JSEMTS搜尋引擎
 

GUY CLAISSE.

LA MALEDIZIONE DELLA VALLE DEI RE.

La notte dal 4 al 5 aprile 1923 un uomo di cinquantasette anni delira in una
camera dell'hotel Continental, al Cairo. Tormentato dalla febbre alta, gli occhi
spalancati angosciosamente, egli muove tormentosamente la testa sul guanclale ed
emette gemiti e suoni inintelligibili. Inintelligibili? Non completamente;
infatti una parola torna continuamente alle labbra, un nome che occupa da sei
mesi la prima pagina di molti giornali: Tutankamen... Improvvisamente, sono le
due meno cinque del mattino, il moribondo si alza a sedere sul letto ed esclama:
E' finita; ho sentito il richiamo e mi preparo! Nello stesso momento si spegne
la luce della camera; l'infermiera che lo veglia giorno e notte si precipita nel
corridoio ma tutto scuro anche le dall'alto della tromba delle scale la hall
dell'hotel una voragine nera. Un'occhiata verso la finestra rivela
all'infermiera che tutta la cittimmersa nell'oscurite, quando essa torna
nella camera del moribondo con una candela accesa, si accorge che le sue cure
sono ormai diventate inutili.
L'uomo morto in quell'atmosfera degna di un racconto di Edgar Poe si chiama
George Edward Stanhope Molyneux Herbert, quinto Earl of Carnavon, Lord Carnavon.
E' stato grazie alla sua ostinazione ed al suo denaro che la tomba del faraone
Tutankamen stata scoperta il 4 novembre 1922 da un egittologo, il suo
compatriota Howard Carter. Il 18 febbraio 1923 Lord Carnavon aveva assistito
all'apertura della tomba, sulla cui entrata gli egittologi avevano decifrato la
seguente iscrizione: La morte sfiorercon le sue ali colui che disturberil
faraone.
Cosnata la leggenda della maledizione di Tutankamen... Le morti successive
di molti cercatori dell'uipe Carnavon-Carter, la superstizione dei fellah
della valle dei Re, la fantasia di alcuni giornalisti ed il romanticismo di
altri, l'amore del mistero comune alle folle di tutte le latitudini, tutti
questi elementi hanno contribuito ad accrescere e ad abbellire la leggenda,
nonostante l'incredulitdegli scienziati e l'indifferenza di Howard Carter.
Le leggende sopravvivono a lungo: esse hanno troppo fascino perchqualcuno
abbia veramente voglia di distruggerle e non certo questo il nostro obiettivo.
Come nato il mito della maledizione di Tutankamen come ha potuto crescere e
svilupparsi in pieno ventesimo secolo, che cosa ne pensavano i principali
interessati, scienziati ed egittologi? Ecco ciche cercheremo di scoprire e
forse anche di comprendere.
Nulla nella giovinezza di lord Carnavon sembrava destinarlo a diventare un
pilastro dell'archeologia egizia. A Eton, dove ha fatto gli studi classici, si
rivela un allievo mediocre ed infatti abbandona ben presto quel tipo di studi: i
voti sono talmente brutti che suo padre lo ritira dal collegio dopo la seguente
dichiarazione del giovane: la storia antica non m'interessa, almeno come me la
insegnano a Eton. Egli conosciuto soprattutto nei salotti mondani di Londra,
dove affascina le ragazze accompagnando con la sua bella voce le loro esibizioni
pianistiche. Gli amici lo hanno affettuosamente soprannominato Porchy,
diminutivo di lord Porchester, titolo che egli porta in attesa di ereditare il
titolo paterno. Voglio dedicarmi alle scienze, dice un giorno Porchy al padre
che gli dun precettore e un laboratorio; ma anche questa passione non dura
molto. A diciotto anni sembra voler intraprendere la carriera militare, ma anche
questo un interesse momentaneo. Nel 1885, a 19 anni, il giovane lord entra al
Trinity College di Cambridge dove, secondo le testimonianze dei suoi
condiscepoli, si dedica molto piagli sport che allo studio, seguendo cosuna
vecchia tradizione dell'alta societbritannica, e passa le serate pi volentieri nei locali notturni di Newmarket che nelle biblioteche. Le vacanze le
passa sulla riviera italiana, a Portohno, dove suo padre ha fatto costruire una
villa su un promontorio isolato, lontano dai turisti.
Le comunicazioni col mondo esterno sono quasi impossibili per via di terra e
Porchy si serve di una barca da pesca. Ma non si accontenta di remare lungo la
costa e si avventura al largo affrontando le onde e sognando paesi lontani al di
ldella linea dell'orizzonte. Le improvvise burrasche del Mediterranneo non lo
spaventano, anzi eccitano il suo gusto del pericolo, mentre sul promontorio di
Portofino i domestici italiani pregano il cielo che il giovane padrone rientri
sano e salvo...
Ora ha capito dov'la sua strada, laggi al di ldei mari. Egli deciso a
percorrere il mondo, e la sua famiglia del resto sufficientemente ricca. Nel
1887 lascia definitivamente Cambridge e si imbarca su di un cargo per fare il
giro del mondo: le isole del Capo Verde, le Antille, il Brasile, capo Horn.
I giorni sono lunghi su di una nave; solo tra cielo e mare al giovane viene in
mente di leggere delle opere di storia e di geografia sui paesi che vuore
visitare. Lord Porchester scopre cosuna passione: la storia, e pi precisamente la storia antica, l'archeologia, della quale cerca di trovare delle
testimonianze ovunque vada. Ho scoperto finalmente la storia viva, scrive a suo
padre, quella che non s'impara nei collegi, e l'ebbrezza delle scoperte...
Questa passione lo condurrin seguito nell' Africa del Sud, in Australia, in
Giappone, in Turchia, in Svezia, negli Stati Uniti e infine in Egitto, davanti
alla tomba di Tutankamen. Ma per arrivare fin lgli ci volle un incidente.
Bisogna dire che lord Carnavon era un pioniere dell'automobile. Fu proprietario
della terza automobile immatricolata in Inghilterra, in un'epoca in cui la legge
obbligava i conducenti di automobili a farsi precedere da un uomo a piedi che
agitava un fazzoletto rosso. Era considerato uno dei migliori conducenti del suo
tempo: guidava come un pazzo sui rettilinei, relativamente alle possibilit della macchina, ed affermava: In macchina l'unico pericolo costituito dagli
incroci ed io non attraverso mai un incrocio ad andatura elevata.
Lord Carnavon non immaginava che potesse succedere un incidente in una strada
perfettamente dritta, e questo fu esattamente ciche gli accadde un giorno
dell'estate del 1902 mentre attraversava la foresta di Schwalbach, nella
Germania meridionale. Improvvisamente scorge, a una ventina di metri di
distanza, un fosso scavato in mezzo alla strada da operai occupati a porre delle
tubature per l'acqua: frena, ma troppo tardi e in un ultimo tentativo Carnavon
dirige la macchina fuori strada. Una ruota urta contro una grossa pietra e la
macchina si rovescia sul conducente, mentre il domestico di Carnavon, Edward
Trotman, che lo segue fedelmente da ventotto anni, viene proiettato sull'erba a
dieci metri di distanza. Leggermente contuso ma indenne, Trotman si rialza e
vedre che il suo padrone rimasto sotto la macchina. Carnavon non si muove, non
geme; allora Trotman cerca di raddrizzare l'automobile rimasta fortunatamente in
bilico sopra il fossato, e riesce a liberare il padrone. Mi sembr racconter pitardi Trotman, che non respirasse pie che il suo cuore avesse cessato di
battere. Spaventato si precipita incontro a dei contadini che lavorano in un
campo vicino. Uno di essi sta portando un secchio pieno d'acqua e Trotman, senza
perdere tempo in spiegazioni, glielo strappa di mano e riparte correndo verso la
macchina, inseguito da due contadini che gridano: Al ladro! Egli versa l'acqua
sul viso di Carnavon e subito il padrone si agita, respira, il suo cuore
ricomincia a battere.
Il resuscitato piuttosto malconcio: oltre ad aver contusioni su tutto il
corpo, si rotto la mascella e un polso; il suo volto cosgonfio che irriconoscibile e per di pinon ci vede... Riprende coscienza alcuni istanti
dopo per chiedere: Ho ucciso qualcuno? Lo si rassicura ed egli sviene di nuovo.
Un po' pitardi, le sue prime parole, quando si sveglierall'ospedale tra le
braccia di lady Carnavon, sua moglie, saranno: Penso di non aver perso il mio
sangue freddo!
No, egli non ha perso il sangue freddo nell'incidente,
bensla salute... Non potrpigirare il mondo. Fino alla fine della vita egli
avrdisturbi fisici e dovrsubire un'operazione dopo l'altra. Riacquista
infatti rapidamente la vista, ma fatica a respirare e il suo organismo si
difende male. Dovete stare molto attento, gli dice il medico. Nello stato in cui
vi trovate anche una semplice bronchite puesservi fatale. Non sarebbe prudente
trascorrere l'inverno in Inghilterra...
Un Inglese qualunque, in una simile circostanza, avrebbe preso il primo treno
per la Costa Azzurra e si sarebbe stabilito nei dolci agi di un palazzo di Nizza
o di Montecarlo. Ma questa scelta non attrae lord Carnavon, che opta per
l'Egitto e piprecisamente per la Valle dei Re. All'inizio deI 1903 egli
percorre i cantieri in cui gli egittologi stanno scavando il terreno da circa un
secolo alla ricerca della fantastica civiltdei faraoni. Egli si sente subito
attratto dagli scavi. Tale passione, secondo lui, era nata diversi anni prima:
Gidal 1889, scrive in seguito, avevo il desiderio di intraprendere degli scavi
ma, per una ragione o per l'altra, non ero mai riuscito a realizzare questo
desiderio. Nel 1906, con l'aiuto di sir William Garstin, allora consigliere del
ministero dei Lavori pubblici, cominciai a far scavare nella regione di Tebe.
Posso dire che da quel momento non ho pensato ad altro, non mi sono interessato
ad altro che agli scavi...
Bisognava avere una grande passione per lanciarsi in quell'avventura, poich all'epoca in cui lord Carnavon fa irruzione (la parola non esagerata) nella
Valle dei Re la maggior parte degli egittologi, cercatori o scienziati, stanno
facendo i bagagli. La varle del Nilo si pensa, ha svelato ormai tutti i suoi
segreti. Da quando il vicedirettore del museo del Cairo, Emile Brugsch, penetrato nella grande necropoli di Deir el-Bahri, tutto il terreno stato
rastrellato. Seguendo le indicazioni di un saccheggiatore di tombe, l'egiziano
Mohamed Rassul, Brugsch ha scoperto a lume di candela la pifavolosa collezione
di tombe, di mummie e di pietre tombali che gli egittologi abbiano mai sognato.
Si calato in fondo a un pozzo di undici metri di profondite ha percorso
centoquaranta metri di corridoio; ma ne valeva la pena: trentun tombe e
ventiquattro mummie di faraoni appartenuti a tre grandi dinastie, la XVII, XVIII
e XIX, tra le quali quella di Ramsete II e di Amenofi I.
Una sola ombra nella gioia di Emile Brugsch: a Luxor, al momento di imbarcarsi
sulla nave che deve ricondurlo al Cairo assieme ai suoi tesori, vede accorrere
una folla di donne arabe, mogli di fellah, poveramente vestite. Esse si sono
strappate i vestiti e sciolti i capelli alla maniera delle prefiche antiche:
alcune urlano, altre gemono durante tutto il percorso fino alla nave. Nella loro
funebre melopea ritorna frequentemente la parola maledizione. Brugsch molto
scosso, non che egli creda a qualche maleficio o vendetta dei morti, ma
semplicemente teme che qualche fellah convinto di compiere una missione divina,
tenti li castigare il profanatore. Il popolo egiziano conservava infatti per le
tombe e per le mummie un timore superstizioso... Tuttavia non succede nulla e
Brugsch arriva senza difficoltal Cairo con il suo prezioso carico.
Bisogna dire che gli scienziati occidentali, come profanatori, sono arrivati
tardi. Da secoli, forse da millenni, il saccheggio delle tombe una delle pi fiorenti industrie locali. Mille e cento anni prima di Cristo, l'impero dei
faraoni era temporaneamente caduto nell'anarchia: bande di saccheggiatori
percorrevano la valle del Nilo in cerca di cibo, poichle carestie erano
frequenti, senza perdisdegnare l'oro o i gioielli che capitavano loro
sottomano. A diverse riprese alcune di queste bande riuscirono a penetrare in
queste tombe. Mille anni prima di Cristo, ai tempi della XXI dinastia, quella
ciodei re-sacerdoti contemporanei di Davide e di Salomone, rimaneva giben
poca cosa dei tesori funebri dei grandi faraoni. Non contenti di rubare gli
oggetti preziosi, i profanatori non esitavano ad aprire o a rompere i
sarcofaghi, a spogliare le mummie e a farle a pezzi per impossessarsi dei loro
gioielli. I re cercarono di limitare i saccheggi facendo murare per una seconda
volta le tombe profanate; essi talvolta spostavano addirittura i sepolcri pi isolati e pispesso saccheggiati. Fu cosche Ramsete II, o per lo meno la sua
mummia, compdurante un secolo uno strano viaggio postumo: trasferito una prima
volta nella tomba di suo fratello, Seti I, fu in seguito trasportato in quella
della regina Inithapu, in quanto la tomba di Seti I era stata saccheggiata a sua
volta. Poi Ramsete II seguInithapu, profanata anch'essa, nella tomba di
Amenofi I... fino al momento in cui si ritrovarono tutti nel nascondiglio di
Deir el-Bahri, in cui Emile Brugsch doveva finalmente scoprirli e metterli
definitivamente al sicuro. Se si conoscono oggi i particolari di questi
trasferimenti grazie ai preti egizi che li annotavano scrupolosamente sui
sarcofaghi.
Questo dimostra come il timore della maledizione dei faraoni fosse meno diffuso
mille anni prima di Cristo che non nella metdel XX secolo della nostra era.
Bisogna dire inoltre che nel 1900 un gruppo di uomini armati stordisce i
guardiani della tomba di Amenofi II, vicino a Tebe, e penetra nel santuario. La
mummia del faraone viene estratta dal suo sarcofago ma inutilmente: l'oro e i
gioielli hanno preso il volo da molto tempo. Tuttavia gli ultimi oggetti di
valore rimasti presso il faraone spariscono definitivamente.
Viene chiamato a constatare il danno un giovane archeologo di venticinque anni.
Egli si chiama Howard Carter e non tarderad incontrare lord Carnavon.
Quando Carnavon arriva al Cairo, nel 1903, e si reca dal direttore del museo
della capitale egiziana, il professore Gaston Maspero, gli archeologhi sono
arrivati alla conclusione che la Valle dei Re ha svelato tutti i suoi segreti.
Essi non sono mai riusciti a scoprire una tomba intatta con tutti gli oggetti
funerari che accompagnavano le spoglie del faraone. Il professor Maspero dunque assai scettico quando Lord Carnavon gli parla della sua intenzione di
iniziare degli scavi, tuttavia gli suggerisce di prendere come aiutante Howard
Carter.
I due uomini, che lavoreranno insieme per vent'anni, s'intendono immediatamente.
Carter non solamente un esperto egittologo, scrive lord Carnavon, ma anche un
artista delicato e pieno di immaginazione, un vero amico per me...
Fare degli scavi per cercare che cosa? Carter non lo sa molto bene ma convinto
che restino molte cose da scoprire nelia Valle dei Re. La scoperta di un
archeologo, Theodore Davis, avvocato americano, alimenta i sogni di Carter. In
un piccolo nascondiglio sotto una roccia, Davis scopre un giorno una piccola
coppa di maiolica blu. Grattando la terra che circonda l'oggetto vede una
scritta, un nome nuovo che non appare in nessuno dei manuali di storia
dell'antico Egitto, un nome di cui nessun scienziato ha mai sentito parlare:
Tutankamen. Purtroppo, malgrado le minuziose ricerche, Davis non trova
nient'altro.
Passa un anno e Davis continua a cercare. Accanto a una tomba pivolte
esplorata, i suoi operai scoprono una specie di stanza scavata nella roccia,
piena di fango fino al soffitto. Dopo averla pulita, trovano in fondo alla
stanza un piccolo forziere di legno, rotto sui due lati, che contiene alcune
foglie d'oro. Su queste foglie, Davis legge per la seconda volta il nome di
Tutankamen. Tre giorni dopo, in un pozzo vicino, essi fanno una nuova scoperta:
pezzi di vasellame, di stoffe, alcune collane e aIcune giare di terra che
portano il marchio di Tutankamen. Davis decide di inviare questi resti al
Metropolitan Museum of Art di New York per farle analizzare e gli esperti
rispondono: Avete trovato il materiale adoperato per i funerali del re
Tutankamen data approssimativa: 1350 avanti Cristo.
