaggia deserta a guardare
 finchil puntino non scomparve.
 6.
 Quella notte rimasero sulla spiaggia, seguendo il consiglio di Tiger
 Ty di aspettare fino all'alba prima di avviarsi verso l'interno. Per
 accamparsi scelsero un punto a circa un quarto di miglio a nord da
 dove il Cavaliere Alato li aveva fatti scendere, un'ampia, aperta
 distesa di sabbia nera dove la linea della marea terminava a pidi
 trenta metri dal margine della giungla. Era ormai il crepuscolo, il
 sole era tramontato dietro l'orizzonte, la sua luce che andava
 spegnendosi era un debole riflesso sulle acque dell'oceano. A mano a
 mano che si faceva buio, la luce color argento pallido della luna e
 delle stelle inondla spiaggia deserta, riflettendosi sulla sabbia
 come se fosse stata cosparsa di diamanti, facendo luccicare la costa
 fin dove l'occhio riusciva a vedere. Decisero subito che non era il
 caso di accendere un fuoco. Non avevano bisogno ndi luce ndi
 calore. Potevano vedere ogni cosa che cercasse di avvicinarsi, e
 l'aria era calda e fragrante. Un fuoco avrebbe solo attirato
 l'attenzione su di loro, e volevano evitarlo.
 Consumarono un pasto freddo a base di carne secca, pane e formaggio e
 bevettero birra. Seduti di fronte alla giungla, la schiena verso
 l'oceano, rimasero ad ascoltare e a osservare. Col calare della notte,
 Morrowindl perdette i suoi contorni: la distesa della giungla, delle
 scogliere e del deserto scomparve nel buio finchl'isola non fu che
 un profilo contro il cielo. Poi anche quello scomparve, e tutto ci
 che rimase fu una continua cacofonia di suoni. Erano per lo pirumori
 indistinti, deboli e smorzati, richiami e grida e ronzii sparsi di
 uccelli, di insetti e di animali, tutti smarriti in lontananza,
 nell'oscuritche li proteggeva. Le onde dello Spartiacque Azzurro
 rotolavano con una cadenza uniforme contro la riva, bagnandola e
 ritirandosi, con un movimento lento e costante. Si alzuna brezza,
 lieve e fragrante, che spazzvia gli ultimi residui del prolungato
 calore del giorno.
 Quando ebbero finito di mangiare, se ne stettero in silenzio per un
 po' a guardare il cielo, la spiaggia, l'oceano o niente in
 particolare.
 Morrowindl aveva gimesso a disagio Wren. Perfino ora, avvolta nel
 buio, invisibile e addormentata, l'isola era una presenza minacciosa.
 Lei se la raffigurava nella mente: il Killeshan che si ergeva contro
 il cielo con le fauci spalancate, un mosaico di pendii ricoperti dalla
 fitta giungla, di scogliere torreggianti; un gigante incatenato
 avvolto nel "vog" e nella nebbia, in attesa. Poteva quasi avvertirne
 il respiro ansioso e collerico sul volto. Poteva udirne il sibilo.
 Poteva sentire che la stava osservando.
 La spaventava pidi quanto volesse ammettere, e non sembrava che
 riuscisse a scacciare la sua paura. Era come un'ombra insidiosa che si
 era insinuata nei corridoi della sua mente, sussurrando parole dal
 significato incomprensibile ma di cui era chiaro l'intento. Si sent
 stranamente privata delle sue capacite del suo addestramento, come
 se tutto le fosse stato tolto appena arrivata sull'isola. Anche il suo
 istinto sembrava confuso. Non riusciva a spiegarselo. Non aveva senso.
 Non era successo niente, eppure eccola l con la sua fiducia fatta a
 pezzi e disciolta come neve al sole. Un'altra donna sarebbe stata
 capace di trarre conforto dal fatto di possedere le leggendarie Pietre
 Magiche, ma non Wren. La magia le era estranea, una cosa di cui non si
 fidava. Apparteneva a un passato di cui aveva soltanto sentito
 parlare, una storia che era andata perduta da generazioni. Apparteneva
 a qualcun altro, qualcuno che lei non conosceva. Le Pietre Magiche,
 pensscoraggiata, non avevano nulla a che fare con lei.
 Le parole le raggelarono la bocca dello stomaco. Ovviamente, non erano
 vere.
 Si mise le mani sul viso, con l'intenzione di nascondersi. I dubbi
 l'assalivano da ogni parte, e per un breve istante si domandinvano
 se la decisione di recarsi a Morrowindl non fosse stata sbagliata.
 Infine si tolse la mani dal viso e si spostin avanti finchfu
 abbastanza vicina da vedere chiaramente la faccia di Garth
 incorniciata dalla barba. Il gigante la osservimmobile mentre lei
 sollevava le mani e cominciava a fare segni.
 青redi che abbia fatto uno sbaglio a insistere perchvenissimo qui?
 gli chiese.
 Egli la scrutper un attimo, poi scosse la testa. "Non mai uno
 sbaglio fare qualcosa che si ritiene necessaria".
 促er me lo era senz'altro.
 "Lo so".
 俑a non sono venuta soltanto per scoprire se gli Elfi sono ancora
 vividisse muovendo le dita. 俟ono venuta per sapere qualcosa sui
 miei genitori, per scoprire chi erano e cosa ne stato di loro.
 Egli annusenza rispondere.
 俏on me ne importava nulla, saicontinulei, cercando di spiegarsi.
 促er me non faceva alcuna differenza. Ero una Rover, e basta. Anche
 dopo che Cogline ci ebbe trovati e andammo a est all'Hadeshorn e ci
 incontrammo con l'ombra di Allanon, anche quando ho cominciato a fare
 domande sugli Elfi, sperando di sapere qualcosa di ciche era loro
 accaduto, non pensavo ai miei genitori. Non avevo la minima idea della
 direzione in cui tutto cisarebbe andato. Mi limitavo a procedere,
 facendo le mie domande, apprendendo alla fine dell'Addershag, e poi
 del fal Non facevo che seguire un sentiero, curiosa di vedere dove
 portasse.
 Fece una pausa. 俑a le Pietre Magiche, Garth, quelle erano qualcosa su
 cui non avevo contato. Quando ho scoperto che erano vere - erano le
 Pietre Magiche di Shea e Wil Ohmsford - cambiato tutto. Tanto
 potere... ed esse erano appartenute ai miei genitori. Perch Innanzi
 tutto, come avevano fatto a venirne in possesso? Qual era il loro
 scopo nell'affidarmele? Capisci, non vero? Non otterrmai le
 risposte se non scoprirchi furono i miei genitori.
 Garth le rispose, a segni. "Capisco. Non sarei qui con te se non
 capissi".
 俠o sosospirlei, con un nodo alla gola. 侮olevo solo sentirtelo
 dire.
 Rimasero in silenzio per un po', guardando altrove. Qualcosa di enorme
 sguazznell'acqua in lontananza. Il rumore riecheggiper un attimo e
 scomparve. Wren spinse la sabbia con il suo stivale.
 亮arthsospirguardandolo negli occhi. 青'qualcosa dei miei
 genitori che non mi hai detto?
 Garth rimase silenzioso, il volto privo di espressione.
 促erchse c'qualcosadisse lei a segni, 匍e lo devi dire ora. Non
 puoi lasciarmi continuare questa ricerca senza sapere nulla.
 Garth si mosse, abbassando la testa nell'ombra. Quando la sollevdi
 nuovo, le sue dita cominciarono a muoversi. "Non ti avrei nascosto
 nulla che non fosse necessario. Continuo a non nasconderti nulla sui
 tuoi genitori. Quello che so, te l'ho detto. Credimi".
 俊i credoaffermlei con calma. Eppure la risposta la turb C'era
 qualcos'altro che le nascondeva, qualcosa che lui riteneva necessario?
 Aveva il diritto di chiederglielo?
 Scosse la testa. Non l'avrebbe mai fatta soffrire. Questo era
 importante. Non Garth.
 "Scopriremo la veritsui tuoi genitori", egli disse a segni,
 improvvisamente. "Te lo prometto".
 Lei si piegun po' per prendere le sue mani, poi le lasciandare.
 亮arthdisse, 哀ei il migliore amico che io potessi mai avere.
 Fece la guardia mentre lui dormiva, sentendosi confortata dalle sue
 parole, rassicurata perchdopo tutto non era sola, erano uniti nel
 loro intento. Nascosta dall'oscurit Morrowindl continuava a
 incombere, sinistra e minacciosa. Ma ora Wren non si sentiva cos
 intimidita, la sua risoluzione era rafforzata, il suo scopo chiaro.
 Sarebbe stato come per tanti anni - lei e Garth contro qualsiasi cosa
 li attendesse. Sarebbe bastato.
 Quando Garth si sveglia mezzanotte, lei andsubito a dormire.
 L'alba rischiarava i cieli con un tenue colore argento, ma Morrowindl
 era un muro nero che non consentiva alla luce di entrare. L'isola si
 trovava tra l'alba da una parte e Garth e Wren dall'altra come se
 cercasse di tenere i Rover continuamente nell'ombra. La spiaggia era
 ancora una linea nera e deserta che si stendeva a perdita d'occhio in
 lontananza come un rotolo sparso di nastro da lutto. Le rocce e le
 scogliere sporgevano dal groviglio verde della giungla, spingendosi in
 avanti come creature intrappolate che cercavano di respirare. Il
 Killeshan puntava muto verso il cielo, mentre il vapore saliva a
 spirale dai crepacci per tutta la lunghezza della sua pelle fatta di
 lava indurita. In lontananza, a nord, una breve apparizione del lato
 deserto dell'isola rivelava una superficie ruvida e spezzata sulla
 quale era stata gettata una coltre di nebbia sulfurea e sulla quale
 non si muoveva nulla.
 La ragazza Rover e il suo compagno si lavarono e fecero colazione in
 fretta, ansiosi di andarsene. Il calore del giorno stava gi
 cominciando a farsi sentire e metteva in fuga le brezze dell'oceano.
 Gli uccelli marini planavano e si precipitavano su di loro in cerca di
 cibo. I granchi scappavano verso le rocce con prudenza, cercando
 riparo nelle fessure e nelle crepe. Tutt'attorno l'isola si stava
 svegliando.
 Wren e Garth si misero in spalla i loro fardelli, controllarono che le
 armi fossero a portata di mano, si scambiarono una rapida occhiata, e
 partirono verso l'interno.
 La spiaggia finiva in una breve chiazza di erba alta che a sua volta
 cedeva il posto a un bosco di acacie imponenti. I tronchi degli alberi
 antichi si innalzavano verso il cielo come pilastri, e risalendo
 indietro con lo sguardo in profonditdavano l'illusione di formare un
 muro. Il terreno del bosco era senza cespugli; le tempeste e l'alta
 marea avevano spazzato via tutto, tranne i giganteschi alberi. Sotto
 le acacie tutto era immobile. Il sole era ancora velato a oriente, e
 le ombre ricoprivano ogni cosa. Wren e Garth camminavano lentamente,
 sempre dritto, attenti a ogni forma di pericolo. Superarono il bosco
 di acacie e si trovarono di fronte una macchia di bamb La
 costeggiarono finchnon trovarono un punto in cui si restringeva e
 con l'aiuto delle spade corte si fecero strada per attraversarla. Da
 lprocedettero lungo una prateria dove l'erba arrivava al petto e
 variopinti fiori selvatici crescevano abbondanti in mezzo al verde.
 Piavanti, sui pendii del Killeshan, c'era la foresta, alberi e
 cespugli tra strane formazioni di lava; il tutto alla fine spariva nel
 "vog".
 Il primo giorno passsenza inconvenienti. Camminarono su terreni
 aperti ogni volta che poterono trovarne, scegliendo un percorso che
 consentiva loro di vedere dove stavano andando. Quella notte si
 accamparono in un prato, vantaggiosamente situato su un terreno
 elevato che dava loro di nuovo la possibilitdi vedere liberamente in
 ogni direzione. Il secondo giorno trascorse allo stesso modo del
 primo. Riuscirono a fare un bel tratto di cammino, attraversando fiumi
 e torrenti e superando burroni e colline senza difficolt Non c'era
 traccia dei mostri contro i quali li aveva messi in guardia Tiger Ty.
 C'erano serpenti e ragni dai vivaci colori, molti dei quali erano
 certamente velenosi, ma i Rover avevano avuto a che fare con i loro
 cugini in altre parti del mondo e ne sapevano abbastanza da evitare
 ogni contatto. Udirono la strana tosse del gatto di palude, ma non
 videro nulla. Una o due volte degli uccelli rapaci volteggiarono sulle
 loro teste, ma dopo una serie di frettolosi passaggi questi predatori
 si affrettarono ad allontanarsi in cerca di una vittima pifacile.
 Pioveva spesso e abbondantemente, mai, tuttavia, per molto tempo di
 seguito, e tranne quando aveva minacciato di intrappolarli nel letto
 di un fiume asciutto con un'improvvisa onda di piena o di trascinarli
 in doline appena formate, la pioggia non fece molto di piche tenerli
 freschi.
 Nel frattempo, la foschia che ammantava le pendici del Killeshan si
 avvicinava sempre di pi una promessa di maggiori difficoltin
 futuro.
 Il terzo giorno comincialla stessa maniera dei precedenti,
 rannuvolato, immobile e foriero di tristi pensieri. Il sole si alze
 fu visibile per poco tempo attraverso gli alberi davanti a loro, un
 caldo e invitante richiamo. Poi scomparve all'improvviso con la
 discesa dei lembi inferiori del "vog". La foschia era leggera e
 all'inizio non disturbava, niente piche un addensamento dell'aria,
 un ingrigirsi della luce. Ma lentamente comincia intensificarsi,
 raccogliendosi in banchi che nascondevano tutto ciche si trovava a
 oltre dieci metri da loro. Il terreno divenne pidifficile quando le
 pianure costiere e i bassi pendii delle colline ricoperti di erba
 lasciarono il posto a frane e a dirupi, e la lava divenne friabile e
 smossa. La marcia si fece incerta e il ritmo dovette rallentare.
 Consumarono in silenzio un pasto frettoloso e turbato, e ripresero la
 marcia con prudenza. Per proteggersi dai morsi dei serpenti si
 legarono dei pezzi di duro cuoio attorno alle gambe, sopra gli stivali
 e sotto il ginocchio. Indossarono i loro pesanti mantelli e se li
 avvolsero ben stretti. Il caldo dei pendii inferiori non si faceva pi
 sentire, e l'aria - che avevano creduto sarebbe stata picalda
 avvicinandosi al Killeshan - si raffredd Garth precedeva Wren
 facendole volutamente scudo. Tutt'intorno a loro nella nebbia si
 muovevano delle ombre, cose prive di contorno e forma ma tuttavia
 presenti. I versi familiari degli uccelli e degli insetti svanirono,
 assorbiti gradatamente da una calma carica di attesa. Il crepuscolo
 scese presto e parve quasi che la luce defluisse. Comincia piovere a
 dirotto.
 Si accamparono ai piedi di una vecchia acacia koa situata di fronte a
 una piccola radura. Con le spalle rivolte all'albero, cenarono e
 guardarono la luce diventare piscura, passando dal colore del fumo a
 quello del carbone. La pioggia diminudi intensitfino a diventare
 un'acquerugiola intermittente, e la nebbia comincia scendere dalle
 pendici della montagna. La foresta lasciava il posto alla giungla, gli
 alberi erano pifitti, avviluppati dai rampicanti, il terreno era
 umido, morbido e cedevole. Lumaconi e scarabei strisciavano nel
 sottobosco e fra i tronchi marci. Il terreno sotto l'acacia era
 asciutto, ma l'umiditdell'aria sembrava penetrare dappertutto. Non
 c'era la minima possibilitdi accendere il fuoco. Wren e Garth si
 rannicchiarono nei loro mantelli e si strinsero di pil'uno
 all'altra. Attorno a loro scese la notte, trasformando il mondo in un
 nero colore inchiostro.
 Wren si offrdi fare il primo turno di guardia, troppo agitata per
 dormire. Garth accettsenza discutere. Sollevle ginocchia, appoggi
 la testa sulle braccia incrociate, e si addormentquasi
 immediatamente.
 Wren si sedette fissando l'oscurit Gli alberi e la nebbia
 nascondevano la luce e le stelle, e anche dopo che gli occhi si furono
 abituati al buio era impossibile vedere a pidi una decina di metri,
 oltre i quali vagavano ombre brevi, veloci e suggestive. Dalla foschia
 rimbalzavano rumori che avevano un suono di sfida e di burla - lo
 stridulo richiamo degli uccelli notturni, lo scattare degli insetti,
 stridii e fruscii, sbuffi e ringhi indistinti. Da un punto indefinito
 in lontananza proveniva il rauco tossire dei gatti cacciatori. Sentiva
 appena i fumi sulfurei del Killeshan, che si diffondevano nell'aria,
 mescolandosi con gli odori piintensi e pipungenti della giungla.
 Tutt'attorno a lei un mondo invisibile si stava svegliando.
 Bene, penscon atteggiamento di sfida.
 L'aria si fece immobile anche perchaveva smesso del tutto di piovere
 e rimaneva solo la nebbia. Il tempo passava lentamente. I rumori
 rallentarono e si attenuarono, e si aveva la sensazione che laggi
 nell'oscurittutto fosse in attesa e in guardia. Wren si rendeva
 conto che le ombre ai bordi della nebbia incombente erano scomparse.
 Garth russava debolmente. Wren cambiposizione per non farsi prendere
 dai crampi, ma non fece il minimo sforzo per alzarsi. Le piaceva
 sentire l'albero contro la schiena e la pressione del corpo di Garth
 cosvicino. Detestava lo stato d'animo che suscitava in lei l'isola,
 facendola sentire esposta, vulnerabile, senza protezione. Era la
 novit si disse. Era la scarsa familiaritcol terreno, la lontananza
 dal proprio paese, il ricordo degli avvertimenti di Tiger Ty a
 proposito dei mostri presenti sull'isola. Ci sarebbe voluto del tempo
 per adattarsi...
 Interruppe le sue riflessioni quando vide il profilo di una cosa
 enorme apparire al limite della nebbia. La cosa cammindiritta su due
 zampe per un momento, poi si abbasssu quattro. Si ferme lei cap
 che la stava guardando. Avvertun formicolio tra i capelli dietro il
 collo, e spinse la mano finchle dita si strinsero attorno al pugnale
 che portava alla cintura.
 Attese.
 La cosa che guardava non si mosse. Sembrava stare in attesa come lei.
 Poi vide comparire un'altra ombra, simile alla prima. Poi una terza, e
 una quarta. Si raccoglievano nell'oscurite rimanevano immobili, gli
 occhi invisibili brillavano. Wren respirlentamente, profondamente.
 Pensdi svegliare Garth, ma decise di lasciar passare ancora un
 minuto, appena il tempo di vedere che cosa accadeva.
 Ma non accadeva nulla. I minuti passavano e le ombre rimanevano
 immobili. Wren si domandquante potessero essere. Poi si chiese se
 non ce ne fossero anche dietro di lei dove non poteva vederle, che si
 muovevano furtivamente fino ad avvicinarsi abbastanza da...
 Si volse di scatto e guard Non c'era nulla. Almeno nel raggio
 limitato della sua vista.
 Si volse di nuovo. D'un tratto capche le cose nell'oscuritstavano
 aspettando di vedere come si sarebbe comportata, cercando di
 verificare quanto potesse essere pericolosa. Se lei fosse rimasta
 seduta abbastanza a lungo sarebbero diventate impazienti e avrebbero
 deciso di metterla alla prova. Si chiese quanto tempo avesse. Quanto
 ci sarebbe voluto per scoraggiarle. Se i mostri erano gil soltanto
 a tre notti dalla spiaggia, ci sarebbero stati ogni notte successiva,
 a guardare e aspettare. E ce ne sarebbero stati altri. Di sicuro.
 Il cuore di Wren batteva furiosamente, e il sangue correva alla
 velocitdel pensiero. Insieme, Garth e lei erano una coppia in grado
 di affrontare molte prove. Ma non potevano permettersi di lottare
 contro ogni cosa che incontravano.
 Le ombre avevano ricominciato a muoversi, senza sosta. Uddei
 mormorii, non esattamente delle parole, ma qualcosa. Avvertiva dei
 movimenti tutt'attorno a lei, qualcosa di diverso dalle ombre, cose
 che non riusciva a vedere. Gli abitanti della giungla li avevano
 scoperti e si stavano raccogliendo. Sentun grugnito, basso e
 minaccioso. Accanto a lei, Garth si mosse nel sonno, voltandosi
 dall'altra parte.
 Wren si accorse che la sua faccia scottava.
 "Fai qualcosa", si disse sottovoce. "Devi fare qualcosa".
 Capsenza guardare che le ombre ora stavano dietro di lei.
 Avvertun bruciore contro il petto.
 Quasi automaticamente, infilla mano nella tunica e prese il
 sacchetto di pelle con le Pietre Magiche. Con un movimento rapido,
 senza voler pensare a quello che stava facendo, rovescile pietre in
 una mano e chiuse subito le dita su di esse. Ebbe l'impressione che le
 ombre stessero guardando.
 "Appena un cenno di quello che possono fare", si disse. "Baster.
 Tese la mano in avanti e aprleggermente le dita. La luce azzurra
 delle Pietre Magiche risplendette. Si raccolse, come un fuoco freddo,
 e si diffuse in strisce sotTiili  per esplorare l'oscurit
 Tutt'a un tratto le ombre non c'erano pi Scomparvero cosin fretta
 e coscompletamente come se non ci fossero mai state. I rumori furono
 inghiottiti dal silenzio. Il mondo divenne vuoto, e lei e Garth erano
 tutto ciche vi rimaneva.
 Richiuse le dita e ritirla mano. Le ombre, dovunque fossero,
 sapevano qualcosa della magia degli Elfi.
 Il suo istinto le aveva detto che sarebbe stato cos
 Fu assalita da un'improvvisa amarezza. Aveva insistito nel dire che le
 Pietre Magiche non facevano parte della sua vita. Oh, no, non della
 sua vita. Appartenevano a qualcun altro, non a lei. Com'era stata
 pronta a dirsi questo. E con quanta prontezza si era rivolta a esse
 quando si era sentitminacciata.
 Fece scivolare di nuovo le pietre nel sacchetto e lo rimise nella
 tunica. La notte era serena e tranquilla; la nebbia non nascondeva
 nessun movimento. Le cose che vivevano su Morrowindl erano andate in
 cerca di una preda pifacile.
 Era mezzanotte passata quando svegliGarth. Non era apparso
 nient'altro a minacciarli. Lei non gli parldell'accaduto. Si avvolse
 nel mantello e si appoggia lui.
 Ci volle molto prima che si addormentasse.
 All'alba si rimisero in marcia. Uno spesso strato di "vog" ricopriva
 le pendici del Killeshan, e la luce era tenue e grigia. L'umidit
 riempiva l'aria; filtrava attraverso il suolo sul quale camminavano,
 impregnava gli abiti che indossavano, e dava loro i brividi. Dopo un
 po', il sole comincia farsi sentire attraverso la nebbia, e il
 freddo si attenu Il cammino era lento e difficile, il terreno
 disuguale e rotto, una serie di burroni e di crinali soffocati dalla
 vegetazione della giungla. Il silenzio della notte precedente durava
 ancora, una calma cupa che li isolava e filava una trama di disagio
 tutt'attorno.
 Al margine del loro campo visivo c'erano ancora le ombre, furtive e
 circospette, un'adunata di fantasmi agili e privi di forma che erano
 presenti fino all'istante in cui li si cercava con lo sguardo e poi
 sparivano. Garth sembrava ignorarli, ma Wren sapeva che non era cos
 Quando, di tanto in tanto, scorgeva uno sguardo furtivo verso la sua
 faccia scura, poteva vedere la calma che si rifletteva nei suoi occhi.
 Si meravigliava che fosse capace di tenere tutto accuratamente sotto
 controllo. Lei stessa con gli occhi perlustrava di continuo la
 foschia, perchnon sapeva ancora fino a che punto le cose che vi si
 nascondevano temessero le Pietre Magiche, nper quanto tempo la magia
 avrebbe continuato a tenerle a bada. Sporadicamente, le sue dita
 finivano per andare a toccare la tunica e il sacchetto di pelle sotto
 di essa, per assicurarsi che la sua protezione fosse ancora l
 Il giorno scorreva lentamente. Passarono per boschi di koa e di
 baniano, alberi antichi ricoperti di muschio e rampicanti, lungo
 canaloni dove la lava si era indurita e frantumata in pezzi sparsi che
 si sbriciolavano e slittavano via quando essi cercavano di camminarvi
 sopra, giper burroni dove i cespugli erano pieni di spine e per una
 serie di vallate sulle quali si stendevano pesanti nuvole in una
 coltre impenetrabile di grigio. Continuavano ad arrampicarsi tutto il
 tempo, facendosi strada sulle pendici del Killeshan, riuscendo a
 cogliere qualche immagine del vulcano attraverso gli squarci nel
 "vog", con la sommitche si levava in alto, che sembrava non
 avvicinarsi mai.
 Cominciarono a individuare sempre meglio i pericoli dell'isola.
 C'erano certe piante, dai colori brillanti e dalle forme intricate,
 che prendevano al laccio e bloccavano tutto ciche gli arrivava a
 tiro. C'erano delle doline che potevano inghiottire in un attimo se si
 era tanto sfortunati da metterci il piede dentro. C'erano strani
 animali che si facevano vedere per un po' e quindi sparivano, tutti
 predatori, dotati di scaglie e di punte, di artigli e denti aguzzi.
 Nessun mostro si era fatto ancora vivo, ma Wren sospettava che ci
 fossero a osservare e ad aspettare, gli spettri che bisbigliavano
 dalla nebbia.
 Calla notte e dormirono, ma questa volta le ombre non si
 avvicinarono, rimasero accuratamente nascoste. Un gatto delle paludi
 gironzolava nelle vicinanze, ma Garth soffiin un grosso stelo
 d'erba, producendo un suono sibilante che il gatto sembrignorare,
 almeno in apparenza, per scomparire nel silenzio. Wren sognla sua
 casa, le Terre dell'Ovest quando era giovane e tutto era nuovo, e si
 svegliava con i ricordi chiari e vividi.
 亮arth, ho usato di nuovo le Pietre Magiche蜢li disse a colazione,
 mentre stavano stretti l'uno all'altra per proteggersi dal freddo
 della foschia. 非ue notti fa quando le ombre sono comparse per la
 prima volta.
 "Lo so" rispose lui, fissandola negli occhi mentre faceva i segni con
 le dita. "Ero sveglio".
 青osa hai visto?sussurrlei scuotendo incredula la testa.
 "Abbastanza. La magia ti spaventa, non vero?"
 Wren sorrise malinconica. 俊utto quello che facciamo mi spaventa.
 Camminarono nel silenzio dell'alba, assorti nei loro pensieri. Davanti
 a loro il terreno era pianeggiante e la giungla si estendeva a perdita
 d'occhio. Qui la cenere vulcanica, il "vog", era pispessa, uniforme
 e statica davanti a loro. L'aria era immobile. Attraversarono uno
 spazio aperto e si trovarono ai margini di una palude. Prudentemente
 rasentarono i bordi fitti di canne alla ricerca di un terreno pi
 solido. Quando lo ebbero trovato, ripresero ad andare avanti. La
 palude continuava. Di tanto in tanto erano costretti a cambiare
 direzione, per cercare un passaggio pisicuro. La palude era un
 monotono, piatto scintmio  di umiditche si stendeva tra masse
 d'erba di ogni genere, e gli alberi spuntavano fuori come gli arti di
 un gigante annegato. Insetti alati ronzavano attorno, scintillanti e
 iridescenti. Garth preparun unguento maleodorante che usarono per
 cospargersi la faccia e le braccia, uno scudo contro i morsi e le
 punture. I serpenti strisciavano nel fango. C'erano ragni dappertutto
 che si muovevano lentamente, alcuni pigrossi del pugno di Garth.
 Tele di ragno, muschio e rampicanti pendevano dai rami e dai cespugli,
 abbarbicati e micidiali. Sotto le volte da cattedrale degli alberi
 volavano i pipistrelli, col loro squittio acuto e raggelante.
 A un certo punto incontrarono una gigantesca tela di ragno
 perfettamente celata e disposta come un laccio per cadere su qualunque
 cosa fosse passata sotto. Una coppia di cacciatori meno esperta non
 l'avrebbe notata e sarebbe stata catturata, ma Garth scoprsubito la
 trappola. I fili della tela erano grossi come le dita di Wren, e
 talmente trasparenti da risultare invisibili se non ci si faceva
 attenzione. Lei ne toccuno con una canna, e la canna fu
 immediatamente avvolta e immobilizzata. Wren e Garth scrutarono
 intorno prudentemente per molto tempo senza muoversi. Chiunque avesse
 tessuto quella tela non era qualcuno che avrebbero voluto incontrare.
 Certi finalmente che il tessitore non era nei paraggi, si affrettarono
 a riprendere il cammino.
 Era quasi mezzogiorno quando udirono un rumore di sfregamento.
 Rallentarono l'andatura e poi si fermarono. Il rumore era violento e
 frenetico , troppo forte per la calma della palude, quasi una
 staffilata. Proveniva dalla loro sinistra dove, dietro un boschetto di
 arbusti dai fiori rosso scarlatto, c'erano ombre. Con Garth che faceva
 strada, costeggiarono i cespugli sulla destra, seguendo un argine di
 terreno solido fino a una radura di koa, spostandosi in silenzio,
 l'orecchio sempre teso al rumore di sfregamento che continuava. Tutt'a
 un tratto videro dei fili della ragnatela trasparente scendere verso
 terra dalla cima degli alberi. I fili erano scossi come se qualcosa
 desse degli strattoni dall'interno della boscaglia. Era chiaro quello
 che era accaduto. Garth fece un cenno a Wren, e ripresero ad avanzare
 con prudenza.
 Si fermarono di nuovo in mezzo ai koa. Una serie di lacci erano stati
 gettati dagli alberi, uno grande e parecchi altri piccoli. Uno di
 questi era stato fatto scattare, e il rumore di sfregamento proveniva
 dalla creatura che vi era rimasta impigliata e che lottava per
 liberarsi. L'animale era diverso da ogni altra cosa che Wren e Garth
 avessero mai visto. Delle dimensioni di un piccolo cane da caccia,
 sembrava un incrocio tra un porcospino e un gatto, col corpo a forma
 di barile ricoperto di aculei ad anelli neri e marrone chiaro,
 sostenuto da quattro zampe corte e robuste mentre la testa quasi
 quadrata, situata, praticamente senza collo, tra le spalle, si
 restringeva all'improvviso nell'aspetto smussato e coperto di
 pelliccia di un felino. Le zampe rugose terminavano in dita dotate di
 potenti artigli che si conficcavano nella terra, mentre la coda mozza
 ricoperta di piume si agitava avanti e indietro come una frusta in un
 tentativo frenetico  di spezzare i fili della tela di ragno che lo
 avevano avvolto.
 Lo sforzo era vano. Pisi dibatteva, pila ragnatela lo
 imprigionava. Finalmente l'animale si ferm con la testa in alto, e
 li vide. Wren fu stupita dai suoi occhi, dotati di palpebre e di
 ciglia e di un color azzurro vivace. Non erano quelli di un animale;
 erano occhi come i suoi.
 Il corpo della creatura si afflosci esausto per la lotta. Gli aculei
 ricaddero indietro lisci, e gli strani occhi batterono le palpebre.
 促fftttt!La creatura soffi- assomigliava molto a un gatto, almeno
 in parte. 俏on pensi che dovresti prendere in considerazione
 l'eventualitdi aiutarmi?disse con voce stridula ma gentilmente.
 非opotutto, hai una parte - arrrgggh - di responsabilitper la
 situazione in cui mi trovo.
 Wren trasal poi lanciuna rapida occhiata a Garth, che per una
 volta sembrsorpreso quanto lei. Come poteva parlare una creatura del
 genere? Si volse di nuovo. 青osa vuoi  dire che ho una parte di
 responsabilit
 俘rrowwwggg. Voglio dire, tu sei un'Elfa, no?
 雨e', no, a dire il vero non lo sono. Sono una...Wren esitun
 attimo. Era stata sul punto di dire che era una Rover. Ma di fatto,
 almeno in parte era un'Elfa. Non l'aveva forse identificata in quel
 senso l'animale - in base ai suoi tratti somatici? Aggrottle
 sopracciglia. Che ne sapeva degli Elfi, in ogni modo?
 青hi sei?gli chiese.
 L'animale la valutin silenzio per un momento, con gli occhi azzurri
 immobili. Quando parl la sua voce era un ringhio sordo. 俟tresa.
 俟tresaripetWren. 俊i chiami cos
 L'animale annu
 侵o mi chiamo Wren. Questo il mio amico Garth.
 信ssttt. Tu sei un'ElfaripetStresa, e la sua faccia da gatto si
 coprdi rughe. 俑a non sei di Morrowindl.
 俏orispose Wren. Mise le mani sui fianchi sconcertata. 青ome fai a
 saperlo?
 Gli occhi azzurri guardarono lievemente di traverso. 俏on mi
 riconosci. Non sai chi sono. Hrrrrowwl. Se vivessi a Morrowindl, lo
 sapresti.
 Wren annu 青hi sei, allora?
 俗n Gatto Screziatorispose l'animale. Ringhiin fondo alla gola.
 青ossiamo chiamati, quei pochi che siamo rimasti. Una parte di
 questo e una parte di quello, ma per lo piqualcos'altro
 nell'insieme. Puurrft.
 亟 come mai sai degli Elfi? Ci sono ancora Elfi che vivono qui?
 Il Gatto Screziato la guardfreddamente, paziente nel suo cappio. 俟e
 mi aiuti a liberarmirispose con la voce roca divenuta un flebile
 ronzio, 咬isponderalle tue domande.
 Wren esitava, indecisa.
 亭ffppht! Faresti bene a sbrigartisugger 促rima che arrivi il
 Wisteron.
 Il Wisteron? Wren lancidi nuovo un'occhiata a Garth, facendo segni
 per spiegargli ciche Stresa aveva detto. Garth le diede una breve
 risposta.
 Wren si volse indietro. 青ome facciamo a sapere che non ci farai del
 male?chiese al Gatto Screziato.
 信arrrwl. Se non sei di Morrowindl e sei venuta fin qui, sei pi
 pericolosa tu di mele rispose, avvicinandosi, per quanto gli doveva
 essere possibile, a una risata. 俟brigati, adesso. Usate i vostri
 lunghi pugnali per tagliare la tela. Il taglio della lama soltanto;
 non fatela avvicinare di piatto ai fili.La strana creatura tacque, e
 per la prima volta Wren vide un'ombra di disperazione nei suoi occhi.
 俏on c'molto tempo. Se mi aiuti - hrroww - forse potraiutarti a
 mia volta.
 Wren segnalcon le dita a Garth, e andarono insieme dove il Gatto
 Screziato era impigliato, stando attenti a non far scattare nessuno
 dei lacci ancora tesi. Tagliarono rapidamente i fili che
 intrappolavano l'animale e poi si ritirarono. Stresa passpiano piano
 sopra la tela caduta e poi tranquillamente davanti a loro fino al
 punto in cui il terreno era solido. Drizzi suoi aculei e si scosse
 violentemente. Wren e Garth arretrarono a quell'improvviso movimento,
 ma non arrivloro addosso neanche un aculeo. Il Gatto Screziato si
 stava semplicemente liberando dei residui della tela di ragno che
 erano rimasti attaccati. Comincia lisciarsi gli aculei, poi si ferm
 quando si rese conto che lo stavano guardando.
 亮raziedisse con voce bassa e roca. 俟e non mi aveste liberato,
 sarei morto. Il Wisteron mi avrebbe certo mangiato.
 侵l Wisteron?chiese Wren.
 Il Gatto Screziato lasciricadere all'indietro gli aculei, ignorando
 la domanda. 隹nche voi dovreste essere mortidisse. La sua faccia fu
 di nuovo tutta rugosa. 促ffltt!soffi 保 siete molto fortunati
 oppure avete la protezione della magia. Quale delle due?
 Wren prese un momento per riflettere. 信ai promesso di rispondere alle
 mie domande, Stresa. Parlami degli Elfi.
 Il Gatto Screziato si sedette. Era pigrande di quanto era parso
 nella trappola, sembrava pidelle dimensioni di un cane che di un
 porcospino o di un gatto. 亮li Elfidisse, mentre il ringhio si
 insinuava di nuovo nella sua voce, 哉ivono all'interno, in alto sulle
 pendici del Killeshan nella cittdi Arborlon hrrowggh - dove i demoni
 li hanno intrappolati.
 侵 demoni?chiese Wren, pensando immediatamente a quelli che erano
 stati rinchiusi nella CittProibita da Eterea. Erano riusciti a
 liberarsi giuna volta all'epoca di Wil Ohmsford. Lo avevano fatto di
 nuovo? 青ome sono questi demoni?insistette Wren.
 俟ssssttt! Come tante cose diverse. Che differenza fa? Il punto che
 sono stati gli Elfi a crearli e adesso non riescono a liberarsene.
 Pffl! Un vero guaio per gli Elfi. Ora la magia del Keel non pi
 efficace. Tra non molto sartutto scomparso.
 Il Gatto Screziato aspettche Wren reagisse a quest'ultima notizia.
 C'erano ancora troppe cose che non capiva. 亮li Elfi hanno creato i
 demoni?ripetconfusa.
 隹nni fa. Quando non sapevano fare di meglio.
 俑a... con cosa?
 Stresa tirfuori la lingua viola scuro contro la faccia marrone.
 促erchsei venuta? Perchstai cercando gli Elfi?
 Wren sentsulla spalla la mano ammonitrice di Garth. Si volte vide
 che gesticolava in direzione della giungla.
 俟ssm, s lo sento anch'iodisse Stresa, alzandosi in fretta. 侵l
 Wisteron. Comincia la caccia, va a controllare i suoi lacci per vedere
 se c'qualcosa da mangiare. Dobbiamo allontanarci al pipresto.
 Appena scopre che sono fuggito, verra cercarmi.Il Gatto Screziato
 scosse gli aculei. 信hgggh. Poichsembra che non sappiate dove
 andare, sarmeglio che seguiate me.
 Partall'improvviso. Wren dovette affrettarsi per raggiungerlo, e
 Garth dietro a lei. 隹spetta un attimo. Che razza di animale questo
 Wisteron?chiese.
 俑eglio per te se non lo scopri mairispose enigmatico Stresa, con
 tutti gli aculei dritti. 侶uesta palude si chiama In Ju. Il Wisteron
 ne ha fatto il suo rifugio. In Ju si estende fino a Blackledge, ed 
 un sacco di strada da qui. Phffaghh.
 Si allontana passo dinoccolato, piin fretta di quanto Wren si
 sarebbe aspettata. 隹ncora non capisco come mai sai tante cose sugli
 Elfidisse, affrettandosi per stargli dietro. 保ppure come mai puoi
 parlare. A Morrowindl tutte le cose parlano?
 Stresa lanciindietro un'occhiata, uno sguardo da gatto, acuto e che
 sa il fatto suo. 俘raarggh - ho dimenticato di dirtelo? La ragione per
 cui posso parlare che gli Elfi hanno creato anche me. Sssstt.E si
 volt 雨asta con le domande per ora. E' meglio che stiamo zitti per
 un po'.
 Si muoveva rapidamente tra gli alberi, silenzioso come il fumo
 lasciando che Wren lo seguisse con Garth, tutta presa dalla confusione
 e dall'incredulit
 7.
 Di corsa e in silenzio, attraversarono la palude In Ju. In testa il
 Gatto Screziato, col suo corpo dagli aculei brunastri che avanzava
 strascicando le zampe tra la boscaglia e nell'erba, sotto i rovi e
 sopra i tronchi d'albero come se fossero un tutt'uno, un unico
 ostacolo per superare il quale ci voleva la stesso sforzo. Wren e
 Garth lo seguivano, costretti a rasentare il sottobosco pifitto, a
 farsi strada con maggiore cautela, a saggiare il terreno prima di
 camminarci sopra. Riuscivano a tenere il passo solo perchStresa
 aveva abbastanza presenza di spirito da voltarsi a cercarli di tanto
 in tanto e aspettare che lo raggiungessero.
 Nessuno parlava mentre procedevano in fretta, ma tutti erano
 attentissimi ad ascoltare i rumori del Wisteron lanciato
 all'inseguimento.
 La giungla si fece pibuia e cominciarono ad apparire ovunque le
 ragnatele. Molte erano resti di lacci scattati o strappati parecchio
 tempo prima, ma altrettanto numerosi erano quelli collocati in modo da
 far scattare le ragnatele tese tra le cime degli alberi, tra i
 cespugli, perfino sopra buche fatte per terra. La ragnatela era chiara
 e invisibile a meno che non vi fosse rimasta attaccata qualche foglia
 o dello sporco che le davano colore e definizione, e anche in quel
 caso era difficile scoprirla. Wren ben presto rinuncia cercare
 qualunque altra cosa per concentrarsi esclusivamente sulle pericolose
 ragnatele. Un ragno potrebbe tessere ragnatele come queste, pensava
 tra s e coscercdi raffigurarsi il Wisteron nella sue mente.
 Erano in fuga da pochi minuti soltanto quando Wren lo sentmuoversi.
 Il rumore le giunse chiarissimo - boscaglia e cespugli trascinati,
 rami di alberi spezzati, cortecce divelte e acqua schizzata e agitata.
 Il Wisteron era grande e non faceva il minimo sforzo per nascondere il
 suo arrivo. Sembrava un grosso bestione implacabile che travolgeva
 tutto, qualcosa cui non si poteva sfuggire. La palude In Ju era una
 mostruosa cattedrale alla quale era stato sottratto il silenzio. Wren
 ebbe improvvisamente una grande paura.
 Passarono per un'ampia radura in cui si era formato un lago, e si
 videro costretti a cambiare direzione. Dopo un attimo di esitazione,
 decisero di costeggiarlo sulla destra lungo un basso terrapieno sul
 quale cresceva una fitta macchia di rovi. Stresa ci passsotto, senza
 pensarci. Wren e Garth lo seguirono coraggiosamente, incuranti dei
 graffi e dei tagli che si facevano, mentre il rumore del Wisteron che
 si avvicinava si faceva piintenso dietro di loro.
 Poi, all'improvviso, il rumore scomparve.
 Stresa si arrestimmediatamente, paralizzato sul posto. I Rover
 fecero altrettanto. Wren tese l'orecchio, immobile. Garth poggile
 mani a terra. Tutto era fermo. Gli alberi svettavano immobili attorno
 a loro, la mezza luce carica di umiditformava una cortina di garza.
 L'unico rumore era il brusio del vento... Solo che di vento non ce
 n'era. Wren si sentrabbrividire. C'era un'aria di morte. Guard
 immediatamente Stresa. Il Gatto Screziato stava scrutando in alto.
 Il Wisteron si stava spostando sugli alberi.
 Garth, di nuovo in piedi, sguainava il suo lungo pugnale. Wren scrut
 la copertura di rami e di frasche sopra di lei in un frenetico  e vano
 tentativo di scoprire qualcosa. Il fruscio si fece pivicino, pi
 distinguibile, non giil sussurrare del vento contro le foglie ma il
 movimento di qualcosa di enorme.
 Stresa comincia correre, sembrava un grosso pezzo di terra spinosa
 dalla strana forma mentre si avvicinava a un bosco di koa, in silenzio
 quanto poteva, ma al tempo stesso freneticamente. Anche Wren e Garth
 si misero a correre, senza che nessuno glielo avesse ordinato, senza
 fare domande. Wren sudava copiosamente sotto i vestiti, il corpo
 indolenzito dallo sforzo di rimanere rigido. Procedeva rannicchiata,
 ora aveva paura di guardare indietro, di guardare in alto, o dovunque
 che non fosse davanti, nella direzione in cui correva il Gatto
 Screziato. Il fruscio delle foglie riempiva le orecchie, e si sentiva
 il rumore dei rami spezzati. Gli uccelli sfrecciavano nella foresta
 che ora somigliava a una caverna, sprazzi di colore e di movimento che
 sparivano in un batter d'occhio. La giungla scintillava umida e
 immobile tutt'attorno, una natura morta nella quale soltanto lei si
 muoveva. Il bosco di koa sorgeva ldavanti, tronchi massicci dai
 quali pendevano metri di rampicanti ricoperti di muschio, giganti
 canuti radicati nel tempo.
 Wren trasalinaspettatamente. Nascoste sul suo petto, le pietre
 magiche avevano cominciato a scottare.
 "Di nuovo, no", pensdisperata. "Non userla magia di nuovo", ma
 sapeva che invece lo avrebbe fatto.
 Raggiunsero il riparo dei koa, muovendosi in fretta al suo interno,
 sotto un atrio formato da tronchi e ombre. Wren guardin alto, per
 vedere se c'era qualche laccio. Non ne vide. OsservStresa correre
 veloce da un lato verso un cespuglio e infilarcisi sotto. Lei e Garth
 lo seguirono, curvi per passare sotto i rami, e si tirarono dietro gli
 zaini, tenendoli ben stretti per non fare il minimo rumore.
 Accovacciati al buio e respirando affannosamente, si inginocchiarono e
 aspettarono. I minuti passavano lenti. I rami frondosi del loro
 rifugio attutivano i rumori provenienti dall'esterno, per cui non
 potevano pisentire il fruscio. C'era poca aria nel loro
 nascondiglio, e dalla terra saliva il puzzo del legno marcio. Wren si
 sentin trappola. Sarebbe stato meglio essere fuori all'aperto dove
 poteva correre, dove poteva vedere. Provun improvviso bisogno di
 balzare in piedi e fuggire. Ma guardGarth, vide la calma impressa
 sul suo volto, e rimase ferma. Stresa si era avvicinato all'apertura,
 il corpo appiattito, la testa dritta, tendendo le orecchie mozze da
 gatto.
 Wren si spostmettendosi bocconi accanto all'animale e sbircifuori.
 Gli aculei del Gatto Screziato si drizzarono.
 In quello stesso istante Wren vide il Wisteron. Stava immobile sugli
 alberi, coslontano da dove erano nascosti da essere poco pidi
 un'ombra contro lo schermo di "vog". Anche a quella distanza, non ci
 si poteva sbagliare. Si arrampicava sui rami come un enorme spettro...
 o meglio, non si arrampicava, camminava furtivo. Non come un gatto, ma
 come una cosa molto pisicura, molto pidecisa. Sottraeva la vita
 all'aria mentre avanzava, come un'ombra che ingoiava rumore e
 movimento. Aveva quattro zampe e una coda e le usava tutte cinque per
 afferrare i rami degli alberi e attaccarvisi. Un tempo doveva essere
 stato un animale, ne aveva ancora l'aspetto. Ma si muoveva come un
 insetto. Era tutto deforme e distorto, le parti del suo corpo si
 articolavano come giganteschi rampini che gli consentivano di
 oscillare liberamente in ogni direzione. Era liscio e vigoroso e
 grottesco anche pidi quella specie di lupo che li aveva inseguiti da
 Grimpen Ward.
 Il Wisteron si ferm e si volt
 Wren rimase con il fiato in gola e senza poter respirare, con un
 unico, terrificante pensiero. Il Wisteron era sospeso contro il
 grigio, un'ombra enorme, terrificante. Poi all'improvviso si mosse. Le
 passdavanti come la promessa della sua morte, insinuante,
 canzonatorio, sussurrando silenziose minacce. Eppure non la vide; non
 rallent Quel pomeriggio, aveva altre vittime da ghermire.
 E scomparve.
 Dopo un po' uscirono dal nascondiglio e si rimisero in marcia, nervosi
 e guardinghi, camminando la maggior parte del tempo perchera
 necessario fare cosse volevano uscire dalla palude In Ju. Nonostante
 cinon ne erano ancora fuori quando calil buio per cui dovettero
 passare la notte l Stresa trovun grosso buco nel tronco di un
 baniano morto, e i Rover, malvolentieri, ci si infilarono carponi
 dietro le insistenze del Gatto Screziato. Non avevano molta voglia di
 stare rinchiusi, ma era meglio che dormire fuori all'aperto dove gli
 animali della giungla potevano strisciare loro addosso. In ogni modo,
 nel tronco era asciutto, e il freddo della notte si sentiva meno. I
 Rover si avvolsero nei loro pesanti mantelli e si sedettero rivolti
 verso l'apertura, guardando nel buio, sentendo l'odore di marcio, di
 muffa e di umidit osservando le onnipresenti ombre passare
 rapidamente.
 青os'che si muove lfuori?chiese infine Wren a Stresa, non
 riuscendo pia contenere la sua curiosit Avevano appena finito di
 mangiare. Il Gatto Screziato sembrava capace di divorare proprio tutto
 - il formaggio, il pane e la carne secca delle loro provviste al pari
 delle larve e degli insetti che catturava per conto suo. In quel
 momento era seduto a un lato dell'apertura del baniano masticando una
 radice.
 Lanciun'occhiata prontamente. 俠fuori?ripet Le parole erano
 cosgutturali che Wren poteva capirle a malapena. 亮rrrssst. Niente
 di importante, davvero. Certe brutte, piccole creature che in altre
 circostanze non oserebbero mostrare le loro facce. Osano farsi sotto
 adesso - hhhrrgg - perchtutte le cose veramente pericolose - tranne
 il wwwssst Wisteron - sono ad Arborlon, in attesa che la Chiglia
 ceda.
 俘accontami della ChigliaincalzWren. Con le dita si rivolgeva a
 Garth, traducendogli le parole del Gatto Screziato.
 Stresa abbandonla radice. Nella sua voce roca era tornato il rumore
 delle fusa. 俠a Chiglia il muro che circonda la citt Fu formato
 dalla magia, e la magia tiene fuori i demoni. Hggghhhh. Ma la magia si
 va indebolendo, e i demoni diventano sempre piforti. Anche in questo
 caso, sembra che gli Elfi non siano capaci di fare nulla.Il Gatto
 Screziato si interruppe. 青ome sei venuta a sapere dei demoni? Hssttt.
 Come hai detto che ti chiami? Grrllwren? Wren? Chi ti ha parlato di
 Morrowindl?
 Wren si appoggial tronco del baniano. 亟' una storia lunga, Stresa.
 Un Cavaliere Alato ci ha portati qui. E' stato lui che ci ha messo in
 guardia dai demoni, solo che lui li chiamava mostri. Hai sentito
 parlare dei Cavalieri Alati?
 俟sttppft! Gli Elfi con gli uccelli giganti - s so chi sono.
 Venivano qui sempre. Ora non pi Adesso quando vengono i demoni li
 aspettano. Li tirano gie li uccidono. Fffflt - subito. Lo stesso
 sarebbe successo a voi se non fossero tutti ad Arborlon, o almeno la
 maggior parte di loro. Il Wisteron non si cura di cose del genere.
 Arborlon, pensava Wren, era stata la cittdi origine degli Elfi
 quando vivevano nelle Terre dell'Ovest. Era scomparsa con loro.
 L'avevano ricostruita su Morrowindl? Cosa ne avevano fatto
 dell'Eterea? L'avevano portato con s O era morto un'altra volta come
 era successo all'epoca di Wil Ohmsford? Era per questa ragione che
 c'erano i demoni su Morrowindl?
 侶uanto siamo lontani dalla cittchiese, tralasciando le altre
 domande.
 青'ancora molta stradarispose Stresa. La faccia del gatto si
 drizz 俠a palude In Ju arriva fino a una parete montuosa chiamata
 Blackledge che attraversa tutta l'estremitmeridionale dell'isola. Al
 di ldi essa c'una valle dove scorre il Rowen. Rrwwwn. Oltre il
 fiume si trova Arborlon, in cima a una scogliera alta e ripida sotto
 la bocca del Killeshan. E' lche state cercando di andare?
 Wren annu
 促pffahh! A fare cosa?
 隹 cercare gli Elfirispose Wren. 俟ono stata mandata per dare loro
 un messaggio.
 Stresa scosse la testa e sollevgli aculei di un paio di centimetri
 circa, a ventaglio. 俟pero che il messaggio sia importante. Non vedo
 come farete e consegnarlo con i demoni tutt'attorno alla citt sempre
 che la cittci sia ancora. Ssstt.
 俊roveremo il modo.Wren voleva cambiare argomento. 信ai detto che
 gli Elfi hanno creato te, Stresa, e i demoni. Ma non hai spiegato
 come.
 II Gatto Screziato le rivolse uno sguardo spazientito. 俠a magia,
 naturalmente!rispose con voce stridula. 信rrwwll! La magia degli
 Elfi permette di fare praticamente qualsiasi cosa.LO sono stato uno
 dei primi, e solo molto tempo dopo hanno deciso di creare i demoni e
 tutto il resto. Fu circa cinquant'anni fa. I Gatti Screziati vivono a
 lungo. Ssppptt. Mi crearono per fare la guardia alle fattorie, per
 tenere lontani gli animali che venivano a rovistare nei rifiuti e cose
 simili. Ero bravissimo. Lo eravamo tutti. Pfftt. Vivevamo dei frutti
 della terra, avevamo bisogno di poche cure, e potevamo stare fuori per
 settimane. Ma poi vennero i demoni e uccisero un gran numero di noi, e
 tutte le fattorie si trovarono in difficolte furono abbandonate. Noi
 dovemmo arrangiarci - grrrsssst - e quella non fu una difficolt
 perchormai ci avevamo fatto l'abitudine. Potevamo provvedere a noi
 stessi e sopravvivere. A dire il vero, fu anche meglio cos Non mi
 sarebbe affatto piaciuto essere rinchiuso in quella citt- hssstt -
 con i demoni tutt'attorno.Emise un lieve brontolio. 非etesto perfino
 pensarci.
 Wren stava ancora cercando di immaginare come mai gli Elfi fossero
 ricorsi di nuovo alla magia. Da dove era venuta la magia? Non ne
 avevano fatto uso quando vivevano nelle Terre dell'Ovest - non ne
 avevano fatto uso fin dai tempi delle fate tranne che per i suoi
 poteri curativi. La vera magia era andata perduta per anni. Ora, in
 qualche modo, l'avevano recuperata. A sufficienza, sembrava, da
 consentire loro di creare i demoni. O da evocarli, forse. Una brutta
 scelta, se mai c'era stata. Cosa poteva averli indotti a farla?
 Si chiese d'un tratto cosa avessero a che fare i suoi genitori con
 tutto ci Erano implicati nell'uso della magia? Se s perchmai
 avevano affidato le Pietre Magiche - la magia pipotente di tutte - a
 lei?
 俟e gli Elfi... hanno creato i demoni con la loro magia, perchnon li
 possono distruggere?chiese, ancora curiosa di sapere da dove erano
 venuti questi cosiddetti demoni e se erano poi veramente tali. 促erch
 adesso non possono usare la loro magia per liberarsi?
 Stresa scosse la testa e riprese la radice. 俏on ne ho idea. Nessuno
 me lo ha mai spiegato. Non vado mai nella citt Non parlo con un Elfo
 da anni. Tu hai lineamenti elfi, ma il tuo amico qualcosa di
 completamente diverso.
 亟' un umanodisse Wren.
 俟sspttt. Se lo dici tu. Non avevo mai visto nessuno come lui. Di
 dov'
 Wren si rese conto per la prima volta che Stresa probabilmente non
 sapeva che ci fosse qualcuno fuori di ldiverso dagli Elfi e dai
 Cavalieri Alati nche ci fossero altri posti oltre le isole.
 侮eniamo entrambi dalle Terre dell'Ovest, che fanno parte di un paese
 chiamato le Quattro Terre, dal quale provenivano tutti gli Elfi anni
 fa. Lci sono diversi tipi di persone. Garth e io siamo solo uno di
 essi.
 Stresa la studipensieroso. Il corpo pieno di aculei si
 appallottolava quando rannicchiava le zampe. 非opo che avrai trovato
 gli Elfi - mgggghh - e consegnato il tuo messaggio, cosa farai?
 Tornerai nel paese dal quale vieni?
 Wren annu
 俠e Terre dell'Ovest, l'hai chiamato. E' qualcosa di simile a
 Morrowindl?
 俏o, Stresa. Ci sono cose pericolose, certo. Eppure le Terre
 dell'Ovest non somigliano affatto a Morrowindl.Ma proprio mentre
 finiva di parlare, pens "Non ancora comunque, ma per quanto tempo,
 visto che gli Ombrati diventano sempre piforti?"
 Il Gatto Screziato masticun po' di radice e poi osserv 促fftt. Non
 credo che riuscirete a raggiungere Arborlon da soli Gli strani occhi
 azzurri erano fissi su Wren.
 俏o?rispose lei.
 促ft, pft. Non vedo in che modo. Non avete idea di come si possa
 scalare il Blackledge. Qualunque cosa accada dovete evitare l'Harrow e
 i Drakul. Sotto, nella valle, ci sono i Revenant. Quelli sono proprio
 i demoni peggiori; ce ne sono anche altri, a dozzine. Ssspht. Appena
 vi scoprono...
 Gli aculei gli si drizzarono sul corpo e si riabbassarono,
 significativamente. Wren fu tentata di chiedere dei Drakul e dei
 Revenant. Invece lanciun'occhiata a Garth per avere un parere. Garth
 si limita mostrare la sua indifferenza con un'alzata di spalle. Era
 abituato a cavarsela da solo.
 雨e', cosa ci suggerisci di fare?chiese Wren al Gatto Screziato.
 Battle palpebre. Il rumore delle fusa saldalla sua gola. 侮i
 propongo un affare.LO vi guido fino alla citt Se superate i demoni
 e consegnate il vostro messaggio e ce la fate a uscire di nuovo, vi
 faccio da guida sulla via del ritorno. Hrrrwwll.Stresa fece una
 pausa. 侵n cambio, mi portate con voi quando lasciate l'isola.
 Wren aggrottle sopracciglia. 俏elle Terre dell'Ovest? vuoi  lasciare
 Morrowindl?
 Il Gatto Screziato annu 俟ppppttt. Qui non mi piace pistare. Non
 potete davvero rimproverarmi. Sono riuscito a sopravvivere per tanto
 tempo grazie all'intuito, all'esperienza e all'istinto, ma soprattutto
 grazie alla fortuna. Oggi la mia fortuna si esaurita. Se non foste
 capitati voi, sarei morto. Sono stanco di questa vita. Voglio tornare
 dove le cose sono come erano prima. Forse posso farlo dove vivete
 voi.
 Forse s pensWren, e forse no.
 GuardGarth. Le dita del gigante si mossero rapidamente per
 rispondere. "Non sappiamo niente di questo essere. Stai attenta a
 quello che decidi".
 Wren annu Il solito Garth. Aveva torto, naturalmente - una cosa la
 sapevano di sicuro. Il Gatto Screziato li aveva salvati, avrebbe
 potuto rendersi utile, in particolare perchconosceva i pericoli di
 Morrowindl molto meglio di loro. Accettare di portarselo appresso
 quando avrebbero lasciato l'isola era in fondo una ricompensa
 abbastanza modesta.
 A meno che i sospetti di Garth non si fossero avverati e il Gatto
 Screziato stesse facendo qualche strano gioco.
 "Non fidarti di nessuno", l'aveva avvertita l'Addershag.
 Esitun momento, riflettendo sulla faccenda. Poi mise da parte
 l'avvertimento con un'alzata di spalle. 隹ffare fattoannunci
 all'improvviso. 青redo che sia una buona idea.
 Il Gatto Screziato drizzgli aculei con un movimento a ventaglio.
 信rrwwll. Sapevo che avresti accettatodisse e sbadigli Poi stese
 del tutto le gambe davanti a loro e posla testa comodamente sulle
 sue zampe. 俏on mi toccate mentre dormoavvert 俟e lo fate, vi
 troverete con una faccia piena di aculei. Mi dispiacerebbe che la
 nostra societfinisse cos PTiili t.
 I suoi occhi erano gichiusi prima che Wren finisse di comunicare
 l'avvertimento a Garth, e Stresa si era addormentato.
 Wren fece il primo turno di guardia, poi dormprofondamente fino
 all'alba. Si svegliagli scuotimenti del Gatto Screziato: il fruscio
 degli aculei, lo stridore degli artigli contro il legno. Si alz
 aveva la mente confusa e gli occhi asciutti che le bruciavano. Si
 sentiva debole e indisposta, ma ignoril suo disagio quando Garth le
 passla borraccia e del pane. Il loro cibo si stava esaurendo
 rapidamente, lo sapeva; in gran parte era andato a male. Ben presto
 avrebbero dovuto procurarsene dell'altro. Sperava che Stresa,
 nonostante le sue strane abitudini alimentari, potesse essere di
 qualche aiuto nel trovare ciche era commestibile. Masticun pezzo
 di pane e lo sput Sapeva di muffa.
 Stresa uscfacendo un grande fracasso, e i Rover lo seguirono,
 tirandosi fuori dal tronco cavo e raddrizzandosi a fatica, con i
 muscoli contratti e indolenziti. L'alba era una foschia grigio chiaro
 che filtrava attraverso le cime degli alberi, capace a malapena di
 attraversare l'oscuritsottostante. La cenere vulcanica turbinava
 nella giungla, ma l'aria a livello del terreno era immobile e priva di
 vita. Gli esseri della palude si muovevano nelle fetide acque degli
 stagni e delle pozzanghere e sui rami secchi che vi facevano da ponte,
 formando un pigro caleidoscopio di figure e di forme nell'oscurit I
 rumori si diffondevano cupi dalle ombre e rimanevano minacciosamente
 sospesi.
 Si misero in cammino nella luce incerta con in testa Stresa, che era
 una massa di aculei dall'andatura dinoccolata e dondolante. Avanzarono
 lentamente, senza fermarsi nelle ore del mattino, con il "vog" che li
 avvolgeva a ogni curva, una cappa umida e incolore che sapeva di
 morte. La luce si rischiarpassando dal grigio all'argento, ma rimase
 debole e diffusa, sospesa alle estremitdegli alberi. I fili della
 ragnatela del Wisteron erano avvolti attorno ai rami e ai rampicanti,
 e c'erano lacci appesi dappertutto in attesa di scattare. Quanto al
 mostro, non si fece vedere, ma la sua presenza si avvertiva dalla
 quiete che si stendeva su ogni cosa.
 Il malessere di Wren aumentava col passare del tempo. Ora aveva la
 nausea e sudava. In certi momenti non riusciva a vedere chiaramente.
 Capdi avere la febbre, ma si disse che le sarebbe passata.
 Continuava a camminare in silenzio.
 La giungla comincia diradarsi poco dopo mezzogiorno, il terreno
 tornava di nuovo solido e la palude era assorbita dalla terra, mentre
 la copertura degli alberi si apriva. La luce splendeva a chiare
 chiazze attraverso improvvise fessure nello schermo del "vog". Il
 silenzio si dissolse in un sottofondo di brusii e di scatti. Stresa
 borbottava qualcosa che Wren non riusciva a capire. Da un po' di tempo
 non era in grado di mettere a fuoco le idee, e la vista le si era
 annebbiata a tal punto che perfino il Gatto Screziato e Garth non le
 sembravano altro che ombre. Si ferm conscia che qualcuno le stava
 parlando, si voltper vedere chi era e svenne.
 Ricordava poco di ciche era accaduto dopo. Fu portata a spalla per
 un po', a malapena consapevole del movimento, appesantita da un
 letargo che minacciava di soffocarla. La febbre la divorava, e cap
 che non sarebbe stata in grado di scuotersela di dosso. Si addorment
 si svegliper scoprire di essere distesa avvolta nelle coperte, e si
 riaddormentimmediatamente. Si sveglidi nuovo agitata, e Garth la
 tenne ferma e le fece ingoiare una bevanda amara e densa. La vomite
 fu costretta a berla di nuovo. UdStresa dire qualcosa a proposito
 dell'acqua, sentun panno freddo sulla fronte, e si addormentdi
 nuovo.
 Questa volta sogn C'era Tiger Ty, in piedi accanto a Stresa,
 entrambi intenti a guardare in basso verso di lei, il Cavaliere Alato
 dal volto rugoso e il Gatto Screziato dagli occhi penetranti.
 Parlavano con una voce uguale, rauca e gutturale, commentando quello
 che vedevano, all'inizio discutendo di cose che non capiva, e poi
 infine di lei. Lei aveva la magia, dicevano. Era evidente. Eppure
 rifiutava di ammetterlo, nascondendola come se fosse una vergogna,
 facendo finta di non averla e di non averne bisogno. Sciocca,
 dicevano. La magia era tutto ciche lei possedeva, l'unica cosa di
 cui potesse fidarsi.
 Si sveglia malincuore, questa volta senza pifebbre . Era debole, e
 aveva tanta sete come se tutti i liquidi del suo corpo fossero stati
 prosciugati. Spostate le coperte che l'avvolgevano, cercdi alzarsi.
 Ma Garth accorse immediatamente, e glielo imped Egli portuna
 borraccia alle sue labbra, lei bevve alcuni sorsi - era tutto quello
 che riusciva a fare - e si sdrai Le si chiusero gli occhi.
 Quando si risvegliera buio. Adesso si sentiva piforte, la vista
 non era piannebbiata, e lei era perfettamente consapevole di quanto
 accadeva. Si levpiano piano su un gomito e trovGarth che la
 fissava negli occhi. Era seduto a gambe incrociate accanto a lei, la
 faccia scura e incorniciata dalla barba era smunta e sfinita per la
 mancanza di sonno. Lanciun'occhiata piin l dove Stresa era
 disteso arrotolato a forma di palla, poi guarddi nuovo indietro.
 "Stai meglio?" le disse lui a segni.
 俟儢 rispose, 南on ho pifebbre.
 Egli annu "Hai dormito quasi due giorni".
 青ostanto? Non me ne sono accorta. Dove siamo?
 "Ai piedi del Blackledge". Egli comunicava a gesti nel buio. "Abbiamo
 lasciato la palude di In Ju dopo che sei svenuta e ci siamo accampati
 qui. Il Gatto Screziato ha riconosciuto la malattia che ti aveva
 contagiata e ha trovato una radice per curarla. Credo che senza il suo
 aiuto, avresti rischiato di morire".
 Wren sorride debolmente. 俊e l'avevo detto che sarebbe stata una buona
 idea farlo venire con noi.
 "Torna a dormire. Mancano ancora molte ore all'alba. Se stai bene
 abbastanza, ripartiamo".
 Lei si distese docilmente, pensando che Garth doveva aver fatto la
 guardia da solo per tutto il tempo in cui era stata malata, che Stresa
 non doveva essersene preoccupato, sicuro e tranquillo per la
 protezione che gli assicurava la sua armatura. Fu presa da un vivo
 senso di gratitudine. Garth era sempre disponibile per lei. Decise che
 il suo amico avrebbe avuto il sonno che meritava non appena fosse
 calata di nuovo la notte.
 Wren dormbene e si svegliriposata, ansiosa di riprendere il
 viaggio. Si cambi anche se ormai niente di quello che portava era
 pipulito, si lave fece colazione. Su insistenza di Garth, dedic
 alcuni attimi a riscaldare i muscoli, a mettere alla prova la sua
 forza per ciche l'attendeva. Stresa guardava, tra il curioso e
 l'indifferente. Wren si interruppe per ringraziarlo di averla aiutata
 a guarire dalla febbre. Egli disse che non sapeva di cosa stesse
 parlando. La radice che le aveva procurato era servita solo a farla
 dormire. Ciche l'aveva salvata era stata la sua magia Elfica,
 aggiunse borbottando, drizzgli aculei e si avvicome se rotolasse
 alla ricerca di qualcosa da mangiare.
 Impiegarono tutta la giornata e gran parte di quella seguente a
 scalare il Blackledge, e ci avrebbero impiegato ancora di pi- se mai
 fossero riusciti a farcela - senza Stresa. Il Blackledge era
 un'imponente parete rocciosa che correva lungo tutto il pendio
 meridionale del Killeshan. Si trovava a metstrada sulla salita e
 sembrava essersi formato quando un'intera sezione del vulcano si era
 staccata, precipitando poi per alcune centinaia di metri nella
 giungla. La superficie della parete, un tempo a picco, era stata
 modificata negli anni dall'erosione, tanto da diventare piena di
 protuberanze e di rugosit ricoprendosi di una fitta vegetazione di
 cespugli e rampicanti. I punti in cui il Blackledge si poteva scalare
 erano pochi, e Stresa li conosceva tutti. Il Gatto Screziato scelse
 una parte della falesia in cui la parete rocciosa si era aperta, e un
 crepaccio l'aveva tagliata fino a meno di trecento metri sopra il
 livello della giungla. All'interno del crepaccio c'era un passaggio
 che finiva nella valle. Era l oltre il Rowen, annunciStresa, che
 si trovavano gli Elfi. Detto ci li guidrisolutamente nella salita.
 La scalata fu difficile e lenta e sembrava non finire mai. Non c'erano
 npassi nsentieri. Pochissimi erano, di fatto, i punti che
 presentavano un appiglio qualunque, nessuno offriva pidi un breve
 momento di riposo. La roccia vulcanica era tagliente come la lama di
 un coltello sotto le mani e sotto i piedi degli scalatori e si
 frantumava all'improvviso. I Rover indossavano pesanti guanti e
 mantelli per proteggersi la pelle ed evitare i morsi dei ragni e le
 punture degli scorpioni. Il "vog" rotolava lungo la superficie
 rocciosa come se precipitasse dal bordo, denso e maleodorante di zolfo
 e di fuliggine. La maggior parte della vegetazione che cresceva sulla
 roccia era spinosa e dura e doveva essere tagliata via. Ogni
 centimetro della scalata era una lotta che esauriva le loro energie.
 Wren si era sentitriposata quando aveva cominciato. Giprima di
 mezzogiorno, era esausta. Perfino l'incredibile energia di Garth si
 consumin fretta.
 Stresa non aveva questo problema. Il Gatto Screziato era instancabile,
 avanzava sulla superficie della falesia a ritmo lento e costante, i
 suoi potenti artigli riuscivano a trovare una presa adeguata,
 affondavano nella roccia e tiravano su il grosso corpo. Non sembrava
 affatto intimidito dai ragni e dagli scorpioni; se qualcuno gli
 arrivava a tiro, si limitava a mangiarselo. Lui faceva strada,
 scegliendo il percorso pifacile per i suoi compagni umani,
 fermandosi spesso ad aspettare che lo raggiungessero. Talvolta si
 allontanava un po' per tornare poi con un ramo carico di bacche rosse
 e dolci che essi consumavano in fretta e con gratitudine. Quando
 calarono le tenebre erano ancora a metdel pendio e Stresa trovuna
 sporgenza sulla quale potevano trascorrere la notte, ripulendola prima
 da tutto ciche potesse minacciarli e poi, con sommo stupore di
 entrambi, offrendosi di fare la guardia mentre loro dormivano. Garth,
 che aveva trascorso le due notti precedenti vegliando Wren
 febbricitante, era troppo stanco per discutere. La ragazza dormgran
 parte della notte, poi diede il cambio al Gatto Screziato diverse ore
 prima dell'alba, solo per scoprire che Stresa preferiva comunque
 parlare piuttosto che dormire. Voleva sapere delle Quattro Terre.
 Voleva sentire delle creature che ci vivevano. Racconta Wren della
 vita su Morrowindl, una straziante descrizione della lotta quotidiana
 per la sopravvivenza in un mondo in cui ogni cosa era sempre a caccia
 oppure era cacciata, dove non c'erano rifugi sicuri, e dove la vita
 era di solito breve e sgradevole.
 俘rrwwll. Non era cosagli iniziborbottlentamente. 亭ino a quando
 gli Elfi crearono i demoni e tutto divenne cattivo. PhhTiili . Sciocchi
 Elfi. Si sono fabbricati la propria prigione.
 Le sembrcosamareggiato che decise di non insistere sull'argomento.
 Wren non era ancora sicura che il Gatto Screziato conoscesse cidi
 cui stava parlando. Gli Elfi avevano sempre aiutato a guarire e si
 erano sempre presi cura degli altri, non erano mai stati creatori di
 mostri. Le era difficile credere che avessero potuto trasformare un
 paradiso in un acquitrino. Continuava a pensare che in questa storia
 dovesse esserci dell'altro oltre quanto sapeva Stresa e che lei non si
 sarebbe pronunciata finchnon avesse saputo tutto.
 Ripresero la scalata all'alba, tirandosi su lungo le rocce,
 arrampicandosi e aggrappandosi alla parete della falesia, e scrutando
 attraverso il turbinio della nebbia. Piovve diverse volte, e si
 inzupparono completamente. Il calore diminuiva a mano a mano che
 riuscivano faticosamente a salire, ma l'umiditnon si attenuava. Wren
 era ancora debole per la febbre della palude, e ci vollero tutta la
 sua forza e la sua concentrazione per continuare a mettere un piede
 davanti all'altro e allungare la mano in modo da tirarsi su un po' per
 volta. Garth l'aiutava quando poteva, ma non sempre c'era abbastanza
 spazio e furono costretti a fare la scalata uno dietro l'altro.
 Ogni tanto vedevano delle caverne sulle pareti rocciose, buie aperture
 che si spalancavano silenziose e vuote. Stresa puntualmente faceva
 passare i suoi compagni lontano da esse. Quando Wren gli chiese che
 cosa ci fosse dentro, il Gatto Screziato soffie dichiarsenza mezzi
 termini che non lo voleva sapere.
 A metpomeriggio raggiunsero finalmente il fondo del crepaccio e la
 stretta gola sottostante. Erano di nuovo su un terreno piatto e
 solido, indolenziti e sfiniti, e guardarono indietro all'estremit
 meridionale dell'isola dove essa digradava in un ondeggiante tappeto
 di giungla verde e di nera lava vulcanica, avvolto nella nebbia, fino
 alla distesa azzurro intenso dell'oceano. Il Blackledge si ergeva
 sopra di loro da entrambi i lati, a picco e avvolto nella nebbia,
 estendendosi in una parete ininterrotta fino a quando spariva
 all'orizzonte. Gli uccelli marini volteggiavano nel cielo. La luce del
 sole fece una momentanea apparizione da uno squarcio delle nuvole,
 accecante nella sua intensit facendo diventare vividi e luminosi i
 colori altrimenti tenui del paesaggio sottostante. Wren e Garth
 socchiusero gli occhi al suo bagliore, godendosi il calore sul volto.
 Poi svan con la stesa rapiditcon cui era apparsa; il freddo e
 l'umidittornarono, e i colori dell'isola divennero nuovamente
 smorti.
 Voltisi nell'ombra del crepaccio, cominciarono ad arrampicarsi verso
 l'imboccatura dello stretto passo. Quindi vi furono dentro. La roccia
 della scogliera s'innalzava intorno a loro, una presenza enorme e
 incombente, e il vento scendeva dalla cima del Killeshan soffiando a
 raffiche rauche e veloci, come il rumore di qualcosa che respirasse.
 Faceva freddo sul passo, e i Rover si avvolsero ben stretti nei
 pesanti mantelli. La pioggia cadeva a scrosci improvvisi e subito
 cessava, il "vog" si riversava dalle rocce in ondate scure.
 Quando raggiunsero la fine del crepaccio era ormai sceso il
 crepuscolo. Si fermarono al margine della vallata che si estendeva
 fino alla vetta del Killeshan, un bacino tutto verde posto sotto un
 lontano tratto di bosco che saliva fino alla nuda roccia vulcanica
 degli alti pendii retrostanti. La vallata era ampia e nebbiosa, ed era
 impossibile vedere cosa ci fosse dentro. All'estremitorientale si
 scorgeva a malapena il debole scintmio  di un corso d'acqua, che
 serpeggiava attraverso la foschia, e boschi sulle colline punteggiate
 di acacie e crinali adorni di scure strisce di rocce bucherellate.
 Sulla distesa della vallata, tutto era calmo.
 Si accamparono in un riparo sotto una sporgenza che dava sulla valle.
 La notte scese rapida, e col cielo nascosto coscompletamente il
 mondo attorno a loro divenne terribilmente nero. Al silenzio del
 crepuscolo si sostitua poco a poco una confusione di rumori
 indistinti - il borbottio intermittente, appena percettibile del
 Killeshan, il sibilo del vapore che saliva dai crepacci delle terra
 dove fuoriusciva il calore del nucleo del vulcano, i borbottii e i
 grugniti degli esseri intenti alla caccia notturna, le urla improvvise
 di qualcosa che moriva, e il frenetico  ansimare di qualcos'altro che
 riusciva a sfuggire. Stresa si arrotolcome una palla e si mise a
 dormire rivolto verso l'oscurit ma questa volta fu meno rapido a
 prendere sonno. Wren e Garth si sedettero vicino a lui, ansiosi,
 irrequieti, incerti su cosa li aspettasse. Ormai erano vicini; la
 ragazza Rover lo sentiva. Gli Elfi non erano lontani. Li avrebbe
 trovati presto. A volte, attraverso il buio e la foschia, credette di
 intravedere il bagliore di fuochi simili a occhi che ammiccavano nella
 notte. Erano fuochi lontani, dall'altro lato della valle, in alto
 sulle pendici, sotto l'ultima linea di alberi. Sembravano solitari e
 isolati, e si chiese se la sua percezione fosse giusta. Fin dove erano
 arrivati gli Elfi dopo avere lasciato le Quattro Terre? Troppo
 lontano, forse? Tanto da non poter pitornare indietro?
 Si addormentinfine senza avere trovato una risposta alle sue
 domande.
 All'alba ripresero il cammino. Morrowindl era diventato un grigio
 mondo di ombre e di suoni avvolto nella nebbia. La valle scendeva
 ripida sotto di loro mentre avanzavano, ed era come se stessero
 scendendo in un pozzo. Il sentiero era roccioso e reso sdrucciolevole
 dall'umidit e il verde che era sembrato predominare alla luce
 incerta della sera precedente ora si rivelava come niente di piche
 piccole chiazze di muschio e di erba acquattata tra lunghe distese di
 roccia nuda. Volute di vapore impregnate dall'odore di zolfo si
 alzavano verso il cielo per mescolarsi con il "vog", e sacche di
 intenso calore si facevano sentire attraverso la suola degli stivali e
 inaridivano la pelle della faccia. Stresa scendeva ad andatura lenta,
 guardando attentamente dove metteva i piedi, saltando da un lato
 all'altro tra le rocce e le loro isole di verde. Spesso dovette
 fermarsi e fare marcia indietro, per prendere poi una direzione
 diversa. Wren non sapeva che cosa vedesse il Gatto Screziato; per lei
 era tutto invisibile. Ancora un volta si sentprivata delle sue
 capacit una straniera in un mondo ostile e segreto. Cercdi
 rilassarsi. Davanti a lei, la forma massiccia di Stresa procedeva
 ondeggiante secondo il movimento del suo passo, gli aculei a forma di
 pugnale si alzavano e si abbassavano ritmicamente. Dietro di lei,
 Garth camminava con circospezione come se fosse a caccia, con la
 faccia scura intenta, impenetrabile, dura. Quanto si somigliavano, le
 venne fatto di pensare, sorpresa.
 Erano appena scesi da un breve scarpata in un boschetto di arbusti
 quando la cosa attacc Si lancifuori dalla foschia con un grido
 acuto, un orrore da far rizzare i capelli, con gli artigli e i denti
 scoperti, lanciato in un impeto disperato. Aveva le zampe, un corpo e
 una testa, non ci fu il tempo di vedere altro. SuperStresa e si
 diresse su Wren, che riuscappena a sollevare le mani prima che le
 fosse addosso. Lei, istintivamente, ruzzol assorbendo il peso
 dell'aggressore e poi scaraventandolo via. La bestia colpe morse, ma
 gli spessi guanti e il mantello la protessero. Wren vide i suoi occhi,
 gialli e furibondi, sentil suo fetido respiro. Dopo essersi liberata
 si rimise in piedi, e con la coda dell'occhio vide la cosa
 precipitarsi di nuovo su di lei.
 Un attimo e Garth fu al suo fianco, con la tagliente spada corta. Uno
 scintillare di ferro e il braccio dell'animale fu mozzato. Esso cadde,
 urlando, straziando la terra. Garth si fece sotto con estrema agilit
 e gli staccla testa di netto, lasciandolo al suolo immobile.
 Wren era rimasta paralizzata, tremante, ancora indecisa sulla natura
 di quell'essere. Un demone? Qualcos'altro? Abbasslo sguardo e vide
 l'informe tronco insanguinato. Era successo tutto cosin fretta.
 促Tiili t! Ascoltate!SibilStresa. 俏e vengono degli altri!
 Ssstttfttp. Di qua! Correte
 Sgattaiolvia agilmente. Wren e Garth lo seguirono rapidi,
 precipitandosi nell'oscuritdietro di lui.
 Ormai sentivano benissimo i rumori degli inseguitori.
 8.
 La caccia comincilentamente, e andguadagnando velocita mano a
 mano che sbandava ginella valle. All'inizio Wren, Garth e il Gatto
 Screziato erano soli, inseguiti ma non ancora scoperti, e i loro
 inseguitori erano solo echi diffusi di rumori ancora lontani e
 indistinti. Correvano veloci, facendo attenzione, senza panico n
 paura. Il paesaggio attorno a loro era da incubo, a volte arido e
 vuoto dove la lava aveva sepolto la vegetazione sotto il suo
 scintillante tappeto roccioso, e rigoglioso dove macchie di acacia e
 di erba fitta lottavano per contendere al deserto lo spazio che gli
 era stato tolto. Il "vog" sovrastava ogni cosa, come un vasto sudario
 tessuto a larghe maglie, vorticoso e mutevole, al punto da creare
 l'illusione che ogni cosa che toccava fosse viva. Su di loro, visibili
 in piccole chiazze attraverso la foschia, il cielo era plumbeo e senza
 sole.
 Stresa seguiva un percorso tortuoso e imprevedibile, guidandoli prima
 da una parte e poi dall'altra, col suo pesante corpo irto di aculei
 che ondeggiava e traballava tanto da sembrare sempre sul punto di
 rovesciarsi. Non aveva preferenze nper le aperte distese di lava n
 per i tratti al coperto della boscaglia, e cambiava direzione,
 spostandosi imparzialmente dall'uno all'altro, senza che fosse
 possibile dire se la scelta avveniva per intuito o per esperienza.
 Wren ne sentiva il respiro affannoso, un brontolio nella gola che
 diventava un sibilo quando si imbatteva in qualcosa che non gli
 piaceva. Una o due volte guardindietro verso di loro come per
 accertarsi che ci fossero ancora. Non parlava, e anche loro rimasero
 in silenzio.
 Furono scoperti solo per caso. Erano arrivati su un tratto di roccia
 nuda, e la creatura giaceva in attesa. Spuntquasi di fronte a loro,
 lanciandosi fuori dalla terra nella quale si era nascosta, sibilando e
 urlando, un essere dall'aspetto di uccello ritto sulle zampe con un
 grande becco adunco e artigli alle estremitdelle ali. Gli artigli si
 abbassarono per afferrare Stresa, ma il posteriore del Gatto Screziato
 si inarcall'istante e una raffica di aculei taglienti come rasoi
 raggiunse l'attaccante. L'animale urldal dolore e cadde
 all'indietro, cercando di strapparsi gli aculei dal muso.
 俟ssttt! Presto!gridil Gatto Screziato, ripartendo in fretta.
 Fuggivano veloci, mentre le grida dell'aggressore si perdevano dietro
 di loro. Ma adesso altri erano stati messi in allarme e cominciavano
 ad avvicinarsi. I rumori erano dappertutto attorno a loro, ringhi e
 brontolii e soffi, che dall'ombra giungevano attraverso la foschia.
 Garth estrasse la sua spada corta. Scivolarono lungo un burrone non
 molto profondo e qualcosa si lancida un arbusto. Wren si chin
 riuscendo a schivarla e vide il luccichio della lama di Garth protesa
 verso l'alto. La cosa cadde lontano e rimase immobile. Si
 arrampicarono fuori dal burrone su un'altra distesa di lava, poi si
 precipitarono verso un gruppo di alberi. Un'orda di piccole creature a
 quattro zampe che somigliavano a cinghiali uscallo scoperto e si
 lancisu di loro. Stresa si raggomitole si scosse e una pioggia di
 aculei finaddosso agli attaccanti. L'aria si riempdi strilli, e le
 zampe anteriori munite di artigli lacerarono la terra. Stresa gir
 attorno ad esse con gli aculei irti come spiedi. Uno o due fecero il
 vano tentativo di alzarsi, ma Garth le scaraventda una parte a
 calci.
 Poi arrivarono tra gli alberi, correndo tra foglie e rampicanti
 bagnati, sentendo l'umido schiaffo della vegetazione contro la faccia
 e le braccia. "Se avessimo solo qualche minuto in pi, stava pensando
 Wren, quando un corpo arrotolato cadde dagli alberi, si avvolse
 attorno a Garth e lo sollev Lei tornindietro, con la spada
 sguainata, e riuscappena a dare un'ultima occhiata al gigante che
 veniva sottratto alla vista, un po' trasportato, un po' trascinato, e
 si dibatteva con tutte le sue forze per liberarsi.
 亮arth!urlWren.
 Partsubito all'inseguimento, ma aveva fatto appena una decina di
 passi quando Stresa la raggiunse da dietro, le fece lo sgambetto e la
 getta terra, gridando:亮i ragazza, Ssstt. Stai gi
 Wren udun rumore come se soffiassero decine di serpenti, poi uno
 squarcio mentre la vegetazione sopra di lei veniva tranciata via.
 Stresa si spinse in avanti fino ad arrivarle vicino.
 青he pazzia!sofficon voce roca. 亮uarda. Phffttt! Vedi dove stavi
 per andare a finire?
 Wren guard C'era un cespuglio dalla forma strana, irto di aculei
 quasi come il Gatto Screziato, con le punte orientate in ogni
 direzione. Mentre lei guardava incredula, le foglie si avvolsero
 attorno agli aculei per nasconderli, e il cespuglio assunse nuovamente
 un aspetto innocuo.
 信sssst! Quella una Lanciadardi!SussurrStresa. 亟' velenosa!
 Prova a toccarla, a disturbarla in qualche modo, e scaglia i suoi
 aghi! Se ti colpiscono, muori!
 Il Gatto Screziato la fissper un attimo con i suoi occhi luminosi,
 poi si avvisulla destra, muovendosi velocemente. Wren lo segu Non
 riusciva pia vedere na sentire Garth. Era piena di rabbia e di
 frustrazione. Dov'era Garth? Cosa gli era successo? Doveva trovarlo!
 Doveva...
 Poi Stresa si alze si rimise in movimento, e lei con lui. Passarono
 attraverso la fitta vegetazione, cercando nella foschia, ascoltando. E
 d'un tratto sentdi nuovo rumori di lotta, piin lsi vedeva
 qualcosa in movimento. Stresa trotterellin avanti, con gli aculei
 ritti; Wren era un passo dietro di lui. Si udirono un rantolo di
 dolore e dei colpi. Garth si alzmomentaneamente e poi scomparve
 dalla vista.
 亮arth!gridWren, lanciandosi nella sua direzione, noncurante del
 pericolo.
 Quando lei lo raggiunse, il gigante Rover giaceva riverso al suolo,
 pieno di graffi e di escoriazioni, ma senza nulla di grave. Quale che
 fosse la cosa che si era avventata su di lui, evidentemente doveva
 essersi stancata di lottare. Garth lasciche la ragazza lo
 abbracciasse per un momento, poi si libergarbatamente e si rialz
 Stresa li fece rimettere in marcia subito, di nuovo attraverso gli
 alberi, poi attraverso un fitto sottobosco e infine sulla lava. Un
 gruppo di ombre passsulle loro teste e scomparve, silenzioso e
 informe. I rumori dell'inseguimento continuavano ad aumentare attorno
 a loro, rauchi e impazienti. Fuggirono su una spianata fino a un
 rialzo che scendeva a picco in un fosso in cui c'era un vortice di
 nebbia. Stresa li condusse rapidamente oltre, giper uno scivolo fino
 all'alveo di un torrente quasi del tutto in secca.
 Un'altra orribile creatura sbucdalla nebbia, una cosa che aveva una
 vaga somiglianza con un essere umano, ma possedeva numerosi arti e una
 faccia che sembrava tutta mascelle e denti. Stresa si raggomitola
 forma di palla, gli aculei partirono in tutte le direzioni, e il
 mostro barcollpassando davanti a loro senza rallentare. Wren sguain
 la spada in difesa e fece un salto laterale, evitando a malapena una
 presa delle dita impazienti del mostro. Garth non si mosse e attese
 che la cosa gli andasse vicino, poi menun fendente cosveloce che
 Wren potappena seguire il movimento della sua lama. Il corpo della
 bestia si ricoprdi sangue, ma quella rallentappena. Con una specie
 di grugnito si lancisu Garth. Il Rover fece un balzo indietro e di
 lato, poi l'affrontdi nuovo. Wren attaccda dietro, ma un braccio
 mostruoso le assestun colpo mandandola a gambe levate. Lei tenne ben
 stretta la presa della spada, si alz e vide la bestia che le stava
 venendo addosso. Garth si precipitsotto di essa in un lampo, afferr
 Wren e gliela sottrasse con uno strattone. Presero di nuovo a correre,
 volando sulla scintillante roccia nera, che scricchiolava sotto i loro
 stivali. Garth rallentsenza fermarsi e rimise giWren. Lei tocc
 terra con i piedi e si ritrova correre. Vide Stresa davanti che
 aveva leggermente rallentato l'andatura. Sentil nemico che ringhiava
 e sbuffava dietro di lei.
 Allora qualcosa esplose dall'ombra sulla sua sinistra e la colp
 Sentil braccio percorso dal dolore, e vide il sangue macchiarle la
 manica. Vi fu uno strappo di denti e di mascelle. Wren lanciun grido
 e cercdi ricacciare indietro ciche le si era avvinghiato al
 braccio. Era troppo vicino per usare la spada. Garth apparve, come se
 uscisse dal nulla, afferrl'aggressore con le mani nude e lo scagli
 lontano. Wren vide la faccia orrenda e contorta e il corpo gibboso
 mentre cadeva a terra. Con un urlo, gli menun fendente con la spada,
 e lo fece in due.
 亮rrrlll!Stresa era accanto a loro. 非obbiamo nasconderci! Sssttt!
 Sono in troppi!
 Dietro, il mostro che li braccava lanciun ruggito di trionfo.
 Riuscirono a sfuggirgli di nuovo, rientrando nella nebbia, nel
 groviglio delle ombre e della semioscurit facendosi strada sulla
 roccia, inciampando e aggrappandosi. Wren sanguinava copiosamente. Si
 accorse che anche Garth era coperto di sangue, ma non sapeva se era
 ferito o se era stata lei a sporcarlo. Aveva la bocca arida e il petto
 le bruciava quando inspirava profondamente. Stava cominciando a
 perdere le forze.
 Giunsero in cima a un'altura e all'improvviso Stresa, che ancora li
 guidava, scomparve davanti a loro. Si precipitarono dove era caduto e
 lo trovarono stramazzato goffamente al suolo in fondo a un breve
 strapiombo.
 侶ui! C'un nascondiglio!disse, soffiando e fischiando nel
 rimettersi in piedi.
 Si precipitarono lungo il lato aperto del dirupo - l'altro era un
 cumulo di sassi - e videro dove egli stava guardando. Sotto una
 sporgenza c'era un'apertura nella roccia che continuava nell'oscurit
 俟ssstttppp! Dentro, di corsa. Andate sicuro!li incitil Gatto
 Screziato. Visto che non rispondevano, si precipitsu di loro
 minaccioso. 俏ascondetevi! Porterfuori strada la bestia e tornera
 cercarvi! Hrrgggll! Via! Subito!
 Girsu se stesso e scomparve Garth esitsolo un attimo, poi si
 precipitnella fessura, seguito all'istante da Wren. Quando il buio
 si addens alzarono le mani maldestramente, cercando di farsi strada
 a tentoni. Il crepaccio continuava per un pezzo nella lava,
 sprofondando nella terra. Quando si furono addentrati abbastanza da
 poter vedere a malapena la luce dell'esterno, si accovacciarono e
 aspettarono.
 Qualche secondo dopo udirono il loro inseguitore. Il mostro si
 avvicinsenza rallentare e passoltre. I rumori si attenuarono e
 scomparvero.
 Wren cerca tentoni Garth e gli strinse il braccio. Gli occhi
 cominciavano ad adattarsi al buio, e riusciva a distinguerlo appena
 nell'oscurit Rinfoderla spada corta, si tolse la giacca di cuoio,
 e lacerla manica della tunica. Allora vide le strisce scure
 provocate dagli artigli sul braccio. Medicle ferite con un balsamo e
 le fascicon l'ultimo fazzoletto pulito che aveva. Dopo un po' le
 fitte sparirono, trasformandosi in un dolore sordo e pulsante.
 Sopraffatta dalla stanchezza, si sedette, e si mise ad ascoltare il
 proprio respiro che nel silenzio si mescolava con quello di Garth .
 Il tempo passava lentamente. Stresa non tornava. Wren decise di
 chiudere gli occhi e di abbandonarsi ai suoi pensieri. A che distanza
 erano dal fiume, ora? si chiedeva. Il Rowen si trovava tra loro e
 Arborlon, e dopo averlo attraversato avrebbero raggiunto gli Elfi.
 Valutper un attimo il significato di tutto ci Non si era quasi mai
 concessa il tempo di riflettere sul fatto che gli Elfi esistevano
 ancora, che non erano solo una voce o una leggenda, ma veri e viventi,
 e che superando tutte le avversitli aveva trovati. O almeno, quasi
 trovati. Appena un altro giorno, o due al massimo...
 Riaprgli occhi e in quel preciso istante vide l'animaletto. Dapprima
 credette di essersi sbagliata, che le ombre stessero giocandole brutti
 scherzi. Ma c'era abbastanza luce per fidarsi di quello che vedeva. Se
 ne stava immobile su una sporgenza di roccia diversi metri dietro
 Garth. Era piccolo, doveva essere alto una trentina di centimetri a
 malapena, anche se era difficile accertarlo visto che se ne stava
 accucciato. Aveva occhi grandi e rotondi che guardavano fisso e due
 orecchie enormi che spuntavano da una testa minuta con un muso di
 volpe. Il corpo era affusolato e a prima vista assomigliava vagamente
 a quello di un ragno, a tal punto che Wren dovette reprimere un moto
 di disgusto ricordando l'incontro con il Wisteron. Ma era piccolo e
 dall'aspetto indifeso, e aveva manine e piedini come un essere umano.
 Guardava fisso verso di lei che ricambilo sguardo allo stesso modo.
 Capistintivamente che la strana creatura aveva scelto questa fessura
 nella roccia per nascondersi, proprio come avevano fatto loro. Era
 rimasta immobile al suo posto per non essere vista, ma ora che era
 stata scoperta stava cercando di decidere cosa fare.
 Wren sorrise e rimase immobile. L'animaletto osservava con gli occhi
 penetranti. Wren, con aria indifferente, attirl'attenzione di Garth,
 sollevle mani lentamente e gli disse cosa stava succedendo. Gli
 chiese di avvicinarsi a lei. Garth si avvicin e si sedettero
 entrambi a osservare la bestiolina. Dopo un po', Wren allungla mano
 nel suo zaino e tirfuori qualche pezzetto di cibo. Prese un po' di
 formaggio per se passil resto a Garth. Il gigante lo fin
 L'animaletto sporse la lingua tra le labbra.
 亟hi, piccolinodisse Wren dolcemente, 則ai fame?
 La lingua ricomparve.
 俟ai parlare?
 Nessuna risposta. Wren si sporse in avanti con un pezzo di formaggio.
 L'animaletto non si mosse. Lei si avvicinun altro po'. L'animaletto
 rimase immobile. Lei esit incerta sul da farsi. Visto che la
 creatura ancora non si muoveva, allungla mano con cautela e lanci
 delicatamente il formaggio verso la sporgenza.
 La creatura tirfuori la mano e afferril boccone a mezz'aria, con
 un gesto fulmineo, che gli occhi non riuscirono a seguire. Dopo averlo
 avvicinato a s lo annus e lo ingoi
 非evi avere proprio fame, eh?sussurrWren.
 Ci fu uno tramestio all'ingresso del loro nascondiglio. L'animaletto
 sulla roccia scomparve immediatamente nell'ombra. Wren e Garth si
 voltarono con le spade sguainate.
 信hmgghhborbottStresa mentre si affacciava sbuffando e grugnendo.
 侵l demone non voleva rinunciare alla caccia. Ffphtt. Ci voluto pi
 di quanto pensassi per seminarlo.Scosse gli aculei finchnon si
 abbassarono.
 俊utto a posto?chiese Wren.
 Il Gatto Screziato si rizz 青erto, sto benissimo. Ti pare che ci sia
 qualcosa che non va? Sssttt! Sono senza fiato, nient'altro.
 Wren lanciun'occhiata furtiva alla sporgenza rocciosa. La strana
 creatura era di nuovo l e guardava.
 俑i sai dire che cos'chiese Wren, facendo un cenno con la testa
 nella direzione della bestiola.
 Stresa scrutnell'oscurite poi disse sbuffando: 俟sspptt. E' solo
 uno Squeak, una specie di Scoiattolo degli Alberi! Assolutamente
 inoffensivo
 俟embra spaventato.
 Il Gatto Screziato sbattgli occhi. 亮li Squeak hanno paura di tutto.
 E' cosche riescono a sopravvivere, e grazie alla rapiditdei loro
 movimenti. Sono gli esseri piveloci che ci siano a Morrowindl. E
 intelligenti, anche. Abbastanza furbi da non farsi intrappolare. Puoi
 stare sicura che questo crepaccio ha un'altra uscita, altrimenti lui
 non sarebbe qui. Rrrwwlll. Guarda come ti fissa. Sembra interessato a
 te.
 Wren tenne gli occhi sulla bestiolina. 亮li Elfi hanno creato anche
 gli Squeak?
 Stresa si sistemcomodamente, con le zampe ripiegate sotto il corpo.
 亮li Squeak sono sempre stati qui. Ma la magia li ha cambiati come
 ogni altra cosa. Vedi le mani e i piedi? Erano zampe. Inoltre,
 comunicano, guarda.
 Emise un leggero stridio. Lo Squeak rizzla testa. Stresa riprov
 Questa volta l'animaletto rispose con un lungo, basso squittio.
 Stresa si strinse nelle spalle. 信a fame.Il Gatto Screziato perdette
 interesse alla cosa, il suo capo tozzo si abbassappoggiandosi sulle
 gambe anteriori. 青i riposiamo fino a mezzogiorno, poi ripartiamo. I
 demoni dormono quando fa molto caldo. Quello per noi il momento
 migliore per muoverci.
 Chiuse gli occhi e il respiro gli si fece pilento. Garth lanciuno
 sguardo d'intesa a Wren e si mise comodo a sua volta, dopo aver
 trovato uno spazio liscio tra gli spuntoni di lava. Wren non aveva
 ancora voglia di dormire. Aspettun po', e allungla mano nel suo
 zaino alla ricerca di un altro pezzo di formaggio. Lo morsicchi
 mentre lo Squeak la osservava, poi avanzpiano piano fino a ridurre
 la distanza tra loro. Quando fu alla portata del braccio, spezzil
 formaggio e ne offrun po' allo Squeak, che lo prese delicatamente e
 lo mangi
 Poco dopo, lo Squeak era raggomitolato nel suo grembo. Era ancora l
 quando finalmente Wren si addorment
 La mano di Garth sulla sua spalla, ferma e rassicurante, la fece
 svegliare. Wren sbattgli occhi e si guardattorno. Lo Squeak era di
 nuovo sulla sua sporgenza, intento a osservare. Garth indicche era
 ora di andare. Wren si alzfacendo attenzione nello spazio limitato
 del crepaccio e si mise addosso lo zaino. Stresa aspettava vicino
 all'ingresso, con gli aculei dritti, annusando l'aria. Faceva caldo
 nel loro rifugio, l'aria era immobile e viziata.
 Wren diede un'occhiata nella direzione in cui lo Squeak era
 accovacciato. 青iao, piccolinodisse con dolcezza.
 Poi uscirono dall'oscuritimmergendosi nella luce nebbiosa. Il
 mezzogiorno era arrivato e se n'era andato mentre dormivano. Il "vog"
 che ricopriva la valle sembrava pidenso di prima, aveva un odore di
 zolfo stantio, e un gusto sabbioso di cenere e di fango. Il calore del
 nucleo del Killeshan si diffondeva attraverso la roccia porosa e
 rimaneva sospeso persistente e immobile nell'aria, intrappolato
 nell'estensione della valle priva di vento come se fosse stato
 catturato in un bollitore. La nebbia rifletteva la luce del sole
 diffusa, costringendo Wren a socchiudere gli occhi per non essere
 abbagliata. Ombrosi boschetti di acacia si profilavano contro la
 foschia, e nastri di lava solida scomparivano in altri mondi.
 Stresa li guidava facendo strada con precauzione attraverso l'oscurit
 del "vog", saltando da un punto all'altro, e annusando l'aria a mano a
 mano che avanzava. Il giorno era diventato stranamente silenzioso.
 Wren ascoltava insospettita, ricordando che, secondo Stresa, i demoni
 a quell'ora dormivano, diffidando comunque dell'informazione. Scesero
 in profonditnel bacino della valle, superarono isole di intensa
 vegetazione fitte di rampicanti e di erba, scendendo per crinali e
 scarpate ricoperti di cespugli, e lungo strisce senza fine di lava
 indurita, che si dipanavano come nastri neri nella nebbia.
 Il pomeriggio passin fretta. Nella foschia attorno a loro tutto era
 immobile. C'erano degli esseri laggi Wren lo sapeva, ne avvertiva la
 presenza. C'erano mostri come quello che era quasi riuscito a
 ghermirli quella mattina, e altri anche peggiori. Ma Stresa dava
 l'impressione di sapere benissimo dove fossero ed era certo di
 evitarli, nel guidare le persone a lui affidate, fiducioso nella sua
 scelta dei sentieri quando doveva decidere il percorso da seguire in
 quell'ingannevole labirinto. A mano a mano che avanzavano, tutto si
 spostava e cambiava aspetto, e si aveva la sensazione che nulla fosse
 durevole, come se l'intera Morrowindl fosse un continuo fluire.
 L'isola sembrava aprirsi e riformarsi attorno a loro, un paesaggio
 surreale che poteva essere qualunque cosa volesse e non era legato
 dalle leggi della natura che normalmente governano il mondo. Wren si
 sentiva sempre pia disagio, abituata a un terreno sicuro fatto di
 pianure, montagne e boschi, a una distesa di campagna non attorniata
 dall'acqua nposta su una fornace che poteva aprirsi all'improvviso e
 distruggere tutto ciche vi era di vivente. Il respiro del Killeshan
 esalava dalle crepe nella lava solidificata, in piccole eruzioni che
 avevano il cattivo odore della roccia bruciata e dei gas e lasciavano
 frammenti nell'aria. Assurdi in mezzo alla lava e alle erbacce,
 crescevano isolati gruppi di cespugli fioriti, impegnati in una lotta
 per la sopravvivenza contro il calore e la cenere. Una volta, pens
 Wren, quest'isola doveva essere stata molto bella, ma adesso era
 difficile immaginarla tale.
 Era tardi quando alla fine raggiunsero il Rowen, la luce era ormai
 debole e grigia. Le strane creature nella foschia avevano cominciato
 ad agitarsi di nuovo, le loro voci e i loro grugniti costringevano i
 tre compagni di viaggio a essere sempre piattenti. Giunsero al fiume
 in un punto in cui la riva lontana era nascosta da uno schermo di
 nebbia e quella vicina cadeva a strapiombo su acque, nere e
 tumultuose, intasate dal fango e dalle macerie, talmente torbide che
 non si riusciva a distinguere ciche stava sotto la superficie.
 Stresa si fermsulla riva, guardando indeciso a destra e a sinistra,
 annusando l'aria pesante.
 Wren si inginocchivicino al Gatto Screziato. 青ome facciamo ad
 attaversarlo?chiese.
 隹lle Golerispose l'altro con un grugnito. 俟sspptt. Il problema 
 che non so esattamente dove siano. E' tanto che non vengo da queste
 parti.
 Wren lanciuno sguardo indietro a Garth, che osservava impassibile.
 La luce ora andava scemando rapidamente, e il rumore dei demoni che si
 svegliavano dal loro sonno diventava piforte. L'aria rimaneva
 immobile e pesante mentre il caldo del giorno si raffreddava fino a
 diventare un'umida afa soffocante.
 俘rrwwll. A valle, credoazzardStresa, dando l'impressione di non
 esserne affatto sicuro.
 Poi Wren vide qualcosa muoversi nella nebbia dietro di loro e trasal
 Garth sguainimmediatamente la spada corta. Una piccola figura si
 fece avanti a poco a poco, e Wren si abbassa terra sorpresa. Era lo
 Squeak. Girattorno a Garth e arrivfino a lei, afferrandole il
 braccio esitante.
 青osa fai qui, piccolino?mormorWren strofinandogli la testa
 pelosa.
 Lo Squeak le salsulla spalla e squittdolcemente rivolto a Stresa.
 Il Gatto Screziato borbott 非ice che il passaggio si trova a monte,
 non molto lontano da qui. Phffttt. Dice che ci indicherla strada.
 Wren aggrottle sopracciglia dubbiosa. 俟a cosa stiamo cercando?
 俟sssm. Sembra di sStresa inarcgli aculei inquieto. 俏on mi
 piace stare fermo cosallo scoperto. Proviamo a fare quello che dice.
 Forse sa qualcosa.
 Wren annu Con Stresa sempre al comando, si mossero risalendo il
 fiume controcorrente, seguendo la curva frastagliata della riva del
 Rowen. Wren portava lo Squeak, che si era attaccato possessivamente a
 lei. Doveva averli seguiti per tutto il cammino da quel crepaccio
 nella lava, si disse. Evidentemente non aveva voluto essere
 abbandonato. Forse le piccole gentilezze che lei gli aveva fatto lo
 avevano conquistato. Gli strofindistrattamente il corpo peloso e si
 domanddi quanta gentilezza potessero godere gli esseri su
 Morrowindl.