Invece di stimolare Davis a proseguire le sue ricerche, queste informazioni gli
tolgono ogni speranza. Egli convinto di aver scoperto tutto ciche rimane
ella sepoltura di Tutankamen, che suppone essere un faraone minore, seppellito
senza grande pompa e probabilmente vittima anche lui dei saccheggiatori. Temo
proprio, aveva detto Davis al professor Maspero, che la Valle dei Re non possa
pisvelarci nessun segreto.
Un uomo solo non si dper vinto: Howard Carter. Nel 1908 egli riesce a
convincere lord Carnavon a concentrare tutti i suoi sforzi su Tutankamen. Egli
ha bisogno di fondi; Carnavon saril suo banchiere, il suo mecenate; gli
occorre inoltre l'autorizzazione del governo egiziano e, malgrado le difficolt
Carter riesce ad ottenerla. Dapprima, tanto lui che Carnavon si sono trovati
contro lo scetticismo di Maspero: Le ricerche sono finite; aveva detto il
direttore del museo del Cairo; il governo si rifiuta di firmare le concessioni e
tantomeno l'autorizzazione per gli scavi... specie a un neofita come lei...
Non sono solo, obietta lord Carnavon. Carter convinto che si possa trovare
ancora qualcosa e lui non un neofita...
E' vero. ammette Maspero. Carter una persona molto preparata, vedrquello che
potrfare.
Carnavon lo lascia in preda al pinero scoraggiamento ma, cinque giorni dopo,
trova nella sua casella dell'hotel Continental, un biglietto di Maspero: Venite
a trovarmi al museo.
Ho da proporvi una concessione: se siete d'accordo, potete scavare nella Valle
dei Re fino al 1922. Si tratta della concessione di Theodore Davis: da parte sua
ne ha abbastanza ed abbandona la partita.
Con grande sorpresa di Maspero, Carnavon non pimolto entusiasta. Egli si informato su Davis: E' il picompetente tra tutti gli egittologi, gli stato
detto. Se lui dice che non c'piniente, potete credergli. Egli si poi messo
in contatto con un altro celebre archeologo, l'americano Eldon Gorst, e gli ha
chiesto quel che ne pensava degli oggetti ritrovati col marchio di Tutankamen.
Delle bazzecole senza interesse. aveva risposto Gorst.
Tuttavia ancora una volta il fervore comunicativo di Carter spazza via i dubbi
di lord Carnavon. Dopo un pomeriggio di marcia nella Valle dei Re, sotto un sole
torrido che non impedisce a Carter di correre da una tomba all'altra ricreando a
grandi gesti la storia degli scavi, di ciche stato fatto e di ciche si pu ancora fare, lord Carnavon capitola, sfinito ma soggiogato dall'entusiasmo
dell'amico. D'accordo, accetto l'autorizzazione degli scavi accordata a Davis.
Io finanzio l'impresa e voi vi occupate delle ricerche. La Valle dei Re tutta
vostra... Per Carter l'inizio della grande avventura.
Un'avventura, e tutti gli avventurieri lo sanno, significa da principio un
periodo di ricerche interminabili, di insuccessi temporanei nell'attesa del gran
giorno. Per Carter la situazione particolarmente difficile: egli esplora per
quattro anni di seguito, dal 1908 al 1912, metro per metro la regione posta ad
ovest di Tebe, sulla riva sinistra del Nilo. Tuttavia queste ricerche non sono
completamente inutili: viene infatti portata alla luce una serie di oggetti che
datano dal 1500 avanti Cristo, tra i quali una tavoletta di legno sulla quale
viene decifrato il racconto di una guerra condotta da un certo Kamos che
liberl'Egitto dall'invasione di un popolo africano, gli Hyksos. E' una piccola
consolazione per lord Carnavon e Carter battezza il documento, col nome del suo
protettore; la tavoletta di Carnavon, entra cosnella storia dell'archeologia.
Tra le altre cose scoprono anche una mummia di gatto, ma si tratta sempre di
cose di scarso valore.
La guerra del 1914-1918 non facilita il lavoro di Carter. Lord Carnavon trattenuto in Inghilterra, gli scavi si trascinano, gli egittologi mancano di
convinzione, e se ne capisce bene il motivo! Carter riuscito a farsi arruolare
in Egitto, ma gli mancano i mezzi per proseguire l'impresa. Quando gli scavi
riprendono seriamente, nella primavera del 19l9, l'entusiasmo di Carnavon di
nuovo diminuito: egli lascia che Carter lavori come vuole ma, nel mese di aprile
del 1920, gli manda da Londra un telegramma perentorio:
Abbiamo perso abbastanza tempo nella Valle dei Re. Dobbiamo cambiare terreno.
Andate dunque a fare degli scavi nel delta del Nilo; una regione nella quale
non stato trovato ancora gran che...
Carter obbedisce a malincuore e trasferisce il suo accampamento e le squadre di
operai nel cuore del delta, a Sakha. Inizia gli scavi con la solita scrupolosit ma, ahimi risultati sono tutt'altro che notevoli... fino al giorno in cui,
nell'estate del 1922, il campo dei ricercatori viene invaso da un esercito di
serpenti velenosi i cobra, animali dal morso mortale e venerati dagli Egiziani.
Il terrore invade il campo: il cobra... uno dei principali emblemi dei faraoni
che ritroviamo sulle statue, sui sarcofaghi, uno degli attributi della divinit
Gli dei non vogliono forse allontanare i profanatori del delta? Gli operai
minacciano di abbandonare il lavoro e Carter trova nell'incidente un magnifico
pretesto. Non possiamo restare qui, scrive a lord Carnavon, non otterremmo pi nulla dai fellah. Ritentiamo un'ultima volta nella Valle dei Re.
Carnavon si innervosisce, tutte quelle storie di magia lo infastidiscono, ma
poichCarter insiste tanto e i fellah non vogliono pilavorare, e poich restano pochi mesi al termine della concessione ereditata da Theodore Davis,
Carnavon acconsente, con la convinzione di soddisfare cosl'ultimo capriccio di
Carter: Andateci, dunque, nella vostra Valle dei Re. Se per caso trovate
qualcosa scrivetemi a Londra. E' la stagione della caccia e ho intenzione di
sparare a qualche pernice bianca... Buon divertimento!
S i cobra erano veramente gli strumenti del destino, ma non come immaginavano
i fellah: senza di loro Carter non avrebbe senza dubbio mai scoperto la tomba di
Tutankamen. Forse l'avrebbe scoperta un altro archeologo, ammesso che sia mai
esistito qualcun altro testardo quanto lui!
Ecco di nuovo Carter e la sua squadra dalle parti di Tebe, ma resta loro ben
poco tempo: entro meno di tre mesi essi devono abbandonare la Valle dei Re e
rinunciare cosa svelare il mistero di Tutankamen. In preda a una specie di
febbre, l'archeologo fa accelerare i lavori: i fellah rimuovono tonnellate di
terra: nulla mai nulla!...
Mancano solo due mesi e Carter non sa piche fare. Un mattino, mentre contempla
soprapensiero le piccole capanne di pietra in rovina, costruite duemila anni
prima vicino alla tomba del faraone Ramsete VI, gli viene un'idea. Quelle
capanne servivano agli operai che costruivano le tombe, infatti vi si sono
trovati strumenti da sterro e altri oggetti di poca importanza. Oggi servono ai
turisti che visitano la valle poichle guide ne hanno fatto una tappa del loro
circuito. Carter pensa che nessuno ha mai deciso di scavare sotto quelle
capanne: dentro, s ma mai sotto. E perchno? Al punto in cui si trova tentare
questo o altro...
Il 2 novembre 1922 i fellah iniziano i lavori. L'indomani, arrivando al cantiere
al volante della sua vecchia Ford, Carter rimane sorpreso dall'insolito silenzio
che regna intorno alle capanne. I fellah, una dozzina, non lavorano; sono seduti
sulle pietre. L'archeologo si avvicina senza che nessuno si muova.
Che cosa vi succede?
Hormuzd, il capo della squadra e l'unico che parli un po' inglese, si solleva
con noncuranza su di un gomlto: C'qualcosa laggi sotto. Ci siamo fermati.
Come, qualche cosa?...
Non so, una pietra o forse una lastra. E cosnon abbiamo piscavato...
Hormuzd ha seguito scrupulosamente le istruzioni di Carter: non appena un
operaio urta un oggetto, anche se apparentemente senza valore, oppure non appena
il suo piccone trova un buco, deve fermarsi ed aspettare che arrivi il padrone.
Questa del resto la regola di tutti i cantieri di scavi archeologici poichun
colpo di piccone di troppo puo spesso rovinare una scoperta importante.
Carter rimasto deluso centinaia di volte in pidi quindici anni di lavori,
eppure questa volta, come tutte le altre volte, il suo cuore accelera i battiti
man mano che si avvicina al luogo della scoperta. Si china e vede una pietra
tagliata come un gradino di scala; fa pulire la pietra con cura e scopre
un'altra lastra simile alla prima. Si tratta senza dubbio dell'inizio di una
scala.
Restai a lungo immobile ad osservare quei gradini senza pronunciare parola;
racconterpitardi Carter, e gli uomini che erano intorno a me non fiatavano
neppure loro. Erano dei semplici fellah, ma da quando lavoravano agli scavi
avevano acquisito quella specie dl sesto senso che caratterlzza i cercatorl e
che fa capir loro, ancor prima di aver fatto la scoperta, che si tratta di
qualcosa di importante... Il loro aspetto mostrava che anch'essi consideravano
quei gradini con molto interesse.
I fellah scavano fino a sera con molta precauzione e al cader della notte hanno
liberato quattro gradini. L'indomani arrivano a liberare quindici gradini. Ma
riusciranno a vedere la fine di quella scala? E conduce essa da qualche parte?
Carter diventa febbrile, ancora un gradino, il sedicesimo, ma l'ultimo: alla
vista degli operai si presenta una lastra verticale fatta di una materia che
assomiglia al cemento: si tratta di una porta sormontata da un architrave di
marmo, in mezzo al quale incastonato un sigillo come all'ingresso di tutte le
tombe dei faraoni.
Sono le undici del mattino e nel deserto, anche in novembre, non il caso di
continuare a lavorare quando il sole allo zenit. Durante il riposo Carter,
assai impaziente, pulisce accuratamente l'architrave con acqua saponata, ma ha
una grande delusione: il sigillo non reale e non ne ha mai visto di simili.
Carter si stende all'ombra a pensare.
Alla ripresa dei lavori appare un altro sigillo e questa volta si tratta proprio
di un sigillo reale che porta il nome completo del faraone sconosciuto, la tomba
del quale Carter sta cercando da tanti anni: Nebkeperure Tutankamen. La gioia
dell'archeologo di corta durata poichun terribile dubbio lo assale: il primo
sigillo senz'altro un falso, impresso molto tempo prima sulla porta della
tomba dai saccheggiatori per dissimulare la devastazione della sepoltura.
Troverdunque, si chiede Carter, una tomba vuota? Tuttavia strano, si dice
Carter, che i saccheggiatori abbiano rispettato il secondo sigillo... Chi dunque
penetrato nella tomba? Non potrebbero essere stati dei sacerdoti che volevano
assicurarsi che tutto fosse a posto? Era successo infatti pidi una volta che i
preti entrassero nelle tombe e gli archeologhi se ne erano resi conto pidi una
volta esplorando altre necropoli.
Carter fa scavare un buco nel cemento della porta, dal quale esce una zaffata di
aria tiepida e vagamente nauseabonda. Carter conosce quell'odore e gli ha gi dato un nome: l'odore di chiuso delle tombe. Dopo qualche minuto, il tempo di
lasciare che l'odore si disperda, Carter introduce una lampada elettrica nel
buco, alla luce della quale scorge un lungo corridoio in parte ostruito dalle
pietre cadute dalla volta. In fondo al corridoio, lungo sette o otto metri, c' un'altra porta, anch'essa recante il sigillo di Tutankamen.
Da quel momento Carter sa di aver fatto una scoperta di eccezionale importanza e
malgrado la sua emozione e l'appassionato desiderio di proseguire immediatamente
gli scavi, egli non dimentica l'uomo la cui generosite fiducia gli hanno
permesso di fare quella scoperta, nel momento stesso in cui tutto sembrava
perduto. E decide di aspettare lord Carnavon per aprire la tomba di Tutankamen.
Fa rinchiudere il foro praticato nella prima porta, pone delle sentinelle fidate
in cima alla scala e telegrafa a lord Carnavon da Luxor: Abbiamo fatto
finalmente meravigliosa scoperta nella Valle. Tomba magnifica con sigilli
intatti. Ho fatto chiudere il cantiere fino al vostro arrivo. Felicitazioni.
Quarantotto ore pitardi riceve un primo telegramma: Arrivo subito. E
l'indomani un altro: Saril 20 ad Alessandria. Carnavon non perde tempo e
organizza subito il viaggio in Egitto. Il 23 egli sbarca a Tebe, accompagnato
dalla figlia, lady Evelyn Herbert e da un altro celebre egittologo, Callender.
Durante le due settimane trascorse tra la scoperta e l'arrivo di lord Carnavon,
Carter non rimasto inattivo. Sua cura e preoccupazione principale che i
ladri non entrino nella tomba. Si reca al Cairo, una passeggiata di
settecentocinquanta chilometri, dove fa costruire una pesante porta di ferro
appositamente per la tomba e fa richiudere con cura gli scavi sotto le capanne:
ogni traccia della tomba completamente scomparsa, scrive. Cosal sicuro...
Si reca poi dal direttore del museo del Cairo ad informarlo sullo stato dei
lavori. Ha esitato a lungo prima di recarsi da lui, poichlord Carnavon
desiderava mantenere il segreto pia lungo possibile, ma ha degli scrupoli. Da
una parte non dimentica che, pur essendo al servizio di lord Carnavon egli resta
membro del servizio delle Antichitdell'Alto Egitto, dunque sotto l'autorit del direttore del museo. Dall'altra, egli conosce le intenzioni del suo mecenate
e non le approva. Carnavon infatti ha sempre dichiarato che desiderava portare
la maggior parte delle scoperte di Carter in Europa, in grandi musei europei e
in collezioni private. Carter invece troppo amante della civiltegizia per
desiderare la disperslone delle meraviglie che spera di trovare nella tomba di
Tutankamen. Secondo lui il tesoro del faraone deve restare unito e la sola
soluzione conveniente quella di trasportarlo completamente nel museo del
Cairo.
In questo stato d'animo egli si reca dal professor Maspero che, naturalmente, la
pensa come lui e gli dalcuni consigli: gli oggetti rinchiusi nella tomba di
Tutankamen vi si trovano da pidi trenta secoli e bisogna dunque maneggiarli
con la massima precauzione.
Per carit Carter, non precipitatevi. Sono indispensabili cure infinite, sia
per la conservazione immediata che per l'ulteriore trasporto. Dovete stare
attento a voi stesso e agli specialisti che vi aiuteranno. Servitevi di prodotti
antisettici.
Carter ordina dall'Europa un carico di medicinali e di diversi prodotti tra
cui... due tonnellate di ovatta. Maspero gli comunica inoltre le sue
inquietudini, causate dal fatto che la notizia della scoperta ha iniziato a
circolare e che egli teme che sette religiose e movimenti politici ostili alla
dominazione britannica cerchino di trarne vantaggio. Gli Inglesi vengono infatti
accusati da alcuni uomini politici di saccheggiare il patrimonio nazionale
dell'Egitto. I preti gridano al sacrilegio, alla devastazione delle sepolture e
fanno circolare leggende di sortilegi di antiche maiedizioni che colpiscono i
fellah che aiutano gli archeologhi nel loro empio lavoro... e gli Inglesi,
secondo loro, non sfuggono alla vendetta dei faraoni!
Non certo la prima volta che i preti cercano di aizzare la popolazione contro
gli Inglesi, e questo senza dubbio per motivi pipolitici che religiosi.
Maspero teme che essi approfittino della scoperta di una nuova tomba quasi
inviolata, cosa quasi mai successa, per organizzare manifestazioni e provocare
violenti incidenti. Raccomanda quindi a Carter di organizzare misure di
sicurezza. Ragione di pi in ogni caso, per opporsi al trasferimento in Europa
del tesoro dl Tutankamen...
Tale dunque la situazione quando, la mattina del 25 novembre, Carter, lord
Carnavon, lady Evelyn e Callender scendono per la prima volta i sedici gradini
che conducono all'ingresso della tomba di Tutankamen.
Essi percorrono, dropo aver abbattuto la prima porta di cemento, il corridoio
che Carter aveva ispezionato rapidamente quindici giorni prima, alla luce di una
torcia elettrica. Il corridoio alto circa due metri e, come abbiamo visto,
ostruito dai sassi caduti dalla volta. Carter si accorge anche che il suolo cosparso di vasellame e di coppe di alabastro ridotti in pezzi.
La presenza di questi cocci dimostra che la tomba gistata visitata e pidi
quanto non si potesse presumere. Se i ladri hanno abbandonato tanti oggetti nel
corridoio d'ingresso, che cosa mai avranno portato via? La prima giornata occupata quindi dallo sgombero e dal censimento degli oggetti ritrovati. Il 26
novembre, finalmente, arrivano davanti alla seconda porta. Carter parla nelle
sue memorie di questa storica giornata con un lirismo che non ha nulla di
britannico: Fu il giorno dei giorni, il pibello che abbia mai vissuto e
certamente uno di quelli che non spero di poter rivivere...
Egli ha perso tutto il suo sangue freddo. Le sue mani tremano mentre egli prende
una sbarra di ferro per forare la porta. Mette poi davanti al buco una candela
accesa per sapere se l'aria non tossica. La fiamella vacilla a causa di una
leggera corrente d'aria calda, ma non si spegne. Carter alrarga il foro, vi
infila la sua lampada elettrica e, trattenendo il respiro, guarda all'interno.
Dapprima non vede niente, solo una massa scura di polvere, poi dalla penombra
emergono delle forme e riflessi d'oro brillano qua e l I suoi compagni lo
sentono mormorare parole incomprensibili. Egli resta l incollato alla porta
senza muoversi, come un uomo colpito da una rivelazione meravigliosa.
Lord Carnavon finisce per innervosirsi: Ma insomma parlate, dite qualcosa...
Vedete qualcosa? Parlate, ve ne supplico.
Carter si gira, pallido e la sua voce roca. S una cosa fantastica!
Uno dopo l'altro Carnavon, lady Evelyn e Callender si alternano davanti al foro.
Poi i quattro archeologhi si guardano l'un l'altro, incapaci di scambiare una
parola. Il silenzio dura qualche secondo, un'eternit dirCarnavon pitardi.
Passatemi la picozza, dice Carnavon a Carter, e in preda a una specie di
frenesia, comincia a smantellare il muro. Quando la breccia sufficientemente
grande i cercatori si rendono meglio conto dell'eccezionalitdella loro
scoperta. Nella vasta stanza, che misura otto metri per tre e sessanta, si
trovano tre grandi sedie d'oro interamente scolpite, con i braccioli a forma di
animali mostruosi che recano il sigillo di Tutankamen. La piscintillante di
tutte il trono del faraone, interamente d'oro e d'argento, ravvivato da
quadratini di vetro blu, rosso e giallo che rappresentano scene della vita di
Tutankamen e di sua moglie, perfettamente conservati e vivaci come miniature.
Contro il muro di destra vi sono due statue di re, una di fronte all'altra,
messe lcome due sentinelle. Superato il primo momento di stupore, gli
archeologhi si accorgono che nella stanza regna un grande disordine. In mezzo ai
calcinacci giacciono disordinatamente forzieri con pietre incastonate, vasi di
alabastro, coppe per unguento, vasellame incastonato di vetro, di maiolica,
d'oro, di lapislazzuli, di turchese, e poi candelabri, scacciamosche, portatorce
in legno dipinto, scettri, trombe, pezzi di stoffe, sgabelli, piccole sedie
pieghevoli, gioielli, mazzi di foglie e di fiori, letti, altari, un grande
forziere di legno con le pareti dipinte a scene di caccia e di guerra. Tutto
questo favoloso guazzabuglio da Mille e Una Notte si presenta nel suo splendore
allo sguardo allibito di Carter e di Carnavon.
E' impossibile, esclama Carter, che tutto questo sia stato disposto in un simile
disordine al momento dei funerali del faraone.
Con ogni probabilitsono stati i ladri a creare questo disordine, dice
Carnavon. Ma in questo caso come spiegare che essi abbiano lasciato tanta roba?
Questo piuttosto strano.
Si tratta infatti di un mistero che sarin parte dissipato dalle prime
investigazioni. Accanto alla porta Carter trova un sacco che contiene gioielli e
perle, che in origine non dovevano certo trovarsi l Piavanti, ma sempre non
lontano dalla porta, ci sono degli otri di pelle vuoti, nei quali gli antichi
egizi riponevano gli unguenti e le creme. Proseguendo nelle sue ricerche Carter
scopre che una parte del muro vicino all'entrata stata grossolanamente
richiusa. Non c'dubbio: lstato praticato un passaggio che permetteva a un
uomo di piccola corporatura o magari ad un bambino di introdursi nella tomba.
Egli ha dovuto entrarvi pivolte in quanto gli unguenti di Libia di Siria e di
Fenicia, ritenuti benefici per guarire gli ammalati e per vincere la stanchezza,
sono spariti dai vasi di alabastro dove probabilmente si trovavano, e diversi
forzieri pieni di gioielli sono vuoti e rotti.
Il ladro deve essere stato probabilmente scoperto una volta dagli ispettori che
i preti e i faraoni stipendiavano regoIarmente per sorvegliare le tombe. Un po'
come le moderne guardie notturne, questi ispettori facevano delle ronde e quando
scoprivano un furto, contrassegnavano il luogo apponendo un sigillo sulla
muratura che essi stessi costruivano per richiudere ermeticamente la tomba.
Risulta dunque chiaro che la sepoltura di Tutankamen, pur non essendo sfuggita
all azione dei saccheggiatori, stata violata non pidi due o tre volte e
probabilmente in tempi molto remoti. Gli ispettori sono poi riusciti a
mascherare sufficientemente bene il suo ingresso, tanto da renderlo invisibile.
La costruzione delle capanne sopra l'ingresso stesso ha immerso nell'oblio la
tomba di Tutankamen, proteggendola nello stesso tempo per tremila anni dalle
visite dei ladri.
Carter e Carnavon sono cosrassicurati per quanto riguarda i ladri, ma c' qualcos'altro che li inquieta: in quella stanza non c'nun sarcofago nuna
mummia. Devono forse concludere di aver scoperto soltanto un nascondiglio per
oggetti preziosi? La vera tomba di Tutankamen si trova forse altrove o bisogna
pensare che i ladri abbiano distrutto il sarcofago e la mummia per impadronirsi
degli oggetti preziosi? Un piattento esame del luogo li rassicura anche questa
seconda volta: in fondo a destra, nell'anticamera, tra le due grandi statue di
re, essi scoprono un' altra porta anch'essa sigillata. Ci sono dunque altre
stanze, altri tesori da esumare. Carter non tarda perad accorgersi che anche
questa porta gistata perforata e richiusa: altra doccia fredda!
Possiamo immaginare come Carter e Carnavon bruciassero dal desiderio di
proseguire negli scavi, di sapere finalmente se sarebbero riusciti a ritrovare
il corpo mummificato del piccolo faraone sconosciuto che li faceva sognare da
pidi quindici anni. Ma il loro spirito scientifico ebbe il sopravvento sulla
curiosit Prima di proseguire le ricerche, decidono di fare l'inventario
completo delle ricchezze contenute nell'anticamera. Questo l'unico modo di
metterle definitivamente al riparo dai ladri e di garantirne la conservazione.
La scoperta di Tutankamen forse un'avventura, ma rappresenta soprattutto
un'opera di scienziati.
Per tre mesi Carter si occupa di un lavoro che assomiglia piuttosto a una
attivitda laboratorio che a quella di un archeologo: egli decide di fare tutto
sul posto, per paura di rovinare gli oggetti preziosi trasportandoli al Cairo.
Compera del materiale fotografico, dei cartoni e della carta da imballaggio,
delle tavole di legno sulle quali verranno fissati gIi oggetti pifragili
avvolti nell'ovatta. Ogni oggetto saraccuratamente manipolato con strumenti
asettici. Carter crea il suo laboratorio fotografico in una delle vecchie tombe
scoperte molti anni prima, quella del faraone Seti I. Assume inoltre alcuni
collaboratori: un chimico, un esperto in scrittura egizia, un medico specialista
in anatomia, uno storico dell'Egitto antico, dei fotografi e alcuni artigiani
abituati alla manipolazione e alla pulizia degli oggetti delicati. Fino alla
metdi febbraio questa uipe registra, numera, fotografa e classifica i
centosessanta pezzi trovati nell'anticamera, dai mobili pigrossi ai pi piccoli gioielli. Tre pezzi al giorno di media. Ci pusembrare molto lento come
ritmo, ma essi devono prendere un'infinitdi precauzioni. Le perle, per
esempio, si riducono in polvere al minimo colpo... inoltre, durante il mese di
dicembre, sopraggiungono delle difficoltamministrative e anche diplomatiche
che costringono Carter a sospendere il lavoro.
La concessione per le ricerche, data a lord Carnavon, termina infatti il 31
dicembre l922 e il governo egiziano, il quale teme, e a ragione, che il tesoro
di Tutankamen finisca all'estero, non nasconde la sua intenzione di proseguire
per conto suo l'esplorazione della tomba.
Lord Carnavon parte dunque per Londra, all'inizio di dicembre, per sollecitare
l'appoggio del governo inglese. Purtroppo i funzionari del Foreign Office si
mostrano estremamente cauti: il protettorato egiziano crea giabbastanza
problemi a Sua Maestsenza che ad essi si aggiunga queno di un brutto affare
con il governo egiziano a proposito dl una storia di mummie!
Carnavon ottiene migliori risultati a Bruxelles, dove si recato seguendo il
consiglio dell'archeologo belga Jean Capart. Egli viene ricewto dalla moglie di
Alberto I, la regina Elisabetta, che appassionata di arte e che gli promette
il suo appoggio. Essa interverrcon successo presso le autoritdel Cairo:
Carnavon ottiene l'autorizzazione a proseguire l'inventario della tomba di
Tutankamen, ad una sola condizione: un delegato del servizio egiziano delle
Antichitsarpresente in permanenza, accanto a Carter, per controllare che
nessun pezzo esca dal territorio nazionale.
In gennaio i lavori riprendono a ritmo accelerato. Il mondo intero segue adesso
con passione le ricerche e questo comporta tutta una serie di inconvenienti per
lord Carnavon. Egli assalito in continuazione dai turisti venuti da tutte le
parti del mondo per vedere, e questo non grave, ma anche per toccare e questo
invece molto pericoloso.
La Valle dei Re, che di solito un posto del tutto deserto, scrive un reporter
del Times, assomiglia in questi giorni, meno l'erba, al campo di corse di Epson
in un giorno di derby.
Carter spiega a tutti pazientemente, racconta, descrive ma si rifiuta
categoricamente di far entrare nella tomba i curiosi. Un giorno sta quasi per
essere sopraffatto dalla folla dei curiosi ed quindi costretto a richiedere
l'intervento della polizia egiziana che dispone un cordone di guardie a venti
metri intorno alla necropoli. Alla fine di gennaio Carter accetta, per calmare
l'impazienza dell'opinione pubblica internazionale che i giornalisti visitino la
sua anticamera. Saria prima e l'ultima volta, afferma l'archeologo.
Il 25 gennaio 1923, perci trenta giornalisti inglesi, americani, francesi ed
egiziani scendono i sedici famosi gradini dietro a Carter, il quale li informa
di aver scoperto un'altra piccola stanza, che egli ha battezzato la camera
annessa, a sinistra dell'anticamera, di fronte alla scala. Essa contiene decine
di oggetti, analoghi per la maggior parte a quelli trovati nella prima camera.
Quanto alla porta che maschera l'ingresso nella sala dove gli archeologhi
sperano di trovare il sarcofago e la mummia di Tutankamen, Carter annuncia che
verrabbattuta dopo qualche giorno, in una data che verrfissata da lord
Carnavon.
All'uscita di Carter e dei giornalisti dalla tomba dietro al cordone di
sicurezza della polizia si sono radunati un centinaio di arabi dall'aria assai
minacciosa i quali, non appena scorgono il gruppo, si mettono a urlare e a
gettare sassi. I glornallstl indietreggiano preoccupati finchla polizia
disperde la folla.
Nel vostro paese, grida un manifestante, i violatori di tombe sono puniti dalla
legge; ma quando fate qui quello che al vostro paese non osereste fare ricevete
grandi ricompense e vi arricchite... Siete dei vandali sacrileghi che
dissotterrate le ossa per il divertimento dei frequentatori dei vostri musei...
Siate maledetti!
Carter non si stupisce per questa manifestazione di ostilit il discorso che ha
sentito troppo perfetto per essere spontaneo ed egli non ignora che le sette
religiose stanno creando un clima di paura intorno alla sua scoperta. Alcuni
turisti che si dirigevano verso la Valle dei Re sono stati inoltre attaccati a
piriprese da bande di briganti (ma si tratta proprio di briganti?) che li
hanno colpiti e feriti, si dice anche che uno dei turisti sia morto. Carter sa
anche che le autoritegiziane non fanno gran che per evitare tali incidenti e
si chiede perfino se per caso esse sotto sotto non le incoraggino.
Il governo del Cairo vedrebbe di buon occhio che i cercatori e gli archeologhi
se ne andassero; i giornali egiziani, imitati da alcuni giornali europei,
accusano apertamente lord Carnavon di essere un pescecane che cerca di trarre il
maggior profitto possibile dalla scoperta, vendendo il tesoro di Tutankamen ai
musei europei e ai migliori offerenti.
Due giorni pitardi, dopo aver letto i primi articoli dedicati alla visita
della tomba, Carter ha un altro disappunto. Egli ha decifrato, su richiesta dei
giornalisti, un'iscrizione incisa sulla porta che si accinge ad abbattere,
un'iscrizione che del resto aveva gitradotto per se alla quale non aveva
dato grande importanza poichsi trova spesso all'ingresso di necropoli faraoni:
La morte sfiorercon le sue ali colui che disturberil faraone. I giornalisti
hanno invece dato grande rilievo alla predizione e l'hanno naturalmente
accostata alle minacce proferite dai manifestanti. Alcuni fanno dell'ironia,
altri vi credono o fanno finta di credervi: in ogni caso si parla della
maledizione e Carter avrebbe fatto volentieri a meno di quella pubblicit supplementare.
Il 7 febbraio lord Carnavon torna dall'Inghilterra con la figlia, e un piccolo
dissenso nasce tra lui e l'amico Carter. Egli rimprovera a quest'ultimo di aver
organizzato la visita dei giornalisti, mentre egli aveva promesso l'esclusiva
dei servizi sugli scavi a un'agenzia americana ed afferma che a lui deve essere
pagato ogni diritto anche quello di fotografare la tomba dall'esterno.
Infatti Carnavon ha capito che non potrfar uscire dalI'Egitto neppure una
piccola parte del tesoro di Tutankamen ed intende quindi trarre qualche profitto
dalle scoperte di Carter.
Egli ha poi un piccolo incidente con il delegato delle Antichitegizie. Non lo
sopporto, confida a Carter. Quella gente non ha mai fatto nulla per aiutare gli
archeologhi e oggi vuole appropriarsi dei frutti del nostro lavoro.
Carnavon evidentemente ingiusto verso i servizi del professor Maspero, del
quale Carter ha apprezzato la collaborazione e i consigli a piriprese. Ma
Carnavon si intestardisce, vuole proibire l'ingresso della tomba al delegato
egiziano e decide di procedere all'apertura dell'ultima porta in tutto segreto,
con Carter ed alcuni operai. Carter cerca di dissuaderlo: stata preparata una
cerimonia ufficiale per il 18 febbraio, alla presenza di numerosi invitati, tra
i quali la regina del Belgio e le autoritegiziane. Aprire quella porta in
segreto avrebbe certamente sollevato uno scandalo... Carnavon non ne vuol sapere
delle ragioni di Carter: poichnon gli si lascia la libertdi disporre del
tesoro, egli vuole almeno avere il privilegio e il piacere di dare il primo
colpo di piccone! Molti di quelli che credono aIla maledizione dei faraoni
vedranno in seguito nella sua testardaggine il segno del destino.
Alcuni giorni dopo, verso mezzogiorno, sotto un sole cocente, Carnavon e Carter
scivolano all'interno della tomba con una agilitdegna di ladri. Alle 13 e 50
Carnavon alza il piccone. Dieci minuti pitardi, il raggio della lampada
elettrica che Carter ha infilato nel buco aperto nella porta, viene respinto da
una superficie giallastra, che brilla debolmente. Una parete d'oro!