 Qualche istante dopo Stresa si fermall'improvviso e li condusse
 indietro in un nascondiglio formato da un mucchio di rocce. Un essere
 immenso e deforme era passato prima di loro diretto al fiume, un'ombra
 silenziosa nella foschia. Attesero pazienti. Gli sbuffi e i grugniti
 continuarono ad aumentare a mano a mano che scendeva il crepuscolo.
 Quando ripresero la marcia, anche il loro respiro era rallentato fino
 a diventare un sussurro.
 Poi la riva si allontandal cammino che percorrevano, scendendo verso
 le acque veloci del fiume, fino a trasformare la superficie vorticosa
 in rapide. La foschia si sollevabbastanza da rivelare uno stretto
 passaggio di sassi. Attraversarono il fiume in fretta, tenendosi curvi
 il pipossibile sull'acqua, per sfruttare la copertura della nebbia
 che aleggiava sul fiume. Quando si ritrovarono sani e salvi sull'altra
 riva, lo Squeak si rivolse di nuovo a Stresa con uno squittio.
 非ice di andare a sinistratradusse il Gatto Screziato, le sue parole
 erano un rauco borbottio nella gola.
 Fecero come suggeriva lo Squeak, avanzando nel "vog". Gli ultimi
 sprazzi della luce del giorno scomparvero e l'oscuritricoprtutto.
 Un unico chiarore proveniva da lontano, davanti a loro, uno strano
 bagliore bianco che brillava debolmente nella foschia. Furono
 costretti a rallentare, a cercare di avanzare a tentoni negli angoli
 pibui, a fermarsi e ad ascoltare e poi a giudicare dove era sicuro
 avventurarsi. Sembrava che davanti ci fossero i demoni - Wren era
 pronta a scommetterci - ammassati tra loro e la loro destinazione.
 Scoprben presto che aveva visto giusto. Il gruppo risaluna cresta
 su una colata di lava fitta di arbusti secchi, e la nebbia spar
 all'improvviso. Si appiattirono immediatamente tra gli arbusti. Curvi
 tutti insieme nell'ombra, fissarono ciche avevano davanti.
 Arborlon era su un'altura a meno di un miglio di distanza ed era
 proprio essa l'origine dello strano chiarore. Il bagliore proveniva
 dalle mura massicce che cingevano la citt e pulsava debolmente
 contro la nebbia e le nuvole. Tutt'attorno, i demoni si avvicinavano
 sempre pialle mura, come ombre che scivolavano dentro e fuori la
 cenere vulcanica e la nebbia, fantasmi senza volto e senza forma colti
 per un attimo alla luce delle fiamme che salivano dalle crepe della
 terra da cui fuoriuscivano getti di lava incandescente. Sbuffi di
 vapore riempivano l'aria di cenere e di calore e trasformavano la
 terra carbonizzata in un inferno fantastico e spettrale. I grugniti
 dei demoni erano sopraffatti dai brontolii che salivano dal punto in
 cui il nucleo fuso del vulcano si agitava e si dibatteva. In
 lontananza, incombente sopra la citte i fantasmi che la cingevano
 d'assedio, la bocca del Killeshan fumava, frastagliata e minacciosa,
 un mostro di fuoco pronto a festeggiare.
 Gli occhi di Wren si spostarono sul paesaggio in rovina, senza
 capacitarsi. Era incredibile che gli Elfi si fossero lasciati
 intrappolare in un mondo come quello. Si sentsvuotata dalla paura e
 dal disgusto. Com'era potuto accadere? Gli Elfi erano dei guaritori,
 addestrati fin dalla nascita a ripristinare la vita, a tenere intatti
 la terra e gli esseri viventi. Che cosa lo aveva impedito l Arborlon
 era un'isola all'interno delle sue mura - la sua gente si era in
 qualche modo conservata, era in qualche modo ancora in grado di
 provvedere a se stessa - mentre il mondo esterno era diventato un
 incubo.
 Si chinaccanto a Stresa. 非a quanto tempo va avanti cos
 Il Gatto Screziato soffi 亭ffpphtt! Anni. Gli Elfi si sono barricati
 da epoche immemorabili, si sono nascosti dietro la loro magia.
 Ssstttppp! Vedi la luce che si alza dalle mura che li riparano?
 Mmssst. Quella la loro protezione!
 Lo Squeak squittsommesso, facendola voltare. Stresa grugn 俠o
 Squeak dice che la luce si indebolisce e la magia svanisce. Non
 passerancora molto e scomparirdel tutto.
 Wren rivolse di nuovo la sguardo allo scenario desolante. Non c'
 tanto tempo, ripeteva a se stessa. Spettri, non poteva esserci il
 minimo dubbio su questo. Provun improvviso senso di inuTiili t Qual
 era il prossimo passo della sua ricerca, adesso? si chiese affranta.
 Era andata a Morrowindl per trovare gli Elfi e riportarli nel mondo
 degli Uomini, l'incarico che le aveva affidato Allanon all'Hadeshorn.
 Ma come sarebbero mai riusciti gli Elfi a ritornare, venendo fuori da
 questa situazione? Sicuramente lo avrebbero fatto molto tempo prima,
 se appena fosse stato possibile. Eppure erano ancora l circondati da
 ogni parte. Trasse un profondo respiro. PerchAllanon l'aveva inviata
 l Che cosa avrebbe dovuto fare?
 Fu presa da una profonda tristezza. E se gli Elfi erano perduti? Gli
 Elfi erano tutto ciche restava del mondo delle fate, tutto ciche
 restava del primo popolo, della magia che aveva creato la vita quando
 la vita ebbe inizio. Essi si erano tanto adoperati per far sorgere le
 Quattro Terre quando le Grandi Guerre furono terminate e i vecchi
 metodi andarono perduti. Tutti i figli di Shannara erano discendenti
 di sangue elfo; le lotte combattute per conservare le Razze erano
 state vinte da loro. Sembrava impossibile che tutto dovesse essere
 relegato alla pergamena della storia, che degli Elfi non sarebbero
 rimasto nient'altro.
 "Miti e leggende", pens "com'adesso".
 Riflettdi nuovo alla promessa che aveva fatto a se stessa di
 riuscire a sapere la verita proposito dei suoi genitori, di scoprire
 chi erano e perchl'avevano abbandonata. E le Pietre Magiche? Si era
 giurata che avrebbe scoperto percherano state date a lei. Le sue
 dita si alzarono per seguire il contorno del sacchetto di pelle che
 aveva attorno al collo. Non aveva pensato alle Pietre Magiche da
 quando avevano iniziato la scalata del Blackledge. Non aveva neppure
 pensato di usarle quando erano stati minacciati. Scosse la testa. Ma
 poi, perchavrebbe dovuto? Bastava guardare quanto bene avesse fatto
 la magia agli Elfi.
 Sentla mano di Garth sulla spalla e vide lo sguardo interrogativo
 nei suoi occhi. Certo si domandava quali fossero le sue intenzioni.
 Lei si accorse che si stava ponendo lo stesso quesito.
 "Torna a casa", le sussurrava una voce interiore. "Rinuncia a questa
 follia".
 Una parte di lei era d'accordo. Era una follia, e non aveva altra
 ragione di essere la parte un'assurda curiosite una testarda
 insistenza. Bastava guardare quanto poco le sue capacite il suo
 addestramento potevano aiutarla in questa faccenda. Era fortunata se
 era riuscita ad arrivare tanto lontano. Era fortunata perfino a essere
 viva.
 Ma fino a lcomunque era arrivata. E le risposte a tutte le sue
 domande stavano proprio oltre quelle luci.
 俟tresasussurr 剃'un modo per entrare nella citt
 Gli occhi del Gatto Screziato brillarono intensi nell'oscurit
 俐rroowwll, Wren degli Elfi. Sei decisa ad andare fin laggi non 
 vero?Visto che lei non rispondeva, egli disse: 隹ll'interno di un
 burrone che - hrrwwll - si trova vicino a dove brulica di demoni, ci
 sono delle gallerie nascoste. Sssstttptt. Le gallerie portano in
 citt Gli Elfi le usano per sgattaiolare via, o almeno cosaccadeva
 un tempo. In questo modo ci consentivano di uscire e fare la guardia
 per loro. Phhfffl. Forse ce n'ancora qualcuna in uso, non credi?
 促uoi trovarla?gli chiese sommessa.
 Il Gatto Screziato sbattgli occhi.
 俑e la indichi?
 信ssstttt. Ricorderai la tua promessa di portarmi via con te quando
 tutto questo sarfinito?
 青erto.
 雨enissimo.La faccia del gatto si fece rugosa. 俠e gallerie, allora.
 Chi di noi ci va? Ssttpht.
 亮arth, tu e io.
 Lo Squeak squittimmediatamente.
 Stresa fece le fusa. 俠o pensavo anch'io. Vuole andarci anche lo
 Squeak. Rwwwll. Perchno? E' solo uno Squeak.
 Wren esit Sentle dita dell'animaletto stringerle forte il braccio.
 Lo Squeak squittdi nuovo.
 俟ssttt.Stresa stava per ridere. 非ice di dirti che si chiama Fauno
 e che ha deciso di adottarti.
 亭auno.Wren ripetil nome e sorrise debolmente. 俊i chiami cos
 piccolino?Gli occhi rotondi erano fissi su di lei, le grandi
 orecchie rizzate in avanti. Sembrava strano che lo Squeak dovesse
 avere addirittura un nome. 青osmi adotteresti, non vero? E
 andresti dove vado io?Scosse il capo mestamente. 雨ene, il tuo
 paese. E io probabilmente non potrei impedirti di farlo anche se
 tentassi.
 Lanciun'occhiata a Garth per accertarsi che fosse pronto. La faccia
 dall'espressione rude era calma e gli occhi scuri impenetrabili. Diede
 un'ultima occhiata alla follia che si agitava sotto di loro, poi
 respinse la paura e il dubbio e, con la massima convinzione di cui fu
 capace, si disse che dopo tutto lei era una ragazza Rover e sarebbe
 sopravvissuta a qualsiasi prova.
 Le sue dita sfiorarono appena la dura superficie delle Pietre Magiche.
 "Se sarnecessario..."
 Bloccil pensiero sul nascere. 隹ccompagnaci dentro, Stresa
 sussurr 亟 tienici al sicuro.
 Il Gatto Screziato non si prese la briga di rispondere.
 9.
 Wren Ohmsford non riusciva a ricordare un tempo in cui aveva avuto
 paura di qualche cosa. Non era proprio nella sua natura. Anche quando
 era piccola e il mondo era ancora nuovo e strano e praticamente ogni
 persona e ogni cosa era o pigrande e piforte o piveloce e
 cattiva di lei, non era mai spaventata. Qualunque fosse il pericolo o
 l'incertezza, era sempre fiduciosa che avrebbe trovato il modo di
 proteggersi. Era una fiducia innata, un misto di determinazione
 dettata da una volontdi ferro e di sicurezza di sche aveva
 conferito uno speciale tipo di forza interiore alla sua vita. Quando
 divenne grande, specialmente dopo che anda vivere con i Rover e
 cominciil suo addestramento con Garth, acquistla capacite
 l'esperienza necessarie a far sche la sua fiducia non fosse mai
 malriposta, che non fosse mai eccessiva rispetto alle sue capacit
 Tutto ciera cambiato da quando era partita alla ricerca degli Elfi.
 Per due volte, dopo avere iniziato questa impresa, si era accorta
 inaspettatamente di essere terrorizzata. La prima volta era stato
 quando l'Ombrato che li aveva inseguiti per tutte le Terre dell'Ovest
 si era finalmente fatto vivo, e lei aveva scoperto con orrore di
 essere impotente contro di lui. Tutto il suo addestramento e tutta la
 sua abilitnon erano valsi a nulla. Avrebbe dovuto sapere che sarebbe
 andata cos sicuramente Par l'aveva messa in guardia quando le aveva
 raccontato i particolari del suo incontro con quelle malefiche
 creature. Ma chissper quale ragione aveva pensato che con lei
 sarebbe stato diverso, oppure non aveva immaginato affatto che potesse
 avvenire in quel modo. In ogni caso, lsi era trovata, priva di Garth
 - lui che aveva creduto piforte e piveloce di chiunque - faccia a
 faccia con qualcosa contro la quale nessuna dose di fiducia e di
 abilitpoteva farcela.
 Quella notte sarebbe morta se non avesse potuto fare appello al potere
 delle Pietre Magiche. Soltanto la magia era stata in grado di salvarli
 entrambi.
 Ora, mentre si faceva strada con gli altri componenti della sua
 piccola compagnia attraverso l'oscurite la cenere vulcanica di
 Morrowindl, mentre si muovevano con passo lento e furtivo in un mondo
 da incubo di ombre e di mostri, si accorse di essere nuovamente
 terrorizzata. Cercdi razionalizzare la cosa, di trovare delle
 ragioni contro il suo stato d'animo. Non c'era nulla da fare.
 Conosceva la veritdelle cose, e la veritera la stessa di quella
 notte presso le rovine del Wing Hove quando aveva affrontato
 l'Ombrato. La fiducia in s l'abilit l'esperienza, e la presenza
 protettiva di Garth, per quanto formidabili nella maggior parte dei
 casi, lnon riuscivano affatto a rassicurarla. Morrowindl era un
 crogiuolo di magia imprevedibile e di male privo di ragione, e l'unica
 arma in suo possesso, che probabilmente si sarebbe dimostrata efficace
 contro di esso, erano le Pietre Magiche. Soltanto la magia teneva
 ancora vivi gli Elfi all'interno delle mura di Arborlon. La magia,
 anche se fuorviata, aveva chiamato in vita il male che li assediava.
 La magia aveva cambiato per sempre l'isola e gli esseri che ci
 vivevano. Wren non aveva ragione di pensare che avrebbe potuto
 sopravvivere su Morrowindl molto a lungo senza fare ricorso alla magia
 che aveva con s
 Eppure l'uso delle Pietre Magiche per lei era spaventoso quanto i
 mostri dai quali la magia doveva proteggerla. Come ragazza Rover,
 aveva trascorso tutta la vita imparando a dipendere dalle sue capacit
 e dal suo addestramento e a credere che non c'era nulla su cui non
 potessero avere la meglio. Questo era quanto le aveva insegnato Garth
 e che aveva appreso dalla vita con i Rover, ma ancora piimportante
 era ciche lei aveva sempre creduto. Il mondo e tutte le cose che lo
 popolavano erano governati da una serie di leggi comportamentali;
 impara quelle leggi e sarai in grado di affrontare qualunque cosa.
 Saper interpretare le tracce, comprendere le abitudini, conoscere le
 debolezze e i punti forti dell'altro, uTiili zzare i sensi per scoprire
 cosa succede attorno a te, ecco cosa ti ha tenuto in vita. Ma la
 magia? Cos'era la magia? Era invisibile, una forza al di ldelle
 leggi di natura, qualcosa di ignoto che sfidava la comprensione umana.
 Era un potere senza limiti individuabili. Come si fa ad avere fiducia
 in qualcosa del genere? La storia della sua famiglia, delle passate
 dieci generazioni di Ohmsford, le diceva che non poteva. Bastava
 guardare cosa aveva fatto la magia a Wil, a Brin e a Jair. Che grado
 di certezza poteva esserci se era costretta a fare affidamento su
 qualcosa di cosimprevedibile? Cosa avrebbe fatto a lei l'uso della
 magia? Certo, era stata chiamata in causa abbastanza facilmente nel
 suo scontro con gli Ombrati. Era fluita sempre cosfacilmente dalle
 Pietre, era venuta quasi senza sforzo, colpendo grazie alla semplice
 indicazione del suo pensiero. Non aveva avuto la minima sensazione di
 fare qualcosa di sbagliato nell'usarla, anzi, era come se quel potere
 fosse stato in attesa di essere chiamato, come se le appartenesse.
 Le vennero i brividi quando si rese conto di quello che ci
 significava. Le Pietre Magiche le erano state affidate, ormai ne era
 certa, nella convinzione che un giorno ne avrebbe avuto bisogno. Era
 previsto che il loro potere appartenesse a lei.
 Rafforzla sua decisione contro un'idea del genere. Non l'accettava.
 Non voleva la magia. Voleva che la sua vita rimanesse quale era, non
 voleva che fosse cambiata irrevocabilmente - giacchsarebbe stato
 cos- da una forza che superava la sua comprensione e, secondo lei,
 il bisogno.
 Tranne, ovviamente, ora - qui sulle pendici del Killeshan, circondata
 da demoni, da esseri fatti di magia e di oscure intenzioni, in un
 paesaggio di fuoco e di nebbia, dove nel giro di pochi secondi poteva
 essere perduta, a meno che...
 Interruppe il pensiero, rifiutandosi di completarlo, concentrandosi
 invece sulla massa tozza del corpo irto di aculei di Stresa che si
 faceva strada nell'oscurit Le ombre volteggiavano tutt'attorno
 mentre il "vog" si spostava e si riformava, nascondendo e staccandosi
 da isolotti di giungla, di terreno coperto di arbusti, e di nuda
 roccia vulcanica, come se fosse la materia di un mondo caleidoscopico
 che non riusciva a decidere cosa voleva essere. Risuonarono dei
 grugniti, incorporei e privi di direzione, cupi e minacciosi mentre
 scaturivano e sparivano di nuovo. Wren avanzava china nella foschia,
 mentre una voce interiore le urlava freneticamente di scomparire, di
 seppellirsi nella roccia, di diventare invisibile, di fare qualunque
 cosa per scappare. Wren ignorla voce, si volse indietro a cercare
 Garth, e lo trovvicino e rassicurante, e poi, colta di nuovo
 dall'inquietudine, si disse che non importava affatto, che egli non
 era sufficiente, che nulla lo era.
 Stresa si fermall'improvviso rimanendo immobile. Qualcosa svolazz
 via nell'ombra davanti a loro, come degli artigli che facessero un
 rumore secco e meccanico sulla pietra. Aspettarono. Fauno, appollaiato
 in attesa sulla spalla di Wren, con la testa sporta in avanti, le
 orecchie ritte, in ascolto. Gli occhi castano chiaro le lanciarono uno
 sguardo momentaneo, poi si volsero altrove.
 In quale fase era la luna? si chiese a un tratto Wren. Quanto tempo
 era passato da quando Tiger Ty li aveva lasciati? Si accorse di non
 saperlo.
 Stresa riprese ad avanzare. Salirono in cima a un'altura coperta solo
 da arbusti contorti e senza foglie e svoltarono giper un burrone. La
 nebbia si raccoglieva sul terreno roccioso, e loro dovevano avanzare a
 tastoni, incerti. Gli aculei di Stresa erano lucidi per l'umidit e
 l'aria si era fatta fredda. C'era luce, ma era difficile dire da dove
 provenisse. Wren udun rumore secco, come se qualcosa si fosse
 spezzato in due, e poi il soffio di vapore e di gas compressi che
 fuoriuscivano. Uno strillo si alze si spense. I grugniti tacquero,
 poi ripresero. Wren si sforzdi respirare pilentamente. Succedevano
 tante cose ma lei non poteva vedere nulla. I rumori provenivano da
 ogni parte, ma erano privi di identit Non c'erano segni da
 interpretare, ntracce da seguire, solo un paesaggio senza fine di
 roccia di fuoco e di "vog".
 Fauno squittsommesso ma con insistenza.
 Nello stesso istante, Stresa si fermall'improvviso. Gli aculei del
 Gatto Screziato si aprirono a ventaglio, e la forma tozza si curvin
 basso. Wren si accovaccie impugnla spada corta, trasalendo quando
 si sentsfiorare da Garth. C'era qualcosa di scuro nella foschia
 davanti a loro. Stresa retrocedette, mezzo girato, e cercun'altra
 strada. Ma il burrone era stretto in quel punto, e non c'era spazio
 per manovrare. Continua retrocedere, gli aculei sempre ritti.
 L'immagine scura divenne compatta e comincia prendere forma.
 Qualcosa su due gambe camminava verso di loro. Garth si spostda un
 lato, silenzioso come l'ombra. Wren sguainla spada e trattenne il
 fiato.
 La figura emerse dalla foschia e rallent Era un uomo, indossava
 vestiti molto aderenti color terra. I vestiti erano sdruciti e logori,
 macchiati di cenere e sporcizia, privi di qualsiasi fibbia o fermaglio
 di metallo. Gli stivali di cuoio morbido che finivano appena sopra la
 caviglia erano consumati e nella parte superiore erano ripiegati
 all'ingi L'uomo stesso sembrava un riflesso dei suoi abiti: di media
 statura, appariva pialto di quanto fosse in realtperchera
 ossuto. Aveva un naso aquilino e la faccia segnata, senza barba; i
 capelli neri erano per la maggior parte raccolti in uno strano
 copricapo a cono, simile a una calza. Nell'insieme, aveva l'aspetto di
 qualcosa che si era sgualcita e scolorita irreparabilmente per essere
 stata piegata e messa via per tanto tempo.
 Non sembrava sorpreso di vederli. Nsembrava spaventato. Senza dire
 nulla, si mise l'indice sulle labbra, diede una breve occhiata dietro
 di s e poi indicnella direzione dalla quale erano venuti.
 Per un attimo, nessuno si mosse, nessuno sapeva cosa fare. Poi Wren
 vide ciche prima le era sfuggito. Sotto il copricapo e i capelli
 arruffati c'erano due orecchie a punta e sopracciglia oblique.
 L'uomo era un Elfo.
 "Dopo tanto tempo", pens "Dopo tanti sforzi". Provsollievo, e al
 tempo stesso una sensazione singolare che non fu in grado di definire.
 Le sembrava un po' strano trovarsi finalmente faccia a faccia con ci
 che le era costato tanta fatica trovare. Rimase immobile, lo sguardo
 fisso, sopraffatta dalle emozioni.
 L'uomo fece di nuovo dei gesti, questa volta con maggiore insistenza.
 Era molto meno giovane di quanto era sembrato in un primo tempo, ma
 aveva il volto cossegnato che Wren non era in grado di dire fino a
 che punto l'invecchiamento fosse reale oppure frutto di una vita
 difficile.
 Tornata infine in s richiaml'attenzione di Garth e gli indicdi
 fare quello che l'Elfo aveva chiesto. Si alze si mosse nella
 direzione dalla quale era venuta, gli altri le tennero dietro. L'Elfo
 li superstrada facendo dopo una decina di passi, apparentemente
 senza che la cosa gli costasse un grande sforzo, e fece loro cenno di
 seguirlo. Li fece entrare e uscire di nuovo dal burrone, li guidsu
 una distesa di lava solida e infine in un boschetto di alberi
 striminziti. Lsi accovaccicon loro in cerchio.
 Si chinverso Wren, fissandola con i suoi acuti occhi grigi. 青hi
 sei?sussurr
 俐ren Ohmsfordrispose lei. 侶uesti sono i miei amici, Garth, Stresa
 e Faunodisse, indicandoli uno alla volta.
 L'Elfo parve trovare la cosa divertente. 俗na strana compagnia. Come
 hai fatto ad arrivare qui, Wren?
 Aveva una voce dolce, segnata e logora come il resto della sua
 persona, confortevole come un paio di scarpe vecchie.
 俗n Cavaliere Alato chiamato Tiger Ty ci ha portati qui, Garth e me,
 dalla terraferma. Siamo venuti per cercare gli Elfi.Fece una pausa.
 亟 tu mi sembri uno di loro.
 I tratti della faccia dello sconosciuto si scavarono in un sorriso.
 亮li Elfi non esistono. Lo sanno tutti.Lo scherzo sembrava
 divertirlo. 俑a se fossi messo alle strette, forse ammetterei di
 essere uno di loro. Mi chiamo Aurin Striate. Tutti mi chiamano il
 Gufo. Probabilmente riuscite a immaginare perch
 侮ai a caccia di notte?
 侮edo nel buio. Per questo sono qui, dove nessun altro si avventura,
 oltre le mura della cittLO sono gli occhi della regina.
 Wren battle palpebre. 俠a regina?
 Il Gufo lascicadere la domanda con un gesto del capo. 信ai fatto
 tanta strada per venire a cercare gli Elfi, Wren Ohmsford? Perchmai?
 Perchdovrebbe interessarti ciche ne stato di noi?Gli occhi si
 incresparono sopra il suo sorriso. 俟ei molto fortunata che ti abbia
 trovata. Sei fortunata per il semplice fatto di essere ancora viva. O
 forse non cos Anche tu sei un'Elfa, ora vedo.Il sorriso
 scomparve. 亟' possibile...?
 Si tirindietro indeciso. C'era qualcosa nei suoi occhi che Wren non
 riusciva a decifrare. Incredulit speranza, chiss Stava per dire
 qualcosa ma lui le fece cenno di tacere. 俊i accompagnerall'interno
 della citt ma i tuoi amici dovranno aspettare qui. O pi
 esattamente, al di ldel fiume dove saranno forse pial sicuro.
 俏odisse subito Wren. 侵 miei amici vengono con me.
 俏on possonospiegil Gufo, con una voce che rimaneva paziente e
 gentile. 俑i vietato introdurre in cittchiunque non sia un Elfo.
 Farei diversamente se potessi, ma le leggi non si possono infrangere.
 促hfft.LO aspetteral fiumeborbottStresa. 侵n ogni caso, ho
 fatto quello che avevo promesso.
 Wren lo ignor Continua tenere lo sguardo fisso sul Gufo. 俏on 
 sicuro qui fuoriinsistette.
 俏on sicuro da nessuna parterispose tristemente l'altro. 俟tresa e
 Fauno sono abituati a badare a se stessi. E il tuo amico Garth sembra
 in gamba. Un giorno o due dovrebbero bastare. A quel punto forse sarai
 riuscita a convincere il Consiglio a lasciarli entrare. Oppure potrai
 ripartire e raggiungerli.
 Wren non sapeva di che genere di Consiglio stesse parlando, ma
 indipendentemente da ciche sarebbe stato deciso per Stresa e Fauno,
 lei non era disposta a lasciare Garth. Il Gatto Screziato e lo Squeak
 potevano essere in grado di cavarsela da soli, ma quell'isola era
 estranea e insidiosa per Garth quanto lo era per lei e non aveva
 intenzione di abbandonarlo.
 青i dev'essere un'altra...comincia dire.
 Ma all'improvviso si udun grido e una vera e propria ondata di
 esseri dotati di molti arti arrivsciamando fuori dalla nebbia. Wren
 ebbe appena il tempo di guardare in alto prima che le fossero addosso.
 Di sfuggita riusca vedere Fauno che correva veloce nella notte, il
 corpo irto di aculei di Stresa che si fletteva, e Garth che scattava
 per difenderla, e poi fu gettata a terra. Riuscad afferrare in tempo
 la spada per infilzare il pivicino degli aggressori. Un fiotto di
 sangue e il mostro ruzzolvia. C'erano corpi dappertutto, deformi e
 neri, che rimbalzavano intorno cercando di tirare e di strattonare i
 componenti della piccola compagnia. Gli aculei di Stresa piovvero su
 uno che scappvia gridando. Garth ne tirindietro un altro e
 comincia combattere accanto a Wren. Lei si mise schiena contro
 schiena con lui e affronti mostri a mano a mano che si avvicinavano.
 Non riusciva a vederli chiaramente, solo brevi apparizioni dei loro
 corpi deformi, dei loro occhi lucenti. Cercil Gufo, ma era
 assolutamente introvabile.
 Poi a un tratto lo vide, un'ombra che spuntava dalla terra e faceva a
 pezzi due aggressori prima che si rendessero conto di ciche stava
 accadendo. Un attimo dopo era sparito ed eccolo ricomparire da
 un'altra parte, con due lunghi pugnali in mano, sebbene Wren non
 ricordasse di avergli visto addosso delle armi. L'Elfo passava tra gli
 attaccanti come il fumo, c'era e in un attimo spariva, prima che fosse
 possibile individuarlo.
 Garth si spinse in avanti, scagliando lontano gli aggressori con le
 sua braccia poderose. I demoni resistettero per un po', quindi
 arretrarono e si allontanarono per raggrupparsi. Si udivano ululati
 tutt'intorno, nell'oscurit
 Aurin Striate si materializzaccanto a Wren. Le sue parole erano
 aspre, pressanti. 俟velti. Tutti da questa parte! Al Consiglio
 penseremo dopo.
 Li condusse attraverso la distesa di lava solida e di nuovo nel
 burrone. Si sentivano i rumori degli inseguitori da tutte le parti.
 Correvano chini piche potevano lungo il bacino roccioso, zigzagando
 tra massi e fenditure, guidati dal Gufo, uno spettro che a ogni svolta
 minacciava di scomparire nella notte.
 Avevano percorso solo una breve distanza quando qualcosa di piccolo e
 peloso si attaccalle spalle di Wren. Lei rimase a bocca aperta,
 cercdi sottrarsi alla presa per proteggersi, poi trasalquando si
 rese conto che era Fauno, tornato da chissdove era andato a finire.
 Lo Squeak si accovaccisulla sua spalla, squittendo sommesso.
 Dopo pochi secondi i demoni li raggiunsero, sciamando fuori dalla
 foschia ancora una volta. Superarono Stresa, che si raggomitola
 forma di palla, con gli aculei irti in ogni direzione, e si lanciarono
 sugli altri. Garth resse l'urto dell'attacco, come un muro che si
 rifiuta di cedere davanti alla furia, e respinse i mostri uno alla
 volta. Wren combatteva accanto a lui, rapida e agile, con la spada che
 menava fendenti a destra e a sinistra.
 Sul suo petto, raccolte nel sacchetto di pelle, le Pietre Magiche
 cominciavano a scottare.
 Gli attaccanti si ritirarono di nuovo, ma questa volta non cos
 lontano ncosprontamente. La notte e la nebbia li trasformarono in
 ombre, ma i loro ululati erano vicini, in attesa che altri loro simili
 li raggiungessero. L'Elfo e i suoi si riunirono in cerchio, respirando
 a fatica, con le armi che luccicavano per l'umidit
 非obbiamo continuare a correreinsistette il Gufo. 俏on molto
 lontano, ora.
 A qualche metro di distanza, Stresa di nuovo in piedi, fischiando,
 disse: 俟ssssttppht! Correte voi se ce la fate, ma io non ne posso
 pi Phhfft! Voltla sua testa di gatto verso Wren. 俊i aspetter
 al vostro ritorno. Saral fiume. Non dimenticare la tua promessa!
 E all'improvviso scomparve, scivolando nell'oscurit diventando
 un'ombra simile a quelle che lo circondavano.
 Il Gufo fece un cenno e Wren e Garth ripresero a correre, seguendo
 ancora la curva del burrone. C'era movimento tutt'attorno a loro nella
 nebbia, rapido e furtivo. Getti di vapore salivano dalla terra
 attraverso le fessure della lava, mentre il puzzo dello zolfo riempiva
 l'aria. Una fila di rocce bloccava il loro cammino, dovettero
 arrampicarcisi e superarle in tutta fretta. Davanti, Arborlon brillava
 oltre il muro di cinta, uno scintmio  di edifici e di torri in mezzo
 agli alberi del bosco. Nella luce composta dalla magia della citte
 dal fuoco del vulcano, il pendio nudo e devastato del Killeshan era
 coperto qua e lda chiazze di sottobosco e punteggiato da alberi che
 erano in qualche modo sfuggiti alla devastazione iniziale e ora
 soffocavano lentamente per il calore. La cenere vulcanica era sospesa
 su tutto il paesaggio come una tendina sfilacciata, e i mostri che vi
 si nascondevano dietro passavano attraverso la sua grigia foschia come
 lombrichi attraverso la terra.
 Davanti a loro c'era un avvallamento, la continuazione del burrone che
 stavano seguendo. Il Gufo aveva appena detto di affrettarsi quando i
 demoni attaccarono di nuovo. Questa volta si gettarono su di loro da
 entrambi i lati, materializzandosi dall'oscuritcome se fossero
 spuntati dalla terra. Il Gufo fu mandato a gambe levate, e Wren cadde
 sotto un assalto di artigli e di denti. Solo Garth rimase in piedi
 letteralmente ricoperto di demoni che tentavano in tutti i modi,
 appendendosi a lui e strattonandolo, di gettarlo a terra. Wren si
 divincolcon violenza e riusca liberarsi. Fauno era gisparito,
 veloce come il pensiero, di nuovo inghiottito dalla notte. La spada di
 Wren comincia menare fendenti alla cieca, rimase infilzata in
 qualcosa, lei la trattenne, poi le schizzdi mano. Si rialzin piedi
 a fatica e fu spinta di nuovo contro la roccia. Sentiva le ferite
 aperte dietro la testa e dietro il collo. Il dolore la fece piangere.
 Rotolsu se stessa, si libere si rimise in piedi, circondata dai
 mostri da ogni lato. La notte e la nebbia avevano inghiottito il Gufo.
 Garth era a terra e i demoni gli stavano sopra in una massa contorta
 di membra nere. Lei gride lottper raggiungerlo, ma mani adunche
 l'agganciarono brutalmente e la trattennero.
 Le Pietre Magiche bruciavano come il fuoco.
 Sopraffatta dal peso degli aggressori, si rese conto che stava per
 cadere. Capd'istinto che questa volta non sarebbe stata capace di
 rialzarsi, che sarebbe stata la fine per tutti loro.
 Le sembrava di sentire le sue stesse grida prive di suono da qualche
 parte nel profondo del suo essere.
 La ragione si dilegudavanti al bisogno, e la paura scatenla
 rabbia. Un muro di corpi la circondava, artigli e denti pronti a
 lacerare, e lei sentiva sulla pelle il fetido respiro dei mostri.
 Infille dita nella tunica ed estrasse le Pietre.
 Esse si accesero all'istante, in un'esplosione di luce e di fuoco. Il
 sacchetto di pelle si disintegr La magia divamptra le dita delle
 ragazza Rover, troppo impaziente e troppo prorompente per aspettare
 che aprisse la mano. Lampegginell'aria come tanti pugnali, facendo a
 pezzi gli esseri neri, riducendoli in polvere prima che le loro urla
 si spegnessero. Improvvisamente, Wren fu di nuovo libera. Si rimise in
 piedi, con le pietre magiche protese in avanti, il fuoco e la luce
 emanavano dalla sua persona unita ormai alla magia al punto che non
 sembrava esservi nessuna distinzione. Gettil capo indietro mentre la
 forza della magia si scatenava attraverso di lei - dura, spavalda ed
 euforica. In lei era avvenuta una trasformazione, e le sue paure su
 ciche le poteva succedere per aver usato la magia erano scomparse.
 Non le importava pisapere chi era stata o come aveva vissuto. La
 magia era tutto. Era tutto quello che contava.
 Indirizzil suo potere sulla massa di corpi che stavano addosso a
 Garth e li martell In pochi secondi erano disintegrati. Alcuni
 resistettero alla furia degli attacchi qualche secondo pidegli
 altri, ma alla fine morirono tutti. Garth si alz insanguinato, con
 gli abiti a brandelli, e la faccia cinerea. Cosa stava fissando? si
 chiese Wren vagamente. Si meraviglidella sua espressione mentre lei
 usava il potere delle Pietre Magiche per ripulire il paesaggio. Il
 Gufo riapparve dalla foschia, e anche sulla sua faccia coriacea era
 impresso lo sgomento. E la paura. Erano entrambi molto spaventati...
 All'improvviso Wren cap Chiuse le dita di scatto, e la magia
 scomparve. L'euforia e il fuoco l'abbandonarono, spenti in un istante,
 e fu come se fosse stata denudata e offerta alla vista di tutti. Fu
 assalita dalla stanchezza. Si vergognava. La magia le aveva teso un
 tranello, l'aveva estraniata da se stessa, aveva annientato la
 decisione a opporsi alle sue lusinghe, e sepolto tutte le promesse di
 non trasformarsi in un suo strumento, di non voler diventare come gli
 Ohmsford che essa si era presa.
 Ah, ma lei aveva avuto bisogno del suo potere, no? Non le aveva
 salvato la vita, non l'aveva salvata a tutti? Non l'aveva voluto
 forse, non se n'era addirittura vantata? Cos'altro avrebbe potuto
 fare?
 Garth era accanto a lei, la sorreggeva per le spalle, tenendola
 diritta, fissandola con i suoi occhi scuri . Lei annuvagamente per
 dire che si accorgeva di lui, che stava bene. Ma non era cos
 naturalmente. Anche il Gufo era accorso, dicendo: 俐ren, sei quella
 che lei aspettava, quella che era stata promessa. Che tu sia la
 benvenuta. Vieni, ora, fai presto, prima che gli esseri neri si
 raccolgano e attacchino di nuovo. Corri!
 Wren gli anddietro docile, senza dire una parola, il suo corpo era
 come una cosa estranea che la seguiva mentre lei osservava
 dall'esterno, senza sapere da dove. Il calore e la stanchezza agivano
 su di lei, ma se ne sentiva staccata. Vide il paesaggio diventare
 nuovamente un mare di "vog" in cui galleggiava una strana schiera di
 ombre. Gli alberi si innalzavano verso il cielo a gruppi, senza foglie
 e nudi, come fragili steli in attesa di essere ridotti in polvere.
 Davanti a lei, come una cosa intrappolata dietro una finestra rigata
 dalla pioggia, c'era la cittdegli Elfi, un tesoro prezioso che
 scintillava di promesse e di speranza.
 "Una bugia", quest'idea la colpimprovvisamente, con un'intensitche
 la sorprese. "E' tutta una menzogna".
 Poi il Gufo li condusse attraverso un intrico di cespugli e lungo una
 stretta gola dove l'ombra era cosfitta che era impossibile vedere.
 Si chin armeggiattorno a un cumulo di rocce, e fece alzare una
 paratia segreta. Entrarono in fretta, l'aria era calda e soffocante.
 L'Elfo afferrla paratia e la rimise al suo posto bloccandola.
 L'oscuritdursolo un momento, poi dalla galleria che si apriva
 davanti a loro ebbero un'idea della strana luce della citt Il Gufo
 li guidlungo di essa, senza dire nulla, curvo e indistinto contro la
 debole intensitdella luce. Wren si accorse che il senso di distacco
 andava sparendo, che rientrava in se stessa, che tornava a essere
 esattamente ciche era stata. Sapeva cosa era successo. Non c'era
 altro da fare se non andare avanti e portare a termine il viaggio
 intrapreso. Davanti a lei si stendeva la cittdi Arborlon. E gli
 Elfi, che era venuta a cercare. Era su questo che doveva concentrarsi.
 All'improvviso si rese conto che Fauno non era tornato da lei. Lo
 Squeak era ancora fuori, perso in quell'inferno da incubo... Chiuse
 gli occhi un istante. Anche il Gatto Screziato era lfuori,
 allontanatosi di sua volont Temette per tutti e due, ma non poteva
 farci nulla.
 Continuarono ad avanzare lungo la galleria, sembrava che il tempo non
 passasse mai, chini nello stretto passaggio, senza dire una parola. La
 luce diventava piforte a mano a mano che avanzavano finch
 all'interno della roccia la sua intensitfu pari alla luce del
 giorno. Il mondo esterno scomparve completamente - il "vog", il
 calore, la cenere e il puzzo - tutto scomparve. All'improvviso anche
 la roccia non era pitale, si era trasformata d'un tratto in terra,
 nera e fertile, e ricordava a Wren le foreste delle Terre dell'Ovest,
 la sua patria. Respirprofondamente quel profumo, chiedendosi come
 fosse possibile. La magia, pens l'aveva protetto.
 La galleria finiva davanti a una scalinata che saliva verso una
 pesante porta dai bordi di ferro posta in una parete di roccia. Quando
 giunsero davanti alla porta, il Gufo si volse verso di loro
 all'improvviso.
 俐rendisse sommesso, 冠scoltami.Gli occhi grigi esprimevano una
 intensa emozione. 俟o di essere un estraneo per te, e tu non hai
 nessun motivo particolare per fidarti di ciche dico. Ma devi contare
 su di me almeno questa volta. Finchnon avrai parlato con la regina,
 e solo quando sarai sola con lei, non dire a nessuno che sei in
 possesso delle Pietre Magiche. A nessuno. Hai capito?
 Wren annulentamente. 促erchmi chiedi questo, Aurin Striate?
 Il Gufo sorrise mesto, le rughe sulla faccia segnata si accentuarono.
 促erch Wren, anche se mi piacerebbe che non fosse cos non tutti
 saranno contenti del tuo arrivo.
 Poi, si volte busscon forza alla porta, attese e poi bussdi
 nuovo - tre colpi e poi altri due, tre e poi due. Wren tese
 l'orecchio. Si udun trapestio dall'altra parte. Pesanti serrature
 furono aperte, scorrendo libere.
 Lentamente la porta si apr e loro entrarono.
 10.
 "Sono a casa".
 Fu il primo pensiero di Wren, forte, sorprendente e del tutto
 inatteso.
 Era dentro le mura della citt in piedi sotto un pergolato che si
 apriva all'ombra del parapetto. Arborlon si estendeva davanti a lei,
 ed era come se fosse tornata nelle Terre dell'Ovest, perchc'erano
 querce, alberi di noce americana e olmi, verdi cespugli ed erba, e
 terra che odorava di cose coltivate e di cambiamenti di stagione,
 ruscelli e stagni, e vita a ogni svolta. Un gufo lanciun grido
 sommesso, e si udun battere d'ali a poca distanza quando un
 uccellino guizzvia dal nascondiglio in cui era appollaiato. Altri
 uccelli cantavano. I caprimulghi! Le lucciole brillavano in un
 boschetto di abeti canadesi e i grilli frinivano. Sentiva il dolce
 mormorio dell'acqua di un fiume che scorreva sulle pietre, e l'alito
 di un lieve vento notturno sulle guance. L'aria sapeva di pulito, non
 era appestata dalla puzza di zolfo.
 E poi c'era la citt Essa si annidava nel verde - gruppi di case e di
 botteghe, vie e strade in basso e sopraelevate in alto, ponti di legno
 che si collegavano sopra il groviglio dei ruscelli, lampade che
 illuminavano le finestre e guizzavano come se salutassero, e gente -
 un gruppo di persone che non erano ancora andate a dormire - che
 camminava forse per attenuare la propria inquietudine o per guardare
 stupita il cielo. Perchc'era di nuovo il cielo, chiaro e sgombro da
 nubi, scintillante di stelle e con una luna al terzo quarto bianca
 come neve fresca. Sotto la sua volta, ogni cosa brillava debolmente
 per la magia che emanava dalle mura. La luce pernon era tanto forte
 come le era sembrato dall'esterno, e le mura, nonostante l'altezza e
 lo spessore, ne venivano alleggerite tanto da apparire quasi effimere.
 Gli occhi di Wren si spostavano rapidi da un punto all'altro,
 scoprendo giardini fioriti in corTiili  ben tenuti, siepi lungo i
 marciapiedi, e lampioni stradali di ferro meticolosamente lavorato.
 C'erano cavalli, mucche, galline e animali di ogni genere in pollai e
 stalle. C'erano cani che dormivano raggomitolati davanti alle porte
 delle case e gatti sui davanzali. C'erano bandiere e ombrelloni
 colorati sopra le entrate e tende davanti alle vetrine dei negozi e
 sui carretti dei venditori ambulanti. Case e botteghe erano bianche e
 pulite, contornate da bordi dipinti di fresco in una miriade di
 colori. Non poteva vedere tutto, naturalmente, solo le parti pi
 vicine della citt Eppure non poteva sbagliarsi su dove fosse e su
 come questo la facesse sentire.
 A casa.
 Eppure quella piacevole sensazione di familiarite di appartenenza,
 scomparve non appena provata. Come poteva sentirsi a casa sua in un
 posto in cui non era mai stata, che non aveva mai visto prima e che
 non era sicura che esistesse fino a quel momento?
 Poi lo spettacolo divenne confuso e sembrritirarsi nelle ombre della
 notte come se volesse nascondersi. Vide cose che prima le erano
 sfuggite, o che forse non era riuscita a vedere semplicemente per
 l'emozione. Le mura brulicavano di uomini, Elfi in tenuta da
 combattimento con le armi in pugno, le cui linee di difesa si
 estendevano lungo gli spalti. Era in corso un attacco. La lotta era
 stranamente silenziosa, come se la luce della magia attenuasse un po'
 i rumori. Degli uomini cadevano, alcuni si rialzavano, altri
 sparivano. Anche le ombre che attaccavano subivano delle perdite,
 alcune erano bruciate dalla luce che lanciava scintille e sibilava
 come farebbe un fuoco che sta per spegnersi, altre infilzate dai
 difensori. Wren sbattgli occhi. Dentro le mura, la cittdegli Elfi
 sembrava un po' meno luminosa e piesausta. Le case e le botteghe
 erano un po' pibuie, tenute con meno cura di quanto aveva immaginato
 prima, gli alberi e i cespugli non erano coslussureggianti, e i
 fiori erano pipallidi. Dopo tutto, l'aria che respirava non era cos
 pulita: si avvertiva un sentore di zolfo e di cenere. Oltre la citt
 il Killeshan appariva scuro e minaccioso, e la sua bocca splendeva con
 un colore rosso sangue nella notte.
 All'improvviso si rese conto di avere ancora strette in pugno le
 Pietre Magiche. Senza abbassare lo sguardo su di esse, le fece
 scivolare in tasca.
 侮ieni da questa parte, Wrendisse Aurin Striate.
 C'erano delle guardie alla porta dalla quale erano entrati, giovani
 dalla faccia dura, i tratti decisamente elfi e gli occhi che
 sembravano stanchi e vecchi. Wren li guarddi sfuggita passando e si
 sentgelare dal modo in cui essi la fissavano di rimando. Garth la
 seguiva molto da vicino, impedendo loro di vederla.
 Il Gufo li fece uscire da sotto i parapetti e li condusse su una
 passerella che attraversava un fossato disposto tutt'attorno alla
 cittall'interno delle mura. Wren guardindietro, socchiudendo gli
 occhi contro la luce. Non c'era acqua nel fossato; sembrava che non
 avesse senso l'averlo costruito. Eppure era evidentemente destinato a
 svolgere una qualche funzione difensiva, infatti, in una decina di
 punti, c'erano dei ponti che portavano alle mura. Wren lanciuno
 sguardo interrogativo a Garth, ma il gigante scosse la testa.
 Davanti a loro, tra gli alberi, si apriva una strada, che penetrava,
 tutta curve, nel centro della citt La imboccarono, ma avevano
 percorso solo un breve tratto quando una numerosa compagnia di soldati
 passdi corsa, guidata da un uomo dai capelli cosschiariti dal sole
 da sembrare bianchi. Il Gufo tirWren e Garth nell'ombra, e l'uomo
 passsenza vederli.
 亭etonedisse Aurin Striate, guardandolo passare. 俠'eletto della
 regina sul campo di battaglia, il suo salvatore contro gli esseri
 neriaggiunse ironicamente, senza sorridere. 侵l peggiore incubo di
 un Cacciatore Elfo.
 Continuarono a camminare senza parlare, abbandonando la strada maestra
 per seguire una serie di vie laterali che li fece passare attraverso
 schiere di botteghe e villette annerite. Wren si guardava attorno
 incuriosita, esaminando, riflettendo, senza farsi sfuggire nulla.
 Molte cose erano come le aveva immaginate, infatti Arborlon non era
 poi cosdiversa, a parte le sue dimensioni, dai villaggi delle Terre
 del Sud come Valle d'Ombra, e a parte, ovviamente, la continua
 presenza delle mura protettive, che ancora brillavano in lontananza, a
 ricordare la lotta in corso. Quando, dopo un po', la luce scomparve
 dietro uno schermo di alberi, fu possibile pensare alla cittcome
 doveva essere stata una volta, prima dei demoni, prima dell'inizio
 dell'assedio. Doveva essere stato meraviglioso viverci allora, pens
 Wren, la cittalberata e isolata sopra il Rill Song, rinata dalle sue
 origini nelle Terre dell'Ovest in questo paradiso, col suo popolo che
 aveva una nuova possibilitdi cominciare una vita, libero dalla
 minaccia oppressiva della Federazione. Senza demoni, il Killeshan
 spento, e Morrowindl in pace, un sogno frutto dell'immaginazione.
 Chissse qualcuno ricordava ancora quel sogno? si chiese.
 Il Gufo li condusse attraverso un bosco di frassini e di flessuose
 betulle dove il silenzio era come un manto che si avvolgeva
 comodamente attorno. Raggiunsero un recinto di ferro alto sei metri e
 pi in cima al quale erano disposte delle lance e delle punte
 acuminate, e girarono a sinistra percorrendolo tutto. Al di ldi
 quella impenetrabile barriera, all'ombra degli alberi, vi era una
 vasta distesa di prati, che arrivavano fino a un edificio turrito
 dalla pianta irregolare che non poteva essere altro se non il palazzo
 dei sovrani degli Elfi. Gli Elessedil, all'epoca dei suoi antenati,
 ricordWren. Ma ora? Costeggiarono il recinto fino a raggiungere un
 punto in cui l'ombra era cosfitta che era impossibile vedere. Lil
 Gufo si ferme si chinvicino a esso. Wren udlo stridio di una
 chiave in una serratura, e un cancello del recinto si apr Entrarono,
 aspettarono finchil Gufo lo ebbe richiuso, e quindi percorsero il
 prato fino al palazzo. Nessuno si fece avanti per fermarli. Non si
 vedeva in giro anima viva. C'erano delle guardie, Wren lo sapeva.
 Dovevano essercene. Arrivarono ai bordi dell'edificio e si fermarono.
 Una figura si staccdall'ombra, agile come un gatto. Il Gufo si volt
 e aspett La figura si fece avanti. Ci fu uno scambio di parole, a
 voce troppo bassa perchWren potesse sentire. La figura scomparve di
 nuovo. Il Gufo fece un cenno, e passando sotto un gruppo di abeti
 rossi entrarono in un porticato. Una porta era gisocchiusa,
 entrarono e si trovarono in un ambiente illuminato.
 Rimasero in piedi in un ingresso col soffitto a volta, le travature di
 legno intagliato e i bulloni lucidati. Accanto alle pareti erano state
 disposte alcune panche con cuscini, le une di fronte alle altre,
 lampade a olio incorniciavano le doppie porte ad arco spalancate su un
 atrio buio retrostante. Da qualche parte all'interno dell'atrio, dalle
 profonde viscere del palazzo, Wren udun movimento e l'eco di voci
 lontane. Seguendo l'esempio del Gufo, Wren e Garth si sedettero sulle
 panche. Alla luce Wren potvedere per la prima volta il proprio
 aspetto cencioso, i vestiti stracciati, sporchi e macchiati di sangue.
 Garth era ridotto anche peggio. Una manica della tunica era
 completamente sparita mentre l'altra era a brandelli. Le braccia
 poderose erano graffiate e piene di lividi. La faccia incorniciata
 dalla barba era tutta gonfia. Si accorse che Wren lo stava osservando
 e si strinse nelle spalle come se volesse pregarla di guardare
 altrove.
 Si avvicinuna figura silenziosa, proveniente dall'atrio e che
 apparve lentamente alla luce. Era un Elfo di altezza e corporatura
 medie, dall'aspetto semplice e modestamente vestito, lo sguardo fisso
 e penetrante. La faccia magra, abbronzata dal sole, era perfettamente
 rasata, e portava i capelli castani all'altezza delle spalle. Non era
 molto pivecchio di Wren, ma i suoi occhi facevano pensare che avesse
 visto e sofferto ben pidi lei. Si avvicinal Gufo e gli prese la
 mano senza parlare.
 俊rissgli disse salutandolo Aurin Striate, poi si rivolse ai suoi
 ospiti. 侶uesti sono Wren Ohmsford e il suo compagno Garth, venuti fin
 qui dalle Terre dell'Ovest.
 L'Elfo strinse loro la mano, senza dire nulla. I suoi occhi scuri si
 incrociarono per un attimo con quelli di Wren, e lei rimase sorpresa
 nel vedere quanto fossero aperti, come se non potessero mai nascondere
 nulla.
 俊riss Capitano della Guardia Nazionaleinformil Gufo.
 Lei annu Nessuno parlava. Rimasero tutti un po' imbarazzati per un
 attimo, mentre Wren ricordava che la Guardia Nazionale era
 responsabile della sicurezza dei sovrani Elfi, e si chiedeva come mai
 Triss non portasse nessun'arma, e, subito dopo, che cosa in fondo ci
 stesse a fare l Allora ci fu di nuovo del movimento all'estremit
 dell'atrio buio, e tutti si voltarono per guardare.
 Dall'ombra emersero due donne; colpiva in modo particolare una di
 esse, piccola ed esile, i capelli rosso fuoco, la pelle molto chiara e
 grandi occhi verdi che dominavano la faccia stranamente triangolare.
 Ma fu l'altra, la pialta delle due, che attirsubito l'attenzione
 di Wren, la fece alzare in piedi senza neppure accorgersene, e la
 indusse ad accelerare il respiro per la sorpresa. I loro occhi si
 incrociarono, e la donna rallent mentre il suo volto assumeva uno
 strano aspetto. Era snella e longilinea, indossava una lunga veste con
 lo strascico e arricciata attorno alla esile vita. I suoi tratti elfi
 erano finemente definiti dagli alti zigomi e da una bocca grande e
 sottile. Gli occhi erano azzurro intenso e i capelli biondo chiaro
 scendevano in riccioli fino alle spalle, arruffati dal sonno. La pelle
 del volto era liscia e le dava un aspetto giovanile, senza et
 Wren guardincredula la donna. Il colore degli occhi era diverso, il
 taglio dei capelli differente, ed era pialta, ma a parte un'altra
 decina di piccoli particolari, non ci si poteva sbagliare sulla
 somiglianza.
 Wren vedeva se stessa come sarebbe stata di la trent'anni.
 Il sorriso della donna apparve inaspettato - improvviso, splendido,
 comunicativo. 亟owen, guarda come somiglia ad Alleyne!esclam
 rivolgendosi alla donna dai capelli rossi. 保h, avevi ragione!
 Avanzlentamente fino a prenderle le mani tra le sue, dimentica di
 tutti gli altri. 亭igliola, come ti chiami?
 La guardperplessa. Le sembrava che la donna dovesse gisaperlo.
 俐ren Ohmsfordrispose.
 俐rensospirl'altra. Il sorriso divenne ancora pismagliante, e
 lei si accorse di sorridere in risposta. 雨envenuta, Wren. Abbiamo
 atteso tanto che venissi a casa.
 Lei sbattle palpebre. Che cosa aveva detto? Diede una rapida
 occhiata attorno a s Garth pareva una statua, il Gufo e Triss erano
 impassibili, e la donna dai capelli rossi sembrava esprimere una certa
 ansia. Si sentd'improvviso abbandonata. La luce delle lampade a olio
 tremolava incerta, e l'ombra strisciava accanto.
 俟ono Ellenroh Elessedildisse la donna, stringendole le mani,
 俘egina di Arborlon e degli Elfi delle Terre dell'Ovest. Figliola, non
 saprei cosa dirti, neppure adesso, dopo tanta attesa.Sospir 俑a a
 cosa sto pensando? Devi lavarti le ferite, curarti. E cosil tuo
 amico. Dovete mangiare qualcosa. Poi potremo parlare tutta la notte se
 ce n'bisogno. Aurin Striatesi rivolse al Gufo, 哀ono di nuovo in
 debito con te. Ti ringrazio di tutto cuore. Portando Wren in salvo in
 citt mi infondi nuova speranza. Ti prego di trattenerti con noi
 questa notte.
 俑i fermer mia signorarispose il Gufo gentilmente.
 俊riss, bada che il nostro buon amico sia trattato bene. E' il
 compagno di Wren.Guardverso di lui. 青ome ti chiami?
 亮arthrispose subito Wren, improvvisamente spaventata dalla rapidit
 con cui tutto stava succedendo. 俏on puparlare.E precissubito,
 come per scusarsi. 亮arth sta con me.
 Un rumore di stivali nell'atrio li fece voltare tutti di nuovo.
 Comparve un Elfo dai capelli scuri, la faccia leale, e piuttosto alto,
 un uomo con un sorriso pronto e spontaneo come quello della regina.
 Entrnella stanza senza rallentare, sicuro di se controllato. 青osa
 succede? Non possiamo goderci qualche ora di sonno senza una nuova
 crisi? Ah, vedo che Aurin Striate qui, di ritorno dalla battaglia.
 Piacere di vederti, Gufo. E anche Triss sveglio e in giro?
 Si ferm vedendo Wren per la prima volta. Sul suo volto, per un
 attimo, si dipinse un'incredulitmomentanea, ma poi scomparve. Il suo
 sguardo si rivolse alla regina. 亟' tornata, finalmente, no?Lo
 sguardo ricadde su Wren. 亟d carina come sua madre.
 Wren arross consapevole del fatto, imbarazzata, ma incapace di
 evitarlo. Il sorriso dell'Elfo si fece pilargo, intimidendola
 ulteriormente. Egli si avvicinrapido e le mise un braccio attorno
 alle spalle con fare protettivo. 俏o, no, prego, vero. Somigli in
 tutto e per tutto a tua madre.L'abbracciamichevolmente. 隹nche se
 sei un po' impolverata e malconcia.
 Il sorriso di lui la coinvolse, riscaldandola e facendola sentire
 subito a suo agio. Avrebbe potuto non esserci nessun altro nella
 stanza. 亟' stato un viaggio piuttosto duro dalla spiaggia fin qui
 riusca replicare, e fu gratificata subito dalla sua risata.
 俟enz'altro duro. Ben pochi ce l'avrebbero fatta. Sono Gavilan
 Elessedille disse, nipote della regina e tuo cugino.Ma si
 interruppe quando vide lo sguardo smarrito di lei. 隹h, pernon sai
 ancora nulla di questo, non vero?
 亮avilan, torna pure a dormireinterruppe Ellenroh, sorridendogli.
 隹vrai tempo per fare le presentazioni pitardi. Wren e io dobbiamo
 parlare ora, noi due sole.
 青osa, senza di me?Gavilan assunse un'espressione risentit
 促ensavo che avresti compreso anche me, zia Ell. Chi stato pi
 vicino di me alla madre di Wren?
 Lo sguardo della regina rimase immobile mentre lo fissava. 侵o.Si
 rivolse di nuovo a Wren, facendo allontanare Gavilan e mettendosi
 accanto alla ragazza. Le sue braccia le circondarono le spalle.
 侶uesta notte deve essere per noi due, Wren. Garth aspetterche
 abbiamo finito. Mi piacerebbe che prima parlassimo noi due da sole.
 Wren esit Si ricorddel Gufo che le aveva detto di non dire nulla
 delle Pietre Magiche tranne che alla regina. Lanciun'occhiata verso
 di lui, ma egli guardava altrove. La donna dai capelli rossi, d'altra
 parte, fissava intensamente Gavilan, la sua faccia era
 imperscrutabile.
 Garth richiamla sua attenzione, e le fece segno: "Fa' come vuole".
 Ma Wren non aveva ancora replicato. Era sul punto di sapere la verit
 su sua madre, sul suo passato. Stava per ottenere le risposte che era
 venuta a cercare. E all'improvviso non voleva essere sola quando
 questo sarebbe accaduto.
 Tutti erano in attesa. Garth segnaldi nuovo: "Fa' come ti dice".
 Brusco e incorruttibile Garth, detentore di segreti.
 Wren si sforzdi sorridere. 促arliamo da soledisse.
 Lasciarono l'ingresso e scesero nell'atrio per salire al secondo piano
 del palazzo lungo una serie di rampe di scale. Garth rimase con Aurin
 Striate e Triss, in apparenza per nulla turbato dal fatto di non
 andare con lei, accettando serenamente la loro separazione anche se
 sapeva che Wren non era affatto tranquilla. Lei si accorse che Gavilan
 la seguiva con lo sguardo, lo vide sorridere e ammiccare e poi sparire
 in un'altra direzione, un folletto che tornava ad altri giochi
 divertenti. Le piacque istintivamente, come le era piaciuto il Gufo,
 ma non allo stesso modo. Non era ancora del tutto sicura della
 differenza, troppo confusa da tutto quello che le stava succedendo per
 essere in grado di distinguere. Le piaceva perchla faceva sentire a
 suo agio, e per ora questo era sufficiente.
 Nonostante l'ammonimento rivolto dalla regina agli altri sul suo
 desiderio di parlare a tu per tu con Wren, la donna dai capelli rossi
 le seguiva, uno spettro dalla faccia bianca nell'ombra. Wren lanci
 un'occhiata indietro verso di lei, una o due volte, a quel viso
 dall'espressione intensa e lontana, agli enormi occhi verdi che
 sembravano smarriti in altri mondi, al movimento delle esili mani sul
 semplice, soffice vestito. Ellenroh sembrava non accorgersi della sua
 presenza, mentre si affrettava lungo i corridoi bui del palazzo verso
 il luogo dove aveva deciso di andare, con l'unica luce della luna che
 si diffondeva in raggi d'argento da lunghe finestre a vetri. Passarono
 sotto un atrio e svoltarono in un altro, sempre al secondo piano, e
 finalmente si avvicinarono a una serie di doppie porte alla fine del
 salone. Wren trasala un cenno di movimento nell'oscuritda una
 parte, qualcosa che un altro non avrebbe visto ma che a lei non
 sfugg Rallentvolutamente, per consentire agli occhi di adattarsi
 al buio. Un Elfo stava in piedi nella profonditdell'ombra contro il
 muro, in guardia anche in quel momento.
 亟' solo Cortdisse dolcemente la regina. 亟' della Guardia
 Nazionale.Accarezzla guancia di Wren. 信ai i nostri occhi di Elfi,
 figliola.
 Le porte conducevano nella camera da letto della regina, una grande
 stanza col soffitto a volta, finestre a graticcio curve su una panca
 lungo la parete lontana, un letto a baldacchino con le lenzuola ancora
 in disordine, sedie e divani e tavoli a piccoli gruppi, una scrivania,
 e una porta che conduceva alla stanza da bagno.
 俟iediti quile ordinla regina, conducendola a un piccolo divano.
 亟owen lavere medicherle tue ferite.
 Wren rivolse lo sguardo alla donna dai capelli rossi, che stava gi
 versando dell'acqua da una brocca in una bacinella e raccogliendo dei
 panni puliti. Un attimo dopo era di ritorno, inginocchiata accanto a
 Wren, le sue mani sorprendentemente forti nell'allentarle gli abiti, e
 comincia lavarla. Agiva senza parlare mentre la regina osservava,
 poi finapplicando delle bende dove ce n'era bisogno e dandole una
 comoda camicia da notte che Wren accettcontenta e si infilsubito,
 il primo indumento pulito che indossava con piacere da settimane. La
 donna dai capelli rossi attraversla stanza e torncon una bevanda
 calda e corroborante. Wren l'annusincerta, vi scoprtracce di birra
 e di te qualcos'altro, e bevve soddisfatta.
 Ellenroh Elessedil si sedette sul divano vicino a lei e le prese la
 mano. 保ra, Wren, parliamo. Hai fame? vuoi  mangiare qualcosa?Lei
 scosse la testa, troppo stanca per mangiare, troppo ansiosa di
 scoprire ciche la regina aveva da dirle. 雨ene, dunquesospir
 questa, 削a dove cominciamo?
 Wren si accorse all'improvviso che la donna dai capelli rossi si stava
 avvicinando per sedersi di fronte a loro e le diede un'occhiata
 dubbiosa - Eowen, l'aveva chiamata la regina. Aveva pensato che fosse
 la governante personale di Ellenroh che era stata fatta venire fin l
 esclusivamente per badare alla loro comodite che poi sarebbe stata
 allontanata come gli altri. Ma la regina non l'aveva mandata via,
 anzi, sembrava appena conscia della sua presenza, ed Eowen non pareva
 affatto intenzionata ad andarsene. PiWren pensava alla cosa, meno
 Eowen sembrava una semplice governante. C'era qualcosa nel modo in cui
 si comportava, nel modo in cui reagiva a ciche la regina diceva e
 faceva. Era abbastanza pronta ad aiutare quando ne era richiesta, ma
 non mostrava, nei confronti di Ellenroh Elessedil, la deferenza degli
 altri.
 La regina vide dove Wren stava guardando e sorrise. 俊emo di essere
 andata di nuovo oltre. E di avere anche dimenticato le buone maniere.
 Questa Eowen Cerise, Wren. E' la mia pistretta amica e
 consigliera. E' per causa sua, in effetti, che sei qui.
 Wren aggrottlievemente le sopracciglia. 俏on capisco cosa intendi
 dire.LO sono qui perchsono venuta alla ricerca degli Elfi. Ricerca
 che ho intrapreso perchil Druido Allanon me l'ha chiesto. Cosa
 c'entra Eowen con tutto ci
 隹llanonsussurrla Regina degli Elfi, momentaneamente distratta.
 隹nche da morto, continua a proteggerci.Lascila mano di Wren con
 un gesto di confusione. 促ermettimi di farti una domanda in primo
 luogo. Come hai fatto a trovarci? Ci racconti il tuo viaggio fino a
 Morrowindl e ad Arborlon?
 Wren era ansiosa si sapere di sua madre, ma lnon comandava lei.
 Tenne nascosta la sua impazienza e fece quello che la regina le aveva
 chiesto. Raccontdei sogni inviati da Allanon, dell'apparizione di
 Cogline e del successivo viaggio all'Hadeshom, degli incarichi dati
 dall'ombra del Druido agli Ohmsford, del suo ritorno con Garth alle
 Terre dell'Ovest e della ricerca di qualche traccia degli Elfi, del
 loro successivo arrivo a Grimpen Ward e della conversazione con
 l'Addershag, della loro fuga fino alle rovine del Wing Hove,
 dell'arrivo di Tiger Ty e di Spirit, del volo fino a Morrowindl e del
 viaggio verso l'interno. Tralascisolo due cose: qualsiasi
 riferimento all'Ombrato che li aveva inseguiti e al fatto di possedere
 le Pietre Magiche. Il Gufo era stato molto chiaro nell'avvertirla di
 non dire nulla delle Pietre finchnon fosse stata sola con la regina,
 e non avrebbe potuto parlare delle pietre senza nominare l'Ombrato.
 Fine aspettche la regina dicesse qualcosa. Ellenroh Elessedil la
 studiattentamente per un minuto e poi sorrise. 俟ei una ragazza
 prudente, Wren, e fai bene a esserlo in un mondo come questo. La tua
 storia mi dice esattamente ciche doveva dirmi, e nulla di piSi
 sporse in avanti, il volto segnato da un misto di sentimenti troppo
 intricati perchWren potesse distinguerli. 保ra sto per dirti
 qualcosa a mia volta, e quando l'avrfatto non ci saranno pisegreti
 tra noi.
 Prese di nuovo le mani di Wren tra le sue. 俊ua madre si chiamava
 Alleyne, come ti ha detto Gavilan. Era mia figlia.
 Wren rimase seduta immobile, le mani strette tra quelle della regina,
 scossa dalla sorpresa e dalla meraviglia mentre cercava di pensare
 cosa dire.
 俑ia figlia, e questo fa sche tu sia mia  nipote. Ancora una cosa. Io
 diedi ad Alleyne, e lei a sua volta avrebbe dovuto darle a te, tre
 pietre dipinte in un sacchetto di pelle. Le hai?
 Wren esit sentendosi intrappolata, senza sapere cosa avrebbe dovuto
 fare o dire. Ma non poteva mentire. 俟儢 ammise.
 Gli occhi azzurri della regina erano molto penetranti mentre la
 scrutava, e un lieve sorriso si disegnava sulle sue labbra. 俑a tu ora
 sai la veritsu di esse, non vero? Devi saperla, altrimenti non
 saresti mai giunta viva fin qui.
 Wren riusccon uno sforzo a rimanere impassibile. 俟儢 ripet
 tranquillamente.
 Ellenroh le diede un colpo affettuoso sulle mani e le lasciandare.
 亟owen sa delle Pietre Magiche, figliola. Cosalcuni di coloro che mi
 sono stati accanto per tanti anni, come Aurin Striate, per fare un
 esempio. Ti ha avvertito di non dire nulla, non vero? Non importa.
 Pochi sanno delle Pietre Magiche, e nessuno le ha viste usare, neppure
 io. Soltanto tu hai avuto questa esperienza, e non credo che tutto
 sommato tu sia contenta di averla avuta, non cos
 Wren scosse la testa lentamente, sorpresa dalla perspicacia della
 regina, dalla sua capacitdi intuire i sentimenti che lei credeva
 accuratamente nascosti. Era perchappartenevano alla stessa famiglia
 e quindi erano molto simili, nel senso che possedevano un patrimonio
 genetico comune che dava a ciascuna di loro la possibilitdi guardare
 nel cuore dell'altra come attraverso una finestra? Avrebbe potuto
 Wren, a sua volta, intuire, quando lo avesse voluto, ciche sentiva
 Ellenroh Elessedil?
 "La famiglia". Sussurrquella parola nella sua mente. "La famiglia
 che sono venuta a cercare. Sono davvero la  nipote di questa regina,
 una Elessedil io stessa?"
 俘accontami il resto, di come sei arrivata ad Arborlondisse
 dolcemente la regina, 前 io ti dirciche sei tanto ansiosa di
 sapere. Non preoccuparti di Eowen. Lei gial corrente di ogni cosa
 che conta.
 CosWren raccontil resto di ciche le era successo nel suo
 viaggio, tutto ciche riguardava l'essere lupo che era un Ombrato e
 la scoperta della veritsulle pietre dipinte che la madre le aveva
 dato quando era bambina. Non appena ebbe finito, quando ebbe
 raccontato ogni cosa, si mise con le braccia conserte quasi a voler
 proteggere se stessa, sentendosi gelare al suono delle proprie parole,
 ai ricordi che esse evocavano. Poi, d'impulso, si alze and
 dov'erano gli indumenti che si era tolta. Frugin fretta tra gli
 abiti a brandelli e ritrovle Pietre Magiche, ancora dove le aveva
 messe dopo essere entrata in citt Le portalla regina e gliele
 porse. 亟ccoledisse, 厚rendile.
 Ma Ellenroh Elessedil scosse la testa. 俏o.Chiuse le dita di Wren
 sulle Pietre Magiche e guidla sua mano verso una tasca della camicia
 da notte. 俊ienile tu per mesussurr
 Per la prima volta, Eowen Cerise parl 俟ei stata molto coraggiosa,
 Wren.La sua voce era bassa e suadente. 俠a maggior parte non sarebbe
 stata capace di superare gli ostacoli che hai affrontato. Sei davvero
 figlia di tua madre.
 侮edo tanta parte di Alleyne in leiconvenne la regina, gli occhi
 momentaneamente persi in lontananza. Poi si sedette diritta, fissando
 ancora una volta lo sguardo su Wren.俟ei stata coraggiosa davvero. Ha
 fatto bene Allanon a sceglierti. Ma era previsto che tu dovessi
 venire, per cui immagino che egli stesse solo adempiendo alla promessa
 di Eowen.
 Si accorse della confusione che c'era negli occhi di Wren e sorrise.
 俠o so, figliola. Parlo per enigmi. Sei stata molto paziente con me, e
 non stato facile. Sei ansiosa di sapere di tua madre e di scoprire
 come mai ti trovi qui. Benissimo.
 Il sorriso si addolc 俊re generazioni prima che io nascessi, mentre
 gli Elfi vivevano ancora nelle Terre dell'Ovest, diversi membri della
 famiglia Ohmsford, discendenti diretti di Jair Ohmsford, decisero di
 emigrare ad Arborlon. Il loro progetto, a mio avviso, fu provocato
 dall'usurpazione attuata dalla Federazione ai danni dei villaggi delle
 Terre del Sud come Valle d'Ombra e dall'inizio della caccia alle
 streghe per eliminare la magia. Questi Ohmsford erano tre, e portarono
 con sle Pietre Magiche. Uno morsenza eredi. Due si sposarono, ma
 quando gli Elfi decisero di sparire soltanto uno di loro li segu Il
 secondo, a quanto mi hanno raccontato, un uomo, fece ritorno a Valle
 d'Ombra con sua moglie. Questi sarebbero stati i bisnonni di Par e
 Coll Ohmsford. L'Ohmsford che rimase era una donna, e fu lei che tenne
 le Pietre Magiche con s
 Ellenroh fece una pausa. 俠e Pietre Magiche, Wren, come sai, sono
 state formate agli inizi con la magia Elfica e possono essere usate
 solo da chi di sangue elfo. Il sangue elfo stato tramandato dagli
 Ohmsford negli anni a partire dalla morte di Brin e Jair, ed esse non
 sono state di nessun aiuto agli Ohmsford che le hanno tenute in
 custodia. Essi percidecisero a un certo punto e per accordo
 reciproco che le Pietre dovevano essere restituite al popolo che le
 aveva fatte, o, piprecisamente, suppongo, ai suoi discendenti.
 Perciquando i tre che provenivano da Valle d'Ombra si sposarono e
 cominciarono una nuova vita, fu abbastanza naturale per loro decidere
 che le Pietre Magiche, un lascito fatto alla famiglia Ohmsford da
 Allanon dai giorni del loro antenato Shea, dovessero rimanere agli
 Elfi, qualunque cosa fosse accaduta a loro personalmente.
 侵n ogni modo, le Pietre Magiche scomparvero insieme con gli Elfi, e
 immagino di doverti dire una parola o due anche su questo.Scosse la
 testa, ricordando. 侵l nostro popolo aveva continuato ad addentrarsi
 nelle foreste delle Terre dell'Ovest per anni. Si era isolato sempre
 pidalle altre Razze a mano a mano che la Federazione procedeva nella
 sua espansione verso il nord. In parte era una sua scelta, ma in parte
 era la conseguenza di un convincimento sempre pidiffuso, alimentato
 dal Consiglio di Coalizione della Federazione, che gli Elfi fossero
 diversi e che essere diversi non fosse bene. Gli Elfi, dopo tutto,
 erano discendenti di un popolo del mondo delle fate, non erano umani
 propriamente detti. Gli Elfi erano stati gli autori della magia che
 aveva dato forma al mondo fin dall'avvento del Primo Consiglio di
 Paranor, e nessuno aveva mai avuto molta fiducia nnella magia nin
 chi la usava. Quando gli esseri che voi chiamate Ombrati cominciarono
 a comparire - ancora non c'era un nome per indicarli - la Federazione
 non perse tempo nell'attribuire agli Elfi la responsabilitdel
 decadimento della terra. Dopo tutto, era da lche la magia aveva
 avuto origine, e non era la magia la causa di tutti i problemi?
 Altrimenti, perchgli Elfi e la loro patria non ne erano affetti? La
 cosa andavanti per un bel po', come succede in questi casi, finch
 il nostro popolo ne ebbe abbastanza. La scelta era semplice. O tenere
 testa alla Federazione, che voleva dire far loro la guerra che stavano
 tanto attivamente cercando, oppure trovare un modo per evitarli. La
 guerra non sembrava una prospettiva attraente. Gli Elfi avrebbero
 dovuto affrontare praticamente da soli il piforte esercito delle
 Quattro Terre. Callahorn era stato giassorbito e i Corpi Liberi
 sciolti, i Troll erano imprevedibilmente tribali come sempre, e i Nani
 esitavano a impegnarsi.
 青osgli Elfi decisero semplicemente di andarsene, emigrare in un
 territorio nuovo, insediarvisi, e togliere ogni pretesto alla
 Federazione. La decisione non fu presa tanto facilmente; molti
 volevano rimanere e combattere, altrettanti erano coloro che avrebbero
 preferito aspettare e vedere come andava a finire. Dopo tutto, era la
 loro patria che avrebbero dovuto abbandonare, il luogo di origine
 degli Elfi dopo il cataclisma delle Grandi Guerre. Ma, alla fine, dopo
 molto tempo e molta riflessione, tutti furono d'accordo nel ritenere
 che la scelta migliore era di partire. Gli Elfi erano sopravvissuti ad
 altri spostamenti. Avevano creato nuove patrie. Avevano perfezionato
 l'arte di far finta di scomparire mentre in realterano ancora
 presenti.
 La regina sospir 亭u molto tempo fa, Wren, e io non c'ero. Non posso
 essere certa dei loro veri motivi. L'emigrazione avvenne, si verific
 un lento raggruppamento degli Elfi da ogni angolo delle Terre
 dell'Ovest tanto che i villaggi cessarono di esistere. Nel frattempo,
 i Cavalieri Alati scoprirono quest'isola, e corrispondeva
 perfettamente al bisogno che gli Elfi avevano di una patria.
 Morrowindl. Quando fu deciso che questo era il posto in cui si
 sarebbero trasferiti, scelsero il momento e scomparvero, come
 d'incanto.
 La regina parve esitare su cosa avesse dovuto spiegare ancora, poi
 scosse la testa. 雨asta su ciche ci ha portati qui. Come ti ho
 detto, uno degli Ohmsford rimase. Dopo due generazioni, feconde di
 bambini, mia madre sposil Re degli Elessedil, e le famiglie Ohmsford
 ed Elessedil si fusero. Nacqui cosio e mio fratello Asheron dopo di
 me. Egli venne scelto come erede al trono, ma fu ucciso dai demoni, fu
 uno dei primi a morire. Allora io divenni regina al suo posto. Mi
 sposai e cosnacque tua madre, Alleyne, unica mia figlia. In seguito
 i demoni uccisero anche mio marito. Alleyne era tutto quello che mi
 rimaneva.
 俑ia madreinterruppe Wren. 青om'era?
 La regina sorrise di nuovo. 俏on ce n'era un'altra come lei. Era
 intelligente, decisa, carina. Era convinta di poter fare qualunque
 cosa, una parte di lei voleva tentare, almeno.Intreccile mani e il
 suo sorriso scomparve. 青osincontrun Cavaliere Alato e lo prese
 per marito.LO non credevo che fosse una buona idea - gli Elfi Celesti
 non hanno mai legato veramente con noi - ma quello che pensavo io in
 realtnon ebbe importanza, ovviamente. Fu circa vent'anni fa, ed
 erano tempi pericolosi. I demoni erano dappertutto e diventavano
 sempre piforti. Fummo spinti all'interno della citt I contatti col
 mondo esterno stavano diventando difficili.
 促oco dopo sposata, Alleyne rimase incinta di te. Fu allora che Eowen
 mi disse della sua visione.Diede uno sguardo all'altra donna, che
 era seduta impassibile a osservarla, con gli occhi verdi spalancati e
 senza profondit 亟owen una veggente, Wren, forse la migliore che
 sia mai esistita. E' stata mia compagna di giochi e confidente quando
 ero bambina, anche prima che sapesse di avere quel potere. Da allora 
 stata sempre con me, mi ha consigliata e guidata. Ti ho detto che lei
 la ragione per cui sei qui. Quando Alleyne rimase incinta, Eowen mi
 avvertche se mia figlia non avesse lasciato Morrowindl prima che tu
 nascessi, sareste morte entrambe. Aveva avuto una visione. Mi disse
 anche che Alleyne poteva non tornare mai pi ma che tu saresti
 tornata comunque e che la tua venuta avrebbe salvato gli Elfi.
 Trasse un profondo respiro. 俠o so. Provai ciche provi tu ora. Come
 poteva essere vero? Non volevo che Alleyne andasse via. Ma sapevo che
 le visioni di Eowen non erano mai sbagliate. Cosmandai a chiamare
 tua madre e le feci ripetere da Eowen quello che aveva detto a me.
 Alleyne non esitun istante, anche se so che dentro di sera
 riluttante. Disse che se ne sarebbe andata, che avrebbe fatto in modo
 che sua figlia fosse al sicuro. Non parlmai di s Era fatta cos
LO ero ancora in possesso delle Pietre Magiche, pervenutemi in seguito
 all'unione dei miei genitori. Le diedi ad Alleyne affinchla
 proteggessero, cambiando prima il loro aspetto con un po' della mia
 magia personale in modo che non fossero immediatamente riconoscibili e
 apparissero prive di qualsiasi valore.
 隹lleyne doveva fare ritorno alle Terre dell'Ovest con suo marito.
 Doveva trasferirsi da qui a Valle d'Ombra e ristabilire i contatti con
 i discendenti degli Ohmsford che erano rientrati quando gli Elfi erano
 venuti a Morrowindl. Non ho mai saputo se ci sia riuscita. Scomparve
 dalla mia vita per circa tre anni. Eowen potdirmi soltanto che
 eravate in salvo, tu e lei.
 促oi, poco pidi quindici anni fa, Alleyne decise di tornare. Non so
 cosa l'abbia spinta a prendere quella decisione, so solo che venne
 qui. Allora ti affidil sacchetto di pelle con le Pietre Magiche, ti
 consegnalle cure degli Ohmsford di Valle d'Ombra, e partin volo
 con suo marito per raggiungerci.
 La regina scosse la testa lentamente, come se l'idea del ritorno di
 sua figlia fosse ancora incomprensibile per lei. 隹ll'epoca, i demoni
 avevano conquistato Morrowindl; la cittera tutto quanto ci rimaneva.
 La Chiglia era stata formata con la nostra magia per proteggerci, ma i
 demoni erano dovunque al di fuori di essa. I Cavalieri Alati
 arrivavano fin qui sempre pidi rado. Il Roc sul quale si trovavano
 Alleyne e suo marito discese attraverso il "vog" e fu colpito da una
 specie di proiettile. Cadde a poca distanza dalle porte della citt I
 demoni...
 Si ferm incapace di proseguire. I suoi occhi si riempirono di
 lacrime. 俏on abbiamo potuto salvarliconcluse.
 Wren ebbe la sensazione che un grande vuoto si aprisse dentro di s
 Nella sua mente, vide sua madre morire. Impulsivamente si sporse in
 avanti e abbraccila nonna, l'ultima della famiglia, l'unico legame
 che le restava con la madre e col padre, e la strinse forte. Sentche
 la testa della regina si abbassava sulla sua spalla e che le esili
 braccia la serravano a loro volta. Rimasero a lungo in silenzio,
 stringendosi l'una all'altra, senza dire nulla. Wren cercdi
 richiamare alla memoria le immagini del volto di sua madre ma non ci
 riusc Si rendeva conto del fatto che per quanto grande fosse la sua
 perdita, non sarebbe mai stata pari a quella della regina.
 Finalmente si sciolsero dall'abbraccio e la regina sorrise di nuovo,
 raggiante, rassicurante. 俟ono cosfelice che tu sia venutaripet
 信o aspettato tanto tempo per vederti.
 俏onnadisse Wren, la parola le parve strana quando la pronunci
 隹ncora non riesco a capire perchsono stata mandata. Allanon mi
 disse che dovevo trovare gli Elfi perchnon ci sarebbe stato alcun
 rimedio per le Terre finchnon fossero ritornati. E ora tu mi dici
 che Eowen ha predetto che la mia venuta avrebbe salvato gli Elfi. Ma
 cosa cambia la mia presenza qui? Certamente sareste tornati gida
 molto se foste stati in grado di farlo.
 Il sorriso scomparve lentamente. 俊emo che la cosa sia pi
 complicata.
 青ome fa a essere picomplicata? Non potete andarvene, se volete?
 俟 figliola, possiamo andarcene.
 俟e potete, perchnon lo fate? Cosa vi trattiene? Rimanete perch
 dovete farlo? Questi demoni vengono dal Proibito? L'Eterea si di
 nuovo indebolita?
 俏o, l'Eterea sta bene.Si ferm incerta.
 隹llora da dove vengono questi demoni?
 Il dolce viso della regina si irrigidin modo appena percettibile:
 俏on lo sappiamo di sicuro.
 Stava mentendo. Wren lo notistintivamente. Se ne accorse dal tono
 della voce e lo vide nell'improvviso abbassarsi dei verdi occhi di
 Eowen. Colpita, ferita, perfino arrabbiata, fissincredula la nonna.
 "Non pisegreti tra noi?" pens ripetendo le sue parole. "Cosa mi
 stai nascondendo?"
 Ellenroh Elessedil non sembraccorgersi dell'angoscia della  nipote.
 Si avvicina lei e l'abbraccidi nuovo con calore. Per quanto
 tentata, Wren non la respinse, pensando che doveva esserci una ragione
 per mantenere questo segreto e che col tempo sarebbe stato spiegato,
 pensando anche che era arrivata troppo lontano per scoprire la verit
 sulla sua famiglia da rinunciare a trovarla perchuna parte di essa
 tardava ad arrivare. Accantoni suoi sentimenti. Era una ragazza
 Rover, e Garth l'aveva addestrata bene. Poteva pazientare. Poteva
 aspettare.
 隹vremo tempo per parlare di questo domanile sussurrall'orecchio
 la regina. 保ra hai bisogno di dormire. E io ho bisogno di pensare.
 Si scoste il suo sorriso era costriste che fece quasi piangere
 Wren. 亟owen ti accompagnernella tua stanza. Il tuo amico Garth
 dormirin quella accanto, se avessi bisogno di lui. Riposati,
 figliola. Abbiamo atteso tanto per trovarci e non dobbiamo avere
 fretta di rallegrarcene.
 Si alze fece alzare Wren. Di fronte a loro anche Eowen si alz La
 regina diede alla  nipote un ultimo abbraccio. Wren l'abbraccia sua
 volta, mascherando i dubbi che le si affollavano nella mente. Era
 stanca, aveva le palpebre pesanti, e le forze cominciavano a venirle
 meno. Si sentiva al caldo e al sicuro e aveva bisogno di riposare.
 俟ono contenta di essere qui, nonnadisse con calma, ed era sincera.
 "Ma scoprirtutta la verit, aggiunse dentro di s "Tutta".
 Si fece accompagnare da Eowen Cerise fuori dalla camera da letto e
 prosegunell'atrio buio.
 11.
 Quando si svegliil mattino dopo, Wren si trovin una stanza dalle
 pareti dipinte di bianco, lenzuola di cotone con i bordi a fiorellini,
 e le pareti tappezzate di arazzi a soffici colori pastello che
 brillavano immersi in un bagno di luce bianchissima che entrava
 attraverso le tende di pizzo davanti alle finestre che andavano dal
 pavimento al soffitto.
 Il sole, pensmeravigliandosi, in una terra in cui al di ldelle
 mura della citte del potere della magia Elfica non c'era altro che
 oscurit
 Rimase distesa, ancora assonnata, prendendo tempo per riordinare le
 idee. Non aveva visto molto della stanza la notte prima. Era buio, ed
 Eowen aveva usato soltanto una candela per accompagnarla. Lei si era
 lasciata cadere sul letto imbottito di piume e si era addormentata
 quasi subito.
 Chiuse gli occhi momentaneamente, cercando di collegare ciche vedeva
 con ciche rammentava, questo presente da sogno, traslucido, col
 terribile, spaventoso passato. Era stato tutto vero - la ricerca per
 scoprire dove erano andati gli Elfi, il volo fino a Morrowindl,
 l'attraversata della palude di In Ju, la scalata del Blackledge, la
 marcia fino al Rowen e poi ad Arborlon? Distesa in quella stanza,
 avvolta dalla luce e da morbide lenzuola, le era difficile crederci.
 Il suo ricordo di quanto esisteva fuori dalle mura della citt-
 l'oscurit il fuoco e la foschia, i mostri che venivano da tutte le
 parti e sapevano solo distruggere - sembrava indistinto e lontano.
 Battle palpebre, aprgli occhi con rabbia, e si costrinse a
 ricordare. Gli avvenimenti le sfilarono dinanzi vividi e aspri. Vide
 Garth combattere con lei contro l'Ombrato al margine delle scogliere
 sopra lo Spartiacque Azzurro. Ricostruancora una volta la prima
 notte sulla spiaggia quando Tiger Ty e Spirit li avevano lasciati.
 Pensa Stresa e a Fauno, si sforzdi ricordare com'erano, come
 parlavano e come si comportavano, e quanto avevano sofferto per
 aiutarla a compiere il suo viaggio in quel mondo mostruoso, due amici
 che l'avevano aiutata solo per essere poi abbandonati.
 Il pensiero del Gatto Screziato e dello Squeak fu ciche alla fine la
 fece svegliare. Si mise a sedere sul letto e si guardattorno
 lentamente. Era l si rassicur ad Arborlon, nel palazzo della
 Regina degli Elfi, nella casa di Ellenroh Elessedil, sua nonna. Trasse
 un profondo respiro, lottando con quell'idea, sforzandosi di farla
 essere reale. Naturalmente lo era, eppure allo stesso tempo non lo
 sembrava. Immaginche fosse troppo nuova. Era giunta alla ricerca
 della veritsui suoi genitori; non avrebbe potuto immaginare che essa
 sarebbe stata cossconcertante.
 Ricordciche si era detta quando Cogline le aveva spiegato per la
 prima volta i suoi sogni: ciche aveva appreso accettando di recarsi
 all'Hadeshorn per parlare con Allanon avrebbe potuto cambiare la sua
 vita.
 Ma non poteva immaginare fino a che punto.
 Ne era incuriosita e spaventata allo stesso tempo. Tante cose si erano
 verificate per portarla a Morrowindl a rintracciare gli Elfi, e ora si
 trovava ad affrontare un mondo e un popolo che non conosceva e non
 capiva veramente. Proprio la notte prima aveva scoperto quanto potesse
 rivelarsi difficile la situazione. Se perfino sua nonna decideva di
 mentirle, quanta fiducia avrebbe potuto riporre in uno qualsiasi degli
 altri? La faceva ancora soffrire il fatto di essere tenuta all'oscuro
 di alcune cose. Era stata inviata dagli Elfi per uno scopo, ma non
 sapeva ancora quale fosse. Ellenroh, se ne era a conoscenza, non
 glielo aveva detto, almeno non ancora. E non le aveva detto nulla
 neppure a proposito dei demoni, solo che non erano venuti dal Divieto
 e che l'Eterea non si era esaurita. Ma erano venuti da qualche parte,
 e la regina sapeva da dove, Wren ne era certa. Sapeva un sacco di cose
 che non diceva.
 Segreti... di nuovo quella parola.
 Segreti.
 Si liberdi questi pensieri scuotendola testa. La regina era sua
 nonna, l'ultimo membro della sua famiglia, colei che aveva dato alla
 luce sua madre, una donna di talento, di grande bellezza e
 responsabilite di amore. Non poteva spingersi fino al punto di
 pensare male di Ellenroh Elessedil. Non poteva screditarla. Era troppo
 simile a lei, forse nel fisico, nei sentimenti, e in parole, pensieri
 e atti. Lo aveva potuto constatare la notte prima; lo aveva sentito
 nella loro conversazione, negli sguardi che si erano scambiate, e nel
 modo in cui ciascuna delle due aveva reagito all'altra.
 Sospir Sarebbe stato meglio fare come si era ripromessa, aspettare e
 vedere.
 Dopo un po', si alze si avviverso la porta che dava sulla camera
 attigua. Quasi all'istante la porta si apre comparve Garth. Era
 senza camicia, le braccia muscolose e il torace erano fasciati dalle
 bende, la faccia scura circondata dalla barba era piena di graffi e
 lividi. Nonostante le numerose ferite, sembrava riposato e in forze.
 Quando gli fece segno di entrare, lui prese una tunica e la raggiunse
 subito. Gli indumenti che gli avevano dato gli stavano troppo stretti
 e lo facevano sembrare decisamente enorme. Wren nascose un sorriso
 mentre andavano a sedersi su una panca accanto alla finestra, contenta
 solo di rivederlo, confortata dalla sua presenza familiare.
 "Cosa hai saputo?" le chiese a segni.
 Ora gli sorrise apertamente. Buono, vecchio, fedele Garth, andava
 dritto al punto ogni volta. Gli ripetla conversazione della notte
 prima con la regina, raccontandogli ciche le era stato detto degli
 Elessedil, degli Ohmsford, di sua madre e di suo padre. Non fece cenno
 al sospetto che Ellenroh le celasse la verita proposito dei demoni.
 Al momento voleva tenerlo per s nella speranza che dopo breve tempo
 sua nonna avrebbe deciso di avere fiducia in lei.
 Tuttavia, volle sapere l'opinione di Garth sulla regina.
 青osa hai notato di mia nonna che mi sfuggito?gli chiese,
 traducendo con le dita mentre parlava.
 Garth sorrise lievemente all'implicazione che le fosse sfuggito
 qualcosa. La sua risposta non si fece attendere. "E' spaventata".
 俟paventata?Wren non se ne era affatto accorta. 青osa credi che la
 spaventi?
 "Difficile da spiegare. Qualcosa che lei sa e noi no, secondo me. Sta
 molto attenta a ciche dice e al modo in cui lo dice. Lo hai visto
 anche tu".
 Fece una pausa. "Potrebbe essere spaventata per te, Wren".
 促erchmia madre stata uccisa facendo ritorno qui, e ora io corro
 lo stesso rischio? Ma secondo la visione di Eowen immaginavano che
 sarei giunta. Mi stavano aspettando. Cosa ne pensi di questa visione?
 In che modo dovrei salvare gli Elfi? Non ti sembra una sciocchezza?
 Dopo tutto, rimanere vivi fino a raggiungere la cittera l'unica
 nostra possibilit Non vedo che differenza faccia la mia presenza
 qui.
 Gart si strinse nelle spalle. "Tieni gli occhi e le orecchie aperte,
 ragazza Rover. E' cosche puoi sapere le cose".
 Sorrise, e lei sorrise a sua volta.
 Poi la lasciaffinchpotesse vestirsi. Quando Garth chiuse la porta
 che separava le due stanze, per un attimo Wren continua tenere lo
 sguardo fisso dietro di lui. Si accorse all'improvviso che c'erano
 grosse discordanze tra il racconto della nonna e quello di Garth a
 proposito dei suoi genitori. Certo, la versione di Garth era di
 seconda mano e quella della regina basata interamente su eventi
 accaduti prima della partenza da Arborlon, per cui forse certe
 incoerenze erano inevitabili. Eppure, nessuno dei due aveva fatto
 commenti su ciche ciascuno di loro doveva aver ritenuto ovvi errori
 da parte dell'altro. Garth non aveva nominato i Cavalieri Alati. La
 regina non aveva parlato dei Rover. Nessuno dei due aveva detto nulla
 sul perchi suoi genitori non erano andati prima a Valle d'Ombra
 dagli Ohmsford, dirigendosi invece nelle Terre dell'Ovest.
 Si chiese se era il caso di dire qualcosa in proposito a Garth. Si
 chiese se ne valeva davvero la pena, considerando la gravitdi tutte
 le altre preoccupazioni che la affliggevano.
 Trovdei vestiti pronti da indossare, abiti che andavano meglio di
 quelli di Garth: pantaloni, una tunica, calze, una cintura e un paio
 di stivaletti di pelle finemente lavorata che le arrivavano alla
 caviglia. Si infilgli abiti, ritornando con la mente alle
 rivelazioni della notte prima, esaminando di nuovo ciche aveva
 saputo. La regina sembrava decisa nel riconoscere l'importanza del suo
 arrivo ad Arborlon, sicura, almeno dentro di s che la visione di
 Eowen si sarebbe rivelata giusta. Anche Aurin Striate aveva affermato
 che la stavano aspettando. Tuttavia nessuno aveva detto perch se mai
 c'era qualcuno che lo sapeva. Nel sogno non si faceva menzione di ci
 che la presenza di Wren dovesse realizzare. Forse ci sarebbe voluta
 un'altra visione per scoprirlo.
 Sogghignper la sua impudenza e si stava mettendo gli stivaletti
 quando la smorfia all'improvviso scomparve.
 E se l'importanza del suo ritorno fosse legata al fatto che portava
 con sle Pietre Magiche? E se il suo compito fosse stato quello di
 usarle come arma contro i demoni?
 Si sentraggelare all'idea, ricordando come era stata costretta a
 ricorrere alle Pietre per ben due volte, nonostante la sua riluttanza
 a farlo, ricordando la sensazione di potenza provata mentre la magia
 scorreva attraverso di lei, fuoco liquido che bruciava e inebriava al
 tempo stesso. Si rendeva conto dell'effetto di dipendenza che creavano
 in lei, del legame che si costituiva ogni volta, e di quanto
 sembrassero essere parte di lei. Aveva continuato a dire che non le
 avrebbe usate, poi si era vista costretta a farlo comunque, oppure
 forse ne era stata convinta. Scosse la testa. Non era importante la
 scelta delle parole; i risultati erano stati gli stessi. Ogni volta
 che aveva usato la magia, si era allontanata un po' da ciche era,
 avvicinandosi di pia qualcuno che non conosceva. Usando il potere
 della magia, perdeva il potere su se stessa.
 Calzgli stivaletti e balzin piedi. Si sbagliava. Non poteva essere
 che le Pietre Magiche fossero tanto importanti. Altrimenti, perchmai
 Ellenroh non le aveva semplicemente tenute con sinvece di darle ad
 Alleyne? Perchnon erano state usate contro i demoni tanto tempo
 prima se davvero erano cosdeterminanti?
 Esit poi prese la sua camicia da notte e tirfuori le Pietre
 Magiche dalla tasca dove le aveva messe la notte prima. Eccole l
 scintillanti nella sua mano, con la loro magia addormentata, innocua e
 invisibile. Le studiattentamente, meravigliandosi delle circostanze
 che le avevano affidate alle sue cure, ancora augurandosi che Ellenroh
 avesse accettato di riprenderle.
 Poi mise da parte le sensazioni negative evocate dal pensiero delle
 Pietre Magiche e depose il fastidioso talismano in fondo alla tasca
 della tunica. Dopo aver infilato un lungo pugnale alla cintura, usc
 dalla stanza.
 Un Elfo Cacciatore era stato messo di guardia alla sua porta, e dopo
 essersi fermato a chiamare Garth, la sentinella li accompagngiper
 le scale alla sala da pranzo per la colazione. Mangiarono soli, a un
 lungo tavolo di quercia levigato, coperto da una tovaglia bianca a
 fiori, seduti in una sala simile a una caverna dal soffitto a botte e
 dalle finestre a vetrate dipinte che facevano filtrare la luce del
 sole. Una donna era pronta a occuparsi di loro e questo provocin
 Wren un certo disagio. Mangiin silenzio, di fronte a Garth che
 intanto pensava a cosa lei avrebbe dovuto fare quando avesse finito.
 Non c'era nessuna traccia della regina.
 Tuttavia, quando stavano per terminare la colazione, arrivil Gufo.
 Aurin Striate ora appariva magro e deperito come lo era stato
 nell'ombra e nell'oscuritdelle distese di lava fuori della citt il
 suo corpo ossuto era sciolto e disarticolato quando si muoveva; nulla
 in lui funzionava a dovere. Indossava abiti puliti e non aveva piil
 berretto di lana a cono col pompon, ma riusciva comunque a sembrare un
 po' trasandato e scompigliato - doveva essere una cosa normale per
 lui. Raggiunse il tavolo da pranzo e si sedette, mettendosi
 comodamente a suo agio.
 俟tai davvero meglio rispetto a ieri seraazzardcon un mezzo
 sorriso. 亮li abiti puliti e un bagno hanno fatto di te una ragazza
 proprio carina, Wren. Hai riposato bene?
 Lei ricambiil sorriso. Le piaceva il Gufo. 隹bbastanza bene, grazie.
 E grazie ancora per averci portato qui in salvo. Non ce l'avremmo
 fatta senza di te.
 Il Gufo incresple labbra, lanciun'occhiata significativa a Garth,
 e si strinse nelle spalle. 促udarsi. Ma sappiamo entrambi che in
 realtsei stata tu a salvarci.Fece una pausa, interrompendosi prima
 di parlare delle Pietre Magiche, e si assestsulla sedia. I suoi
 tratti elfici non pigiovanili si andavano assottigliando e gli
 conferivano una vaga sembianza di folletto. 哉uoi  che andiamo a fare
 un giro quando hai finito? A vedere cosa c'fuori? Tua nonna mi ha
 messo a tua disposizione per un po'.
 Qualche minuto dopo lasciarono i giardini del palazzo, questa volta
 passando per il cancello principale, e scesero in citt Il palazzo
 era situato su una collinetta al centro di Arborlon, profondamente
 immerso nelle foreste che lo proteggevano, con i villini e le botteghe
 tutt'attorno. Di giorno la cittera viva, gli Elfi al lavoro, le
 strade piene di attivit Mentre i tre avanzavano tra la folla, tutti
 gli sguardi erano per loro, da ogni parte, concentrati non tanto sul
 Gufo o su Wren, ma su Garth, che era pigrande degli Elfi ed
 evidentemente non era uno di loro. Lui, com'era suo solito, sembrava
 non accorgersene. Wren allungava il collo per vedere tutto. La luce
 del sole faceva risplendere il verde degli alberi e dell'erba, i
 colori degli edifici, e i fiori che fiancheggiavano i marciapiedi; era
 come se il "vog" e il fuoco al di fuori delle mura non esistessero.
 C'era una traccia di cenere e di zolfo nell'aria, e l'ombra del
 Killeshan formava una macchia scura contro il cielo a est, dove la
 cittfiniva contro la montagna, ma la magia conservava riparato e
 protetto il mondo al suo interno. Gli Elfi badavano ai loro affari
 come se tutto fosse normale, come se non ci fosse nessuna minaccia
 incombente, come se fuori di Arborlon Morrowindl fosse esattamente la
 stessa che al suo interno.
 Dopo un po' passarono attraverso lo schermo della foresta e giunsero
 in vista delle mura esterne. Di giorno, esse apparivano diverse. Al
 bagliore della magia era seguito un debole scintmio  che trasformava
 il mondo al di ldi esso in un delicato, confuso acquerello privo
 della sua luminosit Morrowindl - le sue montagne, le fauci del
 Killeshan, il misto di lava solidificata e di foresta contorta, le
 spaccature nella terra con i loro geyser di cenere e vapore - era
 avvolta da una nebbia che la rendeva praticamente invisibile. Soldati
 Elfi pattugliavano i bastioni, ma al momento non si combatteva nessuna
 battaglia, giacchi demoni si erano ritirati per riposarsi fino al
 calare della notte. Il mondo esterno era diventato tetro e vuoto, e
 gli unici rumori che si sentivano erano quelli delle voci e del
 movimento della gente all'interno.
 Quando giunsero nei pressi della testa di ponte pivicina, Wren si
 rivolse al Gufo e gli chiese: 促erchc'un fossato all'interno delle
 mura?
 Il Gufo le lanciun'occhiata e poi guardaltrove. 俟epara la citt
 dalla Chiglia. Sai cos'la Chiglia?
 Fece un gesto per indicare le mura. Adesso Wren ricordava quel nome.
 Stresa era stato il primo a usarlo, quando aveva detto che gli Elfi
 erano in difficoltperchla sua magia stava indebolendosi.
 亟' stata costruita con la magia all'epoca del padre di Ellenroh,
 quando i demoni fecero la loro comparsa per la prima volta. E' una
 protezione contro di essi, mantiene la cittcom'sempre stata. Tutto
 uguale a com'era all'epoca in cui Arborlon fu trasferita a
 Morrowindl, oltre un centinaio di anni fa.
 Wren ripensava ancora alla spiegazione di Stresa sull'affievolirsi
 della magia. Stava per chiedere ad Aurin Striate se era vero quando si
 rese conto di ciche egli aveva appena detto.
 亮ufo, hai detto quando Arborlon stata portata a Morrowindl?
 Intendevi quando stata costruita, non cos
 侵ntendo quello che ho detto.
 青he gli edifici sono stati portati qui? Oppure stai parlando
 dell'Eterea? L'Eterea qui, non vero, all'interno della citt
 俠dietro.Fece un gesto vago, mentre la sua faccia si rannuvolava.
 非ietro il palazzo.
 促ercivuoi  dire...
 Il Gufo la interruppe. 俠a citt Wren. Tutta la citte tutti gli
 Elfi che ci vivono. Ecco cosa intendo dire.
 Wren trasal 俑a... E' stata ricostruita, vuoi  dire, col legname che
 gli Elfi hanno trasportato qui...
 Egli scosse la testa. 俏essuno ti ha ancora parlato del Loden? Non ti
 ha detto la regina come sono arrivati gli Elfi a Morrowindl?
 Si era chinato su di lei ora, fissandola con i suoi occhi acuti. Wren
 esitappena un attimo e poi rispose: 俑i ha spiegato che fu deciso di
 emigrare dalle Terre dell'Ovest a causa della Federazione...
 俏ola interruppe un'altra volta. 俏on voglio dire questo.
 Guardlontano, quindi la prese per il braccio e l'accompagna una
 sporgenza di pietra che si trovava ai piedi del ponte e sulla quale si
 sedettero. Garth li segu con la solita faccia impassibile, prendendo
 posizione di fronte a loro dove poteva vederli parlare.
 俟i tratta di una cosa che mi ero ripromesso di dirti, ragazza
 cominciil Gufo quando si furono sistemati. 隹ltri potrebbero farlo
 meglio. Ma non avremo granchdi cui parlare se non ti spiego questo.
 E poi, se tu sei la  nipote di Ellenroh Elessedil e sei quella che lei
 aspettava, quella della visione di Eowen Cerise, hai il diritto di
 sapere.
 Incrocile braccia ossute, mettendosi comodo. 俑a non mi crederai.
 Non sono sicuro di farcela.
 Wren sorrise, sentendosi un po' a disagio al pensiero di ciche
 l'aspettava. 促arla pure, Gufo.
 Aurin Striate annu 侶uesto quanto mi hanno raccontato, dunque, non
 ciche io necessariamente so. Gli Elfi recuperarono una parte della
 loro magia fatata pidi cento anni fa, prima di Morrowindl, quando
 vivevano ancora nelle Terre dell'Ovest. Non so come fecero; credo che
 non mi interessi poi tanto. Ciche importante sapere che quando
 presero la decisione di emigrare, si ritiene che essi incanalarono ci
 che rimaneva della loro magia in una Pietra Magica chiamata Loden.
 Questo Loden, secondo me, era sempre esistito, ma era nascosto da
 qualche parte, tenuto segreto per il momento in cui si sarebbe
 rivelato necessario.
 侶uel momento non arrivper centinaia di anni, non in tutto il tempo
 trascorso dopo le Grandi Guerre. Ma gli Elessedil lo tenevano
 nascosto, oppure lo ritrovarono, o che so io, e quando fu presa la
 decisione di emigrare, lo uTiili zzarono.