Basta cos mormora a Carter. Volevo semplicemente assicurarmi che non avremmo
fatto una brutta figura davanti agli invitati. La vera tomba l Attenderemo
la cerimonia ufficiale per ingrandire il foro. Ecco arrivato il gran giorno,
domenica 18 febbraio 1923. L'inizio drella cerimonia stato fissato alle 8 del
mattino, per evitare la grande calura. L'ingresso della tomba stato rivestito
di bandiere inglesi e egiziane; da una parte e dall'altra della scala, due file
di guardie a cavallo salutano gli invitati che scendono dalle vetture: Lord
Allenby, alto commissario di Gran Bretagna che arrivato per primo per
accogliere la sultana d'Egitto, gli ambasciatori di Francia e del Belgio,
parecchi ministri egiziani e infine, tutta in bianco, tailleur bianco e stola di
volpe bianca, la regina Elisabetta del Belgio, la protettrice di lord Carnavon,
appoggiata al braccio del figlio, principe Leopoldo.
Gli invitati si dispongono nell'anticamera, mentre Carter, Carnavon, Callender e
un egittologo americano Arthur Mace, entrato dal mese di novembre nell'equipe di
Carter, si dispongono ad abbattere la porta della camera. Dopo aver abbattuto
una decina di pietre Carter capisce di non aver scorto un muro d'oro, qualche
giorno prima, bensil pannello di un enorme cofano che riempie quasi tutta la
camera: un cofano di legno dorato. Gli archeologhi devono prendere molte
precauzioni per non rovinarlo ed impiegano un palo d'ore per abbattere la porta.
Carter, seguito da Mace, entra nella stanza, infilandosi tra il muro e il
cofano: i due uomini non possono passare l'uno accanto all'altro, ma uno dopo
l'altro e questo particolare, apparentemente senza valore, ha una grande
importanza poichstato grazie alla strettezza del passaggio che si sono
potuti trovare intatti gli oggetti di inestimabile valore che i preti avevano
disposto in una quinta stanza molto piccola, comunicante con la camera funeraria
tramite una bassa porta.
Il cofano attira subito la curiositdi Carter: si tratta di una specie di
catafalco che misura tre metri di altezza, cinque di lunghezza e tre metri e
trenta di larghezza. Sulle pareti disegnata l'immagine del dio-falco, Horus.
Sulle porte disegnato un sole alato; segni di significato maglco, destinati a
proteggere il sonno del faraone, decorano poi i battenti. Si tratta del
sepolcro, ma stato rispettato? La mummia di Tutankamen vi si trova ancora
intatta? Sono questi gli interrogativi che si pone Carter, mentre gli invitati
lo seguono uno dopo l'altro soprattutto perchle porte si chiudono
semplicemente per mezzo di chiavistelli di legno d'ebano, molto facili da
aprire.
Carter entra infine nell'altra stanza ed emette un sospiro di sollievo: di
fronte a lui si trova un secondo cofano, chiuso alla stessa maniera ma, tra i
battenti appare il sigillo di Tutankamen, con il marchio reale: lo sciacallo
Anubi accucciato su nove prigionieri: i nove nemici dell'Egitto. Quel cofano non
mai stato aperto dopo la morte del faraone, Carter e Carnavon ne sono sicuri e
molto orgogliosi: hanno scoperto una sepoltura reale quasi intatta, con i suoi
tesori, i suoi sarcofaghi e la sua mummia.
Ma non hanno visto ancora tutto, facendo il giro del catafalco essi trovano, in
un angolo, la porticina della quale abbiamo parlato. Non si tratta di una vera
porta, bensdi una piccola apertura non chiusa che reca in un'altra stanza, uno
stanzino di quattro metri per tre e cinquanta, nel quale si trovano, da pidi
trenta secoli, le pigrandi meraviglie dell'archeologia egizia.
In primo luogo un altro cofano di legno dorato sormontato da cobra scolpiti nel
legno che recano sui capo un disco solare. Su ogni parete si trova una statuetta
di donna quasi nuda, coperta solo di un velo leggero che ne modella le forme,
con le braccia tese in avanti in un gesto di protezione o di possesso: la dea
della morte. Pitardi gli archeologhi scopriranno che questo cofano racchiude
le viscere del faraone, deposte nei canopi di alabastro.
Su di un altro cofano posta la statua del dio-sciacallo Anubi, su di uno
zoccolo, una testa di toro dalle lunghe corna appuntite; contro i muri appoggiata una flottiglia di battelli, il pigrande dei quali, dipinto a colori
vivaci, ha una cabina centrale e un albero dal quale pendono ancora due vele;
seguono poi quattro piccole carrozze da passeggio e due vetture da caccia. C' inoltre, ammucchiata in un angolo, una gran quantitdi oggetti: utensili
domestici, come un macinino per il grano e dei colini; oggetti per la toilette,
come scatole con specchi e pettini, un completo da scrivania con piccoli vasetti
d'avorio, bottigliette di inchiostro rosso e nero e la canna che serviva da
penna; e poi statuette, ventagli, medicinali e gioielli, tra cui un grosso
scarabeo in lapislazzuli, orecchini, braccialetti d'oro con incastonate pietre
preziose come turchesi, ametiste, giade, corniole, e scettri. Si tratta di tutta
una serie di oggetti che permettono agli archeologhi di ricostruire la vita
quotidiana degli antichi egizi meglio di quanto non sia mai stato fatto prima
d'allora. Sono quelli, infatti, gli oggetti dei quali il faraone si serviva ogni
giorno e che lo seguivano nella morte fino al giorno in cui, secondo la
predizione, sarebbe rivissuto...
Non si finirebbe pidi enumerare le ricchezze che Carter e Carnavon scoprono,
meravigliati, nella stanza che battezzano immediatamente stanza del tesoro.
Occorreranno circa dieci anni a Carter e ai suoi collaboratori per inventariare
tutto il materiale scoperto, e l'archeologo non trovermai il tempo di redigere
un catalogo dettagliato tanto che, ai nostri giorni ancora, non esiste opera
nella quale si possa trovare la descrizione completa degli oggetti trovati nelle
quattro stanze che compongono la necropoli di Tutankamen. Perfino i migliori
egittologi ne ignorano sempre un gran numero.
All right, Carter! esclama Carnavon risalendo alla luce. L'essenziale fatto,
ora che sappiamo che la mummia c' possiamo respirare un po'. Abbiamo molte
cose da mettere a posto, la cosa migliore da fare, secondo me, di richiudere
subito la tomba in attesa di vederci pichiaro.
Carter, il quale non pensa ad altro che a mettersi al lavoro al pipresto,
rimane sbalordito. Non capisce, o meglio, caplsce fin troppo bene le ragioni del
suo amico: Carnavon vuole cercare la possibilitdi tenere per suna parte del
tesoro e per questo deve studiarsi ben bene il contratto di concessione che il
governo egiziano gli ha accordato. Uno dei dodici articoli del contratto cos concepito:
Tra gli oggetti ritrovati nelle tombe non saccheggiate, le mummie, i sarcofaghi
e tutti gli oggetti di essenziale importanza per la storia dell'archeologia
verrano tenuti dai servizi dell'Antichit Gli altri oggetti apparterranno ai
concessionari dell'Amministrazione.
I funzionari egiziani non nascondono la loro intenzione di classificare l'intero
tesoro di Tutankamen nella categoria degli oggetti di essenziale importanza.
Carter cerca di convincere Carnavon che non si potrebbe dar loro torto, tenuto
conto del carattere inedito della maggior parte degli oggetti trovati nella
necropoli: isolarli gli uni dagli altri, aggiunge, sarebbe un nonsenso. Ma il
lord spera di ottenere un intervento del governo britannico in suo favore. Il 23
febbraio egli annuncia di voler chiudere la necropoli almeno fino ad ottobre
perch afferma, i tesori non vengano rovinati dall'affluenza dei visitatori.
In nome della loro lunga amicizia e nella speranza di riuscire a convincere lord
Carnavon, Carter si piega alla sua volont Il 26, il corridoio d'entrata che
conduce nell'anticamera, viene riempito di pietre e di sabbia.
L'indomani i rappresentanti di alcune case di moda americane chiedono di parlare
con lord Carnavon. Vogliono acquistare i diritti di riproduzione dei vestiti e
dei gioielli di Tutankamen per lanciare una nuova moda. Le trattative restano
segrete, se pur trattative ci furono, ed esse non condussero a nulla di fatto.
Ma l'idea lanciata e all'inizio del mese di marzo la moda Tutankamen fa la sua
apparizione a Londra. Essa si ispira alle due grandi statue poste da una parte e
dall'altra dell'ingresso della camera funeraria... Ia tunica svasata davanti con
una piega trattenuta sul fianco da una spilla a forma di scarabeo.
Lord Carnavon pernon si diverte: gravemente malato.
Da qualche giorno si lamenta per una puntura di zanzara e il prurito continua a
crescere. Di notte, confida a Carter, mi fa talmente male che non riesco a
dormire. La piaga fa infezione e il collo si gonfia. A metdel mese Carnavon si
reca al Cairo per curarsi e i medici riescono a fermare l'infezione. Ma qualcosa
cambiato nel fisico di quell'infaticabile viaggiatore. Durante quelle tre
lunghe settimane di sofferenza, racconta Carter nelle sue Memorie, lord Carnavon
conservil suo sangue freddo abituale. Le lettere che mi scriveva me lo
mostravano di buon umore, tuttavia non si faceva illusioni o piuttosto nutriva
un certo scetticismo circa la felice conclusione della sua malattia.
Ho sentito il richiamo, sono pronto. aveva confidato ad un amico.
Alla fine del mese scoppia una congestione polmonare e comincia l'agonia. Si
avvisa il figlio, lord Porchester, ufficiale nell'esercito delle Indie. Carnavon
cosnoto in tutto il mondo che lord Porchester ottiene facilmente di fare
scalo ad Alessandria con una nave che non vi si doveva fermare, Durante tutto il
viaggio egli fa dire delle preghiere per la salvezza del padre ai pellegrini
musulmani che viaggiano sul ponte.
Il giovane arriva al Cairo nella serata del 4 aprile. Qualche ora pitardi lord
Carnavon soccombe alla malattia.
Le circonstanze di questa morte sono state ricordate all'inizio del racconto e
non il caso di soffermarci di nuovo. Quanto alla maledizione del faraone, per
chi non crede alle superstizioni, le cause del decesso di lord Carnavon sono
chiare e scientificamente spiegabili. Una puntura di zanzara che fa infezione una cosa che capita tutti giorni, specie in paesi a clima torrido. Una
congestione polmonare normale in un uomo che si avvicina alla sessantina e che
soffre da vent'anni di insufficienze respiratorie tanto che il suo medico gli
aveva sconsigliato il ciima della Gran Bretagna in inverno. Tuttavia la morte di
lord Carnavon fa nascere una serie di ipotesi, una piterrificante dell' altra,
di carattere a volte medico a volte religioso e il pidelle volte fantastico. E
cosla gente rabbrividisce all'idea della maledizione del faraone...
Gli avvenimenti hanno dato ragione alle predizioni dei fellah. L'uomo che ha
scoperto l'ipogeo del faraone Tutankamen rimasto vittima di divinit sotterranee. Lord Carnavon non pi Si sono realizzate cosle minacce dei
preti egizi contro i profanatori di mummie... Ecco come Le Figaro annuncia la
morte di lord Carnavon nel numero del 6 aprile 1923.
Il New York Herald decisamente piscettico. Lord Carnavon, che aveva ancora
un pesante compito da portare a termine, ha perso la sua battaglia contro la
morte. annuncia il giornale americano. In sottotitolo: I superstiziosi rievocano
la leggenda della vendetta dei faraoni contro i profanatori di tombe.
Il New York Herald fa dell'ironia: Chi succedera lord Carnavon per chiarire il
mistero della tomba di Tutankamen, ecco la domanda che si pongono gli scienziati
e gli storici europei, pipreoccupati di questo, che di sapere se egli rimasto vittima della misteriosa maledizione scolpita sui muri delle tombe
contro i profanatori di necropoli. I superstiziosi affermano che lord Carnavon stato punito, ma l'assurditdi questa affermazione evidente, soprattutto se
si pensa che la tomba era stata aperta molto tempo prima e che vasi preziosi
erano stati rubati.
L'articolo chiaro, comunque l'autore lascia aperta una piccola porta ai dubbi,
citando una dichiarazione di indubbia seriet Il conservatore del museo del
Louvre, Bite, pur ammettendo che la morte di Carnavon, provocata dalla
puntura di una zanzara o da una febbre contratta nella tomba del faraone, possa
essere considerata effetto della poetica vendetta profetizzata dai mistici, ha
dichiarato che gli scavi devono essere proseguiti, poichormai il male stato
fatto.
Molto accorto il conservatore del Louvre! E come pretendere che gente dalla
fervida immaginazione e dalla scarsa conoscenza scientifica non si lasci sedurre
dalle teorie pistrane? Cos ad esempio, sir Arthur Conan Doyle, il padre di
Sherlock Holmes, che cosa dice dalle colonne del New York Herald: Un male
soprannaturale o un microbo misterioso invocato dai preti egiziani ha provocato
i disturbi che hanno causato la morte di lord Carnavon. Ci sono del resto
numerosi avvertimenti rivolti a coloro che dissotterrano le mummie... E sir
Arthur cita il caso del figlio di sir William Ingram che aveva trovato su di
una mummia da lui scoperta un amuleto con la seguente iscrizione: Chi mi
tocchersarcondannato a una morte vicina e il suo corpo non verrmai
seppellito. Poco tempo dopo, afferma Conan Doyle, Ingram venne ucciso durante
una partita di caccia in Somalia e il suo corpo fu trascinato via da una
improvvisa piena di un fiume vicino.
Altro argomento a favore degli amanti del mistero il guasto all'impianto
elettrico che sprofondl'hotel Continental nell'oscuritpiassoluta al
momento della morte di lord Carnavon. L'indomani il figlio di quest'ultimo, lord
Porchester, diventato ormai sesto Earl of Carnavon, si reca all'ambasciata
britannica per le formalitdel decesso e lord Allenby gli rivela che tutta la
cittdel Cairo rimasta vittima dello strano guasto elettrico. L'inchiesta
condotta dal direttore inglese dell'azienda elettrica del Cairo non dalcun
risultato soddisfacente. Tuttavia le testimonianze di lord Porchester e di lord
Allenby sono piche sicure.
Noi sappiamo, oggi, che l'impianto elettrico di una grande cittpuavere di
questi guasti improvvisi: ricordiamo il celebre incidente successo a New York
nel 1965, durante il quale tutta la cittrimase senza luce per molte ore e le
cui cause non vennero mai scoperte. In mancanza di faraoni, gli Americani
incriminarono, secondo le loro idee politiche, i russi, i cinesi, i negri... o i
marziani.
Da quel momento in poi i mistici, per usare la parola del New York Herald, si
scatenano. Mille piccoli incidenti che erano passati inosservati vengono ora
riportati alla luce e interpretati come altrettanti segni premonitori del
destino.
Ricordiamo ad esempio il canarino di Carter, suo grande compagno oltre ai
ricercatori che lo avevano aiutato negli scavi. Quando Carter incominciil
lavoro nel sotterraneo, appena aperta la prima porta, egli collocla gabbia
all'inizio della scala. Un giorno un cobra infilla testa tra le sbarre della
gabbia e si divoril piccolo uccello. Ancora un cobra!... Ancora il serpente
sacro le cui raffigurazioni erano state trovate dappertutto nella tomba, sui
copricapi delle statue e perfino sul cofano di legno dorato contenente le
viscere del faraone Tutankamen... Non era forse il simbolo dello spirito
protettore del faraone che aveva il compito di distruggere i suoi nemici? Il
canarino di Carter stato senza dubbio la prima vittima della vendetta di
Tutankamen!
Dopo il canarino di Carter viene... il cane di Carnavon, rimasto in Inghilterra
dopo il viaggio del suo padrone a Londra e a Bruxelles, nel dicembre 1922. La
notte della morte di lord Carnavon, il figlio che racconta, il cane si mise a
urlare e poi cadde morto come fosse stato fulminato.
Ricordiamo questo fatto, ritenuto autentico, senza poterlo spiegare; tuttavia
bisogna notare che storie del genere abbondano nella letteratura consacrata ai
rapporti che corrono tra gli uomini e gli animali domestici pivicini a loro e
soprattutto i cani. Del resto non si punegare che esistano tra gli uomini
strani casi di telepatia. Chi non ha mai sentito parlare di una madre che si
risveglia in piena notte per aver sognato che il figlio correva serio pericolo e
che il giorno dopo viene a sapere che il figlio ha effettivamente avuto un
incidente a quell'ora precisa? Anche gli scienziati piseri esitano nel
considerare questo genere di cose come delle sciocchezze, poichil problema
dello spirito e della sua eventuale influenza sulla materia ancora largamente
aperto senza che ci sia bisogno, per spiegarlo, di fare appello a influenze
soprannaturali, benefiche o malefiche.