 Fece un lungo respiro e strinse le labbra. 侶uesta Pietra Magica, come
 tutte le altre, attinge la sua forza da chi la usa. Solo che, in
 questo caso, l'uTiili zzatore non era una sola persona ma tutta una
 razza. L'intera forza della nazione Elfa fu uTiili zzata per invocare la
 magia della Pietra.Si schiarla voce. 侶uando ebbero finito,
 Arborlon era stata raccolta come... una palata di terra, ridotta a
 nulla, e rinchiusa dentro la Pietra. Ed questo che intendo quando
 dico che Arborlon stata portata a Morrowindl. Fu chiusa dentro la
 Pietra insieme con la maggior parte del suo popolo e trasportata da un
 pugno di incaricati su quest'isola. Quando fu trovato un luogo adatto
 alla citt si procedette in senso inverso e Arborlon fu ricostituita.
 Uomini, donne, bambini, cani, gatti, uccelli, animali, case e
 botteghe, alberi, fiori, erba, tutto. Perfino l'Eterea. Tutto.
 Si rilasse socchiuse gli occhi. 隹llora, cosa ne dici?
 Wren rimase sbalordita. 非ico che hai ragione, Gufo. Non ci credo. Non
 riesco a concepire che gli Elfi siano stati capaci di recuperare cos
 in fretta qualcosa che si era perduto da migliaia di anni. Da dove
 proveniva? Non possedevano nessuna magia all'epoca di Brin e Jair
 Ohmsford - solo i poteri di guarire!
 Il Gufo si strinse nelle spalle. 俏on pretendo minimamente di sapere
 come abbiano fatto. E' stato tanto tempo prima che io nascessi. Forse
 lo sa la regina - ma non me ne ha mai fatto parola. So solo ciche mi
 stato detto, e non sono sicuro di crederci. La citte la gente sono
 state portate qui nella Pietra. Cossi racconta. E cosstata
 costruita anche la Chiglia. Be', in effetti, dapprima stata
 costruita in pietra manualmente, ma la magia che la protegge deriva
 dalla Pietra.LO ero un ragazzo allora, ma ricordo il vecchio re che
 usava lo Scettro. Lo Scettro fa da supporto alla Pietra e trasmette la
 magia.
 亟 tu l'hai visto con i tuoi occhi?chiese Wren incredula.
 信o visto lo Scettro e la sua Pietra molte volterispose il Gufo. 俠i
 ho visti usare soltanto in quella circostanza.
 亟 i demoni?ContinuWren, che voleva saperne di pi cercando di
 dare un senso a ciche stava ascoltando. 亟 loro? La Pietra e lo
 Scettro non possono essere usati contro di loro?
 Il Gufo si fece scuro in volto, cambiando espressione cos
 repentinamente da cogliere Wren di sorpresa. 俏orispose tranquillo.
 俠a magia non efficace contro i demoni.
 促erchinsistette Wren. 俠a magia delle Pietre che porto con me li
 puannientare. Perchnon fa altrettanto la magia della Pietra
 Loden?
 Egli scosse la testa. 促enso che sia un genere di magia abbastanza
 diverso.
 Non sembrava molto sicuro di s Lei lo incalz 非immi, da dove
 vengono i demoni?
 Aurin Striate sembrava a disagio. 促erchlo chiedi a me, Wren
 Elessedil?
 保hmsfordlo corresse subito lei.
 俏on credo.
 Ci fu un silenzio carico di tensione mentre si fronteggiavano
 fissandosi negli occhi. 隹nch'essi derivano dalla magia, non vero?
 disse infine Wren che non voleva arrendersi.
 Lo sguardo tagliente del Gufo rimase immobile. 青hiedi alla regina.
 Parlane con lei.
 Si alzdi scatto. 保ra che sai come giunta qui la citt almeno
 secondo la leggenda, finiamo di dare un'occhiata in giro. Vedi
 laggi..
 Riprese a camminare, ancora parlando, spiegando che cosa vedevano,
 allontanando la conversazione dalle domande alle quali sembrava che
 nessuno volesse rispondere. Wren ascoltava a malincuore, pi
 interessata a sentire come gli Elfi erano giunti a Morrowindl. C'era
 voluta una magia straordinaria per riunire un'intera citt ridurla
 alle dimensioni di una Pietra Magica, e rinchiuderla ldentro per un
 viaggio che l'avrebbe portata al di ldell'oceano. Le sembrava ancora
 inconcepibile. La magia degli Elfi recuperata dal mondo delle fate, da
 un periodo di cui si aveva solo un pallido ricordo, era incredibile.
 Tutta quella forza, e ancora non si riusciva a trovare il modo di
 liberarsi dai demoni, o di distruggerli. La sua bocca rimase serrata
 di fronte a una decina di proteste. Non sapeva proprio cosa credere.
 Passarono la mattina e la prima parte del pomeriggio camminando per la
 citt Salirono sui bastioni e guardarono il paesaggio all'esterno,
 fosco e indistinto, privo di movimento, tranne dove si sprigionava il
 vapore del Killeshan e dove volteggiava il "vog". Videro di nuovo
 Fetone, mentre andava dalla cittalla Chiglia, senza fare attenzione
 a loro, con i suoi forti tratti segnati da cicatrici sotto i capelli
 sbiancati dal sole. Il Gufo guardava impassibile e stava svoltando per
 continuare la passeggiata quando Wren gli chiese di parlarle di
 Fetone. Il comandante in campo della regina, rispose Aurin Striate,
 secondo in grado solo a Barsimmon Oridio e ansioso di succedergli.
 促erchnon ti piace?chiese Wren senza mezzi termini.
 Il Gufo sollevun sopracciglio. 亟' difficile da spiegare. C'una
 differenza di fondo tra noi due, immagino.LO passo la maggior parte
 del mio tempo fuori dalle mura, trascorrendo la notte con i demoni,
 osservando da vicino dove si trovano e cosa fanno. Vivo come loro la
 maggior parte del tempo. Ne conosco i vari generi e le abitudini, pi
 di chiunque altro. Ma Fetone a queste cose non pensa nemmeno. Per lui,
 i demoni sono soltanto un nemico da annientare. Vuole portare
 l'esercito Elfico lfuori e spazzarli via. E' stato dietro a
 Barsimmon Oridio e alla regina per mesi perchgli lasciassero fare
 proprio questo. I suoi uomini lo amano; credono che abbia ragione
 perchvogliono credere che egli sappia qualcosa che loro non sanno.
 Siamo rimasti chiusi dentro la Chiglia per circa dieci anni. La vita
 continua, e uno non se ne accorge solo guardando o anche parlando con
 la gente, ma sono tutti amareggiati e delusi. Ricordano come vivevano
 un tempo e vogliono che le cose ritornino a essere quelle di una
 volta.
 Wren pensper un attimo di riprendere l'argomento dei demoni, per
 chiedere come erano arrivati le perchnon potevano essere scacciati
 senza tanti problemi, ma decise di non parlarne. Invece disse: 俊u
 pensi che non vi sia nessuna speranza che l'esercito vinca,
 scommetto
 Il Gufo la fisscon uno sguardo severo. 俊u sei stata lfuori con
 me, Wren - il che pidi quanto Fetone possa dire. Sei venuta fin
 qui dalla spiaggia. Hai affrontato i demoni pivolte. Cosa pensi? Non
 sono come noi. Ci sono centinaia di tipi diversi, e ognuno 
 pericoloso in modo diverso. Alcuni li puoi uccidere con una spada di
 ferro e altri no. Lungo il corso del Rower ci sono i Revenant - tutti
 denti e artigli e muscoli. Animali. Sul Blackledge ci sono i Drakul -
 fantasmi che ti succhiano la vita, sono come il fumo, non c'nulla da
 combattere, nulla in cui infilzare la spada. E questi sono soltanto
 due tipi.Scosse la testa. 俏o, non credo che possiamo vincere l
 fuori. Credo che saremo fortunati se riusciremo a rimanere vivi qua
 dentro.
 Camminarono ancora un po' e Wren disse: 侵l Gatto Screziato mi ha
 riferito che la magia che protegge la cittsi sta indebolendo
 Aveva fatto una constatazione e non una domanda e non si aspettava una
 risposta. Per un bel tratto il Gufo rimase silenzioso, la testa
 rivolta in basso, gli occhi sul terreno davanti a lui.
 Infine, sollevlo sguardo, solo per un attimo, e disse: 侵l Gatto ha
 ragione
 Scesero nella cittvera e propria per un po', girando per le botteghe
 e guardando attentamente sulle bancarelle che affollavano il mercato,
 osservando la merce e studiando la gente che comprava e vendeva.
 Arborlon era una cittsimile alle altre per tutti gli aspetti, tranne
 uno. Wren guardava le facce attorno a lei, vedendo i suoi tratti
 Elfici riflessi nei loro - era la prima volta che le succedeva -
 contenta dell'esperienza e di essere la prima persona da oltre cento
 anni in grado di farla. Gli Elfi erano vivi; gli Elfi esistevano. Era
 una scoperta meravigliosa e lei si sentiva ancora eccitata per averla
 fatta.
 Mangiarono qualcosa al mercato - un po' di pane appena tostato con
 carne secca e verdure, un pezzo di un frutto che somigliava a una
 pera, un bicchiere di birra, e poi continuarono il giro. Il Gufo li
 portdietro il palazzo nei Giardini della Vita. Camminarono per i
 sentieri in silenzio, perdendosi nella fragranza dei tappeti di fiori
 e nei profumi delle centinaia di boccioli multicolori disseminati tra
 le piante, i cespugli e gli alberi. Si imbatterono in un'Eletta che
 indossava una lunga tunica bianca, una delle custodi dell'Eterea, che
 fece un cenno col capo e passoltre. Wren si scopra pensare al
 racconto fatto da Par Ohmsford sulla ragazza Elfa Amberle, la pi
 famosa delle Elette. Salirono in cima alla collina sulla quale erano
 stati piantati i Giardini e si fermarono davanti all'Eterea, le foglie
 scarlatte e i rami argentei dell'albero vibravano alla luce del sole,
 cosforte da non sembrare veri. Wren voleva toccare l'albero,
 sussurrargli qualcosa, e dirgli magari che sapeva e capiva chi e che
 cosa aveva affrontato. Ma non lo fece; rimase limmobile. L'Eterea
 non parlava mai con nessuno, e conosceva ciche lei provava. Perci
 Wren si limita fissarla, pensando che sarebbe stato terribile se la
 Chiglia fosse venuta meno del tutto e i demoni avessero sopraffatto
 gli Elfi e la loro citt L'Eterea sarebbe stata distrutta,
 ovviamente, e allora tutti i mostri imprigionati all'interno del
 Divieto, le cose al di fuori del mondo delle fate eliminate per tutti
 questi anni, sarebbero finite di nuovo nel mondo degli Uomini mortali.
 Cos penscon tristezza, la visione del futuro di Allanon si sarebbe
 avverata.
 Dopo questo giro rientrarono al palazzo per riposare fino all'ora di
 cena. Il Gufo li lasciall'interno dell'ingresso principale, dicendo
 che aveva da fare, senza ulteriori spiegazioni.
 俟o che vorresti fare molte pidomande, Wrendisse allontanandosi,
 mentre la sua faccia magra assumeva un'espressione solenne. 青erca di
 essere paziente. Le risposte verr跣no fin troppo presto, temo.
 Ripercorse il viale e uscdal cancello. Wren rimase immobile con
 Garth e lo guardandarsene, senza dire nulla. Il gigante Rover si
 rivolse a lei dopo un attimo, facendo segni. Aveva di nuovo fame e
 voleva tornare in sala da pranzo per vedere se poteva trovare la
 cucina e qualcosa da mangiare. Lei annudistratta, ancora impegnata a
 pensare agli Elfi e alla loro magia, e anche al fatto che il Gufo non
 aveva mai risposto alla sua domanda sul perchdel fossato all'interno
 della Chiglia. Garth scomparve lungo il corridoio, mentre il rumore
 dei passi riecheggiava nel silenzio. Dopo un po' Wren si volte si
 diresse verso la sua stanza. Non sapeva bene cosa avrebbe fatto quando
 ci fosse arrivata, se non riflettere a fondo su tante cose, ma forse
 questo sarebbe stato abbastanza. Salla scalinata principale,
 ascoltando il silenzio, presa dai suoi pensieri, e stava per avviarsi
 lungo il corridoio quando comparve Gavilan Elessedil.
 雨ene, bene, cugina Wrenla salutcordiale, in uno sgargiante
 vestito a disegni gialli e blu incrociati e con una cintura d'argento.
 信ai visitato la citt mi pare. Come stai oggi?
 雨ene, grazierispose Wren rallentando e fermandosi quando la
 raggiunse.
 Egli le prese la mano e la portalle labbra, baciandola dolcemente.
 隹llora, dimmi. Sei contenta di essere venuta o avresti preferito
 rimanere a casa tua?
 Wren sorrise, arrossendo suo malgrado. 俗n po' l'uno e un po' l'altro,
 penso.Ritirla mano.
 Gavilan battle palpebre. 促roprio come si deve. Un po' dolce e un
 po' amaro. Hai fatto tanta strada per trovarci, non vero? Dev'essere
 stata una ricerca molto impegnativa. Hai saputo ciche sei venuta a
 scoprire?
 侵n parte s
 La bella faccia si fece seria. 俊ua madre, Alleyne, era una persona
 che ti sarebbe piaciuta moltissimo. So che la regina ti ha parlato di
 lei, ma voglio dirti qualcosa anch'io. Quando ero bambino si 
 occupata di me come una sorella. Eravamo davvero uniti. Era una
 ragazza forte e decisa, e vedo le stesse caratteristiche in te.
 Lei sorrise di nuovo. 亮razie, Gavilan.
 亟' la veritFece una pausa. 俟pero che vorrai considerarmi un
 amico e non un semplice cugino. Voglio che tu sappia che se avrai
 bisogno di qualcosa, o se vorrai sapere qualcosa, puoi rivolgerti a
 me. Sarfelice di aiutarti, se potr
 Wren esitava. 亮avilan, potresti descrivermi mia madre? Potresti dirmi
 che aspetto aveva?
 Il cugino si strinse nelle spalle. 促resto fatto. Alleyne era piccola
 come te. Aveva i capelli dello stesso colore dei tuoi. E la sua
 voce...Ebbe un attimo di smarrimento. 非ifficile da descrivere. Era
 musicale. Era dotata di spirito e rideva molto. Ma credo di ricordare
 i suoi occhi meglio di ogni altra cosa. Erano proprio come i tuoi.
 Quando ti guardava, ti sentivi come se al mondo non ci fosse nulla e
 nessuno piimportante di te.
 Wren stava pensando al sogno, quello in cui sua madre era china su di
 lei, molto simile a come Gavilan la descriveva, e le diceva "Ricordati
 di me. Ricordati di me". Ora non le sembrava pisoltanto un sogno. Le
 parve che una volta, molto tempo prima, dovesse essere accaduto
 veramente.
 俐ren?
 Lei si accorse di stare fissando nel vuoto. Guarddi nuovo Gavilan,
 chiedendosi tutt'a un tratto se avrebbe dovuto domandargli delle
 Pietre magiche e dei demoni. Le sembrava abbastanza ben disposto a
 parlarle, e si sentiva attratta verso di lui in un modo che la
 sorprendeva. Ma non lo conosceva ancora bene, e il suo addestramento
 come Rover le consigliava cautela.
 俟ono tempi difficili per gli Elfidisse improvvisamente Gavilan,
 chinandosi su di lei. Wren sentle sue mani salire fino a poggiarsi
 sulle sue spalle. 青i sono segreti della magia che...
 雨uona giornata, Wrendisse Eowen Cerise, apparendo in cima alle
 scale dietro di lei. Gavilan rimase immobile. 俊i piaciuta la
 passeggiata in citt
 Wren si volt notando che le mani di Gavilan si staccavano da lei.
 俟 Il Gufo stato una guida eccellente.
 Eowen si avvicin i suoi occhi verdi si voltarono a fissare Gavilan.
 青ome trovi tua cugina?
 L'Elfo sorrise. 隹ffascinante, ostinata... la figlia di sua madre.
 Lanciun'occhiata a Wren. 保ra devo andare. Ho molte cose da fare
 prima di cena. Ne riparliamo pitardi.
 Fece un breve cenno con la testa e se ne and rilassato, sicuro di
 s un po' sbarazzino. Wren lo osservmentre si allontanava, pensando
 che riusciva a mascherare molte cose col suo atteggiamento cortese, ma
 che in realtdoveva essere una persona piuttosto dolce.
 Eowen incontril suo sguardo mentre si voltava. 亮avilan ci fa
 sentire tutte come se fossimo ancora delle ragazzine.I capelli rosso
 fiamma erano raccolti in una retina, e lei indossava una comoda
 vestaglia ricamata a fiori. Aveva un sorriso caldo, ma gli occhi, come
 sempre, sembravano freddi e distanti. 青redo che siamo tutte
 innamorate di lui.
 Wren arross 侵o non lo conosco nemmeno.
 Eowen annu 雨ene, dimmi della tua passeggiata. Che cosa hai appreso
 della citt Cosa ti ha raccontato, Aurin Striate?
 Cominciarono a camminare lungo il corridoio che portava alla camera di
 Wren. Lei rifera Eowen ciche aveva sentito dal Gufo, con la
 segreta speranza che la veggente le rivelasse qualcosa in cambio. Ma
 Eowen si limitava ad ascoltare, annuiva per incoraggiarla a
 proseguire, e rimaneva in silenzio. Sembrava preoccupata per altre
 cose, sebbene facesse abbastanza attenzione a ciche le stava
 dicendo, in modo da non perdere il filo. Wren terminil suo racconto
 quando arrivarono davanti alla porta della sua camera, e si voltin
 modo che vennero a trovarsi a faccia a faccia.
 Il volto serio di Eowen vibrin un sorriso. 信ai appreso un bel po'
 di cose per essere in cittda meno di un giorno.
 "Non proprio tutto quello che vorrei sapere", pensWren. 亟owen, come
 mai nessuno vuole dirmi da dove vengono i demoni?chiese, gettando al
 vento la prudenza.
 Il sorriso scomparve, sostituito da una tristezza tangibile 隹gli Elfi
 non piace pensare ai demoni, e ancora meno parlarnedisse. 侵 demoni
 sono opera della magia - dell'incomprensione e del cattivo uso. Essi
 sono una paura, una vergogna e una promessa.Fece una pausa, vide il
 disappunto e la frustrazione affacciarsi negli occhi di Wren, e si
 avvicinper prenderle le mani. 俠a regina mi proibisce di parlarne
 sussurr 亟 forse ha ragione. Ma ti prometto che uno di questi
 giorni, tra non molto, se ancora lo vorrai, ti raccontertutto.
 Wren incrociil suo sguardo, ne riconobbe la sincerit e annu 青i
 conto. Ma vorrei pensare che mia nonna deciderdi parlarmene per
 prima.
 俟 Anch'io vorrei pensare la stessa cosa.Eowen esitava. 俟iamo
 state insieme molto tempo, lei e io. L'infanzia, i primi amori, i
 mariti, i figli. Tutti scomparsi. La perdita di Alleyne stata la pi
 dura per entrambe. Non l'ho mai detto a tua nonna - benchpensi che
 lei lo sospetti - ma seppi in una mia visione che Alleyne avrebbe
 cercato di ritornare ad Arborlon e che noi non avremmo potuto
 fermarla. Una veggente benedetta e maledetta per quello che vede. Io
 so ciche accadr non posso fare nulla per modificarlo.
 Wren annu comprensiva. 俠a magia, Eowen. Come quella delle Pietre
 Magiche. Mi auguro di essere al riparo da essa. Non mi fido di ciche
 mi fa. E' diverso per te?
 Eowen accentula stretta, gli occhi fissi sul volto di Wren. 俊utti
 noi riceviamo il nostro destino da qualcosa che non possiamo ncapire
 ncontrollare, e che ci lega al nostro futuro con la stessa sicurezza
 di qualsiasi magia.
 Lascile mani di Wren e si allontandi qualche passo. 俑entre noi
 parliamo la regina decide il destino degli Elfi. E' la tua venuta che
 favorisce questo. vuoi  sapere che importanza ha il fatto che tu sia
 qui? Stanotte, credo, lo saprai.
 Wren trasal d'un tratto aveva capito. 信ai avuto una visione, non 
 vero Eowen? Hai visto ciche deve accadere.
 La veggente sollevle mani quasi fosse incerta se respingere l'accusa
 o accettarla. 俟empre, figliolasussurr 俟empre.L'angoscia era
 dipinta sul suo volto. 俠e visioni non mi lasciano mai.
 Poi si volte scomparve nel salone di sotto. Wren rimase a guardarla
 come aveva guardato il Gufo, profeti erranti verso un incerto futuro,
 visioni essi stessi di ciche gli Elfi erano destinati a essere.
 La cena quella sera fu lenta e tediosa, segnata da lunghi momenti di
 silenzio. Wren e Garth furono chiamati all'imbrunire e scesero nella
 sala da pranzo dove trovarono Eowen e il Gufo giin attesa. Gavilan
 li raggiunse qualche minuto dopo. Erano seduti uno vicino all'altro a
 un'estremitdi un lungo tavolo di quercia, davanti a loro una grande
 quantitdi cibi, il personale di servizio pronto ai loro ordini, e la
 sala da pranzo splendidamente illuminata per affrontare la notte
 incombente. Parlavano poco, e quando lo facevano cercavano con ogni
 mezzo di evitare di andare a finire in quelle zone giindividuate
 come terreni paludosi. Perfino Gavilan, che fu il piloquace,
 sceglieva i suoi argomenti con cura. Wren non sapeva se era intimidito
 dalla presenza di Eowen e del Gufo o se qualcos'altro lo infastidiva.
 Era brillante e allegro come al solito, ma privo di qualsiasi reale
 interesse per il pasto e sembrava preoccupato. Quando parlavano,
 discutevano soprattutto dell'infanzia di Wren con i Rover e dei
 ricordi che Gavilan conservava di Alleyne. La cena trascorse in una
 noia tremenda e quando giunse al termine, ci fu un'inconfondibile
 sensazione di sollievo.
 Sebbene tutti l'aspettassero, Ellenroh Elessedil non si fece vedere.
 I cinque stavano per alzarsi e si accingevano a prendere ognuno la
 propria direzione, quando un messaggero irruppe trafelato nella sala
 ed ebbe un concitato scambio di battute con il Gufo.
 Questi lo congedcon uno sguardo corrucciato e si rivolse agli altri.
 侵 demoni hanno scatenato un attacco contro le mura settentrionali.
 Sembra che siano riusciti a passare.
 Allora si dispersero immediatamente, Eowen alla ricerca della regina,
 Gavilan ad armarsi, il Gufo, Wren e Garth a scoprire di persona cosa
 stesse accadendo. Il Gufo era in testa mentre gli ultimi tre
 attraversavano di corsa il palazzo, uscivano dal cancello principale,
 e si precipitavano verso la citt Wren vedeva il terreno volare sotto
 i suoi piedi mentre correva. Al crepuscolo era seguita l'oscurit e
 la luce della Chiglia brillava sinistra attraverso la cortina degli
 alberi. Passarono per una serie di stradine laterali, gli Elfi
 correvano in tutte le direzioni, gridando e lanciando l'allarme,
 l'intera cittsi stava mobilitando alla notizia dell'assalto. Il Gufo
 eviti primi assembramenti, costeggiando il cuore di Arborlon,
 prendendo in tutta fretta a est sulla parte posteriore finchgli
 alberi scomparvero e la Chiglia si profilall'orizzonte davanti a
 loro. I bastioni brulicavano di soldati mentre centinaia di altri
 percorrevano i ponti per unirsi a loro, tutti si precipitavano verso
 un punto del chiarore dove la luce si era ridotta quasi a nulla e un
 massiccio gruppo di combattenti si affrontava nell'oscurit
 Wren e i compagni continuarono ad avanzare finchnon furono a meno di
 duecento metri dalle mura. Ldovettero fermarsi giacchalcune file
 di soldati ondeggiavano in avanti di fronte a loro.
 Wren afferril braccio di Garth sconvolta. Sembrava che la magia si
 fosse esaurita completamente ldove era stata aperta una breccia
 nella Chiglia, e la pietra delle mura era ridotta in macerie.
 Centinaia di corpi scuri, privi di volto si erano gettati nel varco,
 lottando per passare mentre i soldati Elfi combattevano per tenerli
 fuori. La lotta era caotica, i corpi si contorcevano e si dimenavano
 in agonia schiacciati da quelli che spingevano da dietro. L'aria era
 piena di urla e lamenti, e quella notte il rumore della battaglia tra
 Elfi e demoni non veniva attutito. Le spade facevano a pezzi e gli
 artigli laceravano, morti e feriti erano sparsi dappertutto attorno
 alla breccia. Per un attimo sembrche i demoni ce l'avessero fatta,
 erano cosnumerosi che la loro avanguardia era effettivamente dentro
 la citt Ma il feroce contrattacco degli Elfi li respinse di nuovo.
 La battaglia oscillava avanti e indietro attorno alla breccia, nessuno
 dei contendenti riusciva a conquistare un vantaggio.
 A quel punto risuonil grido 亭etone, Fetonee apparve la testa
 biondo cenere del comandante Elfo davanti a una compagnia di soldati
 appena arrivati. Con la spada sguainata, egli guidava una carica in
 direzione delle mura. I demoni furono ricacciati indietro, urlando e
 gridando, mentre gli Elfi si accanivano su di loro. Fetone era
 miracolosamente indenne mentre i suoi uomini cadevano attorno a lui.
 Gli Elfi che stavano sui bastioni si unirono nel contrattacco,
 colpendo dall'alto, e i mostri furono sottoposti a una pioggia di
 lance e di spade. Il bagliore della Chiglia divenne piluminoso
 riunendosi momentaneamente attraverso il varco delle mura danneggiate.
 Poi i demoni lanciarono un altro assalto, formando una massa enorme di
 corpi che si agitavano in ogni direzione. Gli Elfi resistettero per un
 po', poi ricominciarono a retrocedere. Fetone balzdavanti a loro,
 con la spada sollevata. La battaglia giunse a un punto di stallo
 finchentrambi i contendenti lottavano per avere la meglio. Wren
 guardava terrorizzata mentre la carneficina aumentava, con morti,
 moribondi e feriti sparsi dappertutto, la lotta era cosaccanita che
 nessuno poteva soccorrerli. Attorno a Wren e ai compagni si era
 formata una folla di Elfi, vecchi, donne e bambini, tutti coloro che
 non erano soldati dell'esercito, e un silenzio curioso gravava su di
 loro mentre erano intenti a osservare, resi incapaci di parlare dallo
 spettacolo che avevano sotto gli occhi.
 "E se i demoni ce la fanno a entrare?" pensWren all'improvviso. "Non
 si salvernessuno. Questa gente non ha un luogo dove scappare.
 Saranno uccisi tutti".
 Si guardattorno in preda al panico. "Dov'la regina?"
 Ed ecco, d'un tratto, arrivare Ellenroh Ellessedil, circondata da una
 dozzina di Guardie Nazionali, mentre la folla si apriva davanti a lei.
 Wren vide Triss, col volto severo e arcigno al comando degli Elfi
 Cacciatori. La regina camminava diritta e alta in mezzo a loro,
 evidentemente senza lasciarsi impressionare dal tumulto scatenato che
 la circondava, il volto liscio calmo, lo sguardo rivolto in avanti.
 Oltrepassi margini della folla e andverso il ponte pivicino che
 attraversava il fossato. In una mano portava lo Scettro, in cima al
 quale il Loden scintillava incandescente.
 "Che cosa sta per fare?" Si chiese Wren, e all'improvviso fu
 terrorizzata per lei.
 La regina avanzfino al centro del ponte, dove esso si inarcava sopra
 le acque, e si fermin modo da poter essere vista da tutti. Si
 alzarono delle grida, e i soldati sui bastioni cominciarono a urlare
 il suo nome, rincuorandosi. Gli Elfi che combattevano con Fetone sulla
 breccia rinnovarono i loro sforzi. La difesa acquistvigore e si
 mosse in avanti. I demoni furono respinti di nuovo. Crebbero il
 fragore e lo stridore delle armi e con esso le urla dei moribondi.
 Poi improvvisamente Fetone cadde. Era impossibile vedere cos'era
 successo - un momento prima era l ad aprire la strada, e un momento
 dopo era scomparso. Gli Elfi gridarono e si lanciarono all'assalto per
 proteggerlo. I demoni sgombrarono il campo a malincuore, respinti
 dalla carica. La battaglia infurinuovamente nel varco, e questa
 volta andoltre poichi demoni furono buttati gidall'altra parte e
 respinti attraverso la luce. La magia che proteggeva la Chiglia
 ricomincia intrecciarsi, le linee della magia a intessersi ancora.
 Poi i demoni ripartirono all'attacco per la terza volta. Gli Elfi,
 esausti, arretrarono.
 Ellenroh Elessedil sollevlo Scettro e lo punt All'improvviso il
 Loden si mise a brillare. Si udirono grida di avvertimento, e gli Elfi
 si ritirarono dalla breccia. La luce esplose dal Loden, in direzione
 della Chiglia e intanto la magia della Pietra acquistava vigore.
 Raggiunse il muro mentre l'ultimo soldato Elfo si metteva al sicuro.
 Le macerie si sollevarono pezzo per pezzo, strisciando e stridendo a
 mano a mano che la luce le raggiungeva, e il muro comincia
 ricostruirsi da solo. I demoni furono presi nel turbine e sepolti. Le
 pietre si disponevano uno strato sopra l'altro e la malta riempiva i
 vuoti, sotto la guida e l'opera della magia, che grazie al potere del
 Loden arrivava dappertutto. Wren tratteneva il respiro incredula. Il
 muro si alz chiudendo la breccia nera che vi era stata praticata,
 ricomponendosi da solo finchnon fu di nuovo intero.
 In pochi secondi la magia aveva compiuto la sua opera, e i demoni
 erano stati chiusi fuori ancora una volta.
 La regina rimase immobile al centro del ponte, mentre altre compagnie
 di soldati le passavano davanti correndo per andare a prendere posto
 sui bastioni. Aspettfinchnon fu rientrato un messaggero da lei
 inviato sul luogo della carneficina. Il messaggero si inginocchie
 poi si alzper parlarle. Wren vide la regina annuire, voltarsi e
 tornare indietro lungo il ponte. Ancora una volta la Guardia Nazionale
 le fece strada, ma adesso lei anddirettamente verso Wren, riuscendo
 a trovarla chisscome tra la folla che andava ingrossando. La ragazza
 Rover fu spaventata da ciche vide sul volto di sua nonna.
 Ellenroh Elessedil avanzmaestosa fino a lei, le lunghe vesti simili
 a bandiere che sventolavano dallo Scettro tenuto stretto al corpo,
 mentre il Loden brillava ancora di perfida luce bianca.
 隹urin Striatechiamla regina quando li raggiunse, gli occhi fissi
 momentaneamente sul Gufo. 促recedici, se vuoi . Vai a chiamare Bar ed
 Eton nelle loro stanze - sempre che ci siano ancora. Di' loro...
 Sembrche il fiato le rimanesse intrappolato in gola, mentre la mano
 si stringeva con maggior forza allo Scettro. 非i' loro che Fetone 
 morto nel corso dell'assalto - un incidente ucciso da una freccia dei
 suoi arcieri. Di' loro che convoco immediatamente una riunione nelle
 aule dell'Alto Consiglio. Va', non perder tempo.
 Il Gufo si mescolalla folla e scomparve. La regina si volse verso
 Wren, un braccio sollevato per cingerle le magre spalle, l'altro che
 gesticolava con lo Scettro in direzione della citt Cominciarono a
 camminare, Garth un passo indietro, la Guardia Nazionale tutt'attorno.
 俐rensussurrla regina chinandosi su di lei. 促er noi questo 
 l'inizio della fine. Adesso andiamo a decidere se possiamo salvarci.
 Mi piacerebbe che mi stessi vicino, vuoi ? Sii i miei occhi e le mie
 orecchie e il mio fedele braccio destro. E' per questo che sei venuta
 da me.
 Senza aggiungere altro, strinse Wren a se si allontanfrettolosa
 nella notte.
 12.
 Le aule dell'Alto Consiglio degli Elfi erano situate non lontano dal
 palazzo, all'interno di un antico bosco di querce bianche. L'edificio
 era formato da una struttura di tronchi massicci con le pareti di
 pietra, e la sala del consiglio propriamente detta, che costituiva la
 parte principale della struttura, era un locale a forma di esagono,
 simile a una caverna, il soffitto sorretto da travi che partivano
 dalla giuntura delle pareti e arrivavano a un punto centrale formando
 una stella protettiva. Pesanti porte di legno si aprivano su una
 parete e davano su un palco a tre gradini sul quale si trovava il
 trono dei Re e delle Regine degli Elfi; di fianco vi erano degli
 stendardi a cui erano appesi i vessilli con le insegne personali delle
 case regnanti. Da entrambi i lati, disposti lungo le restanti pareti,
 vi erano file di panche, una galleria per gli osservatori e per coloro
 che erano ammessi alle riunioni pubbliche. Al centro della sala vi era
 un'ampia striscia di pavimento dominata da una tavola rotonda con
 ventuno posti. Quando l'Alto Consiglio era in sessione, sedeva a quel
 tavolo, e il re o la regina sedeva con i consiglieri.
 Ellenroh Elessedil entrnella sala con uno squillo di trombe, le
 lunghe vesti formavano uno strascico dietro di lei, portava lo Scettro
 davanti a s Wren, Garth, Triss, e un pugno di uomini della Guardia
 Nazionale, la seguivano. Gavilan Elessedil era giseduto al tavolo
 del consiglio e si alzin fretta al suo apparire. Indossava la cotta
 di maglia di ferro e il suo spadone era appeso alla spalliera della
 sedia. La regina si avvicina lui, lo abbraccicalorosamente e and
 a sedersi a capotavola.
 俐rendisse, voltandosi. 侮ieni accanto a me.
 Wren obbed Garth si diresse da un lato e si sistemnella galleria.
 Le porte della sala si richiusero e due membri della Guardia Nazionale
 si misero ai due lati dell'entrata. Triss anda sedersi vicino a
 Gavilan, la faccia magra e severa era assorta. Gavilan si raddrizz
 sulla sedia, sorrise imbarazzato a Wren, liscicon gesti nervosi le
 maniche della tunica, e guardaltrove. Ellenroh intreccile mani
 davanti a se rimase in silenzio, evidentemente in attesa di chi
 doveva ancora giungere. Wren passin rassegna la sala, scrutando
 negli angoli bui dove la luce delle lampade non riusciva a penetrare.
 Il legno levigato brillava debolmente nell'oscuritdietro a Garth, e
 le immagini formate dalle fiamme della lampada danzavano ai margini
 della luce. Dietro di lei i vessilli pendevano flosci e immobili, con
 le insegne coperte da pesanti pieghe. Nella sala regnava un silenzio
 assoluto, disturbato solo dal lieve sfregamento degli stivali e dal
 fruscio dei vestiti.
 Poi scorse Eowen, seduta in fondo alla galleria dal lato opposto
 rispetto a Garth, quasi invisibile nell'ombra.
 Gli occhi di Wren si spostarono istantaneamente su quelli della
 regina, ma Ellenroh sembrava ignorare la presenza della veggente, il
 suo sguardo era fisso sulle porte della sala del consiglio. Wren
 guarddi nuovo per un attimo verso Eowen poi lontano nell'ombra.
 Avvertiva la tensione nell'aria. Tutti coloro che erano seduti in
 quella stanza sapevano che stava per accadere qualcosa, ma solo la
 regina sapeva che cosa. Wren tirun profondo sospiro. Era per questo
 momento, cosle aveva detto la regina, che lei era venuta ad
 Arborlon.
 Sii i miei occhi e le mie orecchie e il mio fedele braccio destro.
 "Perch"
 Le porte della sala del consiglio si aprirono ed entrAurin Striate
 con altri due uomini. Il primo era vecchio e robusto, con capelli e
 barba grigi, movimenti lenti e gravi, e dava l'impressione di non
 essere il tipo da tollerare ostacoli sulla sua strada. Il secondo era
 di media statura, volto rasato, occhi socchiusi ma attenti, movimenti
 leggeri e sciolti. Sorrise entrando. Il primo guardava di traverso.
 雨arsimmon Oridiodisse la regina salutando il primo. 亟ton Shart. Vi
 ringrazio per essere venuti. Aurin Striate, puoi rimanere.
 I tre si sedettero, gli occhi fissi sulla regina. Ora la guardavano
 tutti, e aspettavano.
 青ort, Daldisse lei rivolta alle guardie alla porta. 隹spettate
 fuori, per favore.
 Gli Elfi Cacciatori sgusciarono attraverso le porte e uscirono. Le
 porte si chiusero lentamente.
 隹mici miei.Ellenroh Elessedil sedeva diritta appoggiata allo
 schienale e la sua voce si diffondeva facilmente nel silenzio. 俏on
 possiamo pifar finta di niente. Non possiamo fingere di non vedere.
 Non possiamo mentire. Cicontro cui abbiamo combattuto oltre dieci
 anni, per impedire che accadesse, ci arrivato addosso.
 俑ia SignoracominciBarsimmon Oridio, ma fu messo a tacere con
 un'occhiata.
 侶uesta notte i demoni sono penetrati nella Chiglia. La magia si 
 andata indebolendo ormai da mesi - forse da annie  gli esseri che
 stanno lfuori hanno sottratto la sua forza appropriandosene.
 Stanotte l'equilibrio si spostato a loro favore tanto da
 permettergli di aprire una breccia. I nostri cacciatori hanno
 combattuto coraggiosamente, facendo tutto il possibile per respingere
 l'attacco. Non ci sono riusciti. Fetone stato ucciso. Alla fine sono
 stata costretta a usare lo Scettro. Se non l'avessi fatto, la citt
 sarebbe caduta.
 俑ia Signora, non andata cosBarsimmon Oridio non potpi
 rimanere in silenzio. 俠'esercito avrebbe dovuto reagire. Avrebbe
 potuto avere la meglio. Fetone ha osato troppo, altrimenti sarebbe
 ancora vivo!
 信a osato troppo per salvarci!Ellenroh era impassibile. 俏on parlare
 di lui senza riguardo, Comandante, te lo proibisco.Il volto
 dell'uomo si fece ancora picorrucciato. 雨ar.La regina ora parlava
 con dolcezza, e il calore della sua voce era evidente. 亟ro l L'ho
 visto accadere.
 Aspettfinchi fieri occhi di Barsimmon si abbassarono, poi si
 rivolse di nuovo a tutto il tavolo. 俠a Chiglia non ci protegger
 ancora per molto. Ho usato lo Scettro per rafforzarla, ma non posso
 farlo di nuovo o rischieremo di perdere completamente il suo potere. E
 questo, amici miei, non posso permetterlo. Vi ho riuniti quindi per
 dirvi che ho deciso per un'altra soluzione.
 Si rivolse a Wren. 侶uesta mia  nipote, Wren, figlia di Alleyne,
 mandataci dal vecchio mondo secondo la profezia di Eowen Cerise. Lei
 appare, come dice la profezia, per fare in modo che gli Elfi siano
 salvi. Ho aspettato il suo arrivo per tanti anni, senza credere
 veramente che avrebbe voluto o potuto fare qualcosa per noi. A dire il
 vero desideravo che non venisse, perchtemevo di perderla come ho
 perso Alleyne.
 Allungla mano e sfiordolcemente la guancia della  nipote. 信o
 ancora paura. Ma Wren qui nonostante i miei timori, dopo aver
 attraversato l'ampia estensione dello Spartiacque Azzurro e superato i
 terrori dei demoni per sedere ora qui con noi. Non ho pialcun dubbio
 sul fatto che sia destinata a salvarci, proprio come predetto da
 Eowen.Fece una pausa. 俐ren ancora non ci crede completamente, nlo
 capisce.I suoi occhi erano affettuosi quando incrociarono quelli
 della ragazza. 俠ei venuta ad Arborlon per ragioni sue. L'ombra di
 Allanon l'ha convocata e l'ha mandata a cercarci. Le Quattro Terre, a
 quanto pare, sono assediate a loro volta dai demoni, da creature
 chiamate Ombrati. C'bisogno di noi, sostiene l'ombra, per la
 salvezza delle Quattro Terre.
 青iche accade nelle Quattro Terre non ci riguarda, mia Signora
 disse Eton Shart con voce tranquilla.
 La regina si volse verso di lui. 俟 Primo Ministro, questo quanto
 siamo andati dicendo per pidi cento anni, non vero? E se ci
 sbagliamo? E se il nostro problema anche il loro? E se per caso,
 contrariamente a ciche abbiamo sempre creduto, i destini di tutti
 sono vincolati fra loro e la sopravvivenza dipende dalla creazione di
 un legame comune? Wren, racconta ai presenti come hai fatto a
 trovarmi. Racconta tutto ciche ti stato detto dall'ombra del
 Druido e dal vecchio. Racconta pure delle Pietre Magiche. Adesso puoi
 farlo. E' tempo che lo sappiano.
 CosWren riferancora una volta in che modo lei e Garth erano
 arrivati ad Arborlon, cominciando dal sogno e finendo con la scoperta
 della sua vera identit Ebbe una certa esitazione nel parlare delle
 Pietre Magiche, ancora indecisa a dover rivelare la loro presenza. Ma
 la regina annuper incoraggiarla, cosicchnon tralascinulla.
 Quando ebbe finito, ci fu un grande silenzio. Coloro che erano seduti
 al tavolo si scambiarono occhiate di perplessit Gavilan la guard
 fisso come se la vedesse per la prima volta.
 保ra comprendete perchritengo che sia impossibile ignorare
 ulteriormente ciche accade fuori da Morrowindl?chiese la regina
 con calma.
 俑ia Signora, credo che noi comprendiamodisse il Gufo, 匍a ora
 vogliamo sentire cosa proponi di fare.
 Ellenroh annu 俟 Aurin Striate, hai ragione.Nella sala regndi
 nuovo incontrastato il silenzio. 俏on c'nient'altro da fare per noi
 qui a Morrowindldisse infine, 厚erci giunto il momento di
 partire, di rientrare nel vecchio mondo, di tornare a farne parte di
 nuovo. I nostri giorni della scomparsa e dell'isolamento sono finiti.
 E' giunto il momento di usare il Loden.
 Gavilan balzin piedi immediatamente. 俚ia Ell, no! Non possiamo
 arrenderci! Chi ci dice che il Loden funzioni ancora dopo tutto questo
 tempo? E' soltanto una storia! E la magia della Chiglia? Se ce ne
 andiamo perduta! Non possiamo fare una cosa del genere!
 Wren sentBarsimmon Oridio esprimere un brontolio di approvazione.
 亮avilan!Ellenroh era furibonda. 俟iamo in consiglio. Rivolgiti a me
 correttamente!
 Gavilan arross 青hiedo scusa mia Signora.
 隹desso siediti!ribattla regina. Gavilan obbed 隹 me pare che la
 situazione nella quale ci troviamo attualmente sia dovuta alla nostra
 indecisione. Per troppo tempo non abbiamo saputo come agire. Abbiamo
 lasciato che il destino scegliesse in vece nostra. Abbiamo lottato con
 la magia anche dopo che era diventato evidente a tutti noi che non
 potevamo pidipendere da essa.
 俑ia Signora!interruppe precipitoso Eton Shart, pallido in volto,
 invitando alla prudenza.
 俟 lo sorispose Ellenroh. Non guarddirettamente verso Wren, ma
 un fremito nei suoi occhi fece capire alla ragazza che l'avvertimento
 era stato a causa sua.
 俑ia Signora, ci stai chiedendo di rinunciare del tutto alla magia?
 La regina annurecisamente.俏on serve pia molto tenercela, non 
 vero, Primo Ministro?
 俑a, come dice il giovane Gavilan, non possiamo sapere se il Loden
 farciche ci aspettiamo.
 俟e fallisce non perdiamo nulla. Tranne, forse, ogni possibilitdi
 fuga.
 俑a la fuga, mia Signora, non necessariamente la risposta che stiamo
 cercando. Forse un aiuto da un'altra fonte...
 亟ton.La regina lo interruppe. 俘ifletti su ciche stai
 consigliando. Quale altra fonte c' Proponi di invocare ancora una
 maggiore quantitdi magia? Dobbiamo usare quella che abbiamo in un
 altro modo, trasformarla forse in qualche altro orrore? Oppure
 dobbiamo cercare aiuto proprio dal popolo che abbiamo abbandonato alla
 Federazione anni fa?
 隹bbiamo l'esercito, mia Signoradichiartorvo Barsimmon Oridio.
 俟 Bar, vero. Per il momento. Ma non possiamo rigenerare le vite
 che sono andate perdute. La magia che non abbiamo. Ogni nuovo assalto
 ci costa un numero crescente dei nostri Cacciatori. I demoni sembrano
 materializzarsi dall'aria stessa. Se rimaniamo qui, tra qualche tempo
 non avremo piun esercito.
 Scosse la testa lentamente, sorridendo con ironia. 俟o che cosa sto
 chiedendo. Se restituiamo Arborlon e gli Elfi al mondo degli Uomini,
 alle Quattro Terre e alle loro Razze, la magia sarperduta. Saremo
 come eravamo ai vecchi tempi. Ma forse giunto il momento. Forse deve
 accadere.
 Coloro che erano seduti attorno al tavolo la guardavano in silenzio,
 con le facce che esprimevano un misto di rabbia, perplessite
 meraviglia.
 俏on riesco a capire nulla della magiadisse finalmente Wren,
 incapace di starsene seduta tranquilla mentre le domande le si
 accumulavano nella mente. 青osa intendi quando dici che la magia sar
 perduta se lasciate Morrowindl?
 Ellenroh si volse verso di lei. 青ontinuo a dimenticare che tu non
 conosci la tradizione Elfica e sai ben poco delle origini della magia.
 Cercherdi spiegarmi semplicemente. Se io invoco il Loden, come
 intendo fare, Arborlon e gli Elfi saranno raccolti all'interno della
 Pietra Magica per il viaggio di ritorno nelle Terre dell'Ovest. Quando
 questo accade, la magia che difende la cittscompare. L'unica magia
 rimasta, allora, quella che proviene dal Loden e protegge ciche vi
 trasportato dentro. Quando Arborlon viene fatto rinascere, anche
 quella magia perde la sua efficacia. Il Loden puessere usato
 soltanto una volta, dopodichla sua magia svanisce.
 Wren scosse la testa confusa. 亟 il modo in cui ha ricostruito la
 Chiglia dove i demoni avevano aperto la breccia? Che cos'era quella?
 隹ppunto. Ho usato una parte della magia di cui il Loden ha bisogno
 per trasportare la citte la sua gente. In poche parole, ho rubato
 una parte del suo potere. Ma usando quel potere per rimettere a posto
 la Chiglia si consuma ciche serve all'uso primario delle Pietre
 Magiche.Ellenroh fece una pausa. 隹 questo punto sai che gli Elfi
 hanno recuperato una parte della magia che esercitavano all'epoca del
 mondo delle fate. Lo hanno fatto dopo aver scoperto che essa ha
 origine nella terra e nei suoi elementi. Anche prima che venissimo a
 Morrowindl, molti anni fa, assai prima che io nascessi, fu presa la
 decisione di tentare un recupero.Fece un'altra pausa. 俠'iniziativa
 non riuscdel tutto. Alla fine l'idea fu abbandonata completamente.
 La magia rimasta venne usata nella costruzione della Chiglia. Ma la
 magia esiste soltanto finchce n'bisogno. Una volta che la citt
 sparita, sparisce anche il bisogno. Quando ciaccade, la magia
 scompare.
 亟 non puessere ricostituita una volta che siete tornati nelle Terre
 dell'Ovest?
 Il volto di Ellenroh divenne di pietra. 俏o, Wren. Mai pi
 俊u ritieni...comincia dire Gavilan.
 俑ai!scattEllenroh, e Gavilan ammutol
 俑ia Signora.Eton Shart attirgarbatamente l'attenzione. 隹nche se
 facciamo ciche suggerisci e invochiamo il potere del Loden, che
 possibilitabbiamo di ritornare alle Terre dell'Ovest? I demoni sono
 tutt'attorno. Come hai detto, siamo stati appena capaci di rimanere
 all'interno delle mura della citt Cosa accadrquando le mura non ci
 saranno pi Basteril nostro esercito a farci arrivare alle spiagge?
 E che ne sardi noi allora, senza barche e senza guide?
 俠'esercito non putenere a lungo le spiagge sotto controllo, mia
 Signoraconvenne Barsimmon Oridio.
 俏o, Bar, non pu羃 disse la regina. 俑a io non propongo di ricorrere
 all'esercito. Credo che la scelta migliore per noi sia di lasciare
 Morrowindl come ci siamo venuti - un pugno di persone che trasportano
 il Loden e il resto sicuramente nascosti al suo interno.
 Ci fu un silenzio sbalordito.
 俗n pugno di persone, mia Signora?Barsimmon Oridio era stupefatto.
 俏on avranno la minima possibilitdi cavarsela!
 雨e', non necessariamente veroaffermtranquillo Aurin Striate.
 La regina sorrise. 俏o, Aurin non lo  Dopo tutto, mia  nipote ne la
 prova. E' passata attraverso i demoni senza che l'aiutasse nessuno
 tranne il suo amico Garth. La veritche un gruppo piccolo ha pi
 possibilitdi farcela di un intero esercito. Un gruppo piccolo pu
 viaggiare veloce senza essere visto. Sarpericoloso, ma puessere
 fatto. Per quanto riguarda ciche accadrquando il gruppo
 raggiungerle spiagge, Wren si gimessa d'accordo per noi. Il
 Cavaliere Alato Tiger Ty sarlper trasferire al sicuro almeno uno
 di noi e il Loden. Altri Cavalieri Alati potranno trasportare il
 resto. Ci ho pensato a lungo e credo che questa sia la risposta al
 nostro problema. Penso, amici miei, che sia l'unica risposta.
 Gavilan scosse la testa. Adesso era calmo, la sua bella faccia era
 composta. 俑ia Signora, so quanto sia disperata la situazione. Ma se
 questa scommessa che tu proponi non riesce, l'intera nazione elfa
 andrperduta. Per sempre. Se il gruppo che trasporta il Loden viene
 ucciso, il potere delle Pietre Magiche non potressere invocato e la
 citte il suo popolo rimarranno intrappolati ldentro. Non credo che
 sia un rischio che possiamo permetterci di correre.
 俏on credi, Gavilan?chiese la regina con dolcezza.
 俟arebbe meglio correre il rischio di invocare altra magia dalla
 terrarispose lui. E sollevle mani per respingere la sua recisa
 protesta. 青onosco i pericoli che si corrono. Ma questa volta potremmo
 riuscirci. Questa volta la magia potrebbe essere abbastanza forte da
 proteggerci, tenendoci al sicuro dentro la Chiglia, chiudendo fuori
 gli esseri scuri.
 促er quanto tempo Gavilan? Un altro anno? Due? E la nostra gente dovr
 stare ancora imprigionata dentro la citt
 俑eglio cosche l'estinzione totale. Un anno potrebbe darci il tempo
 di cui abbiamo bisogno per scoprire come controllare la magia della
 terra. Dev'esserci un modo, mia Signora. Dobbiamo solo trovarlo.
 La regina scosse la testa tristemente. 亟' quanto abbiamo continuato a
 dirci per oltre cent'anni. Nessuno ancora riuscito a trovare una
 risposta. Guarda cosa ne stato di noi. Non abbiamo imparato nulla?
 Wren non comprendeva esattamente quello che dicevano, ma abbastanza da
 capire che a un certo punto gli Elfi erano incappati in alcuni
 problemi con la magia da essi invocata. Ellenroh stava dicendo che non
 dovevano averci pinulla a che fare. Gavilan stava dicendo che
 dovevano continuare a cercare di dominarla. Senza che qualcuno gliene
 avesse parlato, Wren era sicura che i demoni erano al centro della
 discussione.
 亮ufo.La regina si rivolse improvvisamente ad Aurin Striate. 青osa
 ne pensi del mio piano?
 Il Gufo si strinse nelle spalle. 青redo che possa essere attuato, mia
 Signora.LO ho trascorso anni fuori dalle mura della citt So che un
 uomo solo pupassare inosservato ai demoni, puviaggiare in mezzo a
 loro. Credo che un piccolo gruppo di persone possa fare altrettanto.
 Come hai detto, Wren e Garth sono venuti fin qui dalle spiagge. Credo
 che possano fare anche il viaggio di ritorno.
 俟tai dicendo di affidare il Loden a questa ragazza e al suo amico?
 esclamincredulo Barsimmon Oridio.
 俗na buona scelta, non ti pare?rispose conciliante Ellenroh. Poi
 guardWren, che stava pensando di essere l'ultima persona che la
 regina avrebbe dovuto prendere in considerazione. 俑a dovremo prima
 chiederglielo, naturalmentecontinuEllenroh, come se le leggesse
 nella mente. 侵n ogni modo, credo che ci vogliano pidi due persone.
 侶uante, allora?chiese il comandante degli Elfi.
 俟 quante?gli fece eco Eton Shart.
 La regina sorrise, e Wren capcosa stava pensando. Finalmente era
 riuscita a fare in modo che prendessero in considerazione la proposta,
 e che non si pronunciassero semplicemente contro. Non si erano ancora
 dichiarati d'accordo, ma almeno ne stavano valutando gli aspetti
 positivi.
 俏ovedisse la regina. 侵l numero Elfico della fortuna. Abbastanza
 per essere sicuri che l'impresa riesca bene.
 青hi andrChiese calmo Barsimmon Oridio.
 俏on tu, Barrispose la regina. 亟 neppure tu, Eton. Questo un
 viaggio per giovani. Vorrei che voi rimaneste con la citte col
 nostro popolo. Sarun'esperienza nuova per loro. Il Loden soltanto
 un racconto, dopo tutto. Qualcuno dovrmantenere l'ordine in mia
 assenza, e voi lo farete meglio di altri.
 隹llora tu intendi essere uno di quelli che faranno il viaggio?disse
 Eton Shart. 侶uesto... viaggio per giovani?
 俏on avere quello sguardo di disapprovazione, Primo Ministrolo
 rimproveraffettuosamente Ellenroh. 青erto che io devo andarci. Lo
 Scettro affidato a me e io ho il potere di invocare il Loden. Per di
 pi sono la regina. Sta a me fare in modo che il mio popolo e la mia
 cittsiano riportati sani e salvi nelle Quattro Terre. Inoltre, il
 piano mio. Non potrei sostenerlo con tanta energia e poi lasciarne
 l'esecuzione a qualcun altro.
 俑ia Signora, io non credo...comincia dire Aurin Striate dubbioso.
 亮ufo, ti prego di non parlare.Il cipiglio di Ellenroh mise a tacere
 l'altro. 俟ono sicura che posso ripetere parola per parola tutte le
 tue obiezioni, percievita di farle. Se lo riterrai necessario, me le
 potrai esporre mentre saremo in viaggio insieme, giacchmi auguro che
 tu possa parteciparvi.
 俏on l'avrei fatto in nessun altro modo.La faccia del Gufo appariva
 turbata dal dubbio.
 俏on c'nessun altro capace di sopravvivere fuori dalle mura meglio
 di te, Aurin Striate. Lfuori tu sarai i nostri occhi e le nostre
 orecchie, amico mio.
 Il Gufo annuriconoscente.
 Ellenroh si guardattorno. 俊riss, avrbisogno di te, di Cort e di
 Dal per proteggere il Loden e tutti gli altri. E cossiamo a cinque.
 Verranche Eowen. Potremmo avere bisogno delle sue visioni se vorremo
 sopravvivere. Gavilanguardpiena di speranza suo  nipote, 哉orrei
 che venissi anche tu.
 Gavilan Elessedil li sorprese tutti con un brillante sorriso. 俠o
 vorrei anch'io, mia Signora.
 Ellenroh era raggiante. 促uoi chiamarmi di nuovo "Zia Ell", dopo
 questa notte.
 Si rivolse infine a Wren. 亟 tu, figliola, verr跬 con noi anche tu?
 Insieme al tuo amico Garth? Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Avete
 fatto il tragitto dalla spiaggia a qui e siete sopravvissuti. Voi ne
 sapete qualcosa di ciche c'lfuori, e la vostra conoscenza 
 preziosa. Inoltre, tu sei quella che il Cavaliere Alato ha promesso di
 venire a prendere. Sto chiedendo troppo?
 Wren rimase in silenzio per un attimo. Non si prese la briga di
 guardare verso Garth. Sapeva che avrebbe accettato qualunque sua
 decisione. Sapeva anche che non aveva fatto tutta quella strada fino
 ad Arborlon per rimanere rinchiusa da qualche parte, che Allanon non
 l'aveva mandata fin lperchsi nascondesse, e che non le erano state
 affidate le Pietre Magiche soltanto per impedirne l'uso. La realtera
 dura e impegnativa. Lei era stata inviata come qualcosa di pidi un
 semplice messaggero, per fare qualcosa di piche limitarsi a scoprire
 chi era e da dove era venuta. La sua parte in questa faccenda - che le
 piacesse o meno - stava appena cominciando.
 亮arth e io verremo con voirispose.
 Pensava che la nonna le si sarebbe avvicinata per abbracciarla, ma la
 regina rimase diritta, appoggiata allo schienale della sedia, e invece
 le sorrise soltanto. Ciche vide nei suoi occhi, tuttavia, era ben
 piimportante di un abbraccio.
 隹llora, siamo veramente d'accordo nel far questo?chiese
 all'improvviso Eton Shart dall'altro lato del tavolo.
 La sala era immersa nel silenzio quando Ellenroh Elessedil si alz
 Rimase in piedi davanti a loro, l'orgoglio e la fiducia in se stessa
 si riflettevano nei tratti finemente scolpiti, nel portamento, e nel
 bagliore degli occhi. Wren pensche sua nonna era bella in quel
 momento, i riccioli biondo chiaro che ricadevano sulle spalle, la
 tunica che le scendeva fino ai piedi, e le linee del volto e il corpo
 liscio e delicato contro il chiaroscuro delle ombre e della luce.
 俟 Etonrispose dolcemente. 俊i ho chiesto di venire qui per
 sentire cosa avevo deciso. Se non avessi potuto convincerti, mi sono
 detta, non sarei andata fino in fondo. Ma credo che sarei andata
 avanti in ogni caso, non per arroganza, non perchavessi una certezza
 assoluta nel mio modo di vedere ciche doveva essere fatto, ma per
 amore del mio popolo e per il timore che se esso fosse perito la colpa
 sarebbe stata mia. Abbiamo la possibilitdi salvarci. Eowen ha
 predetto nella sua visione che cospuessere. Wren, venendo qui, ha
 mostrato che questo il momento. Tutto ciche siamo e che mai saremo
 in pericolo qualunque decisione prendiamo, ma preferisco correre il
 rischio facendo qualcosa piuttosto che non facendo nulla. Gli Elfi
 sopravvivranno, amico mio. Ne sono sicura. Gli Elfi riescono sempre
 nelle loro imprese.
 Li guardin faccia a uno a uno, con un sorriso radioso. 俟iete
 d'accordo con me su questa proposta?
 Allora si alzarono, uno alla volta, per primo Aurin Striate, poi
 Triss, Gavilan, Eton Shart, e anche Barsimmon Oridio, dopo un attimo
 di esitazione e, ovviamente, con qualche dubbio. Wren si alzin piedi
 per ultima, talmente presa da ciche stava vedendo da dimenticare per
 un momento che anche lei ne faceva parte.
 La regina annu 俏on avrei potuto sperare di avere amici migliori.
 Voglio bene a tutti voi.Impugnlo Scettro mettendolo davanti a s
 俏on dobbiamo perdere tempo. Un giorno per avvertire il nostro popolo,
 prepararci, ed essere pronti a ciche ci aspetta. Andate a dormire,
 ora. Il domani giqui.
 Poi volse loro le spalle e uscdalla sala. In silenzio, gli altri la
 guardarono allontanarsi.
 Appena fuori dalle porte dell'Alto Consiglio, Wren fissava
 distrattamente degli squarci di cielo scintillanti, pieni di stelle,
 pensando che a malapena ricordava la sua vita prima che iniziasse la
 ricerca degli Elfi, quando Gavilan le si avvicin Gli altri erano gi
 andati via, tranne Garth, che indugiava appoggiato a un albero,
 guardando verso la citt Wren aveva cercato Eowen, sperando di
 parlare con lei, ma la veggente era scomparsa. Ora si voltmentre
 Gavilan si avvicinava, pensando di parlare invece con lui, di fargli
 le domande alle quali era ansiosa di trovare una risposta.
 Il sorriso aperto non si fece attendere. 促iccola Wrenle disse
 salutandola ironico e con una punta di malinconia, 哉edi il nostro
 futuro come lo vede Eowen Cerise?
 Lei scosse la testa. 俏on sono sicura di volerlo vedere proprio ora.
 信mmm, s forse hai ragione. Non promette di essere dolce e delicato
 come questa notte, vero?Incrocile braccia e la guardnegli occhi.
 青he cosa vedremo quando saremo usciti da queste mura, me lo puoi
 dire?LO non sono mai stato lfuori, lo sai?
 Wren incresple labbra. 非emoni. "Vog", fuoco, cenere, e rocce di
 lava finchnon si arriva alle scogliere, quindi paludi e giungla, e
 poi c'soprattutto "vog". Gavilan, non avresti dovuto accettare di
 venire.
 Egli rise. 亟 tu invece? No, Wren, voglio morire da vero uomo, sapendo
 cos'accaduto, non domandandomelo finchresto all'interno dello
 scudo del magico Loden. Se mai funzioner Chiss Nessuno lo sa per
 certo, neppure la regina. Forse lei la invochere non succeder
 nulla.
 俑a tu non ci credi, per non cos
 俏o. La magia funziona sempre per Ellenroh. Quasi sempre, almeno.
 Stancamente lascicadere le mani lungo i fianchi.
 促arlami della magia, Gavilanchiese lei d'impulso. 青osa c'nella
 magia che non funziona? Perchnessuno ne vuole mai parlare?
 Gavilan infille mani nelle tasche della giubba, quasi volesse
 ripiegarsi su stesso. 俟ai, Wren, cosa penseranno gli Elfi se zia Ell
 invocherla magia del Loden? Nessuno di loro era nato quando Arborlon
 fu trasferita qui dalle Quattro Terre. Sono ormai in pochi a ricordare
 come si viveva a Morrowindl quando era pulita e senza demoni. La citt
 tutto ciche conoscono. Immagina come la prenderanno quando saranno
 portati via dall'isola e ricondotti nelle Terre dell'Ovest. Immagina
 come si sentiranno. Saranno terrorizzati.
 俏on dettoazzardlei.
 Egli sembrnon sentirla. 侶uando ciaccadrperderemo ogni nostra
 conoscenza. La magia ci ha sostenuti per tutta la vita. La magia fa
 tutto per noi. Pulisce l'aria, ci ripara dalle intemperie, riproduce
 la ferTiili tdei nostri campi, alimenta le piante e gli animali della
 foresta, e ci fornisce l'acqua. Cosa accadrse tutto ciandr
 perduto?
 Allora lei seppe la verit Era terrorizzato. Non riusciva a concepire
 la vita al di ldella Chiglia, non immaginava che potesse esserci un
 mondo senza demoni nel quale la natura forniva tutto ciper cui gli
 Elfi dipendevano dalla magia.
 亮avilan, andrtutto benedisse tranquilla. 侶uanto avete ora di
 buono c'era gianche prima. La magia vi fornisce solo ciche torner
 a esistere se l'equilibrio naturale sarristabilito. Ellenroh ha
 ragione. Gli Elfi non si salveranno se rimangono su Morrowindl. Prima
 o poi, la Chiglia ceder E pudarsi che le Quattro Terre, a loro
 volta, non possano salvarsi senza gli Elfi. Forse il destino delle
 Razze collegato in qualche modo, proprio come sostiene Ellenroh.
 Forse Allanon ha pensato a questo quando mi ha mandato a cercarvi.
 Egli la fissnegli occhi. La paura era sparita, ma il suo sguardo era
 intenso e turbato. 侵o conosco la magia, zia Ell crede che sia troppo
 pericolosa, troppo imprevedibile. Ma io penso che ci sia un modo per
 domarla.
 非immi perchla teme?insistette Wren. 青osa le fa pensare che sia
 pericolosa?
 Gavilan esitava, e per un attimo sembrsul punto di rispondere. Poi
 scosse la testa. 俏o. Non posso dirtelo. Ho giurato di non farlo. Tu
 sei un'Elfa, ma... E' meglio che tu non lo scopra mai, credimi. La
 magia non ciche sembra. E' troppo...
 Sollevle mani come se volesse allontanare l'argomento, con un gesto
 impaziente. Poi, all'improvviso, il suo stato d'animo cambi e
 divenne allegro. 青hiedimi qualcos'altro, e ti risponder Chiedimi
 qualunque cosa.
 Wren incrocile braccia furibonda. 俏on intendo chiederti
 nient'altro. Voglio sapere questo.
 Gli occhi neri sembravano danzare. Gavilan si stava divertendo. Le si
 avvicintanto che quasi si toccavano. 俟ei proprio la figlia di
 Alleyne, devo riconoscerlo. Decisa fino in fondo.
 非immi, allora.
 俏on vuoi  lasciar perdere?
 亮avilan.
 俟ei cospresa dal desiderio di avere una risposta da non vedere
 neppure ciche ti sta proprio davanti.
 Lei esit confusa.
 亮uardamile disse.
 Si guardarono fissamente negli occhi, senza parlare, giudicandosi in
 modi che trascendevano le parole. Wren poteva sentire il calore del
 suo respiro e vedere il suo petto che si alzava e abbassava.
 非immiripetlei ostinata.
 Sentle sue mani che salivano per prenderle le mani, il loro tocco
 era delicato ma fermo. Poi il viso di Gavilan si chinsul suo, ed
 egli la baci
 俏osussurr le rivolse un sorriso rapido, incerto, e scomparve
 nella notte.
 13.
 A mezzogiorno dell'indomani ad Arborlon tutti sapevano che Ellenroh
 Elessedil aveva deciso di invocare il potere del Loden e riportare la
 loro cittnatale nelle Terre dell'Ovest. La regina aveva dato
 disposizioni di primo mattino, inviando messaggeri speciali ai quattro
 angoli del regno assediato: Barsimmon Oridio agli ufficiali e ai
 soldati dell'esercito, Triss ai Cacciatori Elfi e alla Guardia
 Nazionale, Eton Shart agli altri componenti dell'Alto Consiglio e da
 lai funzionari che esercitavano i loro compiti negli uffici
 amministrativi del governo, e infine Gavilan alla zona del mercato per
 radunare gli esponenti del mondo economico cittadino e degli
 agricoltori. Quando Wren usca fare un giro per la citt dopo
 essersi alzata, vestita, e aver fatto colazione, non si parlava
 d'altro.
 La reazione degli Elfi le parve straordinaria. Non c'era traccia di
 panico, nessun senso di disperazione, nminacce o accuse contro la
 regina per la decisione che aveva preso. Vi era incertezza,
 ovviamente, e una sana dose di dubbio. Nessun Elfo era ancora nato
 quando Arborlon era stata trasferita dalle Terre dell'Ovest, e se
 tutti avevano sentito raccontare la storia della migrazione a
 Morrowindl, pochi avevano pensato all'eventualitdi emigrare di
 nuovo. Perfino con la cittaccerchiata dai demoni e la vita
 profondamente cambiata rispetto all'epoca del padre di Ellenroh, la
 preoccupazione per il futuro non prevedeva mai l'eventualitdi
 ricorrere alla magia del Loden. Quindi la gente parlava della partenza
 come se l'idea fosse completamente nuova, una prospettiva concepita di
 recente, e nella maggior parte dei casi le conversazioni che Wren pot
 ascoltare davano per scontato che era la soluzione migliore che
 Ellenroh Elessedil potesse trovare, e quindi sicuramente quella
 giusta. Il fatto che accettassero con tanta facilitla proposta era
 un tributo alla fiducia che riponevano nella loro regina, soprattutto
 considerando che si trattava di una proposta cosdrastica.
 青he bello poter uscire di nuovo dalla citt鉬 dicevano alcuni. 俟iamo
 chiusi dentro le mura da troppo tempo.
 隹ndare per le strade e vedere il mondodicevano altri. 俑i piace la
 mia casa, permi manca ciche ne sta fuori.
 Da piparti si faceva riferimento alla vita senza la costante
 minaccia dei demoni, a un mondo in cui gli esseri scuri fossero solo
 un ricordo e i giovani potessero crescere senza dover accettare che la
 Chiglia era tutto ciche consentiva loro di sopravvivere e che al di
 ldi essa non poteva esserci nessun genere di esistenza . Alcuni
 erano preoccupati di come potesse funzionare la magia, o dubitavano
 addirittura che funzionasse, ma la maggior parte si accontentava
 dell'assicurazione della regina che durante il viaggio la vita
 all'interno della cittsarebbe continuata come sempre, la magia li
 avrebbe protetti e isolati da ciche poteva accadere all'esterno, e
 tutto sarebbe stato come prima tranne che al posto della Chiglia ci
 sarebbe stata un'oscuritche nessuno avrebbe potuto superare finch
 la magia del Loden non fosse stata revocata.
 Nella piazza del mercato Wren s'imbattin Aurin Striate. Il Gufo era
 in piedi dall'alba per mettere assieme le vettovaglie che sarebbero
 servite al gruppo dei nove durante il viaggio dalle pendici del
 Killeshan alle spiagge. Il suo compito era reso difficile
 principalmente dalla decisione della regina che essi avrebbero dovuto
 prendere solo ciche potevano portare sulle spalle e che passare
 inosservati e veloci sarebbe stato molto utile nei loro tentativi di
 evitare i demoni.
 俠a magia, secondo me, funziona in questo modospiegmentre
 rientravano verso il palazzo. 侶uando viene invocata, si verifica un
 fenomeno di avvolgimento e di trasporto. Una volta in funzione, essa
 protegge da intrusioni esterne, come una conchiglia. Allo stesso
 tempo, ti trasporta in un altro luogo - citte tutto - e ti tiene l
 finchl'incanto non cessa. C'una sorta di sospensione del tempo. In
 quel modo non ti accorgi di nulla di quanto accade durante il viaggio;
 non hai il minimo senso del movimento.
 青ostutto funziona come prima?domandWren cercando di immaginare
 come potesse accadere.
 亟sattamente. Non ci sono nil giorno nla notte, ma solo una luce
 grigia come se il cielo fosse rannuvolato, mi dice la regina. Ci sono
 l'aria e l'acqua e ogni cosa di cui si ha bisogno per sopravvivere,
 tutto accuratamente avvolto in questa specie di bozzolo.
 亟 che accade quando si arriva a destinazione?
 俠a regina revoca la magia del Loden, e la cittviene ripristinata.
 Gli occhi di Wren andarono alla ricerca di quelli del Gufo.
 俟upponendo, naturalmente, che quanto stato detto a Ellenroh sulla
 magia sia la verit
 Il Gufo sospir 青osgiovane e cosscettica.Scosse la testa. 亟
 se non lo  cosa importa? Siamo intrappolati su Morrowindl senza
 speranza, non vero? Alcuni potrebbero salvarsi sfuggendo ai demoni,
 ma la maggior parte morirebbe. Dobbiamo credere che la magia ci
 salver perchessa tutto ciche ci resta.
 Quando furono vicini ai cancelli del palazzo si allontan lasciandolo
 procedere con lo sguardo stanco e le spalle curve, la sua ombra
 sottile e arruffata che si disegnava sulla terra, uno specchio di se
 stesso. Le piaceva Aurin Striate. Era rassicurante e alla mano come
 gli abiti vecchi. Si fidava di lui. Se c'era qualcuno che poteva
 assisterli nel viaggio che li aspettava, questi era il Gufo.
 Si allontandal palazzo e vagdistratta verso i Giardini della Vita.
 Quando si era alzata non aveva cercato Garth, uscendo invece dalla sua
 stanza per rintracciare la regina. Ma Ellenroh era risultata ormai
 introvabile e cosaveva deciso di fare un giro in citt Ora, finita
 la passeggiata, si accorse che preferiva ancora stare da sola. Lasci
 vagare i suoi pensieri mentre entrava nei Giardini deserti, salendo
 lungo il lieve pendio che portava all'Eterea, e i suoi pensieri, come
 era accaduto dal momento che si era svegliata, gravitavano
 ostinatamente attorno a Gavilan Elessedil. Si fermun attimo,
 richiamandone l'immagine alla mente. Quando chiudeva gli occhi aveva
 l'impressione che la baciasse. Fece un respiro profondo. Era stata
 baciata solo una o due volte in vita sua - sempre troppo impegnata
 nell'addestramento, distante e inavvicinabile, presa da altre cose,
 per occuparsi dei ragazzi. Non aveva avuto il tempo per le relazioni
 affettive. Non le interessavano. All'improvviso se ne chiese il
 motivo. Ma sapeva che qualunque interrogativo su se stessa era
 destinato a non trovare risposta.
 Riaprgli occhi e riprese a camminare.
 Quando raggiunse l'Eterea, la studiper un attimo prima di sedersi
 alla sua ombra. Gavilan Elessedil. Le piaceva. Forse troppo. Sembrava
 un fatto istintivo, e lei non si fidava dell'inattesa intensitdei
 suoi sentimenti. Lo conosceva appena, e gipensava a lui pidel
 dovuto. L'aveva baciata, e lei ne era stata contenta. Ma la faceva
 arrabbiare il fatto che le nascondesse quanto sapeva sulla magia e sui
 demoni, una veritche rifiutava di dividere con lei, un segreto che
 tanti Elfi proteggevano - Ellenroh, Eowen, e il Gufo tra gli altri. Ma
 era ancora piseccata della reticenza di Gavilan perchle si era
 presentato proclamandosi suo amico, aveva promesso di rispondere alle
 sue domande, l'aveva baciata, e lei lo aveva lasciato fare, e tuttavia
 non aveva mantenuto la parola. Era indignata dentro di sper il
 tradimento, ma non vedeva l'ora di perdonarlo, di trovare delle scuse
 a suo favore, e di dargli l'opportunitdi parlargliene a suo tempo.
 Ma con Gavilan era andata diversamente da come era andata con sua
 nonna? si chiese all'improvviso. Non aveva fatto lo stesso
 ragionamento per entrambi?
 Forse i suoi sentimenti nei confronti di ciascuno di loro non erano
 poi cosdiversi.
 L'idea la turbava pidi quanto volesse ammettere, e si affretta
 scacciarla via.
 All'interno dei Giardini c'era ancora calma, in mezzo agli alberi e
 alle distese di fiori, si stava freschi e riparati sotto il manto di
 seta dell'Eterea. Lasciche i suoi occhi vagassero attraverso la
 coltre di colori costituita dai Giardini, studiando il modo in cui
 essi segnavano la terra come pennellate, alcune brevi e larghe, altre
 sotTiili  e curve, margini di luminositche brillavano nella luce. In
 alto, il sole scintillava in un cielo blu senza una nuvola, l'aria era
 calda e aveva un dolce profumo. La inspirlentamente, attentamente,
 assaporandola, sapendo mentre lo faceva che non ci sarebbe stata pi
 dopo quella notte, che quando la magia del Loden fosse stata invocata
 lei sarebbe stata gettata di nuovo allo sbaraglio nella selvaggia e
 oscura solitudine di Morrowindl. Per un po' era riuscita a dimenticare
 l'orrore che c'era fuori dalla Chiglia, a tenere lontano il ricordo
 della puzza di zolfo, le crepe nella crosta di lava dalle quali
 fuoriusciva il vapore, il calore soffocante del Killeshan che sorgeva
 dalla terra, l'oscurite il "vog", gli stridii e i grugniti dei
 demoni all'inseguimento. Rabbrivide si strinse le braccia attorno al
 corpo. Non voleva tornare in quell'inferno. Lo sentiva in attesa come
 se fosse un essere vivente, accovacciato pazientemente, deciso a
 ghermirla, sicuro che ci sarebbe andata.
 Chiuse di nuovo gli occhi e attese che le sgradevoli sensazioni si
 placassero, raccogliendo un po' alla volta la sua determinazione,
 calmandosi, dicendosi che non sarebbe stata sola, che ci sarebbero
 stati gli altri con lei, che si sarebbero protetti a vicenda, che il
 viaggio dalle montagne sarebbe stato compiuto in fretta e poi
 sarebbero stati in salvo. Si era arrampicata indenne fino ad Arborlon,
 no? Sicuramente poteva tornare gidi nuovo.
 Eppure i suoi dubbi persistevano, producendo sussurri di avvertimento
 che echeggiavano quanto le aveva detto l'Addershag a Grimpen Ward
 mettendola sull'avviso. "Attenta, ragazza Elfa. Vedo il pericolo
 davanti a te, tempi difficili, tradimenti e male oltre ogni
 immaginazione.
 Non fidarti di nessuno".
 Ma se avesse fatto come le aveva suggerito l'Addershag, se avesse
 seguito solo il suo parere e non avesse dato retta a nessun altro,
 sarebbe stata paralizzata. Sarebbe stata tagliata fuori da tutti e non
 credeva che avrebbe potuto sopravvivere a tanto.
 Quanta parte del suo futuro aveva visto l'Addershag? si chiese
 perplessa. Quanto non era riuscita a rivelare?
 Si alz diede un'ultima occhiata all'Eterea, e si allontan Discese
 lentamente lungo i Giardini della Vita, rubando a mano a mano che
 camminava esili ricordi della sensazione di benessere e di sicurezza,
 di luminosite di calore che davano, e mettendoli da parte per il
 momento in cui ne avesse avuto bisogno, quando sarebbe stata sola,
 circondata ovunque dalle tenebre. Voleva credere che non sarebbe
 andata cos Si augurava che l'Addershag si fosse sbagliata.
 Ma sapeva di non poter esserne certa.
 Garth la raggiunse poco dopo e rimasero insieme per il resto della
 giornata. Parlarono a lungo di ciche li attendeva, elencando i
 pericoli che avevano giincontrato e discutendo di ciche ci sarebbe
 voluto per affrontare il viaggio di ritorno attraverso l'inferno che
 li aspettava. Garth sembrava rilassato e fiducioso, ma del resto lui
 era sempre cos Rimasero d'accordo che qualunque cosa fosse accaduta,
 sarebbero stati sempre molto vicini l'uno all'altra.
 Vide Gavilan solo una volta e solo per un attimo. Fu lo stesso
 pomeriggio sul tardi, mentre lui lasciava il palazzo per adempiere a
 un ennesimo incarico, che lei lo incontrsul prato. Egli le sorrise e
 la salutcon un cenno della mano come se tutto fosse normale, come se
 il mondo intero fosse a posto, e, malgrado l'irritazione che
 quell'atteggiamento le provocava, non potfare a meno di sorridergli
 e salutarlo a sua volta. Avrebbe voluto parlargli se ci fosse
 riuscita, ma c'era Garth, nonchmolti compagni di Gavilan, e non fu
 possibile. In seguito non lo rivide, sebbene si desse da fare per
 cercarlo. Mentre si avvicinava il crepuscolo si trovdi nuovo tutta
 sola nella sua stanza, a guardare fuori dalla finestra la luce che si
 affievoliva, pensando che avrebbe dovuto fare qualcosa, sentendosi
 come presa in trappola e domandandosi se doveva lottare per liberarsi.
 Garth era di nuovo appartato nella stanza accanto, e lei stava per
 andare in cerca della sua compagnia quando la porta si apre apparve
 la regina.
 俏onnadisse contenta, non riuscendo a nascondere del tutto il
 sollievo nella sua voce.
 Ellenroh attraversla stanza senza dire una parola, la prese tra le
 braccia e la strinse forte. 俐rensussurr e le sue braccia si
 serrarono come nel timore che la  nipote potesse sparire.
 Alla fine si scost sorrise dopo che sul volto le era passata una
 momentanea maschera di tristezza, prese la mano di Wren e la condusse
 al letto dove si sedettero entrambe. 青he vergogna, ti ho ignorata
 tutto il giorno. Ti chiedo scusa. Ogni volta che mi voltavo mi pareva
 di ricordare qualcos'altro di urgente, qualche piccola incombenza
 dimenticata e che doveva essere portata a termine prima di stanotte.
 Fece una pausa. 俑i dispiace di averti coinvolta in questa faccenda. I
 problemi che ci siamo creati da soli non dovrebbero essere anche i
 tuoi. Ma non c'niente da fare. Ho bisogno di te, figliola. Mi
 perdoni?
 Lei scosse la testa, confusa. 俏on c'nulla da perdonare, nonna.
 Quando decisi di portarvi il messaggio di Allanon scelsi di
 impegnarmi. Sapevo che se avevate bisogno di quel messaggio io sarei
 dovuta venire con voi. Non ho mai pensato che potesse essere
 diversamente.
 俐ren, mi dai una grande speranza. Vorrei che Alleyne fosse qui per
 vederti. Ne sarebbe orgogliosa. Tu hai la sua forza e la sua
 determinazione.La fronte liscia si corrug 俑i manca tanto. E'
 scomparsa molto tempo fa, eppure sembra che sia andata via solo per un
 momento. Talvolta mi scopro a cercarla perfino adesso.
 俏onnadisse Wren con calma, aspettando che la guardasse negli occhi,
 厚arlami della magia. Cos'che tu, Gavilan, Eowen, il Gufo e tutti
 gli altri sanno e io non so? Perchspaventa tutti a tal punto?
 Per un attimo Ellenroh Elessedil non rispose, lo sguardo divenne duro,
 il corpo si irrigid In quell'istante Wren potvedere la ferrea
 risoluzione a cui sua nonna poteva fare appello quando ne aveva
 bisogno, un'espressione che smentiva il volto giovanile e il corpo
 slanciato. Tra loro cadde il silenzio. Wren tenne fermo lo sguardo,
 rifiutandosi di rivolgerlo altrove, decisa a porre fine ai segreti tra
 loro.
 Il sorriso della regina giunse inaspettato e colmo di amarezza. 青ome
 ho detto, assomigli ad Alleyne.Lasciandare le mani di Wren come se
 volesse fissare un confine tra di loro. 青i sono cose che vorrei dirti
 ma non posso. Non ancora, in ogni caso. Ho le mie buone ragioni, te lo
 garantisco, e tu devi credermi. Perciti dirquello che posso, e la
 cosa deve fermarsi l
 Sospire lasciche l'amarezza del suo sorriso svanisse. 俠a magia 
 imprevedibile, Wren. Cosera agli inizi, costuttora. Lo sai anche
 tu dai racconti della Spada di Shannara e delle Pietre Magiche che la
 magia non costante, che non fa sempre ciche ci si attende, che si
 rivela in modi sorprendenti, e che si evolve col passare del tempo e
 con l'uso. E' una veritche sembra sfuggirci di continuo, che
 dobbiamo imparare di nuovo costantemente. Quando gli Elfi sono venuti
 a Morrowindl, hanno deciso di riesumare la magia, di riscoprire i suoi
 vecchi modi di agire, e di modellare se stessi sull'esempio dei loro
 antenati. Il problema, naturalmente, era che il modello si era rotto
 da tanto tempo e nessuno ne aveva conservato i piani. Il recupero
 della magia fu compiuto con pifacilitdel previsto, ma il suo
 dominio quando la si ebbe in mano fu ancora una volta qualcosa di
 nuovo. Furono fatti dei tentativi; molti fallirono. Nel corso di quei
 tentativi, vennero alla luce i demoni. Fu una cosa involont跫ia e
 sfortunata, ma comunque avvenne. Una volta che essi furono qui non ci
 fu modo di liberarsene. Prosperarono e si riprodussero e nonostante
 tutti gli sforzi per eliminarli, sono sopravvissuti.
 Scosse la testa come se vedesse tutti quegli sforzi sfilare davanti
 agli occhi. 侮orresti chiedermi perchnon possono essere rispediti
 nel luogo dal quale provengono, qualunque esso sia, non cos Ma la
 magia non funziona in quel modo; non permette una soluzione facile.
 Gavilan, tra gli altri, crede che un'ulteriore sperimentazione con la
 magia produrrmigliori risultati, che attraverso una serie di
 tentativi ed errori giungeremo finalmente a trovare il modo di
 sconfiggere i mostri.LO non sono d'accordo.LO capisco la magia
 perchl'ho usata e so quanto ampio il suo potere. Ho paura di ci
 che pufare. Non ci sono limiti, veramente. Ci fa apparire piccoli in
 quanto creature mortali; priva delle inibizioni della nostra
 umanit E' pigrande di noi; sopravvivranche dopo che tutti noi
 saremo morti da un pezzo. Non ho fiducia in essa oltre quanto stato
 raccolto qua e ldall'esperienza ed richiesto dalla necessit
 Credo che se continuiamo a fare esperimenti, se continuiamo a ritenere
 che la soluzione dei nostri problemi stia in ciche essa pufare,
 qualche nuovo orrore si farstrada per entrare nelle nostre vite e
 arriveremo al punto da desiderare che i demoni siano tutto cicon cui
 dobbiamo avere a che fare.
 亟 le Pietre Magiche?chiese Wren sommessa.
 Ellenroh annu sorrise, e guardlontano. 俟 che dire delle Pietre
 Magiche? Che dire della loro magia? Sappiamo cosa pufare; ne abbiamo
 visto i risultati. Quando il sangue Elfo viene a mancare, quando non 
 abbastanza forte come successo nel caso di Wil Ohmsford, crea
 risultati imprevisti. La canzone del desiderio. Buono e cattivo, al
 tempo stesso.Torna guardare Wren. 俑a la magia delle Pietre
 Magiche nota ed contenuta. Nessuno crede o propone che potrebbe
 essere trasformata per un altro uso. Neppure il Loden. Abbiamo una
 certa conoscenza di queste magie e le useremo perchdobbiamo farlo se
 vogliamo cavarcela. Ma c'una magia ancora pigrande che aspetta di
 essere scoperta - la magia che vive sotto terra, che si putrovare
 nell'aria, e che grida a gran voce di essere riconosciuta. Quella la
 magia che Gavilan vorrebbe riunire. E' la stessa che il Druido
 chiamato Brona cercdi dominare pidi mille anni fa, quella che lo
 convinse a diventare Signore Stregone e poi lo annient
 Wren comprese il timore che sua nonna aveva della magia, potvedere i
 pericoli come li vedeva lei, e potcondividere con lei, al pari di
 nessun altro, la sensazione suscitata dall'invocare la magia - nelle
 Pietre Magiche come nel Loden - un potere che poteva sopraffare,
 poteva sovvertire, e poteva assorbire l'individuo fino a perderlo.
 信ai detto che vuoi  che gli Elfi tornino a vivere come prima che
 riesumassero la magiadisse, ripensando alla notte precedente, quando
 Ellenroh si era rivolta all'Alto Consiglio. 俑a puaccadere? Non pu
 darsi che qualche Elfo la ritrovi senza difficolt magari in un altro
 modo?
 俏o.All'improvviso lo sguardo di Ellenroh divenne remoto. 俏on pi
 Mai pi
 Stava tralasciando qualcosa. Wren se ne accorse immediatamente, come
 pure si rese conto che era qualcosa di cui Ellenroh non voleva
 discutere. 亟 la magia che hai gievocato, quella che protegge la
 citt
 俟comparirnon appena partiremo, tranne quella necessaria a far
 funzionare il Loden e a trasportare gli Elfi e Arborlon di nuovo nelle
 Terre dell'Ovest. Tranne quella.
 亟 le Pietre Magiche?
 La regina sorrise. 俏on ci sono assoluti, Wren. Esse sono state con
 noi per tanto tempo.
 促otrei gettarle via quando saremo in salvo.
 青erto, potresti... se decidessi di farlo.Wren sentche qualcosa di
 non detto passava tra loro, ma non potindividuarne il significato.
 俠a magia del Loden fardavvero quello che credi, nonna? Portergli
 Elfi in salvo fuori da Morrowindl?
 Il viso della regina si abbassper un momento, attraversato da un
 dubbio e da qualcosa di pi 保h, la magia c' di sicuro. L'ho
 sentitquando usavo lo scettro. Mi stato raccontato il suo segreto
 e so che la veritIl viso si alzbruscamente. 俑a siamo noi,
 Wren, che dobbiamo provvedere al trasporto. Siamo noi che dobbiamo
 fare in modo che coloro i quali sono stati raccolti dall'incantesimo
 del Loden - il nostro popolo - siano riportati nel mondo, che sia data
 loro una nuova possibilitdi vita. Le nostre vite, e in definitiva le
 vite di tutti coloro che dipendono da noi, sono per sempre sotto la
 nostra responsabilit La magia soltanto uno strumento. Capisci?
 Wren annutristemente. 亭artutto quello che potr羃 rispose
 sommessa. 俑a ti dico fin d'ora che mi auguro che la magia sia morta e
 finita, tutta quanta, fino all'ultimo frammento, dagli Ombrati ai
 demoni, al Loden alle Pietre Magiche. Li voglio vedere tutti
 distrutti.
 La regina si alz 亟 se cosfosse, cosa ne prenderebbe il posto? Le
 scienze del vecchio mondo, tornato in vita? Un potere ancora pi
 grande? Ci sarsempre qualcosa, sai. Ci sarsempre qualcosa.
 Si curvverso Wren e la face alzare. 隹desso chiama Garth e vieni a
 cena con me. E sorridi. Comunque vadano le cose, ci siamo ritrovate.
 Sono molto felice che tu sia qui.
 Abbracciforte la  nipote un'altra volta, tenendola stretta a s Wren
 la ricambie disse: 隹nch'io sono contenta, nonna
 Quella notte tutti i membri della cerchia piristretta dell'Alto
 Consiglio erano a cena in attesa - Eton Shart, Barsimmon Oridio, Aurin
 Striate, Triss, Gavilan, la regina, insieme a Wren, Garth, ed Eowen
 Cerise - tutti quelli che erano presenti quando era stata presa la
 decisione di invocare la forza del Loden e abbandonare Morrowindl.
 C'erano anche Cort e Dal, di guardia fuori dalla porta, che impedivano
 a chiunque di entrare, compreso il personale di servizio dopo che il
 cibo era stato portato in tavola. Tranquillamente appartati, coloro
 che si erano riuniti discutevano le misure da prendere il giorno
 successivo. La conversazione era animata e verteva sui problemi di
 equipaggiamento, sui rifornimenti, mentre le proposte di rotte da
 seguire erano gli argomenti dominanti. Ellenroh, dopo essersi
 consultata con il Gufo, aveva deciso che il momento migliore per
 tentare la fuga sarebbe stato appena prima dell'alba, quando i demoni
 erano stanchi dei vagabondaggi notturni in cerca di prede e ansiosi di
 dormire e c'era tutta una giornata di luce per viaggiare. La notte era
 il momento pipericoloso per trovarsi fuori, perchallora i demoni
 erano sempre a caccia. Alla spedizione dei nove sarebbe occorsa un po'
 pidi una settimana per raggiungere la spiaggia, posto che tutto
 fosse filato liscio. Se qualcuno di loro nutriva dubbi in proposito,
 quanto meno decise di non manifestarli.
 Gavilan era seduto di fronte a Wren, un posto lontano, e le sorrideva
 spesso. Lei era conscia della sua attenzione e gliene dava atto
 educatamente, tuttavia rivolgeva la parola alla nonna, al Gufo e a
 Garth. Mangiqualcosa, ma pitardi non riusca ricordare che cosa,
 ascoltando i discorsi degli altri, lanciando frequenti occhiate a
 Gavilan come se cospotesse in qualche modo spiegarsi il mistero
 della sua attrazione, e pensando distrattamente a ciche la regina le
 aveva detto prima.
 O, per essere piprecisi, a ciche non le aveva detto.
 Le rivelazioni di Ellenroh, a un esame piattento, risultavano cose
 dette e risapute. Era assolutamente giusto dire che la magia era stata
 recuperata; ma da dove? Era bello ammettere che il recupero aveva in
 qualche modo scatenato l'apparizione dei demoni che li assediavano; ma
 di cosa era fatta la magia che li aveva liberati? E da dove? Wren non
 aveva ancora sentito dire una sola parola su ciche non aveva
 funzionato nell'uso della magia o perchnon c'era una magia capace di
 rimediare all'errore commesso. La nonna le aveva fornito solo un
 abbozzo senza chiaroscuro, senza colori, e senza uno sfondo di nessun
 genere. Era sufficiente solo a met
 Eppure Ellenroh aveva insistito nel dire che doveva bastare.
 Wren stava seduta con i suoi pensieri che le ronzavano in testa come
 zanzare. La conversazione si svolgeva accalorata attorno a lei con le
 facce che si volgevano da questa o da quella parte, mentre all'esterno
 la luce andava spegnendosi a mano a mano che calavano le tenebre, e il
 tempo scorreva con i suoi passi silenziosi, una ritirata dal passato,
 un furtivo avvicinarsi a un futuro che avrebbe potuto cambiare per
 sempre la loro sorte. Si sentiva staccata da tutto ciche la
 circondava, quasi fosse stata portata ldel tutto inaspettatamente,
 come un'ospite non invitata, una ficcanaso nella vita di coloro che le
 stavano attorno. Anche la presenza familiare di Garth non riusciva a
 confortarla, e gli rivolgeva poco la parola.
 Terminata la cena, anddirettamente nella sua stanza a dormire, si
 tolse i vestiti, s'infilsotto le coperte, e rimase al buio, in
 attesa che le cose cambiassero di nuovo. Non succedeva. Il respiro
 divenne pilento, i pensieri si dispersero, e alla fine fu colta dal
 sonno.
 Tuttavia, si sveglie si vestprima di sentire il rumore di qualcuno
 che veniva a bussare alla porta per chiamarla. Gavilan era lfuori,
 in tenuta grigia da caccia e con le armi assicurate alla cintura.
 Senza il familiare, ampio sorriso sembrava tutta un'altra persona.
 信o pensato che forse ti sarebbe piaciuto fare una passeggiata fino
 gialle mura con medisse semplicemente.
 Il sorriso di Wren in risposta riportuna traccia di quello di lui.
 非'accordogli disse.
 Seguiti da Garth, uscirono dal palazzo e passarono per le strade buie
 e deserte della citt Wren aveva pensato che la gente sarebbe stata
 sveglia e vigile, ansiosa di vedere cosa sarebbe accaduto quando fosse
 stata invocata la magia del Loden. Ma le case degli Elfi erano buie e
 silenziose, e coloro che guardavano si tenevano nell'ombra. Forse
 Ellenroh non aveva detto quando sarebbe avvenuta la trasformazione,
 pens Si accorse che qualcuno li seguiva e diede un'occhiata indietro
 per scoprire Cort a una decina di passi di distanza. Triss doveva
 averlo inviato per essere sicuro che raggiungessero in tempo il punto
 fissato per l'incontro. Triss sarebbe stato con la regina o ci sarebbe
 stata Eowen Cerise, o Aurin Striate, oppure Dal. Tutti stavano
 recandosi gialla Chiglia, alla porta che immetteva nella desolazione
 esterna, nell'arida e terribile desolazione che dovevano attraversare
 per sopravvivere.
 Arrivarono senza intoppi, il buio era ancora totale, la luce dell'alba
 nascosta dietro l'orizzonte. Erano tutti riuniti - la regina, Eowen,
 il Gufo, Triss, Dal - e ora loro quattro. Nove in tutto, riflett
 Wren, all'improvviso consapevole di quanto pochi fossero e di quanto
 dipendesse da loro. Si scambiarono abbracci e strette di mano e
 furtive parole di incoraggiamento, un pugno di ombre che sussurravano
 nella notte. Erano tutti in tenuta da caccia: indumenti comodi e
 resistenti, una buona protezione contro le intemperie e, in minima
 parte, contro i pericoli che li aspettavano fuori. Erano tutti armati,
 tranne Eowen e la regina. Ellenroh portava lo Scettro, il legno scuro
 luccicava debolmente, il Loden era un prisma di colori che scintillava
 e brillava anche nel buio quasi totale. In cima alla Chiglia, la magia
 era un bagliore continuo che illuminava gli spalti e saliva in
 direzione del cielo. I Cacciatori Elfi pattugliavano le mura a gruppi
 di sei, e le sentinelle stavano di guardia nelle loro torri.
 Dall'esterno, i grugniti e i sibili dei demoni giungevano sporadici e
 lontani.
 亮li faremo una bella sorpresa prima che finisca la notte, no?
 sussurrGavilan all'orecchio di Wren, con un sorriso impacciato.
 促urchalla fine siano loro a rimanere sorpresigli rispose lei.
 Scorse Aurin Striate accanto alla porta che conduceva nelle gallerie e
 si mosse per mettersi vicino a lui. Il suo corpo scarno si spostnel
 buio. Guardverso di lei e le fece un cenno con la testa.
 保cchi e orecchi tesi, Wren?
 促enso di s
 俠e Pietre Magiche sono a portata di mano?
 Lei strinse le labbra. Le Pietre Magiche erano in un nuovo sacchetto
 di pelle appeso al collo - ne sentiva il peso contro il petto. Era
 riuscita a non pensarci fino a quel momento. 青redi che ne avr
 bisogno?
 Egli scrollle spalle. 俠'altra volta ne hai avuto.
 Lei rimase in silenzio un attimo, riflettendo sulla prospettiva.
 Chissperchaveva pensato di poter fuggire da Morrowindl senza dover
 ricorrere di nuovo alla magia.
 俟embra abbastanza tranquillo lfuoriazzardpiena di speranza.
 Egli annu la sua figura sottile si stagliava contro la roccia. 俏on
 ci stanno aspettando. Abbiamo buone probabilit
 Lei si accostalla parete accanto a lui, le loro spalle si toccavano.
 侶uante probabilitabbiamo, Gufo?
 Egli rise silenzioso. 青osa importa? E' l'unica possibilitche
 abbiamo.
 Barsimmon Oridio spuntall'improvviso dal buio, anddirettamente
 dalla regina, parlcon lei sottovoce per pochi minuti, e poi
 scomparve di nuovo. Aveva un aspetto stanco e smarrito, ma c'era
 determinazione nel suo passo.
 侶uanto tempo sei stato lfuori?chiese Wren al Gufo, senza
 guardarlo. 亭uori con loro.
 Ci fu un attimo di esitazione. Egli capiva cosa lei intendeva. La
 guardfisso negli occhi. 俏on so pi
 侶uello che vorrei sapere, credo, come sei riuscito a farcela.LO ci
 riesco a malapena solo questa volta, sapendo quanto ci aspetta.Si
 interruppe. 侮oglio dire, posso farcela perchl'unica possibilit
 e non dovrfarlo di nuovo. Ma tu dovevi scegliere ogni volta. Devi
 averci pensato di tanto in tanto. E ti deve essere capitato di non
 voler andarci.
 俐ren.Lei si volse quando la chiamper nome e lo guardin faccia.
 俠ascia che ti dica qualcosa che non hai ancora imparato, qualcosa che
 s'impara solo dopo avere vissuto un po'. Quando si diventa vecchi, ci
 si accorge che la vita comincia a consumarci. Non importa chi sei o
 cosa fai, succede. L'esperienza, il tempo, gli avvenimenti - tutto
 cospira contro di te per sottrarti le tue energie, per erodere la tua
 fiducia, per farti mettere in discussione cose alle quali non avresti
 pensato due volte quando eri giovane. Succede gradualmente, una
 sbavatura di cui all'inizio non ti accorgi neppure, e poi un bel
 giorno fatta. Ti svegli e ti accorgi che non hai pil'entusiasmo di
 una volta.
 Fece un vago sorriso. 隹 quel punto hai davanti a te due scelte. Puoi
 arrenderti a quello che provi, e metterti l'animo in pace, oppure puoi
 lottare. Puoi accettare di essere costretto ogni giorno a far buon
 viso a cattiva sorte, a ripeterti che non ti importa quello che provi,
 che non ti importa quello che ti puaccadere perchprima o poi
 comunque deve accadere, che farai ciche devi perchaltrimenti sei
 sconfitto e la vita non ha pialcun senso davvero. Quando riesci a
 fare cos piccola Wren, quando riesci ad accettare il senso di
 stanchezza e di incertezza, allora puoi fare qualunque cosa. Come ho
 fatto a continuare a uscire una notte dopo l'altra? Mi sono solo detto
 che tutto cinon aveva una grande importanza - che quelli che stavano
 dentro la cittcontavano di pi Sai cosa ti dico? Non poi cos
 difficile. Devi solo farti passare la paura.
 Lei ci penssu un minuto e poi annudicendo: 促enso che in realtle
 cose non siano cosfacili come le fai sembrare
 Il Gufo si staccdal muro. 青redi?chiese. Poi sorrise di nuovo e si
 allontan
 Wren tornsui suoi passi per avvicinarsi a Garth. Il gigante Rover
 indici bastioni della Chiglia. I Cacciatori Elfi stavano calandosi
 gidalle mura - figure silenziose e furtive che si allontanavano
 dalla luce e scendevano nell'ombra. Wren lanciun'occhiata verso est
 e scorse la prima lieve sfumatura dell'alba delinearsi contro
 l'oscurit
 亟' oradisse all'improvviso Ellenroh, e li fece avanzare verso il
 muro.
 Si mossero rapidi, Aurin Striate in testa, spalancando la porta che
 conduceva nelle gallerie, arrestandosi all'entrata per guardare
 indietro verso la regina. Ellenroh si era allontanata dal muro e aveva
 raggiunto la testa del ponte, fermandosi poco prima di raggiungere la
 rampa di accesso per conficcare fermamente in terra l'estremitdello
 Scettro. Da un punto imprecisato all'interno di Arborlon si sentuna
 campana suonare, un segnale, e i pochi Cacciatori Elfi rimasti in cima
 alla Chiglia scivolarono via in tutta fretta. Nel giro di pochi
 secondi, il muro era deserto.
 Ellenroh Elessedil lanciuno sguardo indietro verso gli otto che
 stavano in attesa, poi si volse verso la citt Strinse le mani
 attorno all'asta levigata dello Scettro, e abbassla testa.
 Immediatamente il Loden comincia illuminarsi. La luminositaument
 rapida fino a diventare bianchissima, abbagliando tutto finchla
 regina ne fu avvolta. La luce continua diffondersi in modo uniforme,
 innalzandosi contro l'oscurit riempiendo lo spazio all'interno delle
 mura fino a quando tutta Arborlon fu illuminata a giorno. Wren cerc
 di guardare quello che stava accadendo, ma l'intensitdella luce
 aumenta tal punto da accecarla, costringendola a volgere gli occhi
 altrove. Il fuoco incandescente inondi parapetti della Chiglia e
 cominciad agitarsi. Wren potsentire che cistava accadendo pidi
 quanto potesse vederlo, dovendo tenere gli occhi chiusi. All'esterno,
 i demoni cominciarono a urlare. Ci fu una folata di vento proveniente
 da non si sa dove e che aumentfino a diventare un ululato. Wren
 cadde in ginocchio, sentendo il forte braccio di Garth cingerle le
 spalle e udendo la voce di Gavilan che la chiamava. Nella sua mente si
 formarono delle immagini, scatenate dall'invocazione di Ellenroh,
 selvagge e bizzarre visioni di un mondo nel caos. La magia le stava
 passando davanti, un fruscio di dita che sussurravano e cantavano.
 Finin un urlo, un suono che nessuna voce avrebbe potuto produrre, e
 poi la luce spar rientrando nel buio come una frustata, ritirandosi
 come se fosse stata risucchiata in un vortice. Wren sbarrgli occhi,
 inseguendo il movimento, cercando di vedere. Fece appena in tempo a
 coglierne l'ultimo guizzo che spariva nella scintillante sfera del
 Loden. Un battito di ciglia, ed era scomparsa.
 Era scomparsa anche la citt- la gente, gli edifici, le strade e i
 marciapiedi, i giardini e i prati, gli alberi - tutto ciche era
 racchiuso da un muro all'altro dentro la Chiglia, scomparve. Non
 rimase altro che un cratere poco profondo nella terra, come se una
 mano gigantesca avesse raccolto Arborlon e l'avesse fatta sparire per
 incanto.
 Ellenroh Elessedil era sola ai margini di ciche un tempo era stato
 il fossato e che ora era il bordo del cratere, appoggiata pesantemente
 allo Scettro, svuotata di tutte le sue energie. Sopra di lei, il Loden
 era un prisma multicolore. La regina si agit cercdi muoversi e si
 sentmancare, inciampe cadde sulle ginocchia. Triss si precipit
 verso di lei, la sollevcome se fosse un bambino esausto e torn
 indietro. Fu allora che Wren si rese conto che anche la magia che
 aveva protetto la Chiglia era sparita, proprio come Ellenroh aveva
 preannunciato, la sua luce era svanitcompletamente. In alto, il
 cielo era avvolto da una foschia di "vog" e il sorgere del sole era
 solo un fosco chiarore del cielo a oriente, capace appena di penetrare
 l'oscuritdella notte. Wren respire si accorse che sentiva di nuovo
 la puzza di zolfo. Tutto ciche era esistito al riparo di Arborlon
 era scomparso.
 Il silenzio di un attimo prima fu seguito da una ridda scomposta di
 ululati e schiamazzi dei demoni quando si resero conto di ciche era
 accaduto. Il rumore dei corpi che si precipitavano sulle mura e degli
 artigli che affondavano nella terra si alzda ogni parte.
 Triss aveva raggiunto gli altri, la regina e lo Scettro stretti tra le
 braccia.
 非entro, di corsa!gridil Gufo, affrettandosi per primo.
 Seguendolo a precipizio, gli altri componenti del piccolo gruppo
 incaricato di portare in salvo Arborlon e i suoi Elfi, sparirono nella
 porta aperta e furono inghiottiti dal buio.
 14.
 In un mondo di luce e di ombre in cui le veriterano un barlume di
 incongruenza, di vita rubata alla materia e fatta di trasparenza, di
 non essere e di nebbia, Walker Boh si trova faccia a faccia con
 l'impossibile.
 信o aspettato tanto tempo, Walker, sperando che tu venissisussurr
 il fantasma davanti a lui.