Conformemente al desiderio che aveva espresso, lord Carnavon viene seppellito a
Bacon Hill, nel possedimento di famiglia di Highclere, in mezzo a un prato
ombreggiato da cedri del Libano, in cima a una collinetta dove aveva iniziato
degli scavi. Il castello dei Carnavon, in stile neogotico come centinaia di
altri nella campagna inglese, non racchiude nessun ricordo dell'avventura
egiziana. La moglie, lady Carnavon, ha forse temuto di conservare qualche
funesta reliquia? Comunque nulla testimonia, nel castello, la scoperta della
tomba di Tutankamen e le collezioni e le fotografie di lord Carnavon furono
rapidamente disperse nelle aste degli Stati Uniti.
Quanto a Howard Carter, egli gode ottima salute ed alza le spalle con noncuranza
quando gli si ricorda la maledizione del faraone. Poco tempo dopo la morte di
lord Carnavon la tomba di Tutankamen viene riaperta e Carter si appresta a
riportare alla luce la mummia. Quasi a sfida delle dicerie intorno alla
maledizione, egli organizza i suoi pranzi nel corridoio d'accesso alla tomba,
insieme con Arthur Mace, Callender e altri egittologi che lo aiutano nel lavoro.
In ottobre, sei mesi dopo la morte di lord Carnavon, Carter si appresta ad
aprire il secondo cofano del catafalco nel quale si deve trovare la mummia di
Tutankamen. Si tratta di un lavoro molto delicato poichil cofano, che per la
forma fa pensare a una piccola cappella, ricoperto da un velo di lino molto
leggero punteggiato da margherite di bronzo dorato. Nel timore che si polverizzi
non appena toccato Carter, servendosi di un procedimento comune in quei tipo di
lavoro, lo cosparge di una speciale soluzione chimica che gli conferisce
sufficiente elasticitda poter essere tolto. Sotto il velo, Carter trova dei
vasi di alabastro e una serie di bastoni d'oro e d'argento il cui pomello
rappresenta una testa d'uomo molto giovane adorno di ornamenti reali. Carter ha
per la prima volta di fronte a sil viso di Tutankamen.
Gli ci vorranno due anni ancora di lavoro prima di arrivare alla mummia vera e
propria. Nel secondo cofano, infatti, se ne trova un altro, circondato da
accessori per la caccia, archi, scacciamosche; poi una quarta cappella
contenente una vasca di graniglia a forma di vasca da bagno che porta ai quattro
angoli una statuetta di dea simile a quella che si trovava sulle pareti del
primo cofano. Sulla vasca da bagno c'un coperchio di granito spezzato in due
(senz'altro al momento del funerale) dipinto di giallo, senza dubbio per
ricordare il colore dell'oro.
Ma oltre a queste cinque prime protezioni della mummia ce ne sono altre; infatti
nella vasca si trova un sarcofago di legno dorato che sembra essere stato
tagliato sulla mummia stessa tanto ne riproduce fedelmente la forma. Il giovane
re, che porta la cuffia tradizionale dei faraoni sormontata da una testa di
avvoltoio e di cobra, tiene tra le mani incrociate sul petto gli emblemi del
potere: lo scettro e il bastone, di legno dorato incastonato di pietre blu e
rosse. Il viso e le mani brillano pidebolmente del corpo, poichsono
ricoperti da un foglio d'oro molto opaco. Cosa curiosa i piedi sembrano essere
stati accorciati poichil sarcofago era troppo grande per la vasca.
Tolto il coperchio di questo sarcofago ne appare un altro esattamente
corrispondente al primo, come quelle bambole russe di legno che si svitano a
mete nelle quali se ne trova sempre una pipiccola. Piricco del primo,
questo secondo sarcofago interamente placcato d'oro e guarnito di pietre di
tutti i colori. Sul petto della mummia stata deposta una collana di foglie
d'ulivo e di salice e fiori di loto blu.
Sotto questo sarcofago se ne trova un terzo, avvolto di un velo di lino rosso ad
eccezione del viso. Dopo aver tolto il velo, Carter e Mace si rendono conto con
grande stupore che il terzo sarcofago e d'oro massicclo. Lungo un metro e
ottantacinque, esso pesa pldi mille chilogramml. Un esame piaccurato
rivelerche l'oro, che ha uno spessore da 2,5 a 3,5 millimetrl, pesa
esattamente 1.110,4 chllogrammi. Piu di una tonnellata d oro!
L'apertura di questo sarcofago richiede un grande lavoro, poichgli olii e gli
unguenti versati su di esso dai preti hanno formato, col passare del secoli, una
specie di colla che mantiene il coperchio chiuso ermeticamente. Carter e Mace
passano molti giorni nel tentativo di aprirlo finch il 28 ottobre 1925,
diciotto giorni dopo l'apertura della vasca di graniglia, la mummia appare alla
luce. Carter s'accorge immediatamente che essa non in buono stato di
conservazione: una specie di magma nerastro fatto di una sostanza risultante
dalla decomposizione degli unguenti e dei diversi prodotti destinati alla
protezione del corpo. La mummia completamente avvolta in bende di lino e d'oro
coperte di iscrizioni delle quali riproduciamo il testo: Io sono tua madre ( l'antenata degli dei, la dea Nut che parla), io ho creato la tua bellezza, o
Osiride, Re, Padrone dei paesi, Neb Cheprut-Ra; la tua anima vive e tu sei
forte, tu respiri l'aria e te ne vai come un dio ed entri in Amon, o Osiride
Tutankamen, tu ci lasci e ti unisci a Ra (il dio sole), la tua nobiltgrande
e possente il tuo trono. Il tuo nome sulla bocca di tutti i tuoi sudditi, la
tua immortalitsarsulla bocca di tutti i viventi. O Osiride, re Tutankamen,
il tuo cuore immortale nel tuo corpo e sarsempre nella mente dei viventi,
come Ra restersempre nel cielo.
Questo inno all'immortalitdi Tutankamen costituirin seguito una delle
migliori risposte da parte di coloro che rifiuteranno sempre di credere alla
famosa maledizione.
Tre anni dopo la scoperta della tomba si parla infatti ancora della maledizione.
Alimentata dalla morte di parecchie persone che erano state vicine a lord
Carnavon, la Ieggenda continua a crescere. Sei mesi dopo lord Carnavon, morto
il colonnello Aubrey Herbert, fratello minore del lord. Poi muore l'infermiera
che l'aveva assistito nei suoi ultimi momenti all'hotel Continental. Poi un
certo Richard Bethell, che era stato per qualche tempo segretario di Carter e
poi il padre di Bethell, lord Westbury. Tutte queste morti sono perfettamente
spiegabili dal punto di vista medico; sono nella maggior parte dei casi l'esito
di una malattia. Bethell muore di tubercolosi, un male mortale a quell'epoca.
Quanto a lord Westbury, egli si suicida all'etdi settantannitre anni dopo la
morte del figlio unico, gettandosi dalia finestra del suo appartamente di
Londra, situato al settimo piano.
Ma questo non importa a quella parte dell'opinione pubblica che vuole vedervi
gli effetti della vendetta del faraone. Alcuni non esitano perfino a mettere in
dubbio le circostanze della morte di lord Carnavon. Secondo questi ultimi, egli
non sarebbe stato morso da una zanzara, ma da uno scorpione. E perchallora
avrebbe cercato di far credere che si trattava semplicemente di una zanzara?
Semplicemente perchlo scorpione, nell'Egitto antico, era considerato animale
sacro: guardiano dei segreti della montagna, come il cobra, che invece era
guardiano dei segreti delle pianure. Carnavon, assicurano i mistici, ha
preferito non parlare dello scorpione per paura di accreditare la tesi della
vendetta dei faraoni, alla quale rifiutava di credere.
In appoggio alle loro affermazioni, costoro citano le testimonianze dei medici
egiziani che esaminarono lord Carnavon: la puntura, secondo loro, avrebbe potuto
essere sia di una zanzara che di uno scorpione. Cosa che non prova assolutamente
nulla, ma che non esclude l'ipotesi.
Negli anni che seguono non pipossibile che muoia un egittologo senza che
subito rinasca la leggenda della maledizione, a tale punto che il sistema
nervoso di alcuni scienziati ne risente profondamente, come ad esempio successe
al dottor Evelyn White, che fu vittima di una depressione nervosa mentre
lavorava con Carter all'inventario del tesoro di Tutankamen. La sua malattia
degenera poco a poco in follia, finchun giorno scrisse una lettera d'addio
alla sua famiglia: Soccombo a una maledizione che mi costringe a scomparire, e
si impicc Era molto religiosa.
Altri casi sono effettivamente pisconcertanti, come quello dello scienziato
inglese Archibald Douglas Reed, morto qualche tempo dopo aver radiografato la
mummia di Tutankamen, in un momento in cui non soffriva di alcuna malattia,
probabilmente per una crisi cardiaca. Ma anche questo abbastanza normale: gli
infarti colpiscono spesso persone apparentemente molto sane, eppure sono
scientificamente spiegabili.
Tra e vittime della maledizione vienne annoverato Arthur Mace, il principale
collaboratore di Carter nella esplorazione e nello studio del tesoro di
Tutankamen. Mace aveva dovuto lasciare la Valle dei Re poco tempo dopo
l'apertura dei sarcofaghi, in un momento in cui il lavoro non era certo
terminato. Egli era malato di tubercolosi e partper la Riviera, cosa che non
gli impeddi continuare a collaborare con Carter per la redazione della storia
della scoperta e dell'esplorazione della necropoli. Mace si spense dolcemente,
si consum come si diceva allora... Chi potrebbe affermare che egli sarebbe
guarito dal suo terribile male, se non si fosse recato a Tebe a lavorare?
Un fremito scuote l'Inghilterra. il titolo del Daily Mail che annuncia la
morte di Archibald Douglas Reed. Bite, conservatore del museo del Louvre,
muore anch'egli nel 1926, in seguito a una congestione, e alla lista si aggiunge
un certo La Fleur, lontano conoscente di Carter, che muore poco tempo dopo aver
visitato la Valle dei Re: era professore in una Universitamericana.
Si racconta che un ministro egiziano, volendo fare un'inchiesta sulla serie di
morti misteriose, si sia recato sul posto in compagnia di un incantatore di
serpenti, di nome Mussa (torna sempre il terrore dei cobra)... Al loro arrivo
alla tomba un cobra e un serpente sarebbero usciti dal corridoio e l'azione
dell'incantatore, a quanto pare, non avrebbe avuto nessun risultato, poichi
serpenti fuggirono. Il ministro, del quale non si conosce il nome (poichsi
trattdi un segreto di stato) sembra sia morto per cause sconosciute poco tempo
dopo il suo ritorno al Cairo. Non si sa nulla invece di ciche successe a
Mussa.
Alla vigilia della seconda guerra mondiale, la maledizione registra la sua
diciassettesima vittima. Il tedesco Otto Neubert le enumera tutte nel suo libro
La Valle dei Re con un certo margine di inesattezza e di invenzione. Cita, ad
esempio, il nome di A. Lucas, direttore del laboratorio di chimica del governo
egiziano al servizio delle Antichit Lucas fu il primo curatore degli oggetti
trovati nella tomba di Tutankamen, li sottopose cioa un trattamento che
assicurasse la loro conservazione. Lucas mornel 1945 all'etdi settantotto
anni, traguardo notevole per un uomo che avrebbe dovuto essere perseguitato per
pidi vent'anni da un'implacabile maredizione.
Neubert inoltre fa morire prematuramente il professor Douglas Derry e lo
scienziato Garries Davis: esaminiamo pida vicino questi due casi.
Douglas Derry fu il primo a tenere in mano la mummia di Tutankamen, la quale,
come ricorderemo, era stata estratta dal terzo sarcofago in uno stato di
avanzata decomposizione. Derry si incaricdi ricostituirla ed effettu per
delle settimane, un vero lavoro di restaurazione, che gli permise di affermare
che il giovane re misurava, alla morte, un metro e sessantasette di altezza.
Derry, lungi dall'essere disturbato dalla lunga familiaritcon la mummia, ha
pubblicato un libro nel 1956, ossia trent'anni dopo aver avuto a che fare con
Tutankamen.
Quanto a Garries Davis, egittologo di fama, che aveva visitato a piriprese la
tomba (e che Neubert e altri confondono frequentemente con Theodore Davis) fu il
primo che trovdegli oggetti marcati col sigillo di Tutankamen. Egli mornel
1951... a settantasei anni.
Altre vittime abusive della maledizione dei faraoni sono sir Allan Gardiner e
Bernard Bruye, che assistettero entrambi all'apertura della camera funeraria e
che oltrepassarono l'ottantina.
Se poi dovessimo citare tutti gli egittologi scampati alla maledizione, non la
finiremmo pi.. Gustave Lefre, membro dell'Istituto, successore di Maspero al
museo del Cairo, fu lui a mettere in piedi l'esposizione Tutankamen, come la
possiamo ammirare oggi nella capitale egiziana. Mornel 1957 a settantotto
anni... Burton, il fotografo che scatt momento per momento, le fotografie
della scoperta della tomba morto dopo la fine della seconda guerra, come Jean
Capart, l'uomo che aveva raccomandato lord Carnavon alla regina Elisabetta del
Belgio. Callender, il compagno degli ultimi viaggi di Carnavon, morto assai
naturalmente in etavanzata, dopo aver pranzato allegramente e a lungo nella
tomba di Tutankamen in compagnia di Carter.
Ma non c'nulla da fare: quando Mohamed Zacharia Groncim, direttore delle
Antichitegiziane, si suicida al Cairo nel 1959 dopo aver scoperto la piramide
di Sakkarah, i giornali gridano alla maledizione del faraone.
Howard Carter costituisce evidentemente il miglior esempio della resistenza che
uno scienziato dotato di robusta costituzione fisica poteva offrire alla
maledizione. Guardatemi, aveva l'abitudine di dire agli amici e ai giornalisti
che lo interrogavano, sono solido come le piramidi. E' morto in Inghilterra nel
1939, diciassette anni dopo la scoperta, all'etdi sessantasei anni.
Resta evidentemente il fatto che su una cinquantina di cercatori, egittologi,
scienziati e medici e loro aiutanti e amici, che hanno partecipato alla scoperta
e allo studio della necropoli di Tutankamen, una mezza dozzina sono morti in
circostanze che possono apparire misteriose e che non si sono mai potute
spiegare chiaramente. Non peruna proporzione straordinaria ed probabile
che se ci si divertisse a fare una statistica di questo genere sulle popolazioni
della Francia e dellnghilterra per il periodo che va dal 1923 al 1940, la
percentuale dei decessi inspiegabili o soggetti a spiegazioni ambigue, non
sarebbe inferiore. Tuttavia quelle cinque o sei morti inquietanti sono state
sufficienti perchpersonalitrispettabili del mondo scientifico abbiano emesso
ogni sorta di ipotesi a proposito di ciche avrebbe potuto uccidere gli
egittologi.
La meno verificabile di queste ipotesi quella avanzata da alcuni scienziati
americani dei laboratori di studio di Oakridge. Essa suppone che gli antichi
Egiziani abbiano scoperto la radioattivite che, senza essere capaci di
controllarla, abbiano constatato gli effetti distruttori delle radiazioni
atomiche emesse dalle sostanze radioattive. I preti avrebbero percideposto
alcune di queste sostanze nelle tombe dei faraoni e piparticolarmente in
quella di Tutankamen.
E' difficile mostrare l'inesattezza di questa teoria. I suoi sostenitori
adducono come dimostrazione, e non a torto, il fatto che l'Egitto dei faraoni
aveva raggiunto un grado molto avanzato nel campo della conoscenza scientifica
come in quello della filosofia. Lo studio dei geroglifici e delle piramidi
permette di pensare che mille anni prima di Cristo, gli Egiziani fossero pi avanzati in matematica e in astronomia degli eruditi del Medio Evo. Nell'anno
2350 prima della nostra era esisteva a Menfi una biblioteca di parecchie decine
di migliaia di volumi. La maggior parte di queste conoscenze fu inghiottita
nella grande notte della barbarie. Quindi, perchnon pensare che ne sapessero
un po' anche dei segreti dell'atomo?
Possiamo certo immaginare qualsiasi cosa, non esistono limiti alla fantasia, ma
gli scienziati che hanno studiato gli oggetti e le mummie trovate nelle tombe
dei faraoni egizi non hanno mai presentato in modo evidente i segni della
radiodermite, la malattia ben conosciuta dai medici radiologi.
La tesi secondo la quale la maledizione dei faraoni sarebbe causata dall'azione
di un virus, conta maggiori sostenitori. Essa si basa sul fatto che tutti gli
scienziati che hanno partecipato direttamente o indirittamente all'esumazione
della mummia di Tutankamen sono stati colpiti da una specie di epidemia.
Archeologhi, assistenti, operai e perfino impiegati del servizio delle Antichit del Cairo, si sono tutti lamentati di soffrire di prurito e di irritazione della
pelle, accompagnati da una forte irritazione della gola, della laringe e perfino
dei bronchi. Carter si rivolse a numerosi medici, che furono incapaci di
determinare la causa di quei disturbi e cos in mancanza di meglio, ci si accontentati in quell'epoca di parlare della malattia copta, senza saper bene di
che cosa si trattasse realmente.
Nel 1962 due scienziati egiziani, il dottor Mohamed Sayed Abdel, professore di
medicina del lavoro, e Ezzedine Taha, professore di chimica dei microrganismi
del centro nazionale di ricerche del Cairo, chiamati a curare degli archeologhi
colpiti dallo stesso male, affermano che, esaminando una mummia copta del quarto
secolo avanti Cristo, essi hanno scoperto i germi di un virus ancora vivo. Forse
proprio questo virus il responsabile della morte di lord Carnavon e di alcuni
altri.
Ma difficile ammettere anche questa seconda ipotesi. La rivista L'Histoire
pour Touts, riporta il parere del professor Line, capo del servizio dei virus
dell'Istituto Pasteur e inventore del vaccino francese contro la poliomelite: Io
sono estremamente scettico, dichiara il professor Line. Apparentemente
potrebbe trattarsi dei sintomi della Q fever, una febbre molto frequente ai
giorni nostri in Oriente e il cui virus, molto resistente, si conserva nella
polvere. Non abbiamo nessuna ragione di credere infatti che gli archeologhi
abbiano lavorato al riparo della polvere anzi; d'altra parte sappiamo che la
preparazione delle mummie comporta l'immersione delle stesse in soluzioni
estremamente antisettiche. E' poco probabile che dei virus abbiano potuto
resistere alla loro azione, come poco verosimile che essi siano sopravvissuti
per millenni. Accetterei dunque l'ipotesi dei colleghi egiziani con beneficio
d'inventario e dopo severi controlli scientifici.
Il professor Line ricorda inoltre e non senza umorismo che nel Medio Evo la
polvere di mummia, battezzata mumiafi, era ritenuta capace di proprietmagiche
che la rendevano un toccasana. Essa era adatta in particolare, cossembra, per
la guarigione della tisi. Quattro o cinquecento mummle venivano spedite ogni
anno da Alessandria, destinate alla Francia e all'Italia, dove venivano ridotte
in polvere per poi essere sommimstrate al malatl sotto forma dl pozione.
A forza di consumare la mumiafi, ci fu penuria di mummie egizie, cosa che spiega
forse il fatto che gli archeologhi del XX secolo trovarono tante tombe vuote, e
i prezzi salirono tanto che, nel XVI secolo, per far fronte alla crisi e poter
continuare a curare i tubercolotici, la Facoltdi medicina di Parigi suggerdi
sostituire la polvere di mummia col grasso d'impiccato che possedeva, essa
assicur identiche propriet
Si pusempre affermare, naturalmente, che molti malati curati con la mumiafi
morirono a causa del virus scoperto da Sayed Abdel e Ezzedine Taha... ma sarebbe
molto pidifficile provarlo!
In ogni caso certo che gli scienziati e gli operai che lavorarono nella tomba
di Tutankamen non furono gli unici a lamentarsi dei diversi disturbi causati
dalla lunga permanenza nelle necropoli pio meno egiziane. Tutti gli
archeologhi che hanno lavorato nelle tombe sotterranee conoscono questi
disturbi. Tra gli egittologi francesi di oggi, il professor Leclan, che ha
passato gran parte della sua vita ad esplorare necropoli faraoniche, ha
constatato che la polvere delle tombe provocava due tipi di reazione: una
reazione cutanea, irritazione della pelle eruzione di piaghe sulle mani, specie
tra le dita; leggere difficoltrespiratorie, con infiammazione della gola,
tosse secca provocata dal deposito di polvere sulle mucose.
Queste sono proprio le caratteristiche conosciute della malattia copta, della
quale soffrirono Carter e i suoi collaboratori. Ma, dichiara il professor
Leclan, questi piccoli disturbi non intaccano profondamente la salute di una
persona di sana costituzione fisica, poichscompaiono in pochi giorni, non
appena l'individuo smetta di vivere in mezzo ai vecchi papiri, alle mummie e
agli scheletri...
E' perevidente che i disturbi respiratori avvertiti da tutti possono avere
pericolose ripercussioni in individui che hanno i polmoni fragili. Questo il
caso di lord Carnavon. La teoria pistrana viene dall'Africa del sud; essa
scarta la maledizione e l'ipotesi del virus ed accusa i pipistrelli.
Il 29 settembre 1955 John Wiles, un uomo robusto, sulla quarantina, impiegato
nella societgeologica della Rodesla del Sud, glunge nel suo nuovo posto di
lavoro, una grotta che si trova vicino a un villaggio di nome Kariba, nel bel
mezzo della riserva naturale dell'Urugwe. Insieme all'ingegner Dawson e al
trivellatore Schwartz egli deve esplorare la grotta nella quale si sono
accumulati, cossi pensa, importanti depositi di escrementi di pipistrelli. La
sua societinfatti ha deciso di sfruttare quella specie di guano per trarne un
concime.
Aiutandosi con una corda fatta di radici di fico, Wiles si issa fino
all'apertura della grotta e scopre che quest'ultima si prolunga, sotto terra, in
un vero labirinto di tunnel. Egli segue gli stretti corridoi fincha pidi
cento metri di profondit sbocca in una vasta saIa. Un odore nauseabondo lo
prende alle narici: il suolo ricoperto di una sostanza grassa sulla quale
corrono migliaia di scarafaggi e grilli. Attaccati alla volta e lungo le pareti,
miriadi di pipistrelli giganti la cui apertura alare raggiunge talvolta i
sessanta centimetri. Vincendo una grande ripugnanza, Wiles si mette al lavoro e
per parecchi giorni torna in quella caverna a lavorare in un'atmosfera umida e
calda scostando con la mano i pipistrelli che lo sfiorano con le loro ali. Egli
prende le misure per mezzo di bastoncini che pianta nel guano per determinarne
lo spessore. Il dodici ottobre Wiles ha terminato il lavoro; egli deve prendere
il treno del giorno dopo per raggiungere la famiglia che si trova in vacanza
nella cittdi Knysna nella provincia del Capo.
Ma prima deve ritirare un assegno alla banca di Kariba e poichmanca poco alla
chiusura egli si mette a correre per rientrare in citt Dopo aver corso per
circa cinquanta metri, sente un fortissimo dolore al petto. Spaventato si ferma,
respira profondamente, ma il dolore aumenta. Arriva cos allo stremo delle
forze, agli sportelli della banca. La notte gli apporta un po' di sollievo, ma
l'indomani, nel treno, egli soffre ancora molto e si sente soffocare. Quando
arriva a Knysna, dopo una giornata intera di viaggio, irriconoscibile e sua
moglie, sconvolta, deve sostenerlo fino al proprio letto, nel quale egli si
lascia cadere incapace di muoversi. Il medico, subito chiamato, gli fa l'analisi
del sangue con risultato negativo; il laboratorio sconfessa le ipotesi fatte dal
medico ed esclude ogni possibilitche si tratti delle pifrequenti malattie
della regione: febbre gialla, malaria o dissenteria amebica.
Le condizioni di Wiles peggiorano rapidamente, non pumuoversi ndistendersi e
passa i giorni seduto sul letto con la bocca aperta come un pesce fuor d'acqua.
Il medico diagnostica una pleurite aggravata da una polmomte, ma le cure non
servono a mente. Egli manda allora il suo malato da uno dei migliori medici
sudafricani, il dottor Geoffroy Dean, che dirige un reparto dell'ospedale di
Port-Elisabeth. Dopo quarantotto ore di esami infruttuosi, Dean fa una lista
delle malattie contratte abitualmente dagli uomini che esplorano le caverne, le
grotte e altre cavitsotterranee. Nessuna percorrisponde ai sintomi
presentati da John Wiles; ma improvvisamente gli viene un'idea: alcuni anni
prima, durante uno stage negli Stati Uniti, egli aveva sentito una conferenza su
di una malattia rara chiamata histoplasmosis, della quale si erano avuti
solamente centotrenta casi, tutti negli Stati del Sud. Dean effettua una serie
di prelievi sulI'infelice Wiles, il cui stato si aggrava di giorno in giorno e
li manda negli Stati Uniti per farli analizzare. Dieci giorni pitardi gli
arriva la risposta: probabile histoprasmosis. In mancanza di meglio Dean cura il
malato con aureomicina e penicillina...: il malato salvo. Secondo Dean
l'histoplasmosis dunque il male delle caverne e, dopo aver paragonato i suoi
sintomi con malattie analoghe segnalate nel mondo, arriva a questa conclusione:
il male che ha colpito numerosi egittologi e soprattutto quelli che hanno
partecipato alle ricerehe e ai lavori di Carter con tutta probabillt
l'hlstoplasmosis.
Senza perdere un minuto di tempo, Dean redige una monografia in cinque punti che
spedisce a Londra.
Non strano, egli afferma, che nel 1923 nessuno abbia pensato di mettere in
causa i pipistrelli, poichl'histoplasmosis una malattia rara e, a quell'
epoca, quasi sconosciuta. E' una malattia i cui sintomi, ancor oggi, sono poco
chiari ed difficile da diagnosticare. Sono convinto, dichiara Dean, che nella
tomba di Tutankamen o nelle altre camere mortuarie, esistevano le condizioni
perchgli egittologi potessero contrarre questa malattla. E' una malattia che
uccide lentamente ed insidiosamente quelli che non ne sono immunizzati. Questo
spiegherebbe come alcuni egittologi siano morti molti mesi e perfino molti anni
dopo aver lavorato nelle tombe.
Infine Dean pensa che una persona che ha contratto l'histoplasmosis in forma
benigna e ehe ne guarito, si trova immunizzata, vaccinata naturalmente. Ecco
perchalcuni egittologi a partire da Howard Carter, non ne sono stati vittime.
Questa teoria presenta molti punti deboli. I sintomi descritti da Dean, ad
esempio, sono molto diversi da quelli dei quali si lamentava Carnavon quando
arrival Cairo. Questo non impedche la monografia di Geoffroy Dean venisse
accolta in Europa con vivo interesse.
Un oscuro medico dell'Afriea del Sud svela il mistero di Tutankamen, annuncia un
quotidiano londinese. Eminenti medici britannici dichiarano di ammettere la
teoria dell'histoplasmosis e dei pipistrelli. Ma nel concerto di lodi rivolte a
Dean, c'una nota falsa. Viene dall'Egitto, dove un egittologo di fama, il
dottor Selim Hassan, dell'universitdel Cairo, rifiuta di prendere sul serio la
teoria di Dean: L'idea che l'histoplasmosis e i pipistrelli si siano alleati per
uccidere quegli uomini, egli dichiara, fantastica quanto quella che afferma
che essi sono stati vittime della maledizione o della vendetta di Tutankamen.
Sono sceso io stesso nella tomba e sono ancora vivo; affermo inoltre di non
avervi visto nessun pipistrello.
Effettivamente negli scritti di Carter e degli altri egittologi non si parla mai
di pipistrelli. Nel caso di Tutankamen, inoltre, la necropoli era chiusa
ermeticamente da millenni ed i pipistrelli hanno un bel essere degli animali
estremamente robusti, ci sono tuttavia dei limiti alla loro capacitdi
sopravvivenza...
Malgrado cigli argomenti del dottor Hassan non convincono tutti. Il British
Medical Journal non teme di rischiare il suo prestigio sostenendo il punto di
vista di Dean:
Se, come afferma il dottor Hassan, nella tomba non fu trovata nessuna traccia di
pipistrello, questo non prova l'assenza di germi di histoplasmosis. Infatti
questa malattia puessere trasmessa da diversi tipi di funghi sotterranei e non
necessariamente dagli escrementi dei pipistrelli. La morte di Lord Carnavon fu
attribuita ad una polmonite che ha potuto essere causata da diversi tipi di
infezione, tra cui l'histoplasmosis. E' possibire che nessun pipistrello sia mai
entrato nella tomba di Tutankamen, ma bisogna sottolineare l'abbondanza di
funghi che crescono nelle localitsotterranee e l'histoplasmosis un'infezione
che puvenire dai funghi.
La polemica prosegue per qualche mese, fin verso la fine del 1956, poi essa si
spegne spontaneamente. Oggi non se ne parla pie numerosi egittologi ne
ignorano perfino l'eslstenza.
Qui finiscono i tentativi di spiegazione scientifica della morte, sospetta,
degli archeologhi il cui nome legato allo studio della tomba di Tutankamen.
Ancora una volta ripetiamo che molti scienziati non hanno mai accordato il
minimo credito a tutto ciche si raccontato a proposito della morte dei loro
colleghi. L'egittologo tedesco G. Steindorf, nel 1933, ha tentato per primo di
dlstruggere il mito della maledizione. L'inchiesta da lui condotta prova che
molte delle vittime attribuite a Tutankamen non ne avevano mai avvicinato la
tomba e non erano mai state a contatto con gli scienziati che l'avevano scoperta
e studiata. Quanto agli altri, Carnavon e Mace, Steindorf attribuisce la loro
morte al caso o a cause naturali, rifiutando ogni idea di fatalit di
maledizione o di malattia contratta nella necropoli.
Infine altri egittologi si sono impegnati a dimostrare l'assurditdella
leggenda. Rifacendosi alla loro conoscenza della religione egizia e dei suoi
riti, essi considerano che il fatto di esumare la mummia di Tutankamen non
poteva costituire un sacrilegio, anzi era un atto di rispetto sul quale
qualsiasi prete egizio non avrebbe trovato da ridire: il vero compimento del
destino del faraone.
Per comprendere questa teoria bisognava capire il mistero della nascita, della
vita e della morte di Tutankamen, sapere in quali condizioni egli fu inumato.
Non era un compito facile.
Tutti gli egittologi cominciano col fare una constatazione: contrariamente a
quel che successo per la maggior parte dei faraoni, i contemporanei di
Tutankamen non si sono molto curati di lasciare tracce del suo regno. Infatti
tutto fa pensare che, dopo la sua morte, i successori si siano sforzati di
cancellare perfino il ricordo del suo nome. Essi l'hanno sotterrato con tutto il
cerimoniale, evidentemente per mettersi in regola con la religione, ma hanno
fatto tutto quello che hanno potuto perchi posteri non ne sapessero nulla.
Per molto tempo ci si era immaginati che i faraoni fossero seppelliti nel pi gran segreto in luoghi sconosciuti a tutti. Nell'antica Roma si affermava anche
che gli operai incaricati di scavare le necropoli sotto terra o nella roccia,
venivano messi a morte alla fine del lavoro. Gli archeologhi moderni sono di
parere del tutto contrario. E' assurdo, dicono, parlare di funerali segreti:
tutti i documenti che sono stati rinvenuti dopo che Champollion ha scoperto il
mistero dei geroglifici, nel 1822, esattamente un secolo prima della scoperta di
Tutankamen, dimostrano che in realtla Valle dei Re era un luogo di
pellegrinaggio. Al tempo dei romani vi ci si recava, anzi, a scopo turlstico e
su grande scala: venivano organizzati dei viaggi che permettevano ai viaggiatori
di visitare una quarantina di tombe e di monumenti lungo la valle del Nilo. In
quanto agli operai, lungi dall'essere sacrificati, essi si succedevano di padre
in figlio, come nel Medio Evo i segreti degli artigiani del vetro e dei
tagliatori di pietra si trasmettevano di generazione in generazione. Alcuni
documenti trovati nel villaggio di Deir el-Medineh parlano anzi di scioperi che
sarebbero scoppiati in un cantiere perchgli operai e gli artigiani delle
necropoli erano scontenti delle condizioni di lavoro. Questi operai inoltre,
facevano venire le loro famiglie sul posto di lavoro e si organizzavano in vere
c proprie comunit Sappiamo cosa vale un segreto quando esso conosciuto da
migliaia di persone...
Infine, come sappiamo, tutte le necropoli sono state regolarmente saccheggiate.