 Era Cogline - morto ormai da settimane, ucciso dagli Ombrati a Pietra
 del focolare, distrutta da Rimmer Dalle  con lui Bisbiglio. Walker
 era stato testimone oculare, malato quasi irrecuperabile per il veleno
 dell'Asphinx, rannicchiato disperatamente nella sua camera da letto
 mentre il vecchio e il gatto delle paludi combattevano la loro ultima
 battaglia. Aveva visto tutto: l'attacco finale dei mostri creati dalla
 magia nera, il fuoco della magia del vecchio che divampava per
 rappresaglia, e l'esplosione che aveva consumato chiunque si trovasse
 nel suo raggio d'azione. Cogline e Bisbiglio erano scomparsi con
 decine dei loro aggressori. Non si era salvato nessuno, tranne Rimmer
 Dall e un pugno di altri che erano stati scagliati lontano.
 Eppure ecco Cogline e il gatto, venuti chisscome a Paranor, ombre di
 morti.
 Ma Walker Boh li trovava veri come lui, un riflesso di se stesso in
 questo mondo crepuscolare nel quale la Pietra Magica Nera lo aveva
 inviato, simile a un fantasma eppure ancora vivo mentre loro non
 avrebbero dovuto esserlo. A meno che non fosse morto anche lui, e
 fosse lui invece a essere un riflesso di loro. Era sommerso dalle
 contraddizioni. Il respiro gli si bloccdi colpo nella gola e non
 riusca parlare. Chi era vivo, e chi non lo era?
 俐alker.Il vecchio pronunciil suo nome, e quel suono lo tir
 indietro dal precipizio sul quale era andato a finire.
 Cogline si avvicin lentamente, con circospezione, come se si
 rendesse conto della paura e della confusione che la sua presenza
 aveva suscitato nel suo allievo. Parlcon dolcezza a Bisbiglio, e il
 gatto delle paludi si sedette ubbidiente sulle zampe posteriori, gli
 occhi luminosi attenti e interessati che fissavano Walker. Il corpo di
 Cogline era fragile e magro come uno stecco sotto lo spessore delle
 vesti consunte, mentre la luce grigia e incerta passava attraverso di
 lui in fasci sotTiili . Walker si ritrasse quando il vecchio allungla
 mano per toccargli la spalla, le dita scheletriche scivolarono giper
 afferrargli il braccio.
 La presa era calda e ferma.
 俟ono vivo, Walker. E anche Bisbiglio. Siamo vivi entrambisussurr
 青i ha salvato la magia.
 Walker Boh rimase in silenzio per un attimo, guardando senza capire
 negli occhi dell'altro, cercando qualcosa che desse significato alle
 sue parole. Vivo? Come poteva essere? Infine annu sentendo il
 bisogno di rispondere in qualche modo, di superare la paura e la
 confusione, e chiese esitante: 青ome avete fatto ad arrivare qui?
 侮ieni a sederti con merispose l'altro.
 Condusse Walker a una panchina di pietra che poggiava contro un muro,
 l'uno e l'altra uno strano luccichio di confuso rilievo contro le
 ombre, avvolti dalla nebbia e dall'oscurit All'interno del Castello
 il rumore era smorzato, come se un ospite sgradito costringesse tutti
 a camminare in punta di piedi per non attirare l'attenzione. Walker si
 guardava in giro, ancora incredulo, scrutando il labirinto di passaggi
 che scomparivano davanti e dietro di lui, cogliendo al volo immagini
 di pareti di pietra e parapetti e torri che si innalzavano attorno,
 privi di vita come tombe sepolte sotto terra. Si sedette accanto al
 vecchio, sentendo Bisbiglio strofinarglisi addosso.
 青osa ci successo?chiese, mentre gli ritornava una dose di
 fermezza, e la sua determinazione a scoprire la veritallontanava i
 dubbi. 亮uardaci. Siamo come spettri.
 俟iamo in un mondo di semi-esseri, Walkerrispose dolcemente Cogline.
 青i troviamo a un certo punto tra il mondo dei mortali e quello dei
 morti. Ora Paranor l riportata fuori dal non essere dalla magia
 della Pietra Magica Nera. Tu l'hai trovata, non vero? Tu l'hai
 recuperata da dove era nascosta e l'hai portata qui. Tu l'hai usata,
 giacchsapevi di doverlo fare e ci hai riportati indietro.
 隹spetta, non rispondere ancora.Frenil tentativo di Walker di
 parlare. 俠asciami proseguire. Devi sapere prima cosa successo a me.
 Poi parleremo di te. Bisbiglio e io abbiamo avuto un'avventura tutta
 nostra, che ci ha portati a questo. Ecco cosa accaduto, Walker.
 Alcune settimane fa, quando ho parlato con l'ombra di Allanon, sono
 stato avvisato che il mio tempo nel mondo dei mortali era quasi
 scaduto, che la morte sarebbe venuta a cercarmi la prima volta che
 avrei visto la faccia di Rimmer Dall. Quando cifosse accaduto, avrei
 dovuto tenere la Storia dei Druidi con me e non abbandonarla. Non mi
 fu detto nient'altro. Allorchil Primo Cercatore e i suoi Ombrati
 comparvero a Pietra del focolare, ricordai le parole di Allanon. Feci
 in modo di trattenerli abbastanza da avere il tempo di recuperare il
 libro dal suo nascondiglio. Rimasi tenendomelo stretto al petto sotto
 il porticato della casa, Bisbiglio era dietro di me, vicinissimo,
 mentre gli Ombrati avanzavano per farmi a pezzi.
 俊u hai pensato che sia stata la mia magia a proteggermi. Non fu cos
 Quando gli Ombrati mi furono addosso, una magia contenuta nella Storia
 dei Druidi venne in mia difesa. Si scatencome un fuoco
 incandescente, consumando tutto quanto incontrava attorno a s
 distruggendo tutto ciche non faceva parte di me, tranne Bisbiglio,
 che cercava di proteggermi. Non ci fece del male, ma ci prese e ci
 sollevportandoci via in un baleno. Siamo svenuti, caduti in un sonno
 profondo, come non ne avevo mai conosciuto. Quando ci siamo svegliati,
 eravamo qui, dentro Paranor, dentro il Castello dei Druidi.
 Si chinpivicino. 俏on so per certo cosa accadde quando la magia fu
 scatenata, ma posso immaginarlo. I Druidi non avrebbero mai lasciato
 la loro opera senza protezione. Niente di ciche crearono sarebbe mai
 stato lasciato da coloro che erano privi del diritto e della giusta
 intenzione. Cosfu, ne sono sicuro, delle loro Storie. La magia che
 le proteggeva era tale che ogni minaccia avrebbe avuto come risultato
 il loro ritorno nella cripta all'interno del Castello che le aveva
 salvaguardate per tutti quegli anni. Ecco ciche accadde alla Storia
 che io possedevo. Ho guardato nelle cripte e l'ho ritrovata ancora
 insieme alle altre, tornata al suo posto sana e salva. Probabilmente
 Allanon sapeva che questo sarebbe accaduto, e sapeva che chiunque
 avesse posseduto la Storia sarebbe stato portato via con essa - di
 nuovo a Paranor, di nuovo nel rifugio dei Druidi.
 俑a nonconcluse 削i nuovo nel mondo dei mortali.
 促erchil Castello era stato trasferito altrove trecento anni fa
 mormorWalker, cominciando infine a capire.
 俟 perchera stato rimosso dalle Quattro Terre per mano di Allanon
 e sarebbe rimasto via finchi Druidi non lo avessero riportato
 indietro. Cosil libro fu restituito al Castello, e altrettanto 
 avvenuto a me e a Bisbiglio.Fece una pausa. 俟embra che i Druidi non
 siano ancora soddisfatti di me.
 隹llora, sei intrappolato qui?chiese Walker sommesso.
 L'altro sorrise a denti stretti. 俊emo di s Non ho la magia per
 liberarci. Adesso facciamo parte di Paranor, proprio come le Storie,
 vivi e vegeti, ma siamo dei fantasmi in un castello fantasma, presi in
 un tempo e in uno spazio crepuscolare finchuna magia piforte non
 ci liberer Ed per questo che ti stavo aspettando.Le dita ossute
 si strinsero attorno al braccio di Walker. 亟 ora dimmi, hai portato
 la Pietra Magica Nera? Me la fai vedere?
 Walker Boh ricordall'improvviso di avere ancora con sla Pietra, il
 talismano tenuto cosstretto che i bordi gli erano penetrati nel
 palmo della mano. Tese quest'ultima in avanti esitando, e aprle dita
 a una a una. Era prudente, nel timore che la magia potesse
 sopraffarlo. La Pietra Magica Nera splendeva oscuramente nel cavo
 della mano, ma la magia era addormentata, la nonluce sigillata al suo
 interno.
 Cogline rimase a lungo a contemplare la Pietra senza dire una parola,
 senza sforzarsi di fare altro, mentre la sua faccia magra e scavata
 rifletteva meraviglia e indecisione. Poi alzdi nuovo lo sguardo e
 disse: 青ome l'hai trovata, Walker? Cosa successo dopo che Bisbiglio
 e io siamo stati portati via?
 Walker gli raccontdell'arrivo di Viridiana, la figlia del Re del
 Fiume Argento, e di come lei gli aveva curato il braccio. Rifertutto
 quanto era accaduto durante il viaggio a nord fino a Eldwist, della
 lotta di Viridiana e dei suoi compagni per sopravvivere in quella
 terra di pietra, della ricerca di Uhl Belk, degli incontri con
 Rastrello e il Maw Grint, e della distruzione finale della citte di
 coloro che cercavano di salvarla.
 俟ono venuto qui da soloconcluse, con lo sguardo distante mentre
 riaffioravano i ricordi delle esperienze vissute. 俟apevo cosa ci si
 aspettava da me. Accettai che la fiducia riposta da Allanon in Brin
 Ohmsford fosse destinata a me.Guardoltre. 俊u mi hai sempre detto
 che prima dovevo accettare per poter capire, e credo di avere fatto
 come mi consigliavi. E come voleva Allanon. Ho usato la Pietra Nera e
 ho riportato indietro il Castello del Druido. Ma guardami, Cogline.
 Sono uguale a te, un fantasma. Se la magia ha compiuto ciche era
 previsto, allora perch..
 促ensa, Walkerlo interruppe subito l'altro, con uno sguardo sofferto
 nei suoi occhi antichi. 侶ual era l'incarico ricevuto da Allanon?
 Ripetimelo.
 Walker respirprofondamente, la sua pallida faccia era turbata. 非i
 riportare indietro Paranor e i Druidi.
 俟 Paranor e i Druidi - insieme. Ti rendi conto di cosa significhi,
 non vero? Capisci?
 Walker aggrottle sopracciglia frustrato e riluttante. 俟 vecchio.
 Devo diventare un Druido se Paranor deve rinascere. Questo l'ho
 accettato, ma bisogna che sia come voglio io e non come intende
 un'ombra morta trecento anni fa.Le sue parole erano veloci, ora, e
 dettate dalla rabbia. 侵o non sarcome loro, come quei vecchi che...
 俐alker!la rabbia di Cogline era forte quanto la sua, ed egli si
 fermimmediatamente. 隹scoltami. Non proclamare cosa farai e come
 sarai finchnon hai capito ciche ti viene chiesto. Qui non si
 tratta semplicemente di accettare un incarico e di eseguirlo. Non si 
 mai trattato di questo. L'accettazione di quello che sei e di ciche
 devi fare solo il primo di molti passi che il tuo viaggio esige. S
 hai recuperato la Pietra Nera e invocato la magia. Sei riuscito a
 entrare nella scomparsa Paranor. Ma questo appena l'inizio di ci
 che necessario fare.
 Walker lo guardfisso. 青osa vuoi  dire? Che altro c'
 俑olto altro, temosussurrCogline. Un sorriso triste apparve sui
 lineamenti rugosi, come legno stagionato che si spacca col tempo. 俟ei
 arrivato a Paranor proprio come successo a Bisbiglio e a me. Ti ci
 ha portato la magia. Ma la magia ti permette l'accesso alle sue
 condizioni. Qui siamo mal tollerati, vivi alle condizioni che essa
 impone. Ti sei giaccorto del tuo aspetto: sei quasi un fantasma, che
 ha materia e vita ma non abbastanza ndell'una ndell'altra come i
 mortali. Questo dovrebbe dirti qualcosa, Walker. Guardati attorno.
 Paranor si presenta allo stesso modo: c' eppure non c' vaga nella
 sua forma, non pienamente in vita.
 La bocca sottile si strinse ancora di pi 侮edi? Nessuno di noi -
 Bisbiglio, tu e io, Paranor - ancora tornato nel mondo degli Uomini.
 Continuiamo a vivere in un'esistenza da limbo, in un punto indefinito
 tra essere e non essere, e stiamo aspettando. Stiamo aspettando che la
 magia ci renda in pieno la vita. Perchnon lo ha ancora fatto,
 nonostante tu abbia usato la Pietra Nera e tu sia entrato nel
 Castello. Non lo ha fatto, perchnon stata ancora domata.
 Si chine richiuse piano piano le dita di Walker attorno alla Pietra
 Nera, poi si rimise a suo agio lentamente, come un fragile fascio di
 bacchette contro le ombre.
 隹ffinchParanor possa essere restituita al mondo degli Uomini, 
 necessario che ritornino i Druidi. Piprecisamente, deve tornare un
 Druido, Walker. Tu. Ma l'accettazione di ciche questo significa non
 sufficiente per fare di te un Druido. Devi essere qualcosa di pise
 la magia deve essere tua, se deve appartenere a te. Devi diventare ci
 che sei incaricato di essere. Ti devi trasformare.
 俊rasformarmi?Walker era stupefatto. 俑i sembrava di averlo gi
 fatto! Quale altra trasformazione necessaria? Devo scomparire del
 tutto? No, non mi rispondere. Lasciami indovinare, per un momento. Ho
 l'ereditdi Allanon, il possesso della Pietra Nera, e devo fare
 ancora qualcos'altro se questo deve avere un significato qualsiasi.
 Trasformarmi, hai detto? Come?
 Cogline scosse la testa. 俏on lo so. So che se non farai cosnon
 diventerai un Druido e Paranor non sarrestituita al mondo degli
 Uomini.
 亟 sono intrappolato qui se non ci riesco?domandWalker, furioso.
 俏o. Puoi andartene quando vuoi . La Pietra Nera ti aiutera uscire da
 qui.
 Ci fu un attimo incerto di adirato silenzio mentre i due uomini si
 fronteggiavano, vaghe figure sedute su una panca di pietra all'ombra
 delle mura del castello. 亟 tu?domandinfine Walker. 亟 Bisbiglio?
 Potete venire via con me?
 Cogline sorrise debolmente. 隹bbiamo ottenuto la vita a una
 condizione, Walker. Siamo vincolati alla magia delle Storie dei
 Druidi, legati in modo irrevocabile. Dobbiamo rimanere con loro. Se
 esse non vengono restituite al mondo degli uomini, non possiamo
 tornarci neppure noi.
 保mbre.Walker pronuncila parola come una imprecazione. Sentil
 peso della pietra di Paranor assestarsi attorno a lui. 青osio posso
 conquistare la mia libert ma non la vostra.LO posso andare via, ma
 voi dovete restare.Il suo sorriso era duro e ironico. 俏on lo far
 mai, naturalmente. Non dopo che voi avete rinunciato alla vostra vita
 affinchio possa tenermi la mia. Tu lo sapevi, non vero? Lo sapevi
 dall'inizio. E di certo lo sapeva anche Allanon. Sono in trappola,
 comunque mi giri, non cosLO faccio delle congetture su chi sare
 su cosa sar su come potrcontrollare il mio destino, e le mie
 parole sono prive di significato.
 俐alker, tu non sei legato a noiintervenne subito Cogline.
 雨isbiglio e io abbiamo lottato per salvarti perchlo volevamo.
 隹vete lottato perchera necessario affinchio potessi compiere la
 missione affidatami da Allanon. Non c'altra scusa perchio sia
 vivo. E se rifiuto di eseguirla ora, o se fallisco, tutto ciche 
 successo prima sarstato inutile!Doveva sforzarsi di non perdere il
 controllo mentre la sua voce minacciava di diventare un grido. 亮uarda
 cosa ne stato di me!
 Cogline attese un momento, poi disse con calma: 亟' davvero cos
 terribile? Sei stato ingannato a tal punto?
 Ci fu una pausa mentre Walker lo guardava di traverso. 促erchnon ho
 nulla da dire su ciche ne sardi me? Perchsono destinato a essere
 qualcosa che disprezzo? Perchdevo agire come non vorrei? Mi
 sorprendi, vecchio.
 俑a non abbastanza da indurti a rispondere?
 Walker scosse la testa disgustato. 俠e risposte sono prive di senso.
 Qualunque risposta io ti dessi finirebbe soltanto per ossessionarmi in
 seguito. In questa faccenda ho la sensazione di essere tradito dai
 miei stessi pensieri. Meglio occuparsi di ciche dato piuttosto che
 di ciche potrebbe essere, no?Sospir Il freddo della pietra gli
 entrava nelle ossa, ora lo sentiva per la prima volta. 侵o sono
 intrappolato qui come tesussurr
 Cogline si appoggialle mura del castello, guardando per un attimo se
 non poteva sparire dentro di esse. 隹llora organizza la fuga, Walker
 disse tranquillo. 俏on eludendo il tuo destino, ma accettandolo. Fin
 dall'inizio hai sostenuto che non avresti accettato di farti
 manipolare dai Druidi. Credi che io la pensi diversamente? Siamo
 entrambi vittime di circostanze messe in moto trecento anni fa, e
 nessuno di noi sarebbe quello che se potessimo scegliere. Ma non
 possiamo. Ed inutile inveire contro ciche ci stato fatto. Perci
 agisci in modo da volgere la situazione a tuo vantaggio. Fai quello
 che sei destinato a fare, diventa ciche devi diventare, e poi
 comportati come ritieni giusto.
 Il sorriso di Walker era ironico. 青osvorresti che mi trasformassi.
 Come faccio, Cogline? Ancora non me lo hai detto.
 青omincia con le Storie dei Druidi. Si dice che vi siano custoditi
 tutti i segreti della magia.La mano del vecchio afferr
 impulsivamente il suo braccio. 侮ai nel Castello e prendi le Storie
 dalla loro cripta, una alla volta, e vedi da te cosa possono
 insegnarti. Le risposte che cerchi devono stare ldentro. Almeno un
 punto da cui partire.
 俟儢 ammise Walker, rimuginando dentro di ssulla possibilitche
 Cogline avesse ragione, e cioche potesse ottenere quello che cercava
 non respingendo il suo destino ma piegandolo a proprio vantaggio. 俟
 un punto di partenza.
 Allora si alz e altrettanto fece Cogline. Walker rimase di fronte a
 lui in silenzio per un momento, poi tese il braccio sano e lo
 abbracci 俑i dispiace per quello che ti hanno fattosussurr 亟ra
 vero ciche dissi a Pietra del focolare prima che arrivasse Rimmer
 Dall - che avevo torto a rimproverarti per quanto era successo, e ti
 sono riconoscente per l'aiuto che mi hai dato. Troveremo il modo di
 uscire di qui, te lo prometto.
 Poi fece un passo indietro, e il sorriso di risposta di Cogline fu
 come un momentaneo raggio di sole che irrompeva nell'oscurit
 CosWalker Boh decise di entrare nel Castello, seguendo Cogline e
 Bisbiglio, tre spettri perfettamente a loro agio in un mondo
 crepuscolare. Il rifugio dei Druidi era scuro e massiccio, scintillava
 come un'immagine riflessa tra le ombre in uno stagno. La pietra dei
 muri, dei pavimenti e delle torri era fredda e priva di vita, e i
 corridoi giravano attorno simili a gallerie scavate sotto terra, buie
 e umide. C'erano ossa sparse qua e llungo le sale ricoperte da
 tappeti e rivestite da arazzi, i resti degli Gnomi morti quando
 Allanon aveva invocato la magia che aveva mandato il Castello fuori
 dalle Quattro Terre, trecento anni prima. Mucchi di polvere indicavano
 la fine degli Spettri Mord rimasti intrappolati ldentro, e di essi
 non rimaneva che un fruscio di un ricordo ermeticamente racchiuso
 dalle pareti.
 I passaggi andavano in ogni direzione, c'erano scale che correvano
 diritte o giravano attorno, una grande quantitdi corridoi che si
 aprivano nella pietra. Il silenzio era totale, fitto e profondo come
 le foglie della foresta in autunno avanzato, radicato nelle pareti del
 castello e inesorabile. Loro non lo sfidarono, passando senza dire
 parola attraverso la sua cortina, concentrando l'attenzione su ciche
 avevano davanti, sul sentiero che seguivano verso i sentieri che
 aspettavano. Tutt'attorno era un susseguirsi di porte e stanze vuote,
 spoglie e poco invitanti con i loro ornamenti di oscurit Le finestre
 si aprivano sul grigiore, una strana foschia che ottenebrava ogni cosa
 al di ldi esse, tanto da far sembrare il Castello simile a un'isola.
 Walker cercava una traccia della foresta che circondava la collina
 deserta sulla quale sorgeva Paranor, ma gli alberi erano scomparsi;
 oppure egli era uscito dalle Quattro Terre per finire nel nulla. Dai
 tappeti, dagli arazzi e dai dipinti, dalla pietra stessa, e perfino
 dal cielo era stato prosciugato il colore. C'era soltanto l'oscurit
 un grigio che sfidava ogni schiarita, che era vuoto e morto.
 Eppure c'era qualcos'altro. C'era la magia che teneva isolata Paranor.
 Era presente ovunque, invisibile e al contempo immediatamente
 rivelata, una sorta di nebbia vorticosa e verdastra. Essa volteggiava
 nell'ombra e ai margini delle visioni, malvagia e sicura, il sibilo
 della sua essenza simile a un sussurro di bisogno omicida. Non poteva
 toccarli, percherano protetti da un'altra magia e facevano tutt'uno
 con il Castello stesso. Ma poteva tenerli d'occhio. Poteva molestarli,
 provocarli e minacciarli. Poteva aspettare con la promessa di ciche
 sarebbe accaduto quando la loro protezione sarebbe venuta meno.
 Era strano che dovesse essere una presenza cosmanifesta; Walker Boh
 l'avvertsubito. Era come se la magia fosse una cosa vivente, un cane
 da guardia lasciato libero nel Castello, alla ricerca di intrusi per
 catturarli e poi annientarli. La sua presenza gli ricordava il
 Rastrello di Eldwist, un Serpide che perlustrava i terreni del suo
 padrone e li ripuliva lasciandoli privi di vita. Alla magia mancava la
 materia del Rastrello, ma la sensazione era la stessa. Era un nemico,
 Walker sentiva che alla fine avrebbe dovuto essere affrontato.
 Dentro la biblioteca dei Druidi, dietro le librerie dove era nascosta
 la cripta, trovarono le Storie, scaffali di volumi massicci, rilegati
 in pelle, disposti lungo le pareti del Castello, la magia che un tempo
 li aveva nascosti agli occhi mortali si era dissolta con la scomparsa
 del Castello dal mondo degli Uomini. Walker scruti libri,
 pensieroso, poi ne prese uno qualunque, si sedette e comincia
 leggere. Cogline e Bisbiglio gli tennero compagnia, in silenzio e con
 discrezione. Il tempo passava ma la luce non cambiava. A Paranor non
 c'erano il giorno e la notte. Non c'erano il passato e il futuro.
 C'erano soltanto il qui e ora.
 Walker non sapeva da quanto tempo leggeva. Non si stancava e non aveva
 bisogno di dormire. Non mangiava nbeveva, perchnon aveva nfame
 nsete. A un certo punto Cogline gli disse che nel mondo in cui era
 stata mandata Paranor le esigenze mortali non avevano senso. Essi
 erano fantasmi coscome erano due uomini e un gatto delle paludi.
 Walker non si mise a discutere. Non ce n'era bisogno.
 Lesse per ore o giorni, o addirittura per settimane; non sapeva per
 quanto tempo. All'inizio leggeva senza capire, vedendo semplicemente
 le parole scorrere sotto i suoi occhi, un racconto distante e remoto
 quanto la vita che aveva conosciuto prima dei sogni di Allanon. Lesse
 dei Druidi e dei loro studi, del mondo cui avevano cercato di dare
 vita dopo il cataclisma delle Grandi Guerre, del Primo Consiglio di
 Paranor, e dell'unificazione delle Razze scampate all'olocausto. Cosa
 avrebbe dovuto significare per lui? si chiese. Cosa poteva importare a
 quel punto?
 Terminun libro e ne prese un altro, poi un altro, sempre seguendo un
 suo filo, di volume in volume, cercando senza sosta qualcosa che gli
 dicesse ciche aveva bisogno di sapere. C'erano i resoconti di
 formule magiche e di scongiuri, di magie che potevano aiutare con poco
 impegno, di rimedi ottenuti col tatto e col pensiero, del soccorso
 degli esseri viventi, e del lavoro necessario a ridare integritalla
 terra. Li lesse, ma non ne ricavnulla. Come avrebbe dovuto fare per
 trasformarsi da ciche era in ciche si voleva che fosse? continuava
 a domandarsi. Dov'era scritto ciche avrebbe dovuto essere? Le pagine
 si susseguivano, le parole scorrevano, e le risposte rimanevano
 celate.
 Non findi leggere in una seduta, anche se non era distratto dai suoi
 bisogni mortali e non dormiva nmangiava nbeveva. Interrompeva per
 fare due passi ogni tanto, per pensare ad altro, e per consentire al
 cervello di liberarsi di tutto ciche le Storie raccontavano. A volte
 Cogline andava con lui, la sua ombra; a volte ci andava Bisbiglio. Era
 come se fossero tornati indietro a Pietra del focolare, a camminare
 lungo i sentieri, a farsi compagnia, a vivere ancora una volta
 nell'isolamento della valle. Ma Pietra del focolare non c'era pi
 distrutta dagli Ombrati, Paranor era buia e priva di vita, e non c'era
 desiderio, per quanto intenso, che potesse cambiare ciche era
 scomparso. Non era possibile nessun ritorno al passato, pensWalker
 pidi una volta. Tutto ciche era esistito prima era andato perduto.
 Dopo un po', comincia disperarsi. Aveva quasi finito di leggere le
 Storie dei Druidi e non aveva ancora scoperto niente. Aveva imparato
 tutto sui Druidi, sui loro insegnamenti e sulle loro credenze, su come
 erano vissuti e su cosa avevano cercato di realizzare, ma continuava a
 ignorare come avevano acquistato le loro capacit Non c'era nessuna
 indicazione sull'origine di Allanon, o sugli argomenti del suo
 insegnamento. Mancava qualsiasi riferimento circa la magia che aveva
 isolato il Castello e ciche poteva servire per rovesciare
 l'incantesimo.
 俏on riesco a venirne a capo, Coglinedovette ammettere alla fine
 Walker Boh, frustrato oltre ogni speranza, quando terminl'ultimo
 libro. 信o letto tutto, e non ho trovato nessun aiuto. E' possibile
 che manchino dei volumi? C'qualcos'altro da tentare?
 Ma Cogline scosse la testa. Le risposte, se ne esistevano in forma
 scritta, dovevano essere cercate l Non c'erano altri libri,
 nessun'altra fonte da consultare. Tutto era contenuto nelle Storie.
 Tutto lo studio sui Druidi cominciava e finiva l
 Allora Walker uscuna volta da solo, camminando a lunghi passi per
 l'atrio, pieno di rabbia, sentendosi tradito e ingannato, vittima del
 capriccio e della presunzione dei Druidi. Penscon amarezza a tutto
 ciche gli era stato fatto, a tutto ciche era stato costretto a
 sopportare. La sua casa era andata distrutta. Aveva perso un braccio
 ed era riuscito a malapena a salvarsi la vita. Gli avevano mentito e
 lo avevano imbrogliato pivolte. Lo avevano fatto sentire
 responsabile del destino di un intero mondo. Fu preso da un senso di
 pietper se stesso, e strinse le labbra in segno di ammonimento.
 Basta, si disse rimproverandosi. Era vivo, no? Altri non erano stati
 tanto fortunati. Era ancora ossessionato dal volto di Viridiana; non
 poteva dimenticare come gli era apparsa quando l'aveva lasciata
 cadere. "Ricordati di me", aveva detto lei supplicando Morgan Leah -
 ma si era rivolta anche a lui. "Ricordati di me" - come se chiunque
 l'avesse conosciuta avrebbe mai potuto dimenticarla.
 Distrattamente svoltin un corridoio che portava al centro del
 Castello e all'entrata del buio pozzo dal quale era sortita la magia
 che aveva isolato Paranor. La sua attenzione era ancora concentrata su
 Viridiana, e ricordper l'ennesima volta la visione del suo destino
 mostratagli dal Grimpond. Si sentcolmare di amarezza. La visione era
 stata esatta, naturalmente. Le visioni del Grimpond lo erano sempre.
 Dapprima la perdita del braccio, poi la perdita di Viridiana, poi...
 Si fermall'improvviso, trasalendo fino a rimanere immobile, una
 statua che fissava il vuoto al centro di un passaggio cavernoso.
 "Aveva dimenticato. C'era una terza visione". Fece un respiro profondo
 raffigurandosela nella mente. Si trovava in un castello fortificato,
 vuoto e privo di vita, inseguito a grandi passi da una morte alla
 quale non poteva scappare, incalzato senza sosta...
 Si guardattorno, ed espircon forza. "Questo castello"? Chiuse gli
 occhi cercando di ricordare. S poteva essere Paranor.
 Sentche il polso accelerava i battiti. Nella visione, provava il
 bisogno di correre, ma non poteva. Rimaneva immobile mentre la Morte
 si avvicinava. Una figura dalla lunga veste nera apparve dietro di
 lui, tenendolo stretto, impedendogli di fuggire.
 Allanon.
 Gli pareva che il silenzio diventasse opprimente. Cosa ne era stato
 della terza visione? si chiese. Quando si sarebbe dovuta verificare?
 Sarebbe successo l
 E d'un tratto cap La certezza che ne trasse lo sconvolse, ma non
 ebbe dubbi. La visione si sarebbe avverata, proprio come le altre, e
 si sarebbe avverata l Paranor era il castello, e la morte che lo
 incalzava era la magia nera evocata per isolare il Castello. Allanon
 era effettivamente dietro di lui, e lo teneva stretto non fisicamente,
 ma in modo ancora piefficace.
 Ma c'era dell'altro, certi aspetti delle cose che non aveva ancora
 indovinato. Non era predestinato che egli dovesse morire. Quello era
 il significato ovvio della visione del Grimpond, ciche il Grimpond
 voleva fargli credere. Le visioni erano sempre ingannevoli. Le
 immagini erano rivelate abilmente, e si prestavano a pidi una
 interpretazione. Come le tessere di un rompicapo, bisognava giocarci
 per scoprire come disporli.
 Gli occhi di Walker passarono in rassegna le ombre scure che erano in
 caccia tutt'attorno. E se avesse potuto trovare un modo per volgere
 l'astuzia del Grimpond a suo vantaggio? E se ora fosse stato capace di
 decifrare la previsione dello spirito maligno prima che accadesse? E
 se - osava appena abbandonarsi alla speranza - cosfosse riuscito a
 ottenere la chiave per capire il suo destino nel Castello dei Druidi?
 Un fuoco comincia crescere in lui, una determinazione bruciante. Non
 aveva ancora le risposte, ma aveva qualcosa di altrettanto utile: un
 modo per scoprire ciche erano.
 Ripensal suo ingresso a Paranor, all'incontro con Cogline e
 Bisbiglio. I tasselli mancanti erano l da qualche parte. Percorse a
 ritroso la sua lettura delle Storie dei Druidi, rivedendo le parole
 sulle pagine, sentendo di nuovo il peso dei volumi, la consistenza
 delle rilegature. Lc'era qualcosa, qualcosa che gli era sfuggito.
 Chiuse gli occhi, immaginando se stesso, seguendo tutto ciche era
 accaduto, collegandolo mentalmente a se stesso, come una sequenza di
 eventi. Scruttutto, standosene solo in quell'atrio, avvolto dalle
 ombre e dal silenzio, sentendo che la sua confusione cominciava a
 sfumare, che suoni nuovi e benvenuti cominciavano a sussurrargli
 qualcosa. Si inoltrnel piprofondo di s raggiungendo i punti pi
 oscuri dove si nascondono i segreti. La sua magia gli si fece incontro
 salutandolo. Si disse che se avesse cercato con insistenza e
 abbastanza a lungo, avrebbe potuto vedere tutto. Anda finire nella
 parte piimmobile, picalma di se stesso, lasciando che tutto
 scomparisse.
 Cosa si era lasciato sfuggire?
 "Chiunque avrla causa e il diritto dovresercitarlo al suo giusto
 fine".
 Spalancgli occhi di colpo. La sua mano prese a risalire lungo il
 corpo, a tentoni. Accuratamente nascosto nei vestiti, le dita
 trovarono ciche stavano cercando, e vi si serrarono intorno.
 La Pietra Nera degli Elfi.
 15.
 Wren Ohmsford si accovaccisenza parlare con i suoi compagni
 nell'oscuritdelle gallerie sotto la Chiglia mentre il Gufo lavorava
 in silenzio un po' piavanti, strofinando la pietra focaia contro la
 roccia per produrre una scintilla e accendere la torcia imbevuta di
 pece che reggeva in equilibrio sulle ginocchia. La magia che
 illuminava la galleria quando Wren era entrata nella cittora non
 c'era pi scomparsa con Arborlon e gli Elfi dentro il Loden. Triss
 era stato l'ultimo a entrare, portando Ellenroh dal ponte, e aveva
 chiuso ermeticamente la porta dietro di s mettendoli tutti al riparo
 dalla follia che infuriava fuori, ma intrappolandoli al tempo stesso
 nel calore e nel puzzo del fuoco del Killeshan.
 Una scintilla scoccnel buio davanti a loro, originando una fiamma
 arancione scuro che gettava ombre tutt'attorno. Le teste si volsero
 nella direzione in cui il Gufo si stava giavviando.
 俟brigatevisussurrloro, con la sua voce roca e incalzante. 亮li
 esseri scuri non ci metteranno molto a trovare la porta.
 Rapidi, strisciarono dietro di lui: Eowen, Dal, Gavilan, Wren, Garth,
 Triss che portava Ellenroh, e Cort che chiudeva la ritirata. Al di l
 scavando nella terra con la tenacia delle talpe, gli ululati e gli
 schiamazzi dei demoni li inseguivano. La fronte di Wren si imperldi
 sudore, il caldo della galleria era intenso e soffocante. Si
 stropiccigli occhi, scaccil'umiditirritante con un battito di
 palpebre, e si sforzdi stare al passo. La sua mente si distrasse
 mentre lei si affannava, e ricordEllenroh, in piedi al centro della
 testa di ponte, che invocava la magia del Loden, chiamando la luce che
 avrebbe spazzato via Arborlon e l'avrebbe trasportata nelle
 scintillanti profonditdella Pietra. Rivedeva la cittscomparire,
 svanire come se non fosse mai esistita - case, persone, animali,
 alberi, erba, ogni cosa. Ora Arborlon era affidata alla loro
 responsabilit stava a loro proteggerla, deposta in una magia che era
 forte solo quanto i nove uomini e donne ai quali era stata consegnata.
 Spinse da parte delle radici e delle ragnatele, e le parve quasi che
 l'enormitdel compito scendesse su di lei come un peso. Era soltanto
 una, lo sapeva, e neppure la piforte. Eppure non poteva sottrarsi
 alla sensazione che la responsabilitera soltanto sua, un'estensione
 dell'incarico di Allanon, il motivo per il quale era andata alla
 ricerca degli Elfi.
 Cercdi scrollarsi di dosso questa impressione, avvicinandosi a
 Gavilan nella fretta di continuare a correre.
 Poi, all'improvviso, la terra trem
 La fila si ferm tutti abbassarono la testa per proteggersi dalla
 sabbia che pioveva dalla volta della galleria. Il terreno fu scosso di
 nuovo, i tremori continuavano ad aumentare, scrollando la terra come
 se un gigante avesse afferrato l'isola tra le mani e stesse
 sforzandosi di scuoterla via.
 青osa sta succedendo?chiese Gavilan. Wren cadde sulle ginocchia per
 evitare di perdere l'equilibrio, sentendo la mano salda di Garth
 posarsi sulla sua spalla.
 俏on vi fermate!gridil Gufo. 俟brigatevi!
 Adesso correvano, rannicchiati contro una cappa di terra smossa che
 turbinava sospesa nell'aria. I tremori continuavano, un rimbombo
 proveniva da sotto, il suono aumentava e scemava, una serie di scosse
 li sbattcontro le pareti della galleria costringendoli a lottare per
 tenersi in piedi. I secondi passavano rapidi, sembrava che anch'essi
 fuggissero veloci dall'orrore che li inseguiva. Una parte della
 galleria crollalle loro spalle ricoprendoli di terra. Sentivano il
 rumore delle rocce che si spezzavano, della lava che andava in
 frantumi, quasi stesse aprendosi la crosta terrestre. Ci fu un tonfo
 fortissimo come se un grande so fosse caduto attraverso un crepaccio
 sul pavimento della galleria.
 亮ufo, portaci fuori di qui!urlGavilan preso dal panico.
 Poi furono di nuovo liberi, lottando per uscire dalla galleria
 attraverso un'apertura nella terra, scavandosi un varco con le unghie
 alla debole luce del mattino. Dietro di loro, la galleria croll
 completamente, scomparendo con uno spostamento d'aria, mentre la
 sabbia esplodeva dall'apertura dalla quale essi erano scappati. I
 tremori continuarono a scuotere le alture di Morrowindl, lacerandone
 la superficie, facendo vacillare le rocce che poi cadevano
 spaccandosi. Wren riusca mettersi in piedi con gli altri, ferma al
 riparo di una macchia di acacie morenti, guardando indietro dove erano
 stati.
 La Chiglia brulicava di demoni, i loro corpi erano dappertutto, mentre
 cercavano di scalare l'odiata barriera. La magia era scomparsa, ma le
 scosse telluriche che ne avevano preso il posto si rivelavano un
 ostacolo perfino pispaventoso. I demoni volavano dall'alto, cadevano
 urlando, sbattuti come foglie dagli alberi in una tempesta d'autunno.
 La Chiglia si spaccava e si apriva mentre la montagna sotto di essa
 sussultava, mentre pezzi di pietra rotolavano via e minacciava di
 crollare del tutto. Le fiamme spuntavano dalla terra, il cratere da
 cui la magia aveva tolto Arborlon era diventato un crogiuolo di calore
 e di fiamme. Il vapore soffiava e sgorgava sotto forma di geyser. In
 alto, sui fianchi del Killeshan, la crosta della montagna si era
 spaccata e cominciava a sgorgare la lava fusa.
 侵l Killeshan si risvegliatodisse piano Eowen, facendoli voltare
 tutti. 俠a scomparsa di Arborlon ha modificato l'equilibrio su
 Morrowindl; si formato un vuoto nella magia. La frattura arriva fino
 al cuore dell'isola. Il vulcano non piaddormentato, non pi
 stabile. Il fuoco al suo interno brucerpiintensamente, i gas e il
 calore aumenteranno, finchnon potranno piessere trattenuti.
 促er quanto tempo?chiese di scatto il Gufo?
 Eowen scosse la testa. 保re, qui sulle pendici alte, giorni, pigi
 Le brillavano gli occhi. 亟' l'inizio della fine.
 Ci fu un momento di silenzio indeciso.
 促er i demoni, forse, non per noi.Era stata Ellenroh a parlare, di
 nuovo in piedi, riavutasi dallo sforzo fatto per invocare la magia del
 Loden. Si era liberata dalla solida presa di Triss e camminava in
 mezzo a loro, trascinandoseli dietro, finchnon si volt
 fronteggiandoli. Appariva serena e per nulla spaventata. 俏essuna
 esitazione, adessoammon 俟cenderemo rapidamente, con calma, fino
 alle rive dello Spartiacque Azzurro e andremo via dall'isola,
 torneremo nella nostra terra. Rimanete uniti e con gli occhi bene
 aperti. Gufo, portaci fuori di qui.
 Aurin Striate si mise subito in marcia, e gli altri lo seguirono.
 Nessuno fece domande, tanto forte era la presenza di Ellenroh
 Elessedil. Wren lanciun'occhiata indietro per vederla avvicinarsi a
 Eowen, che sembrava essere caduta in trance, circondarla con le sue
 braccia, e allontanarla dolcemente. Dietro di loro, il bagliore del
 fuoco del vulcano faceva diventare la Chiglia e i demoni del colore
 del sangue. Sembrava che tutto fosse scomparso, lavato via da una
 colata vermiglia.
 Come ombre nella luce caliginosa, il gruppo scese lentamente lungo i
 pendii del Killeshan su un terreno accidentato fatto di un misto di
 lava solidificata, rami secchi e piante stentate. Adesso tutti i
 rumori erano dietro di loro, mentre i demoni convergevano su un nemico
 che, come stavano cominciando a scoprire, non c'era pi Davanti c'era
 soltanto la corrente continua del Rowen con le sue acque grigie che
 scendevano vorticose verso il mare. Le scosse li inseguivano, simili a
 brividi che si increspavano lungo le strisce di lava solida e
 scrollavano gli alberi e i cespugli; ma il loro impatto diminuiva a
 mano a mano che il gruppo si allontanava. Il "vog" rannuvolava l'aria
 davanti a loro, rendendo indistinti il chiarore della foschia
 mattutina e la conformazione del terreno. Il respiro di Wren divenne
 regolare, e il suo corpo si raffredd Non si sentiva piin trappola
 come nella galleria, e l'intensitdel calore diminu Comincia
 rilassarsi, a sentirsi parte della terra, mentre i suoi sensi si
 protendevano come invisibili antenne per individuare ciche stava
 nascosto.
 Eppure non riusca scoprire i demoni che li stavano aspettando prima
 dell'attacco. Ce n'erano pidi una decina, piuttosto piccoli e
 grinzosi, contorti come rami secchi, che si erano alzati sradicando
 cespugli per gettarsi su di loro. Eowen cadde a terra, e il Gufo
 scomparve sotto una scarica di membra. Gli altri reagirono, colpendo
 gli aggressori con tutto quello che avevano a portata di mano,
 raccogliendosi insieme attorno a Eowen per proteggerla. I Cacciatori
 Elfi lottarono con spietata ferocia, disperdendo i demoni come se non
 fossero che ombre. Il combattimento era finito quasi prima di
 cominciare. Uno degli esseri neri riusca fuggire; gli altri
 giacevano immobili sul terreno.
 Il Gufo ricomparve da dietro un rialzo, con una manica a brandelli, e
 il volto graffiato. Fece loro un cenno silenzioso, allontanandosi dal
 sentiero che stavano seguendo, e facendoli scendere rapidamente dalla
 cima di un'altura in uno stretto burrone che avanzava tortuoso nel
 "vog". Adesso stavano piattenti, in guardia contro altri attacchi,
 consapevoli che i demoni potevano essere ovunque, che non tutti erano
 andati sulla Chiglia. In alto il cielo era diventato di uno strano
 giallo mentre il sole saliva ancora di pi lottando persenza
 successo nel tentativo di passare attraverso il "vog". Wren camminava
 avanti lentamente con due lunghi pugnali in mano, gli occhi scrutavano
 attenti le ombre alla ricerca di qualsiasi segno di movimento.
 Si stavano avvicinando al Rowen quando Aurin Striate li fece fermare
 all'improvviso. Si accovacci accennando agli altri di imitarlo, poi
 si volt indicdi restare ldov'erano, e scomparve avanti dentro la
 foschia. Dopo meno di cinque minuti ricomparve. Scosse la testa in
 segno di avvertimento e li fece proseguire a sinistra. Stando bassi,
 avanzarono lungo una fila di massi fino al punto in cui un rialzo li
 nascose dal Rowen. Da lsi fecero strada parallelamente al fiume per
 oltre un miglio, poi ricomparvero cauti in cima a un'altura. Wren
 scrutla pigra superficie grigia del fiume, deserta e ampia, che si
 allontanava nella distanza.
 Tutto era immobile.
 Il Gufo li raggiunse, il volto coriaceo segnato dalle rughe. 俠e
 secche sono piene di cose con cui non vogliamo avere a che fare.
 Attraverseremo qui. E' troppo largo e profondo per nuotare. Dobbiamo
 traghettare. Costruiremo una zattera abbastanza grande da reggerci,
 ecco cosa dobbiamo fare.
 Prese con si Cacciatori Elfi per andare a raccogliere legna,
 lasciando Gavilan e Garth con le donne. Ellenroh andvicino a Wren e
 le diede un rapido abbraccio sorridendo rassicurante. Voleva dirle che
 andava tutto bene, ma c'era qualche traccia di preoccupazione sul suo
 viso. Poi si allontan
 俟enti la terra con le manile sussurrEowen all'improvviso,
 accovacciandosi vicino a lei. Wren tese la mano e lasciche le scosse
 salissero nel suo corpo. 侵ntorno a noi la magia va in frantumi -
 tutto ciche gli Elfi hanno cercato di costruire. Il tessuto della
 nostra arroganza e della nostra paura comincia a sfilacciarsi.I
 capelli color ruggine cadevano disordinati sugli occhi verdi assorti,
 ed Eowen aveva l'aspetto di qualcuno che si svegliasse da un incubo.
 非ovrdirtelo una buona volta, Wren. Dovrfartelo sapere.
 Poi anche lei si allontan andando a raggiungere la regina. Wren non
 sapeva esattamente di cosa stesse parlando, ma ritenne che si
 riferisse a Ellenroh e che, come gisapeva, ci fossero dei segreti
 che dovevano ancora essere rivelati.
 Il "vog" turbinava tutt'attorno, impedendo la vista del Rowen,
 serpeggiando nei crepacci della terra, trasformando ogni cosa al suo
 passaggio. Cort e Dal tornarono portando grossi pezzi di legno secco,
 poi scomparvero di nuovo. Il Gufo passattraverso l'oscuritdiretto
 verso il fiume, sottile come uno stecco e curvo come se andasse a
 caccia. Tutto si muoveva come se non fosse proprio l l'ombra di
 qualche ricordo semidimenticato che poteva trarre in inganno facendo
 credere a cose che non erano mai esistite.
 Un improvviso sconvolgimento scosse la terra sotto i suoi piedi,
 lasciandola a bocca aperta suo malgrado e costringendola ad abbassarsi
 in fretta per non perdere l'equilibrio. Le acque del Rowen sembravano
 gonfiarsi nettamente, accumulando forza in un'onda che si franse
 contro la riva e si diffuse in lontananza.
 Garth le toccla spalla. "L'isola sta andando a pezzi con queste
 scosse".
 Lei annu ripensando alla dichiarazione di Eowen secondo cui
 l'imminente cataclisma era il risultato di una rottura della magia.
 Aveva creduto che la veggente si riferisse solo all'uso del Loden da
 parte di Ellenroh, ma ora si accorgeva che voleva dire qualcosa di
 pi In quanto le aveva appena detto era implicito che la rottura
 della magia era piampia della semplice sparizione di Arborlon, che a
 un certo punto in passato gli Elfi avevano cercato di fare qualcosa di
 pie non ci erano riusciti e che tutto ciche stava accadendo ora
 era una diretta conseguenza di quel tentativo fallito.
 Accantoncon cura l'informazione per il momento in cui avrebbe potuto
 farne uso.
 Garth scese ad aiutare i Cacciatori Elfi che stavano cominciando a
 legare assieme i pezzi di legno per fare la zattera. Gavilan stava
 parlando a bassa voce con Ellenroh, e nei suoi occhi si rifletteva una
 collera inquieta. Wren lo osservattenta per un momento, confrontando
 quello che vedeva ora con ciche aveva visto prima, l'acuta tensione
 e la spensierata indifferenza, due immagini in netto contrasto.
 Gavilan la incuriosiva, era un complicato misto di possibilite di
 attrattive. Le piaceva, voleva averlo vicino. Ma in lui c'era nascosto
 qualcosa che la preoccupava, qualcosa che non riusciva a definire.
 隹ncora qualche minutoavvertil Gufo, passandole accanto come
 un'ombra e scomparendo di nuovo nella nebbia.
 Stava per rimettersi in piedi, quando una cosa piccola e veloce si
 staccdal sottobosco e le si lanciaddosso. Lei cadde di nuovo,
 agitando disperatamente le braccia nell'aria, poi si rese conto con
 stupore che si trattava di Fauno. Rise suo malgrado e si strinse lo
 Squeak al petto.
 亭aunodisse sommessa, strofinando il muso della strana creatura.
 青redevo che ti fosse accaduto qualcosa di terribile. Ma stai bene,
 non vero? S piccolino, stai proprio bene.
 Si rese conto che Ellenroh e Gavilan la stavano osservando piuttosto
 perplessi, percisi rimise subito in piedi, facendo segni con la mano
 per rassicurarli.
 信rrwwwll. Hai dimenticato la tua promessa?
 Si volse di scatto e trovStresa che guardava verso di lei dal
 margine dell'oscurit con tutti gli aculei ritti.
 Subito si inginocchi 青osanche tu stai bene, Signor Gatto
 Screziato. Ero in ansia per voi due. Non mi stato possibile uscire
 per vedere se eravate sani e salvi, ma speravo che lo foste. Vi siete
 trovati dopo che sono andata via?
 俟 Wren degli Elfirispose il Gatto Screziato, e le sue parole
 erano fredde e misurate. 促fftt. Lo Squeak arrivall'alba correndo,
 la pelliccia arruffata e ispida, parlando animatamente di te. Mi trov
 givicino al fiume dove stavo aspettando. E adesso... la tua
 promessa. Ricordi la tua promessa, non vero?
 Wren annusolennemente. 俠a ricordo, Stresa. Quando avessi lasciato
 la cittti avrei portato con me nelle Terre dell'Ovest. Manterrla
 promessa. Temevi il contrario?
 信ssst, pfftt!Il Gatto Screziato abbassgli aculei. 俟peravo che tu
 fossi una la cui parola significa qualcosa. Non come...Si
 interruppe.
 俏onnadisse Wren chiamando la regina, ed Ellenroh si avviverso di
 lei, i capelli ricci sparsi sul volto come un velo. 俏onna, questi
 sono miei amici, Stresa e Fauno. Hanno aiutato Garth e me a trovare la
 strada per arrivare alla citt
 隹llora sono anche amici mieidichiarEllenroh.
 俟ignorarispose Stresa stando sulle sue, niente affatto entusiasta,
 a quanto pareva.
 青os'questo?disse Gavilan giunto vicino a loro, con uno sguardo
 molto divertito. 俗no Sgatto? Credevo che fossero scomparsi tutti.
 侶ualcuno ne rimasto - sssttt - non grazie a voireplic
 freddamente Stresa.
 俘azza di sfrontato che non sei altro!Gavilan non potnascondere il
 suo disappunto.
 俏onnasi affretta dire Wren, mettendo fine alla disputa, 則o
 promesso a Stresa che andandocene dall'isola l'avremmo portato con
 noi. Devo mantenere la promessa. E verranche Fauno.Strinse a slo
 Squeak dalla soffice pelliccia, che non aveva ancora rivolto lo
 sguardo verso di lei dalla spalla dove continuava a tenere il capo
 sprofondato, avvinto come una seconda pelle.
 Ellenroh sembrava dubbiosa, come se portarsi appresso gli animali
 presentasse qualche difficoltche Wren non comprendeva. 俏on so
 rispose tranquilla. Il vento soffiava attorno a lei, acquistando forza
 nell'oscurit Rivolse lo sguardo verso i Cacciatori Elfi, impegnati
 ora a caricare gli zaini e i rifornimenti sulla zattera, e poi
 disse:俑a se hai dato la tua parola...
 俚ia Ell!scattGavilan in collera.
 La regina lo fisscon uno sguardo di ghiaccio. 俟tai zitto, Gavilan.
 俑a tu conosci le regole...
 俟tai zitto!
 La rabbia traspariva apertamente sul volto di Gavilan. Evitdi
 guardare la regina e Wren fissando invece Stresa. 侶uesto un errore.
 Tu dovresti saperlo molto bene, Sgatto. Ricordi chi ti ha fatto?
 Ricordi perch
 亮avilan!La regina era livida. I Cacciatori Elfi si rialzarono di
 scatto dal loro lavoro e volsero lo sguardo indietro verso di lei. Il
 Gufo riapparve in mezzo alla nebbia. Eowen anda mettersi vicino alla
 regina.
 Gavilan tenne duro ancora un momento, poi si gire scese a grandi
 passi verso la zattera. Ellenroh, senza rivolgersi a nessuno in
 particolare, disse con voce esile e smarrita: 俑i dispiace
 A questo punto si allontananche lei, trascinandosi appresso Eowen,
 il cui viso appariva cosaffranto che Wren si trattenne dal seguirla.
 Guardinvece Stresa. Il Gatto Screziato sorrideva amaramente. 俏on
 vuole che lasciamo l'isola. Fffttt. Nessuno di loro lo vuole.
 青osa sta succedendo?gli chiese Wren, arrabbiata anche lei, adesso,
 sconvolta dall'animositche la comparsa di Stresa aveva suscitato.
 俘rrwwll. Wren Ohmsford. Non lo sai? Hsst. Davvero non lo sai?
 Ellenroh Elessedil tua nonna, e tu non lo sai. Che strano!
 侮ieni, Wrendisse il Gufo, che passava di lper l'ennesima volta,
 toccandola lievemente sulla spalla. 亟' ora di muoversi. Sbrigati,
 ora.
 I Cacciatori Elfi stavano spingendo la zattera giverso il bordo del
 fiume, e gli altri si affrettavano a seguirli. 非immi!scattlei,
 rivolgendosi a Stresa.
 俗na gita lungo il Rwwlll Rowen non mi sembra proprio la cosa pi
 divertentedisse il Gatto Screziato, ignorandola. 俑i siederproprio
 nel mezzo, se permettete. Hsssttt. E se non permettete, fa lo stesso.
 Una nuova serie di fremiti scosse l'isola, e nella foschia dietro di
 loro il Killeshan esplose in una pioggia di fuoco. Cenere e fumo
 eruppero accompagnati da un sordo brontolio proveniente dalle viscere
 della terra.
 Ora stavano chiamando Wren, e lei corse verso di loro, Stresa un passo
 avanti, Fauno aggrappato al collo. Era furibonda: nessuno voleva
 confidarsi con lei, e in sua presenza discutevano argomenti dei quali
 lei era tenuta volutamente all'oscuro. Odiava essere trattata in quel
 modo, e stava diventando evidente che a meno che lei non avesse
 insistito sulla cosa, nessuno le avrebbe mai detto nulla sugli Elfi e
 su Morrowindl.
 Raggiunse la zattera mentre la stavano spingendo nel Rowen, incroci
 lo sguardo ostile di Gavilan e si spostdeliberatamente in modo da
 stare molto vicino a Garth. I Cacciatori Elfi erano ginel fiume con
 l'acqua fino al ginocchio, e tenevano ferma la zattera. Stresa salta
 bordo senza che nessuno glielo chiedesse e si sedette in mezzo agli
 zaini e ai rifornimenti, proprio come aveva minacciato di fare.
 Nessuno obiett nessuno disse niente. Eowen e la regina furono
 guidate ai loro posti da Triss, che stringeva lo Scettro con tutte e
 due le mani. Wren e Garth seguirono. Insieme, i componenti del piccolo
 gruppo scostarono la zattera dalla riva sporgendosi in avanti,
 attaccandosi con le mani alle corde preparate apposta per garantire
 una presa.
 Entrarono quasi immediatamente nella corrente che comincia farli
 allontanare. Quelli che stavano pivicino alla riva davano delle
 spinte per evitare i banchi di sabbia, le rocce e le radici degli
 alberi contro cui potevano rimanere impigliati. Il Killeshan
 continuava a eruttare, vomitando nell'aria fuoco e cenere, come se il
 vulcano esprimesse brontolando la sua scontentezza. Il cielo si oscur
 con questo nuovo strato di "vog", che accrebbe la nuvolosit
 ostacolando ulteriormente la luce. La zattera si spostverso il
 centro del fiume, dondolandosi al movimento dell'acqua, e acquistando
 sempre pivelocit Il Gufo gridle istruzioni ai suoi compagni, ed
 essi cercarono invano di manovrare la zattera per indirizzarla verso
 la riva opposta, ancora lontana. Sul lato dal quale si erano staccati,
 attraverso la lava solidificata esplosero dei geyser, mentre lo strato
 di pietra delle terre alte si frantumava, lanciando vapore e gas con
 forza verso il cielo. Il Rowen fremette per i forti brontolii della
 terra e comincia reagire. Le acque si agitarono e si formarono dei
 vortici. Ammassi di detriti passavano, trasportati tumultuosamente
 sulla superficie del fiume. La zattera era colpita e scagliata in
 alto, e coloro che vi erano attaccati erano costretti a spendere tutte
 le energie per non farsi sbalzare in acqua.
 俊irate dentro le gambe!avvertcon un grido il Gufo. 俊enetevi
 stretti!
 Erano trascinati dalla corrente, la riva sfilava in una visione
 confusa di alberi e cespugli frastagliati, di accidentate distese di
 lava, di nebbia e foschia. Il vulcano scomparve dietro di loro,
 coperto da un'ansa del fiume e dall'inizio della valle in cui esso si
 gettava. A Wren pareva che le cose la colpissero e le si conficcassero
 nella pelle, sbattessero contro di lei e filassero via, e passassero
 roteando come strattonate da qualcosa di invisibile. Cominciarono a
 dolerle mani e dita per lo sforzo di tenersi stretta alle corde,
 mentre era tutta intirizzita dalle montagne di acqua gelida che le si
 rovesciavano addosso. La furia del fiume soffocava il ruggito del
 vulcano, ma lei riusciva ancora a sentirlo fremere sotto di s
 scuotendosi, indietreggiando in preda a nausea e convulsioni. Davanti
 a loro si profilarono delle scogliere, che si innalzavano come pareti
 insormontabili. Poi ci si trovarono in mezzo, la roccia si apr
 miracolosamente per consentire al Rowen di precipitarsi in una stretta
 gola. I primi minuti le rapide furono cosimpetuose che la zattera
 parve sul punto di infrangersi contro le rocce. Poi furono di nuovo in
 acque tranquille, perchil canale si allargava ancora una volta.
 Filarono attraverso una serie di ampie anse e uscirono in un lago che
 si estendeva a perdita d'occhio nella foschia verde della giungla.
 Il fiume rallente si calm La zattera smise di ruotare su se stessa
 e comincia galleggiare pigramente verso il centro del lago. La
 nebbia incombeva fitta sulla superficie scintillante, impedendo la
 vista della riva su entrambi i lati. Da chissdove, in lontananza,
 risuonava il brontolio rabbioso del Killeshan.
 Al centro della zattera, Stresa sollevla testa incerto e si guard
 attorno. Gli occhi acuti del Gatto Screziato si mossero rapidi alla
 ricerca di quelli di Wren. 俟sspppttt! Dobbiamo andare via di qui!
 disse incalzante. 侶uesto un posto dove non prudente stare! Laggi
 c'il Murk dell'Eden!
 青osa stai borbottando?brontolGavilan irritato.
 Ellenroh spostla sua presa sullo Scettro che giaceva di traverso
 sulla zattera. 亮ufo, sai dove ci troviamo?
 Aurin Striate scosse la testa. 俑a se il Gatto Screziato dice che non
 sicuro...
 Le acque dietro di lui si aprirono con gran fragore, e apparve
 un'enorme testa nera ricoperta di squame. Emerse lentamente nella
 foschia, in equilibrio in cima a un corpo grosso e sinuoso, fatto di
 scaglie e protuberanze che si increspavano e si flettevano nella
 semioscurit Dalle fauci penzolavano appendici filamentose, simili a
 tentacoli che si contorcevano alla ricerca di cibo. La bocca
 verdastra, aprendosi, scopruna doppia fila di denti affilati. Si
 attorciglifino a incombere su di loro, a non pidi una quindicina
 di metri, e poi sibilcome un serpente calpestato.
 俗n serpente!蜢ridEowen.
 I Cacciatori Elfi si stavano gispostando, cambiando in fretta
 posizione in modo da venire a trovarsi tra il mostro e i passeggeri.
 Con le armi in pugno, cominciarono a spingere la zattera verso la riva
 opposta. Un tentativo inutile. Il serpente nuotava inseguendoli senza
 il minimo rumore, quasi senza nessuno sforzo per raggiungerli,
 abbassando la testa minaccioso, con le fauci spalancate. Wren si dava
 da fare accanto a Garth per spostare l'imbarcazione, ma la riva
 sembrava molto lontana. Gli aculei di Stresa si rizzarono in tutte le
 direzioni, e la sua testa scomparve.
 Mentre erano ancora a un centinaio di metri dalla riva, il serpente li
 colpcon la coda, facendola oscillare su di loro dal di sotto,
 sollevando la zattera e i nove passeggeri fuori dall'acqua e facendoli
 roteare nell'aria. Volarono per un breve tratto e poi ricaddero con un
 "whump" che tolse loro il respiro. Le prese si allentarono, e persone
 e carico rotolarono via. Eowen fece un tonfo terribile, and
 sott'acqua, e fu tirata su da Garth. La zattera aveva cominciato a
 rompersi per l'urto, i legami si allentavano, i tronchi si separavano.
 Il Gufo urldi gettarsi a nuoto, cosa che fecero, freneticamente,
 furiosamente, perchnon avevano altra scelta.
 Il serpente si avventdi nuovo su di loro, emerse dal Rowen soffiando
 e spruzzando acqua dappertutto. Il suo grido pareva un colpo di tosse,
 profondo e rimbombante mentre si lanciava col corpo flesso e
 attorcigliato, smisurato e mostruoso finchsi calava sulla preda. Non
 appena urtla zattera, Wren e Garth furono sbalzati fuori,
 trascinando con loro Ellenroh e Fauno. Wren vide Gavilan tuffarsi,
 guardgli altri che si sparpagliavano, poi il serpente colpe tutto
 scomparve in un'esplosione di acqua. La zattera fina una certa
 distanza, ridotta in frantumi. Wren sparsott'acqua, con Fauno
 disperatamente attaccato a lei. Riaffior sputacchiando alla ricerca
 di aria. Le teste ballonzolavano nell'acqua, mentre le onde provocate
 dall'attacco si rovesciavano su di loro. La testa del serpente si
 ritirava di nuovo nella foschia ma questa volta Triss e Cort l'avevano
 afferrata, infilzandola e tagliandola accanitamente con le loro spade.
 Alcune scaglie e del sangue nero schizzarono via, e il mostro lanci
 urla furiose. Il suo corpo si dibattnel tentativo di scuotersi di
 dosso gli aggressori e poi si immerse. Mentre spariva sott'acqua,
 Triss riusca conficcargli la spada nella testa e si allontan Cort
 gli stava ancora addosso e lo colpiva, la sua giovane faccia tesa in
 una smorfia truce.
 Il corpo del serpente si abbandona movimenti convulsi, scaraventando
 lontano chiunque incontrava. Alcuni tronchi sparsi furono fatti
 volteggiare in aria.
 Uno raggiunse Wren e le assestun colpo alla testa. Lei vide per un
 attimo il serpente che si immergeva, Garth che trascinava Eowen verso
 la riva, Ellenroh e il Gufo attaccati ad altri relitti della zattera,
 e poi tutto divenne nero.
 Si lasciandare, insensibile, libera da impedimenti, completamente
 stordita. Si accorgeva di sprofondare, ma non poteva evitarlo. Mentre
 l'acqua si chiudeva su di lei trattenne il fiato, poi fu costretta a
 lasciarlo andare e sentl'acqua entrarle nei polmoni. Gridsenza
 produrre alcun suono, la sua voce era perduta per lei. Sentiva il peso
 delle Pietre Magiche attorno al collo; sentiva che cominciavano a
 scottare.
 Poi qualcosa l'afferre comincia tirare, qualcosa che si attacc
 dapprima alla tunica, poi scivolattorno al corpo. Dapprima una mano,
 poi un braccio - era stata afferrata da un'altra persona. Lentamente
 comincia risalire.
 Riaffior sputando e tossendo, lottando per respirare mentre buttava
 l'acqua fuori dai polmoni. Il suo soccorritore era dietro di lei, la
 stava tirando in salvo. Si distese faticosamente sul dorso e non fece
 resistenza, ancora intontita dal colpo e dall'essere stata sul punto
 di affogare. Sbattle palpebre per liberarle dall'acqua e diede
 un'occhiata indietro sul Rowen. Si stendeva in una lucentezza
 d'argento agitata, sulla quale non rimaneva piniente se non il
 relitto della zattera. Il serpente era scomparso. Sentiva delle voci,
 quella di Eowen, del Gufo, e una o due altre. Udchiamare il suo
 nome. Fauno non era piattaccato a lei. Che ne era stato di lui?
 Poi la riva apparve alla vista da entrambi i lati, il suo salvatore
 smise di nuotare e si alzin piedi, sollevandola e facendola voltare.
 Allora si trova faccia a faccia con Gavilan.
 俟tai bene, Wren?le chiese ormai senza fiato ed esausto per lo
 sforzo. 亮uardami.
 Lo fisse la rabbia che le aveva suscitato in precedenza scomparve
 quando vide riflesse sul suo volto la preoccupazione e una traccia di
 paura, sincere e spontanee.
 Afferril suo braccio 侮a bene. Tutto bene.Tirun lungo, benefico
 respiro. 亮razie, Gavilan.
 Lui parve sorprendentemente a disagio. 隹vevo detto che ero pronto ad
 aiutarti se ne avessi avuto bisogno, ma non mi sarei mai aspettato che
 tu accettassi la mia offerta cospresto.
 L'aiuta raggiungere Ellenroh che l'aspettava per abbracciarla. La
 regina la strinse a simpaziente e sussurrqualcosa appena
 percettibile, parole che non avevano bisogno di essere udite e capite.
 C'erano anche Garth e il Gufo, fradici e con l'aria dispiaciuta, ma
 illesi. Vide la maggior parte dei loro rifornimenti ammucchiati in
 riva all'acqua, completamente inzuppati ma in salvo. Eowen,
 scarmigliata e sfinita, era sotto un albero e Dal si occupava di lei.
 亭auno!chiam e udsubito squittire. Guardsul Rowen e vide lo
 Squeak attaccato a un pezzo di legno a diverse decine di metri di
 distanza. Si precipitdi nuovo in acqua finchnon le arrivquasi al
 collo, e a quel punto il suo compagno dalla morbida pelliccia si mise
 a nuotare veloce verso di lei, arrampicandosi subito sulla sua spalla
 mentre lo riportava a riva. 亟ccoti qui, piccolino, sei salvo anche tu
 ora, non vero?
 Un momento dopo Triss giunse a riva barcollando; il viso abbronzato
 dal sole era pieno di graffi su un lato, i vestiti laceri e
 insanguinati. Rimase seduto abbastanza a lungo da permettere al Gufo
 di controllare come stava, poi si alze tornvicino al fiume con gli
 altri. In piedi tutti assieme, guardarono la superficie deserta delle
 acque.
 Non c'era segno ndi Cort ndi Stresa.
 俏on ho pivisto lo Sgatto dopo che il serpente ha colpito la zattera
 l'ultima voltadisse Gavilan, quasi con l'aria di scusarsi. 俑i
 dispiace, Wren. Mi dispiace davvero.
 Lei annusenza rispondere, incapace di parlare, in preda a un dolore
 troppo forte. Rimase rigida e inespressiva mentre perlustrava invano
 in cerca del Gatto Screziato.
 "E' la seconda volta che lo abbandono", pensava.
 Triss si abbassper stringere i lacci alla spada che aveva preso dai
 bagagli messi in salvo. 青ort andato sott'acqua col serpente. Non
 credo che ce l'abbia fatta a liberarsi.
 Wren lo udappena, presa dalle sue tristi riflessioni. "Avrei dovuto
 cercarlo quando la zattera affondata. Avrei dovuto tentare di
 aiutarlo".
 In realt anche se pensava questo, sapeva che non avrebbe potuto fare
 niente.
 非obbiamo andaredisse con voce calma il Gufo. 俏on possiamo stare
 qui.
 Come se volesse dare maggiore forza a quelle parole, il Killeshan fece
 udire il suo brontolio a distanza, e in risposta, la foschia prese a
 turbinare pigramente. Esitarono ancora un momento, si avvicinarono
 tutti alla riva, mentre l'acqua sgocciolava dai loro vestiti, in
 silenzio e immobili. Poi si allontanarono lenti, uno dopo l'altro.
 Dopo avere raccolto gli zaini e le provviste e avere controllato che
 le loro armi fossero a posto, si avviarono a lunghi passi entrando
 nella foresta.
 Dietro di loro, il Rowen si allontanava come un sudario grigio
 argento.
 16.
 Il gruppo aveva percorso poche centinaia di metri dalla riva del Rowen
 quando gli alberi finirono ed ebbe inizio l'incubo. Un'enorme palude
 si apriva davanti a loro, una serie di pantani fitti di falaschi dalle
 foglie seghettate e di erbacce intrecciate con rade distese di vecchie
 acacie e di cedri i cui rami erano cresciuti stretti gli uni agli
 altri in quello che sembrava un ultimo disperato tentativo di evitare
 di essere trascinati nel fango. Molti erano gicaduti per met il
 viluppo delle radici era stato messo a nudo dall'erosione, i tronchi
 massicci erano curvi come giganti feriti. Attraverso il groviglio
 degli alberi morenti e della boscaglia stentata, la palude si
 estendeva a perdita d'occhio, come un vasto e impenetrabile acquitrino
 avvolto dalla foschia e dal silenzio.
 Il Gufo li fece fermare percherano giunti in un luogo poco sicuro, e
 stettero a guardare incerti in tutte le direzioni, alla ricerca della
 sia pur minima traccia di un sentiero. Ma non c'era niente da fare. La
 palude era un labirinto inaccessibile, su cui gravava una cappa di
 nuvole.
 俠e Tenebre dell'Edenmormoril Gufo sommessamente.
 Non avevano molte possibilitdi scelta. Potevano tornare indietro
 fino al Rowen e seguire il fiume a valle o a monte finchnon si fosse
 presentato un percorso migliore, oppure potevano andare avanti
 attraverso la palude. In entrambi i casi, alla fine avrebbero dovuto
 scalare il Blackledge perchsi erano spostati troppo in basso per
 raggiungere la vallata e i passi che avrebbero permesso di effettuare
 una discesa pifacile. Non restava abbastanza tempo per cercare di
 rifare tutta la strada a ritroso; ormai i demoni erano sicuramente
 ovunque. Il Gufo temeva che potessero stare giperlustrando la riva
 del fiume. Propose di procedere spediti. Il viaggio sarebbe stato
 infido, ma i demoni non sarebbero arrivati ltanto presto a cercarli.
 Un giorno, due al massimo, e avrebbero raggiunto le montagne.
 Dopo una breve discussione, i superstiti del gruppo si dissero
 d'accordo. Nessuno di loro, eccetto Wren e Garth, era stato fuori
 dalla cittda quasi dieci anni; la ragazza Rover e la sua fidata
 scorta avevano attraversato il territorio solo una volta e sapevano
 ben poco su come evitarne i pericoli. Il Gufo era vissuto lper anni.
 Nessuno era preparato a contraddirlo.
 Cosebbe inizio la traversata delle Tenebre dell'Eden. La marcia era
 aperta dal Gufo, seguito da Triss, Ellenroh, Eowen, Gavilan, Wren,
 Garth e Dal. Camminavano in fila indiana, dietro ad Aurin Striate, il
 quale cercava di trovare un percorso che offrisse un appoggio solido
 attraverso l'acquitrino. La maggior parte delle volte ci riusciva,
 perchesistevano ancora tratti di terreno non completamente invasi
 dalla palude. Ma ogni tanto erano anche costretti a scendere
 nell'acqua oleosa e nel fango, passando lungo chiazze di erba alta e
 di boscaglia, tenendosi con le mani per evitare di scivolare, con
 l'impressione che quel sudiciume li succhiasse con avidit tentando
 di tirarli dentro. Avanzavano lenti e cauti nel buio, avvertiti dal
 Gufo di procedere in fila serrata, di scrutare attentamente nella
 foschia se l'acqua gorgogliava e il fango eruttava.
 Le Tenebre dell'Eden, nonostante la cappa di silenzio che gravava su
 di esse, erano un rifugio per un numero imprecisato di esseri viventi.
 La maggior parte non si vedevano mai e si sentivano appena. Animali
 alati volavano come ombre nell'oscurit silenziosi al passaggio,
 agili e furtivi. Gli insetti ronzavano in maniera insopportabile,
 alcuni erano iridescenti e grandi quanto la mano di un bambino. Esseri
 simili a ratti o toporagni svolazzavano attorno agli alberi rimasti,
 arrampicandosi come gatti e scomparendo un attimo dopo che erano stati
 scoperti. C'erano anche altri animali, alcuni dei quali enormi, che
 sguazzavano e grugnivano nel silenzio, nascosti nell'oscurit come
 predatori che si aggiravano nelle acque piprofonde. Nessuno li vide
 mai, nonostante fossero sempre molto attenti.
 Il giorno si trascinava in un lento agonizzante movimento verso
 l'oscurit Il gruppo si fermuna volta a mangiare, stretti tutti
 insieme su un tronco semisommerso dalla palude, seduti di schiena uno
 contro l'altro mentre gli occhi scrutavano la cortina di "vog". L'aria
 diventava calda e fredda alternativamente, come se le Tenebre
 dell'Eden fossero state fatte a compartimenti stagni e avessero pareti
 invisibili tutt'attorno. L'acqua della palude, come l'aria, poteva
 essere gelata o tiepida, profonda in certi punti e bassa in altri, un
 miscuglio di colori e di odori, nessuno dei quali era piacevole,
 mentre tutti si attaccavano e attingevano alla vita che si svolgeva
 sopra. Di tanto in tanto la terra tremava, a ricordare che da qualche
 parte alle loro spalle il Killeshan continuava a minacciare, con i gas
 e il calore che si accumulavano all'interno, e la lava che sgorgava
 dalla sua bocca per scorrere bruciando tutto ciche incontrava lungo
 il fianco della montagna. Wren se lo raffigurmentre arrancava a
 fatica insieme agli altri, con l'aria soffocata dal "vog", la terra un
 tappeto di fuoco, ogni cosa avvolta da strati sovrapposti di vapore e
 di cenere. La Chiglia era andata ormai distrutta. E cosa ne era stato
 dei demoni? si chiedeva. Erano scappati anche loro, oppure erano
 troppo insensati per temere perfino la lava? Se avevano deciso di
 fuggire, dove erano finiti?
 Ma conosceva la risposta a quest'ultima domanda. C'era un solo posto
 dove potevano andare.
 "Sarebbero stati spinti dal loro assedio a riattraversare il Rowen",
 le segnalGarth con una smorfia quando lei gli chiese cosa ne
 pensasse. Camminavano insieme momentaneamente per un raro tratto di
 terra dove la palude era ancora tenuta a bada per poco pidi un
 metro. "Ripartiranno in direzione delle falesie, proprio come abbiamo
 fatto noi. Se siamo troppo lenti, li avremo addosso prima di riuscire
 a farcela".
 "Forse non arriveranno fin qui scendendo lungo il fiume", azzardlei
 piena di speranza, facendo segni con le dita. "Potrebbero seguire la
 vallata perchpifacile".
 Garth non si diede la pena di rispondere. Non era tenuto a farlo. Wren
 sapeva quanto lui che se i demoni avessero seguito la valle scendendo
 dal Blackledge, avrebbero raggiunto le parti pianeggianti dell'isola
 prima di loro e li avrebbero aspettati sulla spiaggia.
 Pensava spesso a Stresa, cercando di ricordare quando lo aveva visto
 per l'ultima volta dopo l'attacco del serpente, tentando di richiamare
 alla memoria qualcosa che potesse darle anche la benchminima
 speranza che se l'era cavata. Ma non le veniva in mente nulla. Un
 attimo prima era l accovacciato in mezzo ai bagagli, e subito dopo
 era scomparso insieme a tutto il resto. Si affliggeva in silenzio per
 lui, senza riuscire a impedirselo, piaffezionata a lui di quanto non
 avrebbe dovuto esserlo, di quanto non avrebbe dovuto permettersi di
 diventarlo. Teneva stretto Fauno e si meravigliava di se stessa,
 sentendosi stranamente diversa da ciche era stata un tempo, estranea
 a tutto, non picossicura di sper l'addestramento ricevuto, cos
 fiduciosa nelle proprie capacit coscerta di essere prima di tutto
 una Rover e che il resto non aveva importanza.
 Troppo spesso le dita le scivolavano sotto la tunica per cercare le
 Pietre Magiche. Le Tenebre dell'Eden erano immense e implacabili, e
 minacciavano di intaccare il suo coraggio e la sua forza. Le Pietre la
 rassicuravano; la magia Elfica significava potere. Si odiava per
 questa sensazione, per aver bisogno di contare su di loro. Un giorno
 solo fuori da Arborlon, e aveva gicominciato a disperare. E non era
 la sola. Poteva vedere il disagio negli occhi di tutti gli altri,
 perfino in quelli di Garth. Morrowindl aveva sugli esseri umani un
 effetto che trascendeva la ragione, che seppelliva il pensiero
 razionale sotto una montagna di paura e di dubbio. Era nell'aria,
 nella terra, nella vita attorno a loro, una specie di follia che
 sussurrava insidiosi avvertimenti e che toglieva la vita senza
 pensarci due volte. Cercdi nuovo di immaginarsi l'isola com'era
 stata prima e non ci riuscneppure questa volta. Non era in grado di
 vedere oltre ciche era, ciche era diventata.
 Ciche gli Elfi e la loro magia avevano fatto di lei.
 E pensancora una volta ai segreti che tutti le stavano nascondendo,
 Ellenroh, il Gufo, Gavilan. Ma Stresa li conosceva. Lui glieli avrebbe
 detti. Ora ci sarebbe stato qualcun altro.
 A un certo punto toccEowen sulla spalla e le chiese sottovoce: 俟ei
 in grado di vedere qualcosa di ciche deve accaderci? Puoi fare uso
 della tua vista?
 Ma la donna pallida dagli occhi di smeraldo le rivolse un sorriso
 triste e rispose: 俏o, Wren, essa offuscata dalla magia che emana
 dal centro dell'isola. Arborlon mi dava riparo e mi permetteva di
 vedere. Qui c'solo follia. Forse se riesco ad arrivare oltre le
 scogliere fin dove giungono la luce del sole e il profumo del mare...
 la voce si spense.
 Poi il buio calcon un lento succedersi di veli grigi che
 gradualmente schermarono la luce. Avevano camminato da metmattina e
 ancora non c'era traccia del Blackledge, nessun indizio della fine
 della palude. Il Gufo comincia cercare un posto dove trascorrere la
 notte, avvertendoli di stare molto piattenti ora che la presenza
 delle ombre giocava brutti scherzi agli occhi. Il silenzio del giorno
 lasciava il posto a una marea montante di rumori notturni, un misto di
 suoni gravi e acuti, che provenivano dalle chiazze piscure e
 riecheggiavano nel buio. Qua e lalcuni tratti del fogliame
 cominciavano a brillare di una fosforescenza argentea, e gli insetti
 volanti scintillavano e sparivano saltellando sul fango.
 La sagoma allampanata di Aurin Striate procedeva davanti a tutti
 aprendo la strada come un pugnale, curvo contro l'oscuritinvadente.
 Wren vide Ellenroh superare Triss e chinarsi in avanti per dire
 qualcosa al Gufo. Il gruppo stava attraversando una macchia di erbacce
 alte fino alla vita, e alla loro sinistra la luce morente brillava
 opaca sulla superficie della palude.
 All'improvviso dall'acqua si alzuna specie di geyser mentre qualcosa
 di enorme affiorava per ghermire una preda ignara; le mascelle si
 chiusero con uno scatto e l'animale si immerse scomparendo dalla
 vista. Tutti fecero un balzo e per un istante si distrassero. Wren
 vide il Gufo voltarsi indietro a met avvertendoli con le mani. Vide
 anche qualcos'altro, qualcosa che era mezzo nascosto nell'oscurit
 davanti a lei. Ci fu un accenno impercettibile di movimento.
 Un secondo dopo, udil rumore di un fischio che non le era nuovo.
 Garth non poteva averlo sentito, naturalmente, eppure qualcosa lo
 avvertdel pericolo, ed egli si lanciaddosso a Wren e a Eowen
 trascinandole a terra con s Dietro di loro Dal si lascicadere
 istintivamente. Davanti, il Gufo fece scudo col suo corpo a Ellenroh
 Elessedil, spingendola indietro verso Triss e Gavilan. Si udun
 rumore come di una lacerazione o di uno strappo mentre una grandine di
 aghi fendeva il fogliame. Wren udun brontolio di sorpresa. Poi si
 trovarono tutti distesi in mezzo all'erba, respirando pesantemente
 nell'improvviso silenzio.
 "Una Lanciadardi"!
 Il nome graffiava come ruvida corteccia d'albero sulla nuda pelle
 mentre lei lo urlava dentro di s Rammentche all'andata un dardo
 quasi la uccideva. Il braccio di Garth si allentattorno alla sua
 vita, e lei gli fece un rapido segno quando la faccia barbuta si
 avvicinalla sua.
 Davanti, udla nonna singhiozzare.
 Dimenticando tutto il resto, si precipitfuribonda attraverso l'erba
 alta, mentre gli altri si affrettarono a seguirla. SuperGavilan, che
 stava ancora cercando di immaginare cosa accadeva, e raggiunse Triss
 mentre il Capitano della Guardia Nazionale si protendeva verso la
 regina.
 Ellenroh era mezza distesa, mezza china sul Gufo, tenendolo sollevato
 nella piega del braccio mentre gli asciugava la faccia sudata.
 Sembrava che alla struttura da spaventapasseri del Gufo fossero stati
 tolti tutti i bastoni lasciando soltanto gli abiti che li avvolgevano.
 Aveva gli occhi aperti e fissi, e la bocca si affannava disperatamente
 a deglutire.
 Decine di aghi velenosi della Lanciadardi spuntavano dal suo corpo.
 Aveva assorbito interamente l'urto dell'attacco della pianta.
 隹urinsussurrla regina, e gli occhi di lui si mossero rapidi per
 cercarla. 亟' tutto a posto. Siamo tutti qui.
 Ellenroh solleva sua volta gli occhi per incontrare quelli di Wren,
 e si guardarono incredule, senza speranza.
 亮ufodisse dolcemente Wren, stendendo la mano per toccargli la
 faccia. Il respiro di Aurin Striate divenne improvvisamente pi
 veloce. 俏on riesco... a sentire una cosaansim
 Poi il respiro cessdel tutto, e lui mor
 Wren non potdormire per tutta la notte. Non era sicura se qualcuno
 degli altri ci riuscisse, ma lei si era messa in disparte e non aveva
 modo di saperlo per certo. Era seduta da sola con Fauno raggomitolato
 nel suo grembo, ai piedi di un ispido cedro, col tronco ricoperto di
 muschio e di rampicanti, e fissava in lontananza la palude. Erano a
 meno di un centinaio di metri dal luogo dove era avvenuto l'attacco,
 ammucchiati l'uno sull'altro contro il "vog" e la notte, accerchiati
 dai rumori degli esseri che non potevano vedere, troppo sconvolti
 dall'accaduto per preoccuparsi di riprendere la marcia finchnon
 fosse giunto il mattino.
 Continuava a vedere la faccia del Gufo morente.
 Era stato proprio un caso, lo sapeva, proprio sfortuna. Non avrebbero
 potuto prevedere niente e non avrebbero potuto fare niente per
 impedirlo. Prima di allora lei aveva incontrato soltanto un'altra
 pianta Lanciadardi, una sola su tutta la parte di Morrowindl che aveva
 attraversato. Quante erano le possibilitdi incontrarne un'altra qui?
 Quali probabilitesistevano che tra tutti loro dovesse colpire Aurin
 Striate?
 L'inverosimiglianza del fatto la ossessionava.
 Le cose sarebbero andate diversamente se Stresa fosse stato con loro a
 metterli in guardia?
 Non c'era terreno solido nel quale seppellire il Gufo, era tutto un
 acquitrino dove gli animali che vivevano nelle Tenebre dell'Eden lo
 avrebbero dissepolto per mangiarselo, percitrovarono un tratto di
 sabbie mobili e lo fecero sprofondare dove non sarebbe mai stato
 raggiunto.
 Poi cenarono, quel poco che poterono mangiare, parlando sottovoce di
 nulla, senza essere ancora in grado di valutare cosa significava la
 perdita del Gufo. Mangiarono, bevvero pidi una birra, e si
 dispersero nel buio. I Cacciatori Elfi stabilirono i turni di guardia,
 Triss fino a mezzanotte, Dal fino all'alba, e il silenzio scese su di
 loro.
 Solo un caso, si ripeteva Wren tristemente.
 Aveva tanti bei ricordi del Gufo, anche se lo conosceva da poco, e vi
 si attaccava come a uno scudo contro il dolore. Il Gufo era stato
 gentile con lei. Era stato anche sincero - sincero quanto aveva potuto
 esserlo senza tradire la fiducia della regina. Ciche poteva dare di
 slo dava. Proprio quella mattina le aveva detto che era stato capace
 di sopravvivere fuori dalle mura di Arborlon per tutti quegli anni
 perchaveva accettato l'inevitabilitdella morte e cosfacendo era
 diventato abbastanza forte da affrontare la paura di essa. Era il modo
 necessario di essere, le aveva detto. Se hai sempre paura per te
 stesso non puoi agire, e allora la vita perde il suo scopo. Devi solo
 dirti che quando arrivi proprio in fondo non te ne importa molto.
 Ma il Gufo era stato importante pidi ogni altro. Sola con i suoi
 pensieri, mentre gli altri dormivano o facevano finta, dovette
 ammettere fino in fondo quanto avesse contato. Ricordcome Ellenroh
 aveva pianto tra le sue braccia quando Aurin Striate era morto, quasi
 fosse ritornata ragazzina, senza provare vergogna per il suo dolore, a
 compiangere qualcuno che era stato molto pidi un fedele servitore
 del trono, pidi un compagno di tutta una vita, e pidi un semplice
 amico. Non si era resa conto della profonditdel sentimento che
 legava sua nonna al Gufo, e la cosa la fece piangere a sua volta.
 Gavilan, una volta tanto, era completamente a corto di parole, aveva
 preso le mani di Ellenroh e le stringeva senza parlare, aveva
 abbracciato impulsivamente Wren quando lei ne aveva avuto maggiormente
 bisogno, senza fare niente altro che essere presente. Garth e i
 Cacciatori Elfi erano impassibili, ma i loro occhi riflettevano ci
 che si nascondeva dietro le loro maschere. Tutti avrebbero rimpianto
 Aurin Striate.
 Quanto sentivano la sua mancanza lo si sarebbe visto alle prime luci
 dell'alba, e le conseguenze sarebbero andate ben al di ldi ogni
 reazione emotiva. Perchil Gufo era l'unico del gruppo che sapesse
 qualcosa su come sopravvivere ai pericoli di Morrowindl fuori dalle
 mura di Arborlon. Senza di lui, non avevano nessuno che fosse in grado
 di fare da guida. Dovevano contare sui loro istinti e sul loro
 addestramento se volevano portare in salvo se stessi e tutti quelli
 che stavano chiusi dentro il Loden. Cisignificava scoprire il
 sistema per uscire dalle Tenebre dell'Eden, scendere dal Blackledge,
 passare attraverso la palude di In Ju, e raggiungere la spiaggia in
 tempo per incontrarsi con Tiger Ty. Avrebbero dovuto fare tutto senza
 che nessuno di loro sapesse come bisognava procedere nquali erano i
 pericoli dai quali guardarsi.
 Pici pensava, pile sembrava impossibile. Tranne Garth e lei
 stessa, nessuno degli altri aveva la minima pratica di sopravvivenza
 in una regione selvaggia; e questo era uno strano paese anche per i
 Rover, una terra che avevano attraversato solo una volta e per di pi
 con l'aiuto di qualcuno, una terra piena di trabocchetti e di
 imprevisti mai incontrati prima. Fino a che punto ciascuno di loro
 poteva essere di aiuto agli altri? Quante possibilitavevano di
 farcela senza il Gufo?
 Quelle riflessioni l'avevano lasciata vuota e amareggiata. Tante cose
 dipendevano dalle probabilitdi vita o di morte, e ora tutto era
 minacciato da un puro caso.
 Garth dormmolto vicino a lei, un'ombra scura contro la terra,
 immobile come la morte nel sonno. Negli ultimi giorni era rimasta
 sconcertata dal suo comportamento, che del resto aveva tenuto fin da
 quando erano arrivati a Morrowindl. Non era in grado di definirlo
 facilmente, ma comunque qualcosa c'era. Garth, sempre enigmatico, era
 diventato pidistante, nel suo rapporto con lei si era gradualmente
 allontanato, quasi sentisse che non le era pinecessario, che i loro
 ruoli di maestro e di allieva erano finiti. Non si trattava di una
 cosa particolare che egli aveva fatto o di un suo modo di essere; era
 piun atteggiamento generale, che si manifestava nel tirarsi indietro
 a poco a poco, senza farsi notare. Certo era sempre accanto a lei in
 tutti i modi che contavano, protettivo come sempre, guardingo e pronto
 a dare consigli. Eppure, al tempo stesso, si stava distaccando, le
 lasciava uno spazio e una solitudine di cui non aveva mai avuto
 esperienza prima, e che trovava un po' sconcertanti. Lei era
 abbastanza forte per stare da sola, lo sapeva; lo era ormai da diversi
 anni. Semplicemente non aveva pensato che per quanto riguardava Garth
 avrebbe mai avuto bisogno di dirgli addio.
 Forse la perdita del Gufo richiaml'attenzione su questo pidi
 quanto non sarebbe accaduto altrimenti. Non sapeva. Era difficile
 pensare con luciditproprio adesso, eppure era cosciente di doverlo
 farlo. Le emozioni potevano solo distrarre e confondere e infine
 potevano addirittura uccidere. Finchnon fossero usciti da Morrowindl
 e rientrati sani e salvi nelle Terre dell'Ovest, avrebbero avuto poco
 tempo da perdere in nostalgie del passato, in considerazioni su come
 erano le cose prima, in ipotesi su come sarebbero state in futuro.
 Sentun nodo alla gola e gli occhi le si riempirono di lacrime. Anche
 con Fauno addormentato in grembo e Garth vicinissimo, pur avendo
 ritrovato la nonna e scoperto la propria identit si sentiva
 assurdamente sola.
 Un po' dopo mezzanotte, quando Dal ebbe dato il cambio a Triss per il
 turno di guardia, Gavilan anda sedersi accanto a lei. Non disse
 nulla, le avvolse attorno la coperta che aveva portato e si mise al
 suo fianco. Lei sentil calore del suo corpo attraverso l'umidite
 il freddo della notte nella palude, e ne fu confortata. Dopo un po',
 si appoggia lui, sentendo il bisogno di un contatto fisico. Allora
 egli la prese tra le braccia, la cullstretta a s e la tenne cos
 fino al mattino.
 Alle prime luci dell'alba ripresero la marcia attraverso le Tenebre
 dell'Eden. Adesso in testa c'era Garth, il piesperto tra loro in
 sopravvivenza. Fu Wren a proporre che fosse lui a fare da guida ed
 Ellenroh approvimmediatamente. Nessuno era all'altezza di Garth come
 Battitore, e ci voleva l'abilitdi un Battitore per uscire dalla
 palude.
 Ma neppure uno come Garth era in grado di chiarire il mistero delle
 Tenebre dell'Eden. Il "vog" stagnava su tutto, coprendo il cielo,
 avvolgendo ogni cosa cosda vicino che a una quindicina di metri di
 distanza non si vedeva nulla. La luce era grigia e debole, diffusa
 dalla nebbia, riflessa dall'umidite cosdispersa che sembrava
 provenire da ogni direzione. Non c'era nulla su cui ci si potesse
 orientare, neppure i licheni e il muschio che crescevano nella palude
 e sembravano raggruppati come fuggiaschi contro il calare della notte,
 confusi e smarriti al pari dei partecipanti alla spedizione che
 cercavano il loro aiuto. Garth stabilun percorso e lo segu ma Wren
 si rendeva conto che i segni di cui aveva bisogno non si trovavano.
 Avanzavano senza conoscere la direzione, senza poter misurare i loro
 progressi. Garth non manifesti propri dubbi, tuttavia Wren poteva
 leggere la veritnei suoi occhi.
 La marcia era costante, ma lenta, in parte perchla palude era
 assolutamente impenetrabile e in parte perchEllenroh Elessedil era
 malata. Durante la notte le era venuta la febbre, e si era diffusa in
 lei con tale rapiditche nel giro di qualche ora era passata dal mal
 di testa alle vertigini, ai brividi, alla tosse. A mezzogiorno, quando
 il gruppo si fermper un pasto veloce, le forze le stavano mancando
 in modo drammatico. Poteva ancora camminare, ma non senza aiuto. Triss
 e Dal si divisero il compito di sorreggerla, ciascuno le mise un
 braccio attorno alla vita per sostenerla saldamente durante la marcia.
 Eowen e Wren la controllarono per vedere se era ferita, pensando che
 potesse essere stata graffiata dalle punte della Lanciadardi e
 avvelenata. Ma non trovarono nulla. Non c'era una spiegazione rapida
 per quella malattia, e mentre tutti si occupavano di lei nel miglior
 modo possibile, nessuno era in grado di suggerire un rimedio che
 potesse giovarle.
 俑i sento stranaconfida Wren in un momento in cui aveva il viso
 inondato di sudore. Si sedettero insieme su un tronco, mangiando un
 po' di pane e formaggio, avvolte nei loro ampi mantelli. 侶uando sono
 andata a dormire stavo bene, poi mi sono svegliata durante la notte
 sentendomi... strana.Sorrise distaccata. 俏on trovo un altro modo
 per descriverlo. So solo che non stavo bene.
 隹ndrmeglio dopo un'altra notte di sonnola rassicurWren. 俟iamo
 tutti esausti.
 Ma per Ellenroh non si trattava di semplice stanchezza, e le sue
 condizioni peggiorarono di ora in ora. Giunti all'imbrunire, era
 caduta tante volte che i Cacciatori Elfi erano costretti a portarla a
 braccia. Il gruppo aveva trascorso il pomeriggio sguazzando in un
 acquitrino basso e freddo, una sacca di freddo che era penetrata
 chisscome nell'ampio tratto di calore vulcanico della palude e vi
 era rimasta intrappolata, insediandosi nel fango e trasformando
 l'acqua e l'aria in ghiaccio. Ellenroh, gial limite
 dell'esaurimento, si era indebolita ancora di pi Le poche forze
 rimastele sembravano dileguarsi rapidamente. Quando infine si
 fermarono per la notte, era svenuta.
 Wren osservEowen che le bagnava la faccia raggrinzita mentre Gavilan
 e i Cacciatori Elfi piantavano il campo. Garth le stava accanto, con
 l'espressione impassibile ma gli occhi offuscati dal dubbio. Quando i
 loro sguardi si incrociarono, egli scosse impercettibilmente la testa.
 Gesticolcon le dita. "Non riesco a leggere i segni. Non li trovo
 neppure".
 Era un'ammissione piuttosto amara. Garth era un uomo orgoglioso e non
 era facile che accettasse la sconfitta. Lei lo guardnegli occhi e lo
 tocclievemente in risposta. "Troverai una via d'uscita", gli disse a
 segni.
 Mangiarono di nuovo, soprattutto perchera necessario, ammassati su
 un piccolo tratto di terra di palude che era piasciutto di tutto ci
 che lo circondava. Ellenroh dorm avvolta in due coperte, scossa dal
 freddo e dalla febbre, borbottando ogni tanto, agitata dai suoi sogni.
 Wren rimase stupita di fronte alla forza di volontdi sua nonna.
 Neppure una volta, mentre lottava contro la malattia, aveva allentato
 la presa con cui stringeva lo Scettro. Lo teneva ancora stretto a s
 come se con il proprio corpo potesse proteggere la citte il popolo
 che la magia aveva rinchiuso nel Loden. Gavilan si era offerto pidi
 una volta di sollevarla da quel compito, ma lei aveva ostinatamente
 rifiutato di consegnargli lo Scettro. Era un carico che aveva deciso
 di portare sulle sue spalle, e non si sarebbe lasciata convincere a
 deporlo. Wren pensa quanto doveva esserle costato diventare cos
 forte - la perdita dei genitori, del marito, della figlia, degli amici
 - di quasi tutte le persone che le erano care. L'intera sua vita aveva
 subito una svolta con l'arrivo dei demoni e con la costruzione delle
 mura attorno alla cittdi Arborlon. Tutto quello che ricordava da
 bambina di Morrowindl era sparito. Della promessa che un tempo aveva
 dovuto fare al suo popolo ormai non rimaneva pinulla se non la
 possibilitche gli Elfi e la loro cittpotessero, grazie alla sua
 risoluzione e alla sua fiducia, rinascere in un mondo migliore.
 "Un mondo fatto dall'oppressione della Federazione e dalla paura degli
 Ombrati, un mondo in cui, come a Morrowindl, la magia aveva in qualche
 modo fallito il suo scopo".
 Fece un sorriso amaro e ironico.
 All'improvviso fu colpita dalle somiglianze tra l'isola e la
 terraferma, Morrowindl e le Quattro Terre - diverse, ma afflitte dallo
 stesso genere di follia. Entrambi i mondi erano infestati da creature
 che vivevano di distruzione; entrambi erano assaliti da una malattia
 che corrompeva la terra e tutto ciche su di essa viveva. Che cosa
 era Morrowindl se non le Quattro Terre in avanzato stato di
 decadimento? Si chiese d'un tratto se le due realtnon fossero in
 qualche modo collegate, se i demoni e gli Ombrati non avessero per
 caso qualche origine comune. Si chiese per l'ennesima volta quali
 fossero i segreti che gli Elfi non volevano rivelarle a proposito di
 quanto era accaduto a Morrowindl anni prima.
 E di nuovo si interrog "Cosa ci sto a fare io qui? PerchAllanon mi
 ha mandato per riportare gli Elfi sulle Quattro Terre? Cosa possono
 fare per cambiare la situazione, e in che modo uno di noi riuscira
 scoprire di che si tratta"?
 Findi mangiare e per un po' rimase seduta accanto alla nonna,
 osservandone il viso alla luce che languiva, cercando di trovare in
 quei tratti sconvolti qualche altra traccia di sua madre, della
 visione avuta ormai tanto tempo prima, del sogno lontano nel quale sua
 madre l'aveva implorata: "Ricordati di me. Ricordati di me". Che cosa
 fragile, la sua memoria, eppure era tutto ciche le restava dei
 genitori, tutto ciche le restava dell'infanzia. Mentre era seduta l
 con la testa della nonna appoggiata in grembo, pensdi chiedere a
 Garth di raccontarle qualcosa di pidi ciche era successo, anche se
 in effetti non si aspettava che ci fosse altro da dire e sapeva
 soltanto di sentirsi vuota e sola, desiderosa di qualcosa a cui
 aggrapparsi. Ma Garth era di guardia, troppo lontano per chiamarlo
 senza disturbare gli altri e troppo distante da lei per esserle di
 vero conforto. Cosricorse al tocco familiare delle Pietre Magiche
 nel sacchetto di pelle, facendo scorrere la punta delle dita sulla
 loro superficie dura e liscia, facendole rotolare liberamente sotto il
 tessuto della tunica. Erano l'ereditlasciatale dalla madre e
 rappresentavano la fiducia della nonna, e nonostante le sue
 apprensioni sul ruolo che esse avrebbero avuto nella sua vita, non
 poteva rinunciarvi. Non l non in quel momento, non prima di
 liberarsi dall'incubo nel quale si era immessa cosspontaneamente.
 "E' stata una mia scelta", sussurra se stessa, le parole suonarono
 dure e amare. "Ci sono venuta perchl'ho voluto".
 Per sapere la verit per scoprire chi era, per mettere assieme
 passato e futuro una volta per tutte.
 "E cosa so di tutto ci Cosa capisco?"
 Eowen anda sedersi accanto a lei, e Wren si rese conto di quanto
 fosse stanca. Affidla nonna alla veggente dai capelli rossi e si
 allontanin silenzio verso il suo giaciglio. Avvolta nelle coperte,
 stava distesa a guardare nella notte impenetrabile; la palude era un
 labirinto che li avrebbe inghiottiti tutti senza preoccuparsi
 minimamente di ciche faceva; il mondo era simile a una coltre di
 indifferenza e falsit di pericoli numerosi quanto le ombre che si
 aggiravano intorno, di morte improvvisa e di spettri assillanti di ci
 che avrebbe potuto essere. Si trova pensare agli anni in cui si
 addestrava con Garth, a quello che le aveva insegnato, a quello che
 lei aveva imparato. Avrebbe avuto bisogno di tutto cise doveva
 sopravvivere, lo sapeva. Avrebbe avuto bisogno di tutto ciche poteva
 invocare quanto a forza, esperienza, addestramento e risoluzione, e
 avrebbe avuto bisogno piche di un po' di fortuna.
 "E di un'altra cosa ancora".
 Le sue dita sfiorarono le Pietre Magiche per l'ennesima volta e si
 allontanarono come se scottassero. Stava a lei invocare e comandare il
 loro potere non appena lo avesse voluto. Lo aveva gifatto in due
 occasioni per mettersi in salvo, e in entrambi i casi era stata
 indotta dall'ignoranza o dalla disperazione. Ma se le avesse usate di
 nuovo - ne era profondamente convinta - se le avesse usate una terza
 volta ora che era consapevole della magia in esse contenuta e capiva
 cosa significasse esercitarla, rischiava di rinunciare a tutto ciche
 era e di diventare qualcosa di completamente diverso. Nulla sarebbe
 stato lo stesso per lei, si ammon Nulla.
 Eppure, mentre considerava che la forza, l'esperienza,
 l'addestramento, e la risolutezza avevano fallito il loro compito di
 venirle in aiuto, mentre lamentava l'evidente mancanza di fortuna, le
 sembrava che il potere delle Pietre fosse tutto ciche le rimaneva,
 l'unica risorsa superstite.
 Voltla testa nella coperta e si addormentavviluppata in un intrico
 di dubbi.
 17.
 Wren sogn e nei suoi sogni gli Ohmsford andavano e venivano in un
 caleidoscopico, frammentario susseguirsi di immagini che esplodevano
 nella memoria. Esse scendevano precipitose su di lei e la spazzavano
 via, sbattendola e trascinandola in una sorta di valanga
 inarrestabile. Come una spettatrice senza voce, lei osservava la
 storia dei suoi antenati prendere forma a tratti e in brevi attimi di
 tempo, assisteva allo svolgersi di avvenimenti che non aveva mai visto
 ma che le erano stati solo descritti, le leggende del passato riferite
 nelle parole delle storie che Par e Coll Ohmsford raccontavano.
 Poi si ritrovsveglia, seduta diritta di scatto, strappata dal sonno
 con una rapiditspaventosa. Fauno, che le stava raggomitolato attorno
 alla gola, fuggveloce. Lei rimase a guardare fisso nel buio,
 ascoltando i battiti del suo cuore, l'affanno del suo respiro.
 Tutt'attorno gli altri componenti del piccolo gruppo dormivano, tranne
 quello di guardia, una forma indistinta e senza volto ai bordi del
 campo.
 "Cos'era?" pensagitata. "Cos'era ciche ho visto?"
 Perchqualcosa nei suoi sogni l'aveva bruscamente svegliata, qualcosa
 di cosspaventoso, di cosinatteso, che non le era stato pi
 possibile riprendere a dormire
 "Che cosa?"
 Il ricordo, quando sopraggiunse, fu violento e improvviso. La sua mano
 si precipita toccare il sacchetto di pelle nascosto sotto la tunica.
 Le Pietre Magiche!
 Sognando i suoi antenati Ohmsford, aveva visto di sfuggita Shea e
 Flick, una breve immagine fra tante, una storia fra tutte quelle
 raccontate sulla ricerca della Spada di Shannara. In quella scena, si
 erano smarriti con Menion Leah nelle pianure del Clete all'inizio del
 viaggio verso Culhaven. Nla loro abilitnla loro conoscenza dei
 boschi potevano bastare ad aiutarli, e sarebbero senz'altro morti
 laggise Shea, preso dalla disperazione, non avesse scoperto di avere
 la capacitdi invocare il potere delle Pietre Magiche che gli erano
 state date dal Druido Allanon, le stesse Pietre che adesso aveva lei.
 In quell'immagine che i sogni avevano fatto emergere da un repertorio
 di racconti ricordati solo vagamente, scopruna veritche aveva
 dimenticato - e cioche la magia, oltre che proteggere, poteva anche
 cercare. Poteva mostrare a chi la possedeva una via d'uscita dal pi
 oscuro dei labirinti; poteva aiutare a trovare ciche si era perduto.
 Si morse forte le labbra per trattenere il respiro affannoso che le si
 bloccava in gola. Una volta, naturalmente, lo aveva saputo, e come lei
 lo avevano appreso tutti i bambini Ohmsford. Par le aveva cantato la
 storia quando era piccola. Ma era stato tanto tempo prima.
 Le Pietre Magiche.
 Rimase immobile avvolta nelle coperte, stordita dalla rivelazione. Fin
 dall'inizio aveva avuto con sil potere che li avrebbe fatti uscire
 dalle Tenebre dell'Eden. Le Pietre Magiche, se avesse deciso di
 invocare la magia, le avrebbero indicato la via da seguire. Lo aveva
 davvero dimenticato? si chiese incredula. Oppure aveva tenuto lontano
 la verit convinta che non era stata creata per dipendere dalla
 magia, che non si sarebbe lasciata traviare dal suo potere?
 E ora cosa avrebbe fatto?
 Per un po' non fece nulla, cosparalizzata dalla paura e dai dubbi
 sollevati dall'uso delle Pietre Magiche da non poter fare altro che
 starsene seduta, stringendo a sle coperte come uno scudo, rievocando
 nella mente le scelte che le si erano prospettate, nel tentativo di
 dare loro un significato.
 Poi all'improvviso fu in piedi, per un attimo dimentica di ogni altra
 cosa, mentre si dirigeva con passo furtivo dove sua nonna giaceva
 addormentata. Ellenroh Elessedil respirava affannosamente; mani e viso
 erano gelidi. I bei capelli appiccicati dall'umidit la pelle tirata
 sulle ossa. Giaceva supina nelle coperte che l'avvolgevano come un
 velo funebre.