Nell'undicesimo secolo prima della nostra era, si svolgevano, alla corte dei
faraoni processi che facevano scalpore contro i profanatori di tombe. L'unica
eccezione stata la tomba di Tutankamen, nella quale i ladri sono penetrati due
o tre volte al massimo. In nessun manoscritto geroglifico si parla di
Tutankamen, mentre la vita e le imprese di altri faraoni sono raccontate con
grande precisione e con particolari cronologici, tanto che gli archeologhi sono
riusciti a ricostruire completamente il calendario di trenta dinastie che si
sono succedute sul trono dei faraoni, dal 2850 avanti Cristo fino alla conquista
dell'Egitto da parte di Alessandro, nel 332. L'esistenza di un re di nome
Tutankamen non sarebbe probabilmente mai stata conosciuta, senza la scoperta
fatta da Theodore Davis nel 1906 di una coppella marcata col suo sigillo.
E' d'altra parte chiaro che il tesoro di Tutankamen per fastoso che ci possa
sembrare, era poca cosa paragonato a quello che doveva accompagnare nella loro
ultima dimora i grandi faraoni. Qualche paragone puconvincerci. Nella Valle
dei Re, sorprendente visitare una dopo l'altra le entrate delle tombe di
Tutanhamen e di Ramsete VI. I sedici gradini che conducono nell'anticamera della
tomba di Tutankamen sono scavati nel terreno tra due muri di terra
grossolanarnente cementati, le porte sono lastroni di pietra senza nessuna
decorazione. Che cosa vediamo, invece, sulle pareti della scala che conduce
nella camera funeraria di Ramsete VI? Migliaia di geroglifici e di disegni.. non
c'decimetro quadrato che sia stato lasciato in bianco. L'anticamera un
portico con una volta che non ha nulla da invidiare a quelle delle nostre catte-
drali per ricchezza delle decorazioni.
Infine le necropoli dei grandi faraoni sono molto pivaste e complesse di
auella di Tutankamen. Prendiamo ad esempio quella di Tutmosi III (18dinastia
circa 1.500 anni prima di Cristo). Essa si apre su di una prima scala seguita da
un corridoio che conduce a una seconda scala, la quale porta a sua volta a un
altro corridoio, che finisce in una sala rettangolare comunicante a sua volta
con un'altra grande stanza a forma di trapezio irregolare. In un angolo di
questa stanza si trova una terza scala che conduce a una quarta stanza
all'incirca ovale, dalla quale partono quattro corridoi che conducono a quattro
stanze minori.
La tomba di Tutmosi IV (posteriore al precedente di una quarantina di anni), composta da quattro scale e nove stanze, delle quali tre molto grandi. Quella di
Amenoh IV il quale, secondo le teorie picorrentemente accettate, avrebbe
regnato immediatamente prima di Tutankamen, divisa in due labirinti e in una
dozzina di stanze. Quella di Seti I, che dovrebbe essere stato uno dei
successori di Tutankamen, costruita su cinque piani e comprende sette grandi
sale e tre piccole camere.
La tomba di Tutankamen appare assai modesta con la sua unica scala, la sua
anticamera, la sua camera funeraria e altre piccole stanze... Non dunque
esagerato dire che Tutankamen ha avuto, come faraone, dei funerali da povero.
Faraone minore, faraone disprezzato o faraone maledetto? Qui commincia il
mistero della vita e della morte di Tutankamen.
Nell' introduzione del suo libro Tutankhamon, Christine Desroches-Noblecourt,
incaricata nel 1967 di presentare al pubblico l'esposizione di Tutankamen al
Petit-Palais, ha scritto una frase dell'egittologo tedesco Walter Wolf, autore
di uno studio molto approfondito sulla storia della XVIII dinastia: Mai la
tentazione di scrivere un romanzo invece di un capitolo della storia stata
cosforte come in questo caso, ed per questo che bisognerebbe usare la
massima prudenza nell' utilizzazione di tutti quei documenti.
Da parte sua, Carter pensava che fosse impossibile precisare il periodo in cui
era vissuto Tutankamen. Allo stato attuale delle nostre conoscenze, scrisse
Carter, possiamo dire con certezza che il solo fatto notevole della sua
esistenza fu che egli more che venne sotterrato.
Molti egittologi ancor oggi condividono il parere di Carter e considerano come
prodotti dell'immaginazione tutte le ipotesi e i tentativi di ricostruzione
della vita di Tutankamen. Nessun documento, scrive Christine
Desroches-Noblecourt, ci ha permesso di stabilire con precisione quando nacque
Tutankaton (si tratta del primo nome portato dal giovane principe, trasformato
in Tutankamen al momento dell'ascesa al trono d'Egitto) e presso chi venne
allevato. Tuttavia ci sforzeremo di scegliere, tra tutte le ipotesi formulate
quelle che possono corrispondere meglio. Solo a questa condizione puessere
fatto un resoconto anche se sommario, della vita del re bambino Tutankamen. Ma
la parola decisiva non potressere detta finchil suolo d'Egitto non avr rivelato l'immensa lezione che contiene ancora in s
Nessuno riuscito a determinare con esattezza le date del regno di Tutankamen,
che sarebbe durato nove o dieci anni. Alcuni egittologi lo situano tra gli anni
1369 e 1360 avanti Cristo. Altri, come Otto Neubert, che abbiamo gicitato, tra
il 1358-57 e il 1350-49 avanti Cristo. Un terzo gruppo (e Christine Desroches-
Noblecourt condivide questo parere) pone la sua ascesa al trono verso il 1352-51
e la sua morte nel 1344-43. Egli sarebbe, in ogni caso, succeduto a uno dei pi prestigiosi faraoni: Amenofi IV, conosciuto anche sotto il nome di Akenaton.
Questo ultimo era forse il padre del giovane Tutankaton. Comunque tutte queste
sono ipotesi che non hanno mai potuto essere verificate. Con tutte le riserve
del caso, esamineremo la teoria ammessa generalmente come la piverosimile.
Amenofi IV-Akenaton, padre putativo di Tutankaton-Tutankamen (veramente tutto
assai complicato in questa storia!), occupa un posto particolare nella storia
dei faraoni. Egli viene chiamato alle volte: il mistico, altre: l'eretico. E'
infatti l'autore del piaudace tentativo di rivoluzione religiosa attuata
nell'Egitto antico. Nato nel palazzo di Malgatta dalle innumerevoli sale, a
sud-ovest di Tebe, sulla riva sinistra del Nilo, vi venne allevato in mezzo allo
splendore della corte di suo padre, Amenofi III, e di sua madre, la regina Tiyi.
Ma all'inizio del XIV secolo avanti Cristo, la situazione egiziana critica, a
causa dei sacerdoti del dio Amon. Il re si circonda di saggi per combattere il
potere di questi preti, il cui dio Amon onnipotente e assai temuto perch circondato di mistero. E' il dio-nascosto che vede tutto senza essere visto e
che permette ai suoi sacerdoti di dominare la vita pubblica del tempo per mezzo
del terrore che ispira il nome del loro dio.
Il giovane principe sopporta male questa situazione, finchottiene, molto tempo
prima della morte del padre, di dividere il potere con lui. L'Egitto vive allora
sotto un regime guidato da due re, padre e figlio. Un giorno il figlio, che ha
sposato la celebre Nefertiti, lascia Tebe per sfuggire al potere dei preti e
fonda una nuova citt gettando le basi di una nuova religione. La cittsi
chiamer Akhet-Aten, l'Orizzonte del Globo, e verrconsacrata a un nuovo dio,
Aton il dio-sole. Egli assume il nuovo nome di Akhenaton il servitore di Aton.
C'stata una contesa religiosa? Forse... Ma prima di tutto una lotta politica,
la prima grande battaglia storica, senza dubbio, tra il potere temporale e il
potere spirituale, il tentativo di un re di ostacolare l'onnipotenza di una
chiesa... Akhenaton, da questo punto di vista, appare come un re rivoluzionario.
La nuova religione viene spogliata di tutti gli artifici della magia, che
assicuravano il potere dei preti sui fedeli, e la moltitudine degli dei
secondari che circondavano Amon viene bandita dai templi; Aton un dio unico.
Una risposta al Geova degli Ebrei? Chi lo sa! E' verso quest' epoca che la
Bibbia situa l'esodo degli Ebrei dall'Egitto sotto la guida di Mos Tutti gli
uomini saranno ormai uguali davanti a Aton. Si tratta di una rivoluzione nella
societteocratica e feudale dell'Egitto.
Verso quest'epoca nasce Tutankhaton, il futuro Tutankamen. Figlio di Akhenaton,
egli non perfiglio di Nefertiti, bensdi una donna dell'harem reale della
quale non conosciamo il nome. Egli trascorre la sua infanzia studiando, alla
maniera dei figli di faraone. Impara a riconoscere, a pronunciare e a scrivere
centinaia di geroglifici, che trascrive sul papiro per mezzo di una punta di
giunco che intinge in un vasetto pieno d'acqua prima di strofinarla su tavolette
nere o ocra, analoghe a quelle che Carter ritrovernella sua tomba, trentatr secoli pitardi. Viene istruito nel calcolo, nella geografia, nell'arte della
caccia e della strategia militare, nella geometria e nell'architettura.
Nel frattempo Akhenaton, incoraggiato da Nefertiti, porta a termine la sua
riforma. Egli scrive un: Inno al sole, un ardente atto di fede verso il nuovo
dio, il cui testo stato ritrovato tra le rovine della sua capitale, l'odierna
Tell el-Amarna. Un giorno muore il padre e Akhenaton rimane solo padrone
dell'Egitto; egli decide allora di cancellare tutte le tracce del culto di Amon.
Sotto la sorveglianza dei suoi ufficiali, gli artigiani del reame iniziano il
lavoro di demolizione. Le effigi di Amon e i suoi simboli vendono smantellati
dai frontoni di tutti i templi, dai monumenti e dalle statue. Non ne deve
restare pineppure uno.
Il clero e i nobili tentano di sollevare la popolazione contro l'eretico, ma
invano... Akhenaton il piforte poichil pipopolare. Egli molto
giovane e per assicurarsi che la sua opera verrcontinuata, ha associato al
trono il fratellastro Smenker Per i fedeli di Amon suonata l'ultima ora...
Essi chiamano Akhenaton: il grande scellerato.
Ma il destino volle che essi avessero la loro rivincita prima di quanto non se
l'aspettassero. Akhenaton muore improvvisamente, assassinato secondo alcuni,
dopo diciassette o diciotto anni di regno. Smenkernon tarda a seguirlo nella
tomba. L'Egitto senza re, dopo averne avuti due per pidi vent'anni e bisogna
percitrovare un successore ad Akhenaton. Il nuovo faraone deve naturalmente
essere di sangue reale, ma deve essere sufficientemente influenzabile per
permettere ai sacerdoti di restaurare l'antica religione. Possiamo immaginare
quanti intrighi s'intrecciarono a Tebe e ad Akhet-Aten... Akhenaton non ha eredi
diretti, poichla regina Nefertiti gli ha dato solo delle figlie, a meno che
siano morti in precedenza dei figli maschi.
Resta Tutankaton che soddisfa a tutte le condizioni: figlio del re e ha solo
nove anni. Una facile preda per i preti e i signori.
Ecco a grandi linee quale potrebbe essere la storia dell'ascesa di Tutankaton al
trono dei faraoni. E' una versione dei fatti che ha il vantaggio di essere
coerente, ma non ammessa da tutti. Alcuni egittologi non credono alla
coreggenza di Amenoh III e di Amenoh IV. Ma se si considera che i regni di
questi due faraoni si sono succeduti senza sovrapporsi, bisogna ammettere che
Tutankamen aveva circa ventidue anni al momento della sua ascesa al trono.
Poichha regnato una diecina d'anni, egli sarebbe morto a pidi trent'anni,
mentre lo studio della sua mummia ha rivelato che si trattava di un uomo assai
giovane di una ventina di anni al massimo. Se si nega il regno dei due re, si
arriva a dire che non ci fu posto per Tutankamen nella storia dell'Egitto... E'
quanto affermano gli egittologi, i quali considerano, come Carter, che in ultima
analisi non si sa nulla della vita e della morte di Tutankamen.
Altri affermano che egli non era il figlio di Amenoh IV benssuo fratello.
Questi dati sono tanto pidifficili da verificare, in quanto i rapporti
familiari nelle dinastie faraoniche avevano poco di simile con le concezioni
cristiane o comunque diffuse nelle societmoderne. Si verificava spesso in
quell'epoca che le figlie sposassero il loro padre e gli dessero dei figli. Non
ci si sposava solo tra fratello e sorella (il che era una cosa naturale) ma
anche tra nonno e nipote o tra nipote e nonna; zii, nipoti, cognate tutti si
sposavano senza problemi.
Era possibile essere il figlio della propria madre e il padre dei figli della
propria madre. Lungi dall'essere giudicato come un crimine o anche semplicemente
sconsigliato, l'incesto era benedetto dagli dei. Cosla terza figlia di
Akhenaton e di Nefertiti, Anksenpaaton, spossuo padre, dal quale ebbe a sua
volta una figlia. Akhenaton era percipadre e nello stesso tempo nonno di
quella bambina...
In quanto ad Anksenpaaton, questo matrimonio seguito da una maternit consacr la sua essenza divina agli occhi dei contemporanei. In seguito Anksenpaaton
divenne la moglie di Tutankamen, il quale, oltre ad essere suo marito era anche
suo zio e suo cognato, dal momento che era fratello di Akhenaton. Se si ammette
invece che Tutankamen fosse un figliastro di Akenaton, allora egli era
fratellastro di sua moglie. E' da notare che Anksenpaaton aveva dodici o tredici
anni al momento del suo matrimonio con Tutankamen, ed aveva gidato un figlio a
suo padre.
Si capirche in queste condizioni non ci sembri utile voler precisare con
esattezza il grado di parentela di Tutankamen con questo o quel membro della
famiglia reale... Accontentiamoci di ammettere, assieme alla maggioranza degli
egittologi, che un bel giorno egli stato chiamato a succedere ad Akenaton sul
trono d' Egitto.
Due persone dominano la scena del palazzo reale in quell'epoca: la regina
Nefertiti e il grande Visir Ay, che probabilmente suo padre (in quanto la
genealogia di Nefertiti appena pichiara di quella di Tutankamen). Ay era
insignito anche del titolo di comandante generale dei carri; possiamo dire che
era qualcosa come il capo riconosciuto dell'alta nobiltegiziana e generale in
capo dell'esercito. Egli disponeva percidi un potere e soprattutto di una
considerevole influenza.
Nefertiti e Ay cercano innanzitutto di assicurarsi una successione che non
intralci i loro disegni. La scomparsa del grande scellerato rischia di scatenare
una guerra religiosa ed essi lo sanno. Prima nell'ombra e poi alla luce lel sole
i preti di Amon preparano la loro vendetta contro quelli di Aton. Non
cercheranno forse di rovesciare la dinastia e di favorire un nuovo re acquisito
alle loro idee religiose? E che cosa rimarrebbe del potere di Nefertiti e di Ay
sull'impero d'Egitto? Bisogna evitare a tutti i costi che questo succeda!
In quell'ora decisiva per il destino del suo paese, Ay dimostra di essere un
grande politico. Appoggiando, grazie al sostegno dell'esercito, la candidatura
di Tutankaton, rassicura i preti, per i quali un simile fanciullo non poteva
costituire alcun pericolo. Nello stesso tempo egli si assume l'esercizio del
potere... Il suo principale alleato, in quel momento, il capo degli eserciti
egiziani in Asia, il generale Horemheb, un personaggio che non tardera far
parlare di s Senza lasciare ai preti il tempo di respirare, Ay annuncia che il
giovane principe scelto da lui si sarebbe sposato con Anksenpaaton, in una
solenne cerimonia.
Nefertiti e Ay non hanno personalmente nulla in contrario al fatto che venga
ristabilito il culto di Amon. Il nuovo re sardunque incoronato nel tempio di
Karnak, consacrato a questo dio. Gli stessi operai e artigiani incaricati da
Akenaton di far sparire gli emblemi del culto di Amon devono, questa volta,
restaurare i simboli e le effigi. Lunghe settimane di lavoro non saranno loro
sufficienti per rendere al tempio di Karnak il suo primitivo aspetto. Le
distruzioni erano state troppo gravi.
Christiane Desroches-Noblecourt ha raccontato con molti ammirevoli particolari
la cerimonia della consacrazione, come ci stata tramandata dai disegni e dalle
incisioni del tempo: ...Dopo aver rispettato il digiuno abituale e le
purificazioni preliminari, il bambino aveva raggiunto il tempio di Karnak,
costruito da suo padre (o suo nonno, a seconda della tesi adottata) Amenofi III.