 "Sta morendo", capWren costernata.
 Non le restavano molte scelte, e seppe all'istante cosa doveva fare.
 Corse dove Garth stava dormendo, esit poi passaccanto a Triss e
 giunse vicino a Gavilan.
 Lo toccdelicatamente sulla spalla ed egli aprsubito gli occhi.
 俟vegliatigli sussurr cercando di dominare il tremito nella voce.
 "Dillo prima a lui", pensava, ricordando la gentilezza del giorno
 prima. "Ti appogger. 亮avilan, svegliati. Andiamo via di qui. Ora.
 俐ren, aspetta, cosa stai...?comincia dire invano perchlei si
 affrettava gia far alzare gli altri, preoccupata che non ci fossero
 ritardi, inquieta e distratta al punto da non accorgersi della paura
 che comparve diabolicamente nei suoi occhi. 俐ren!grid balzando in
 piedi, e svegliando tutti.
 Lei si irrigid osservando gli altri alzarsi guardinghi: Triss ed
 Eowen, Dal rientrato dal posto dove faceva la guardia ai bordi del
 campo, e Garth, gigantesco nell'ombra. La regina non si mosse.
 青osa credi di fare?chiese Gavilan animosamente. Lei sentle sue
 parole come uno schiaffo in pieno volto. C'erano rabbia e accusa in
 esse. 青ome facciamo ad andarcene? Chi ti ha dato il diritto di
 decidere cosa dobbiamo fare?
 Il gruppo si strinse attorno ai due che vennero a trovarsi a faccia a
 faccia. Gavilan era rosso in volto e aveva una luce di sospetto negli
 occhi, ma lei tenne duro, il suo sguardo era cosdeciso che l'altro
 ci pensdue volte prima di parlare.
 亮uardala, GavilanimplorWren, prendendolo per il braccio e
 facendolo voltare verso Ellenroh. Perchnon la capiva? Perchle
 rendeva la cosa cosdifficile? 俟e stiamo qui ancora un po', la
 perderemo. Non abbiamo altra scelta. Se l'avessimo, sarei la prima ad
 approfittarne, te lo giuro.
 Ci fu un silenzio attonito. Eowen si volse verso la regina,
 inginocchiandosi accanto a lei. 俐ren ha ragionesussurr 俟ta molto
 male.
 Wren tenne gli occhi fissi su Gavilan, tentando di leggere sul suo
 volto, di farglielo capire. 非obbiamo portarla via di qui.
 Triss si fece avanti precipitosamente. 俟ai in che modo?chiese
 spaventato.
 俟儢 rispose Wren. Lanciun rapido sguardo al Capitano della Guardia
 Nazionale, poi di nuovo a Gavilan. 俏on ho il tempo di discutere di
 questo. Non ho il tempo di spiegarvi. Dovete fidarvi di me.
 Gavilan rimaneva ostinatamente del suo parere. 青hiedi troppo. E se ti
 sbagli? Se la spostiamo e muore...
 Ma Triss stava giraccogliendo la loro roba, indicando a Dal di
 aiutarlo. 俠a scelta stata fatta per noidichiartranquillo. 俠a
 regina non ha scampo se non la portiamo via da questa palude. Fa'
 quello che puoi, Wren.
 Raccolsero quanto rimaneva dei rifornimenti e dell'equipaggiamento, e
 con coperte e pali costruirono una barella di fortuna sulla quale
 adagiarono la regina. Quando ebbero finito, si voltarono verso Wren in
 attesa. Lei li guardava come se fosse stata condannata, pensando che
 non aveva alcuna possibilitdi scelta, che doveva dimenticare dubbi e
 timori, le risoluzioni prese, le promesse rivolte a se stessa sull'uso
 della magia delle Pietre, e fare quello che poteva per salvare la vita
 di sua nonna.
 Infilla mano sotto la tunica ed estrasse il sacchetto di pelle.
 Allentrapidamente i lacci, e le Pietre Magiche rotolarono nel suo
 palmo, con uno scintmio  duro, azzurro.
 Sentendosi piccola e vulnerabile, si diresse al margine del campo e si
 fermper un attimo a guardare nell'ombra e nella nebbia. Fauno cerc
 di arrampicarlesi su una gamba, ma lei si chine lo allontancon
 garbo. Il "vog" turbinava ovunque e ai suoi margini aleggiava un
 orribile puzzo di zolfo e di cenere. Un misto di foschia e vapore si
 innalzava dalle fetide acque della palude. Wren era a una svolta della
 sua vita, cosle pareva, portatavi dalle circostanze e dal destino, e
 qualunque cosa fosse accaduta dopo, lei non sarebbe stata pila
 stessa. Provnostalgia per ciche era stata una volta, per ciche
 avrebbe potuto essere, per una via d'uscita che non poteva sperare di
 trovare.
 Spaventata dall'eventualitdi cambiare parere se ci avesse riflettuto
 pia lungo, tese in avanti le Pietre Magiche e le chiamalla vita.
 Non successe nulla.
 "Oh, Ombre!"
 Provdi nuovo, concentrandosi, formando le parole accuratamente
 dentro di s pensandole una alla volta in ordine, immaginandosi che
 il potere che era al loro interno, si agitasse, si alzasse. Era di
 sangue Elfo, pensdisperata. Aveva evocato il potere altre volte...
 Ed ecco brillare all'improvviso il fuoco azzurro, esplodere dalla
 Pietre come se fosse stato tolto un tappo. Si raccolse attorno alla
 sua mano, splendido e meraviglioso, illuminando la palude come se la
 luce del giorno avesse fatto finalmente irruzione penetrando nel
 fango. I componenti del gruppo si tirarono indietro, accovacciandosi
 guardinghi, e schermandosi gli occhi. Wren rimase diritta, sentendo la
 forza delle Pietre scorrere attraverso di lei, cercando, studiando e
 decidendo se necessario. Un calore piacevole e allettante l'avvolgeva.
 Poi la luce partfulminea verso destra, passando come una falce
 attraverso la nebbia, la foschia, gli alberi morenti, i cespugli e i
 rampicanti, superando d'un colpo le acque deserte per centinaia di
 metri, pilontano di quanto l'occhio sarebbe stato in grado di
 vedere, per fermarsi su una parete rocciosa che si innalzava lontana
 nella notte.
 Blackledge!
 Rapida com'era giunta, la luce scomparve di nuovo, la forza delle
 Pietre Magiche si spense tornando lda dove era venuta. Wren chiuse
 le dita attorno alle Pietre, esausta e inebriata al tempo stesso,
 ripulita in qualche modo dalla magia, rinvigorita ma rimasta debole.
 Tremando, nonostante la sua risoluzione, ripose i talismani nel loro
 sacchetto. Gli altri si alzarono titubanti, cercandola con gli occhi.
 俠鉬 disse tranquilla, indicando nella direzione presa dalla luce.
 Per un attimo, nessuno parl La mente di Wren era ancora ebbra per
 quello che aveva fatto, il passaggio della forza impetuosa della magia
 era ancora fresco nel suo corpo e ora lei era combattuta dal senso di
 colpa per avere tradito il suo voto. Ma non aveva avuto scelta, si
 affretta ricordare a se stessa; aveva solo fatto ciche si era reso
 necessario. Non poteva lasciare morire sua nonna. Era successo solo
 questa volta, non doveva accadere di nuovo. Questa volta, perchera
 in gioco la vita della nonna e la nonna era tutto ciche le
 restava...
 Le parole furono disperse dalla voce incalzante di Eowen.
 俟brighiamoci, finchsiamo ancora in tempo.
 Si avviarono immediatamente, con Wren alla guida, poi Garth la
 raggiunse e lei gli fece cenno di andare avanti, contenta che qualcun
 altro si assumesse quell'incarico. Fauno ricomparve dall'oscurit e
 lei lo solleve se lo pose sulla spalla. Dal e Triss portavano la
 barella con la regina, e lei si attardper camminarle accanto. Si
 chine prese la mano della nonna nella sua, la tenne per un attimo,
 poi la strinse dolcemente. Non ebbe nessuna risposta. Lasciandare la
 mano e si diresse verso la testa della colonna. SuperEowen, la
 faccia pallida sperduta e spaventata, i capelli rossi splendenti nella
 notte. Eowen sapeva quanto era malata Ellenroh; nelle sue visioni
 aveva previsto cosa sarebbe accaduto alla regina? Wren scosse la
 testa, rifiutandosi di considerare questa eventualit Camminsola
 per un po' finchGavilan si portal suo fianco.
 俑i dispiace, Wrendisse dolcemente, parlando a fatica. 隹vrei dovuto
 sapere che non avresti agito senza motivo. Avrei dovuto avere pi
 fiducia nel tuo giudizio.Aspettuna risposta, e siccome non veniva,
 aggiunse: 亟' questa palude che mi offusca la mente. Mi sembra di non
 riuscire a focalizzare come vorrei...E lascicadere il discorso.
 Lei sospirin silenzio. 俏on te la prendere. In questo luogo nessuno
 riesce a pensare chiaramente.Era ansiosa di trovargli delle scuse.
 俟i direbbe che l'isola alimenti la follia. All'andata mi venuta la
 febbre e per qualche tempo sono stata incoerente. Forse un po' di
 quella febbre ha preso anche te.
 Egli annudistratto, come se non avesse sentito. 亭inalmente ora vedi
 la verit La magia ha creato Morrowindl e i suoi demoni, e la magia
 ci salverda loro. Le tue Pietre Magiche e lo Scettro. Aspetta. Ben
 presto capirai.
 E tornindietro di nuovo. La sua partenza fu cosimprovvisa che
 ancora una volta Wren non fu in grado di rivolgergli le domande
 suscitate dai suoi commenti - domande su come erano stati creati i
 demoni, cosa aveva fatto la magia, come mai si era giunti a quel
 punto. Lei si volse a metper seguirlo, poi decise di lasciarlo
 andare. Ora si sentiva troppo stanca per interrogarlo, troppo esausta
 per ascoltare le risposte, sempre che lui avesse voluto darne - e
 probabilmente non lo avrebbe fatto. Dominando la sua frustrazione, si
 impose di continuare.
 Impiegarono tutta la notte per uscire dalle Tenebre dell'Eden. Wren fu
 costretta a ricorrere al potere delle Pietre Magiche ancora due volte.
 Pur se lacerata da impulsi in conflitto che la portavano a evitarne il
 flusso e ad accoglierlo volentieri, sentiva la magia ribollire dentro
 di scome un elisir. La luce azzurra brucil'oscurite squarcila
 foschia, mostrando la via da seguire per giungere al Blacklegde, e
 verso l'alba si erano arrampicati liberandosi dal fango e ritornando
 finalmente sul terreno solido. Davanti a loro, il Blackledge si
 innalzava nella caligine, una massa imponente di pietre appuntite che
 dalla giungla si protendeva verso il cielo. Scelsero una radura alla
 base delle rocce e al centro vi deposero la barella. Eowen lavla
 faccia e le mani alla regina e le diede dell'acqua da bere.
 Ellenroh si mosse e aprgli occhi. Scrutle facce che le stavano
 attorno, lanciun'occhiata allo Scettro ancora stretto tra le dita, e
 disse: 隹iutatemi a sedermi
 Eowen la sostenne in avanti con delicatezza e le diede la sua
 borraccia. Ellenroh bevve lentamente, interrompendosi spesso per
 respirare. Dal petto si udiva un rantolo, e aveva la faccia arrossata
 dalla febbre.
 俐renmormorcon un filo di voce, 則ai usato le Pietre Magiche.
 Wren si inginocchiaccanto a lei, meravigliata, e anche gli altri si
 affollarono attorno. 青ome fai a saperlo?
 Ellenroh Elessedil sorrise. 俟i vede nei tuoi occhi. La magia lascia
 sempre il segno.LO ne so qualcosa.
 隹vrei dovuto usarle prima, ma aveva dimenticato quello che potevano
 fare. Mi dispiace.
 亭igliola, non il caso di chiedere scusa.Il suo sguardo era
 benevolo e partecipe. 俊i ho voluto molto bene, Wren, anche prima che
 tu venissi da me, fin da quando seppi da Eowen che eri nata.
 信ai bisogno di dormire, Ellenrohsussurrla veggente.
 La regina chiuse gli occhi per un attimo e scosse la testa. 俏o,
 Eowen. Ho bisogno di parlarvi. A tutti quanti.
 Riaprgli occhi, esausti e lontani. 俟to morendosussurr 俏o, non
 dite nulla. Ascoltatemi fino in fondo.Li fisstutti. 俐ren, mi
 dispiace di non poter stare pia lungo con te. Vorrei che mi fosse
 possibile. Siamo state cospoco insieme. Eowen, per te piduro da
 sopportare. Sei stata mia amica per tutta la vita, e vorrei rimanere
 per continuare a farti star bene, se potessi. Gavilan, Triss, Dal, so
 cosa significa la mia morte, avete fatto per me quello che avete
 potuto. Ma giunta la mia ora. La febbre piforte di me, e per
 quanto abbia tentato di liberarmene, non ci sono riuscita. Aurin
 Striate mi aspetta, vado a raggiungerlo.
 Wren scuoteva la testa ostinatamente, con rabbia. 俏o, non dire cos
 non fare cos
 La mano della regina raggiunse la sua e vi si aggrapp 俏on possiamo
 nasconderci la verit Wren. Dovete saperlo, tutti quanti. Sono
 ridotta allo stremo. La febbre mi ha distrutta dentro, e non rimasto
 quasi nulla a tenermi insieme. Temo che ora neppure la magia potrebbe
 salvarmi, e nessuno di noi possiede la magia efficace in ogni caso.
 Sii forte, Wren. Ricordati che siamo fatte della stessa carne e dello
 stesso sangue. Ricordati quanto ci somigliamo, quanto siamo simili ad
 Alleyne.
 俏onna!disse Wren piangendo.
 俗na medicinasussurransioso Gavilan. 青i deve essere una medicina
 che possiamo darti. Diccelo!
 俏on c'nulla.Gli occhi della regina sembravano vagare da una
 faccia all'altra e poi allontanarsi di nuovo, cercando qualcosa che
 non c'era. Tosse si irrigidper un momento. 俟ono ancora la vostra
 regina?chiese.
 Essi mormorarono di s tutti, con una risposta un po' incerta.
 隹llora ho un ultimo ordine da darvi. Se mi amate, se vi sta a cuore
 il futuro del popolo degli Elfi, non discutetelo. Dite che
 obbedirete.
 Cosfecero, ma sguardi furtivi passavano dall'uno all'altro,
 domandandosi cosa mai stessero per udire.
 俐ren.Ellenroh attese finchla  nipote si spostdove poteva vederla
 chiaramente. 侶uesto tuo, ora. Prendilo.
 Cosdicendo le tese lo Scettro con il Loden. Wren la guardava
 incredula, incapace di muoversi. 促rendilo!ripetla regina, e
 questa volta lei obbed 隹scoltami: affido la magia alle tue cure.
 Allontana da Morrowindl lo Scettro e la sua Pietra e riportali nelle
 Terre dell'Ovest. Fai risorgere gli Elfi e la loro citt Restituisci
 il nostro popolo alla vita. Fai quello che devi per mantenere la tua
 promessa all'ombra del Druido, ma ricordati anche di ciche stai
 promettendo a me. Fa' in modo che gli Elfi abbiano la possibilitdi
 ricominciare daccapo.
 Wren non riusciva a parlare, sconvolta da quanto succedeva, lottando
 per accettare quello che stava ascoltando. Sentnelle mani il peso
 dello Scettro, l'impugnatura levigata, fredda e lucente.
 亮avilan. Triss. Dal.La regina sussurri loro nomi con la voce
 rotta. 非ovete provvedere a proteggerla. Aiutatela a riuscire
 nell'impresa che le stata affidata. Eowen, usa la tua vista per
 metterla in guardia dai demoni. Garth...
 Sembrsul punto di parlare al gigante, ma all'improvviso rinunci
 come se fosse giunta davanti a qualcosa che non poteva affrontare.
 Wren, confusa, lanciun'occhiata all'amico, ma la faccia scura pareva
 scolpita nella pietra.
 俏onna, non dovrei essere io a portare questocomincia obiettare,
 ma la regina afferrla sua mano repentinamente per rimproverarla.
 俟che sei tu, Wren. Sei sempre stata tu quella destinata a portarlo.
 Alleyne era mia figlia e sarebbe stata regina dopo di me, ma le
 circostanze ci hanno separate e me l'hanno portata via. Lei ha
 lasciato te per svolgere il suo compito. Non dimenticare mai chi sei.
 Sei una Elessedil. Cossei nata e cossei stata educata, che tu lo
 accetti o meno. Quando sarmorta, tu sarai la regina degli Elfi.
 Wren inorrid "Non possibile", continuava a ripetersi. "Io non sono
 quello che tu credi! lo sono una ragazza Rover e nient'altro! Questo
 non giusto!"
 Ma Ellenroh aveva ripreso a parlare, richiamando di nuovo la sua
 attenzione. 非ai tempo al tempo. Tutto accadrcome dovr Per ora, ti
 devi solo preoccupare di tenere al sicuro lo Scettro e la sua Pietra.
 Devi solo trovare la strada per uscire dall'isola prima della fine. Il
 resto avverrda s
 俏o, nonnaurlWren a gran voce. 俊errlo Scettro finchnon ti
 sarai ristabilita, non un momento di pi Non morirai, nonna, non
 puoi!
 La regina trasse un lungo, lento respiro. 保ra lasciatemi riposare,
 per piacere. Mettimi gi Eowen.
 La veggente obbed i suoi occhi verdi erano spaventati e malinconici
 mentre seguivano la faccia della regina che si adagiava. Per un attimo
 rimasero tutti immobili, guardando in silenzio Ellenroh. Poi Triss e
 Dal si allontanarono per deporre la loro roba e fare la guardia,
 sussurrando qualcosa lungo il cammino. Gavilan se ne andrimuginando
 tra s e anche Garth scomparve. Wren fu lasciata a contemplare lo
 Scettro, stretto ora tra le sue mani.
 俏on credo che dovrei...comincia dire e non potfinire. Alzgli
 occhi e incontrquelli di Eowen, ma la veggente si allontan Rimasta
 sola con la nonna, le prese la mano, sentendo il calore della febbre
 che la divorava. La regina dormiva, non rispondeva. "Come poteva
 morire? Come poteva accadere una cosa simile? Era impossibile!" Sent
 che stava per piangere di nuovo, pensando a quanto tempo ci era voluto
 per trovare la nonna, l'ultima della sua famiglia, quante difficolt
 aveva dovuto superare, e quanto poco tempo le era stato concesso.
 "Non morire", pregava in silenzio. "Ti prego".
 Sentqualcosa strofinarsi contro le sue gambe, abbassla testa e
 vide Fauno, con gli occhi spalancati e tristi, che guardava in su.
 Lascila mano di Ellenroh tanto da sollevare il piccolo animale tra
 le braccia, arruffargli la pelliccia, e lasciare che le si
 arrampicasse sulla spalla. Lo Scettro giaceva in equilibrio sul suo
 grembo come una linea tracciata nella luce grigia tra lei e la regina
 malata.
 俏on iodisse sommessa alla nonna. 俏on dovrei essere io.
 Poi si alz portando con slo Squeak e lo Scettro, e si voltper
 cercare Garth. Il gigante Rover stava riposando appoggiato contro la
 parete rocciosa a una decina di passi e si mise in piedi quando lei
 gli fu davanti. Lo sguardo severo di Wren gli fece battere le ciglia.
 隹desso dimmi la verit鉬 sussurrlei con pochi segni. 青osa c'tra
 te e mia nonna?
 Il suo sguardo era impassibile. "Nulla".
 俑a il modo in cui ti ha guardato, Garth... voleva dire qualcosa e ha
 avuto paura!
 "Tu sei stata una bambina affidata alle mie cure da sua figlia. Voleva
 essere sicura che non lo dimenticassi. Ecco cosa voleva dirmi. Ma ha
 ritenuto che non fosse necessario".
 Wren lo guardimmobile ancora per un po'. Forse, penstristemente.
 Ma qui ci sono dei segreti...
 Non fidarti di nessuno, l'aveva avvertita l'Addershag.
 Ma lei non poteva farlo. Non poteva essere cos
 Interruppe il confronto e se ne and ancora stordita dal turbinio
 degli ultimi avvenimenti, dal modo in cui era stata trascinata senza
 avere alcun controllo su quanto stava accadendo. Diede di nuovo
 un'occhiata alla nonna, sentendosi straziata alla prospettiva di
 perderla e al tempo stesso in collera per le responsabilitche le
 veniva chiesto di assumere. Wren Ohmsford, Regina degli Elfi? C'era da
 ridere. Non le importava chi era nquale poteva essere la sua origine
 familiare, tutta la sua vita era definita da come lei considerava se
 stessa, e lei si considerava una Rover. Non poteva cancellare tutto
 cisolo col desiderio, dimenticare gli anni trascorsi crescendo,
 accettare ciche era accaduto nelle ultime settimane quasi fosse un
 mandato che non le era concesso di rifiutare. Possibile che, secondo
 sua nonna, lei fosse stata educata come una Elessedil? Perchgli Elfi
 dovevano accettarla come loro regina in ogni caso? Lei non era
 realmente una di loro, nonostante la sua nascita.
 Quasi senza pensarci, si diresse dove se ne stava seduto Gavilan, la
 schiena contro un ceppo ricoperto di muschio, e si accovacciaccanto
 a lui.
 青osa devo farne di questo?gli chiese quasi con rabbia, mettendogli
 lo Scettro sotto il naso.
 Egli si strinse nelle spalle, lo sguardo vuoto e distante. 侶uello che
 ti stato chiesto di farne, mi auguro.
 俑a non mio! Non mi appartiene! Innanzi tutto, non doveva essere
 dato a me!
 Egli rispose con un po' di amarezza: 促er caso sono d'accordo. Ma ci
 che vogliamo io e te non conta molto, no?
 亟' vero. Ellenroh non lo avrebbe mai fatto se non fosse stata malata.
 Quando starmeglio...Si fermperchegli rivolse ostentatamente lo
 sguardo da un'altra parte. 侶uando starmegliocontinulei
 scandendo ogni parola come se spezzasse un ramo secco, 哀i accorger
 che stato tutto un errore.
 俏on starmai meglio.
 俏on dire cos Gavilan, non dirlo.
 促referiresti che mentissi?
 Wren lo fiss incapace di parlare.
 L'espressione di Gavilan era dura. 侮a bene, allora. Mi rendo conto
 che non ti aspettavi nulla di tutto ci che gli Elfi non sono il tuo
 popolo, che niente di questo ti riguarda davvero, che volevi solo
 trovare Ellenroh e consegnarle il tuo messaggio. Non vuoi  essere la
 Regina degli Elfi? Benissimo. Non sei costretta. Consegna lo Scettro a
 me.
 Ci fu un lungo silenzio mentre si fissavano.
 隹nche nelle mie vene scorre sangue Elessedilpreciscon calore.
 侶uesta la mia gente, e Arborlon la mia cittLO posso fare ci
 che necessario. Ho una visione delle cose migliore della tua. E non
 ho paura di usare la magia.
 All'improvviso Wren si rese conto di quanto stava succedendo. Gavilan
 si aspettava che lo Scettro fosse dato a lui; si aspettava che
 Ellenroh nominasse lui suo successore. Se lei non fosse arrivata, le
 cose sarebbero probabilmente andate cos In realt il suo arrivo ad
 Arborlon aveva cambiato tutto per Gavilan. Provuna momentanea,
 intensa sensazione di sgomento, quasi subito seguita da diffidenza. Si
 ricordcome lui ed Ellenroh avessero litigato per il Loden. Gavilan
 era favorevole all'uso della magia per riportare le cose a ciche
 erano state in passato, per rimetterle a posto. Ellenroh credeva che
 fosse ormai giunto il momento di rinunciare alla magia, di ritornare
 alle Terre dell'Ovest e vivere come gli Elfi avevano vissuto un tempo.
 Quel conflitto doveva sicuramente avere influenzato la decisione di
 Ellenroh di dare lo Scettro a lei.
 Gavilan sembrava avere percep鮅o la sua incertezza. 促ensaci su, Wren.
 Se la regina muore, non c'bisogno che tu prenda il suo fardello
 sulle tue spalle. Se tu non fossi tornata, non sarebbe mai accaduto.
 E incrocile braccia come per mettersi sulla difensiva. 侵n ogni
 caso, dipende da te. Se vuoi , ti aiuter Te lo dissi quando ci
 incontrammo la prima volta, e l'offerta ancora valida. Qualunque
 cosa io possa fare.
 Lei non sapeva come rispondere. 亮razie, Gavilanfu tutto quello che
 riusca dire.
 Quindi si allontanda lui, sentendosi decisamente a disagio per
 quanto le aveva suggerito. Anche se intendeva liberarsi dalla
 responsabilitdello Scettro, non era poi cossicura di volerlo dare
 a lui. La magia era una speranza; non doveva essere abbandonata troppo
 presto, non quando le conseguenze del suo uso erano cosimportanti.
 Ellenroh avrebbe potuto affidare lo scettro a Gavilan, ma aveva
 preferito non farlo. Lei non era preparata a mettere in discussione il
 giudizio della regina senza riflettere a fondo.
 Ma le importava anche Gavilan; contava sulla sua amicizia e sul suo
 appoggio. Questo complicava le cose. Capiva la sua delusione, e sapeva
 che aveva ragione quando diceva che gli Elfi erano il suo popolo e
 Arborlon la sua citte che lei era un'estranea. Era convinta che
 volesse la soluzione migliore almeno quanto lei.
 Una rigida, disperata determinazione prese corpo nella sua mente.
 "Niente di tutto ci perchla nonna guarir perchdeve guarire,
 non morir non deve morire!" Queste parole divennero un muta litania,
 ripetuta in continuazione. Il respiro le si fece affannoso e colmo di
 rabbia; le tremavano le mani.
 Scosse la testa e respinse le lacrime.
 Infine si sedette di nuovo accanto alla nonna. Intorpidita dal dolore,
 fissintensamente la sua faccia sconvolta. "Ti prego, guarisci. Devi
 guarire".
 La stanchezza si abbattsu di lei e la lasciesausta.
 Rimasero accampati vicino alla parete rocciosa tutto il giorno,
 lasciando che Ellenroh dormisse, sperando che recuperasse le forze.
 Mentre Wren ed Eowen si occupavano a turno della regina, gli uomini
 facevano la guardia. Il tempo passava in fretta, e lei lo vedeva
 fuggire con una velocitraccapricciante. Avevano lasciato Arborlon
 solo da tre giorni, ma le sembravano settimane. Tutt'attorno a loro,
 il mondo di Morrowindl era grigio e fosco, un paesaggio chiuso, fatto
 di ombre e di semioscurit Sotto, la terra brontolava per la
 scontentezza del Killeshan. Quanto tempo avevano a disposizione?
 continuava a chiedersi Wren. Quanto mancava al momento in cui il
 vulcano sarebbe esploso facendo andare l'isola in frantumi? Quanto ci
 voleva prima che Tiger Ty e Spirit decidessero che non valeva la pena
 di cercare ancora, che essi erano irrimediabilmente perduti?
 Inumidil viso di Ellenroh, sussurre cantper lei, tentando di
 scacciare la febbre, cercando attraverso qualche segno insignificante
 di vedere che la nonna stava guarendo e la malattia regrediva. Si
 tenne appartata dagli altri, tranne Eowen, e anche quando le si trov
 vicina parlpoco. La sua mente era inquieta, piena di dubbi ai quali
 non poteva dare voce. Lo Scettro era la ricordare costantemente
 quale fosse la posta in gioco. Il pensiero degli Elfi l'assillava:
 vedeva le loro facce, sentiva le loro voci, e immaginava cosa dovevano
 stare pensando, piintrappolati di lei, piimpotenti. L'idea di
 essere legata a loro in modo cosinestricabile la terrorizzava. Non
 riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che lei era tutto ciche
 avevano, che dovevano contare soltanto su di lei e che nessun altro
 del gruppo aveva importanza. Le loro vite erano affidate a lei, e se
 poteva augurarsi qualcosa di diverso, il fatto in snon poteva essere
 facilmente modificato.
 Scese la notte, e le condizioni di Ellenroh peggiorarono.
 A un certo punto Wren si sedette tutta sola e pianse senza riuscire a
 fermarsi, svuotata dalle privazioni che all'improvviso sembravano
 accanirsi contro di lei a ogni svolta. Un tempo si sarebbe detta che
 nessuna di esse contava, che la mancanza dei genitori e di una
 famiglia, di una storia, di una vita al di ldi quella che stava
 vivendo non aveva alcuna conseguenza. Essere andata a Morrowindl e
 avere trovato Arborlon e gli Elfi aveva cambiato ogni cosa per sempre.
 Quello che era sembrato di cosscarsa importanza era diventato
 inspiegabilmente fondamentale. Anche se fosse sopravvissuta non
 sarebbe pistata la stessa. Rimase sbalordita rendendosi conto di ci
 che le era stato fatto. Non si era mai sentittanto sola.
 Allora dormper un po', troppo stanca per stare sveglia pia lungo,
 mentre le sue emozioni divenivano distanti e attutite, e si risvegli
 con la mano di Garth sulla spalla. Si alzimmediatamente, spaventata
 al pensiero di quello che poteva essere venuto a dirle, ma egli si
 affretta scuotere la testa e a indicarle un punto con la mano.
 A non pidi due metri di distanza, una grossa forma piena di spine la
 stava guardando con occhi che brillavano come quelli di un gatto.
 Fauno aveva improvvisato un balletto attorno a essa, squittendo
 furiosamente.
 Wren trasal 俟tresa?sussurrincredula. Si precipitin avanti,
 buttando via la coperta, con la voce tremante. 俟tresa, sei davvero
 tu?
 非i ritorno dal mondo dei morti, rwwlll Wren degli Elfibrontol
 l'altro dolcemente.
 Gli avrebbe gettato le braccia al collo se avesse potuto trovare il
 modo di farlo, ma dovette accontentarsi di un rapido sospiro di
 sollievo e di una risata. 俟ei vivo! Non ci posso credere!Battle
 mani compiaciuta. 保h, come sono contenta di vederti! Ero sicura che
 fossi scomparso! Cosa ti successo? Come hai fatto a salvarti?
 Il Gatto Screziato avanze si sedette, ignorando Fauno che continuava
 a saltellargli attorno tutto agitato. 侵l serpente mi ha mancato per
 un soffio quando ha mandato in frantumi la zattera. Sono stato
 trascinato sott'acqua e spinto dalla corrente fino all'altra sponda
 del Rowen. Phhhffft. Mi ci sono volute diverse ore per trovare un
 altro guado. A quel punto, eravate gidentro le Tenebre dell'Eden.
 Fauno si spinse troppo vicino, e gli aculei si alzarono
 minacciosamente. 俑atto di uno Squeak. Hsssttt!
 青ome hai fatto a trovarci?insistette Wren. Garth le si era seduto
 accanto e lei gli comunicava le sue parole con i segni.
 隹h! Ssspptt! Non stato facile, lo ammetto. Ho seguito le vostre
 tracce, naturalmente, hsssstt, ma voi avete vagato in ogni direzione
 da quando siete entrati nella palude. Avevate smarrito la strada,
 scommetto. Mi domando come avete fatto a trovare la scogliera, alla
 fine.
 Lei tirun profondo sospiro. 信o usato la magia.
 Il Gatto Screziato soffisommesso.
 信o dovuto farlo. La regina sta molto male.
 亟 cosora lo Scettro tuo?
 Lei si affretta scuotere la testa. 俟olo finchEllenroh non star
 meglio. Solo fino ad allora.
 Stresa non disse nulla, mentre gli brillavano gli occhi gialli.
 俟ono contenta che tu sia tornatoripetlei.
 Egli sbadiglidistratto. 促hTiili . Basta parlare, per stanotte. E' ora
 di riposare un po'.
 Si girtranquillo e se ne anda cercare un posto per dormire, come
 se non fosse accaduto nulla di straordinario, come se quella fosse una
 notte uguale alle altre. Wren lo segucon lo sguardo per un attimo,
 poi scambiun'occhiata con Garth. Il gigante Rover scosse la testa e
 se ne and
 Wren si tirdi nuovo la coperta sulle spalle e prese Fauno tra le
 braccia. Un momento dopo, si accorse che stava sorridendo.
 18.
 Ellenroh Elessedil morall'alba. Wren le era accanto quando si
 risvegliper l'ultima volta. L'oscuritcominciava proprio allora a
 illuminarsi, una lieve sfumatura viola nella nebbia, e la regina apr
 gli occhi. Guardsu verso Wren, lo sguardo calmo e fermo, vedendo
 qualcosa al di ldel volto ansioso della  nipote. Lei prese subito la
 sua mano, tenendola stretta con decisa determinazione, e allora, per
 un istante, comparve un debolissimo sorriso. Poi respirancora una
 volta, chiuse gli occhi, e mor
 A Wren sembrstrano di non riuscire a piangere. Era come se avesse
 esaurito tutte le lacrime, come se le avesse consumate nel timore che
 l'impossibile potesse accadere, e ora che era accaduto non aveva pi
 nulla da dare. Svuotata dall'emozione, sentiva di essere rimasta
 indifesa data la perdita subita, e non avendo nessuno a cui rivolgersi
 naltri posti dove andare, decise di rifugiarsi nella corazza della
 responsabilitche sua nonna le aveva dato per il destino degli Elfi.
 E fu un bene. Appariva evidente che nessun altro sapeva cosa fare.
 Eowen era inconsolabile, una figura fragile, affranta, raggomitolata
 accanto alla donna che era stata sua intima amica. Con i capelli rossi
 che le cadevano sul volto e sulle spalle, il corpo scosso da un
 tremito, non riusciva neppure a parlare. Triss e Dal erano rimasti
 paralizzati, disorientati, storditi. Perfino Gavilan sembrava incapace
 di fare appello alla forza necessaria per assumere il comando come
 avrebbe potuto fare prima, il suo bel volto era visibilmente scosso
 mentre fissava il corpo della regina. Troppe cose erano accadute,
 tanto da distruggere la loro fiducia in se stessi, da scuotere la loro
 convinzione di riuscire a compiere la missione portando in salvo il
 popolo degli Elfi. Aurin Striate e la regina erano entrambi scomparsi,
 proprio le due persone che meno di tutte potevano permettersi di
 perdere. Intrappolati nella palude delle Tenebre dell'Eden dal lato
 sbagliato del Blackledge, erano sempre pilogorati dal presagio di un
 disastro che correva il rischio di avverarsi ben presto.
 Ma quella mattina Wren trovin se stessa una forza che non avrebbe
 mai creduto di possedere. Qualcosa di ciche era stata un tempo,
 della ragazza Rover quale era stata educata, della stirpe degli
 Elessedil e di Shannara a cui apparteneva per nascita, si accese
 dentro di lei e fece sche non si lasciasse prendere dalla
 disperazione.
 Si alz volse le spalle alla regina e guardin faccia i suoi
 compagni, impugnando lo Scettro a due mani, diritto davanti a lei come
 uno stendardo, a ricordo di ciche li legava.
 俠a regina non pi欞 disse con calma, attirando i loro sguardi e
 guardandoli negli occhi a uno a uno. 保ra dobbiamo andare via di qui.
 Dobbiamo proseguire perchquello che abbiamo giurato di fare ed 
 quello che lei vorrebbe da noi. Ci stato chiesto di fare qualcosa
 che sta diventando sempre pidifficile, qualcosa che tutti ci
 augureremmo non ci fosse mai stato chiesto, ma ormai non possiamo
 minimamente mettere in discussione il nostro impegno. Siamo tenuti a
 rispettarlo. Non posso avere la presunzione di essere come mia nonna,
 ma fardel mio meglio. Questo Scettro appartiene a un altro mondo, e
 faremo tutto quanto sta in noi per riportarcelo.
 Si allontandi qualche passo dalla regina. 信o conosciuto mia nonna
 solo per poco tempo, ma l'ho amata come avrei amato mia madre se mi
 fosse stato concesso di conoscerla. Lei era tutto quello che avevo
 della mia famiglia. Era quanto di meglio potessimo avere tutti noi.
 Merita di vivere attraverso di noi.LO non ho intenzione di deluderla.
 Mi aiuterete?
 俟ignora, non hai bisogno di chiedercelorispose subito Triss. 俠ei
 ti ha affidato lo Scettro, e per tutto il tempo che vivrai la Guardia
 Nazionale impegnata dal giuramento a proteggerti e a obbedirti.
 Wren annu 亮razie, Triss. E tu, Gavilan?
 Gli occhi azzurri si abbassarono. 隹i tuoi ordini, Wren.
 GuardEowen, che annusenza aggiungere altro, ancora smarrita nel
 suo dolore.
 俘iportate la regina nelle Tenebre dell'EdencomandWren a Triss e a
 Dal. 俊rovate una buca profonda e restituitela all'isola affinch
 possa avere pace.Le parole si udirono chiare, dure e incisive.
 促rendetela.
 Essi portarono la Regina degli Elfi nella palude, trovarono una
 distesa di fango a una trentina di metri all'interno, e va la deposero
 delicatamente. Poco dopo era scomparsa, inghiottita per sempre.
 In silenzio ritornarono indietro. Eowen stava piangendo sommessa,
 appoggiata al braccio di Wren che la consolava. Gli uomini erano
 spettri senza voce resi grigi e argentei dall'ombra e dalla nebbia.
 Quando raggiunsero la base del Blackledge, Wren si rivolse a loro
 ancora una volta. 亟cco cosa penso. Abbiamo perso un terzo dei nostri
 effettivi e ci siamo appena allontanati dalle pendici del Killeshan.
 Il tempo vola. Se non ci sbrighiamo, non riusciremo ad abbandonare
 l'isola, nessuno di noi ci riuscir Garth e io abbiamo un'idea di
 come sopravvivere in condizioni proibitive, ma qui a Morrowindl siamo
 perduti non meno di voi. E' rimasto soltanto uno tra noi che ha la
 possibilitdi trovare la strada.
 Si volse a guardare Stresa. Il Gatto Screziato battgli occhi.
 青i hai fatto entrare sani e salvidisse tranquilla. 促uoi portarci
 fuori di qui?
 Stresa la guarda lungo con una strana espressione nello sguardo.
 信rrwll, Wren degli Elfi, detentrice dello Scettro, ci proverinsieme
 a te, sebbene non abbia nessuna particolare ragione di aiutare gli
 Elfi. Ma tu mi hai promesso il passaggio al mondo pigrande, e io ti
 ritengo legata da quella promessa. S ti guider
 俟ai la strada, Sgattochiese Gavilan diffidente, 卻 ti stai
 semplicemente prendendo gioco di noi?
 Wren gli rivolse uno sguardo di rimprovero, ma Stresa si limita
 ribattere: 俟tttsst. Vieni con me e lo scoprirai, ti va? Poi,
 rivolto a Wren, disse: 侶uesta non una zona dove io sono venuto
 spesso. Qui il Blackledge invalicabile. Hssstt. Dobbiamo andare -
 rrwwll - un po' a sud per trovare un passo attraverso il quale
 arrampicarci. Venite
 Raccolsero ciche rimaneva dell'equipaggiamento, se lo misero in
 spalla, e partirono. Camminarono nell'oscuritdel mattino, nel calore
 e nel "vog", seguendo la linea delle scogliere lungo i margini delle
 Tenebre dell'Eden. A mezzogiorno si fermarono per riposare e per
 mangiare; formavano un gruppo taciturno di uomini e donne
 dall'espressione indurita, gli occhi furtivi che scandagliavano il
 fango incessantemente. La terra era silenziosa quel giorno, per il
 momento il vulcano sembrava riposare . Ma dall'interno della palude
 proveniva il rumore di esseri lanciati all'inseguimento, grida e
 ululati lontani, gli spruzzi dell'acqua, il brontolio dei corpi
 stretti in combattimento. I rumori li seguivano a mano a mano che essi
 avanzavano tra mille difficolt sinistro avvertimento che una rete
 implacabile si andava stringendo attorno a loro.
 A metpomeriggio, trovarono il passo scelto da Stresa, un sentiero
 ripido, tutto curve che scompariva tra le rocce come la lingua di un
 serpente tra le sue fauci. Cominciarono subito la salita, ansiosi di
 creare un distacco tra loro e i rumori che avevano alle spalle,
 sperando di raggiungere la cima prima del calare della notte.
 Non ci riuscirono. L'oscuritli sorprese a un certo punto a met
 strada, e Stresa li fece accampare su una stretta sporgenza
 parzialmente al riparo di una roccia, un punto dal quale si sarebbe
 potuta vedere una vasta estensione delle Tenebre dell'Eden se non
 fosse stato per il "vog", che copriva tutto con una coltre
 apparentemente senza fine di colore grigio scuro.
 La cena venne consumata in fretta e senza interesse, fu messo qualcuno
 di guardia, e il resto del gruppo si accinse a sistemarsi per la
 notte. Oscurite nebbia erano talmente fitte che non si vedeva niente
 oltre il raggio di pochi centimetri, con la sgradevole impressione che
 tutta l'isola si fosse in qualche modo staccata sotto di loro,
 lasciandoli sospesi nell'aria. Dal buio provenivano dei rumori,
 gutturali e minacciosi, una cacofonia incorporea e al tempo stesso
 priva di una direzione precisa. La ascoltavano in silenzio, sapendo
 che li inseguiva, sentendo che si avvicinava sempre pi
 Wren cercdi pensare ad altro, avvolgendosi stretta nella coperta,
 infreddolita nonostante il calore che saliva dal fango. Ma le sue idee
 erano scoordinate, disperse da una sensazione sempre piviva di
 distacco da tutto ciche era reale. Era stata privata della certezza
 di ciche era, rimanendo solo con una vaga impressione di ciche
 poteva essere - qualcosa che andava oltre la sua comprensione e il suo
 controllo. La sua vita era stata deviata da un percorso sicuro e messa
 su una pianura senza ostacoli, per essere spazzata via come una foglia
 nel vento. Le erano stati affidati dei compiti dall'ombra di Allanon e
 da sua nonna, e lei non ne sapeva abbastanza, ndell'uno n
 dell'altro, per capire come doveva assolverli. Si ricordperchaveva
 accettato la sfida di Cogline a raggiungere in primo luogo
 l'Hadeshorn, ormai tante settimane prima. Andandoci, aveva creduto di
 poter sapere qualcosa di se stessa; di poter scoprire la verit Come
 sembrava strana quella fiducia, ora. Chi era e che cosa doveva fare
 sembrava che cambiassero con la rapiditcon cui si avvicendano il
 giorno e la notte. La veritera come un inafferrabile pezzo di stoffa
 che non si riusciva a raggiungere, che si rifiutava di rivelarsi. Le
 sfuggiva di mano ogni volta che si avvicinava, logoro e consunto, come
 un barlume di luce e di colore. Eppure, era decisa a seguire i fili
 lasciati appesi nella sua scia, esili residui dello splendore che un
 giorno l'avrebbero condotta all'arazzo dal quale erano stati sfilati.
 "Trova gli Elfi e riportali nel mondo degli Uomini".
 Ci avrebbe provato.
 "Porta in salvo il mio popolo e dagli una nuova possibilitdi
 vivere".
 Di nuovo, ci avrebbe provato.
 E forse, provandoci, avrebbe trovato un modo nuovo per sopravvivere.
 Sonnecchiper un po', con la schiena appoggiata alla parete della
 scogliera, le gambe rannicchiate contro il petto e le braccia
 atteggiate a difesa dello Scettro. Fauno dormiva ai suoi piedi tra le
 pieghe della coperta. Stresa, simile a una palla indistinta, era
 raggomitolato nell'ombra di una nicchia nella roccia. Lei si rendeva
 conto dei movimenti attorno a sal cambio della guardia; fu sul punto
 di proporsi per un turno, ma poi lascicadere l'idea. Aveva dormito
 poco nelle due notti precedenti e aveva bisogno di recuperare le
 forze. Non sarebbe mancata l'occasione di fare un turno di guardia
 un'altra volta. Appoggila guancia alle ginocchia e si addorment
 A notte avanzata, non sapeva bene quando, fu svegliata dal rumore
 stridulo di uno stivale sulla roccia. Qualcuno si stava avvicinando.
 Sollevappena la testa, scrutando verso l'esterno dal riparo della
 coperta. La notte era buia e densa di "vog", la foschia scendeva dal
 fianco della montagna e si adagiava sulla sporgenza come un serpente
 in cerca di preda. Dall'oscuritemerse una figura curva e dai
 movimenti rapidi e furtivi.
 La mano della ragazza Rover raggiunse lentamente l'impugnatura del
 pugnale.
 俐rendisse la figura con voce sommessa.
 Era la veggente. Wren alzla testa per far capire che l'aveva
 riconosciuta e la osservavanzare adagio e sedersi davanti a lei.
 Eowen era avvolta nel suo mantello col cappuccio, i capelli sciolti e
 arruffati, la faccia arrossata, e gli occhi sbarrati e fissi come se
 avesse appena assistito a una scena terrificante. Le labbra si
 serrarono quando cercdi parlare, e poi si mise a piangere. Wren le
 si avvicine la strinse a s sorpresa per la sua vulnerabilit una
 debolezza che fino alla morte della regina non si era manifestata
 neppure una volta.
 Eowen si irrigid si strofingli occhi, e respirprofondamente
 l'aria della notte cercando di ricomporsi. 俏on riesco a smettere
 sussurr 保gni volta che penso a lei, ogni volta che ricordo,
 ricomincio a piangere.
 俊i voleva molto benele disse Wren, cercando di darle un po' di
 conforto.
 La veggente annu abbassgli occhi, e poi alzdi nuovo lo sguardo.
 俟ono venuta a dirti la veritsugli Elfi.
 Wren rimase immobile, senza dire nulla, in attesa. Sentun pozzo
 freddo e senza fondo che le si apriva dentro.
 Eowen lanciuno sguardo alla notte nebbiosa, al nulla che le
 circondava, e sospir 俗na volta, molto tempo fa, ebbi una visione
 nella quale vedevo me stessa insieme a Ellenroh. Lei era viva e in
 salute, tutta raggiante su un pallido sfondo che sembrava come l'alba
 d'inverno.LO ero la sua ombra, attaccata a lei, legata a lei.
 Qualunque cosa facesse, la facevo anch'io - mi muovevo come lei,
 parlavo quando parlava lei, sentivo la sua felicite il suo dolore.
 Eravamo unite come una sola persona. Ma poi l'immagine comincia
 offuscarsi, a sparire, il colore a stingersi, le linee a confondersi.
 Lei scomparve, ma io rimasi, ancora un'ombra, adesso sola, alla
 ricerca di un corpo al quale potermi attaccare. Poi apparisti tu -
 allora io non ti conoscevo, ma sapevo chi eri, la figlia di Alleyne,
 la  nipote di Ellenroh. Tu eri rivolta verso di me e io mi avvicinavo.
 Mentre avanzavo, l'aria attorno a me si fece buia e minacciosa. I miei
 occhi furono avvolti dalla nebbia, e potevo vedere soltanto una
 foschia rossa scarlatta. Avevo freddo fin nelle ossa, e non c'era pi
 vita in me.
 Scosse la testa lentamente. 俠a visione fin ma io ne colsi il
 significato. La regina sarebbe morta, e alla sua morte sarei morta
 anch'io. Tu saresti stata lad assistere come testimone, forse a
 prendere parte alla scena.
 亟owen.Wren pronunciil nome con voce sommessa, spaventata.
 Lei si volse indietro e gli occhi verdi si offuscarono. 俏on ho paura,
 Wren. Le visioni di una veggente sono un dono e una maledizione, ma
 sono sempre la norma della sua vita. Ho imparato a non temere e a non
 rinnegare ciche mi dato vedere; lo accetto e basta. Ora accetto
 che il mio tempo in questo mondo sia quasi finito, e non morirsenza
 averti detto la veritche sei tanto ansiosa di conoscere.
 Si strinse il mantello sulle spalle. 俠a regina non poteva farlo. Non
 poteva costringersi a parlare. Voleva farlo. Forse col tempo l'avrebbe
 fatto. Ma il fatto che la magia degli Elfi avesse provocato tanto male
 e tanta sofferenza era il dramma della sua vita. Sono stata leale con
 Ellenroh finchera viva, ma mi sento libera ora che morta, almeno
 in questo. Tu devi sapere, Wren. Devi sapere e giudicare come vuoi ,
 perchtu sei senz'altro la figlia di tua madre, e sei destinata a
 essere la Regina degli Elfi. Il sangue degli Elessedil ti ha segnata
 completamente, e mentre ti chiedi ancora come possa accadere una cosa
 simile, stai certa che cos L'ho potuto constatare nelle mie
 visioni. Tu sei la speranza di tutti gli Elfi, ora e in futuro. Tu sei
 venuta per salvarli, se il destino vuole che si salvino. Vedendo che
 hai accettato la responsabilitdello Scettro e del Loden, sapendo che
 le Pietre Magiche ti proteggono, ritengo che tutto ciche rimane da
 fare raccontarti quanto ti stato nascosto finora - il segreto
 della rinascita della magia degli Elfi e dell'avvelenamento di
 Morrowindl.
 Wren si affretta scuotere la testa. 亟owen, non ho ancora deciso
 sulla responsabilit..cominci
 俠e decisioni vengono perlopiprese al posto nostro, Wren Elessedil
 la interruppe Eowen. 俟ono in grado di capirlo meglio di te. L'ho
 capito meglio della regina, credo. Era una brava persona, Wren. Fece
 del suo meglio, e non devi assolutamente rimproverarla per quello che
 ti dir Devi riflettere sulle mie parole, e vedrai che Ellenroh fu
 messa in trappola fin dall'inizio e tutte le decisioni che sembr
 prendere di sua spontanea volonterano in realtprese al posto suo.
 Se ti ha tenuta nascosta la verit stato perchti voleva troppo
 bene. Non poteva pensare di perderti. Tu eri tutto ciche le
 rimaneva.
 Il volto pallido si rifletteva nella foschia come quello di un
 fantasma, la voce era di nuovo un sussurro.
 俟 Eowenrispose Wren sommessa. 亟 lei era tutto ciche io avevo.
 Le mani affusolate della veggente si tesero per prendere le sue, la
 pelle era fredda come il ghiaccio. Wren rabbrividsuo malgrado.
 隹llora stai attenta a quello che sto per dirti, figlia di Alleyne, tu
 che hai ritrovato la tua identitdi Elfa. Ascolta con attenzione.
 Gli occhi color smeraldo scintillarono come foglie gelate ai primi
 raggi del sole. 侶uando gli Elfi giunsero a Morrowindl, agli inizi
 l'isola era innocente e incontaminata. Era un paradiso oltre ogni
 immaginazione, tutto era pulito, nuovo e sicuro. Gli Elfi ricordavano
 ciche si erano lasciati alle spalle - un mondo disgustoso che
 cominciava a essere corrotto, dove gli Ombrati erano riusciti a
 nascere e a riprodursi, arrendendosi all'oppressione della Federazione
 e all'avanzata degli eserciti che sapevano solo ubbidire senza mai
 mettere in discussione nulla. Era una storia vecchia, e gli Elfi
 l'avevano sopportata per innumerevoli generazioni. Non ne potevano
 pi volevano che finisse.
 青ossi misero a pensare a come proteggere il mondo da poco trovato e
 se stessi. La Federazione avrebbe potuto un giorno estendersi al di l
 dei confini delle Quattro Terre. Gli Ombrati l'avrebbero fatto
 senz'altro. Soltanto la magia avrebbe potuto proteggerli, pensarono
 gli Elfi, e la magia sulla quale ora contavano non proveniva dalla
 tradizione dei Druidi ndagli insegnamenti del nuovo mondo, ma dalla
 forza delle loro origini che avevano riscoperto. Questo genere di
 magia era vasto e selvaggio, ancora ai suoi primi passi per questa
 generazione, e loro avevano dimenticato le lezioni dei Druidi, del
 Signore Stregone e dei suoi Portatori di Teschi, e di tutti coloro che
 in precedenza erano caduti vittime. Devono essersi detti che non si
 sarebbero lasciati sopraffare. Che sarebbero stati piastuti, pi
 attenti, e piabili nell'uso che ne avrebbero fatto.
 Trasse un altro respiro profondo, le sue mani lasciarono quelle di
 Wren per ravviare i capelli arruffati. 隹lcuni di loro avevano...
 esperienza nel fare delle cose con la magia. Creature viventi, Wren -
 nuove specie che potevano servire alle loro necessit Avevano trovato
 il modo di estrarre l'essenza delle creature della natura e con l'uso
 della magia potevano allevarla cosche quando cresceva diventava una
 variazione della cosa sulla quale era stata modellata. Potevano creare
 i cani dai cani, i gatti dai gatti, solo che erano pigrandi, pi
 forti, piveloci, piintelligenti. Ma quello fu solo l'inizio.
 Progredirono rapidamente fino a essere in grado di combinare varie
 forme di vita, creando animali che sommavano le caratteristiche pi
 auspicabili dei modelli originari. Fu cosche furono creati i Gatti
 Screziati - e decine di altre specie. Essi furono i primi esperimenti
 del nuovo uso della magia, animali che potevano pensare e parlare come
 gli esseri umani, animali che potevano cercarsi da mangiare e cacciare
 e fare la guardia contro qualsiasi nemico mentre gli Elfi erano al
 sicuro.
 隹ll'inizio tutto andbene, o almeno cossembrava. Le creature della
 magia prosperavano e servivano agli scopi ai quali erano state
 destinate, senza difficolt Ma col passare del tempo, alcuni di
 coloro che detenevano il potere cominciarono ad avanzare nuove idee
 sull'uso della magia. Avevano avuto successo una volta, dicevano,
 perchnon provare di nuovo? Se con la magia si potevano creare degli
 animali, perchnon si sarebbe dovuto creare qualcosa di pi
 progredito? Perchnon duplicare se stessi? Perchnon creare un
 esercito di uomini che avrebbe combattuto al loro posto nel caso di un
 attacco mentre essi sarebbero rimasti al sicuro entro le mura di
 Arborlon?
 Eowen scosse la testa lentamente, i lineamenti delicati parvero
 contrarsi di fronte all'orrore interiore. 隹llora crearono i demoni -
 ossia gli esseri che sarebbero divenuti i demoni. Presero delle parti
 di se stessi, carne e sangue per cominciare, ma poi anche memorie ed
 emozioni e tutte le invisibili particelle del proprio spirito, e
 diedero loro la vita. Questi nuovi Elfi - percherano Elfi, allora -
 erano fatti per essere soldati e cacciatori e guardiani del regno, non
 sapevano nient'altro e non avevano altra esigenza o desiderio se non
 quello di servire. Sembravano l'ideale. Coloro che li avevano creati
 li mandarono fuori a fare la guardia sulle coste dell'isola. Erano
 autosufficienti; non c'era bisogno di preoccuparsi per loro.
 La voce si ridusse a un bisbiglio. 促er un po' furono quasi
 dimenticati, mi hanno detto - come se da loro non dovesse derivare
 nessun'altra conseguenza.
 Prese di nuovo le mani di Wren stringendole forte. 促oi cominciarono i
 cambiamenti. A poco a poco, i nuovi Elfi presero ad alterarsi; il loro
 aspetto e la loro personalitcominciarono a mutare. Accadde lontano
 dalla citte fuori dalla vista e dall'attenzione della gente, per cui
 non ci fu nessuno in grado di bloccare il fenomeno o di lanciare
 l'allarme. Alcune delle prime creature fatte con la magia, come i
 Gatti Screziati, andarono dagli Elfi e raccontarono quanto stava
 accadendo, ma furono ignorati. Dopotutto, nonostante le loro capacit
 erano solo animali, e i loro avvertimenti non furono presi in
 considerazione.
 侵 nuovi Elfi, gimutati in demoni, cominciarono ad allontanarsi dai
 loro posti, a scomparire nella giungla, a dare la caccia e a uccidere
 tutto ciche incontravano. I Gatti Screziati e gli altri furono le
 prime vittime. Poi venne il turno degli Elfi di Arborlon. Ci furono
 tentativi per farla finita con questi mostri, ma si trattava di
 iniziative sporadiche e mal dirette, e gli Elfi ancora non volevano
 accettare il fatto che il problema non riguardava soltanto alcuni
 individui ma tutte le loro creature. Quando finalmente compresero la
 gravitdell'errore commesso, la situazione era fuori controllo.
 隹 quell'epoca Ellenroh era Regina. Suo padre aveva instillato nella
 Chiglia la magia del Loden per creare uno scudo dietro il quale gli
 Elfi potessero nascondersi, e in veritsembrava che fossero in salvo.
 Ma Ellenroh non era sicura. Decisa a farla finita con i demoni, invi
 i suoi Cacciatori Elfi nella giungla a dar loro la caccia. Ma la magia
 era stata molto efficace nel suo specifico intento, e i demoni erano
 troppo forti. Una volta dopo l'altra, essi respinsero gli Elfi. La
 guerra andavanti per anni, una lotta terribile e interminabile per
 la supremazia dell'isola che sconvolse Morrowindl e rese la vita un
 incubo spaventoso.
 Le mani si strinsero, dure e rigide. 侵nfine, quando ogni altra scelta
 divenne impossibile per l'intrattabilitdella magia e la ferocia dei
 demoni, Ellenroh chiamin cittgli Elfi superstiti. Questo accadde
 dieci anni fa e segnla fine di ogni contatto col mondo esterno.
 俑a perchla stessa magia che aveva fatto queste creature non poteva
 essere usata per eliminarle?domandWren.
 保rmai era troppo tardi.Eowen si dondolava come se dovesse
 confortare un bambino. 俠a magia era finita!I suoi occhi erano
 distanti, lo sguardo sconvolto. 保gni magia ha una fonte. La magia
 degli Elfi non fa eccezione. La maggior parte di essa proviene dalla
 terra, un insieme della vita che vi risiede. L'isola fu la fonte della
 magia usata per creare i demoni e gli altri prima di loro - la sua
 terra, l'aria, l'acqua, gli elementi della sua vita. Ma la magia 
 preziosa e non illimitata. Il tempo ricostituisce ciche viene
 usato, ma lentamente. Gli Elfi non si resero conto che anche i demoni,
 quando cambiarono, cominciarono ad avere bisogno della magia. Creati
 da essa, scoprirono che gli occorreva per sopravvivere. Allora presero
 a sottrarla sistematicamente alla terra e alle cose che vivevano su di
 essa, uccidendo tutto cidi cui si nutrivano. Essi divoravano la
 magia pirapidamente di quanto essa potesse rigenerarsi. L'isola
 comincia cambiare, ad avvizzire, ad ammalarsi e a morire. Era come
 se non fosse piin grado di proteggersi dagli esseri che la
 devastavano, demoni o Elfi che fossero. Quando gli Elfi se ne resero
 finalmente conto, non rimaneva abbastanza magia per cambiare. I demoni
 erano diventati troppo numerosi per essere distrutti. Tutto ciche si
 trovava al di fuori della cittfu abbandonato nelle loro mani.
 Morrowindl sopravvisse, anche se a stento, ma si era corrotta, era
 coscambiata da essere un territorio deserto oppure una giungla
 carnivora, tanto che quasi ogni cosa che ci viveva uccideva con la
 stessa velocite con la stessa precisione dei demoni. L'equilibrio
 della natura era rotto. Il Killeshan si sveglie comincia bollire
 nel suo calderone. E infine la magia dell'isola inizia estinguersi
 del tutto, e questo spinse i demoni a cingere d'assedio Arborlon. Il
 profumo della magia della Chiglia era irresistibile. Li attirava come
 la calamita attira il ferro, ed essi decisero di nutrirsene.
 Wren impallid 亟 ora verr跣no a cercare anche noi, no? Noi abbiamo
 la magia della Chiglia, tutta la magia di Arborlon e degli Elfi,
 rinchiusa nel Loden, ed essi verr跣no a cercarla.
 俟 Wren. Devono farlo.La voce di Eowen era un soffio. 俑a ho cose
 peggiori da dirti. Ascoltami. E' giun dramma che gli Elfi abbiano
 creato i mostri che li distruggeranno, che abbiano corrotto Morrowindl
 oltre ogni possibilitdi salvezza, che forse abbiano distrutto se
 stessi come popolo. Ellenroh a fatica riusciva a sopportarne l'idea,
 l'idea della parte da lei svolta nel sottrarre la magia dell'isola, o
 del suo fallimento nel tentativo di rimettere le cose a posto. Ma era
 soprattutto sconvolta sapendo perchgli Elfi erano venuti a
 Morrowindl in primo luogo. S era stato per sfuggire alla Federazione
 e agli Ombrati e a tutto ciche essi rappresentavano, per isolarsi
 dalla follia, per ricominciare daccapo in un mondo nuovo. Ma erano
 stati proprio loro a rovinare quello vecchio!
 Wren trasal incredula. 亮li Elfi? Come stato possibile? Cosa stai
 dicendo?
 Le mani di Eowen lasciarono quelle di Wren e si intrecciarono insieme
 con tanta forza da far sbiancare le nocche, come se nulla avesse
 potuto impedirle di continuare la sua storia. 非opo che i demoni si
 erano impadroniti praticamente di tutta Morrowindl, dopo che fu chiaro
 che l'isola era perduta e il popolo degli Elfi era diventato
 prigioniero della propria follia, la regina fece stanare e portare
 davanti a lei tutti coloro che ancora cercavano di giocare con la
 forza della magia, uomini e donne privi di senno che non sembravano
 imparare nulla dai loro errori, che insistevano nel ritenere che la
 magia potesse essere dominata. Tra essi vi erano coloro che avevano
 creato i demoni. Ellenroh li fece buttare gidalle mura della citt
 E non per ciche avevano fatto, ma per ciche stavano tentando di
 fare. Essi stavano cercando di usare la magia in un altro modo, un
 modo che era stato impiegato circa trecento anni prima subito dopo la
 morte di Allanon e la scomparsa dei Druidi dalle Quattro Terre.
 Trasse un altro profondo respiro. 俏on tutti coloro che avevano
 cercato di rievocare i vecchi modi di vivere erano venuti con noi a
 Morrowindl. Non tutti coloro che appartenevano al popolo degli Elfi
 erano usciti dalle Quattro Terre. Pochi detentori della magia erano
 rimasti indietro, sconfessati dal loro popolo, espulsi dai sovrani
 Elessedil.La voce di Eowen si abbassfino a diventare quasi
 impercettibile. 侶uel manipolo di Elfi diede vita a un altro genere di
 mostri!
 Ci fu un lungo terribile silenzio durante il quale la veggente e la
 ragazza Rover si fronteggiarono nell'oscurit Il freddo che Wren
 sentiva nello stomaco comincia diffondersi alle braccia e alle
 gambe. 保mbre!sussurrinorridita, comprendendo finalmente la
 verit una veritche le era stata nascosta fino a quel momento da
 coloro che erano stati chiamati all'Hadeshorn dall'ombra di Allanon.
 哉uoi  dire che gli Elfi hanno creato gli Ombrati!
 俏o, Wren.La voce di Eowen era soffocata dall'emozione mentre lei
 lottava per finire di raccontare. 亮li Elfi non hanno creato gli
 Ombrati. Gli Elfi sono gli Ombrati.
 Wren rimase con il fiato in gola, come se un nodo minacciasse di
 strangolarla. Ricordl'Ombrato al Wing Hove, quello che l'aveva
 seguita per tanto tempo, quello che alla fine l'avrebbe uccisa se non
 fosse stato per le Pietre Magiche. Cercdi immaginarselo come un
 Elfo, ma non ci riusc
 亟lfi, Wren.La voce roca di Eowen richiamdi nuovo la sua
 attenzione. 侵l mio popolo. Quello di Ellenroh. Il tuo. Pochi,
 capisci, ma pur sempre Elfi. Ora ce ne sono anche degli altri,
 immagino, ma agli inizi erano soltanto Elfi. Essi cercarono di essere
 qualcosa di meglio, credo qualcosa di pi Ma non funzion e
 divennero... ciche sono. Anche allora, rifiutarono di cambiare, di
 cercare aiuto. Ellenroh lo sapeva. Tutti gli Elfi lo sapevano, una
 volta almeno. Per questo se ne andarono, per questo abbandonarono la
 loro patria e fuggirono. Erano terrorizzati da quello che i loro
 fratelli avevano fatto. Erano sgomenti all'idea che la magia fosse
 stata usata cosmale. Perchsi trattava di una magia imprecisa e
 mutevole, nel migliore dei casi, e ciche essi creavano non era
 sempre ciche desideravano.
 Sorrise con amarezza. 隹desso ti rendi conto perchla regina non
 poteva rivelarti la veritdelle cose? Capisci quale fardello doveva
 sopportare? Lei era una Elessedil, e i suoi antenati avevano permesso
 che accadesse questo! Anche lei aveva contribuito al cattivo uso della
 magia, sebbene fosse tutto ciche poteva fare se voleva salvare il
 suo popolo. Non poteva dirtelo. Anch'io ci riesco a malapena. Mi
 domando ancora se non ho commesso un errore...
 亟owen!Wren le afferrle mani e non le lasciandare. 信ai fatto
 bene a dirmelo. La nonna avrebbe dovuto dirmelo fin dall'inizio. E'
 una cosa terribile, spaventosa, ma...
 Si fermdisorientata, e i suoi occhi fissarono quelli della veggente.
 "Non fidarti di nessuno", l'aveva avvertita l'Addershag. Adesso capiva
 perch I segreti di trecento anni erano sparsi ai suoi piedi, e solo
 la presenza della morte li aveva fatti uscire allo scoperto.
 Eowen si alzliberando le mani. 俊i ho detto abbastanza veritquesta
 nottesussurr 俑i sarebbe piaciuto che le cose fossero andate
 diversamente.
 俏o, Eowen...
 俟ii, buona, Wren Elessedil. Perdona la regina. E me. E gli Elfi, se
 puoi. Ricorda l'importanza della missione che ti stata affidata.
 Riporta il Loden nelle Quattro Terre. Fa' che gli Elfi ricomincino una
 nuova vita, che diano un contributo a rimettere di nuovo le cose in
 ordine.
 Si volt ignorando il silenzioso invito a restare, e scomparve.
 Dopo queste rivelazioni Wren rimase sveglia fino all'alba, osservando
 la nebbia turbinare nel vuoto, guardando lontano nella notte
 impenetrabile. Ascolti movimenti di coloro che erano di guardia, il
 respiro di quelli che dormivano, il vuoto mormorio dei suoi pensieri
 che lottavano con quanto le aveva detto Eowen.
 "Gli Ombrati sono Elfi".
 Le parole si ripetevano, un bisbiglio di avvertimento. Lei era l'unica
 che sapeva e poteva mettere in guardia gli altri. Ma doveva prima
 uscire da Morrowindl. Doveva sopravvivere.
 La notte sembrava chiudersi su di lei. Aveva voluto la verit Adesso
 la conosceva. Era un amaro, sconvolgente trionfo, e il costo per
 ottenerlo non era stato ancora del tutto calcolato.
 "Oh, nonna!"
 Le sue mani afferrarono lo Scettro, e sentscorrere dentro di s
 frustrazione, rabbia e tristezza. Aveva scoperto la sua discendenza,
 trovato la sua identit appreso la storia della sua vita, e ora
 avrebbe voluto che tutto scomparisse per sempre.
 E poi, quando il buio del suo stato d'animo ebbe raggiunto il punto in
 cui appariva totale, dove sembrava che non potesse accadere nulla di
 peggio, ecco che un pensiero ancora pinero si insinuin lei.
 "Gli Ombrati sono Elfi - e tu riporti l'intera nazione degli Elfi
 nelle Quattro Terre.
 Perch"
 La domanda rimase sospesa come un atto di accusa nel silenzio della
 sua mente.
 19.
 Wren stava ancora lottando con l'ambiguitdi ciche la nonna le
 aveva affidato quando il resto del gruppo si sveglial sorgere del
 sole.
 Da una parte, migliaia di vite dipendevano dal fatto che lei
 riportasse in salvo il Loden e lo Scettro dall'isola di Morrowindl
 alle Terre dell'Ovest. L'intero popolo degli Elfi, tranne i Cavalieri
 Alati che vivevano molto lontano sulle isole lungo la costa e non
 erano emigrati con gli Elfi Terrestri a Morrowindl, era stato raccolto
 dalla magia e rinchiuso, per rimanervi finchWren o qualcun altro del
 gruppo, se anche lei fosse morta - non li avesse liberati. In caso
 contrario, gli Elfi sarebbero stati distrutti, la pivecchia di tutte
 le Razze, l'ultima del popolo delle fate, una storia intera dall'epoca
 della creazione del mondo, sarebbe scomparsa.
 D'altra parte, forse sarebbe stato meglio.
 Le venivano i brividi ogni volta che ripeteva le parole di Eowen: "Gli
 Elfi sono gli Ombrati". Gli Elfi, con la loro magia, e la loro
 ostinazione nel voler recuperare il passato, si erano trasformati in
 mostri. Avevano creato i demoni. Avevano devastato Morrowindl e dato
 inizio alla distruzione delle Quattro Terre. Praticamente ogni
 pericolo minaccioso poteva esser fatto risalire a loro. Sarebbe stato
 meglio se avessero cessato di esistere del tutto.
 Non credeva di esagerare nelle sue preoccupazioni. Una volta che gli
 Elfi fossero stati riportati nelle Terre dell'Ovest, niente avrebbe
 potuto impedire loro di ricominciare con la magia, di tentare di
 rievocarla affinchpotesse essere usata in qualche modo distruttivo e
 terribile senza precedenti. Non esisteva una prova che Ellenroh si
 fosse liberata di tutti coloro che avevano cercato di giocare con il
 suo potere, che uno o due non fossero sopravvissuti. Per quei pochi
 rimasti sarebbe stato abbastanza facile ricominciare gli esperimenti,
 creare nuove forme di mostri, nuovi orrori che Wren non voleva neanche
 immaginare. Gli Elfi non avevano gidimostrato di essere capaci di
 tutto?
 Simili ai Druidi, penscon tristezza, vittime di un malinteso bisogno
 di sapere, di un'insensata fiducia in se stessi, di una folle
 convinzione di poter riuscire a dominare qualcosa che per sua stessa
 natura era sicuramente inaffidabile.
 Come avevano potuto permettere che si arrivasse a tanto, queste
 persone cosesperte nell'uso della magia, questo popolo del paese
 delle fate portato nel nuovo mondo dalla devastazione del vecchio,
 dalle lezioni che non potevano aver mancato di imparare? Certamente
 dovevano avere qualche piccolo sospetto dei pericoli ai quali
 sarebbero andati incontro quando avevano cominciato a riprodurre la
 natura secondo la loro immagine distorta. Certamente si erano accorti
 che qualcosa non andava. Eppure il passare del tempo aveva reso gli
 Elfi umani quanto le altre razze, li aveva trasformati da creature del
 mondo delle fate in mortali, e aveva alterato la loro percezione e la
 loro conoscenza. Perchnon avrebbero dovuto essere portati a
 commettere gli errori come chiunque altro - come in realtchiunque
 altro aveva fatto, dai Druidi agli Uomini?
 Gli Elfi. Lei era una di loro, naturalmente, e, peggio ancora, era una
 Elessedil. Tuttavia poteva augurarsi che le cose andassero in modo
 diverso, si sentiva sopraffatta dal senso di colpa per ciche i loro
 errori di valutazione avevano provocato e dal rimorso per quello che
 la loro follia era costata. Una terra, una nazione, innumerevoli vite,
 la pace e l'equilibrio del mondo - essi avevano messo in moto gli
 eventi che avrebbero distrutto ogni cosa. Il suo popolo. Avrebbe
 potuto affermare di essere una ragazza Rover, di non avere nulla in
 comune con gli Elfi al di ldei legami di sangue e dell'aspetto, ma
 sembrava un'argomentazione vuota e priva di efficacia. La
 responsabilitnon cominciava nfiniva con le esigenze personali -
 Garth glielo aveva insegnato ripetutamente. Lei faceva parte di tutto
 ciche la circondava, e non soltanto la sopravvivenza ma anche il
 valore della sua vita era direttamente collegato all'accettare o meno
 quella verit Non poteva sottrarsi agli aspetti spiacevoli del mondo;
 non poteva dimenticarne le sofferenze. Un tempo gli Elfi erano stati i
 primi tra i Guaritori, si erano posti il fine di preservare
 l'integritdella terra e di infondere negli altri la saggezza di fare
 altrettanto. Cosa ne era stato di quell'impegno? si chiedeva. Come era
 potuto accadere che gli Elfi si smarrissero in quel modo?
 Mangisenza gustare il cibo e parlpoco, assorta nei suoi pensieri.
 Eowen sedeva di fronte a lei con gli occhi bassi. Garth e gli altri
 uomini si erano spostati piavanti e non si vedevano, intenti a
 individuare il percorso che li attendeva. Stresa era gisparito in
 avanscoperta per controllare il suo sentiero. Fauno era una palla di
 pelliccia nel suo grembo.
 "Cosa devo fare?" si chiese disperata. "Quale scelta devo fare?"
 La scalata del Blackledge era ricominciata, e lei non era ancora
 riuscita a trovare una risposta. La giornata era buia e tetra come le
 precedenti, il sole era oscurato dal "vog", l'aria resa pesante dal
 calore e dalla cenere e da un leggero puzzo di zolfo. Dietro di loro i
 rumori della palude si alzavano dalle Tenebre dell'Eden, una confusa
 accozzaglia di urla intermittenti e per la maggior parte lontane,
 disperse nella nebbia. Sotto, creature impegnate a cacciare e a
 procurarsi il cibo lottavano per rimanere vive un altro giorno. Sopra,
 nient'altro che silenzio, come se non ci fossero che le nuvole ad
 aspettare. Il sentiero era ripido e tutto curve, un intricato
 labirinto di sporgenze, dirupi e gole. Di tanto in tanto un acquazzone
 si abbatteva su di loro, rapido e furioso; allora la pioggia bagnava
 la terra e la roccia tanto da renderle sdrucciolevoli e poi si
 dissolveva nel calore.
 Il tempo passava, e i pensieri di Wren andavano alla deriva. Si
 accorse che le mancavano alcune cose che prima non aveva mai preso in
 considerazione. Era ancora giovane, appena una donna, ed era stata
 colpita dall'eventualitdi non poter mai avere un marito e dei figli
 e di dover rimanere sempre sola. Si scopra immaginare facce e voci e
 scene di una vita ipotetica dove queste cose erano presenti, e senza
 ragione e senza uno scopo particolare ne pianse la perdita. Finalmente
 decise che era la scoperta della sua vera natura a innescare questi
 sentimenti. Era la missione che stava compiendo, erano le
 responsabilita provocarle questo senso di solitudine, di isolamento.
 Lei non doveva fare altro che fuggire da Morrowindl, determinare il
 destino del popolo degli Elfi, porre fine all'orrore di ciche aveva
 scoperto. Nulla nella sua vita sembrava picossemplice, e
 prospettive normali come avere un marito e dei figli non erano meno
 lontane della casa che aveva lasciato.
 Allora si mise a considerare la possibilitche quanto le era stato
 dato veramente da fare - dall'ombra di Allanon, da Ellenroh, e dalla
 sua scelta nonchdalla sorte - era di essere al contempo madre e
 moglie per il suo popolo, di accettarlo come la sua famiglia, di
 condurlo, guidarlo e proteggerlo, e di badare alla vita di tutti i
 suoi appartenenti fintanto che lei stessa fosse vissuta. Sentiva la
 mente leggera e il suo senso delle cose era divenuto confuso, perch
 non aveva quasi dormito per tre giorni e la sua forza fisica ed
 emotiva si era esaurita. Poteva dire di non essere pise stessa,
 eppure in veritforse aveva trovato se stessa. C'era uno scopo in
 ogni cosa, e doveva essercene uno anche in questa. Era stata
 restituita al suo popolo, le era stata data la responsabilitdi
 provvedere affinchvivesse o morisse, e ne era stata fatta regina.
 Aveva scoperto la magia delle Pietre e assunto il controllo del loro
 potere. Le era stato rivelato ciche nessun altro sapeva, la verit
 sull'origine degli Ombrati. Perch Fece mentalmente un'alzata di
 spalle. Perchno, se non per affermare qualche differenza? Non tanto
 riguardo agli Ombrati, anche se non poteva esserci una totale
 separazione tra problemi e soluzioni, come aveva indicato Allanon
 nell'affidare i suoi incarichi ai figli di Shannara. Non tanto per il
 futuro delle Razze, perchera un'impresa troppo vasta per una sola
 persona e doveva inevitabilmente essere decisa dagli sforzi di molte e
 dai capricci della fortuna. Ma per gli Elfi, per il loro futuro come
 popolo, per riparare tanti torti e correggere tanti errori - in questo
 poteva trovare lo scopo della sua vita.
 Era un'idea di buonsenso e continua rimuginarla per tutta la scalata
 del Blackledge, perduta in se stessa mentre valutava cosa avrebbe
 richiesto un'iniziativa di questa portata. Si sentabbastanza forte;
 c'era ben poco che non potesse portare a termine se lo avesse deciso.
 Era risoluta e aveva un senso del giusto e dell'errato che le era
 stato sempre utile. Era consapevole di avere un debito - verso sua
 madre, che aveva sacrificato tutto affinchsua figlia potesse
 crescere sana e salva; verso sua nonna, che le aveva affidato il
 futuro di una citte del suo popolo; verso coloro che avevano gi
 dato la loro vita per contribuire a salvare la sua; e verso coloro che
 erano pronti a fare altrettanto, che si fidavano e credevano in lei.
 Ma neppure questo era sufficiente da solo a convincerla del tutto.
 Doveva esserci qualcos'altro, lo sapeva - qualcosa che andava al di l
 delle aspettative e della coscienza, qualcosa di ancora pi
 fondamentale. Era l'esistenza di un bisogno. Sapeva gi nel profondo
 della mente, che il genocidio era ripugnante e che doveva trovare
 altre soluzioni al dilemma sul futuro degli Elfi e della loro magia.
 Ma se fossero vissuti, se fosse riuscita a riportarli nelle Terre
 dell'Ovest, che fine avrebbero fatto qualora lei se ne fosse andata
 via? Chi li avrebbe comandati nella lotta che li attendeva? Chi li
 avrebbe guidati e consigliati? Poteva lasciare tutto al caso, o anche
 ai dettami dell'Alto Consiglio? Il bisogno del popolo degli Elfi era
 grande, e lei non pensava di poterlo ignorare anche a costo di dover
 cambiare completamente la sua vita.
 Comunque, l'incertezza rimaneva. Era lacerata dal conflitto creatosi
 in lei, una guerra tra scelte che si rifiutavano di farsi
 caratterizzare semplicemente come giuste o sbagliate. Sapeva anche che
 nessuna delle scelte poteva essere fatta da lei soltanto, perch
 mentre il comando le era stato affidato da Ellenroh, in ultima istanza
 erano gli Elfi che dovevano accettarla o rifiutarla. E perchmai
 avrebbero dovuto decidere di seguirla? si chiese. Una Rover, una
 straniera, una ragazza ancora giovane - ne aveva di cose di cui
 rispondere.
 I suoi ragionamenti caddero attorno a lei come pezzetti di carta
 portati dal vento, un crollo di piani lontani di fronte alle esigenze
 del presente. Guardattorno a sle rocce e i cespugli, lo schermo di
 "vog", le figure scure e curve dei suoi compagni. Per il momento
 rimanere viva era tutto cidi cui le era permesso di preoccuparsi.
 La marcia continuquasi fino a mezzogiorno, poi Stresa li fece
 fermare all'improvviso. Wren andavanti per scoprire cosa stava
 accadendo. Il Gatto Screziato era fermo davanti all'imboccatura di una
 caverna che sprofondava nella roccia. Sulla destra, la pista che
 seguivano continuava inerpicandosi sul pendio della scogliera e
 scompariva in un intrico di vegetazione.
 侮edi, Wren degli Elfidisse sottovoce il Gatto Screziato, con gli
 occhi luminosi fissi su di lei. 隹desso abbiamo una scelta. Phhfft! La
 pista si arrampica, tutta curva, fino in cima, ma lenta e difficile
 da qui - sssppptt - niente affatto libera. Le gallerie si aprono in
 una serie di condotti di lava formati anni fa dal pphhhtt fuoco del
 vulcano.LO le ho percorse. Anch'esse portano alla vetta.
 Wren si inginocchi 侶ual la tua scelta?
 俘wwll. Ci sono pericoli in entrambi i casi.
 侵 pericoli ci sono dappertuttodisse lei respingendo la sua
 esitazione. Attorno a lei, la foschia turbinava e si avvolgeva alla
 densa vegetazione dell'isola, come se cercasse di farsi strada.
 非ipendiamo da te, sei tu che ci guidigli ricord 俟cegli.
 Il Gatto Screziato soffiper la scontentezza. 俠e gallerie, allora.
 PhTiili t!Il grosso corpo si dondolda un lato e dall'altro e poi di
 nuovo indietro. Gli aculei si rizzarono e ricaddero gi 隹bbiamo
 bisogno di luce.
 Mentre Triss andin cerca di legna adatta per una torcia, il resto
 del gruppo rovistnegli zaini e nelle tasche alla ricerca di stracci
 e di esca infiammabile. Gavilan trovl'esca, Eowen gli stracci.
 Circospetti, si misero all'ingresso della galleria e si sedettero a
 mangiare aspettando che Triss tornasse.
 信ai dormito?chiese Eowen sottovoce, sedendosi accanto a Wren,
 attenta a non guardarla mai negli occhi.
 俏orispose Wren sinceramente. 俏on ho potuto.
 俏eppure io. Dire quelle parole non stato meno difficile che
 ascoltarle.
 俠o so.
 I capelli rossi ondeggiarono mentre la faccia pallida si alz
 scoprendosi alla vista. 信o avuto una visione, la prima da quando
 abbiamo lasciato Arborlon.
 Wren si voltper guardarla negli occhi e fu spaventata da quello che
 vi lesse. 非immi.
 Eowen scosse la testa, con un movimento appena percettibile. 俟olo
 perchnecessario metterti in guardiasussurr Si chinin avanti
 in modo che non la sentisse nessun altro. 俏ella mia visione, tu stavi
 da sola in cima a un'altura. Era chiaro che ti trovavi a Morrowindl.
 Reggevi in mano lo Scettro e le Pietre Magiche, ma non potevi usarli.
 Gli altri, me compresa, erano ombre nere impresse sulla terra. Ti si
 avvicinuna cosa enorme e pericolosa, ma tu non avevi paura - era
 come se gli dessi il benvenuto. Forse non ti rendevi conto che ti
 minacciava. Ci fu un bagliore di argento lucente, e tu ti affrettasti
 ad abbracciarlo.
 Si interruppe, come se le si fosse bloccato il respiro in gola. 俏on
 devi farlo, Wren. Quando accadr ricordalo.
 Lei annu sentendosi intorpidita e vuota dentro. 俑e ne ricorder
 俑i dispiacesussurrEowen. Ebbe un attimo di esitazione, come un
 animale braccato rimasto senza via di scampo, poi si alze se ne
 and "Povera Eowen", riflettWren mentre la guardava allontanarsi.
 Poi fece cenno a Garth. Il gigante la raggiunse subito, con lo sguardo
 interrogativo, leggendo gila sua preoccupazione. Lei si spostin
 modo che potesse vederla solo lui.
 "Eowen ha avuto la visione della sua morte", gli disse a segni, senza
 preoccuparsi di pronunciare le parole, questa volta. Garth non ebbe
 reazioni. "Bada a lei. Cerca di proteggerla".
 Le dita di Garth si mossero. "Non mi piace ciche vedo nei suoi
 occhi".
 Wren sospir poi annu "Neppure a me. Fai solo quello che puoi".
 Triss tornpochi minuti dopo portando due pezzi di legna secca che
 era riuscito a trovare chissdove sui pendii inzuppati dalla pioggia.
 Mentre si avvicinava, diede uno sguardo dietro di s 青'movimento
 sul versante lsottoli avvert passando un pezzo di legno a Dal.
 侶ualcosa si sta arrampicando verso di noi.
 Per la prima volta da quando erano fuggiti dalla palude, provavano una
 sensazione di urgenza. Fino a quel momento era stato quasi possibile
 dimenticare gli esseri che davano loro la caccia. Wren pens
 immediatamente alla magia del Loden, domandandosi se i demoni potevano
 fiutarla, se l'odore della magia recuperata della Chiglia era
 abbastanza forte da attirarli anche quando non era in azione.
 Legarono i pezzi di stoffa attorno al legno e usarono l'esca per
 ottenere la fiamma. Quando le torce furono bene accese si inoltrarono
 nelle gallerie. In testa c'era Stresa, un animale notturno a suo agio
 nel buio; il corpo tozzo sembrava avanzare ruzzolando nell'oscurit
 Triss veniva subito dopo con una torcia, mentre Dal seguiva il gruppo
 con l'altra. In mezzo camminavano Wren, Gavilan, Eowen e Garth. L'aria
 nel condotto della lava era immota e umida, dal soffitto gocciolava
 l'acqua. In certi punti un rivolo sottile serpeggiava lungo il terreno
 sconnesso. Non c'erano sporgenze, nostacoli; il passaggio della lava
 incandescente anni prima aveva bruciato e portato via ogni cosa.
 Stresa aveva spiegato a Wren, mentre aspettavano Triss, che la
 pressione del calore e dei gas nel nucleo del vulcano aveva creato dei
 fori nella terra, aprendo gallerie nella roccia sotterranea fino a
 raggiungere la superficie, in modo che la lava potesse trovare, col
 fuoco, uno sfogo. Il calore della lava era stato cosforte che i
 passaggi da essa creati erano lisci e uniformi. Queste gallerie
 correvano per chilometri, formando curve come giganteschi cunicoli di
 lombrico, creando infine un'apertura attraverso la crosta terrestre di
 Morrowindl che a sua volta permetteva lo scarico della pressione e
 consentiva alla lava di scorrere senza incontrare ostacoli fino al
 mare. Quando il vulcano si era raffreddato, la lava si era ritirata
 lasciandosi dietro le gallerie. Quella che stavano seguendo al momento
 faceva parte di una serie che percorreva il Blackledge per chilometri,
 da cima a fondo.
 俟e non ci perdiamo, dovremmo essere in cima al crinale sul fare della
 notteaveva promesso Stresa.
 Wren avrebbe voluto chiedergli come faceva a sapere delle gallerie, ma
 pensche la conoscenza del Gatto Screziato era probabilmente derivata
 dagli Elfi e parlarne lo avrebbe fatto soltanto arrabbiare. In ogni
 modo, sembrava conoscere bene dove stava andando, col naso in aria,
 spingendosi avanti al limite della luce della torcia come se stesse
 cercando di trascinarseli dietro, senza mai esitare, anche quando
 giungeva a un bivio e doveva scegliere una direzione. Furono costretti
 a infinite giravolte nella roccia fredda, arrampicandosi di continuo,
 tirando su se stessi e l'equipaggiamento nel buio, e asciugandosi ogni
 goccia d'acqua che li colpiva in testa o sulle mani con schizzi freddi
 e pungenti. I loro passi riecheggiavano cupi nel silenzio assoluto, e
 il loro respiro era un sibilo irregolare. Tendevano l'orecchio per
 riconoscere il rumore degli inseguitori, ma non sentivano nulla.
 A un certo punto furono costretti a scendere lungo una scarpata
 particolarmente scoscesa fino a un'apertura dove la lava era passata
 attraverso una cavitesistente nella montagna aveva lasciato un buco
 spalancato che finiva nell'oscurit Piavanti c'era una caverna
 nella quale la lava si era raccolta e fermata per un po', formando una
 serie di passaggi che si intersecavano come serpenti. In ogni caso,
 Stresa sapeva cosa fare, quale galleria seguire, e quale passaggio li
 avrebbe portati in salvo.
 Le ore trascorrevano e la marcia continuava. Wren lasciche Fauno
 facesse il viaggio sulla sua spalla. Gli occhi vivaci dello Squeak si
 spostavano rapidi da destra a sinistra, e la voce era un sommesso
 mormorio al suo orecchio. Per un po' lei smise di pensare e si
 concentrinvece sulle difficoltdel cammino, sullo studio delle
 ombre che essi facevano alla luce delle torce, e che oscillavano
 ipnoticamente, su queste e su alcune altre riflessioni di tipo
 pratico, che servivano a dare alla sua mente affaticata e alle sue
 emozioni un riposo piche necessario.
 Era ormai calata la notte quando uscirono finalmente dalle gallerie,
 ritrovandosi nell'oscuritfumosa, in mezzo a una macchia di frassini
 dai rami sotTiili  e di arbusti stentati appoggiati contro la parete
 rocciosa. Davanti a loro, una sporgenza si prolungava nella nebbia;
 dietro, le pendici della montagna salivano fino a raggiungere un
 crinale frastagliato e vuoto. Sopra, il cielo era scuro e nuvoloso, e
 cadeva una pioggia leggera.
 Si allontanarono dalle gallerie fino a raggiungere un boschetto di
 acacie vicino alla cima del Blackledge, e si accamparono per la notte.
 Tirarono fuori l'equipaggiamento e consumarono un pasto veloce, poi si
 avvolsero nei mantelli e nelle coperte e si prepararono per dormire.
 Faceva freddo e il vento soffiava su di loro a raffiche pungenti. In
 lontananza, Wren sentil brontolio del Killeshan e vide il chiarore
 rossastro del suo fuoco baluginare nella foschia. L'isola aveva
 ripreso a tremare, una lenta, sinistra vibrazione che faceva staccare
 sassi e terra dalla montagna e li faceva rotolare, faceva dondolare
 gli alberi e le foglie producendo un suono simile al sussurro di
 bambini spaventati.
 Wren sedette contro un'acacia mezza caduta, le cui radici sporgenti
 avevano mantenuto una leggera presa sulla roccia. Lo Scettro le
 giaceva in grembo, momentaneamente dimenticato. Fauno si accucci
 sulla sua spalla per un po', finchi tremolii continuarono, poi
 scomparve andando a nascondersi sotto la coperta. Wren osservla
 piccola, solida figura di Dal passare per andare a montare il primo
 turno di guardia. Sentiva che gli occhi le si chiudevano mentre
 guardava fuori nel buio, ma si accorse di non essere ancora pronta per
 dormire. Prima aveva bisogno di pensare un po'.
 Era lda alcuni secondi quando comparve Gavilan. Spuntfuori
 dall'oscuritall'improvviso, e lei trasalsuo malgrado.
 俑i dispiacesi affretta scusarsi lui. 促osso mettermi accanto a
 te?
 Lei annusenza parlare, ed egli le si sedette vicino, con la sua
 coperta avvolta attorno alle spalle, i capelli arruffati e umidi. Sul
 bel volto segnato dalla stanchezza apparve un accenno del sorriso
 familiare.
 青ome ti senti?
 俟to bene.
 俟embri molto affaticata.
 Lei sorrise.
 俟e avessimo saputomormorlui.
 Wren gli lanciuno sguardo. 俟aputo cosa?
 俊utto. Qualcosa che ci avrebbe preparato meglio a quanto stiamo
 passando.La sua voce le parve strana, quasi convulsa. 亟' quasi come
 essere sbattuti in un oceano senza una mappa e ricevere l'ordine di
 navigare verso la salvezza, e al tempo stesso astenersi dall'usare
 quel po' di acqua potabile che abbiamo avuto la fortuna di portare con
 noi.
 青osa intendi dire?
 Egli si volse verso di lei. 促ensa un po', Wren. Possediamo sia il
 Loden sia le Pietre Magiche - ciouna quantitdi magia sufficiente a
 fare quasi qualunque cosa. Eppure sembra che abbiamo paura a
 invocarla, come se ci fosse vietato. Ma non cos non vero? Voglio
 dire, cosa ce lo impedisce? Guarda come sono andate meglio le cose
 quando hai usato le Pietre Magiche per trovare una via d'uscita dalle
 Tenebre dell'Eden. Dovremmo usare quella magia a ogni passo del nostro
 cammino! Se lo avessimo fatto, a quest'ora potremmo essere giin riva
 al mare.
 俏on cosche funziona, Gavilan. Non fa proprio tutto...
 Ma egli non la stava ascoltando. 促eggio ancora il modo in cui
 ignoriamo la magia contenuta nel Loden. Certo, necessaria per
 proteggere gli Elfi e Arborlon per il viaggio di ritorno. Ma tutta
 quanta? Non posso crederci!Appoggimomentaneamente la mano sullo
 Scettro. All'improvviso le sue parole divennero infervorate. 促erch
 non usiamo la magia contro questi esseri che ci danno la caccia?
 Perchnon ci apriamo un sentiero col fuoco proprio in mezzo a loro? O
 meglio ancora, perchnon creiamo qualcosa che vada le li
 distrugga?
 Wren lo fiss incapace di credere a quello che sentiva. 亮avilan
 disse tranquilla, 哀o tutto dei demoni. Eowen me ne ha parlato.
 Egli alzle spalle. 侵mmagino che fosse ora. Ellenroh era l'unica
 ragione per cui nessuno te ne aveva parlato prima.
 青omunque siacontinua lei, mentre la voce, abbassandosi, assumeva
 fermezza, 剃ome puoi ancora suggerire di ricorrere alla magia per fare
 qualunque altra cosa?
 La faccia di lui si irrigid 促erch Perchqualcosa non ha
 funzionato quando stata usata in precedenza? Perchquelli che
 l'hanno fatto non hanno avuto la capacito la forza o il senso di ci
 che ci voleva per usarla correttamente?
 Lei scosse la testa senza dire nulla.
 俐ren! La magia deve essere usata! S va usata! Per questo esiste, in
 primo luogo! Se non saremo noi, sarqualcun altro a farlo, e allora?
 Qui non stiamo giocando. Lo sai anche tu. Ci sono cose laggitalmente
 pericolose da...
 青ose create dagli Elfi!disse lei con rabbia.
 俟 Un errore, sono d'accordo! Ma se non le avessimo fatte noi, le
 avrebbe fatte qualcun altro!
 侶uesto non lo puoi sapere!
 俏on ha importanza. E' innegabile che noi avevamo un legittimo motivo.
 Abbiamo imparato molto! La creazione nell'anima di chi detiene il
 potere! Ci vuole solo una grande forza di decisione e la spinta della
 necessit Questa volta possiamo riuscirci!
 Si interruppe, aspettando la sua risposta. Si fronteggiarono in
 silenzio. Poi Wren trasse un profondo respiro e si chinper
 allontanare la mano di lui dallo Scettro. 亭aresti meglio a non dire
 una parola di pi
 Egli sorrise amaro, ironico. 俗na volta ti sei arrabbiata perchnon
 ti avevo detto abbastanza.
 亮avilansussurrlei.
 青redi che questi esseri se ne andranno via se non ne parliamo, che
 tutto si aggiusternon si sa come?
 Lei scosse la testa lentamente, tristemente.
 Egli si chinsu di lei e afferrstrettamente le sue mani. Wren non
 tentdi tirarle via, affascinata e al tempo stesso respinta da ci
 che vedeva nei suoi occhi. Dentro di savvertqualcosa di simile al
 dolore. 隹scoltami, Wrendisse Gavilan, scuotendo la testa a qualcosa
 che lei non poteva vedere. 青'un legame speciale tra noi. L'ho
 sentito quando ti ho vista per la prima volta, la notte che sei venuta
 ad Arborlon, quando ancora mi chiedevo cosa eri stata mandata a fare.
 L'ho capito fin da allora, ma era troppo presto per parlarne. Tu sei
 la figlia di Alleyne e hai sangue Elessedil nelle vene. Hai coraggio e
 forza. Hai fatto pidi quanto chiunque possa aspettarsi da te.
 俑a nulla di tutto ciun tuo problema. Gli Elfi non sono il tuo
 popolo nArborlon la tua citt Lo so. So quanto tutto cideve
 sembrarti estraneo. Ed Ellenroh non ha mai capito che non si pu
 chiedere alla gente di accettare la responsabilitdi cose alle quali
 si estranei, tanto per cominciare. Lei non ha mai capito che
 avendoti mandata via, non poteva riaverti identica a come eri prima.
 Fu cosche perdette Alleyne! Ora, guarda. Lei ti ha dato lo Scettro e
 il Loden, gli Elfi e Arborlon, tutto il futuro di una nazione, e ti ha
 detto di essere la regina. Ma tu, in realt non ne vuoi  sapere? Non 
 cos
 俏on ne volevo sapereammise lei. 俗na volta.
 Gavilan non si accorse della sua esitazione. 隹llora rinuncia! Falla
 finita con tutto ci Lascia che sia io a prendere lo Scettro e la
 Pietra e che li usi nel modo giusto - per combattere contro i mostri
 che ci inseguono, per distruggere quelli che hanno trasformato
 Morrowindl in questo incubo!
 侶uale tipo di mostri?gli chiese lei dolcemente.
 青osa?
 侶uale tipo? I demoni o gli Elfi? Quale intendi?
 La guard senza capire, e lei si sentspezzare il cuore. Lo sguardo
 di Gavilan era incollerito, il volto esprimeva forti emozioni.
 Sembrava cosconvinto. 亮li ElfisussurrWren 哀ono quelli che
 hanno distrutto Morrowindl.
 俏orispose subito lui, senza esitare.
 俟ono stati loro che hanno creato i demoni, Gavilan.
 Egli scosse la testa con forza. 侵 vecchi li hanno fatti in un'altra
 epoca. Un errore come quello non accadrebbe di nuovo. Non lo
 consentirei. La magia puessere usata meglio. Lo sai che cos Non
 vero che gli Ohmsford hanno trovato sempre una soluzione? Non ci
 sono riusciti anche i Druidi? Fammi provare! Posso farcela contro
 questi esseri; posso fare ciche necessario! Tu non vuoi  lo
 Scettro; lo hai detto tu stessa! Dallo a me!
 Lei scosse la testa. 俏on posso.
 Gavilan si irrigid le sue mani si ritrassero. 促erchno, Wren?
 Dimmi. Perchno?
 Non poteva dirglielo, naturalmente Non poteva trovare le parole, e
 anche se fosse stata capace di trovarle, non sarebbe stata in grado di
 pronunciarle.
 信o fatto una promessadisse invece, augurandosi che lasciasse
 perdere, che rinunciasse alla sua pretesa, che capisse quanto era
 sbagliato continuare a chiedere.
 信ai promesso?disse di scatto. 隹 chi?
 隹lla reginainsistette lei, ostinata.
 隹lla regina? Che valore ha? La regina morta!
 A quel punto lei lo colpsul viso con tanta forza da fargli cadere la
 testa all'indietro.
 促uoi colpirmi di nuovo, se ti fa stare megliodisse lui
 raddrizzandosi dopo qualche attimo
 俑i fa stare malissimosussurrWren diventando di ghiaccio, mentre
 si sentiva crollare. 俑a quella non era una cosa da dire, hai
 sbagliato, Gavilan.
 La guardcon amarezza, e lei si scopra desiderare che lui
 ritornasse come quando erano ancora ad Arborlon, quando era
 affascinante e gentile, l'amico di cui aveva bisogno, quando l'aveva
 baciata fuori dall'Alto Consiglio, quando aveva cura di lei.
 Il bel volto si tese per la determinazione. 非evi lasciarmi usare la
 magia del Loden, Wren.
 Lei scosse la testa con fermezza. 俏o.
 Egli si fece avanti aggressivo, quasi volesse assalirla. 侵n caso
 contrario, non sopravvivremo. Non possiamo. Non hai il...
 俏o, Gavilan!lo interruppe, coprendogli precipitosamente la bocca
 con le mani. 俏on dire cos Non dire nient'altro!
 Il gesto improvviso li immobilizzentrambi per un attimo e il vento
 che soffiava su di loro con un'improvvisa folata fece rabbrividire
 Wren. Lentamente lei allontanle mani dalla faccia di Gavilan. 侮a' a
 dormiregli disse, lottando per impedire alla propria voce di
 tremare. 俟ei stanco.
 Lui si tirindietro appena, solo un lieve movimento, tanto da
 allontanarsi di pochi centimetri - ma Wren sentche i legami tra loro
 erano recisi, come corde tagliate di netto.
 侮adorepliccalmo, ma sempre incollerito. Si mise in piedi e chin
 la testa per guardarla. 亟ro tuo amico. Se me lo permetterai lo sar
 ancora.
 俠o sodisse lei.
 Per un momento rimase dov'era, come indeciso sul da farsi, se restare
 o andarsene, se parlare o tacere. Scrutattraverso l'oscuritnella
 foschia. 俏on morirquisussurr
 Poi girsu se stesso e si allontan Wren rimase seduta, seguendolo
 con lo sguardo finchnon lo vide pi Le vennero le lacrime agli
 occhi, ma se le asciugin fretta. Gavilan l'aveva ferita, e lei non
 lo sopportava. L'aveva costretta a mettere in discussione tutto ci
 che aveva gideciso, a chiedersi se aveva un'idea di quello che stava
 facendo. L'aveva fatta sentire stupida, egoista e ingenua. Si disse
 che sarebbe stato meglio se non fosse mai andata a parlare con l'ombra
 di Allanon, se non fosse mai giunta a Morrowindl, se non avesse mai
 scoperto gli Elfi e la loro citte l'orrore della loro esistenza...
 se non fosse successo nulla di tutto questo.
 Desiderdi non avere mai incontrato sua nonna.
 "No!" si rimproverbruscamente. "Non augurarti mai una cosa del
 genere!"
 Ma, nel profondo di se stessa, se lo augurava.
 20.
 Giunse l'alba, una furtiva apparizione ammantata di grigio ferro
 contro l'ombra della notte che si allontanava lentamente. Il gruppo si
 alzper salutarla, con gli sguardi stanchi e scoraggiati, col peso
 del tempo che passava e del ridursi delle probabilitsimile a una
 struttura di catene che minacciava di trascinarli gi Gettati i
 mantelli, gli zaini e le armi sulle spalle, si rimisero in marcia,
 avvolti nel silenzio dei loro pensieri, i volti truci di fronte al
 muro del timore e del dubbio che diventava sempre pialto.
 "Se potessi dormire almeno una notte", pensava Wren mentre cercava di
 scuotersi di dosso la stanchezza. "Soltanto una".
 La notte prima aveva potuto riposare ben poco, e cospure quando era
 rimasta sveglia nel silenzio, assediata da demoni di ogni forma e
 natura, demoni che avevano la faccia di coloro che erano stati o erano
 ancora a lei pivicini, gli amici e i familiari, gli imbroglioni
 della sua vita. Le sussurravano parole, la prendevano in giro e la
 deridevano, la mettevano in guardia su segreti che non poteva
 conoscere, le davano sentieri da seguire e fardelli da portare, e poi
 sparivano come la nebbia del mattino.
 Le sue mani si stringevano attorno allo Scettro e lei si appoggiava a
 esso per sostenersi nella scalata. "Non fidarti di nessuno", le
 sussurrava ancora nella memoria l'Addershag.
 La scalata fu breve, perchalla fine della marcia del giorno prima
 erano usciti dalle gallerie di lava in prossimitdella vetta, con la
 cima ormai in vista. La raggiunsero presto quel giorno, arrancando
 sull'ultimo tratto di terreno sconnesso, fermandosi per guardare
 indietro nella foschia che gravava sulla zona giattraversata - quasi
 si aspettassero di trovare qualcosa che li attendeva l Ma non c'era
 nulla da vedere, era tutto coperto dalle nuvole e dalla nebbia, un
 mondo e una vita svaniti nel passato. Potevano ancora immaginarlo,
 raffigurarselo come se fosse disegnato nell'aria davanti a loro.
 Potevano ricordare quanto era costato loro attraversarlo, quanto
 avevano dovuto dare e quanto poco avevano ricevuto in cambio da esso.
 Rimasero un altro attimo a guardare, poi si allontanarono.
 Allora si misero a camminare lungo stretti tratti di terreno roccioso
 separati dagli alberi che scendevano dall'estremitdel Blackledge
 come dita di una mano finchtutto terminava all'improvviso in un
 aspro intrico di burroni e di crinali che si dividevano e si
 ripiegavano su se stessi, simili a enormi rughe sulla pelle della
 terra. Un fiume di lava era passato di lqualche anno prima,
 scendendo direttamente dalla bocca del Killeshan, ripulendo il
 Blackledge. Era andato tutto distrutto dal fuoco, tranne alcuni
 tronchi d'albero argentei distribuiti qua e l che si innalzavano
 nudi e scheletrici, alcuni abbattuti a formare strani angoli, alcuni
 addossati gli uni agli altri in una disperata desolazione. Degli
 arbusti crescevano sulla lava in macchie contorte, e chiazze di
 muschio rendevano piscuri i lati all'ombra delle impervie fenditure.
 Stresa li condusse alle soglie di questo mondo inaccessibile, poi si
 fermimpacciato su un piccolo rialzo, con gli aculei un po'
 sollevati, sulla difensiva. Il gruppo guardscoraggiato verso ciche
 gli stava davanti, tendendo l'orecchio ma senza udire nulla, scrutando
 con attenzione ma senza vedere nulla, sentendo la presenza della morte
 a ogni svolta. Davanti a loro non vi era che devastazione, un
 paesaggio immenso e vuoto avvolto da un grigio silenzio.
 Sulla spalla di Wren, Fauno era seduto tutto irrigidito e proteso in
 avanti, con le orecchie dritte. Lei ne avvertiva il tremito.
 青he posto questo?Chiese Gavilan.
 Furono distratti momentaneamente da un forte brontolio, che li fece
 guardare verso nord dove la mole del Killeshan si intravedeva
 nell'oscurit apparendo cosvicina a loro come lo era stata quando
 avevano lasciato Arborlon. Il brontolio diminue scomparve.
 Stresa si dondollentamente. 侶uesto l'Harrowdisse. 信ssttt! E'
 il posto dove vivono i Drakul.
 Un tipo di demonio  di Ombrati - rammentWren. Stresa gliene aveva
 giparlato. Pericolosi, aveva dichiarato.
 侵 DrakulripetGavilan, con un tono di vago ricordo nella voce.