Camminava a testa scoperta e indossava soltanto un perizoma a pieghe. Era
scortato dai pialti dignitari di corte tra i quali il divino padre Ay (era il
soprannome del padre putativo di Nefertiti) e Horemheb, primo generale
dell'esercito... Alcuni preti venuti li incontro avrebbero interpretato i ruoli
di certi dei. Uno di questi rappresentava l'Horus dell'Orizzonte e nascondeva il
suo volto sotto una maschera di falco.
Guidato dai preti Tutankamen (in questo momento che egli abbandona il nome di
Tutankaton, lasciando cosla protezione della diviniteretica per porsi sotto
quella dell'antico dio) percorre la salita reale. Ad ogni tappa, costituita dai
tempietti sacri, egli riceve gli emblemi della regalit una mitra bianca, un
berretto rosso (si tratta di una alta cuffia rotonda), una serie di corone, una
benda che gli viene posta sulla fronte, vari copricapi in tela di lino. Alla
cintura gli viene annodata la coda portata dai capi dei clan primitivi, alle
origini della storia egiziana. Infine gli vengono infilati ai piedi dei sandali
le cui suole recano l'immagine dei nove popoli nemici dell'Egitto, simbolo che
ritroviamo nel sigillo reale, e ciolo sciacallo accovacciato sui nove nemici.
Tutankamen marcercontro di loro e li dominer Egli riceve il nuovo nome di
Nebkeperurinsieme alle ultime insegne del potere quegli scettri, bastoni e
flabelli che Carter avrebbe trovato nella tomba. Non furono ritrovati, invece
nella necropoli nle corone nla mitra. Essi servivano all'incoronazione di
tutti i faraoni, ognuno dei quali li portava una volta sola, mentre per il resto
del tempo venivano conservati nel tempio. Al momento della morte il faraone
conservava la benda che serviva allora a cingere la fronte della mummia.
Quando la cerimonia terminata, Tutankamen torna nel palazzo di Malgatta nel
quale nato, per meglio segnare la rottura col suo predecessore, che si era
stabilito nella nuova cittdi Akhet-Aten. Risalendo la valle del Nilo da Karnak
a Tebe, il nuovo faraone si offre agli sguardi del popolo su di un carro
placcato d'oro. In tutti i villaggi che egli attraversa si fa festa. Per i
Tebani, l'avvento al potere di Tutankamen segna la fine di un periodo oscuro,
poichAkenaton aveva tolto alla cittil suo prestigio. Tutankamen lo
restaurer
Ay e Horemheb, che sono i veri padroni del paese, fanno promulgare un'amnistia
generale. Le prigioni cossi svuotano, dopo che Akenaton le aveva riempite di
prigionieri e di condannati religiosi, coscome oggi si parla di condannati
politici. Horemheb, il cui potere continua ad aumentare finchegli riesce a
governare accanto al re, stabilisce il compito al quale Tutankamen dovr consacrare la propria vita: il re bambino dovrriparare il male fatto dal suo
predecessore. Da Eliopolis, sul delta del Nilo, fino a Abu Simbel, ai piedi
della seconda cateratta, non c'tempio che non sia stato mutilato, profanato e
destinato all'abbandono; le erbacce crescono sui muri dei monumenti e le greggi
pascolano in mezzo ai santuari... L'Egitto con tutta la sua impietincorre
nella collera degli dei!
Infatti i suoi eserciti hanno conosciuto dei rovesci nelle montagne della Siria
che tentavano di conquistare. Abbandonati dall'Egitto, gli dei lo abbandonano a
loro volta e non ascoltano pile preghiere degli Egiziani.
Tutankamen tornato a vivere ad Akhet-Aten, accanto a Nefertiti, mentre
Horemheb si stabilito a Tebe e governa in realtil regno. Il giovane faraone
deve consacrarsi soltanto all'opera di pietche gli stata assegnata. Egli
stesso plasma una gigantesca effigge di Amon d'oro, incrostata di pietre
preziose e gli dedica un'altra statua vicino a Menh. I santuari vengono riaperti
a uno a uno e le comunitreligiose collocate dappertutto: Tutankamen, dice un
testo propiziatorio, collocpreti e profeti... Tutti i beni dei templi furono
duplicati, triplicati, quadruplicati da doni in oro, argento, lapislazzuli e
turchesi... Il servizio dei santuari fu diretto dal palazzo reale...
Tutankamen crea anche delle compagnie di danzatori e di cantanti con l'incarico
di celebrare la gloria del dio.
Il programma fissato da Horemheb viene realizzato. Nel ritrovato ordine,
l'Egitto entra in un nuovo periodo di prosperit Assicuratosi che l'eresia definitivamente scomparsa e che la rivoluzione sociale iniziata da Akenaton soffocata, Horemheb fa trasferire Tutankamen da Akhet-Aten a Tebe, dove il
giovane re si insedia definitivamente, ma non per molto: la morte attende il
giovane faraone all'alba del suo ventesimo anno di et
Anche la morte di Tutankamen misteriosa. Gli scienziati che esaminarono la sua
mummia hanno creduto di notare tracce di colpi sul lato destro del viso. E'
stato forse assassinato? E' possibile. Quelli che credono alla maledizione dei
faraoni hanno perfino affermato che quei segni erano stati provocati dalla
puntura di insetto simile a quella che provocla morte di Lord Carnavon...
Alcuni documenti portano gli egittologi a chiedersi se Tutankamen avesse
veramente rinunciato al culto di Aton. In questa ipotesi i preti non sarebbero
stati forse estranei alla sua scomparsa.
I funerali del giovane faraone si svolgono normalmente, con tutti i riti che gli
devono assicurare l'immortalit come testimoniano gli oggetti trovati nella sua
tomba, le iscrizioni come quella che figurava sulle bende della sua mummia e di
cui abbiamo giriprodotto il testo: ...la tua immortalitsarnella bocca di
tutti i viventi, o Osiride, Re Tutankamen...
Alla sua morte Tutankamen trattato come tutti gli altri faraoni: il suo
ricordo deve restare nella memoria degli uomini, le tracce della sua opera non
dovranno cancellarsi.
Gli succede Ay, il Divino Padre. Ma alla morte di quest'ultimo dopo quattro anni
di regno, il generale Horemheb riesce a farsi proclamare faraone. Con Ay si
estingue la XVIII dinastia. Horemheb fonda la XIX, che conteri faraoni Ramsete
I e Ramsete II.
Come alla morte di Amenoh III, suo figlio Akenaton aveva dato libero sfogo al
suo odio contro tutto ciche poteva ricordare il culto di Amon, cosi Horemheb,
alla morte di Tutankamen, si scatena contro ciche puancora sussistere del
culto eretico di Aton. Sua prima cura di far radere al suolo la cittdi
Akhet-Aten. Spinto senza dubbio dai preti, egli ordina la distruzione di tutto
ciche rimane del regno di Akenaton. Poi se la prende con la sua discendenza,
contro quel Tutankamen che egli ha in fondo sempre odiato.
Vengono inviati nei templi gli artigiani, sempre gli stessi o i loro figli, col
compito di distruggere, di cancellare i nomi e i sigilli dei faraoni precedenti
e di scolpire al loro posto quello di Horemheb. Tutte le effigi di Tutankamen
devono sparire: alcuni eggittologi affermano che Horemheb arrivato fino a
ordinare ai suoi servitori d'introdursi clandestinamente nella tomba per
togliervi gli unguenti e i simboli che si pensava assicurassero la sopravvivenza
del morto. Questo spiegherebbe la scomparsa degli unguenti che avrebbero dovuto
trovarsi nei vasi dell'anticamera... I servitori avrebbero poi sotterrato una
parte degli oggetti della tomba di Tutankamen nel nascondiglio in cui Theodore
Davis avrebbe scoperto la coppella di maiolica recante il sigillo di Tutankamen.
Per completare l'opera, Horemheb avrebbe fatto coprire l'ingresso della tomba,
condannando cosi Tutankamen all'eterno oblio.
Senza dubbio, in questa storia, tutto puessere contestato, o quasi tutto. La
vita di Tutankamen, quale stato possibile ricostruirla, si basa su di un
insieme d'ipotesi pio meno plausibili. Resta perincontestabile che fino
nella morte, soprattutto nella morte, Tutankamen stato perseguitato dalla
vendetta del suo successore.
Allora questa maledizione dei faraoni della quale si tanto parlato, questa
maledizione che avrebbe secondo i mistici causato la morte di lord Carnavon e di
altri scienziati, non sarebbe piuttosto la maledizione portata contro
Tutankamen? Una maledizione non divina, bensi tutta umana?
Da vendicatore, Tutankamen diventerebbe cosvittima. Sulle iscrizioni funerarie
non vi nessuna predizione funesta, anzi si dice che: Pronunciare il nome del
defunto signihca farlo rivivere. Nell'antico Egitto la punizione piterribile
era di non aver diritto alla sopravvivenza dopo la morte. I delinquenti e i
criminali erano, per legge, condannati al nulla il loro nome doveva essere
cancellato dalla memoria degli uomini. Tutankamen sarebbe percistato trattato
come un criminale e forse, agli occhi dei suoi contemporanei, lo era veramente.
Ma se si ammette questa ipotesi dove sarebbe il crimine di Lord Carnavon? Lungi
dall'incorrere nella maledizione del faraone per averlo disturbato nel suo sonno
eterno, egli avrebbe dovuto al contrario avere la sua riconoscenza. Su tutti i
monumenti funerari le preghiere invitano il pellegrino o il semplice passante a
pronunciare il nome del defunto per ridargli la vita. Lord Carnavon e gli altri
non hanno tolto Tutankamen da un oblio tre volte millenario? Non stato
grazie a loro se Tutankamen rivive oggi nella memoria degli uomini?

FINE.





















































搜尋引擎讓我們程式搜尋結果更加完美
  • 如果您覺得該文件有幫助到您,煩請按下我
  • 如果您覺得該文件是一個一無是處的文件,也煩請按下我

  • 搜尋引擎該文件您看起來是亂碼嗎?您可以切換編碼方式試試看!ISO-8859-1 | latin1 | euc-kr | euc-jp | CP936 | CP950 | UTF-8 | GB2312 | BIG5 |
    搜尋引擎本文件可能涉及色情、暴力,按我申請移除該文件

    搜尋引擎網址長?按我產生分享用短址

    ©2024 JSEMTS

    https://tw.search.yahoo.com/search;_ylt=A8tUwYgkQU1YcXoAUE9r1gt.;_ylc=X1MDMjExNDcwNTAwMwRfcgMyBGZyA3lmcC10LTkwMC10dwRncHJpZAMxWU5tY2FYMVFGQ2ZvUXZGN1N0bzVBBG5fcnNsdAMwBG5fc3VnZwMwBG9yaWdpbgN0dy5zZWFyY2gueWFob28uY29tBHBvcwMwBHBxc3RyAwRwcXN0cmwDBHFzdHJsAzQ4BHF1ZXJ5AyVFNiVBRCVBMSVFNiVBRCU4QyUyMCVFNSVCMCU4OCVFNiU4MyU4NSVFNSU5QyU5OAR0X3N0bXADMTQ4MTQ1Nzk3Ng--?p=%E6%AD%A1%E6%AD%8C+%E5%B0%88%E6%83%85%E5%9C%98&fr2=sb-top-tw.search&fr=yfp-t-900-tw&rrjfid=3373209 https://tw.search.yahoo.com/search;_ylt=A8tUwYgkQU1YcXoAUE9r1gt.;_ylc=X1MDMjExNDcwNTAwMwRfcgMyBGZyA3lmcC10LTkwMC10dwRncHJpZAMxWU5tY2FYMVFGQ2ZvUXZGN1N0bzVBBG5fcnNsdAMwBG5fc3VnZwMwBG9yaWdpbgN0dy5zZWFyY2gueWFob28uY29tBHBvcwMwBHBxc3RyAwRwcXN0cmwDBHFzdHJsAzQ4BHF1ZXJ5AyVFNiVBRCVBMSVFNiVBRCU4QyUyMCVFNSVCMCU4OCVFNiU4MyU4NSVFNSU5QyU5OAR0X3N0bXADMTQ4MTQ1Nzk3Ng--?p=%E6%AD%A1%E6%AD%8C+%E5%B0%88%E6%83%85%E5%9C%98&fr2=sb-top-tw.search&fr=yfp-t-900-tw&rrjfid=2155761 https://tw.search.yahoo.com/search;_ylt=A8tUwYgkQU1YcXoAUE9r1gt.;_ylc=X1MDMjExNDcwNTAwMwRfcgMyBGZyA3lmcC10LTkwMC10dwRncHJpZAMxWU5tY2FYMVFGQ2ZvUXZGN1N0bzVBBG5fcnNsdAMwBG5fc3VnZwMwBG9yaWdpbgN0dy5zZWFyY2gueWFob28uY29tBHBvcwMwBHBxc3RyAwRwcXN0cmwDBHFzdHJsAzQ4BHF1ZXJ5AyVFNiVBRCVBMSVFNiVBRCU4QyUyMCVFNSVCMCU4OCVFNiU4MyU4NSVFNSU5QyU5OAR0X3N0bXADMTQ4MTQ1Nzk3Ng--?p=%E6%AD%A1%E6%AD%8C+%E5%B0%88%E6%83%85%E5%9C%98&fr2=sb-top-tw.search&fr=yfp-t-900-tw&rrjfid=6979980 https://tw.search.yahoo.com/search;_ylt=A8tUwZJ2QE1YaVcAUmFr1gt.;_ylc=X1MDMjExNDcwNTAwMwRfcgMyBGZyA3lmcC10LTkwMC1zLXR3BGdwcmlkAwRuX3JzbHQDMARuX3N1Z2cDMARvcmlnaW4DdHcuc2VhcmNoLnlhaG9vLmNvbQRwb3MDMARwcXN0cgMEcHFzdHJsAwRxc3RybAM4NARxdWVyeQMlRTglQjYlODUlRTUlOEYlQUYlRTYlODQlOUIlRTclOUElODQlRTUlQUYlQjYlRTUlQUYlQjYlMjAlRTglODMlQTElRTUlQUUlODklRTUlQTglOUMEdF9zdG1wAzE0ODE0NTc3OTM-?p=%E8%B6%85%E5%8F%AF%E6%84%9B%E7%9A%84%E5%AF%B6%E5%AF%B6+%E8%83%A1%E5%AE%89%E5%A8%9C&fr2=sb-top-tw.search&fr=yfp-t-900-s-tw&rrjfid=6734754 https://tw.search.yahoo.com/search;_ylt=A8tUwZJ2QE1YaVcAUmFr1gt.;_ylc=X1MDMjExNDcwNTAwMwRfcgMyBGZyA3lmcC10LTkwMC1zLXR3BGdwcmlkAwRuX3JzbHQDMARuX3N1Z2cDMARvcmlnaW4DdHcuc2VhcmNoLnlhaG9vLmNvbQRwb3MDMARwcXN0cgMEcHFzdHJsAwRxc3RybAM4NARxdWVyeQMlRTglQjYlODUlRTUlOEYlQUYlRTYlODQlOUIlRTclOUElODQlRTUlQUYlQjYlRTUlQUYlQjYlMjAlRTglODMlQTElRTUlQUUlODklRTUlQTglOUMEdF9zdG1wAzE0ODE0NTc3OTM-?p=%E8%B6%85%E5%8F%AF%E6%84%9B%E7%9A%84%E5%AF%B6%E5%AF%B6+%E8%83%A1%E5%AE%89%E5%A8%9C&fr2=sb-top-tw.search&fr=yfp-t-900-s-tw&rrjfid=8086751 https://tw.search.yahoo.com/search;_ylt=A8tUwYgkQU1YcXoAUE9r1gt.;_ylc=X1MDMjExNDcwNTAwMwRfcgMyBGZyA3lmcC10LTkwMC10dwRncHJpZAMxWU5tY2FYMVFGQ2ZvUXZGN1N0bzVBBG5fcnNsdAMwBG5fc3VnZwMwBG9yaWdpbgN0dy5zZWFyY2gueWFob28uY29tBHBvcwMwBHBxc3RyAwRwcXN0cmwDBHFzdHJsAzQ4BHF1ZXJ5AyVFNiVBRCVBMSVFNiVBRCU4QyUyMCVFNSVCMCU4OCVFNiU4MyU4NSVFNSU5QyU5OAR0X3N0bXADMTQ4MTQ1Nzk3Ng--?p=%E6%AD%A1%E6%AD%8C+%E5%B0%88%E6%83%85%E5%9C%98&fr2=sb-top-tw.search&fr=yfp-t-900-tw&rrjfid=8813747