 Il Killeshan brontoldi nuovo, piinsistentemente di prima, un
 inutile ricordo della sua presenza, della rabbia che nutriva per loro
 perchavevano portato via la magia, perchavevano infranto
 l'equilibrio delle cose. Morrowindl rabbrividin risposta.
 促arlami dei Drakulchiese calma Wren al Gatto Screziato.
 Gli occhi scuri di Stresa si fissarono su di lei. 俟ono demoni, come
 gli altri. Phhfftt! Dormono di giorno, escono fuori di notte per
 nutrirsi. Prosciugano la vita dagli esseri viventi che catturano - il
 sangue, i fluidi del corpo. Qualcuno lo fanno - hssstt - diventare un
 mostro come loro.Il naso tozzo si contorse. 侮anno a caccia come
 spettri, ma prendono forma per nutrirsi. Da spettri sono
 invulnerabili.E sputdisgustato.
 俠i aggireremodichiarsubito Triss.
 Stresa sputdi nuovo, come se non riuscisse a togliersi quel gusto
 schifoso dalla bocca. 隹ggirare! Phaaww! Qui non possibile aggirare
 un bel niente! A nord, l'Harrow risale fino al Killeshan, per
 chilometri e chilometri - indietro fino alla valle e ai demoni che ci
 stanno dando la caccia. Rwwlll. A sud, arriva fino alle scogliere. I
 Drakul si aggirano anche sulle loro cime. In ogni modo non li avremo
 mai tra i piedi prima del calare della notte e quindi, se vogliamo
 vivere, passeremo di giorno. E' l'unica possibilitche abbiamo.
 侶uando dormono i Drakul?intervenne Wren.
 俟 Wren degli Elfiborbottsottovoce il Gatto Screziato. 侶uando
 dormono. E anche in questo modo - hsssttt - non sardel tutto sicuro.
 I Drakul sono presenti anche allora: come voci nell'aria, come facce
 nella nebbia, come sensazioni, presagi, paure e dubbi. Phhffttt.
 Cercheranno di distrarci e sedurci, cercheranno di tenerci nell'Harrow
 fino a notte.
 Wren guardverso il paesaggio sconvolto, verso la foschia che
 scendeva dal cielo. "Di nuovo in trappola", pens "tutta l'isola 
 un'insidia".
 俏on c'nessun altro passaggio?
 Stresa non rispose - non ce n'era bisogno.
 亟 dalla parte opposta dell'Harrow?
 俠a palude di In Ju. E oltre c'la riva del mare.
 Triss si era spostato vicino a Wren. La faccia scarna esprimeva forti
 emozioni. 隹urin Striate ci parlava dei Drakulmormor La fiss
 negli occhi. 非iceva che contro di loro non c'difesa che tenga.
 俑a ora stanno dormendogli rispose Wren con lo stesso tono di voce.
 Gli occhi grigi di Triss guardarono altrove. 非avvero?
 Un nuovo brontolio scosse l'isola, profondo e minaccioso, alzandosi
 come un gigante che si sveglia arrabbiato, rumoroso come le scosse che
 si accumulavano su se stesse. Sul terreno attorno a loro comparvero
 delle crepe e pietre e terra caddero nel vuoto. Il Killeshan eruttava
 vapore e cenere, che schizzavano verso il cielo come immensi geyser,
 inarcandosi nell'oscuritin lontananza. Dalla bocca del vulcano
 scendeva minaccioso il fuoco, un filo soltanto, appena visibile nella
 foschia.
 Garth richiaml'attenzione di Wren con un minimo movimento delle
 spalle. Le sue dita si mossero. "Fai presto, Wren. L'isola comincia a
 sgretolarsi".
 Li guardtutti, uno alla volta - Garth, enigmatico e impassibile come
 sempre; il giudizioso Triss, ora suo protettore, tutto dedito al nuovo
 incarico; Dal, instancabile, intento a guardare nella foschia - non lo
 aveva mai sentito parlare; Eowen, un'ombra bianca contro il grigio,
 che sembrava sul punto di scomparire dentro di esso; e Gavilan, a
 disagio, imprevedibile, tormentato, perduto per lei.
 侶uanto ci metteremo ad attraversare?chiese a Stresa. Fauno scese in
 fretta dalla sua spalla e si allontan
 俑ezza giornata, o poco pi欞 disse il Gatto Screziato.
 俗na vita se ti sbagli, Sgattoribattcupo Gavilan.
 隹llora dobbiamo affrettarcidichiarWren, e chiamFauno di nuovo
 sulla sua spalla. Portlo Scettro davanti a s come un memento. 俏on
 abbiamo scelta. Muoviamoci. Rimanete vicini gli uni agli altri. Occhi
 aperti.
 Si avviarono per la spianata, scendendo a zigzag nel labirinto degli
 avvallamenti, attraverso il groviglio della vegetazione, con gli occhi
 attenti a scrutare il paesaggio arido. Stresa li faceva avanzare il
 piin fretta possibile, ma la marcia era lenta, il terreno sconnesso
 e accidentato, pieno di curve che impedivano di procedere velocemente
 e in linea retta. L'Harrow ci mise solo pochi minuti a inghiottirli,
 raccogliendosi attorno a loro quasi per magia finchnon ci fu
 nient'altro da vedere in nessuna direzione. La nebbia turbinava e
 girava vorticosamente nelle correnti ventose, il vapore usciva dalle
 spaccature del terreno che scendevano in profonditfino al nucleo del
 Killeshan, e il "vog" si accumulava in basso da dove veniva eruttato
 dalla bocca del vulcano. Su quel territorio nulla si muoveva, tutto
 era immobile e vuoto. C'era un gioco di ombre, linee nere proiettate
 sul suolo dagli alberi scheletrici, sbarre di ferro contro la luce. Da
 sottoterra persisteva un brontolio sinistro, e si aveva la sensazione
 di un pericolo incombente.
 Le voci cominciarono nella prima ora di marcia. Venivano dal nulla,
 sussurri nell'aria che potevano giungere da qualunque parte.
 Chiamavano con insistenza, e per ciascuno del gruppo le parole erano
 diverse. Dapprima ognuno guardava gli altri, pensando che tutti
 avessero udito, che le voci fossero inconfondibili. In preda
 all'inquietudine, si chiedevano: "Hai sentito? Hai sentito?" Ma
 nessuno aveva sentito, naturalmente - solo quello che chiedeva,
 chiamato apposta, di proposito, attirato da una sorta di specchio di
 se stesso, da un riflesso del senso e del sentimento.
 Poi fu la volta delle immagini, volti che apparivano nell'aria, figure
 che si formavano rapidamente e altrettanto rapidamente scomparivano
 nella foschia in movimento, visioni di cose particolari per ciascun
 membro del gruppo - personificazioni di nostalgie, di necessit di
 speranze. Per Wren, assunsero la forma dei suoi genitori. Per Triss ed
 Eowen, quella della regina. Per gli altri, qualcosa di diverso. Le
 immagini agivano ai margini della loro coscienza, lottando per
 infrangere le barriere che avevano eretto per tenerle a bada, cercando
 di farli deviare dal sentiero che stavano percorrendo e di portarli
 fuori strada.
 La cosa andavanti ininterrottamente. Le voci non erano mai forti, le
 immagini mai chiare, e l'esperienza nel suo insieme non era
 spiacevole, non era minacciosa, e neppure reale - un ricordo illusorio
 di qualcosa che non era mai accaduto. Stresa, che aveva familiarit
 con il pericolo, li fece parlare tra loro per allontanare l'attacco,
 perchnon c'era dubbio che si trattava di questo. I Drakul li
 perseguitavano anche nel sonno, facendo balenare frammenti della
 realtdel risveglio, cercando di ritardarli o di trattenerli, di
 farli girare da una parte o di farli smarrire, in modo da bloccarli
 all'interno dell'Harrow fino al cadere della notte.
 Il tempo rallentava, prudente e regolare come la foschia attraverso la
 quale passavano, tetro e desolato come il paesaggio che si stendeva
 davanti a loro. Gli avvallamenti diventarono piprofondi, e in certi
 punti gli alberi senza vita formavano una barriera invalicabile, ma
 che bisognava aggirare. Wren chiamava gli altri a mano a mano che
 procedevano a fatica, urlando per superare le voci, mostrandosi,
 impegnandosi per tenerli tutti insieme, per farli andare avanti senza
 soste. Si avvicinava mezzogiorno, e si fece buio. In alto si
 ammassarono nuvole gravide di pioggia. Comincia piovigginare, poi a
 piovere a dirotto. Il vento si mise a soffiare piforte, e la pioggia
 divenne torrenziale. Diluviava per un po', poi cadevano poche gocce
 sparse, e il ciclo ricominciava. Durqualche tempo, quindi smise del
 tutto. Ritorna farsi sentire il calore della terra, e la nebbia si
 infitt Si chiuse attorno a loro, e ben presto non si vide piniente
 oltre i tre metri. Allora rimasero tutti vicini, tanto da inciampare
 gli uni sugli altri, da urtarsi quasi fossero diventati ciechi, da
 cercare la strada a tentoni nell'oscurit
 俟tresa! Quanto ci manca?gridWren attraverso la cacofonia di voci
 che le turbinavano nelle orecchie.
 俟pptptt! Ormai ci siamofu la risposta. 俑anca poco.
 Passarono per una gola particolarmente profonda, un taglio
 frastagliato fatto col coltello sulla superficie della lava solida,
 tutta ombre e foschia in movimento. Wren sapeva che era pericoloso,
 stava quasi per richiamarli indietro, ma vide che attraversava
 direttamente la loro strada, che era l'unica percorribile. Discese
 percinell'oscurit lo Scettro impugnato davanti a scome uno
 scudo. Fauno squittiva rabbioso sulla sua spalla, un suono in piche
 si mescolava con gli altri, le voci invisibili che ronzavano e
 infierivano e riempivano il suo inconscio di un crescente bisogno di
 urlare. Vide Triss un passo davanti, Stresa era un debole punto scuro
 pioltre. Udun calpestio dietro di s qualcuno che la seguiva, gli
 altri...
 Poi delle mani la afferrarono all'improvviso, spaventose, dure come il
 ferro. Spuntarono fuori dal nulla, materializzandosi nella nebbia, si
 strinsero attorno alle gambe, alle caviglie, e la strapparono via dal
 sentiero. Gridinfuriata e diede un colpo verso il basso con la punta
 dello Scettro. Un fuoco bianco esplose dalla terra, espandendosi in
 tutte le direzioni: era la risposta della magia del talismano. Ne fu
 sorpresa, stupita che la magia venisse cosfacilmente. Gli altri
 urlavano, le gridavano di stare attenta. Girfrenetica su se stessa,
 e le mani che la trattenevano scomparvero. Qualcosa si muoveva nella
 nebbia - decine di esseri senza volto, senza forma, eppure presenti. I
 Drakul, si disse, chisscome svegli mentre non avrebbero dovuto
 esserlo. Forse era abbastanza buio in quella gola, abbastanza scuro da
 sembrare notte. Gridagli altri, li chiama s e li condusse verso
 il lontano pendio del burrone. Le figure turbinavano tutt'attorno,
 aggrappandosi, toccando, immateriali, eppure in qualche modo reali.
 Wren vide facce prive di vita, pallide immagini di se stessa, occhi
 vuoti e che non vedevano, denti simili a zanne di animali, guance e
 tempie scavate, e corpi ridotti a nulla. Si fece strada in mezzo a
 loro, perchsembravano accentrarsi su di lei, erano attirati da lei
 come se fosse quella che gli importava di pi Era la magia, se ne
 rese conto. Come tutti gli Ombrati, era la magia che li attirava in
 primo luogo.
 Spettri di Drakul si materializzarono di fronte a lei e Garth balz
 avanti, menando fendenti con la spada corta. Le immagini svanivano e
 si riformavano, incolumi. Wren si girsu se stessa quando giunse in
 fondo al burrone. "Uno, due..." Si mise a contare freneticamente.
 C'erano tutti e sei. Stresa stava gicorrendo avanti, e lei si volse
 per seguirlo. Si arrampicarono su per il pendio disordinatamente,
 facendosi strada con le unghie e con i denti sulla lava solidificata
 resa sdrucciolevole dalla pioggia, oltre i cespugli e gli alberi
 abbattuti. Le immagini li inseguivano, e cosle voci, i fantasmi
 appena svegliati dal sonno, dietro a tutti i mostri che non erano
 morti. Wren li scaccicon rabbia e repulsione, con la furia dei suoi
 movimenti, sapendo che Fauno le si era attaccato al collo come se
 fosse diventato una sua appendice, e avvertendo il calore dello
 Scettro nelle mani giacchla magia stava per scatenarsi di nuovo. Una
 magia che purtroppo poteva fare qualsiasi cosa, pens che poteva
 creare tutto - perfino mostri come questi. Dentro di s indietreggi
 dinanzi a quella prospettiva, dinanzi all'orrore di una veritche
 avrebbe voluto non fosse mai esistita, una veritche temeva sarebbe
 saltata fuori a ossessionarla se doveva mantenere la promessa fatta
 alla nonna di salvare gli Elfi.
 Arrivati in cima al burrone i componenti del piccolo gruppo
 inciamparono e si misero a correre. L'oscuritera fitta e si spostava
 come se avessero davanti degli strati di garza, ma non rallentarono,
 procedettero incuranti, gridandosi l'un l'altro parole di
 incoraggiamento, mettendo in fuga gli inseguitori. I Drakul sbuffavano
 e soffiavano minacciosi come gatti; il veleno dei loro pensieri era un
 fuoco che bruciava dentro. Eppure adesso erano solo voci e immagini,
 niente di reale, poichessi non potevano uscire dal buio del loro
 rifugio e avventurarsi nell'Harrow prima di notte. A poco a poco la
 loro presenza scomparve, ritirandosi come le acque di un vasto oceano
 portate via dalla marea. Il gruppo comincia rallentare;
 nell'improvviso silenzio si sentiva il respiro affannoso, si sentiva
 il rumore degli stivali finchsi fermarono uno dopo l'altro.
 Wren guardindietro nella foschia. Non c'era nulla oltre alla nebbia,
 la debole ombra della boscaglia e gli scheletri degli alberi, vuoti e
 nudi. Fauno tirfuori la testa esitante. Stresa li raggiunse
 caracollando, ansimando, con la lingua fuori. Si ferme sput
 信sssttt! Stupidi spettri!
 Wren annu Nelle sue mani, il calore dello Scettro diminue si
 spense. Anche il suo corpo le parve raffreddarsi di conseguenza.
 Dall'interno sentsorgere un po' di refrigerio.
 Poi, d'un tratto, Garth si precipitin avanti, sconvolto per qualcosa
 che aveva perso, intento a cercare freneticamente nella nebbia. Wren
 seguil suo sguardo, spaventata senza sapere ancora perch Vide gli
 altri che si scambiavano occhiate ansiose.
 Il cuore le saltin gola. "Cosa c'era che non andava?"
 Finalmente se ne accorse. Erano rimasti in cinque. Mancava Eowen.
 In un primo tempo le sembrimpossibile e credette di essersi
 sbagliata. Li aveva contati ed erano sei, quando erano usciti dal
 burrone. Eowen si trovava ancora con loro; aveva riconosciuto il suo
 viso...
 Si ferm Nella sua mente rivide Eowen che la rincorreva troppo
 pallida, troppo effimera. Come se non fosse davvero le in effetti
 non c'era. Wren credette di svenire e provun dolore che minacciava
 di scatenarsi e di consumarla. Quello che aveva visto era stata
 un'altra immagine, piabile e calcolata delle altre, un'immagine
 fatta apposta affinchloro pensassero di essere tutti insieme mentre
 in realtnon lo erano.
 I Drakul avevano preso Eowen.
 Garth segnalin fretta. "Le tenevo gli occhi addosso come avevo
 promesso di fare. Era proprio dietro di noi mentre uscivamo dal
 burrone. Come ho potuto perderla?"
 俏on l'hai persarispose subito Wren. Sentiva che una strana calma si
 stava impadronendo di lei, una rassegnazione al destino,
 un'accettazione dell'ineluttabilitdella fortuna e del fato. 俏on
 prendertela, Garthsussurr
 Le parve che il terreno le si aprisse sotto i piedi, un buco nel quale
 doveva inevitabilmente cadere. Attese che la sensazione svanisse, che
 la stabilitavesse la meglio. Sapeva quello che doveva fare.
 Qualunque cosa accadesse, non poteva abbandonare Eowen. Per salvarla,
 doveva ritornare nell'Harrow, di nuovo tra i Drakul. Poteva mandare
 gli altri, ovviamente; ci sarebbero andati se lei lo avesse chiesto.
 Ma non lo avrebbe mai fatto, non lo avrebbe neppure preso in
 considerazione. Abilitdi Segugio, esperienza di Rover, addestramento
 di Cacciatore Elfo... sarebbe stato tutto vano contro i Drakul. Una
 sola cosa sarebbe stata importante.
 Fece qualche passo incerto e si ferm La ragione si fece strada in
 lei e la indusse a riflettere. Sapeva che gli altri stavano venendo
 uno alla volta per mettersi a sua disposizione, seguendola con lo
 sguardo mentre scrutava nell'oscuritdell'Harrow.
 俏o!avvertStresa, 促Tiili t! E' gitroppo buio!
 Lo ignor rivolgendosi invece a Gavilan. Senza parlare, decise il da
 farsi, poi gli porse lo Scettro. 亟' il momento per dimostrarmi di
 nuovo la tua amiciziagli disse con calma. 促rendi lo Scettro. Te lo
 affido fino al mio ritorno. Tienilo al sicuro.
 Gavilan la fissincredulo, poi si avvicincauto al talismano. Le sue
 mani si chiusero attorno a esso, la presa si fece salda, e lo trasse a
 s Lei non volle soffermarsi a guardarlo negli occhi, spaventata da
 ciche avrebbe potuto vedervi. Era tutto quello che le restava della
 sua famiglia; doveva fidarsi di lui.
 Triss e Dal avevano lasciato cadere gli zaini e stavano stringendo i
 cinturoni delle armi. Garth aveva gisguainato la sua spada corta.
 俏odisse Wren. 侮ado da sola.
 Essi cominciarono a protestare, con parole rapide e ansiose, ma lei li
 interruppe all'istante. 俏o!ripet Si voltverso di loro. 侵o sono
 l'unica ad avere una possibilitdi trovare Eowen e di riportarla
 fuori.Mise la mano nella tunica e ne tirfuori il sacchetto con le
 Pietre. 俑agia per trovare lei e proteggere me: non servir
 nient'altro. Se venite con me, dovrpreoccuparmi di proteggere anche
 voi. Questi mostri non possono venire feriti dalle vostre armi, e
 almeno in questa circostanza non potete essermi di aiuto.
 Mise una mano sul braccio di Triss, cortese ma ferma. 俊u hai giurato
 di vegliare su di me, lo so. Ma io ti ordino di vegliare invece sul
 Loden, di rimanere con Gavilan, tu e Dal, di fare in modo, qualunque
 cosa accada, che gli Elfi siano al sicuro.
 I duri occhi grigi si strinsero. 俊i prego di non farlo, Signora. La
 Guardia Nazionale serve in primo luogo la regina.
 亟 la regina, se questo che io sono veramente, crede che tu possa
 servirla meglio restando qui. Te lo ordino, Triss.
 Garth stava facendo segni rabbiosamente. "Fa ' quello che vuoi  con
 loro. Ma io non ho affatto intenzione di restare qui.LO vengo con
 te".
 Lei scosse la testa, e mosse le dita mentre parlava. 俏o, Garth. Se io
 non ritorno, loro avranno bisogno di te per essere portati in salvo
 fino al mare, da Tiger Ty. Ti voglio bene, ma questa volta non puoi
 fare nulla per aiutarmi. Devi restare qui.
 Il gigante la guardcome se lo avesse colpito.
 亟' giunto il momento che da sempre sapevamo sarebbe arrivatogli
 disse, calma e insistente, 勇l momento per il quale ti sei tanto
 impegnato ad addestrarmi. Ormai troppo tardi per ulteriori lezioni.
 Devo contare su quello che so.
 Poi prese Fauno dalla spalla e lo mise a terra vicino a Stresa.
 俘imani qui, piccolinogli ingiunse, e si allontan
 俘rrwwlll! Wren degli Elfi, portami con te!gridStresa d'un fiato,
 mentre gli aculei si agitavano. 促osso seguire una pista per te...
 meglio di chiunque altro!
 Lei scosse la testa ancora una volta. 俠e Pietre Magiche seguono le
 piste ancora meglio. Se io non dovessi tornare, Garth ti accompagner
 sano e salvo nelle Terre dell'Ovest. Sa della promessa che ti ho
 fatto.
 Si tolse lo zaino, lascile armi, tranne il lungo pugnale che aveva
 alla cintola. I quattro uomini, il Gatto Screziato e lo Squeak
 osservavano in silenzio. Poi, con molta cautela, prese le Pietre
 Magiche dal sacchetto, le fece cadere nella mano aperta e richiuse le
 dita.
 Quindi, prima di pensarci su due volte, si avvia grandi passi nella
 nebbia.
 Per qualche tempo procedette in linea retta, limitandosi a
 concentrarsi sul mettere un piede davanti all'altro, sulla distanza
 tra lei e coloro che avrebbero dovuto proteggerla. Percorse la nuda
 roccia di lava, come un cacciatore solitario, sentendosi diventare
 fredda dentro, intorpidita dalla forza della sua determinazione. Eowen
 le parldalla memoria, ricordandole la visione avuta molto tempo
 prima, quella della propria morte. "No". GiurWren in silenzio. "Non
 adesso, mentre respiro ancora".
 I Drakul cominciarono a sussurrarle qualcosa, a insistere, a
 chiamarla. Ma in lei il furore teneva lontana la paura. "Vengo da voi,
 certo... ma non per farmi prendere!"
 Passattraverso una fila di tronchi argentati, pali di legno aridi e
 nudi, una sorta di ingresso nel sottomondo dei morti. Vide apparire
 della facce scarne e vuote, teschi nella nebbia. Sollevle Pietre
 Magiche, le tese in avanti, e invocil loro potere. Venne immediato,
 ubbidiente alla sua volont brillando vivo con un fuoco azzurro e
 penetrando nella foschia. La condusse a sinistra lungo una spianata
 dove non cresceva nulla, dove non rimaneva traccia di ciche vi era
 stato. Avanti, in lontananza, poteva vedere un gruppo di forme
 bianche, corpi che si muovevano, che si voltavano come se intendessero
 salutarla. Da lprovenivano voci, grida e sussurri, un invito alla
 morte.
 Il fuoco azzurro scomparve, e lei continuad avanzare alla cieca.
 "Wren", sentche Eowen la chiamava.
 Mise da parte l'impazienza, costringendosi a compiere movimenti cauti,
 a stare attenta a tutto ciche la circondava, agli spostamenti delle
 ombre e della nebbia, alle tracce di vita che andavano svegliandosi.
 Stresa aveva ragione. Si stava facendo buio ora, il pomeriggio si
 prolungava nella sera, e la luce cominciava a venir meno. Capche non
 avrebbe raggiunto Eowen prima del cadere della notte. Era quello che
 volevano i Drakul; quello che avevano progettato fin dall'inizio. La
 magia di Eowen li aveva attirati come quella di Wren, ma era la sua
 che volevano, la pipotente, quella che li avrebbe nutriti meglio.
 Eowen era un'esca per la trappola che era destinata a catturare Wren.
 Chiuse gli occhi per un momento di fronte all'inevitabilitdella
 cosa. Avrebbe dovuto saperlo da un pezzo.
 Le voci divennero piforti, piinsistenti, e lei vide delle figure
 che cominciavano a prendere forma ai margini della sua visione,
 incerte ed eteree nella nebbia. Davanti a lei si aprun burrone -
 quello in cui aveva perso Eowen? si chiese. Non lo sapeva e non se ne
 preoccup Discese dentro di esso senza rallentare, seguendo
 l'indicazione della magia, sentendosi pervadere dal suo calore
 bruciante. Non sapeva da quanto camminava: un'ora, di pi Aveva perso
 la nozione del tempo, il senso di ogni cosa, tranne di quello che era
 andata a fare. Regina degli Elfi, detentrice dello Scettro e del
 Loden, portatrice della magia dei Druidi, ed erede del sangue degli
 Elessedil e degli Ohmsford - Wren era tutte queste cose e nessuna di
 esse, qualcosa di pi qualcosa di indefinibile.
 Nulla, si disse, avrebbe potuto fermarla.
 Il buio si fece fitto quando giunse in fondo al burrone, la debole
 luce proveniente dall'alto si perdeva nella nebbia e nell'ombra. I
 Drakul apparvero baldanzosi ora, figure scheletriche divennero
 visibili, scarne e prive di ogni forma di vita tranne quella
 conferitagli dalla loro esistenza di Ombrati. Erano ancora esitanti,
 spaventati dalla magia, ma al tempo stesso attirati da essa. La
 guardavano con occhi affamati, ansiosi di assaggiarla, di farla
 propria. Sentle Pietre bruciare nel palmo della mano in segno di
 avvertimento, ma non invocancora la loro magia. Avanzcoraggiosa,
 essere vivente tra i morti.
 "Wren", sentche Eowen la chiamava di nuovo.
 Un muro di corpi pallidi le impediva il cammino. Erano umani di un
 certo tipo, formati come tali, ma sembravano imitazioni pallide e
 contorte di ciche erano stati in vita. Si volsero per andarle
 incontro, non piapparizioni che ondeggiavano e minacciavano di
 dissolversi a un soffio di vento, ma cose che assumevano la materia
 della vita.
 亟owen!grid
 Uno alla volta i Drakul si allontanarono, ed ecco comparire la
 veggente. Era adagiata sulle loro braccia, aveva la pelle bianca come
 la loro, mentre i capelli erano ancora rossi e gli occhi di smeraldo.
 Gli occhi brillarono nel vedere i suoi, vivi nel terrore. Le labbra
 erano aperte come se tentasse di respirare o di gridare.
 Le bocche dei Drakul erano attaccate al corpo di Eowen, se la stavano
 mangiando.
 Per un momento Wren non potmuoversi, colpita da ciche aveva visto,
 paralizzata dall'indecisione.
 Allora la testa di Eowen si alzdi scatto, la bocca si spalancin un
 ringhio mettendo a nudo denti scintillanti.
 Wren urldisperata, e i Drakul si precipitarono su di lei. Allora
 sollevle Pietre Magiche alla velocitdel pensiero, invocil loro
 potere con rabbia e terrore, e indirizzil fuoco della magia su tutto
 ciche vedeva. Esso si abbattsui suoi aggressori come una falce,
 incenerendoli. Quelli che avevano assunto una forma solida, che si
 stavano nutrendo di Eowen e lei stessa, furono cancellati. Gli altri,
 ancora spettri, svanirono. Le fiamme avvolsero ogni cosa. Wren scagli
 il fuoco i tutte le direzioni, sentendo il passaggio della magia
 dentro di s caldo e naturale. Urlesultante mentre il fuoco
 bruciava il burrone da un capo all'altro. Si abbandonal suo calore:
 qualsiasi cosa pur di allontanare l'immagine di Eowen. Abbracciquel
 calore come se fosse un amante. Il tempo e lo spazio scomparvero in un
 fiotto di sensazioni.
 Comincia perdere il controllo.
 Allora, appena un istante prima di sparire del tutto nella potenza
 della magia, si rese conto di ciche stava accadendo, si ricorddi
 chi era, e fece un ultimo, disperato tentativo di tornare se stessa.
 Freneticamente strinse le dita attorno alle Pietre. Il fuoco
 continuava a filtrare. Aumentla stretta della mano mentre il suo
 corpo veniva preso dalle convulsioni. Raddoppigli sforzi, cadendo in
 ginocchio. Finalmente la magia rientrdentro di lei, la tentper
 l'ultima volta con la promessa della sua invincibilit e scomparve.
 Rimase accovacciata nella nebbia, lottando per recuperare il controllo
 di s rivedendo per l'ennesima volta con gli occhi della mente
 l'immagine dei Drakul e di Eowen che scomparivano nelle fiamme,
 consumati dalla magia.
 "La potenza! Che potenza! Quanto desiderava riaverla!"
 La vergogna si impadrondi lei, seguita dalla disperazione.
 Sollevgli occhi stanca, sapendo giche cosa avrebbe trovato,
 perfettamente consapevole di ciche aveva fatto. Davanti a lei il
 burrone appariva in tutta la sua lunghezza, vuoto. Fumo e cenere erano
 sospesi nell'aria. Sentla gola restringersi mentre tentava di
 respirare. Non aveva avuto scelta, lo sapeva - ma questo non
 l'aiutava. Eowen era stata una di loro, condotta a morte mentre lei
 stava a guardare. La sua profezia si era avverata. Anche se Wren ci
 aveva provato, non aveva potuto cambiare l'esito della visione. Eowen
 le aveva detto una volta che la sua vita era stata costruita attorno
 alle visioni e che lei era arrivata ad accettarle - perfino quella che
 le annunciava la propria morte.
 Wren sentle lacrime riempirle gli occhi e scorrerle copiose lungo le
 guance.
 "Oh, Eowen!"
 21.
 A Southwatch il tempo andava alla deriva come una nuvola attraverso
 l'azzurro dell'estate, e Coll Ohmsford non poteva fare altro che stare
 a guardare impotente il suo passaggio. La sua reclusione continuava
 immutata, la sua vita era un fastidioso compendio di noia e tensione.
 I suoi pensieri erano assolutamente liberi, ma non lo portavano a
 nulla. Sognava il passato, la vita che aveva goduto nella Valle, e il
 mondo che stava al di fuori delle nere pareti della sua prigione, ma i
 sogni erano ridotti a brandelli e svanivano a poco a poco. Nessuno
 veniva a liberarlo. E cominciava ad accettare che nessuno venisse pi
 Trascorreva le sue giornate nel cortile adibito all'addestramento,
 allenandosi con Ulfkingroh, il tizio taciturno, rozzo, e sfregiato da
 cicatrici alle cui cure Rimmer Dall lo aveva affidato. Ulfkingroh era
 duro come il ferro e faceva lavorare Coll finchl'Uomo della Valle
 pensava di non farcela pi Con bastoni imbottiti, pesanti aste, spade
 spuntate, e a mani nude, si esercitavano e si addestravano come
 combattenti che si preparano a una battaglia, pivolte al giorno,
 spesso finchsudavano costanto che la polvere che sollevavano nel
 cortile scendeva sui loro corpi in lunghe strisce nere. Ulfkingroh era
 un Ombrato, naturalmente - ma non lo sembrava. Sembrava un uomo
 normale, benchpiduro e piscontroso. A volte, a Coll quasi
 piaceva. Parlava poco, contento di lasciare che la sua abilitcon le
 armi parlasse per lui. Era un combattente esperto, e si era fatto un
 punto di orgoglio di passare ciche sapeva all'Uomo della Valle.
 Coll, da parte sua, trasse il massimo vantaggio da questa situazione,
 uTiili zzando l'unico diversivo consentitogli, imparando quanto poteva
 da ciche l'altro era disposto a insegnare, giocando alla guerra come
 se significasse qualcosa, e tenendosi in forma per quando sarebbe
 stato davvero importante.
 Perchprima o poi, se lo andava ripetendo di continuo, avrebbe avuto
 la possibilitdi fuggire.
 Ci pensava in continuazione. Quasi non pensava ad altro. Se nessuno
 sapeva che era ldentro, se nessuno fosse venuto a salvarlo, era
 chiaro che doveva cavarsela da solo. Coll era pieno di risorse come di
 tutti gli Uomini della Valle; era sicuro che avrebbe trovato il modo
 di farcela. Era anche paziente, e la pazienza era forse la sua
 caratteristica piimportante. Era sorvegliato ogni volta che usciva
 dalla cella, ogni volta che scendeva lungo i corridoi bui del monolito
 per recarsi in cortile e ogni volta che ritornava indietro. Gli era
 concesso di trascorrere tutto il tempo che voleva ad allenarsi con
 Ulfkingroh; poteva stare col suo rude compagno per tutto il tempo che
 riusciva a impegnarlo in una conversazione, ma era tenuto sempre
 d'occhio. Non poteva commettere errori.
 Eppure, non aveva mai dubitato che sarebbe riuscito a trovare il modo
 di evadere.
 Aveva visto Rimmer Dall solo due volte dopo che il Primo Cercatore era
 andato a trovarlo in cella. In entrambi i casi era stato a distanza,
 un inatteso sguardo durato solo un attimo, prima che l'altro se ne
 andasse. Ogni volta gli occhi freddi erano tutto ciche in seguito
 riusciva a ricordare. Coll dapprima lo cercovunque finchsi rese
 conto che stava diventando un'ossessione e che doveva smettere. Ma non
 riuscmai a impedirsi di pensare a ciche il gigante gli aveva
 detto, al fatto che anche Par era un Ombrato. La magia avrebbe potuto
 consumarlo se non avesse accettato la veritdella sua identit e,
 nella sua follia, egli era un pericolo per il fratello. Coll non
 credeva a quello che Rimmer Dall gli aveva detto - eppure non riusciva
 neanche a non credergli completamente. La verit arriva decidere,
 si trovava da qualche parte nel mezzo, in quella zona grigia tra le
 ipotesi e le bugie. Ma la veritera difficile da decifrare, e non
 l'avrebbe saputa mai l Rimmer Dall aveva le sue buone ragioni per
 fare quello che faceva e non andava certo a raccontarle a Coll.
 Qualunque esse fossero, qualunque fosse la realtdegli Ombrati e
 della loro magia, Coll era convinto che doveva raggiungere suo
 fratello.
 Percisi addestrava in palestra di giorno, stava sveglio esaminando
 casi e possibilitdi notte, e lottava tutto il tempo contro
 l'insidiosa eventualitche non ne sarebbe venuto fuori nulla.
 Poi una volta, parecchie settimane dopo essere stato fatto uscire
 dalla cella, mentre si allenava per l'ennesima volta con Ulfkingroh
 nel cortile, riusca vedere Rimmer Dall che passava lungo un
 corridoio tra due porticati. A prima vista sembrava come se una parte
 di lui fosse stata tagliata via. Poi si rese conto che il Primo
 Cercatore portava qualcosa avvolto sopra un braccio, qualcosa che in
 un primo tempo risultava quasi indistinguibile perchera cosnero da
 sembrare un pezzo di una notte di luna nuova. Coll si fermsu due
 piedi, poi fece qualche passo a ritroso, con gli occhi fissi.
 Ulfkingroh lo guarddi traverso, irritato, poi lanciuno sguardo
 dietro di sper vedere ciche aveva attirato l'attenzione dell'Uomo
 della Valle.
 信hm!brontol 俏on c'nulla che ti riguardi. Adesso alza le mani.
 青os'ha sul braccio?insistette Coll.
 Ulfkingroh puntla sua asta sul terreno e vi si appoggicon un
 atteggiamento di pazienza esagerata. 俗n mantello, Uomo della Valle.
 Si chiama Mirrorshroud. Vedi com'nero? Vedi come porta via la luce,
 proprio simile a inchiostro nero versato? Magia degli Ombrati,
 piccolino.La faccia rude si distese in un mezzo sorriso. 俟ai cosa
 fa?Coll scosse la testa. 俏on lo sai? Bene! Giacchnon devi
 saperlo! Adesso alza le mani!
 Ripresero ad allenarsi, e Coll, che non era affatto piccolino ed era
 in tutto e per tutto grande e forte quanto Ulfkingroh, trovil modo
 di vendicarsi colpendolo cosforte da farlo cadere a terra e
 lasciarlo stordito per diversi minuti.
 Quella notte Coll rimase sveglio a pensare al Mirrorshroud e a
 domandarsi a cosa servisse. C'erano altre magie, ovviamente, ma a lui
 erano tenute nascoste. Quella pigrande e piimportante era qualcosa
 che rimaneva profondamente sepolto nelle viscere della torre, che
 mormorava e fremeva e a volte emetteva un suono come se stesse
 gridando, qualcosa di molto forte e spaventoso. Se l'immaginava come
 un drago che gli Ombrati erano riusciti a incatenare, ma sapeva che
 era un'interpretazione troppo semplicistica. Qualunque cosa fosse, era
 di gran lunga piimpressionante e terribile. C'erano anche altri
 esseri, nascosti dietro le porte che a lui non era permesso di
 oltrepassare, segregati nelle catacombe nelle quali non poteva andare.
 Riusciva ad avvertirne la presenza, il fruscio contro la propria
 pelle, il sussurro nella mente. Ogni sorta di magia, scongiuri e
 talismani degli Ombrati, creature cupe e diaboliche.
 Oppure no, se si credeva a Rimmer Dall. Ma naturalmente lui non
 credeva al Primo Cercatore. Non gli aveva mai creduto.
 Ma non poteva fare a meno di porsi delle domande.
 Due giorni dopo, mentre si stava riposando nel cortile, col sudore che
 brillava su tutto il suo corpo come se fosse olio, il Primo Cercatore
 uscdall'ombra di una porta e si diresse verso di lui; su un braccio
 portava il Mirrorshroud. Ulfkingroh balzin piedi, ma Rimmer Dall lo
 congedcon un gesto della mano guantata e fece cenno a Coll di
 seguirlo. Passarono dalla luce all'ombra pifresca, lontano dal sole
 del mezzogiorno, lontano dal suo splendore. Coll socchiuse gli occhi e
 li battper adattarli. La faccia dell'altro era tutta spigolosa nel
 debole grigiore, la pelle era morta e fredda, ma gli occhi acuti e
 sicuri.
 俊i addestri con impegno, Coll Ohmsforddisse con quella voce
 familiare che sembrava un sussurro. 保gni giorno che passa Ulfkingroh
 fa sempre pifatica a starti dietro.
 Coll annusenza parlare, in attesa di conoscere il vero scopo del
 colloquio.
 侶uesto mantellodisse Rimmer Dall, come se gli rispondesse. 亟' ora
 che tu sappia a cosa serve.
 Coll non potnascondere la sua sorpresa. 促erch
 L'altro guardlontano quasi stesse pensando bene alla risposta. La
 mano guantata si alze ricadde di nuovo, come una falce nera. 俊i
 dissi che tuo fratello era in pericolo, e che anche tu lo eri, a causa
 della magia e di quello che poteva fare. Avevo pensato di servirmi di
 te per condurre tuo fratello da me. Ho fatto sapere che tu eri qui. Ma
 tuo fratello rimane a Tyrsis, e non vuole venire a cercarti.
 Si interruppe, aspettando una risposta da parte di Coll. Questi rimase
 impassibile, la sua faccia era una maschera priva di espressione.
 俠a magia che nasconde dentro di s暺 mormoril Primo Cercatore, 勁a
 magia che sta sotto la canzone del desiderio, comincia a consumarlo.
 Forse non se ne rende ancora conto. Forse non lo sa. Ti sei accorto
 che possiede quella magia, non vero? Lo sai che ce l'ha?
 Scrollle spalle. 隹vevo pensato di ragionare con lui quando l'avrei
 trovato. Ora credo che forse potrebbe rifiutarsi di ascoltarmi. Avevo
 sperato che il fatto che tu fossi qui a Southwatch potesse cambiare le
 cose. A quanto pare non cos
 Coll respirprofondamente. 俟ei pazzo se credi che Par verrqui. E
 sei ancora pipazzo se pensi di servirti di me per intrappolarlo.
 Rimmer Dall scosse la testa. 隹ncora non mi credi, non cos Io
 voglio proteggerti, non usarti. Voglio salvare tuo fratello finchc'
 ancora tempo. Egli un Ombrato. Egli come me, e la sua magia un
 dono che pusalvarlo o annientarlo.
 Un dono. Par aveva usato quella parola cosspesso, penstristemente
 Coll. 俠asciami andare da lui, allora. Liberami.
 Il gigante sorrise, con una smorfia agli angoli della bocca. 侮oglio
 farlo, sta' tranquillo. Ma non prima di avere messo alla prova tuo
 fratello un'altra volta. Credo che il Mirrorshroud mi permetterdi
 farlo. Questa una magia degli Ombrati, Uomo della Valle, ed molto
 potente. Ho impiegato tanto tempo a tesserlo. Chiunque indossi il
 mantello appare a quelli che incontra come qualcuno che conoscono e di
 cui si fidano. Maschera la verit Nasconde la vera identit Lo
 indosserquando andralla ricerca di tuo fratello.Fece una pausa.
 促otresti darmi una mano. Potresti dirmi dove posso trovarlo, dove
 pensi che possa essere. So che si trova a Tyrsis. Non so dove. vuoi 
 aiutarmi?
 Coll era incredulo. Come poteva Rimmer Dall anche solo pensare di
 chiedergli una cosa del genere? Ma il gigante sembrava cossicuro di
 s come se avesse ragione, dopotutto, come se sapesse la veritmolto
 meglio di lui.
 Coll scosse la testa. 俏on so dove trovare Par. Potrebbe essere chiss
 dove.
 Per un lungo momento Rimmer Dall rimase silenzioso, limitandosi a
 scrutare l'Uomo della Valle, valutandolo con cura, gli occhi duri
 fissi su di lui come se la bugia fosse visibile sul suo volto.
 俊e lo chiederun'altra voltadisse infine. I pesanti stivali
 strisciarono sulle pietre del corridoio. 俊orna ad allenarti. Lo
 troverda solo, in un modo o nell'altro. Quando succeder allora ti
 lascerandare.
 Si volte si allontan Coll lo segucon lo sguardo, interessato ora
 non piall'uomo ma al mantello che portava con s pensando: "Se solo
 potessi mettere le mani su quel mantello per cinque secondi..."
 Il giorno dopo, quando si svegli stava ancora meditando su questo.
 Un mantello che se indossato poteva nascondere l'identitdi chi lo
 indossava a coloro che incontrava, facendolo sembrare uno di cui si
 fidavano... ecco finalmente il modo per uscire da Southwatch. Rimmer
 Dall poteva vedere il Mirrorshroud come un sotterfugio per
 intrappolare Par, ma Coll aveva in mente un uso assai migliore della
 magia. Se fosse riuscito a impadronirsi del mantello tanto da poterlo
 indossare... L'eccitazione che provdi fronte a questa prospettiva
 non gli fece finire il pensiero. Come riuscirci? si domandava,
 correndo con la mente finchsi vestiva e andava avanti e indietro
 nella cella, in attesa della colazione.
 Gli era dunque capitato, solo per un attimo, che Rimmer Dall fosse
 stato cosstraordinariamente imprudente da mostrargli questo genere
 di magia, mentre gli Ombrati erano stati cosattenti a tenere
 nascoste tutte le altre magie. Ma allora il Primo Cercatore era
 ansioso di avere il suo aiuto per localizzare Par, e il mantello
 sarebbe stato inutile se non lo avessero trovato, non era cos Forse
 Dall aveva sperato di convincere Coll solo facendogli sapere che
 possedeva questa magia.
 Poi il primo sospetto venne bruscamente messo da parte da un altro. E
 se il mantello fosse un trucco? Come faceva a sapere che il
 Mirrorshroud poteva fare quello che si diceva? Che prova ne aveva?
 All'improvviso trasalquando il vassoio metallico della colazione fu
 fatto scivolare attraverso la fessura sotto la porta. Per un attimo lo
 fissdisorientato, domandandosi: Ma perchil Primo Cercatore
 dovrebbe mentire? Cosa spera di ottenere?
 Gli interrogativi lo assalirono e infine lo sopraffecero, tanto che fu
 costretto ad accantonarli per poter mangiare. Quando ebbe finito,
 scese in cortile ad allenarsi con Ulfkingroh. Doveva parlare di nuovo
 con Rimmer Dall, per saperne di pisul mantello e scoprire la verit
 sulla sua magia. Ma non poteva permettersi di sembrare troppo
 interessato, non poteva far sche il Primo Cercatore sospettasse la
 sua vera motivazione. Quindi doveva aspettare che Rimmer Dall andasse
 a cercarlo.
 Ma il Primo Cercatore non si fece vedere quel giorno, nil
 successivo, e fu soltanto tre giorni dopo verso il tramonto che si
 materializzuscendo dall'ombra mentre Coll stava rientrando
 lentamente con l'aria stanca nella cella e se lo trovaccanto.
 信ai ripensato all'eventualitdi aiutarmi a trovare tuo fratello?
 gli chiese rapido, il volto sprofondato nel cappuccio del mantello
 nero.
 俗n po'fu la risposta di Coll.
 侵l tempo passa in fretta, Uomo della Valle.
 Coll alzle spalle facendo finta di niente. 信o qualche difficolta
 credere a quello che mi dici. Un prigioniero non si convince spesso a
 fidarsi del suo carceriere.
 俏o?Lui potquasi sentire il tetro sorriso dell'altro. 促ensavo
 esattamente il contrario.
 Fecero alcuni passi in silenzio, il volto di Coll era rosso di rabbia.
 Avrebbe voluto colpire il suo interlocutore, avendolo cosvicino,
 tutto solo in quelle sale buie dove non c'erano che loro due. Dovette
 resistere alla tentazione, sapendo quanto sarebbe stato sciocco
 abbandonarvisi.
 青redo che Par saprebbe vedere attraverso la magia del Mirrorshroud
 disse infine.
 Dall alzlo sguardo. 青ome?
 Coll trasse un profondo respiro. 俠a sua magia lo metterebbe in
 guardia.
 青ostu credi che non riuscirei ad andargli abbastanza vicino da
 parlargli?La voce sussurrante adesso era roca e bassa.
 促erchno?replicColl.
 Dall si ferme si voltper guardarlo in faccia. 青he ne diresti se
 provassi la mia magia su di te? Potresti fartene un'opinione
 personale.
 Coll aggrottle sopracciglia, nascondendo l'euforia che
 all'improvviso provava dentro di s 俏on so. Forse il fatto che
 funzioni con me non importerebbe.
 La mano guantata si sollev una lieve oscuritche rubava la luce
 dall'aria. 促erchnon mi lasci provare una volta? Che male pu
 farti?
 Percorsero il corridoio e salirono una decina di rampe di scale finch
 non furono a diversi piani sotto la cella nella quale Coll era tenuto
 prigioniero. Davanti a una porta contrassegnata da una testa di lupo e
 una scritta in rosso che lui non riusca decifrare, Rimmer Dall tir
 fuori una chiave, la introdusse in una pesante serratura, e spinse la
 porta. Dentro c'era un'unica finestra attraverso la quale una stretta
 striscia di sole brillava su un alto armadio di legno. Rimmer Dall si
 avvicin aprle due ante, ed estrasse il Mirrorshroud.
 俏on guardare verso di me per un attimoordinDall.
 Coll volse il capo, aspettando.
 青ollsi sentuna voce.
 Si volse. C'era suo padre, Jaralan, alto e curvo, le spalle massicce,
 che indossava il suo grembiule di cuoio preferito, quello che usava
 quando lavorava il legno. Coll spalancgli occhi incredulo, dicendosi
 che non era suo padre, che era Rimmer Dall, eppure quello che vedeva
 era proprio suo padre.
 Poi il padre allungla mano per togliersi il grembiule, che subito
 divenne il Mirrorshroud, e Rimmer Dall fu di nuovo davanti a lui.
 青hi hai visto?bisbigliil Primo Cercatore.
 Coll non fu in grado di rispondere. Scosse la testa. 青ontinuo a
 pensare che Par ti riconoscer
 Rimmer Dall lo studiun momento, la sua faccia ossuta era piatta e
 inespressiva, i suoi strani occhi erano duri come pietre. 侮orrei che
 tu pensassi a una cosadisse finalmente. 俘icordi quelle misere
 creature nel Pozzo a Tyrsis, quelle divenute pazze percherano state
 incarcerate dalla Federazione, consumate dalla loro magia? Ecco cosa
 accadra tuo fratello. Pudarsi che non sia noggi ndomani, nla
 settimana prossima o il prossimo mese, ma alla fine accadr E per lui
 non ci sarscampo.
 Coll lottper non far trasparire il timore dai suoi occhi.
 侮oglio che tu pensi anche a un'altra cosa. Tutti gli Ombrati hanno il
 potere di invadere e distruggere. Possono entrare nei corpi delle
 altre creature e diventare loro per tutto il tempo necessario.Si
 interruppe. 侵o potrei diventare te, Coll Ohmsford. Potrei scivolare
 sotto la tua pelle con la stessa facilitdi una lama di pugnale e
 farti diventare me.Il sussurro roco era un sibilo nel silenzio. 俑a
 preferisco di no perchnon voglio farti del male. Era la verit
 quando ti ho detto che volevo aiutare tuo fratello. Tu dovrai decidere
 da solo se credermi o meno, ma prima di farlo ti chiedo di pensare
 alle mie parole.
 Si volt ripose il Mirrorshroud nella sua custodia, e chiuse
 l'armadio. Era difficile dire se era arrabbiato o frustrato o
 qualcos'altro, ma il suo passo era deciso mentre fece uscire Coll
 dalla stanza, tirla porta e la chiuse dietro di s Coll aspett
 automaticamente lo scatto della serratura, ma non lo sent Rimmer
 Dall si stava giallontanando, coslui lo segusenza rallentare. Il
 Primo Cercatore lo condusse fino a una scalinata e indicverso
 l'alto.
 侵 tuoi appartamenti stanno da quella parte. Pensaci bene, Uomo della
 Vallelo avvert 亮iochi con due vite se perdi tempo.
 Coll si voltsenza parlare e comincia salire le scale. Dopo qualche
 minuto lanciun'occhiata dietro di s ma Rimmer Dall era sparito.
 Era ancora giorno, se pure per poco, quando uscdi nuovo, passando
 per il corridoio fino a raggiungere le scale, poi scendendo
 nell'oscuritfino al cortile. Aveva lasciato lla sua tunica;
 l'aveva dimenticata prima. Non ne aveva bisogno, ovviamente, ma era
 una buona scusa per cercare di scoprire se la porta della stanza
 dov'era conservato il Mirrorshroud era stata chiusa a chiave o no.
 Il suo respiro era affannoso e rimbombava nel silenzio mentre
 procedeva. Stava cercando di fare una cosa molto avventata, ma la sua
 disperazione aumentava sempre pi Se non si fosse liberato subito,
 qualcosa di brutto sarebbe accaduto a Par. La sua convinzione si
 basava per lo pisulla supposizione e la paura, ma anche cosnon era
 meno reale. Sapeva che non stava pensando con tutta la chiarezza
 necessaria; se lo avesse fatto, non avrebbe neppure considerato
 l'eventualitdi correre il rischio. Ma se la serratura non era
 scattata come al solito, se la porta era ancora aperta e il
 Mirrorshroud ancora nella sua custodia, in attesa...
 Da qualche parte sotto di lui, sentun rumore di passi, si ferm
 rimanendo immobile contro il muro delle scale. I passi si fecero pi
 pesanti per un po', poi scomparvero. Coll si asciugle mani sui
 pantaloni e cercdi pensare. A che piano era il mantello? Ne aveva
 contati quattro, non era cos Si rimise a camminare, poi scese fino
 al quarto pianerottolo e tenendosi rasente al muro, scrutdietro
 l'angolo.
 L'atrio davanti a lui era libero.
 Tirun profondo respiro per calmarsi e uscdal suo nascondiglio.
 Nella sala si mosse, rapido e silenzioso, lanciando sguardi inquieti
 avanti e indietro, senza fermarsi. Gli Ombrati lo sorvegliavano
 sempre. Ma adesso non c'era nessuno, o cosalmeno pareva, nessuno che
 egli potesse vedere. Procedette. Controllogni porta che incontr
 Una testa di lupo con una scritta in rosso - dov'era?
 Se lo avessero preso...
 Ed ecco che la porta che stava cercando era davanti a lui, gli occhi
 del lupo lo fissavano. Si avvicinin fretta, accostl'orecchio e
 ascolt Silenzio. Con molta cautela tese la mano e girla maniglia.
 Cedette facilmente. La porta si apre lui entr
 La stanza era vuota fatta eccezione per l'armadio di legno, una specie
 di bara alta e nascosta appoggiata contro il muro. Quasi non credeva
 alla sua buona fortuna. Rapidamente si avvicinall'armadio, lo apr
 e si sporse all'interno. Le sue mani si strinsero sul Mirrorshroud. Lo
 estrasse con prudenza, sollevandolo verso la luce grigiastra. Il
 tessuto era soffice e fitto, il mantello era leggero come la polvere.
 La sua scurezza era sconcertante, un nero inchiostro che sembrava
 capace di ingoiare per intero una persona. Per un attimo lo tenne
 davanti a s osservandolo, valutando un'ultima volta l'opportunitdi
 ciche stava per fare.
 Poi se lo gettrapido sulle spalle e se lo sistemper bene. Lo
 sentiva appena, una presenza non pigrande dell'ombra che gettava
 nella luce morente del giorno. Si allaccii cordoni attorno al collo
 e si infilil cappuccio. Aspettcon ansia, ma non sembrsuccedere
 niente. Tutto era come prima. Sentall'improvviso il bisogno di uno
 specchio nel quale guardarsi, ma non ce n'erano.
 Dopo avere chiuso l'armadio dietro di s attraversla stanza e usc
 nel corridoio.
 Non aveva fatto neanche una decina di passi quando apparve un Ombrato
 dalla tromba delle scale.
 Coll sentil cuore mancargli. Non aveva armi con s nulla con cui
 proteggersi, e non aveva neppure il tempo o un luogo dove nascondersi.
 Continua camminare verso colui che lo aveva scoperto, incapace di
 pensare a un'altra soluzione.
 L'Ombrato gli venne incontro senza rallentare. Un breve cenno della
 testa, un movimento appena percettibile con cui sollevla faccia
 scura, e l'altro era passato, allontanandosi come se nulla fosse
 accaduto.
 Coll fu preso da un'indescrivibile euforia mista a sollievo. L'Ombrato
 non l'aveva riconosciuto! Quasi non riusciva a crederci. Ma non c'era
 tempo per rallegrarsi della sua fortuna. Se voleva fuggire da
 Southwatch e da Rimmer Dall doveva farlo ora.
 Scese lungo i corridoi e per le scale del monolito, evitando i punti
 ben illuminati e preferendo quelli pibui, sapendo che c'era solo una
 via da percorrere ma deciso a farsi notare il meno possibile,
 nonostante il mantello. Le sue mani afferravano le pieghe scure del
 tessuto come se volesse proteggersi, e i suoi occhi scrutavano le
 ombre mentre la luce del giorno svaniva nel crepuscolo. Raggiunse il
 cortile senza intoppi. Armi e armature erano riposte nelle
 rastrelliere oppure pendevano dai paletti, borchie e cinture di
 metallo scintillavano oziose. Ulfkingroh non era in giro. Si impadron
 di un paio di lunghi pugnali che nascose sotto il mantello. Fece il
 giro della zona aperta cercando le porte che conducevano alle corti
 esterne. Un paio di Ombrati comparvero e se ne andarono proprio come
 quello di prima, senza fare caso a lui. Coll senti muscoli
 irrigidirsi per la tensione, ma la fiducia nel Mirrorshroud continuava
 ad aumentare.
 Per un momento pensdi scendere nelle profonde viscere di Southwatch
 per scoprire cosa vi nascondessero gli Ombrati. Ma decise che il
 rischio era troppo grande. Meglio filarsela il piin fretta
 possibile. Doveva essere libero a tutti i costi.
 Si affrettlungo i corridoi che sbucavano nelle corti esterne, come
 una delle tante ombre del crepuscolo. Raggiunse le corti esterne senza
 difficolt le attravers e prima ancora di rendersene conto era gi
 di fronte a un portone che dava sull'esterno. Si guardattorno in
 fretta. Nessuno in vista.
 Tiril passante, apre usc
 Si fermsotto un porticato che lo riparava dalla notte incombente. In
 basso, il Lago Arcobaleno si estendeva in uno scintmio  d'argento, le
 foreste circostanti formavano una massa scura e irregolare che ronzava
 e bisbigliava piena di vita, e l'odore delle foglie, della terra e
 dell'erba si diffondeva nell'aria estiva.
 Coll trasse un respiro profondo e sorrise. Era libero.
 Avrebbe preferito aspettare finchnon fosse stato completamente buio,
 ma non poteva rischiare di attardarsi. Non ci sarebbe voluto molto
 prima che si accorgessero che era scomparso. Curvandosi il pi
 possibile contro l'erba alta si mise a correre dall'ombra del muro
 fino a raggiungere gli alberi.
 Da una finestra di una stanza buia, dieci metri pisu, Rimmer Dall lo
 osservallontanarsi.
 Coll Ohmsford non si era mai chiesto dove andare. Superattraverso il
 bosco il tratto che separava Southwatch dal Mermidon, scelse un
 tranquillo guado un miglio circa a monte, attraversil fiume a nuoto,
 e comincila marcia verso Tyrsis e verso suo fratello. Non sapeva
 come avrebbe fatto a trovarlo una volta raggiunta la citt ci avrebbe
 pensato in un secondo momento. La sua preoccupazione piimmediata era
 che gli Ombrati gli stavano gidando la caccia. Sembrarono
 materializzarsi pochi minuti dopo la sua fuga, ombre nere che
 scivolavano nella notte come spiriti vaganti, silenziosi e spettrali.
 Ma se lo vedevano, ed egli era sicuro che dovevano vederlo, il
 Mirroshroud lo nascondeva a loro. Passavano senza rallentare, senza
 mostrare interesse, scomparendo come erano venuti.
 Ma quanti ce n'erano!
 Curiosamente, il mantello sembrava dargli una maggiore sensibilitper
 scoprire chi erano e dove si trovavano. Avvertiva la loro presenza
 prima che lo vedessero, sapeva da quale direzione provenivano, e
 distingueva in anticipo quanti erano. Non tentava di nascondersi;
 dopotutto, se fosse sparita la magia del mantello lo avrebbero cercato
 in ogni caso. Invece, cercdi assumere l'aria di un comune viandante,
 percorrendo le distese d'erba senza alberi, o le strade dove c'erano
 Ombrati, camminando tranquillo e disinvolto, evitando di apparire
 furtivo.
 Chisscome, tutto anda meraviglia. Benchessi fossero ovunque,
 naturalmente impegnati a dargli la caccia, sembrava che non sapessero
 chi era.
 Dormqualche ora prima dell'alba e poi si rimise in viaggio sul fare
 del giorno. Penspidi una volta di togliersi il mantello, ma la
 presenza di tante creature nere glielo sconsigli Meglio essere
 sicuri, si disse. Dopotutto, finchlo indossava non lo avrebbero
 scoperto.
 Strada facendo, superaltri viandanti. Nessuno sembrava interessato a
 lui. Alcuni salutavano. La maggior parte gli passaccanto senza dire
 nulla.
 Si chiese come appariva ai loro occhi. Non doveva sembrare qualcuno
 che conoscevano o al quale avrebbero detto qualcosa. Doveva sembrare
 un viandante qualunque. Questo lo indusse a chiedersi perchRimmer
 Dall si era presentato sotto le sembianze di suo padre nel mantello.
 Si domandperchcon lui la magia si comportava in modo diverso.
 Il primo giorno passrapido, ed egli si accampin un boschetto ceduo
 di frassini ancora in vista del Runne. Il sole tramontdietro le
 foreste delle Terre dell'Ovest in una macchia rosso oro, mentre l'aria
 calda della notte profumava di fiori selvatici della prateria. Accese
 il fuoco e mangifrutta e verdure selvatiche. Aveva una gran voglia
 di carne, ma nessuna reale possibilitdi cacciare. Spuntarono le
 stelle, e i rumori della notte tacquero.
 Apparvero di nuovo gli Ombrati, che gli davano la caccia. A volte gli
 andarono molto vicino - e di nuovo decise di non togliersi il
 mantello. Lo aveva fatto solo per il tempo di lavarsi, quando era ben
 nascosto dagli alberi, e poi se lo era rimesso subito. Ora si
 accorgeva che era picomodo indossarlo, meno costrittivo e meno
 estraneo. In realtstava apprezzando sempre di piil senso di
 invisibilitche gli dava.
 Riprese la marcia alle prime luci dell'alba, camminando spedito per le
 praterie, tenendo d'occhio le cime scure dei Denti di Drago, ldove
 essi spezzavano l'azzurra linea dell'orizzonte a nord. Proprio da
 questa parte di quelle montagne c'erano Tyrsis e Par. Il calore del
 nuovo giorno sembrava piintenso, e la luce insopportabile. Forse,
 sarebbe stato meglio camminare di notte, si disse. L'oscuritappariva
 chissperchmeno minacciosa. Trovriparo a mezzogiorno in un gruppo
 di rocce, accovacciato alla loro ombra, ben nascosto. La sua mente
 vagava, pensando a cose che finiva per dimenticare subito dopo averle
 ricordate. Si accucci la testa nel cappuccio abbassata tra le
 ginocchia, e dorm
 Il calare della notte lo fece uscire dal suo riparo. Diede la caccia a
 un coniglio, spiandolo nell'oscurite inseguendolo fino alla tana
 come se fosse un gatto. Scavla terra con le mani, afferrla preda,
 le tiril collo, la portal suo rifugio protetto dalle rocce, e la
 mangiprima che finisse di cuocere sul piccolo fuoco che aveva
 acceso. Dopo rimase seduto a guardare le ossa, chiedendosi che animale
 poteva essere stato.
 Le stelle e la luna scintillavano nel cielo sempre piscuro.
 Chissdove, in lontananza, si udun gufo. Coll Ohmsford non cercava
 pigli Ombrati che gli davano la caccia. In un certo senso, essi non
 contavano pi
 Quando la notte gli si fu comodamente insediata attorno, lui si alz
 spense il fuoco, e uscdal suo nascondiglio come un animale. La citt
 era ancora lontana, ma egli ci si stava avvicinando sempre pi Ne
 sentiva l'odore nel vento.
 Sentiva dentro di suna sorta di furore che non riusciva a spiegarsi.
 In qualche modo, senza poter ancora stabilire come, era legato a Par.
 Rapidamente passa nord verso le montagne. Alla luce della luna i
 suoi occhi scintillavano di una luce rosso sangue.
 22.
 Era scesa la notte.
 Wren Ohmsford ripercorreva l'Harrow nell'oscuritcrescente, del tutto
 priva di emozioni. Le ombre ricoprivano a strati la lava solidificata,
 prodotte dai rami scheletrici degli alberi devastati e dalla nebbia in
 movimento. La luce del giorno era stata seguita da una lieve
 luminosita occidente, il lume di un'esile candela contro il buio.
 L'Harrow si stendeva silenzioso e senza vita tutt'intorno, quasi uno
 specchio di lei stessa. La magia delle Pietre l'aveva svuotata. La
 morte di Eowen l'aveva indurita come il ferro.
 "Chi sono?" si chiedeva.
 Scelse la via del ritorno senza pensarci veramente, andando nella
 direzione dalla quale era venuta perchera l'unica che conosceva.
 Guardava fisso davanti a ssenza vedere; ascoltava senza sentire.
 "Chi sono?"
 Per tutta la vita aveva saputo la risposta a quella domanda. Questo
 fatto era stata la sua unica certezza. Era una ragazza Rover, libera
 dalle costrizioni di una storia personale, dai legami e dagli obblighi
 della famiglia, e dal bisogno di vivere secondo le aspettative di
 qualcuno che non fosse lei stessa. Aveva Garth che le insegnava ci
 che aveva bisogno di sapere e poteva fare di sciche voleva. Il
 futuro si allontanava in modo da suscitare la sua curiosit una
 tabula rasa sulla quale la sua vita poteva essere scritta con le
 parole che avrebbe scelto lei.
 Ora quella certezza non esisteva pi scomparsa come le sue erronee
 visioni giovanili su chi e che cosa era destinata a essere. Non
 sarebbe pistata come prima ncome aveva pensato di diventare. Mai
 pi Aveva perso tutto. E cosa aveva guadagnato? A momenti si metteva
 a ridere. Era diventata un camaleonte. Bastava guardarla; poteva
 essere chiunque. Non era neppure sicura del proprio nome. Era al tempo
 stesso una Ohmsford e una Elessedil. Poteva scegliere l'una o
 l'altra... non avrebbe fatto differenza. Era un'Elfa e un'umana. Era
 figlia di diverse famiglie, una che le aveva dato la vita, altre due
 che l'avevano cresciuta.
 "Chi sono?"
 Era una creatura della magia, erede delle Pietre Magiche, depositaria
 dello Scettro e del Loden. Portava tutto lei, incarichi che le erano
 stati affidati, responsabilitche era stata autorizzata a gestire. La
 magia era sua, e lei odiava anche solo pensarci. Non l'aveva mai
 chiesta, certo non l'aveva mai voluta, e ora sembrava non riuscire a
 liberarsene. La magia era come un'ombra interiore, un oscuro riflesso
 di se stessa che scaturiva a comando per obbedire ai suoi ordini,
 un'impostura che le dava sensazioni che nient'altro poteva darle e al
 tempo stesso la privava della ragione e dell'equilibrio mentale e
 minacciava di sopraffarla completamente. La magia arrivava anche a
 uccidere per lei - i nemici senz'altro, ma anche gli amici. "Eowen.
 Non era stata forse la magia a uccidere Eowen?" Si morse le labbra
 contro la disperazione. Essa distruggeva, il che andava bene perch
 era ciche voleva che facesse, ma al tempo stesso non andava affatto
 bene perchera indiscriminata e anche quando agiva correttamente,
 selezionando i suoi bersagli, la privava ogni volta di pidi cose
 come la compassione, la tenerezza, il rimorso, e l'amore, il dolce che
 equilibrava l'amaro. Consumava la complessitdella sua visione delle
 cose e la abbandonava priva di scelte.
 Come in quel momento, si disse.
 Si era alzato il vento, dapprima lento e irregolare, poi veloce e
 turbolento quando soffiava spazzando le spianate, facendo vibrare i
 rami degli alberi e mormorare e gemere i burroni. Soffiava alle
 spalle, spingendola di lato come un distratto viandante nella folla.
 Abbassla testa contro di esso, un altro fastidio da sopportare, un
 altro ostacolo da superare. La luce a occidente era scomparsa, e Wren
 era circondata dall'oscurit Non doveva fare molta strada, si disse
 con un sospiro di stanchezza. Gli altri erano un po' piavanti, sul
 bordo dell'Harrow, e l'aspettavano.
 Un po' piavanti.
 Rise. Che importanza aveva che l'aspettassero o meno? C'era qualcosa
 che aveva importanza in tutto ci La sua vita avrebbe fatto di lei
 ciche voleva, proprio come era successo fin da quando era andata
 alla ricerca di se stessa. No, si corresse, da molto tempo prima. Da
 sempre, forse. Rise di nuovo. Andare alla ricerca di se stessa, della
 sua famiglia, degli Elfi, della verit.. che sciocchezza! Poteva
 sentire il suono beffardo delle proprie parole mentre i pensieri si
 scacciavano l'uno dopo l'altro.
 Una voce riecheggiava nel vento.
 "Cosa importa?" sussurrla voce.
 "Quale differenza?"
 Il pensiero ritorninvolont跫iamente a Eowen, dolce e gentile,
 predestinata nonostante le doti di veggente, condannata a essere
 fagocitata da esse. A cosa le era servito conoscere il proprio futuro?
 Che vantaggio ne avrebbero avuto tutti loro? A che poteva servire, in
 realt perfino il tentativo di cercare di determinarlo? Era tutto
 inutile, disse con rabbia.
 Intorno a lei, la voce del vento urlava: "Lascia andare!"
 La ud fece cenno con la testa di avere capito, e comincia
 piangere. Le parole l'accarezzavano come le mani di una madre, e il
 loro tocco le era gradito. Tutto sembrava svanire. Stava camminando,
 ma dove? Non si ferm non fece una pausa per chiederselo, ma continu
 semplicemente a muoversi perchil movimento l'aiutava, allontanandola
 dal dolore, dall'angoscia. Doveva fare qualcosa... ma cosa? Scosse la
 testa, incapace di rispondere, senza essere in grado di decidere, e si
 asciugle lacrime col dorso della mano.
 La mano che stringeva le Pietre Magiche.
 La osservstupita, sorpresa di scoprire che le Pietre fossero ancora
 l La magia pulsava nel pugno, nelle dita che la tenevano stretta, il
 suo bagliore azzurro passava attraverso le fessure, diffondendosi
 nell'oscurit Perchfaceva cos La fisscon lo sguardo vacuo,
 vagamente consapevole che qualcosa non andava. Perchbruciava in quel
 modo?
 "Lascia andare", sussurrava la voce del vento.
 "S lo voglio!" gemette nel silenzio della sua mente.
 Rallent sollevando lo sguardo dal sentiero che stava percorrendo,
 dal terreno arido. L'Harrow aveva assunto un aspetto diverso, fatto di
 luce e di calore. C'erano volti dappertutto, stranamente vivi sullo
 sfondo della foschia, pieni di comprensione per le sue esigenze. Erano
 facce familiari, di amici e parenti, di tutti coloro che le avevano
 voluto bene e che l'avevano sostenuta, vivi o morti, richiamati in
 vita dalla sua immaginazione. Fu sorpresa nel vederli comparire, ma
 anche contenta. Parlcon loro, scambiando qualche parola, esitante,
 curiosa. I volti guardarono verso di lei e sussurrarono in risposta.
 "Lascia andare".
 "Lascia andare".
 Le parole si ripetevano insistenti nella sua mente, un barlume di
 speranza. Lei rallente infine si ferm non sapeva dove si trovava,
 e non gliene importava pinulla. Era cosstanca. La sua vita era una
 grande confusione. Non poteva neppure pretendere di controllarla
 minimamente. Essa la cavalcava come si cavalca un cavallo, ma senza
 soste nriposo, senza una destinazione, senza fine nella notte.
 "Lascia andare".
 Battle palpebre, poi sorrise. Sentla comprensione scorrere dentro
 di s Naturalmente. Era cossemplice. Lasciar andare la magia.
 Lasciarla andare, e la stanchezza, la confusione e il senso di
 smarrimento sarebbero passati. Lasciarla andare, e lei avrebbe avuto
 la possibilitdi ricominciare daccapo, di rientrare in possesso della
 sua vita, di tornare a essere quella di prima. Perchnon ci aveva
 ancora pensato?
 Qualcosa la strattonava come per darle un avvertimento, una parte del
 suo intimo piprofondo che era stato sepolto dalla voce del vento.
 Incuriosita, cercdi scoprire cos'era, ma qualcos'altro che le
 sfiorava la pelle con la leggerezza di una piuma la distrasse. Avvert
 nel palmo della mano un bruciore provocato dalle Pietre Magiche, ma lo
 ignor Le carezze erano piaccattivanti, piseducenti. Sollevlo
 sguardo per trovarne l'origine. Ora le facce erano tutte attorno a
 lei, girandole intorno ai margini dell'oscurite della nebbia,
 prendendo forma. Le conosceva, no? Perchnon poteva ricordarsene?
 "Lascia andare".
 Per tutta risposta, quasi senza accorgersene, sollevla mano che
 stringeva le Pietre Magiche e una luce color argento e azzurro usc
 dalle fessure tra un dito e l'altro, lanciandosi nell'oscurit Le
 facce scomparvero all'istante. Battle palpebre in preda alla
 confusione. Cosa stava facendo? Perchnon andava piavanti?
 Allarmata, diede un'occhiata intorno vedendo il buio e la nebbia
 dell'Harrow, rendendosi conto di essere chissdove, di essersi
 smarrita. I Drakul erano l a osservare. Sentiva la loro presenza.
 Deglutper combattere la paura. Cosa aveva pensato fino a quel
 momento?
 Riprese il cammino, cercando di scoprire cosa era successo. Si rendeva
 conto vagamente di avere perso il contatto con la realtper un po' di
 tempo, di aver vagato senza meta. Ricordin modo confuso i suoi
 pensieri, come frammenti di sogni al risveglio. Era stata sul punto di
 fare qualcosa, penssgomenta. Ma cosa?
 I minuti passavano. Lontano, davanti a s perduto nel gemito del
 vento, sentchiamare il suo nome. Era l momentaneamente sospeso
 nella bonaccia, poi scomparve. Avanzverso di esso, domandandosi se
 stava ancora andando nella direzione giusta. Se non fosse riuscita a
 stabilirlo subito, sarebbe ricorsa alle Pietre Magiche. Quel pensiero
 era una maledizione. Non voleva servirsene mai pi Tutto ciche
 riusciva a vedere con gli occhi della mente era l'esplosione del loro
 fuoco contro il mostro che era stato un tempo Eowen fino a ridurla in
 cenere.
 Ricomincia piangere e subito si fermdi nuovo. Era tutto inutile,
 privo di senso. Alberi senza foglie e lava solida spazzata dal fuoco
 si stendevano intorno a lei, in una superficie immutabile, illimitata.
 Sembrava che l'Harrow continuasse all'infinito. Rientrando chisscome
 in se stessa, stabildi essersi smarrita. Si ferme si guardin
 giro affranta. Si sentsopraffare da un'ondata di stanchezza, e
 chiuse gli occhi in preda all'angoscia e alla disperazione.
 Il vento sussurrava: "Lascia andare".
 "S, rispondeva in silenzio, "voglio farlo".
 Il suono delle parole si avvolgeva intorno a lei come un caldo
 mantello, che la copriva e la teneva stretta. Resistette un attimo,
 poi si abbandoncompletamente a esso. Quando riaprgli occhi, le
 facce la circondavano formando un cerchio di luce tenue e di vellutate
 carezze. Si accorse di essere sull'orlo di un burrone: le sembrava un
 posto conosciuto. Ancora una volta, tutto comincia confondersi.
 Dimenticche stava cercando di uscire dall'Harrow, che le facce che
 la circondavano erano qualcosa di diverso da ciche apparivano. La
 foschia e la nebbia penetrarono nella sua mente e la occuparono tutta,
 dense e tenebrose. I suoi pensieri simili al ghiaccio si sciolsero e
 presero a scorrere liquidi nel suo corpo; ne sentiva il freddo. Era
 cosesausta, cosstanca di tutto.
 "Lascia andare".
 La mano che stringeva le Pietre Magiche si abbass e le facce
 raccolte attorno a lei cominciarono ad assumere forma e dimensione.
 Delle labbra le sfioravano la gola.
 "Lascia andare".
 Chiuse gli occhi di nuovo. Le dita cominciarono a mollare la presa.
 Sarebbe stato tutto cosfacile. Lasciar cadere le Pietre e liberarsi
 per sempre dalle catene della magia.
 俐ren!
 Il grido era un urlo di angoscia, e per un attimo lei non lo colse.
 Poi aprgli occhi di scatto, e il suo corpo si tese. Lo strano sonno
 che l'aveva quasi sopraffatta aleggiava vicino, un sussurro di un
 bisogno insistente. Attraverso la sua nebbia, al di ldella sua
 coltre, Wren scorse due figure accucciate ai margini della luce.
 Impugnavano delle spade il cui metallo emetteva deboli bagliori.
 促hfftt! Non muoverti, Wren degli Elfi!sentun altro grido di
 avvertimento. Era Stresa.
 俟tai ferma dove sei, Signoraavvertfreneticamente il primo. Era
 Triss.
 Il Capitano della Guardia Nazionale avanzava a passi lenti, tenendo la
 spada in avanti, forgiata nel fuoco. Adesso vedeva il suo volto,
 delicato e duro, pieno di determinazione. Dietro di lui c'era Garth,
 una forma pigrande, piscura, impenetrabile. Davanti a loro due,
 con gli aculei ritti, c'era il Gatto Screziato.
 Sentil freddo attanagliarle lo stomaco. Cosa ci facevano l Cosa
 era accaduto per farceli arrivare? Provuna sensazione di paura, come
 se stesse per accadere qualcosa di cui non si era neppure resa conto.
 Con uno sforzo scaccila stanchezza, la calma e il sussurro del vento
 e riusca vedere di nuovo. Il freddo divenne ghiaccio. La luce che la
 circondava emanava dagli esseri che la stringevano da presso. Drakul,
 dappertutto. Erano cosvicini che ne sentiva il respiro, o cosle
 sembrava. Poteva vedere i loro occhi morti, le loro facce scavate,
 quasi senza lineamenti, e i loro denti d'avorio. Ce n'erano a decine,
 stretti attorno a lei, divisi solo nel punto in cui Triss, Garth e
 Stresa cercavano di avvicinarsi, formando una finestra nell'oscurit
 dell'Harrow. La afferravano con le mani e le dita, la legavano
 stretta, la vincolavano con le corde della fame. L'avevano adescata,
 cullata quasi fino a farla addormentare come avevano fatto con Eowen.
 Trasformati da fantasmi a esseri materiali, stavano per nutrirsi di
 lei.
 Per un attimo Wren rimase sospesa tra l'essere e il non essere, tra la
 vita e la morte. Poteva avvertire l'attrattiva di due scelte, molto
 diverse, entrambe irresistibili. Una l'avrebbe liberata dai vincoli
 lusinghieri e mortali che la trattenevano, l'avrebbe fatta insorgere
 ribellandosi furiosamente e combattendo per la vita perchera ciche
 il suo istinto le suggeriva. L'altra le avrebbe fatto fare quello che
 la voce del vento le aveva sussurrato; bastava che si lasciasse
 andare, poichera l'unico modo in cui avrebbe potuto liberarsi per
 sempre della magia. Il tempo si era fermato. Valutle possibilit
 come se ne fosse estranea, un giudizio che sembrmettere a fuoco
 tutta la sua esistenza, passato, presente, e futuro. Vedeva i suoi
 soccorritori avanzare lentamente, avvicinarsi sempre pi i loro gesti
 erano inconfondibili. Poteva vedere i Drakul vicini, anch'essi, sempre
 pivicini. Non avevano importanza ngli uni ngli altri. Erano
 entrambi distanti, una realtin lento movimento che poteva cambiare
 in un batter d'occhio.
 Poi dei denti sfiorarono la sua gola...
 Drakul.
 Ombrati.
 Elfi.
 Un'evoluzione dell'orrore - e solo lei lo sapeva.
 "Se non fuggo da Morrowindl e non ritorno alle Quattro Terre, chi
 altro lo saprmai?"
 俟ignora!disse Triss rivolgendosi dolcemente a lei, con voce
 implorante, disperata.
 Fece qualche passo indietro dall'orlo del precipizio e trasse un
 lungo, profondo respiro. Sentiva che le tornavano le forze, come una
 resurrezione dal letargo. Ma era ancora troppo lenta. Si chinappena,
 in modo quasi impercettibile, cercando di scoprire se poteva muoversi,
 mettendo alla prova i limiti della sua libert Non c'era speranza; le
 mani che la trattenevano erano cosstrette che le parve di essere
 incatenata alla terra.
 Una sola possibilit allora. Una sola speranza. La mente si
 concentr dura e insistente, raggiungendo il suo intimo piprofondo.
 Le dita si aprirono.
 "Ora".
 Un fuoco azzurro esplose nella notte, percorrendo il suo corpo fino ad
 avvolgerla nelle fiamme. Le zanne dei mostri si ritrassero, la mani
 mollarono la presa, i Drakul stridettero infuriati, e lei fu libera.
 Era dentro un cilindro di fuoco, il calore della magia scorreva su di
 lei, avvolgendola tutt'intorno mentre aspettava che cominciasse il
 dolore, anticipava ciche si deve soffrire quando si ridotti in
 cenere. "Meglio questo che diventare una di loro", fu l'idea che le
 passper la mente, la sua esigenza di vivere era stata superata ed
 era ormai una certezza che non avrebbe pimesso in discussione. "Che
 almeno sia veloce!"
 Il fuoco saliva come un pilastro sopra di lei, innalzandosi contro il
 buio, lacerando lo strato di "vog". I Drakul si lanciarono nelle
 fiamme, tentando disperatamente di raggiungerla, come insetti
 impazziti. Morivano in scoppi improvvisi, ridotti in cenere alla
 velocitdel pensiero. Wren li guardava venire verso di lei, cercare
 di raggiungerla, rimanere intrappolati nel fuoco e sparire. I suoi
 occhi si aprirono di scatto vedendo le Pietre Magiche. Le trovnel
 palmo della mano aperta, bianche per la magia, brillanti come piccoli
 soli.
 Ma lei non bruciava. Il fuoco le infuriava intorno, divorava i suoi
 aggressori, ma la lasciava indenne.
 "Oh s"
 Ed ecco scaturire l'esaltazione, il senso di potenza che la magia le
 dava sempre. Si sentinvincibile, indistruttibile. Il fuoco non
 poteva farle male, non lo avrebbe fatto - e lei doveva saperlo.
 Allargle braccia, allontanandolo da lei e, ruotando su se stessa,
 indirizzandolo nel turbine dei Drakul che l'accerchiavano. Essi furono
 fagocitati e consumati, urlando dalla disperazione. "Per te Eowen!" Li
 guardava morire e non provava nient'altro se non la gioia che l'uso
 della magia le dava, mentre i Drakul erano ridotti a cose senza
 importanza, per lei insignificanti quanto la polvere. Abbracciil
 potere della magia e lasciche la trasportasse al di ldella
 ragione, al di ldel pensiero.
 "Usala", si disse. "Non c'nient'altro che conti".
 Per un attimo fu perduta. Aveva dimenticato Triss e Garth, il bisogno
 di fuggire da Morrowindl e di tornare alle Quattro Terre, le verit
 che aveva appreso e che si riprometteva di raccontare, la sua storia,
 e le vite che si erano immolate per lei. Tutto era dimenticato tranne
 l'uso della magia.
 Poi qualche recesso della sua coscienza comincia chiamarla di nuovo,
 un accenno di equilibrio la raggiunse attraverso l'insieme di paura,
 stanchezza e sconforto che minacciava di trasformare la determinazione
 in pazzia. Vide Triss, Garth e Stresa impegnati a combattere i Drakul
 che ora si rivolgevano contro di loro, fianco a fianco mentre il
 cerchio si stringeva. Udle loro urla rivolte a lei e le voci dentro
 di sche facevano loro eco in risposta. Sentl'isola di egoismo
 sulla quale si era ritirata cominciare a sprofondare nel fuoco.
 Abbassla mano con le Pietre Magiche, il pilastro di fiamme si
 ridusse a un bagliore luminoso che vi si raccolse attorno, di nuovo
 sotto controllo. Rivide l'oscurite la nebbia, le pendici accidentate
 del burrone, la lava solidificata, frastagliata e nera. Sentl'odore
 della notte, della cenere, del fuoco e del calore. Si volse verso i
 Drakul e sibilcome fosse un serpente. Essi batterono in ritirata
 spaventati. Wren avanznella direzione dei suoi amici, e gli
 aggressori che li accerchiavano scapparono via. Lei portava la morte
 nella sua mano, l'annientamento certo per quegli esseri che sapevano
 fin troppo bene cosa significava. Luccicavano attorno a lei, perdendo
 la loro materialit Avanza grandi passi in mezzo a loro, impavida,
 agitando la luce della sua magia da una parte e dall'altra,
 minacciosa, viva ma con una promessa di morte. I Drakul non
 accettarono la sfida; in un attimo si affievolirono e scomparvero.
 Allora Wren anddove Garth e Triss se ne stavano accucciati, con le
 armi in pugno, lo sguardo incerto. Si fermdavanti a Stresa, che la
 fisscome se fosse una cosa al di ldella comprensione. Chiuse le
 dita ben strette attorno alle Pietre Magiche e il fuoco si estinse.
 隹iutami a uscire dal burronesussurr cosesausta da rischiare il
 collasso, sapendo che non poteva permetterselo, perchi Drakul erano
 ancora la guardare.
 Triss le mise un braccio attorno alla vita. 俟ignora, ti avevamo data
 per persadisse mentre la conduceva con dolcezza.
 俠o erorispose, rivolgendogli un sorriso forzato.
 Lentamente, un passo alla volta, scrutando nella notte, cominciarono a
 risalire la china.
 Fu solo a mezzanotte che uscirono dall'Harrow. I Drakul avevano
 attirato Wren nel profondo della loro tana, lontano dal sentiero che
 lei aveva creduto di seguire, facendole fare tante giravolte dopo
 avere scoperto Eowen, che aveva finito per vagare nella direzione
 sbagliata. Stresa era riuscito a trovare le sue tracce, ma non era
 stato facile. Si erano mossi per cercarla al cader della notte,
 malgrado lei avesse ordinato di non farlo, preoccupati perchsi
 tratteneva troppo, decisi ad accertarsi che fosse sana e salva, anche
 a rischio della loro vita. Sapevano di non avere un'efficace
 protezione contro i Drakul, ma la cosa non aveva piimportanza. Sia
 Garth che Triss erano decisi. Dal fu lasciato per fare la guardia a
 Gavilan e allo Scettro. Stresa era andato insieme a loro perchnessun
 altro avrebbe potuto scoprire le tracce di Wren al buio. Non sarebbero
 mai riusciti a trovarla neppure cosse i Drakul non fossero stati
 tanto attratti dalla loro preda. Anche un pugno di spettri sarebbe
 stato sufficiente a far fallire l'impresa di salvataggio. Ma Wren,
 detentrice della magia delle Pietre, era un'esca troppo importante per
 i Drakul, e si erano messi tutti a caccia di lei, ansiosi di
 partecipare al banchetto. Ombrati fino in fondo. CosStresa era stato
 in grado di rintracciarla senza ostacoli. L'avevano trovata, a quanto
 pare, proprio in tempo.
 Wren a sua volta raccontdella sorte di Eowen, di come i Drakul
 l'avevano trasformata, di come l'avevano fatta diventare una di loro.
 Descrisse la morte della veggente; non volendo passare il fatto sotto
 silenzio, bisognosa di dare voce al suo dolore. Sembrava che parlasse
 da un vuoto interiore, avvolta in una foschia di solitudine e di
 stanchezza. Era cosesausta. Ma non volle rallentare la marcia, non
 volle riposarsi. Non appena furono usciti dal burrone rinuncia
 qualsiasi aiuto. Camminava perchnon voleva essere portata, perch
 sarebbe stata un'altra dimostrazione di debolezza e di debolezza lei
 ne aveva girivelata fin troppa per una notte. Era costernata da
 quanto le era accaduto, sgomenta da come si era facilmente lasciata
 sviare dalla voce del vento, da come era stata vicina alla morte, da
 come era stata disposta a lasciare che tutto ciaccadesse - Wren
 Elessedil, detta la Regina degli Elfi, depositaria della fiducia di un
 popolo, erede di tanta magia. Ricordava ancora quanto la voce del
 vento le aveva fatto sembrare invitante rinunciare alla propria
 esistenza. Era stata cospronta ad accogliere la pace che aveva
 creduto di poter trovare. Per tutta la vita era stata coraggiosa di
 fronte alla morte, senza mai rinunciare alla possibilitdi trovarla,
 sicura che avrebbe combattuto fino al suo ultimo respiro. Ciche era
 accaduto nell'Harrow aveva scosso la sua fiducia pidi quanto volesse
 ammettere. Non era stata capace di resistere come si era sempre detta
 che avrebbe fatto. Aveva permesso alla stanchezza e alla disperazione
 di insinuarsi in lei tanto a fondo da ritrovarsi svuotata come un
 legno marcio pronto a crollare. Aveva visto in che modo la magia la
 trascinava, prima da una parte, poi dall'altra, quella dei Drakul e la
 sua. Come Eowen era stata prigioniera delle sue visioni, cosWren
 stava per essere fatta prigioniera della magia degli Elfi. Si odiava
 per questo. Disprezzava ciche era diventata.
 "Non sono piquella che credevo di essere", pensdisperata. "Sono
 una menzogna".
 Parlava per non pensarci, e parlava di ciche aveva visto mentre
 vagava nell'Harrow, di come la voce del vento dei Drakul l'aveva
 cullata, di come Eowen - cosvulnerabile dalle visioni e dalle
 immagini - doveva essere caduta in trappola. Talvolta divagava, quando
 il suono della sua voce l'aiutava a distrarsi da cupi pensieri,
 tenendola sveglia, facendola continuare a camminare. Pensai morti in
 quel viaggio da incubo, a Ellenroh e a Eowen in particolare. Era
 distrutta dalla loro perdita, sconvolta da sensi di impotenza non
 essendo riuscita a salvarle e di colpa per non essersi dimostrata
 all'altezza dei compiti che le erano stati affidati. Teneva le Pietre
 Magiche strette nella mano, incapace di convincersi a metterle via,
 spaventata all'idea che i Drakul potessero riapparire. Non fu cos
 Adesso neppure la voce del vento sussurrava nell'oscurit era tornata
 nella terra, lasciandola sola. Guardnel buio e le parve uno specchio
 del vuoto che aveva dentro. Era affranta per quello che era diventata
 e per quello che temeva che avrebbe ancora potuto essere. Il mondo era
 un luogo che lei non comprendeva pi Non riusciva neppure a decidere
 quale fosse il male peggiore - i mostri o i creatori di mostri.
 Ombrati o Elfi - a chi attribuire la colpa. Dov'era l'equilibrio della
 vita che doveva derivare dalle lezioni apprese e dall'esperienza
 fatta? Dov'era il senso che la follia sarebbe stata superata, che per
 ogni cosa che avveniva sarebbe stato rivelato uno scopo? Non riusciva
 a trovare le risposte. La magia li aveva trascinati tutti in un
 turbine e li avrebbe lasciati cadere dove voleva.
 Quella notte, la magia aveva creato un vuoto pioscuro di quanto
 avesse mai potuto immaginare. Essi uscirono dall'Harrow con le ossa
 rotte, intorpiditi, contenti di essere liberi, ansiosi di andare pi
 lontano. Si sarebbero riposati fino all'alba, poi avrebbero ripreso il
 viaggio. La parte pigrande del Blackledge era ormai alle loro
 spalle, nell'ombra della cenere del Killeshan. Davanti, tra loro e la
 riva del mare, c'era soltanto In Ju. Avrebbero attraversato la giungla
 velocemente, in un paio di giorni se procedevano spediti, e avrebbero
 raggiunto le rive dello Spartiacque Azzurro in altri due. In fretta,
 ora, si dicevano silenziosamente l'un l'altro. In fretta, verso la
 libert
 Raggiunsero il punto in cui avevano lasciato gli altri compagni, una
 radura all'interno di un gruppo di blocchi di lava all'ombra di una
 frangia di rampicanti nudi e di arbusti stentati. Fauno si mise a
 correre nell'oscurit uscendo da un nascondiglio a una certa
 distanza, squittendo furiosamente, balzando sulla spalla di Wren e
 sprofondandovisi come se fosse l'unico rifugio possibile. Lei sollev
 le mani per rassicurarlo. Lo Squeak tremava di paura.
 Poi trovarono Dal, stramazzato al suolo all'estremitdella radura, un
 ammasso senza vita di braccia e di gambe, con il cranio spaccato.
 Triss si chine rovesciil Cacciatore Elfo.
 Alzgli occhi, sconvolto. Le armi di Dal erano ancora nel fodero.
 Wren distolse lo sguardo disperata, un'oscura certezza stava facendosi
 strada in lei. Non dovette guardare oltre per scoprire che Gavilan
 Elessedil e lo Scettro erano scomparsi.
 23.
 Par Ohmsford se ne stava acquattato all'ombra dell'edificio, scuro
 come la notte che lo circondava, avvolto nel suo mantello, l'orecchio
 teso ai rumori di Tyrsis, che si muoveva senza sosta sotto la coltre
 del calore estivo, in attesa del mattino. L'aria era immota, piena
 degli odori della citt dolci, viscosi e nauseanti. Par la respira
 malincuore, affaticato, scrutando dal suo riparo nelle chiazze di luce
 prodotte dai lampioni delle strade, attento a cose estranee, che
 strisciassero e fossero in caccia, che cercassero implacabilmente.
 La Federazione.
 Gli Ombrati.
 Erano lfuori l'una e gli altri, cacciatori che non sembravano mai
 dormire e che non si davano mai per vinti. Da circa una settimana lui
 e Damson scappavano davanti a loro, da quando erano fuggiti dal
 nascondiglio sotterraneo della Talpa ed erano avanzati verso la citt
 passando per le fognature fino ad arrivare alle strade. Una settimana.
 Riusciva a malapena a ritrovarsi attraverso le macerie dei suoi
 passaggi, con la memoria a frammenti, in un miscuglio di edifici e
 stanze, di ripostigli e cunicoli, da un nascondiglio all'altro. Non
 avevano potuto riposare da nessuna parte pidi qualche ora, sempre
 scoperti chisscome proprio quando pensavano di essere al sicuro,
 costretti a rimettersi a correre, per sfuggire alle nere creature che
 cercavano di riprenderli.
 Come mai, si chiedeva Par, per l'ennesima volta, erano riusciti sempre
 a trovarli cosin fretta?
 Dapprima lo aveva attribuito al caso. Ma la fortuna non sarebbe
 arrivata a tanto, e la regolaritdella loro scoperta aveva fatto ben
 presto escludere che si trattasse solo di fortuna. Poi aveva pensato
 che poteva essere la sua magia, individuata in qualche modo da Rimmer
 Dall - percherano i Cercatori quelli che arrivavano pispesso degli
 altri, talvolta sotto le vesti della Federazione, ma in genere
 rivelandosi per i mostri che erano, scure ombre con tanto di mantello
 e cappuccio, incubi a occhi aperti. Ma da quando erano scappati dalle
 fognature non aveva usato la sua magia e se non l'aveva usata, come
 faceva a essere seguita?
 俟i sono infiltrati nel Movimentoaveva detto Damson, a denti stretti
 ed esangue, lasciandolo poche ore prima per andare in cerca di un
 nuovo nascondiglio di cui i loro inseguitori non fossero a conoscenza.
 保ppure hanno catturato uno di noi e gli hanno fatto rivelare i nostri
 segreti. Non c'altra spiegazione.
 Ma perfino lei era stata costretta ad ammettere che oltre a Padishar
 Creel nessun altro era a conoscenza dei nascondigli di cui si serviva.
 Nessuno avrebbe potuto tradirli.
 Il che portava, a sua volta, all'inquietante eventualitche
 nonostante loro sperassero il contrario, la caduta dello Jut aveva
 fruttato alla Federazione la cattura che aveva tanto desiderato di
 fare.
 Par appoggidi nuovo la testa contro la pietra ruvida e calda, e
 chiuse momentaneamente gli occhi per la disperazione. Coll morto.
 Padishar e Morgan dispersi. E cosWren e Walker Boh. Steff e Teel. Il
 gruppo. Perfino della Talpa non si avevano notizie da quando erano
 scappati dalla sua dimora sotterranea. Non c'era traccia di lui, nulla
 che indicasse cosa era accaduto. C'era da impazzire. Tutti coloro con
 i quali aveva cominciato alcune settimane prima - suo fratello, suo
 cugino, suo zio, e i suoi amici - erano scomparsi. A volte sembrava
 che chiunque entrasse in contatto con lui fosse destinato a sparire
 dalla faccia della terra, a essere ingoiato da qualche oscurit
 sotterranea e a non riaffiorare mai pi
 Perfino Damson...
 "No". Riaprgli occhi di scatto, con la rabbia che si rifletteva nel
 bagliore prodotto dai lampioni. "Damson no. Non l'avrebbe perduta. Non
 sarebbe accaduto di nuovo".
 Ma per quanto tempo ancora avrebbero potuto continuare a fuggire in
 quel modo? Quanto tempo sarebbe passato prima che i nemici li
 scoprissero?
 Ci fu un improvviso movimento all'angolo del muro davanti a lui dove
 girava attorno all'edificio per seguire la strada a ovest verso il
 promontorio, e apparve Damson. Correva velocemente nell'ombra e giunse
 vicino a lui senza fiato e rossa in volto.
 隹ltri due rifugi sono stati scopertidisse. 信o sentito la puzza
 degli esseri che ci inseguono ancora prima di vederli.I lunghi
 capelli rossi erano arruffati e umidi, sulla faccia e sul collo,
 trattenuti all'indietro da un nastro attorno alla fronte. Il suo
 sorriso, quando apparve, fu inaspettato. 俑a ne ho trovato uno che gli
 sfuggito.
 Allungla mano per sfiorargli la guancia. 俟embri cosstanco, Par.
 Stanotte dormirai bene. Questo posto - ora lo rammento - una cantina
 sotto un vecchio mulino per cereali che in precedenza era
 qualcos'altro, ma non saprei cosa. E' pidi un anno che nessuno lo
 usa. Una volta, Padishar e io...Si interruppe, il ricordo ricomparve
 nel momento in cui stava raccontando e spardi nuovo, troppo
 doloroso, lo dicevano i suoi occhi, per essere riferito. 侶uesto non
 lo conoscono. Vieni con me, Uomo della Valle. Proviamo di nuovo.
 Si precipitarono nella notte, due ombre gemelle che apparivano e
 sparivano in un batter d'occhio. Par sentiva il peso della Spada di
 Shannara sulla schiena, piatta e dura, la sua presenza richiamava alla
 mente la parodia che la sua ricerca era diventata e la grande
 confusione che lo affliggeva. Era davvero questo l'antico talismano
 che aveva avuto l'incarico di trovare, oppure era un trucco di Rimmer
 Dall che lo avrebbe portato alla distruzione? Se era la Spada, perch
 lui non aveva avuto la capacitdi farla funzionare quando si era
 trovato faccia a faccia col Primo Cercatore? Se era una copia, che ne
 era stato della vera Spada?
 Tuttavia le domande, come sempre, non producevano risposte, ma solo
 ulteriori domande, e come sempre le accantonin fretta. Per il
 momento tutto ciche contava era la sopravvivenza, la necessitdi
 sfuggire agli esseri neri e, cosa piimportante, la fuga dalla citt
 Perchil loro tragitto era stato simile a quello dei topi in un
 labirinto, intrappolati tra pareti dalle quali non riuscivano a
 scappare. Tutti i tentativi di lasciare Tyrsis per raggiungere
 l'aperta campagna circostante erano stati vani. Le porte erano
 sottoposte a stretta vigilanza, tutte le uscite controllate, e Damson
 non era in grado, in assenza della Talpa, di navigare lungo le
 gallerie che scorrevano sotto la citte che rappresentavano l'unica
 altra via di salvezza. Per cui non gli rimaneva che continuare a
 fuggire e a nascondersi, a correre in fretta da un rifugio all'altro,
 e aspettare che si presentassero l'opportunito i mezzi con i quali
 finalmente conquistare la libert
 Imboccarono una strada laterale chiazzata da macchie di luce che
 passava attraverso le assicelle sconnesse di imposte chiuse davanti
 alle finestre che si trovavano in alto su un muro nero, mentre
 giungevano fino a loro le risate della gente e il rumore dei bicchieri
 dall'interno della birreria. La strada era cosparsa di rifiuti, umida
 e puzzolente. In questo quartiere Tyrsis aveva indosso il suo profumo
 piscadente, e l'odore emanato dal suo corpo era volgare e sfrontato
 dove i poveri e i senzatetto erano stati ammucchiati dagli occupanti.
 Un tempo era stata una signora orgogliosa, ora veniva usata e buttata
 via, un bene da essere trattato come voleva la Federazione, il bottino
 di una guerra finita prima ancora di cominciare.
 Damson si ferm controllattentamente lo spazio vuoto di un incrocio
 illuminato, ascoltper un attimo rumori che non si fecero sentire,
 poi attraversarono in fretta. Percorsero un'altra strada laterale,
 questa volta silenziosa e stantia come un armadio chiuso da tempo, poi
 attraverso un pergolato e dentro un vicolo che metteva in
 comunicazione con un'altra strada. Par pensava di nuovo alla Spada di
 Shannara, domandandosi come avrebbe potuto scoprire se era vera, a
 quale prova avrebbe dovuto sottoporla per stabilire la verit
 侶uisussurrDamson, facendolo svoltare all'improvviso nel varco
 aperto in un muro di assi.
 Si trovarono in un locale simile a un granaio. Era buio pesto, le
 travi in alto si vedevano appena alla debole luce degli altri edifici
 che penetrava attraverso le fessure delle tavole sconnesse e inaridite
 delle pareti. Le macchine erano accucciate come animali pronti a
 scattare, e file di bidoni sbadigliavano vuoti e neri. Lei lo guid
 nel locale, mentre i loro stivali scricchiolavano sulla pietra e sulla
 paglia nel piprofondo silenzio. Vicino alla parete posteriore si
 ferm si abbass afferrun anello di ferro interrato nel pavimento
 e sollevuna botola. Un bagliore di luce fece apparire delle scale
 che portavano ginel buio.
 促rima tugli indicDamson con un gesto. 隹ppena dentro, fermati.
 Egli obbed sentil rumore dei passi di lei che lo seguiva, poi
 quello della botola che veniva richiusa. Rimasero per un attimo in
 ascolto, poi lei gli passdavanti con cautela e prosegutranquilla
 nel buio. Si vide una scintilla, comparve una fiamma, e la pece di una
 torcia prese fuoco e comincia bruciare. La luce riempla stanza
 dove si trovavano, rivelando alla vista una bassa cantina piena di
 vecchie botti cerchiate di ferro e di cassette che si stavano
 disintegrando. Gli fece cenno di seguirla, e andarono avanti fra i
 detriti. La cantina continuava per un po', e finiva in un passaggio.
 Damson si curvcontro il vano buio, introdusse la torcia prima di
 lei, ed entr Il passaggio li condusse per una serie di corridoi che
 si intersecavano fino a una stanza che un tempo era stata una camera
 da letto. Un letto consunto era disposto vicino a una parete, un
 tavolo e delle sedie vicino a un'altra. Un secondo passaggio conduceva
 dall'altra parte di nuovo nell'oscurit Dove finiva la luce della
 torcia, Par potintravedere a malapena l'inizio di una vecchia
 scalinata.
 侶ui dovremmo essere al sicuro per stanotte, e forse pia lungo
 disse Damson, voltandosi ora in modo che la luce le illuminasse il
 viso, l'acceso splendore degli occhi verdi, la dolcezza del suo
 sorriso. 俏on molto, vero?
 俟e sicuro, tuttorispose Par, sorridendo a sua volta. 非ove
 portano quelle scale?
 俟ulla strada. Ma la porta chiusa dall'esterno. Dovremo abbatterla
 se avremo bisogno di fuggire da quella parte, se non potremo usare
 l'ingresso della cantina. Comunque, almeno una misura di sicurezza
 per evitare di rimanere in trappola. E nessuno penserdi guardare
 dove la serratura vecchia e arrugginita e ancora al suo posto.
 Egli annu prese la torcia dalle sue mani, si guardintorno per un
 momento, e poi la fissa un vecchio portalampada malandato. 俟iamo a
 casadichiar togliendosi di tracolla la Spada di Shannara e
 appoggiandola accanto al letto. I suoi occhi si attardarono
 sull'immagine incisa sull'impugnatura, il braccio alzato con una
 torcia accesa. Poi si allontan 俏on c'niente da mangiare nella
 dispensa?
 Lei si mise a ridere. 俏on credo.D'impulso gli si avvicin gli
 circondla vita con le braccia, lo tenne stretto per un attimo e poi
 lo bacisulla guancia. 促ar Ohmsford.Pronunciil suo nome
 dolcemente.
 Egli la strinse a s le accarezzi capelli, sentil calore del suo
 corpo. 俠o sosussurr
 青e la caveremo, vedrai.
 Egli annusenza parlare, convinto che sarebbe andata cos che doveva
 andare cos
 信o un po' di formaggio fresco e del pane nel mio zainodisse Damson
 staccandosi da Par. 俗n po' di birra. Andrbene per dei profughi come
 noi.
 Mangiarono in silenzio, ascoltando il crepitio attutito dei chiodi di
 ferro che si raffreddavano dentro le pareti dell'edificio, ritirandosi
 a mano a mano che avanzava la notte. Una o due volte si udirono delle
 voci, coslontane che le parole erano indistinguibili, giunte dalla
 strada attraverso la porta sprangata giper le vecchie scale. Quando
 ebbero finito, riposero con cura ciche era rimasto, spensero la
 torcia, si avvolsero ciascuno nella propria coperta, si adagiarono
 vicini sul letto, e presto si addormentarono.
 L'alba recun bagliore di luce che passava attraverso fessure e
 crepe, fredda e incerta, e i rumori della cittsi fecero piforti e
 distinti via via che la gente cominciava a uscire per affrontare le
 attivitdi un nuovo giorno. Per la prima volta da una settimana Par
 si svegliriposato; avrebbe voluto avere dell'acqua per lavarsi, ma
 era contento di essersi liberato almeno momentaneamente della sua
 stanchezza. Damson aveva gli occhi che le brillavano ed era
 incantevole, scompigliata e al tempo stesso perfettamente in ordine, e
 Par pensche forse il peggio era passato.
 俠a prima cosa da fare trovare il modo per uscire dalla citt鉬
 dichiarDamson in tono solenne e determinato mentre facevano
 colazione, seduti uno di fronte all'altra al tavolo. 俏on possiamo
 andare avanti cos
 俑i piacerebbe sapere qualcosa della Talpa.
 Lei annu mentre i suoi occhi guardavano altrove. 俠'ho cercato
 quando sono stata fuori.Scosse la testa. 俠ui pieno di risorse. E'
 riuscito a sopravvivere per tanto tempo.
 Non con gli Ombrati che gli davano la caccia, stava per dire Par, poi
 pensche era meglio di no. In ogni modo, Damson doveva essere della
 stessa idea. 青osa devo fare oggi?
 Lei si volse verso di lui e lo guard 俊e ne stai nascosto, come al
 solito. Essi non sanno ancora nulla di me. Sanno solo di te.
 俠o speri.
 Lei sospir 俟 lo spero. Comunque sia, devo trovare il sistema per
 uscire fuori dalle mura, da Tyrsis, per andare dove possiamo scoprire
 cosa accaduto a Padishar e agli altri.
 Egli piegle braccia sul petto e si appoggial muro. 俑i sento
 inutile standomene seduto qui dentro.
 俊alvolta l'attesa la soluzione migliore, Par.
 俏on mi piace lasciarti andare fuori da sola.
 Lei sorrise. 亟 a me non piace lasciarti qui da solo. Ma per ora deve
 essere cos Dobbiamo stare attenti.
 Damson si infilil mantello da strada, il costume da maga, perchsi
 esibiva regolarmente al mercato facendo trucchi per i bambini, dando a
 vedere che tutto era come al solito. Un pallido raggio di luce
 attraversava l'oscuritdel passaggio dal quale erano venuti la sera
 prima, e facendo un cenno di saluto verso Par, lei scomparve dentro di
 esso.
 Par trascorse il resto della mattinata irrequieto, aggirandosi negli
 stretti limiti del suo rifugio. Una volta, si arrampicin cima alle
 scale che portavano alla strada e provla resistenza della serratura
 che chiudeva la pesante porta di legno, trovandola solida. Vagper le
 gallerie che si diramavano dalla cantina del mulino e scoprche
 ciascuna finiva in un punto di raccolta o in un bidone, tutti vuoti e
 abbandonati da tempo. A mezzogiorno, pranzcon gli avanzi della sera
 prima, ancora nascosti nello zaino di Damson, poi si allungsul letto
 per sonnecchiare e si addormentprofondamente.
 Quando si svegli la luce era diventata argentea, e il giorno si
 dissolveva rapidamente nel crepuscolo. Per un attimo rimase disteso
 battendo le palpebre insonnolito, poi si rese conto che Damson non
 c'era. Ormai era andata via da dieci ore. Si alzin fretta,
 preoccupato, pensando che sarebbe dovuta tornare da un bel po'. Era
 possibile che fosse rientrata e uscita di nuovo, ma non era
 verosimile. Lo avrebbe svegliato. Lui stesso si sarebbe svegliato.
 Aggrottle sopracciglia e si incup si sentiva a disagio, fece
 flettere il corpo da un lato e dall'altro per allentare la tensione, e
 si chiese cosa fare.
 Affamato, malgrado l'inquietudine, decise di mangiare qualcosa, e fin
 il formaggio e il pane rimasti. C'era un po' di birra nella borraccia,
 ma aveva un gusto stantio ed era calda.
 Dov'era Damson?
 Par Ohmsford conosceva i rischi fin dall'inizio, i pericoli che Damson
 Rhee affrontava ogni volta che lo lasciava e andava in citt Se la
 Talpa era stata catturata, lo avrebbero fatto parlare. Se i rifugi
 sicuri erano compromessi, anche Damson poteva esserlo. Se Padishar era
 stato catturato, ormai non c'erano pisegreti. Conosceva i rischi; si
 era detto che li accettava. Ma posto per la prima volta dopo la fuga
 dalle fogne di fronte al fatto che il peggio era accaduto, si accorse
 di non esservi preparato. Si accorse di essere terrorizzato.
 Damson. Se le fosse accaduto qualcosa...
 Un suono strascicato attirla sua attenzione, e lasciil pensiero
 incompiuto. Trasal poi girsu se stesso, cercando l'origine del
 rumore. Era dietro di lui, in cima alle scale, alla porta che dava
 sulla strada.
 Qualcuno stava armeggiando attorno alla serratura.
 Dapprima pensche si trattasse di Damson, costretta per chissquale
 ragione a cercare di entrare dal retro. Ma lei non aveva la chiave. E
 il rumore che sentiva era quello di una chiave che strideva dentro una
 serratura. L'armeggiare continu e finin un colpo secco quando la
 serratura si apr
 Par raccolse la Spada di Shannara e se la mise subito a tracolla.
 Chiunque fosse lassnon era certo Damson. Afferrlo zaino, pensando
 di nascondere le tracce della loro presenza ldentro. Ma le impronte
 dei suoi stivali erano dappertutto, il letto era sfatto, e c'erano
 briciole di cibo sparse sul tavolo. D'altra parte, non c'era tempo.
 L'intruso aveva tolto il passante dalla serratura e stava aprendo la
 porta.
 La luce del giorno invase l'apertura, un raggio obliquo grigio
 pallido. Par si ritirin fretta dalla stanza nelle gallerie. Lasci
 la torcia. Non ne aveva pibisogno per trovare la strada.
 L'esplorazione del mattino gli aveva dato una visione chiara della via
 da seguire, anche nel buio piassoluto. Un rumore di stivali risuon
 sui gradini di legno, troppo pesanti per essere di Damson.
 Par avanzsilenzioso nella galleria tenendosi curvo. Chiunque fosse
 entrato si sarebbe accorto che era stato l ma non sarebbe stato in
 grado di capire quanto tempo prima. Avrebbero aspettato che tornasse,
 pensando di coglierlo impreparato. Oppure avrebbero aspettato Damson.
 Ma egli avrebbe potuto attenderla in un punto pivicino all'ingresso
 del vecchio mulino e avvertirla prima che entrasse. Damson non sarebbe
 mai passata dalla porta posteriore con la serratura aperta. I pensieri
 correvano nella sua mente in rapida successione, spingendolo avanti
 nel buio, silenzioso e veloce. Tutto quello che doveva fare era
 evitare di essere scoperto, tornare attraverso la cantina e uscire
 dalla porta in strada.
 Non sentiva pii passi dell'intruso. Buon segno. Evidentemente si era
 fermato a dare un'occhiata alla stanza, si stava chiedendo chi ci
 fosse stato, in quanti fossero stati, e perchci fossero andati. Per
 lui significava avere pitempo per svignarsela, maggiori probabilit
 di fuggire.
 Ma quando giunse alla cantina, si mosse troppo in fretta verso le
 scale che portavano su e inciampin una cassetta di legno vuota,
 urtandola e cadendo. Il legno marcio si incrine si scheggisotto il
 suo peso; il rumore riechegginel silenzio.
 Mentre si rimetteva in piedi, furioso, senza fiato, senti passi
 dell'intruso venire verso di lui.
 Decise di raggiungere le scale, ormai senza pipreoccuparsi di
 nascondere la sua presenza. I passi gli stavano dietro. Non erano
 Ombrati, pens- non avrebbero fatto rumore arrivando. La Federazione,
 allora. Ma solo uno. Era uno solo?
 Raggiunse le scale e le saldi corsa. La botola si intravedeva
 appena. Si chiese d'un tratto se potevano esserci degli altri ad
 aspettarlo lass se stava per cadere in una trappola. Avrebbe fatto
 meglio a fermarsi e affrontare quello che lo inseguiva o doveva
 lanciarsi a peso morto sugli altri? Ma erano tutte ipotesi, e poi non
 c'era pitempo per decidere. Era ormai giunto alla botola.
 Spinse in su, ma la botola non si mosse.
 Tenui raggi di luce penetravano dalle fessure delle pesanti tavole di
 legno e danzavano sul suo volto rigato dal sudore, accecandolo per un
 attimo. Abbassla testa e spinse un'altra volta. La botola rimaneva
 solidamente al suo posto. Scrutattraverso la luce, cercando di
 vedere cosa accadeva.
 Qualcosa di grosso e voluminoso stava seduto sopra la parte anteriore
 della botola.
 Preso dalla disperazione, si lancicontro l'ostacolo, ma questo non
 si mosse di un millimetro. Ridiscese le scale, lanciando un rapido
 sguardo dietro di s Il cuore gli batteva cosforte nelle orecchie
 che riusca malapena a sentire una voce indistinta che chiamava il
 suo nome.
 促ar? Par Ohmsford?
 Un uomo, qualcuno che gli sembrava di conoscere, ma non ne era sicuro.
 La voce era familiare e strana al tempo stesso. Chi parlava era ancora
 indietro nelle gallerie. La cantina del mulino si estendeva bassa e
 stretta fino alla buia apertura, le particelle di polvere danzavano
 nell'oscurit c'era una foschia che trasformava tutto in ombra.
 Guardancora verso la botola, poi di nuovo indietro verso la cantina.
 Era in trappola.
 Strinse le labbra. Il sudore gli colava lungo il corpo per lo sforzo e
 la paura, e gli si era accapponata la pelle.
 Chi c'era laggi
 Chi poteva sapere il suo nome?
 Pensdi nuovo a Damson, chiedendosi dove era finita, cosa le era
 accaduto, se era salva o meno. Se l'avevano catturata, egli era
 l'unico rimasto su cui potesse contare. Non poteva lasciarsi prendere
 perchnon ci sarebbe stato nessun altro in grado di aiutare lei. O
 lui. Damson. Vedeva i capelli rosso fiamma, la bocca che gli
 sorrideva, e lo splendore degli occhi verdi. Udiva la sua voce, le sue
 risate. Riusciva a sentire il suo tocco su di s Ricordava quanto si
 era data da fare per salvargli la vita, per allontanarlo dalla follia
 che lo aveva minacciato alla morte di Coll.
 I sentimenti che provava in quell'istante erano opprimenti, cos
 intensi che stava quasi per urlarli.
 Rabbia e determinazione subentrarono alla paura. Arretrcercando di
 sguainare la Spada di Shannara, poi lasciche scivolasse di nuovo nel
 fodero. Essa era destinata ad altre cose. Avrebbe usato la sua magia,
 lo avrebbe fatto anche se adesso lo spaventava, come un vecchio amico
 divenuto inaspettatamente estraneo e sconosciuto. La magia era
 imprevedibile, pericolosa.
 E del tutto inutile, si rese conto all'improvviso, se ciche gli
 stava davanti era un umano.
 I suoi pensieri si dispersero, lasciandolo senza speranza. si volse
 indietro un'altra volta e sguainla Spada. Dopo tutto, era la sua
 unica arma.
 All'imboccatura della galleria apparve un'ombra il cui respiro era un
 lento sibilo nell'improvviso silenzio, una forma coperta da un
 mantello, scura e indistinta nella luce flebile. Un uomo, in
 apparenza, pialto di Par e anche pilargo di spalle.
 L'uomo uscdall'oscurite si raddrizz Ripartin avanti e poi si
 fermdi colpo, vedendo Par accovacciato sulle scale della cantina,
 con la spada impugnata. Il lungo coltello che aveva in mano brilla
 malapena. Per un attimo i due furono faccia a faccia senza muoversi,
 ciascuno cercando di identificare l'altro.
 Poi le mani dell'intruso si alzarono lentamente e fecero scivolare
 all'indietro il cappuccio del polveroso mantello.
 24.
 Triss si raddrizzcon movimenti gravi e rigidi. Si guardarono l'un
 l'altro in silenzio, il Capitano della Guardia Nazionale, Wren, e
 Garth, senza volto nella notte ammantata di vog di Morrowindl.
 Rimasero simili a statue vicino al corpo accartocciato di Dal, quasi
 fossero sentinelle, incaricate di fargli la guardia immobili nel
 tempo. Essi erano tutto ciche rimaneva del gruppo dei nove che si
 era messo in marcia all'ombra del Killeshan per portare via Arborlon e
 gli Elfi dalla loro tomba vulcanica verso una nuova vita nelle foreste
 delle Terre dell'Ovest. Erano rimasti soltanto in tre, e Wren lo
 sottolineava con la sua angoscia, poichGavilan era sicuramente
 perduto per loro, tanto quanto lo era la sua stessa innocenza.
 "Come aveva potuto essere cosstupida?"
 Triss si spostall'improvviso, quasi divincolandosi. Si allontandi
 qualche passo, si piegper esaminare il terreno, si fermdi nuovo, e
 scosse la testa. 青osa puessere stato? Dovrebbero esservi delle
 tracce...Ma la frase si spense da s
 Wren e Garth si scambiarono degli sguardi. Triss non capiva. 亟' stato
 Gavilandisse Wren sottovoce.
 亮avilan?Il Capitano della Guardia Nazionale la guarddi traverso.
 亮avilan Elessedilripetlei, pronunciando il nome per intero, nella
 speranza che questo le avrebbe fatto sembrare pireale quanto era
 accaduto. Sulla sua spalla, Fauno era scosso da brividi. 信a ucciso
 Dal e ha preso lo Scettro.
 Triss non si mosse. 俏odisse a un tratto. 俐ren, mia Signora, questo
 non potuto accadere. Ti sbagli. Gavilan un Elfo, e nessun Elfo
 farebbe del male a un altro, egli un principe di sangue Elessedil!
 Ha giurato di servire il suo popolo!
 Wren scosse la testa disperata. Avrebbe dovuto prevederlo. Avrebbe
 dovuto leggerglielo nello sguardo, nella voce, nel comportamento
 mutato. L'aveva sotto gli occhi e si era rifiutata di riconoscerlo.
 俟tresachiam
 Il Gatto Screziato emerse dall'oscurittrotterellando con i suoi
 aculei drizzati bellicosamente. 信sssttt! Ti avevo avvertito su di
 lui!
 亮razie per avermelo ricordato. Dimmi soltanto cosa dicono i segni. I
 tuoi occhi sono piacuti, il tuo naso piin grado di coglierli.
 Leggili per me, per piacere.
 Le sue parole erano dolci e piene di dolore. Il Gatto Screziato se ne
 accorse e si allontanin silenzio. Lo guardarono mentre cominciava a
 costeggiare la radura, annusando, esplorando, fermandosi spesso,
 riprendendo a cercare.
 俏on puaver fatto questoriprese a dire sottovoce Triss, con parole
 rese acute dall'incredulit Wren non rispose. Guardda un'altra
 parte, nel nulla. L'Harrow era uno schermo grigio dietro di loro, In
 Ju un buco nero davanti. Il Killeshan un lontano mormorio. Morrowindl
 era ripiegata su di loro come un animale su un osso.
 Poi Stresa fu di ritorno. 促er il posto dove ci siano fermati nelle
 ultime ore, non - phhTiili  - passato nessuno tranne noi. Sssttt. Le
 nostre tracce vengono dall'Harrow, ci ritornano, e poi ne vengono
 fuori di nuovo - proprio l Soltanto noi - nmostri, nintrusi,
 niente.Fece una pausa. 俠Poi indicla direzione opposta. 俗na
 nuova serie di tracce si allontana, a ovest, verso In Ju. C'il suo
 odore. Mi dispiace, Wren Elessedil.
 Annu l'ultima ombra di speranza svananche per lei. Guard
 intenzionalmente Triss.
 促erchegli chiese, con un tono di voce simile a un bisbiglio,
 stanco e sconfitto.
 Perchera terrorizzato, pensWren. Perchera un essere fatto di
 ordine e comodit di mura e sicuri rifugi, e questo era troppo per
 lui, era schiacciante. Perchli aveva creduti tutti morti e aveva
 avuto paura di morire anche lui se non fosse scappato. Oppure perch
 era avido e disperato e voleva il potere dello Scettro e la sua magia
 per s
 俏on lo sodisse distratta.
 俑a Dal...?
 青he differenza fa?lo interruppe lei, piin collera di quanto
 avrebbe dovuto essere, ma rimpiangendo subito la sua asprezza. Trasse
 un respiro profondo. 侶uello che conta che ha portato via lo Scettro
 e il Loden, e noi dobbiamo riprendereeli. Dobbiamo trovarlo. E
 subito.
 Si volt 俟tresa?
 俏odisse subito il Gatto Screziato. 俏on ora. Hssstt. E' troppo
 pericoloso inseguirlo di notte. Stiamo qui fino all'alba.
 Lei scosse la testa energicamente. 俏on abbiamo tempo.
 俘rrwwll Wren Elessedil. E' meglio che lo troviamo, il tempo, se
 vogliamo rimanere vivi!La voce roca di Stresa finin un brontolio.
 俟olo un pazzo rischierebbe di scendere lungo i pendii del Blackledge
 e nella In Ju di notte.
 Wren sentaumentarle la rabbia. Non voleva essere contraddetta
 proprio ora. Non poteva permetterlo. 信o le Pietre Magiche!replic
 俠a magia degli Elfi ci protegger
 俠a magia degli Elfi che - hssstt - dici tanto che non vorresti
 usare?Le parole di Stresa erano sarcastiche. 促hTiili t. So che ti
 stava a cuore, ma...
 俟tresa!gridWren.
 .. la magia non ci proteggerda ciche non potrai vedereconcluse
 l'altro, calmo, senza scomporsi. 俟sstttpp! Dobbiamo aspettare fino a
 domattina.
 Ci fu un silenzio assoluto. Dentro di sWren aveva voglia di urlare.
 Sollevlo sguardo quando Garth si fermdavanti a lei. "Il Gatto
 Screziato ha ragione. Ricorda l'addestramento che hai ricevuto, Wren.
 Ricordati chi sei".
 Quello che riusciva a ricordare al momento era lo sguardo di Gavilan
 Elessedil quando gli aveva dato lo Scettro. Affrontspavalda
 l'occhiata di Garth. Ciche vide calmla sua rabbia. Controvoglia
 annu 隹spettiamo fino a domattina.
 Fece la guardia mentre gli altri dormivano, ormai aveva dimenticato la
 stanchezza, sepolta sotto la rabbia e la disperazione per Gavilan. Non
 riusciva a dormire in quello stato di agitazione, la mente che
 correva, le emozioni in tumulto. Era seduta sola con la schiena
 appoggiata contro un gruppo di rocce mentre gli uomini si erano
 rannicchiati nel sonno a qualche metro di distanza e Stresa si era
 accovacciato ai margini della radura, forse addormentato e forse no.
 Lei guardava nell'oscurit strofinando distrattamente il pelo di
 Fauno, inseguendo pensieri pineri della notte.
 Gavilan. Era stato cosaffascinante, cosdolce quando lo aveva
 conosciuto. Le era piaciuto - forse troppo. Si era fatta delle
 illusioni su loro due che anche ora non riusciva ad ammettere. Le
 aveva assicurato di esserle amico, di badare a lei, di darle le
 risposte che poteva alle sue domande, e di non lasciarla sola quando
 avesse avuto bisogno di lui. Aveva fatto tante promesse. Forse avrebbe
 potuto mantenerle se non fossero stati costretti ad abbandonare la
 protezione della Chiglia. Perchnon si era sbagliata nel valutare la
 debolezza di Gavilan; non era abbastanza forte per ciche si trovava
 oltre la sicurezza delle mura di Arborlon. I cambiamenti in lui erano
 apparsi evidenti quasi subito. Il suo fascino si era trasformato in
 preoccupazione, poi irritabilit e infine paura. Aveva perduto
 l'unico mondo che aveva mai conosciuto ed era stato lasciato senza
 protezione in un incubo a occhi aperti. Gavilan era stato coraggioso
 finchaveva potuto, ma tutto cidi cui aveva esperienza e su cui
 aveva fatto affidamento gli era stato portato via. Quando la regina
 era morta e lo Scettro era stato affidato a Wren, gli era sembrato
 troppo. Si era considerato il logico erede della regina, e col potere
 della magia Elfica credeva ancora di riuscire a fare qualunque cosa.
 Si era affidato a essa; ne aveva fatto la propria causa. Era convinto
 che avrebbe potuto salvare gli Elfi, che era destinato a farlo, che la
 magia gliene avrebbe fornito i mezzi.
 "Dammi lo Scettro", le sembrava di sentirlo dire.
 E lei, scioccamente, glielo aveva dato.
 Le vennero le lacrime agli occhi. Forse era stato preso dal panico,
 pens Probabilmente si era convinto che lei fosse morta, che fossero
 morti tutti, e che era rimasto solo. Aveva cercato di allontanarsi e
 Dal lo aveva fermato, dissuadendolo, dicendogli di aspettare,
 sottovalutando la forza della sua paura, la sua follia. Forse aveva
 sentito i rumori dei Drakul, i sussurri, e le lusinghe. Forse ne era
 stato vinto. Aveva ucciso Dal perch..
 "No!" Piangeva, incapace di fermarsi. Si lasciandare, furiosa per
 avere cercato di trovargli delle scuse. Ma faceva cosmale ammettere
 la verit aspra e inevitabile - che era stato debole, che era stato
 avido, che aveva razionalizzato invece di ragionare, e che aveva
 ucciso un uomo messo lper proteggerlo. Stupido! Che follia! Ma la
 stupidite la follia erano dovunque, tutt'attorno a loro, una palude
 vasta e impenetrabile come le Tenebre dell'Eden. Morrowindl
 l'alimentava, la favoriva all'interno di ciascuno di loro, e per
 ognuno vi era una soglia di resistenza, il superamento della quale
 indicava la fine dell'equilibrio mentale. Gavilan aveva oltrepassato
 quella soglia, forse incapace di impedirlo, e adesso se n'era andato,
 svanito nella nebbia. Anche se lo avessero trovato, cosa ne sarebbe
 rimasto?
 Si morse il polso, sentendo il dolore. Dovevano trovarlo, naturalmente
 - anche se egli non contava piniente. Dovevano rientrare in possesso
 dello Scettro e del Loden, altrimenti tutto quello che avevano
 superato per uscire da Morrowindl e tutte le vite che erano state
 sacrificate - quella di sua nonna, quella del Gufo, e quelle dei
 Cacciatori Elfi - sarebbero stati inuTiili . Quell'idea le bruciava
 dentro. Non poteva tollerarlo. Non avrebbe lasciato che fallissero
 nell'impresa. L'aveva promesso alla nonna. L'aveva promesso a se
 stessa. Era la ragione per la quale era venuta - riportare gli Elfi
 nelle Terre dell'Ovest e aiutarli a trovare un modo per liberarsi
 degli Ombrati. L'incarico avuto da Allanon - ormai diventato suo,
 dovette ammettere infuriata. Trova te stessa, e ci era riuscita.
 Scopri la verit e l'aveva scoperta. Fin troppo, in entrambi i casi.
 Adesso la sua vita era chiara - passato, presente, e futuro - e
 qualunque cosa ne pensasse non avrebbe permesso che le fosse portata
 via senza il suo consenso.
 "Non m'importa quanto ci vorr, giur "Non me ne importa!"
 Stava dormendo quando Triss le toccla spalla e la svegli 俟ignora
 sussurrdolcemente. 侮ai a stenderti. Riposa, ora.
 Lei battle palpebre, accettando la coperta che egli le fece
 scivolare attorno alle spalle. 俊ra un minutorispose. 促rima siediti
 qui con me.
 Triss ubbid compagno silenzioso, con la magra faccia bruna
 stranamente serena, lo sguardo lontano. Si ricorddell'espressione
 che aveva avuto quando lei gli aveva parlato del tradimento di
 Gavilan. "Tradimento, non era di questo che si trattava?" Ora quello
 sguardo era scomparso, cancellato dal sonno o dall'accettazione. Aveva
 trovato un modo per venire a patti con esso. Triss, l'ultimo di coloro
 che erano usciti dalla vecchia vita di Arborlon. Come doveva sentirsi
 solo!
 Guardverso di lei, e fu come se le leggesse nel pensiero. 俟ono
 Capitano della Guardia Nazionale da quasi otto anniazzarddopo un
 momento. 俊anto tempo, Signora. Volevo bene a tua nonna, la regina.
 Avrei dato qualunque cosa per lei.Scosse la testa. 信o passato tutta
 la vita al servizio degli Elessedil e del trono degli Elfi. Ho
 conosciuto Gavilan da bambino; siamo cresciuti insieme. Sono diventato
 un uomo insieme a lui. Giocavamo insieme. La mia famiglia e la sua
 aspettano ancora dentro il Loden, gli amici, anche quelli...Respir
 profondamente, alla ricerca di parole, di comprensione. 俠o conoscevo
 bene. Non avrebbe ucciso Dal a meno che... Pudarsi che sia accaduto
 qualcosa che lo ha cambiato? Forse qualche demone gli ha fatto
 qualcosa?
 Lei non aveva pensato a quella possibilit Poteva essere successo. Le
 occasioni non erano mancate. Oppure, perchnon qualcos'altro, un
 veleno, per esempio, o una malattia come quella che aveva ucciso
 Ellenroh? Ma sapeva in cuor suo che non si trattava di niente del
 genere, che si trattava semplicemente di un logoramento del suo
 spirito, di un crollo della sua risoluzione.
 促otrebbe essere stato un demonerepliccomunque, mentendo.
 La faccia forte si sollev 亟ra un brav'uomodisse Triss calmo. 俟i
 preoccupava del suo popolo; aiutava la gente. Amava la regina. Forse
 un giorno lo avrebbe nominato re.
 俟e non fosse stato per me.
 Lui distolse lo sguardo, imbarazzato. 俏on avrei dovuto dirlo. Tu sei
 la regina.Volse di nuovo gli occhi verso di lei. 俊ua nonna non ti
 avrebbe affidato lo Scettro se non avesse creduto che era la cosa
 migliore da fare. Lo avrebbe invece dato a Gavilan. Forse ha visto in
 lui qualcosa che agli altri sfuggita. E' della tua forza che ha
 bisogno il popolo degli Elfi.
 Lei lo fissintensamente. 侵o non volevo nulla di tutto questo,
 Triss. Nulla.
 Egli annu con un debole sorriso. 促erch
 侮olevo soltanto scoprire chi ero.
 Wren vide un fremito di disperazione nei suoi occhi scuri. 俏on ho la
 pretesa di capire cosa ti ha portata da noile disse. 俟o solo che
 sei qui e che sei la Regina degli Elfi.Tenne lo sguardo fisso su di
 lei. 俏on ci abbandonareconcluse pacato ma con insistenza. 俏on ci
 lasciare. Abbiamo bisogno di te.
 Fu sorpresa dalla forza della sua supplica. Gli mise la mano sul
 braccio con fare rassicurante. 俏on ti preoccupare, Triss. Ti prometto
 che non scappervia. Mai.
 Poi lo lasci anddove dormiva Garth e si rannicchivicino al suo
 grande amico, bisognosa del suo calore e della sua mole per essere
 confortata, decisa a ritirarsi nel passato, a recuperare quella
 protezione e quella sicurezza che un tempo le aveva offerto e a
 riprendere ciche era irrimediabilmente perduto. Si accontentinvece
 di quello che c'era e finalmente si addorment
 All'alba era sveglia, piriposata di quanto potesse aspettarsi. La
 luce era debole e grigia attraverso la foschia, e il mondo attorno a
 loro appariva immobile e vuoto, sapeva di marcio. Il brontolio del
 Killeshan era lontano e debole, ma adesso era costante per la prima
 volta da quando avevano cominciato il loro viaggio, un lento accumulo
 di piccole scosse che annunciava cose ben pigrosse in futuro. Il
 tempo si stava esaurendo, Wren lo sapeva; adesso era piveloce, pi
 agile ogni ora che passava. Il fuoco del vulcano stava cominciando ad
 accumularsi al centro dell'isola per una conflagrazione finale, e
 quando fosse esploso tutto sarebbe stato spazzato via.
 Si misero in marcia all'istante, Stresa in testa, Garth un passo dopo,
 poi Wren con Fauno, e in coda Triss. Adesso Wren era picalma, meno
 turbata. Gavilan, si diceva, non sapeva dove andare. Forse correva
 verso la riva del mare alla ricerca di Tiger Ty e di Spirit, ma quante
 probabilitaveva di attraversare la palude di In Ju? Non era un
 Cercatore e non era esperto di sopravvivenza in condizioni estreme.
 Era giquasi impazzito per la paura e la disperazione. Fin dove
 poteva arrivare? Era molto probabile che stesse girando in tondo, e
 ben presto lo avrebbero trovato .
 Tuttavia nel piprofondo della sua mente era in agguato uno spettro:
 il timore che egli ce la facesse in qualche modo a uscire dalla
 giungla, a raggiungere la spiaggia, a convincere Tiger Ty che tutti
 erano morti, e a farsi portare al sicuro insieme con lo Scettro,
 lasciando indietro gli altri. Questa eventualitla mandava su tutte
 le furie, tanto pise pensava alla possibilitche Gavilan non la
 credesse morta e avesse deciso semplicemente di agire per conto
 proprio, convinto della giustezza della sua causa e dell'inevitabilit
 del suo comando.
 Incapace di soffermarsi ancora su quel pensiero, per il momento decise
 di accantonarlo.
 Il Blackledge cominciava a degradare quasi subito a partire
 dall'Harrow, ma qui non era cosripido come nel punto in cui si erano
 arrampicati Garth e Wren all'andata. La superficie della falesia era
 accidentata e coperta da una densa vegetazione, e per loro non fu
 difficile trovare una via da seguire. La discesa fu veloce, Stresa
 continuava a seguire senza difficoltle tracce lasciate da Gavilan.
 Rami spezzati e foglie calpestate indicavano con chiarezza il
 passaggio del Principe degli Elfi; Wren avrebbe potuto proseguire da
 sola, tanto era evidente. Di tanto in tanto scoprivano dei punti in
 cui l'uomo in fuga era caduto, evidentemente poco attento sua
 sicurezza, preoccupato solo di fuggire. Doveva essere in preda al
 panico, pensWren. Doveva essere terrorizzato.
 Raggiunsero i margini di In Ju a mezzogiorno e fecero una pausa per
 mangiare. Stresa era molto fiducioso. Erano solo a poche ore di
 distanza da Gavilan, disse. A quel punto il Principe degli Elfi
 barcollava terribilmente, perchdoveva essere esausto. Se non fosse
 intervenuto qualche imprevisto a cambiare le cose, lo avrebbero preso
 prima di notte.
 La previsione di Stresa era esatta - ma non nel senso da loro sperato.
 Poco dopo che ebbero ripreso a seguire l'inutile tentativo di Gavilan
 di aggirare la giungla di In Ju, comincia piovere. L'aria divenne
 picalda a mano a mano che scendevano dalla montagna, un'afa che
 aumentava lentamente e non dava segni di tregua. Quando comincia
 piovere, era un'umiditche si sovrapponeva all'aria, cosdensa che
 rimaneva sospesa come una seta bagnata che avvolgeva la pelle,
 raccogliendosi in perline sui loro indumenti. Dopo un po' l'umidit
 divenne acquerugiola, poi una pioggerella e infine un torrente che si
 rovescisu di loro con feroce determinazione. La pioggia li accecava
 e furono costretti a trovare riparo sotto un gigantesco baniano.
 L'acqua spazzvia tutto rapidamente, cancellando le orme di Gavilan.
 Stresa cerccon cura pitardi, ma ogni traccia era scomparsa.
 Garth studiil verde groviglio umido della giungla. Fece un cenno a
 Wren. "I segni del suo passaggio sono ancora evidenti. Posso
 seguirlo".
 Lei lasciche Garth andasse in testa e Stresa rimanesse mezzo passo
 dietro di lui, il primo intento a cercare i segni del passaggio della
 loro preda, mentre l'altro controllava che non ci fossero Lanciadardi
 e altri pericoli. "La loro preda", pensWren, ripetendo le parole.
 Gavilan era ridotto a quello. Suo malgrado, provpietper lui,
 pensando che avrebbe fatto meglio a rimanere dentro la citt pensando
 che lei avrebbe dovuto fare di piper tenerlo al sicuro, augurandosi
 ancora ciche non poteva essere pi
 Adesso avanzavano con maggiore lentezza. Gavilan aveva rinunciato al
 tentativo di aggirare la giungla di In Ju e ci si era buttato dentro
 direttamente. Le tracce che trovavano - frasche e ramoscelli spezzati,
 vegetazione mossa, qualche impronta facevano pensare che egli doveva
 avere abbandonato ogni proposito di passare inosservato e che stava
 semplicemente cercando di raggiungere la riva per la via pibreve. La
 velocitcontro la prudenza era una scelta infelice, pensWren. Lo
 seguirono senza perderne mai le tracce, e a ogni svolta lei si
 aspettava di vederselo davanti, con la caccia conclusa e la conferma
 dell'inevitabile. Ma chisscome egli continuava ad avanzare, evitando
 i tranelli disseminati dappertutto, i pantani e le doline, le
 Lanciadardi, gli esseri che stavano in attesa dell'incauto, e le
 trappole e i mostri creati dalla magia degli Elfi che egli tanto
 scioccamente credeva di dominare. Wren non faceva che chiedersi come
 fosse riuscito a sopravvivere. Avrebbe dovuto morire giuna decina di
 volte. Un passo in una direzione o nell'altra e ci sarebbe rimasto. Si
 scopra desiderare che ciaccadesse, che egli facesse quel passo
 falso e la follia avesse fine. Odiava quello che stavano facendo,
 dandogli la caccia come a un animale, inseguendolo come fosse una
 preda. Voleva che tutto si concludesse.
 Al tempo stesso, aveva paura di quanto ci sarebbe voluto perch
 accadesse.
 Non appena cominciarono a intravedere le ragnatele del Wisteron fu
 presa dallo sconforto. "Non cos, si scopra intercedere presso
 l'ignoto destino che controllava queste cose. "Che abbia una fine
 rapida". Ovunque c'erano fili pronti a far scattare le trappole,
 appesi agli alberi e avvolti ai rampicanti, e legati in ragnatele
 mortali. Stresa riprese il comando al posto di Garth per poterli
 guidare oltre le insidie, fermandosi spesso ad ascoltare, ad annusare
 l'aria, e a giudicare la sicurezza del percorso da fare. La giungla si
 infittiva in un labirinto di fronde verdi e tronchi scuri che si
 intersecavano alla rinfusa. Alcune ombre si spostavano lente e pesanti
 attorno a loro, ma dai rumori che facevano si capiva che erano
 inquiete e affamate. Il pomeriggio si accorcie si avvicinava la
 sera, si fece buio. In lontananza, nascosto dalla montagna dalla quale
 erano scesi, il Killeshan brontolava. L'isola fu percorsa da piccole
 scosse di terremoto, e la verde foschia della giungla rabbrivid
 all'eco. Si cominciarono a sentire esplosioni, ancora attutite, ma che
 diventavano sempre piforti. Alberi interi tremavano al rimbombo, e
 il vapore schizzava fuori sotto forma di geyser dagli stagni delle
 paludi, sibilando di sollievo. A mano a mano che si faceva buio, Wren
 poteva vedere, attraverso l'onnipresente foschia fatta di "vog" e di
 nebbia, il cielo sopra il Killeshan diventare rosso.
 "E' cominciato", pensmentre gli occhi preoccupati di Garth
 incontravano i suoi.
 Si chiese quanto tempo gli restasse ancora. Anche se fossero riusciti
 a recuperare lo Scettro, c'erano altri due giorni di cammino da lal
 mare. Ci sarebbe stato Tiger Ty ad aspettarli? Quante volte aveva
 promesso che sarebbe andato? Una volta alla settimana, no? E se prima
 del suo ritorno doveva passare un'intera settimana? Avrebbe visto il
 bagliore del vulcano e si sarebbe reso conto del pericolo che
 correvano?
 Oppure aveva rinunciato ad attenderli ormai da tempo, convinto che lei
 avesse fallito l'impresa, che fosse morta come tutti gli altri e che
 non valeva la pena di aspettare ancora?
 Scosse la testa come a rimproverarsi. No, non Tiger Ty. Lo riteneva un
 uomo incapace di far questo, senz'altro migliore. Non avrebbe
 rinunciato a cercarla, si disse. Finchci fosse ancora qualche
 speranza.
 促hTiili tt! Presto dovremo fermarciavvertStresa. 信ssstt. Dobbiamo
 trovare un riparo prima che si faccia pibuio, prima che il Wisteron
 inizi la sua caccia!
 隹ncora un po'propose Wren fiduciosa.
 Andarono avanti, ma Gavilan Elessedil non si trovava. La sua pista
 irregolare continuava davanti a loro, serpeggiando nella giungla di In
 Ju, una striscia di steli e foglie spezzate che spariva nell'oscurit
 Finalmente, abbandonarono l'inseguimento. Stresa trovun riparo per
 tutti nel ceppo vuoto di un baniano rovesciato dall'ete
 dall'erosione, un tronco massiccio con due entrate attorno alla base e
 una stretta fessura piin alto. Bloccarono l'apertura maggiore e si
 accinsero a fare la guardia alla pipiccola. Non potevano venire
 raggiunti da esseri di grosse dimensioni. Dentro la loro bara di legno
 faceva caldo e c'era un odore di chiuso, asciutto come la terra
 d'inverno. Scese la notte, ed essi sentivano i predatori della giungla
 svegliarsi, il suono di ruggiti ripetuti come colpi di tosse, i rumori
 di passaggi circospetti, e delle prede che venivano catturate e
 uccise. Si strinsero schiena contro schiena mentre Stresa si distese
 curvo davanti a loro, con gli aculei all'indietro verso la debole
 luce. Fecero i turni di guardia, sonnecchiando percherano troppo
 stanchi per stare svegli ma troppo agitati per dormire. Fauno si
 lasciava cullare nelle braccia di Wren, immobile come se fosse morto.
 Lei strofinil pelo del piccolo animale affettuosamente, chiedendosi
 come avesse fatto a sopravvivere in un mondo del genere. Pensa
 quanto odiava Morrowindl. Era un ladro che le aveva portato via tutto
 la vita della nonna e dei suoi amici, l'innocenza che aveva protetto
 gli Elfi e la loro storia, l'amore e l'affetto che aveva scoperto di
 nutrire per Gavilan, e la forza di volontche aveva pensato di non
 perdere mai. Era la perdita di quest'ultima che la preoccupava di pi
 la sua fiducia in tutto ciche era e nella certezza di poter
 determinare il proprio destino. Tutto questo era perduto, e
 Morrowindl, che una volta era stata un paradiso, era diventata un
 incubo popolato di Ombrati, aveva portato via ogni cosa. Cercinvano
 di immaginare la vita al di fuori dell'isola. Non riusciva a pensare a
 dopo la salvezza, perchla salvezza era ancora incerta, un esito
 ancora in sospeso. Rammentcome un tempo avesse creduto che andare a
 trovare Allanon e parlare con la sua ombra poteva rappresentare
 l'inizio di una grande avventura. Il ricordo fu ridotto in cenere
 nella sua bocca.
 Dormun po', sognesseri scuri e terribili, e si sveglisudata e
 accaldata. Durante il suo turno di guardia, si accorse che i pensieri
 la portavano di nuovo verso Gavilan, verso piccoli particolari di lui
 - il modo in cui l'aveva toccata, la sensazione della sua bocca che la
 baciava, e la meraviglia che egli aveva suscitato in lei anche solo
 con un'osservazione casuale o uno sguardo di sfuggita. Sorrise al
 ricordo. C'erano tante cose di lui che le erano piaciute; soffriva
 perchlo aveva perduto. Si augurdi poterlo riportare a se di
 farlo ridiventare come era prima. Si augurperfino di trovare un modo
 per far fare alla magia ciche la natura non poteva - cambiare il
 passato. Era un'idea sciocca, priva di senso, e questo la indispettiva
 enormemente. Gavilan era perduto per lei. Era in preda alla pazzia di
 Morrowindl. Aveva ucciso Dal e rubato lo Scettro. Si era trasformato
 in qualcosa di indicibile. Gavilan Elessedil, l'uomo dal quale era
 stata tanto attratta e al quale aveva tenuto tanto, non esisteva pi
 All'alba si alzarono e si rimisero in marcia. Non dovevano
 preoccuparsi per la colazione perchnon c'era piniente da mangiare.
 Le loro provviste si erano esaurite, quando addirittura non erano
 state perdute o abbandonate. C'era solo un po' d'acqua, ma non sarebbe
 bastata per un altro giorno. Nell'attraversamento della giungla non
 avrebbero trovato nulla di commestibile. Una ragione in piper
 uscirne in fretta.
 La loro ricerca quel giorno finquasi prima di cominciare. In meno di
 un'ora, le tracce di Gavilan finirono all'improvviso. Raggiunsero la
 cima di un burrone, rallentarono al fischio di avvertimento di Stresa,
 e si fermarono. Sotto, tra i resti di piccole piante e di erba quasi
 appiattita da quella che doveva essere stata una lotta furibonda,
 erano ben visibili i fili di una ragnatela del Wisteron.
 Stresa scese nel burrone, annusattento tutt'intorno e si arrampic
 su di nuovo. Gli occhi scuri e lucidi fissarono Wren. 信sssttt. Lo ha
 preso, Wren Elessedil.
 Lei chiuse gli occhi davanti alla terribile visione evocata da quelle
 parole. 侶uanto tempo fa?
 俟sspptt. Non molto. Forse sei ore. Subito dopo mezzanotte, direi. La
 ragnatela ha catturato il Principe Elfo e lo ha trattenuto finchnon
 venuto il Wisteron. Rwwlll. La belva poi lo ha portato via.
 非ove?
 Stresa drizzle orecchie. 俏ella sua tana, immagino. Ne ha una in
 fondo a una cavital centro di In Ju.
 Sentuna nuova stanchezza impadronirsi di lei. Era ovvio, una tana -
 doveva esserci. 俏essuna traccia dello Scettro?
 Il Gatto Screziato scosse la testa. 亟' sparito.
 Perci a meno che Gavilan non lo avesse abbandonato - cosa che non
 avrebbe mai fatto - era ancora con lui. Rabbrividnonostante la sua
 risoluzione. Ricordil breve incontro avuto con il Wisteron
 all'andata. Ricordcome si era sentitsolo al vederlo passare.
 "Povero, folle Gavilan. Non c'era speranza per lui adesso".
 Guardgli altri, a uno a uno. 非obbiamo recuperare lo Scettro. Non
 possiamo andare via senza.
 俏o, Wren, mia Signora, non possiamole fece eco Triss con lo sguardo
 duro.
 Garth rimase immobile, le grandi mani penzoloni lungo i fianchi.
 Stresa scrollgli aculei e il muso dal naso affilato si alzverso il
 volto di Wren. 俘rwwll Wren degli Elfi, era proprio ciche mi
 aspettavo da te. Hssttt. Ma dovrai usare la Magia degli Elfi se
 vogliamo sopravvivere. Non hai altra scelta contro il Wisteron.
 俠o sosussurrlei, sentendo l'ultima traccia della sua vita di una
 volta abbandonarla.
 青hhttt. Non che importi qualcosa. PhhTiili t. Il Wisteron ..
 俟tresalo interruppe dolcemente. 俏on c'bisogno che tu venga.
 Il Gatto Screziato sospire annu 促hhfft. Siamo arrivati fin qui
 insieme, non vero? Non c'bisogno di parole. Ti accompagneralla
 tana.
 25.
 Nel lungo, profondo silenzio della notte senza fine di Paranor, nel
 limbo del suo grigio, immutabile crepuscolo, Walker Boh sedeva
 guardando nel vuoto. Aveva una mano chiusa a pugno sul tavolo davanti
 a lui, con le dita che si serravano come strisce di ferro attorno alla
 Pietra Nera. Non c'era molto di pida fare, non c'erano altre scelte
 da prendere in considerazione, naltre possibilitda scoprire. Aveva
 riflettuto su ogni cosa finchera possibile, e tutto quello che
 rimaneva da fare era vedere se era giusto o sbagliato.
 亭orse dovresti prendere ancora un po' di temposuggera bassa voce
 Cogline.
 Il vecchio era seduto di fronte a lui, uno spettro fragile e
 scheletrico, quasi trasparente se visto in controluce. E lo diventava
 sempre pi pensdisperato Walker. I capelli bianchi e sotTiili  si
 sparpagliavano come granelli di polvere dal volto rugoso e dalla
 testa, la tunica pendeva come biancheria appesa ad asciugare a un
 filo, e gli occhi tremolavano con opachi riflessi dalle orbite scure.
 Cogline stava svanendo, scomparendo nel passato, ritornando con
 Paranor al luogo dal quale era stato convocato. PerchParanor non
 sarebbe rimasto nel mondo degli uomini a meno che non ci fosse stato
 un Druido che se ne occupasse, e Walker Boh, scelto dal tempo e dal
 destino a riempire quelle vesti scure, doveva ancora indossarle.
 I suoi occhi si posarono su Bisbiglio. Il gatto delle paludi stava
 disteso in modo scomposto contro la parete lontana dello studio in cui
 si trovavano, il suo corpo nero era esile ed etereo come quello del
 vecchio. Walker rivolse lo sguardo su se stesso, vide che stava
 svanendo anche lui, pur senza la stessa rapidit In ogni caso, poteva
 ancora scegliere; poteva andarsene se voleva, quando voleva. Non cos
 Cogline o Bisbiglio, che erano legati per l'eternital Castello se
 Walker non trovava il modo di riportarlo nel mondo degli Uomini.
 Per quanto potesse sembrare strano, egli credeva di avere trovato il
 modo. Ma la sua scoperta lo terrorizzava a tal punto che non era
 sicuro di poterla mettere in pratica.
 Cogline si spost con un rumore di ossa secche. 俗n'altra lettura dei
 libri non farebbe maleinsistette.
 Walker sorrise ironico. 俗n'altra lettura e di te non rimarrpi
 nulla. Ndi Bisbiglio, del Castello e probabilmente neppure di me
 stesso. Paranor sta sparendo, vecchio. Non possiamo fingere
 diversamente. E poi non c'nient'altro da leggere, nient'altro da
 scoprire che io non sappia gi
 亟 sei ancora sicuro di avere ragione?
 Sicuro? Walker non era sicuro di nulla, oltre al fatto che non era
 assolutamente sicuro. La Pietra Nera era un terribile enigma. Se si
 fosse sbagliato sul suo funzionamento sarebbe finito come il Re della
 Pietra, imprigionato dalla sua stessa magia, distrutto da ciin cui
 credeva di pi Uhl Belk aveva ritenuto di poter dominare la magia
 della Pietra, e questo gli era costato tutto.
 俟to tirando a indovinarerispose. 俏ient'altro.
 Aprla mano, e la Pietra rimase esposta alla luce. Era l annidata
 nel suo palmo, con le sfaccettature lisce, i bordi affilati, opaca e
 impenetrabile, potenza in s forza che andava al di ldi qualunque
 cosa avesse mai incontrato. Ricordcome si era sentito nell'usare la
 Pietra quando aveva riportato indietro il Castello, pensando che tutto
 sarebbe finito allora, che il ritorno dal limbo in cui Allanon l'aveva
 mandato fosse tutto quello che era necessario fare. Ricordil flusso
 di energia quando essa lo unal Castello, l'intrecciarsi della carne
 e del sangue con la pietra e la malta, la ristrutturazione del suo
 corpo affinchfosse fantasma e uomo al tempo stesso, il suo
 cambiamento affinchpotesse entrare a Paranor, affinchpotesse
 scoprire quello che gli rimaneva da fare.
 Una metamorfosi dell'essere.
 All'interno, aveva incontrato Cogline e Bisbiglio e sentito il
 racconto di come erano sopravvissuti all'attacco degli Ombrati venendo
 presi nello schermo protettivo della magia delle Storie dei Druidi e
 rianimati dentro Paranor. BenchWalker avesse portato Paranor fuori
 dal limbo nel quale l'aveva mandato Allanon, esso non sarebbe tornato
 interamente se stesso finchlui non avesse trovato il modo di
 completare la propria trasformazione, diventando cosil Druido che
 doveva essere secondo quanto era scritto. Fino ad allora, Paranor era
 una prigione che lui solo poteva lasciare - una prigione che stava
 rapidamente ritirandosi nello spazio dal quale era venuta.
 俊iro a indovinareripet quasi a se stesso.
 Aveva letto e riletto le Storie dei Druidi nel tentativo di scoprire
 cosa avrebbe dovuto fare, ma non aveva trovato nulla. Le Storie non
 dicevano da nessuna parte come si diventava Druidi. Disperandosi,
 aveva dato la causa per persa nel ricordare le visioni del Grimpond,
 due delle quali erano gipassate, e la terza, a suo avviso, doveva
 avverarsi l
 Si rivolse al vecchio. 俑i trovo in una fortezza priva di vita, grigia
 e abbandonata. Sono inseguito da una morte che non posso evitare. Essa
 mi dla caccia senza sosta. So che devo scappare ma non posso. La
 lascio avvicinare, e mi raggiunge. Mi sento pervaso dal freddo, e ho
 la sensazione che la mia vita finisca. Dietro di me c'un'ombra scura
 che mi tiene stretto, impedendomi di fuggire. L'ombra Allanon.
 Le parole erano ormai una litania familiare. Cogline annupaziente.
 俠a tua visione, hai detto. La terza.
 非ue si sono giavverate, ma nessuna come avevo immaginato. Al
 Grimpond piace fare scherzi. Ma ora devo servirmi di questo gioco a
 mio vantaggio. Conosco i particolari della visione e so che si
 avvererqui dentro il Castello. Devo solo decifrarne il significato,
 separare la veritdalla menzogna.
 俑a se ti fossi sbagliato...
 Walker Boh scosse la testa in segno di sfida. 俏on mi sono sbagliato.
 Stavano percorrendo un terreno noto. Walker aveva gidetto tutto al
 vecchio, sottoponendo ogni cosa al giudizio di qualcuno pronto a
 scoprire gli errori che gli erano sfuggiti, esprimendo il suo pensiero
 in parole per vedere che effetto faceva.
 La Pietra Nera era la chiave di tutto.
 Ripeta memoria quel breve, unico, brano scritto nelle Storie dei
 Druidi:
 Una volta portato via, Paranor rimarrperduto al mondo degli Uomini
 per tutto il tempo, chiuso ermeticamente e invisibile nella sua forma.
 Solo una magia ha il potere di farlo riapparire: quell'unica Pietra
 Magica colorata di Nero che stata ideata dal popolo delle fate del
 vecchio mondo nella maniera e nella forma di tutte le Pietre Magiche,
 mettendo insieme tuttavia in una sola pietra le proprietnecessarie
 del cuore, della mente e del corpo. Chiunque dovesse averne motivo e
 diritto deve riportarlo al suo giusto fine.
 Fino a quel momento aveva ritenuto che la Pietra Nera fosse destinata
 a restituire Paranor allo stato attuale di semiessere e di
 consentirgli di entrarvi. Ma il linguaggio dell'iscrizione non
 definiva la portata dell'uso della Pietra. Una sola magia, diceva,
 aveva il potere di ridare vita a Paranor. Una magia. La Pietra Nera.
 Non si faceva cenno a nessun'altra magia, in nessun'altra parte. Non
 c'era nessun'altra parola sul ritorno di Paranor al mondo degli Uomini
 in nessuna pagina delle Storie dei Druidi.
 Supponiamo, allora, che la Pietra Nera fosse tutto ciche ci voleva,
 ma che dovesse essere usata non una volta soltanto, bensdue o anche
 tre volte prima che il processo di ricostruzione fosse completato.
 Ma usata per fare cosa?
 La risposta sembrava ovvia. La magia che Allanon aveva infuso nel
 Castello trecento anni prima era una sorta di cane da guardia lasciato
 libero per fare due cose - distruggere i nemici di Paranor e mandare
 Paranor nel limbo, tenendovelo finchnon fosse stato opportunamente
 rievocato. La magia era un essere vivente. Si poteva avvertirne la
 presenza tra le mura del Castello; la si poteva sentire aggirarsi
 nelle sue viscere. Osservava e ascoltava. Respirava. Era l in
 attesa. Se il Castello doveva essere riportato nelle Quattro Terre, la
 magia che Allanon aveva liberato doveva essere di nuovo scacciata. Era
 ragionevole ritenere che soltanto un'altra forma di magia avrebbe
 potuto riuscirvi. E l'unica magia a portata di mano, l'unica che
 venisse citata nelle Storie dei Druidi dove si trattava di Paranor,
 era la Pietra Nera.
 Fin qui, tutto bene. Magia Druidica per neutralizzare un'altra magia
 Druidica. Aveva senso; il potere affermato della Pietra Nera era la
 negazione delle altre magie. Una sola magia, diceva il testo. E
 pertanto Walker doveva usarla. L'aveva fatto una volta, dimostrando di
 esserne in grado. "Chiunque ne abbia motivo e diritto". Proprio lui.
 Usa la Pietra Nera contro la magia che faceva da cane da guardia e
 rinchiudila. Usa la Pietra Nera e riporta indietro Paranor.
 Eppure, mancava ancora qualcosa. Non c'era una spiegazione sul
 funzionamento della Pietra Nera. Era estremamente complesso e non
 bastava limitarsi a invocare la magia e lasciarle fare il suo corso.
 La Pietra Nera annientava le altre magie attirandole in se in chi la
 possedeva. Walker Boh era gistato oggetto di mutamento quando aveva
 usato la Pietra Nera per riportare indietro Paranor e riuscire a
 entrarvi, trasformandosi da uomo completo in qualcosa di incorporeo.
 Quali altri danni avrebbe potuto arrecare a se stesso se avesse usato
 la Pietra contro il cane da guardia? Quale altra trasformazione poteva
 avere luogo?
 E allora, all'improvviso, si rese conto di due cose.
 Prima di tutto, che egli non era ancora un Druido e non lo sarebbe
 diventato finchnon avesse affermato il diritto di esserlo; che il
 suo diritto non gli sarebbe derivato dallo studio, o dalla cultura, o
 dalla saggezza attinta dalla lettura delle Storie dei Druidi, che non
 era preordinato, npredeterminato da quanto era successo a Brin
 Ohmsford trecento anni prima, ma sarebbe scattato nel momento in cui
 avesse trovato il modo di sottomettere il cane che faceva la guardia
 al Castello e avesse riportato Paranor nel mondo degli Uomini, perch
 quella era la prova alla quale lo aveva sottoposto Allanon.
 In secondo luogo, che la visione mostratagli dal Grimpond, quella che
 doveva avere luogo all'interno di Paranor, quella nella quale avrebbe
 dovuto affrontare una morte che non avrebbe potuto evitare, mentre
 veniva tenuto stretto dal fantasma di Allanon, era un barlume di quel
 momento.
 I suoi argomenti erano persuasivi. I Druidi non si sarebbero impegnati
 a scrivere un procedimento completo come questo quando c'era un modo
 migliore. Solo Walker Boh poteva usare la Pietra Nera. Solo lui ne
 aveva il diritto. In un modo o nell'altro, quell'uso avrebbe provocato
 la trasformazione richiesta. Se fosse stato necessario saperlo, Walker
 avrebbe scoperto ciche serviva. Tanta parte della magia dei Druidi
 si basava sulla accettazione - l'uso delle Pietre Magiche, della Spada
 di Shannara, perfino della canzone del desiderio. Era solo ragionevole
 ritenere che sarebbe stato lo stesso anche in questo caso.
 E la visione del Grimpond non faceva che rafforzare la sua idea.
 Avrebbe dovuto esserci un confronto come quello immaginato.
 Un'interpretazione letterale della visione faceva pensare che un
 confronto del genere si sarebbe concluso con la morte di Walker, che
 Allanon, inviandolo l lo aveva destinato a morire, e che qualunque
 cosa avesse cercato di fare per sfuggire a questo destino sarebbe
 stata inutile. Ma era una lettura troppo semplicistica. PerchAllanon
 gli avrebbe fatto fare tanta strada per destinarlo a morte certa?
 Doveva esserci un'altra interpretazione, un altro significato. Lui
 preferiva quella in cui una vita aveva fine e un'altra ne cominciava,
 e una volta per tutte veniva riconosciuto come un Druido.
 Cogline non ne era cossicuro. Walker si era sbagliato
 nell'interpretare le altre due visioni del Grimpond. Perchera cos
 convinto di non sbagliare anche questa volta? Le visioni non erano mai
 quello che sembravano, pezzi tortuosi e contorti di mezze verit
 nascoste tra le menzogne. Stava correndo un terribile rischio. La
 prima visione gli era costata un braccio, la seconda Quickening. Era
 possibile che la terza non dovesse costargli nulla? Sembrava pi
 logico credere che la visione fosse aperta a numerose interpretazioni,
 ciascuna delle quali poteva arrivare a passare nella giusta serie di
 circostanze, compresa la morte di Walker. Inoltre, Cogline era
 infastidito dal fatto che a Walker non era chiaro come l'uso della
 Pietra Nera dovesse influire sulla sua trasformazione, come dovesse
 sottomettere il guardiano Druido, come lo stesso Paranor dovesse
 essere riportato in vita completamente - o come ciascuna di queste
 fasi dovesse funzionare. Forse non era cossemplice come Walker lo
 faceva intendere. Nulla che coinvolgesse l'uso della magia Elfica era
 semplice. Avrebbe comportato dolore, uno sforzo enorme, e la
 possibilitmolto concreta di fallimento.
 Cosavevano discusso, avanti e indietro, pidi quanto Walker volesse
 ammettere, finch poche ore prima, erano stati troppo stanchi per
 fare qualunque altra cosa che non fosse scambiarsi una serie di
 frettolosi ammonimenti. Walker aveva ormai preso la sua decisione, e
 questo lo sapevano entrambi. Avrebbe messo alla prova la sua teoria,
 per cercare e affrontare l'essere lasciato libero da Allanon dentro
 Paranor e per usare la Pietra Nera allo scopo di rinchiuderlo
 nuovamente. Avrebbe scoperto la veritsulla Pietra e posto fine
 all'ultima odiosa visione del Grimpond.
 Se fosse stato capace di alzarsi da quel tavolo, prendere il
 talismano, e andare avanti.
 Sebbene avesse cercato di tenerlo nascosto a Cogline con sguardi truci
 e parole fiduciose, Walker era bloccato dal terrore. Tanta incertezza,
 tanti rischi. Costrinse le dita a stringersi di nuovo sulla Pietra
 Nera, a impugnarla cosforte da sentire male.
 侮engo con tepropose Cogline, 剃on Bisbiglio.
 俏o.
 促otremmo essere in grado di aiutarti in qualche modo.
 俏oripetWalker. Guardin alto, scuotendo la testa lentamente. 俑i
 piacerebbe se veniste anche voi. Ma qui si tratta di qualcosa in cui
 non potete aiutarmi, qualcosa in cui nessuno puaiutarmi.
 Provun dolore dove avrebbe dovuto esservi il braccio che gli
 mancava, come se fosse in qualche modo al suo posto e semplicemente
 lui non potesse vederlo. Si mosse con difficolt cercando di
 allentare i muscoli che si erano tesi e contratti mentre era stato
 seduto col vecchio, a discutere. Il movimento gli diede la spinta, e,
 con uno sforzo, si alz Cogline si alzcon lui. Stettero uno di
 fronte all'altro nella semioscurit nella trasparenza attenuata del
 Castello.
 俐alker.Il vecchio pronunciil suo nome sottovoce. 侵 Druidi hanno
 fatto di noi le loro creature. Siamo stati contorti e rivolti in ogni
 direzione, costretti a compiere cose che non volevamo e coinvolti in
 fatti di cui avremmo preferito non occuparci. Non ho la presunzione di
 discutere con te adesso i meriti delle loro manipolazioni. Abbiamo
 entrambi superato il punto in cui questo importa.
 Si chinin avanti. 俑a vorrei parlarti, vorrei chiederti di ricordare
 che essi hanno scelto i loro paladini saggiamente.Il Suo sorriso era
 stanco e triste. 雨uona fortuna.
 Walker girattorno al tavolo, cinse il vecchio col braccio sano e lo
 strinse forte. Lo tenne per un momento, poi lo lascie si allontan
 亮raziesussurr
 Non c'era nient'altro da dire. Trasse un respiro profondo, andad
 accarezzare Bisbiglio in mezzo alle orecchie dritte, fissi suoi
 occhi luminosi, poi scomparve fuori dalla porta.
 Con passi cauti e lenti, muovendosi nei vasti corridoi vuoti come se i
 muri potessero sentirlo avvicinare, come se le sue intenzioni
 potessero essere scoperte, procedette verso il centro del Castello.
 Delle ombre erano sospese attorno a lui in pieghe incolori, un velo di
 sonno che ammantava i suoi pensieri. Egli si seppellnel rifugio
 della mente, attirando la sua determinazione e la sua forza di volont
 attorno a sin strati protettivi, invocando dal piprofondo la
 fermezza che gli avrebbe dato una possibilitdi sopravvivenza.
 Perchla veritera che egli non aveva la minima idea di cosa sarebbe
 accaduto quando si fosse trovato faccia a faccia con il guardiano
 Druido e avesse invocato la Pietra Nera per sottometterlo. Aveva
 ragione Cogline; ci sarebbe stato da soffrire e sarebbe stato pi
 complesso e difficile di quanto egli non volesse ammettere. Ci sarebbe
 stata una lotta, e non era detto che egli ne sarebbe uscito vincitore.
 Gli sarebbe piaciuto avere un'idea migliore dell'impresa che doveva
 compiere. Ma non valeva la pena di desiderare ciche non avrebbe
 potuto essere mai, ciche non era mai stato. Le vie dei Druidi erano
 sempre state segrete.
 Volte percorse il corridoio principale, dirigendosi verso le porte
 che si aprivano all'interno del Castello e che portavano al pozzo nel
 quale il guardiano dormiva tranquillo. Oppure era solo rintanato,
 perchlo Zio Oscuro aveva l'impressione che la magia fosse sveglia e
 attenta, che lo seguisse con gli occhi mentre egli si aggirava per il
 Castello, camminando con fatica in un'ondulazione di luce mutevole,
 come una presenza invisibile. C'era anche l'ombra di Allanon, una
 stretta alla schiena, una contrazione dei muscoli della spalla dove le
 grandi mani si erano attaccate. Era gitenuto bloccato, pens Era
 spinto a questo confronto come se fosse un pezzo di legno secco
 trasportato sull'onda di un fiume, senza poterne deviare la direzione.
 "Parlami, Allanon", invocin silenzio. "Dimmi cosa fare".
 Ma non ebbe risposta.
 Le porte delle stanze vuote e gli oscuri corridoi delle altre sale e i
 rispettivi passaggi si susseguivano ininterrotti. Provdi nuovo il
 dolore al braccio che gli mancava e si augurdi essere ancora sano,
 almeno per il momento del confronto. Strinse piforte la Pietra Nera
 nella mano, sentendo le sfaccettature lisce e i margini affilati
 premere rassicuranti contro la sua carne. Poteva invocare il potere
 che c'era dentro, ma non poteva prevedere cosa avrebbe fatto.
 "Distruggerti", fu l'idea che gli sorse involont跫ia. Fece un respiro
 lento e profondo per calmarsi. Cercdi ricordare il brano della
 Storia dei Druidi sull'uso della Pietra ma all'improvviso gli mancla
 memoria. Cercdi ricordare quello che aveva letto in tutte le pagine
 di tutti quei libri ma non vi riusc Tutto gli si stava sciogliendo e
 scivolando via dentro, perduto nell'attacco di paura e di dubbio che
 lo aveva assalito, inquieto e minaccioso. Non dargli spazio, ammonse
 stesso. Ricordati chi sei, cosa ti stato promesso, cosa ti sei detto
 che accadr
 Le parole erano simili a foglie morte portate via da un forte vento.
 Davanti a lui, un ampio porticato si apriva nella pietra delle mura,
 ad arco e con un'ombra cosfitta che era nera come la notte. L una
 serie di alte porte di ferro rimanevano chiuse.
 L'entrata al pozzo del Castello dei Druidi.
 Walker arrivdavanti alle porte e si ferm Tutt'attorno sentiva un
 sussurrare di voci che lo rimproveravano aspramente, lo prendevano in
 giro alla maniera del Grimpond, dicendogli di tornare indietro,
 incitandolo ad andare avanti, un folle turbinio di esortazioni
 contrastanti. Dei ricordi si mossero da qualche parte dentro di lui,
 ma non erano i suoi. Poteva sentirli strisciare lungo la spina
 dorsale, un allungare di dita che si serravano e stringevano. Davanti
 a s poteva vedere una traccia di perfida luce verde far capolino
 dalle crepe e dalle fenditure del telaio della porta. Dietro, poteva
 sentire del movimento.
 In quel preciso istante, fu sul punto di scappare. Se fosse stato
 capace di farlo, avrebbe gettato via la Pietra Nera e si sarebbe messo
 in salvo, abbandonando la sua risoluzione e la sua decisione. La sua
 paura era evidente, costangibile che gli sembrava di poter allungare
 la mano e toccarla. Non aveva l'aspetto che si era immaginato. Non era
 la paura del confronto, della promessa della visione, e neppure la
 paura di morire. Si trattava di qualcosa che andava al di l qualcosa
 di cosimpalpabile da non potersi definire, e della cui presenza,
 tuttavia, era assolutamente certo.
 Ma l'ombra di Allanon lo tenne fermo, proprio come nella visione, un
 espediente del fato e una manipolazione dei secoli passati messi
 assieme per essere sicuri che Walker Boh realizzasse lo scopo che i
 Druidi avevano stabilito per lui.
 Tese in avanti il pugno chiuso, vedendolo come se la sua mano
 appartenesse a un'altra persona, osservandolo mentre si avvicinava
 alle porte di ferro.
 Esse si spalancarono senza far rumore.
 Walker entr il corpo intorpidito e la testa leggera e piena di
 piccoli, terrorizzati urli di avvertimento. "Non entrare",
 sussurravano, "non entrare".
 Si ferm senza fiato. Rimase su uno stretto pianerottolo di pietra
 all'interno del pozzo del Castello. Delle scale salivano tutt'intorno
 alla parete della torre come un serpente dalla schiena irta di aculei.
 Una debole luce grigia filtrava attraverso le fenditure tagliate nella
 pietra, trapassando le ombre. Sotto di snon c'era nient'altro che il
 vuoto, un abisso vasto e profondo dal quale saliva l'eco delle porte
 di ferro che si richiusero dietro di lui con un rumore sordo. Ascolt
 il cuore pulsargli nelle orecchie. Ascoltil silenzio circostante.
 Poi qualcosa si mosse nell'abisso. Fiato che usciva dai polmoni di un
 gigante, veloce e rabbioso. Una luce verdastra si accese, si abbass
 di nuovo, si trasformin nebbia, e comincia turbinare pigramente.
 Walker Boh sentla vastitdel Castello posarglisi attorno, un peso
 mostruoso da cui non poteva sfuggire. Tonnellate di pietra lo
 circondavano, e l'oscuritche vi si racchiudeva era come un velo di
 morte. Si alzla nebbia, una magia antica e oscura, il guardiano dei
 Druidi si era svegliato e veniva avanti per indagare. Andnella sua
 direzione con un movimento verso l'alto che seguiva la curvatura del
 muro di pietra, divorando lo spazio al buio, una palude che avrebbe
 potuto inghiottirlo senza lasciare traccia.
 Walker avrebbe voluto ancora fuggire, se non fosse stato per la
 certezza che era troppo tardi, che aveva cominciato qualcosa che
 doveva essere portato a termine, che il tempo e gli eventi lo avevano
 finalmente raggiunto, e che ora qui, da solo, avrebbe dovuto risolvere
 l'enigma della sua vita da Druido. Si costrinse ad avanzare verso il
 bordo del pianerottolo, fragile carne, simile a una goccia d'acqua
 rispetto all'oceano della forza che stava sotto. Essa sibilverso di
 lui come se lo avesse visto, un sussurro di riconoscimento. Sembr
 raccogliersi, come in un'accentuazione di movimento.
 Walker sollevla mano con la Pietra Nera.
 "Aspetta".
 La voce proveniva dalla nebbia. Walker rimase impietrito. Era la voce
 del Grimpond.
 "Mi conosci?"
 Il Grimpond? Come poteva essere il Grimpond? Walker battvelocemente
 le palpebre. Al centro la nebbia aveva cominciato a prendere forma, un
 pilastro di verde turbinante che avanzava nella luce, si sollevava
 attraverso l'oscurit costante, sicuro, finchnon fu alla sua
 altezza, sospeso nell'aria e nel silenzio.
 "Guarda".
 Divenne una figura umana con tanto di mantello e cappuccio, ma senza
 volto. Gli spuntarono mani e braccia che si tesero per abbracciare
 Walker. Le dita si stringevano e si contraevano.
 "Chi sono?"
 Apparve un volto, mentre l'ombra e la luce si separavano nella nebbia.
 Walker ebbe la sensazione che gli fosse strappata l'anima.
 La faccia che vedeva era la sua.
 Dentro il buio isolamento della sala a volta che ospitava le Storie
 dei Druidi, Cogline si alzin piedi barcollante. Stava accadendo
 qualcosa. Lo sentiva nell'aria, una vibrazione che faceva muovere le
 ombre. La faccia rugosa si irrigidnella concentrazione; gli occhi
 carichi di anni fissarono lo spazio. Il silenzio era totale, vasto e
 immutabile, il tempo sospeso, eppure...
 Dall'altro lato della stanza, di fronte a lui, la testa di Bisbiglio
 si alzdi colpo e il gatto delle paludi emise un profondo, lento,
 arrabbiato brontolio. Si accucci volgendo il muso prima da una
 parte, poi dall'altra, come se stesse cercando un nemico che si era
 reso invisibile. Anche Cogline avvertqualcosa, i suoi occhi si
 spostarono rapidi a destra e a sinistra. Sul tavolo davanti a lui, le
 pagine del libro aperto si misero a tremare.
 "Comincia", pensil vecchio.
 Raccolse le sue vesti e le tenne strette con un movimento inconscio,
 pensando a tutto ciche l'aveva portato a quel punto, a tutto ciche
 era successo prima. Dopo tanti anni, quale prezzo? si chiese. Ma il
 prezzo non sarebbe stato pagato da lui, bensda Walker Boh.
 "Devo fare quello che posso", decise.
 Si concentra fondo, una delle poche capacitche gli erano rimaste
 del suo passato di Druido. Si ritirin se stesso finchnon fu
 abbastanza libero da andarsene. Cospoteva superare brevi distanze,
 vedere dentro piccoli mondi. Si affrettper i corridoi del Castello,
 sempre nella sua mente, vedendo e sentendo ogni cosa. Passrapido
 attraverso il buio, attraverso la semioscuritgrigia, fino a
 raggiungere la torre del Castello.
 LtrovWalker Boh faccia a faccia con l'immortalite la morte,
 paralizzato dall'indecisione. Si rese conto di quello che stava
 accadendo.
 La sua voce era stranamente calma.
 "Walker. Usa la Pietra".
 Walker udla voce del vecchio, un sussurro nella sua mente, e sent
 il corpo reagire. Il braccio si sollev ed egli si irrigid
 L'essere davanti a lui si mise a ridere. "Ancora non mi conosci?"
 Non era proprio sicuro di conoscerlo. Era molte cose insieme, alcune
 delle quali gli erano note, altre no. Sulla voce, tuttavia, non poteva
 sbagliarsi. Era quella del Grimpond, che faceva del sarcasmo, che lo
 prendeva in giro e lo chiamava per nome.
 "Hai trovato la tua terza visione, non vero, Zio Oscuro?"
 Walker era sbalordito. Com'era possibile una cosa del genere? Come
 faceva il Grimpond a essere sia questa cosa che egli era venuto a
 sottomettere sia l'incarnazione imprigionata a Darklin Reach? Come
 poteva trovarsi in due posti allo stesso tempo? Non aveva senso. I
 Druidi non avevano creato il Grimpond. Le loro magie erano differenti
 e opposte. Eppure la voce, il movimento, e la sensazione...
 L'ombra davanti a lui stava diventando pigrande, si avvicinava.
 "Io sono la tua morte, Walker Boh. Sei preparato ad accogliermi?"
 E all'improvviso la visione riapparve nella sua mente, chiara come nel
 momento in cui l'aveva avuta per la prima volta: l'ombra di Allanon
 dietro di lui, che lo teneva fermo, l'ombra oscura davanti a lui, la
 promessa della sua morte, e il castello dei Druidi tutt'attorno.
 "Perchnon scappi? Fuggi da me!"
 Era tutto quello che poteva fare per non gridare. Cercdi
 allontanarsi a tentoni, implorando aiuto da ogni parte. La voce di
 Cogline era sparita, sepolta da una terribile paura. Risoluzione e
 impegno erano ridotte in mille pezzi sparsi attorno a lui. Walker Boh
 si stava disintegrando mentre era ancora vivo.
 Tuttavia qualche piccola parte di lui non si era arresa, tenuta unita
 dal ricordo di ciche lo aveva portato l dall'impegno preso con se
 stesso che non sarebbe morto volentieri e neppure nell'ignoranza. Il
 volto di Cogline era ancora l gli occhi sbarrati, le labbra che si
 muovevano, cercando di parlare. Walker attinse dentro di sall'unica
 cosa che lo aveva sostenuto per tanti anni, la rabbia che gli bruciava
 dentro al pensiero di ciche i Druidi gli avevano fatto. Vi soffi
 sopra finchsi incendi La portcon le mani alla faccia e lasci
 che lo ustionasse. La respirfinchla paura fu costretta a cedere il
 passo, finchrimase soltanto la rabbia.
 Allora accadde una cosa strana. La voce della cosa che era davanti a
 lui cambi Assunse il suono della sua stessa voce, frenetica,
 disperata.
 "Fuggi, Walker Boh!"
 La voce non proveniva pidalla nebbia, ma proprio da lui! Lo chiamava
 per nome, esortandolo a fuggire!
 Cosa stava accadendo?
 All'improvviso cap Non stava piascoltando la voce della cosa
 davanti a lui; stava ascoltando se stesso. Era la sua voce che aveva
 continuato a sentire tutto il tempo, un trucco del suo inconscio, un
 trucco - se ne rese conto infuriato - del Grimpond. Nella mente di
 Walker, insieme con la terza visione, lo spettro aveva instillato la
 suggestione della sua morte, una voce per convincerlo di essa, e la
 certezza che era proprio il Grimpond che veniva avanti sotto altre
 spoglie per dargliela. La vendetta sui discendenti di Brin Ohmsford,
 questo aveva cercato il Grimpond fin dall'inizio. Se Walker avesse
 ascoltato quella voce, avrebbe vacillato nella sua risoluzione, e si
 sarebbe allontanato dallo scopo che lo aveva portato fin l..
 "No!"
 Le sue dita si aprirono e la Pietra Nera si accese di vita.
 La nonluce si precipitin avanti, diffondendosi come inchiostro nel
 pozzo del Castello immerso nell'oscuritfino a coprire la nebbia.
 "Basta con gli scherzi!" Il grido di Walker era euforico, un grido
 silenzioso dentro la sua mente. Il Grimpond - cosinsidioso, cos
 ambiguo - lo aveva quasi distrutto. "Mai pi Mai..."
 Poi tutto cominciad accadere all'improvviso.
 La nonluce e la nebbia si mescolarono e si unirono. La nebbia torn
 indietro lungo il tunnel scuro della magia, come una furia pulsante,
 verdastra. Walker ebbe appena un istante per prendere respiro, per
 chiedersi cosa non aveva funzionato nel modo giusto, e per voler
 sapere se per caso non si fosse sbagliato nel tentare di essere pi
 furbo del Grimpond - e poi la magia del Druido gli fu addosso. Si
 sentscoppiare dentro, e si mise a urlare preso da uno smarrimento
 senza speranza. Il dolore era indescrivibile, un'incandescenza di
 fiamma. Fu come se un altro essere fosse entrato in lui, trasportato
 dalla magia, fatto uscire dal suo nascondiglio nella nebbia. Una
 presenza fisica che penetrnelle ossa, nei muscoli, nella carne e nel
 sangue finchnon superil suo livello di sopportazione. Si estese e
 infierfinchlui non credette di essere fatto a pezzi. Poi il senso
 della cosa cambi dando luogo a un tipo diverso di dolore. Fu
 assalito dai ricordi, numerosi e apparentemente senza fine. Con essi
 arrivanche il sentimento che li accompagnava, emozioni cariche di
 orrore e di paura, di dubbi e di rimpianti, e tante altre sensazioni
 che si rovesciarono su Walker Boh in un torrente inarrestabile.
 Indietreggibarcollando, cercando di resistere, di scacciarli. La sua
 mano si dibattnel tentativo di richiudersi sulla Pietra Nera per
 soffocarne l'attacco, ma il corpo non gli ubbidiva pi Era
 intrappolato dalle magie - quella della Pietra e quella della nebbia -
 che lo tenevano legato.
 Come Allanon e lo spettro della morte nella terza visione!
 "Ombre! Allora aveva avuto ragione il Grimpond dopotutto?"
 Stava vedendo altri luoghi e altri tempi, gli passavano davanti agli
 occhi le facce di uomini, di donne e di bambini che non conosceva, era
 testimone di eventi che apparivano e sparivano, e soprattutto provava
 una lacerante serie di emozioni che provenivano dall'essere che aveva
 dentro. Perdette la nozione del luogo in cui era. Fu trasportato nella
 mente dell'essere che si era impadronito di lui. Era un uomo? S si
 accorse che era un uomo, un uomo che aveva vissuto infinite vite,
 secoli, pia lungo di qualsiasi essere umano normale, qualcuno che
 era tanto differente...
 Le immagini cambiarono all'improvviso. Vide un gruppo di tuniche nere,
 figure scure nascoste dietro le mura del castello, rinchiuse in stanze
 dove la luce penetrava a malapena, curve su antichi libri di scienza,
 a scrivere, a leggere, a studiare, a discutere...
 "Druidi!"
 E allora si rese conto della verit- una scoperta impressionante,
 sconvolgente - che penetrattraverso la follia come la lama di un
 rasoio.
 L'essere che la nebbia aveva portato dentro di lui era Allanon, i suoi
 ricordi, le sue esperienze, i suoi sentimenti e i suoi pensieri, tutto
 tranne la carne e il sangue che aveva perduto morendo.
 Come aveva fatto Allanon a riuscirci? Walker se lo chiese incredulo,
 lottando per riprendere fiato dall'assalto dei ricordi, dalla coltre
 soffocante dei pensieri dell'altro. Ma la risposta la sapeva gi Una
 magia dei Druidi poteva fare quasi tutto. I semi erano stati piantati
 ltrecento anni prima. E allora, perch Anche quella risposta non si
 fece attendere, presentandosi col rosso bagliore della certezza.
 Questo era il modo in cui la tradizione dei Druidi doveva essere
 tramandata a lui. Tutto ciche Allanon aveva saputo e sentito era
 ammassato nella nebbia, la sua conoscenza era stata tenuta al sicuro
 per trecento anni, in attesa del suo successore.
 Ma Walker si accorse che c'era dell'altro. Questo era anche il modo in
 cui egli sarebbe stato messo alla prova, il modo in cui sarebbe stato
 stabilito se doveva diventare un Druido.
 Le sue ipotesi si esaurirono mentre le immagini continuavano a
 passargli davanti agli occhi, riconoscibili ora per ciche erano:
 tutta l'esperienza di un Druido, quella che Allanon aveva racimolato
 dai suoi predecessori, dai suoi studi, dalle sue condizioni di vita.
 Come orme in un terreno molle, esse si impressero nella mente di
 Walker, col loro tocco aspro e infuocato, ciascuna simile a un carbone
 acceso sulla sua pelle. Parole, impressioni e sentimenti scendevano
 come una valanga. Era troppo, e troppo in fretta. "Non voglio questo!"
 urlterrorizzato, ma il flusso continuininterrotto, deciso - l'io
 di Allanon si trasferiva in Walker. Lottper respingerlo, cercando a
 tentoni nel labirinto delle immagini qualcosa di concreto. Ma la luce
 nera della Pietra era simile a un imbuto che non si lasciava tappare,
 che attingeva alla nebbia verdastra, l'assorbiva e la incanalava nel
 suo corpo. Si sentivano voci, apparivano volti, le scene mutavano e il
 tempo correva via - un insieme di tutti gli anni che Allanon aveva
 vissuto, lottando per proteggere le Razze, per essere sicuro che la
 tradizione dei Druidi non andasse perduta, che le speranze e le
 aspirazioni sognate secoli addietro dal Primo Consiglio fossero
 portate avanti e conservate. Walker Boh fu messo al corrente di tutto
 questo, apprese ciche aveva significato per Allanon e per coloro che
 ne avevano avuto l'esistenza segnata e sentsu di sl'impatto della
 vita di circa dieci secoli.
 Poi, all'improvviso, le immagini cessarono, e cosle voci, i volti,
 le scene fuori dal tempo - tutto quanto lo aveva aggredito. Svanirono
 precipitosamente, ed egli si trovdi nuovo dentro il Castello, una
 figura solitaria abbandonata contro il muro di blocchi di pietra.
 "Ancora vivo".
 Si solleva fatica, abbassando lo sguardo su di s accertandosi di
 essere tutto intero. Dentro di lui c'era una sorta di infiammazione,
 come la pelle arrossata da troppo sole, per via di tutta la conoscenza
 Druidica inculcatagli, di tutto quello che Allanon aveva deciso di
 lasciargli. Si sentl'anima pervasa e la mente colma. Tuttavia il suo
 controllo sulla conoscenza era sconnesso, come se non avesse potuto
 essere attuato, essere impartito. Qualcosa non funzionava, Walker non
 sembrava in grado di focalizzare la situazione.
 Davanti a lui, la Pietra Nera pulsava, la nonluce era un ponte che
 formava un arco nell'oscurit ancora collegata con ciche restava
 della nebbia - una massa di luce verde che si agitava, sibilava e
 mandava scintille e si raccoglieva come un gatto pronto a scattare.
 Walker si drizz debole e instabile, di nuovo spaventato, sentendo
 che stava per accadere qualcos'altro e che il peggio doveva ancora
 venire. La sua mente correva. Cosa poteva fare per prepararsi? Non
 c'era molto tempo...
 La nebbia si lancinella nonluce. Giunse su Walker e lo avvolse in un
 batter d'occhio. Egli potvederne la rabbia, udirne la collera, e
 sentirne la furia. Esplose attraverso la nuova pelle della sua
 conoscenza, come un geyser di dolore. Walker urle si piegsu se
 stesso. Il suo corpo fu preso da terribili convulsioni, cambiando
 sotto la copertura della sua tunica. Sentche gli si slogavano le
 ossa. Chiuse gli occhi e si irrigid La nebbia era dentro di lui, si
 avvolgeva, prendeva posto, si nutriva.
 Provun impeto di orrore.
 Aveva lottato tutta la vita per sfuggire a quello che i Druidi gli
 avevano preordinato, deciso a seguire la propria strada. Alla fine
 aveva perso. Perciera andato alla ricerca della Pietra Nera e poi di
 Paranor, sapendo che se li avesse trovati voleva dire che egli sarebbe
 diventato il prossimo Druido, accettando il suo destino ma promettendo
 a se stesso che sarebbe rimasto quello che era qualunque fosse la sua
 predestinazione. Ora, nel giro di un istante, mentre era distrutto
 dalla furia di ciche si era nascosto nella nebbia, tutto quello che
 rimaneva delle sue speranze di una piccola dose di autodeterminazione
 fu spazzato via, e Walker Boh fu lasciato invece con la parte pibuia
 dell'anima di Allanon. Era l'io picrudele del Druido, un insieme di
 tutte quelle volte che era stato costretto dalla ragione o dalle
 circostanze a fare ciche detestava, di tutte quelle situazioni in
 cui aveva dovuto spendere delle vite, la fede, la speranza e la
 fiducia, e di tutti quegli anni passati a indurire e a temprare lo
 spirito e il cuore finchentrambi non erano stati forgiati con cura e
 resi indistruttibili come il piduro dei metalli. Era una
 rappresentazione dei limiti dell'essere di Allanon, i limiti a cui era
 stato costretto ad arrivare. Rivelava il peso della responsabilitche
 accompagnava il potere. Delineava la comprensione che l'esperienza
 conferiva. Era aspro, tormentato e terribile, pari alla somma di dieci
 vite normali, e inondava Walker come le onde di piena sulla parete di
 una diga.
 Lo Zio Oscuro fu risucchiato ginell'oscurit sentendo le proprie
 urla, sentendo anche la risata del Grimpond - non sapeva dire se
 immaginaria o reale. Le sue idee si dispersero dinanzi alla
 spoliazione del suo spirito, delle sue speranze e delle sue
 convinzioni. Non poteva farci niente; la potenza della magia era
 troppo forte. Cedette di fronte a essa, un'energia mostruosa. Si
 rassegnad attendere la morte.
 Eppure, chisscome, rimase attaccato alla vita. Si accorse che il
 torrente dell'oscura rivelazione, mentre metteva alla prova la sua
 resistenza in modi che non credeva possibili, non era tuttavia
 riuscito a distruggerlo. Non poteva pensare - era troppo doloroso. Non
 cercava di vedere, perduto in un pozzo senza fondo. L'udito non gli
 serviva a niente, perchl'eco delle sue grida si ripercuoteva
 tutt'attorno a lui. Gli sembrava di galleggiare su se stesso, lottando
 per respirare, per sopravvivere. Era la prova che aveva immaginato, il
 rito di passaggio del Druido. Lo percosse fino a lasciarlo senza
 sensi, lo riempdi dolore e lo lascispezzato dentro. Tutto venne
 trascinato via: le sue credenze e le sue comprensioni, ciche lo
 aveva sostenuto per tanto tempo. Avrebbe potuto sopravvivere a quella
 perdita? Cosa sarebbe stato se ce l'avesse fatta?
 Nuotin onde di angoscia, sepolto in se stesso e nella forza
 dell'oscura magia, portato al limite della resistenza, sul punto di
 affogare. Si rendeva conto che poteva perdere la vita nel breve
 volgere di un momento e che gli veniva sottratta la dimensione del suo
 essere reale. Non poteva impedirlo. Non era sicuro neppure di
 provarci. Andava alla deriva, incapace.
 "Incapace".
 Di essere pichi aveva creduto di essere. Di mantenere qualcuna delle
 promesse fatte a se stesso. Di avere qualsiasi controllo sulla sua
 vita. Di stabilire se fosse vissuto o morto.
 "Incapace".
 Walker Boh.
 Appena consapevole di quello che stava facendo, disgiunto dalla
 facoltdi ragionare in modo cosciente, trasportato invece da emozioni
 troppo primarie per poter essere identificate, lo Zio Oscuro si
 trascinfuori dal suo letargo ed esplose attraverso ondate di dolore,
 attraverso la nonluce e l'oscura magia, attraverso il tempo e lo
 spazio, un corpuscolo luminoso di collera ardente.
 Dentro di s sentrompersi l'equilibrio, inclinarsi il peso tra la
 vita e la morte.
 E quando infine lacerla superficie del nero oceano che aveva
 minacciato di seppellirlo, l'unico suono che ud come se provenisse
 dai suoi polmoni, fu un urlo interminabile.
 26.
 Era giorno fatto. Gli ultimi tre superstiti del gruppo dei nove
 originari avanzavano con cautela nel groviglio di In Ju, seguendo la
 forma tozza e irta di aculei di Stresa, il Gatto Screziato, che
 trotterellava senza sosta immergendosi sempre pinell'oscurit
 Wren respirava l'aria fetida e umida e tendeva l'orecchio al silenzio.
 Distante, lontano da dove essi si affannavano, il brontolio del
 Killeshan era come uno sfondo sonoro che si ripercuoteva per cielo e
 terra, profondo e minaccioso. Morrowindl era scossa dai tremori del
 vulcano, preavvisi dell'eruzione che stava per avvenire. Ma nella
 giungla tutto era immobile. Una patina lucente di umiditcopriva In
 Ju, inzuppando alberi e cespugli, rampicanti ed erba, una coltre che
 attutiva il rumore e nascondeva il movimento. La giungla era una volta
 di verde intenso, di pareti che formavano innumerevoli stanze che
 davano una nell'altra, di corridoi che si avvolgevano e si
 intersecavano in un dedalo che minacciava di soffocare. I rami si
 intrecciavano in alto formando un soffitto che impediva il passaggio
 della luce, e facevano da baldacchino su un terreno simile a un
 mosaico, composto da paludi, sabbie mobili e fango. Gli insetti
 ronzavano celati alla vista e gli esseri gridavano nella nebbia. Ma
 non si muoveva niente. Nulla sembrava vivo.
 Le ragnatele del Wisteron erano ormai dappertutto, un vasto intreccio
 che ricopriva gli alberi come strisce di garza. Degli esseri morti
 pendevano dalle ragnatele, gusci di creature prive di vita, avanzi dei
 pasti del mostro. Erano per la maggior parte piccole creature; quelle
 grandi il Wisteron le portava nella sua tana.
 Che doveva essere da qualche parte non lontano, piavanti.
 Wren osservava le ombre attorno a lei, resa piinquieta dalla
 mancanza di qualsiasi movimento che dal silenzio. Camminava nel regno
 della morte, in una terra deserta in cui non c'erano esseri viventi,
 un inferno che attraversava a suo rischio e pericolo. Continuava a
 pensare che sarebbe riuscita a vedere una macchia di colore, un
 incresparsi dell'acqua, o uno scintmio  di foglie e di erba. Ma la
 palude In Ju sembrava rivestita di ghiaccio, tanto era immobile. Ormai
 erano penetrati profondamente nella terra del Wisteron, dove non si
 avventurava nessuno.
 Nessuno tranne loro.
 Wren teneva le Pietre Magiche strette in mano, libere gidal loro
 sacchetto di cuoio, pronte all'uso che sapeva di doverne fare. Non si
 illudeva su cile sarebbe stato richiesto. Non nutriva nessuna falsa
 speranza che l'uso delle Pietre potesse essere evitato, che le sue
 capacitdi Rover potessero essere sufficienti a salvarli. Non si
 poneva il problema se fosse saggio o meno ricorrere alla magia pur
 sapendo quali effetti il suo potere avesse su di lei. Le sue scelte
 erano gistate fatte. Il Wisteron era un mostro che soltanto le
 Pietre potevano sconfiggere. Avrebbe usato la magia perchera l'unica
 arma che avrebbe dato loro un vantaggio nella battaglia che li
 aspettava. Se avesse esitato, se si fosse lasciata prendere di nuovo
 dall'indecisione, sarebbero morti tutti.
 Deglutperchaveva la gola riarsa. Le parve davvero strano sentirsi
 cosarida in quel punto e cosumida altrove. Le sudavano perfino le
 mani. Quanta strada aveva fatto dai giorni in cui con Garth aveva
 girovagato nel Tirfing in quella che ora sembrava essere stata
 un'altra vita, libera da preoccupazioni e responsabilit quando
 doveva rispondere solo a se stessa e ai dettami del tempo.
 Si chiese se avrebbe mai rivisto le Terre dell'Ovest.
 Davanti a lei, l'oscuritsi intensificava in sacche di ombra fitta
 che avevano l'aspetto di cunicoli. La nebbia ne usciva arrotolandosi e
 avvolgendosi ai rami degli alberi e ai rampicanti come tanti serpenti.
 Le ragnatele ricoprivano i rami alti e riempivano gli spazi tra l'uno
 e l'altro - fili spessi, semitrasparenti che brillavano di umidit
 Stresa rallente guardindietro verso di loro. Non parlava. Non ce
 n'era bisogno. Wren avvertiva la presenza di Garth e di Triss alle sue
 spalle, silenziosi, in attesa. Annua Stresa e fece loro cenno di
 andare avanti.
 All'improvviso pensalla nonna, chiedendosi cosa avrebbe provato se
 fosse stata l immaginando come avrebbe reagito. Ne vedeva il volto,
 i fieri occhi azzurri in contrasto col sorriso sempre pronto, il
 solenne senso della calma che scacciava dubbi e timori. Ellenroh
 Elessedil. Regina degli Elfi. La nonna era sempre sembrata avere il
 controllo di ogni cosa. Ma neppure questo era stato sufficiente a
 salvarla. Su cosa dunque, si chiese Wren con tristezza, poteva
 contare? Sulla magia ovviamente, ma la magia era forte solo quanto chi
 la possedeva, e Wren in questo frangente avrebbe preferito di gran
 lunga la forza indomabile della nonna alla sua. Lei non aveva la
 fiducia in sdi Ellenroh, non aveva la sua sicurezza. Perfino
 determinata com'era a recuperare lo Scettro e il Loden, a riportare il
 popolo degli Elfi nelle Terre dell'Ovest, e a rispettare i termini del
 compito affidatole, vedeva se stessa come un essere di carne e sangue
 e non di ferro. Avrebbe potuto fallire. Avrebbe potuto morire. Il
 terrore si profilava ai margini di questi pensieri, e non sarebbe
 stato facile scacciarlo.
 Triss la urtda dietro, facendole fare un salto. Egli sussurr si
 scusin fretta e tornal suo posto. Wren ascoltil rumore sordo del
 suo sangue, che palpitava nelle orecchie e nel petto, una misura del
 breve spazio che intercorreva tra la vita e la morte.
 Era sempre stata cossicura di s..
 Qualcosa sgattaiolvia sul terreno davanti a loro, un lampo di
 movimento scuro contro il verde. Gli aculei di Stresa si drizzarono,
 ma egli non rallent La foresta si apriva attraverso un mare di erba
 di palude su un boschetto di vecchie acacie che si appoggiavano
 pesantemente le une alle altre, mentre il terreno sotto di loro era
 eroso e ricoperto di fango. Il gruppo seguil Gatto Screziato a
 sinistra per uno stretto rialzo. Il movimento si ripet rapido,
 improvviso, questa volta era pidi una sola cosa. Wren cercdi
 seguirla. Qualche tipo di insetto, decise, lungo e stretto, con molte
 zampe.
 Stresa trovun tratto di terreno leggermente pigrande del suo corpo
 e si voltverso di loro.
 促hhfft. Li avete visti?sussurrcon la sua voce roca. Gli altri
 annuirono. 俟pazzini! Si chiamano Orp. Hssst! Mangiano tutto. Ah,
 tutto! Vivono dei resti del Wisteron. Ne incontreremo tanti altri
 prima che abbiamo finito. Non vi spaventate quando li vedete.
 青i manca molto?chiese sottovoce Wren di rimando, abbassandosi verso
 di lui.
 Il Gatto Screziato drizzla testa. 促oco piavantibrontol 俏on
 senti l'odore degli esseri morti?
 青osa c'ldietro?
 俟sssttt! Come faccio a saperlo, Wren degli Elfi?LO sono ancora
 vivo!
 Lei ignoril suo sarcasmo. 隹ndiamo a vedere. Se possiamo parlare,
 parliamo, altrimenti torniamo indietro e decidiamo cosa fare.
 Guardprima Garth e poi Triss per essere sicura che avessero capito,
 quindi si raddrizz Fauno le stava attaccato come una seconda pelle.
 Avrebbe dovuto metterlo giprima di procedere troppo oltre.
 Avanzarono, penetrando nell'erba alta e tra gli alberi caduti. Adesso
 c'erano Orp dappertutto, che si disperdevano a mano a mano che essi si
 avvicinavano. Sembravano giganteschi pesci d'argento, rapidi e
 silenziosi mentre sparivano tra la terra e il bosco. Wren cercdi
 ignorarli, ma era difficile. In superficie l'acqua della palude
 ribolliva e schizzava attorno a loro, il primo rumore che sentivano da
 un po' di tempo. La portata del Killeshan si stava allungando.
 Uscirono dall'erba e passarono in mezzo agli alberi, mentre l'oscurit
 si faceva sempre pifitta attorno a loro. Fu di nuovo silenzio,
 l'aria era vuota e morta. Wren respirava lentamente, profondamente. La
 sua mano si stringeva sulle Pietre Magiche.
 Poi passarono attraverso il boschetto di acacie e, superato un tratto
 di terreno piatto e fangoso, arrivarono a un gruppo di enormi abeti i
 cui rami si intrecciavano l'uno all'altro in un abbraccio molto
 stretto. C'erano dappertutto fili di ragnatele appesi, e mentre si
 avvicinavano al lato estremo della spianata Wren vide delle ossa
 sparse attorno agli alberi. Gli Orp scattavano veloci a destra e a
 sinistra, sfiorando la superficie del terreno, scomparendo poi nel
 fogliame.
 Stresa aveva molto rallentato l'andatura.
 Raggiunsero il bordo della spianata fangosa, scesero attraverso
 un'apertura tra gli alberi avanzando carponi, e rimasero immobili.
 Al di ldegli alberi c'era un burrone profondo, un'isola di rocce
 sospesa all'interno della palude. Gli abeti si innalzavano da terra in
 un insieme confuso di tronchi scuri che sembravano legati assieme da
 centinaia di ragnatele. Da queste pendevano esseri morti, mentre il
 terreno sottostante era coperto di ossa. Tutto pullulava di Orp, un
 tappeto ondeggiante di movimento. Sul burrone c'era una luce grigia e
 diffusa, che filtrata attraverso il "vog" e la nebbia si riduceva a
 deboli ombre. Dappertutto c'era un odore di morte, che impregnava le
 rocce, gli alberi e la foschia. C'era calma nella tana del Wisteron.
 Se non fosse stato per il tramestio degli Orp, non si muoveva nulla.
 Wren sentla mano di Garth stringerle la spalla. Sollevlo sguardo e
 vide che le indicava un punto.
 Di fronte a loro Gavilan Elessedil era appeso a braccia aperte in una
 specie di amaca di ragnatele, gli occhi azzurri fissi, privi di vita,
 la bocca spalancata un urlo muto. Era stato sventrato, il suo tronco
 era stato aperto dal petto allo stomaco. Nella cavitvuota, si
 intravedevano a malapena le costole. Il corpo si era completamente
 prosciugato. Ciche ne rimaneva era poco pidi un guscio, una
 grottesca, spaventosa parodia di un uomo.
 Wren aveva visto molti morti nella sua breve vita, ma non era affatto
 preparata a questo spettacolo. "Non guardare!" continuava a ripetersi.
 "Non ricordarlo cos" Ma guarde cosfacendo si rese conto che non
 avrebbe dimenticato mai.
 Garth le toccla spalla una seconda volta, indicando ginel burrone.
 Lei scrutsenza vedere nulla in un primo tempo, poi scorse lo
 Scettro. Si trovava proprio sotto a ciche rimaneva di Gavilan,
 adagiato su uno strato di vecchie ossa. Gli Orp ci camminavano sopra
 incuranti. Il Loden era ancora al suo posto, fissato in cima a esso.
 Wren annuin segno di risposta, chiedendosi gicome avrebbero potuto
 raggiungere il talismano. All'improvviso spostdi nuovo lo sguardo,
 cercando qualcos'altro.
 "Dov'era il Wisteron?"
 Allora lo vide, in alto sui rami degli alberi a un'estremitdel
 burrone, sospeso in una delle sue ragnatele, immobile nella foschia.
 Era raggomitolato a formare un'enorme palla, con le zampe raccolte
 sotto di s e aveva il curioso aspetto di una nuvola sporca. Era
 ricoperto di pelo ispido, e si confondeva con la caligine. Sembrava
 addormentato.
 Wren respinse l'ondata di paura scatenata dalla vista del mostro.
 Diede un'occhiata frettolosa agli altri. Stavano tutti guardando la
 stessa cosa. Il Wisteron si spostall'improvviso, distendendo il suo
 corpo straordinariamente snello, allungando diversi arti. Per un
 istante videro gli artigli e una faccia schifosa, da insetto con
 strane fauci atte a succhiare. Poi si raggomitoldi nuovo e rimase
 immobile.
 Nella mano di Wren, le Pietre Magiche avevano cominciato a scottare.
 Lanciun'ultima occhiata di disperazione a Gavilan, poi fece cenno
 agli altri e si ritirarono uscendo fuori dagli alberi. Senza dire una
 parola ritornarono sui loro passi attraverso la spianata finchnon si
 trovarono sotto l'ombrello protettivo delle acacie, dove si
 inginocchiarono in cerchio, stretti l'uno all'altro.
 Wren li guardnegli occhi. 青ome facciamo a riprendere lo Scettro?
 chiese calma. L'immagine di Gavilan le era rimasta impressa nella
 mente, e le riusciva difficile pensare ad altro..
 Le mani di Garth si sollevarono per segnalare. "Uno di noi deve
 scendere nel burrone".
 俑a il Wisteron sentir Quelle ossa faranno un rumore di gusci d'uovo
 se ci si cammina sopra.Wren mise Fauno a terra accanto a lei. Gli
 occhi scuri guardarono in alto, fissando intensamente i suoi.
 促otremmo calare giqualcuno?chiese Triss.
 促hhTiili ! Non senza fare qualche rumore o movimentoscattStresa.
 侵l Wisteron non sta - ssstttt - dormendo. Fa solo finta. Se ne
 accorger
 隹llora potremmo aspettare finchnon dorme davverocontinuTriss.
 保 finchnon va a caccia, finchnon si allontana per andare a
 controllare le sue ragnatele.
 俏on credo che abbiamo abbastanza tempo per questo...cominciWren.
 信ssstt! Non importa che ci sia abbastanza tempo o meno!intervenne
 Stresa accalorandosi. 俟e va a caccia o a controllare le sue
 ragnatele, sentiril nostro odore. Si accorgerche siamo qui!
 俟tate calmidisse Wren suadente. E osservil Gatto Screziato che
 aveva fatto un passo indietro, con la sua faccia corrucciata.
 非eve esistere un modosussurrTriss. 青i basta un minuto o due, per
 scendere e risalire. Forse sarebbe utile un diversivo.
 亭orseammise Wren, cercando senza successo di pensarne uno.
 Fauno stava squittendo sottovoce con Stresa, che gli rispose seccato:
 俟 Squeak, lo Scettro! Cosa dici? PTiili t! Adesso stai buono e
 lasciami pensare!
 "Usa le Pietre Magiche". Segnalall'improvviso Garth.
 Wren respirprofondamente. 青ome diversivo?Erano di nuovo al punto
 in cui sapeva che sarebbero comunque arrivati. 侮a bene. Ma non voglio
 che ci separiamo. Non riusciremmo pia ritrovarci.
 Garth scosse la testa. "Non come diversivo. Come arma".
 Lei lo guard
 "Uccidilo prima che uccida noi. Un colpo veloce".
 Triss vide l'incertezza nei suoi occhi. 青osa propone Garth?chiese.
 Un colpo veloce. Naturalmente Garth aveva ragione. Non avrebbero
 potuto riavere lo Scettro senza combattere; era assurdo immaginare
 diversamente. Perchnon approfittare dell'elemento sorpresa? Colpire
 il Wisteron prima che potesse colpire loro. Ucciderlo o almeno
 renderlo inoffensivo prima che avesse la possibilitdi far loro del
 male.
 Wren trasse un respiro profondo. Avrebbe potuto farlo, se fosse stato
 necessario. Aveva gideciso in quel senso. Ma non era del tutto
 sicura che la magia delle Pietre fosse abbastanza potente per avere la
 meglio su una cosa cosgrande e aggressiva come il Wisteron. E la
 magia dipendeva direttamente da lei. Se lei non avesse avuto forza
 sufficiente, se il Wisteron si fosse dimostrato troppo forte, avrebbe
 condannato tutti allo stesso destino.
 E comunque, che scelta aveva? Non c'era altro modo di raggiungere lo
 Scettro.
 Wren allungla mano per strofinare Fauno, ma non lo trov 亭auno?I
 suoi occhi si staccarono da quelli di Garth, la mente ancora
 preoccupata dal problema che aveva davanti. Quando si spostgli Orp
 si allontanarono in fretta. L'acqua riempsubito le impronte profonde
 lasciate dai suoi stivali.
 Attraverso la copertura degli alberi sotto i quali si erano
 inginocchiati, oltre la spianata ricoperta di fango, scorse lo Squeak
 che entrava nel burrone
 "Fauno!"
 L'aveva intravisto anche Stresa. Il Gatto Screziato girsu se stesso,
 con gli aculei ritti. 俑atto di uno ssstttt Squeak! Ti ha sentito,
 Wren degli Elfi! Ha chiesto cosa volevi. Non gli ho prestato
 attenzione - pTiili t - ma...
 俠o Scettro?Wren barcoll mentre l'orrore le annebbiava la vista.
 哉uoi  dire che andato a prendere lo Scettro?
 Poi si mosse all'istante, correndo dagli alberi verso la spianata,
 facendo meno rumore possibile. Aveva dimenticato che Fauno poteva
 comunicare con loro. Era passato tanto tempo da quando lo Squeak ci
 aveva provato per la prima e unica volta.
 Provuna stretta al cuore. Sapeva fino a che punto l'animaletto le
 fosse devoto. Avrebbe fatto qualunque cosa per lei.
 Adesso stava per dimostrarglielo.
 "Fauno! No!"
 Il respiro si fece affannoso. Avrebbe voluto gridare, richiamare
 indietro lo Squeak. Ma non poteva - un grido avrebbe svegliato il
 Wisteron. Raggiunse l'estremitdella spianata, gli Orp fuggivano in
 tutte le direzioni, lampi scuri contro l'umidit Sentiva Garth e
 Triss che la seguivano trafelati. Stresa era riuscito chisscome a
 superarla, dimostrandosi ancora una volta piveloce di quanto lei si
 aspettasse; si stava giinfilando tra gli alberi. Lei gli teneva
 dietro, con il passo affrettato e il respiro che le si bloccava in
 gola appena usciva allo scoperto.
 Fauno era a metstrada giper il fianco del burrone, scivolando
 agile, senza fare il minimo rumore tra le rocce. Fili di ragnatele
 erano sparsi lungo il suo percorso, ma lui li evitava senza
 difficolt In alto, il Wisteron era sospeso immobile nella sua
 ragnatela, tutto raggomitolato. C'erano appesi anche i resti di
 Gavilan, ma Wren evitdi guardarli. Concentrl'attenzione su Fauno,
 sulla sua discesa angosciante. Vide che Stresa si era appiattito tra
 le rocce a pochi metri di distanza. Garth e Triss l'avevano raggiunta,
 uno per lato, e le stavano vicini. Triss l'afferrper proteggerla,
 cercando di trattenerla. Lei sottrasse il braccio con un gesto di
 rabbia. La mano che stringeva le Pietre Magiche si alz
 Fauno era giunto in fondo al burrone e cominciava ad attraversarlo.
 Simile a una piuma, lo Squeak sembrava danzare sul tappeto di ossa
 secche, attento a dove metteva i piedi, aggraziato come un gatto.
 Avanzava senza far rumore, incongruo quanto gli Orp che si
 disperdevano al suo arrivo. In alto, il Wisteron continuava a
 sonnecchiare, invisibile. La grigia foschia del "vog" passava tra loro
 in fitti strati, nascondendo lo Squeak tra le sue pieghe. "Ombre,
 perchnon l'ho tenuto stretto?" Wren sentiva il sangue rimbombarle
 nelle orecchie, mentre misurava il passare dei secondi. Fauno spar
 nel "vog". Poi ricomparve, adesso all'altro lato, chino sullo Scettro.
 "E' cospesante", pensWren disperata. "Non ce la fara
 sollevarlo".
 Ma in qualche modo Fauno ci riusc portandolo via dagli strati di
 ossa simili a rami secchi umani. Fauno prese nelle sue piccole mani
 quello Scettro lungo tre volte pidi lui, e cominciil cammino a
 ritroso, come un equilibrista, usando lo Scettro a mo' di asta. Wren
 si lascicadere sulle ginocchia, senza fiato.
 D'un tratto, Triss la tocclievemente con il gomito, indicando in
 alto. Il Wisteron si era spostato nella sua amaca, allungando le
 zampe. Stava per svegliarsi. Wren cominciad alzarsi, ma Garth la
 tirgiin fretta. Il Wisteron si era raggomitolato di nuovo,
 ripiegando le zampe. Fauno continuava ad avanzare verso di loro, sulla
 minuscola faccia un'espressione seria, il corpo vigoroso in tensione.
 Poi raggiunse di nuovo il lato pivicino del burrone e si ferm
 Wren si sentgelare. "Fauno non sapeva come arrampicarsi per uscire!"
 Allora il Killeshan tosse vomitfuoco, a chilometri di distanza,
 tanto lontano che il rumore fu appena un mormorio nel silenzio. Ma
 l'eruzione provocscosse di terremoto in profondit increspature che
 si irradiarono dalla fornace della montagna come si allargano i cerchi
 per la caduta di una pietra nell'acqua. Le scosse percorsero tutto il
 tratto fino alla palude In Ju e alla tana isolata del Wisteron, ed
 ebbe inizio una reazione a catena. Le ondate di terremoto acquistarono
 forza, si trasformarono rapidamente in calore, e il calore esplose
 dalle distese di fango in un getto di vapore proprio sotto Wren.
 Il Wisteron si svegliall'istante, con le zampe attaccate alle sue
 ragnatele, la testa che roteava su uno spesso collo senza ossa, mentre
 gli occhi dai riflessi neri cercavano tutt'intorno. Fauno, colto alla
 sprovvista dalle scosse e dall'esplosione, si lancisul pendio del
 burrone, lascila presa e ricadde subito indietro. Lo Scettro rotol
 facendo sbattere tra loro le ossa che tintinnarono. Il sibilo del
 Wisteron fu pari a quello del geyser. Si precipitgia una velocit
 abbagliante, mezzo ragno, mezzo scimmia, eppure tutto mostro.
 Ma Garth fu piveloce. Superil lato del burrone rapido come
 un'ombra prodotta dal passaggio di una nuvola nella notte. Rimbalz
 sulle sporgenze rocciose, facendo gli ultimi metri senza rallentare.
 Atterrmandando all'aria centinaia di pezzi di ossa, allungla mano
 verso lo Scettro e lo afferrsaldamente. Fauno stava gicorrendo a
 mettere in salvo la sua larga schiena. Garth si voltper risalire,
 mentre l'ombra del Wisteron si chiuse su di lui quando il mostro si
 precipitdalla ragnatela per abbatterlo Wren balzin piedi, la mano
 si apr il braccio si spinse in avanti, mentre lei invocava il potere
 delle Pietre Magiche. Esso rispose alla velocitdel pensiero,
 colpendo in avanti con un accecante cordone di fuoco che colse il
 Wisteron mentre stava ancora scendendo e si abbattsu di lui come un
 gigantesco pugno, mandandolo a rotolare lontano. Wren sentche tutta
 la sua forza la abbandonava mentre il colpo andava a segno. Nella
 fretta di salvare Garth, non ne aveva trattenuta neppure un po'. Per
 un attimo fu scossa da un senso di ebbrezza. Rimase senza fiato e
 comincia cadere. Triss l'afferrintorno alla vita. Stresa grid
 loro di correre.
 Garth emerse dal burrone, la faccia rigata dal sudore e contratta in
 una smorfia, in una mano lo Scettro, nell'altra Fauno. Lo Squeak vol
 da Wren, scosso dai tremiti. Si allontanarono carponi attraverso gli
 alberi, si alzarono e cominciarono a correre in mezzo alla spianata
 ricoperta di fango.
 Wren lanciun'occhiata affannosa dietro di s
 "Dov'era il Wisteron?"
 Esso apparve un istante dopo. Non arrivpassando tra gli alberi come
 lei si aspettava, ma sopra. Superi rami pialti, apparve in una
 nuvola di grigio, e piombsu di loro come un sasso. Triss si lanci
 su Wren e la fece deviare dal suo percorso altrimenti sarebbe stata
 schiacciata. Stresa si chiuse in una palla irta di aculei e venne
 scagliato lontano. Il Wisteron sibil un piede munito di artigli
 pieno di aculei del Gatto Screziato, e atterraccucciandosi. Garth
 lascicadere lo Scettro e si voltper affrontarlo, la spada
 sguainata. Impugnandola a due mani, il gigante Rover cercdi colpire
 il mostro in faccia, mancandolo perchsi tirindietro. Il Wisteron
 sputcontro Garth, uno schizzo che emanava vapore e che brucil'aria
 come fuoco. 侮eleno!urlStresa da quello che sembrava il fondo di
 un pozzo, e Garth cadde gi disteso nel fango.
 In quel momento, il Wisteron caric
 Wren ritornall'attacco, tendendo le braccia. Le Pietre si
 infiammarono e la magia rispose. Il fuoco colpil Wisteron da dietro,
 facendolo ruzzolare in una nuvola di fumo e di vapore. Urlando
 trionfante, lei lo insegu mentre una foschia rossa le ostacolava la
 vista, e la forza della magia rinasceva in lei. Non poteva pensare;
 poteva solo reagire. Raccogliendo la magia dentro di s attaccava. Il
 fuoco colpil Wisteron pivolte, tempestandolo di colpi,
 bruciandolo. Il mostro sibilava e urlava, si voltava e lottava per
 rimanere in piedi. Con la coda dell'occhio, Wren vide che Garth si
 stava rialzando. Una mano afferrlo Scettro caduto, l'altra lo
 spadone. Il gigante era ricoperto di fango. Wren lo vide, poi lo
 dimentic perchla magia era un velo che l'avvolgeva e la portava
 via. La magia era un elisir che la colmava di meraviglia e di
 eccitazione e di calor bianco. Si sentiva invincibile, superiore a
 tutti!
 Ma all'improvviso la forza l'abbandonun'altra volta, esaurita in un
 istante, e il fuoco si spense nella sua mano. Chiuse le dita per
 proteggere le Pietre e mise un ginocchio a terra. Garth e Triss le
 furono accanto in un attimo, trascinandola via, sollevandola come un
 bambino, correndo per la spianata. Fauno spuntfuori dal nulla, le si
 arrampicsulla gamba e si nascose sulla sua spalla. Stresa continuava
 a gridare per metterli in guardia, ma le parole erano incomprensibili,
 la voce proveniva da qualche punto imprecisato della vegetazione.
 Poi il Wisteron spuntdalla foschia, bruciacchiato e fumante, il
 corpo vigoroso proteso in avanti come quello di un lupo in fuga. Si
 abbattsu di loro mandandoli tutti a gambe levate. Wren cercdi
 riaversi camminando carponi, sulle mani e sulle ginocchia all'ombra
 del mostro, mezza intontita, ancora debole, gli occhi e la bocca pieni
 di fango. I suoi protettori lottarono disperatamente per salvarla.
 Garth si mise a cavalcioni su di lei, facendo ondeggiare lo spadone in
 un arco mortale. I pezzi del Wisteron volavano via a mano a mano che
 si avvicinava al gigante Rover. Comparve anche Triss, menando fendenti
 selvaggiamente, e tagliuna zampa al mostro da sotto con un colpo che
 fece stridere le ossa. Urla e grida riempivano l'aria fetida.
 Ma il Wisteron era il pigrande e il piforte di tutti i demoni di
 Morrowindl, di tutti gli Ombrati creati dalla magia degli Elfi, da
 solo era pari a tutti loro messi assieme. Agitla coda contro Triss e
 lo scaglia una decina di metri, ridotto a un ammasso disordinato di
 membra. Quando Garth mancdi poco la testa del mostro con un rapido
 fendente, la belva gli affondun arto munito di un artiglio nero
 nelle vesti e nella carne facendogli saltare via lo spadone. Garth
 sguainla spada corta in un attimo, ma un altro colpo lo fece
 arretrare, inciampare su Wren e cadere irrimediabilmente sulla
 schiena.
 Sarebbero stati perduti se non fosse stato per Fauno. Terrorizzato per
 Wren, che si trovava ora alla mercdel Wisteron, lo Squeak si scagli
 proprio sulla faccia del mostro, come una palla di pelliccia urlante,
 graffiando e lacerando con le piccole mani. Il Wisteron fu colto di
 sorpresa, indietreggiistintivamente, e si ritir Cercdi afferrare
 lo Squeak, intenzionato a schiacciare quella insignificante minaccia,
 ma Fauno era troppo veloce, e si stava gimettendo in salvo correndo
 lungo la schiena del mostro. Furibondo, il Wisteron si girper
 acchiapparlo.
 "Alzati!" Disse Wren a se stessa, lottando per tornare in piedi.
 Strette nella sua mano, le Pietre Magiche erano incandescenti.
 Poi Garth tornall'attacco, lacero e sanguinante, con lo spadone che
 scintillava alla luce. Un colpo fortissimo fece cadere il Wisteron
 indietro su due zampe. Un altro quasi gli staccun arto. Il mostro
 fischiava e si dimenava, avvolgendosi come un serpente. Fauno salt
 gidalla schiena e fugglibero. Garth brandlo spadone in un
 cerchio mortale, con la lama che spazzava via tutto, tagliava, fendeva
 l'aria.
 Wren si rimise in piedi, il calore incandescente delle Pietre Magiche
 si stava spostando dalla mano al petto, e poi in fondo al cuore.
 Davanti a lei giaceva lo Scettro, caduto a Garth.
 Il Wisteron si voltbruscamente e sputil liquido velenoso su Garth.
 Questa volta il gigante non fu abbastanza veloce, e il liquido lo
 colpin pieno petto, corrosivo come un acido. Cadde nel fango
 contorcendosi dal dolore, rotolandosi per pulirsi.
 Il Wisteron gli fu sopra all'istante. Una zampa munita di artigli lo
 inchiodal terreno e comincia premere.
 Con entrambe le mani aperte attorno alle Pietre Magiche, Wren invoc
 il fuoco per l'ultima volta. Esso esplose uscendo da lei con tale
 forza da farla arretrare come se fosse stata colpita da un pugno. Il
 Wisteron fu preso in pieno, sollevato come un fuscello e scaraventato
 via inesorabilmente. Il fuoco lo avvolse, come un inferno scatenato.
 Wren gli si avvicin il calore incandescente della magia si
 rifletteva nei suoi occhi. Il Wisteron continuava a lottare per
 liberarsi, sforzandosi di afferrare la ragazza. Tra i due, Garth si
 sollevsulle mani e sulle ginocchia, tutto coperto di sangue,
 brandendo la lama spezzata dello spadone. Per Wren, tutto divenne pi
 lento, un sogno che stava avvenendo solo nella sua mente. Triss era
 una forma vaga che riemergeva dalla nebbia, Stresa una voce senza
 corpo, Fauno un ricordo, e il mondo una foschia in movimento, senza
 fine. Gli occhi scuri di Garth si levarono su di lei. Ai suoi piedi
 giaceva lo Scettro con il Loden, l'ultima speranza del popolo degli
 Elfi, il vascello della loro sicurezza, la loro possibilitdi vita.
 Scaccivia tutto questo con un'alzata di spalle e si immerse nel
 potere delle Pietre, nella magia del suo sangue, dandole forma e
 direzione, e sapendo che in qualche luogo oscuro e segreto la sua
 stessa possibilitdi vita si era ridotta a questo.
 Davanti a lei, il Wisteron si era rimesso in piedi.
 Allora Wren diresse il fuoco contro il fango sul quale stava il
 mostro, riducendolo in poltiglia, in un pantano liquido e cedevole
 come le sabbie mobili. Il Wisteron si spostin avanti e sprofond
 fino alle ginocchia. Il fango ribolliva e sputava come la lava del
 Killeshan, risucchiando l'essere che vi si dibatteva. Il Wisteron
 sibilava e soffiava e lottava per liberarsi. Ma il suo peso lo
 trascinava gi le gambe non trovavano dove appoggiarsi. Il fuoco
 delle Pietre Magiche gli bruciava intorno, penetrando nel fango sempre
 piin profondit scavandovi un pozzo senza fondo. Il Wisteron si
 dibatteva come un folle, sprofondando inesorabilmente. Lanciun urlo
 atroce, un suono che ridusse l'aria al silenzio.
 Poi il fango si chiuse sopra di lui, mentre la superficie si tingeva
 di arancione per le fiamme, e scomparve.
 27.
 Le dita di Wren si chiusero sulle Pietre Magiche, come appendici
 meccaniche che sembravano appartenere a qualcun altro. Il fuoco brill
 ancora una volta per reazione e si spense. Per un attimo lei rimase
 immobile al suo posto, incapace di trovare la forza di spostarsi,
 sentendosi la testa leggera, come se fosse sospesa a mezz'aria, un
 mezzo passo fuori tempo. La magia soffie sibildentro di lei,
 provocandole piccole fitte lungo le braccia e le gambe che la fecero
 ansimare e rabbrividire. Aveva difficolta respirare; un senso di
 oppressione al petto, e la gola asciutta e infiammata.
 Davanti a lei, le fiamme che avevano bruciato la superficie delle
 piane di fango si ridussero a piccole lingue azzurre e si
 trasformarono in vapore. Garth si reggeva ancora sulle mani e sulle
 ginocchia, con la testa bassa e il petto sollevato. Tutt'intorno, la
 giungla di In Ju era cavernosa e immobile.
 Allora Fauno sbucdi corsa dal nulla, si arrampicsul braccio di
 Wren, e si nascose tra il collo e la spalla, squittendo sommesso. Lei
 affondgli occhi nella pelliccia calda, ricordando come il piccolo
 animale l'aveva salvata, pensando che era un miracolo se erano ancora
 vivi.
 Finalmente si mosse, costringendosi a fare prima un passo poi un
 altro, spinta dalla paura per Garth e dalla vista di tutto quel
 sangue. Mise da parte le ultime tracce dell'euforia che erano i
 residui della magia, superl'ardente desiderio di assaporare di nuovo
 il potere, fece scivolare le Pietre Magiche nella tasca, e si
 inginocchiin fretta accanto al suo amico. Garth sollevla testa per
 guardarla. Aveva il volto coscoperto di fango da essere quasi
 irriconoscibile, ma gli occhi scuri erano luminosi e lo sguardo
 sicuro.
 亮arthsussurrlei.
 Aveva uno squarcio dalla spalla alle costole sul fianco sinistro, e il
 petto era carbonizzato dal veleno. Il fango indurito aveva aiutato a
 rallentare l'emorragia, ma le ferite andavano pulite altrimenti si
 sarebbero infettate.
 Wren fece scendere Fauno, poi mise le braccia attorno a Garth e cerc
 di rimetterlo in piedi. Riusca malapena a muoverlo.
 隹spettadisse una voce. 俊i aiuto.
 Era Triss, che usciva barcollando dalla nebbia, in condizioni solo
 lievemente migliori di quelle di Garth. Era schizzato di fango e di
 acqua della palude. Il braccio sinistro gli pendeva abbandonato;
 impugnava la spada corta con la destra. Un lato della faccia era tutto
 coperto di sangue.
 Ma il Capitano della Guardia Nazionale sembrava non accorgersi delle
 sue ferite. Si passil braccio di Garth sulle spalle e con uno sforzo
 riusca rimetterlo in piedi. Con Wren che lo sosteneva dall'altro
 lato, ripercorsero le piane di fango in direzione del vecchio
 boschetto di acacie.
 Stresa si mosse rumorosamente mettendosi in vista, gli aculei ritti in
 ogni direzione. 非a questa parte! PhTiili t! Qui dentro! All'ombra!
 Portarono Garth su un tratto asciutto in mezzo a un gruppo di radici
 di alberi e lo adagiarono di nuovo in terra. Wren si mise rapidamente
 all'opera e gli taglila tunica. Le era rimasto solo un po' di acqua
 potabile, ma la usquasi tutta per pulirgli le ferite. Il resto lo
 diede a Triss per la sua faccia. Con un ago e del filo da cucire
 suturle ferite maggiori e fasciil gigante con strisce di panno
 ricavate dal suo ultimo indumento di ricambio. Garth la guardava,
 silenzioso, immobile, come se cercasse di memorizzare il suo viso. Lei
 gli fece segno una o due volte, ma egli rispose appena con un cenno
 del capo. A Wren non piaceva quello che vedeva.
 Poi si occupdi Triss. La ferita sulla faccia era superficiale,
 appena una profonda abrasione. Ma il braccio sinistro era rotto.
 Glielo mise a posto, taglidelle stecche di legno e le legcon la
 sua cintura. Lui sobbalzuna o due volte mentre lei si dava da fare,
 ma senza gridare. Quando ebbe finito la ringrazi con aria solenne e
 imbarazzata. Wren gli sorrise.
 Soltanto allora si ricorddello Scettro, ancora abbandonato chiss
 dove nel fango. Tornindietro in fretta e furia a cercarlo, lasciando
 la copertura del boschetto, attraversando di nuovo le piane. Gli Orp
 scappavano al suo avvicinarsi, come schegge saettanti di luce
 argentea. L'aria era vuota e immobile, ma il brontolio del Killeshan
 riecheggiava sinistro dietro il muro di nebbia, e la terra rispondeva
 tremando. Trovlo Scettro dov'era caduto e lo raccolse. Il Loden
 brillcome un gruppo di piccole stelle. Quanti sacrifici erano stati
 fatti a suo favore, pens per conto del popolo degli Elfi, chiuso
 dentro di esso. Provallora un brutto momento di rimpianto, un
 desiderio improvviso di buttarlo via, di seppellirlo il pi
 profondamente possibile nel fango come il Wisteron. Gli Elfi, che
 avevano fatto tanto male con la loro magia, che avevano creato gli
 Ombrati con la loro ambizione e che avevano abbandonato le Quattro
 Terre alla barbarie di cui erano responsabili, avrebbero fatto meglio
 a sparire. Ma aveva preso un impegno con gli Elfi. E poi, sapeva che
 non era colpa di quegli Elfi, non di quella generazione, ed era
 sbagliato ritenere un intero popolo responsabile degli atti di pochi.
 Allanon doveva avere contato sul fatto che lei l'avrebbe pensata cos
 Doveva avere previsto che lei avrebbe scoperto la verite deliberato
 la saggezza del compito che le affidava. "Trova gli Elfi e riportali
 nelle Quattro Terre". Si era chiesta tante volte perch Adesso
 credeva di cominciare a capire. Chi meglio degli Elfi avrebbe potuto
 rimediare agli errori che erano stati fatti? Chi meglio di loro
 avrebbe condotto la lotta contro gli Ombrati?
 Wren attraversava a fatica le piane di fango, mentre il torpore si
 impadroniva di lei, e le ultime tracce dell'euforia provocata dalla
 magia scomparivano. Era stanca, triste e stranamente smarrita. Ma
 sapeva di non potersi abbandonare a quei sentimenti. Aveva recuperato
 lo Scettro, e doveva ancora portare a termine il cammino fino alle
 spiagge e all'appuntamento con Tiger Ty. E c'erano ancora i demoni.
 Stresa la stava aspettando al margine degli alberi. La sua voce roca
 la mise in guardia con un sussurro. 信sstt. Il gigante tuo amico 
 gravemente ferito, Wren degli Elfi. Sta' in guardia. Il veleno una
 brutta cosa. Forse lui non ce la fa a venire con noi.
 Lei spinse da parte il Gatto Screziato, irritata, sgarbata. 青e la
 far鉬 disse secca.
 Con l'aiuto di Triss, fece rimettere Garth in piedi e ripartirono. Era
 mezzogiorno passato, la luce era debole e opaca attraverso la cortina
 del "vog", il caldo una coltre di umiditsoffocante. Stresa faceva da
 guida, cercando ostinatamente la strada nel labirinto della giungla,
 scegliendo un percorso che desse a quelli che lo seguivano la
 possibilitdi manovrare con Garth. La giungla di In Ju sembrava
 vuota, come se la morte del Wisteron avesse ucciso ogni cosa che ci
 viveva. Ma il silenzio era soprattutto una reazione alle scosse di
 terremoto, pensWren. Le creature di Morrowindl si erano accorte che
 c'era qualcosa che non andava, e almeno per il momento avevano sospeso
 le normali attivite si erano nascoste, in attesa di scoprire cosa
 sarebbe accaduto.
 Mentre camminavano, Wren osservla faccia di Garth, vide l'intensit
 dei suoi occhi, la maschera di dolore che gli tirava la pelle sulle
 ossa. Lui evitava di guardarla e fissava risoluto il sentiero da
 percorrere. Si teneva diritto solo per forza di volont
 Era ormai il crepuscolo quando uscirono dalla giungla di In Ju e
 passarono nella zona collinosa ricoperta da boschi che era al di l
 Trovarono una radura con una sorgente, e Wren puldi nuovo le ferite
 di Garth. Non avevano nulla da mangiare; tutte le loro provviste erano
 state consumate o erano andate perdute, e non sapevano quali radici e
 quali alberi da frutto dell'isola fossero commestibili. Dovevano
 accontentarsi dell'acqua della sorgente. Triss trovabbastanza legna
 secca per accendere un fuoco, ma comincia piovere quasi subito, e
 nel giro di pochi secondi tutto era inzuppato. Si strinsero l'uno
 all'altro al riparo delle ampie fronde di un albero di koa, spalla a
 spalla contro l'oscuritche ricopriva ogni cosa. Dopo un po', Stresa
 uscall'aperto per andare in un punto da cui poteva fare la guardia,
 mormorando qualcosa circa il fatto che era rimasto l'unico in grado di
 svolgere quel compito. Wren non volle discutere l'affermazione che era
 abbastanza disposta a condividere. La luce svaniva sempre pi
 passando dall'argento al grigio al nero. La foresta si trasform
 all'improvviso fu ravvivata dal movimento poichil bisogno di cibo
 spingeva gli esseri viventi a uscire per andare a caccia, ma nessuno
 di quelli che si avventurarono fuori fece il minimo tentativo di
 avvicinarsi al loro rifugio. La nebbia si spostava tra gli alberi e
 l'erba in pigre volute. L'acqua gocciolava lenta dalle foglie. Fauno
 si dimentra le braccia di Wren, sprofondando nella sua spalla.
 A mezzanotte, avvenne l'eruzione del Killeshan. Il fuoco schizzfuori
 in una pioggia di scintille e di detriti in fiamme, mentre dalla bocca
 del vulcano uscivano cenere e fumo. Il rumore fu terrificante, un
 boato che scosse l'immobilitdella notte facendo svegliare tutti di
 soprassalto. L'esplosione iniziale si trasformrapidamente in una
 serie di brontolii che andarono sempre piaccumulandosi finchtutta
 l'isola ne fu scossa. L'eruzione era visibile anche da un punto cos
 lontano come quello in cui si trovavano loro, un bagliore rosso cupo
 contro il buio della notte che si sollevava verso il cielo e sembrava
 rimanere sospeso. L vicino a loro, la terra si aprin piccole crepe
 dalle quali usciva il vapore sotto forma di geyser, sibilando e
 bruciando. Nell'oscuritcircostante, le creature dell'isola si misero
 a correre disperate, fuggendo senza direzione nscopo, terrorizzate
 dall'intensitdelle scosse, dal rumore e dal bagliore. Il gruppo si
 strinse contro il koa, combattendo l'impulso a unirsi a loro. Ma la
 fuga in quell'oscuritera pericolosa, Wren lo sapeva, e Stresa fu
 pronto a ricordarle che dovevano rimanere fermi finchnon fosse stato
 giorno.
 Le eruzioni continuarono per tutta la notte, una dopo l'altra, a
 catena, una serie di colpi simili a tuoni e di terribili
 sconvolgimenti che minacciarono di spaccare Morrowindl da parte a
 parte. In alto, sulle pendici del Killeshan, scoppiarono degli incendi
 a mano a mano che la lava procedeva nella sua discesa verso il mare.
 Le scogliere si sgretolarono in uno strepito di pietre spezzate, di
 valanghe che fecero staccare interi pendii di montagne. Alberi
 giganteschi scricchiolarono come legna secca e precipitarono a terra.
 Wren chiuse gli occhi e cercinvano di dormire.
 Verso l'alba, Stresa si alzper andare a perlustrare la zona che
 conduceva verso l'esterno e Triss sostituil Gatto Screziato al posto
 di guardia. Wren fu lasciata sola con Garth. Il gigante dormiva a
 tratti, il volto bagnato di sudore, il corpo scosso dalle convulsioni.
 Aveva la febbre, e il calore del suo corpo era evidente. Mentre lo
 guardava agitarsi e rigirarsi per attenuare il disagio, Wren si scopr
 a pensare a tutto ciche avevano trascorso insieme. In passato si era
 gipreoccupata per lui, eppure mai come in quel momento. In parte, la
 preoccupazione era aumentata dal senso di impotenza. Morrowindl
 rimaneva un mondo estraneo per lei, e la conoscenza che ne aveva era
 troppo limitata. Non poteva impedirsi di pensare che doveva esserci
 qualcosa di piche avrebbe potuto fare per il suo grande amico se
 solo avesse saputo che cosa. Le venne in mente Ellenroh, colpita da
 una febbre simile a quella di Garth, una febbre che nessuno di loro
 aveva capito. Aveva perduto la nonna, non voleva perdere il suo
 migliore amico. Continua ripetersi, per rassicurarsene, che Garth
 era forte, che era dotato di una grande resistenza resistenza. Poteva
 sopravvivere a qualsiasi cosa; ci era sempre riuscito.
 Si stava facendo giorno, e Wren aveva appena chiuso gli occhi per la
 stanchezza e lo scoraggiamento quando il gigante la sorprese
 toccandole lievemente un braccio. Appena alzla testa per guardarlo,
 egli comincia fare segni.
 "Voglio che tu faccia una cosa per me".
 Lei annu e le sue dita ripeterono le parole: 青he cosa?
 "Sardifficile per te, ma necessario".
 Lei cercinvano di vedere i suoi occhi, ma lui era girato, troppo
 lontano nell'ombra.
 "Voglio che tu mi perdoni".
 促erdonarti che cosa?
 "Ti ho mentito su qualcosa. Ti ho mentito ripetutamente. Fin da quando
 ti ho conosciuta".
 Lei scosse la testa, confusa, inquieta, esausta. 俑entito su che
 cosa?
 Lo sguardo di Garth non vacill "Sui tuoi genitori. Su tua madre e
 tuo padre. Li ho conosciuti. Sapevo chi erano e da dove venivano.
 Sapevo tutto".
 Lei trasal non del tutto pronta a credere a quello che stava
 sentendo.
 "Ascoltami, Wren. Tua madre aveva capito l'influsso della profezia di
 Eowen molto meglio della regina. La profezia diceva che tu dovevi
 essere allontanata da Morrowindl altrimenti non saresti sopravvissuta,
 ma diceva anche che un giorno saresti tornata per salvare gli Elfi.
 Tua madre ritenne giustamente che qualunque fosse la salvezza che
 avresti potuto portargli, il tuo popolo sarebbe stato legato in
 qualche modo a un confronto con il male che aveva creato. Questo non
 lo sapevo, allora; l'ho immaginato dopo.LO sapevo soltanto della sua
 decisione che tu fossi allevata per essere tanto forte da affrontare
 qualsiasi pericolo, qualsiasi nemico, qualsiasi prova ti fosse stata
 richiesta. Ecco perchti affida me".
 Wren rimase sbalordita. 隹 te? Direttamente a te?
 Garth si mosse e riuscfaticosamente a mettersi seduto, in modo da
 avere le mani pilibere. Lo sforzo gli strappun gemito di dolore.
 Wren si accorse che il sangue gli inzuppava le bende delle ferite.
 "Venne con suo marito dai Rover, mandata dai Cavalieri Alati. Venne da
 noi perchle avevano detto che eravamo i piforti tra i popoli
 liberi, che addestravamo i nostri figli fin da bambini perchla
 sopravvivenza la parte pidura della vita di ogni Rover. Noi siamo
 sempre stati dei reietti e in quanto tali abbiamo dovuto
 necessariamente essere piforti di chiunque altro. Costua madre e
 tuo padre vennero da noi, dalla mia famiglia, una tribdi alcune
 centinaia di membri che vivevano sulle pianure sotto il Myrian, e
 chiese se c'era qualcuno tra noi di cui ci si potesse fidare per
 l'addestramento della loro figlia. Volevano che fosse addestrata alla
 maniera dei Rover, che una volta divenuta abbastanza grande
 cominciasse a imparare come sopravvivere in un mondo in cui ogni
 persona e ogni cosa erano un potenziale nemico. Fu fatto il mio nome.
 Cosparlammo, i tuoi genitori e io, e accettai di essere il tuo
 maestro".
 Garth ebbe un colpo di tosse, un suono cavernoso e strozzato che
 veniva dal profondo del petto. Abbassla testa, cercando
 affannosamente di riprendere fiato.
 亮arthsussurrWren a questo punto. 俑i racconterai tutto pitardi,
 dopo che ti sarai riposato.
 Lui scosse la testa. "No. Voglio terminare ora. Me lo sono tenuto
 dentro per troppo tempo".
 俑a non riesci quasi a respirare, puoi a malapena...
 "Sono piforte di quanto credi". La sua mano si chiuse per un attimo
 su quella di lei e poi la lasci "Hai paura che io stia morendo?"
 Wren deglutper trattenere il pianto. 俟
 "E ti spaventa tanto? Dopo tutto quello che ti ho insegnato?"
 俟
 Le palpebre si richiusero pivolte sugli occhi scuri, e lui le diede
 una strana occhiata. "Allora non morirfinchnon sarai pronta a
 farlo per me".
 Wren annuin silenzio, non capendo cosa volesse dire, attenta allo
 sguardo, preoccupata soltanto che vivesse, a ogni costo.
 Il suo respiro si trasformin un flebile rantolo. "Bene. Parliamo
 allora di tua madre. Lei era tutto quello che ti hanno detto: forte,
 gentile, determinata, affezionata a te. Ma aveva deciso che doveva
 ritornare presso il suo popolo. Lo aveva deciso prima di lasciare
 Morrowindl, credo. Tuo padre era d'accordo. Non conosco il perch
 della loro decisione; so soltanto che tua madre era molto legata a sua
 madre e al suo popolo, e che tuo padre era disperatamente innamorato
 di lei. In ogni modo, fu deciso che tu saresti stata mandata a vivere
 con gli Ohmsford a Valle d'Ombra fino all'etdi cinque anni - quando
 ha inizio l'addestramento di un bambino Rovere  poi saresti stata
 riportata da me. A te bisognava dire che tua madre era una Rover e tuo
 padre un Ohmsford e che i tuoi antenati erano Elfi. Non bisognava
 dirti nient'altro".
 Wren scosse la testa incredula. 俑a perch Perchtenermi tutto
 segreto?
 "Perchtua madre aveva capito quanto fosse pericoloso cercare di
 influenzare il compiersi di una profezia. Avrebbe potuto tenerti al
 sicuro, impedendoti di tornare a Morrowindl. Sarebbe potuta restare
 con te e dirti qual era il tuo destino. Ma quale danno avrebbe potuto
 causare intromettendosi in questo modo? Sapeva abbastanza di profezie
 da accorgersi della minaccia. Sarebbe stato meglio, a suo avviso, che
 tu crescessi fino a diventare donna senza sapere i dettagli della
 profezia di Eowen, che tu trovassi il tuo destino da sola, qualunque
 dovesse essere. A me fu affidato il compito di prepararti".
 青ostu sapevi tutto? Tutto quanto? Sapevi delle Pietre Magiche?
 "No. Non delle Pietre Magiche. Come te, credevo che fossero dei sassi
 dipinti. Mi fu detto di accertarmi che tu sapessi da dove venivano,
 che erano l'ereditdei tuoi genitori. Dovevo stare attento che non le
 perdessi mai. Tua madre era convinta, credo, che come il tuo destino,
 il potere delle Pietre Magiche ti si sarebbe rivelato quando fosse
 giunto il momento".
 俑a tu sapevi il resto, per tutto il tempo in cui sono cresciuta? E
 dopo, quando sono andata all'Hadeshorn, quando sono stata mandata alla
 ricerca degli Elfi?
 "S lo sapevo".
 亟 non me lo hai detto?C'era una punta di rabbia nella sua voce
 adesso, per la prima volta. L'impatto di ciche le stava dicendo
 cominciava a farsi sentire. 俑ai una parola, neppure quando ero io a
 chiedertelo?
 "Non potevo".
 青osa significa, che non potevi?Era furiosa. 促erch
 "Perchlo avevo promesso a tua madre. Mi fece giurare di mantenere il
 segreto. Non dovevi sapere nulla della tua vera origine, nulla degli
 Elessedil, ndi Arborlon, ndi Morrowindl, ndella profezia.
 Avresti dovuto scoprirlo da sola, come aveva stabilito il destino. Io
 non avrei dovuto aiutarti in nessun modo. Sarei dovuto venire con te
 quando fosse giunto il momento, se avessi voluto. Avrei dovuto
 proteggerti come meglio potevo. Ma senza dirti nulla".
 俑ai?
 Il respiro del gigante divenne un rantolo, e le sue dita esitarono.
 "Feci un giuramento. Giurai che non ti avrei detto nulla finchla
 profezia non si fosse avverata - se mai questo fosse accaduto - nulla
 finchnon fossi tornata ad Arborlon, finchnon avessi scoperto la
 veritda sola, finchnon avessi fatto tutto ciche era destino per
 aiutare il tuo popolo. Lo giurai".
 Wren si lasciandare all'indietro, mentre la disperazione si
 impadroniva di lei. "Non fidarti di nessuno", era stato l'avvertimento
 dell'Addershag. "Di nessuno". Aveva creduto di capire l'impatto di
 quelle parole. Aveva pensato di capire.
 Ma questo...
 保h, Garthsussurrdisperata. 信o avuto fiducia in te!
 "Non hai perso niente in questo modo".
 非avvero?
 Si trovavano a faccia a faccia, in silenzio, immobili. Tutto ciche
 era accaduto a Wren, da quando Cogline era andato da lei tante
 settimane prima, sembrava raccogliersi e posarsi sulle sue spalle come
 un peso enorme. Tante fughe tormentose, tante morti, tante perdite...
 era come se fosse tutto concentrato in un solo momento, contenuto in
 questa verittremenda e inaspettata.
 "Se l'avessi saputo prima che avvenisse, forse sarebbe cambiato tutto.
 Tua madre l'aveva capito. Anche tuo padre. Forse te lo avrei detto se
 avessi potuto, ma il mio giuramento me lo impediva". Il grande corpo
 si spost e gli zigomi sporgenti si rivelarono nella luce. "Dimmi, se
 puoi, che avrei dovuto fare altrimenti. Dimmi, Wren, che non avrei
 dovuto mantenere la parola data".
 La bocca di Wren era una linea sottile e dura. 青erto, avresti
 dovuto.
 Garth continua fissarla, lo sguardo del tutto inespressivo.
 俏oammise lei infine, con le lacrime agli occhi. 俏on dovevi.
 Distolse lo sguardo, con un senso di vuoto e di smarrimento. 俑a
 questo non giova affatto. Tutti mi hanno mentito. Tutti, perfino tu.
 L'Addershag aveva ragione, ed questo che mi fa male. C'erano troppe
 bugie, troppi segreti, e io non ero al corrente di nulla.
 Pianse in silenzio, a testa bassa. 侶ualcuno avrebbe dovuto fidarsi di
 me. Tutta la mia vita stata mutata, e io non ho potuto dire niente
 in proposito. Guarda il risultato!
 Una grossa mano sfiorla sua. "Pensa, Wren. Le scelte sono state
 tutte tue. Nessuno le ha fatte per te; nessuno ti ha mostrato la
 strada. Se tu avessi saputo la veritdelle cose, se avessi capito ci
 che ci si aspettava da te, sarebbe stato lo stesso? Avresti potuto
 dire ugualmente che le scelte erano le tue?"
 Lei lo guarddi nuovo, esitante.
 "Sarebbe stato meglio se tu avessi saputo che eri la  nipote di
 Ellenroh Elessedil, che le Pietre Magiche da te ritenute dei sassi
 dipinti erano vere, che una volta diventata donna avresti dovuto
 recarti a Morrowindl e, a causa di una profezia fatta prima della tua
 nascita, avresti dovuto salvare gli Elfi? Quanto saresti stata libera
 di agire, allora? Quanto saresti cresciuta? Cosa saresti diventata?"
 Wren trasse un respiro profondo. 俏on lo so. Ma forse mi si sarebbe
 dovuta dare la possibilitdi scoprirlo.
 Ora la luce si faceva piintensa giacchl'alba sorgeva da qualche
 parte oltre la cappa di nebbia e gli alberi. Fauno sollevla testa
 dal grembo di Wren dove se ne era rimasto disteso immobile. Triss era
 tornato indietro dall'oscurite se ne stava in piedi, guardandoli in
 silenzio. I rumori della notte si erano spenti, e il movimento
 frenetico  era cessato. In lontananza, i brontolii dell'eruzione del
 Killeshan proseguivano inesorabili, continui e minacciosi. La terra si
 mosse leggermente, e il fuoco della lava si alzverso il cielo nel
 fumo grigio e nella cenere.
 Garth si agit muovendo le mani. "Wren", sospir "Io ho fatto quello
 che mi stato chiesto, quello che avevo promesso. Ho fatto il
 possibile. Mi sarebbe piaciuto non ingannarti. Mi sarebbe piaciuto
 poterti dare l'opportunitche chiedi".
 Lei lo guarda lungo, e infine annu 俠o so.
 La faccia forte e scura era tesa nella concentrazione. "Non
 prendertela con tua madre e tuo padre. Hanno fatto quello che hanno
 ritenuto di dover fare, quello che hanno creduto giusto".
 Lei annudi nuovo. Non osava parlare.
 "Devi trovare il modo di perdonarci tutti".
 Lei deglutcon difficolt 侮orrei... vorrei non averti fatto troppo
 male.
 "Wren, guardami".
 Lei lo fissriluttante, con una certa diffidenza.
 "Non abbiamo finito. C'ancora un'altra cosa".
 Wren provuna sensazione di freddo alla bocca dello stomaco, un
 dolore per qualcosa che sentiva ma che non riusciva a individuare.
 Vide apparire Stresa, che usciva dagli alberi, con la sua andatura
 goffa e sgraziata, fradicio e affannato. Egli rallentavvicinandosi a
 loro, conscio che stava accadendo qualcosa, forse un confronto, una
 rivelazione, una cosa che meritava rispetto.
 俟tresadisse subito Wren salutandolo allegra, ansiosa di evitare di
 ascoltare ancora Garth.
 Il Gatto Screziato guardprima l'uno poi l'altro degli umani.
 促ossiamo andare orali esort 隹nzi, dovremmo affrettarci. La
 montagna sta crollando. Prima o poi arriverqui.
 非obbiamo sbrigarcidichiarWren, alzandosi. Afferrlo Scettro e
 poi guardinquieta l'amico ferito. 亮arth?
 "Prima dobbiamo parlare da soli".
 A Wren venne di nuovo un nodo alla gola. 促erch
 "Invita gli altri ad andare avanti un po' e ad aspettarci. Di' loro
 che non ne avremo per molto".
 Lei esitun attimo, poi guardStresa e Triss. 信o bisogno di stare
 un momento con Garth. Aspettateci un po' piavanti, per piacere.
 Essi la fissarono senza parlare, poi annuirono controvoglia, dapprima
 Triss, con la faccia scarna inespressiva, poi Stresa con un'ombra di
 sospetto negli occhi penetranti.
 促ortate Fauno con voiaggiunse come se avesse avuto un presagio,
 staccando lo Squeak dalla sua spalla e mettendolo a terra con garbo.
 Stresa fischiall'animaletto e gli fece fare una corsa tra gli
 alberi. Poi guardverso di lei con occhi tristi, accorti. 青hiamaci,
 rwwwlll Wren degli Elfi, se hai bisogno di noi.
 Quando se ne furono andati, e il suono dei loro passi si allontanava,
 si rivolse di nuovo a Garth, tenendo lo Scettro ben stretto con
 entrambe le mani. 青osa c'
 Il gigante fece un cenno. "Non spaventarti. Vieni qui. Siediti accanto
 a me. Ascolta un momento e non interrompere".
 Lei ubbid si inginocchicosvicino a Garth che la sua gamba poggi
 contro il corpo di lui. Poteva sentire il caldo della sua febbre. La
 nebbia e la luce pallida lo nascondevano in una sfumatura di grigio, e
 il mondo circostante era confuso e denso di calore.
 Depose lo Scettro accanto a s e le grandi mani di Garth cominciarono
 a fare segni.
 "Mi sta accadendo qualcosa. Dentro. E' il veleno del Wisteron, credo.
 Si insinua in me come un essere vivente, come un fuoco che brucia e
 indebolisce. Lo sento all'opera, mi sta trasformando. E' una
 sensazione sgradevole.
 俊i lavo di nuovo le ferite, te le fascio di nuovo.
 "No, Wren. Ciche sta accadendo va oltre, va oltre tutto quello che
 potresti fare. Il veleno dentro di me".
 Il respiro di lei divenne affannoso, rabbioso. 俟e ti senti troppo
 debole, ti porteremo noi.
 "Ero debole in un primo tempo, ma ora la debolezza sta passando. Sto
 diventando forte di nuovo. Ma la forza non mia".
 Lo fiss senza capire realmente, e tuttavia spaventata. Scosse la
 testa. 青osa stai dicendo?
 Lui la guardcon fiera determinazione, la faccia spigolosa scolpita
 nella pietra. "Il Wisteron era un Ombrato. Come i Drakul. Ricordi
 Eowen?"
 Fu scossa dai brividi, si ritrasse di scatto e cercdi alzarsi. Garth
 l'afferre la fece rimanere dov'era, fissandola negli occhi.
 "Guardami".
 Tent ma senza riuscirvi. Lo vedeva e al tempo stesso non lo vedeva,
 cosciente delle linee che formavano il suo contorno ma incapace di
 distinguere i colori e le sfumature all'interno di esse, come se cos
 facendo le si potesse rivelare la veritche paventava. "Dammi la
 morte!"
 A quel punto dentro di lei tutto andin frantumi, e comincia
 piangere. Piangeva in silenzio, tradita soltanto dalle spalle che si
 sollevavano ogni tanto. Chiuse gli occhi contro la furia dei
 sentimenti che provava, contro l'orrore del mondo intorno a lei,
 contro il terribile prezzo che sembrava esigere ripetutamente. Vide
 Garth anche cos impresso nella sua mente, con l'oscura fiducia e la
 forza che si irradiavano dal volto, il sorriso che riservava solo a
 lei, la saggezza, l'amicizia, e l'amore.
 俏on posso perdertisussurrWren, non pensando pia fare i segni,
 con le parole diventate un bisbiglio. 俏on posso!
 Le mani di Garth la lasciarono, lei aprgli occhi. "Guardami".
 Wren sospirprofondamente e lo guard
 "Guardami negli occhi".
 Lo guard Guardnell'animo dell'amico pivecchio e pifidato. Un
 perfido bagliore rosso le rispose.
 "Sta cominciando ad avere effetto", fece segno Garth.
 Lei scosse la testa dicendo furiosamente di no.
 "Non posso lasciare che accada. Ma non ce la faccio da solo. Non ce la
 faccio, stanne certa. Devi aiutarmi a morire".
 俏o.
 Una mano scivolfino alla sua cintura e sguainil suo pugnale lungo.
 La lama affilata come un rasoio scintillnella penombra. Wren
 rabbrivide si ritrasse, ma lui le afferril polso e le mise di
 forza l'impugnatura nel palmo della mano.
 Le dita di Garth segnalavano, rapide, senza sosta. "Non ci rimane
 molto tempo. Quello che abbiamo fatto stato bello. Non rimpiango
 neppure un attimo. Sono orgoglioso di te, Wren. Tu sei la mia forza,
 la mia saggezza, la mia abilit la mia esperienza, la mia vita, tutto
 ciche io sono, il meglio di me stesso. E sei anche te stessa,
 separata in tutti i modi. Sei quello che eri destinata a essere: una
 ragazza Rover diventata Regina degli Elfi. Non posso darti piniente
 ormai. E' giunto il tempo di dirsi addio".
 Lei non riusciva a respirare. Non riusciva neppure a vedere
 chiaramente. 俏on puoi chiedermi questo! Non puoi!
 "Devo farlo. Non c'nessun altro. Nessun altro di cui possa fidarmi
 che lo faccia bene".
 俏o!lascicadere a terra il pugnale come se bruciasse. 促iuttosto
 quasi soffocava dal pianto 厚referisco morire io!
 Garth raccolse il pugnale e glielo rimise in mano. Lei scosse la testa
 ripetutamente, dicendo di no, di no. Lui la tocc attirando i suoi
 occhi ancora una volta. Adesso era scosso dai brividi, forse aveva
 davvero freddo, ma forse era qualcosa di diverso. Il bagliore rosso si
 faceva pipronunciato, piforte.
 "Sto scivolando via, Wren. Mi sento sottratto a me stesso. Fai presto.
 Fallo in fretta. Non farmi diventare..." non riusca terminare la
 frase, anche le mani grandi e forti ora tremavano. "Puoi farlo. Ci
 siamo esercitati abbastanza. Non posso contare su me stesso.
 Potrei..."
 I muscoli di Wren erano costesi che riusciva a muoversi appena.
 Lanciuno sguardo dietro di s pensando di richiamare Stresa, o
 Triss, alla ricerca disperata di qualcuno. Ma non c'era nessuno che
 potesse aiutarla, lo sapeva. Nessuno poteva fare piniente.
 Si volse di scatto verso di lui. 青i deve essere un antidoto per
 combattere il veleno.Le sue parole erano convulse. 青hiedo a Stresa!
 Lui lo sa! Vado a chiamarlo!
 Le grandi mani la interruppero. "Stresa conosce la verit Glielo hai
 letto negli occhi. Non pufare nulla. Non c'mai stato nulla da
 fare. Aiutami. Prendi il pugnale e usalo".
 俏o!
 "Devi farlo".
 俏o!
 Una mano fece un gesto improvviso a mezz'aria come se volesse
 colpirla, e di istinto lei reagper bloccarla, la mano col pugnale
 sollevata, immobile, a pochi centimetri sopra il petto di Garth. Si
 guardarono fissi negli occhi. Per un attimo, tutto spardentro di
 lei, tranne la terribile consapevolezza di ciche andava fatto. La
 veritla sconvolse. Respire trattenne il fiato.
 "Svelta, Wren..." Non si mosse. Lui le prese la mano e l'abbass
 finchla lama non poggisulla sua tunica, contro il suo petto.
 "Fallo".
 Lei scuoteva la testa lentamente, da un lato all'altro, con un
 movimento appena percettibile.
 "Wren. Aiutami".
 Lo fiss guardandolo profondamente negli occhi, e in quel bagliore
 rosso che lo stava consumando, che usciva fuori dall'orrore che
 cresceva dentro di lui. Ricordquando gli stava vicino da bambina,
 quando era appena andata a vivere con i Rover, e gli arrivava appena
 al ginocchio. Ricordquando aveva dieci anni, asciutta come una
 frusta, resistente come il cuoio, che correva per raggiungerlo nella
 foresta. Ricordi loro giochi, continui, senza fine, tutti fatti per
 il suo addestramento.
 Avvertil suo respiro sul viso. Lo percepcosvicino e pensalla
 sicurezza che le aveva dato da bambina.
 亮arthsussurrdisperata, e sentle grandi mani sovrapporsi alla
 sua e stringere.
 Allora spinse a fondo il pugnale.
 28.
 Poi scappvia. Dalla radura entrcorrendo tra gli alberi, intontita
 dal dolore, quasi accecata dalle lacrime, lo Scettro tenuto stretto
 tra le mani davanti a scome uno scudo. Corse tra le ombre e la
 semioscuritdel primo mattino, dimentica del lontano brontolio del
 Killeshan, del fremito di risposta di Morrowindl, smarrita di fronte a
 tutto tranne che al bisogno di fuggire dal tempo e dal luogo della
 morte di Garth, pur sapendo che non avrebbe mai potuto fuggire al suo
 ricordo. Spezzcespugli e rami senza neppure accorgersene, passtra
 l'erba alta e i rovi, lungo creste di terreno ricoperte di lava
 solidificata, e sopra sterpi e pezzi di legna secca sparsi. Non si
 rese conto di nulla. Non era il suo corpo che correva, era la sua
 mente.
 "Garth!"
 Lo chiama voce alta infinite volte, inseguendo i ricordi che aveva
 di lui, come se afferrandone uno potesse riportarlo in vita. Lo vedeva
 scappare, spettrale, fantasmagorico. Parti di lui apparivano e
 sparivano nell'aria davanti a lei, confuse e distanti immagini di
 altri tempi. Vide se stessa impegnata nella caccia come lo era stata
 tante volte quando avevano giocato al battitore e alla preda, quando
 si erano addestrati alla sopravvivenza. Si vedeva in quell'ultimo
 giorno nel Tirfing prima che apparisse Cogline e tutto cambiasse per
 sempre, costeggiando le rive del Myrian, alla ricerca di tracce. Lo
 vedeva saltare giall'improvviso dagli alberi, enorme, silenzioso e
 veloce. Lo sentiva mentre l'afferrava, mentre lei gli sfuggiva, mentre
 il suo pugnale lungo si alzava e colpiva. Udiva se stessa che rideva.
 "Sei morto, Garth!"
 E adesso lo era davvero.
 Chisscome - non fu mai del tutto chiaro - incappnegli altri della
 piccola compagnia, i pochi sopravvissuti: Triss, l'ultimo degli Elfi,
 l'ultimo oltre a lei, Stresa e Fauno. Piombsu di loro, li evitcome
 se fossero ostacoli, e continua correre. Gli altri la inseguirono,
 naturalmente, per raggiungerla, chiamandola preoccupati, chiedendo
 cosa c'era che non andava, cosa era successo, dov'era Garth?
 E' andato, disse, scuotendo la testa. Non viene.
 Ma era tutto a posto. Tutto bene.
 Adesso lui era salvo.
 Sempre correndo, udTriss che chiedeva di nuovo: "Cosa c'che non
 va?" E Stresa che rispondeva: "Hsssstt, non lo vedi?" Essi si
 scambiarono parole, sussurrate furtivamente, di cui non riuscad
 afferrare il significato, ma non se ne cur Fauno le saltsul
 braccio mentre passava, attaccandosi a lei in modo possessivo, ma lei
 lo scosse via piuttosto brusca. Non voleva essere toccata. Era gi
 tanto se riusciva a resistere dentro la pelle.
 Uscall'aperto, fuori dagli alberi.
 俐ren, Signora!udTriss che le gridava a squarciagola.
 Poi si arrampicsu un pendio di lava, attaccandosi con forza alla
 roccia tagliente, sentendo che le penetrava nelle mani e nelle
 ginocchia. Respirava a fatica, e tossiva, soffocando su parole che non
 riusciva a pronunciare. Le cadde lo Scettro dalle mani, e lo
 abbandon Gettvia tutto, tutta se stessa, il solo pensiero le dava
 il voltastomaco, voleva soltanto fuggire, correre fino a non poter
 andare pioltre.
 Quando alla fine croll esausta, cadde lunga distesa sul pendio,
 singhiozzando irrefrenabilmente, fu Triss che la raggiunse per primo,
 che la prese tra le braccia come una bambina, che la consolcon
 parole e lievi carezze e le diede un po' del calore di cui aveva
 bisogno. L'aiuta rimettersi in piedi, la fece voltare, e la fece
 tornare di nuovo dentro la foresta. Portando lo Scettro su un braccio
 e sostenendo lei con l'altro, la condusse in quelle ore mattutine come
 il pastore fa con la pecorella smarrita, senza chiederle niente se non
 di mettere un piede davanti all'altro e di continuare a camminare con
 lui. Stresa faceva da guida, la sua forma tozza divenne il punto di
 riferimento sul quale metteva a fuoco la vista, l'oggetto sempre
 mutevole verso il quale muoveva prima un piede, poi l'altro, senza
 sosta. Fauno tornalla carica un'altra volta, arrampicandosi lungo la
 sua gamba e sul suo braccio, e questa volta lei accolse volentieri
 l'intrusione, stringendoselo al seno, strofinando il naso con affetto
 contro il calore e la morbidezza dello Squeak.
 Procedettero costutto il giorno, compagni di un viaggio che non
 aveva bisogno di parole. Le poche volte che si fermarono per riposare,
 Wren accettl'acqua che Triss le dava da bere e la frutta che le
 metteva nel palmo della mano e non si preoccupava di chiedere da dove
 venisse nse si poteva mangiare. La luce si andava attenuando a mano
 a mano che le nuvole si ammassavano da un orizzonte all'altro e che il
 "vog" diventava pifitto sotto di esse. Dietro di loro, il Killeshan
 era ormai scatenato, le eruzioni si susseguivano ininterrotte, fuoco,
 cenere e fumo si levavano nel cielo in alti geyser, la puzza di zolfo
 era fortissima, l'isola tremava e oscillava. Quando infine scese
 l'oscurit la cresta della montagna era coperta da una corona rosso
 sangue che mandava lampi di fuoco a ogni eruzione e scintille sui
 lontani pendii dove la lava scendeva verso il mare. I massi stridevano
 e scricchiolavano mentre la lava incandescente li portava via, e gli
 alberi bruciavano con un crepitio disperato. Il vento cess la
 foschia si distese su ogni cosa, e l'isola divenne una gabbia
 circondata di fuoco nella quale gli abitanti si urtavano uno contro
 l'altro in una confusione terrorizzata e furibonda.
 Stresa li sistemper la notte in una fenditura della roccia che li
 riparava da tre lati in mezzo a un boschetto di carpini filiformi
 quasi completamente privi di foglie. Si strinsero al buio con la
 schiena alla parete e guardarono l'olocausto in lontananza diventare
 piluminoso. Erano ancora a un giorno dalle spiagge, a un giorno da
 un improbabile appuntamento con Tiger Ty, e la distruzione dell'isola
 era imminente. Wren tornin stanto da rendersi conto del pericolo
 nel quale si trovavano. Sorseggiando l'acqua che Triss le aveva dato,
 ascoltando il suono della sua voce, mentre lui continuava a parlarle
 con calma in modo rassicurante, ricordciche avrebbe dovuto
 compiere e che solo Tiger Ty avrebbe potuto aiutarla a fare.
 俊rissdisse infine, inaspettatamente, vedendolo per la prima volta,
 pronunciando il suo nome in tono di ringraziamento, facendolo
 sorridere sollevato.
 Poco dopo, ecco apparire i demoni, gli Ombrati di Morrowindl, i primi
 di quelli che erano riusciti a sfuggire alla furiosa eruzione del
 Killeshan, scendevano dalle colline verso le spiagge, smarriti e
 confusi, pronti a uccidere qualunque cosa fosse sul loro cammino.
 Spuntarono all'improvviso dal bagliore infuocato - un'accozzaglia di
 orrori informi - e aggredirono all'impazzata, obbedendo all'istinto e
 alla loro particolare follia. Stresa li sentarrivare, captando con
 le sue orecchie sensibili il rumore del loro avvicinarsi, e avvert
 gli altri pochi secondi prima dell'assalto. Con la spada sguainata,
 Triss affrontla furia, le resistette, e riusca respingerla se pure
 per poco, uno scontro piuttosto impari con i mostri, anche se con un
 solo braccio utile. Ma i demoni erano fuori di sdalla paura, essendo
 stati scacciati dalle loro alture da qualcosa che non riuscivano a
 comprendere. Questi umani erano una minaccia meno grave. Si raccolsero
 e tornarono all'attacco, decisi a prendersi una vendetta qualunque sul
 nemico a portata di mano.
 Ma ora ad affrontarli c'era Wren, consumata dalla propria furia,
 fredda e razionale, che indirizzla magia delle Pietre su di loro
 falciandoli come una lama affilatissima. Troppo tardi si accorsero del
 pericolo: la magia li colse in pieno e svanirono in scoppi di fuoco e
 grida improvvise. Nel giro di pochi secondi, non ne rimase che fumo e
 cenere.
 Nel corso della notte ne vennero altri, a piccoli gruppi, uscendo
 dall'oscuritin ondate frenetiche che li portavano a rapida e sicura
 morte. Wren li distrusse senza pensarci, senza rimpianto, e poi
 incendila foresta circostante finchnon fu infuocata come i pendii
 lungo i quali scendevano ribollendo i fiumi di lava. Quando giunse il
 mattino, davanti al loro riparo, per una cinquantina di metri tutto
 era nero e fumante, come un ossario ricoperto di corpi anneriti tanto
 da essere irriconoscibili, un cimitero nel quale loro erano gli unici
 sopravvissuti. Non fu possibile dormire, nriposarsi, non ebbero
 neanche il tempo di riprendere fiato per i continui assalti. L'alba li
 trovcon le occhiaie profonde e lo sguardo fisso; Triss aveva molte
 ferite, gli abiti a brandelli, tutte le sue armi erano andate perdute
 o spezzate tranne la spada corta. La faccia di Wren era grigia di
 cenere, e le tremavano le mani per il flusso del potere delle Pietre
 Magiche. Gli aculei di Stresa erano ritti in tutte le direzioni, e
 sembrava che non si sarebbero abbassati mai pi Fauno era
 accovacciato accanto a Wren come una molla arrotolata.
 Quando la luce spunta oriente, in un'aurora argentata attraverso la
 foschia di fuoco e di fumo, Wren disse loro finalmente cosa era
 accaduto a Garth, perchaveva bisogno di parlare, ansiosa di
 liberarsi del peso che portava da sola, dell'amara veritche
 conosceva soltanto lei. Racconttutto con calma, a bassa voce, nel
 silenzio che segul'ultimo attacco. Pianse di nuovo, pensando che
 forse non avrebbe smesso mai. Ma questa volta le lacrime furono
 purificatrici, come se riuscissero infine a eliminare una parte del
 dolore. Essi l'ascoltarono silenziosi, il Capitano della Guardia
 Nazionale, il Gatto Screziato e lo Squeak, uniti e stretti accanto a
 lei in modo da non perdere nemmeno un particolare, perfino Fauno che
 forse capiva e forse non capiva le sue parole, le si rannicchicontro
 la spalla. Le parole fluivano senza difficolt poichla diga della
 disperazione e della vergogna stava sparendo e una sorta di pace
 penetrava profondamente in lei.
 俘wwlll Wren, non c'era altro da farele disse Stresa in tono solenne
 quando ebbe finito.
 俠o sapevi, non vero?ribattlei.
 信ssstt. S Avevo capito cosa avrebbe fatto il veleno. Ma non potevo
 dirtelo, Wren degli Elfi, perchnon avresti voluto credermi. Doveva
 essere lui a farlo.
 E infatti era cos anche se ormai non aveva pimolta importanza.
 Parlarono per un po' mentre la luce penetrava lenta attraverso
 l'oscurit illuminando il mondo attorno a loro, quel mondo di nere
 rovine nel quale il fumo continuava a salire in volute sotTiili  verso
 il cielo e la terra tremava per la collera furiosa del Killeshan.
 俠ui ha dato la vita per te, mia Signoradisse Triss. 俊i ha protetta
 quando il Wisteron stava per ghermirti e ha combattuto per salvarti.
 Nessuno di noi avrebbe potuto fare altrettanto. Ci abbiamo provato, ma
 solo Garth ne aveva la forza. Tienilo in suo ricordo.
 Ma a lei sembrava ancora di spingere il manico del coltello che
 penetrava nel cuore di Garth, sentiva ancora le mani di lui che si
 stringevano sulle sue, quasi ad assolverla da ogni responsabilit
 Pensche le avrebbe avute sempre nella mente, che non avrebbe mai
 dimenticato ciche aveva visto nei suoi occhi.
 Ripresero il viaggio poco dopo, attraversando il campo di battaglia
 carbonizzato e andando verso il paesaggio verde e fresco del giorno
 che li attendeva, accingendosi a superare l'ultima parte della
 campagna che li separava dalla spiaggia. I tremori sotto i piedi erano
 ancora costanti, e gli incendi dei fiumi di lava bruciavano sempre pi
 vicino, scendendo dall'alto del pendio della montagna. Intorno a loro
 degli esseri scappavano in tutte le direzioni, e anche i demoni non
 smisero mai di attaccarli. Tutti correvano per sfuggire al caldo
 soffocante, spinti dalla furia del Killeshan verso le rive dello
 Spartiacque Azzurro. Morrowindl stava diventando un crogiuolo di
 fuoco, che consumava se stesso partendo dal centro. Dappertutto
 cominciavano a vedersi crepacci, profonde fessure che si aprivano
 sull'oscurit che sibilavano e sputavano vapore e calore. Il mondo
 che era fiorito sulla scia del magico potere degli Elfi si stava
 riducendo in polvere, e nel giro di qualche giorno sarebbero rimaste
 solo le pietre e le ceneri dei morti. Attorno al gruppetto in fuga si
 stava formando un mondo nuovo nel quale, una volta completato, non
 sarebbe rimasta alcuna traccia del vecchio.
 Scesero nei prati di erba alta che delimitavano le distese finali
 delle vecchie foreste lungo la costa. L'erba cominciava a ripiegarsi
 su se stessa e a morire, affumicata e soffocata dal calore e dai gas,
 la vita ormai l'abbandonava. I cespugli si spezzavano sotto i loro
 stivali, secchi e privi di vita. Gli incendi scoppiavano da ogni parte
 nei punti picaldi, e sulla loro destra, al di ldi un profondo
 burrone, una sottile striscia di fuoco avanzava inarrestabile
 attraverso un variopinto tappeto di fiori selvatici verso una macchia
 di acacie che attendeva impotente, immobile e rassegnata. Nuvole di
 nera fuliggine si precipitavano gidalle alture della giungla di In
 Ju, dove la vegetazione stava bruciando fino in riva al mare, mentre
 la palude sottostante cominciava a bollire. Pietre e cenere piovevano
 da chissdove come grandine dalle nuvole, lanciate in aria dalle
 continue esplosioni del vulcano. Il vento cambie divenne pi
 difficile vedere. Era mezzogiorno, e il cielo era cupo, grigio e fosco
 come il crepuscolo d'autunno.
 Wren aveva l'impressione di sentirsi la testa leggera e immateriale,
 come se facesse parte dell'aria che respirava. Le pareva che le ossa
 si fossero sciolte nel corpo, e il fuoco della magia continuava a
 fiammeggiare e a lanciare scintille come tizzoni che vanno
 raffreddandosi. Cercla terra attorno a lei ed ebbe l'impressione di
 non riuscire a distinguere niente. Tutto andava alla deriva come le
 nuvole.
 俟tresa, quanto ci manca?chiese.
 隹ncora un po'disse il Gatto Screziato senza voltarsi. 促hhfftt.
 Continua a camminare, Wren degli Elfi.
 Lei ubbid sapendo che la sua forza stava scemando e chiedendosi
 distrattamente se era per l'eccessivo uso della magia oppure per
 esaurimento. Si accorse che Triss le andava vicino, e le metteva un
 braccio attorno alle spalle.
 隹ppoggiati a mele sussurr e addossil suo peso su di s
 I prati scomparvero con il passaggio del sole a ovest, ed essi
 raggiunsero il vecchio bosco. Era giin fiamme a sud, i rami pialti
 bruciavano, il fumo si levava a ondate successive. Vi si inoltrarono
 veloci, slittando e scivolando sul muschio e sulle foglie, sui rami
 secchi e sui sassi sparsi. Gli alberi erano silenziosi e spogli, come
 pilastri di una sala che aveva per tetto le nuvole e la nebbia bassa.
 Grugniti e ringhi si alzavano dalla foschia, lontani, ma tutt'intorno.
 La marcia continuava. Una volta qualcosa di grosso si mosse nell'ombra
 da un lato, e Stresa si voltper affrontarlo, rizzando gli aculei. Ma
 non successe nulla, e dopo un momento ripresero il cammino. Davanti a
 loro si sentiva il rumore dell'acqua che si frangeva contro gli
 scogli, la risacca dell'oceano. Wren si accorse di stare sorridendo,
 stringendosi lo Scettro al petto. C'era ancora una possibilitdi
 salvezza per loro, pens C'era ancora speranza che potessero fuggire.
 Poi finalmente, quando la luce del sole scomparve alle loro spalle e
 il tramonto si illumindi argento e di rosso, uscirono dagli alberi e
 si trovarono a guardare lontano da un'alta scogliera sulla vasta
 distesa dello Spartiacque Azzurro. Il fumo e la cenere rannuvolavano
 l'aria vicino a loro, ma al di ldi quella cortina l'orizzonte
 splendeva di colori.
 Il gruppo avanzbarcollando e poi si ferm La scogliera scendeva a
 picco su una costa cosparsa di scogli. Non c'era nessuna spiaggia in
 vista e nessun segno di Tiger Ty.
 Wren si appoggipesantemente allo Scettro, scrutando il cielo. Si
 espandeva a perdita d'occhio, una distesa vasta e vuota.
 俊iger Ty!sussurrdisperata.
 Triss la lascie si allontanper perlustrare il terreno. 俠aggi欞
 fece cenno dopo un attimo, indicando il nord. 青'una spiaggia, se
 riusciamo a raggiungerla.
 Ma Stresa stava giscuotendo la testa. 俟sssstt! Dobbiamo passare di
 nuovo per i boschi, ritornare nel fumo e tra le bestie che vi si
 nascondono. Non un'idea brillante con il buio che sta per scendere.
 PTiili tt!
 Wren guarddisorientata il sole che calava sull'orizzonte dell'oceano
 scomparendo lentamente. Nel giro di pochi minuti sarebbe stato buio.
 Avevano fatto tanta strada, riflett e sussurr 俏oin modo che
 nessuno potesse sentirla.
 Appoggia terra lo Scettro e tirfuori le Pietre. Tenendole davanti
 a s indirizzil raggio della magia bianca nel cielo percorrendolo
 da un capo all'altro, un fascio luminoso contro il crepuscolo grigio.
 La luce brillcome un fuoco e si spense. Rimasero tutti a fissarla,
 guardando il buio avvicinarsi, guardando il sole riempire il cielo di
 colore mentre scompariva dalla vista.
 Dietro di loro, gli inseguitori, i demoni venuti gidalle alture, e
 gli esseri neri che li incalzavano o che erano attirati dalla magia,
 cominciarono a raggrupparsi. Le loro ombre si profilarono contro le
 luci del crepuscolo, ringhiando, sbuffando e avvicinandosi sempre pi
 Wren e i compagni erano intrappolati sulla scogliera, stretti contro
 lo strapiombo che cadeva a picco nell'oceano. Wren sentil tremito
 delle ossa, del respiro, delle forze che la stavano abbandonando. Era
 troppo aspettarsi che Tiger Ty fosse ancora lin attesa dopo tanto
 tempo, era troppo sperarci. Eppure non voleva rinunciare all'unica
 speranza rimasta. Se fosse stato necessario, avrebbe fatto uso della
 magia ancora una volta, per essere sicura. Perchin ogni caso non ne
 rimaneva abbastanza da tenerli in vita un'altra notte. Non c'era pi
 abbastanza forza in lei per usarla, nabbastanza in nessuno di loro
 per farne un problema.
 Triss avanzdeciso ad affrontare le ombre tra gli alberi, magro e
 tenace, il braccio rotto gli pendeva inerte al fianco, quello con la
 spada era piegato e pronto. 俟tate dietro di meordin
 I secondi passavano in fretta. I colori del cielo a occidente stavano
 stemperandosi nel grigio. Il crepuscolo scendeva tingendosi di un
 pallido riflesso di cenere.
 非i lavvertStresa.
 Qualcosa si precipitfuori dall'oscurit una forma massiccia, che
 colppesantemente Triss, scagliandolo a terra. Un'altra sopraggiunse
 dopo la prima, e Stresa la sommerse di aculei. Wren sollevle Pietre
 e diresse il fascio della magia in avanti, bruciando gli esseri pi
 vicini. Questi si ritirarono in tutta fretta urlando. Triss giaceva a
 terra svenuto.
 Wren cadde sulle ginocchia, esausta.
 隹lzati!borbottStresa disperato
 Un gruppetto di esseri informi si staccdagli altri e riprese ad
 avanzare.
 隹lzati!
 Allora un grido laceril silenzio quasi assoluto, un suono simile a
 quello di una vita umana che muore, e un'ombra enorme sorvolla
 scogliera. Gli artigli sfiorarono le cime degli alberi e dispersero
 gli aggressori nel buio. Wren guardin alto incredula, senza parole.
 "Aveva visto...?" L'ombra scivolvia, con le ali nere simili a
 pugnali contro il cielo, mentre un altro grido usciva dalla sua gola.
 俟pirit!urlWren riconoscendolo.
 Il Roc virall'indietro e si lanciin picchiata verso il bordo della
 scogliera dove si poscon un furioso battere d'ali. Una forma piccola
 e asciutta balzgi urlando e gridando con grande clamore.
 亟hi, da questa parte, di corsa! Non se ne staranno lontani per
 molto!
 "Tiger Ty!"
 E quando Wren riusca rimettere in piedi Triss e si lanciin avanti
 per andare incontro all'omino, trovil Tiger Ty che ricordava
 nonostante fossero passate tante settimane, rugoso e sorridente, uno
 spaventapasseri tutto pelle e ossa, dalle rozze ma agili mani e dagli
 occhi brillanti e svegli. Egli diede un'occhiata a lei, poi ai suoi
 compagni, allo Scettro che portava, e rise.
 俐ren Elessedille disse salutandola. 俟ei stata di parola, ragazza!
 Uscita dal regno dei morti per incontrare me, uscita per sputarmi in
 faccia, e dimostrarmi che ce l'hai fatta, dopo tutto! 保mbre, dovete
 essere duri come chiodi!
 Wren era troppo contenta di rivederlo per non essere d'accordo con
 lui.
 Li fece poi salire in fretta su Spirit, ma solo dopo avere dato uno
 sguardo penetrante a Stresa e averlo avvertito che avrebbe fatto bene
 a tenere i suoi aculei per s Borbottando qualcosa circa la scelta
 dei compagni di viaggio fatta da Wren, avvolse il Gatto Screziato in
 una coperta di pelle e lo spinse su. Stresa rimase immobile e
 arrendevole, ma i suoi occhi dardeggiavano inquieti. Wren si leg
 Fauno sulla schiena, montsu Spirit, e sollevTriss quasi svenuto
 sistemandoselo davanti dove poteva tenerlo fermo. Avendo le mani
 occupate, si fece scivolare lo Scettro sotto le gambe. Agirono con
 rapidit Tiger Ty e lei, spinti dai soffi e dai grugniti che
 provenivano dall'oscurittra gli alberi, e dal timore degli esseri
 che vi erano nascosti. Per due volte alcune forme nere si
 precipitarono fuori dall'ombra come per attaccare, ma un grido
 rabbioso di Spirit le fece correre via.
 Sembrun eternit ma alla fine furono pronti. Dopo un rapido
 controllo delle cinghie dei finimenti, Tiger Ty saltin groppa al
 Roc.
 俟u, ora, vecchio uccello!urlinsistente.
 Con un ultimo grido, Spirit distese le grandi ali e si sollev Un
 gruppo di demoni uscallo scoperto, correndo per afferrarli in un
 estremo disperato tentativo, lanciandosi all'inseguimento sulla
 scogliera. Alcuni riuscirono ad attaccarsi alle piume del Roc, tirando
 in gi Ma Spirit si scroll scalcie graffiselvaggiamente con i
 suoi artigli, finchgli aggressori non caddero nel buio. Quando il
 Roc si sollevsullo Spartiacque Azzurro e comincia prendere quota,
 Wren guardindietro per l'ultima volta. Morrowindl era un'immensa
 fornace che splendeva contro il buio della notte, tutta nebbia, vapore
 e cenere, mentre la bocca del Killeshan sputava torrenti di roccia
 incandescente, fiumi di fuoco che scendevano verso il mare.
 Chiuse gli occhi e non guardpiindietro.
 Non seppe mai quanto volarono quella notte. Forse ore, forse solo
 pochi minuti. Si tenne attaccata a Triss e ai finimenti lottando per
 rimanere sveglia, esausta al punto da perdere conoscenza. Le braccia
 di Fauno le circondavano il collo, calde e morbide, poteva sentire
 sulla nuca il respiro preoccupato dello Squeak. Un po' pidietro,
 Stresa cavalcava in silenzio. UdTiger Ty che la chiamava un paio di
 volte, ma le sue parole si perdevano nel vento, e lei non si preoccup
 di rispondere. In quei momenti davanti ai suoi occhi volteggiava
 spettrale la visione di Morrowindl, tremenda e inesorabile, un incubo
 che non sarebbe mai diventato sonno.
 Quando atterrarono, dopo chissquanto tempo, era ancora notte, ma il
 cielo era sereno e luminoso intorno a lei. Spirit si possu un
 piccolo atollo, verde di vegetazione. Il dolce profumo dei fiori
 aleggiava nell'aria. Wren respirriconoscente quegli aromi mentre
 scivolava gidalla larga schiena del Roc, protendendosi come un
 automa per afferrare Triss e Stresa. Immagina, pensquasi colta dalle
 vertigini, la luna e le stelle, una notte illuminata dalla loro luce,
 senza nebbia, nfoschia, nfuoco.
 非a questa parte, qui, ragazzaindicTiger Ty, prendendole il
 braccio.
 La condusse su una chiazza di erba soffice dove si adagie si
 addormentsubito.
 Il sole rosseggiava all'orizzonte quando Wren si svegli una sfera
 scarlatta che sorgeva dalle acque dell'oceano color cremisi nel cielo
 nero scosso dai tuoni. La tempesta e il suo fuoco sembravano
 interessare una parte soltanto della terra e del cielo. Wren si
 sollevappoggiandosi sul gomito e aguzzla vista verso lo strano
 fenomeno, domandandosi come potesse accadere.
 Allora Tiger Ty, che faceva la guardia accanto a lei, le sussurr
 俊orna a dormire, Wren. E' ancora notte. Quella laggiMorrowindl,
 tutta in fiamme, che brucia di dentro e di fuori. Il Killeshan si 
 lasciato andare con tutto il resto. Scommetto che ben presto non
 rimarrpiniente.
 Wren si riaddormentsenza farselo dire due volte, e quando si svegli
 di nuovo era mezzogiorno, il sole era alto in un cielo vasto, azzurro
 e senza una nuvola, l'aria era calda e profumata, mentre il canto
 degli uccelli aveva un suono allegro rispetto alla risacca
 dell'oceano. Fauno squittiva da qualche parte nelle vicinanze. Alzlo
 sguardo, e lo vide seduto su un sasso intento a tirare un rampicante
 per poterne rosicchiare le foglie. Triss dormiva ancora, e Stresa non
 si vedeva in giro. Spirit era appollaiato sul bordo della scogliera,
 intento a scrutare le acque deserte.
 Tiger Ty comparve da dietro il Roc e si fece avanti. Le passuna
 sacca con frutta e pane e le fece cenno di allontanarsi da Triss che
 dormiva ancora. Wren si alz e andarono entrambi a sedersi all'ombra
 di una palma.
 俊i senti riposata ora?le chiese, e lei annu 俑angia qualcosa.
 Devi avere fame. Devono essere giorni che non mangi.
 Lei mangiriconoscente, poi accettla caraffa di birra che le
 offriva e bevve finchnon le sembrdi stare per scoppiare. Fauno si
 volse a osservarla, con uno sguardo curioso.
 促are che tu abbia fatto nuove amiciziedisse Tiger Ty quando ebbe
 finito. 俟o come si chiamano l'Elfo e il Gatto Screziato, ma questo
 come si chiama?
 侵l suo nome Fauno. E' una specie di scoiattolo.Wren lo fiss
 negli occhi. 亮razie per non averci abbandonati, Tiger Ty. Contavo su
 di te.
 隹h!sbuffTiger Ty. 青ome se mi sarei lasciato sfuggire l'occasione
 di vedere in che modo erano andate le cose! Ma devo ammettere di avere
 avuto dei dubbi, ragazza. Ho creduto che la tua follia avesse avuto la
 meglio sul tuo fuoco. Mi pare che ci sei andata vicina.
 Lei annu 侶uasi.
 俟ono tornato a cercarti ogni giorno, da quello successivo all'inizio
 delle eruzioni. L'eruzione si vedeva da venti miglia di distanza. Mi
 sono detto, deve averci qualcosa a che fare, senz'altro! Ed era vero,
 no?Sogghign mentre il volto si copriva di rughe come cuoio
 vecchio. 侵n ogni modo, abbiamo sorvolato la zona una volta al giorno,
 Spirit e io, cercandoti. Avevamo appena finito il giro ieri notte
 quando abbiamo visto la tua luce. Stavamo per andarcene. Ma come hai
 fatto a fare quella luce?Strinse le labbra, poi alzle spalle. 俏o,
 aspetta, non dirmelo. E' stata opera della Magia della Terra degli
 Elfi altrimenti perdo la scommessa. E' meglio che non lo sappia.
 Fece una pausa. 侵n ogni caso, sono molto contento che tu sia sana e
 salva.
 Lei gli sorrise riconoscente, e stettero per un momento in silenzio,
 guardando a terra. Uccelli pescatori planavano e si tuffavano
 nell'acqua come frecce bianche, le ali piegate all'indietro e il collo
 teso. Fauno scese dal suo piedistallo per arrampicarsi sul braccio di
 Wren e affondare nella sua spalla.
 俟commetto che il tuo amico gigante non ce l'ha fattadisse infine
 Tiger Ty.
 "Garth". Il dolore del ricordo le fece venire le lacrime agli occhi.
 Scosse la testa. 俏o. Non ce l'ha fatta.
 俑i dispiace. Credo che sentirai a lungo la sua perdita, non cos
 Gli occhi scaltri scivolarono via. 青erti dolori non guariscono
 facilmente.
 Lei non parl Pensava alla nonna, e a Eowen, al Gufo e a Gavilan
 Ellessedil, a Cort e a Dal, tutti caduti nella lotta per fuggire da
 Morrowindl, tutti parte del dolore che portava in s Guard
 sull'acqua in lontananza, cercando l'orizzonte. Finalmente trovci
 che cercava, una macchia scura dove Morrowindl bruciava lentamente,
 ridotta a cenere e pietra.
 亟 gli Elfi?chiese Tiger Ty. 俟commetto che li hai trovati, a
 giudicare dal fatto che uno di loro venuto con te.
 Lei guardindietro verso di lui un'altra volta, sorpresa dalla
 domanda, dimenticando per un momento che egli non era stato con lei.
 俟 li ho trovati.
 亟 Arborlon?
 隹nche Arborlon.
 Tiger Ty la guarde poi scosse la testa. 俏on hanno voluto
 ascoltarti, non vero? Non hanno voluto partire.Disse coscome se
 facesse una constatazione, con una punta di amarezza nella voce.
 隹desso sono tutti morti, perduti. Tutti quanti. Che gente folle!
 Folle, veramente, penslei. Ma non perduta. Non ancora. Poi cercdi
 raccontargli del Loden, cercdi trovare le parole, ma non vi riusc
 Al momento era troppo difficile parlarne anche solo in parte. Era
 troppo vicina all'incubo che si era lasciata alle spalle, si dibatteva
 ancora troppo nelle forti emozioni che il sia pur minimo riferimento
 rievocava. Ogni volta che ne richiamava il ricordo le sembrava che le
 staccassero la pelle dal corpo. Come se il fuoco l'assalisse,
 bruciandola fino alle ossa. Gli Elfi, vittime della loro mal riposta
 fiducia nel potere della magia... quanta parte di quella fiducia le
 era stata tramandata? Le vennero i brividi all'idea. C'erano veritda
 soppesare e misurare, motivi da valutare, e vite da rimettere a posto.
 Nessuna delle quali le apparteneva.
 俊iger Tydisse con calma. 亮li Elfi sono qui, con me. Li porto con
 me...Esitun attimo e lui la guardansioso. 俠i porto nel mio
 cuore.La confusione le fece corrugare la fronte. Abbassgli occhi,
 cercando nelle sue mani vuote. 侵l problema decidere a chi
 appartengono.
 Lui scosse la testa e aggrottle sopracciglia. 俏on ha senso quello
 che dici, almeno non per me.
 Lei sorrise. 俏e ha solo per me. Abbi pazienza ancora un po', vuoi ?
 Non farmi pidomande. Quando saremo arrivati dove stiamo andando,
 scopriremo insieme se le lezioni di Morrowindl hanno insegnato agli
 Elfi qualcosa.
 Poi si svegliTriss, riavendosi pigramente dal sonno, e loro si
 alzarono per occuparsi di lui. Mentre erano al lavoro, i pensieri di
 Wren presero il volo. Come un esperto giocoliere si trova
 equilibrare le domande del presente con le esigenze del passato, la
 vita degli Elfi contro i pericoli della loro magia, la fiducia che
 aveva perduto contro la veritche aveva trovato. Silenziosa nella sua
 decisione, intensamente concentrata, come se fosse lcon loro mentre
 in realtera di nuovo su Morrowindl, a guardare l'orrore
 dell'evoluzione indotta dalla magia, a scoprire gli oscuri segreti di
 coloro che ne erano gli autori, a ricostruire pezzo per pezzo quei
 giorni frenetici, terrificanti della sua lotta per portare a termine
 l'incarico ricevuto. Il tempo si ferm e mentre stava immobile come
 una statua davanti a lei, scalpellato da una fredda silenziosa
 introspezione, Wren fu capace di gettare via l'ultima delle vesti
 stracciate che avevano costituito la sua vecchia vita, quell'innocenza
 che aveva preceduto Cogline e Allanon e il suo viaggio nel passato, e
 di indossare finalmente il mantello di colei che ora capiva di essere
 sempre stata destinata a essere.
 "Addio Wren che fu".
 Fauno si dimencontro la sua spalla, richiamando l'attenzione. Lei
 gliene diede quel poco che pot
 Un'ora dopo, il Gatto Screziato, lo Squeak, il Capitano della Guardia
 Nazionale degli Elfi, il Cavaliere Alato e la ragazza diventata la
 Regina degli Elfi stavano volando verso est in groppa a Spirit,
 diretti alle Quattro Terre.
 29.
 Ci volle il resto della giornata per raggiungere la terraferma. Il
 sole era una pallida sfera di argento sull'orizzonte occidentale
 quando infine si vide la costa: un muro nero frastagliato contro la
 notte imminente. Si era fatto buio, e la luna e le stelle erano
 apparse nel cielo nel momento in cui essi scesero sulla scogliera che
 stava di fronte al Wing Hove. Erano tutti stanchi e indolenziti, le
 palpebre appesantite dal sonno. L'odore estivo di foglie e di terra si
 diffondeva dalla foresta dietro di loro mentre si sistemavano per
 passare le notte.
 促Tiili ttt! Finalmente posso vedere la tua terra, Wren degli Elfi
 disse Stresa proprio prima che lei si addormentasse.
 Il mattino seguente ripresero il volo, verso nord, lungo la costa.
 Tiger Ty era a cavalcioni accanto alla testa affusolata di Spirit, lo
 sguardo in avanti, senza parlare con nessuno. Aveva rivolto
 un'occhiata lunga e severa a Wren quando lei gli aveva detto dove
 voleva andare e poi non l'aveva pidegnata di attenzione. Si
 lasciarono portare dalle correnti d'aria a ovest attraverso l'Irrybis
 e lo Sperone di Roccia e il Sarandanon. La regione scintillava sotto
 di loro, foreste verdi, terra nera, laghi azzurri, fiumi d'argento,
 campi ricoperti di fiori selvatici con i colori dell'arcobaleno. Da
 quell'altezza il mondo appariva perfetto come se fosse scolpito, la
 malattia portata dagli Ombrati non si vedeva. Le ore passavano lente e
 pigre e piene di ricordi per i passeggeri del Roc. Si provava una
 fitta al cuore in giorni cosperfetti, un desiderio che durassero per
 sempre, unito alla consapevolezza che il domani sarebbe stato diverso,
 che nella vita poche promesse venivano mantenute.
 Atterrarono a mezzogiorno in un prato ai margini meridionali del
 Sarandanon e mangiarono frutta, formaggio e latte di capra offerti da
 Tiger Ty. Gli uccelli svolazzavano tra gli alberi, mentre alcuni
 animaletti sparivano lungo i rami. Fauno osservava ogni cosa come se
 la vedesse per la prima volta. Stresa annusava l'aria, corrugando e
 contraendo la sua faccia da gatto. Triss stava abbastanza bene da
 rimanere seduto e alzarsi da solo, benchfosse ancora fasciato e
 immobilizzato dalle stecche, con il volto ricoperto di ferite e di
 graffi. Sorrideva spesso a Wren, ma il suo sguardo era sempre triste e
 lontano. Tiger Ty continuava a rimanere sulle sue. Wren sapeva che si
 stava arrovellando il cervello per capire le sue intenzioni, che
 voleva chiedere ma non era disposto a farlo. Le sembrava un uomo
 curioso.
 Finito di mangiare, ripresero il viaggio, scendendo lungo la valle in
 direzione del Rill Song. A metpomeriggio stavano seguendo l'alveo
 del fiume verso nord in una lunga, ininterrotta planata incontro al
 tramonto.
 Si approssimava il crepuscolo quando raggiunsero il Carolan. La parete
 rocciosa si alzava in un desolato rilievo dalla riva orientale del
 fiume verso una vasta e vuota sporgenza rocciosa che si protendeva in
 avanti partendo da una parete di foreste di latifoglie e da falesie
 che si innalzavano ancora piin alto, facendo da schermo protettivo.
 La sporgenza era un tratto di terreno accidentato sul quale crescevano
 solo isolate chiazze di ciuffi d'erba.
 Arborlon era stata fondata in cima al Carolan e da qui, pidi cento
 anni prima, la cittera stata portata via.
 Tiger Ty diresse Spirit verso il basso e il gigantesco Roc si pos
 lentamente al centro della sporgenza. I passeggeri scesero, uno dopo
 l'altro; Wren e Tiger Ty si diedero da fare in silenzio per liberare
 Stresa dalla coperta di pelle e deporlo a terra. Rimasero raccolti
 tutti insieme per un po', fissando attraverso la piana vuota la buia
 foresta a est e le falesie a strapiombo a ovest. La campagna sotto di
 loro era offuscata dalle ombre della sera, e il cielo si tingeva
 lievemente di porpora e d'oro.
 俟sssttt! Che posto questo?Chiese Stresa sentendosi a disagio,
 mentre percorreva con lo sguardo l'arida spianata.
 青asa nostrarispose Wren assente, smarrita in qualche profondo
 recesso della sua mente.
 青asa nostra! Sssppph!Il Gatto Screziato era stupefatto.
 青osa ci facciamo qui, se posso permettermi di chiederlo?sbott
 Tiger Ty, incapace di trattenersi oltre.
 侶uello che l'ombra di Allanon mi ha chiesto di farerispose Wren.
 Andvicino alla bardatura di Spirit e liberlo Scettro. L'asta di
 noce era rovinata e sporca e la superficie, un tempo brillante, era
 opaca e consumata. Incastonato a un'estremitdell'impugnatura, il
 Loden continuava a risplendere offuscato nella luce morente.
 Appoggia terra l'estremitinferiore dello Scettro e lo strinse con
 entrambe le mani davanti a s Fissla Pietra, mentre il suo pensiero
 tornava a Morrowindl, ai lunghi interminabili giorni di nebbia e
 oscurit di demoni Ombrati, di mostri e trabocchetti, e di orrore
 generato dalla magia degli Elfi. Il mondo dell'isola emerse dalla
 memoria e l'accolse dentro di s come un amante furibondo,
 condannato, troppo pericoloso per chiunque da sopportare. Le facce dei
 morti le sfilarono dinanzi: Ellenroh Elessedil, alla quale era stata
 affidata la cura degli Elfi che, a sua volta, aveva ceduto a lei;
 Eowen, che aveva visto troppo di quanto sarebbe accaduto; Aurin
 Striate, che era stato suo amico; e Gavilan Elessedil, che avrebbe
 potuto esserlo; Cort e Dal, i suoi protettori; e Garth, che alla fine
 era stato tutti costoro messi assieme. Li salutin silenzio, con
 rispetto, promettendo a ciascuno che una parte di ciche avevano dato
 sarebbe stata restituita, che avrebbe fatto onore alla fiducia riposta
 in lei, e che avrebbe rispettato ciche era costato per
 salvaguardarla.
 Chiuse gli occhi e cancellil passato, poi li riaprper guardare in
 faccia coloro che erano raccolti attorno a lei. Il suo sorriso fu, per
 un istante, quello di sua nonna. 俊riss, Stresa, Tiger Ty, e tu,
 piccolo Fauno - ora voi siete i miei migliori amici, e se vi 
 possibile, vorrei che rimaneste con me, che foste con me il pia
 lungo possibile.LO non vi trattengo - neppure te, Triss. Non vi
 impongo nulla. Vi chiedo di decidere liberamente.
 Nessuno disse una parola. I loro occhi, esprimevano incertezza e una
 nota di confusione. Fauno si fece avanti e le tiruna gamba
 preoccupato.
 俏o, piccolinodisse. Poi chiamgli altri con un cenno: 侮enite con
 me
 Attraversarono il Carolan - la ragazza, l'Elfo, il Cavaliere Alato, il
 suo Roc, e le due creature di Morrowindl - trascinando le loro ombre
 nella polvere. Il canto degli uccelli si levdagli alberi e dalle
 rocce della falesia mentre calava l'oscurit e la Canzone del
 Ruscello gorgogliava ininterrotta.
 Quando raggiunsero il margine della scogliera, Wren si volt poi si
 allontandi qualche passo in modo che gli altri rimanessero dietro di
 lei. Dava le spalle al promontorio in direzione della foresta, di
 nuovo verso la notte che si avvicinava. Al di sopra degli alberi
 apparivano le prime stelle, piccoli punti luminosi contro il buio
 sempre piprofondo. Strinse le mani attorno allo Scettro. Aveva
 anticipato questo momento per giorni, e ora che era giunto si
 accorgeva di non essere ninquieta nagitata, ma soltanto stanca.
 Una volta si era chiesta se al momento giusto sarebbe stata capace di
 invocare la magia del Loden, cosa avrebbe deciso, come si sarebbe
 sentit Se lo era chiesto senza cognizione di causa, pens Ora non
 provava la minima esitazione. Forse l'aveva sempre saputo. O forse
 tutta quell'incertezza si era risolta da sola, chissdove, cammin
 facendo. Non che avesse molta importanza, in ogni caso. Era in pace
 con se stessa. Sapeva perfino come funzionava la magia, benchla
 nonna non glielo avesse mai spiegato. Perchnon era stato necessario?
 Perchera istintivo? Wren non ne era sicura. Le bastava che fosse lei
 a dover invocare la magia e che avesse alla fine deciso di farlo.
 Respirl'aria calda quasi volesse attirare la luce che spariva.
 Ascoltil battito del suo cuore.
 Poi spinse gilo Scettro, facendolo ruotare nelle mani, girandolo nel
 terreno. Magia terrestre, le aveva detto Eowen. Tutta la magia degli
 Elfi era magia della terra, il suo potere derivava dagli elementi che
 conteneva. Ciche da essa proveniva doveva necessariamente
 ritornarvi.
 I suoi occhi fissarono le sfaccettature scintillanti del Loden. Il
 mondo intorno a lei divenne silenzioso e senza respiro.
 Le sue mani allentarono la presa sullo scettro, le dita passavano
 carezzevoli, leggere come una piuma sul legno levigato e nodoso.
 Doveva solo invocarli, lo sapeva. Solo pensarci, nient'altro. Solo
 volerlo. Solo aprire la mente al fatto della loro esistenza, alla loro
 vita al di ldei limiti della Pietra. Non riflettere, non metterlo in
 discussione. Invocarli. Riportarli indietro. Chiedere di loro.
 "S.
 "Lo voglio".
 Il Loden si illumin una sorgente di luce bianca contro il buio,
 innalzandosi come il fuoco, poi crescendo fino a raggiungere
 un'intensitaccecante. Wren si accorse che lo Scettro tremava nelle
 sue mani e cominciava a riscaldarsi. Rafforzla presa su di esso,
 mentre socchiudeva gli occhi per la luminosit e poi li abbassava
 nell'ombra. La luce aumente comincia diffondersi. Al suo interno
 c'erano forme e movimento. E all'improvviso si sentun vento che
 sembrava venire dal nulla, che sferzava il pianoro, sollevando e
 trasportando con sla luce attraverso l'arida distesa fino agli
 alberi e alle rocce e poi indietro di nuovo, diffondendola da un
 estremo all'altro. Il vento urlava eppure era privo di forza e non si
 sentiva il suo impatto mentre passava veloce, era tutto rumore e
 luminositmentre inghiottiva la luce.
 Wren cercdi guardare indietro verso i compagni per accertarsi che
 fossero al sicuro, che la magia non avesse fatto loro del male, ma le
 parve di non poter voltare la testa. Ora le sue mani serravano lo
 Scettro con il quale lei formava un tutt'uno indissolubile, coinvolta
 nell'azione della magia, completamente abbandonata a essa soltanto.
 La luce riempiva il pianoro, accumulandosi su se stessa, innalzandosi
 finchgli alberi e le rocce della scogliera che l'avevano delimitata
 non scomparvero, finchi cieli non si piegarono su di essa e tutto
 assunse un colore argenteo. Si udil rumore di uno strappo, come se
 si aprissero la terra e la roccia, e qualcosa di pesante si
 assestasse. Con gli occhi socchiusi, Wren vide le figure nella luce
 diventare grandi e assumere la forma di edifici e di alberi, di strade
 e di sentieri, e vide apparire prati e giardini. Arborlon ritornava a
 esistere. Lei la osservava materializzarsi come se la vedesse stando
 dietro una finestra rigata dalla pioggia, confusa e indistinta. Al
 centro, simile a uno scintillante arco argenteo e scarlatto nella
 nebbia, c'era l'Eterea. Si accorse che cominciavano a mancarle le
 forze, il potere della magia gliele sottraeva per il proprio uso, e
 dovette lottare per rimanere in piedi. La luce bianca turbinava e
 girava come le nuvole prima di una tempesta, accumulando forza finch
 sembrfar esplodere tutto ciche le stava intorno con il rombo di un
 tuono.
 Poi cominciad affievolirsi, abbassandosi progressivamente,
 rientrando nell'oscuritcome acqua nella sabbia.
 A quel punto era finita, Wren lo sapeva. Ormai poteva vedere Arborlon
 nella foschia, poteva perfino distinguere la gente che sostava a
 crocchi ai margini della luminosit intenta a scrutare cosa ci fosse
 fuori. Aveva fatto quello che la nonna le aveva chiesto, quello che
 aveva chiesto Allanon, e aveva portato a termine tutto cidi cui era
 stata incaricata da altri - ma non ancora ciche aveva assunto come
 incarico di sua iniziativa. Perchnon sarebbe mai stato abbastanza
 riportare gli Elfi e la loro cittnelle Terre dell'Ovest. Non sarebbe
 mai stato sufficiente restituire alle Quattro Terre un popolo che
 ritornava da un esilio scelto volont跫iamente. Non dopo Morrowindl.
 Non adesso che lei conosceva la veritsugli Ombrati. Non finch
 sarebbe vissuta con il terrore che la magia potesse essere usata male
 di nuovo. La vita degli Elfi le era stata affidata alle condizioni di
 altri; lei l'avrebbe restituita alle proprie condizioni.
 Avvinghile mani attorno allo Scettro e fece volare quanto rimaneva
 della sua magia indirizzandolo verso la luce, facendo sche bruciasse
 per terra, tutto quello che restava e che non avrebbe potuto esserci
 mai pi Svuotcosl'intera magia in un ultimo scatto di ira
 violenta che fece esplodere uno scricchiolio di fuoco nella luce
 scintillante. La magia scaturcome se lampeggiasse, un fulmine dietro
 l'altro. Lei non la trattenne. Fece in modo che si liberasse
 completamente, svuotando lo Scettro e la Pietra, facendone consumare
 il potere come legna secca nel fuoco, finchnon brilltutta e fin
 Ritornl'oscurit Sull'aria della notte per un attimo si stese una
 foschia, che poi si disperse in granelli di polvere e comincia
 posarsi. Wren ne seguil movimento, vedendo ora sotto i suoi piedi
 dell'erba, mentre prima non ce n'era, sentendo il profumo degli alberi
 e dei fiori, del pino che bruciava, di cibi che cuocevano, di legno e
 di ferro, della vita. Guard oltre la linea scura dello Scettro,
 Arborlon tornata a nuova vita, gli edifici illuminati dai lampioni, le
 strade e i viali alberati che si stendevano come lunghi nastri scuri.
 E la gente, gli Elfi, stavano davanti a lei, a migliaia, raccolti ai
 margini della citt intenti a guardare a occhi aperti e a
 meravigliarsi. In prima fila c'erano i Cacciatori Elfi, con le armi in
 pugno. Wren li fronteggi vide i loro occhi fissarsi su di lei, sullo
 Scettro che teneva in mano. Si accorse del mormorio di incredulitdi
 Tiger Ty, di Triss che le stava venendo vicino, di Stresa e di Fauno.
 Avvertil loro calore dietro la schiena, sentche la toccavano
 lievemente sulla pelle.
 Barsimmon Oridio ed Eton Shart si staccarono dalla folla e si fecero
 avanti. Quando furono a qualche metro di distanza si fermarono.
 Nessuno dei due sembrava in grado di parlare.
 Lei smise di appoggiarsi allo Scettro e si raddrizz Per la prima
 volta lanciuno sguardo sul Loden. Le sfaccettature lucenti erano
 scomparse nel buio. La magia era ritornata alla terra. Il Loden era
 diventato una pietra qualunque.
 Avvicinlo Scettro al volto e vide che era carbonizzato, fragile e
 morto. Lo afferr lo appoggia un ginocchio che aveva sollevato e lo
 spezzin due.
 亮li Elfi sono tornati a casadisse a Barsimmon ed Eton che erano
 rimasti a bocca aperta davanti a lei, 前 non ce ne andremo mai pi
 Triss le passdavanti, tutto fasciato e con le stecche al braccio
 rotto, ma aveva gli occhi pieni di orgoglio e di determinazione. And
 dove poteva essere visto da tutti, si fermvicino al Comandante degli
 eserciti Elfi e al Primo Ministro, e grid 亮uardia Nazionale!
 Immediatamente apparvero decine di soldati, che si raccolsero accanto
 al loro capitano, una schiera dopo l'altra. Ci fu un mormorio di
 anticipazione nella folla.
 Poi Triss si voltverso Wren, si inchinlentamente, e si mise la
 mano sinistra sul cuore in segno di saluto. Dietro di lui, i lampioni
 della citttremolavano come lucciole nel buio. 俐ren Elessedil,
 Regina degli Elfi!annunci 俠a Guardia Nazionale pronta a
 servirti!
 I Cacciatori Elfi seguirono il suo esempio come un sol uomo,
 inginocchiandosi e ripetendo le stesse parole in uno slancio confuso.
 Qualcuno, in mezzo alla folla, fece altrettanto, seguito poi da altri.
 Quindi tocca Eton Shart, poi, dopo un attimo di esitazione, fu la
 volta di Barsimmon Oridio. Wren non seppe mai se lo fecero in
 riconoscimento della veritoppure per semplice reazione al gesto di
 Triss. Rimase immobile mentre essi le rendevano omaggio, l'intera
 nazione degli Elfi, che le era stata affidata da Ellenroh, il suo
 popolo, finalmente ritrovato.
 Gli occhi le si riempirono di lacrime quando andloro incontro per
 salutarli.
 Il Castello dei Druidi tremper l'ultima volta, un massiccio gigante
 di pietra che si agitava nel sonno, e rimase immobile.
 Cogline aspett tenendosi stretto al pesante tavolo di lettura, gli
 occhi chiusi, la testa china, per assicurarsi di essere rientrato in
 possesso della sua forza. Rimase di nuovo in piedi all'interno della
 volta che racchiudeva le Storie dei Druidi, rientrato in se stesso
 dopo la ricerca di Walker Boh, dopo avere lasciato il proprio corpo
 secondo il vecchio modo dei Druidi. Aveva trovato Walker e lo aveva
 messo sull'avviso ma non era stato capace di restare - troppo debole
 ormai, troppo vecchio, un mucchio di ossa irrigidite dal dolore. C'era
 voluta tutta la sua forza solo per fare ciche aveva potuto.
 Aspett ma il tremito non si ripet
 Alla fine si raddrizzcon uno sforzo, lasciandare la presa, apr
 gli occhi, e si guardattorno. La prima cosa che vide fu se stesso -
 le mani e le braccia, poi il corpo, tutto se stesso - ritornato
 integro. Trattenne il fiato, si strofinle mani incredulo, e si tocc
 per accertarsi che quanto vedeva fosse vero. Non era pitrasparente;
 era di nuovo un essere in carne e ossa. Bisbiglio si precipitsu di
 lui, affondando la grossa testa nel suo corpo da spaventapasseri con
 tanto impeto da farlo quasi cadere a terra. Anche il gatto delle
 paludi era di nuovo se stesso, non pifatto di linee e di ombre
 evanescenti, non piuno spettro.
 E cospure la stanza: le pareti di pietra erano di nuovo solide e
 chiare, i colori nettamente tratteggiati, e le linee e le superfici
 erano definite dalla materia e dalla luce.
 Cogline trasse un lungo, profondo respiro. Walker ce l'aveva fatta.
 Aveva riportato Paranor nel mondo degli Uomini.
 Uscdalla stanza attraverso lo studio dietro le sale del Castello.
 Bisbiglio lo segu I raggi del sole inondavano i corridoi, penetrando
 attraverso gli alti finestroni, mentre il pulviscolo danzava nella
 luce. Gli occhi del vecchio colsero un lembo di cielo azzurro con
 nuvole bianche. Il profumo degli alberi e dell'erba aleggiava
 nell'aria d'estate.
 "Era ritornato".
 "Vivo".
 Si mise a cercare Walker, aggirandosi nei corridoi del Castello, la
 pietra risuonava lievemente del rumore dei suoi passi. Davanti sentiva
 il suono sommesso di qualcosa che proveniva dalle profonditdel
 castello, un sordo borbottio, quasi un soffio... e poi cap Era il
 fuoco che alimentava il Castello dal centro della terra, il fuoco che
 era stato freddo e spento per tutto quel tempo, e che ora si era
 riacceso dopo il ritorno di Paranor.
 Voltnella sala che conduceva al pozzo sotto il Castello. Nell'ombra
 davanti a lui qualcosa si mosse.
 Cogline rallente si ferm Bisbiglio si accuccicon un lieve
 brontolio. Una figura si materializzuscendo dall'oscurit
 provenendo da un luogo dove non giungevano i raggi del sole, tutta
 nera e indistinta. La figura si avvicine la luce comincia
 delinearne i tratti. Era un uomo incappucciato e avvolto in un ampio
 mantello, alto e sottile contro il buio, che si muoveva a passi lenti
 ma decisi.
 俐alker?domandCogline.
 L'altro non rispose. Quando fu a pochi passi, si ferm Il brontolio
 di Bisbiglio era diventato un respiro affannoso. L'uomo alzil
 braccio e si tolse il cappuccio.
 非immi ciche vedichiese Walker Boh.
 Cogline trasal Era Walker, eppure non era lui. I tratti erano i
 suoi, ma era un po' pigrande, e nonostante la pelle bianca, sembrava
 nero come la cenere bagnata, il suo aspetto era cosscuro che pareva
 assorbire qualunque luce gli si avvicinasse. Il corpo, perfino sotto
 gli abiti, dava l'impressione di essere corazzato. Era ancora senza il
 braccio sinistro, mentre la mano destra reggeva la Pietra Nera.
 非immichiese ancora Walker.
 Cogline lo fissnegli occhi. Erano duri e privi di profondit ed
 ebbe l'impressione che guardassero attraverso di lui.
 侮edo Allanonrispose il vecchio sottovoce.
 Un brivido scosse Walker Boh e scomparve. 保ra egli parte di me,
 Cogline. Ecco cosa aveva lasciato a guardia del Castello quando lo
 allontandalle Quattro Terre; ecco cosa mi stava aspettando nella
 nebbia. C'erano tutti, tutti i Druidi - Galaphile, Bremen, Allanon,
 tutti. Cossi trasmettevano la loro sapienza, dall'uno all'altro,
 come se si trattasse di congiungere lo spirito con la carne. Bremen la
 portcon squando divenne l'ultimo dei Druidi. Quindi la passad
 Allanon, che a sua volta l'ha passata a me.
 I suoi occhi brillavano; c'erano dei bagliori che Cogline non poteva
 definire. 隹 me!urlall'improvviso Walker Boh. 侵 loro
 insegnamenti, la loro tradizione, la loro storia, la loro follia:
 tutto cidi cui ho diffidato e che ho evitato per tanto tempo! Lo ha
 dato tutto a me!
 Stava tremando, e Cogline ebbe paura. L'uomo che conosceva cosbene -
 il suo allievo e a volte suo amico - ora era un altro, un uomo
 trasformato, senza dubbio, come il giorno si trasforma nella notte.
 La mano di Walker si strinse attorno alla Pietra Nera mentre la
 sollevava davanti a lui. 亟' fatta, vecchio mio, e non si pu
 cambiare. Allanon riuscito a riportare il suo Druido e il suo
 Castello nel mondo degli uomini. E' riuscito a condurre a termine il
 compito che mi aveva affidato. E ha collocato la sua anima dentro di
 me!La mano si abbasscome se un peso la schiacciasse contro la
 terra. 青rede di trasformare i Druidi attraverso di me. L'ereditdi
 Brin Ohmsford. Mi dil suo potere, la sua tradizione, la sua
 conoscenza, la sua storia. Mi dperfino la sua faccia. Tu guardi me e
 vedi lui.
 Uno sguardo distante attraversi suoi occhi. 俑a io ho la mia forza,
 una forza conquistata sopravvivendo al rito di passaggio che aveva
 preparato per me, l'orrore di vedere cosa significa diventare Druido.
 Non sono stato trasformato completamente, neppure in questo.
 FissCogline con durezza, poi andverso di lui e gli mise il braccio
 attorno alle esili spalle. 俊u e iosussurr 侵l passato e il
 futuro, siamo tutto ciche rimane dei Druidi. Sarinteressante
 vedere se cambierqualcosa.
 Fece voltare lentamente il vecchio, e insieme cominciarono a
 percorrere il corridoio a ritroso. Bisbiglio li osservper un attimo,
 annusil pavimento su cui avevano poggiato i piedi di Walker Boh come
 se volesse individuare il suo odore, poi li seguguardingo.
 Termina qui il libro terzo del ciclo l'"Ereditdi Shannara". Il
 quarto, "I Talismani di Shannara", concluderla serie con Walker,
 Wren, Par, Coll, e i loro amici impegnati nella lotta finale contro
 Rimmer Dall e gli Ombrati.
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